Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 28 Settembre 2010
BRUXELLES: UN NUOVO ATLANTE EVIDENZIA IL VALORE DELLA BIODIVERSITÀ DEI SUOLI EUROPEI E NE RIVELA LA FRAGILITÀ  
 
Il 23 settembre, l´organo di ricerca della Commissione, il Centro comune di ricerca (Jrc), ha pubblicato per la prima volta una mappa basata sugli indicatori delle minacce potenziali che incombono sulla biodiversità dei suoli, destinata a guidare i decisori politici nella tutela di questa risorsa fondamentale. La biodiversità del suolo è fondamentale per l´agricoltura e il ciclo dell´acqua e del carbonio. L´atlante evidenzia le zone dell´Unione dove la biodiversità dei suoli è più gravemente minacciata rispetto alla situazione attuale, in particolare in determinate zone del Regno unito, nei paesi del Benelux e nel Nord della Francia, nonostante esistano zone a rischio anche in altri Stati membri. Fornendo in tal modo una fonte d´informazione esaustiva per i ricercatori, i decisori politici e gli insegnanti. Sarà presentato alla conferenza "´Soil, Climate Change and Biodiversity – Where do we stand?", che si terrà a Bruxelles il 23 e 24 settembre 2010. La commissaria europea per la ricerca, l´innovazione e la scienza Máire Geoghegan-quinn e Janez Potočnik, commissario responsabile dell´ambiente, hanno dichiarato: "Il suolo è essenziale per la biodiversità che rende possibile la vita sulla Terra e consente alle nostre economie di essere sostenibili. Il degrado del suolo mette a repentaglio l´accesso alle risorse alimentari e idriche, all´aria pulita nonché a molte materie prime di importanza primaria. Quest´atlante è un sostanziale contributo europeo all´Anno internazionale della biodiversità 2010, promosso dall´Onu e consentirà di sensibilizzare il pubblico sulla necessità di adottare la direttiva quadro sul suolo, proposta dalla Commissione già nel 2006, onde prevenire un ulteriore degrado dei suoli e riparare i danni già arrecati. Se non affrontiamo questo problema rapidamente e in modo coordinato, ci costerà molto di più porre rimedio ai danni". L´atlante europeo della biodiversità dei suoli include la prima mappa mai tracciata della biodiversità dei suoli nella maggior parte degli Stati membri dell´Ue1. Le potenziali minacce alla biodiversità dei suoli sono state selezionate e classificate nell´ambito di una valutazione eseguita dagli esperti del gruppo di lavoro per la biodiversità dei suoli, istituito dal Jrc. Nei calcoli dei nuovi indicatori della mappa si è tenuto conto di numerosi fattori di pressione, tra i quali la variazione delle destinazioni d´uso dei terreni, perturbazioni dell´habitat, sfruttamento intensivo umano, specie invasive, compattamento del suolo, erosione e inquinamento. Va osservato che la mappa indica una valutazione del rischio potenziale di declino della biodiversità del suoli rispetto alla situazione attuale e non costituisce una raffigurazione dell´attuale livello di biodiversità del suolo. I risultati confermano che il rischio di declino della biodiversità del suolo è maggiore nelle zone a elevata densità di popolazione e/o attività agricola intensiva. Le regioni più colpite si concentrano in particolare in diverse parti del Regno Unito, eccettuata la zona più settentrionale, i paesi del Benelux e il nord della Francia. Sono tuttavia identificate come zone ad alto rischio anche zone specifiche in diversi altri Stati membri, spesso dotate delle medesime caratteristiche; a titolo di esempio la regione della valle del Po, l´unica regione italiana che rientra nella categoria ad alto rischio. L´atlante del Jrc presenta inoltre al lettore la vita sotterranea, facendogli scoprire l´intera gamma di forme di vita contenute nel suolo e il ruolo fondamentale che svolgono nel mantenimento degli altri ecosistemi. Sono compresi i più recenti risultati della ricerca sulle attuali minacce alla biodiversità del suolo. Questo atlante di 128 pagine è il risultato della collaborazione tra i servizi della Commissione europea e i partner provenienti dal mondo accademico, dall´industria e da organizzazioni quali l´Organizzazione delle Nazioni Unite per l´alimentazione e l´agricoltura (Fao) e la convenzione sulla diversità biologica (Convention on Biological Diversity - Cbd). Ciascuna sezione è stata scritta da esperti di livello mondiale e presentata in un modo accessibile per il pubblico non specialistico. La prima sezione dell´atlante passa in rassegna il suolo, con i suoi molteplici usi, i "beni e servizi" forniti all´ecosistema e il ruolo svolto dalla fauna e flora del suolo. La seconda è impostata come un´enciclopedia della biodiversità del suolo, con immagini ad alta risoluzione che presentano al lettore molti dei principali gruppi di organismi reperibili nel suolo. Alcune domande cui risponde l´atlante: Che forme di vita troviamo nel suolo? L´eccezionale diversità delle forme di vita reperibili nel suolo va dai più familiari lombrichi e scarafaggi, fino a batteri, funghi e protozoi microscopici, come le amebe. In una semplice manciata di terriccio vi possono essere decine di migliaia di specie di batteri. Qual è il suo valore economico ed ecologico? Il valore economico degli organismi viventi nel suolo deriva dall´intrinseco valore ecologico. La fauna e la flora del suolo svolgono un ruolo vitale nella fertilità del terreno, con un impatto notevole sulla produttività delle colture, e contribuiscono inoltre a ripulire l´acqua e l´aria. Se si dovessero svolgere queste attività in modo artificiale, il costo annuo sarebbe di svariate migliaia di miliardi di euro. Perché sono così speciali gli organismi viventi nel suolo? Gli organismi viventi nel suolo esistono nell´oscuro mondo sotterraneo e sono spesso impercettibile a occhio nudo, tuttavia i processi eseguiti dagli organismi del suolo possono funzionare su scala globale e sono indispensabili per gli organismi che vivono in superficie, esseri umani compresi. In quale modo le nostre attività incidono sugli ecosistemi dei suoli? Molte attività umane incidono sul sistema dei suoli: la costruzione di edifici e città può condurre al compattamento e alla perdita di suolo dovuta alla cementificazione, nelle nuove zone sono state inoltre introdotte specie invasive, spesso nel suolo del terriccio trasportato in tutto il mondo e destinato a essere utilizzato nei giardini. Tutto ciò minaccia le specie native del suolo. Per la prima volta, grazie a quest´atlante, disponiamo di una mappa delle pressioni generate dall´uomo sulla fauna e la flora del suolo. Quali sono i legami tra la fauna e la flora del suolo e i cambiamenti climatici? I suoli immagazzinano una quantità di carbonio pari a oltre il doppio di quella attualmente presente nell´atmosfera. La vita nel suolo è uno dei principali fattori che determinano la capacità del suolo di agire come una fonte di carbonio, emettendolo, o come una spugna, assorbendolo. Si conoscono ancora relativamente poco le interazioni fra il suolo, l´atmosfera e il clima ed è pertanto opportuno approfondire la ricerca in questo settore. 1 : { Per causa di mancanza di dati non sono compresi Cipro, la Svezia e la Finlandia. Per saperne di più: sull´atlante europeo della biodiversità dei suoli: http://eusoils.Jrc.ec.europa.eu/library/maps/biodiversity_atlas/index.html  sulla conferenza "Soil, Climate Change and Biodiversity – Where do we stand?": http://ec.Europa.eu/environment/soil/biodiversity_conf.htm  sulla politica Ue dei suoli: http://ec.Europa.eu/environment/soil/index_en.htm    
   
   
AGRICOLTURA FVG: VALORIZZARE TIPICITA´ NON GLI OGM  
 
San Giorgio di Nogaro, - ´´Occorre un´agricoltura multifunzionale assieme alla valorizzazione delle biodiversità per garantire un futuro al nostro settore primario´´. Lo ha affermato l´assessore regionale alle Risorse agricole, naturali e forestali Claudio Violino intervenendo a San Giorgio di Nogaro al convegno, organizzato dal Comune nell´ambito della manifestazione ´Ambiente in festa´, dal titolo ´Biodiversità tra O.g.m. E tipicità locali, quali azioni per la tutela?´ al quale hanno portato il loro contributo docenti universitari, ricercatori, studiosi, rappresentanti dei produttori, per evidenziare gli aspetti vantaggiosi delle tipicità e delle biodiversità che differenziano il territorio e l´ambiente naturale, ma compongono nel contempo l´articolato, ricco e poliedrico mondo rurale e le sue produzioni. Per Violino occorre ipotizzare già per il prossimo futuro modelli di agricoltura multifunzionale che tengano conto della compatibilità economica delle aziende. Nel contempo è altresì necessario che l´azione dei ricercatori per la riscoperta e la valorizzazione delle varietà di specie di piante autoctone tuteli l´intera gamma esistente perché rappresenta un elemento sostanziale delle peculiarità e del patrimonio delle tipicità locali della nostra terra. Un patrimonio che per Violino è sostanziale per consentire all´agricoltura del Friuli Venezia Giulia di essere concorrenziale sul mercato globale. Toccati dall´assessore pure i temi degli O.g.m., che dai relatori erano stati trattati soltanto marginalmente, essendosi essi soffermati principalmente sulle biodiversità. Secondo Violino, purtroppo, i fatti occorsi nel pordenonese relativamente agli organismi geneticamente modificati hanno gettato un´ombra sull´immagine lineare delle biodiversità, delle specificità, delle peculiarità oltre che agricole, anche enogastronomiche del nostro territorio, a favore delle quali, per farne un biglietto da visita di eccellenza, la Regione investe risorse. Per questo non esclude di sottoporre prossimamente alla Giunta regionale la proposta di avanzare una richiesta di risarcimento per i danni all´immagine subiti dall´Amministrazione e di riflesso dall´intera comunità del Friuli Venezia Giulia. Nel corso dei lavori, dopo i saluti del sindaco di San Giorgio di Nogaro Loris Del Frate, e dell´assessore comunale all´ambiente Flavia Tomba, sono intervenuti il professor Ruggero Osler e il dottor Paolo Ermacora, del Dipartimento di Biologia e Protezione delle piante dell´Università di Udine, Mario Paiani dirigente veterinario dell´Azienda sanitaria n.4 Medio Friuli, Cristina Micheloni responsabile del comitato scientifico dell´Associazione Italiana Agricoltura Biologica (Aiab), Serena Cutrano della direzione regionale delle Risorse agricole, naturali e forestali, coordinatore del Piano di Sviluppo Rurale, Paolo Sivilotti e Costantino Cattivello tecnici dell´Ersa.  
   
   
QUALITA´ E SICUREZZA ALIMENTARE:LA REGIONE PIEMONTE STANZIA 21 MILIONI DI EURO AL VIA I PROGETTI SELEZIONATI DAL BANDO DELLA PIATTAFORMA AGROALIMENTARE  
 
Sono sei i progetti vincitori del bando della piattaforma agroalimentare, un importo complessivo di investimento di circa 35 milioni di euro, a fronte di un contributo di circa 21 milioni di euro da parte della Regione Piemonte. Un totale di 81 beneficiari: 16 grandi imprese, 27 piccole e medie imprese, 19 organismi di ricerca e 19 beneficiari agricoli di tutto il territorio piemontese. Questi i numeri della piattaforma agroalimentare, che riunisce tutti i diversi attori presenti sul territorio regionale che, in sinergia tra loro, contribuiscono alle attività di sviluppo del settore agro-alimentare. Si va dai progetti di ricerca per realizzare materiali biodegradabili da utilizzare per gli imballaggi, a sviluppo di tecnologie per assicurare maggiore sicurezza alimentare ai prodotti ortofrutticoli, alla promozione di metodologie di produzione sostenibili sotto il profilo ambientale ed energetico, alla valorizzazione delle tipicità, alla realizzazione di nuovi prodotti da forno riducendo gli sprechi. Il bando relativo alla piattaforma agroalimentare - 21 milioni di euro, 19 dal Por Fesr più circa due milioni di euro dai fondi europei per lo sviluppo agricolo - chiuso negli ultimi mesi del 2009, ha sei progetti vincitori, proposti da raggruppamenti di soggetti, i cui capofila sono note aziende piemontesi. Sostenibilità ambientale ed energetica della filiera, tracciabilità dei prodotti e tecnologie per la qualità e la sicurezza degli alimenti sono solo alcuni dei temi di ricerca proposti. I sei progetti sono: Microsyn (capofila Me Caprom Vps Italia Srl) che riguarda la messa a punto di un processo innovativo e la realizzazione di un impianto per il trattamento delle deiezioni da allevamenti bovini (letame) ed eventualmente il trattamento di scarti che derivano dall’attività di macellazione e l’utilizzo del loro contenuto energetico per la produzione di energia elettrica; Feed & Food Packaging (capofila Novamont), per lo sviluppo di materiali biodegradabili innovativi nel campo dell’imballaggio alimentare, sia animale (in produzione zootecnica), sia per il consumo umano di prodotti ortofrutticoli; Itaca (capofila Lavazza Spa) messa a punto di nuove tecnologie per la qualità e la sicurezza degli alimenti, senza tralasciare la sostenibilità ambientale ed energetica dei processi e il benessere del consumatore, temi strettamente collegati a quello della sicurezza; Nutratec (capofila Gruppo Buondì Bistefani Spa), sullo sviluppo di nuovi prodotti da forno, creati attraverso tecnologie innovative che consentano di recuperare e utilizzare i componenti bioattivi che sono naturalmente presenti nelle materie prime e negli scarti che contraddistinguono da sempre la filiera cerealicola; Safe Food Control (capofila Agroinnova) sullo sviluppo di tecnologie per la qualità e la sicurezza dei prodotti ortofrutticoli piemontesi, la sostenibilità ambientale ed energetica della filiera ortofrutticola piemontese e la sua gestione e tracciabilità dei prodotti; infine Eco Food (capofila Ferrero Spa), finalizzato a promuovere la sostenibilità ambientale ed energetica di alcune filiere agroalimentari regionali, coniugando impatto ambientale con la salvaguardia dei valori di tipicità, sicurezza alimentare e qualità dei prodotti delle aziende piemontesi coinvolte. “Quando parliamo di competitività – ha commentato l’assessore allo Sviluppo Economico Massimo Giordano – dobbiamo riferirci a tutti i settori della produzione che caratterizzano il nostro territorio, senza dimenticare quello, fondamentale, dell’agroalimentare. Le iniziative che si sono aggiudicate i finanziamenti relativi al bando in questione sono infatti la dimostrazione che, anche in un ambito che fa della tradizione e della tipicità la sua peculiarità, è possibile innovare, salvaguardando la qualità del prodotto e tutelando l’ambiente. Anche sulla base di queste considerazioni, il prossimo piano della competitività piemontese terrà in grande considerazioni le questioni relative al settore agroalimentare. Va annotato il fatto che sono molte le aziende piemontesi che hanno partecipato al bando aggiudicandosi finanziamenti per la realizzazione di iniziative che avranno l’obiettivo di dare nuovo impulso a un settore nel quale già il Piemonte eccelle e che vede la nostra regione riconosciuta in tutto il mondo per la qualità dei suoi prodotti e delle sue aziende. Una partecipazione che è un segnale importante perché è la dimostrazione di quanto gli stessi imprenditori considerino fondamentali i temi dell’innovazione in funzione di una maggiore competitività. Non dimentichiamo infatti che, nonostante i nostri livelli di eccellenza, anche questo è un settore che vede una forte concorrenza da parte di altri paesi che purtroppo in molti casi tendono a imitare le nostre produzioni. Con queste iniziative le nostre imprese sapranno porsi sul mercato incrementando il proprio valore aggiunto nei confronti della concorrenza, in particolare dal punto di vista della sicurezza alimentare e del risparmio energetico a tutela dell’ambiente”. "Il binomio tecnologia e qualità alimentare – ha aggiunto l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto - è parte fondante del futuro dell´agricoltura piemontese e di tutto il comparto primario. Le tematiche legate all´ambiente ed alla sicurezza alimentare non possono slegarsi da quelle che sono le scelte economiche strategiche delle nostre imprese. Con i progetti finanziati dalla Regione Piemonte viene raggiunta una sintesi ottimale tra questi aspetti”.  
   
   
UN PROGETTO REGIONALE IN SOCCORSO ALLA ZOOTECNIA  
 
Tezze sul Brenta (Vi) - “Riduzione del carico inquinante generato dai reflui zootecnico nell’area del Bacino Scolante della Laguna veneta – Riduca Reflui” è il nome di un progetto sperimentale che la Regione ha avviato in collaborazione con Veneto Agricoltura con il doppio obiettivo di ridurre, da un lato, i carichi inquinanti derivanti dai reflui zootecnici nell’area del bacino scolante della laguna di Venezia, dall’altro di produrre energia (Biogas a monte del trattamento dei reflui) e di valorizzare le deiazioni, ovvero il loro uso in campagna (valorizzazione degli effluenti con trattamenti conservativi dell’azoto). Il progetto rientra nell’ambito delle iniziative per l’applicazione della cosidetta Direttiva Nitrati, emanata dall’Ue per regolamentare lo spargimento dei reflui zootecnici nei terreni agricoli e quindi ridurre l’inquinamento sia dei terreni, sia delle acque di superficie e di falda . L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Tezze sul Brenta dall’assessore all’ambiente della Regione del Veneto, Maurizio Conte, dall’Amministratore Unico di Veneto Agricoltura, Paolo Pizzolato e dal Presidente del Consorzio di Bonifica Brenta, Danilo Cuman.. A seguito della Direttiva europea, la Regione del Veneto si è posta come capofila in ambito nazionale, adottando un apposito Piano straordinario nitrati per promuovere l’utilizzo a fini energetici del surplus dei reflui zootecnici mediante il finanziamento di digestori anerobici, aziendali o consortili, appositamente dedicati. Nello specifico, l’attività sperimentale realizzata da Veneto Agricoltura e dal Consorzio di bonifica Brenta, intende valutare l’efficacia delle Aree forestali di infiltrazione nella riduzione di quote parte dell’azoto di origine zootecnica contenuta nei digestati provenienti da impianti agricoli per la produzione di biogas. L’impianto aziendale di biogas realizzato presso l’azienda agricola è caratterizzato da dimensioni ridotte, che lo rendono particolarmente adatto alle esigenze di una piccola media azienda. “Ritengo – ha sottolineato l’assessore Conte – che questo progetto sperimentale possa concorrere in modo interessante a fornire concrete soluzioni al grave problema dell’inquinamento delle falde causato dai nitrati, problema che ha portato l’unione Europea già nel 1991 ad emanare specifiche normative con riferimento alle emissioni di origine agricola ed urbana: Si tratta – ha poi precisato Conte _ di un progetto finalizzato ad approfondire e valutare le soluzioni e le tecnologie attualmente disponibili ed economicamente sostenibili, che permettano alle aziende agricole di operare entro i limiti delkla Direttiva”  
   
   
PRESENTATO IL PROGETTO INTERREG "SAPORIALPINI"  
 
Rafforzare la filiera corta e la collaborazione tra agricoltura e turismo: questo l´obiettivo del progetto Interreg Iv "Saporialpini", presentato a Salisburgo. Tra i partecipanti figura anche la Provincia di Bolzano attraverso la Ripartizione formazione professionale agraria, forestale e di economia domestica. La valorizzazione delle aree montane transfrontaliere sta alla base del progetto Interreg "Saporialpini", una partnership tra Provincia di Bolzano, Provincia di Belluno, Camera per l´Agricoltura del Tirolo (Landwirtschaftskammer Tirol) e Istituto per la regolamentazione territoriale e l´abitare del Salisburgese (Sir). Il progetto punta ad individuare i punti di forza e le criticità dei vari territori confrontandoli con modelli innovativi e buone pratiche. Attraverso la creazione di nuovi rapporti socio-economici si punta al rafforzamento del sapere e delle competenze di operatori in agricoltura e turismo e di giovani in formazione sul lavoro. Tali misure concrete di formazione professionale, sia teoriche che pratiche (visite tecniche e stages), per giovani ed adulti sono implementate e valutate a livello transfrontaliero in stretta cooperazione tra i partner. "Un passo importante per rafforzare nuove possibilità nella produzione di reddito a livello regionale", sottolinea l´assessore provinciale Hans Berger. Il direttore della Ripartizione formazione professionale agraria, forestale e di economia domestica Stefan Walder ricorda la necessità di sviluppare nel giovane la consapevolezza del rapporto con il proprio spazio vitale. Proprio la cultura del cibo offre grandi opportunità per garantire ai giovani una prospettiva di sviluppo nell´area di provenienza e un´occupazione adeguata, hanno ribadito Susanna e Christian Vötter dell´Associazione culturale "Tauriska" alla presentazione del progetto. Spesso l´offerta é ricca, ma manca la messa in rete del prodott. Quale esempio è stato citato Bramberg, considerato "il paese delle mele" nel Land Salisburgo. La produzione si è ampliata al pane e alla cioccolata, fino alla birra e alla grappa, accompagnati da corsi per la promozione sul mercato.  
   
   
TOSCANA: CONTRO GLI INFORTUNI IN AGRICOLTURA 1,5 MILIONI DI EURO QUELLI MORTALI NON CALANO: 9 NEL 2007, 5 NEL 2008, 8 NEL 2009, 7 AL SETTEMBRE 2010  
 
Schiacciati dal trattore che si ribalta, colpiti dalla pianta che hanno appena tagliato, travolti dai macchinari usati per lavorare la terra. Muoiono così i lavoratori agricoli, e solo nel corso di questa estate ne sono morti quattro, in Toscana. Gli infortuni mortali in agricoltura non accennano a diminuire. Tanti i fattori che contribuiscono a farli accadere: la frammentarietà della realtà produttiva, la tipologia di azienda, spesso a conduzione familiare, l´età elevata, il basso grado di formazione e addestramento dei capi azienda, l´utilizzo di manodopera straniera migrante, spesso non formata se non addirittura improvvisata, il lavoro sommerso, la presenza di persone che si dedicano all´attività agricola in maniera saltuaria (i cosiddetti hobby farmer). Per tutelare la salute dei lavoratori del comparto agricolo, e prevenire infortuni e incidenti mortali, la giunta regionale ha approvato una delibera che stanzia 1.500.000 euro per interventi da realizzare su tutto il territorio regionale nel triennio 2010-2012. 820.000 euro per il 2010, 400.000 per il 2011, 280.000 per il 2012. I finanziamenti serviranno per attività di formazione e informazione volte a migliorare le conoscenze di tutti i lavoratori del comparto, attività di comunicazione e sensibilizzazione, di assistenza e tutoraggio, di vigilanza. «L´andamento degli infortuni in agricoltura desta ancora preoccupazione, anche se negli ultimi anni ha registrato una tendenza alla diminuzione - osserva l´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia - La Regione Toscana ha messo in atto numerosi progetti dedicati al comparto agricolo, volti a promuovere una cultura della prevenzione. Con questo ulteriore stanziamento, speriamo di contribuire a diffondere capillarmente questa cultura, e a ridurre sensibilmente - vorremmo poter dire abbattere del tutto - il numero degli infortuni e delle morti in agricoltura». Negli ultimi anni in Toscana è stato questo l´andamento degli incidenti mortali in agricoltura: 9 nel 2007, 5 nel 2008, 8 nel 2009, 7 al settembre 2010 (dati pervenuti dai Dipartimenti di prevenzione delle Asl). Tra le lavorazioni maggiormente a rischio, quelle che comportano l´uso di macchine agricole. I dati Inail relativi agli anni 2007 e 2008 riportano 4.690 infortuni in agricoltura nel 2007, e 4.306 nel 2008. In Toscana è in corso di approvazione il Piano regionale "Azioni per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori del comparto agricolo e forestale 2010-2012 - Attuativo delle misure previste nel Piano nazionale di prevenzione in agricoltura e selvicoltura". Il "Piano di sviluppo rurale 2007-2013 prevede investimenti specifici anche per la sicurezza dei luoghi di lavoro. E numerosi sono i progetti regionali in atto: Coltiva la sicurezza, un piano di informazione pe r la tutela della salute dei lavoratori in agricoltura e selvicoltura; Scuola sicura, rivolto agli studenti degli istituti tecnici e professionali agrari; Promozione della cultura della prevenzione nell´uso in sicurezza delle macchine e attrezzature agricole; Azioni di formazione, informazione e assistenza per la salute e la sicurezza nel settore agricolo-forestale; Progetto di ricerca per la valutazione dell´esposizione a polveri di legno e a gas di scarico delle motoseghe durante le operazioni di taglio del bosco; Piani mirati per la filiera bosco-legno-energia e per il comparto florovivaistico.  
   
   
LOMBARDIA: TUTELA CONSUMATORE, PRIORITÀ ASSESSORATO CONSORZIO GRANA PADANO: DELEGA SEMPLIFICAZIONE POSITIVA  
 
Desenzano del Garda/bs - L´assessore alla Semplificazione e Digitalizzazione della Regione Lombardia Carlo Maccari ha incontrato - presso la sede di Desenzano del Garda - i vertici del Consorzio Grana Padano, nel corso di una visita che lo ha portato a presentare le deleghe del nuovo assessorato regionale a diverse realtà istituzionali e imprenditoriali nella provincia di Brescia. Ad accoglierlo, il presidente del Consorzio Nicola Cesare Baldrighi, il direttore generale Stefano Berni, il vicepresidente vicario Giuseppe Santus e numerosi membri del consiglio direttivo. "Il Grana Padano - ha dichiarato Maccari - rappresenta un autentico pilastro per l´economia agricola nazionale, essendo il prodotto Dop più venduto e consumato al mondo. Un vanto per la nostra Regione, nella quale si concentra oltre il 70% della produzione totale: questo significa che migliaia di aziende agricole lombarde, con il loro lavoro quotidiano, contribuiscono a una filiera che garantisce migliaia di posti di lavoro e assicura al consumatore un prodotto tipico, di qualità e soprattutto garantito". Il Grana Padano attualmente trasforma quasi il 23% di tutto il latte italiano, coinvolgendo, come sistema, oltre 40.000 persone e 10.000 imprese. Solo nel 2009 sono state commercializzate complessivamente 4 milioni e 200 mila forme, di cui 3 milioni in Italia e 1,2 milioni all´estero. Maccari ha sottolineato nel suo intervento il grande sforzo che Regione Lombardia opererà in questa legislatura per portare i diritti del consumatore al centro di un progetto che garantisca informazione, tutela, miglioramento della qualità attraverso la più ampia diffusione di nuove tecnologie. Uno sforzo che si è già concretizzato con l´insediamento del Comitato per la tutela del Consumatore, presentato questa settimana dal presidente Formigoni assieme alle più importanti associazioni di categoria, che ne ha affidato le competenze e le attività all´assessore Maccari. "Accogliamo con vivo interesse questa nuova delega nelle competenze della Giunta regionale" è stato il commento di Nicola Cesare Baldrighi. "Siamo a conoscenza del grande impegno profuso fino ad oggi dal presidente Formigoni per avvicinare sempre più l´Amministrazione pubblica alle imprese e ai cittadini. Ecco perché, la visita dell´assessore Maccari oggi assume una connotazione di particolare rilievo. In particolare, riteniamo che ridurre la burocrazia e semplificare l´accesso ai servizi e alle opportunità offerte dalla Pubblica Amministrazione, sia uno dei più importanti fattori della competitività. Per il Consorzio Grana Padano l´auspicio è che questa politica, questo assessorato, vogliano rappresentare veramente il principio della svolta, non solo per le nostre aziende, ma anche e sopratutto per i consumatori, che come Consorzio pubblico tuteliamo per statuto". "Lo stimolo che recepisco da questa prestigiosa realtà - ha aggiunto Maccari - è esattamente in linea con la mission e gli obiettivi di questo Assessorato, che ha tra i suoi compiti principali il farsi da raccordo tra il cittadino e la pubblica amministrazione, oltre a individuare tutte le iniziative possibili per garantire alle nostre imprese strumenti per la competitività non imbrigliati da eccessivi vincoli, sovrapposizioni e lentezze della burocrazia". "La catena della qualità - ha concluso Maccari - deve iniziare all´origine nelle aziende senza mai interrompersi fino a quando il prodotto arriva al consumatore. Il dialogo e la collaborazione tra Regione Lombardia e realtà come il Consorzio Grana Padano rappresenta l´essenza di quanto intendiamo realizzare".  
   
   
AGRICOLTURA:SOSTEGNI AI PRODUTTORI DI LATTE  
 
Pescara - Le Organizzazioni professionali, le aziende agricole e di trasformazione hanno "raggiunto un primo accordo sulla necessità di aumentare il prezzo del latte, in linea con quanto deciso in altre Regioni", dopo un confronto con la Direzione regionale Agricoltura. L´analisi del comparto - secondo quanto illustrato dalle stesse organizzazioni di categoria, evidenza che l´eventuale aumento del prezzo del latte alla stalla "non comporterebbe in automatico l´aumento dei prezzi finali al consumo". "L´esigenza - dichiara l´Assessore alle Politiche Agricole, Mauro Febbo, nasce anche dalla necessità di coprire i maggiori costi di produzione subiti dagli allevatori negli ultimi anni. Una scelta per sostenere un comparto fondamentale costretto a fronteggiare anche l´importazione, spesso incontrollata, di latte da altri Paesi. Ribadisco - conclude l´Assessore Febbo ? la necessità di tale aumento visto che il prezzo del latte alla stalla è fermo ormai da diversi anni e non risponde alle aspettative dell´intero settore". A breve sarà riconvocato il tavolo per la definizione della trattativa.  
   
   
CRISI PASTORIZIA IN SARDEGNA: SUPPORTO AGRIS, LAORE E ARGEA SU PIATTAFORMA COMPARTO OVINO  
 
 Un supporto ancora più vicino alle esigenze del mondo agricolo che chiede risposte sulla crisi del comparto ovino e meno burocrazia per le imprese rurali. Lo ha chiesto ieri l´assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato, alle agenzie Laore e Argea Sardegna nel corso di un vertice convocato con Antonello Usai, direttore generale di Laore (che ha tra i suoi compiti favorire attraverso l’assistenza tecnica la multifunzionalità delle aziende agricole, le produzioni di qualità e la competitività sui mercati) e con Marcello Onorato, direttore di Argea. Un supporto che interesserà anche Agris, con il quale l’assessore si confronterà lunedì prossimo. Sul tavolo diversi punti già presenti sulla piattaforma di rilancio condivisa con il mondo agricolo: la valorizzazione dell’Agnello di Sardegna Igp, l’attuazione del progetto del latte ovino a qualità, il rilancio dei consumi interni dei prodotti ovi-caprini, la campagna di educazione alimentare sul latte e dei formaggi e sui pagamenti dei premi comunitari del Programma di sviluppo rurale. "In questo momento di grave crisi della nostra pastorizia, e mentre siamo impegnati senza sosta in un complesso confronto con il ministero per discutere tutti i punti della piattaforma – spiega l’assessore Prato - sono necessari il supporto e la collaborazione di tutti i soggetti pubblici e privati che operano nel comparto perché dobbiamo avvicinare la pubblica amministrazione (assessorato e agenzie regionali) alle imprese agricole. Con Laore stiamo accelerando su ogni punto di nostra competenza contenuto nella piattaforma, in modo tale da dare risposte al settore nel più breve tempo possibile. Ad Argea invece ho chiesto di fare tutto quanto è in suo potere per velocizzare le pratiche dei pagamenti del Psr in modo tale da dare ossigeno al mondo delle campagne. Ad Agris chiederò in particolare il supporto per la creazione di nuovi formaggi stagionati (sia da grattugia che da pasto) più vicini alle esigenze dei consumatori e del mercato”. In particolare, l’assessore ha ribadito con il direttore di Laore che tra le azioni urgenti per affrontare la crisi e allo stesso tempo fornire prospettive di ripresa a medio e lungo termine ci sono la creazione di un nuovo progetto che favorisca la macellazione degli agnelli sardi, sviluppando un nuovo sistema di controllo per garantirne la tracciabilità e per sostenere meglio la produzione e la commercializzazione; l’attuazione del progetto qualità del latte ovino e l’acquisto dei latto-prelevatori per rilevare in tempo reale le caratteristiche del prodotto conferito, incoraggiando quindi un nuovo percorso che garantisca all’allevatore di elevare gli standard degli allevamenti; attuare il protocollo di intesa siglato nel giugno scorso tra Laore, Anci e Assessorato, con la stesura di nuove tabelle alimentari che assicurino il rilancio dei consumi interni anche attraverso l’incentivazione della filiera corta e l’utilizzo del pecorino nelle mense scolastiche e ospedaliere; orientare le Op (Organizzazioni di produttori) oggi presenti verso la costituzione di una nuova associazione tra Op. Tra i punti discussi ieri anche l’esigenza di poter contare su dati certi e ufficiali del comparto (quantità di latte conferito, numero capi etc.), ottenuti con la collaborazione di Asl, Sanità e Consorzi di Tutela dei pecorini Dop.  
   
   
MONTAGNA, FIRMATI ACCORDI PER 24 COMUNI BOLOGNESI  
 
Bologna – La Regione Emilia-romagna ha stanziato 2,2 milioni, per il 2010, per lo sviluppo delle montagna bolognese. Sono stati firmati oggi, in Provincia, quattro accordi di programma che serviranno a realizzare progetti per potenziare la banda larga, riqualificare il territorio a fini turistici, migliorare la viabilità in 24 Comuni dell’Appennino bolognese. Ulteriori contributi sono previsti dalla Provincia e dai privati per attivare così progetti per circa 4,2 milioni di euro. Gli accordi - firmati oggi alla presenza della vicepresidente della Regione e assessore alla Montagna Simonetta Saliera e della presidente della Provincia Beatrice Draghetti - riguardano i Comuni montani di quattro aree: Unione valle del Samoggia, Unione valli Savena-idice, Comunità montana dell’Appennino bolognese e nuovo Circondario imolese. "E´ il frutto del buon lavoro realizzato grazie alla collaborazione tra diversi enti e livelli di governo -ha sottolineato Saliera - con l’obiettivo di ridurre il divario tra che abita in montagna e chi abita in pianura e in città. In un periodo di crisi come quello attuale, c´e´ bisogno di risorse che facciano da volano al lavoro sul territorio". Anche per questo, ha ricordato la vicepresidente della Regione, "abbiamo inviato una lettera al ministro Fitto sui problemi della montagna, perché molto di dice e nulla si fa". Dopo la presentazione delle proposte di accordi quadro da parte degli enti, la Regione ha verificato l’ammissibilità e ha assegnato le quote di premialità previste: per il territorio bolognese il riconoscimento è stato del 100% circa delle quote. In particolare i fondi serviranno a ridurre le disuguaglianze telematiche e informatiche in particolare nelle scuole, al risanamento dei borghi storici, per interventi contro il dissesto idrogeologico, per bonificare zone con amianto oltre al miglioramento delle strade. Per questo specifico obiettivo la Regione ha assegnato ai Comuni del Bolognese 1,3 milioni per riparare, a breve, le strade danneggiate lo scorso inverno dalle pesanti nevicate. Le risorse sono previste dal Piano territoriale regionale (Ptr) sulla base del Programma regionale per la montagna 2009-2011. Nel loro complesso gli interventi programmati dai singoli Enti associativi titolari nei Programmi annuali operativi ammontano a 31,5 milioni di euro, a fronte di un contributo del fondo regionale per la montagna di quasi 9,4 milioni di euro.  
   
   
MOLISE: CONTRIBUTI IMPRENDITORI AGRICOLI, SÌ ALL´EROGAZIONE ANTICIPATA  
 
Il Ministro per le Politiche agricole, Giancarlo Galan, ha accolto la richiesta dell´Assessore regionale all´Agricoltura, Nicola Cavaliere, tesa ad anticipare al prossimo mese di ottobre l´erogazione del cinquanta per cento sui contributi comunitari previsti dal Regime di pagamento unico "Pac 2010" e dal Piano di sviluppo rurale della Regione Molise. "Sono particolarmente grato al Ministro Galan - ha commentato Cavaliere - che, accogliendo tempestivamente la nostra richiesta, ha confermato l´attenzione, sua e del Governo, per il Molise e per gli imprenditori agricoli. Si tratta di un gesto di considerazione e vicinanza, umana e istituzionale - ha proseguito - rispetto ai problemi economici a cui devono far fronte in questo periodo le aziende agricole regionali. L´erogazione anticipata delle somme - ha evidenziato ancora Cavaliere - consente ai destinatari di poter affrontare con maggiore tranquillità gli ultimi mesi dell´anno e la relativa chiusura del bilancio aziendale, senza tralasciare le ricadute positive sull´intero tessuto economico e occupazionale regionale. Tutto ciò - ha concluso - conferma l´impegno che l´Assessorato all´Agricoltura e il Governo regionale riservano ad un settore strategico colpito dalla crisi economica e da fenomeni atmosferici che hanno messo a rischio diverse produzioni. Continueremo su questa strada, consapevoli dell´importanza del lavoro svolto dalle nostre imprese agricole e di quanti sono impegnati in questo ambito".  
   
   
PESCA: ASSOCIAZIONI, BENE VIA LIBERA SENATO A RECUPERO IVA PER PROGETTI FINANZIATI DA UE  
 
“Un provvedimento molto importante, che ci auguriamo venga tradotto in tempi rapidi in legge così da recuperare ingenti risorse non riconosciute dai fondi comunitari”. Questo il commento dei presidenti Buonfiglio (Agci Agrital), Coccia (Federcoopesca-confcooperative), Ianì (lega Pesca) al via libera del Senato all’emendamento – al Dl 125/2010 su Misure urgenti settore trasporto e disposizioni in materia finanziaria- che una volta diventato legge consentirà di recuperare l’Iva attualmente non rimborsabile nell’ambito del Fondo europeo della Pesca. Dalle associazioni arriva il ringraziamento alle forze di Governo e al presidente della Commissione Agricoltura del Senato, il senatore Scarpa Bonazza Buora, per aver trovato una risposta concreta ad un problema che da anni strozzava numerose imprese.  
   
   
DALLA RICERCA EUROPEA UNA SPERANZA PER IL FUTURO DEL PINO SILVESTRE  
 
 La paura che il pino silvestre possa estinguersi in Scozia a causa della mancanza di variazione genetica, secondo alcuni ricercatori europei, è molto probabilmente infondata. Questi ricercatori hanno scoperto che le iconiche foreste mantengono ancora tracce dei loro antenati e ospitano ancora una variazione genetica che potrebbe contribuire a rigenerare le popolazioni future. Questo lavoro, presentato sulla rivista Heredity, è frutto del progetto Evoltree ("Evolution of Trees as drivers of terrestrial biodiversity"), che ha ricevuto 14,3 Mio Eur nell´ambito dell´Area tematica "Sviluppo sostenibile, cambiamenti globali ed ecosistemi" del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue. Le foreste di pini silvestri che si trovano nelle Highland scozzesi oggi sono quel che resta dell´antica e molto più grande foresta di Caledon che ricopriva gran parte della Britannia del nord dalla fine dell´ultima era glaciale fino a quando molti alberi sono andati perduti a causa dello sfruttamento eccessivo e dell´agricoltura intensiva, oltre 400 anni fa. Gli scienziati in precedenza pensavano che come gli alberi anche la maggior parte della diversità genetica in essi contenuta fosse andata perduta. Si preoccupavano che una mancanza di diversità genetica rendesse difficile alle popolazioni di pino silvestre rimaste adattarsi e sopravvivere in condizioni nuove, causate per esempio cambiamenti climatici. Quindi i ricercatori del Centro di ecologia e idrologia (Ceh) nel Regno Unito, dell´Accademia delle scienze polacca, dell´Università di Edinburgo e dell´Istituto Macaulay di ricerca sull´uso della terra in Scozia hanno studiato le popolazioni scozzesi rimanenti per vedere esattamente quanta variazione genetica fosse rimasta. Hanno anche esaminato come questi alberi si relazionano con le foreste di pini silvestri dell´Europa continentale e dell´Asia. Studiando le somiglianze nei geni dei pini silvestri, gli scienziati hanno scoperto che le foreste di pini scozzesi hanno ancora tracce dei loro antenati che hanno colonizzato la Britannia dopo la fine dell´ultima era glaciale e che quindi ospitano abbastanza variazione genetica per contribuire potenzialmente alla rigenerazione delle popolazioni future. Hanno anche scoperto che le popolazioni scozzesi sono geneticamente varie almeno quanto i loro cugini continentali. "Nonostante la sua immagine scozzese, il pino silvestre deve molto alle sue origini europee," ha detto il dott. Stephen Cavers, un ecologo del Ceh di Edinburgo e co-autore di questo articolo, descrivendo i risultati della ricerca. "Esaminando il Dna [acido deossiribonucleico] degli alberi abbiamo appreso molto su come è cresciuta la foresta dopo l´era glaciale. Data la grave frammentazione della popolazione attuale, i nostri risultati sono fondamentali per capire come queste foreste affronteranno i cambiamenti futuri." Gli scienziati ammettono però che è difficile individuare da dove provenga la diversità genetica. Hanno detto che, visto che questi alberi possono raggiungere un´età avanzata, e incredibilmente alcuni di essi hanno 700 anni, le foreste presenti oggi potrebbero essere lontane non più di qualche decina di generazioni dai migranti che hanno raggiunto il Regno Unito dopo che il ghiaccio si è ritirato. Le prove del Dna suggeriscono che questi primi arrivi si verificarono in due ondate: una, che raggiunse le lontane Highland nord-occidentali della Scozia subito dopo che il ghiaccio si fu ritirato, possibilmente attraverso l´Irlanda, e un´altra, che si stanziò nelle Highland orientali, proveniente dall´Europa centrale. Il dott. Cavers ha detto che il suo team ha in programma "di continuare a studiare per cercare di scoprire se ci sono geni particolari che permettono agli alberi delle Highland di tollerare il duro clima scozzese". Se gli scienziati riusciranno a identificare tali geni, questo potrebbe aiutare le iniziative di ripiantatura perché permetterebbe ai guardaboschi di piantare solo nuovi alberi che si adattano meglio al clima locale. Questo potrebbe avere un ruolo fondamentale nel progetto a lungo termine, che è già in atto, per proteggere e recuperare quel che resta di una foresta che in passato è stata enorme. Per maggiori informazioni, visitare: Evoltree: http://www.Evoltree.eu/  Heredity: http://www.Nature.com/hdy/index.html    
   
   
VALLE D’AOSTA: APPROVATI I CRITERI APPLICATIVI DELLA DISCIPLINA DEGLI AIUTI REGIONALI IN MATERIA DI FORESTE  
 
L’assessore all’agricoltura e risorse naturali Giuseppe Isabellon comunica che la Giunta ha approvato giovedì 23 settembre, la deliberazione n. 2556 recante i criteri applicativi della legge regionale n. 3/2010 “Disciplina degli aiuti regionali in materia di foreste”. La legge disciplina gli aiuti regionali, che consistono in contributi in conto capitale o in interventi diretti, finalizzati alla conservazione, al miglioramento, allo sviluppo e alla cura delle foreste, al fine di incrementare e tutelare le loro funzioni ecologiche e protettive e la loro dimensione culturale e sociale. I criteri approvati definiscono le spese ammissibili per gli aiuti previsti e ogni altro adempimento o aspetto, anche procedimentale, relativo alla concessione dell’aiuto, ivi compresi le modalità e i termini di presentazione delle domande. Possono accedere agli aiuti i titolari di diritti reali o personali di godimento di aree boschive, siano essi soggetti pubblici o privati, singolarmente o in forma associata. Per soggetti pubblici in forma singola o associata si intendono gli enti pubblici, quali ad esempio comuni, comunità montane, consorzi dei comuni. Sono inoltre da considerarsi enti di natura pubblicistica anche le consorterie riconosciute ai sensi della l.R. 5 aprile 1973, n. 14. Per soggetti privati in forma associata si intendono invece i consorzi di miglioramento fondiario di cui all’art. 2 della l.R. 3/2001, le società di persone e di capitali, le società cooperative, i consorzi irrigui, gli istituti religiosi, le associazioni e le consorterie non riconosciute. La legge consente l’erogazione di contributi in conto capitale fino al 100% delle spese ammissibili per: interventi di carattere selvicolturale quali tagli, cure colturali, diradamenti; interventi di imboschimento; interventi finalizzati alla formazione di titolari di diritti reali o personali di godimento di aree boschive e addetti forestali per i servizi di consulenza forniti da terzi, la partecipazione a concorsi, mostre e fiere; la costruzione, il miglioramento e la manutenzione di strade forestali e di altre infrastrutture dirette a garantire la multifunzionalità delle foreste con particolare riguardo all’accesso gratuito del pubblico alle foreste e alle infrastrutture per fini ricreativi; il ripristino e la manutenzione di sentieri, di elementi caratteristici del paesaggio e di habitat naturali per gli animali; la realizzazione di materiale e iniziative di informazione e divulgazione inerenti alle foreste; gli interventi di ripristino di soprassuoli boschivi andati distrutti per eventi calamitosi, la costruzione di infrastrutture con funzione di antincendio boschivo, quali piste e serbatoi d’acqua, invasi, canalizzazioni e impianti idraulici loro annessi. Le domande dovranno essere presentate entro il 9 novembre prossimo alla Direzione foreste e infrastrutture, Ufficio aree boscate e vincolo idrogeologico, in località Amérique n. 127/A a Quart. Sul sito internet della Regione, all’indirizzo www.Regione.vda.it oppure www.Regione.vda.it/risorsenaturali  è possibile prendere visione del testo della deliberazione n. 2556 e della l.R. N. 3/2010 e scaricare la documentazione necessaria alla presentazione delle domande. Per ogni ulteriore informazione o chiarimento si invitano gli interessati a chiamare il n. 0165.776243 o a scrivere all’indirizzo e-mail d-foreste@regione.Vda.it  
   
   
PESCA: ISTITUITO TAVOLO ASSOCIAZIONI SINDACATI PER L’APPLICAZIONE DEL CONTRATTO COLLETTIVO DI LAVORO DELLA COOPERAZIONE  
 
Istituito il tavolo congiunto per l’applicazione del Contratto collettivo di lavoro della cooperazione, siglato tra Fai-flai-uilapesca, Agrital-agci, Federcoopesca-confcooperative, Lega Pesca, il 28 luglio scorso. Ne danno notizia, in una nota congiunta, l’Agci Agrital, la Federcoopesca-confcooperative, la Lega Pesca, dopo il primo incontro del tavolo, che si è tenuto ieri sera a Roma, al quale hanno preso parte rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati. “Abbiamo istituito – affermano i presidenti Buonfiglio (Agci Agrital), Coccia (Federcoopesca-confcooperative), Ianì (lega Pesca)- un filo diretto tra imprese e lavoratori, per affrontare insieme tutte le problematiche legate all’applicazione del contratto di lavoro”. Tra i temi che hanno tenuto banco nel corso del primo confronto, quelli legati all’operatività della Cassa integrazione per gli operatori della piccola pesca. Un sistema di ammortizzatori sociali – ricordano le associazioni- accessibile anche ai lavoratori di questo segmento grazie alla stipula del Ccnl della cooperazione.  
   
   
AGRICOLTURA FVG: VALORIZZARE POTENZIALITA´ MELICOLTURA  
 
Pantianicco, - Esaltare le peculiarità e diversificare le produzioni agricole è, secondo l´assessore regionale alle Risorse agricole, naturali e forestali Claudio Violino, la ricetta per far riscoprire al mondo rurale la redditività aziendale. Lo ha affermato a Pantianicco, in occasione della quarantunesima Mostra regionale della Mela, in corso fino al 3 ottobre, a conclusione di un convegno di carattere tecnico che mirava a presentare gli ´Aggiornamenti sulla difesa del melo´. Da oltre quarant´anni la comunità di Pantianicco, in Comune di Mereto di Tomba (era presente il sindaco Andrea Cecchini) annualmente si riunisce per dare vita alla ´Sagre dai milucs´ (Festa della mela). Evento che intende valorizzare la principale attività agricola del territorio che è la melicoltura. Si tratta di un settore della frutticoltura che, secondo Violino, può e deve essere valorizzato. Ciò potrà avvenire più facilmente, per l´assessore, se le sue diverse componenti sapranno puntare a fare massa critica. Ovvero a far crescere l´offerta delle produzioni attraverso la valorizzazione di strutture e realtà già esistenti, e tramite la più stretta collaborazione tra le stesse. L´assessore si riferiva alla Casa del sidro (bevanda leggermente alcolica prodotta dalla fermentazione delle mele), che è stata realizzata nei locali già sede della locale latteria sociale di Pantianicco e dove si è svolto l´incontro odierno, ma anche alle strutture di Ersagricola (presente al convegno l´amministratore delegato Guido Rumiz) esistenti a Beano in Comune di Codroipo. Non solo, ma in questo impegno che dovrebbe riuscire ad agglomerare in un processo di coesione anche organizzativa l´intera filiera melicola del Friuli Venezia Giulia, dovrebbero essere coinvolte la cooperativa Friulfruct di Spilimbergo e la Dop Melajulia. Secondo Violino, infatti, l´intero comparto melicolo regionale può vantare un´elevata qualità dei prodotti. Ma è importante non livellare le produzioni, bensì valorizzare le diversità e le numerose varietà esistenti nel frutteto regionale, anche educando i consumatori a conoscerle e a gustarle. ´´Occorre ora dunque - ha concluso Violino riferendosi all´intero sistema agricolo regionale - che sappiamo distinguerci per la qualità e la specificità dei prodotti, per evitare che la massificazione delle produzioni e la globalizzazione dei mercati possano estinguerci´´. Nel corso dei lavori, condotti dalla giornalista Fabiana Romanutti, Carlo Frausin, direttore del servizio Fitosanitario e Chimico dell´Ersa, Stefano Borselli, Luca Poggetti e Serena Di Learda, del Dipartimento di Biologia e Protezione delle piante dell´Università di Udine, hanno illustrato gli esiti delle attività congiunte dell´Ersa e dell´Ateneo friulano nel settore della diagnostica fitopatologica, parlando in particolare delle possibili alterazioni fungine da conservazione della mela e sugli attacchi di agenti parassitari all´albero del melo. A conclusione dell´incontro, Violino ha premiato il titolare del concorso Premio Speciale Mele Friuli Antonio Francescon, di San Leonardo Valcellina, il quale si è aggiudicato il riconoscimento per il secondo anno consecutivo.  
   
   
PROTOCOLLO D´INTESA TRA ISTITUTO ZOOPROFILATTICO E AGENZIA LAORE  
 
Sassari - Favorire la formazione dei produttori e l´informazione dei consumatori per valorizzare i prodotti ittici della Sardegna. Sono gli obiettivi del protocollo d´intesa sottoscritto martedì 21 settembre dal commissario dell´Istituto Zooprofilattico, Maria Assunta Serra, e dal direttore dell’Agenzia Laore, Antonello Usai. L’accordo prevede la collaborazione tra i due enti per la produzione di materiale informativo e divulgativo, rivolto sia ai consumatori sia agli operatori del settore. Gli obiettivi sono due: il primo, è quello di favorire la formazione dei produttori per l´adozione di corrette metodologie di pesca e di allevamento nel rispetto dei requisiti igienico sanitari; il secondo, è quello di far conoscere le caratteristiche nutrizionali dei prodotti ittici della Sardegna e contribuire alla loro valorizzazione. Tutto per garantire un elevato livello di protezione della salute umana e sostenere il reddito delle imprese del comparto. Per fare questo sarà costituito un gruppo di lavoro tra professionisti dell´agenzia e dell´Istituto. Il coordinamento delle attività è affidato al direttore del servizio Risorse Ittiche di Laore, Marina Rita Monagheddu, e al responsabile del laboratorio di Ittiopoatologia e Acquacoltura dell´Istituto Zooprofilattico, Fulvio Salati.  
   
   
PESCA STRASCICO, REGIONE SARDEGNA AL LAVORO PER VERIFICA CON MINISTERO E COMMISSIONE EUROPEA SU DEROGA DECRETO  
 
Entro la prima settimana di ottobre sarà attuata una verifica con il ministero dell’Agricoltura e la Commissione europea sulla possibilità di introdurre, anche nelle acque territoriali della Sardegna, una deroga sulle misure tecniche collegate all’arresto temporaneo che consenta alle imbarcazioni al di sotto dei 15 Gt (Gross tonnage) di pescare secondo normali limiti di distanza dalla costa. È quanto hanno riferito il capo di gabinetto dell’assessorato dell’Agricoltura, Celeste Zedda, e il direttore del Servizio Pesca Roberto Doneddu nel corso dell’incontro con una delegazione dell’associazione piccolo strascico, ricevuta questa mattina a Cagliari nella sede della Regione in viale Trento. L’assessore Andrea Prato non ha potuto presiedere all’incontro in quanto impegnato a Roma in due riunioni ad Agea e al ministero degli Esteri. I pescatori hanno esposto le loro problematiche, una legata alle nuove norme sulla larghezza delle maglie delle reti introdotte dal Regolamento Mediterraneo dell’Unione europea; l’altra al decreto nazionale sul fermo temporaneo del ministero e attuato in Sardegna con un decreto dell’assessore dell’Agricoltura del 30 luglio scorso. Sul primo punto, hanno spiegato dall’assessorato, i margini di modifica sono inesistenti anche perché sono norme comunitarie che, sebbene siano entrate in vigore da pochi mesi, erano note già da tempo. Sul fermo temporaneo per le piccole imbarcazioni, le disposizioni del decreto assessoriale ricalcano le indicazioni contenute nel Piano di gestione nazionale sullo strascico per la nostra sub-area geografica, che è anche la cornice normativa di riferimento per erogare gli aiuti del Fondo europeo per la pesca (Fep) e rafforzarli con risorse regionali. Entro i primi giorni di ottobre, hanno assicurato dall’assessorato, si verificherà se è possibile ottenere una deroga già attuata in altri compartimenti marittimi extraregionali che preveda limiti meno stringenti per le piccole imbarcazioni sarde.  
   
   
VALLE D´AOSTA: AGRICOLTURA DI MONTAGNA E BIODIVERSITÀ - GIORNATA “PORTE APERTE” SULL’ATTIVITÀ DI RICERCA APPLICATA DELL´INSTITUT  
 
Agricole Régional La Regione Autonoma Valle d´Aosta ha aderito all´Anno Internazionale della Biodiversità dichiarato dalle Nazioni Unite per il 2010 organizzando numerose iniziative; il 1° ottobre 2010 dalle ore 10 alle 16 i ricercatori dello Institut Agricole Régional presenteranno al pubblico i risultati dei lavori riguardanti la biodiversità, relativi a: cereali e piante officinali; frutticoltura; microbiologia casearia ed enologica; prati e pascoli; sistemi agricoli: aspetti botanici, entomologici e ornitologici; viticoltura ed enologia; zootecnia. Alle ore 11:00 e alle ore 14:30 saranno anche organizzate delle visite guidate presso le strutture aziendali di produzione e sperimentazione: 1. Ferme di Montfleury; 2. Frutteti e vigneti di Montcenis; 3. Laboratorio chimico; 4. Vigne dell’Hospice e cantina. Chi fosse interessato a partecipare alle visite è pregato di prenotarsi al numero 0165 215811 o all’indirizzo iar@iaraosta.It    
   
   
P.O. VAL D’AGRI, AL VIA PIANO FORESTALE D’INDIRIZZO  
 
I territori interessati dal Programma Operativo “Val d’Agri - Melandro - Sauro - Camastra” potranno presto beneficiare di uno strumento di conoscenza delle componenti agro-forestali-pascolive e della struttura socio- economica, utile alla programmazione di interventi di valorizzazione specifici. Su proposta del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, la Giunta regionale ha approvato lo schema di convenzione con l’Istituto Nazionale di Economia Agraria per la realizzazione del Piano Forestale Territoriale d’indirizzo dei comuni del P.o. “Val d’Agri”. L’attuazione del Piano, che avverrà mediante il coordinamento con la Struttura di Progetto “Val d’Agri”, garantirà la conoscenza del territorio in chiave ecologica ed offrirà elementi di valutazione per una pianificazione sostenibile. Per l’attuazione del Piano sarà utilizzato un sistema informativo geografico che garantirà il monitoraggio dei diversi tipi di vegetazione, della distribuzione degli usi del suolo, della diversità paesaggistica, della localizzazione degli ecosistemi più rappresentativi, della composizione e consistenza delle popolazioni di specie animali e vegetali, dei tipi di prodotti forestali e dell’entità dei prelievi. Saranno anche monitorati i danni da selvaggina, pascolo, parassiti, incendi, agenti meteorici, fenomeni erosivi e di dissesto e gli impatti sociali e ambientali. Saranno infine rese disponibili informazioni sulle funzioni sociali e culturali svolte dalla foresta. Il Piano mira infine al raccordo di tutti i soggetti che operano, a vari livelli, nel territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano-val d’Agri-lagonegrese, con lo scopo di snellire le procedure connesse alla pianificazione di livello aziendale. La spesa complessiva prevista per l’attuazione del Progetto è di 220 mila euro, di cui 200 mila a carico del P.o. "Val d’Agri" e 20 mila a carico dell’Inea .  
   
   
BUONDI’ CILIEGIA: UNA BUONA GUSTOSA NOVITÀ  
 
Una novità in casa Buondì: una deliziosa confettura di ciliegie, con il 45% di frutta! Pensato per chi ama riscoprire i gusti di una volta: il sapore inconfondibile della confettura fatta in casa unita alla morbidezza e fragranza di una merenda, Buondì, gustosa ma leggera: Buondì Ciliegia ha il 40% di grassi in meno rispetto ai tradizionali croissant farciti alla frutta. La cura con cui viene preparato, la giusta attesa per la lievitazione e l’utilizzo di ingredienti sani e genuini si vedono e si sentono sin da subito: il suo profumo incredibile vi avvolgerà ancor prima di assaggiarlo!  
   
   
AUSTRIA, AUMENTA VALORE ESPORTAZIONI VINO  
 
In Austria nei primi sei mesi del 2010 è stato registrato un calo delle esportazioni di vino in termini di quantità (-3%), ma un aumento del valore esportato che si aggira intorno al 10%. I viticoltori austriaci hanno potuto aumentare il prezzo medio di vendita del vino al litro, passando da un valore di 1,68 a 1,91 euro, che rappresenta il prezzo più alto mai registrato. Complessivamente da gennaio a giugno 2010 sono stati esportati 32,7 milioni di litri di vino per un ricavo totale di 62,5 milioni di euro. In particolare si è registrato un balzo dall´86 al 90 per cento delle esportazioni del vino in bottiglia.  
   
   
CONGRESSO VINO E SALUTE  
 
Cividale del Friuli - L´assessore regionale alle Risorse agricole, naturali e forestali, Claudio Violino, ha commentato positivamente la relazione del professor Ursini, volta a dimostrare che non solo il vino non fa male, ma concorre alla salute. La ricerca di Ursini e dei suoi altrettanto autorevoli colleghi di tutto il mondo, assieme a quelli che saranno gli esiti del Congresso ´Winehealt´, in programma a Cividale dal 3 al 6 ottobre, rappresenta un elemento importante destinato a confutare quella campagna in atto, secondo l´assessore Violino, da parte di alcune componenti della Ue che vorrebbero far considerare il vino come una sostanza psicotropa. Secondo l´assessore sarebbe drammatico, soprattutto sotto il profilo culturale, che passasse questa linea di tendenza nella Comunità europea. Perché cancellerebbe una porzione della nostra tradizione, della nostra civiltà contadina, nonché dell´economia della Regione. L´amministrazione, come ha ricordato Violino, ha invece individuato proprio nel vino di qualità un biglietto da visita del nostro territorio, con il quale ricollegarsi anche con le nostre comunità all´estero, anche per fare promozione per la nostra terra. Perché nel contenuto di un bicchiere non vi è soltanto il vino in se stesso, ma vi sono racchiusi l´essenza del mondo rurale e delle capacità dei nostri viticoltori di affermarsi e di imporsi in un mercato globale sempre più concorrenziale. Insomma, gustare un bicchiere di vino, secondo l´assessore, è come accaparrarsi la possibilità di assaggiare il nostro splendido territorio e i suoi grandi sapori e profumi. I concetti espressi da Violino erano stati accennati in precedenza dal sindaco di Cividale Stefano Balloch, dal presidente del consorzio vini Colli Orientali del Friuli Pierluigi Comelli, e da Bepi Pucciarelli. Il professor Ursini, nel suo intervento, aveva inteso anticipare i contenuti dei contributi che saranno portati al Congresso dai suoi colleghi provenienti da diverse parti del mondo. Partendo dall´evoluzione della biochimica, che da questo secolo ha iniziato a considerare attraverso la biologia molecolare le sostanze che possono apportare beneficio all´organismo, così come, invece, gli effetti negativi e le malattie causate dalla carenza di elementi chimici, Ursini è arrivato ad evidenziare come alcuni farmaci attualmente allo studio e destinati a ridurre l´insorgenza di malattie cardiovascolari, contemplino tra i loro componenti sostanze ricavate dalle bucce e dai semi dei chicchi dell´uva. Ursini aveva concluso ricordando che il Governo degli Stati Uniti, al contrario di quanto sta facendo l´Europa, considerando i benefici derivanti da una moderata assunzione di alcol, ha di recente sostenuto pubblicamente che bere moderatamente, per quanto riguarda la salute, è meglio che essere astemi. Non demonizzare la cultura del vino perché appartiene alle radici della nostra gente e del territorio, anzi considerare le bevande enologiche, assunte moderatamente, come un concorso alla salute e allo stato di benessere fisico. Perchè il vino non è una droga e non va confuso con le droghe. Si può sintetizzare così l´apporto odierno dell´assessore regionale alla Salute e Protezione sociale Vladimir Kosic alla presentazione del quarto congresso internazionale ´Winehealt´ (vino e salute), alla quale ha partecipato assieme all´assessore regionale alle Risorse agricole, naturali e forestali Claudio Violino. Il Congresso che si terrà a distanza di quindici anni dall´analogo consesso che gettò le basi, a Udine nel 1996, per la ricerca su tale argomento è animato, come lo fu allora, dal professor Fulvio Ursini, del Dipartimento di chimica biologica dell´Università di Padova, all´epoca docente all´ateneo friulano. L´evento congressuale, di natura strettamente scientifica, presentato a Cividale del Friuli nel Refettorio del Monastero di Santa Maria in Valle, è organizzato dall´Università di Padova (tramite il prof. Ursini), con il concorso dell´Ersa, del Consorzio Vini Colli Orientali del Friuli e Ramandolo e della Banca di Credito cooperativo di Manzano, patrocinato dal ministero delle Politiche agricole, dalla Regione, dall´Organization Internationelle du Vin e dall´Accademia della Vite e del Vino. Esso mira a puntualizzare il rapporto tra il consumo del vino e i suoi riflessi sullo stato di salute delle persone. Il tema della quantità di bevande alcoliche ingerite quotidianamente va affrontato nella sua dimensione legata alla responsabilità individuale, in particolar modo per quanto attiene alle implicazioni sul luogo del lavoro (la Regione ha legiferato per l´applicazione della tolleranza zero rispetto ad occupazioni nelle quali vi siano responsabilità e rischi non solo diretti, ma anche verso terze persone), tenendo però conto delle caratteristiche attuali della nostra società. Nella quale, secondo Kosic, specialmente tra i giovani, manca la cultura di relazione, che viene purtroppo spesso surrogata da aggregazioni favorite da un bere legato alle mode, e non certo consapevole. Premesso questo, sostenendo la positività della degustazione moderata dei sapori del territorio, tra i quali vi sono i grandi vini del Friuli Venezia Giulia, per l´assessore regionale non si possono mai mettere sullo stesso piano le droghe, che causano dipendenza e danni certi all´organismo, con il vino. Certo, il problema della dipendenza dall´alcol per Kosic è un problema serio, che viene adeguatamente affrontato dalla Regione. Ma non va confuso con l´assunzione moderata di bevande alcoliche. La quale, anzi, come ha dettagliato ampiamente nella sua relazione il professor Ursini, in dosi moderate riduce il rischio di malattie cardiovascolari.  
   
   
VINI: L´ENOLOGIA ABRUZZESE SI INNOVA  
 
Pescara - Il Comitato Nazionale Vini del Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali nella seduta del 24 settembre ha approvato definitivamente i disciplinari delle Sottozone della Denominazione di Origine Controllata Montepulciano d´Abruzzo, completando le revisione della Doc Montepulciano d? Abruzzo.il secondo esame Ministeriale si è reso necessario a seguito delle controdeduzioni presentate dai produttori attraverso il Consorzio di Tutela dei vini Doc d´Abruzzo dopo la prima approvazione avvenuta nel mese di maggio. Le 5 Sottozone sono: - Sottozone "Terre di Casauria" e "Terre dei Vestini" in provincia di Pescara, già esistenti e per le quali sono state richieste modifiche; - Sottozone "Alto Tirino" e "Terre Aquilane" in provincia de L´aquila; - Sottozona "Teate" in provincia di Chieti. Le nuove Sottozone aquilane sostituiscono territorialmente le Igt "Alto Tirino" e "Valle Peligna" che sono confluite nella Igt approvata nel 2009 "Terre Aquilane" e valida per l´intera provincia. Quanto alle specifiche richieste dei produttori, il Comitato Vini, supportato dal parere della Regione Abruzzo, le ha accolte nella quasi totalità suscitando la soddisfazione dei produttori interessati."Il provvedimento disciplina in maniera innovativa e specializzata le produzioni enologiche dei vini rossi abruzzesi consentendo di esaltare al meglio le tipicità indotte dal territorio - dice l´assessore regionale all´agricoltura Mauro Febbo. Infatti, il vino Doc Montepulciano d´Abruzzo avrà ulteriori specificità di prodotti contraddistinti da peculiari e importanti caratteri di qualità, rese ettariali più contenute e lo svolgimento dell? intero processo - produzione e vinificazione - interamente nel territorio regionale e quasi sempre all? interno di ciascuna Sottozona. Il provvedimento licenziato dal Ministero consente anche l´entrata in vigore del disciplinare della nuova Doc Cerasuolo d? Abruzzo che diventa fruibile unitamente alle tipologie della Doc Abruzzo, già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ad agosto, a seguito delle domande di iscrizione già presentate all´Arssa". I nuovi disciplinari del Montepulciano d? Abruzzo con le 5 Sottozone e della Doc Cerasuolo d´Abruzzo saranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni.