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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Settembre 2011
PARLAMENTO EUROPEO, EUROZONA: UNA RISPOSTA COLLETTIVA PER USCIRE DALLA CRISI  
 
Strasburgo, 15 settembre 2011 - Per uscire dalla crisi economica che colpisce l´Eurozona, i deputati hanno sottolineato l´importanza di una forte coesione all´interno dell´Unione europea. L´adozione del pacchetto legislativo sulla governance economica sarebbe il primo passo da fare. Ecco il dibattito parlamentare di mercoledì 14 settembre in qualche punto. Il ministro delle Finanze polacco Jan Vincent-rostowski ha illustrato la situazione inquietante in cui si torva l´Unione europea al momento. "Non ci sono dubbi, l´Europa è in pericolo". A nome del Consiglio dell´Unione europea (l´organo rappresentante degli Stati membri, ndr), ha sottolineato il ruolo centrale della Banca centrale europea nel processo di stabilizzazione dei mercati. "Se l´euro crolla, l´Ue non sopravviverà a lungo" ha dichiarato il ministro polacco incoraggiando il Parlamento a adottare il pacchetto di leggi sulla governance economica - attualmente in discussione con il Consiglio - il più velocemente possibile. Secondo uno studio della banca svizzera Ubs citato da Jan Vincent-rostowski, l´uscita dalla zona euro costerebbe il primo anno tra il 40 e il 50% del Prodotto interno lordo (Pil) ai paesi più fragili, e dal 10 al 20% il secondo anno. I paesi più ricchi potrebbero raggiungere una percentuale compresa tra il 10 e il 25%. Le priorità del presidente della Commissione José Manuel Barroso sono: - continuare il programma di riforme in Grecia - l´adozione del pacchetto legislativo sulla governance economica. Alcune riflessioni dei gruppi politici del Parlamento europeo Il capogruppo del Partito popolare europeo, il deputato francese Joseph Daul, ha spiegato che i cittadini europei sono preoccupati a causa dei sacrifici che gli vengono imposti in un momento in cui la classe politica non riesce a trovare una soluzione efficace alla crisi. L´adozione del pacchetto di leggi sulla governance economica sarebbe un modo per dimostrare ai cittadini che l´Unione europea è capace di lavorare sul lungo termine. Il deputato francese ha inoltre chiesto ai governi degli Stati membri di favorire l´integrazione europea e quindi sostenere l´euro, la base stessa dell´Unione. Per il capo-gruppo dei Socialisti e Democratici, il tedesco Martin Schulz, la crisi mette a dura prova l´unità europea. Tutti pensavano che le misure prese dai capi di Stato e dai governi - clicca sul link in fondo alla pagina - il 21 luglio scorso sarebbero state sufficienti ad arginare la crisi, ma di fatto i governi hanno tentato di difendere in primis gli interessi nazionali. "Ci troviamo di fronte a un bivio" ha dichiarato il deputato tedesco, "e non saremo in grado di salvare l´euro se non agiremo uniti". "La politica budgetaria deve essere giusta e non può semplicemente chiedere di far pagare tutto ai cittadini". "Non ci sbagliamo se chiamiamo la crisi, la crisi greca. La Grecia è stata senza dubbio l´elemento scatenante ma c´è una crisi più profonda all´interno dell´Eurozona stessa" ha affermato il deputato belga Guy Verhofstadt (Liberali e democratici). Secondo lui, sono stati commessi due errori molto gravi: l´unione monetaria non è stata accompagnata da un´unione economica e budgetaria, e non è stata creata una vera politica economica. Ha anche richiesto l´adozione degli eurobonds, di un patto di crescita e lavoro, e il rinforzamento della Commissione europea in materia di politica economica (in opposizione agli Stati membri). La deputata tedesca Rebecca Harms (Verdi) ha criticato la crescita delle disuguaglianze accusando di far pagare il conto alle classi più povere. Ha inoltre richiesto il rilancio della coesione europea per evitare che i mercati approfittino di questo momento di crisi. A nome dei liberali, il belga Derk Jan Eppink (Ecr) ha sostenuto che la Grecia non sarà più capace di riprendersi dalla crisi senza passare per la svalutazione. Secondo lui, l´insolvibilità della Grecia è solamente una questione di tempo. Alcuni vogliono gli eurobonds? Questo significa più semplicemente far pagare il conto alla Germania, ha spiegato il deputato belga Eppink facendo notare che se i liberali tedeschi sono contro, il presidente del gruppo dei liberali Guy Verhofstadt è invece a favore. Il deputato tedesco Lothar Bisky (Sinistra unita) ha stilato una lunga lista dei problemi da risolvere: la speculazione selvaggia, gli aiuti pubblici alle banche, la coesione sociale in pericolo, l´assenza di regole su scala mondiale dei mercati finanziari, la mancanza di credibilità dei governi europei e dell´Unione europea... Inoltre, secondo lui, il budget per la coesione, l´educazione, la cultura e gli altri settori che rappresentano il plus valore dell´Unione europea non devono assolutamente essere toccati. Infine, il deputato inglese Nigel Farage (Europa della libertà e della democrazia) ritiene che l´insolvenza della Grecia arriverà molto presto e che si rischierebbe la rivoluzione se non le fosse data l´autorizzazione di uscire dalla zona euro. Ha inoltre invitato il presidente Barroso a sostenere la Grecia ritornando alla dracma e estinguendo il debito.  
   
   
UE: LE PMI AL PRIMO POSTO NEL RILANCIO DELLA CRESCITA  
 
Bruxelles, 15 settembre 2011 – I rappresentanti per le Pmi si sono incontrati ieri a Bruxelles per elaborare una strategia tesa a sviluppare le potenzialità di crescita e la competitività delle Pmi. Questi gli elementi chiave concordati: rendere possibile l´avvio di un´impresa in 3 giorni con meno di 100 Eur, incrementare l´accesso ai finanziamenti e agli appalti pubblici e snellire la burocrazia, anche mediante l´introduzione di una "prova a favore delle Pmi" per la nuova legislazione dell´Ue e degli Stati membri. A tal fine, la Commissione europea e gli Stati membri sono invitati ad effettuare una specifica "prova Pmi" prima di adottare un qualsiasi atto normativo. Tale prova è tesa a verificare l´assenza di nuovi ostacoli che potrebbero impedire il buon funzionamento dei 25 milioni di piccole imprese presenti in Europa. Dodici paesi hanno già adottato la prova Pmi e diversi altri stanno per metterla in campo. I rappresentanti per le Pmi hanno concordato di attuare tali provvedimenti in tutti gli Stati membri entro settembre 2012. Con tali provvedimenti l´Europa rafforza vigorosamente la posizione delle Pmi, il cui ruolo è generalmente ritenuto essenziale nell´ottica di rilanciare la crescita. Il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per l´industria e l´imprenditorialità, ha dichiarato: "in una situazione cruciale come quella attuale, in cui la sopravvivenza dell´integrazione europea è direttamente collegata alla nostra capacità di rilanciare la crescita, abbiamo urgente bisogno di una vera rivoluzione che posizioni le Pmi e l´economia reale nel cuore della politica e dell´amministrazione pubblica, per consentire loro di esprimere a pieno le proprie potenzialità. Tale approccio è fondamentale al fine di porre le giuste basi per la crescita. Mi compiaccio che i rappresentanti per le Pmi di tutti i paesi dell´Ue abbiano assunto un impegno risoluto in tale direzione". Contesto - Ieri i rappresentanti nazionali per le Pmi hanno presentato i progressi registrati a livello nazionale nell´applicazione dello "Small Business Act" per l´Europa (Ip/11/218) adottando di comune accordo un ambizioso piano d´azione nel corso del primo incontro a Bruxelles con Daniela Calleja, il rappresentante per le Pmi dell´Ue. Sempre quest´anno, ciascun paese dell´Ue aveva già nominato un rappresentante per le Pmi, incaricato di promuovere gli interessi delle piccole imprese e di garantire che non vengano trascurati (Ip/11/642). I rappresentanti per le Pmi e quelli della comunità delle piccole aziende hanno convenuto che è necessario concentrare l´azione dei prossimi 12 mesi su tre obbiettivi concreti: Semplificare l´ambiente imprenditoriale e incoraggiare le persone a raccogliere la sfida di diventare imprenditori. I rappresentanti per le Pmi si sono prefissati l´obiettivo di consentire l´avvio di un´attività in tutti gli Stati membri in 3 giorni con un costo non superiore a 100 Eur. Migliorare l´accesso delle Pmi ai finanziamenti mediante provvedimenti atti ad incrementare la disponibilità e l´impiego di garanzie del prestito bancario per le Pmi, nonché dei microcrediti, in particolare per le nuove imprese e per le microimprese. Attualmente l´accesso ai finanziamenti rappresenta il problema più pressante per le Pmi. Occorre inoltre aumentare la partecipazione delle Pmi ai contratti di appalto pubblici. Le ultime ricerche evidenziano che a livello di Ue le Pmi rappresentano solo il 34% degli appalti pubblici pubblicati, nonostante la loro partecipazione all´economia nel suo complesso si attesti al 52%. Assicurare che la nuova legislazione tenga sistematicamente e debitamente conto delle possibili implicazioni per le Pmi mediante una prova Pmi, sia su scala europea che nazionale. Assieme ai rappresentanti per le Pmi, la prova Pmi è alla base del nuovo piano di governance per le Pmi elaborato dalla Commissione europea. La prova Pmi è già una realtà in quasi metà dell´Ue - La prova Pmi, componente essenziale del principio "innanzitutto pensare piccolo", è stata istituita nello Small Business Act (Sba) per l´Europa adottato nel 2008. Nel 2011, con la pubblicazione del riesame dello Sba, il ruolo della prova Pmi è si è ulteriormente rafforzato. Poco meno della metà degli Stati membri dell´Ue dichiara di applicare già la prova Pmi. Malta, la Slovenia e la Repubblica slovacca stanno per introdurla. Quattro stati membri – la Grecia, il Belgio, Cipro e la Bulgaria – stanno discutendo la possibilità di introdurla, mentre altri paesi tengono spesso conto degli interessi delle Pmi nella valutazione di impatto normativo pur non avendo adottato ufficialmente una prova Pmi. L´austria, ad esempio, ha predisposto una metodologia specifica basata su un apposito strumento Internet, che sarà obbligatoria a partire dal 2013. Nella Repubblica slovacca, la prova Pmi è prevista in tutta la nuova legislazione e Malta ha recentemente redatto una legge che sancisce l´obbligo per tutte le proposte normative di essere sottoposte alla prova Pmi (a partire dall´inizio del 2012) qualora si ritenga che queste possano avere delle ripercussioni sulle micro e piccole imprese. Infine, la Finlandia sta esaminando diversi modi per valutare l´impatto della normativa sulle piccole imprese, per porre in essere una versione migliorata della prova Pmi. La maggior parte degli Stati membri ritengono che la prova Pmi, introdotta nel 2008, rappresenti un reale valore aggiunto per le Pmi nei rispettivi paesi, come evidenziato da una recente indagine condotta dalla Commissione europea. In particolare, gli Stati membri sottolineano che la prova Pmi lascia alle imprese il tempo necessario per adeguare le proprie attività alla nuova legislazione, con un conseguente risparmio economico. La prova Pmi contribuisce inoltre ad impedire l´adozione di leggi che potrebbero comportare un onere sproporzionato per le imprese, chiarisce le potenziali ripercussioni delle nuove proposte sulle Pmi e facilita l´identificazione di misure di attenuazione.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: AMBIENTE E DIRITTI DEI CITTADINI SONO LE PRIORITÀ DELLA COMMISSIONE PER LE PETIZIONI E RICHIESTO UN PORTALE WEB  
 
 Strasburgo, 15 settembre 2011 - La tutela dell´ambiente e la difesa dei diritti dei cittadini sono le principali preoccupazioni della commissione per le petizioni, come sottolineato nella sua relazione sulle attività del 2010, approvata mercoledì dal Parlamento. I deputati chiedono la creazione di un portale web dedicato alle petizioni. "Le petizioni devono essere un pilastro della cittadinanza europea", ha affermato il relatore Willy Meyer (Gue/ngl, Es), nel dibattito che ha preceduto la votazione. Egli ha anche ricordato l´importanza di "avviare un dibattito sull´applicazione limitata della Carta dei diritti fondamentali". Ambiente: negligenza degli Stati membri - La maggior parte delle lamentele dei cittadini ricevute nel 2010 riguardava le questioni ambientali (ad esempio quando un´autorità nazionale non riesce a proteggere le zone speciali di conservazione). Al riguardo, i deputati "esprimono disappunto per la negligenza di alcuni Stati membri nell´applicare e nel far rispettare la legislazione ambientale europea". Chiedono inoltre alla Commissione di controllare più energicamente il rispetto e l´attuazione di tale legislazione, in ogni momento della procedura e non solo dopo l’adozione di una decisione definitiva. I diritti fondamentali - I deputati accolgono con favore la decisione della Commissione di proclamare il 2013 ´Anno europeo della cittadinanza´, per informare i cittadini dell´Ue dei loro diritti. Tuttavia, si rammaricano del fatto che, nonostante il gran numero di petizioni presentate riguardo ai diritti contemplati dalla Carta dei diritti fondamentali, "la Commissione europea rifiuta costantemente (...) di agire per impedire violazioni flagranti" in questo campo. Portale - Il Parlamento chiede la rapida istituzione di un portale web dedicato alle petizioni, che offra un modello interattivo e informazioni, come pure link verso altri mezzi di risoluzione alternativi a livello sia europeo sia nazionale. Ruolo chiave nei rapporti con le iniziative dei cittadini - Nel documento si rileva che la commissione per le petizioni è l´organo più idoneo a seguire le iniziative dei cittadini europei registrate presso la Commissione. Secondo i deputati, essa deve rappresentare il Parlamento in audizioni pubbliche per le iniziative dei cittadini "che avranno raccolto un milione di firme". Inoltre, le iniziative che non hanno raggiunto questo numero entro il termine stabilito dovrebbero essere trasmesse alla commissione per le petizioni per una discussione più approfondita. Background - Qualsiasi cittadino dell´Unione, nonché ogni persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro, ha il diritto di presentare, individualmente o in associazione con altri cittadini o persone, una petizione al Parlamento europeo su una materia che rientra nel campo delle attività dell´Unione e che lo (la) riguarda direttamente. Il Parlamento europeo ha ricevuto 1.655 petizioni nel 2010, una diminuzione del 14% rispetto alle 1.924 presentate nel 2009. Nel 2010, 653 petizioni (39,5%) sono state dichiarate irricevibili. Lo scorso anno l´ambiente ha continuato a essere il tema principale delle lamentele dei firmatari, seguito dai diritti fondamentali, dal mercato interno e dalla giustizia. Il maggior numero di petizioni riguardava la Spagna, con la Germania al terzo posto seguita da Italia, Romania e Polonia. Le petizioni riguardanti l´Unione europea nel suo complesso si sono classificate al secondo posto. I tedeschi si sono confermati i firmatari più attivi per nazionalità, seguiti da spagnoli, italiani, rumeni e polacchi.  
   
   
ALBANIA, DEBITO CON ITALIA CONVERTITO IN PROGETTI SVILUPPO  
 
Tirana, 15 settembre 2011 - Parte del debito che l´Albania ha contratto con l´Italia verrà utilizzato per portare avanti progetti di sviluppo in alcuni settori prioritari: l´accordo per la conversione è stato firmato nei giorni scorsi a Tirana dal ministro delle Finanze albanese Ridvan Bode e dall´ambasciatore italiano a Tirana, Saba D´elia. Secondo lo schema di conversione, fino a 20 milioni del debito (interessi compresi) non verrà ripagato, ma depositato in un conto speciale: i fondi così accumulati saranno utilizzati per finanziare progetti di sviluppo, in particolare nei settori educativo e sanitario e per la creazione di posti di lavoro. Il termine per l´utilizzo delle risorse accumulante nel fondo è di due anni a partire dal deposito dell´ultima rata; tutti i fondi destinati ai vari progetti verranno considerati come restituiti al Governo italiano. I fondi rimasti inutilizzati dopo tale termine ritorneranno invece all´Italia.  
   
   
LOMBARDIA/USA. AMBASCIATORE: SIETE UN MODELLO PER L´ITALIA VISITA UFFICIALE DI THORNE E DEL CONSOLE SCOTT DA FORMIGONI OGNI STATO D´AMERICA SAREBBE ORGOGLIO DI AVERE QUESTA SEDE  
 
Milano, 15 settembre 2011 - "L´italia deve ispirarsi al modello lombardo per quanto riguarda temi strategici come la ricerca e l´innovazione tecnologica". L´ambasciatore Usa in Italia, Daniel Thorne - a colloquio con il presidente della Regione, Roberto Formigoni - ha voluto con queste parole sottolineare alcuni punti di forza della Lombardia. Accanto all´ambasciatore il nuovo console generale Usa a Milano, Kyle R. Scott. È durato un´ora e mezza il colloquio a Palazzo Lombardia: al centro dei discorsi le prospettive di ripresa dell´economia globale, la politica internazionale, le collaborazioni tra la Lombardia e gli Stati Uniti, la prossima sessione del Woird Regions Forum (in programma a fine settembre a Palazzo Lombardia), l´Esposizione universale del 2015 e la comune lotta al terrorismo a 10 anni dal crollo delle torri gemelle. "Abbiamo visto le commemorazioni di New York dell´11 settembre - ha detto il presidente - e siamo rimasti molto colpiti dalla grande dignità e dalla fierezza del popolo americano. Il vostro raccoglimento ha rappresentato una lezione di civiltà per tutti i popoli". Tema centrale dell´incontro le difficoltà finanziarie che hanno coinvolto tutte le nazioni del mondo. Una delle vie d´uscita dalla crisi economica - hanno concordato Formigoni e Thorne - è l´investimento sulle nuove tecnologie: "Proprio in quest´ottica - ha spiegato il presidente della Lombardia alle autorità statunitensi in visita per la prima volta alla nuova sede regionale - stiamo portando la banda larga in ogni comune del nostro territorio, promuovendo la connettività della nostra regione con tutto il mondo. Assieme alle aziende stiamo sviluppando un progetto per realizzare anche la banda ultralarga". "In Italia - ha commentato l´ambasciatore - la Regione Lombardia rappresenta, sotto questo aspetto, un esempio e un modello: fare business oggi significa essere connessi con tutto il mondo". Strettamente collegato con il tema dell´internazionalizzazione è il progetto dell´Expo 2015, ospitato nella nuova fiera di Rho-pero: "La scienza, la sicurezza alimentare e la ricerca saranno alcuni dei filoni principali dell´Esposizione universale che si aprirà in Lombardia - ha spiegato Formigoni a Thorne e Scott -. A questa manifestazione ci auguriamo che anche gli Stati Uniti siano presenti". "L´expo 2015 - ha detto Thorne - sarà un´occasione di networking Italy. L´italia è molto sottostimata sia per quanto riguarda le risorse che la creatività. Al pari degli Usa deve cercare il modo di stimolare se stessa e ritrovare la fiducia nei propri mezzi". Palcoscenico dell´incontro il trentacinquesimo e il trentanovesimo piano di Palazzo Lombardia che Thorne e Scott hanno visitato assieme a Formigoni: "Saremmo molto fieri di avere questo edificio a Boston - ha commentato l´ambasciatore al termine della visita -. L´ho trovato molto affascinante sia per il panorama sia per il fatto che è autosufficiente dal punto di visto energetico: questo aspetto sarà importante per il futuro". Entusiasta dell´edificio, inaugurato all´inizio del 2011 e progettato da un gruppo di architetti tra cui l´americano Henry Cobb, anche il console Scott: "Penso che ogni Stato d´America sarebbe molto orgoglioso di avere un edificio come Palazzo Lombardia".  
   
   
FVG: TONDO INCONTRA AMBASCIATORE SERBIA ANA HRUSTANOVIC  
 
Trieste, 15 settembre 2011 - La volontà di approfondire ulteriormente i già intensi rapporti istituzionali, economici e culturali tra Friuli Venezia Giulia e Repubblica di Serbia sono stati riconfermati in occasione dell´incontro che il presidente della Regione Renzo Tondo ha avuto ieri a Trieste, nella sede della Presidenza, con il nuovo ambasciatore della Serbia in Italia, signora Ana Hrustanovic, che era accompagnata dal neo console di Trieste Momcilo Milovic. All´incontro ha partecipato anche l´assessore regionale per le Relazioni internazionali e comunitarie Elio De Anna. L´ambasciatore Ana Hrustanovic ha sottolineato i profondi legami tra la Serbia e Trieste, dove risiede un´importante comunità storica, a cui si è aggiunta una corrente di immigrazione più recente. Alcune eminenti famiglie di origine serba, ha rilevato l´ambasciatore, hanno fornito un contributo determinante allo sviluppo della città, con le loro attività nel campo economico e commerciale. Non a caso, la signora Hrustanovic ha scelto Trieste e il Friuli Venezia Giulia per i suoi primi impegni ufficiali dopo la nomina. Il presidente della Regione Tondo, nel ricordare i cordiali rapporti con il presidente della Repubblica Boris Tadic, ha osservato che da sempre Trieste ha rappresentato per la Serbia la "porta d´ingresso" verso l´Europa occidentale. L´italia, grazie anche all´impegno personale del ministro per gli Affari esteri Franco Frattini, da sempre ha sostenuto e favorito il percorso di avvicinamento della Serbia all´Unione europea. Un ruolo importante, in questo percorso, lo sta avendo anche il Friuli Venezia Giulia, come dimostra il Memorandum d´intesa sottoscritto dalla Regione con la Repubblica di Serbia nel novembre del 2009 a Roma, in occasione di un vertice intergovernativo italo-serbo. Nella riunione di oggi è stato fra l´altro concordato di rafforzare il ruolo della Commissione congiunta, prevista in quel Memorandum. C´è un forte interesse da parte delle imprese regionali, ha rilevato Tondo, per sviluppare ulteriormente i rapporti economici con la Serbia, dove c´è una rilevante presenza - ha ricordato l´ambasciatore - di istituti bancari e assicurativi italiani. Grazie ad accordi di libero scambio, dalla Serbia è inoltre possibile accedere a un vasto mercato, che comprende anche la Federazione Russa. Sono state perciò concordate oggi iniziative congiunte per favorire gli scambi economici tra il "sistema" regionale e quello serbo. L´assessore De Anna, nell´auspicare un rapido ripristino del collegamento diretto tra l´aeroporto regionale e Belgrado, ha sottolineato l´importanza di promuovere le relazioni culturali con la Serbia. Un´occasione potrebbe essere il festival della letteratura Pordenonelegge, alla cui inaugurazione l´ambasciatore ha partecipato ieri sera. Dopo l´incontro con Tondo la signora Ana Hrustanovic ha visitato a Trieste la chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione, mentre oggi parteciperà a un tavolo tecnico, coordinato da Finest, nella sede dell´Unione degli industriali di Pordenone.  
   
   
PATTO SVILUPPO: CHIODI, FISSATO INCONTRO A PALAZZO CHIGI IL 21 SETTEMBRE IL VERTICE A ROMA  
 
L´aquila, 15 settembre 2011 - Si terrà il prossimo 21 settembre a palazzo Chigi, alle ore 16.30, il vertice sul Patto per lo sviluppo. Lo annuncia il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi che ieri ha concordato la data con il ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione Territoriale, Raffaele Fitto.  
   
   
MANOVRA. ALEMANNO: ODG APRONO NUOVA PROSPETTIVA  
 
Roma, 15 settembre 2011 - «Gli odg approvati oggi, tra cui quello del vicepresidente del gruppo Pdl, Barbara Saltamartini, aprono una nuova prospettiva nel confronto fra Governo, Regioni ed Enti locali. È molto importante che in sede di approvazione di una manovra, ormai resa urgente dalla difficoltà della situazione economica, sia stato preso dal Governo e dal Parlamento un impegno a istituire una commissione paritetica che deve rivedere tutte le questioni economiche e istituzionali degli enti sul territorio. Su questa strada si deve ottenere una proposta che corregga in maniera sostanziale gli effetti della manovra che sono molto gravi per i servizi ai cittadini e per gli investimenti sul territorio. Questi odg sono il risultato di un’azione politica che, partendo dall’Anci, ha coinvolto tutti i partiti e io personalmente ringrazio gli onorevoli Cicchitto e Saltamartini per essere stati decisivi nell’assunzione da parte del Pdl di ben precise responsabilità. Questo è un modo per uscire dalle sterili polemiche e andare a una confronto che deve essere costruttivo e risolutivo dei gravi problemi che sono sul tappeto. Noi continueremo la nostra mobilitazione fino a quando non ci sarà una proposta condivisa, ma adesso abbiamo un interlocutore istituzionale su cui lavorare per uscire da questo vicolo cieco». Lo ha dichiarato ieri il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.  
   
   
MARATONA WEB DEGLI ENTI LOCALI CONTRO LA MANOVRA, CI SARÀ ANCHE LA GIUNTA REGIONALE TOSCANA  
 
 Firenze, 15 settembre 2011 – Tutti contro la manovra: con i propri dubbi, riflessioni ma anche idee e proposte di modifica, per una manovra meno iniqua e meno ingiusta. Sono diversi gli assessori regionali che parteciperanno giovedì 15 settembre alla maratona web organizzata dall’Uncem, l’unione dei comuni e enti montani. La staffetta di interventi inizia la mattina alle 10 per proseguire fino alle 19: politici, parlamentari e rappresentanti di categoria. La si potrà seguire su internet , in videoconferenza, sulla pagina di Facebook di Uncem Toscana, raggiungibile anche dal sito www.Uncemtoscana.it  e su Toscana Channel, in digitale, su Sky su Tivùsat. La diretta sarà trasmessa sul web anche dal network di micro web tv che fanno capo all’osservatorio Altratv.tv. Il primo tra gli assessori regionali ad intervenire sarà la mattina alle 10.30 l’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori, direttamente dalla sede dell’Uncem. Alle 12.30, in videoconferenza da Siena, parlerà l’assessore alle infrastrutture e alla mobilità Luca Ceccobao: uno dei tagli più grossi riguarda non a caso il trasporto pubblico locale. Il testimone passerà alle 13.30 all’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, anche lei nella sede fiorentina dell’Uncem. L’assessore al bilancio e al rapporto con gli enti locali Riccardo Nencini interverrà per telefono attorno alle 16. E circa alla stessa ora sarà nella sede dell’Uncem anche l’assessore all’economia e al lavoro Gianfranco Simoncini. L’assessore alla cultura, al turismo e al commercio Cristina Scaletti interverrà per telefono da Vasto attorno alle 17.  
   
   
PRESIDENTE MARINI AD ASSEMBLEA CONFINDUSTRIA: “NON RINUNCEREMO ALLE RIFORME NECESSARIE PER L’UMBRIA, SUPERANDO OGNI RESISTENZA”  
 
Perugia, 15 settembre 2011 - Questo il testo dell’intervento effettuato dalla Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, all’Assemblea generale di Confindustria che si è tenuta, mercoledì 14 settembre, a Perugia. “Gentile Presidente Campanile, Gentile Presidente Marcegaglia, Dott. Cazzullo, Autorità, Carissimi Imprenditori e Imprenditrici Nel rivolgervi il mio più cordiale saluto, rivolgo un benvenuto particolare alla Presidente Marcegaglia per la sua presenza che consideriamo ancora più significativa per l’Umbria, in questo momento particolarmente complesso per la vita del nostro Paese e per la sua tenuta istituzionale, finanziaria, economica ed occupazionale; così come mi fa molto piacere rivolgere un caloroso benvenuto al dott. Cazzullo, ringraziandolo anche per il contributo autorevole che ci ha regalato in questo anno di ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia invitandoci ad essere orgogliosi della nostra nazione. Come ha ricordato il Presidente Campanile, questa vostra Assemblea si tiene in un periodo di grande preoccupazione per tutti noi, in giorni difficilissimi che l’Italia non ha mai conosciuto negli ultimi decenni. Quello che fino ad un mese fa veniva forse un po’ troppo enfaticamente presentato come “ciclo di ripresa” a livello globale, mostra già la corda , con quasi tutti gli indicatori e gli indici anticipatori che si rivolgono all’ingiù, in particolare nei Paesi del mondo più ricco. E’ evidente dunque il ritorno in recessione rafforzato dalle tendenze alla riduzione del sostegno pubblico all’economia che vanno intensificandosi in gran parte del mondo occidentale. Dovremmo trarre una lezione da qualche semplice osservazione: quel poco di ripresa che si è verificato in alcuni Paesi dell’Occidente è stato infatti in gran parte alimentato dalla spesa pubblica e ciò in parte è vero anche per la Germania dove, senza nulla togliere alla brillante crescita dell’export, hanno avuto un ruolo rilevante nel sostegno dei consumi interni i generosi programmi di incentivazione all’acquisto di automobili. Ma davvero si vuole credere che in Italia possa ad esempio ripartire in maniera significativa il ciclo dell’edilizia che muove una lunga filiera produttiva ed occupazionale che ha subito contraccolpi strutturali più profondi a causa della crisi senza un piano significativo di investimenti finanziato con risorse pubbliche in grado di sostenere non solo un piano delle grandi infrastrutture, che peraltro richiedono tempi molto lunghi di cantierabilità, ma soprattutto di medie opere pubbliche diffuse sul territorio nazionale? Siamo certamente consapevoli dello stato della finanza pubblica italiana e soprattutto della dimensione del nostro debito pubblico così come della crisi del debito sovrano in molti Paesi dell’Eurozona, aggravato anche dalla mancanza di quel processo di integrazione economica e politica dell’Unione Europea che sarebbe stata necessaria dopo l’istituzione della moneta unica: ma le frettolose invocazioni al restringimento dell’area di intervento e di spesa pubblica, rischiano quindi di fare più male che bene. Le politiche di austerità rigidamente imposte dalla Commissione Europea e dalla Bce anziché contribuire al risanamento dei nostri conti pubblici rischiano di compromettere le condizioni minime per sostenere la ripresa e dunque la crescita. Ad esempio sarebbe molto positivo dare corso alla proposta degli Europarlamentari di promuovere gli Eurobond per gli investimenti. Le Regioni italiane, attraverso una posizione unanime e condivisa, hanno posto al Governo la propria disponibilità a contribuire alla definizione di misure idonee alla correzione dei conti pubblici e al tempo stesso a costruire alcune politiche pubbliche per la crescita. Siamo stupiti che in una situazione drammatica come quella attuale non ci sia stata nessuna disponibilità a raccogliere le proposte delle Regioni e degli Enti locali, quasi che il Governo intenda considerare i livelli dl governo istituzionale territoriale del paese delle controparti anziché elementi essenziali e parti della Repubblica, fondamentali per rendere efficaci le misure finanziarie adottate ma anche per individuare percorsi idonei alla ripresa, cercando di portare fuori il Paese dalla recessione. Forse dovremmo riflettere anche sulle ragioni per le quali in soli 12 mesi il Governo ha approvato, oltre alla legge di stabilità 2011, ben 3 provvedimenti di correzione dei conti pubblici, evidenziando che la qualità e l’efficacia di questi provvedimenti è stata del tutto inadeguata alla situazione del Paese e non incisiva proprio sulla correzione degli stessi conti pubblici. E proprio perché non ci sentiamo né controparti del Governo né tantomeno controparti dei cittadini e delle nostre comunità, anzi abbiamo antenne ben dritte sulla situazione locale perché in questi due anni che la crisi ha mostrato il volto più acuto dei suoi effetti sulle imprese, sul tessuto economico e produttivo dei nostri territori, sui lavoratori e sulle loro famiglie aumentando in maniera considerevole disoccupazione e cassa integrazione, sui giovani ricacciati in un precariato sempre più incerto, troppe volte ci siamo trovati soli ed in prima linea a fronteggiare l’incertezza e il disagio crescente nelle nostre comunità. Noi rappresentanti delle Istituzioni regionali e locali alla protesta abbiamo preferito la proposta avanzando ipotesi molto concrete. Riteniamo, come Regioni, che questa quarta manovra in corso di approvazione dal Parlamento sia marcatamente depressiva perché si scarica eccessivamente sul reddito reale delle famiglie, deprimendo ulteriormente la già poco brillante domanda dei consumi delle famiglie. Ma soprattutto riteniamo sbagliato ed iniquo che i tagli alla spesa pubblica si concentrino per oltre il 50% sui bilanci delle Regioni le quali pesano in realtà sulla spesa pubblica complessiva del Paese per appena il 20%, consapevoli peraltro che questi tagli non colpiscono la spesa improduttiva ma incidono essenzialmente sui servizi e sulle politiche locali e dunque su cittadini ed imprese. Giovedì prossimo noi Presidenti di Regione, in assenza di risposte dal governo, riconsegneremo i contratti stipulati con le società del trasporto pubblico locale. Questo del Tpl sarà una vera emergenza per il 2012 che riguarderà i cittadini da un lato ma anche le molte imprese fornitrici ed appaltanti di servizi connessi alla Tpl: il fabbisogno finanziario per il 2010 è stato a livello nazionale di 1,9 miliardi. La previsione contenuta nella manovra in corso di approvazione è inferiore ai 500 milioni: davvero c’è qualcuno anche in platee così autorevoli e competenti che può credere che si possa assicurare il mantenimento dei servizi di Tpl con una riduzione del 75% delle risorse necessarie? E davvero qualcuno pensa in Italia che questi servizi possano avere una sostenibilità di mercato senza ricorrere alla spesa pubblica? Beh noi Presidenti, di diverso orientamento politico, non ne siamo capaci e visto che il trasporto ferroviario lo svolgiamo per conto dello stato riconsegneremo l’insieme dei contratti di trasporto al governo. Abbiamo indicato delle proposte concrete che potrebbero servire a modificare la qualità della manovra, pur salvaguardando i saldi, e dare un contributo nella direzione molto auspicata da tutti della crescita: - Modificare le regole del patto di stabilità interno che attualmente imprigionano risorse significative di Regioni, Province e Comuni nelle disponibilità di cassa a causa dei tetti inflessibili ai pagamenti: per la sola Regione Umbria fanno circa 50 milioni di euro che sommati a quelli delle annualità precedenti per un totale di 200 milioni di euro non sono messi in circolazione all’interno della regione sottoforma di servizi ed opere; - Far ripartire gli investimenti in particolare nelle medie opere pubbliche, assegnando da subito le risorse già disponibili alle Regioni dei Fas e del Fondo per l’edilizia sanitaria: in Umbria sarebbero circa 300 milioni di euro per finanziare infrastrutture e riqualificare o completare il patrimonio edilizio sanitario, considerando che vi è stato un crollo dei cantieri e degli appalti pubblici nel primo trimestre 2011; - evitare che la manovra rappresenti la pietra tombale del federalismo, con la mancata fiscalizzazione di alcune entrate alternative ai trasferimenti, con più responsabilità nelle entrate e nelle spese delle autonomie locali, ed il contemporaneo invece innalzamento dell’imposizione fiscale locale. In questo quadro non particolarmente tranquillizzante si muove, dentro la crisi strutturale del Paese Italia, anche l’Umbria: anche per noi le ombre tendono a prevalere sulle luci. Perdita di prodotto, segnali non incoraggianti dal mondo della produzione, ore di cassa integrazione, una tendenziale stagnazione dell’occupazione con alcune grandi crisi industriali, rilevanti e tuttora irrisolte come la Merloni di Nocera ed il polo chimico di Terni che si aggiungono alle difficoltà di molte medie e piccole imprese. Per questo più che dire quello che altri devono fare (e forse in una fase come questa sia le Istituzioni sia le forze economiche sociali dovrebbero, ciascuno per la propria parte e competenza, dire ciò che possono fare per l’Umbria) intendo invece dire quello che stiamo facendo e possiamo subito fare. La Regione intende fare tutto il possibile per dare il proprio contributo positivo a creare condizioni favorevoli alla crescita anche a livello locale e contribuire al processo di innovazione di cui il Paese ha bisogno. L’intero sistema amministrativo pubblico della Regione deve essere adattato alle nuove esigenze e sfide: si tratta di ridurne i costi, sfoltire poltrone e relative sovrastrutture amministrative. Senza raccontare però bugie ai cittadini o fare demagogia: questo lo dobbiamo fare perché serve all’Umbria e al suo sviluppo ma non si pensi che la razionalizzazione e l’efficienza della spesa determini un ammontare in grado di compensare le centinaia di milioni di euro di riduzione che le manovre aggiuntive fin qui approvate produrranno sul bilancio regionale. Per questo la Giunta regionale, unitamente alla maggioranza di governo, ha deciso di accelerare sulla strada delle riforme amministrative. Dopo l’approvazione della legge sulla semplificazione amministrativa avvenuta con voto unanime del Consiglio regionale, e grazie anche alla spinta propulsiva e propositiva delle associazioni di impresa e delle organizzazioni sindacali a cominciare dalla stessa Confindustria, che in maniera organica completa innova e semplifica il rapporto tra cittadino imprese e Pa regionale in molti ambiti edilizi, urbanistici, ambientali, commerciali oltre che ridurre gli oneri burocratici complessivi a carico del cittadino e dell’impresa, due altri provvedimenti sono già all’attenzione del Consiglio regionale tra i quali l’abolizione dell’Arusia e la legge di riforma per l’abolizione delle Comunità Montane assegnando le funzioni ed il personale ai Comuni e ad un’unica agenzia regionale di diretta emanazione controllo della Regione con blocco del turn over di personale e controllo della relativa spesa e riduzione sostanziale nel medio periodo delle dotazioni organiche. Nello stesso provvedimento presenteremo la proposta di abolizione degli Ato di acqua e rifiuti, cancellando l’autonomia gestionale ed amministrativa e riportando queste funzioni nei Comuni in forma associata. La riforma dell’Agenzia per lo sviluppo, pensando ad una nuova missione favorendo una forma integrata della strumentazione per lo sviluppo sia sul versante dell’impresa industriale sia della promozione integrata (superando gli attuali assetti e mission di Sviluppumbria e Apt). Vogliamo favorire unitamente ai Comuni che ne sono i proprietari un percorso di trasformazione delle società dei servizi pubblici locali, in particolare quelle di acqua e rifiuti, facendo assumere una scala regionale alle stesse aziende che a cominciare da quelle miste vedano un protagonismo ed un nuovo rapporto tra pubblico ed imprenditoria privata. Così come, senza rinunciare al confronto con il Governo sul fondo sanitario che prevede una riduzione fino addirittura ad 88 milioni di euro per il 2014, intendiamo proporre al Consiglio regionale e alla società regionale un percorso di riordino ed integrazione della rete dei servizi sanitari regionali ed un assetto gestionale ed amministrativo ridotto anche nel numero delle Aziende sanitarie. Così come grazie anche al contributo che è arrivato dalla vostra Associazione unitamente alle altre forze economiche e sociali della regione, abbiamo approvato i due Piani per le politiche industriali e per il lavoro, consapevoli che ad oggi le uniche risorse disponibili per sostenere politiche di sviluppo, di innovazione e del lavoro nella regione sono quelle derivanti dalla programmazione fondi comunitari 2007-2013, definendo il totale ammontare delle risorse per circa 230 milioni di euro, finanziando molte linee di intervento su innovazione e ricerca, offerta di servizi finanziari per accesso al credito, supporto all’internazionalizzazione, crescita dimensionale delle imprese, processi di creazione di impresa, formazione professionale e politiche attive per il lavoro. Nel solo 2010 abbiamo supportato 900 pmi della regione, per un importo complessivo di circa 150 milioni di euro di investimento di cui 1/3 con risorse regionali. In questo primo anno di legislatura è diventato pienamente operativo il Centro Estero ed hanno preso avvio i quattro Poli di innovazione, nei quali siamo chiamati insieme a raccogliere sfide importanti per le imprese umbre e realizzando concretamente elementi di sussidiarietà ed una nuova forma di collaborazione tra Istituzioni pubbliche, imprese, Università e centri di ricerca. In una fase come questa la Giunta regionale ritiene che la riqualificazione della spesa pubblica sia un obiettivo strategico, liberando tutte le risorse possibili per i servizi e per le politiche di sviluppo. Dobbiamo sapere che sarebbe intollerabile lo spreco di risorse pubbliche per apparati amministrativi ridondanti, ma sarebbe altresì sbagliato avere erogazioni “inutili” alle imprese che non siano finalizzate alla crescita e allo sviluppo delle stesse imprese. E allora anche quando parliamo della spesa pubblica usiamo messaggi appropriati: dobbiamo essere certi dell’efficienza e dell’appropriatezza non della sua riduzione. La spesa sanitaria che rappresenta l’80% del bilancio regionale solo per 1/3 è spesa per il personale, per due terzi sono forniture, medicinali, manutenzioni, tecnologie, informatica, servizi, insomma sono parte di quelle piccole medie e grandi imprese del nostro tessuto economico regionale e nazionale. Per questo rispetto alle sfide che abbiamo difronte come Umbria che ci impongono di fare i conti con questi tempi difficili ed incerti, non rinunceremo in nessun modo ad intraprendere la strada di quelle riforme strutturali di cui abbiamo bisogno: lo sappiamo bene che troveremo resistenze ed opposizioni al cambiamento non solo dentro le Istituzioni e nella stessa politica ma anche in qualche settore della società regionale. Sono altresì convinta che troveremo però anche molti alleati e sostenitori tra i cittadini ed anche tra voi. Di molti di voi conosco la qualità imprenditoriale, il coraggio, il talento, di chi continua ad osare anche in un momento così difficile e complesso per l’Umbria e l’Italia, e di questo abbiamo molto bisogno come Umbria. E so che molti tra voi pensano come alcuni di noi che oggi il governo regionale debba essere più progetto, visione, programmazione che gestione del potere. Ed il progetto non si costruisce dall’alto, in maniera dirigista nelle stanze delle istituzioni. Ha bisogno di saperi, Università, ricerca, innovazione, creatività, visione che solo imprese e lavoratori possono fornire, elementi indispensabili per le concrete azioni di governo. Insomma qualche tavolo in meno, molte idee e progetti imprenditoriali in più. Per questo non mi sento né ci sentiamo come Istituzioni territoriali la vostra controparte bensì al servizio di questa comunità regionale, raccogliendo con responsabilità e coraggio la sfida del nostro tempo, di un progetto di governo che rimetta al centro il binomio impresa e lavoro, economia reale, produzione ed occupazione. Forse almeno la crisi ha cancellato l’illusione che fosse concretamente possibile far crescere un Paese senza lavoro e senza imprese produttive. Ieri il giornale del dott. Cazzullo ha pubblicato una significativa ed interessante riflessione di Edoardo Nesi, ex imprenditore di successo di una di quelle aziende familiari del tessile pratese poi chiuse ed oggi scrittore di un bel libro “storia della mia gente” che potrebbe ben replicare la storia delle nostre imprese, e prendo a prestito una sua riflessione contenuta nell’articolo “abbiamo bisogno di nuovi politici che sostituiscano la gran falange di avvocati e commercialisti che ci governa oggi. Abbiamo bisogno di nuovi imprenditori che si aggiungano a quelli che già ci sono. E bisogna andare a cercarli con il lanternino tra quelle ragazze e quei ragazzi meritevoli che nemmeno le nostre povere scuole sono riuscite a fiaccare. Non solo nelle case patrizie, dove sono però molti giovani costretti a mordere il freno, ma ovunque, anche e forse soprattutto tra le figlie ed i figli dei disoccupati, dei cassintegrati, degli immigrati. Bisogna andare a cercare le migliori ed i migliori di quella generazione dimenticata, alla quale oramai tanti anni fa era stato promesso un nuovo miracolo italiano. Perché abbiamo bisogno di nuove aziende”. Soprattutto pensando a quella che Nesi chiama la generazione dimenticata che non vogliamo lasciare nulla di intentato, reagendo al rischio evidente di declino facendo la nostra parte nella ripartenza. Per questo Presidente Marcegaglia la ringrazio anche per il coraggio e l’insistenza, doti molto femminili, con la quale ha posto anche in queste ultime settimane il tema della crescita come priorità per il Paese e spero che Lei sappia raccogliere le preoccupazioni del mondo del lavoro, che in un momento così difficile e di disagio sociale fatto di disoccupazione, mobilità, assenza di lavoro, vive con molta più rabbia la modifica delle regole del mercato del lavoro, che rischia di ingenerare ulteriore sfiducia nei confronti dei cittadini e dei lavoratori. Al di là di come la pensiamo anche sulla necessità di modificare le regole, questo non può avvenire senza condivisione e confronto con il Paese e con le parti sociali. Le Regioni ci saranno in questa sfida, siamo pronti a raccoglierla, a fare la nostra parte perché la vostra preoccupazione è anche la nostra".  
   
   
SVILUPPO DELLA COOPERAZIONE, GARE PER IL TRASPORTO FERROVIARIO, PROGETTI PER LE IMPRESE DELLO SPAZIO ALPINO E CACCIA SONO I PRINCIPALI ARGOMENTI ESAMINATI IL 13 SETTEMBRE DALLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE  
 
Torino, 15 settembre 2011 - Cooperazione. Il programma degli interventi per lo sviluppo e la promozione della cooperazione previsto dalla l.R. 23/2004 stabilisce, come proposto dall’assessore Massimo Giordano, che le società cooperative a mutualità prevalente ed i loro consorzi possono presentare domanda per il sostegno dei soggetti di nuova costituzione e degli investimenti che portano un incremento occupazionale di una o più unità a tempo indeterminato ed a orario pieno (riguardanti giovani tra i 18 ed i 35 anni, lavoratori e lavoratrici in cassa integrazione, in mobilità o provenienti da aziende in liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali o da stabilimenti dismessi, disoccupati, emigrati piemontesi, persone inserite in un programma di protezione sociale, accolte dai centri antiviolenza o con status di rifugiato). Si potranno ottenere finanziamenti a tasso agevolato per acquisire macchinari, attrezzature, arredi ed automezzi, costruire immobili, attivare o adeguare impianti tecnici e locali necessari per l’esercizio delle attività, nonché contributi a fondo perduto per spese generali di avviamento, introduzione e sviluppo dei sistemi di certificazione di qualità e della rintracciabilità dei prodotti, creazione di reti commerciali, in via telematica, formazione professionale e manageriale dei soci, consolidamento di sistemi di rendicontazione sociale e di controllo di gestione. Trasporto pubblico. Sarà la Società di committenza regionale (Scr) a predisporre, su proposta dell’assessore Barbara Bonino, il capitolato speciale di gara e tutti gli atti necessari per attivare le procedure ad evidenza pubblica per la messa a gara del servizio pubblico di trasporto ferroviario. Spazio alpino. La Regione, su proposta dell’assessore Massimo Giordano, parteciperà ai progetti Alps4eu in qualità di capofila e Alplastics in qualità di partner. Il primo intende rafforzare le strategie di coordinamento tra enti e poli di innovazione dell’area alpina di Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria e Slovenia mediante l’individuazione di collaborazione congiunta e strategie comuni; il secondo vuole elaborare strategie rivolte all’innovazione dei poli della plastica dello spazio alpino. Entrambi i progetti si inseriscono nelle azioni del Programma pluriennale regionale per la competitività 2011-15. Caccia. Fissati, su proposta dell’assessore Alberto Sacchetto, i piani numerici di prelievo della volpe, della starna e della pernice rossa negli ambiti territoriali di caccia e nei comprensori alpini per la stagione venatoria 2011-12. Il cacciatore dovrà dare giornalmente comunicazione di ogni abbattimento effettuato al presidente dell’ente di ammissione. Questi, una volta completato il piano, dovrà pubblicizzare la chiusura dell’attività. Sono stati inoltre approvati: - su proposta dell’assessore Ugo Cavallera, le variante n.6 al piano regolatore di Almese (To) e il piano regolatore generale comunale di Casalvolone (No); - su proposta dell’assessore Alberto Cirio, 100.000 euro al Comune di Cuorgné per la messa in sicurezza e l’adeguamento dell’impianto elettrico della scuola elementare Peno, 100.000 euro al Comune di Perosa Argentina per l’adeguamento sismico della scuola media, nonché l’individuazione della aree sciabili del comprensorio del Mottarone ubicate nel territorio di Stresa.  
   
   
SICILIA: LOMBARDO,"DIMOSTRERO´ MIA ASSOLUTA CORRETTEZZA"  
 
 Palermo, 15 settembre 2011 - "La derubricazione a reato elettorale e´ il primo passo per fare finalmente giustizia delle tante accuse rivoltemi, molto spesso soltanto a mezzo stampa, a fini di strumentalizzazione politica, e sempre a scapito della verita´. E la verita´, oggi riconosciuta anche dalla Procura di Catania, e´ che io non ho mai sostenuto, aiutato o favorito la mafia e i mafiosi. Con la serenita´ di sempre, e fiducioso nella Magistratura, dimostrero´ dinanzi al Giudice monocratico, e in tempi brevissimi, la assoluta infondatezza della nuova ipotesi accusatoria, non avendo mai ricompensato con contropartite di alcun genere il consenso di chicchessia". Lo dice il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo.  
   
   
TIROCINI, TOSCANA: DAL CONSIGLIO INCORAGGIAMENTO A PROCEDERE CON LE SCELTE INTRAPRESE  
 
Firenze, 15 settembre 2011 – “L’articolo 11 della manovra finanziaria ha interrotto un dialogo in corso a livello nazionale, che aveva visto il coinvolgimento delle parti sociali e delle Regioni. Il governo, nella legge sulla manovra finanziaria, ha messo limiti e vincoli all’attivazione dei tirocini formativi sui quali non possiamo che confermare un parere negativo, sia nel metodo che nel merito. Nel metodo perchè si tratta di una competenza delle Regioni e nel merito perchè rischia di vanificare l’obiettivo di riportare questo strumento ad un corretto uso, cioè alle sue finalità formative e non di accesso sotto pagato al mercato del lavoro. E’ per questo che come Regione Toscana abbiamo annunciato che faremo ricorso alla Corte Costituzionale contro l’articolo della legge finanziaria, non appena sarà approvata”. Così l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini ha commentato le ultime novità sulla vicenda, illustrando il preliminare della proposta di legge regionale sui tirocini formativi che la giunta si appresta a presentare a seguito della sperimentazione avviata da giugno all’interno del progetto Giovani Sì. Nel ribadire la volontà di procedere con il ricorso, l’assessore ha spiegato che la circolare emanata qualche giorno fa dal ministero del lavoro non rimedia ai limiti messi dall’articolo 11 che avevano suscitato reazioni negative di tutte le Regioni. “Si è cercato di mettere delle toppe, salvaguardando ad esempio i tirocini attivati fino all’entrata in vigore della legge e che potranno così prescindere dalla norma che ne prevede l’attivazione solo per i neodiplomati. Anche l’estensione delle maglie ad altre tipologie, non basta a superare i limiti introdotti dalla legge. C’è poi un problema di natura giuridica che appare insormontabile, visto che una circolare non può contraddire quello che è sancito da una legge”. La circolare è comunque all’esame degli uffici regionali che sono al lavoro per elaborare proposte da presentare nel caso si riapra il confronto a livello nazionale. “Il limite da introdurre potrebbe essere quello dell’età – dice Simoncini – e va bene anche limitare ad un solo tirocinio a persona per ciascun profilo professionale”. La Regione Toscana, che è stata la prima a impegnarsi per correggere l’uso distorto dei tirocini, va dunque avanti sulla strada del ricorso. Una scelta condivisa dal consiglio regionale. “Sono soddisfatto – ha detto l’assessore – perchè è stato manifestato apprezzamento unanime per questa scelta, le finalità sono condivise, come pure la nostra decisione ricorrere alla Consulta. Condivisa anche la necessità di arrivare presto ad una norma regionale. Per questo ho preso l’impegno, per la giunta, a presentare quanto prima l’articolato in modo da consentirne l’approvazione in tempi rapidi”. L’assessore aveva ricordato le novità principali della proposta di legge regionale, quali l’obbligo della borsa di studio per ogni tirocinio e la volontà di inserire la possibilità di finanziare anche i tirocini connessi all’avvio delle professioni. La proposta di legge sarà una modifica alla legge regionale 32, il testo unico su istruzione, formazione e lavoro e recepirà la “Carta dei tirocini e degli stage di qualità nella Regione Toscana”, sottoscritta sperimentalmente con un protocollo d’intesa dalle parti sociali in aprile. Il provvedimento, che si inquadra nelle misure previste dal progetto Giovani Sì, è stato reso operativo con un avviso pubblico, che ha consentito alle imprese di fare domanda per il contributo per i tirocini attivati a partire dal primo giugno. Un contributo alle aziende da parte della Regione è previsto anche nel caso di assunzione del tirocinante con un contratto a tempo indeterminato. La legge disciplinerà in maniera organica la materia rendendo obbligatoria la borsa di studio.  
   
   
SICILIA, ENTI LOCALI: 26,67 MLN PER COMUNI CHE HANNO STABILIZZATO PRECARI  
 
Palermo, 15 settembre 2011 - In arrivo 26,67 milioni di euro per i Comuni siciliani che hanno attivato misure di fuoriuscita dal bacino dei lavori socialmente utili. L´assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici, ha firmato il piano di ripartizione delle risorse relative al 2010. Il decreto assessoriale e´ stato gia´ inviato al dipartimento regionale delle Autonomie locali, che provvedera´ a emettere i singoli mandati di pagamento. Il 50 per cento della somma e´ stata destinata ai comuni con meno di 10 mila abitanti, e il numero degli Lsu coinvolti in tutta l´isola e´ di 19.896. Queste le risorse destinate alle nove province: Agrigento, 3,268 milioni, 2.260 lsu; Caltanissetta, 2,128 milioni, 809 lsu; Catania, 3,530 milioni, 2.408 lsu; Enna, 786mila, 655 lsu; Messina, 4,081 milioni, 2.997 lsu; Palermo, 5,945 milioni, 6.621 lsu; Ragusa, 2,201 milioni, 923 lsu; Siracusa, 2,273 milioni, 1.365 lsu; Trapani, 2,452 milioni, 1.858 lsu. L´assessore Chinnici ha firmato anche la circolare che stabilisce i criteri per accedere alla quota di premialita´ dei finanziamenti per le province siciliane. Il documento verra´ pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione.  
   
   
ARRESTO SOGGETTI COLLEGATI A CASALESI: CONFERMATI I TIMORI DI UN SALTO DI QUALITÀ DELLE ORGANIZZAZIONI MAFIOSE IN UMBRIA  
 
Perugia, 15 settembre 2011 - “La notizia dell’arresto di 16 persone collegate al clan dei Casalesi conferma, purtroppo, le preoccupazioni già espresse in più di un occasione sulle attenzioni delle organizzazioni malavitose nei confronti dell’Umbria”, afferma l’Assessore regionale Stefano Vinti. “È ormai assodato che la malavita organizzata abbia scelto anche il nostro territorio per risciacquare i proventi delle attività criminali, mediante investimenti nel settore edile, appalti, gestione dei patrimoni immobiliari, strutture turistiche. La Giunta regionale, continua Vinti, già da tempo è impegnata per consegnare agli umbri una normativa, soprattutto nel settore degli appalti pubblici, capace di contrastare fenomeni di questo tipo. L’umbria non è più un’isola felice e, come dimostrano i fatti odierni, rischia di diventare sempre più permeabile alle infiltrazioni mafiose che ledono non soltanto i cittadini ma le stesse imprese incapaci di competere su un mercato distorto dai metodi della malavita organizzata”. “Nel ringraziare gli uomini della Guardia di Finanza e dei Carabinieri impegnati in queste ore nell’operazione anti-infiltrazione che ha messo a segno gli arresti, non possiamo non ribadire come accanto alle iniziative della magistratura le istituzioni debbono fare la loro parte per debellare il rischio che l’Umbria diventi una terra di conquista per affaristi e faccendieri. Occorre riflettere sulle dinamiche reali di poteri, ormai non più occulti, conclude Vinti, che mettono a repentaglio le conquiste sociali e civili che negli anni l’Umbria ha saputo mettere a leva per garantire una alta qualità della vita all’insegna della legalità”.  
   
   
FALSI POVERI, A ROMA: BENE OPERAZIONE GDF  
 
 Roma, 15 settembre 2011 - «In attesa di conoscere i dati sulla Capitale in merito al fenomeno dei falsi poveri, così come previsto dal protocollo d’intesa sottoscritto nel 2010 tra la Guardia di Finanza Provinciale e Roma Capitale, che ha come fine quello di intercettare quei soggetti che truffano lo Stato a danno dei più deboli, desidero esprimere a nome mio e di Roma Capitale un plauso particolare ai finanzieri del Comando provinciale per l’operazione di quest’oggi». Così in una nota il vice sindaco di Roma Capitale, Sveva Belviso in merito all’intervento dalle Fiamme Gialle che ha portato all’individuazione di 101 falsi poveri. «Ciò che è emerso dagli accertamenti effettuati dai finanzieri – continua Belviso - è di una gravità inaudita, perché significa sottrarre una possibilità importante a persone che ne hanno realmente bisogno, creando loro così un danno serio. Desidero, infine, – conclude Belviso – rivolgere un appello a tutti coloro che utilizzano questi sotterfugi richiamandoli ad un profondo senso di responsabilità affinché evitino di commettere azioni che ledono chi vive in stato di fragilità sociale e di indigenza, negandogli di fatto di poter usufruire dei loro diritti».  
   
   
CONCILIAZIONE: AL LAVORO TAVOLO MILANO  
 
 Milano, 14 settembre 2011 - Sarà presentato il 28 settembre il Piano d´Azione territoriale per la Conciliazione dei tempi famiglia - lavoro relativo a Milano e provincia. Lo ha deciso ieri il Tavolo politico-istituzionale presieduto dall´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, che si è riunito per la prima volta a Palazzo Pirelli e al quale erano presenti l´assessore comunale al Benessere, Qualità della vita, Sport e Tempo libero Chiara Bisconti e i delegati di Provincia di Milano, Asl e Camera di Commercio. "La Conciliazione - ha sottolineato Boscagli - ricopre un ruolo centrale nelle politiche di welfare di Regione Lombardia. Per questo abbiamo realizzato una serie di iniziative tra cui il Libro Verde, seguito dal Libro Bianco, la consultazione online e il premio Famiglia-lavoro, che ha il merito di far conoscere una serie di interessanti azioni sostenute da aziende di piccole, medie e grandi dimensioni, in risposta ai bisogni delle persone". "Al Tavolo avviato per Milano - ha aggiunto l´assessore Boscagli -, da sempre territorio ricco di imprese e di opportunità di lavoro, chiedo grande concretezza: le famiglie, il sistema sociale, le persone devono poter percepire e utilizzare le opportunità e le iniziative a loro riservate nel più rapido tempo possibile". A disposizione del Tavolo Milano ci sono 400.000 euro: sarà il Piano d´Azione a indicare come si intendono utilizzare queste risorse, invitando i soggetti interessati a partecipare a bandi specifici, offrendo così strumenti pratici alle donne che, soprattutto a Milano e provincia, si trovano ad affrontare e sostenere un doppio carico di lavoro: la gestione dei figli e quella degli anziani che vivono con loro. D´accordo con questa impostazione l´assessore comunale Bisconti, secondo la quale è opportuno uno sforzo comune per utilizzare al meglio tutti i canali di comunicazione per far conoscere le opportunità messe in campo in materia di conciliazione. A questo scopo sarà a breve attivo un portale realizzato in collaborazione con Altis (Alta Scuola Impresa e Società) dell´Università Cattolica di Milano, che consentirà interazioni sul modello dei social network, per condividere esperienze, proposte e iniziative finalizzate a meglio conciliare i tempi famiglia - lavoro.  
   
   
VALLE D’AOSTA: CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE E DELLE ABITAZIONI 2011  
 
 Aosta, 15 settembre 2011 - L’osservatorio economico e sociale della Presidenza della Regione comunica che, dal 12 settembre, è iniziata la distribuzione alle famiglie dei questionari relativi al Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011. Prendono dunque concretamente avvio, anche in Valle d’Aosta, le operazioni sul censimento della popolazione, ovvero una delle indagini più importanti per cogliere i cambiamenti in atto nel Paese e nella nostra Regione e per orientare le politiche economiche, sociali ed ambientali. La rilevazione censuaria non è soltanto finalizzata al conteggio della popolazione e alla comprensione delle sue caratteristiche, ma è anche indispensabile per revisionare le anagrafi comunali, così da determinare la popolazione legale necessaria a fini giuridici generali ed elettorali. Inoltre il censimento raccoglie informazioni sulla quantità e sulle caratteristiche strutturali delle abitazioni e degli edifici. Per garantire la consegna di tutti i questionari, la data di avvio della distribuzione è molto anticipata rispetto alla quella di riferimento del censimento, indicata nel 9 ottobre 2011. E’ comunque previsto che la spedizione dei questionari sia compresa nel periodo tra il 12 settembre e il 22 ottobre 2011. E’ possibile compilare il questionario direttamente via web oppure consegnarlo in un qualsiasi ufficio postale o nei centri comunali di raccolta definiti da ognuno dei 74 Comuni valdostani. La compilazione delle schede non potrà però essere fatta prima del 9 ottobre. Per informazioni e precisazioni in merito ci si può rivolgere presso il proprio Comune, oppure si può contattare l’Osservatorio economico e sociale della Presidenza della Regione (tel 0165/273615 statistica@regione.Vda.it ), o consultare il sito web al seguente indirizzo http://www.Regione.vda.it/statistica/censimentopopolazione2011_i.asp , oppure, ancora, il sito web dell’Istat http://censimentopopolazione.Istat.it/ . L’osservatorio economico e sociale della Presidenza della Regione segnala inoltre che è stato pubblicato sul sito internet dell’Amministrazione regionale, all’indirizzo http://www.Regione.vda.it/statistica/censimentopopolazione2011_i.asp , l´avviso di selezione pubblica, per soli titoli, per l´individuazione di 4 responsabili territoriali (Rit) per la realizzazione in Valle d´Aosta del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per le ore 12.00 del 29 settembre 2011. Dettagli in merito all’avviso, oltre alla domanda di partecipazione, possono essere reperiti all’indirizzo web richiamato oppure richiesti direttamente all’Osservatorio economico e sociale della Presidenza della Regione (tel 0165/273615 statistica@regione.Vda.it ).  
   
   
BOLZANO: PERVENUTE AD ALCUNE FAMIGLIE FALSE LETTERE DELL’UFFICIO FAMIGLIA, DONNA E GIOVENTÙ  
 
 Bolzano, 15 settembre 2011 - Le false missive sono state segnalate da alcune famiglie nel Comune di Nova Ponente. L´assessorato alla famiglia, sanità e politiche sociali informa che recentemente sono pervenute ad alcune famiglie della nostra provincia, ed in particolare residenti nel Comune di Nova Ponente, lettere palesemente falsificate con carta intestata dell´Ufficio famiglia, donna e gioventù. In base a queste lettere i genitori verrebbero invitati a prestare maggiore attenzione alle compagnie frequentate dai propri figli. L´assessorato puntualizza che non è in corso alcuna azione di questa natura e che le lettere sono evidentemente dei falsi.  
   
   
BARI: INAUGURAZIONE NUOVA SEDE CENTRO DI ASCOLTO PER LE FAMIGLIE E CENTRO APERTO POLIVALENTE PER MINORI - JAPIGIA  
 
Bari, 15 settembre 2011 - Ieri la V Circoscrizione “Japigia – Torre a Mare” e la Fondazione Giovanni Paolo Ii hanno inaugurato in Via Giustina Rocca 9 (ex asilo S. Luca, nei pressi dell’ex palazzetto dello sport) al Quartiere Japigia di Bari la nuova sede del Centro di Ascolto per le Famiglie e del Centro Aperto Polivalente per minori. Il progetto, realizzato grazie al finanziamento del Comune di Bari nell’ambito della ex l. 285/97 per i diritti dell’ Infanzia e dell’Adolescenza e gestito dalla Fondazione Giovanni Paolo Ii Onlus in rete con le cooperative sociali Caps, Itaca, Crea, offrirà al quartiere Japigia spazi, attrezzature e servizi per rispondere ai bisogni di famiglie, adulti, anziani e minori. Il centro si occuperà di sostenere, accompagnare e ascoltare famiglie, coppie, genitori soli e neo mamme in difficoltà, attraverso consulenze psicologiche, pedagogiche e legali di tipo specialistico, accompagnamento domiciliare. Offrirà interventi di gestione dei conflitti e spazi neutri e protetti; avvierà sperimentazioni ed interventi di cittadinanza attiva mirati a stimolare il protagonismo di giovani e adulti delle periferie della città. Si occuperà, inoltre, di promuovere percorsi di prevenzione alle dipendenze, educazione alla legalità e all’affettività rivolti ad adolescenti e di promuovere interventi di sostegno scolastico e spazi di aggregazione per bambini e anziani attraverso la musica, il teatro la danza. Uno spazio importante sarà inoltre dedicato alla creazione di spazi di mediazione e confronto interculturale tra gruppi di stranieri e comunità locale e alla realizzazione di sportelli di orientamento lavoro e corsi pre-professionalizzanti (informatica, sartoria, artigianato). Il nuovo Centro, finanziato dall´Assessorato al Welfare, permetterà la sperimentazione di interventi di tipo interdisciplinare e integrato sui nuclei familiari, ampliando i servizi già offerti dal centro d´ascolto per le Famiglie della Fondazione Giovanni Paolo Ii Onlus. Negli ultimi anni sono state circa 5000 le persone che si sono già rivolte al Centro di Ascolto per le Famiglie della circoscrizione Japigia – Torre a Mare. Si potrà accedere ai servizi erogati su segnalazione dei servizi sociali, delle agenzie educative del territorio o in maniera diretta mentre le attività saranno realizzate sia in maniera itinerante che all’interno delle due sedi territoriali di Japigia e Torre a Mare. L’evento di inaugurazione ha preso il via con il taglio del nastro e con la benedizione del centro. All’evento hanno partecipato: Mons. Francesco Cacucci – Arcivescovo della Diocesi di Bari – Bitonto, Mons. Don Nicola Bonerba, presidente della Fondazione Giovanni Paolo Ii Onlus, il Sindaco Michele Emiliano e il Presidente della V Circoscrizione Giorgio D’amore. Hanno presentato il progetto e le attività del nuovo Centro Ludovico Abbaticchio, Assessore al Welfare del Comune di Bari, e la dott.Ssa Francesca Bottalico, coordinatrice del progetto. Seguirà una festa aperta a tutta la comunità territoriale con mostre artigianali, musica e danze popolari. Durante la mattina il Ludobus, la ludoteca itinerante della Fondazione Giovanni Paolo Ii, ha animato le strade con attività e giochi per bambini mentre si alternevano esibizioni di teatro sociale interculturale e danze popolari. http://www.fgp2.it/    
   
   
MILANO, LUOGHI DI CULTO: AVVIATO PERCORSO, PRIMO PASSO RICONOSCIMENTO LEGALE DELLE ASSOCIAZIONI ISLAMICHE NESSUNA DISCUSSIONE SU PROGETTO GRANDE MOSCHEA.  
 
 Milano, 15 settembre 2011 - Ieri l’Amministrazione comunale ha incontrato le comunità islamiche di Milano. “La riunione – ha dichiarato la vicesindaco Maria Grazia Guida - segna l’inizio di un percorso all’insegna dell’ascolto e del confronto, in continuità con la tradizione ambrosiana dell’accoglienza, della solidarietà e dell’integrazione, del dialogo interreligioso, e che porterà Milano, durante la prossima primavera, ad accogliere il Papa in occasione del Forum Mondiale delle Famiglie. Il percorso che abbiamo iniziato con le comunità mussulmane – ha precisato la vicesindaco - si pone in linea con le indicazioni che giungono dal Comitato per l’Islam italiano, istituito dal Ministro Maroni”. Hanno partecipato all’incontro la vicesindaco Maria Grazia Guida, l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino e l’assessore al Benessere Chiara Bisconti. Le 15 comunità islamiche, che hanno partecipato al tavolo, hanno presentato gli statuti e i documenti relativi alle loro associazioni al fine di ottenere un riconoscimento legale, e inoltre, hanno illustrato alcune delle problematicità relative agli spazi dove si svolgono le funzioni religiose. “L’amministrazione, nei limiti delle sue competenze specifiche - ha aggiunto Maria Grazia Guida - intende sostenere le associazioni nel percorso di riconoscimento giuridico, favorire la soluzione delle questioni degli spazi utilizzati come luoghi di culto, che in passato, in alcune zone, hanno creato disagi alle comunità stesse e ai residenti, e agevolare le numerose attività sociali e di sostegno alle famiglie e alle persone bisognose svolte dalle stesse associazioni religiose”. Infine, si rende noto che, contrariamente a quanto è emerso su alcune agenzie di stampa, durante l’incontro di oggi non è stato discusso nessun progetto relativo ad una grande moschea.