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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 30 Marzo 2011 |
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NECESSARIA NUOVA STRATEGIA PER PREVENIRE LA RECIDIVA DELLA TUBERCOLOSI NEI PAZIENTI PIÙ POVERI |
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Bruxelles, 30 marzo 2011 - Secondo una nuova ricerca, l´approccio convenzionale al trattamento della tubercolosi (Tbc) nei contesti sociali a basso e medio reddito è inefficace. In uno studio pubblicato sulla rivista Plos Medicine, alcuni scienziati invitano a migliorare la disponibilità di programmi diagnostici rapidi della Tbc farmacorestistente, del trattamento di seconda linea della Tbc e delle terapie antiretrovirali dell´Hiv (virus da immunodeficienza umana). Essi fanno notare che ogni anno da uno su dieci fino a uno su cinque pazienti trattati per tubercolosi vedono ricomparire la malattia a seguito dell´inefficacia o dell´interruzione del trattamento o per via di una ricaduta. I pazienti affetti da Tbc in cui la malattia è recidiva sono generalmente sottoposti a un regime che prevede l´assunzione di cinque farmaci nell´arco di otto mesi, come raccomandato dall´Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Benché questa terapia sia in uso da circa trent´anni, la sua efficacia non è mai stata adeguatamente valutata da test clinici o studi affini; inoltre è stata progettata prima della diffusione della tubercolosi multifarmacoresistente (multi-drug resistant tuberculosis, Mdr-tb). Negli ultimi anni è diventato evidente che questo regime di ri-trattamento dà troppo spesso scarsi risultati, soprattutto nei pazienti affetti da Hiv e Mdr-tb. L´obiettivo dello studio, condotto da ricercatori provenienti da Sudafrica, Uganda, Regno Unito e Stati Uniti, era di esaminare le terapie e i tassi di sopravvivenza dei pazienti che erano stati trattati per Tbc in passato, e di individuare i fattori associati all´insufficienza dei risultati ottenuti dal trattamento. I risultati sottolineano la necessità di mettere a punto strategie più efficaci per curare i pazienti con Tbc recidiva. "Il nostro studio rivela che la terapia consigliata per il ri-trattamento della Tbc non è efficace in una persona su quattro affette da Tbc recidiva nei paesi in via di sviluppo", ha detto il dott. Edward Jones-lópez, autore principale dello studio e ricercatore universitario in medicina presso la Boston University School of Medicine, negli Stati Uniti. Quindi ha messo l´accento sul fatto che "questo tasso è eccessivamente alto" e ha dichiarato che è "fondamentale capire quali sono i motivi del fallimento e quali le strategie per superare questa importante disparità in materia sanitaria". Uno studio condotto a Kampala, in Uganda, su 140 pazienti infetti da Hiv e su 148 soggetti privi di Hiv ha rivelato che il regime di ri-tratamento della Tbc non agiva efficacemente su una porzione significativa di pazienti: 20% dei soggetti privi di Hiv e 26% dei pazienti Hiv-positivi non erano curati in modo efficace (per l´équipe l´esito del trattamento è efficace se il paziente è guarito e ha completato la terapia). Tutti i pazienti affetti da Mdr-tb hanno presentato risultati inadeguati dopo il trattamento. Circa un quarto dei pazienti è successivamente deceduto, mentre il sei per cento di loro ha visto ricomparire la Tbc, con un tasso di mortalità particolarmente alto tra i pazienti infetti da Hiv. I ricercatori ritengono che questi risultati siano da imputare a una concomitanza di cause, tra cui la scarsa osservanza della terapia farmacologica e la presenza di forme di tubercolosi farmacoresistenti, come la Mdr-tb, che in alcuni casi potrebbero anche non essere state diagnosticate. Nei soggetti infetti da Hiv, altri fattori di rischio significativi erano un basso livello di Cd4 (un indicatore del fatto che il sistema immunitario del soggetto è stato gravemente compromesso) e l´accesso inadeguato a terapie antiretrovirali. Ulteriori fattori associati agli scarsi risultati del trattamento erano l´età avanzata del soggetto e la durata della Tbc. "I risultati di questo studio prospettico offrono prove del fatto che l´approccio convenzionale al retreatment della Tbc, così come applicato in contesti sociali a basso e medio reddito, è inadeguato", concludono i ricercatori. "Occorre eseguire con urgenza test clinici di nuovi approcci al retreatment della Tbc in aree severamente colpite dall´Hiv e dalla tubercolosi. Le nostre scoperte indicano l´importanza di una strategia nuova e più efficace per la gestione della Tbc [resistente ai farmaci] in contesti in cui i livelli di reddito sono bassi e medi e c´è una prevalenza di infezioni da Hiv". I risultati indicano anche, implicitamente, che le terapie dovranno essere personalizzate a seconda se il soggetto è affetto o meno da Hiv. Per i soggetti Hiv-positivi, la disponibilità di diagnosi immediate nonché di farmaci di seconda linea e terapie antiretrovirali migliori potrebbe portare al risultato più fruttuoso. Lo studio corrobora anche la necessità di una strategia Dots (Directly Observed Therapy) nei pazienti affetti da Tbc. La strategia Dots combina la diagnosi della Tbc e la registrazione di ogni paziente affetto, seguite da terapia standardizzata con assunzione di farmaci, valutazione del risultato sui singoli pazienti e valutazione collettiva per monitorare l´andamento complessivo del programma. "È ora di migliorare la gestione della tubercolosi e, soprattutto, di valutare come la concomitanza con l´infezione dell´Hiv dovrebbe cambiare le modalità secondo cui trattiamo la malattia", ha commentato il dott. Alphonse Okwera della Makerere University di Kampala, uno degli autori dello studio. "La vita di centinaia di migliaia di persone in contesti disagiati, privi di risorse, è messa a rischio, pertanto questa è una svolta che si attende ormai da troppo tempo". Per maggiori informazioni, visitare: Wellcome Trust: http://www.Wellcome.ac.uk/ Boston University School of Medicine: http://www.Bumc.bu.edu/ L´articolo su Plos Medicine: http://www.Plosmedicine.org/article/info%3adoi%2f10.1371%2fjournal.pmed.1000427 |
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LE STAGIONI DELL’UMORE LA DEPRESSIONE STAGIONALE E LE CRISI D’ANSIA ACUTE |
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Milano, 30 marzo 2011- Circa il 20% della popolazione presenta un quadro di "umore instabile". Gli studi epidemiologici hanno rilevato un’incidenza doppia della depressione tra le donne rispetto agli uomini. Dr Giuseppe Tavormina - Psichiatra Presidente del “Centro Studi Psichiatrici” (Cen.stu.psi.) Segretario Generale dell´ "Associazione Italiana sulla Depressione - Eda Italia Onlus" Senior Research Fellow of Bcmh in assoc. With Univ. Of Cambridge E-mail: dr.Tavormina.g@libero.it Introduzione – Il tono dell´umore in una persona normale (eutimica) è stabile; in presenza invece di malattia dell´umore esso "oscilla", fra depressione ed euforia/irritabilità, o entrambe contemporaneamente: siamo in presenza pertanto del cosiddetto umore instabile. Il depresso è un soggetto in cui la normale oscillazione del tono dell’umore si blocca stabilmente nell’area della tristezza per almeno due settimane. I disturbi dello spettro bipolare (incluse le forme sotto-soglia, cioè clinicamente meno evidenti) sono molto diffusi, più di quanto comunemente si ritenga, spesso peraltro anche sottovalutati, non diagnosticati o mal curati: la qual cosa può portare a serie conseguenze che spesso vanno alla cronaca tragica: abusi di sostanze, crisi lavorative, suicidi e stragi familiari, stupri. L’età media di insorgenza di un episodio depressivo è relativamente precoce, tra i 20 ed i 40 anni. E’ però presente un significativo numero di esordi molto precoci o di esordi tardivi (primo episodio in adolescenza o dopo i 50 anni). Osservazioni – L’episodio depressivo è di fatto solo una fase del più ampio "spettro bipolare dell’umore", in cui l’instabilità del tono dell’umore ne è la caratteristica principale. La “depressione ricorrente” presenta un ciclico periodo di crisi depressiva soprattutto nelle stagioni primaverile/autunnale, e frequentemente è associata a malattie dell’ansia che hanno una simile stagionalità. Conseguenze del mancato riconoscimento e trattamento di un disturbo dell’umore possono essere: più elevato rischio di suicidio, riduzione dell’aspettativa di vita, aumentata perdita di giornate lavorative, aumentato utilizzo di risorse sanitarie, anche per altre patologie, cronicizzazione dei medesimisintomi. Le malattie dell’ansia (ansia generalizzata, attacchi di panico, fobia sociale, quadri ossessivi), sono sempre in “comorlidità” (cioè associazione clinica) con le malattie dello spettro bipolare, anzi spesso ne rendono la prognosi e l’evoluzione più complessa. I disturbi dell’umore possono indurre abuso di sostanze come tentativo di automedicazione. L’abuso di sostanze (alcool, hashish, cocaina, cannabinoidi etc.) può a sua volta causare depressione, disforia, ansia e la cosiddetta “sindrome amotivazionale”. Il concomitante abuso di sostanze con i disturbi dell’umore può rendere questi ultimi resistenti ai trattamenti e comportare una prognosi peggiore. Valutazioni cliniche – I principali sintomi presenti nei disturbi dell´umore e dell’ansia sono: Iperattività (euforia) alternata a periodi di serio rallentamento psicomotorio (apatia), Umore depresso e/o irritabile, Comportamento antisociale, Abuso di sostanze (alcoliche e/o stupefacenti), Disturbi della condotta alimentare, Ideazione suicidaria, Senso di disperazione, Anedonia e apatia generalizzata, Deliri e allucinazioni, Iper/ipo-attività sessuale, Insonnia / ipersonnia, Ridotta capacità di concentrazione, Disturbi gastrointestinali (gastriti e coliti), cefalee e somatizzazioni varie (es.: tensione muscolare protratta), Crisi d’ansia acuta (con: sensazione di mancanza d’aria, senso di soffocamento e di oppressione, paura di impazzire e di morire, grande disagio morale, pensieri ossessivi). I principali "markers" da non trascurare per un´evidenza precoce di tali patologie instabili sono: familiarità per disturbi bipolari (o per suicidio); precedenti episodi di ipomania/euforia/irritabilità protratta; storia di 3 o più episodi depressivi negli ultimi anni; esordio (o riacutizzazione) acuto stagionale (invernale e/o estivo per i bipolari più gravi e i quadri "misti”; primaverile/autunnale per le depressioni ricorrenti e le crisi d’ansia acute); precedenti episodi di ciclotimia (oscillazioni dell´umore in modo costante e continuativo); presenza di comorbidità con sintomatologia ansiosa; presenza frequente di cefalea, tensione muscolare, somatizzazioni gastroenteriche; storia di abuso di sostanze (occasionale, periodico o continuativo). Conclusioni – I disturbi depressivi e dell’umore in genere sono nell’attualità uno dei principali problemi di salute pubblica: in un recente studio prospettico l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che entro il 2020 i disturbi depressivi appaiono destinati a diventare una delle maggiori cause di “disabilità lavorativa” dopo le malattie cardiovascolari. L’evento della “Giornata Europea sulla Depressione” ( www.Edaitalia.org/ ), il 3° sabato di ottobre, è volto a promuovere una giornata dedicata alla sensibilizzazione su queste patologie: il prossimo evento sarà il 15/10/2011. Il tema del´anno 2011 ("Depressione: identikit & arresto!”) sottolinea quanto sia essenziale la triade “informazione-diagnosi precoce-terapia adeguata” nell’affrontare tutti i disturbi dell’umore. La diagnosi precoce e il corretto trattamento di tali disturbi ridurrebbe i rischi connessi a queste patologie, compresi l’abuso di sostanze e il suicidio. |
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ECCESSI DI SOSTANZE E GIOVENTÙ DISTURBATE L’ABUSO DI SOSTANZE (ALCOOL E DROGHE) |
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Milano, 30 marzo 2011 - Secondo stime recenti, attualmente il 30 per cento – ovvero 1 ogni 3 - degli adolescenti mette in atto comportamenti a rischio, tra i quali: l’abuso di sostanze (alcool e droghe); l’esposizione più o meno volontaria ad incidenti (guida pericolosa, sport estremi); la manipolazione violenta del corpo (piercing e tatuaggi); l’aggressività diretta verso sé stessi o verso altri (furto, vandalismo, bullismo, condotte criminali); l’insuccesso e l’abbandono scolastico; il ricorso a pratiche sessuali non protette. Sono considerate condotte rischiose: i comportamenti antisociali, le dipendenze (alcool; droghe; fumo; gioco d’azzardo; internet, sex e shopping addiction); i rapporti sessuali non protetti e i contagi virali: le gravidanze precoci; il bullismo; la guida pericolosa; la fuga da casa. L’imitazione del gruppo dei coetanei può risultare sia un fattore di rischio sia un fattore protettivo; il mancato inserimento sociale espone al disadattamento ed alla devianza; l’importanza dei Media. Comunicazione: caratteristiche delle tecnologie della comunicazione (Nota 1) I fattori di rischio che possono portare alla devianza minorile sono familiari, psicosociali, individuali e psicologici. [Dati Statistici riguardanti Adolescenti Usa (Nota 2)] Conoscere le motivazioni più frequenti che possono indurre un adolescente a provare la droga, o ad avere condotte a rischio, può aiutare i genitori a comprendere. Gli eccessi di Sostanze (abuso di alcool e/o di sostanze stupefacenti), le varie alterazioni della condotta alimentare e sessuale, l’applicazione di piercing e tatuaggi sono appunto esempi di rischio più o meno estremo cui gli adolescenti sottopongono il loro corpo. Nell’età adolescenziale la psiche parla attraverso il corpo: l’attacco al soma non va dunque mai sottovalutato in quanto sempre indice di una scissione tra il sé psichico ed il sé corporeo. L’estremo di questo fenomeno è rappresentato dalle condotte suicidarie. [Disturbi Psichici: sono aumentati, e in particolar modo i disturbi dell’umore e, conseguentemente, il suicidio. (Nota 3)] Il vissuto adolescenziale tra lutto ed autonomia - Il corpo: amico-nemico - Rabbia ed aggressività: negative o funzionali? Tra normalità e patologia - Gli indicatori di “normalità” - Alcool: il 17 per cento [1 ogni 6] dei ragazzi che si rivolgono al Pronto soccorso a seguito di un’intossicazione da alcol ha meno di 14 anni. - Tabagismo: sono attribuibili al fumo di tabacco in Italia 80.000 morti/anno, ed il numero di fumatori nelle età più giovani è in continuo incremento. - Droghe: complessivamente in crescita: dal 1996 al 2002 nei Paesi europei si è verificato un aumento del 20 per cento dei pazienti in trattamento per marjuana/cannabis. - Gioco d’Azzardo Patologico (Gambling) : è molto più diffuso tra i maschi che tra le femmine, inoltre gli uomini giocano molto di più delle donne. (Nota 4) - “La ricchezza non fa la felicità” = La Classifica dei Paesi più felici (Ricerca pubblicata su New Scientist, 2003) (Nota 5) - L’ambito scolastico. Nei ragazzi una vivacità incontrollata, non costruttiva ma dispersiva, tic nervosi di vario genere ed entità, balbuzie specie su spinte emozionali, costante apatia e inerzia, scarsa armonizzazione con il gruppo-classe, una dissonanza con i compagni ed una fragilità emozionale: e il Docente? (Nota 6) - La psico-apatia degli adolescenti Gli adolescenti, alla Tv, vedono ogni giorno delitti e violenza, e, non riuscendo ad elaborarla, arrivano a una sorta di psico-apatia: è necessario che ci si confronti nuovamente con loro, cercando di creare una rete morale solida, e tentando di ripristinare il valore di soglia circa il vero significato della violenza e delle azioni comportamentali. (Nota 7) - Effetti dello stile educativo ed influssi socioculturali (Nota 8) - Per una psicopedagogia del ‘senso della vita’ (Nota 9) - Interventi e Progetti Educativi destinati agli adolescenti (Nota 10) - - Come e cosa fare? I tre interrogativi fondamentali di Hillel (Nota 11): 1) Se non lo faccio io, chi lo farà? 2) Se non lo faccio adesso, quando lo farò? 3) Se lo faccio solo per me stesso, chi sono io? Eccessi di sostanze e gioventù disturbate Note- Giuseppe Spinetti - Nota 1 - Comunicazione: caratteristiche delle tecnologie della comunicazione (Diffusione, Accessibilità, Velocità di funzionamento, Facilità e rapidità con la quale quella data esperienza può essere ripetuta, Gratificazione sensoriale, Gratificazione emozionale) ne favoriscono la dipendenza. L’approccio degli adolescenti alle tecnologie della comunicazione può essere: Ludico, Performante, Emozionale, Sensoriale, Sperimentale. Nota 2 - Dati Statistici riguardanti Adolescenti Usa - 1 su 2 vive in una famiglia monoparentale per un certo periodo dell´infanzia; 1 su 3 è nato da genitori non sposati; 1 su 4 vive con un solo genitore; 1 su 8 è nato da una madre adolescente; solo 1 su 25 vive con entrambi i genitori (The State of America´s Children, 1998 Yearbook, Children´s Defense Fund). Nota 3 - Disturbi Psichici: sono negli ultimi anni aumentati, e in particolar modo i Disturbi dell’Umore. Negli ultimi decenni l’età d’esordio dei disturbi dell’umore si è significativamente abbassata ed è aumentata in modo preoccupante la frequenza delle patologie dello spettro ansioso e depressivo. L’incidenza della depressione nel periodo giovanile è quasi raddoppiata, con un rapporto di 3:1 tra femmine e maschi. In Europa ed in America il suicidio rappresenta la seconda causa di morte tra i 14 ed i 24 anni ed i dati relativi ai tentativi di suicidio sono aumentati in maniera esponenziale. Nota 4 - Gioco d’Azzardo Patologico (Gambling) : è molto più diffuso tra i maschi che tra le femmine, inoltre gli uomini giocano molto di più delle donne. In generale la prevalenza di soggetti in età giovanile con gambling problematico risultano essere quasi il doppio rispetto agli adulti. I giochi più diffusi sono le carte e le scommesse sportive. Inoltre il gioco d’azzardo illegale tra i giovani è molto più diffuso, pertanto il gambling patologico risulta essere più difficilmente misurabile. Nota 5 - “La ricchezza non fa la felicità” = La Classifica dei Paesi più felici (percentuale di popolazione che si ritiene tale, come da Ricerca pubblicata su New Scientist, 2003): nei primi dieci posti Nigeria, Messico, Venezuela, El Salvador, Porto Rico; l’Italia in 26° posizione (17 per cento). Fra le 10 Ragioni per essere o non essere felici: avere o non avere un buon carattere, invecchiare bene, dare valore all’amicizia; di peso scarso invece guadagnare molto. Nota 6 – L ’ambito scolastico : Sempre più spesso nell’ambito scolastico si può osservare nei ragazzi una vivacità incontrollata, non costruttiva ma dispersiva, tic nervosi di vario genere ed entità, balbuzie specie su spinte emozionali, costante apatia e inerzia, scarsa armonizzazione con il gruppo-classe, una dissonanza con i compagni ed una fragilità emozionale. Di fronte a queste difficoltà il Docente può cercare di: offrire di sé un’immagine di personalità sicura e controllata; essere un’Autorità disponibile ed un soggetto armonico con il Consiglio di Classe; personalizzare quanto più possibile l’apprendimento con strategie differenziate. Inoltre dovrebbe sempre avere il controllo della classe conoscendo le curve di attenzione, sapendo suscitare interesse, utilizzando ampiamente le disponibilità degli studenti, favorendo le metodologie più produttive di apprendimento e stimolando alla concentrazione. Nota 7 – La Psico-apatia : I bambini che sono esposti alla Tv, vedono ogni giorno molti delitti o atti di violenza in televisione, e provano generalmente inizialmente angoscia non avendo la capacità di elaborare tutto questo; successivamente come forma di difesa abbassano il proprio rilevatore interno, abbassando così la propria ricettività psichica, arrivando da ultimo a una sorta di psico-apatia (che si potrà poi anche manifestare nell’ arrotare con la macchina un anziano, o un bambino, e poi scappare via; oppure violentare una coetanea o seviziare ed uccidere brutalmente qualcuno, senza peraltro avere la sensazione di aver fatto qualcosa di grave, in quanto appunto psico-apatico). Quindi è necessario che ci si confronti nuovamente con l’adolescente, con le sue caratteristiche e con i suoi stati di sviluppo rafforzando l’importanza, da un lato a livello sociale (cercando cioè di creare una rete morale solida basata cioè su valori condivisi riguardanti la dignità della persona, il senso e l’importanza della vita personale, il rispetto e l’accettazione), e dall’altro a livello individuale (tentando di ripristinare il valore di soglia percettivo del nostro elaboratore psichico, su livelli accettabili circa il vero significato della violenza e delle azioni comportamentali). Nota 8 - Effetti dello stile educativo ed influssi socioculturali: - quattro tipologie di stili familiari: l’influente, il rigoroso, il condiscendente, il negligente (Diana Baumrind, 1991; Adelson; Katherine Jewsbury Conger et Al, 1997). - I disturbi mentali dell’adolescente possono anche essere letti in questa chiave, come conseguenza dell’alienazione da una realtà familiare e socioculturale vista come minacciosa e destrutturante nella quale, per contenere l’angoscia, ci si priva della capacità di pensare e dubitare: scissione tra il sé psichico e il sé corporeo. - La volontà di rischiare mettendo in gioco la propria vita (desiderio di onnipotenza: il giovane la vita non la vuole vivere ma dominare, esorcizzando la morte mediante la sfida). - La ricerca di limiti fisici da oltrepassare (per il bisogno di rafforzare il senso di identità e andare oltre l’esistenza come puro accadimento) - Ricerca del limite e dell’estremo in tutte le sue variegate rappresentazioni. Nota 9 - Per una psicopedagogia del senso della vita “... In un’epoca in cui i dieci comandamenti hanno visto sfumare la loro validità incondizionata, l’uomo deve essere in grado di percepire i diecimila comandamenti che sorgono dalle diecimila situazioni con cui la vita li mette a confronto”. - pseudo-educatori (peacemakers), contrapposti a c.D. Educatori pacemakers, ovvero i “battistrada” (Victor Frankl). Nota 11 - Interventi e Progetti Educativi destinati agli adolescenti: 1) affiancamento ad adulti competenti; 2) focalizzazione non sui problemi ma sulle competenze della persona; 3) uso di un approccio positivo limitando critiche, punizioni e minacce; 4) individuazione di obiettivi di alto livello fornendo il sostegno necessario per raggiungere i risultati; 5) offerta di occasioni per attività significative e coinvolgenti nella comunità; 6) coinvolgimento dei genitori; 7) creazione di un senso di comunità ed appartenenza; 8) aiuto nell’individuare vettori di significati ed orizzonti di senso alla propria esistenza. Nota 11 - Come e cosa fare? I tre interrogativi fondamentali di Hillel: 1) Se non lo faccio io, chi lo farà? (capacità di percepire sé stessi come persone uniche ed irripetibili) 2) Se non lo faccio adesso, quando lo farò? (sottolineatura dell’unicità del momento presente: un’esistenza vissuta in pienezza ne valorizza ogni istante) 3) Se lo faccio solo per me stesso , chi sono io? (la scoperta quotidiana del compito nel confronto sistematico con le sfide che la vita pone di continuo) |
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GLOBALIZZAZIONE, CRISI DEL LAVORO & PENSIERI DI SUICIDIO |
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Milano, 40 marzo 2011- La globalizzazione e la crisi economica sono due processi che hanno destabilizzato le comunità mondiali per quanto riguarda lo sviluppo industriale ed economico. La crisi economica ha prodotto sacche di disoccupazione e di lavoro precarizzato. Tale disagio sociale si è riflesso sulla psiche dei lavoratori e dei loro familiari, che hanno visto cambiare la loro condizione sociale. La manifestazione di tale disagio la si può quantificare con un incremento che passa dal 10 al 40 per cento delle richieste di consulto specialistico psichiatrico. Situazione nazionale Le richieste di aiuto presso i Servizi psichiatrici riguarda principalmente l’area dei disturbi dell’umore e dell’ansia. Quindi, in particolare tutte le forme di depressione (reattiva, maggiore, ricorrente) e quelle dell’ansia (ansia generalizzata, attacchi di panico, somatizzazioni). Queste condizioni cliniche, derivate da una condizione economica disagiata, portano a sviluppare - in misure fino al 15 per cento [1 persona su 6], sentimenti di disperazione fino alla idea che l’unica soluzione è togliersi la vita. I gesti autolesivi (tagliarsi, bruciarsi, non alimentarsi), i tentati suicidi (defenestrarsi, impiccarsi, ingestione incongrua di sostanze e/o farmaci) ed i suicidi riusciti sono fenomeni in aumento in tutto il territorio nazionale. Il sentimento di disperazione e di profondo sconforto aprono la strada all’ideazione suicidaria: “la soluzione per la mia condizione è togliermi la vita”. L’ideazione suicidaria non soltanto può investire direttamente colui che è stato vittima diretta della crisi socio-economica ma anche i familiari (partner e figli). Fronteggiare L’emergenza - si rende quindi evidente quanto sia necessario che i Servizi psichiatrici si attrezzino a fronteggiare questa emergenza dedicando più attenzione alle sintomatologie descritte, soprattutto se legate direttamente alla crisi economica. Non tralasciare di indagare durante il colloquio l’area della disperazione ponendo anche domande dirette, se necessarie, sull’ideazione suicidaria. Intercettare l’ideazione suicidaria in tempo ci aiuta a prevenire il fenomeno, ad aiutare meglio e concretamente le persone sofferenti, e si evitano eventuali complicazioni medico-legali. Attrezzarsi a prevenire i suicidi - La globalizzazione e la crisi economica su scala mondiale ci confermano che le varie forme di disturbi psichiatrici, oltre ad avere una base biologica, sono legate nella loro manifestazione a doppio filo con il contesto ambientale. Inoltre, le crisi economiche sono uno dei fattori di rischio per l’attivazione dell’ideazione suicidaria, che viene percepita da alcuni cittadini come unica soluzione possibile. I Servizi psichiatrici in questo periodo hanno l’esigenza di predisporre adeguate misure di prevenzione del fenomeno depressivo-ansioso e dell’ideazione suicidaria conseguente a questa condizione. [Da appunti del Dr. Calogero Anzallo] |
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COLLABORAZIONE TRA ISTITUTI ISRAELIANI E CRO DI AVIANO |
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Aviano, 30 marzo 2011 - Una nuova importante tappa nello sviluppo dell´attività di ricerca medico-scientifica per la lotta ai tumori si sta compiendo al Cro di Aviano. Dove l´assessore regionale alla Salute, Integrazione Socio Sanitaria e Politiche Sociali, Vladimir Kosic, si è incontrato con due dei più eminenti specialisti a livello mondiale: i professori Shimon Slavin ed Eitan Friedman, rispettivamente del Ctci, e dello Sheba Medical Center, di Tel Aviv. Una delegazione del Friuli Venezia Giulia, della quale faceva parte lo stesso assessore, si era recata nella capitale israeliana lo scorso mese di ottobre, per verificare l´opportunità di avviare una collaborazione di carattere internazionale tra le eccellenze della salute rappresentate dagli istituti di ricerca di Tel Aviv e quello di Aviano. Gli esiti di quella visita si stanno concretizzando proprio in questi giorni ad Aviano. Dove, come ha sottolineato il presidente del Consiglio di indirizzo e di verifica, Michelangelo Agrusti, si stanno definendo proprio in queste ore i dettagli del progetto di collaborazione. In particolare, come hanno specificato Slavin e Friedman all´assessore Kosic, tale protocollo di collaborazione dovrebbe favorire la ricerca per l´individuazione delle tipologie di soggetti nella popolazione che sono a più alto rischio di sviluppare forme tumorali alla mammella, alle ovaie o al colon. Ciò, al fine di poter individuare gli elementi che facilitano o scatenano tali patologie, per poter attuare utili azioni e forme di prevenzione. A tale proposito, dai due ricercatori, sono state giudicate molto significative le esperienze già maturate al Cro. Nel corso della riunione è stato altresì compiuto dagli specialisti della sanità israeliana un excursus dettagliato sui grandi progressi fatti dalla sanità nel mondo nelle terapie cellulari e immunologiche. La presenza, che si protrarrà anche per domani, dei due insigni specialisti, consentirà agli esperti del Cro, guidati dal direttore generale, Piero Capelletti, e dal direttore scientifico, Paolo De Paoli, suddivisi in due gruppi di lavoro, di delineare un concreto progetto di collaborazione tra il Centro di Aviano e gli istituti israeliani. L´assessore regionale, Kosic, ha espresso ai due ricercatori ospiti la gratitudine della comunità regionale per la disponibilità manifestata, e per la ferma volontà da loro espressa di finalizzare questa nuova e importante collaborazione. Che è stata avviata attraverso la collaborazione del ricercatore Shai Misan, di origini triestine, pure presente al colloquio odierno. Secondo Kosic, gli aspetti innovativi della ricerca, che sono stati messi in luce nell´occasione, dimostrano che il Cro di Aviano è sempre capace di intercettare i temi più rilevanti e attuali per poter fornire un orizzonte di sviluppo alla salute nella direzione più efficace. Non solo a livello locale, ponendosi tra le eccellenze di livello nazionale. Le prospettive di sviluppo della ricerca a livello internazionale che sono emerse in questi giorni ad Aviano, saranno codificate già nel mese di aprile dalla Regione attraverso una specifica convenzione. |
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8° CONGRESSO MONDIALE DI CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA PEDIATRICA |
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Milano, 30 marzo 2011 “A partire dalla prima edizione del 1997, il Workshop ha contribuito all’avanzamento del trattamento di varie patologie cardiovascolari congenite, sia nel bambino che nell’adulto, attraverso la discussione e lo sviluppo delle tecniche più innovative di emodinamica interventistica pediatrica, ovvero quelle metodiche eseguite con tecnica percutanea (senza apertura di torace ed evitando la circolazione extracorporea) in grado di sostituire la tradizionale cardiochirurgia. Obiettivo di questa ottava edizione del Workshop è fornire un aggiornamento sulle attuali conoscenze in materia e fare il punto sulle prospettive future nelle più importanti e innovative procedure di emodinamica interventistica dal feto all’adulto”, ha affermato il Dottor Carminati. Durante il Workshop sarà presentato un nuovo device specificamente ideato per la chiusura percutanea del difetto interventricolare perimembranoso. “Questo device - ha continuato il Dott. Carminati - rispetto ai precedenti, ha caratteristiche tali da adattarsi in maniera ottimale all’anatomia del setto interventricolare, ridurne la forza radiale pur mantenendo o addirittura migliorandone la stabilità, in modo da minimizzare l’effetto negativo di traumatismo sul tessuto di conduzione, responsabile di blocco atrio-ventricolare che si è osservato in alcuni casi nell’esperienza con precedenti devices”. Nel corso del Workshop saranno presentati 22 live cases, in diretta via satellite, da Berlino (Germania), Varsavia (Polonia), Leuven (Belgio), San Donato Milanese, Napoli, Massa, che consentiranno ai partecipanti di interagire attivamente durante lo svolgimento delle procedure e di porre domande sui casi trattati ai membri della Faculty, nonché agli operatori in sala. La Faculty internazionale di questa ottava edizione è composta da 60 membri, fra i massimi esperti nel settore. Il Workshop è dedicato, in particolare, ai cardiologi pediatri interventisti che si occupano delle tecniche transcatetere per la cura dei difetti cardiaci congeniti ma anche a pediatri, neonatologi, anestesisti, neurologi. Si prevede la presenza di circa 600 partecipanti provenienti da oltre 30 Paesi. Il Workshop si articolerà nei seguenti ambiti: -conferenze di esperti di fama mondiale sullo “stato dell’arte” delle più avanzate procedure interventistiche -symposia riguardanti i dettagli tecnici per ottenere i risultati migliori e superare le difficoltà -presentazione di nuovi devices che saranno utilizzati nel prossimo futuro -trasmissione via satellite di 22 casi “in vivo” eseguiti in vari centri italiani e stranieri Fra gli argomenti che saranno discussi nel corso di questa ottava edizione del Workshop Ipc si evidenziano: procedure interventistiche nel feto e nel neonato -procedure “ibride” simultanee alla chirurgia -angioplastica/stent delle arterie e delle vene polmonari -valvuloplastica aortica -accessi vascolari -chiusura dotto di Botallo -chiusura Difetto intratriale -chiusura Forame ovale pervio -chiusura Difetti interventricolari -palliazione del Cuore sinistro ipoplasico -stents per le ostruzioni dell’arco aortico -trattamento interventistico dell’Atresia polmonare -sostituzione percutanea valvola polmonare -chiusura dell’auricola sinistra -chiusura dei leaks paravalvolari -procedure interventistiche post Fontan -prospettive future. In generale, i vantaggi delle procedure interventistiche, rispetto agli interventi cardiochirurgici, sono i seguenti: eliminazione della necessità di apertura del torace e circolazione extracorporea -assenza di cicatrici -riduzione della degenza dei pazienti a soli due-tre giorni (con conseguente diminuzione dei costi per la Pubblica Sanità) -assenza di terapia intensiva nella maggior parte dei casi -riduzione del periodo di convalescenza “Il numero annuo di procedure interventistiche effettuate presso il Policlinico San Donato è pari o addirittura superiore a quello degli interventi chirurgici tradizionali”, ha concluso il Dott. Carminati. L’8th International Workshop on Interventional Pediatric Cardiology si terrà a Milano da giovedì 31 marzo a sabato 2 aprile 2011 presso il Marriott Hotel - via Washington 66. |
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UN’IMMIGRATA SU TRE USA L’ABORTO COME CONTRACCETTIVO |
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Roma, 30 marzo 2011 – Cresce l’emergenza aborto fra le donne straniere che vivono in Italia: il 33% vi ha fatto ricorso almeno una volta. Viene utilizzato come metodo contraccettivo, al pari della pillola, conosciuta dal 90% delle immigrate ma provata solo dalla metà, o del preservativo, molto noto ma scarsamente impiegato. Sono i dati di una ricerca pilota condotta a Firenze dal Centro di Riferimento Regionale per la Prevenzione e la Cura delle Complicazioni delle Mutilazioni Genitali Femminili, che vengono presentati e approfonditi il 30 marzo a Palazzo Giustiniani a Roma nel Convegno nazionale “Immigrate e contraccezione: diritti negati” promosso dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo). “Nel nostro Paese un terzo del totale delle interruzioni volontarie di gravidanza è compiuto da appena il 3,5% della popolazione - spiega il Presidente Nicola Surico -. Questa ricerca dimostra che non manca tanto la conoscenza, quanto la possibilità di accedere agli strumenti e ai servizi disponibili. Le difficoltà sono infatti dovute in gran parte ai mancati collegamenti con le strutture sanitarie, alle difficoltà di rapporto con gli operatori, a ostacoli burocratici, allo scarso collegamento tra il Servizio sanitario nazionale e le associazioni di volontariato, alla carenza di personale formato e di mediatori culturali”. Per prevenire queste criticità la Sigo punta sulle seconde generazioni: i minorenni stranieri nel nostro paese sono 932.675, di cui 572.720 nati in Italia. “Cittadini a tutti gli effetti che parlano la nostra lingua, crescono in questa realtà, fanno da tramite per la traduzione, la comunicazione, l’informazione – commenta il dr. Omar Abdulcadir, responsabile per la Sigo di quest’area e coordinatore della ricerca -. Rappresentano una risorsa insostituibile perché sono i fautori del cambiamento culturale all’interno del nucleo familiare. È a loro quindi che dobbiamo rivolgerci per avviare una vera contraccezione transculturale, una componente fondamentale della salute”. La sessualità senza prevenzione e protezione rappresenta la seconda causa di morbilità e mortalità nel mondo per le popolazioni povere, è al nono posto nei paesi industrializzati. L’attenzione di Sigo a questa fascia particolarmente vulnerabile si è concretizzata con il progetto educazionale “Scegli tu”, che già ha già portato alla realizzazione di opuscoli ad hoc, disponibili in 5 lingue (francese, cinese, arabo, rumeno, albanese) scaricabili dal sito www.Sceglitu.it. “Intendiamo rafforzare il nostro impegno – continua Surico – anche nel formare gli operatori, ginecologi e infermieri in primo luogo, con un counselling specifico per aumentare l’adesione al trattamento contraccettivo specialmente nelle nuove generazioni”. La tipologia di contraccezione, la modalità di somministrazione, i tempi di avvio, gli accertamenti da eseguire devono essere personalizzati in modo da tener presente i bisogni specifici delle migranti, garantendone nello stesso tempo la sicurezza. “È importante considerare la provenienza: ad esempio alcuni studi riportano che in Egitto i tre quarti delle donne credono che la pillola causi debolezza – spiega Abdulcadir -. Persistono miti e false credenze riguardo gli effetti della contraccezione ormonale sulla salute. È più semplice convincere e sensibilizzare le giovani, che spesso accompagnano le madri negli ambulatori e ne sono interpreti. Un problema che non si deve tralasciare è però il conflitto inevitabile tra i messaggi di libertà delle società occidentali e i valori inculcati in famiglie immigrate da paesi in cui il comportamento sessuale è regolato da norme religiose/sociali”. “Il dialogo madre-figlia va però recuperato anche fra le italiane – aggiunge la prof.Ssa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia del San Raffaele Resnati di Milano -. Secondo una ricerca da me coordinata, condotta su 1566 donne, solo il 40% delle mamme di ragazze nate dall’85 in poi parla di contraccezione con le figlie. Inoltre la qualità del dialogo su temi importanti (religione, cinema, teatro, musica, cultura o politica), è scarsissima, mentre gli argomenti più discussi sono abbigliamento, look, parrucchiere, cosmetici, ecc. Oppure amori. Dobbiamo quindi cogliere questa emergenza per rilanciare un percorso inter-generazionale di qualità sulla salute riproduttiva, a partire dalla comunità ospitante”. L’investimento in educazione riproduttiva viene ripagato a breve termine, sia in termini di costi personali che sociali: “Negli Stati Uniti – continua la Graziottin - è stato attivato un programma pubblico per promuovere la contraccezione fra la popolazione assistita dalla sola assicurazione sanitaria di base (Medicaid). L’inserimento di un dispositivo intrauterino subito dopo il parto ha permesso al servizio sanitario un risparmio di quasi 3 dollari per ogni dollaro speso nell’iniziativa”. Alla luce di questi dati la Sigo ritiene essenziale sensibilizzare le Istituzioni sulle specificità delle donne immigrate: non a caso il Convegno nazionale di oggi è ospitato dal Senato. “Le straniere che arrivano in Italia sono generalmente giovani e sane, ma il loro stato può rapidamente peggiorare in considerazione di condizioni socio-economiche svantaggiate, a causa dello sradicamento culturale e di uno scarso livello integrazione e di accesso ai servizi socio-sanitari – conclude Surico -, una situazione ancor più grave se si tratta di persone presenti nel nostro Paese in maniera irregolare. La nostra Società scientifica ha definito nella loro tutela una priorità ed ha scelto di puntare sui nuovi italiani per riuscire ad offrire ad ogni cittadino pari opportunità di salute”. |
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TRENTO: AGGIORNAMENTI IN ARRIVO PER LE PRESTAZIONI SANITARIE INDIRETTE DI ALTA SPECIALIZZAZIONE SARÀ POSSIBILE OTTENERE IL RIMBORSO PER RICOVERI IN STRUTTURE SPECIALIZZATE SIA IN ITALIA CHE ALL´ESTERO |
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Trento, 30 marzo 2011- Aggiornate le direttive provinciali all´Azienda sanitaria per l´assistenza in forma indiretta, per le prestazioni di alta specializzazione. L´obiettivo è innanzitutto quello di assicurare l´effettuazione della prestazione, in maniera tempestiva e adeguata, presso qualsivoglia struttura convenzionata con il Servizio sanitario nazionale, in Italia o all´estero. Si stabilisce fra le altre cose che per tali prestazioni di alta specializzazione - che richiedono cioè la disponibilità di particolari professionalità e dotazioni tecnologiche - il cittadino possa chiedere all´Azienda sanitaria una verifica sull´idoneità della struttura nella quale intende essere curato, sia sul territorio nazionale che all´estero e in caso di risposta affermativa ottenere il previsto rimborso spese. Viene garantita in questo modo la libertà di scelta dell´utente, oggetto recentemente di una direttiva europea in fase di recepimento da parte del Stati membri. Per un territorio di confine come il Trentino ciò significa anche consolidare le relazioni già in essere anche con l´Alto Adige e con il Tirolo (in particolare con l´ospedale di Innsbruck) nell´ambito dell´Euroregione. La procedura prevista prevede che nel caso in cui la struttura ospedaliera indicata dall´Azienda provinciale per i servizi sanitari sia diversa da quella eventualmente proposta dall´interessato per la prestazione di alta specializzazione, quest´ultimo possa chiedere all´Azienda di accertare se la struttura da lui proposta possa essere considerata parimenti idonea ed appropriata. In caso di risposta affermativa l´interessato può scegliere la struttura ospedaliera di proprio gradimento, fermo restando che il rimborso a carico del Servizio sanitario provinciale non potrà essere superiore a quello dell´opzione meno onerosa originariamente proposta dall´Azienda. |
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L’INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA DEI GIOVANI FRAGILI IN TRENTINO |
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Trento, 30 marzo 2011 - Una sala gremita di persone il 25 marzo , al Centro Santa Chiara, ha accolto i relatori del progetto "Utenze Fragili", avviato nel settembre 2009 dalla Provincia autonoma di Trento su finanziamento del Fondo Sociale Europeo, per favorire l´inserimento di giovani fragili, ovvero di età tra i 16 e i 29 anni, nel mercato del lavoro. A portare il saluto dell´amministrazione provinciale, l´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, affiancato dall´amministratore delegato della società Elea, Domenico Temperini, dall´arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan - di cui proprio oggi ricorrevano i 12 dalla nomina di arcivescovo -, nonché dal rappresentante della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Cesare Damiano, e dalla presidente del Comitato per la formazione di Confindustria, Ilaria Vescovi. Tra il pubblico anche gli onorevoli Divina e Froner, i presidenti De Paoli e Dorigatti, numerosi amministratori locali e rappresentanti del mondo scolastico e associativo. "Il tema della disoccupazione, soprattutto di quella giovanile - ha esordito l´assessore Ugo Rossi - è al centro dell´attenzione e dell´azione della Giunta provinciale. Sebbene in Trentino ci troviamo in un contesto leggermente più favorevole che nel resto d´Italia e d´Europa, con una media di disoccupati tra i giovani inferiore, l´attenzione dell´esecutivo provinciale rimane elevata - ha poi proseguito l´assessore -; abbiamo infatti messo in campo strumenti innovativi, che ci pongono a livelli di eccellenza sul territorio nazionale, basti pensare al reddito di garanzia. Inoltre stiamo lavorando per valorizzare al massimo quel terreno già fertile che esiste in Trentino, una delle prime regioni dove è stata istituita l´Agenzia del Lavoro e, in generale, un territorio dove la coesione sociale è forte come anche l´attenzione del privato verso le problematiche sociali. Ritengo - sono state le conclusioni dell´assessore Ugo Rossi - che compito dell´amministrazione e della politica sia quello di accompagnare le scelte che la società civile già fa in questo campo e poi puntare, come stiamo facendo, ad una maggiore integrazione fra i diversi soggetti, per metterci in rete e lavorare assieme ad obiettivi comuni". Il progetto, affidato nell´autunno 2009 alle società Elea, Dream e L´ancora, ha vissuto una prima fase di ricerca sugli strumenti di inclusione socio lavorativa presenti sul territorio provinciale, una fase successiva di studio di best practice europee e una terza fase di sperimentazione; attraverso questo ultimo momento, che si è appena concluso, si è cercato di implementare in Trentino delle innovazioni di processo volte a migliorare l’efficacia delle azioni di inclusione socio-lavorativa preesistenti. In ciascuna delle fasi c’è stato un coinvolgimento costante delle istituzioni locali, in una logica di rete multi-stakeholders. Dallo studio è emersa la qualità dei servizi erogati dagli operatori sia pubblici che privati ma anche un´esigenza di cambiamento nelle modalità di governo dei servizi rivolti a tale utenza ed in particolare la necessità che i vari attori coinvolti nel processo di inserimento lavorativo si raccordino in una logica di rete, ponendo il giovane fragile e i suoi specifici bisogni al centro del percorso. Il processo di inclusione non sarebbe più dunque la somma di tanti servizi erogati da diversi attori in modo disgiunto, ma una integrazione di servizi personalizzata e governata da una regia unica: coordinamento unico delle attività già dall’analisi dei bisogni, fino alla individuazione della soluzione, alla sua gestione e all´accompagnamento del giovane in questo percorso, compreso il monitoraggio e la valutazione a breve, medio e lungo periodo. Il progetto di ricerca-azione ha individuato un modello socio-lavorativo che preveda una figura professionale centrale: il “case manager”, con il ruolo di sostenere il giovane durante il proprio percorso di crescita personale e professionale attraverso il reperimento di tutte le risorse necessarie (umane, economiche, sociali, ecc.) e con la funzione del coordinatore di tutti gli stakeholders coinvolti. Nell’ambito del progetto sono state avviate sperimentazioni promuovendo dei percorsi di inclusione lavorativa su 40 giovani attraverso: un servizio di orientamento basato sul “Bilancio di Competenze”, uno strumento in uso da tempo in Francia, per esplorare e mettere in relazione le attitudini del ragazzo, le aspirazioni e le eventuali esperienze pregresse, l’accompagnamento attraverso monitoraggio e supporto continuo del ragazzo inserito in un percorso di inclusione socio lavorativa; un servizio di coaching basato su autoanalisi, tutoraggio professionale, supporto psicologico e attività di socializzazione, agendo così sia sulla leva professionale che sulla leva della socializzazione, dei strumenti di supporto/incentivo alle aziende. I servizi sono stati configurati adattandoli alla particolare tipologia di utenza. Nel progetto non sono mancati, altresì, momenti di formazione specialistica per gli addetti ai lavori fine di introdurre concretamente nuovi strumenti di lavoro e di promuovere lo sviluppo del cambiamento organizzativo. Sono stati effettuati incontri con imprenditori/istituzione scolastiche/attori istituzionali del territorio per sensibilizzarli sulla tematica e fornire loro strumenti concreti al fine di migliorare l’inserimento socio lavorativo di ragazzi in condizioni di disagio. |
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CORSO "LA GINNASTICA CON LA PERSONA ANZIANA" |
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Bolzano, 30 marzo 2011 - Aperte le iscrizioni al corso "La ginnastica con la persona anziana" che si terrà il 30 aprile presso la Scuola provinciale per le professioni sociali che ha sede in via S. Geltrude,3 a Bolzano. Con l’avanzare degli anni si va incontro ad una serie di problematiche che vanno a toccare un po’ tutti gli organi del nostro corpo. L’esercizio fisico nella persona anziana riveste un ruolo fondamentale per mantenersi attivi e vitali. La ginnastica, eseguita in modo razionale, costante e con esercizi adeguati, costituisce un efficace strumento di difesa per rallentare il decadimento psico-fisico nell’anziano. Il corso, che si terrà sabato 30 aprile 2011 presso la Scuola Provinciale per le Professioni Sociali, intende insegnare a coloro che lavorano con pazienti anziani una serie di esercizi di attività motoria da proporre ai loro assistiti, siano essi in una struttura o al loro domicilio. Per ulteriori informazioni ed iscrizioni: Scuola Provinciale per le Professioni Sociali, “L. Einaudi” - Bolzano, via S. Geltrude, 3 - Uff. Formazione Continua tel. 0471/ 414456--4418 – fax 0471/414455. Sito internet: http://www.Sociale-einaudi.fpbz.it/ |
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IN VENETO DI SCENA I MONDIALI DI MOUNTAIN BIKE 2011 |
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Venezia, 30 marzo 2011 - Dopo i campionati italiani nel 2009 e d’Europa nel 2010, è ora la volta dei campionati del mondo di mountain bike. Un prestigioso trittico per il territorio veneto e trevigiano in particolare: la kermesse mondiale si disputerà infatti il 26 giugno prossimo sul Montello, con partenza da Montebelluna. La manifestazione è stata presentata ieri a Palazzo Balbi dal direttore organizzativo Massimo Panighel in occasione del consueto punto stampa al termine della seduta settimanale della giunta regionale, con il presidente della Regione Luca Zaia “Un evento – ha detto Panighel – che ha rilevanza non solo sul piano sportivo, ma anche per le prospettive di valorizzazione del territorio dal punto di vista di nuove opportunità per l’uso della bicicletta, per il turismo, per l’enogastronomia. Sotto questo profilo, vogliamo lasciare un segno”. Sono attesi più di 2000 atleti da oltre 40 Paesi, che si cimenteranno nelle gare in programma che riguardano anche la categoria amatori. Sono previsti eventi collaterali, soprattutto per i bambini, che faranno da cornice al mondiale di mountain bike, disciplina in forte espansione a livello internazionale. Madrina del campionato sarà Giulia Frasson, giunta in finale di Miss Italia. Inoltre, ci sarà una partnership con Unicef, a sostegno del progetto “Scuola amica dei bambini” in Mozambico. La mascotte ufficiale della manifestazione sarà la ranocchia del Montello, che è stata consegnata oggi al presidente Zaia insieme alla maglietta del circuito di gare di mountain bike “Serenissima – Coppa Veneto 2011”. Da parte sua, il vicepresidente e assessore allo sport Marino Zorzato ha fatto sapere che la Regione ha assegnato un contributo straordinario di 100 mila euro per l’organizzazione di questo mondiale. |
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IN TOSCANA A SETTEMBRE GLI EUROPEI DI TIRO CON L’ARCO |
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Firenze, 30 marzo 2011 – Un’altra manifestazione sportiva di livello internazionale approda in Toscana. Montevarchi e Cavriglia ospiteranno, dal 12 al 18 settembre 2011, i Campionati Europei di tiro con l’arco Campagna. Sono attesi oltre 200 atleti in rappresentanza di 22 paesi. Stamattina a Palazzo Strozzi Sacrati si è svolta la conferenza stampa di presentazione alla quale è intervenuto, tra gli altri, l’assessore regionale al welfare e allo sport Salvatore Allocca. “Per la Toscana – ha detto – è un periodo fortunato per quanto riguarda l’assegnazione e l’organizzazione di appuntamenti sportivi di rilievo. Dopo i Mondiali di ciclismo del 2013 e quelli di volley dello scorso anno, ci apprestiamo ad ospitare un’altra competizione internazionale di grande importanza, ambita da tanti altri paesi. Gli Europei di tiro con l’arco offriranno un’altra ottima occasione per mettere in risalto il nostro territorio e per dare visibilità ad una disciplina che, a torto, viene considerata uno sport minore ma che di minore non ha proprio niente. L’organizzazione di questo evento – ha concluso l’assessore – è un grande premio alla capacità e alla volontà dei comuni valdarnesi che insieme sono riusciti a raggiungere un risultato davvero straordinario”. Tutte le informazioni ed il programma completo sono disponibili sul sito della manifestazione. Http://www.montevarchi2011.eu/ |
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