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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 17 Marzo 2009
PARLAMENTO EUROPEO: PROGRESSI DI CROAZIA, TURCHIA E FYROM VERSO L´ADESIONE  
 
Strasburgo, 17 marzo 2009 - Il Parlamento è fiducioso che i negoziati d´adesione con la Croazia possano concludersi nel 2009, purché si intensifichi la lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione. L´aula ha respinto degli emendamenti sulla restituzione dei beni agli esuli italiani e sulla responsabilità per le foibe. Preoccupato per la polarizzazione della società e il rallentamento delle riforme in Turchia, la esorta a portare avanti il processo, specie sulla libertà di espressione, di stampa e di culto. Croazia: possibile concludere i negoziati nel 2009 - Approvando una risoluzione con 548 voti favorevoli, 40 contrari e 34 astensioni, il Parlamento si congratula con la Croazia «per i buoni risultati raggiunti nel 2008 con l’adozione della pertinente legislazione e l’attuazione delle riforme necessarie per qualificarsi per l’adesione all’Ue». Si dice inoltre «fiducioso» che si possa raggiungere l’obiettivo di «concludere i negoziati nel 2009», a condizione che il governo della Croazia intensifichi i suoi sforzi volti ad affrontare, in particolare, alcune delle questioni più delicate connesse al processo di adesione, tra cui la lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione e ottemperi ai criteri di riferimento fissati in questi settori, e purché il Consiglio sia in grado e disposto ad avviare tutti i capitoli di negoziato senza ulteriori indugi. Nel sottolineare inoltre l´esigenza di proseguire la riforma della pubblica amministrazione il Parlamento rileva anche l’importanza di fornire agli investitori stranieri certezza giuridica e uguaglianza dinanzi alla legge. In tale contesto esorta le autorità croate ad affrontare con urgenza i casi in sospeso concernenti la restituzione delle proprietà. Ma l´Aula non ha accolto l´emendamento presentato da Roberta Angelilli (Uen, It) e Cristiana Muscardini (Uen, It) volto a precisare che ciò comprende anche «i numerosi casi di restituzione di proprietà portati avanti da cittadini stranieri». Con 43 voti favorevoli, 565 contrari e 9 astensioni ha anche respinto un emendamento delle stesse deputate in cui era espressa preoccupazione «per il perdurare della legge sulla "denazionalizzazione" che vieta la restituzione dei beni espropriati ai cittadini non croati» e si chiedeva di risolvere il problema della restituzione dei beni e/o di garantire un adeguato risarcimento per quelli non restituibili «agli esuli italiani o di origine italiana espulsi dal governo iugoslavo a partire dal 1947». In proposito, un altro emendamento bocciato precisava che «ben 1. 411 beni appartenenti a italiani e situati in territorio croato dell´ex zona B di Trieste «sono attualmente disponibili e liberi da vincoli e potrebbero essere immediatamente restituiti ai legittimi proprietari». A questo proposito, l´Aula ha inoltre respinto - con 35 voti favorevoli, 570 contrari e 12 astensioni - un altro emendamento delle due deputate italiane che, «al fine di instaurare un vero spirito di pacificazione e riconciliazione tra i popoli europei dopo gli orrori del passato», chiedeva alla Croazia, come «condizione fondamentale» per la sua piena adesione all´Ue, «l´ammissione di ogni responsabilità politica, morale e materiale per il massacro di diverse migliaia di italiani attraverso una capillare pulizia etnica perpetrata dalle milizie comuniste dell´ex regime iugoslavo». Il Parlamento ritiene poi necessario compiere sforzi ancora più incisivi nel settore giudiziario, anche per garantire che i crimini di guerra siano trattati conformemente a norme comuni, a prescindere dall´origine etnica. Invita inoltre il governo croato a intensificare i propri sforzi per mettere immediatamente a disposizione i documenti militari relativi al caso Gotovina, prendendo atto che il paese ha accolto la maggior parte delle richieste di assistenza del Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia. Pur ritenendo «soddisfacente» la libertà di stampa in Croazia, il Parlamento richiama l’attenzione sui recenti casi di intimidazione e addirittura di uccisione di giornalisti che investigavano su casi di corruzione e di criminalità organizzata. Si compiace inoltre per l’adozione da parte del governo di un piano d´azione volto all´attuazione del diritto costituzionale sulle minoranze nazionali e per l´aumento dei finanziamenti. Per quanto riguarda i criteri economici, il Parlamento ritiene incoraggiante «l’aumento dell’occupazione e la crescita economica sostenuta registrata dalla Croazia», ma sottolinea l’esigenza di affrontare i crescenti disavanzi della bilancia commerciale e dei conti correnti, nonché l’indebitamento estero. Si compiace inoltre dei progressi compiuti nel processo di privatizzazione in corso e, accogliendo con favore l’adozione di un piano d’azione per l’attuazione del protocollo di Kyoto, invita le autorità a prendere tutte le misure del caso per ridurre di fatto le emissioni industriali. Infine, sottolineando che le questioni bilaterali (la controversia frontaliera con la Slovenia) «non dovrebbero costituire un ostacolo ai progressi dei negoziati di adesione», sollecita il governo croato e i governi dei paesi vicini a risolvere velocemente tutte le questioni in sospeso, deferendo la questione a una corte internazionale. Turchia: proseguire le riforme - In una risoluzione adottata con 528 voti favorevoli, 52 contrari e 43 astensioni, il Parlamento ricorda che l´apertura dei negoziati di adesione con la Turchia, nel 2005, «costituisce il punto di partenza di un processo di lunga durata e senza limiti di tempo». Osservando poi che a piena osservanza di tutti i criteri di Copenaghen e la capacità di integrazione all´Unione «rimangono la base per l´adesione all´Unione europea», esprime preoccupazione per il continuo rallentamento del processo di riforma registrato in Turchia per il terzo anno consecutivo. Esorta quindi il governo del paese «a dare prova della propria volontà politica di portare avanti il processo di riforma». Il Parlamento deplora che gli sforzi inizialmente intrapresi per riformare in profondità la costituzione «siano sfociati in una polemica sulla questione del velo e abbiano accentuato la polarizzazione della società». Invita quindi il governo turco a riprendere la stesura di una nuova costituzione civile imperniata sulla tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, associando al processo i partiti politici e la società civile, nonché le minoranze etniche e religiose. Sollecita poi i leader dei partiti politici ad adoperarsi «seriamente» per avviare un dialogo e a concordare un piano per le riforme finalizzato a modernizzare il paese, «creando una società democratica, pluralista, secolare e prospera, basata sullo Stato di diritto». Esprimendo preoccupazione per le cause di interdizione di due partiti parlamentari avviate nel 2008, il Parlamento deplora che in Turchia la libertà di espressione e la libertà di stampa «non siano ancora pienamente tutelate» e, in proposito, sottolinea «la frequente censura di siti web o le pressioni e i processi ai danni di giornalisti critici». Ritenendo inoltre «insufficiente» la modifica dell´articolo 301 del codice penale adottata nell´aprile 2008, «in quanto chi esprime le proprie opinioni non violente continua a essere perseguito», ribadisce la necessità di abrogare tale articolo e di riformare in modo sostanziale il codice penale e altre leggi invocate per limitare arbitrariamente l´espressione di opinioni non violente. Il Parlamento ribadisce la necessità di sviluppare un quadro giuridico affinché tutte le comunità religiose possano operare senza indebite restrizioni, in particolare per quanto riguarda l´istruzione religiosa e la costruzione di luoghi di culto. Reiterando l´invito a riaprire immediatamente il seminario greco-ortodosso di Halki e a utilizzare in pubblico il titolo ecclesiastico di Patriarca ecumenico, si rammarica del previsto esproprio del monastero siro-ortodosso di S. Gabriele di Tur Abdin e dei procedimenti giudiziari nei confronti dei suoi rappresentanti ed esorta il governo turco ad affrontare quanto prima i problemi degli aleviti nonché a rendere facoltativi i corsi di religione gestiti dallo Stato. Pur compiacendosi della valutazione della Commissione secondo cui il quadro giuridico volto a tutelare i diritti della donna e a garantire l´uguaglianza di genere «è sostanzialmente definito», il Parlamento ribadisce il suo appello al governo turco affinché prenda ulteriori misure concrete per responsabilizzare le donne nella sfera politica, economica e sociale. Accoglie con favore la creazione di una commissione per le pari opportunità nel Parlamento turco, ma esprime preoccupazione per l´aumento dei cosiddetti "delitti d´onore" ed esorta le autorità turche e la società civile a intensificare i loro sforzi per prevenire tali delitti, la violenza domestica e i matrimoni forzati. Il Parlamento deplora inoltre che non si siano compiuti progressi nell´instaurare una piena vigilanza civile e sistematica sull´esercito e nel rafforzare il controllo parlamentare sulla politica militare e di difesa. Sottolineando inoltre l´impellente necessità di intraprendere ulteriori sforzi sistematici per migliorare l´imparzialità e la professionalità della magistratura, esorta il governo turco a intraprendere ulteriori sforzi per eliminare la tortura e i maltrattamenti, tanto all´interno quanto all´esterno dei luoghi di detenzione ufficiali e «di porre fine alla cultura dell´impunità». Deplora poi che il governo turco non abbia presentato alcuna strategia di ampio respiro contro la corruzione. Riguardo alle questioni economiche e sociali, il Parlamento si compiace della valutazione della Commissione secondo cui la Turchia è un´economia di mercato funzionante. Allo stesso tempo deplora che molti degli impegni assunti dalla Turchia nel quadro dell´Unione doganale Ce-turchia non vengano rispettati. Si compiace, invece, dell´adozione della legge sulla previdenza sociale e l´assicurazione malattia generale e valuta inoltre positivamente il pacchetto sull´occupazione adottato nel maggio 2008 allo scopo di promuovere le opportunità lavorative per le donne, i giovani e le persone disabili. Ma, deplorando che non siano stati compiuti progressi sulla modifica della legislazione sui diritti dei sindacati, invita il parlamento turco ad adottare una nuova legge sulle organizzazioni sindacali. Il Parlamento prende atto dei progressi compiuti nel settore dei flussi migratori e dell´asilo, ma deplora però che dal dicembre 2006 la Turchia non abbia ripreso i negoziati con la Commissione relativi alla conclusione di un accordo in materia di riammissione, «la cui firma rappresenta una condizione per la stipula di un accordo in materia di agevolazioni per i visti». Condannando le violenze perpetrate dal Pkk e da altri gruppi terroristici nel territorio turco, il Parlamento esorta il governo turco ad avviare, in via prioritaria, un´iniziativa politica che favorisca una soluzione duratura della questione curda. Nell´esprimere poi preoccupazione per le continue manifestazioni di ostilità e violenza nei confronti delle minoranze, esorta il governo turco ad attivarsi contro le organizzazioni e i gruppi che fomentano l´ostilità nei loro confronti e a tutelare tutti coloro che sono minacciati e temono per la propria vita. Accogliendo con favore la visita in Armenia del presidente Gül, il Parlamento esorta il governo turco a riaprire la frontiera con l´Armenia e a ripristinare piene relazioni economiche e politiche con tale paese. Ribadisce poi il proprio appello ai due governi affinché avviino un processo di riconciliazione «che tenga conto sia del presente sia del passato e che consenta una discussione franca e aperta sugli eventi trascorsi». Esprime inoltre apprezzamento per l´impegno dimostrato dai governi turco e greco nel migliorare le relazioni bilaterali. Deplorando che il governo turco non abbia ancora applicato integralmente l´accordo di associazione Ce-turchia e il protocollo aggiuntivo, sottolinea poi la necessità di pervenire a una soluzione globale della questione cipriota basata sulle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e sui principi basilari dell´Ue. Appoggia quindi i negoziati diretti in corso a Cipro tra i leader delle due comunità e «invita la Turchia a favorire un clima adatto alle trattative ritirando le forze turche e consentendo ai due leader di negoziare liberamente il futuro del loro paese». Infine, riguardo alla cooperazione su questioni internazionali e globali, il Parlamento apprezza il contributo apportato dalla Turchia alla ricerca di soluzioni per molte regioni in crisi in tutto il mondo, in particolare in Medio Oriente e nel Caucaso meridionale e per quanto riguarda le relazioni tra Afghanistan e Pakistan. Si compiace inoltre del costante contributo apportato dalla Turchia alla politica estera e di sicurezza comune dell´Ue e alle operazioni della Nato, ma chiede al governo turco di firmare e sottoporre a ratifica lo Statuto del Tribunale penale internazionale, «accrescendo così il contributo e l´impegno della Turchia al sistema multilaterale globale». Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia (Fyrom): aprire i negoziati entro l´anno - Approvando una risoluzione con 478 voti favorevoli, 92 contrari e 42 astensioni, il Parlamento esprime apprezzamento per il fatto che i partiti di governo e l´opposizione dell´ex Repubblica iugoslava di Macedonia uniscano i loro sforzi al fine di adempiere ai criteri per l´appartenenza all´Ue e di aderire quanto più rapidamente possibile all´Unione. Ribadisce inoltre il pieno supporto alla prospettiva europea del paese e di tutti i paesi dei Balcani occidentali, «che è essenziale per la stabilità, la riconciliazione e il futuro pacifico della regione». Il Parlamento deplora tuttavia che, a tre anni dal conferimento dello status di candidato, i negoziati di adesione non siano stati ancora avviati, «creando una situazione insostenibile che demotiva il paese e rischia di destabilizzare la regione». Ritiene quindi auspicabile «porre fine a questa situazione eccezionale» ed esorta ad accelerare il processo di adesione prendendo entro l´anno una decisione sull´apertura dei negoziati. Ribadisce poi l´importanza di cercare di risolvere le questioni pendenti con i paesi confinanti pervenendo, tra l´altro, a una soluzione negoziata e reciprocamente accettabile sulla questione del nome. In proposito, approva gli sforzi profusi del mediatore delle Nazioni Unite per pervenire quanto prima a un accordo definitivo tra l´ex Repubblica iugoslava di Macedonia e la Grecia sulla base della sua proposta del 6 ottobre 2008. Avverte che, se non si raggiungerà rapidamente un accordo tra i due Stati, «il processo di adesione all´Ue . Potrebbe subire uno stallo a lungo termine». .  
   
   
UNA NUOVA "DICHIARAZIONE SCHUMAN" PER RILANCIARE LA COOPERAZIONE EURO-MEDITERRANEA?  
 
 Roma, 17 marzo 2009 - È noto che turchi e arabi avevano battezzato il Mediterraneo "Mare bianco" forse in contrapposizione al "Mar nero" e al "Mar rosso" o forse per il significato teologico del color bianco. Fino all´anno 1099 e per lungo tempo, il mondo arabo era stato incontestabilmente il depositario della civiltà più progredita fra le regioni europee, africane ed asiatiche che si affacciavano sul Mediterraneo andando dalla Spagna all´Iraq. Come si sa, il Concilio di Clermont Ferrand (novembre 1095) aveva sancito la fine del pacifismo cristiano e dato fondamento teologico al bellum sacrum dal quale erano scaturite le crociate che iniziarono nell´agosto 1096 a Costantinopoli su ispirazione di Papa Urbano Ii e si conclusero nel 1538 con l´ultima predicazione di Leone X dopo che Costantinopoli era caduta nel 1453 un´ennesima volta nelle mani dei Turchi. Nell´anno 492 dell´era mussulmana e cioè nell´anno 1099 dell´era cristiana, i crociati entrarono nella Città Santa sgozzando uomini, donne e bambini e saccheggiando case e moschee senza lasciare vivo nemmeno un mussulmano all´interno delle mura della città. Medesima e atroce sorte fu riservata agli ebrei che, riunitisi nella sinagoga principale, bruciarono vivi dopo che i crociati impedirono loro ogni via di fuga. Eppure, gli occidentali avevano appreso dagli arabi gli elementi essenziali della medicina, dell´astronomia, della chimica, della geografia, della matematica e dell´architettura essendo consapevoli che la conoscenza della cultura araba, ad iniziare dalla lingua, era essenziale per garantire l´espansione della loro opera di colonizzazione. Dalla caduta della Città Santa in poi, il mondo arabo è stato invece e per secoli prigioniero dell´oscurantismo e dell´integralismo, spesso incapace di riscoprire le conseguenze benefiche delle scienze di cui erano stati eredi gli occidentali ma anche delle prime forme di produzione industriale e dello sviluppo dell´agricoltura. Secondo Amin Maalouf (consigliamo la lettura del suo bel libro "Les croisades vues par les Arabes") la sconfitta del mondo arabo e la sua decadenza oscurantista non furono solo la conseguenza della superiorità militare degli occidentali - che pure dovettero soccombere più volte nei secoli successivi agli eserciti turchi - ma alla loro incapacità di costruire istituzioni stabili, con l´effetto che la morte di un monarca minacciava l´esistenza stessa della monarchia e che l´assenza di stabilità nei poteri pubblici impediva lo sviluppo di regole comuni e dunque anche di diritti e di libertà. Il Mare Mediterraneo è stato dunque solcato più volte dagli eserciti dell´una e dell´altra parte ma ha consentito anche una mutua interazione fra le varie ma non contrapposte culture che rendono ricche le popolazioni europee, africane e asiatiche che si affacciano sul mare. Finito definitivamente negli anni sessanta il tempo del colonialismo e forti nella loro volontà di costruire una forma superiore di sovranità condivisa, gli Stati membri delle Comunità europee hanno in primo luogo rinnovato le antiche tradizioni di scambi con i paesi rivieraschi sull´altra sponda del mediterraneo, sottoscrivendo con loro degli accordi commerciali bilaterali. L´iniquità degli scambi, tutti a favore delle Comunità europee, ha spinto più tardi gli europei ad immaginare una politica mediterranea globale e quindi una politica mediterranea rinnovata per sfociare poi, a metà degli anni ´90 e quando il mondo era cambiato con la fine dell´imperialismo sovietico, nella proposta di un partenariato euro-mediterraneo. Nonostante le molte parole di buona volontà, pochi passi in avanti sono stati tuttavia fatti per dare sostanza all´urgenza ed alla necessità di intraprendere un cammino comune, anche perché gli europei avevano deciso di dare priorità politica e temporale all´unificazione del continente verso l´Europa centrale ed orientale. Con le adesioni del 1° maggio 2004 e del 1° gennaio 2007, l´unificazione europea ha raggiunto un punto di non-ritorno in attesa del futuro ampliamento a tutta la regione dei Balcani. Prima Romano Prodi con il nuovo approccio della politica europea di prossimità, e poi Nicolas Sarkozy con l ´Unione per il Mediterraneo (Upm) hanno tentato di rilanciare su nuove basi la cooperazione fra le due sponde del mare ma, a otto mesi dal Vertice di Parigi, appare oggi a tutti evidente che il sistema istituzionale adottato per l´Upm è paralizzato, che i sei progetti accolti dai capi di Stato e di governo stentano a decollare e che la rinnovata cooperazione rischia di arenarsi com´è stato per il partenariato nato a Barcellona nel novembre 1995. Per due giorni, rappresentanti della società civile e di poteri locali provenienti da dieci paesi mediterranei (Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Malta, Mauritania, Marocco, Algeria, Tunisia e Libia) – purtroppo e per evidenti ostacoli organizzativi in maggioranza europei ed in maggioranza maschi – hanno discusso la scorsa settimana a Genova e nel quadro di un Forum organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione e dalla Regione Liguria della cooperazione euro-mediterranea, affrontando questioni specifiche come l´immigrazione, la parità fra uomo e donna, lo sviluppo sostenibile e la convivenza fra culture. Pubblicheremo nei prossimi giorni la dichiarazione conclusiva del Forum e la sintesi dei gruppi di lavoro. Ci interessa qui riprendere e rilanciare immediatamente un´idea che è emersa durante il dibattito e che vale la pena di far circolare a guisa di provocazione per indicare un´alternativa alla paralisi istituzionale dell´Unione per il Mediterraneo. Come nel 1950 all´indomani della seconda guerra mondiale Jean Monnet lanciò l´idea di un sistema europeo che andasse al di là del dialogo intergovernativo ispirandosi alla lezione federalista che voleva mettere la parola fine alla sovranità assoluta degli Stati nazionali (rex in regno suo est imperator), così all´inizio del ventunesimo secolo potremmo immaginare di applicare alla cooperazione euro-mediterranea il metodo ed il progetto che furono alla base della Comunità Europea del Carbone e dell´Acciaio. Ciò vorrebbe dire l´istituzione di un´alta autorità con poteri limitati ma reali nei settori in cui appare comune l´interesse dei paesi mediterranei (energia, ambiente, immigrazione, trasporti, mobilità…), un´alta autorità le cui decisioni siano vincolanti per tutti ma che agisca sotto il controllo sia del Consiglio dei Ministri che dell´Assemblea parlamentare euro-mediterranea. Accanto all´alta autorità, al Consiglio ed all´Assemblea parlamentare, sarà opportuno creare inoltre anche un comitato che riunisca i rappresentanti dei partner sociali e della società civile nel mediterraneo. Come disse Robert Schuman per l´unificazione europea: "essa non sarà costruita tutta insieme ma sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto". Pier Virgilio Dastoli Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea .  
   
   
SORIA-GRINZANE, BORGHEZIO : L´UE INDAGHI SULL´UTILIZZAZIONE DEI FONDI UE  
 
Bruxelles, 17 marzo 2009 - L´on. Borghezio ha trasmesso in data odierna alla Commissione Europea l´interrogazione scritta del seguente letterale tenore: "Premesso che: il Presidente della ´Antenna Culturale Europea´, punto di informazioni culturali Ue in Italia con sedi a Torino e a Roma, Prof. Giuliano Soria, ha ottenuto dall´anno 2000 vari finanziamenti Ue per associazioni e eventi culturali sempre facenti capo al medesimo. Il Prof. Soria è attualmente indagato in Italia dalla Magistratura per varie irregolarità contabili inerenti le associazioni culturali a lui facenti capo (Premio Grinzane Cavour e altre). - Per quale motivo non sia stato mai evidenziato il palese conflitto di interesse fra il Presidente dell´Antenna Culturale Europea e il precettore di finanziamenti culturali dell´Ue; - se la Commissione intenda avviare controlli sull´utilizzazione dei fondi assegnati al Premio Grinzane e/o ad altre associazioni facenti capo al Prof. Giuliano Soria. " .  
   
   
L´AFRICA TRA SVILUPPO E SOTTOSVILUPPO:IL RUOLO DELL´ACQUA  
 
 Milano, 17 marzo 2009 - Il 25 marzo prossimo alle ore 18. 00 l´Ispi, in collaborazione con la Ong Acra, promuove una Tavola Rotonda sul tema: "L´africa tra sviluppo e sottosviluppo: il ruolo dell´acqua" L’iniziativa è realizzata nell’ambito del progetto “Diritto di accesso all’acqua e dovere di buon governo”, Aid 8730, co-finanziato dal Ministero degli Affari Esteri, in partnership con Cicma, Cast, Africa ´70, Cipsi, Cevi. Www. Ispionline. It .  
   
   
FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE DEL MESE DI GENNAIO 2009  
 
Roma, 17 marzo 2009 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di gennaio 2009. Fabbisogno del settore statale del mese di gennaio 2009
Milioni di euro
Formazione del fabbisogno
Entrate 33. 861
Spese 35. 182
di cui: spesa per interessi 1. 638
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+) -1. 321
Copertura
Totale 1. 321
Titoli a breve termine 12. 100
Titoli a medio-lungo termine 20. 502
Titoli esteri -151
Altre operazioni (1) -31. 130
(1) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità. In conformità al programma Special Data Dissemination Standard (Sdds) del Fondo Monetario Internazionale, il calendario delle pubblicazioni dei dati sopraesposti è disponibile sul sito (http://dsbb. Imf. Org). .
 
   
   
BANCA ITALEASE: OPERAZIONE FINALIZZATA A CONSENTIRE LA RIORGANIZZAZIONE ED IL RIASSETTO DELLE ATTIVITÀ DEL GRUPPO FACENTE CAPO A BANCA ITALEASE S.P.A.  
 
Milano, 17 marzo 2009 - In data 15 marzo i Consigli di Amministrazione di Banco Popolare (“Banco Popolare”), Banca Popolare dell’Emilia Romagna (“Bper”), Banca Popolare di Sondrio (“Bps”) e Banca Popolare di Milano (“Bpm”) hanno approvato, , una complessiva operazione finalizzata a consentire la riorganizzazione ed il riassetto delle attività del gruppo facente capo a Banca Italease S. P. A. (“Banca Italease”), da realizzarsi attraverso: (a) il lancio da parte del Banco Popolare di un’offerta pubblica di acquisto (l’“Offerta”) volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie in circolazione di Banca Italease ammesse a quotazione sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S. P. A. , non in possesso del Banco Popolare e delle società dallo stesso controllate, avente l’obiettivo di ottenere la revoca (delisting) delle azioni dalla quotazione. L’offerta sarà estesa anche alle azioni detenute, direttamente ed indirettamente, da Bper, Bps e Bpm le quali si sono impegnate ad apportare all’Offerta le azioni di loro titolarità. Reale Mutua, altro soggetto partecipante ai Patti Parasociali vigenti, ha per parte propria espresso il proprio favorevole orientamento, almeno in linea di principio, ad aderire all’Offerta. I termini e le condizioni essenziali dell’Offerta sono resi pubblici dal Banco Popolare con separato comunicato pubblicato in data odierna; (b) la concentrazione, una volta perfezionata l’Offerta e subordinatamente al verificarsi delle condizioni sotto meglio specificate, di parte delle attività e passività del Gruppo Banca Italease in società finanziarie di nuova costituzione, che saranno partecipate dalla stessa Banca Italease e/o dal Banco Popolare, nonché da Bper, Bps e Bpm (le “Operazioni di Riorganizzazione”). Le Operazioni di Riorganizzazione che il Banco Popolare, Bper, Bps e Bpm intendono realizzare, sono subordinate al perfezionamento dell’Offerta e all’ottenimento delle prescritte autorizzazioni di legge e/o regolamentari, nonché di ogni altra autorizzazione necessaria e/o opportuna, avuto riguardo alla tipologia delle operazioni e all’oggetto del conferimento, anche con riferimento ad eventuali diritti di terzi di richiedere il rimborso anticipato di finanziamenti e di altri strumenti di debito di Banca Italease. A tale riguardo, ove necessario, prima dell’assunzione di ogni deliberazione da parte dei competenti organi di Banca Italease, verrà richiesto il consenso da parte dell’Assemblea dei Portatori dei Titoli Obbligazionari al perfezionamento delle Operazioni di Riorganizzazione (se del caso mediante la modifica dei termini e delle condizioni del prestito). Le Operazioni di Riorganizzazione sono così articolate: A. La concentrazione in una società finanziaria di nuova costituzione, munita delle necessarie autorizzazioni di legge (“Newco Uno”), di un ramo d’azienda costituito da: (i) crediti non performing, incagliati o in sofferenza di Banca Italease o di società da essa controllate, nella loro consistenza alla data del 31 marzo 2009, rivenienti da operazioni di leasing e/o mutuo per un importo lordo massimo di Euro 5 miliardi; (ii) passività di corrispondente importo; (iii) rapporti giuridici relativi alle summenzionate attività e passività. L’operazione, che si perfezionerà entro il 31 dicembre 2009, avrà luogo con ricorso alle forme tecniche del conferimento in natura o della scissione. Il capitale sociale di Newco Uno sarà detenuto secondo le percentuali di seguito precisate:
Azionista Percentuale Sul Capitale
Banca Italease e/o Banco Popolare 80%
Bper 10,84%
Bps 6,23%
Bpm 2,93%
Newco Uno sarà contestualmente capitalizzata dai soci per un importo tale da assicurare alla stessa un Total Capital Ratio pari al 7% e munita delle strutture operative, di personale e di mezzi per lo svolgimento della propria attività, con l’intendimento di realizzare le migliori condizioni per un’efficiente gestione del ramo conferito, in un’ottica di massimizzazione del suo valore. B. La concentrazione in una società finanziaria di nuova costituzione munita delle necessarie autorizzazioni di legge (“Newco Due”), di un ramo d’azienda costituito da (i) crediti in bonis di Banca Italease e di società da essa controllate nella loro consistenza al 31 marzo 2009, rivenienti principalmente da operazioni di leasing e/o mutuo originate dalle reti delle banche socie di Banca Italease per un controvalore massimo lordo di circa Euro 5,9 miliardi (parte dei quali oggetto di operazioni di cartolarizzazione, nell’ambito delle quali si potrà trovare una quota fisiologica di crediti non performing); (ii) passività di corrispondente importo; (iii) rapporti giuridici relativi alle summenzionate attività e passività. L’operazione, che si perfezionerà entro il 31 dicembre 2009, avrà luogo con ricorso alle forme tecniche del conferimento in natura o della scissione e sottoscrizione di altri accordi accessori fra Banca Italease e Newco Due. Tali accordi accessori si riferiscono ai portafogli dei crediti “in bonis” originati dal “canale bancario” e ad una parte fisiologica di crediti “non performing” sempre originati dal “canale bancario”, ceduti a servizio di operazioni di cartolarizzazione realizzate da Banca Italease ed hanno la finalità di allocare su Newco Due i rischi connessi ad eventuali mancati pagamenti dei predetti crediti e di allocare a favore della medesima i relativi rendimenti. Il capitale sociale di Newco Due sarà detenuto, secondo le percentuali di seguito precisate:
Azionista Percentuale Sul Capitale
Bper 36,44%
Banca Italease e/o Banco popolare 32,79%
Bps 20,95%
Bpm 9,83%
Newco Due sarà contestualmente capitalizzata dai soci per un importo tale da assicurare alla stessa un Total Capital Ratio pari al 7% e sarà dotata delle strutture operative, di personale e di mezzi per lo svolgimento della propria attività, con l’obiettivo di focalizzare l’attività della nuova società su specifici segmenti di business, ritenuti strategici e meritevoli di sviluppo in funzione del contributo apportabile da ciascun socio; ciò, al fine di sostenere le economie – con particolare riferimento alle piccole e medie imprese – delle aree di insediamento delle banche socie e di quelle convenzionate. Ai fini delle predette Operazioni di Riorganizzazione, Banco Popolare è assistito da Mediobanca – Banca di Credito Finanziario S. P. A. E dallo studio legale Pavesi Gitti Verzoni, in qualità rispettivamente di financial advisor e di consulente legale; mentre Bper, Bps e Bpm sono assistite da Gualtieri e Associati e dallo studio legale Lombardi Molinari e Associati, in qualità rispettivamente di financial advisor e di consulente legale. .
 
   
   
ASTA MEDIO LUNGO TERMINE DI META´ MARZO  
 
aste Titoli Di Stato A Medio/lungo Termine Del 13 Marzo 2009
Btp 3,75% btp 5,00% Btp 3,75% Btp 5,00%
Scadenza 15. 12. 2013 01. 08. 2039 01. 08. 2016 01. 08. 2034
Cod. /tranche It0004448863/5 it0004286966/12 It0004019581/19 It0003535157/9
Imp. Offerto 3500 1462 1117 1383
Regolamento 17. 03. 2009 17. 03. 2009 17. 03. 2009 17. 03. 2009
Imp. Domandato 4819 1976 2714 2086
Imp. Assegnato 3500 1462 1117 1383
Prezzo aggiudicazione 101,16 92,25 99,85 93,81
Prezzo esclusione (**) (**) (**) (**)
Rendimento lordo 3,51 5,60 3,81 5,52
Variazione Rend. Asta prec. (*) 0,010 0,050 (**) (**)
Rendimento netto 3,03 4,92 3,33 4,85
Riparto 93,983 (**) (**) 73,359
Importo in circolazione (mln) 12231 15832 25519 19924
Riapertura (mln) (**) (**) (**) (**)
Prezzo nettisti 101,15773300 92,24987300 99,85000000 93,76703200
(*) raffronto con titolo di pari durata
(**) non pervenuto
elaborazione Assiom -
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FORMIGONI: CON REPUBBLICA CECA CONTRO INQUINAMENTO A LIVELLO EUROPEO SERVE UNA COMMISSIONE MENO BUROCRATIZZATA  
 
Milano, 17 marzo 2009 - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha ricevuto ieri a Palazzo Pirelli il presidente della Repubblica Ceca, Vaklav Klaus. Con il presidente Formigoni era presente anche il delegato per le relazioni internazionali, Robi Ronza. "Ho sottolineato al presidente Klaus - ha dichiarato Roberto Formigoni - che la Lombardia è molto interessata a relazioni con la Repubblica Ceca per alcuni punti comuni coma l´alta presenza industriale e agricola. La Lombardia, poi, ha una grande vocazione alle relazioni internazionali ed è un fulcro dell´economia italiana". Il presidente ceco, Vaklav Klaus, è anche il presidente di turno dell´Unione europea. "Con il presidente Klaus - ha detto Formigoni - ci siamo confrontati anche sul delicato tema dell´inquinamento e della tutela ambientale". Il presidente ceco ha omaggiato Formigoni il suo libro ´Pianeta blu, non verde. Cosa è in pericolo: il clima o la libertà?´, che mostra come non tutti i mali del mondo siano da imputare all´inquinamento. Su inquinamento e difesa ambientale Formigoni e Klaus si sono confrontati a 360°. "Sono contento - ha dichiarato Formigoni - di aver trovato nel presidente ceco un uomo che, come me, non pensa che tutti i problemi moderni nascano dall´inquinamento e prova, sulla base di inoppugnabili dati scientifici, a proporre altre strade per spiegare i problemi del mondo e risolverli". Non poteva poi mancare un confronto sull´Unione europea. "Pieno accordo tra me e Klaus - dice Formigoni - sul fatto che sia importante il sì all´Europa ma che si debba puntare a una sburocratizzazione dell´Unione e che questa sia meno dirigista". "Ho spiegato a Klaus - ha concluso Formigoni - le posizioni lombarde in tema di inquinamento e di Ue. La Commissione europea dovrebbe smettere di fare la ´maestrina dalla penna rossa´ distribuendo bacchettate e invece dovrebbe sentirsi anche parte in causa, come è, e affiancare tute le Regioni, soprattutto le più virtuose, con finanziamenti diretti, come chiediamo, e anche con un adeguamento della sua normativa, magari consentendo di dare finanziamenti agli artigiani e alle piccole imprese per cambiare i loro mezzi senza che ciò sia considerato aiuto di Stato, perché l´inquinamento può essere battuto solo con un´azione su vastissima scala. Il presidente Klaus è completamente d´accordo e programmerà un forum sul tema prima della fine del semestre di presidenza ceca della Unione europea". .  
   
   
EXPO. FORMIGONI: GUARDIAMO CON INTERESSE A ESPERIENZA CINESE NEL 2010 A SHANGAI APPUNTAMENTO CON L´ESPOSIZIONE UNIVERSALE  
 
Milano, 17 marzo 2009 - La Lombardia guarda alla Cina con grande attenzione. Non solo perché l´anno prossimo si svolgerà a Shangai l´Esposizione universale edizione 2010, ma anche perché con il Paese asiatico ci sono rapporti di lunga data. Lo ha ricordato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al convegno "Storie di successo cinesi in Italia", organizzato dalla Fondazione Italia - Cina presieduta da Cesare Romiti (della quale la Lombardia è socio fondatore). Erano presenti anche il sottosegretario con delega agli Esteri, Stefania Craxi, l´ambasciatore della Repubblica Cinese, Yuxi, e il vice presidente di Promos, Giuseppe Castelli "La Lombardia - ha detto Formigoni - genera il 35,7% delle esportazioni italiane in Cina e assorbe il 35,37% delle importazioni italiane dalla Cina. Numeri che ben spiegano gli importanti accordi sottoscritti e suggellati da missioni istituzionali con la municipalità di Pechino (incentrato su formazione professionale, moda, lotta alla contraffazione e sul trasferimento di know how tecnologico) e con quella di Shangai volto a limitare le emissioni inquinanti dei veicoli, attraverso il sostegno allo sviluppo di consorzi italo-cinesi che producono sistemi e dispositivi per la trasformazione di veicoli a benzina in veicoli a metano o Gpl". Ma sono davvero tanti i settori nei quali si stanno sviluppando interessanti occasioni di collaborazione. Basti pensare che da tempo Regione Lombardia partecipa con le sue aziende alle principali fiere ed manifestazioni e che sono stati attivati numerosi progetti di cooperazione decentrata allo sviluppo attraverso le Organizzazioni non governative. Molto importanti anche quelli sottoscritti, in occasione delle Paralimpiadi, dall´assessore alla Famiglia e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli, con il Centro di riabilitazione di Fang Shang nella capitale cinese, o come quello finalizzato al recupero dei giovani a rischio di esclusione sociale a Shitan. "Queste iniziative non esauriscono il programma articolato di lavoro che abbiamo già avviato e nel quale rientra anche la valorizzazione dell´imprenditorialità dei cittadini cinesi - ha concluso Formigoni-. Il nostro impegno prosegue e la ricorrenza del sessantesimo compleanno della Repubblica cinese (1 ottobre) sarà un´occasione preziosa per approfondire la reciproca conoscenza". .  
   
   
MILANO: ‘NDRANGHETA, OPERAZIONE ISOLA. DE CORATO: “CON QUESTE AZIONI RISCHIO ZERO PER EXPO” DAL COMUNE STRETTA VIGILANZA SU APPALTI. PER MAGGIORI STANDARD OCCORRE GUARDARE AL MODELLO ADOTTATO DA LONDRA PER LE OLIMPIADI DEL 2012  
 
Milano, 17 marzo 2009 - “Rivolgo alla Procura della Repubblica di Milano e ai Carabinieri le congratulazioni e il ringraziamento da parte della città per questa importante operazione contro la ’ndrangheta. Che dimostra come contro le mafie non servano le parole, ma azioni di contrasto dure e decise. E con questa attenzione, per l’Expo c’è rischio zero di infiltrazioni. Nessuna sorpresa poi sulla forza della ‘ndrangheta che, come ha ricordato una recente relazione della Procura, mira sopratutto agli appalti pubblici. Del resto, di fronte a una società ‘invisibile’ come la mafia, che fattura in Italia 130 miliardi all’anno, come ha denunciato l’undicesimo rapporto Sos impresa di Confesercenti, non possiamo pensare che Milano e la Lombardia siano immuni da questo fenomeno”. Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato in seguito a un’importante operazione dei Carabinieri contro la ‘ndrangheta che ha riguardato anche il territorio di Milano. “Milano - spiega De Corato - è fortemente impegnata a combattere tutte le mafie, italiane e straniere. Lo dimostra l’impegno per la restituzione alla società civile di 64 immobili confiscati alla criminalità organizzata. Così come l’attenta attività di vigilanza e trasparenza nei lavori pubblici. Ciò non toglie che di fronte all’offensiva della mafia potrebbero essere utili metodi ancora più rigorosi da applicarsi alle opere da realizzarsi per l’Expo di Milano. E il modello potrebbe essere Londra. Lì, tutti i cantieri per le Olimpiadi del 2012 sono supervisionati dal ministero degli Interni che esercita controlli rigorosi e costanti sull’andamento dei lavori. La Polizia segue direttamente la progettazione edilizia e urbanistica dei siti, affiancando gli architetti e dando indicazioni sulla sicurezza dei luoghi e degli edifici. E in chiave preventiva controlla chi lavora nei cantieri e non permette riprese televisive. Tutta la supervisione è poi affidata al ministero degli Interni. Il che significa avere altissimi standard di sicurezza”. .  
   
   
GLI ARRESTI DEGLI ESPONENTI DELLA ´NDRANGHETA DIMOSTRANO UNA COSA SEMPLICE : VA FATTA LA COMMISSIONE ANTIMAFIA  
 
Milano, 17 marzo 2009 - Pierfrancesco Majorino Capogruppo Pd Comune di Milano dichiara che: “E´ del tutto evidente che siamo di fronte ad un preciso tentativo di infiltrazione anche in vista dell´Expo delle mafie nel nostro territorio. In questo quadro riteniamo che ogni istituzione debba fare la sua parte e che quindi anche il Comune debba procedere speditamente verso l´istituzione della Commissione Antimafia. L´opinione del Presidente del Consiglio secondo cui non esistano elementi formali per impedirne l´istituzione è anche la nostra. A questo punto è solo una questione di volontà politica. Noi vogliamo schierare il Comune contro le mafie, speriamo che anche il centrodestra la pensi così e non diserti la Commissione. ”.  
   
   
FEDERALISMO. FORMIGONI: ACCELERARE I TEMPI DI ATTUAZIONE  
 
Milano, 17 marzo 2009 - Occorre accelerare i tempi di attuazione del federalismo, in particolare di quello fiscale. I cinque anni preventivati sono troppi, soprattutto alla luce della crisi economica. "Il sistema Lombardia, al pari del sistema Italia, non può vivere con l´incognita del federalismo che verrà". Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigni, aprendo ieri a Milano i lavori del Seminario-cenacolo su "Federalismo fiscale, autonomia, organizzazione, responsabilità, solidarietà", organizzato dal Centro Studi giuridici per l´integrazione europea "Diritti e libertà", alla presenza, tra gli altri, di Francesco Verusio, presidente del Centro Studi, Giuseppe Grechi, presidente Corte d´Appello di Milano, Vincenzo Carbone, primo presidente della Corte di Cassazione, Antonio Martone, sostituto procuratore generale presso la Cassazione, Giacomo Caliendo, sottosegretario di Stato alla Giustizia. "Dopo l´approvazione della legge delega da parte della Camera - ha ragionato il presidente lombardo - il Governo avrà 12 mesi per emanare il primo decreto e altri 12 per quelli successivi. Il periodo transitorio per l´entrata a regime della riforma è stato fissato in 5 anni sia per le Regioni sia per gli enti locali. Si tratta di un tempo che deve essere ridotto quanto più possibile soprattutto alla luce degli scenari preoccupanti indicati da Banca Italia: di fronte all´ipotesi di una flessione di due punti di Pil nel 2009, un lustro è un lasso temporale per così dire infinito". Riforma Necessaria - Nella sua relazione, Formigoni ha approfondito le ragioni e modalità del federalismo fiscale di cui, a suo avviso e sulla base dell´esperienza lombarda, l´Italia ha bisogno. Innanzitutto il federalismo fiscale è necessario nel contesto dei processi di globalizzazione, i quali "evidenziano come le realtà territoriali (Regioni, città, distretti, sistemi e filiere di impresa) possono e devono giocare un ruolo sempre più importante nella definizione delle politiche di sviluppo". E altrettanto necessario è il federalismo alla luce delle prospettive dell´Unione europea, che ha fatto passi in avanti "riconoscendo il ruolo delle autonomie locali". Formigoni ha citato l´esempio del "forte coinvolgimento delle Regioni nelle principali politiche comunitarie, a partire dell´impiego dei fondi strutturali. Qui per la prima volta, grazie anche al ruolo determinante di Regione Lombardia, è stato possibile indirizzare 2,6 miliardi del Fondo sociale europeo agli ammortizzatori sociali, consentendo di arrivare al target di 8 miliardi ipotizzato dal Governo italiano". Riforma Possibile - Il federalismo è una riforma, dunque, necessaria, ma per diventare davvero possibile deve essere declinata, secondo Formigoni, secondo tre principi: solidarietà unita all´efficienza; responsabilità nella gestione dei tributi; premialità per le istituzioni virtuose. Per il presidente della Lombardia, "la solidarietà non deve trasformarsi in fattore di inefficienza". Un fondo di perequazione tra le Regioni è giusto, ma le prestazioni e i servizi essenziali erogati, per esempio nella sanità, devono avere un costo standard, non un costo variabile che copra spechi e inefficienze. E vanno previsti meccanismi che premino quelle realtà che riescono a fornire ai cittadini servizi di quantità e qualità elevata senza aumentare la pressione fiscale, ma appunto sulla base di un miglioramento dell´efficienza. Riforma Positiva Per Nord E Sud - "Avvicinare il governo della cosa pubblica ai cittadini - ha osservato Formigoni - servirà ad aumentare il controllo da parte dei governati sui governanti, a stimolare la responsabilità di questi ultimi e a promuovere la gestione oculata della leva fiscale: questi sono benefici del sistema istituzionale federalista che riguarderanno sia le Regioni più sviluppate sia quelle meno sviluppate. Anche perché il federalismo favorirà la capacità di Regioni ed Enti locali di attrarre con il buon governo capitali, imprenditori e altre risorse". In definitiva "l´attuazione di questa riforma è un´occasione storica straordinaria anche per il Meridione". .  
   
   
FEDERALISMO FVG: TONDO-CALDEROLI, STABILITA´´ OK PER SPECIALI  
 
Trieste, 17 marzo 2009 - "Si è concluso in maniera a mio avviso positivo l´incontro svoltosi oggi a Roma tra le Regioni Speciali e i ministri Calderoli e Fitto". Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, esprime attraverso il suo blog (renzotondo. Blogspot. Com) la soddisfazione per l´esito, di ieri, dei colloqui inerenti alcuni aspetti del Federalismo con i ministri Roberto Calderoli (Semplificazione normativa) e Raffaele Fitto (Rapporti con Regioni). "E´ stato salvaguardato il contenuto dell´articolo 25 del disegno di legge sul Federalismo presentato dal Governo e approvato dal Senato", afferma Tondo, confermando che tra oggi e domani alla Camera si procederà con dibattito e votazione. "Con l´articolo 25 - aggiunge il presidente della Regione - si certifica che il criterio posto in essere a fronte dei trasferimenti dei decimi farà riferimento alle situazioni di svantaggio strutturali delle singole Regioni". "Di fatto - precisa - lo Statuto regionale ci garantisce i criteri con il quale concorriamo alla nostra partecipazione al contributo alla solidarietà nazionale, ma avviene in base alle entrate e agli abitanti, attraverso il principio di adeguatezza". Un altro successo per la specialità deriva "dalla conferma che le Speciali fanno riferimento al Patto di Stabilità anzichè a quello di Convergenza, consentendo quindi una maggiore autonomia di fronte all´obbligo di adeguarsi ai parametri interni". "In sostanza - spiega Tondo - siamo obbligati a contenere la spesa, cosa giusta in momenti di crisi economica come gli attuali, ma scegliamo noi come spendere". "Il risultato di questo incontro - conclude il governatore - è di fatto una conferma della salvaguardia delle specialità regionali, in quanto il Governo garantisce il rapporto bilaterale con le singole Regioni attraverso l´apertura di veri e propri tavoli di confronto. Inoltre, la negoziazione avverrà attraverso norma di attuazione e rispetto dei singoli statuti regionali". Al meeting romano, si rileva, oltre ai ministri Fitto e Calderoli hanno partecipato i governatori di Sicilia, (Lombardo), Sardegna (il neoeletto Cappellacci), Val d´Aosta (Rollandin) ed i presidente delle Province autonome di Trento (Dellai) e Bolzano (Durnwalder). .  
   
   
VERTICE SUL FEDERALISMO FISCALE: TAVOLO BILATERALE, SUPERATO IL PATTO DI CONVERGENZA  
 
Bolzano, 17 marzo 2009 - Superato il patto di convergenza a favore del patto di stabilità, istituito un tavolo bilaterale tra Governo e singola Provincia o Regione autonoma per fissare le linee guida entro cui si muoveranno le norme di attuazione: sono i dati salienti emersi dal vertice del 16 marzo a Roma sul federalismo fiscale tra il presidente della Provincia Luis Durnwalder, i ministri Roberto Calderoli e Raffaele Fitto e gli altri governatori delle Regioni e Province autonome. Il presidente Durnwalder e i governatori delle Province e Regioni autonome hanno discusso per oltre due ore con il ministro per la Semplificazione normativa Calderoli e il ministro per gli Affari regionali Fitto in una sala della Camera a Montecitorio, prima dell´inizio in aula la discussione sugli emendamenti al ddl sul federalismo fiscale. Luis Durnwalder ha ottenuto dal Governo chiarimenti sull´articolo 25 del disegno di legge di riforma, con lo stralcio del passaggio sul mantenimento dei criteri di convergenza nella spesa, che prefiguravano un potere di coordinamento delllo Stato. "L´articolo 25 del ddl viene riformulato e nel suo ambito si inserisce un nuovo orientamento, decisamente positivo: viene superato il patto di convergenza per approdare al patto di stabilità. " Un richiamo alla gestione di bilancio che non trova la Provincia di Bolzano impreparata, considerando anche che per il 2009 il ministro Tremonti ha giá firmato l´intesa del Governo in materia. Il secondo risultato del vertice riguarda il superamento del tavolo generale Governo-regioni con l´approdo a un tavolo tra i Ministri coinvolti e la singola Provincia e Regione autonoma. "Per individuare con maggiore chiarezza le modalità e valutare la congruità di applicazione della riforma del federalismo fiscale alle Province e Regioni a statuto speciale, è stato concordato di istituire un tavolo di lavoro con il Governo e la singola Provincia e Regione, per giungere a un accordo senza modifiche unilaterali", conferma Durnwalder. L´emendamento al federalismo fiscale raggiunto da Province e Regioni a statuto speciale con i ministri fa quindi posto a un tavolo bilaterale chiamato a definire attribuzioni e funzioni dell´autonomia speciale in materia di federalismo fiscale e risanamento del deficit statale, che potrà concretizzarsi sia attraverso l´assunzione di nuove competenze che attraverso la partecipazione al fondo di solidarietà. "Il tavolo bilaterale preciserà competenze e linee guida in base alle quali le commissioni paritetiche, per la Provincia di Bolzano la 6 e la 12, saranno chiamate a mettere a punto le relative norme di attuazione che potranno poi essere adottate al Consiglio dei ministri", conclude Durnwalder. .  
   
   
DELLAI TRENTO,FEDERALISMO: INTESA TRA GOVERNO E AUTONOMIE SPECIALI  
 
Roma, 17 marzo 2009 - - "La riunione è stata positiva. Il governo ha accolto lo spirito delle nostre osservazioni ed ha capito che le autonomie speciali intendono partecipare al risanamento delle finanze statali purché questo avvenga nel rispetto dei nostri statuti". Queste le parole del presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, al termine del confronto con il ministro Roberto Calderoli che oggi, presente anche il ministro Raffaele Fitto, ha convocato i presidenti delle Regioni e Province autonome per discutere sugli emendamenti alla legge sul federalismo fiscale oggi approdata alla Camera. L´accordo raggiunto prevede due punti: la sostituzione al comma 1 dell´articolo 25 del "patto di convergenza" con il concetto di "patto di stabilità interno" e l´istituzione di un tavolo attraverso il quale il governo individuerà - con ciascuna regione e provincia autonoma - le linee guida e gli strumenti con i quali queste ultime assicureranno gli obiettivi di perequazione e solidarietà. Positivo l´esito dell´incontro di ieri a Roma fra il presidente Dellai - assieme agli altri presidenti di Regioni e Province autonome - e il ministro Roberto Calderoli. La giornata romana del presidente Dellai era iniziata presto. Prima del vertice con Calderoli aveva fatto tappa negli uffici trentini di Via della Scrofa per un incontro con il presidente altoatesino Luis Durnwalder. Poi il trasferimento nella sede romana della Regione Friuli Venezia Giulia dove Dellai ha riepilogato ai presidenti Tondo, Durnwalder e Rollandin l´esito del precedente colloquio avuto con Calderoli la scorsa settimana. All´incontro alla Camera hanno preso parte anche i governatori di Sicilia e Sardegna. Il confronto con il ministro è iniziato poco prima delle tredici. Un´ora dopo, una pausa di riflessione per consentire ai cinque presidenti di valutare la proposta del ministro. Le osservazioni hanno riguardato l´ambito di azione del tavolo di confronto. L´audizione è ripresa dieci minuti dopo. Alle 14. 30 il via libera definitivo, in tempo per l´avvio della discussione in aula della proposta sul federalismo. "L´auspicio - ha detto Dellai - è che il Parlamento apprezzi lo sforzo congiunto di Governo e Regioni e Province autonome e che al tempo stesso ciò contribuisca ad mitigare il clima ostile che sta impervesando di questi tempi sulle autonomie speciali". .  
   
   
VAL’ D’AOSTA, ROLLANDIN A ROMA: CON IL GOVERNO TROVATO UN ACCORDO PER FEDERALISMO  
 
Roma, 17 marzo 2009 - Il Presidente della Regione Augusto Rollandin ha preso parte lunedì 16 marzo 2009, a Roma, alla Camera, all’incontro convocato dal Ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, alla presenza del Ministro degli affari regionali Raffaele Fitto, per discutere le linee guida del federalismo fiscale, nei confronti delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome. «Siamo arrivati ad un accordo - dice il Presidente Rollandin, specificando che - da parte del Governo c’è stata la volontà di costituire un tavolo di confronto con ogni singola Regione ad autonomia differenziata, in sede di Conferenza Stato/regioni. Da questi confronti sortiranno le linee guida e gli strumenti per stabilire misure e criteri attraverso i quali le Regioni a statuto speciale concorreranno agli obiettivi di solidarietà e di perequazione». «Abbiamo accolto con particolare favore – aggiunge Rollandin - la sostituzione del patto di convergenza, nelle disposizioni che riguardano le autonomie differenziate, con un rinvio al patto di stabilità interno». .  
   
   
SICUREZZA URBANA E DEL TERRITORIO. GALAN E GIORGETTI: “SIGLATO UN PROTOCOLLO CON IL MINISTERO NEL SEGNO DELLA CONTINUITA’ E DELL’INNOVAZIONE”  
 
Venezia, 17 marzo 2009 - La Regione del Veneto ha siglato ieri a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, con il ministero dell’Interno, un protocollo d’intesa sulla sicurezza urbana e territoriale. Un accordo nel segno della continuità e dell’innovazione che conferma i principi affermati nell’accordo firmato nel dicembre del 2002 e concluso nello stesso mese del 2005. Lo scopo del documento, ratificato dal presidente della Regione del Veneto, Giancarlo Galan, e dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha come obiettivo la realizzazione di un sistema integrato di sicurezza, su base regionale e in sinergia con gli enti locali, che tenga conto delle più recenti innovazioni della legislazione nazionale e regionale. Il Veneto conferma così il suo ruolo di leader a livello nazionale e si attesta ancora una volta come una regione laboratorio. “La soddisfazione di questa giornata - ha detto il presidente Galan al termine dell’incontro con il ministro Maroni - è davvero grande. Anche in materia di sicurezza abbiamo raggiunto traguardi molto importanti e oggi il riconoscimento che arriva dal Governo nazionale è particolarmente gradito. Vogliamo continuare a essere un modello per le altre regioni come per la sanità, per i servizi sociali, per la gestione dei programmi europei, per la viabilità e per l’edilizia. L’orgoglio di essere stati scelti come regione campione è naturalmente forte, ma c’è pure la consapevolezza della rilevanza del compito che ci è stato affidato e la certezza che abbiamo gli strumenti per fare da apripista a livello nazionale. ” Le aree di intervento identificate nel protocollo coinvolgeranno le sette province e i 581 comuni. Si lavorerà per fare formazione e aggiornamento professionale congiunto, per mettere in rete i sistemi informativi, per mettere in linea le sale operative delle forze di polizia e dei corpi di polizia locale, per adottare un unico piano coordinato di dislocazione dei presidi. “E’ una sfida straordinaria - ha commentato l’assessore alla Sicurezza, Massimo Giorgetti, che ha preso parte all’incontro - che siamo pronti ad accogliere con responsabilità. Ci sentiamo preparati dopo tanti anni di esperienza sul campo in prima linea vicino agli enti locali. Apprezziamo la stima e la fiducia che ci ha tributato il ministro dell’Interno. ” Il presidente Galan e l’assessore Giorgetti hanno sottolineato l’urgenza di istituire un numero unico per le emergenze, di semplificare la rete dei presidi di sicurezza e delle sale operative, di investire in progettualità unitarie le risorse. E’ piaciuto a presidente e assessore che il ministero abbia riconosciuto alla regione un “ruolo paritetico”. E’ stata condivisa, inoltre, la necessità che si parli di “sicurezza partecipata” valorizzando i compiti che possono avere i cittadini nella cultura delle legalità. “L’importante - hanno concluso Galan e Giorgetti - è che ci sia sempre chiarezza dei ruoli e delle competenze. ” . .  
   
   
NUOVA LEGGE ELETTORALE IN CAMPANIA: INNOVATIVA LA DOPPIA PREFERENZA  
 
Napoli, 17 marzo 2009 - "La nuova legge elettorale approvata dal Consiglio Regionale della Campania - dichiara l´assessore alle Pari Opportunità della Regione Campania Alfonsina De Felice - rappresenta una forte innovazione nel quadro complessivo delle leggi elettorali regionali. La garanzia sulle percentuali di presenze femminili, ma soprattutto la doppia preferenza e uguali spazi nei media televisivi, danno alle donne un ruolo sostanziale nelle liste, nei programmi dei partiti e nel dibattito politico. "E´ certamente un notevole passo avanti - prosegue la De Felice - che vede la Campania in prima fila nel cammino delle pari opportunità e delle politiche di genere". . .  
   
   
POLITICHE PUBBLICHE E BISOGNI DELLE IMPRESE ´ PRESENTATO IN REGIONE IL RAPPORTO MET MARCHE 2008.  
 
Ancona, 17 marzo 2009 - Si e` tenuta 13 Marzo, presso la sala Raffaello della sede regionale di via Gentile da Fabriano, la presentazione del Rapporto Met Marche 2008, curato dalla societa` Met ´ Monitoraggio economia e territorio, focalizzato sulle politiche pubbliche e i bisogni delle imprese. Hanno preso parte all´iniziativa il presidente Gian Mario Spacca, l´assessore alle Attivita` produttive, Fabio Badiali, il curatore del rapporto, Raffaele Brancati, docente universitario presso l´Orientale di Napoli. Presenti in platea imprenditori, rappresentanti delle associazioni di categoria industriali e artigiane, tra cui il direttore di Confindustria Marche, Paola Bichisecchi, delle camere di commercio, del mondo universitario, tra cui il rettore dell´Universita` di Ancona, Marco Pacetti. L´incontro e` stato occasione per approfondire i risultati del rapporto, sia sui versanti relativi a piccole e medie imprese, esportazioni, internazionalizzazione, accesso al credito, marketing e formazione. Sia su quello dei dati macroeconomici regionali e delle politiche pubbliche d´incentivazione alle imprese. ´Saluto e ringrazio Brancati per il suo utile lavoro ´ ha detto Spacca ´ tanto piu` utile se sara` continuato e consentira` quindi un raffronto tra il 2008, anno tutto sommato dal buon andamento, e il 2009 che evidenzia grandi difficolta`. Nella fase che attraversiamo e` necessaria una nuova lettura economica del territorio per capire al meglio quali siano le nuove misure piu` utile per uscire dalla crisi. La politica regionale di sviluppo, come evidenzia anche il rapporto, e` concentrata su tre fattori: innovazione, internazionalizzazione e formazione. Sull´estero stiamo facendo grandi sforzi perche` malgrado tutto la domanda mondiale sembra tenere. Ci sono paesi che crescono e che offrono quindi opportunita` al made in Italy. Da questo punto di vista, la Regione ha innalzato il livello degli interventi, affiancando alla promozione estera un vero e proprio sistema di assistenza tecnica nelle aree mondiali piu` dinamiche: Cina, Medio oriente, Russia, Brasile sono realta` in cui sono presenti nostri centri di assistenza alle imprese. Recentemente abbiamo coinvolto anche le banche in questo nuovo approccio e questo e` un fatto positivo´. Il Rapporto Met, da oltre cinque anni, presenta un quadro analitico degli interventi di politica economica effettivamente realizzati ricostruendo un quadro regionale di flussi di risorse pubbliche. Un punto di riferimento altamente qualificato e indipendente per i decisori politici. ´L´indagine riguarda un notevole campione di imprese della regione ´ ha detto Badiali ´ e i suoi risultati sono utili per capire come meglio intervenire a breve e medio periodo. Dal quadro, relativo allo scorso anno, esce un´immagine delle Marche tutto sommato positiva e conferme per quanto riguarda la politica per le imprese della Regione. L´anno in corso e` molto diverso da quello passato, il problema di fondo e` l´accesso al credito, per questo abbiamo dato vita a un fondo di garanzia di dodici milioni di euro, con l´apporto di province e camere di commercio, concertando con le banche le modalita` operative affinche` le imprese marchigiane continuino ad avere liquidita` sufficiente a lavorare e innovare. E poi i 100 milioni di fondi che stiamo attingendo dalla Bei, specifici per le Pmi. Occorre essere pronti a ripartire, lo scenario futuro sara` molto diverso dal presente, riconvertire e diversificare sono passaggi obbligati. La politica deve fare la sua parte, velocizzando e sburocratizzando´. In sintesi, dal rapporto, attraverso la lettura di alcune categorie di dinamismo (realizzazione di investimenti e svolgimento di attivita` di ricerca e sviluppo) il quadro che emerge e` quello di un comportamento particolarmente virtuoso delle piccole e medie imprese. Le aziende con un numero di addetti compreso tra 10 e 249 evidenziano segnali di dinamismo molto piu` accentuati non solo del dato nazionale, ma anche di quello che si rileva in regioni come la Toscana, il Veneto, e in una regione di eccellenza come l´Emilia Romagna. Tuttavia l´accesso al credito e la difficolta` nel reperimento di risorse umane altamente qualificate sono fattori di debolezza rilevanti per le strategie di crescita. Il 21,2% delle imprese ha infatti dichiarato che la capacita` di realizzare investimenti nell´ultimo triennio e` stata limitata da difficolta` nell´accedere al credito bancario e dalla scarsa disponibilita` di risorse umane qualificate. Sul versante dell´aiuto pubblico alle imprese, dall´analisi e` emerso che nelle Marche le risorse complessivamente erogate nel 2007 (61,1 milioni di euro) sono sugli stessi livelli di quelle erogate nel 2002 (61,4 milioni di euro), a differenza di un quadro nazionale che vede un crollo dei flussi (-36%), segno di un aumentato impegno di parte regionale. .  
   
   
FONDI FAS: REGIONE SICILIA ANTICIPERÀ QUANTO ROMA DOVRÀ ACCREDITARE  
 
 Palermo, 17 marzo 2009 - “I 4 miliardi e 93 milioni di euro dei Fondi per le aree sottosviluppate, dei quali attendiamo ufficialmente l’accredito da Roma, saranno anticipati dalla stessa Regione nel proprio bilancio per contribuire a rimettere in moto l’economia siciliana”. La decisione è stata comunicata dall’assessore Michele Cimino, ai componenti della Commissione Bilancio dell’Ars. Ieri l’assessore ha illustrato in Seconda Commissione la manovra di bilancio 2009 sottolineando che i fondi Fas verranno impegnati solo per investimenti. In commissione sono stati anche istituiti dei tavoli tecnici per la stesura di norme anticrisi che, opportunamente valutati, saranno inserite nella Finanziaria regionale. .  
   
   
BURLANDO INCONTRA LETTA PER AMIANTO, CONSORTILI, CANONI DEMANIALI, ALLOGGI ALLE FORZE DELL´ORDINE, FISIA ITALIMPIANTI  
 
Genova, 17 Marzo 2009 - Si è svolto nel pomeriggio di giovedì 12 marzo a Roma un incontro tra il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Burlando ha posto all´attenzione di Letta una serie di questioni di grande rilievo sociale in questo momento di crisi in Liguria: Il primo punto sono state le pensioni per l´Amianto e degli ex dipendenti del Consorzio autonomo del porto, per verificare la possibilità di inserire il rimedio al problema nel decreto sugli incentivi. Burlando, per la rilevanza sociale del tema, ha informato della situazione che si è creata a Genova anche la presidenza della Repubblica visto l´allarme sociale che si è comprensibilmente creato. In secondo luogo è stato sottoposto a Letta il problema dei canoni demaniali per gli stabilimenti balneari e altre attività che rischiano di vedersi dopo tanti anni aumentare i costi proprio in un momento di grave crisi, con conseguenze negative per le aziende e per l´occupazione Letta è stato anche informato della situazione relativa agli alloggi destinati alle forze dell´ordine, i cui operatori, però, perdono per legge il diritto alla casa quando vanno in congedo. "Ho spiegato a Letta - dice Burlando - la nostra disponibilità a alienare gli alloggi agli inquilini che vanno in pensione, per reinvestire il ricavato in nuove abitazioni per gli operatori in servizio". Infine altro argomento affrontato la situazione di crisi alla Fisia Italimpianti. Un´azienda - secondo Burlando - molto qualificata che rischia la crisi e conseguenze gravi per l´occupazione senza una responsabilità. Burlando ha chiesto un incontro con i vertici dell´azienda e di Impresilo per l´obiettivo della salvaguardia dell´impresa e dei posti di lavoro. Uno spiraglio positivo potrebbe aprirsi dopo l´inaugurazione, prevista il 26 marzo, del termovalorizzatore realizzato da Fisia in Campania, di cui sta attendendo la liquidazione del corrispettivo del lavoro fatto. Problema all´origine della crisi finanziaria dell´azienda. "Come sempre - ha aggiunto Burlando - ho ricevuto da Letta la più scrupolosa attenzione" .  
   
   
VAL’D’AOSTA: L’ASSESSORE LAVOYER REPLICA ALLE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO BRUNETTA  
 
Aosta, 17 marzo 2009 - In seguito alle dichiarazioni rilasciate del Ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, l’Assessore al bilancio finanze e patrimonio Claudio Lavoyer replica dichiarando: «Se quella del Ministro è stata una provocazione, è francamente di cattivo gusto. Affermare che i diritti storici della Valle d’Aosta e delle altre regioni e province a Statuto speciale sono dovuti alla stupidità, alla dabbenaggine o, peggio ancora, alla captatio benevolentiae dello Stato, è una dimostrazione di non conoscenza della storia e della Costituzione italiana. Questo ci inquieta, soprattutto ora che si va delineando un nuovo assetto federalista dello stato». «Invito caldamente il Ministro Brunetta – aggiunge l’Assessore Lavoyer - a verificare i costi e gli oneri sostenuti dalla Regione autonoma Valle d’Aosta per servizi e competenze che in altre realtà sono a carico dello Stato o di altri enti. Si accorgerebbe, forse, che il federalismo fiscale è già quello delle Regioni ad autonomia differenziata, come la Valle d’Aosta, che garantisce non solo autonomia finanziaria agli enti locali, ma soprattutto servizi efficienti ai cittadini e una qualità della vita di alto livello, proprio in virtù di un uso attento ed oculato del denaro pubblico». .  
   
   
AREA VASTA DI MACERATA, MEZZOLANI REPLICA A CAPPONI.  
 
Macerata, 17 Marzo 2009 - ´Nessuna delibera contro l´Area vasta di Macerata, ma uno studio sperimentale per integrare i servizi sanitari dell´entroterra, che ospita un terzo della popolazione marchigiana. Le preoccupazioni di Capponi sono piu` elettorali che reali, in quanto la Regione non vuole penalizzare nessun territorio. Il progetto, all´opposto, mira a integrare i servizi offerti, con benefici per tutte le realta` territoriali, Macerata compresa´. E` quanto replica l´assessore alla Salute, Almerino Mezzolani, al consigliere Franco Capponi che paventa un ridimensionamento dell´area vasta di Macerata, a seguito dell´approvazione di una delibera che avvia uno studio sui servizi sanitari nell´entroterra marchigiano. ´La delibera contestata da Capponi ´ spiega Mezzolani ´ non crea nessuna area vasta, ma propone un´integrazione delle opportunita` sanitarie presenti nella fascia montana marchigiana. I servizi si evolvono, come pure le esigenze della popolazione. L´imminente entrata in funzione del secondo elicottero del 118 nel fabrianese, insieme agli investimenti infrastrutturali viari che faciliteranno i collegamenti tra entroterra, costa e regioni limitrofe, favoriranno anche la mobilita` sanitaria verso altre realta`. L´esigenze e` allora quella di prevenire questi fenomeni, attraverso uno studio che individui le potenzialita` esistenti e le capacita` di risposta del sistema sanitario regionale. L´area vasta di Macerata ha tutto da guadagnare da questa evoluzione, essendo una parte della propria popolazione ubicata nella fascia montana, a ridosso della vicina Umbria´. Le caratteristiche e le esigenze della popolazione montana - evidenzia Mezzolani - ´sono identiche lungo tutta la dorsale appenninica, indipendentemente dai confini istituzionali. Ragionare a settori geografici, come sembra fare Capponi, non aiuta a risolvere i problemi, ma rischia di aggravarli. La Regione, all´opposto, intende valorizzare tutte le realta`, integrando le opportunita` esistenti all´interno di una logica a rete. Questa e` la direzione verso cui siamo orientati e verso la quale tutto il sistema sanitario marchigiano deve marciare, senza quei campanilismi che sicuramente sono gratificanti in clima elettorale, ma certamente non offrono un´opportunita` alla popolazione locale´. .  
   
   
PARI 2007: UN MILIONE DI EURO PER IL REINSERIMENTO DEI LAVORATORI SVANTAGGIATI DELLE MARCHE  
 
Ancona, 17 Marzo 2009 - La Regione Marche assegna alle Province un milione e 50 mila euro per favorire il reimpiego dei lavoratori svantaggiati. La decisione e` stata assunta dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore al Lavoro, Fabio Badiali, a seguito della proroga ministeriale del Programma Pari 2007 (Programma d´azione per il Re-impiego del lavoratori svantaggiati). La nuova scadenza e` fissata al 30 giugno 2009 e verranno pubblicati appositi bandi. Beneficiarie dei contributi sono le imprese disponibili ad assumere lavoratrici e lavoratori in lista di mobilita`, che non abbiano lavorato per almeno due anni (ad esempio, per impossibilita` di conciliare l´occupazione con la vita familiare), disoccupati e inoccupati di lunga durata, ultracinquantenni disoccupati, adulti che vivono da soli con figli a carico, soggetti con una dipendenza riconosciuta, extracomunitari, ex detenuti senza primo impiego o beneficiari di misura alternativa, diversamente abili (legge 194/1992), vittime di tratta, giovani con meno di 25 anni al primo impiego (avendo ultimato una formazione biennale). Le aziende interessate ´ a seguito dei bandi provinciali - devono ´manifestare il proprio interesse a inserire nell´organico uno o piu` lavoratori, dopo averli ospitati con un tirocinio formativo di tre mesi´. I lavoratori riceveranno un´indennita` di 450,00 euro per ogni mese di tirocinio, con una presenza minima di sei ore per cinque giorni a settimana. Quelli in mobilita` o disoccupazione, riceveranno 250,00 euro. Le aziende avranno, invece, un contributo straordinario di 8 mila euro per ogni assunzione a tempo indeterminato e 4 mila euro per quelle a tempo determinato, superiore a 12 mesi. ´La crisi occupazionale che sta colpendo l´Italia ´ afferma l´assessore Badiali ´ ha manifestato i suoi effetti anche nelle Marche, sin dal secondo semestre 2008. I dati sulla disoccupazione, aumentate del 100 per centro nel 2008, e sulle iscrizioni alla mobilita` (+52%), sono indicatori inequivocabili. Per questo motivo gli interventi del Programma Pari sono stati orientati nella direzione di massima assistenza ai soggetti colpiti dalla crisi e, nello stesso tempo, di sostegno al sistema delle imprese che dovra` reagire e riposizionarsi per garantire la ripresa economica e nuova occupazione. La scelta e` stata quella di affidare alle amministrazioni provinciali la fase esecutiva attraverso bandi pubblici, in modo da coprire tutte le opportunita` occupazionali presenti sul territorio´. Alla Provincia di Ancona andranno 231,00 mila euro, ad Ascoli Piceno 357,00 mila, a Macerata 231,00 mila e a Pesaro e Urbino altri 231,00 mila. Il precedente Progetto Pari (conclusosi a marzo 2008) ha coinvolto 653 lavoratori, di cui 485 hanno sottoscritto l´impegno a una ricerca condivisa del lavoro. Alla data 31 gennaio 2008 risultano ricollocate 221 persone: 117 (53%) con contratti a tempo indeterminato, 32 (15%) con autoimpiego e gli altri a tempo determinato o contratto atipico (21 questi ultimi, pari al 9%). Delle 221 persone rioccupate, 176 (80%) sono donne: ´Un dato significativo ´ commenta Badiali ´ che indica sia l´attenzione del Pari Marche vero le politiche di genere, sia la grande partecipazione femminile al progetto (sulle 653 persone coinvolte, 531 sono donne). Indicazione piu` che chiara di un disagio lavorativo, ma anche di una volonta` di cambiare e migliorare la propria condizione´. La prima fase di Pari 2007 (attivata con avvisi provinciali pubblicati il 15 settembre 2008) si e` conclusa il 20 dicembre 2008 e ha permesso la stabilizzazione di 137 lavoratori. .  
   
   
SICUREZZA SUL LAVORO IN EMILIA ROMAGNA: SI È INSEDIATO IL COMITATO REGIONALE DI COORDINAMENTO DELLE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E VIGILANZA. APPROVATO IL PIANO STRAORDINARIO DELLA FORMAZIONE PER LA SICUREZZA.  
 
Bologna, 17 marzo 2009 – Diffondere la cultura della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, fare acquisire la consapevolezza e promuovere attraverso la formazione il cambiamento nei comportamenti di lavoratori e datori di lavoro: sono gli obiettivi del Piano straordinario della formazione per la sicurezza, approvato questa mattina nel corso della prima seduta di insediamento del Comitato regionale di coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, al quale hanno preso parte il presidente della Regione Vasco Errani e gli assessori regionali alla Sanità Giovanni Bissoni, al Lavoro Giovanni Sedioli e al Territorio Gian Carlo Muzzarelli. “L’obiettivo del Comitato – ha spiegato Errani – è l’integrazione tra le diverse competenze in tema di sicurezza. E’ importante che tutti i soggetti coinvolti, imprese, organizzazioni sindacali e tutti gli enti preposti a funzioni di controllo, costruiscano strategie comuni per raggiungere il risultato di ridurre e abbassare il più possibile gli incidenti, ma anche i rischi per la salute che possono e debbono essere ridotti. Il problema degli infortuni sul lavoro ed in particolare di quelli mortali – ha continuato Errani - è un problema culturale che deve essere affrontato in modo incisivo, tanto più ora che ci si trova in un periodo di crisi dell’economia. Ma proprio per questo non si possono fare passi indietro. Per questo è necessario individuare nuove strategie e non avere paura di innovare”. Il Piano straordinario della formazione per la sicurezza, elaborato in base all’accordo raggiunto nella Conferenza Stato-regioni, individua nella formazione una importante leva di cambiamento dei modelli culturali per migliorare la qualità delle condizioni di lavoro, intese in un senso ampio, comprendendo anche la promozione del benessere psico-fisico dei lavoratori e il miglioramento della qualità della vita lavorativa. I corsi previsti dal Piano verranno realizzati dai soggetti accreditati del sistema formativo, avranno una durata di 16 ore (più eventuali moduli aggiuntivi di lingua italiana per i lavoratori stranieri) e utilizzeranno metodologie didattiche attive, con particolare attenzione ai processi di valutazione, prevenzione e gestione dei rischi. I destinatari degli interventi formativi saranno prioritariamente le categorie più deboli, quali i lavoratori stranieri e i lavoratori stagionali del settore agricoli, ma anche gli imprenditori delle piccole e medie imprese e i lavoratori autonomi e parasubordinati, che operando in organizzazioni di piccole dimensioni non usufruiscono spesso di specifici interventi formativi. Destinatari saranno anche i giovani con meno di due anni di esperienza lavorativa, le rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza, oltre ai presidi e ai dirigenti scolastici, agli insegnanti e docenti della formazione professionale. Il Comitato regionale di coordinamento - E’ composto, oltre che dalla Regione, da Inail, Inps, Direzione regionale del lavoro, Vigili del fuoco ed altre pubbliche amministrazioni coinvolte per le loro specifiche competenze in tema di promozione della salute e della sicurezza del lavoro. Partecipano inoltre al comitato le organizzazioni sindacali del lavoratori e dei datori di lavoro. Integrare le competenze della pubblica amministrazione per rendere più efficace l’attività di vigilanza e per diffondere la cultura della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, semplificare le procedure burocratiche e promuovere la qualificazione delle imprese sono gli obiettivi che il Comitato ha discusso questa mattina. Potenziare l’attività di vigilanza ed integrare le competenze dei diversi enti costituisce uno degli obiettivi del Comitato. Le aziende controllate lo scorso anno in questa Regione sono state 8. 895, cifra che corrisponde all’8% del totale. Il Comitato si propone di incrementare i controlli incrementandoli di un punto percentuale nell’anno corrente e di un altro nel 2010. Ogni ente competente in materia deve svolgere il proprio ruolo, ma deve al contempo collaborare con le altre amministrazioni, al fine di evitare sovrapposizioni e inutili burocratismi. Un’attività di vigilanza che non deve temere l’innovazione e la condivisione del proprio operato. Il personale delle Aziende Usl dedicato all’attività di vigilanza in Emilia-romagna è pari a 550 operatori, un numero di operatori che ci colloca tra le prime regioni in Italia. La semplificazione delle procedure, condividendo le scelte tra le diverse amministrazioni, costituisce un altro degli obiettivi che vengono posti all’ordine del giorno del Comitato, ponendosi l´obiettivo di mantenere soltanto quelli necessari a rafforzare il sistema del lavoro e della sicurezza. .  
   
   
PROGETTO MUOS (MOBILE USER OBJECTIVE SISTEM) : LOMBARDO CHIEDE A BERLUSCONI DI MANIFESTARE AGLI USA IL DISAPPUNTO DELLA SICILIA  
 
Palermo, 17 marzo 2009 – Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, fa proprie le perplessità espresse dall’assessore regionale all’Ambiente, Pippo Sorbello, che aveva bloccato l’iter approvativo del progetto Muos in Sicilia, per carenza di informazioni tecniche relative alle problematiche legate all’elettromagnetismo. Lombardo ha chiesto, infatti, al premier Silvio Berlusconi un intervento ufficiale per manifestare all’amministrazione statunitense “il disappunto per la mancata informazione e la ovvia contrarietà della Regione a che il sistema venga installato”. Nella lettera inviata al presidente del Consiglio e ai ministri della Difesa, Ignazio La Russa, degli Esteri, Franco Frattini, dell’Interno, Roberto Maroni, della Salute, Maurizio Sacconi, e dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, il presidente Lombardo, dopo aver rappresentato che il sito di Niscemi (Cl), scelto dal 41° stormo U. S. Navy per l’installazione del sistema Muos (Mobile User Objective Sistem), è tra le aree ad alto rischio ambientale e oggetto di uno studio epidemiologico da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per la verifica di eventuali connessioni tra stato di salute della popolazione e situazione ambientale, ribadisce che l’area è di particolare pregio ambientale oltre che essere una Riserva Naturale Orientata e Sito di interesse comunitario. “Questa amministrazione - scrive Lombardo - è fortemente preoccupata per la salute delle popolazioni residenti e per le influenze negative che l’impianto possa avere sulla natura, ritenendo necessario essere messa in condizione di poter valutare gli effetti che l’installazione potrebbe determinare”. Il presidente della Regione sottolinea anche che, “a seguito del diniego opposto dalle autorità militari e dal responsabile tecnico, a fornire le minime informazioni relative agli impianti trasmittenti già operanti dichiarando di ‘non essere in loro possesso e comunque secretate dall’attività militare’, ha come diretta conseguenza che viene limitata fortemente, o forse anche vanificata, l’attività di indagine e di studio necessaria”. Lombardo chiede, quindi, al governo italiano “per una corretta informazione sul rischio”, il loro intervento immediato per “manifestare all’Amministrazione statunitense il disappunto per la mancata informazione, l’urgenza della definizione di atti formali indirizzati al recupero delle difficoltà create, e la ovvia contrarietà della Regione a che il sistema venga installato”. .  
   
   
LAZIO: AL VIA PIANO REGOLATORE DI PRIVERNO  
 
Roma, 17 marzo 2009 - La giunta regionale dellazio, su proposta dell´assessore all´Urbanistica Esterino Montino, ha approvato il 13 marzo il primo Piano Regolatore Generale del Comune di Priverno, in provincia di Latina. Il nuovo strumento urbanistico definisce le linee di sviluppo dei circa 5. 600 ettari di territorio comunale dove risiedono oggi circa 14. 000 abitanti. “La Regione Lazio da’ oggi il via libera al primo Prg del Comune Priverno – ha detto Montino - tra i principali obiettivi del Piano voglio ricordare il recupero del centro storico e la salvaguardia dei valori archeologici, monumentali e ambientali del territorio. Ma anche il miglioramento dei servizi pubblici e la riqualificazione delle aree edificate dal dopoguerra agli anni ´90, che saranno dotate di adeguati spazi di verde pubblico e parcheggi; l´individuazione delle aree per le attività produttive e la programmazione delle zone agricole, per consentirne la tutela ed anche il compatibile sviluppo delle attività”. . .  
   
   
CAMPAGNOLI AGLI INDUSTRIALI DELLO’ EMILIA ROMAGNA : UN PATTO PER SUPERARE LA CRISI  
 
Bologna, 17 marzo 2009 - “La crisi è inedita e quindi dobbiamo affrontarla, con strumenti e impegni inediti e straordinari, tutti insieme: imprese, sindacato e istituzioni. L’obiettivo in Emilia-romagna è la sopravvivenza e il futuro di una industria di eccellenza del Made in Italy, a cominciare da quella metalmeccanica”. Lo ha detto, il 12 marzo l’assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli invitato a partecipare all’attivo dei delegati metalmeccanici della Fiom bolognese del settore auto. “Si può fare – ha aggiunto Campagnoli – come dimostrano gli accordi realizzati sin qui dal sindacato in quasi tutte le aziende in difficoltà, e quelli raggiunti con l’impegno della Regione e degli Enti locali per governare la crisi in grandi e significative imprese della regione, evitando già centinaia di licenziamenti. “Ma ora è necessario un accordo e un impegno più generale – ha concluso l’assessore - Per questo la prossima settimana la Regione convocherà un’altra riunione del Tavolo regionale con le associazioni imprenditoriali e sindacali per attivare gli strumenti derivanti dall’accordo Stato-regioni. Alle associazioni imprenditoriali proporremo di utilizzare questi strumenti per salvaguardare le capacità produttive e l’occupazione, evitando il ricorso ai licenziamenti, nelle imprese più grandi e anche in quelle più piccole dell’artigianato, del commercio, della cooperazione nelle quali oggi i lavoratori non hanno tutele sufficienti. Un patto di responsabilità sociale e di politiche industriali e del lavoro per governare la crisi, che potrebbe essere un esempio anche nazionale, come invece non è stato sin qui fatto da parte del Governo. ” .  
   
   
BOLZANO: PRESENTATO IL NUOVO BANDO FSE: 13 MILIONI DI EURO PER IL PACCHETTO ANTICRISI  
 
Bolzano, 17 marzo 2009 - Con un investimento di 13 milioni di euro la Provincia intende finanziare, attraverso le azioni formative del nuovo bando del Fondo sociale europeo 2009-2010, un pacchetto di misure anticrisi a favore di lavoratori e aziende. Il termine per presentare le proposte di progetto scade il 15 aprile 2009: il 13 marzo a Bolzano l´assessore provinciale Barbara Repetto ha illustrato il bando a enti e soggetti interessati. Sul sito internet www. Provincia. Bz. It/fse è stato pubblicato a inizio marzo il nuovo bando Fse di finanziamento di progetti formativi per il biennio 2009-2010. Le opportunità che il bando offre alle imprese in crisi e le novità nelle procedure di accesso ai finanziamenti sono state illustrate a Palazzo Widmann dall´assessore Barbara Repetto e dal Servizio Fse della Provincia. Le azioni formative sono prevalentemente concentrate sugli assi Adattabilità (6,7 milioni €) e Occupabilità (3,6 milioni) del programma operativo provinciale "e sono rivolte ai lavoratori colpiti dalla crisi: è fondamentale garantire loro l´opportunità di non perdere contatto con la realtà aziendale e di utilizzare questa fase di sospensione o rallentamento per migliorare le proprie competenze", ha sottolineato l´assessore Repetto. Da qui il suo invito ad aziende, scuole professionali, centri di formazione "al sostegno di queste persone per puntare al loro ricollocamento. " Il bando prevede infatti di dare priorità a quei progetti di formazione, per imprese e settori che presentano segnali di crisi in Alto Adige, rivolti alla riqualificazione e all’innalzamento delle competenze di lavoratori e degli imprenditori. Parallelamente - e accanto alle misure anticrisi questo è il secondo filone del bando - vengono favoriti i progetti formativi in imprese coinvolte in processi di riorganizzazione della filiera produttiva, della struttura aziendale, di innovazione tecnologica, di riconversione per il risparmio energetico, e in progetti di ricerca e sviluppo, "per dare una spinta all´innovazione", ha detto Repetto. Nella crisi la Provincia considera prioritari gli interventi formativi rivolti a persone over 45 (in particolare donne) e i progetti rivolti ai lavoratori con contratti di lavoro precari, atipici o flessibili (part-time, stagionali, interinali, a progetto). Le risorse del bando vengono impiegate anche per azioni a favore di occupati in settori esposti alla concorrenza internazionale e a fenomeni di delocalizzazione produttiva, per progetti nei settori interessati da processi di ristrutturazione (mobilità, Cigs), progetti che prevedono lo sviluppo del lavoro autonomo o l’avvio di imprese da parte di persone over 50, in particolare per la creazione di nuove imprese sociali. "La Giunta sostiene i progetti di autoimprenditoria - ha confermato l´assessore Repetto - e nella nuova Finanziaria ha inserito un articolo per garantire contributi anche a società costituite da gruppi di lavoratori o a imprese individuali. " Sono previsti anche interventi integrati (orientamento lavorativo, sostegno e accompagnamento) rivolti a disoccupati, inoccupati, lavoratori in Cigo e Cigs, iscritti nelle liste di mobilità. Infine il nuovo bando Fse garantisce finanziamenti anche per i percorsi di accompagnamento finalizzati all’inserimento e al rafforzamento occupazionale che includano la formazione linguistica e professionale, la dimensione familiare, sociale e culturale, con il coinvolgimento di servizi di intermediazione lavorativa. Le prposte di progetto vanno presentate entro le 12 del 15 aprile 2009. .  
   
   
EMIGRATI UMBRI RIUNIONE ANNUALE “CRE”, DA PRESIDENTE LUPINI PROPOSTE PER 2009 E BILANCIO ATTIVITÀ 2008  
 
 Perugia, 17 marzo 2009 – Dare sempre più spazio alle giovani generazioni di umbri residenti all’estero perché possano contribuire da protagonisti alla vita sociale, economica e politica del paese di adozione, mantenere vive e rinnovare le relazioni con i propri luoghi d’origine, anche intensificando gli accordi di programma, i protocolli di intesa, i rapporti di partenariato e gli scambi culturali: sono questi gli obiettivi del Consiglio regionale dell’Emigrazione (“Cre”), riunito da ieri a Palazzo Donini di Perugia per una “due giorni”, al termine della quale saranno votate le proposte per il Piano annuale 2009 in materia di emigrazione, in attuazione della legge regionale n. 37/97. Ai lavori, introdotti dal presidente del “Cre” Pavilio Lupini, hanno partecipato membri delle 32 associazioni rappresentative dei circa 90mila umbri che vivono in Svizzera, Belgio, Germania, Lussemburgo, Francia, Canada, Colombia, Venezuela, Argentina e Brasile. Erano presenti rappresentanti delle associazioni dei Comuni, delle Province e dell’“Arulef” (Associazione regionale umbra lavoratori emigrati e famiglie). “Pur in un contesto economico e finanziario difficile - ha sottolineato Lupini - dobbiamo continuare a sostenere l’attività delle comunità umbre nel mondo. I nostri concittadini residenti all’estero, specie quelli di seconda e terza generazione, possono dire molto sui temi di una equilibrata integrazione, sulla pace e sul recupero del concetto di italianità, inteso come visione di una identità aperta verso culture diverse”. E anche se la Regione non può direttamente incidere in modo risolutivo sul sistema di protezione sociale - ha aggiunto - va incentivata l’influenza degli umbri e degli italiani nel mondo per impegnare il Governo nazionale a definire un miglior sistema di protezione sociale che sia in grado di rispondere ai settori più vulnerabili dell’emigrazione”. Secondo Lupini, nel 2009 sarà importante anche rilanciare il dibattito sul ruolo dell’associazionismo (“Associazioni di Umbri e Amici dell’Umbria che in un contesto di globalizzazione - ha detto - hanno più senso per i nostri giovani, nati e cresciuti in società multietniche”) e sostenere quelle iniziative culturali che “mirino al consolidamento della memoria e al potenziamento di una formazione che dia un’adeguata lettura dell’emigrazione”. Esprimendo un giudizio positivo sull’attività del Consiglio, Lupini ha inoltre ricordato che nel 2008 è proseguita la promozione del “Sistema Umbria” nei settori agroalimentare, commerciale e della cooperazione allo sviluppo e sono stati riconfermati i progetti di diffusione della lingua e della cultura italiana (“con corsi di formazione linguistica e culturale per i giovani di origine umbra residenti nelle aree extraeuropee, in particolare in Argentina, Canada, Venezuela e Colombia”). Grande sostegno – ha ricordato - è stato dato all’organizzazione di soggiorni per anziani umbri residenti in paesi europei ed extraeuropei, alla promozione di eventi culturali (“per presentare l’immagine della nostra regione attraverso la sua storia, le sue tradizioni e le sue eccellenze”), agli stage di enogastronomia umbra per giovani residenti in Europa, chef professionisti e giornalisti specializzati, ad altre iniziative come la partecipazione alla “Settimana umbra in Brasile”, prevista nell’ambito dell’Accordo quadro Regione-ice. Particolare attenzione – ha proseguito Lupini – è stata infine data a tutte quelle iniziative di Istituti ed Associazioni (come il Museo dell’Emigrazione di Gualdo Tadino, il “Premio Pietro Conti”, l’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea ed altri), che hanno l’obiettivo “di tenere viva la memoria storica dell’emigrazione umbra”. La riunione del “Cre”, che è proseguita nel pomeriggio con un incontro sugli “Umbri all’estero: una risorsa per le relazioni internazionali e le politiche di promozione dell’Umbria”, si concluderà domani martedì 17 con un intervento del Rettore dell’Università italiana per Stranieri di Perugia, Stefania Giannini, sul tema della “valorizzazione della cultura e della lingua italiana all’estero” (ore 9. 30) e con una sessione dedicata al valore della memoria, durante la quale, alla presenza dell’autrice Paola Ducato e degli studenti della V E del Liceo Scientifico “Galilei” di Perugia, l’assessore regionale all’Istruzione Maria Prodi e il presidente del ‘Cre’ presenteranno il volume “La terra troppo stretta”. .  
   
   
LA REGIONE CALABRIA SOSPENDE IL BANDO “PIA” FINO AL PROSSIMO TRENTUNO MARZO  
 
Reggio Calabria, 17 marzo 2009 - Il Dipartimento regionale delle Attività Produttive ha sospeso, in via cautelare, fono al prossimo trentuno marzo la graduatoria dei progetti approvati del bando per i “Pacchetti integrati di agevolazione industria, servizi ed artigianato” (Pia). Con lo stesso decreto è stato invitato il soggetto gestore della selezione delle domande, l’Artigiancassa Spa (Gruppo Bnl-paribas), ad approfondire le richieste di riesame amministrativo pervenute alla Regione Calabria da alcune aziende (le domande sul bando sono state quattrocento). Ciò si è reso necessario in quanto il Dipartimento delle Attività Produttive ha rilevato, attraverso propri riscontri nel merito, che esistono interpretazioni diverse da parte di Artigiancassa Spa sulla modalità di calcolo di alcuni parametri contabili e sugli indicatori per le analisi di bilancio riportati nei bandi pubblici di attuazione dei Pia, approvati il 30 giungo 2008 dalla Regione Calabria. “Visto le considerevoli risorse messe a disposizione dalla Regione –ha affermato l’assessore alla attività produttive Francesco Sulla- vogliamo che ad essere agevolati siano i migliori tra i progetti presentati e rispondenti ai requisiti del bando. Allo stesso tempo, proprio per dare la massima trasparenza dell’operato dell’Ente ed evitare un contenzioso pregiudizievole per l’Amministrazione regionale e per le stesse ditte agevolabili, davanti alle richieste di riesame che ci sono state inviate in questi giorni e prima della scadenza dei termini, abbiamo invitato Artigiancassa Spa ad effettuare con professionalità e precisione le verifiche del caso sui progetti e sulla graduatoria, sulla base dell’indice indicato nei bandi pubblici”. L’allungamento minimo dei tempi di scadenza (dal sedici al trentuno marzo) permetterà, così, di tutelare gli interessi legittimi delle imprese che hanno presentato richiesta di riesame, delle ditte utilmente posizionatesi in graduatoria, e della stessa Regione che vuole essere garantita dal soggetto gestore della selezione attraverso precise controdeduzioni. .  
   
   
"UNA SOCIETÀ CHE DISCRIMINA NON PUÒ DIRSI CIVILE": SETTIMANA D´AZIONE CONTRO IL RAZZISMO: IL CENTRO REGIONALE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI HA 144 "PUNTI". AL VIA LA RACCOLTA DELLE SEGNALAZIONI CON IL SISTEMA INFORMATIZZATO DELL´UNAR (UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI).  
 
Bologna, 17 marzo 2009 - Centoquarantaquattro punti territoriali, tra “nodi”, sportelli e “antenne”: è l’ossatura del Centro regionale contro le discriminazioni dell’Emilia-romagna, che si occupa di consulenza e orientamento, prevenzione e monitoraggio. Da Piacenza a Rimini, il Centro può contare su 21 nodi di raccordo distrettuali (che svolgono consulenza legale e mediazione dei conflitti), 95 antenne (per l’attività di sensibilizzazione) e 28 sportelli (per la raccolta di casi e segnalazioni), collocati nelle sedi di uffici comunali, associazioni e sindacati. Recentemente il Centro si è dotato di un sistema informatizzato per la raccolta delle segnalazioni dei casi di discriminazione: sostanzialmente è quello utilizzato dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) del Dipartimento Pari Opportunità che, attraverso una serie di modifiche, è stato adattato alle necessità e alle caratteristiche del Centro regionale. “L’utilizzo del medesimo sistema, reso possibile dalla collaborazione instaurata con Unar, consentirà di raccogliere ed elaborare dati uniformi a livello nazionale e potrà rappresentare un importante punto di riferimento per centri regionali analoghi – spiega l’assessore alle Politiche sociali della Regione Anna Maria Dapporto, in occasione della Settimana d’azione contro il razzismo – . Una società che discrimina non può dirsi civile; pertanto occorre mantenere alta l’attenzione su questi temi. Desidero ricordare che recentemente l’Assemblea legislativa della Regione ha approvato il Programma triennale 2009-2011 per l´integrazione sociale dei cittadini stranieri. Uno strumento importante, che agisce su tre linee: alfabetizzazione, mediazione e antidiscriminazione”. Nel 2008, per il personale dei punti anti-discriminazione sono stati realizzati cinque moduli formativi di base che hanno consentito a 110, tra operatori e operatrici, di acquisire competenze sui temi della discriminazione. Particolare attenzione è andata agli strumenti di ascolto e supporto necessari per accogliere una persona che è stata discriminata o si percepisce come vittima, sullo sviluppo della capacità di identificare e riconoscere la discriminazione e sui riferimenti legislativi. Una serie di giornate specifiche sono state poi dedicate alla formazione per l’utilizzo del sistema informatizzato per la raccolta delle segnalazioni e per la trattazione dei casi. Nel corso del 2009 l’attività del Centro prosegue con l’ampliamento della rete regionale, attraverso l’individuazione di nodi e sportelli nei distretti che ne sono ancora sprovvisti, e l’avvio del monitoraggio con il nuovo sistema. La Settimana d’azione contro il razzismo e lo spot di Mondinsieme Il 21 marzo si celebra la Giornata internazionale contro le discriminazioni, preceduta dalla Settimana d’azione contro il razzismo (16-21 marzo). Oltre a numerose iniziative organizzate dagli enti locali, fino a sabato emittenti televisive regionali, cinema e multisale manderanno in onda lo spot “Primavera senza razzismo” realizzato dal Centro interculturale Mondinsieme di Reggio Emilia. .  
   
   
POLITICHE PER LA FAMIGLIA: MOLINARO A CONVEGNO SU CONSULTORI  
 
Udine, 17 marzo 2009 - "I consultori familiari non devono essere autoreferenziali, vanno aggiornati e monitorati per essere davvero al servizio della comunità. ´No´ a consultori familiari sanitarizzati". Questa la ricetta dall´assessore regionale alle Politiche per la Famiglia, Roberto Molinaro, indicata il 13 marzo ad Udine, al convegno "Il consultorio familiare dal passato al futuro" organizzato dal Cif (Centro Italiano Femminile) della provincia di Udine. Molinaro ha motivato la sua tesi con il cambiamento del tipo di domanda di aiuto che viene rivolta ai Consultori dai cittadini e sulla base dei dati relativi alle modalità di accesso e alle casistiche dei servizi erogati dai 23 consultori pubblici esistenti nel Friuli Venezia Giulia. In tali strutture 151 operatori erogano assistenza ai cittadini per circa 5. 500 ore la settimana. L´assessore Molinaro si è altresì richiamato all´esigenza di realizzare una rete di servizi integrata, al fine di estendere sul territorio le potenzialità dei consultori e di operare un´effettiva sinergia tra consultori pubblici e privati. Come ha infatti ribadito, "sono decisamente cambiate oggi le condizioni familiari e la situazione delle diverse fasce sociali della nostra società". Sempre secondo alcuni dati illustrati da Molinaro, nel Friuli Venezia Giulia sono in crescita le coppie che vanno in crisi dopo due o tre anni di matrimonio. Un preciso sintomo di come, ha affermato, "giovani e non giovani giungano impreparati alla vita coniugale, mentre proprio i consultori dovrebbero invece avere svolto anche questa funzione propedeutica alla convivenza matrimoniale". Ecco dunque emergere la necessità di accrescere la funzionalità dei consultori esistenti, anche alla luce delle nuove richieste di sostegno psicologico, che a volte purtroppo divengono palesi solo dopo drammatici fatti di cronaca. Per Molinaro, che si è richiamato alla consultazione avviata dall´assessore regionale alla Salute Vladimir Kosic sul "Libro Verde", propedeutico alla stesura del Piano socio-assistenziale 2010-2012, occorre dunque rafforzare il sostegno dei consultori. Molinaro ha anche dettagliato alcuni dati sull´attività dei consultori pubblici, per rilevare come sia differenziata l´offerta di assistenza sul territorio regionale. Nel 2008 si sono rivolte ai consultori il 0,6 per cento della popolazione femminile (fascia d´età 20-64 anni) residente nella provincia di Trieste, lo 0,3 per cento in provincia di Udine, lo 0,4 per cento in provincia di Gorizia e lo 0,5 per cento in quella di Pordenone. Sempre nell´anno passato, ai consultori del Friuli Venezia Giulia si sono rivolte 27. 800 persone e sono state erogate 39 mila prestazioni assistenziali, delle quali circa il 3 per cento erano relative all´adozione e all´affido, circa il 16 per cento inerenti conflittualità familiari, maltrattamenti e problemi psichiatrici, il 53,6 per cento concernenti problemi legati alla sfera femminile e alle interruzioni di gravidanza, il 26,4 per cento in funzione del cosiddetto "percorso nascita". Il convegno è stato aperto dai saluti del sindaco di Udine, Furio Honsell, dell´assessore provinciale alle Politiche per la Famiglia Adriano Piuzzi e del direttore dell´Azienda sanitaria n. 4 Danilo Spazzapan. I lavori sono stati introdotti dalla presidente provinciale del Cif, Sandra Nobile, e moderati dalla psicologa Marisa Romanello. .  
   
   
PARI OPPORTUNITA´ VERCELLI. SOTTO I PORTICI DI PIAZZA CAVOUR PARLA L´ALTRA FACCIA DELLA FAMIGLIA  
 
Vercelli, 17 marzo 2009 - Dopo Torino giunge a Vercelli, e si ripetera´ durante l´anno nei capoluoghi di Provincia, il primo grande evento di piazza sulla violenza domestica. Con un allestimento dal fortissimo impatto emotivo, la Regione Piemonte dà voce a un problema sommerso: il 70% degli stupri è opera di partner e il 96% delle donne vittima non sporge denuncia. La Regione Piemonte “mette in piazza” un problema sociale che è poco conosciuto dall’opinione pubblica, ma che coinvolge milioni di persone. 150 sagome femminili di colore viola e bianco , ad altezza e grandezza naturale, circondano, il 13 marzo, piazza Cavour con il compito di far emergere dal silenzio le storie vere , raccolte con la collaborazione delle forze dell’ordine, dei servizi e delle associazioni, di donne che in Italia hanno subito abusi, percosse, vessazioni e ricatti economici e psicologici fra le mura della propria casa. L’evento dal titolo “Voci nel Silenzio” è, in assoluto, il primo in Italia sul tema della violenza domestica ad avere una dimensione e un impatto popolare. L’iniziativa, che si rivolge innanzitutto ai giovani, è partita a inizio marzo da Torino e, dopo la tappa a Vercelli, giungerà il 21 marzo a Novara, per toccare, nel corso dell’anno, gli altri capoluoghi di Provincia e, poi, concludersi il 25 novembre, in concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. «La Regione Piemonte - spiega la Presidente, Mercedes Bresso - da anni è impegnata nel promuovere e tutelare i diritti delle donne sia sul piano normativo che progettuale e sta intensificando gli interventi per prevenire e contrastare il fenomeno della violenza nei loro confronti ». « L’iniziativa – spiega Giuliana Manica , assessore alle Pari Opportunità - rientra nelle azioni previste dal Piano regionale contro la violenza alle donne e per il sostegno alle vittime approvato nel 2008 che propone politiche ed interventi puntuali e coordinati in ambito sociale, sanitario, educativo ed informativo, coinvolgendo come referenti diretti le Province e, allo stesso tempo, trasversalmente tutti i soggetti che intervengono nei diversi settori ». Secondo i dati stimati dall’Istat a livello nazionale, il 32% delle donne ha subito almeno una volta, durante la propria esistenza, una violenza fisica o sessuale, il 70 % degli stupri è opera del partner e il 96% delle vittime non denuncia gli aggressori . I numeri del fenomeno sono confermati in Piemonte dalla recente indagine, svolta dalla Consulta delle Elette insieme all’Ordine dei giornalisti, che dimostra come il 36% degli abusi denunciati sia compiuto, nella nostra regione, in casa e un altro 33% sia comunque opera di un conoscente. L’obiettivo dell’iniziativa organizzata dalla Regione Piemonte , in collaborazione con il Comune, la Provincia di Vercelli , le Istituzioni Regionali di Parità e l’ Ufficio Scolastico Provinciale , oltre al patrocinio del Ministro per le Pari Opportunità, del Segretariato Sociale Rai e dell’ Università del Piemonte Orientale, è, innanzitutto, quello di parlare ai giovani e al grande pubblico. “Voci nel silenzio” punta su un allestimento di grande impatto emotivo per spiegare che cosa è la violenza domestica, smascherare i pregiudizi intorno al fenomeno e promuovere un cambiamento di mentalità capace di prevenire i comportamenti violenti. Accanto alle sagome, sotto i portici di piazza Cavour, allestiti, anche pannelli e punti informativi , con la distribuzione di materiali di approfondimento , per far conoscere gli strumenti concreti per contrastare gli abusi familiari e fornire indirizzi utili a chi ne è vittima. A dare inizio, invece, alla “Maratona di lettura” per ascoltare le voci nel silenzio, storie e testimonianze sul tema della violenza domestica, gli studenti degli Istituti Superiori della provincia di Vercelli, intervallati da intermezzi musicali e coordinati dagli studenti dei percorsi formativi di teatro. Li seguono le Autorità presenti: l’Assessore alle pari Opportunità della Regione Piemonte Giuliana Manica , il presidente della Provincia di Vercelli, Renzo Masoero , il Sindaco Andrea Corsaro , il Prefetto Pasquale Minunni, il Questore Francesco Calvanese , l’onorevole Roberto Rosso , Il Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Paolo Garbarino, Il Direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale , Antonio Catania, gli Assessori alle Pari Opportunità della Provincia e del Comune , Marco Fra e Ketty Politi, La Consigliera Provinciale di Parità , Valeria Picco Codebò. Presenti anche esponenti del mondo dello sport, gli olimpionici Giovanni Pellielo ed Enrico Pozzo, con il Presidente del C. O. N. I. Provinciale, Paolo Sangrigoli, oltre al p residente dell’Ascom provinciale Antonio Bisceglia, il presidente della F. I. V. A. Regionale Paolo Tofi Portano un contributo alla lettura anche esponenti di enti, associazioni pubbliche e private, giornalisti e operatori del territorio. Nel pomeriggio, poi, laboratori di confronto con testimoni privilegiati per stimolare la discussione e prefigurare percorsi di sostegno alle vittime di violenza. Da Dove Nasce L’idea Di “Voci Nel Silenzio” - - L’iniziativa s’ispira liberamente al Format “Silent Witness – Testimoni Silenziose”, nato nel 1990 negli Usa per iniziativa di un gruppo di artiste e scrittrici. Con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla violenza domestica, furono esposte 26 sagome rosse ciascuna delle quali riportava il nome e la storia di una delle donne morte negli Usa nel 1990 a causa degli abusi subiti fra le mura di casa. L’iniziativa della Regione Piemonte trae spunto dal Format internazionale, innovandone i contenuti. Alla denuncia delle morti per violenza domestica, ripresa dal Format ed esposta sulle sagome viola, “Voci nel silenzio” affianca le storie “bianche” di donne sopravvissute grazie all’aiuto dei servizi e delle forze dell’ordine. Con “Voci nel silenzio” la Regione Piemonte lancia un messaggio positivo, di speranza, per tutte le donne che non sono ancora uscite dalla spirale di violenza, per tutte le persone responsabili di atti di violenza e per quanti vorranno offrire il proprio supporto nell’aiutare le vittime a denunciare gli abusi. “Voci nel Silenzio” è infine l’occasione per presentare le linee di intervento contenute nel Piano Regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e il sostegno delle vittime, prima fra tutte l’istituzione del Centro di Coordinamento regionale che, già a partire del novembre 2008, si sta occupando di monitorare il fenomeno e di costruire una rete organizzata fra i soggetti che operano sul territorio. .  
   
   
VIOLENZA DOMESTICA, I GINECOLOGI ALLEATI DELLE DONNE “IL NEMICO È IN CASA: AIUTIAMO LE NOSTRE PAZIENTI A DENUCIARE” NON CALANO GLI EPISODI DI ABUSO CONSUMATI IN FAMIGLIA: 1.430 LE VITTIME IN ITALIA NEL 2008  
 
 Roma, 17 marzo 2009 – “La violenza sulle donne continua a rappresentare la principale minaccia alla loro salute, fisica e psichica: sono più di mezzo milione (520mila) quelle dai 14 ai 59 anni che nel corso della loro vita hanno subito una violenza tentata o consumata, il 3% del totale in quella classe d’età – questo il commento di Giorgio Vittori, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), ai dati presentati da “Telefono Rosa”, che confermano un fenomeno purtroppo risaputo: sempre più spesso l´autore della violenza si nasconde in casa -. Ecco perché il ginecologo può giocare un ruolo cruciale, nel sostenere la donna e aiutarla a denunciare gli abusi. Spesso lo specialista affianca la paziente per molti anni, dall’adolescenza alla menopausa in tutte le più importanti tappe della vita e ne conosce da vicino anche la famiglia e il contesto sociale. Ed è proprio in questo contesto che maturano gran parte degli episodi di violenza: i più difficili da denunciare, quelli che vedono la donna due volte vittima. In genere l’abuso domestico è reiterato e avviene in situazioni all’apparenza “normali” da parte di impiegati, operai e professionisti (nel 53% dei casi l’autore è il partner). È quindi una forma continua e quasi "civilizzata" di violenza, espressione non tanto di forza bruta quanto di un contesto sociale che “tollera” la sottomissione e l’umiliazione di chi viene considerato più debole, in questo caso le donne. Noi ginecologi siamo convinti di poter rappresentare una sponda importante per le nostre pazienti, a cui leggiamo negli occhi e nel corpo i soprusi subiti. Il nostro ruolo non è tanto, o non solo, intervenire su organi che devono essere curati ma soprattutto proporci come "investigatori colti" alla ricerca della causa del disagio e della giusta terapia. Senza contare che spesso siamo chiamati a seguire la donna in una “non malattia”, come nel caso della gravidanza, della salute riproduttiva, della menopausa. La comunicazione rappresenta il nostro principale strumento diagnostico. Il ginecologo informa, educa, consiglia. Quindi può e deve intervenire anche nelle storie di violenza: non solo quando richiede cure mediche, ma anche se si esplicita come una malattia relazionale, di abuso nei confronti di un’altra persona ritenuta di minor valore. Come Società scientifica che raccoglie la gran parte dei ginecologi italiani - conclude il prof. Vittori - vogliamo quindi impegnarci attivamente con una campagna articolata per aumentare la sensibilità fra i nostri soci su questo tema, e la consapevolezza degli interventi da mettere in atto quando si riscontra un episodio a danno di una paziente. Ma anche e soprattutto per portare questa questione in evidenza e denunciarla con forza, così da promuovere un cambiamento culturale profondo. Un obiettivo che risponde alla nostra mission più autentica: ridare valore “al femminile” a 360 gradi”. .  
   
   
QUALI RISCHI INCONTRANO LE DONNE NEL MONDO DEL LAVORO?  
 
Milano, 17 marzo 2009 - Lo Spazio Rosa della Provincia di Milano, propone un seminario informativo gratuito sul tema della tutela della donna contro gli Infortuni sul Lavoro, in collaborazione con Inail Istituto Nazionale per l’Assicurazione . Quali sono gli infortuni a cui le donne vanno maggiormente incontro nel mondo del lavoro? Quali sono le malattie professionali e quali i settori lavorativi più a rischio? Come prevenire gli infortuni? A chi rivolgersi in caso di infortunio o malattia professionale? A queste e ad altre domande risponderanno gli esperti Inail nell’incontro gratuito rivolto a donne italiane e straniere residenti nel territorio di Milano e Provincia. Mercoledì 18 marzo 2009 dalle ore 17. 00 alle ore 19. 00 presso Urp P. Zza Castello - Milano Poiché i posti disponibili sono solo 25 si prega di iscriversi Per informazioni e iscrizioni: Spazio Rosa Tel 02/77405482 spaziorosa@provincia. Milano. It da lunedì a giovedì 9-13; 14-16 il venerdì 9-12 .