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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Settembre 2010
UE: FAR SÌ CHE IL MERCATO INTERNO FUNZIONI: GLI SFORZI DEGLI STATI MEMBRI PER REALIZZARE IL MERCATO INTERNO NON DEVONO ARRESTARSI  
 
Bruxelles, 27 settembre 2010 - Gli Stati membri continuano a recepire le norme del mercato interno negli ordinamenti nazionali, ma la tendenza positiva degli ultimi anni si è arrestata secondo il più recente “Quadro di valutazione del mercato interno” della Commissione europea. In media lo 0,9% delle direttive del mercato interno i cui termini di attuazione sono scaduti non è attualmente recepito nel diritto nazionale, contro lo 0,7% del marzo 2010. Ciò significa che gli Stati membri riescono ancora a cogliere sia pur di poco l’obiettivo dell’1,0% stabilito dai capi di stato e dal governo nel 2007. Riguardo all’applicazione della legislazione Ue, si assiste a una lieve diminuzione del numero di infrazioni rispetto a 6 mesi fa. Data l’importanza della mobilità dei cittadini nel mercato interno, una sezione del Quadro di valutazione si occupa dell’effettiva applicazione delle norme Ue nel campo del reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali. Michel Barnier, commissario al Mercato interno e ai servizi, ha dichiarato: “Se vogliamo fruire di tutti i vantaggi del mercato interno, è essenziale che gli Stati membri attuino - tempestivamente e correttamente - le norme europee volte a far sì che il mercato interno funzioni. Dal Quadro di valutazione odierno emerge che nonostante la buona condotta di molti Stati membri, altri devono accelerare la propria attività. Il Quadro di valutazione è utile per tracciare un quadro preciso e completo delle situazioni locali; si possono così affrontare proprio le questioni ancora da risolvere insieme agli Stati membri.” Attuazione delle direttive sul mercato interno - Il deficit medio Ue di recepimento (percentuale di direttive del mercato interno non recepite in tempo dagli ordinamenti nazionali) dei 27 Stati membri è aumentato dello 0,2% attestandosi ora allo 0,9%. Complessivamente, raggiungono l’obiettivo dell’1% 18 Stati membri, di cui 8 hanno migliorato o uguagliato il loro deficit di recepimento rispetto a 6 fa: Danimarca, Malta, Slovacchia, Finlandia, Slovenia, Belgio, Regno Unito e Irlanda. Danimarca e Malta sono in prima posizione tra gli Stati “virtuosi”: solo 3 direttive attendono ancora di essere recepite. 9 Stati membri mancano l’obiettivo dell’1% di recepimento: Austria, Italia, Francia, Cipro, Repubblica ceca, Lussemburgo, Polonia, Portogallo e Grecia. A parte Austria e Italia, tutti gli altri Stati membri hanno aumentato la mole del lavoro di recepimento arretrato. Rispetto a 6 mesi fa, il ritardo medio di recepimento a livello Ue è aumentato di 2 mesi. Oggi, occorrono in media 7 mesi in più per recepire le direttive Ue dopo la scadenza del termine di recepimento. 21 Stati membri sono riusciti a ridurre i loro ritardi medi di recepimento. I miglioramenti più vistosi si registrano in Spagna, Italia e Slovacchia. Infrazioni - Il numero complessivo di procedure d’infrazione relative al mercato interno è diminuito del 2,1% rispetto a 6 mesi fa. “Fiscalità e unione doganale” e “Ambiente” restano i settori in cui avviene il maggior numero di infrazioni. Rispetto agli anni precedenti, la classifica delle procedure d’infrazione aperte è mutata. Oggi, il Belgio causa il maggior numero di procedure d’infrazione, seguito dalla Grecia. Le rilevazioni effettuate nell’ambito del Quadro di valutazione del mercato interno riguardano la legislazione a quest’ultimo afferente. Il “Quadro” stesso non va messo sullo stesso piano con la valutazione effettuata dalla Commisisone europea, su base annua e che sarà pubblicata la settimana prossima, sulla situazione complessiva del recepimento e delle procedure d’infrazione per l’intera legislazione europea. Tabella dello stato di recepimento delle direttive sul Mercato Interno - Il Quadro di valutazione presenta per la prima volta una tabella di attuazione che illustra il grado di conformità degli Stati membri con la messa in atto e l’applicazione della legislazione sul mercato interno. Perché le norme siano efficaci, non basta la tempestività del recepimento. Ciò che importa invece è la correttezza con cui esse sono recepite e applicate (v. Allegato). La tabella mostra che Malta, Lettonia e Slovenia sono gli Stati membri più virtuosi. Resta il fatto che presso quasi tutti gli Stati membri esiste almeno un aspetto cui sarebbe necessario prestare maggior attenzione: quello del numero di direttive non correttamente recepite. Si noti che questo aspetto è presente anche in Stati membri che evidenziano deficit di recepimento relativamente bassi. Ciò significa che ai fini dell’efficacia delle norme esse devono essere correttamente recepite e anche correttamente attuate. Un aspetto centrale: il riconoscimento delle qualifiche professionali - Le indagini mostrano che i cittadini non si attendono problemi con il riconoscimento delle loro qualifiche professionali quando vanno a lavorare in un altro Stato membro. Ma la realtà in questo caso è ben diversa. Nel 30% dei casi riferiti alla Commissione, le domande di riconoscimento delle qualifiche professionali sono state inizialmente respinte oppure i richiedenti hanno dovuto sottoporsi a prove supplementari o inoltrare vari appelli. Il Quadro di valutazione mostra un’ampia gamma di posizioni tra gli Stati membri. Recepire la direttiva sulle qualifiche professionali (2005/36/Ce) negli Stati membri è stato veramente problematico: alla Commissione sono state notificate circa 1200 misure di recepimento e, d’altro canto, alcuni Stati membri (Austria, Lussemburgo, Grecia) hanno accusato lunghi ritardi. Il Quadro di valutazione indica che il sistema d´informazione del mercato interno (Internal Market Information System - Imi)) è largamente usato nella cooperazione amministrativa ai fini della direttiva sulle qualifiche professionali. Imi è uno strumento elettronico multilingue che permette alle autorità scambi di informazioni facili e veloci, che ottimizza quindi le procedure di riconoscimento. Ad esempio, le autorità possono usare Imi per verificare facilmente i diplomi. Nel 71% di tutte le richieste di informazioni, gli Stati membri hanno risposto in 2 settimane. Il testo integrale del più recente Quadro di valutazione del mercato interno è disponibile al seguente indirizzo: http://ec.Europa.eu/internal_market/score/index_en.htm    
   
   
WORKSHOP "LE SFIDE PER LA COESIONE SOCIALE NELLE CITTÀ E INTERVENTI DI INNOVAZIONE SOCIALE"  
 
Bruxelles, 28 settembre 2010- Il workshop intitolato "Le sfide per la coesione sociale nelle città e le risposte di innovazione sociale" si terrà il 7 ottobre presso il Centro Borschette, a Bruxelles (Belgio). Il seminario esaminerà le sfide alla coesione sociale in città da una prospettiva integrata, nonché come le strategie socialmente innovative possono essere efficaci nella lotta contro l´esclusione sociale. Oltre a presentare i risultati delle varie reti finanziate dal tema delle Scienze socioeconomiche e scienze umane (Ssh) del programma quadro di ricerca dell´Ue, il workshop analizzerà anche le modalità di come la politica di coesione può contribuire alla lotta contro l´esclusione sociale. L´evento è organizzato nel quadro degli Open Days 2010 dell´8° Settimana europea delle regioni e delle città, co-organizzata dalla direzione generale Politica regionale della Commissione europea e dal Comitato delle regioni. Il tema generale della Open Days 2010, che si svolgerà dal 4 al 7 ottobre, è "Europa 2020: competitività, cooperazione e coesione per tutte le regioni". Per ulteriori informazioni, visitare: http://ec.Europa.eu/regional_policy/conferences/od2010/index.cfm?nmenu=1&sub=100    
   
   
RIQUALIFICAZIONE DEI PAESI: LAIMER VICEPRESIDENTE DELL´ASSOCIAZIONE EUROPEA  
 
 Bolzano, 28 settembre 2010 - L´assessore provinciale all´ambiente, energia e urbanistica Michl Laimer è il nuovo vicepresidente della Comunità di lavoro europea per la riqualificazione dei paesi e lo sviluppo del territorio. Laimer è stato eletto nel fine settimana a Campo Tures dall´assemblea dell´Associazione: un riconoscimento per il ruolo di battistrada che l´Alto Adige riveste nello sviluppo sostenibile dei paesi. Nella sua nuova carica, l´assessore Laimer lavorerà a contatto con il governatore dell´Austria inferiore Erwin Pröll, presidente della Comunità di lavoro europea per la riqualificazione dei paesi. La nomina di Laimer è dovuta anche al fatto che "l´Alto Adige e i suoi Comuni sono all´avanguardia in Europa nello sviluppo sostenibile dei piccoli centri", spiega Theres Friewald-hofbauer, Segretaria generale dell´Associazione. L´assessore Laimer ha ribadito, in occasione dell´assemblea di Campo Tures, che "se vogliamo avere paesi con prospettive certe, bisogna coinvolgere nello sviluppo tutti i settori della vita sociale e dell´economia e combinare questo impegno con le funzioni culturali ed ecologiche del territorio." In concreto, Laimer punta al rafforzamento delle filiere corte, alla rivitalizzazione dei piccoli centri storici e a un uso oculato delle risorse. Secondo Laimer, i singoli paesi devono costruirsi una propria identità, "che punti sulle particolarità e sull´unicità della località, coinvolgendo tutti i gruppi di popolazione."  
   
   
SLOVENIA, RICAVI INDUSTRIALI IN CALO A LUGLIO  
 
Lubiana, 28 settembre 2010 - I ricavi industriali della Slovenia hanno subito un calo durante il mese di luglio, rispetto ai volumi riscontrati nel precedente mese di giugno. I ricavi hanno infatti subito una contrazione di 2,3 punti percentuali su base mensile, pur risultando in crescita di 11,1 punti percentuali su base annua. Nei primi sette mesi del 2010, i ricavi dei settori industriali hanno conseguito una crescita di 9,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.  
   
   
NUOVA PANSAC: AL MSE COMINCIATO UN POSITIVO PERCORSO  
 
 Roma, 28 settembre ’10 - Per la Nuova Pansac si è cominciato un percorso positivo per superare i problemi produttivi ed occupazionali. Al Ministero dello Sviluppo Economico, infatti, si è svolto un nuovo incontro con i vertici dell’azienda veneta, leader mondiale nel settore dei materiali plastici speciali, con circa 800 dipendenti negli stabilimenti di Mira e Portogruaro (Venezia), Ravenna e Zingonia (Bergamo), per esaminare le prospettive che si stanno delineando, soprattutto per quanto riguarda produzione e occupazione. In particolare, i nuovi responsabili della gestione aziendale hanno presentato un piano per la ristrutturazione del debito che è stato approvato dalle banche e da molti altri creditori ed ora deve passare al vaglio del Tribunale Civile di Milano. Ciò consente di evitare sia il fallimento che il ricorso alla amministrazione straordinaria. Il responsabile della Task Froce Aziende in crisi del Ministero, Giampietro castano, ha sottolineato che “è importante che le Organizzazioni Sindacali e le istituzioni locali, che assieme al Mse hanno operato da mesi per il salvataggio di questa azienda, abbiano apprezzato il lavoro svolto per salvare l’occupazione e per dare rassicurazioni ai fornitori e, soprattutto, alla clientela che si rivolgeva a Nuova Pansac”. Ora, ha concluso Castano, “si dovrà operare per incrementare i volumi di produzione ed assorbire la maggior parte degli occupati ancora in cassa integrazione guadagni straordinaria”. Un nuovo esame della situazione è previsto tra qualche settimana, quando il Tribunale Civile avrà approvato il piano relativo al consolidamento del debito e si potrà quindi iniziare ad affrontare concretamente i piani produttivi e di sviluppo del business.  
   
   
BANCHE: IMMIGRATI, IN ITALIA 1.500 EURO PER RIMESSA, 7 VOLTE LA MEDIA GLOBALE IL VALORE DI OGNI TRANSAZIONE, PARI A 1.543 EURO, SUPERA DI GRAN LUNGA I 220 EURO RILEVATI A LIVELO INTERNAZIONALE.  
 
Roma, 28 settembre 2010 - Gli immigrati che trasferiscono somme all’estero preferiscono utilizzare le banche per importi sopra il migliaio di euro rispetto agli altri canali, per i quali transitano rimesse di entità assai più ridotta ma con frequenze assai maggiori. Nel 2009 il sistema bancario italiano ha intermediato un volume complessivo di rimesse pari a 210,05 milioni, per un totale di 92.020 operazioni. L’ammontare medio di ogni transazione (1.543 euro) è quasi sette volte superiore al dato rilevato a livello internazionale (circa 223 euro, pari a 300 dollari). È quanto emerge dal Rapporto Abi-cespi 2010, la periodica indagine sull’offerta di servizi e prodotti bancari per la clientela immigrata riferita al 2009 ed effettuata su un campione di istituti italiani aderenti all’Abi che rappresentano il 63% degli sportelli complessivi del sistema (75% del totale attivo). Oggetto della rilevazione sono gli stranieri appartenenti alle prime 21 nazionalità, ovvero l’88% dei 3,89 1 milioni di immigrati presenti in Italia al 31 dicembre scorso. Si conferma dunque un’indicazione già emersa nel corso delle precedenti indagini Abi-cespi: i migranti ricorrono alla banca italiana per trasferimenti di ammontare elevato, generalmente oltre mille euro, rispondendo a esigenze e funzionalità diverse dalla rimessa cosiddetta tradizionale, inviata periodicamente ai familiari tramite altri canali. I paesi verso cui gli istituti canalizzano i maggiori flussi di rimesse dall’Italia sono Marocco e Romania, seguiti da Moldova, Brasile e Albania.
Nazionalità Volumi complessivi (in euro) Numero di transazioni Volumi medi per transazione (in euro)
Marocco 27.649.945 28.641 1.593
Romania 22.313.137 15.068 1.718
Moldova 15.207.307 6.714 2.265
Brasile 10.174.958 6.557 1.552
Albania 8.409.698 1.698 4.953
Ucraina 5.895.196 3.026 1.948
India 5.851.372 1.461 4.092
Senegal 2.293.749 1.389 1.916
Bangladesh 1.658.027 642 3.329
Perù 1.434.445 560 2.717
Ecuador 1.060.833 477 2.257
Filippine 895.145 438 2.126 1.543
Volume medio
Dalle rimesse ai conti correnti: negli ultimi due anni l’indagine Abi-cespi ha rilevato, pur in un contesto di crisi, un ulteriore aumento dei conti correnti intestati agli immigrati, passati da 1,404 milioni a 1,514 (+7,9%). Nel frattempo gli immigrati residenti nel nostro Paese sono divenuti 3,891 milioni (+32,4% rispetto al 2007). Il marcato aumento della popolazione straniera, cresciuta con un tasso quattro volte superiore al numero dei conti correnti intestati ai migranti, ha leggermente abbassato il tasso di bancarizzazione: dal 67% del 2007 al 61% di fine 2009. Va tuttavia rimarcato che il processo di bancarizzazione è strettamente connesso al tempo di permanenza in Italia: è dunque ragionevole ipotizzare che il processo non avvenga immediatamente all’ingresso nel nostro paese, ma richieda un arco temporale minimo - stimato in almeno cinque anni - per acquisire una prima, pur se ancora precaria, stabilità economica e lavorativa, perché si avverta il bisogno di un rapporto bancario e si abbiano i documenti necessari per l’accesso in banca. L’immigrato si rivolge alla banca in prevalenza con l’obiettivo di aprire un conto corrente per esigenze familiari. Aumentano costantemente, tuttavia, gli imprenditori stranieri bancarizzati. A fine 2009 i titolari di un conto corrente erano 52.924, ovvero il 3,5% del totale dei correntisti immigrati. Si tratta di clienti consolidati, visto che il 20% ha un c/c da più di cinque anni, con un indice di fedeltà peraltro superiore rispetto a quello osservato nel segmento di clientela ‘retail’ (dove il 18% ha un c/c da più di cinque anni), cui è riconducibile il 96% dei conti correnti intestati a stranieri residenti in Italia. Per quanto riguarda i finanziamenti, un correntista su tre ha avviato un rapporto di credito con la banca. E i prestiti (34% del totale) prevalgono sul credito immobiliare (28%). A fine 2009 il 47% dei piccoli imprenditori immigrati titolari di un conto corrente aveva un finanziamento in corso, con una distribuzione equilibrata fra scadenze a breve (48% del totale) e a medio-lungo termine (52%). Restringendo l’ambito d’indagine a un panel di dati perfettamente omogeneo (sette gruppi bancari del sistema, in rappresentanza del 56% del totale degli sportelli del sistema, e le prime 13 nazionalità di provenienza) emergono peraltro ulteriori trend in tema di imprenditorialità straniera. Tra 2007 e 2009 nel segmento ‘small business’ (ditte individuali, anche artigiane; imprese con meno di dieci addetti e fatturato non superiore a 2 milioni; enti senza finalità di lucro) si è manifestato un fortissimo aumento dei conti correnti (da 13.812 a 22.422, +62%) a fronte di una sostanziale stabilità della quota di piccoli imprenditori immigrati bancarizzati sul totale dei clienti immigrati (4,5% nel 2007 e 4,1% nel 2009). Il dato sembra costituire un indizio circa un possibile effetto della crisi finanziaria sulla popolazione migrante che ha combattuto la precarietà, quando non la disoccupazione, rischiando in proprio con l’avvio di piccole attività imprenditoriali.
 
   
   
FORMIGONI: SUSSIDIARIETÀ È VALORIZZARE LA BIG SOCIETY LEZIONE AI GIOVANI DELLA FONDAZIONE COSTRUIAMO IL FUTURO  
 
 Milano, 28 settembre 2010 "La sussidiarietà è saper cogliere non soltanto l´individuo e lo Stato, ma la trama creativa che è data da quella che qualcuno chiama la società civile e che noi chiamiamo i corpi sociali intermedi". Così il 25 settembre il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, spiega il metodo della sussidiarietà: l´occasione è la prima lezione della scuola di politica organizzata a Monticello Brianza dalla Fondazione Costruiamo il futuro presieduta dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. Sul palco dei relatori, accanto al presidente, Lorenza Violini, professore di diritto costituzionale all´Università di Milano. Il Primato Dello Stato Su Tutto - Per Formigoni la sussidiarietà orizzontale non è riconducibile a "ideologia o a un principio astratto: è un metodo con cui leggere la realtà". Tutto ciò - prosegue - "è un´impresa complessa perché veniamo da un secolo di dominio incontrastato di una concezione diametralmente opposta. Siamo figli degli illuministi e dell´hegelismo che ha affidato allo Stato il primato su tutto. E siamo figli, in particolare, di secoli di storia in cui ha dominato l´antropologia negativa dell´homo homini lupus. Lo statalismo nasce proprio dalla sfiducia nei confronti di ciò che la persona può compiere se lasciata fare da sola". Per Un´antropologia Positiva - Tutt´altro orizzonte è quello di chi - dice Formigoni - "guarda alla persona con un atteggiamento di fiducia. Noi siamo quelli che stanno dalla parte della società: nella nostra concezione lo Stato e la politica sono al servizio del primato della stessa società. Tra individuo e Stato non c´è il nulla, ma tutto quanto la persona crea, perché la persona è un soggetto relazionale. La persona è rapporto, capacità di interloquire: crea, lavora, genera, ha amici, soci e compagni". La Big Society Di Cameron - La politica sussidiaria, dunque, è tanto più efficace quanto sa guardare a quella fitta trama di imprenditori, artigiani, giovani, famiglie, soggetti non profit e aggregazioni di interesse, quella che - rimarca il presidente della Regione - "il primo ministro inglese David Cameron chiama big society. Gli inglesi parlano di grande società, noi utilizziamo il termine sussidiarietà. Il criterio da seguire è semplice: se quello che stiamo facendo mette in moto la creatività delle persone, è giusto farlo. La sussidiarietà ha bisogno di due polarità: la società ricca di iniziative e un governo che la valorizzi". I Risultati Di Regione Lombardia - Tra le declinazioni pratiche del metodo della sussidiarietà in Regione Lombardia Formigoni cita il buono scuola e la riforma della sanità, in cui è stato scommesso - rispettivamente - sulla centralità e sul protagonismo delle persone e su un´offerta di servizi fatta da soggetti pubblici e da privati accreditati: "Il buono scuola nacque dalla volontà di riconoscere quello che le persone facevano per dare un´educazione ai giovani: esso rappresentava e rappresenta un bene più grande per la società". Dal Federalismo Alla Sussidiarietà - Non esiste, tuttavia, solo la dimensione orizzontale della sussidiarietà ma anche quella verticale tra Stato e autonomie: in questo percorso si inserisce - ricorda Formigoni - il lavoro compiuto dalla Regione per "costruire un rapporto con le filiere locali: con questo spirito abbiamo fatto, ad esempio, la riforma delle comunità montane. Questo stesso percorso ci fa guardare alla riforma federalista come a un´occasione per valorizzare la realtà e passare i poteri dall´amministrazione centrale alla società. Regione Lombardia vuole più competenze nella scuola non per sostituirsi al potere centrale ma per dare più potere decisionale alle comunità locali".  
   
   
FRA TOSCANA E RUSSIA SCAMBI ECONOMICI E CULTURALI IL PRESIDENTE ROSSI HA RICEVUTO L´AMBASCIATORE ALEXEY MESHKOV DALLA LUCCHINI ALLA MENARINI: INVESTIMENTI RECIPROCI, TURISMO ED EXPORT  
 
Firenze, 28 settembre 2010 - E´ stato un incontro improntato da grande cordialità, che ha permesso di affrontare a largo raggio tutti gli aspetti della possibile collaborazione reciproca, quello avvenuto stamani a Firenze, tra il presidentd della Regione, Enrico Rossi, e l´ambasciatore russo in Italia, Alexey Meshkov. Un´ora di colloquio che ha preso le mosse dal positivo ruolo svolto per la soluzione della vicenda Lucchini, per la quale l´ambasciatore ha ribadito l´impegno: «Per noi è uno dei 3 o 4 maggiori investimenti in Italia.» alle possibilità per la Toscana di attrarre investimenti e turismo e per gli imprenditori toscani di investire nella repubblica russa. L´ambasciatore ha offerto alcuni suggerimenti, rammentando come, tra l´altro, il prossimo anno sia dedicato alla cultura russa in Italia e alla cultura Italiana in Russia. «Sarà un a nno – ha detto – ricco di avvenimenti, che coinvolgono anche la Toscana, e che verrà inaugurato nel prossimo febbraio a Roma per chiudersi poi a Mosca dopo il restauro del Bolscioy.» L´ambasciatore ha inoltre ricordato come un´industria toscana, la Menarini, abbia di recente firmato un accordo per una fabbrica in Russia e come sia stato già ipotizzato un possibile gemellaggio fra la Toscana e la Regione di Caluga, che dista da Mosca 150-180 chilometri, dove esiste un polo farmaceutico. «Oggi – ha detto l´ambasciatore – i gemellaggi sono molto diversi dal passato e permettono di entrare nel vivo dei rapporti economici e di stringere accordi fra imprenditori.» Il presidente Rossi ha ribadito l´interesse della Toscana, certamente dal punto di vista culturale e turistico, ma anche quale terra che intende attrarre investimenti, oltre che esportare le proprie produzioni di qualità. Produzioni che vanno dall´agroalimentare, come il vino e l´olio, al settore moda con il tessile e il cuoio, ma anche alle produzioni di alta tecnologia della Toscana, come quelle in campo elettromedicale, o come la cantieristica. E raccogliendo il suggerimento dell´ambasciatore circa una partecipazione della Toscana a manifestazioni fieristiche che si svolgono in Russia, il presidente della Regione ha dato la propria disponibilitàpersonale a recarsi in missione, oltre a quella della Regione e di Toscana promozione. L´incontro si è concluso con lo scambio dei doni: il pane russo, dall´ambasciatore a Rossi, e un pregevole libro sulla Toscana dal presidente della Regione all´ambasciatore.  
   
   
AUTONOMIE LOCALI. UN SISTEMA REGIONALE BASATO SUL FEDERALISMO E CON LA FORZA PROPULSIVA DELL’ASSOCIAZIONISMO  
 
 Piazzola sul Brenta (Padova), 28 settembre 2010 - Dei 581 Comuni veneti più della metà (313), hanno meno di 5 mila abitanti: a questa realtà territoriale e amministrativa è necessario adeguare le politiche a favore delle Autonomie Locali, secondo i principi di autonomia, adeguatezza e sussidiarietà, puntando allo sviluppo dell’associazionismo, anche alla luce del nuovo scenario legislativo che tende a rendere le varie forme di aggregazione sempre meno “volontarie” e sempre più “obbligatorie” e delle riforme in atto nel nostro Paese, in primis quella del federalismo fiscale. E’ quanto emerso dal convegno “Stati Generali dell’Associazionismo Intercomunale”, promosso dalla Regione in collaborazione con l’Anci, svoltosi ieri a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta (Padova), al quale hanno partecipato numerosi rappresentanti di Comuni e Unioni di Comuni veneti. Il presidente dell’Anci Veneto, Giorgio Dal Negro, nel suo saluto introduttivo ha fatto un accorato appello ai Comuni affinché si mettano in gioco, indipendentemente dalle volontà del legislatore, sul fronte dell’associazionismo: “Occorre un forte segnale da parte nostra – ha detto – per dimostrare di essere pronti ad organizzare insieme servizi fondamentali per le nostre comunità”. L’assessore regionale agli enti locali, Roberto Ciambetti, ha ricordato il difficile contesto in cui si trovano oggi ad operare gli enti locali: limitatezza di risorse finanziarie, costo crescente della gestione dei servizi, dotazioni organiche insufficienti, debolezza contrattuale dei governi locali di piccole dimensioni. “L’associazionismo intercomunale – ha detto –, nelle diverse forme giuridiche della Convenzione, del Consorzio, dell’Unione di Comuni e della Comunità Montana, è una soluzione istituzionale che va incoraggiata e sostenuta, come risposta concreta ai noti problemi organizzativi ed economici. Ma la cooperazione consente anche una maggiore capacità di programmazione e garantisce efficienza nell’erogazione di servizi, come è dimostrato dalla rete associativa del Veneto: 100 Comuni danno vita a una trentina di Unioni; le Convenzioni coinvolgono 183 Comuni; alle Comunità Montane aderiscono 154 Comuni; ai Consorzi partecipano 109 Comuni”. “Se da una parte – ha spiegato Ciambetti – gli enti locali devono maturare la consapevolezza del valore aggiunto della collaborazione, e questo vale anche per i Comuni di più grandi dimensioni, dall’altra la Regione deve incoraggiare l’avvicinamento tra loro e la progettualità per l’avvio e lo sviluppo di tutte le forme associate: in tal senso abbiamo indirizzato scelte a livello statale e regionale per costituire un fondo incentivante di oltre sette milioni di euro. Con queste disponibilità – ha concluso l’assessore – daremo vita ad azioni finalizzate alla costruzione di un sistema regionale delle Autonomie locali, realizzando compiutamente un federalismo amministrativo funzionale, basato sulla chiara individuazione di ruoli, competenze, responsabilità e valori condivisi”. E’ seguito poi l’intervento del prof. Luca Antonini, docente di diritto costituzionale all’Università di Padova e componente del gruppo di lavoro regionale per la realizzazione del “federalismo a geometria variabile” e per il “federalismo fiscale”. “Il principio della centralizzazione – ha detto Antonini – ha inquinato il sistema e creato ingiustizie: a questa situazione possiamo porre rimedio attraverso il federalismo fiscale, che introduce di fatto un processo di razionalizzazione delle risorse. L’obiettivo è quello di premiare i comuni virtuosi, obbligando quelli inefficienti a dar conto dei loro errori ai propri cittadini. Federalismo fiscale significa solidarietà, ma anche lotta allo spreco: non possiamo più permetterci di assolvere chi amministra male”.  
   
   
LAZIO: " TAVOLO ANTICRISI"  
 
Roma, 28 settembre 2010 - Questa settimana partirà il tavolo anti-crisi al quale sono state invaitate a partecipare tutte le parti sociali, i sindaci, i presidenti di provincia ed i prefetti. Questo in sostanza l’annuncio della presidente della Regione, Renata Polverini, nel corso di un incontro con gli amministratori locali del sud pontino nella sede del Coni di Formia. "La crisi sta passando - ha aggiunto - e noi dobbiamo cominciare a darci delle regole per rimettere in moto lo sviluppo del nostro territorio”. Polverini ha poi annunciato che “a breve ci sarà un grande momento di riflessione sul turismo perché io voglio esportare il Lazio nel mondo", mentre sulle infrastrutture ha sottolineato che “anche il territorio di Latina sarà inserito della road map su cui lavoreremo con il Ministero delle Infrastrutture´´.  
   
   
“ITALIA FUORI DALLA CRISI”, PRESIDENTE MARINI: “GOVERNO AVVII SUBITO CONFRONTO SU FINANZIARIA”  
 
 Perugia, 28 settembre 2010 – “Abbiamo chiesto al Governo un confronto immediato per avviare una rigorosa discussione sulla prossima Finanziaria che, a nostro giudizio, deve essere orientata su una politica economica in grado di portare l’Italia fuori dalla crisi”. Lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo il 25 settembre a Perugia alla tavola rotonda su “Quali politiche industriali per l’Italia e l’Europa”, nell’ambito del convegno “L’italia fuori dalla crisi. Il posizionamento competitivo dell’industria italiana”. La presidente ha sottolineato come le Regioni, in questo delicato momento per l’economia generale del Paese, stiano dimostrando un alto senso di responsabilità. “È davvero giunto – ha detto - il momento di porre fine a tutte quelle vicende che nulla hanno a che vedere con la situazione reale del Paese e che da settimane tengono il Governo in uno stato di continua fibrillazione, distraendolo dalle azioni di politica economica non più rinviabili in questa fase di crisi”. “Non è finita solo la pazienza degli industriali – ha aggiunto la presidente, richiamandosi alle affermazioni del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia – ma è finita soprattutto quella dei lavoratori, cittadini e famiglie che vedono la loro condizione economica e sociale deteriorarsi giorno dopo giorno”. “Oggi l’Italia – ha proseguito - corre un rischio serissimo, quello di essere sempre più isolata dalle aree più avanzate dell’Europa e, dall’altra parte, di vedere disgregarsi il sistema Paese, con Regioni tentate sempre più dalla voglia di fare da sole. Il rischio è che questo processo di scollamento dall’Europa e nel Paese possa conoscere nel prossimo futuro una forte e pericolosa accelerazione in assenza di chiare politiche industriali ed economiche che vadano oltre le esclusive politiche di contenimento della spesa pubblica. Questo – ha detto ancora – potrebbe portare a un approccio autarchico, in un Paese dove ciascuno opererà per sé, compromettendo anche tutto ciò che è stato realizzato negli ultimi dieci anni per la riforma in senso federalista dello Stato”. “Ritengo – ha sostenuto la presidente della Regione Umbria – che vi siano ancora le condizioni affinché si possa scongiurare questo rischio e invertire la rotta, a patto però che l’Italia sappia confrontarsi con l’Europa che investe in competitività e che il Governo definisca altrettante chiare strategie per rilanciare e potenziare le capacità competitive che, sono certa, molte aree d’Italia esprimono e sono in grado di sviluppare. Credo, infatti, che i territori possano rappresentare una grande ricchezza e una grande opportunità sia per il sistema delle imprese sia per la stessa coesione nazionale, purché – ha rilevato – il Governo smetta di pensare solo alla tenuta dei conti”. Riguardo alle azioni che la Regione sta definendo, in queste settimane, per rilanciare l’economia in Umbria, la presidente Marini si è detta convinta che “proprio la dimensione regionale può fornire un utile contributo per stimolare l’economia locale e il sistema locale delle imprese e ciò sarà tanto più efficace quanto le politiche industriali e di sviluppo regionali saranno inserite in analoghe politiche a livello europeo e nazionale”. “Per quanto riguarda l’Umbria, ma non solo, un forte contributo allo sviluppo – ha detto – può essere rappresentato dalla ‘economia verde’, che non è e non può essere ristretta all’esclusivo ambito delle politiche energetiche. Portata fuori dalla nicchia ideologica dell’ambientalismo, la ‘green economy’ può rappresentare una generale politica economica di sviluppo. Può sostenere le imprese tradizionali in crisi, può far nascere nuove imprese, può contribuire alla modifica dei comportamenti dei consumatori. È questa – ha concluso - la direzione nella quale vogliamo andare anche in Umbria”.  
   
   
BASSA FRIULANA: TONDO, COGLIERE SUBITO CONCRETE OPPORTUNITA´  
 
 Trieste, 28 settembre 2010 - - "Oggi sono stati messi sul tavolo problemi e prospettive della Bassa Friulana; nei prossimi giorni metterò attorno al tavolo assessori e direttori regionali, competenti nei diversi settori, con chi opera nel territorio per avere un programma preciso di cosa si può fare concretamente subito". Il presidente della Regione Renzo Tondo ieri non ha tratto conclusioni al termine della lunga giornata di interventi sulla situazione del territorio della Bassa Friulana e della Laguna di Marano e Grado, promossa a Udine dal commissario delegato Gianni Menchini e moderata dal consigliere regionale Paride Cargnelutti. Il presidente ha preferito indicare un metodo di lavoro: "non sono dell´idea di creare o seguire modelli - ha detto - perché, in questa situazione mondiale, preferisco che sappiamo cogliere subito le opportunità per fare ciò che oggi già possiamo fare". Teniamo conto del quadro complessivo della situazione internazionale e nazionale, ha richiamato il presidente della Regione, "ma non nascondiamoci dietro gli alibi; quello che è nelle nostre possibilità va fatto subito e chi amministra porta la responsabilità di scegliere. Più si ascolta e meno si corre il rischio di sbagliare - ha aggiunto - ma le scelte si devono fare e anche qui dobbiamo farle presto". "Faremo un percorso", ha detto Tondo, indicando che "dragaggi in laguna, cablaggio del territorio e infrastrutture si possono e si devono fare". Il presidente ha concordato con quanto detto in molti interventi sulla complessità della situazione della Bassa Friulana, dove l´interesse tocca quasi tutti i settori: dal turismo all´industria, dall´agricoltura alla pesca. "La comunità della Bassa - ha detto Tondo - ha risentito della crisi generale più di altre aree della regione e chiede che dal confronto si passi alle scelte". Sulla emblematica situazione della Caffaro, una crisi che ha origini diverse da quelle che hanno portato al dissesto finanziario ed economico internazionale, il presidente Tondo ha ribadito che "è nostro interesse mantenere a Torviscosa un polo chimico di valore nazionale e internazionale".  
   
   
BASSA FRIULANA: 2011 CON TANTI CANTIERI IN LAGUNA  
 
Udine, 28 settembre 2010 - "In merito alla Caffaro procederemo entro la fine dell´anno la richiesta di svincolo dell´ex deposito legnami e dell´area Serichim e con i cantieri per la realizzazione della barriera idraulica. Per quanto riguarda, invece, il marginamento delle discariche attendo la comunicazione in merito del commissario straordinario del gruppo Snia, Cappelletto, per arrivare a novembre con il progetto approvato". Questa la tabella di lavoro che il commissario delegato Gianni Menchini ha illustrato ieri in occasione della prima Conferenza regionale su "Il territorio della Bassa Friulana e la Laguna di Marano e Grado", annunciando contestualmente l´apertura di decisivi cantieri per la sicurezza della navigazione e la gestione della laguna. "Inizierà il prossimo mese il cantiere per l´adeguamento delle due vasche del Fearul e stiamo procedendo con la progettazione di tre casse di colmata: almeno due le realizzeremo presto, quella di Grado e quella in zona Aussa Corno-marano-lignano", ha assicurato il commissario. Nel corso del suo intervento Menchini non ha risparmiato l´appunto alla gestione dell´Amministrazione straordinaria che ha definito "scollegata", richiedendo per il futuro una maggiore collaborazione. "Essendo di fatto due commissari di governo, pur con obiettivi ed esigenze diverse, mi sarei augurato che convergessimo su uno stesso fine, ovvero rilanciare una zona industriale e programmare anche la soluzione di problemi ambientali", ha commentato Menchini, aggiungendo che "il Piano da me redatto è stato approvato dai ministeri dell´Ambiente, della Salute e dello Sviluppo economico e quindi non capisco i quattro ricorsi presentati contro di esso al Tar dal Commissario Cappelletto e che si discuteranno il 27 ottobre". Il commissario straordinario del Gruppo Snia, Marco Cappelletto, per parte sua, confermando che sono pervenute cinque manifestazioni di interesse per l´acquisto degli impianti industriali della Caffaro di Torviscosa, ha rilevato come "l´assenza di coordinamento tra la normativa ambientale e la legge Prodi-bis generi una situazione simile ad una legge della fisica per la quale suono più suono è uguale a silenzio". Per uscire dal silenzio normativo, Cappelletto ha riassunto il percorso intrapreso per cercare, tra l´altro, di dare attuazione all´ultimo comma dell´articolo 253 del testo Unico dell´Ambiente per rendere sempre assistibili da parte dello Stato gli interventi di bonifica relativi a siti in amministrazione straordinaria nella misura massima del 50 per cento. Ad oggi il coro non è stato così intonato, secondo Cappelletto. "Sono state discusse - ha affermato - progettualità barocche e calligrafiche, non prive di autoreferenzialità, e sono state prospettate soluzioni di risanamento ambientale che non tengono in alcuna considerazione che il termine di riferimento di una Amministrazione straordinaria resta sempre per legge l´impresa e che il programma è segnato dalle scadenze imperative dettate dalla legge, pena l´automatica conversione in fallimento".  
   
   
GIUNTA FVG: APPROVATI INCARICHI DIRETTORI CENTRALI REGIONE  
 
Trieste, 28 settembre 2010 - - La Giunta regionale, riunita a Udine dal presidente Renzo Tondo in seduta straordinaria, ha approvato le delibere di conferimento degli incarichi apicali dell´amministrazione: ragioniere generale Antonella Manca; direttore centrale Infrastrutture, Mobilità, Pianificazione territoriale e Lavori pubblici: Dario Danese; direttore centrale Lavoro, Formazione, Commercio e Pari opportunità: Ruggero Cortellino; direttore centrale Risorse rurali, agroalimentari e forestali: Luca Bulfone; direttore centrale Attività produttive: Franco Milan; direttore centrale Funzione pubblica, Autonomie locali e Coordinamento delle riforme: Claudio Kovatsch; direttore centrale Ambiente , Energia e Politiche per la montagna: Giovanni Petris; direttore centrale Istruzione, Università, Ricerca, Famiglia, Associazionismo e Cooperazione: Anna Del Bianco; direttore centrale cultura, sport, relazioni internazionali e comunitarie Augusto Viola; direzione centrale Protezione civile della Regione Guglielmo Berlasso. Gli incarichi decoreranno dal 16 ottobre 2010 per la durata di tre anni.  
   
   
PUGLIA CREATIVA: UN CONCORSO DI IDEE  
 
Bari, 28 settembre 2010 - Un concorso nazionale di idee per la creazione del logo istituzionale ‘Puglia Creativa’. Il processo produttivo e industriale messo in moto dagli investimenti della Regione Puglia nel campo della musica, del cinema, della scienza, del teatro e dell’arte contemporanea, come testimoniato dalle iniziative che si sono svolte nel padiglione istituzionale della Fiera del Levante, diventerà presto un marchio. E dovrà racchiudere in sé un insieme di temi in grado di rappresentare l’industria della creatività pugliese, la visione di un progetto capace di creare sviluppo, occupazione, crescita e benessere e un richiamo ai brand istituzionali già in utilizzo in tema di creatività. Il logo potrà essere un logotipo o un brand, ma dovrà necessariamente portare il naming ‘Puglia Creativa’. Il concorso è aperto a tutti, persone fisiche e giuridiche: basta inviare la proposta e compilare il form del sito web http://pugliacreativa.Regione.puglia.it, dove gli stessi cittadini decideranno quale sarà l’idea vincitrice attraverso una votazione popolare. Ai vincitori sarà offerta l’opportunità di trascorrere un week end in una masseria o in un centro benessere tra quelli compresi nel circuito viaggiareinpuglia.It. Termine ultimo per la partecipazione il 26 ottobre 2010. Regolamento e informazioni sono consultabili su http://pugliacreativa.Regione.puglia.it  
   
   
PIEMNOTE: DATI SULL´OCCUPAZIONE  
 
Torino, 28 settembre 2010 - "I numeri sono preoccupanti ma non ci sorprendono, anche perché i segnali di ripresa della nostra economia non hanno ancora prodotto effetti conclamati. Bisogna lavorare su politiche strutturali di intervento che mettano la competitività del Piemonte al centro dell´azione e come obiettivo primario da raggiungere" E´ il commento dell´ assessore allo Sviluppo Economico Massimo Giordano in merito ai dati divulgati da Unioncamere sul mercato dell´occupazione nel secondo trimestre del 2010 in Piemonte. "Tra le regioni del nord - prosegue Giordano -, la nostra ha uno dei tassi di disoccupazione più elevati. Questo deve far riflettere sulla necessità di uno sforzo comunque per ottenere effetti positivi nel lungo periodo. Sin da subito ci siamo accorti che il tema del lavoro è primario, per questo a poche settimane dal nostro insediamento abbiamo varato il piano straordinario per l´occupazione. Adesso è il momento di andare avanti con politiche strutturali per la competitività perchè i posti di lavoro si possono creare solo se rendiamo le nostre aziende sempre più competitive e innovative. La presentazione di oggi dei consorzi vincitori della piattaforma agroalimentare, che realizzeranno idee tecnologiche avanzate su un settore tradizionale come l´agricoltura, è un primo passo concreto in questo senso."  
   
   
APPRENDISTATO IN ABRUZZO: 2,6 MLN DI EURO PER VOUCHER FORMATIVI  
 
 Pescara, 28 settembre 2010 - La Giunta regionale, su proposta dell´Assessore al Lavoro e alla Formazione, Paolo Gatti, questa mattina, ha approvato una delibera per lo stanziamento di 2,6 milioni di euro per l´assegnazione di 2.500 vaucher in favore di lavoratori assunti con il contratto dell´apprendistato professionalizzante. La delibera, in coerenza con quanto stabilisce l´Accordo quadro siglato con le parti sociali, consente alla Regione Abruzzo di proseguire nel processo di sperimentazione della forma contrattuale dell´apprendistato professionalizzante. In questa fase, l´assessorato vuole sostenere finanziariamente, programmando le risorse assegnate annualmente dal Ministero del Lavoro, le aziende che non posseggono capacità formativa interna, attraverso gli organismi formativi accreditati, mediante l´assegnazione di voucher per gli apprendisti assunti con questo tipo di contratto. "Il sistema dell´impresa e il mondo del lavoro regionale hanno bisogno in questa delicata fase di un sostegno concreto da parte della Regione per proseguire sulla strada dell´innovazione - ha commentato l´assessore Gatti -. Con la scelta odierna, lo diamo ai lavoratori e alle aziende che hanno scelto il contratto dell´apprendistato professionalizzante. Uno strumento che vogliamo incentivare perché lo riteniamo nella logica dell´ammodernamento del sistema formativo e del mondo del lavoro molto valido, in quanto lega l´aspetto della formazione di qualità alle vere esigenze dell´imprese. Siamo fiduciosi - ha proseguito - che anche le aziende possano puntare su questa forma di contratto che e´ il modo migliore per consentire l´ingresso dei giovani nel mercato del lavoro".  
   
   
FAMIGLIE: ABI, A QUOTA 36 MILIONI DI EURO I FINANZIAMENTI DEL “FONDO NUOVI NATI” ROMA, PALAZZO  
 
Altieri, 28 settembre 2010 - A fine agosto 2010 ammontano a 35.8 milioni di euro i finanziamenti agevolati erogati dalle banche italiane a favore della famiglie con nuovi nati o adottati nel corso del 2009. Complessivamente si tratta fino ad ora di 7307 pratiche gestite dagli sportelli bancari sul territorio. Questi i principali dati, forniti dal Gestore del Fondo di garanzia (Consap Spa), dell’iniziativa messa a punto nel novembre scorso da Abi e Dipartimento per le Politiche della famiglia presso la Presidenza del Consiglio. All’accordo, formalizzato attraverso un protocollo d’intesa sulla concessione di prestiti a tassi particolarmente agevolati (sconto di almeno il 50% sul tasso medio di mercato), hanno aderito 178 banche per un totale di 23.382 sportelli (70% del sistema). Le operazioni di finanziamento effettuate dalle banche sono garantite dal fondo per le politiche della famiglia fino ad un massimo del 75% dell’eventuale insolvenza, tramite un apposito stanziamento di 25 milioni di euro. Il prestito, che potrà essere concesso per un ammontare non superiore ai 5 mila euro, da restituire in 5 anni, è finalizzato ad agevolare le famiglie in un momento in cui devono far fronte alle più comuni spese legate alla nascita e all’assistenza dei nuovi figli. Un’attenzione particolare è posta nei confronti dei bambini affetti da malattie rare, per i quali il prestito è assistito anche da un contributo in conto interessi, grazie ad un ulteriore finanziamento statale di 10 milioni di euro.