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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 13 Gennaio 2011
STUDIO FINANZIATO DALL´UE PER RILEVARE LA PRESENZA DI TOSSINE NEI MOLLUSCHI  
 
Coloro che non si fidano di consumare i molluschi possono tirare un sospiro di sollievo: gli scienziati della Queen´s University Belfast (Regno Unito) hanno appena sviluppato un nuovo test in grado di aumentare la sicurezza dei molluschi che consumiamo. Il nuovo dispositivo è stato sviluppato nel quadro del progetto Biocop ("New technologies to screen multiple chemical contaminants in foods"), che ha ricevuto 9,62 milioni di euro in riferimento all´area tematica "Qualità e sicurezza alimentare" del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue. Il team dell´Istituto per i prodotti alimentari agricoli e l´uso del suolo dell´Università di Belfast afferma che lo strumento messo a punto non solo è in grado di liberare i molluschi dalle tossine prima che questi vengano immessi nella catena alimentare, ma potrebbe comportare importanti benefici per il settore ittico a livello globale. Gli esperti di sicurezza alimentare ritengono che per verificare la presenza di tossine potenzialmente pericolose nei molluschi siano necessari due giorni. Questa nuova tecnica, che prevede l´utilizzo di biosensori, ridurrebbe sensibilmente i tempi di queste verifiche, che ammonterebbero a soli 30 minuti: tempi più brevi, dunque, e risultati più affidabili. Il test è in grado di rilevare il pericolo di intossicazione da molluschi infetti, che provocano la paralisi in chi li consuma. Circa il 25% dei soggetti colpiti da questo avvelenamento muore a causa delle tossine. "Le tossine secrete dalle alghe, presenti soprattutto nei molluschi, rappresentano un fattore di rischio significativo per i consumatori e possono determinare gravi perdite economiche per l´industria dell´acquicoltura", spiega il professor Chris Elliott, direttore dell´istituto e coordinatore del progetto. "Sebbene si sia da tempo a conoscenza dell´esistenza di queste tossine, vi sono stati parecchi dubbi sull´efficacia dei test utilizzati per riconoscerle". È poi provato che il cambiamento climatico stia portando a un aumento dei casi di intossicazione in tutto il mondo e causando la chiusura delle colonie infette. Il professor Elliot ha spiegato che questa nuova tecnica utilizza delle proteine in grado di rilevare anche quantitativi minimi di tossine nei molluschi come le capesante, le ostriche e le cozze. "Il test non solo aumenterà il livello di sicurezza dei molluschi che si consumano, ma avrà un impatto sull´intero settore dell´acquicoltura, al momento impegnato a contrastare i problemi legati all´aumento delle tossine dovuto al cambiamento climatico", ha spiegato il docente. Gli scienziati si sono uniti al gruppo Neogen Europe (Regno Unito) per commercializzare il prodotto. "Questo sarà il terzo prodotto per l´acquicoltura sviluppato dalla Queen´s University e Neogen Europe. Un prodotto che consente al gruppo di sviluppare la sua eccezionale offerta di test alimentari rapidi e all´università di rafforzare la propria reputazione di leader nel settore", hanno concluso i ricercatori. La Food and Drugs Administration (Fda) statunitense ha offerto all´Università un contributo del valore di 500.000 dollari (circa 388.000 euro) per ottimizzare il test sull´altra sponda dell´Atlantico. Il test verrà condotto nei laboratori subito dopo la pesca dei molluschi, garantendo, quindi, tempi più brevi per l´immissione dei prodotti sul mercato. Il progetto Biocop ha visto la partecipazione di 32 partner di ricerca europei ed extraeuropei. Gli Stati membri coinvolti nel progetto, conclusosi lo scorso autunno, sono: Belgio, Repubblica ceca, Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Austria, Finlandia, Svezia e Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Queen´s University Belfast: http://www.Qub.ac.uk/  Biocop: http://www.Biocop.org/  Ricerca sulla qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari nell´ambito del 6° Pq: http://ec.Europa.eu/research/fp6/index_en.cfm?p=5    
   
   
RICERCATORI SCOPRONO COME LE PICCOLE PIANTE COMPETONO PER LA LUCE CON I LORO VICINI PIÙ GRANDI  
 
 Vi siete mai chiesti come le piccole piante raggiungono la luce quando sono circondate da piante più grandi? Ricercatori nei Paesi Bassi e Germania affermano che le piante affrontano questo problema adattandosi mediante un rapido allungamento dei germogli e delle foglie verso il Sole. Il loro studio, presentato nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), dimostra sia il processo di adattamento che quello di crescita di queste piante. Ricercatori dall´Università di Utrecht nei Paesi Bassi e dalla Ruhr-universitaet-bochum (Rub) in Germania hanno detto che finora non si possedevano informazioni sulla base molecolare della "sindrome da ombreggiamento". Il loro lavoro li ha portati a scoprire un modello di regolazione, in cui una specifica proteina di trasporto (Pin3) permette all´auxina, un ormone della pianta, di accumularsi. Fornendo uno stimolo al processo di crescita, l´auxina è un elemento fondamentale del processo di adattamento negli strati cellulari esterni delle piante. Poiché le piante più piccole corrono un rischio maggiore di essere ombreggiate dai loro vicini più grandi, esse possiedono vari meccanismi che le aiutano ad adattarsi, permettendo loro di rendersi conto dei vicini in concorrenza per poter migliorare il proprio vantaggio competitivo. Questo comportamento consente alle piante più piccole una reazione maggiormente flessibile, ha detto il team, aggiungendo che la continua percezione dell´intensità e della qualità della luce è fondamentale per il funzionamento di questo processo. Stephan Pollmann, professore alla Rub, ha sottolineato che la clorofilla, il pigmento fotosintetico nelle foglie, assorbe quasi tutte le gradazioni di blu e rosso lontano, permettendo solo alla luce rossa scura di passare attraverso le foglie. Secondo lui, vi è un considerevole cambiamento nella proporzione tra rosso e rosso lontano se il fogliame ombreggia la pianta. Quando i recettori della luce di una pianta registrano questo cambiamento, avviano molti meccanismi di adattamento nel loro processo di sviluppo e crescita. Questa è detta "sindrome da ombreggiamento". Il risultato è che le piante ottengono una migliore crescita dei germogli e un movimento verso l´alto delle foglie (risposta iponastica). I ricercatori hanno detto che le piante vascolari generano tutta una serie di molecole di segnalazione diverse, conosciute come fitormoni, che regolano i processi di crescita e differenziazione. Il professor Pollmann ha sottolineato che già si sapeva che l´effetto dell´auxina si basa su un´interazione di formazione dell´auxina, trasporto e trasduzione del segnale. Una bassa proporzione tra rosso e rosso lontano influisce su questi processi. La grande domanda era: come funziona? Il dott. Ronald Pierik all´Università di Utrecht e i suoi colleghi hanno scoperto che la crescita dei germogli, quando il rapporto tra rosso e rosso lontano è basso, è soggetta a un meccanismo di percezione dell´auxina intatto ed è dipendente dall´accumulazione dell´auxina nel germoglio. Secondo i ricercatori, la Pin-formed 3 (Pin3), la proteina di trasporto dell´auxina, è la principale responsabile di questo accumulo. Quando il rapporto tra rosso e rosso lontano è basso, la Pin3 si forma molto meglio. I ricercatori hanno notato che essa si accumula principalmente nelle pareti cellulari laterali dell´endoderma. Questa distribuzione di Pin3 innesca un flusso di auxine verso gli strati cellulari epidermici, portando così alla crescita degli allungamenti dei germogli. Il professor Pollmann e il suo team hanno usato la spettrometria di massa avanzata per quantificare e confrontare il contenuto di auxina in campioni selvatici e in mutanti di Pin3 creati geneticamente che non sono in grado di generare la proteina di trasporto. Essi hanno scoperto che la sindrome da ombreggiamento era assente nelle piante geneticamente modificate prive di Pin3. "Risulta allora possibile dedurre il ruolo importante dell´accumulo di auxina controllato dalla Pin3 durante la reazione per evitare l´ombreggiamento," ha detto il professor Pollman. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Utrecht: http://www.Uu.nl/nl/pages/default.aspx  Ruhr-universitaet-bochum (Rub): http://www.Ruhr-uni-bochum.de/  Pnas: http://www.Pnas.org/    
   
   
DIOSSINA, IN TOSCANA SI FANNO TUTTI I CONTROLLI NECESSARI  
 
“In Toscana si fanno tutti i controlli previsti dal piano di sorveglianza nazionale, e anche controlli supplementari”. Riguardo all’allerta europea diffuso in seguito alla scoperta, nella Repubblica Federale Tedesca, di mangimi per animali contaminati da diossine, l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia precisa che in Toscana si sono sempre fatti tutti i controlli di routine prescritti su tutto il territorio nazionale dal piano di sorveglianza per la ricerca di diossine e Pcb (policlorobifenili, una classe di composti organici considerati inquinanti persistenti, dalla tossicità in alcuni casi vicina a quella della diossina). I controlli avvengono tramite campionamenti effettuati dai servizi veterinari negli allevamenti su carni, latte, uova, miele e sui mangimi. Nei mattatoi i campionamenti vengono fatti sui muscoli delle carcasse macellate. Ma in Toscana si fa anche di più rispetto alle indicazioni nazionali: sono stati attivati piani regionali specifici per la ricerca di diossina e Pcb su alcune matrici alimentari, quali il latte ovicaprino. E nei mangimifici vengono fatti ulteriori campionamenti su mangimi e materie prime considerate più a rischio di contaminazione, come i grassi animali e vegetali. Quando scatta l’allerta europea, come in questi giorni in seguito al caso della Repubblica Federale Tedesca, ai controlli di routine si aggiungono anche controlli mirati. Ma il prodotto risultato contaminato in Germania non risulta essere commercializzato in Italia. Oggi a Bruxelles si è riunito il Comitato permanente per la filiera alimentare e la salute degli animali. E per domani il ministro della salute Ferruccio Fazio ha convocato a Roma i rappresentanti di tutte le Regioni, per fare il punto sulla situazione e concordare le iniziative da mettere in atto. “Dopo l’incontro con il ministro – dice l’assessore Scaramuccia – sapremo se saranno necessari controlli ulteriori”.  
   
   
SARDEGNA: IL PROGRAMMA APISTICO REGIONALE 2010/2011  
 
 Cagliari - Anche per l´annualità 2010/2011 gli apicoltori e le agenzie regionali Laore e Agris potranno beneficiare degli aiuti previsti dal Programma apistico. Obiettivi del Programma sono: aumentare l´efficacia della produzione e della commercializzazione, grazie anche al ricorso a migliori tecniche; - favorire un´efficace azione di prevenzione e lotta delle patologie dell´alveare e diminuire le spese per l’applicazione dei trattamenti agli alveari; - favorire la razionalizzazione della transumanza migliorando la gestione dei trasferimenti con il ricorso ad attrezzature specifiche per l´esercizio del nomadismo; - migliorare la commercializzazione del prodotto anche con il sostegno alle analisi del miele e la divulgazione dei suoi risultati; - compensare le perdite di api e di produzione con il finanziamento dell´acquisto di colonie di api. Il Programma si articola in varie sottoazioni. I contributi previsti dalle sottoazioni a2 (organizzazione seminari e convegni tematici), a3 (azioni di comunicazione: sussidi didattici, abbonamenti, schede e opuscoli informativi), a4 (assistenza tecnica alle aziende) e d3 (presa in carico di spese per le analisi chimico-fisiche, melissopalinologiche e residuali) sono rivolti all´Agenzia Laore Sardegna. I contributi previsti dalla sottoazione b2 (indagini sul campo finalizzate all´applicazione di strategie di lotta alla varroa caratterizzate da basso impatto chimico sugli alveari e il materiale di consumo per i campionamenti) sono rivolti all´agenzia Agris Sardegna. I contributi previsti dalle sottoazioni c2.1 (acquisto arnie), c2.2 (acquisto macchine e attrezzature per l´esercizio del nomadismo), e1 (acquisto di api regine, famiglie, nuclei e sciami di api) sono rivolti gli apicoltori e ai produttori apistici singoli e associati in possesso dei seguenti requisiti: 1. In regola con la denuncia di detenzione degli alveari ai servizi veterinari dell´azienda Usl competente per territorio; 2. In possesso di partita Iva e iscritti al Registro delle imprese detenuto dalle Camere di commercio, industria, artigianato, agricoltura in qualità di imprenditore agricolo; 3. In possesso di almeno trenta alveari denunciati all´azienda Usl competente per territorio; 4. In regola con le norme igienico-sanitarie previste per i locali di lavorazione dei prodotti dell´alveare (miele, cera, papa o gelatina reale, propoli, polline), sia per le lavorazioni eseguite in proprio che affidate a terzi. Gli interessati potranno presentare le domande di finanziamento entro l´11 febbraio 2011.  
   
   
“RICERCA FA INNOVAZIONE” ALIMENTAZIONE E SALUTE. NUOVI SVILUPPI PER L’AGRICOLTURA E L’AGROINDUSTRIA. MANGIAR BENE PER VIVERE IN SALUTE! SEMINARIO DI STUDIO LUNEDÌ 17 GENNAIO 2011  
 
Il Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e delle Aree Interne della Campania con il suo Centro Europe Direct ed in collaborazione con Città della Scienza organizza, per lunedì 17 gennaio 2011 dalle ore 9.00 alle ore 14.00 presso la Camera di Commercio in via Roma a Salerno, un seminario sul tema”Ricerca fa innovazione. Alimentazione e salute. Nuovi sviluppi per l’agricoltura e l’agroindustria”. Il seminario si rivolge ad imprenditori, ricercatori, consumatori, agricoltori, amministratori pubblici e punta ad evidenziare le grandi potenzialità scientifiche, economiche ed imprenditoriali di un comparto strategico per la provincia di Salerno e l’intera regione Campania. I lavori saranno conclusi dall’intervento dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Vito Amendolara. Agricoltura ed agroindustria sono un’eccellenza del territorio nella misura in cui gli addetti ai lavori e la filiera istituzionale sapranno cogliere le opportunità e gli strumenti di sostegno disponibili a livello regionale ed europeo. E’ importante saper investire presto e bene concentrando le energie sulle opzioni strategiche. In tale prospettiva l’impegno del Parco Scientifico e Tecnologico si concentra, in coerenza con la propria mission istituzionale, sull’innovazione tecnologica, la condivisione del sapere innovativo, la formazione degli operatori, la creazione di sinergie operative al fine di aumentare la competitività complessiva del sistema. Il seminario informerà sugli strumenti di sostegno disponibili, a livello regionale ed europeo, per la realizzazione del potenziale innovativo delle imprese, con un focus sulla recente call europea Fp7-kbbe-2011-5: Development of functional foods and ingredients. Di particolare rilievo, pertanto, nello svolgimento dei lavori le relazioni dedicate alle biotecnologie, alla produzione di cibi funzionali, alla nutraceutica che indaga sulle caratteristiche terapeutiche e farmacologiche dei prodotti alimentari. Un impegno speciale per la salute dei consumatori, la tutela dell’ambiente, al salvaguardia del territorio e delle sue specificità agroalimentari, la difesa dei posti di lavoro e delle imprese del settore. Imprese locali e centri di ricerca che hanno utilizzato con efficienza i programmi di finanziamento europeo per la ricerca e l’innovazione testimonieranno le proprie esperienze. In programma anche la presentazione i risultati del Patto Formativo Locale della Filiera Agroalinmentare. Questo il programma completo dei lavori Saluti istituzionali: Augusto Strianese – Presidente Camera di Commercio di Salerno, Remo Russo – Amministratore Delegato Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e delle Aree Interne della Campania, Edoardo Imperiale – Direttore Generale di Città della Scienza Spa, Mario De Rosa – Pro Rettore Seconda Università di Napoli, Gennarino Masiello – Presidente Coldiretti Campania, Corrado Martinangelo – Coordinatore regionale segreteria On. Paolo De Castro. Interventi tecnici: “Unione Dell’innovazione: Un Investimento Comunitario Per L’uscita Dalla Crisi Economica E La Ripresa Del Sistema Produttivo” Betty Olivi – Capo settore Affari politici Rappresentanza Ce in Italia; “Il Ruolo Della Politica Agricola Comune Nel Rapporto Innovazione-agricoltura” Marco Barbetta – Assistente Parlamentare della Presidenza Commissione, Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo, Bruxelles; “Le Politiche Ue Contro La Crisi: Gli Effetti Sul Tessuto Produttivo Del Mezzogiorno” Pasquale Persico – Docente Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche Università degli Studi di Salerno; “La Nutraceutica, Un Settore Strategico Per Lo Sviluppo Del Paese” Amleto D’agostino – Direttore Generale Bioteknet Centro Regionale di Competenza in Biotecnologie industriali; “Le Biotecnologie Per Lo Sviluppo Del Comparto Agroindustriale” Chiara Schiraldi – Docente Dipartimento di Medicina Sperimentale Seconda Università di Napoli; “L’attuale Scenario Del Comparto Agroindustriale Salernitano” Francesco Senesi – Presidente Gruppo Alimentare Confindustria Salerno; “Agricoltura E Agroindustria Per La Produzione Di Cibi Funzionali” Pietro Caggiano – Presidente Coldiretti Salerno; Conclusioni: Vito Amendolara – Assessore all’Agricoltura Regione Campania. Per iscrizione online www.Bic.cittadellascienza.it/regevent    
   
   
CENSIMENTO AGRICOLTURA, INCONTRO CON AGRONOMI E FORESTALI DI MATERA  
 
 Nella serata dell’ 11 Gennaio presso la Sede dell’Ordine dei dottori Agronomi e dei dottori Forestali di Matera il Consiglio dell’Ordine ha incontrato i Coordinatori Intercomunali del Censimento Agricoltura iscritti all’Ordine per discutere dell’esperienza professionale svolta negli ultimi mesi e che si sta avviando a conclusione. Un’esperienza, come affermato dai Coordinatori, che pur essendo partita con lieve ritardo rispetto alle aspettative, non ha inficiato la qualità del lavoro svolto dai professionisti anche grazie alla preziosa interazione avuta con la Regione Basilicata. " Tale incontro, ha affermato il Presidente della Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Basilicata Carmine Cocca, ha rappresentato uno strumento utile a descrivere, all’Ordine Nazionale, l’esperienza professionale locale al fine di poter migliorare le azioni di tutela della professione. Il Censimento che volge al termine, continua Cocca, ha visto un pieno coinvolgimento dei dottori Agronomi e Forestali che anche in questa occasione hanno coordinato un lavoro importante che permetterà di ritratte le realtà nazionali agricole sulle quali, si spera, a breve potrà essere avviata una nuova forma di pianificazione per un rilancio di un settore che, seppur in crisi, può continuare ancora a garantire azioni economiche di grande rilevanza".  
   
   
SARDEGNA, IGIENE PUBBLICA E VETERINARIA: ATTIVARE UNA CAMPAGNA DI INFOMAZIONE E DI SENSIBILIZZAZIONE  
 
Cagliari - "A breve partiranno alcune iniziative concrete per attivare una campagna di informazione e di sensibilizzazione dei cittadini sul problema della trichinellosi, sollecitando anche la collaborazione delle associazioni di categoria." Lo ha detto l’assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, al termine della riunione operativa coi servizi veterinari delle Asl regionali. "Fermo restando che sono ancora vigenti alcuni decreti che prescrivono l´obbligo di sottoporre ad analisi per la trichinellosi sia i maiali macellati per uso familiare che le volpi ed i cinghiali cacciati - ha proseguito Liori - è necessario combattere una mentalità diffusa in alcuni territori, creando maggiore sensibilità sociale che non trascuri la sicurezza alimentare. Perciò, non escludo di intraprendere specifiche iniziative di educazione sanitaria fin dalle scuole. Sono anche convinto che sia opportuno favorire la regolarizzazione di alcune attività familiari, incentivando ed aiutando alcuni allevatori a trasformarsi in imprenditori agricoli, così da realizzare più facilmente il rispetto delle regole, con maggiori ed efficaci controlli". "Infine - ha concluso Liori - invito i cittadini a maggiore prudenza nel consumo delle carni di animali macellati senza che preventivamente siano stati sottoposti ad accertamenti sanitari". Oggi, alle ore 17, l´assessore Liori incontrerà il Sindaco di Orgosolo, gli amministratori locali ed alcuni allevatori.  
   
   
AGRICOLTURA: INTESA CON PROVINCIA TERAMO PER FAVORIRE UTENZA MENO BUROCRAZIA, PIU´SERVIZI PER GLI AGRICOLTORI  
 
Pescara - Meno burocrazia e servizi più vicini ai luoghi di residenza per gli agricoltori del teramano grazie ad una intesa operativa tra Regione e Provincia di Teramo. Assistenza agli utenti nella compilazione, raccolta e presentazione delle dichiarazioni annuali, nella presentazione alla Provincia di Teramo delle richieste e del ritiro dei titoli per il prelevamento del carburante agevolato, collaborazione per la diffusione dei comunicati predisposti dal servizio Uma (Utenti Macchine Agricole) e per la fornitura della modulistica. Sono i servizi che, a partire da lunedì prossimo, verranno attivati a beneficio dell´utenza a seguito del protocollo di intesa siglato, questa mattina, a Teramo, nella sede della Provincia, tra l´assessore all´Agricoltura, Mauro Febbo, ed il suo omologo della Provincia di Teramo, Ezio Vannucci. "La logica di questo accordo ? ha spiegato Febbo - è quella di rispondere con più tempestività alle esigenze di circa settemila coltivatori diretti, la maggior parte dei quali risiede in località decentrate rispetto al capoluogo, dove ha sede l´Uma. Alla luce di ciò, - ha proseguito - considerata la presenza, in diversi Comuni della provincia di Teramo, di uffici periferici dell´Ispettorato agrario regionale, si è pensato ad una sinergia con la Provincia per istituire dei punti di assistenza proprio in queste sedi decentrate per espletare diverse funzioni, tra cui quella della fornitura di carburante agevolato". A tal proposito, sono stati individuati gli uffici di Atri, Cologna Spiaggia, Nereto e Bisenti dove un dipendente provinciale, addetto al servizio Uma, presterà servizio periodicamente, un giorno a settimana, per l´assistenza agli utenti nella compilazione delle domande e nelle altre pratiche amministrative. L´accordo ha natura sperimentale e avrà validità per l´anno in corso ma spiegherà i suoi effetti anche in quelli successivi. "L´auspicio - ha concluso l´assessore Febbo - è che questa intesa possa essere ripetuta anche nelle altre tre provincie dove le aspettative del mondo agricolo sono altrettanto forti".  
   
   
L’OLIO D’OLIVA EXTRAVERGINE, AMBASCIATORE DELLA DIETA MEDITERRANEA IN TUTTO IL MONDO.  
 
Finalmente la Dieta Mediterranea è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità. Adesso si tratta di diffonderne i principi in tutto il mondo e di farne conoscere i prodotti ad essa connessa, primo fra tutti l’olio d’oliva extravergine, vero oro liquido e toccasana per la nostra salute, capace di aiutare la prevenzione di disturbi circolatori e tumori. In questa opera per l’educazione mondiale all’extravergine si è particolarmente impegnato il Cno, Consorzio Nazionale Olivicoltori che conta in Italia più di 300 000 aderenti. “Contando anche sui finanziamenti della Comunità Europea nell’ambito del progetto Reg. Ce 867/08, ci siamo fortemente impegnati in questa promozione internazionale - ci dice il Presidente del Consorzio Claudio di Rollo – per cui abbiamo scelto la partnership degli Chef italiani operanti in tutto il mondo di Itchefs-gvci, network di grandi protagonisti della Cucina Italiana, che da più di dieci anni si impegna per portare dappertutto la vera Gastronomia Italiana, che non può essere tale se non usando ingredienti autentici e di assoluta qualità”. Il Cno infatti, ha partecipato al Summit di Itchefs-gvci tenutosi ad Hong Kong nel novembre scorso, venendo anche ospitato nello Stand Italiano gestito dalla Fiera di Verona nell’ambito della “Wine and Spirits Fair “. Sono stati così presentati sul mercato cinese, riscuotendo grande successo due dei tre elementi principali della cosiddetta «triade mediterranea» (ma non mancavano neppure i cereali a completare la suddetta triade!). Dopo questa iniziativa orientale l’impegno del Cno si è trasferito in Europa e precisamente Lituania, dove, in collaborazione coll’Istituto di Cultura Italiana, si è dato vita ad un vero e proprio Corso di educazione all’extravergine. “Infine in questo mese di Gennaio- ci anticipa ancora il Presidente Di Rollo - riprenderà l’azione assieme ad lItchefs-gvci, nell’ambito della manifestazione Idic 2011 – Giornata Internazionale delle Cucine Italiane- dedicata quest’anno ad un piatto a base appunto di extravergine: il Pesto alla Genovese, presentato all’Italian Culinary Academy di New York, verrà celebrato da più di 1000 cuochi in tutto il mondo nella giornata del 17. In particolare Cno parteciperà all’evento di New York e a quello previsto a Montreal, in collaborazione anche con la Camera di Commercio Italiana di Montreal. Cerchiamo così di far conoscere ed apprezzare dappertutto uno dei pochi prodotti che, a differenza di quanto diceva Mark Twain sono buoni e fanno anche bene”. Durante queste manifestazioni sarà presentato il nuovo marchio “Terre del Sole”, che d’ora in poi identificherà la produzione Cno, assieme agli strumenti che il Cno ha messo in atto per comunicare le garanzie di sicurezze offerte dalla tracciabilità, documentata, oltre che sulla etichetta , con l’innovativo sistema Qr code: un’icona http://hightech.Blogosfere.it/images/qrcode-arigato.png contenente degli Url internet, così che basta fotografarlo col cellulare e automaticamente viene lanciato il browser del telefonino con tutte le informazioni del caso. Questo sistema innovativo rende possibile documentare tutte le fasi della vita dell’olio, dal campo alla tavola, in modo da dare la massima garanzia al consumatore. Accanto a questa linea, viene presentato anche il progetto di Alta Qualità, in base al quale tutti i passaggi vengono ottimizzati seguendo un rigido disciplinare, che regola e certifica tutte le fasi della produzione, della distribuzione e dello stoccaggio dell’olio, in modo da dare il massimo delle garanzie di qualità. “L’olio d’oliva si produce in tutto il bacino del Mediterraneo- commenta il Presidente di Rollo- ed ormai anche in mezzo mondo; quello che rende unico l’extravergine italiano è l’estrema varietà (basti pensare che su circa 1300 varietà di olio a livello mondiale l’Italia detiene un patrimonio di circa il 40%) e la qualità. Abbiamo cercato di dare con questo sistema di tracciabilità la più accurata informazione sulle caratteristiche del prodotto e con il Progetto Alta Qualità una eccezionale certificazione della qualità, così da assicurare al consumatore che gli forniamo un prodotto del massimo livello qualitativo. In questo modo pensiamo che l’extravergine Italiano possa veramente andare alla conquista dei mercati mondiali, oltre che nazionali”  
   
   
LE SETTIMANE DEL GUSTO DI CHINAPPI. DAL 18 AL 23 GENNAIO UNO SPECIALE MENÙ DEDICATO ALLA FRITTURA  
 
Riconosciuto come un gustoso angolo di sapore del litorale romano, Chinappi fonda l´Accademia della Buona Tavola dando vita alle "Settimane del Gusto": iniziativa che prevede sei serate a tema dedicate ad un particolare abbinamento cibo-vino. Dopo gli speciali sulla zuppa di pesce, i crostacei e il baccalà, dal 18 al 23 Gennaio 2011 si punterà sulla Frittura, abbinata ad un confronto fra Chardonnay provenienti dalle migliori aziende vinicole laziali e non. Il locale di Stefano Chinappi, quindi, non è solo un Ristorante, ma Il Ristorante; il luogo in cui la creatività incontra la tradizione gastronomica, rendendo il cibo una vera e propria arte da gustare. Il nuovo anno inizia con l’appuntamento con la “Settimana del Gusto” di Chinappi, l’iniziativa che si colloca all’interno dell’Accademia della Buona Tavola e che prevede, nella seconda settimana di ogni mese, sei serate a tema dedicate ad una particolare specialità di mare, abbinata sempre alle migliori etichette laziali e non solo, al fine di esaltare i prodotti del territorio circostante e dar vita a creazioni enogastronomiche versatili. Dopo gli speciali sulla zuppa di pesce, i crostacei e il baccalà, è il momento della frittura. A partire dal 18 fino al 23 Gennaio 2011 il Ristorante di Stefano Chinappi invita a prendere parte all’assaggio di: frittelle di alghe, di cozze e di merluzzo, fritto di calamaretti e gamberi con julienne di zucchine al profumo di menta, gran fritto di paranza con sorbetto al sedano e per finire frittella di patate su salsa di mandarino. Ad accompagnare la degustazione una serie di vini Chardonnay a confronto provenienti delle aziende laziali Casal del Giglio e Paola e Noemia D’amico, dalla azienda vinicola Coppo e dalla siciliana Morabino (55€ bevande incluse). La calorosa accoglienza di Stefano, la professionalità del suo team di cuochi specializzati e l’attenzione per il cliente si presentano come “assoluta garanzia” di qualità e tradizione e consentono al tempo stesso di non eccedere con la spesa rispetto alla scelta sulla carta, senza rinunciare mai al gusto. Il profumo del mare giunge, quindi, con tutta la sua intensità sulla tavola di Chinappi, riservando un trionfo di sublimi specialità ai migliori intenditori. Il Ristorante romano di Via Valenziani fa da sfondo, dunque, a un viaggio fra percorsi enogastronomici e menù degustazione che sanno ricreare momenti di vero piacere e soddisfare anche i palati più esigenti  
   
   
ASIAGO E SPECK PER LA “PIZZA ALTOPIANO”: OMAGGIO GASTRONOMICO ALL’UNITÀ D’ITALIA  
 
Garibaldi non fu ferito invano: oggi l’Italia è unita attorno alla nuova pizza, con Speck Alto-adige, Asiago mezzano, pomodorini di Pachino ed olio extra vergine. La delizia messa a punto dai maestri pizzaioli di Vitulazio (Caserta). E’ una rivoluzione di equilibrio, un risorgimento di buon gusto, quello architettato dai maestri pizzaioli delle pizzerie “Napulèone” (leggi “Napule Uan”) di Caserta e Napoli. Nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, con la creatività dirompente di cui i meridionali sono capaci nel creare con la massima naturalezza dei veri nuovi classici, hanno sfornato una ricetta di pizza che hanno voluto intitolare all’Altopiano, in omaggio alla terra di provenienza di uno dei suoi ingredienti: l’Asiago Dop stagionato. Sulla Pizza Altopiano, l’Asiago mezzano si accompagna ad alcune fra le più felici specialità alimentari del nostro Paese: lo Speck Alto-adige Igp, i pomodori ciliegini di Pachino Igp e l’olio Extra Vergine di Oliva, sempre meglio se Dop. Il gastronomo casertano Vincenzo D’antonio racconta: «Una volta nelle pizzerie di Napoli, quelle vere, anzi "veraci", si facevano sì e no soltanto una mezza dozzina di pizze. Se la memoria mi soccorre, provo a dirle: la napoletana, ovvero la semplicità difficile a farsi (olio, aglio, origano e pomodoro), la marinara, come sopra ma con aggiunta delle acciughe, la margherita, senza origano, bensì fiordilatte e qualche fogliolina di basilico, il calzone, ovvero con ripieno di ricotta e salame (in origine, i cicoli, ovvero pezzetti di lardo di maiale) e variazioni semplici quali capricciosa e quattro stagioni. Tant´era». «Poi, con il proliferare delle pizze, si cominciò a ritenere che vinceva chi... La sparava più grossa con la fantasia. Adesso le cose sembra tendano ad un savio riequilibrio», prosegue D’antonio: «Mai più si tornerà allo spartano assortimento della mezza dozzina di pizze, ma nel contempo speriamo che ci si stia allontanando per sempre da "mare e monti", "panna e würstel", "patatine fritte e mais" ed altre nefandezze del genere. Una pizza innovativa nella meritoria accezione, ovvero laddove l´aspetto di innovazione si addentella alla tradizione, è la pizza dell´Altopiano. Base ben lievitata ed in entrata forno sottili fette di Asiago mezzano Dop (in assenza, Asiago fresco Dop) e pomodorini ben maturi tagliati a metà. A metà cottura, si appongono sulle fette di Asiago che hanno preso nel mentre la giusta morbidezza, delle sottili fette di Speck dell´Alto-adige Igp. La cottura in forno prosegue per un altro minutino. In uscita forno, cadono sulla pizza auree gocce di olio extravergine di oliva. La pizza, caldissima, è pronta per il tavolo. E beato sia il commensale»  
   
   
GUIDA MAGNAR BEN 2011. 400 RISTORANTI E 180 GRANDI VINI DELL’ALPE ADRIA,LA PRIMA GUIDA DEDICATA AGLI APPASSIONATI DEL MANGIARE E BERE DI QUALITÀ.  
 
L’associazione Culturale, nata con lo scopo di tutelare e valorizzare la cultura, l’enogastronomia ed il turismo di qualità nel bacino dell’Alpe Adria, annuncia gli intensi programmi per il 2011 che la vedono impegnata editorialmente con la pubblicazione della 15° edizione Guida Magnar Ben 2011 con 400 ristoranti selezionati e 180 grandi vini dell’Alpe Adria. La Guida arrivata alla 15° edizione, rinnovata nell’immagine di copertina, propone la migliore ristorazione del Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Carinzia (Austria), Slovenia, Croazia Istriana e da quest’anno alcune selezioni del territorio lombardo del Franciacorta. Dalla piccola trattoria fuori porta al grande ristoratore blasonato, dall’osteria con cucina al relais chic, 400 recensioni per gli appassionati del “mangiare fuori casa” con le curiosità, le storie, i piatti degli chef e dei ristoratori che hanno scelto un percorso di qualità. Ogni scheda è correlata inoltre da una fotografia del locale (importante per indirizzare il consumatore sulla tipologia dell’ambiente), tutti i dati istituzionali, il prezzo medio ed il prezzo aggiornato di alcuni piatti. La guida, diretta da Maurizio Potocnik (presidente dell’Associazione Culturale) festeggia il 15° anniversario con una grande novità: oltre alla ristorazione di qualità, nello stesso volume, pubblica una speciale raccolta di 180 grandi vini dell’Alpe Adria. Questa iniziativa, unica nel suo genere vuole così offrire una sorta di “informazione / formazione” anche sulle eccellenze enologiche di questo grande territorio. L’iniziativa, affidata a Gianpietro Comolli, grande esperto di bollicine e vini italiani, è nata per istinto davanti a un buon calice di vino durante l’ultima vendemmia. Sono stati così selezionati vini noti e internazionali, emergenti, di tendenza e vini con un’ottimo rapporto valore/identità, mirando anche a scoprire la filosofia produttiva che accompagna le scelte aziendali sia dei piccoli produttori, sia delle grandi aziende storiche. 180 schede ricche d’informazioni sul vino selezionato, con l’analisi delle caratteristiche organolettiche, la quantità di bottiglie prodotte, il prezzo alla cantina, un range di prezzo consigliato al pubblico in ristorante/enoteca, la descrizione storica/produttiva dell’azienda, i responsabili e i contatti diretti. Per la prima volta un volume unico per il mangiare ed il bere di qualità nell’Alpe Adria, a cui da questa edizione collabora anche la giornalista Cristiana Sparvoli. L’edizione Magnar Ben 2011 sarà presentata anche a Milano il 30/31 gennaio e 1 febbraio, alla settima edizione di Identità Golose, il congresso italiano di cucina d’autore di Paolo Marchi. Durante i tre giorni allo stand si avvicenderanno chef, degustazioni, in collaborazione con la Mionetto Spumanti di Valdobiadene e l’Eat’s Food Store di Conegliano. La guida sarà inoltre presentata in televisione nella rubrica del Tg 5 “Gusto” ideata e condotta da Gioacchino Bonsignore. Tra i Partners Ufficiali dell’edizione 2011, l’importante collaborazione con Acqua Minerale San Benedetto, il Gruppo di Scorzè attivo commercialmente in oltre 80 paesi nei cinque continenti, il Formaggio Piave D.o.p. Di Lattebusche che festeggia la Denominazione di Origine Protetta, Eat’s Food Store che con lo slogan “Vivere i gusto”, propone una nuova filosofia dedicata all’alta gastronomia. Www.magnarben.it www.Sanbenedetto.it www.Formaggiopiave.it www.Eatstore.it  
   
   
CAFFE’ CAPPUCCINO E CORNETTO: LA PRIMA COLAZIONE HA RADICI VENETE DALL’INGRESSO DEL CAFFÈ IN EUROPA AI CORNETTI DI FORNO D’ASOLO, 400 ANNI DI STORIA NEL LIBRO PRESENTATO LO SCORSO 30 NOVEMBRE A VENEZIA  
 
Sono venete le radici della prima colazione più amata. Caffè, cappuccino e cornetto – che oltre 10 milioni di italiani ordinano al bar mediamente due mattine a settimana – hanno infatti nella pedemontana veneta la loro patria d’elezione. A dimostrarlo è stato Gianni Moriani, ideatore del master in cultura del cibo e del vino dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ed autore del volume “Cornetto e cappuccino – Storia e fortuna della colazione all’italiana”. Edita da Terraferma editore, l’opera è stata presentata lo scorso 30 novembre nello storico Caffè Quadri, in Piazza San Marco a Venezia. L’incontro, che ha visto la partecipazione di un pubblico selezionato di studiosi ed appassionati di cultura dell’alimentazione, è stato occasione per un affresco colorato e affascinante su oltre quattro secoli di storia europea. Dal medico di Marostica (oggi provincia di Vicenza) Prospero Alpini, che per primo nel 1582 fa conoscere al mondo occidentale la pianta del caffè, al senatore della Serenissima Repubblica Costantino Garzoni , che per primo racconta dell’uso diffuso nella capitale ottomana di bere “una certa acqua negra”. Fiutato l’affare, la Serenissima avvia l’importazione del caffè dall’Oriente, e proprio a Venezia nel 1645 apre la prima bottega del caffè d’Europa. Solo un secolo dopo sono oltre duecento le caffetterie nella sola città dei dogi, dove diventano – come hanno ben precisato nel corso della presentazione l’americanista docente a Ca’ Foscari Rossella Mamoli Zorzi e Lina Urban, storica veneziana – spazi irrinunciabili di socialità e luogo di ritrovo intellettuale per i residenti come per i viaggiatori stranieri. Dal caffè al cappuccino, in una storia che continua a parlare veneto. E’ infatti il frate Friulano Marco d’Aviano (e al tempo il Friuli era terra della Serenissima) che inventa il cappuccino spinto dal desiderio di rendere più dolce il sapore del caffè. A Vienna nel 1683 per ragioni politiche – fu lui a convincere gli stati europei a coalizzarsi contro i turchi – Marco d’Aviano “sporca” il caffè con il latte, ottenendo una bevanda più delicata e dal colore più chiaro: il cappuccino appunto, come lo ribattezzò il gestore che lo aveva servito notando che il nuovo miscuglio aveva lo stesso colore del saio dei frati cappuccini. Ed è ancora a Vienna, in quello stesso 1683, che ha inizio la storia del dolce principe della prima colazione, il cornetto. Dal luglio di quell’anno la città, ultimo baluardo all’aggressione turca dell’Europa, era sotto assedio. I tentativi di assalto erano stati numerosi e durissimi: aggressioni alle mura, scavi di gallerie sotterranee, addirittura – racconta Moriani – si cercò di entrare attraverso la parete di una panetteria. Se non che i fornai viennesi, che a quell’ora erano già operosi, si accorsero della pericolosa intrusione e diedero l’allarme. Quando poi l’11 settembre la coalizione cristiana guidata dal re di Polonia Giovanni Iii Sobieski liberò infine la città i fornai festeggiarono confezionando un dolce a base di uova, farina , burro, zucchero lievito ed acqua tiepida: era nato il kipferl, in italiano cornetto, così chiamato per la forma singolare che ricordava quella della mezzaluna turca. Fragranza e sapore della nuova ricetta decretano presto un successo che travalica i confini nazionali per conquistare i paesi europei tra cui l’Italia ed il Veneto. Ed è qui, nella terra dei Caffè e dell’inventore del cappuccino, che la passione per il cornetto trova un proprio spazio privilegiato di crescita e sviluppo. A raccoglierla due fratelli, Fabio e Paolo Gallina: cresciuti tra i profumi e i sapori di legna e farina del forno del nonno, trasportano la passione artigianale del fare nel campo della grande distribuzione fondando a Maser (Tv) Forno d’Asolo. L’azienda, nata dall’intraprendenza e dalla creatività di questi due giovani imprenditori, è oggi punto di riferimento a livello europeo nella produzione e commercializzazione di cornetti surgelati. “Un risultato – ha concluso Moriani – che racconta una storia di impegno e amore per il ben fare tipica del Nord Est”. E che fa di Forno d’Asolo la testimone più prestigiosa del legame antico tra Veneto e piacere della prima colazione  
   
   
LA PEPERONATA FRESCA DIMMIDISÌ: IL CONTORNO SI FA BUSINESS  
 
La Linea Verde amplia la gamma dei piatti pronti freschi La Linea Verde lancia una grande novità di prodotto a marchio Dimmidisì: la Peperonata Fresca. Una ricetta tipica della tradizione italiana che amplia la gamma dei contorni freschi Dimmidisì. L’azienda continua a investire in questo mercato, forte della consapevolezza che sia un settore dalle forti potenzialità: i ritmi della vita moderna hanno ormai creato un nuovo stile di vita e un modo nuovo di organizzare e gestire il proprio tempo, compreso quello dedicato ai pasti. La Peperonata Fresca è un prodotto buono e subito pronto (in pentola o al microonde in soli 3 minuti), pratico da consumare e di sicuro successo. La Peperonata Fresca si inserisce all’interno della gamma dei contorni freschi, settore nel quale i prodotti del brand hanno già ottenuto un notevole riscontro in termini di vendita: il Purè di patate fresco pronto ha registrato un grande consenso da parte dei consumatori italiani superando 2 milioni di confezioni vendute (dati Nielsen At Novembre 2010). Come tutti i prodotti Dimmidisì, la Peperonata fresca è preparata con materie prime di alta qualità: peperoni rossi e gialli, patate a dadini, polpa di pomodoro finissima, cipolle e basilico. Non ci sono conservanti, né coloranti. Un piatto 100% vegetale dal sapore delicato ed equilibrato, preparato seguendo la tradizionale ricetta italiana. La Peperonata Fresca Dimmidisì è l’esempio ulteriore di come La Linea Verde sappia coniugare al meglio bontà, freschezza e alto contenuto di servizio. La confezione è da 400 g, pari a 2 porzioni. Il prodotto è in una ciotola microondabile, in polipropilene semitrasparente avvolta in un cluster di cartone. È da posizionarsi nel banco frigo del reparto ortofrutta per ampliarne l’offerta ed incrementarne il giro d’affari. Www.dimmidisi.it – www.Lalineaverde.it  
   
   
BASTA BARRIQUES IL BRUNELLO TORNA NELLE BOTTI. ESALTAZIONE DELLE SPECIFICITÀ DEL SANGIOVESE E RITORNO ALLE BOTTI ECCO LE INDICAZIONI DELL’ENOLOGA FRANCESE VALERIE LAVIGNE PER LA PERFETTA ARMONIA DEL PIÙ GRANDE BRUNELLO  
 
L’affermazione è di quelle che fanno discutere soprattutto perché arriva da una francese come francesi sono le barriques che hanno imperversato nelle cantine italiane negli ultimi dieci anni. A parlare è Valerie Lavigne, la nuova strepitosa enologa delle cantine toscane di Donatella Cinelli Colombini. Docente della più celebre università di enologia del mondo, quella di Bordeaux, la Lavigne è consulente, insieme a Denis Dubordieu e Christophe Olivier, in alcune delle più importanti cantine del mondo come gli Châteaux d’Yquem, Margaux e Cheval Blanc. << Più il vino è concentrato e ricco di composti fenolici meglio sopporta i piccoli contenitori in legno. Ma anche se il vino resiste a un eccesso di legno non è detto che sia giusto imporglielo >>. Da questo assunto iniziale Valerie sviluppa la sua filosofia per i grandi rossi di Montalcino << Il Brunello deve affinare in botte almeno due anni. Per una conservazione così lunga, il produttore deve scegliere il contenitore che gli permette di beneficare dei vantaggi associati all’utilizzo del legno (ossigenazione, chiarificazione, apporto aromatico e gustativo) preservando contemporaneamente la personalità del vino (frutto, freschezza e equilibrio). Il legno non deve sovrastare il vino, deve rimanere un supporto, un’”épice”>>. Ecco arrivare il suo giudizio <<Questo obiettivo si ottiene meglio utilizzando le botti>> . E’ la perfetta armonia, il tratto distintivo dei grandi vini, che l’enologa francese intende privilegiare nel Brunello e per ottenerla propone alcune regole d’oro: se il vino deve cambiare contenitore durante il suo affinamento in legno è preferibile iniziare con piccoli fusti e proseguire poi con quelli più grandi. Il bisogno di ossigeno decresce infatti col passare del tempo. Ma ancora una volta insiste sui tonneaux (5 hl) e sulle botti che << permettono meglio delle barriques (specialmente se vecchie) di preservare gli aromi del vitigno Sangiovese della Toscana evitando che la secchezza dei tannini disturbi l’equilibrio del vino >>. Il riferimento è a quel finale leggermente amaro che la Lavigne chiama “secco” presente in molti vini toscani di Sangiovese e poco apprezzabile da un punto di vista qualitativo. Viva le botti dunque. Un’affermazione che sembra un ritorno al passato e contiene invece elementi di novità nel maggiore rispetto dell’identità culturale del vino, inoltre parte da motivazioni scientifiche ineccepibili. Un approccio in sintonia con l’entusiasmo manifestato da Valerie Lavigne per i vitigni autoctoni – Sangiovese e Foglia Tonda . Durante la sua ultima visita nelle cantine di Donatella Cinelli Colombini, avvenuta dal 23 al 25 novembre, l’enologa francese ha assaggiato i vini della vendemmia 2010 giudicandoli strepitosi. La sua ultima scoperta è il Sagrantino importato dalla vicina Umbria (18 km) nei vigneti della Fattoria del Colle di Trequanda che, a suo parere, può essere un ottimo partner per il Sangiovese nei vini prodotti nel Sud della Toscana. Le botti e i vitigni autoctoni italiani hanno dunque un nuovo portabandiera ed è motivo di orgoglio sapere che è francese. Casato Prime Donne Montalcino Si - Fattoria del Colle Trequanda Si Alessia Bianchi Tel 0577 662108 www.Cinellicolombini.it