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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 13 Settembre 2011 |
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UE, SUDAFRICA: IL COMMISSARIO PIEBALGS VARA UN NUOVO PROGRAMMA SANITARIO DI 126 MILIONI DI EURO PER LA LOTTA CONTRO L´HIV E LA TUBERCOLOSI |
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Bruxelles, 13 settembre 2011 – Il commissario europeo per lo Sviluppo Andris Piebalgs si recherà in Sudafrica dal 13 al 16 settembre per discutere della cooperazione allo sviluppo Ue-sudafrica e visitare i progetti più importanti in modo da toccare con mano la realtà della cooperazione Ue-sudafrica in loco. In occasione della sua visita il commissario varerà inoltre, insieme al ministro della Sanità sudafricano, un vasto programma di assistenza sanitaria finanziato dall´Ue per aiutare il governo sudafricano a garantire a un maggior numero di persone l´accesso a servizi sanitari migliori. Durante il suo soggiorno il commissario parteciperà altresì al quarto vertice annuale Sudafrica-ue. Prima di recarsi in Sudafrica, il commissario Piebalgs ha dichiarato: "Il Sudafrica è un partner strategico importantissimo per l´Ue e svolge un ruolo economico e politico chiave nel continente africano. L´ue ha fornito un sostegno costante (140 milioni di euro all´anno) al paese per aiutarlo a garantire a centinaia di migliaia di famiglie l´approvvigionamento idrico e l´accesso alle strutture igienico-sanitarie, a combattere le pandemie e a creare posti di lavoro. Ciò nonostante, il Sudafrica deve ancora far fronte a una serie di problemi, tra cui il gran numero di abitanti che vive in condizioni di povertà. È mia intenzione confermare il nostro impegno costante per trovare forme innovative di cooperazione atte a sostenere maggiormente il popolo sudafricano." Il commissario Piebalgs parlerà con i partner sudafricani del futuro della cooperazione Sudafrica-ue, prendendo spunto dal dibattito in corso in Sudafrica su una visione e su un piano strategico a lungo termine atti a promuovere la crescita economica e l´uguaglianza sociale nel paese. La combinazione di prestiti e sovvenzioni, ad esempio, potrebbe costituire un approccio innovativo per favorire lo sviluppo. Potrebbero inoltre essere discussi altri argomenti come l´efficacia degli aiuti e le prospettive di cooperazione trilaterale con il Sudafrica quale attore chiave nel continente. Segue Varo di un programma di 126 milioni di euro per migliorare l´assistenza sanitaria L´ue finanzia, con una dotazione di 126 milioni di euro, un programma di sostegno alla politica settoriale per l´assistenza sanitaria di base onde contribuire ad aumentare la speranza di vita, a ridurre la mortalità delle madri e dei bambini e a combattere l´Hiv/aids e la tubercolosi. A tal fine, l´Ue aiuterà il governo sudafricano, e in particolare il ministro della Sanità, ad agevolare l´accesso dei pazienti ai servizi sanitari e a migliorare la qualità e la gestione del sistema sanitario a livello distrettuale. Il commissario Ue Piebalgs ha dichiarato: "Mi compiaccio degli sforzi prodigati dal Sudafrica per agevolare l´accesso dei cittadini all´assistenza sanitaria e migliorarne la qualità, specialmente per quanto riguarda la lotta all´Hiv/aids. Occorre però un ulteriore impegno. Il varo di uno dei più vasti programmi sanitari dell´Ue nel mondo dimostra la nostra volontà di cambiare radicalmente la vita delle persone, riducendo la mortalità delle madri e dei bambini, combattendo l´Hiv/aids e la tubercolosi e aumentando la speranza di vita." Partecipazione al vertice Sudafrica-ue - Il 15 settembre il commissario Piebalgs parteciperà al quarto vertice annuale Sudafrica-ue insieme al presidente Van Rompuy, al presidente Barroso e al commissario De Gucht. Questo è il quarto vertice bilaterale da quando, nel 2007, è stato concluso un partenariato strategico tra l´Ue e il Sudafrica. Cooperazione Sudafrica-ue - La cooperazione allo sviluppo tra l´Ue e il Sudafrica intende conferire un valore aggiunto mediante l´innovazione, programmi pilota, il potenziamento delle capacità e la condivisione di competenze e conoscenze. Per il 2007-2013 sono disponibili aiuti Ue pari a 980 milioni di euro a titolo dello strumento di cooperazione allo sviluppo. I principali settori di cooperazione sono la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo delle capacità per la prestazione dei servizi e la coesione sociale. Ad oggi sono stati impegnati 580 milioni di euro, principalmente attraverso programmi di sostegno al bilancio (acqua per la crescita e lo sviluppo, occupazione, istruzione primaria, governance, assistenza sanitaria di base, ecc.). Alle sovvenzioni Ue si aggiunge il mandato di prestito della Banca europea per gli investimenti (Bei), pari a 900 milioni di euro per il periodo 2007-2013, inteso a sostenere operazioni nei settori pubblico e privato. Programma della visita: 13 settembre - Riunioni con i direttori generali presso la Presidenza (Kuben Naidoo), il Tesoro (Lungisa Fuzile) e il Dipartimento per le relazioni e la cooperazione internazionali (Jerry Matjila). 14 settembre - Visita con il direttore generale della Bei Tamsyn Barton ad Afrika Biopharma, un´impresa sanitaria e farmaceutica beneficiaria di un progetto finanziato dall´Ue nell´ambito dello strumento di capitale di rischio (Risk Capital Facility); Varo comunitario del programma di sostegno alla politica settoriale per l´assistenza sanitaria di base con il ministro sudafricano della Sanità Aaron Motsoaledi, seguito da una conferenza stampa; Visita al programma Youth Development through Football con Fikile Mbalula, ministro dello Sport, e l´ambasciatore tedesco Dr. Horst Freitag; Incontro con membri delle organizzazioni della società civile: 15 settembre Vertice Sudafrica-ue; 16 settembre Visita alla Funda Ujabule School di Soweto insieme al presidente Barroso. Per ulteriori informazioni: per maggiori informazioni sui programmi e progetti consultare il Memo/11/591 Sito Internet della delegazione Ue nella Repubblica del Sudafrica: http://www.Eusa.org.za/en/index.htm Sito Internet della Dg Sviluppo e cooperazione-Europeaid: http://ec.Europa.eu/europeaid/index_en.htm Sito Internet del commissario europeo per lo Sviluppo, Andris Piebalgs: http://ec.Europa.eu/commission_2010-2014/piebalgs/index_en.htm |
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TRAPIANTATO A PADOVA UN CUORE NATURALE DOPO 1300 GIORNI DI CUORE ARTIFICIALE. |
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Venezia, 13 settembre 2011 - “La scuola di cardiochirurgia veneta, e padovana in particolare, si conferma ai massimi livelli di eccellenza internazionale. Complimenti al professor Gerosa ed alla sua equipe”. Lo sottolinea l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto commentando la notizia di un paziente al quale, all’Azienda Ospedaliera di Padova, è stato trapiantato un cuore naturale dopo aver vissuto 1300 giorni grazie ad uno artificiale. “In questa vicenda – dice Coletto – i clinici padovani hanno messo in campo una perizia eccezionale, sia dal punto di vista prettamente chirurgico, sia da quello, non meno importante, della gestione di un paziente con cuore artificiale per quasi 4 anni; un record del quale tutta la sanità veneta è orgogliosa”. “La storia di questo cinquantasettenne al quale è stata donata una nuova aspettativa di vita – conclude Coletto – ripropone anche la necessità di intensificare le azioni di supporto culturale alla donazione, perché attendere 4 anni un cuore nuovo è davvero tanto. La stretta collaborazione con Fitot, Aido e tutto il volontariato sta però dando risultati incoraggianti, tanto che nel primo semestre del 2011 in Veneto è aumentato il numero dei trapianti e sono diminuiti sensibilmente i dinieghi alla donazione”. |
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SANITÀ, AL SAN PAOLO DI MILANO LA PRIMA "SMILE HOUSE" ITALIANA |
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Milano, 13 settembre 2011 - Si è avviata a Milano, presso l´ospedale San Paolo, l´attività della prima ´Smile House´ in Italia. La struttura, nata su iniziativa della Fondazione Operation Smile Italia, curerà piccoli pazienti con malformazioni congenite maxillo-facciali e, in particolare, con labio-palatoschisi, dalla fase preoperatoria a quella operatoria, per proseguire con la riabilitazione postoperatoria con sedute di logopedia, ortodonzia e qualsiasi altro supporto medico risulti necessario. E´ stato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni - affiancato dall´assessore alla Sanità Luciano Bresciani - a inaugurare la nuova sede, nel corso di una cerimonia che ha visto la partecipazione di Enzo Brusini (direttore generale Ao San Paolo), Roberto Brusati (direttore Uo Chirurgia maxillo-facciale), Santo Versace (presidente Fondazione Operation Smile Italia Onlus),domenico Scopelliti (direttore scientifico Fondazione Operation Smile Italia Onlus), Cristina Tajani (assessore Comune di Milano) e Walter Locatelli (direttore generale Asl Milano). Il Centro sarà operativo tutti i giorni dalle 9.00 alle 14.00, è ospitato al nono piano dell´ospedale ed è composto da 6 vani, una sala d´attesa e gioco per i piccoli pazienti, una stanza dedicata alla logopedia e una stanza per l´ortodonzia, (questi 3 ambienti sono stati decorati a mano dagli allievi della Scuola Arte e Messaggio del Comune di Milano), una stanza per la segreteria e direzione, un laboratorio odontotecnico e una stanza per i medici e i volontari. "Si tratta di una operazione straordinaria - ha detto Formigoni - che manda un messaggio positivo ai cittadini e allo stesso mondo della sanità e degli operatori. Questo importante risultato lo si deve alla collaborazione forte tra Regione Lombardia, gli ospedali, come in questo caso il San Paolo, e il mondo degli operatori privati e delle fondazioni, che danno un contributo essenziale". "Un altro elemento fondamentale - ha aggiunto Formigoni - è quello della formazione, importante tanto quanto la cura e l´assistenza, che verrà offerta al personale dei Paesi più in difficoltà di noi (Nord Africa e Medio Oriente in particolare, ndr)". "La scelta del San Paolo come sede di questo centro - ha detto ancora Formigoni - non è casuale. Questa azienda ha saputo qualificarsi come ospedale di rilievo nazionale grazie alle alte specializzazioni di cui è dotata, tra cui quelle per il trattamento della labio-palatoschisi, le infezioni Hiv pediatriche e in gravidanza, la diagnosi prenatale, l´epilessia, alcune malattie metaboliche e rare. Inoltre si qualifica ulteriormente grazie alla presenza del secondo Polo Universitario milanese, su cui gravitano oltre 500 studenti all´anno della Facoltà di Medicina". "I principi su cui si fonda la dinamica sanitaria e sociale che permette questo tipo di realizzazione - ha commentato l´assessore Bresciani - riguardano in particolare la continuità delle cure (dal solismo al concerto in ottica multi disciplinare) il concetto di rete tra ospedali (le strutture non sono più delle monadi, ma quello che conta è la rete delle funzioni) e tra università. Da ricordare anche il contributo fondamentale offerto dal mondo del volontariato". "Regione Lombardia - ha concluso l´assessore - sostiene in tutto il mondo 46 progetti di cooperazione con attività di formazione simili a quelle effettuate con la ´Smile House´. L´ultimo in ordine di tempo è stato a Malindi, con la realizzazione di una struttura per l´emergenza pediatrica. La solidarietà è un grande motore". |
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SALUTE FVG: KOSIC AI MEDICI, PRESCRIVETE FARMACI GENERICI |
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Trieste, 13 settembre 2011 - "In presenza di alternative possibili vanno privilegiate, sulla base delle valutazioni proprie del medico, le prescrizioni di medicinali a brevetto scaduto", i cosiddetti generici. L´indicazione è contenuta in una delibera, approvata il 9 settembre dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore alla salute Vladimir Kosic. Il documento, che incarica le Aziende sanitarie di attivare ogni azione utile al raggiungimento dell´obiettivo indicato, anche definendo appositi percorsi prescrittivi e idonei strumenti di monitoraggio, nasce dalla considerazione che i farmaci generici, non coperti da brevetto, costano meno, e quindi la spesa farmaceutica sostenuta dalla Regione (400 milioni ogni anno, di cui 220 spesi sul territorio e 180 milioni nelle strutture ospedaliere) può essere ridotta. Del resto in Friuli Venezia Giulia su questo fronte i margini di miglioramento appaiono piuttosto elevati. E questo perché i dati in possesso, elaborati dall´Osservatorio nazionale sull´impiego dei medicinali, mettono in evidenza nella nostra regione, rispetto alle altre, una elevata tendenza alla prescrizione dei farmaci più costosi che di solito sono quelli più recenti, che godono ancora della tutela brevettuale. Per i pazienti non cambia nulla. I medicinali non coperti da brevetto - ad assicurarlo è lo stesso Istituto superiore di sanità - hanno le stesse capacità terapeutiche e gli stessi profili di sicurezza dei farmaci ´griffati´. E dunque per il Servizio Sanitario Regionale rappresentano una scelta decisamente vantaggiosa in termini di costo-efficacia". I farmaci generici sono dunque "un importante strumento di governo della spesa, senza che ciò intacchi minimamente i livelli di assistenza e le opportunità di cura", spiega Kosic, che ricorda come per questo motivo sin dal 2001, anno di avvio di una nuova regolamentazione, la Regione ha posto la prescrizione dei generici come aspetto fondamentale di tutti gli atti della programmazione sanitaria. C´è di più. A differenza di altre regioni, in Friuli Venezia Giulia si è "storicamente" scelto di non introdurre alcun onere a carico dei cittadini nell´acquisto di farmaci. In pratica la spesa farmaceutica ricade interamente sull´Amministrazione regionale. "Riuscire a ridurla significa - sottolinea l´assessore Kosic - continuare a poter evitare l´introduzione di ticket". Nasce anche da questa considerazione l´invito ai medici a preferire, per i proprio pazienti, questo tipo di farmaci. "Ferme restando - ribadisce l´assessore - le valutazioni proprie di ogni professionista". |
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BOLZANO: BILINGUISMO TRA I MEDICI, CASO INGIGANTITO MA IL PATENTINO SERVE |
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Bolzano, 13 settembre 2011 - In pericolo di vita perché il medico contattato non capisce l´italiano? Sul caso oggetto in questi giorni dell´attenzione dei media si è soffermata il 12 settembre la Giunta provinciale, che ha chiesto una relazione all´Azienda sanitaria. Il risultato: "Sula vicenda si è esagerato, il medico coinvolto è bilingue", ha spiegato il presidente Luis Durnwalder che conferma la necessitá del rispetto del principio del bilinguismo. Secondo quanto riportato dai media, la familiare di un´anziana donna che aveva ingerito una pastiglia di detersivo per lavastoviglie si era rivolta all´ospedale, trovando però un medico che non avrebbe compreso le sue spiegazioni in italiano. "Abbiamo logicamente voluto sapere quanto c´era di vero nei fatti e abbiamo chiesto una relazione all´Azienda sanitaria", ha riferito Durnwalder dopo la seduta di Giunta. Il risultato degli accertamenti: la la difficoltà di comprensione al telefono è nata probabilmente dalla situazione particolare, che vedeva da un lato una parente preoccupata e agitata e dall´altro un medico che cercava di inquadrare bene i contorni del caso. "Ma non può essere dipeso dalle conoscenze linguistiche del professionista, che è in possesso del patentino A", ha aggiunto Durnwalder, che ha parlato di un equivoco e di una vicenda ingigantita. Il Presidente ha citato l´episodio come esempio per ribadire l´importanza del principio del bilinguismo tra i medici. "Ogni paziente ha il diritto di essere assistito nella sua madrelingua, come abbiamo sempre sostenuto." Per questo anche in futuro in un settore così delicato non si punterà sul bilinguismo, anche se questo principio viene periodicamente criticato e messo in discussione. |
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GENOVA, ISTITUTO BRIGNOLE: ENTRO OTTOBRE AL VIA GARA PER UNA NUOVA GESTIONE SOCIETARIA PUBBLICO PRIVATA |
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Genova, 13 Settembre 2011 - E’ previsto oggi l’incontro con e le organizzazioni sindacali, il consiglio di amministrazione dell’Istituto Brignole, il Comune di Genova, Fedecommisseria e la Regione Liguria per discutere il futuro della azienda per i servizi alla persona e delineare un nuovo percorso organizzativo. Lo ha comunicato ieri l’assessore regionale alle politiche sociali, Lorena Rambaudi a margine del consiglio regionale. “Siamo impegnati da oltre un anno – ha detto Rambaudi – per individuare un percorso condiviso con alla base una riorganizzazione della Asp Brignole secondo un’ipotesi di società mista pubblico –privata, con il 51% di presenza pubblica che permetta una maggiore flessibilità gestionale e l’inserimento di un privato, in grado di apportare nuovi capitali e nuovi investimenti per innalzare il numero di posti letto della Doria a Struppa e nuovi finanziamenti per le strutture dello Scaniglia Tubino a Sampierdarena e di Pietra Minuta nel centro storico”. L’assessore Rambaudi ha ipotizzato che verrà definito “entro la fine di settembre il nuovo prospetto organizzativo, per poi partire a gennaio del 2012 con la nuova gestione”. “Il problema dell’Istituto Brignole – ha detto Rambaudi - è di tipo strutturale e organizzativo per questo abbiamo escluso una gestione commissariale, in quanto credo poco ad un uomo solo al comando e siamo partiti dal presupposto che serva una condivisione di responsabilità tra gli Enti che sostengono il Brignole, cioè Regione, Comune di Genova, Federcommisseria”. “In questo momento – ha sottolineato l’assessore regionale alle politiche sociali – sono in calo le perdite che ammontano a circa 3 milioni all’anno, anche se resta un deficit di circa 40 milioni che potrà essere compensato dai piani di vendita del patrimonio immobiliare”. Ammontano a circa 200 i dipendenti del Brignole che operano con un contratto di sanità privata a cui si sommano altri 20 operatori della sanità pubblica che saranno assorbiti dalle Asl. |
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SANITA’: COLETTO SU INFERMIERI, “NESSUN TAGLIO. CI CONFRONTIAMO CON I SINDACATI PER FARE MEGLIO”. |
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Venezia, 13 settembre 2011 - “La Regione non ha alcuna intenzione di tagliare il numero degli infermieri nel proprio sistema sanitario. Stiamo semplicemente avviando un confronto con i sindacati del comparto, ai quali abbiamo inviato degli spunti e degli studi comparativi sui quali cominciar a ragionare, con l’obiettivo, se e dove possibile, di ottimizzare l’utilizzo di queste insostituibili figure professionali”. Con queste parole, l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto getta acqua sul fuoco rispetto ai timori, circolati nei giorni scorsi, di un taglio del numero degli infermieri nella sanità veneta. “Non siamo pazzi – aggiunge Coletto – e non abbiamo alcuna intenzione di ridurre i servizi erogati ai nostri ricoverati. Ne consegue che in nessun reparto faremo mancare nemmeno uno degli infermieri necessari. Con i sindacati abbiamo invece intenzione di verificare reciprocamente l’organizzazione complessiva dell’assistenza infermieristica, sia ospedaliera che territoriale, per vedere se e come sia possibile apportare dei miglioramenti e valorizzare il lavoro di tutte le figure delle professioni sanitarie che costituiscono i cardini del nostro sistema”. |
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FVG: VALORIZZARE LA FIGURA DEI TERAPISTI OCCUPAZIONALI |
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Trieste, 13 settembre 2011 - La situazione della terapia occupazionale in Friuli Venezia Giulia, con i suoi possibili sviluppi, ieri è stata al centro di un incontro tra l´assessore regionale alla salute, Vladimir Kosic, e i rappresentanti regionali dell´Associazione Italiana dei Terapisti Occupazionali - Aito. La terapia occupazionale, anche definita ergoterapia, è una disciplina riabilitativa. I terapisti occupazionali sono operatori sanitari che fanno valutazioni funzionali e psicologiche delle persone disabili, definendo programmi riabilitativi ed educativi volti a valorizzarne le abilità, per favorire una loro autonomia in ogni momento della vita quotidiana, anche sotto il profilo lavorativo. Una figura professionale che dunque - come è stato evidenziato dai responsabili dell´Aito - può contribuire ad innalzare il livello di qualità delle prestazioni riabilitative erogate dal sistema sanitario regionale, ma che vede la presenza, nelle strutture sociosanitarie del Friuli Venezia Giulia, di solamente 19 terapisti. Dimostrando il proprio interesse rispetto all´importanza della promozione di questa disciplina all´interno dell´offerta dei servizi riabilitativi, l´assessore Kosic si è detto d´accordo sulla necessità di integrare le competenze specifiche della terapia occupazionale con quelle delle altre professioni sanitarie della riabilitazione. La multiprofessionalità e l´integrazione delle discipline riabilitative sono infatti aspetti fondamentali dell´organizzazione dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali. Dal canto suo l´Aito si è resa disponibile a instaurare collaborazioni solide e costruttive con le altre associazioni professionali del settore riabilitativo e anche ad essere coinvolta in tavoli tecnici che l´Assessorato regionale vorrà attivare in materia di riabilitazione. |
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CURARSI CON ARTE, MUSICA E SPORT: NUOVE ATTIVITÀ RIABILITATIVE PER GLI INTERNATI DI MONTELUPO |
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Firenze, 13 settembre 2011 – Musica, laboratori di pittura, mosaico e découpage, calcio, volley, ginnastica dolce. Sono solo alcune delle attività previste per gli internati dell’ospedale psichiatrico-giudiziario di Montelupo da un progetto realizzato dalle Asl 11 di Empoli, che la Regione finanzia per 76.000 euro. Il progetto prevede la realizzazione di una serie di interventi terapeutico-riabilitativi, da attuarsi sia all’interno dell’Opg che all’esterno, in una struttura denominata “La Casa del Drago”, nel comune di Montelupo Fiorentino. La delibera che approva e finanzia il progetto è stata approvata oggi pomeriggio dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore Daniela Scaramuccia. “Continua il nostro impegno per garantire agli internati dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo il miglior livello di cura e riabilitazione psichiatrica – dice l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – La Asl 11, che ha la competenza della cura della salute delle persone internate, ha messo a punto un progetto molto articolato, che realizzerà in collaborazione con la Società della Salute Empolese Valdelsa, e che noi siamo ben contenti di finanziare, perché senza dubbio consentirà ai pazienti detenuti di recuperare capacità disperse, sviluppare le loro potenzialità, accelerare il loro reinserimento sociale e abbreviare il periodo di detenzione. E magari diminuire anche il numero di rientri per recidiva di reato o di malattia”. Il progetto prevede un corso di educazione musicale e musicoterapia e la creazione di gruppi musicali tradizionali; un laboratorio di arte terapia (disegni, pitture, mosaici, incisioni, découpage, oggettistica) e per la riqualificazione degli spazi all’interno dell’Opg riservati all’incontro dei ricoverati con i parenti; attività ludico-sportive e culturali (calcio, calcetto, volley, ginnastica dolce, partecipazione a marce podistiche, gruppi di informazione, comunicazione ed espressione). Alcune attività saranno svolte all’interno dell’Opg, altre in un centro esterno, “La Casa del Drago”, nel comune di Montelupo Fiorentino, che potrà ospitare laboratori, incontri, eventi a carattere ricreativo, culturale e di socializzazione; la Casa del Drago potrà anche essere un luogo dove gli internati possano incontrare i loro familiari in una situazione più accogliente. Attualmente gli ospiti dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo sono 126. Negli ultimi anni, sono stati numerosi quelli che sono stati inviati in Licenza Finale Esperimento (cioè le dimissioni con attivazione di programmi di inserimento con i servizi competenti): 43 pazienti nel 2007, 57 nel 2008, 74 nel 2009, 84 nel 2010. Il progetto della Asl 11 di Empoli ha un costo complessivo di oltre 130.000 euro. Verrà finanziato per più di metà (76.000 euro) dalla Regione; 6.600 euro dal Comune di Montelupo; 10.000 euro dalla Provincia di Firenze; 28.000 euro a carico della Asl 11; 9.500 euro a carico del soggetto che verrà individuato come gestore del progetto a seguito della procedura di gara. |
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TOSCANA: MARGINALI E IMMIGRATI IRREGOLARI, UN PROGETTO PER GARANTIRE L’ASSISTENZA ANCHE DOPO L’OSPEDALE |
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Firenze, 13 settembre 2011 – E’ in costante aumento il numero di cittadini non in regola con l’iscrizione al servizio sanitario nazionale – stranieri extracomunitari, ma anche comunitari che vivono in situazioni marginali – che vengono ricoverati negli ospedali toscani, e per i quali si pone il problema del dopo. Una volta dimessi, è difficile garantire loro una continuità assistenziale, e in molti casi il ricovero in ospedale viene prolungato proprio per questo motivo. Per dare soluzione a questo problema, Regione Toscana e Comune di Firenze, assieme all’Asl 10 di Firenze, all’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi e alla Società della Salute fiorentina, e in collaborazione con la Caritas, hanno messo a punto un “Progetto di continuità assistenziale ospedale-territorio per la popolazione non iscritta al servizio sanitario nazionale”. Il progetto è stata presentato ieri dall’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Daniela Scaramuccia, e dall’assessore alle politiche socio-sanitarie del Comune di Firenze (e presidente della Sds fiorentina) Stefania Saccardi. A illustrare il progetto, c’erano anche i due direttori della Asl 10 di Firenze, e dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi, Luigi Marroni e Edoardo Majno, il direttore della Sds fiorentina Carolina Cuzzoni, e il direttore regionale della Caritas Alessandro Martini. “Nella nostra regione – è il commento di Daniela Scaramuccia, assessore al diritto alla salute della Regione Toscana – vogliamo garantire gli stessi diritti di salute e di assistenza a tutti i cittadini, regolari o irregolari. Il Piano sanitario vigente pone tra gli obiettivi la definizione di percorsi assistenziali integrati per stranieri in situazioni di disagio, vittime di incidenti o colpiti da gravi malattie, che, una volta dimessi dall’ospedale siano sprovvisti di adeguate forme di assistenza. E una legge regionale del 2009 dispone che tutti i cittadini presenti sul territorio nazionale abbiano il diritto agli interventi socio-sanitari urgenti che ne garantiscano salute e dignità. Il progetto che presentiamo oggi vuole essere una risposta concreta a questa esigenza, e ci auguriamo di poterlo poi estendere anche ad altre realtà”. “Siamo soddisfatti che la Regione abbia recepito e sostenuto un progetto molto importante della Società della Salute di Firenze in collaborazione con Caritas – dice Stefania Saccardi, assessore alle politiche socio-sanitarie del Comune di Firenze – e che dà soluzione al problema dell’assistenza sociosanitaria a persone non iscritte al Sistema Sanitario Nazionale. Questo progetto ha infatti un particolare valore perché si inserisce nel percorso delle dimissioni complesse e va a dare una risposta anche a chi non potrebbe averla, eliminando costi e occupazione di posti a carico delle strutture ospedaliere”. “Siamo orgogliosi di partecipare a un progetto così importante e innovativo, che va nella direzione di aiutare le persone più deboli e fragili – dice Alessandro Martini – e siamo contenti di essere uno dei soggetti protagonisti, con la Società della Salute. Come Caritas non siamo nuovi ad affrontare situazioni di questo tipo, da nni siamo impegnati in questa realtà. La casa, che si chiamerà Stenone, entrerà nel circuito virtuoso di cui già fa parte l’ambulatorio Stenone, che da molti anni cura gli immigrati”. Destinatari del progetto sono: cittadini extracomunitari irregolari muniti di attestato Stp (Straniero Temporaneamente Presente); cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno ma privi di residenza o di domicilio e senza fissa dimora; cittadini comunitari Stp (bulgari e rumeni); cittadini italiani, privi di documenti, e comunque persone senza fissa dimora né residenti né domiciliati. In molti casi queste persone, dopo il ricovero in ospedale, soprattutto se si tratta di patologie gravi o con conseguenze invalidanti, hanno necessità di essere ancora seguite dal punto di vista dell’assistenza socio-sanitaria. Così si verificano spesso casi di ricoveri molto prolungati, con conseguenze problematiche sia per la salute del paziente (che si trova a non poter usufruire nei tempi necessari di cure adeguate, soprattutto di tipo riabilitativo) che per i bilanci aziendali. Il progetto di continuità assistenziale prevede che, al momento delle dimissioni, il paziente che necessita di un proseguimento di cure venga esaminato da un’équipe pluriprofessionale che gli prepari un piano assistenziale personalizzato, in grado di garantirgli la continuità assistenziale post ospedaliera, individuare percorsi di cura socio-sanitari adeguati, e anche diminuire i costi derivanti da ricoveri impropri. A questo punto interviene la Caritas (con la quale la Sds di Firenze ha stipulato una convenzione), che ospita il paziente in una Casa famiglia, o si occupa comunque di trovargli una sistemazione in una struttura riabilitativa. La Regione ha destinato alla realizzazione di questo progetto la cifra complessiva di 500.000 euro. Un osservatorio appositamente costituito verificherà l’andamento del progetto. Gli stranieri in Toscana - La Toscana, come l’Italia, ha subito negli ultimi 20 anni un radicale cambiamento, passando dall’essere una regione storicamente di emigrazione ad una di immigrazione. La quota di stranieri regolarmente iscritti nelle Anagrafi dei Comuni della Toscana è aumentata notevolmente, passando dal 3,6% del totale dei residenti al 31/12/2002 al 9,1% al 31/12/2009 e, in termini assoluti, da 127.298 a 338.746 persone. La proporzione di stranieri in Toscana è inoltre di due punti superiore alla media nazionale. La zona di Firenze, area principale di primo arrivo, ha perso nel tempo il suo primato a vantaggio di altre province (Caritas 2010). La popolazione straniera residente supera il 10,0% nelle Asl di Arezzo, Siena, Firenze ed Empoli, mentre raggiunge il 12,7% nell’Asl di Prato. È invece più bassa nelle Asl dell’Area vasta Nord-ovest. Per entrambi i generi, i paesi più rappresentati in Toscana sono Albania, Romania, Cina e Marocco che, nel loro insieme, costituiscono il 59,9% dei residenti stranieri tra i maschi e il 53,8% tra le femmine. È in diminuzione la percentuale di stranieri irregolari (dal 13,4% al 9% sul totale degli stranieri presenti – Stima Fondazione Iniziative e studi sulla multietnicità – Ismu). L’incidenza dell’irregolarità della presenza (proporzione di irregolari sul totale dei presenti per ogni nazione) è più elevata per nazionalità quali Senegal (29%), Nigeria (20%), Camerun (18%), Costa d’Avorio e Tunisia (16%). La letteratura in materia di problemi di salute degli stranieri immigrati divide questi in tre categorie: patologie di importazione, patologie di adattamento e patologie di acquisizione. È necessario tener presente la diversità dei bisogni in relazione ai differenti tempi di immigrazione. Le malattie d’importazione possono essere legate a differenti eziologie: a fattori ereditari del Paese di origine, a consuetudini quotidiane del contesto di provenienza o ad agenti patogeni infettivi e trasmissibili, endemici nei propri paesi, quali ad esempio tubercolosi, malaria, infezione da Hiv, Hbc. Le patologie di adattamento sono il risultato dello sforzo di adattamento alla nuova società che possono causare ansia, depressione, nevrosi. Le patologie di acquisizione, infine, dipendono dai fattori di rischio a cui l’immigrato viene sottoposto nel Paese ospite. Generalmente, il migrante che sceglie di espatriare è giovane, in buone condizioni di salute, determinato e stabile psicologicamente, fenomeno che viene chiamato dagli esperti “effetto migrante sano”. Le patologie di adattamento: l’immigrato però si imbatte in molteplici problemi quotidiani: la ricerca di un alloggio e di un lavoro, l’accesso alle cure sanitarie e via dicendo, problemi che accrescono lo stato di stress emotivo e psicologico, con rilevanti conseguenze sulla salute. L’utilizzo e la conoscenza dei servizi socio-sanitari sono anche influenzati da variabili culturali e relazionali: l’immigrato può, per una sua impostazione culturale, rivolgersi ai servizi sanitari solo in casi urgenti, portando con sé un diverso modo di intendere la salute. L’ospedalizzazione degli stranieri in Toscana (escludendo il ricovero per neonato sano) - La proporzione di cittadini non italiani ( Stp compresi) che vengono dimessi dalle strutture ospedaliere della Toscana è in aumento: nel 2000 era il 3,3%, nel 2005 il 4,6% e nel 2010 il 6,8% e la maggior parte di essi proviene dai Pfpm (paesi a forte pressione migratoria). L’azienda sanitaria di Prato è quella che registra il maggior numero di ricoveri effettuati da cittadini stranieri (15,3%), seguita da Empoli (9,1%) e dall’Azienda ospedaliero-universitaria (Aou) di Careggi (7,9%). I ricoveri per stranieri Stp rappresentano tra il 7 e 10% dei ricoveri complessivi per stranieri ed in particolare: nell’Asl di Prato il 14,3% delle prestazioni ricovero a stranieri è spiegato dall’impiego del tesserino Stp, mentre lo è per il 9,6% nell’Azienza ospedaliero-universitaria (Aou) di Careggi. Seguono l’Asl di Massa e Carrara (8,1%) e le Asl di Firenze (7,0%) e Versilia (7,0%) Le restanti Asl mostrano una quota di prestazioni inferiore al 5% del totale dei ricoveri di stranieri . Le più frequenti cause di ricovero per stranieri maschi provenienti dai Pfpm sono traumatismi e avvelenamenti, malattie dell’apparato digerente e malattie dell’apparato respiratorio ( il ricovero per traumatismi è la prima causa in assoluto per gli Stp). Per le femmine provenienti dai Pfpm invece: complicanze della gravidanza, parto e puerperio, malattie dell’apparato genito-urinario, malattie dell’apparato digerente. |
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AL VIA LA IV SETTIMANA DI PREVENZIONE DELL’INVECCHIAMENTO MENTALE |
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Monza, 13 settembre 2011- In gran parte dell’Italia, dal 19 al 24 settembre, gli specialisti di Assomensana saranno a disposizione, gratuitamente, di chi vorrà farsi tracciare l’identikit delle proprie facoltà cognitive e togliere anni alla mente, attraverso un corretto stile di vita e la “ginnastica” del cervello. Assomensana, Associazione non profit per la ricerca neuropsicologica, con sede a Monza (Mb), paradossalmente dà i numeri! Forte del successo delle precedenti edizioni, in occasione della Iv Settimana della Prevenzione dell’Invecchiamento Mentale, che si svolgerà in molte zone d’Italia dal 19 al 24 settembre p.V., il gruppo mette in campo una grande quantità di risorse: - 100 gli esperti coinvolti che, a titolo gratuito, effettueranno un check up sullo stato di salute delle capacità intellettive a quanti ne faranno richiesta; - 18 le Regioni che aderiscono all’iniziativa e che quest’anno comprendono anche Marche, Campania, Sicilia e l’area di Roma; - oltre 50 le città in cui si terranno gli incontri a favore della mente; - più di 10.000 le persone che, si prevede, prenoteranno la “seduta” specialistica; - dai 29 agli 87 anni, la fascia d’età degli iscritti che usufruiscono della Settimana; - 100.000 le cartoline promozionali, diffuse per dare indicazioni al pubblico sulle modalità di partecipazione all’evento; - 10.000 le locandine, per dare informazioni riguardo all’iniziativa; - molti i media che si occupano della Settimana, come Radio 24, e gli enti sostenitori qualificati, pubblici o scientifici, che credono nel progetto. Infatti per il suo appuntamento del 2011, Assomensana ha ottenuto l’alto patrocinio del Ministero della Salute, quello della Sin-società Italiana di Neurologia e la partnership dell’Ainp-associazione Italiana di Neuropsicologia. Conferme arrivano da supporter “storici”, come la Regione Lombardia, mentre new entry sono quelle della prestigiosa struttura del Consorzio San Raffaele in Puglia (Residenze Sanitarie Assistenziali), di Named (Azienda produttrice dell’integratore “Immun’âge” (già a fianco dell’Associazione in altre manifestazioni) e di Nestlé, che, durante gli incontri, fornirà agli esaminandi bottigliette di acqua oligominerale “Vera”, preziosa per l’idratazione e quindi per il funzionamento del cervello. La mission di Assomensana, che si esplica nella Settimana per “a brain forever young”, è quella di ottenere uno screening mentale sulla popolazione, di promuovere stili di vita per la prevenzione della salute, anche cerebrale, e di creare cultura sanitaria. Allo scopo, per sensibilizzare al problema dell’usura della mente, che riguarda tutti, intellettuali compresi, soprattutto con il trascorrere degli anni e a causa di stress e vari fattori dell’esistenza, il team di neuropsicologi organizza sette giorni dedicati all’analisi delle condizioni mentali dei singoli e ai rimedi personalizzati, in grado di rallentare l’orologio del tempo e i suoi guasti sulle capacità del cervello. Nessun costo è a carico di chi vuole verificare il proprio profilo mentale e apprendere le strategie mirate per migliorare le performance intellettive. Nelle sedi prestabilite, gli interessati saranno sottoposti dagli specialisti a particolari Test, che sono “culture-free” e non fanno riferimento al grado di istruzione del soggetto. «Al termine dell’esame individuale, che si svolge con prove “carta e matita”, in circa 45 minuti, i nostri esperti (psicologi, neurologi e geriatri) potranno dare informazioni personalizzate sul funzionamento delle principali attività cognitive, quali memoria, attenzione, concentrazione, linguaggio e astrazione, e fornire suggerimenti su come mantenerle in ottima forma, anche con la “Ginnastica Mentale”, esclusiva di Assomensana», spiega il dottor Giuseppe Alfredo Iannoccari, presidente dell’Associazione, «Le problematiche cognitive (come smemoratezze, disattenzioni e disorientamento) compromettono seriamente la qualità di vita dell’individuo e, oltre certi limiti, determinano anche elevati costi sociali. Le persone non devono rassegnarsi a questa perdita di lucidità perché l’evidenza scientifica suggerisce che, con opportuni accorgimenti (nella sfera dell’alimentazione, del movimento e degli esercizi mentali), è possibile mantenere ad un livello costante e ottimale l’abilità, la flessibilità e le prestazioni mentali». Il messaggio quindi della Iv Settimana della Prevenzione dell’Invecchiamento Mentale, in programma dal 19 al 24 settembre p.V., è quello di avere cura del proprio cervello, così come degli altri organi, a qualsiasi età, riducendone il logorio e riparando gli eventuali deficit cognitivi, rivelati dal personale “profilo neuropsicologico”. Secondo le ricerche di Assomensana, per tonificare la mente e frenare il decadimento cerebrale, sono efficaci l’attività fisica regolare, una dieta ricca di frutta e verdura e, in particolare, l”allenamento” quotidiano del muscolo cervello, con gli esercizi appositamente studiati e brevettati dai neuropsicologi. L’aspettativa per questo quarto rendez-vous all’insegna della mente giovane è tanta e si prevede che, come l’anno scorso, sette giorni non saranno sufficienti per soddisfare tutte le richieste… quindi Assomensana darà ancora altri numeri. Www.assomensana.it |
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TILMAN HORNIG INFECTED ZONE MILANO DAL 15 SETTEMBRE AL 31 OTTOBRE 2011 |
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Milano, 13 settembre 2011 - Corsoveneziaotto è lieta di presentare, in occasione di Start, la prima personale italiana dell´artista tedesco Tilman Hornig. Pittore e scultore, nella tradizione dell´Accademia di Dresda dove frequenta le lezioni di Martin Honert, Hornig appartiene a una nuova generazione di artisti tedeschi che dimostrano un atteggiamento fresco e smaliziato nei confronti della pittura per cui stile, materiali e superfici devono adattarsi alla progettualità dell´artista. Le esperienze di vita diventano materiale per la propria arte, così anche le divagazioni giovanili nel campo della street art tornano a volte nell´immaginario recente dell´artista, in linea con un approccio pittorico diretto e nutrito di ogni curiosità. A Milano, nella prima mostra dopo un anno di residenza newyorkese all´International Studio & Curatorial Program, Tilman Hornig presenta una serie di nuovi lavori realizzati in alluminio e alcune sculture in legno e vetro dipinto. Completano l’esposizione alcuni lavori di pittura su vetro, caratteristici della sua ricerca artistica, che indagano il rapporto tra figurazione e astrazione. Tilman Hornig (Zittau, 1979) principali mostre: Stabilität, Earta Museum and Galleries for Contemporary Art, Sanpietroburgo; Halleluhwah. Hommage an Can, Kunstlerhaus Bethanien, Berlino e Abtart, Stoccarda-möringen; Verlorene Form, Galleria Gebr. Lehmann, Berlino; Crossing Signs Ii, Indonesia National Gallery, Jakarta (2011); Tilman Hornig (with Stephan Ruderisch), M.b.c. At Store, Dresda; Das verspochene Land, Stattliche Kunstsammlungen, Albertinum, Dresda; Arbeit is das Feuer der Gestaltung, C.rockefeller Center for Contemporary Arts, Dresda; Tilman Hornig Red Bull, Open Space Art Cologne, Colonia; Clusters Remix, Haugar Vestfold Art Museum, Tönsberg, Norvegia; Koordinatensystem Kunst, Festspielhaus Hellerau, Dresda (2010); New York. Hard to assemble easy to take apart, Galleria Gebr. Lehmann, Berlino; Beate Hornig, Hinterglasmalerei/ Tilmann Hornig, Skulptur, Galerie Budissin, Bautzen; Workpresentation at Kunstkabinett Jungbrunnen, Stadtische Museen Zittau; Praguebiennale4, Exapanded Painting 3, Dresda – Praga/ Praga – Dresda Karlin Hall, Praga (2009); Tilman Hornig The Newromanzer, Galerie Gebr. Lehmann, Dresda; Maxilansdaniel, intersim-Torstraße, Berlino (2008). Residenza presso l’International Studio and Curatorial Program New York (2009). |
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