Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 19 Luglio 2011
LIBRO VERDE SULLA PROMOZIONE DEI SAPORI D´EUROPA  
 
Bruxelles — La Commissione europea ha avviato il 14 luglio un dibattito sul futuro dei programmi di promozione e informazione in materia di prodotti agricoli dell´Unione europea. Pubblicando un Libro verde sul tema, la Commissione riflette sul modo di definire una strategia per l´avvenire più mirata e più ambiziosa, che consenta ai consumatori dell´Unione, e non, di meglio apprezzare la qualità, la tradizione e il valore aggiunto dei prodotti agricoli e alimentari europei. Nel presentare oggi il Libro verde, il commissario europeo per l´agricoltura e lo sviluppo rurale, Dacian Cioloș, ha dichiarato: "Per tutelare la salute dei nostri consumatori, gli agricoltori europei devono rispettare norme più severe di quelle imposte ai loro concorrenti nel resto del mondo in materia di sicurezza alimentare, di condizioni ambientali e di benessere degli animali. L´industria agroalimentare europea ha bisogno di una politica di promozione ambiziosa ed efficace che metta in risalto il valore aggiunto del settore. È inoltre importante per l´occupazione e la crescita europee che il settore agroalimentare dell´Ue possa migliorare la sua posizione sia sui mercati tradizionali che su quelli emergenti. Dobbiamo pertanto studiare il modo migliore di adeguare i nostri programmi in tal senso." Il documento solleva una serie di questioni articolate sulle quali le parti interessate — consumatori, produttori, distributori e autorità pubbliche — sono invitate a inviare osservazioni e suggerimenti entro il 30 settembre 2011. Basandosi sulle risposte pervenute, la Commissione elaborerà una comunicazione che sarà pubblicata l´anno prossimo e che dovrà tradursi in seguito in proposte legislative. Il Libro verde è suddiviso in quattro sezioni: il valore aggiunto europeo della politica di promozione e informazione; gli obiettivi da conseguire e le misure da adottare nel mercato interno dell´Unione europea, ivi compresi i mercati locali e regionali; gli obiettivi da conseguire e le misure da adottare sui mercati internazionali; questioni più ampie in merito al contenuto e alla gestione della politica in esame. Le diverse questioni sollevate (16 in tutto) rinviano a proposte e ad aspetti eterogenei, volti a stimolare il dibattito. Viene chiesto, ad esempio, di precisare quali siano le esigenze specifiche in materia di informazione e promozione sia sul mercato Ue che su quello esterno e quali dovrebbero essere le priorità. Uno dei quesiti verte invece sui programmi multinazionali e su cosa si possa fare per promuovere programmi a più forte dimensione europea. Contesto Le norme Ue in vigore in materia di informazione e promozione nel settore agroalimentare risalgono agli anni ´80. Col tempo sono state modificate, in particolare a seguito dell´aumento del numero dei marchi di qualità. Ai sensi del regolamento (Ce) n.3/2008 del Consiglio, nel 2007 l´Ue ha investito nella promozione 50,6 milioni di euro, passati a 53,2 nel 2008 e scesi a 47,4 milioni all´anno nel 2009 e nel 2010. Nel sistema attuale, la maggior parte dei programmi punta al mercato Ue (il 71% dei programmi e il 74% del valore), e per circa l´8% si tratta di programmi multinazionali. Tra il 2006 e il 2009 sono stati approvati 190 programmi, quasi tutti triennali, per un valore totale di 259,4 milioni di euro provenienti dal bilancio dell´Unione europea1. (N.b: ai suddetti importi vanno aggiunti i cofinanziamenti delle organizzazioni partecipanti e degli Stati membri). Inoltre, in virtù delle rigorose norme d´applicazione, circa il 59% delle domande per il periodo 2006-2010 è stato rifiutato. Per maggiori informazioni Per maggior informazioni e per poter partecipare alla consultazione, vedasi il sito: http://ec.Europa.eu/agriculture/promotion/index_en.htm    
   
   
"PUÒ CONTENERE TRACCE DI NOCI"... STORIE DA ETICHETTA, RACCONTATE DA VOI SU FACEBOOK  
 
Carne disossata "con osso", noci che "potrebbero contenere tracce di noci" o, al contrario, "salsa all´aglio" che non contiene nemmeno l´ombra di aglio. Il Parlamento europeo ha votato nella sessione di luglio nuove regole per rendere le etichette alimentari un po´ meno "creative", più affidabili e trasparenti. Ma districarsi nella giungla delle diciture fantasiose o confuse è un´avventura che prima o poi capita a tutti. Alcuni di voi ce l´hanno raccontata... Etichette facete... "Una volta ho comprato una ´salsa all´aglio´, e quando l´ho provata, non sapeva nemmeno un po´ di aglio", ci racconta Marisuz sulla pagina Facebook del Parlamento. "Allora ho controllato l´etichetta e con mia grande sorpresa ho scoperto che la salsa aveva la stessa composizione della maionese, ma con degli additivi chimici di tipo ´E´. Non c´era neanche l´ombra di estratto di aglio! Era tutto artificiale...Ovviamente mi sono sentito ingannato". A Sharon invece è capitato di comprare un pollo, per rendersi conto solo dopo che si trattava di "pollo riformato". Ma di che tipo di riforma si trattasse, sull´etichetta non era dato sapere e Sharon se lo chiede ancora.... Alcuni di voi ci hanno mandato le foto delle vostre etichette preferite. Ecco la "carne disossata con l´osso" di Eduarda, mentre Mark ha comprato dello yogurt che sta pensando di conservare per i suoi nipotini, visto che la data di scadenza indica "24 dicembre 34"... A essere pessimisti, si potrebbe pensare anche 1934! ...E questioni serie - Ma la questione delle diciture sugli alimenti non è solo faceta. Maruška denuncia le etichette che dicono "100% di qualcosa, e poi quando vai a leggere gli ingredienti, scopri che ce ne sono altri oltre al qualcosa". Varie persone sono d´accordo con Geraldine che "l´informazione più importante è il paese d´origine. Tutti i cittadini hanno il diritto di sapere da dove arriva esattamente il loro cibo e quali agricoltori (locali, preferibilmente) sosteniamo ogni volta che compriamo da mangiare!" Un´altra preoccupazione sono ovviamente gli Ogm. Wojtez si chiede se "i consumatori avranno il diritto di sapere se quello che mangiano contiene Ogm". In Europa, la risposta è sì... Infatti, dopo mesi e mesi di duri negoziati con i governi europei, il Parlamento è riuscito a varare, nella plenaria di luglio, una serie di leggi sulle informazioni da dare ai consumatori sugli imballaggi dei prodotti alimentari, che include anche l´obbligo di menzionare gli Ogm. Le nuove norme prevedono diciture più complete e soprattutto più leggibili su certe sostanze, quali i grassi, i sali e gli allergeni, ma anche sui sostituti alimentari come "i grassi vegetali". Puoi leggere i dettagli cliccando al link in basso. Insomma, se siamo tutti d´accordo con Mak che dice: "le etichette devono essere scritte chiaramente, in grande, e tutti gli ingredienti devono essere elencati, sia quelli naturali che quelli artificiali", sta anche a noi fare la vostra parte: leggere le etichette attentamente!  
   
   
PRODURRE ENERGIA CONSERVANDO IL TERRITORIO  
 
Merlino/lo - "Questa serra fotovoltaica rappresenta l´esempio di quello che dovrebbero essere questi tipi di impianti dove si riesce a coniugare la tutela del suolo e quindi la produzione di alimenti, con la produzione di energia. In questo caso, infatti, non viene sottratto suolo agricolo e si produce energia pulita e rinnovabile. L´impianto di Merlino é un esempio virtuoso di innovazione non solo in ambito regionale ma anche a livello nazionale" E´ quanto detto da Giulio De Capitani Assessore all´Agricoltura di Regione Lombardia subito dopo l´inaugurazione della serra fotovoltaica all´azienda agricola San Maurizio di Merlino: piccolo comune dell´alto lodigiano. L´impresa di Paolo Locatelli è un´eccellenza nel campo della produzione d´ortaggi visto che dai numerosi ettari che la costituiscono escono oltre 350 quintali di melanzane,pomodori, zucchine e cetrioli ogni giorno. La scelta poi di ricoprire circa 15 mila metri quadrati con un imponente e tecnologicamente avanzato impianto fotovoltaico rende l´ impresa autosufficiente nell´approvvigionamento energetico e contribuisce, con il suo mega di produzione elettrica venduto all´Enel, al reddito della stessa impresa. "questo impianto - ha spiegato ancora l´ assessore -, uno dei pochi a livello nazionale, è stato possibile grazie alla stretta collaborazione tra la regione, l´ imprenditore, il comune e i privati che ne hanno cofinanziato la realizzazione. Conversando con la stampa nel corso della visita ad una grandissima serra di melanzane, De Capitani è tornato anche sul tema assolutamente caldo di queste settimane legato all´agroenergia. "L´agroenergia - ha detto De Capitani - deve continuare ad essere un´opportunità per l´imprenditore agricolo per integrare il suo reddito con energia rinnovabile e pulita senza sottrarre neppure un metro quadrato di terra ai prodotti agricoli destinati all´alimentazione umana e animale" . Il responsabile regionale dell´ agricoltura ha voluto sottolineare come la politica del comune di Merlino di conservare il territorio per uso agricolo sia in sintonia con l´orientamento di Regione Lombardia in tema di salvaguardia del territorio regionale.  
   
   
ZOONE, L``EUROPA PASSA DALLE MARCHE.  
 
La presentazione del progetto europeo Zoone, ideato e coordinato dalla Regione Marche e dalla Svim per favorire la crescita e l´innovazione della razza bovina marchigiana nei territori europe, e` stata l´occasione per diversi positivi messaggi lanciati dal vicepresidente Paolo Petrini. ´Siamo soddisfatti dell´approvazione di Zoone nel programma Ipa di cooperazione transfrontaliera ´ ha detto Petrini ´ e` la prova generale del buon esito delle strategie di cooperazione della macroregione adriatica, in previsione di un maggior livello di integrazione fra questi Paesi´. Il progetto promuove infatti un sistema zootecnico di qualita` basato su conoscenza e appunto innovazione per le economie rurali delle diverse aree europee, che mira a favorire sostenibilita` ambientale a partire anche dalla diffusione della nostra originaria razza marchigiana bovina. Per questo il nascente network di ricerca e approfondimento fra i sei paesi partner della macroregione, Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Serbia e Slovenia oltre alle tre regioni italiane e alle tre universita`, la Politecnica delle Marche, di Udine e Sarajevo, si concentra sull´obiettivo unico dello sviluppo rurale con il sostegno alle piccole e piccolissime imprese agro-zootecniche. Il seminario che si e` svolto in Regione con la presenza del responsabile del Ministero Riccardo Rossi Paccani, valorizza gli sforzi in tal senso dell´Assessorato all´Agricoltura e indirizza al miglior fine i fondi europei. Il progetto Zoone della durata di tre anni e` finanziato per 1,8 milioni dai fondi europei. Di questi 364mila euro vengono gestiti dalla Regione Marche e prevede interventi concreti, incontri, visite di studio, attivita` formative e azioni pilota che verificheranno i risultati e le ricadute sul territorio.  
   
   
MAXI SEQUESTRO COZZE A CHIOGGIA. MANZATO: PLAUSO AL TEMPESTIVO INTERVENTO DELLE AUTORITÀ. TOLLERANZA ZERO È SUPPORTO AGLI ONESTI.  
 
 Venezia - “Il maxi sequestro di 15 quintali di cozze da parte dei servizi di vigilanza della Capitaneria di Porto e della Guardia Costiera di Chioggia dimostra una volta di più che il controllo è sempre più stringente e che la tolleranza zero dà ottimi risultati, nell’interesse degli onesti e della trasparenza del mercato, a garanzia ulteriore nei confronti dei cittadini”. Il plauso dell’assessore alla pesca del Veneto Franco Manzato non è di circostanza: “Capitaneria e Guardia Costiera hanno saputo intervenire in maniera tempestiva, sono un esempio per tutti e la dimostrazione che il gioco non vale la candela per chi cerca facili guadagni fuori delle norme. La frode in commercio è un atto di forte illegalità – ricorda l’assessore – che fa danni enormi all’economia che cerca di uscire dalla crisi e che potrebbe anche essere pericolosa per la salute dei consumatori e la qualità dei nostri mercati ittici”. Il sequestro, tra l’altro, è avvenuto quasi contemporaneamente alla notizia della unanime sigla da parte Xiii Commissione Parlamentare di una risoluzione che richiede al Ministro Romano di prolungare il fermo pesca da 45 giorni a 60 giorni. “Le istituzioni si stanno muovendo in direzione propositiva, cercando di sostenere il comparto della pesca in forte difficoltà – commenta Manzato – andando incontro agli operatori del sistema con misure atte capaci di supportare nel lungo periodo il loro lavoro. Mi auguro che i pescatori stessi sapranno collaborare alla creazione di un clima di sinergie positive, etico e di buon senso, in grado di salvaguardare la pesca dell’alto Adriatico e di garantire la qualità di prodotto veneto”.  
   
   
AREE AGRICOLE DA TUTELARE SIGLATO ACCORDO TRA CIA E ANCI  
 
Bologna - Stipulare accordi, definire indirizzi di lavoro e concordare programmi di attività per l’attuazione di politiche sul territorio a favore di tutta la collettività. Sono solo alcune proposte contenute nella ‘Carta di Matera’, un documento elaborato dalla Confederazione italiana agricoltori e condiviso dall’Anci, Emilia Romagna, l’associazione dei comuni italiani. E’ chiamata “Carta di Matera’ in quanto il documento è stato elaborato dalla Cia nel settembre 2010 nella città dei Sassi, in occasione della Festa nazionale dell’agricoltura. Il documento è stato sottoscritto dal presidente della Cia Emilia Romagna, Antonio Dosi, ed il presidente dell’Anci, Daniele Manca, il 15 luglio presso la sede della Cia Emilia Romagna a Bologna. Il contenuto della ‘carta’ prevede che agricoltori e amministrazioni locali, ciascuno nel proprio ambito, possano contribuire allo sviluppo e al benessere del Paese, partendo da un utilizzo razionale del territorio agricolo, sempre più oggetto di ‘aggressioni’ o utilizzi smodati, con conseguenze nefaste sull’ambiente e sulle popolazioni che risiedono nelle aree urbane e rurali. L’attività agricola, in questi anni, si svolge in un contesto particolarmente difficile, che si presenta con peculiare complessità nel nostro Paese. “L’erosione della superficie agricola utilizzata è costante ed irreversibile e non può non suscitare allarme e preoccupazione - spiega Antonio Dosi–. Occorre quindi porre un freno ad un uso dissennato e confuso del suolo agrario soprattutto determinato dalle azioni non programmate delle opere di urbanizzazione, in particolare per centri commerciali e capannoni industriali. E’ necessario arrestare questo fenomeno con una gestione accorta degli insediamenti, recuperando una enorme cubatura abitativa, industriale e per servizi da tempo inutilizzata. Si tratta – continua Dosi - di dare dimensione stabile, condivisa ed universale ad una gestione programmata del territorio compatibile con le esigenze delle aziende agricole anche per quanto riguarda gli investimenti per le energie rinnovabili”. “Dobbiamo prestare attenzione agli strumenti urbanistici per non compromettere irrimediabilmente i processi produttivi – commenta Manca – e non solo quelli agricoli. Abbiamo sottoscritto un documento che condividiamo perché l’agricoltura ha consentito di mantenere alta la qualità della vita delle popolazioni emiliano romagnole. Con questa iniziativa- ha aggiunto il presidente Anci - possiamo percorrere un lungo tratto di strada assieme”. La ‘Carta’, inoltre, descrive come preservare l’agricoltura, il peculiare ed inconfondibile paesaggio agrario, oggi più che mai sia identificabile con il bene ambientale di tutto il Paese. “Poi occorre porre attenzione alla capacità di gestione dei terreni demaniali, a vario titolo in possesso degli Enti locali, ma anche quelli a proprietà collettiva o gestiti in uso collettivo - aggiunge il presidente Cia - affinché con ciò si contribuisca ad una più adeguata gestione del territorio dello spazio rurale ed al miglioramento del reddito delle imprese agricole: l’agricoltura è, per definizione, settore produttivo diffuso nello spazio rurale e questa peculiarità obbliga ad una attenzione particolare per la erogazione di servizi alle persone ed alle imprese”. Le imprese agricole sono dotate di attrezzature e macchinari e dispongono di professionalità che bene possono essere impiegate dalle Amministrazioni in attività e servizi che possono essere messi a disposizione: manutenzione del verde pubblico, manutenzione e gestione di aree a demanio forestale, attività di emergenza nel verde ed in generale sul territorio comunale. “In questo contesto rientrano anche quelle iniziative che riconoscono nell’agricoltura una funzione sociale di accoglienza, tutela della persona e didattica ambientale - prosegue Dosi - come le fattorie sociali, gli ‘agriasili’, le fattorie didattiche ed altre forme di accoglienza”. Tra i propositi contenuti nella carta di Matera anche la salvaguardia e la conservazione della tradizione contadina, organizzarla con adeguate forme di tutela e farne strumento di sviluppo economico per imprese e comunità locali. In particolare è importante il legame fra territorio, consuetudini alimentari e tradizioni enogastronomiche: “Tutto ciò – afferma Dosi - offre identità e sviluppo alle comunità locali”.  
   
   
ABRUZZO: OLTRE 3 MLN PER RISTRUTTURAZIONE VIGNETI ALL´AGEA IL MANDATO PER LIQUIDARE IL PRIMO ELENCO DI DOMANDE  
 
Pescara - La Regione Abruzzo ha dato mandato all´Agea (organismo pagatore) di liquidare il primo elenco delle domande presentate ai sensi della misura comunitaria di aiuto alla ristrutturazione e riconversione dei vigneti, campagna 2010/2011. L´importo disponibile è di 3 milioni 209 mila 212 euro. L´elenco comprende 265 beneficiari, tra imprenditori agricoli singoli e associati, relativo ai richiedenti che hanno provveduto alla presentazione della polizza di garanzia fidejussoria. Il piano regionale di ristrutturazione e di riconversione vigneti disciplina le modalità applicative delle disposizioni comunitarie in materia di ristrutturazione e riconversione dei vigneti definite dalla nuova Ocm del settore vitivinicolo. "Tale finanziamento - spiega l´assessore alle Politiche agricole Mauro Febbo - ha lo scopo di incentivare l´estirpazione di vecchi vigneti e il reimpianto di nuovi, l´impianto di nuovi vigneti o il sovrainnesto di un vigneto esistente. L´intervento ha come finalità - aggiunge Febbo - quella di migliorare la qualità della produzione vinicola sia cercando di adeguare la produzione del vino in termini di domanda di mercato, sia attraverso l´uso di tecniche colturali più rigorose e rispettose dell´ambiente. Si tratta di un intervento indispensabile per il ringiovanimento fisiologico del vigneto ed avviene attraverso il rinnovo delle superfici vitate con operazioni di estirpazione e reimpianto. Questo assessorato - conclude Febbo - con tale sostegno, anche alla luce dell´aumento dell´export del nostro vino, intende aumentare la competitività dei produttori regionali adeguando la produzione alle esigenze del mercato attraverso una progressiva sostituzione dei vigneti obsoleti con altri vigneti che consentano di ottenere materia prima di buona qualità, a prezzi competitivi e remunerativi per il viticoltore. Per raggiungere l´eccellenza del nostro prodotto bisogna partire dalla vigna e da interventi che puntino a renderla qualitativamente competitiva".  
   
   
TRENTINO: LA GRANDINE HA COMPROMESSO OLTRE 5 MILA ETTARI DI VIGNETI E FRUTTETI  
 
La grandinata che, nella serata del 13 luglio ha interessato il Trentino, ha compromesso il raccolto di circa 5 mila ettari coltivati a mele ed uva. I danni - che variano a seconda delle zone dal 20 al 90 per cento dei raccolti - si registrano lungo l´intera asta dell´Adige, partendo da Ala per arrivare a Mori, Isera, Rovereto fino ad Aldeno, la Valsugana (Caldonazzo, Pergine e Levico) e la valle dei Laghi. L´assessore provinciale all´agricoltura, Tiziano Mellarini, ha visitato stamani le zone più colpite della valle dell´Adige: "Non ricordo un evento di tale gravità ed estensione. In poche ore sono stati compromessi il raccolto delle mele e la vendemmia. La Provincia autonoma di Trento farà la sua parte, verificherà il danno e chiederà alla Comunità europea lo stato di calamità". Lo stesso assessore Mellarini, incontrando i soci delle cooperative agricole (cantine e consorzi frutticoli) ha sottolineato la necessità di sottoscrivere la polizza assicurativa contro i danni provocati dal cattivo tempo: "Il Trentino è l´unica area d´Italia dove l´ente pubblico interviene, finanziando fino all´80 per cento della polizza. Il clima è mutato e quella che un tempo era considerata straordinarietà oggi lo è molto meno. Ripeto, tutti gli agricoltori, grandi e piccoli, devono sottoscrivere direttamente o tramite i consorzi la polizza assicurativa". Il bilancio sarà quantificato nei prossimi giorni dai tecnici dell´assessorato provinciale all´Agricoltura, ma le prime stime sono allarmanti: la frutta, le mele e l´uva erano già in avanzato stato di maturazione, tanto che l´inizio della vendemmia era stato fissato nei primi giorni di agosto. Il bollettino dei danni fa davvero impressione: oltre 5 mila ettari di terreni attraversati dalla grandine e dal vento, le vendemmie di uve pregiate dei futuri Marzemino e Müller-thurgau di Mori ed Isera compromesse fino al 90 per cento, interi meleti di Caldonazzo battuti dalla grandine e travolti dalle raffiche di vento. "In vita mia - esordisce l´assessore provinciale all´agricoltura Tiziano Mellarini - non avevo mai visto una grandinata e una devastazione così intensa ed estesa. Ho viaggiato una mattinata intera tra vigneti e meleti della valle dell´Adige, della Valsugana e della Valle dei Laghi ed ho visto danni ingenti e coltivazioni compromesse. Credo che nei prossimi giorni, una volta accertati dai tecnici dell´assessorato le percentuali di danno, ci rivolgeremo a Bruxelles per chiedere lo stato di calamità naturale". L maltempo ha interessato la scorsa notte il Trentino, con vento pioggia e grandine ed ha causato danni per centinaia di milioni di euro. Una vera e propria bufera, con acqua e chicchi di ghiaccio, ha colpito per mezz´ora la zona di Riva del Garda, il Basso Sarca, il vicino Monte Baldo, la valle dei Laghi e la Vallagarina, per poi risalire lungo la valle dell´Adige, da Isera e l´alta collina, fino ad Aldeno. Nella zona di Caldonazzo ciò che non ha fatto la grandine, ha fatto il vento. Le raffiche hanno abbattuto interi filari, sradicando le piante di melo. Danni si sono registrati anche in val di Gresta e in Vallagarina, soprattutto nella zona di Mori dove la grandine ha persino rotto i vetri delle finestre. Nella zona di Tierno la grandine ha raggiunto la dimensione di palle da tennis, sino a sette centimetri di diametro. Una buona parte degli agricoltori ha sottoscritto la polizza assicurativa e quindi si vedrà rimborsato il danno provocato dalla grandine e dal vento. Ma non sempre la copertura è omogenea. Se nel settore delle mele, sono gli stessi consorzi ad assicurare i soci e le coltivazioni, nel settore vitivinicolo molti piccoli coltivatori hanno preferito sperare nelle buona sorte: è il caso di Isera e di Mori. "Ad Isera - spiega il direttore della locale cantina sociale, Fausto Campostrini - raramente grandina e un evento di questo genere era assolutamente inaspettato. I nostri soci sono assicurati per il 50 per cento". La situazione peggiora a Mori, dove Flavio Chizzola, presidente della Cantina Mori e Col di Zugna, ammette: "Molti soci non hanno copertura assicurativa, nonostante l´azione della Provincia e della cooperativa. A Castione abbiamo la vendemmia compromessa all´80/90 per cento". L´assessore all´agricoltura Mellarini ritorna su un tema a lui caro: "Il meteo è cambiato e quindi gli agricoltori devono mettere nel conto di abbassare il rischio di mancato raccolto per le loro aziende. E´ per questo motivo che la Provincia autonoma di Trento, unico esempio in Italia, interviene con un contributo fino all´80 per cento sulle polizze antigrandine". Recriminazioni a parte, la vastità e l´intensità dell´evento meteo ha superato ogni previsione, andando a colpire a poche settimane gli agricoltori che già avevano stimati i tempi per una vendemmia che prometteva molto bene e una abbondante raccolta di mele. "Su 1.900 ettari di coltivazioni - rivela il presidente della Trentina, Mauro Coser - la grandine ha interessato almeno 1.100 ettari con un danno alla produzione delle mele che varia dal 60 al 90 per cento".  
   
   
AGRICOLTURA. DE CAPITANI INCONTRA DELEGAZIONE DEL MAYSAN IRACHENI OSPITI IN LOMBARDIA PER SIGLARE ACCORDI INDUSTRIALI  
 
Milano - "Spero che l´incontro con voi del Maysan si possa ripetere, magari nel 2015, quando Milano ospiterà Expo; esposizione proprio incentrata sull´agricoltura". E´ quanto detto, ieri, da Giulio De Capitani, assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, che, nel primo pomeriggio, a palazzo Pirelli, ha incontrato una delegazione del Maysan (Iraq) guidata dal governatore della stessa regione Abdulhussein Abdulridha Resen. I rappresentanti istituzionali ed economici iracheni sono in visita in Lombardia su un invito del sindaco di Chiari (Bs) il senatore Sandro Mazzatorta. Lo scopo della trasferta in terra lombarda è la firma di un accordo economico-commerciale con la Società Pitaly, leader nel campo ingegneristico, con particolare riferimento ai settori chimico, farmaceutico, alimentare e cosmetico. De Capitani, nel portare il saluto del presidente della Regione Roberto Formigoni, ha spiegato agli ospiti l´importanza che riveste l´agricoltura lombarda non solo nell´ambito dell´economia regionale, ma di tutto il sistema del nostro Paese. L´assessore ha voluto ribadire i numeri particolarmente rilevanti dell´agricoltura lombarda soprattutto in tema di produzioni, allevamento e gestione delle risorse idriche. Da parte sua il governatore del Maysan ha spiegato che anche la sua regione "possiede una forte vocazione agricola e che gli imprenditori, come anche le istituzioni, sono interessate ad utilizzare le tecnologie italiane e lombarde in particolare". "Nonostante quello che è accaduto in un recente passato - ha detto Resen - noi siamo qui oggi per proseguire con il nostro piano di sviluppo agricolo". All´incontro hanno preso la parola anche il responsabile dell´agricoltura e gli imprenditori lombardi che daranno vita ai progetti previsti dagli accordi. Gli ospiti iracheni, sempre guidati da Giulio De Capitani, hanno poi visitato la sala del Consiglio regionale lombardo e, successivamente, si sono recati al 31esimo piano del Palazzo Pirelli. La visita si è conclusa con uno scambio di doni tra le due delegazioni.  
   
   
AGRICOLTURA; MONTEDOGLIO, INAUGURATO IL DISTRETTO 21  
 
Firenze – “Oggi è un giorno importante per l’attività agricola della Valdichiana, perché si inaugura un grande intervento, che ha comportato un impegno economico di 7 milioni di euro, che era molto atteso e che siamo riusciti a completare nei tempi previsti grazie all’impegno di tutti gli enti coinvolti. E’ solo l’inizio. Sono già previste opere per altri 20 milioni di euro che offriranno garanzie per il futuro e grandi potenzialità alle attività della Valtiberina e della Valdichiana”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale all’agricoltura e alle foreste Gianni Salvadori intervenendo il 14 luglio all’inaugurazione del Distretto 21 nell’ambito del distretto irriguo di Montedoglio, che si è tenuta presso l’azienda agricola della Regione Toscana a Cesa. Grazie alla nascita del Distetto 21 la Provincia di Arezzo potrà dare ufficilamente avvio alla campagna di irrigazione del 2011 che interesserà 1020 ettari di terreno e potrà servire così un’importante porzione del polo ortofrutticolo regionale nei territori a cavallo dei Comuni di Civitella in val di Chiana, Monte San Savino e Arezzo, una delle aree a più alta densità agicola della provincia aretina. L’ impianto di rete irrigua del neonato Distretto 21 è costato 7 milioni di euro, quasi interamente fondi europei messi a disposizione tramite il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana e della Provincia di Arezzo. Ma l’operazione di realizzazione di reti per l’ irrigazione capillare dei territori della Valdichiana aretina e senese prosegue. E’ già stata approvata la progettazione definitiva (4 milioni di euro) per il Distretto 7 di Castiglion Fiorentino, un’opera dal costo comlessivo di 19 milioni di euro. Inoltre sono stati aggiudicati i lavori, finanziati dalla Regione Toscana attraverso la Provincia di Arezzo, per la realizzazione dei laghetti di compenso per alimentare i Distretti 22 e 23 di Marciano e Foiano per permettere poi di realizzare i Distretti ad opera della Provincia. Sono a livello di studio di fattibilità i Distretti 12 e 13 di Camucia (Cortona). Nella Valtiberina Toscana stanno procedendo ad opera della Comunità montana locale le opere per il completamento dei Distretti dell’alta valle del Tevere in Toscana.  
   
   
CALABRIA: INCONTRO SULLA RIFORMA DI ARSSA, AFOR E COMUNITÀ MONTANE  
 
 L’assessore regionale all’Agricoltura Foreste e Forestazione Michele Trematerra ha presieduto un incontro con i rappresentanti delle massime organizzazioni sindacali regionali sulla riforma degli enti strumentali Arssa, Afor e Comunità Montane. Alla riunione ha partecipato anche il sottosegretario alla Presidenza con delega alle riforme Alberto Sarra. L’assessore Trematerra ha espresso soddisfazione per l’esito dell’incontro che si è svolto a Catanzaro nella sede nella sede del dipartimento regionale all’Agricoltura. “È attraverso momenti di confronto come quello di oggi – ha dichiarato Trematerra - che si promuove, realmente, la crescita economica di un territorio. La produttività di agricoltura e forestazione, due settori fondamentali per la nostra regione, non può prescindere dall’aumento occupazionale, il miglioramento e la tutela della qualità dell’ambiente e la riduzione del dissesto idrogeologico. Il confronto con i sindacati, a cui va un sentito ringraziamento, è stato ampio, articolato e, soprattutto, proficuo. Alla base – ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura - c’è la condivisione di un processo di crescita fondato sul confronto dialettico diretto e costruttivo. Sono convinto che, seguendo questa direzione, riusciremo a trovare, di volta in volta, le migliori soluzioni ai problemi che siamo chiamati ad affrontare. Il personale degli enti strumentali deve essere valorizzato e non mortificato: su questo, che è l’aspetto principale relativo al processo di riforma degli enti, siamo sulla stessa linea dei sindacati. Ora si può dare avvio a dei passaggi istituzionali necessari e condivisi. Nella prossima Giunta – ha concluso Trematerra - presenterò le osservazioni esposte in questa seduta, allo scopo di definire con il Governatore Giuseppe Scopelliti e con la Giunta l’indirizzo da seguire nella definizione di quella che, ne sono certo, sarà una manovra giusta e coerente con le scelte sino ad ora da noi compiute”  
   
   
IL MELONE MANTOVANO VA VERSO L´IGP  
 
Nuova tappa del Melone mantovano verso il riconoscimento europeo della denominazione di Indicazione Geografica Protetta. L´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani ha accolto con grande soddisfazione la pubblicazione, sul sito del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf), della proposta di disciplinare per il melone mantovano. "In Lombardia - ha commentato De Capitani - abbiamo 23 prodotti a denominazione Dop e Igp. Il riconoscimento della denominazione di origine è un valore aggiunto non solo in prospettiva economica. Esso premia infatti la qualità e la sua reciprocità con il territorio. La qualità del melone mantovano e dei prodotti agricoli lombardi non prescinde infatti dalla salubrità dell´ambiente e dei terreni sui quali sono coltivati. Il mio personale plauso va al Consorzio e a tutti i suoi soci per i risultati finora raggiunti". A illustrare il nuovo passo avanti verso il riconoscimento dell´Igp è stato Mauro Aguzzi presidente del Consorzio Melone Mantovano. "Lo scorso 19 Maggio a Mantova - ha detto lo stesso presidente - è avvenuta la riunione di pubblico accertamento ove si è data lettura del disciplinare di produzione del "Melone mantovano". Successivamente il disciplinare é stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale e lo scorso 7 luglio sono scaduti i 30 giorni di tempo per presentare delle osservazioni da parte di altri soggetti eventualmente interessati". Pertanto nelle prossime settimane il documento unico con la richiesta di ottenimento dell´Indicazione Geografica Protetta I.g.p. Verrà sottoposto all´esame della Comunità Europea. Nei successivi sei mesi la stessa Comunità Europea dovrà comunicare al Ministero e al Consorzio del Melone Mantovano eventuali integrazioni. "Naturalmente mi auguro - ha concluso Aguzzi - che non ci sia nessun rilievo da parte della Comunità europea in modo tale che nel 2013 possiamo partire con il Melone mantovano I.g.p.".  
   
   
AGROALIMENTARE, OLIO EXTRAVERGINE E BASILICO DOP E ACCIUGHE SOTTO SALE IGP GIÀ NEL TOP DEI PRODOTTI DEL TERRITORIO FRA LE ECCELLENZE IN LISTA DI ATTESA:IL PESTO,I FIORI DI SANREMO, I MITILI SPEZZINI  
 
Genova. Con l’Igp-indicazione geografica protetta per la focaccia di Recco con il formaggio salirebbero a quattro i prodotti dell’agroalimentare liguri, oltre ai vini, a fregiarsi di una certificazione europea. Attualmente hanno la Dop-denominazione di origine protetta l’olio extravergine di oliva “Riviera Ligure”, con tre mezioni geografiche : “Riviera dei Fiori”, “Riviera del Ponente Savonese”, “Riviera di Levante”. Quella ligure, nel 1997, è stata la prima Dop in Italia per l’olio extravergine di oliva. Sono in attesa del riconoscimento Dop il salame genovese di Orero e Sant’olcese, i mitili del Golfo della Spezia, la formagetta e lo zuncò savonesi. Sul fronte dell’Igp, la Liguria attualmente può vantare il riconoscimento per le acciughe sotto sale del Mar Ligure. Sono in lista d’attesa: i fiori di Sanremo, lo zucchino trombetta, l’asparago violetto, il carciofo spinoso di Albenga, il pomodoro cuore di bue, il pesto genovese, il canestrello di Torriglia, l’amaretto di Sassello, l’albicocca di Valleggia.  
   
   
VDA: AVVISO DISMISSIONE CENTRO CARNI DI VERRÈS  
 
Aosta - L’assessorato dell’agricoltura e risorse naturali ha avviato una indagine di mercato finalizzata all’individuazione di potenziali acquirenti di materiale di proprietà regionale dismesso, proveniente dalla stalla di ingrasso denominata Centro Carni di Verrès. Tale materiale, suddiviso in dieci lotti, potrebbe essere impiegato per la costruzione di box o recinti di allevamenti bovini, con particolare utilizzo per l’ingrasso di vitelli e vitelloni. Gli operatori economici interessati all’acquisto dovranno presentare, entro le ore 16.30 di lunedì 1° agosto prossimo, apposita Manifestazione di interesse, che non impegnerà l’Amministrazione regionale all’affidamento del materiale ma sarà utile ai fini dell’avvio delle successive procedure di evidenza pubblica. All’indirizzo internet www.Regione.vda.it/agricoltura  sono disponibili l’avviso relativo all’indagine di mercato, l’elenco del materiale e il modulo di Manifestazione di interesse, che dovrà essere compilato e consegnato all’Ufficio servizi zootecnici del Dipartimento agricoltura, in località Grande Charrière n. 66 a Saint-christophe. Per ogni ulteriore informazione e per accordi in merito alla presa visione del materiale, attualmente in deposito a Villeneuve, si invitano gli interessati a rivolgersi a Franco Contoz, telefono 0165.275372, fax 0165.275342, e-mail f.Contoz@regione.vda.it    
   
   
ALIMENTARE: LIGURIA FORSE GIÀ ENTRO L’ESTATE IL RICONOSCIMENTO IGP ALLA FOCACCIA COL FORMAGGIO DI RECCO DA PARTE DEL GOVERNO ITALIANO  
 
 Genova. Stavolta è stato il Ministero delle Politiche Agricole a presentare ufficialmente in Regione Liguria, a Genova, la certificazione europea Igp-indicazione Geografica Protetta della focaccia con il formaggio di Recco. La prossima settimana, il “disciplinare” che ne regola ingredienti e produzione sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, con la possibilità, che già entro l’estate,in attesa del definitivo riconoscimento di Bruxelles, la focaccia col formaggio di Recco possa fregiarsi del riconoscimento Igp su tutto il territorio nazionale. Con il divieto assoluto per ristoranti, trattorie, supermercati, negozi e bancarelle al di fuori della zona di produzione (Recco, Sori, Camogli e Avegno) di scrivere nei menu e offrire focacce con formaggio “tipo Recco”. Pena l’intervento dell’antifrode. La svolta decisiva è arrivata in mattinata, nel corso della pubblica audizione sull’Igp nella sede della Regione Liguria con i rappresentanti del Ministero delle Politiche Agricole Roberto Varese e Laura Stanzione, l’assessore regionale all’Agricoltura Giovanni Barbagallo con il direttore generale Luca Fontana, il presidente della sezione agricola della Camera di Commercio di Genova, Germano Gadina, Lucio Bernini, coordinatore del Consorzio Focaccia con il formaggio di Recco, i sindaci, i produttori di latte ligure, i panificatori, i trasformatori caseari che producono la crescenza con il latte ligure e nelle terre (ex liguri) dell’Oltregiogo (Voltaggio, Fracconalto, Gavi, Parodi Ligure, Ovada, Novi Ligure, Serravalle Scrivia e Arquata Scrivia), i ristoratori. Se entro un mese dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del “disciplinare” non ci saranno osservazioni, a settembre il Ministero delle Politiche Agricole dichiarerà concluso l’iter procedurale nazionale. In via transitoria la certificazione Igp sarà già valida in Italia e il carteggio sarà inviato alla Commissione Europea per ottenere la definitiva tutela comunitaria. Se nei successivi 180 giorni dalla la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea se non interverranno contenziosi da parte dei vari Paesi , la focaccia di Recco sarà tutelata nell’intero Vecchio Continente. Nel frattempo, proprio per combattere ogni abuso, Camera di Commercio e Consorzio vareranno i piano di controlli e di tutela della focaccia. “Nel corso degli ultimi anni ha spiegato Barbagallo- dalla Regione Liguria ha lavorato sulla proposta di utilizzare il latte proveniente da allevamenti liguri da trasformare in crescenza. I buoni risultati della sperimentazione sulla capacità di resa latte-crescenza, la resistenza al trasporto e alla sua durata, hanno dato vita a un vero e proprio accordo di filiera tra produttori zootecnici, trasformatori, panificatori e il Consorzio. Un’azione di marketing territoriale che ha dato buoni risultati e sostenuto i territori, a cominciare dagli allevatori”.  
   
   
PESCA: PARERE FAVOREVOLE COOPERAZIONE A DECRETO FERMO  
 
Il movimento cooperativo ha espresso, in Commissione consultiva centrale, parere favorevole ai due decreti attuativi – uno gestionale e l’altro economico- che delineano le modalità per il fermo pesca 2011. Una scelta –sostengono i presidenti Giampaolo Buonfiglio (Agci Agrital), Massimo Coccia (Federcoopesca-confcooperative) e Ettore Ianì (Lega Pesca)- che nasce dal “senso di responsabilità, visto il momento delicato che attraversa l’economia ittica, e la necessità di una corretta gestione delle risorse. Una delicata operazione di sintesi, con quelle che sono le esigenze della nostra base associativa, resa possibile grazie ad una adeguata copertura finanziaria per gli armatori, prevista in Manovra”. Le risorse per il personale imbarcato- precisano le associazioni- arriveranno dalla Cigs. I decreti approvati oggi consentiranno di attuare in Adriatico un fermo di 60 giorni continuativi – 45 lavorativi-, con la possibilità di prolungare su decisione delle singole Regioni questo periodo, facendolo partire prima o continuando dopo, rispetto alle date fissate dall’Amministrazione. Il calendario prevede, per le imbarcazioni di strascico e volante, una interruzione obbligatoria dell’attività: dal 1 agosto al 30 settembre, nei compartimenti da Trieste a Bari e dal 30 settembre al 29 ottobre da Brindisi a Imperia. Per Sardegna e Sicilia l’interruzione avrà durata da trenta e sessanta giorni, che verrà decisa a livello regionale. Per le 8 settimane successive all’interruzione temporanea della pesca, da Trieste a Bari il prelievo con sistemi strascico e volante è vietato il venerdì e in un altro giorno feriale deciso dall’armatore. In pratica si potrà pescare tre giorni su cinque. A monitorare gli effetti sugli stock di questa inattività prolungata, ci penserà la ricerca scientifica. Nel corso della Commissione è stata annunciata, anche, l’istituzione, a partire da settembre, di appositi tavoli di lavori per i comitati dei piani di gestione.  
   
   
L’ACETO BALSAMICO DI MODENA “IL DENSO” DI GIUSEPPE GIUSTI SI AGGIUDICA UN NUOVO RICONOSCIMENTO  
 
L’importante rivista Altroconsumo ha portato in laboratorio e degustato 22 aceti balsamici di Modena Igp per sottoporli a una attenta valutazione. Il test, dall’accattivante titolo “Agrodolce a tutti – l’aceto balsamico non è tutto uguale” – ha coinvolto undici giudici professionisti del Centro Studi Assaggiatori e dell’ Associazione Assaggiatori Italiani Balsamico che hanno degustato e considerato con approfondita meditazione i prodotti sottoposti al test confrontandone “colore alla vista, aroma al naso, equilibrio al gusto e sensazione complessiva”. La sfida è stata vinta dall’aceto balsamico di Modena Igp Giuseppe Giusti “Il denso” che ha staccato di alcuni rilevanti punti gli altri concorrenti aggiudicandosi un punteggio globale di 82 su 100 che conferma una volta ancora l’alta qualità dei prodotti dell’antica Acetaia, nata nel 1605 e a tutt’oggi super premiata in Italia e nel mondo. Www.giusti.it  
   
   
AL VIA IL SOUL FOOD STREET, IL CIBO DELLA TRADIZIONE E "DI STRADA" AL PORRETTA SOUL FESTIVAL. DAL 22 AL 24 LUGLIO.  
 
Bologna - Grande musica e cibo della tradizione insieme a Porretta Terme, dal 22 al 24 luglio. Il Porretta Soul Festival, la manifestazione che ormai da 24 anni porta sull’Appennino bolognese il meglio della black music, sarà infatti affiancata quest’anno dal Soul Food Street, una rassegna per promuovere i prodotti tipici della montagna emiliano-romagnola e il cibo di strada. “Un gemellaggio inedito tra musica e cibo – ha detto oggi a Bologna presentando l’iniziativa l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – all’insegna del soul, dell’identità culturali più remote e intime, delle tradizioni e dell’autenticità”. “Chi viene al Porretta Soul Festival viene per la musica, ma viene anche per l’accoglienza, l’enogastronomia, la cultura, in una parola per il territorio – ha spiegato Graziano Uliani direttore artistico del Porretta Soul Festival, mentre Igor Taruffi e Matteo Calzolari, rispettivamente assessore alla cultura del Comune di Porretta e presidente della Strada dei Vini e dei Sapori dell’Appennino bolognese hanno sottolineato lo stretto legame che esiste tra turismo, enogastronomia e cultura e la loro importanza per la valorizzazione di un territorio. Protagonisti del Soul Food Street, che è promosso dall’Assessorato regionale all’agricoltura, in collaborazione con la Strada dei Vini e dei Sapori dell’Appennino bolognese e il Comune di Porretta Terme, saranno i prodotti e produttori di un territorio aspro, ma generoso e di grande fascino: il pane montanaro, i borlenghi, le tigelle, i grani antichi, i funghi, il tartufo, i mirtilli, il miele, la ricotta. E ancora: il pesce Salmerino Presidio Slow Food, la carne di Vitellone bianco dell’Appennino centrale Igp, il Prosciutto di Modena Dop, la Mortadella di Bologna Igp, e naturalmente i grandi Vini Doc dei Colli Bolognesi come il Pignoletto e la Barbera ma anche il Lambrusco modenese Il collegamento live con Emilia-romagna è Un Mare di Sapori: a Lido degli Estensi venerdì 22 luglio Non solo un gemellaggio tra musica e cibo, ma anche tra montagna e mare. In occasione del Porretta Soul Festival e del Soul Food Street l’Assessorato regionale all’agricoltura ripropone infatti anche quest’anno il collegamento con “Emilia-romagna è Un Mare di Sapori”, il cartellone di eventi enogastronomici che da luglio a settembre tocca le principali località della Riviera emiliano-romagnola. L’appuntamento è a Lido degli Estensi, venerdì 22 luglio, con Tramonto Divino, uno degli appuntamenti di “Emilia-romagna è Un Mare di Sapori”. Qui, sugli accordi e sui refrain che hanno reso famosi Otis Redding e Rufus Thomas, grazie alla diretta “live streaming” curata da Lepida Tv, i “Zampanellari” (o “Borlengai” che dir si voglia) e i “Pastafrittai” di Porretta Terme (Bo) si lanceranno in una sorta di amichevole “disfida” a distanza con le piadine romagnole realizzate dalle famose Mariette di Casartusi di Forlimpopoli./  
   
   
POMÌ PRESENTA L+, IL PRIMO POMODORO AD ALTO CONTENUTO DI LICOPENE NASCE LA PASSATA DI NUOVA GENERAZIONE, RICCA DI ANTIOSSIDANTI NATURALI  
 
Dalla Coltura del Benessere Pomì nasce Pomì L+, la passata ottenuta da pomodori freschi che contiengono il 50% di licopene in più garantendo straordinarie proprietà organolettiche. Pomì L+ è stato ottenuto dopo anni di ricerca e sperimentazione con metodi del tutto naturali, che hanno permesso di individuare una varietà di pomodoro fresco di altissima qualità, ad elevato contenuto di licopene adatta alla coltivazione nei terreni tra Parma, Piacenza, Mantova e Cremona, senza ricorrere ad organismi geneticamente modificati (ogm). Oltre a essere il pigmento che dona al pomodoro il suo caratteristico colore rosso, il licopene è un antiossidante naturale. Un elemento importante per il nostro benessere, il cui contenuto è indicato nella tabella nutrizionale posta sul retro della bottiglia. Pomì L+ è la passata dedicata a chi ama il benessere, preparata solo con pomodori italiani freschi, naturalmente ricchi di antiossidanti, con il 50% di licopene in più. Oltre a essere il pigmento che dona al pomodoro il suo caratteristico colore rosso, il licopene è un antiossidante naturale. Un elemento importante per il nostro benessere, il cui contenuto è indicato nella tabella nutrizionale posta sul retro della bottiglia. Le scelte dei consumatori da anni testimoniano un’attenzione sempre crescente al contenuto salutistico dei prodotti che portano in tavola e una preferenza per formati più adeguati ai nuovi modelli di famiglia. Pomì L+ risponde a queste domande con una passata di pomodoro che interpreta le esigenze del vivere contemporaneo. Oltre ad essere ricco di antiossidanti naturali, Pomì L+ è infatti una passata sapida, densa e gustosa. La qualità del pomodoro fresco utilizzato infatti influisce in modo netto sul sapore della passata, particolarmente saporita  
   
   
FUNGHI: BELLO RACCOGLIERLI, MA NON TUTTI SONO COMMESTIBILI  
 
Trento - È iniziata la stagione di crescita dei funghi che richiama molti raccoglitori nei boschi ricchi di tante specie, purtroppo non tutte commestibili. Alcune varietà tossiche o velenose assomigliano a quelle commestibili e possono confondere il raccoglitore poco esperto, trasformando una gustosa pietanza in un rischio per la salute. Perciò, prima di consumare i funghi raccolti o ricevuti in regalo da terzi, si raccomanda di farli controllare da persone esperte e qualificate. L’apss, l´Azienda provinciale servizi sanitari, organizza da quest’anno un punto di controllo aperto al pubblico per il riconoscimento di commestibilità dei funghi raccolti a cui ogni raccoglitore può rivolgersi senza alcuna prenotazione. Dal 1° agosto, ogni lunedì pomeriggio, dalle ore 16.00 alle ore 18.00, nella palazzina E del Centro per i servizi sanitari, in viale Verona (entrata a piano terra dietro l’area di servizio Agip), a Trento i tecnici della prevenzione esperti micologi sono a disposizione dei cittadini per la consulenza sulla commestibilità dei funghi raccolti. Si ricorda, inoltre, che durante la raccolta è utile indossare un abbigliamento adeguato che protegga le gambe da morsi e/o punture di insetti, utilizzare un bastone e munirsi di un coltellino e di un cestino rigido e areato. Non usare sacchetti di plastica o altri contenitori impermeabili all’aria che, oltre a essere vietati per legge, riducono i funghi in poltiglia, permettendone la fermentazione e con essa la possibilità di provocare disturbi gastrointestinali. I funghi vanno asportati dal terreno interi, evitando di tagliare il gambo alla base per mantenere integre tutte le caratteristiche necessarie per la identificazione della specie. Vanno, inoltre, puliti sommariamente sul posto. È molto importante non raccogliere esemplari bacati o troppo maturi, che possono risultare pericolosi se consumati, mentre possono essere utilissimi per la diffusione delle spore. Infine, è meglio diffidare dei funghi di piccola taglia, che sono difficilmente riconoscibili. I funghi sono alimenti molto deperibili, anche se conservati in frigorifero; devono essere cotti a lungo (almeno mezz’ora) e consumati subito. Non vanno consumati crudi. In caso di insorgenza di disturbi dopo il consumo dei funghi, è necessario recarsi immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale più vicino, portando con sé gli avanzi del pasto o i resti dei funghi consumati per consentire il riconoscimento della specie responsabile da parte del personale esperto micologo dell’Apss.  
   
   
CRISI PESCHE E NETTARINE, ERRANI E RABBONI ALLA MANIFESTAZIONE DELLA COLDIRETTI. ERRANI: IL GOVERNO CONVOCHI UN TAVOLO NAZIONALE PER LA FIRMA DI UN ACCORDO CON LA GRANDE DISTRIBUZIONE  
 
. Bologna - “E’ fondamentale che il Governo convochi un tavolo nazionale per arrivare alla firma di un accordo con la grande distribuzione, che permetta di non immettere nel mercato prodotto di scarsa qualità e sottocosto. Lo abbiamo già chiesto come Conferenza delle Regioni, tornerò ad impegnarmi in questa direzione nelle prossime ore. La Regione Emilia-romagna c’è.” Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-romagna Vasco Errani che è intervenuto questa mattina alla manifestazione organizzata a Bologna dalla Coldiretti regionale per fare il punto sulle gravi difficoltà che sta attraversando il comparto dell’ortofrutta estiva e in particolare delle pesche e nettarine. “Quattro crisi in sette anni – ha aggiunto Errani – ci dicono che il problema della frutta estiva è ormai un problema strutturale e che dobbiamo lavorare per riorganizzare l’intera filiera, garantendo innanzi tutto un’ equa remunerazione ai produttori. E’ questo il punto strategico su cui è necessario unire il nostro impegno e lavorare insieme.” Oltre che da parte del Presidente Errani la manifestazione della Coldiretti ha ottenuto il sostegno anche dell’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni che ha ricordato le misure da adottare nell’immediato. Due in particolare: il ritiro dal mercato di una quota di invenduto da destinare agli indigenti e agli impianti a biogas, così come previsto dall’Ocm frutta, per favorire un sia pur minimo rialzo dei prezzi e, da parte dell’Europa, un provvedimento di sostegno economico analogo a quello varato, per sole cinque varietà vegetali, dopo la crisi dell’Escherichia Coli. “L’europa – ha aggiunto Rabboni - deve inoltre capire che la frutta estiva è un prodotto altamente deperibile e che richiede particolari reti protettive da adottare su scala transnazionale, per un corretto governo del’offerta. Di tutto questo ho parlato nei giorni scorsi a Bruxelles con lo staff del commissario all’ agricoltura Ciolos, con i parlamentari italiani e il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, De Castro. Nei prossimi giorni anche la Commissione agricoltura del Senato italiano presenterà una risoluzione in questa direzione  
   
   
FLORICOLTURA: IN ARRIVO I CONTRIBUTI PER I COLTIVATORI DI RUSCUS GENOVA  
 
. “Stanno arrivando in questi giorni i contributi previsti dall’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura di Roma, per i coltivatori liguri di ruscus, fronde ornamentali recise. Lo ha comunicato quest’oggi l’assessore regionale all’agricoltura, Giovanni Barbagallo, dicendosi “soddisfatto per il buon risultato”. Ammontano a oltre 840.000 euro le risorse di cui beneficeranno tutti coloro che hanno coltivato il ruscus nel 2010 in Liguria. Il riconoscimento è andato ai coltivatori liguri insieme a quelli della Toscana e del Veneto per un ammontare complessivo di 1,5 milioni di euro stanziati dal Ministero delle Politiche agricole per il 2010 per tutte e tre le regioni. “A livello nazionale – spiega l’assessore Barbagallo – la Liguria ha fatto la parte del leone vedendo riconosciuti e liquidati tutti i 147,5 ettari di superficie richiesti in domanda, per 390 coltivatori della provincia di Imperia e per 33 della provincia di Savona”. A seguire la Toscana con 55 ettari e il Veneto con 1,5 ettari di coltivazione. Proprio l’alto numero delle domande pervenute, superiore alle previsioni, ha fatto diminuire il premio previsto per ogni 1.000 metri quadrati di superficie coltivata, attestandolo a 570 euro. “Si tratta della prima volta – ha concluso Barbagallo – che nel regolamento comunitario viene previsto, nell’ambito del sostegno diretto agli agricoltori in crisi, un finanziamento per le coltivazioni floricole”.  
   
   
PESCA, ABRUZZO: FARE IL PUNTO SUL "REGOLAMENTO MEDITERRANEO"  
 
Pescara - Si è svolto ad Ortona, nella Sala di Musica di Palazzo Corvo, il workshop dal titolo "Il Regolamento Mediterraneo: risultati e considerazioni ad un anno dalla sua applicazione" organizzato dalla Regione Abruzzo, Assessorato Politiche agricole e di Sviluppo rurale, forestale, Caccia e Pesca e che rientra tra le attività previste dal Progetto F.a.r.o (Formazione Assistenza Regionale Operatori nel settore della pesca in Abruzzo). Nel corso della giornata è stata ripercorsa la genesi del Regolamento comunitario 1967/2006 focalizzando l´attenzione sull´impatto per le risorse ittiche, sui piani di gestione e sulle deroghe consentite dalla normativa. Sono stati evidenziati, inoltre, gli atti e le misure gestionali adottate dalla Pubblica Amministrazione, nonché, l´adeguamento da parte delle imprese conseguente l´entrata in vigore del Regolamento Mediterraneo. Ad aprire i lavori, l´Assessore alla Pesca, Mauro Febbo. Per l´Assessore "grazie al progetto Faro, che è un´azione di sistema volta a sviluppare e consolidare la competitività del settore della pesca, è stata organizzato questo workshop che offre la possibilità di avere un confronto a 360 gradi sul regolamento comunitario 1967/2006. Si tratta di uno strumento che gli operatori della pesca devono rispettare e mira a introdurre il principio della ecosostenibilità della pesca ma ? sottolinea Febbo ? ci sono dei limiti che vanno corretti. Infatti nel confronto con le Regioni a noi vicine, Marche, Puglia e Molise, si vuole studiare l´impatto del Regolamento applicato al nostro Mare Adriatico affinché si possa arrivare a deroghe precise ed efficaci. Questo con l´obiettivo di permettere agli operatori di lavorare al meglio e nelle condizioni più idonee. La giornata di oggi nasce appunto nell´ottica di una proficua cooperazione tra le amministrazioni, le autorità territoriali e la Comunità europea per formalizzare interventi che siano il più possibile condivisi come la pesca a strascico, i limiti di distanza dalla costa, uso delle reti ecc".. Tra i relatori che sono intervenuti al workshop: Cesare Tabacchini, Dirigente Agecontrol; Stefano Cataudella, Presidente Commissione generale Pesca nel Mediterraneo; Massimo Spagnolo, Direttore Irepa; Vincenzo De Martino Rosaroll, Dirigente Pemac e Walter Graziani Dirigente Vicario Mipaaf - Direzione generale della pesca marittima e dell´acquacoltura - Pemac Iii. A rappresentare le Associazioni di categoria è intervenuto Giampaolo Bonfiglio, Presidente Agci - Agrital mentre la conclusione dei lavori è stata affidata al Coordinatore degli assessori italiani con delega alla Pesca, Dario Stefano, Regione Puglia che ha sottolineato l? importanza di "appuntamenti come questo, molto utili e che andrebbero ripetuti nel tempo, soprattutto in considerazione del fatto che è di prossima uscita il nuovo Regolamento. Saranno recepite nuove deroghe con l? obiettivo di creare uno strumento che guardi al futuro e sia compatibile con le esigenze di chi opera nell´Adriatico".  
   
   
ALTESINO FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE  
 
Nel cuore della Toscana meridionale, lontano dalle affollate arterie di comunicazione e dai grandi poli industriali, permane un panorama intatto e in gran parte selvaggio: Montalcino. Qui l’uomo ha saputo realizzare un rapporto rispettoso con la natura, preservandola negli anni da abusi e speculazioni edilizie, mantenendo inalterato nel tempo il fascino e la magia di un territorio incontaminato. Un esempio unico ed eccezionale di paesaggio culturale che nel 2004 l’Unesco ha dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Montalcino e i suoi vini rappresentano un binomio indissolubile, fatto di una tradizione e di una cultura ultramillenaria, che ha plasmato il paesaggio e ne ha caratterizzato profondamente l’aspetto socio–economico. In questo contesto irripetibile sorge l’Azienda Agricola Altesino. Tra le colline orientali di Montalcino si erge l’austera struttura del quattrocentesco Palazzo Altesi che domina la Tenuta. Nelle storiche mura del Palazzo hanno trovato dimora le suggestive cantine, mentre a ridosso dei vigneti, sfruttando un dislivello naturale, sono state edificate le moderne strutture funzionali alle operazioni di fermentazione, affinamento e imbottigliamento. Su una superficie complessiva di circa 80 ettari, di cui poco più della metà a vigneto, si estendono i cinque appezzamenti che costituiscono il cuore produttivo dell’azienda. Altesino, Macina, Montosoli (primo Cru nella storia del Brunello di Montalcino e da sempre famoso per la produzione di vini di estrema eleganza), Pianezzine e Velona. Oltre al Sangiovese grosso, che costituisce la maggior parte degli impianti (utilizzato per la produzione del Brunello, del Rosso di Montalcino e del Palazzo Altesi), si coltivano Cabernet Sauvignon e Merlot (che in blend con il Sangiovese danno l´Alte d´Altesi e il Rosso di Altesino), il Trebbiano e la Malvasia (per il Vin Santo), il Vermentino, lo Chardonnay ed il Viognier destinati alla produzione del Bianco di Altesino. Dal 2002 Altesino è di proprietà della famiglia Gnudi Angelini che si avvale della collaborazione del direttore tecnico Claudio Basla, già socio fondatore operativo nella precedente gestione, dell’enologo Paolo Caciorgna e del responsabile commerciale Guido Orzalesi. Negli anni Settanta Altesino introdusse importanti innovazioni che hanno interessato la produzione del Brunello di Montalcino, affermandosi così come realtà di spicco e punto di riferimento per tutto il territorio. Antesignana nella ricerca dell’eccellenza con l’introduzione, nel 1975, del concetto di “cru” (Montosoli), Altesino per prima utilizzò la barrique già nel 1979. Nel 1977 venne pensata e realizzata dall´Altesino, grazie alla consulenza del maestro distillatore Gioacchino Nannoni, la prima Grappa di Fattoria. I primi Futures, cioè la vendita in anteprima del Brunello, vennero stampati per il Brunello Altesino del 1985: un episodio che evidenzia una moderna concezione dell’impresa vitivinicola. Da parecchi anni lo staff tecnico di Altesino si dedica alle sperimentazioni in cantina facendo uso di rovere francese e miscelando le diverse qualità di uve. Questo processo di ricerca ha portato alla produzione di vini innovativi come Alte d´Altesi e Palazzo Altesi - i due Supertuscans - e del Rosso di Altesino. Ma i vini più rappresentativi sono certamente i Brunello, in particolare il Brunello di Montalcino Riserva - prodotto esclusivamente nelle migliori annate - e il Brunello di Montalcino Montosoli. Lo stile dei Brunello di Altesino è caratterizzato dai tipici e gradevoli sentori di violetta, frutti a bacca nera e delicate note cedute dalla maturazione in legno. Vini di grande struttura, ma allo stesso tempo di raffinata eleganza. Www.altesino.it