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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 29 Settembre 2008 |
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UNIONE EUROPEA: DISCUSSIONE APERTA SULLO STATUS DEI WEBLOG |
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Il Parlamento europeo rileva che i weblog «costituiscono un importante nuovo contributo alla libertà di espressione sempre più utilizzato dagli operatori del settore dei mezzi d´informazione e dai privati cittadini» e incoraggia quindi una discussione aperta su tutte le questioni relative al loro status. Respinge così la proposta di stabilire garanzie giuridiche che permettano l´attribuzione delle responsabilità in caso di azioni legali e che prevedano il diritto di replica. Al contempo si dice preoccupato per la posizione dominante detenuta da alcuni grandi operatori online, «la quale limita i nuovi soggetti sul mercato e soffoca in tal modo la creatività e l´imprenditorialità in questo settore». I deputati, infine, sottolineano che i mezzi di comunicazione commerciali utilizzano sempre più contenuti prodotti da utenti privati, in particolare contenuti audiovisivi, dietro pagamento di un corrispettivo simbolico o senza versare alcun corrispettivo. Ciò, a loro parere, solleva problemi di natura etica e di tutela della vita privata, ed espone i giornalisti e gli altri operatori del settore «a una pressione competitiva indebita». Chiedono pertanto una maggiore trasparenza in relazione ai dati e alle informazioni personali detenute sugli utenti dai motori di ricerca Internet, dai fornitori di posta elettronica e dai siti di social networking. |
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UNIONE EUROPEA: DIFENDERE IL PLURALISMO DEI MEZZI D´INFORMAZIONE |
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Il Parlamento europeo ha chiesto una direttiva che assicuri pluralismo e accesso al mercato, una carta per la libertà dei media e statuti editoriali contro l´ingerenza di azionisti o governi, esortando l´applicazione coerente delle norme sulla concorrenza, anche per limitare le concentrazioni, ma senza regole troppo restrittive. A favore di un servizio pubblico di qualità e autonomo dalla politica, il Parlamento auspica criteri obiettivi per assegnare le frequenze e un dibattito sullo status giuridico dei blog. Approvando con 307 voti favorevoli, 262 contrari e 28 astensioni una modifica alla relazione di Marianne Mikko (Pse, Ee) proposta da Pse, Alde e Verdi, il Parlamento sollecita la Commissione e gli Stati membri a difendere il pluralismo dei mezzi d´informazione, a garantire che tutti i cittadini dell´Ue abbiano accesso, in tutti gli Stati membri, a mezzi d´informazione liberi e diversificati e a raccomandare miglioramenti ove necessario. I deputati ritengono infatti che i mezzi d´informazione «rimangono uno strumento di influenza politica» e che vi è il forte rischio che essi «non siano in grado di svolgere la propria funzione di organo di controllo della democrazia». Un sistema pluralistico, poi, è un requisito fondamentale «per il mantenimento del modello sociale democratico europeo». Anche perché «l´operato delle imprese private del settore è motivato soprattutto dal profitto economico», e vi è un rischio in termini di perdita di diversità, qualità del contenuto e molteplicità delle opinioni. La salvaguardia del pluralismo dei media «non dovrebbe quindi essere affidata ai soli meccanismi di mercato». I deputati invitano quindi la Commissione a promuovere un quadro giuridico stabile che «garantisca un elevato livello di protezione del pluralismo in tutti gli Stati membri». In proposito, ricordano le reiterate richieste di elaborare una direttiva mirante ad assicurare il pluralismo, incoraggiare e preservare la diversità culturale e garantire l´accesso di tutte le imprese mediatiche agli elementi tecnici atti a consentire loro di raggiungere il pubblico. Nel riconoscere anche il ruolo dell´autoregolamentazione, sottolineano la necessità di istituire sistemi per il controllo e l´attuazione del pluralismo dei media, basati su indicatori affidabili e obiettivi. Ma chiedono di definirne anche altri per valutare la posizione dei media rispetto alla democrazia, allo Stato di diritto, ai diritti dell´uomo e delle minoranze e a codici di condotta professionali per i giornalisti . |
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UNIONE EUROPEA: APPLICARE LE REGOLE DELLA CONCORRENZA PER LIMITARE LE CONCENTRAZIONI PROPRIETARIE |
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Secondo i deputati del Parlamento europeo, «l´esperienza dimostra che la concentrazione della proprietà senza limitazioni di sorta mette a repentaglio il pluralismo e la diversità culturale» e che «un sistema basato esclusivamente sulla libera concorrenza di mercato non è in grado di garantire il pluralismo dei mezzi d´informazione». Inoltre, la concentrazione della proprietà nel sistema mediatico «crea un ambiente favorevole alla monopolizzazione del mercato pubblicitario, ostacola l´entrata di nuovi attori sul mercato e conduce anche all´uniformità dei contenuti dei mezzi d´informazione». Il Parlamento sostiene che il diritto comunitario in materia di concorrenza abbia contribuito a limitare la concentrazione dei mezzi d´informazione ma, sottolineando l´importanza di controlli autonomi dei mezzi d´informazione a livello di Stato membro, insiste affinché la regolamentazione nazionale in materia «sia efficace, chiara, trasparente e di alto livello». Il diritto di concorrenza, pertanto, dovrebbe essere collegato alla legislazione sui mezzi d´informazione e applicato in coerentemente a livello europeo e nazionale, in modo da garantire l´accesso al mercato di nuovi operatori, la concorrenza e la qualità ed «evitare conflitti d´interesse tra la concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione ed il potere politico». Conflitti, è precisato, «che sono pregiudizievoli per la libera concorrenza, la parità di condizioni e il pluralismo». I deputati ritengono che le norme sulla concentrazione dei mezzi di comunicazione non dovrebbero disciplinare soltanto la proprietà e la produzione del contenuto mediatico, ma anche i canali e i mezzi (elettronici) per l´accesso e la diffusione di contenuti su Internet quali i motori di ricerca. D´altro canto, sostengono che l´introduzione di regole troppo restrittive sulla proprietà dei media rischia di ridurre la competitività delle imprese europee sul mercato mondiale e di accrescere l´influenza dei gruppi mediatici non europei. Inoltre rilevano che il concetto di pluralismo nei media «non può limitarsi al problema della concentrazione della proprietà delle imprese», ma abbraccia anche questioni riguardanti i servizi pubblici di radiodiffusione, il potere politico, la concorrenza economica, la diversità culturale, lo sviluppo di nuove tecnologie, la trasparenza e le condizioni di lavoro dei giornalisti nell´Ue . |
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UNIONE EUROPEA: UN SERVIZIO PUBBLICO DI ALTA QUALITÀ E INDIPENDENTE DAL POTERE POLITICO |
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Il modello audiovisivo europeo basato su un settore pubblico «forte, indipendente e pluralista» e su un settore commerciale «dinamico», ha dato prova «di grande efficacia . E dovrebbe essere ulteriormente potenziato», salvaguardando l´equilibrio tra emittenti di diritto pubblico ed emittenti private. Secondo i deputati del Parlamento europeo, infatti, la stabilità di tale modello «è indispensabile per la vitalità e la qualità della creazione, per il pluralismo dei servizi d’informazione e per il rispetto e la promozione della diversità culturale». Sottolineando l´importante ruolo svolto dai media pubblici nel garantire il pluralismo - riconosciuto da una Convenzione Unesco e dal protocollo allegato al trattato di Amsterdam - il Parlamento ricorda che la responsabilità di definire la missione del servizio pubblico di radiodiffusione e di provvedere al suo finanziamento «spetta agli Stati membri». Ma rileva che i servizi pubblici di radiodiffusione devono disporre delle risorse e degli strumenti necessari per «assicurare loro una vera indipendenza dalla pressione politica e dalle forze del mercato», e per «promuovere l´interesse pubblico e i valori sociali». Il Parlamento sottolinea poi che, attualmente, i servizi pubblici di radiodiffusione si vedono spinti «in modo ingiustificato» a concorrere con i canali commerciali per lo share di pubblico e per i proventi della pubblicità, a detrimento della qualità dei loro contenuti, laddove l´obiettivo ultimo delle reti commerciali «non è la qualità bensì il soddisfare la domanda maggioritaria del pubblico». Sollecita gli Stati membri ad appoggiare servizi pubblici di alta qualità, che possano rappresentare «una reale alternativa alla programmazione delle reti commerciali» e che occupino «un posto di più alto profilo nel panorama europeo come pilastri della salvaguardia del pluralismo dei media, del dialogo democratico e dell´accesso di tutti i cittadini a contenuti di qualità». Affinché i media audiovisivi pubblici possano assolvere alla propria funzione nell´era della tecnologia digitale - ossia raggiungere tutti i gruppi che compongono la società, indipendentemente dalle modalità di accesso utilizzate - il Parlamento sottolinea la necessità che essi sviluppino nuovi servizi e media informativi, al di là dei programmi tradizionali, e che siano in grado di interagire con tutte le reti e piattaforme digitali . |
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UNIONE EUROPEA: UN QUADRO OBIETTIVO PER LA CONCESSIONE DELLE LICENZE DI TRASMISSIONE |
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Il Parlamento chiede alla Commissione e agli Stati membri di consolidare un quadro obiettivo per la concessione delle licenze di trasmissione nei settori della televisione via cavo e via satellite e dei mercati della diffusione analogica e digitale. E ciò, precisa, va realizzato «secondo criteri di trasparenza e di equità, allo scopo di stabilire un sistema di concorrenza pluralistica e di evitare abusi da parte di imprese in posizione di monopolio o in posizione dominante». Ribadisce inoltre che le norme sull´utilizzo dello spettro «devono tener conto di obiettivi di interesse pubblico come il pluralismo dei mezzi d´informazione e non possono quindi essere soggette a un regime basato esclusivamente sul mercato». Pertanto, gli Stati membri dovrebbero mantenere la responsabilità della decisione in merito all´attribuzione delle frequenze . |
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UNIONE EUROPEA: UNA CARTA PER LA LIBERTÀ D´ESPRESSIONE E STATUTI EDITORIALI CONTRO LE INGERENZE |
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Il Parlamento incoraggia poi l´elaborazione di una carta per la libertà dei mezzi d´informazione «al fine di garantire la libertà di espressione e il pluralismo» ed esorta gli Stati membri a garantire un adeguato equilibrio tra le sensibilità politiche e sociali, «in particolare nel quadro dei programmi informativi e di attualità». Sottolinea inoltre la necessità che le autorità europee e nazionali assicurino l´indipendenza di giornalisti e editori «mediante adeguate garanzie giuridiche e sociali specifiche». Ribadisce poi l´importanza di elaborare e applicare in modo uniforme negli Stati membri statuti editoriali «che prevengano l´ingerenza dei proprietari, degli azionisti o di organi esterni, come i governi, nel contenuto dell´informazione». E, al riguardo, incoraggia la divulgazione di informazioni sulla proprietà di tutti i media «per contribuire a una maggiore trasparenza relativamente agli obiettivi e alle caratteristiche delle emittenti o degli editori» . . |
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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: UN CARTONE ANIMATO ILLUSTRA I VANTAGGI DELL’E-GOVERNMENT NEL SUD |
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Un cartone animato spiega in modo semplice ed efficace i molti vantaggi, in parte già disponibili, per cittadini, professionisti ed imprese, derivanti dalle nuove applicazioni tecnologiche (e-Government) nei settori della giustizia e dei beni culturali nel Mezzogiorno. Appena pubblicato on line nel sito del Cnipa, il filmato “Interviste dal futuro” mira a divulgare i contenuti e i benefici del Progetto “Ire-sud”, approvato dal Cipe con un finanziamento di 18 milioni di euro, per migliorare e semplificare l’erogazione di alcuni servizi nell’ambito della Giustizia e dei Beni culturali, attraverso l’integrazione tra diversi sistemi informatici di più amministrazioni pubbliche e quelli livelli di governo territoriale. Il Cnipa ha coordinato il programma favorendo la cooperazione tra il Ministero della Giustizia, quello dei Beni e delle Attività Culturali e le Regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, ma anche il riuso delle soluzioni innovative anche in altri ambiti territoriali. Il cartoons propone alcune interviste immaginarie che esemplificano i vantaggi per i cittadini, le imprese e l’ambiente derivanti dalla dematerializzazione, ossia il passaggio dei documenti dalla carta al digitale. Attraverso interventi di dematerializzazione, infatti, i risultati del progetto determinano non solo semplificazione procedurale, ma anche una riduzione nell’utilizzo della carta e la diminuzione degli spostamenti fisici, con notevoli vantaggi in termini economici ed ambientali. Come riferisce il sito del Cnipa, per quanto riguarda i contenuti, per la giustizia il progetto contribuisce alla creazione di sportelli presso diversi uffici (Giudici di Pace, Comuni o altri uffici pubblici), per erogare ai cittadini certificati oggi rilasciati esclusivamente dai Tribunali. “Ire-sud”, inoltre, partecipa alla diffusione del Processo Civile Telematico: gli avvocati potranno accedere via web ai dati dei propri fascicoli e ad altri servizi, senza doversi recare in cancelleria. Infine promuove interventi volti alla dematerializzazione dei fascicoli gestiti dagli Uffici Giudiziari e la diffusione di Norme in Rete incrementando la disponibilità sul web della normativa regionale accessibile gratuitamente con una modalità di ricerca unificata. In ambito beni culturali, “Ire-sud” promuove la realizzazione di sistemi integrati per la consultazione via web, la catalogazione e la gestione del patrimonio artistico e museale. Il progetto, inoltre, affronta il tema degli Usi Civici, ovvero dei diritti spettanti a una collettività insediata su un territorio di trarre beneficio dai boschi, dalla terra e dalle acque. L’obiettivo è quello di creare un sistema per la digitalizzazione, l’archiviazione e la gestione di tutti gli atti relativi agli Usi Civici. Come spiega il sito del Cnipa i benefici attesi sono in tre aree: per i cittadini e le categorie professionali sono la riduzione degli spostamenti e delle code agli sportelli; la diminuzione dei tempi di completamento dei procedimenti; maggiore trasparenza e possibilità di esercitare diritti di accesso ai dati via web; l’arricchimento dell’offerta informativa relativa ai beni culturali presenti sul territorio. Per le Pubbliche amministrazioni, i vantaggi sono lo snellimento dei procedimenti; la riduzione delle attività di sportello; l’aumento dell’efficienza nella gestione dei beni culturali. Ma sono attesi significativi benefici per l’ambiente, derivanti dalla diminuzione degli spostamenti compiuti in automobile e dalla riduzione della carta grazie alla dematerializzazione. La scelta del cartone animato mira a raggiungere i destinatari finali con una comunicazione semplice e chiara, utilizzando una forma espressiva leggera per avvicinare i cittadini, professionisti e imprese all’utilizzo delle tecnologie per i servizi della Pa. Il filmato, già on line nel sito del Cnipa (www. Cnipa. Gov. It), è stato realizzato dalla casa di produzione Spark De e verrà diffuso oltre che nei siti degli enti pubblici interessati, anche in convegni ed eventi vari, come pure nelle emittenti televisive locali . . |
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ANTICONTRAFFAZIONE: CALL CENTER MINISTERIALE |
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Il Ministero dello Sviluppo Economico ha attivato un call center per la lotta alla contraffazione. Le aziende e i consumatori possono utilizzare il numero telefonico 0647055437 o l´e-mail anticontraffazione@sviluppoeconomico. Gov. It per assistenza, chiarimenti e segnalazioni. Il servizio con operatore è attivo dalle 8. 30 alle 17. 30, dal lunedì al venerdì, esclusi i festivi. L´obiettivo è tutelare le imprese e i consumatori, valorizzando le produzioni Made in Italy . . |
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GIUSTIZIA EUROPEA: RIFIUTI PRODOTTI DALLE NAVI E I RESIDUI DEL CARICO E PIANI DI RACCOLTA E GESTIONE |
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Il 25 settembre 2008 a Lussemburgo la Corte di giustizia delle Comunità europee ha pronunciato la sentenza in merito alla causa C-368/07 Commissione/italia, affermando che la direttiva 2000/59/Ce, relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico, si prefigge di ridurre gli scarichi in mare dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui di carico, da parte delle navi che utilizzano porti della Comunità europea, rafforzando pertanto la protezione dell’ambiente marino. Nel luglio 2004, la Commissione ha chiesto all’Italia di confermarle l’adozione dei piani di raccolta e di gestione dei rifiuti per tutti i porti italiani e di trasmetterle i piani concernenti un campione di 19 porti. Le autorità italiane hanno comunicato unicamente i piani dei porti di Napoli e di Ravenna, successivamente di Taranto e di Trieste. Ancora nel 2006 risultava che, per un numero significativo di porti, i piani di raccolta e di gestione dei rifiuti non erano stati ancora adottati. Dalle informazioni fornite dalla Repubblica italiana durante la causa emerge che, alla scadenza del termine fissato nel parere motivato (dicembre 2005), l’Italia non aveva ancora elaborato né applicato nessun piano per i porti di Trieste, Augusta, Brindisi, Reggio Calabria, Palermo, Mazara del Vallo, Chioggia, Venezia, Porto Cervo Marina e Marina di Portosole, tutti appartenenti al campione di 19 porti selezionato dalla Commissione. L’italia ha sostenuto in causa che nei porti che non dispongono ancora di piani, la gestione degli stessi è effettuata secondo le ordinanze dei comandanti di porto che anticipano i piani in corso di approvazione. La Corte di giustizia chiarisce che, anche se gli Stati membri possono scegliere liberamente le vie e i mezzi destinati a garantire l’attuazione di una direttiva, tale libertà lascia tuttavia sussistere nella sua interezza l’obbligo, per ciascun Stato, di adottare tutti i provvedimenti necessari per garantire la piena efficacia della direttiva. La Corte ha già più volte dichiarato (in sentenze analoghe contro la Finlandia, la Francia, la Grecia) che l’obbligo di elaborare piani di gestione dei rifiuti rappresenta un obbligo di risultato che non può essere adempiuto a mezzo di misure preparatorie. Pertanto, l’elaborazione e l’applicazione dei piani di raccolta e gestione dei rifiuti non ancora definitivi non possono adempiere all’obbligo degli Stati membri di conformarsi alla direttiva. Per questi motivi, la Settima Sezione della Corte dichiara e statuisce: Non avendo provveduto ad elaborare ed adottare, per ciascun porto italiano, piani di raccolta e gestione dei rifiuti, la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi che ad essa incombono in forza degli artt. 5, n. 1, e 16, n. 1, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 27 novembre 2000, 2000/59/Ce, relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico. |
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PRIVACY: SEMPLIFICAZIONI PER MISURE DI SICUREZZA |
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L´art. 29 della Legge 6 agosto 2008, n. 133 che ha convertito il Decreto legge n. 112/08, ha riformulato l´art. 34 del Codice della privacy, con l´aggiunta del comma 1-bis. Di seguito riproduciamo la nuova formulazione dell’art. 34 (Trattamenti con strumenti elettronici). Comma 1: Il trattamento di dati personali effettuato con strumenti elettronici è consentito solo se sono adottate, nei modi previsti dal disciplinare tecnico contenuto nell´allegato B), le seguenti misure minime: a) autenticazione informatica; b) adozione di procedure di gestione delle credenziali di autenticazione; c) utilizzazione di un sistema di autorizzazione; d) aggiornamento periodico dell´individuazione dell´ambito del trattamento consentito ai singoli incaricati e addetti alla gestione o alla manutenzione degli strumenti elettronici; e) protezione degli strumenti elettronici e dei dati rispetto a trattamenti illeciti di dati, ad accessi non consentiti e a determinati programmi informatici; f) adozione di procedure per la custodia di copie di sicurezza, il ripristino della disponibilità dei dati e dei sistemi; g) tenuta di un aggiornato documento programmatico sulla sicurezza; h) adozione di tecniche di cifratura o di codici identificativi per determinati trattamenti di dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale effettuati da organismi sanitari. Comma 1-bis: Per i soggetti che trattano soltanto dati personali non sensibili e che trattano come unici dati sensibili quelli costituiti dallo stato di salute o malattia dei propri dipendenti e collaboratori anche a progetto, senza indicazione della relativa diagnosi, ovvero dall´adesione ad organizzazioni sindacali o a carattere sindacale, la tenuta di un aggiornato documento programmatico sulla sicurezza è sostituita dall´obbligo di autocertificazione, resa dal titolare del trattamento ai sensi dell´articolo 47 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, di trattare soltanto tali dati in osservanza delle altre misure di sicurezza prescritte. In relazione a tali trattamenti, nonché a trattamenti comunque effettuati per correnti finalità amministrative e contabili, in particolare presso piccole e medie imprese, liberi professionisti e artigiani, il Garante, sentito il Ministro per la semplificazione normativa, individua con proprio provvedimento, da aggiornare periodicamente, modalità semplificate di applicazione del disciplinare tecnico di cui all´Allegato B) in ordine all´adozione delle misure minime di cui al comma 1. Il comma 2 dello stesso art. 29 della Legge n. 133/08 prevede inoltre che, in sede di prima applicazione, il provvedimento del Garante di cui al comma 1-bis deve essere adottato entro il 20 ottobre 2008. |
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PRIVACY: NOTIFICAZIONI |
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Il comma 4 dell’art. 29 della Legge 6 agosto 2008, n. 133 che ha convertito il Decreto legge n. 112/08, ha anche riformulato il comma 2 dell´art. 38 (Modalità di notificazione) del Codice della privacy. Comma 1: La notificazione del trattamento è presentata al Garante prima dell´inizio del trattamento ed una sola volta, a prescindere dal numero delle operazioni e della durata del trattamento da effettuare, e può anche riguardare uno o più trattamenti con finalità correlate. Comma 2: La notificazione è validamente effettuata solo se è trasmessa attraverso il sito del Garante, utilizzando l´apposito modello, che contiene la richiesta di fornire tutte e soltanto le seguenti informazioni: a) le coordinate identificative del titolare del trattamento e, eventualmente, del suo rappresentante, nonché le modalità per individuare il responsabile del trattamento se designato; b) la o le finalità del trattamento; c) una descrizione della o delle categorie di persone interessate e dei dati o delle categorie di dati relativi alle medesime; d) i destinatari o le categorie di destinatari a cui i dati possono essere comunicati; e) i trasferimenti di dati previsti verso Paesi terzi; f) una descrizione generale che permetta di valutare in via preliminare l´adeguatezza delle misure adottate per garantire la sicurezza del trattamento. Comma 3: Il Garante favorisce la disponibilità del modello per via telematica e la notificazione anche attraverso convenzioni stipulate con soggetti autorizzati in base alla normativa vigente, anche presso associazioni di categoria e ordini professionali. Comma 4. Una nuova notificazione è richiesta solo anteriormente alla cessazione del trattamento o al mutamento di taluno degli elementi da indicare nella notificazione medesima. Comma 5. Il Garante può individuare altro idoneo sistema per la notificazione in riferimento a nuove soluzioni tecnologiche previste dalla normativa vigente. Comma 6. Il titolare del trattamento che non è tenuto alla notificazione al Garante ai sensi dell´articolo 37 fornisce le notizie contenute nel modello di cui al comma 2 a chi ne fa richiesta, salvo che il trattamento riguardi pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Il comma 5 dell´art. 29 della Legge n. 133/08 dispone che entro il 20 ottobre 2008 il Garante per la protezione dei dati personali debba adeguare il modello per le notificazioni alle nuove prescrizioni. |
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PRIVACY: TRASFERIMENTO DI DATI PERSONALI |
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L´art. 29 della Legge 6 agosto 2008, n. 133 che ha convertito il Decreto legge n. 112/08, ha introdotto una modifica al Codice della privacy anche per quanto riguarda il trasferimento di dati personali, con una aggiunta al comma 1, lett. A), dell´art. 44 (Altri trasferimenti consentiti) che ora è il seguente: Il trasferimento di dati personali oggetto di trattamento, diretto verso un Paese non appartenente all´Unione europea, è altresì consentito quando è autorizzato dal Garante sulla base di adeguate garanzie per i diritti dell´interessato: a) individuate dal Garante anche in relazione a garanzie prestate con un contratto o mediante regole di condotta esistenti nell´ambito di società appartenenti a un medesimo gruppo. L´interessato può far valere i propri diritti nel territorio dello Stato, in base al presente codice, anche in ordine all´inosservanza delle garanzie medesime; b) individuate con le decisioni previste dagli articoli 25, paragrafo 6, e 26, paragrafo 4, della direttiva 95/46/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, con le quali la Commissione europea constata che un Paese non appartenente all´Unione europea garantisce un livello di protezione adeguato o che alcune clausole contrattuali offrono garanzie sufficienti. |
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PRIVACY: AGGIORNAMENTO PERIODICO DEL DISCIPLINARE |
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L´art. 29 della Legge 6 agosto 2008, n. 133 che ha convertito il Decreto legge n. 112/08, ha modificato anche il comma 1 dell´art. 36 (Adeguamento) del Codice della privacy in cui viene specificato che l´aggiornamento periodico del disciplinare tecnico sulle misure minime di sicurezza avviene di concerto anche con il Ministro per la semplificazione normativa. Il nuovo comma 1 è il seguente: Il disciplinare tecnico di cui all´allegato B), relativo alle misure minime di cui al presente capo, è aggiornato periodicamente con decreto del Ministro della giustizia di concerto con il Ministro per le innovazioni e le tecnologie e il Ministro per la semplificazione normativa, in relazione all´evoluzione tecnica e all´esperienza maturata nel settore. |
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PRIVACY: ISPEZIONI DEL GARANTE PER LA VIDEOSORVEGLIANZA |
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Il Garante della Privacy ha comunicato che, avvalendosi della collaborazione del Comando unità speciali della Guardia di finanza, sono in corso in tutta Italia ispezioni su 40 sistemi di videosorveglianza installati da comuni, scuole, ospedali, società private, istituti di vigilanza che trattano dati personali anche per conto terzi per controllare il rispetto delle regole già fissate dall´Autorità stessa con il provvedimento generaledel 2004 e disegnare un quadro aggiornato sull´attuale impiego dei sistemi di videosorveglianza in diversi ambiti, sia pubblici sia privati. È in crescita costante, infatti, il ricorso alle telecamere di controllo in aree aperte al pubblico e in aree private così come l´utilizzo di tecnologie sofisticate e sistemi miniaturizzati. Gli accertamenti del Garante mirano anche a far emergere eventuali aspetti non ancora specificamente disciplinati dalla normativa. Sempre più frequente risulta la condivisione, soprattutto in ambito locale, di sistemi di videosorveglianza tra soggetti privati e pubblici (ad es. , tutela di beni aziendali e prevenzione e repressione dei reati), senza una adeguata regolamentazione dei casi in cui le immagini raccolte possono essere utilizzate. In forte sviluppo anche l´uso di Internet per la trasmissione di dati ripresi dalle telecamere, con conseguenti problemi di sicurezza nella comunicazione telematica qualora i dati non siano protetti da efficaci sistemi di codifica. In continuo aumento anche l´impiego di dispositivi miniaturizzati o camuffati che, non essendo immediatamente percepibili come le tradizionali telecamere, richiedono un´informativa agli utenti ben visibile e completa. Sempre più spesso, poi, sono istituti di vigilanza privati a gestire sistemi di ripresa di soggetti diversi presso un´unica centrale operativa, con una rilevante concentrazione di immagini. Attraverso i controlli l´Autorità intende acquisire elementi che consentano di verificare, in particolare, l´informazione data al pubblico, il rispetto delle misure di sicurezza, i tempi di conservazione delle immagini in caso di registrazione, i soggetti ai quali i dati vengono comunicati. I soggetti da sottoporre ad ispezione sono stati individuati tenendo conto della dimensione dei sistemi di videosorveglianza, della loro incidenza in aree aperte al pubblico con una elevata presenza di persone e di minori, dell´utilizzo di tecnologie particolarmente sofisticate o di telecamere non facilmente rilevabili. . |
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PRIVACY: POSIZIONE DELL’ANDIP |
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L’avv. Michele Iaselli, presidente dell´Associazione Nazionale per la Difesa della Privacy (Andip) ha accolto con favore la notizia dell´iniziativa dell´Autorità Garante di avviare una serie di ispezioni in tutta Italia per vigilare sul rispetto delle regole già fissate dall´Autorità con un provvedimento generale del 2004 in materia di videosorveglianza. Secondo Iaselli “troppo spesso si fa uso di questo sistema di controllo estremamente invasivo e non sempre necessario. Intere aree cittadine, spazi pubblici, locali privati sono ormai preda di sofisticati sistemi di videosorveglianza che riprendono e registrano di tutto senza fornire alcuna informativa ai cittadini e, peggio ancora, senza garantire misure di sicurezza affidabili”. “Nella maggior parte dei casi si dimentica – secondo Iaselli - che gli impianti di videosorveglianza devono essere attivati solo quando altre misure siano insufficienti o inattuabili; che l´eventuale conservazione delle immagini deve essere limitata nel tempo; che i cittadini devono sapere sempre e comunque se un´area è sottoposta a videosorveglianza; che l´installazione di telecamere è lecita solo se è proporzionata agli scopi che si intendono perseguire. Se è vero che il diritto alla protezione dei dati personali non pregiudica l´adozione di misure efficaci per garantire la sicurezza e l´accertamento degli illeciti è anche vero che l´installazione di sistemi di videosorveglianza non deve però violare la privacy dei cittadini e deve essere conforme al codice in materia di protezione dei dati personali” . . |
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STATI GENERALI DELL’EDITORIA 2008 (ROMA, 1 E 2 OTTOBRE): ECCO IL PROGRAMMA DEFINITIVO DELLA TERZA EDIZIONE, DEDICATA AL TEMA “SCOMMETTERE SUI GIOVANI” |
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“L’editoria italiana scommette sui giovani: nell’ultimo quinquennio l’editoria ha conquistato alla lettura circa 150mila giovani in più all’anno. Sono loro la scommessa per il futuro, nostro di editori e dell’Italia nel suo complesso. Su di loro e su come editoria, società civile, scuola, politica possono investire – lavorando insieme per far crescere il Paese - ragioneremo in questa nuova edizione degli Stati generali dell’editoria”. E’ questo, per il presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie) Federico Motta, il cuore e la sintesi del terzo appuntamento con le Assise del mondo del libro, che ruoteranno, e non a caso, sul tema “Scommettere sui giovani”. Gli Stati Generali dell’editoria 2008 - in programma l’1 e 2 ottobre a Roma, nella Sala dello Stenditoio di San Michele a Ripa, ancora una volta con l’ambizioso titolo di “Più cultura, più lettura, più Paese” – metteranno a confronto gli editori italiani con i Ministri Giorgia Meloni, Mariastella Gelmini e Sandro Bondi, con esperti, giornalisti, tecnici, politici. Per la prima volta il confronto uscirà dai confini e l’esperienza italiana “farà i conti”, anche in termini strettamente economici, con quella inglese (interverrà la responsabile dell’Anno inglese della lettura Honor Wilson-fletcher), e spagnola (con il responsabile del Plan de Fomento de Lectura Rogelio Blanco Martinez). Sono proprio i giovani infatti la fascia più debole di questo momento congiunturale italiano, tra crisi economiche delle famiglie e insufficienza delle risorse dello Stato: su questa fascia d’età 0-19 anni il tema si fa stringente, in particolare ora in cui occorre dimostrare, basandosi come sempre sulle cifre, se l’investimento in lettura, cultura e istruzione è davvero produttivo per il sistema Paese. Il programma definitivo _ L’evento si aprirà il 1 ottobre alle 10 con il saluto delle autorità e sarà introdotto dal presidente di Aie Federico Motta. Alla presentazione della ricerca Iard a cura di Antonio De Lillo (“Istruzione, consumi culturali e crescita sociale dei giovani”) sulle relazioni tra lettura e mobilità sociale nel nostro paese, seguirà l’intervento di Beppe Severgnini (“I giovani e il loro linguaggio - come dialoghiamo, se dialoghiamo”) sul nuovo linguaggio dei giovani. Chiuderà la mattinata alle 12. 30 il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. La “due giorni” si snoderà in tre sessioni, centrate rispettamene sul ruolo e sul valore del libro e della lettura nel Paese, in particolare per bambini e ragazzi, sul valore del libro nei processi educativi, e sul rendimento, in termini economici, dell’investimento in lettura. Ragionamenti che culmineranno in un Appello, una sorta di Sos che sarà lanciato dall’editoria alle famiglie e alla politica. La prima sessione - dedicata al tema Alla ricerca del tempo perduto: nuovi scenari, strumenti e strategie per la lettura giovanili - sarà introdotta alle 14. 15 dall’intervento di Carlo Buzzi di Iard (La condizione giovanile oggi). In questo primo momento di discussione, in cui le tesi degli editori saranno presentate dal Consigliere incaricato per le problematiche relative all’editoria per bambini e ragazzi dell’Aie Martino Montanarini, ci si concentrerà sul mercato editoriale del libro per bambini e ragazzi, a partire dai soggetti e dagli strumenti esistenti per la promozione della lettura – in primis il Centro per il libro e la lettura - e sul raffronto con le esperienze straniere. Si confronteranno il direttore Generale del Ministero della Cultura Spagnolo e responsabile del Plan de Fomento de Lectura Rogelio Blanco Martinez (Esp), Gian Arturo Ferrari del Comitato di Presidenza dell’Aie, il presidente del Gruppo Editoria di Varia dell’Aie Stefano Mauri e la Project Director del National Year of Reading Honor Wilson-fletcher (Gb), moderati dalla giornalista Luisella Costamagna. Seguiranno alle 16. 45 gli interventi del presidente dell’Associazione Librai Italiani Paolo Pisanti e del presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche Mauro Guerrini. La seconda sessione - dedicata al tema Il libro scolastico: dall’abbecedario di Pinocchio alle piattaforme tecnologiche – e anticipata dalla tesi degli editori illustrate dal presidente del Gruppo Editoria Scolastica dell’Aie Enrico Greco, si concentrerà sulla centralità del libro nei processi educativi, sul valore e sulla funzione del testo scolastico nella didattica e nello studio individuale, sulle caratteristiche della domanda e dell’offerta editoriale scolastica in un mondo che cambia sempre più e in rapporto al dialogo fra le generazioni. Alla tavola rotonda prenderanno parte Piero Cipollone della Banca d’Italia, Alberto De Toni della Commissione ministeriale per i nuovi indirizzi dell’istruzione tecnica, il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto e Ulisse Jacomuzzi del Consiglio del Gruppo Editoria Scolastica dell’Aie, moderati dalla giornalista Maria Concetta Mattei del Tg2. Chiuderà la giornata l’intervento, in programma alle 18, del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Mariastella Gelmini. La seconda giornata, il 2 ottobre, si aprirà alle 9. 30 con l’intervento di Roger Abravanel (Il merito: come, perché). Sarà la terza sessione – dedicata al tema Istruzione, cultura e svago: quanto costa, quanto vale, quanto rende – e anticipata dalle tesi degli editori presentate da Giulio Lattanzi del Comitato di presidenza Aie, a concentrarsi sul valore del libro nelle situazioni di crisi (non solo economiche-finanziarie, ma di slancio creativo e di tenuta complessiva del sistema Paese). Sul tema degli investimenti, degli interventi fiscali generalizzati e delle misure di sostegno a favore dei meritevoli e dei non abbienti per sostenere la ripresa culturale ed economica del Paese si confronteranno la presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Valentina Aprea, l’assessore all’Istruzione della Regione Lazio – Conferenza delle Regioni Silvia Costa, Michele Lessona del Consiglio del Gruppo Editoria Scolastica dell’Aie, Enrico Morando della Commissione Bilancio del Senato della Repubblica e il Segretario della Commissione Istruzione del Senato della Repubblica Giuseppe Valditara, moderati dal direttore de Il Sole 24 Ore Ferruccio de Bortoli. Alle 11. 40 sarà il presidente del Gruppo Piccoli Editori di Varia dell’Aie Marco Polillo a leggere l’Appello degli editori rivolto alla società civile e alla politica. La due giorni romana si concluderà alle 12 con l’intervento del presidente Federico Motta. Www. Aie. It - www. Statigeneralidelleditoria. It. |
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KASPERSKY RAFFORZA IL TEAM ITALIA CON OTTAVIANO DE CICCO NUOVO CORPORATE SALES MANAGER |
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Kaspersky Lab Italia, azienda leader nella sicurezza It e primo produttore di anti-virus in Europa per il mercato retail, ha recentemente nominato Ottaviano De Cicco come Corporate Sales Director per l’Italia. Il manager, che vanta una solida conoscenza dei mercati e delle tecnologie di e-security e system integration, si occuperà della crescita e dello sviluppo del business corporate di Kaspersky per l’Italia, segmento di mercato su cui l’azienda russa sta investendo molto e si pone ambiziosi obiettivi per il futuro. Ottaviano De Cicco proviene da un’esperienza decennale nell’arena Ict in aziende multinazionali leader ed in primarie società di consulenza. Nel corso delle esperienze passate ha ottenuto numerosi successi in ambito di start-up e sviluppo di reti commerciali e di canali indiretti in Italia e all’estero. Prima di raggiungere Kaspersky, il manager ha ricoperto ruoli di responsabilità in aziende tra cui il Gruppo Telecom Italia – come Responsabile Partner e Canali nella divisione It Telecom - e Dell – in qualità di Sales Manager. Così De Cicco commenta il nuovo incarico: “Kaspersky rappresenta una sfida entusiasmante, ricca di aspettative e stimoli. In questi ultimi due anni Kaspersky è riuscita a posizionarsi tra i leader di mercato, addirittura al primo posto nel canale retail per la sicurezza in Europa, con una crescita a dir poco esponenziale. Penso che l’azienda sia ora pronta ad investire a crescere sul mercato corporate soprattutto in Italia, grazie ad un portafoglio di soluzioni completo, un know-how di primissimo livello ed una tecnologia avanzata. La mia attività sarà rivolta inizialmente al consolidamento ed allo sviluppo del rapporto con i partner all’elaborazione di una corretta marketing strategy. Sono sicuro che lavoreremo in stretta sinergia con i nostri partner ed il resto del team internazionale per garantire un rapido sviluppo del business nel nostro Paese. ” Visione confermata dal Managing Director, Alexander Moiseev: “L’italia oggi rappresenta uno dei mercati più importanti per Kaspersky in Europa. Il rafforzamento della nostra presenza locale è parte del nostro impegno per rispondere alle esigenze dei clienti corporate in uno scenario di sicurezza sempre più complesso”. Per ulteriori informazioni su Kaspersky Lab: www. Kaspersky. It. |
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