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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Giugno 2012
ALCUNI FUNGHI NON SONO PIACEVOLI PER LE PIANTE E LA FAUNA SELVATICA  
 
Sta crescendo una delle più grandi minacce al mondo per gli animali e le piante in via d´estinzione, causata da una fonte davvero piccola: un fungo. La scoperta è stata fatta da ricercatori nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Presentato nella rivista Nature, lo studio è stato in parte finanziato dal progetto Biodiversa2 (Cooperation and shared strategies for biodiversity research programmes in Europe), che ha ricevuto 2 milioni di euro di sovvenzioni nell´ambito del tema "Ambiente" del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. I risultati suggeriscono che nel 70% dei casi in cui una malattia infettiva ha causato l´estinzione di un tipo di animale o pianta, il colpevole è stata una nascente specie di fungo. I funghi sono microorganismi e sono differenti da piante, animali e batteri. La loro piccola dimensione, tuttavia, cela l´enorme impatto che hanno sulla flora e la fauna del mondo. Si stima che ogni anno le infezioni fungine siano responsabili della distruzione di oltre 125 milioni di tonnellate di colture di base, che comprendono riso, grano, mais, patate e semi di soia. Queste malattie che compaiono comprendono brusone del riso, ruggine asiatica della soia, ruggine del gambo nel grano, carbone del mais e peronospora delle patate. In quanto coltivazioni di base, esse sono un´importante fonte di calorie necessarie alla gente per sopravvivere; prevenire la loro distruzione potrebbe essere importante per sfamare quelle popolazioni che attualmente non hanno abbastanza cibo da mangiare. In effetti, i ricercatori ritengono che oltre 600 milioni di persone in tutto il globo potrebbero essere nutrite ogni anno se venisse bloccata la diffusione delle malattie fungine nelle cinque più importanti colture al mondo. Il gruppo di ricerca è stato guidato dall´Università di Oxford e dall´Imperial College London nel Regno Unito. Commentando i risultati, l´autore principale dott. Matthew Fisher della School of Public Health presso l´Imperial College London ha detto: "Il preoccupante aumento delle morti di piante e animali causate da nuovi tipi di malattie fungine mostra che ci stiamo dirigendo velocemente verso un mondo in cui i "guastatori" sono i vincitori. Noi dobbiamo sforzarci per prevenire la comparsa di nuove malattie poiché attualmente non possediamo gli strumenti per riuscire a curare epidemie dell´infezione in natura." E come se la distruzione delle fonti di cibo non fosse abbastanza, un´altra scoperta che ha fatto suonare un campanello d´allarme è stata l´esternalità negativa che le malattie fungine hanno sul pianeta. Gli alberi sono una parte importante dell´ecosistema e giocano un ruolo nell´assorbimento del biossido di carbonio (Co2). Tuttavia, fino al 7%, o 230-580 mega tonnellate, di Co2 atmosferica non viene assorbito dagli alberi poiché sono stati uccisi o sono infettati dai funghi. Questo effetto ha portato gli scienziati a ritenere che i funghi possano essere responsabili di un aumento dell´effetto serra. Secondo i ricercatori, anche la fauna selvatica non è immune alle malattie fungine. Oltre 500 specie di anfibi, oltre a molte specie a rischio di estinzione di api, tartarughe marine e coralli sono ora minacciate. Studi suggeriscono che il fungo della sindrome del naso bianco negli Stati Uniti abbia portato a una diminuzione delle popolazioni di pipistrelli, e ciò a sua volta ha portato a un aumento degli insetti nocivi per le colture poiché non ci sono più pipistrelli a controllarne la proliferazione. Il costo per l´agricoltura è stimato in oltre 3,7 miliardi di dollari statunitensi all´anno. La coautrice Sarah Gurr, professoressa di Patologia molecolare delle piante all´Università di Oxford, ha detto: "Le perdite di colture dovute ad attacchi fungini mettono in pericolo la sicurezza alimentare e minacciano la biodiversità, sfortunatamente tuttavia noi non siamo capaci di controllare le loro comparsa e proliferazione. Noi dobbiamo avere maggiori finanziamenti destinati alla lotta contro le malattie fungine." I ricercatori affermano che nella peggiore delle ipotesi, se le infezioni fungine dovessero colpire tutte e cinque le principali colture nello stesso anno, queste epidemie potrebbero danneggiare fino a 900 milioni di tonnellate di cibo e lascerebbero a morire di fame oltre 4,2 miliardi di persone. Il risultato di queste conclusioni è che gli scienziati stanno adesso chiedendo di trovare delle soluzioni a questa minaccia, al fine di prevenire la proliferazione delle infezioni fungine esistenti e di quelle emergenti nelle piante e negli animali. Affrontando ora questo problema, essi sperano di prevenire ulteriori perdite di biodiversità e carenze alimentari in futuro. Per maggiori informazioni, visitare: Biodiversa2: http://www.Biodiversa.org/    
   
   
UE: CONVEGNO SUOLO-AGRICOLTURA-TERRITORIO: LEGNARO-PD 8 GIUGNO  
 
La Rappresentanza in Italia della Commissione europea e suoi Centri d’informazione Europe Direct promuovono un ciclo di convegni dal titolo “Suolo, agricoltura e territorio: un equilibrio possibile”. Gli incontri sono previsti per i prossimi mesi in varie località italiane. Il primo appuntamento sarà l’8 giugno a Legnaro (Pd), presso la Corte Benedettina di Veneto Agricoltura, a partire dalle 9.30. Esperti e tecnici delle pubbliche amministrazioni, del mondo accademico e del settore primario discuteranno il tema del consumo indiscriminato del suolo agricolo. Il secondo e il terzo appuntamento sono previsti rispettivamente il 2 ottobre a Messina e il 24 ottobre a Perugia, entrambi presso le Università locali. Il degrado del suolo è un fenomeno preoccupante in tutta l’Unione europea. Tra il 1990 e il 2006 almeno 275 ettari di terreno al giorno sono andati persi a causa dell’impermeabilizzazione, ovvero la copertura dei terreni fertili con materiale che non lascia penetrare l’acqua. Il fenomeno è irreversibile e sottrae 1.000 km² di terreno all’anno. Inoltre l’erosione del suolo causata dall’acqua ha proporzioni drammatiche: interessa infatti 1,3 milioni di km² in Europa, una superficie grande 2,5 volte la Francia! Ogni attività umana si svolge sul suolo e la degradazione del terreno incide su tante nostre capacità: produrre cibo, prevenire la siccità e le inondazioni, arrestare la perdita di biodiversità, far fronte ai cambiamenti climatici e conservare il paesaggio e i beni culturali. Questo ciclo di incontri permetterà quindi di affrontare tre “problemi tipo”: - la competizione tra agricoltura e altre attività economiche per l’utilizzo del suolo in aree di pianura; - la progressiva riduzione della presenza dell’agricoltura nelle aree interne; - il degrado del suolo dovuto al suo abbandono. Www.europedirect-emilia.eu    
   
   
SISMA/LOMBARDIA: MISURE PER LE AZIENDE AGRICOLE  
 
Milano - Garantire subito l´accesso al credito. E´ stato questo l´appello lanciato dalle associazioni agricole, subito raccolto dall´assessore regionale all´Agricoltura Giulio De Capitani, al ´Tavolo terremoto´, che si è svolto a Palazzo Lombardia. Al vertice hanno partecipato i presidenti lombardi delle quattro organizzazioni professionali e i rappresentanti di Confcooperative Lombardia e della Provincia di Mantova. Interventi A Sostegno Delle Imprese - I Comuni della provincia di Mantova interessati dal recente sisma sono 37. In quest´area operano 7.000 aziende agricole e 1.500 allevamenti. A sostegno della ripresa produttiva delle imprese agricole e agroalimentari sono allo studio vari interventi. Tra questi il credito alle imprese, i fondi di garanzia e alcune misure straordinarie. "E´ attivo - ha spiegato l´assessore De Capitani -, presso Finlombarda, il Fondo credito di funzionamento, con una dotazione residua di 1,9 milioni di euro, che prevede l´abbattimento di due punti percentuali sul costo degli interessi sui prestiti attivati dalle imprese agricole, fino a un massimo di 100.000 euro. Per l´effetto leva, questo tasso corrisponde a un credito attivale di 38 milioni di euro". I Fondi Di Garanzia - Con Federfidi sono attivi due fondi di garanzia: il ´Fondo garanzie agevolate per il credito all´agrindustria´ e quello denominato ´Garanzie alle imprese agricole´. Il primo prevede la concessione di garanzie a costo agevolato alle imprese del settore agroindustriale per interventi quali l´acquisto, la costruzione o il miglioramento di immobili e l´acquisto di impianti e macchinari. La dotazione è di 3,8 milioni di euro. Il secondo dispone di una dotazione finanziaria di 2,5 milioni di euro e consente di attivare garanzie fino a 100 milioni di euro di prestiti. "Con la Direzione generale Industria stiamo valutando la possibilità - ha sottolineato l´assessore De Capitani - di consentire alle imprese agricole e agroindustriali delle zone terremotate di accedere al fondo ´Credito adesso´, attivato anch´esso in Finlombarda". "Tra le iniziative in via di definizione - ha aggiunto De Capitani - c´è anche la riapertura straordinaria del bando sulla misura 121 del Programma di sviluppo rurale (Psr), che finanzia gli investimenti aziendali e che potrebbe contare, stando alle economie residue, su una dotazione di 12 milioni di euro". Anticipo Della Pac - Tra le iniziative già avviate "abbiamo chiesto al Ministero - ha spiegato l´assessore -, di concerto con la Regione Emilia Romagna, di attivarsi per ottenere dalla Commissione europea il 50 per cento dell´anticipo del premio Pac (Politica agricola comune), che, per le aziende agricole e le cooperative della provincia di Mantova che possono già contare sull´anticipo già previsto con i fondi regionali, significherebbe ottenere il 100 per cento del premio entro luglio". Un altro fronte di aiuto alle imprese danneggiate è sui termini degli adempimenti amministrativi. "Chiederemo al Governo la proroga dei termini di presentazione delle domande per l´adesione alla autorizzazione generale per le emissioni in atmosfera e la proroga per le autorizzazioni integrate ambientali in scadenza per il 2012 - ha concluso De Capitani -. Come già ricordato anche dal presidente Formigoni, la Regione Lombardia sta facendo e farà la sua parte, ma è fondamentale che il Governo e la Comunità europea ci aiutino a ripristinare una situazioni di normalità, affinché le aziende agricole dell´Emilia e del Mantovano possano tornare al più presto a produrre reddito e benefici per il territorio e le sue Comunità".  
   
   
LA LETTERA DEGLI ASSESSORI REGIONALI ALL´AGRICOLTURA SU AFFERMAZIONI PRESIDENTE AGEA  
 
Nel corso dell’audizione presso la Commissione agricoltura della Camera dei Deputati del Presidente dell’Agea, il prof. Dario Fruscio, si apprende che egli avrebbe affermato che “questo sistema di pluralità di Organismi pagatori regionali sono (sic!) non solo fonte di spreco inaccettabile per l’erario pubblico, ma anche di inefficienza e confusione amministrativa in materia di governo e di pagamento delle risorse comunitarie”. In relazione a tale dichiarazione, peraltro già espressa in altre occasioni dal prof. Fruscio e che sarebbe gravissima se anche oggi confermata, noi Assessori all’Agricoltura delle Regioni e Province autonome non possiamo che rinnovare il nostro totale dissenso. Con tali affermazioni, in primo luogo infondate, e sicuramente destabilizzanti, il prof. Fruscio impropriamente si arroga il diritto di criticare una legge dello Stato diretta a realizzare i principi comunitari di sussidiarietà e di vicinanza della pubblica amministrazione alle istanze ed alle necessità dei cittadini. Egli dimentica che è proprio l’Ente da lui presieduto a fornire continuamente esempi di inefficienza e confusione amministrativa nelle attività di erogazione degli aiuti agricoli comunitari, come è dimostrato dalla evidente sproporzione tra le rumorose dichiarazioni dello stesso prof. Fruscio e la dura realtà che vede l’Agea, e non gli altri Organismi pagatori, collezionare i rimbrotti amministrativi e le correzioni finanziarie da parte dei Servizi della Commissione europea. Bene avrebbe fatto il prof. Fruscio a verificare, prima di lanciarsi nelle improvvide affermazioni sopra riportate, quanto delle correzioni finanziarie subite dall’Italia negli anni 2005-2011 sia da ascrivere all’attività degli altri Organismi pagatori e quante invece a quella dell’Agea. Si chiede, al riguardo, che le predette inaccettabili ed infondate dichiarazioni del prof. Fruscio siano esattamente valutate nelle sedi competenti. Si chiede altresì la convocazione di una audizione di fronte alla Commissione competente dedicata agli Assessori all’Agricoltura delle Regioni ove opera un Organismo Pagatore. Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvadori; Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto Franco Manzato; Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-romagna Tiberio Rabboni; Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani; Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Claudio Sacchetto.  
   
   
CORTE DEI CONTI EUROPEA SU ATTUAZIONE PSR. VENETO “ESEMPIO DI BUONA PRATICA”  
 
Venezia - La Corte dei Conti Europea, nella sua ponderosa relazione riguardante gli “aiuti mirati all’ammodernamento delle aziende agricole”, in pratica la misura 121 dei Programmi di Sviluppo Rurale, evidenzia il Veneto come “esempio di buona pratica”, in quanto “massimizza la probabilità di selezionare i progetti di investimento che rispondono meglio ai bisogni individuati e alle priorità dell’Ue”. “Un giudizio del genere da una fonte tanto autorevole quanto severa non può che farci piacere – ha commentato l’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato – anche perché sottolinea quello che di fatto è stato il nostro impegno prioritario: non assistenza ma appunto supporto alla crescita per preparare la nostra agricoltura al futuro. Insomma, la regione ha semplicemente fatto il suo dovere”. La Corte dei Conti ha analizzato sia i contenuti sia le modalità, osservando che “per scegliere i progetti da finanziare fra tutte le proposte ammissibili, il Veneto ha fissato i propri criteri di selezione applicando inoltre un sistema di punteggio che tiene conto delle priorità definite nel Psr regionale e stilando elenchi di tipologie di ‘investimenti prioritari’ per settore. Tra le priorità in questione, figurano i benefici ambientali, il potenziamento del valore dei prodotti, l’integrazione dell’azienda, l’ammodernamento strutturale, l’accesso alle tecnologie dell´informazione e della comunicazione, la riconversione e la ristrutturazione di particolari settori e progetti agricoli situati in zone montane”. “A titolo di esempio – riporta la Corte dei Conti europea – è stato selezionato un progetto per la costruzione di un magazzino e di un deposito frigorifero per le mele in quanto corrispondente alle priorità della produzione biologica (un aspetto che ne accresce il valore); il progetto impiega pannelli fotovoltaici per ridurre il consumo energetico (benefici ambientali) ed è situato in una zona montana”. Per contro, la Corte ha osservato che tutti gli Stati membri controllati hanno imposto ai richiedenti di comprovare la redditività economica delle iniziative proposte. Alcuni Stati, tuttavia, “non hanno tenuto conto degli elementi probatori ottenuti nel valutare la domanda di finanziamento del progetto”. “Gli Stati membri – ha raccomandato perciò la Corte dei Conti Ue – dovrebbero perciò porre in atto procedure efficaci, commisurate al rischio, per impedire che siano concesse sovvenzioni a progetti in cui la redditività finanziaria dell’investimento o la sostenibilità dell’azienda siano dubbie”. “Per quanto riguarda il Psr e l’agricoltura veneta in generale – ha commentato Manzato – posso solo assicurare che la Regione continuerà su questa strada e seguirà nella sua azione questo genere di criteri”.  
   
   
AGRICOLTURA IN LOMBARDIA: LA RICERCA È PRIORITARIA  
 
Milano - "E´ assolutamente fondamentale evidenziare la ricerca che esiste nel mondo agricolo lombardo, perché questa è particolarmente importante e ha un ruolo prioritario in tutto il comparto". E´ quanto detto il 4 giugno da Giulio De Capitani, assessore all´Agricoltura di Regione Lombardia, partecipando al convegno che ha presentato i risultati del progetto ´Sostare´. ´Sostare´ Per Aiutare Le Imprese Agricole - Il progetto ´Sostare´, finanziato dal Direzione generale Agricoltura della Regione Lombardia, ha realizzato uno strumento di analisi della performance aziendale tramite semplici indicatori produttivi, economici e ambientali. Questo strumento permette di gestire l´impresa agricola, conoscendone le caratteristiche tecnico-economiche e permette di considerare in che misura l´introduzione di nuove pratiche modifichi i risultati reddituali propri di ogni attività. Sarà anche a disposizione una piattaforma on-line, su cui le aziende agricole si potranno confrontare in futuro. Terremoto, Regione Impegnata - Prima di prendere la parola, De Capitani ha chiesto ai presenti un minuto di silenzio per tutti coloro che hanno perso la vita e subiscono danni a causa del terremoto, che ha colpito l´Emilia e, in particolar modo, la provincia di Mantova in Lombardia. "L´attenzione sulla provincia di Mantova - ha ribadito De Capitani - è sempre molto alta da parte di tutto l´esecutivo regionale. Stiamo lavorando con i consorzi e con le associazioni di categoria per mettere in campo tutte le azioni a favore del settore agricolo-lattiero/caseario, che è tra i più colpiti dal sisma". "Voglio ricordare - ha proseguito De Capitani - che oltre un milione di forme di formaggio Grana Padano e Parmigiano Reggiano sono state sbalzate dai loro siti di stagionatura e ora bisogna provvedere al loro recupero. Sono indispensabili il coordinamento e le disponibilità economiche per non perdere questo capitale di reddito". La Ricerca È Un´eccellenza - Parlando poi del ruolo della ricerca nel settore agricolo e del suo ruolo anche a livello mediatico, De Capitani ha detto "di essere convinto che la ricerca, come l´intero comparto, non sono ancora considerate per quello che in realtà sono e rappresentano. E´ un dato, quello dell´eccellenza dell´agricoltura, poco conosciuto. Poco rappresentato sui media nazionali che si occupano dello stesso settore solamente per questo riguarda vicende negative". Chiudendo l´intervento, il responsabile agricolo lombardo ha evidenziato e voluto sottolineare le "grandi eccellenze di tutti i prodotti regionali a livello nazionale ed europeo".  
   
   
SVILUPPO RURALE VENETO MODELLO IN EUROPA  
 
Venezia - “Ringrazio la Corte dei Conti europea per il giudizio più che lusinghiero che ha voluto dare sul modo con il quale abbiamo indirizzato, con il nostro Programma di Sviluppo Rurale, gli aiuti mirati all’ammodernamento delle aziende agricole, previsti dalla cosiddetta Misura 121. Quando dicevamo ‘prima il Veneto’, intendevamo affermare proprio questo: capacità di amministrazione nell’interesse del sistema produttivo per accompagnarlo verso il futuro”. Lo ha detto il presidente della Regione Luca Zaia, commentando i contenuti riferiti al Veneto nella relazione stilata dall’organismo contabile comunitario su questi temi, diffusa il 30 dicembre scorso. Tra l’altro – ha aggiunto Zaia – “la Corte dei Conti sottolinea la capacità di far emergere i progetti di investimento che meglio rispondono ai bisogni del territorio e alle priorità dell’Unione Europea. Questo è possibile perché ‘il Veneto fissa i propri criteri di selezione applicando un sistema di punteggio che tiene conto delle priorità definite dal Psr Regionale e stilando elenchi di tipologie di “investimenti prioritari” per settore’, selezionando i migliori progetti tra quelli già ritenuti ammissibili”. Il Psr Veneto è stato anche uno dei pochi, tra quelli analizzati dalla Corte dei Conti, a ridefinire le proprie procedure di selezione in base alle “Nuove sfide” introdotte dal processo di “Health Check”. “Anche con l’ultimo Bando generale – ha detto ancora Zaia – la Misura 121 ha fatto registrare in Veneto un notevole interesse da parte dei potenziali beneficiari: a fronte dei 56 milioni di euro di spese a bando sono stati richiesti aiuti per oltre 94 milioni, con 1373 richieste arrivate all’organismo pagatore Avepa. L’istruttoria per l’erogazione degli aiuti è in corso e si concluderà nelle prossime settimane”.  
   
   
TERREMOTO, SARDEGNA: L´AGRICOLTURA IN PRIMA LINEA PER LA SOLIDARIETÀ NAZIONALE  
 
Cagliari - "La Regione Sardegna si è sempre disposta in prima linea quando si è trattato di dimostrare la propria solidarietà alle popolazioni colpite da calamità naturali". L´assessore dell´agricoltura Oscar Cherchi risponde con prontezza alla proposta della Commissione agricoltura della Conferenza delle Regioni sugli aiuti alle popolazioni colpite dal terremoto. La proposta della Commissione prevede la cessione, da parte della regione sarda, di una quota del Psr (Programma di Sviluppo Rurale) pari al 6%, che equivale a oltre 5 milioni di euro: "Mi sembra quindi, - continua Cherchi, che si dice certo di interpretare il sentimento della maggior parte dei sardi - motivo di orgoglio poterci mettere a disposizione della popolazione emiliana per aiutarla a superare questa emergenza. Lo abbiamo sempre fatto in passato in altre occasioni inviando uomini e mezzi, impegnandoci ai limiti delle nostre possibilità, e anche stavolta non ci tireremo certo indietro, consapevoli dell´estrema gravità del sisma che ha colpito una regione stimata per la sua laboriosità ed efficienza". Per far fronte a questo impegno ed impedire che il peso degli aiuti ai terremotati possa gravare sulle spalle degli imprenditori agricoli, l´Assessore assicura che le risorse necessarie saranno reperite attingendo a quelle del Psr Sardegna destinate alle misure per il miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e alla diversificazione dell’economia rurale attuate con la metodologia Leader, salvaguardando così quelle destinate al miglioramento della competitività delle imprese del settore agricolo e forestale e al miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale.  
   
   
SISMA. VENETO CHIEDE ANTICIPO 50 PER CENTO PREMI PAC PER AZIENDE AGRICOLE POLESANE DANNEGGIATE  
 
Le scosse sismiche hanno investito anche il territorio della provincia di Rovigo, dove hanno prodotto ingenti danni a strutture produttive agricole e agroalimentari. Poiché è necessario intervenire al più presto per il ripristino delle strutture aziendali danneggiate, l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato ha chiesto l’ 1 giugno al ministro Mario Catania un intervento presso la Commissione Europea, finalizzato a poter procedere al versamento, entro luglio, dell’acconto del 50 per cento dell’importo del premio unico Pac a favore delle aziende agricole del Polesine. “Vista la dichiarazione dello stato di emergenza – ha affermato l’assessore – il Veneto garantisce la trasmissione in tempi celeri della lista dei Comuni colpiti con danni alle strutture produttive, affinché queste realtà possano essere supportate con la massima rapidità possibile”.  
   
   
INCONTRO A VENEZIA SU COOPERAZIONE E SVILUPPO RURALE DEI BALCANI NEL SEGNO DEL BIO  
 
Venezia - “Balcani Bio. Attori, politiche e istituzioni: una prospettiva regionale” è il titolo della pubblicazione di Matteo Vittuari, docente di politiche per lo sviluppo presso l’Università di Bologna, presentata, venerdì 1 giugno. Il libro è pubblicato dall’Osservatorio Balcani e Caucaso (Obc), il principale centro di approfondimento in Italia dedicato al sud-est Europa, e realizzato attraverso il programma di cooperazione decentrata Seenet. All’incontro, promosso da Obc in collaborazione con la Direzione Relazioni Internazionali della Regione Veneto e la partecipazione di Unesco Venezia, si parlerà di agricoltura e di cooperazione con i Paesi vicini del sud est Europa, ma, come sottolineano gli organizzatori, “con un taglio tutto verde, perché è nel biologico che si concentrano le pratiche innovative nei Balcani”. L’osservatorio, particolarmente attento alle esperienze di cooperazione internazionale che stimolano processi di sviluppo sostenibile fondati sulle risorse locali e sulla ricchezza dei territori, segnala che nei Balcani, nonostante la debolezza delle infrastrutture e l’assenza di sostegno delle istituzioni, le aree rurali hanno un potenziale importante e “tra le avanguardie vi è l’agricoltura biologica”. Oggi in Europa operano circa 200 mila agricoltori biologici e il volume di mercato del bio nel vecchio continente è di circa 20 miliardi di euro. Ma si tratta di un settore destinato a crescere, grazie anche all’apporto dell’area balcanica, i cui Paesi stanno vivendo una fase di trasformazione e di impegno nel processo di integrazione europea. Per quanto riguarda il Seenet Ii (South East Europe Network), si tratta del più esteso partenariato di cooperazione decentrata italo-balcanica attualmente attivo. Co-finanziato dal Ministero Affari Esteri italiano e da 7 Regioni italiane (Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte e Provincia autonoma di Trento), coinvolge 46 enti locali di 7 paesi del sud-est europeo.  
   
   
SICILIA: FRANCESCO AIELLO ASSESSORE ALLE RISORSE AGRICOLE  
 
Palermo - Francesco Aiello e´ il nuovo assessore alle risorse agricole della Regione siciliana. Aiello, nominato il 31 maggio dal presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo subentra a Elio D´antrassi. Deputato regionale dalla Ix alla Xi legislatura, Aiello ha gia´ ricoperto l´incarico di assessore all´agricoltura nel 46° e nel 47° governo regionale, nel periodo compreso tra il 1992 e il 1993. Francesco Aiello e´ stato anche sindaco e consigliere comunale di Vittoria, l´importante centro agricolo in provincia di Ragusa.  
   
   
AL VIA CASSA IN DEROGA PER ASSOCIAZIONI ALLEVATORI DELLA LIGURIA  
 
Genova - Siglato accordo di cassa integrazione in deroga con l´associazione regionale allevatori, le associazioni provinciali allevatori di Genova, Savona, Imperia, e La Spezia e le organizzazioni sindacali di categoria. Lo ha comunicato l’ 1 Giugno l´assessore regionale al lavoro Enrico Vesco. L´accordo è frutto di un’intesa sottoscritta lo scorso dicembre tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l´associazione italiana allevatori e le organizzazioni sindacali nazionali di categoria che prevedeva la possibilità di poter ricorrere agli ammortizzatori sociali da parte delle associazioni regionali e provinciali degli allevatori. La cassa integrazione in deroga riguarderà 24 dipendenti e prenderà il via dal 1 giugno fino al 31 dicembre 2012, secondo principi di rotazione e alternanza. "L´associazione regionale allevatori della Liguria – spiega l’assessore al lavoro, Vesco - ha richiesto la possibilità di utilizzare gli ammortizzatori sociali anche in considerazione dei tagli statali a tutto il sistema allevatori operati nel 2011 per contenere la spesa pubblica. Un contenimento di risorse che ha provocato gravi difficoltà per il settore, già penalizzato da una costante e progressiva diminuzione dei finanziamenti".  
   
   
VALLE D´AOSTA: CONTRIBUTI AD AZIENDE AGRICOLE PER LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI  
 
L’assessorato dell’agricoltura e risorse naturali comunica che, con provvedimento dirigenziale n. 2360 in data 29 maggio 2012, è stato approvato l’avviso pubblico per la presentazione di domande di aiuto in applicazione della Misura 311 “Diversificazione in attività non agricole” – Azione d) “Impianti per energia da fonti alternative” del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Valle d’Aosta.la misura riguarda la possibilità, per le aziende agricole, di ottenere aiuti per la realizzazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica destinata al libero mercato. Le domande potranno essere presentate sino al 27 giugno 2013. Per ogni ulteriore informazione è possibile contattare l’Ufficio programmi multisettoriali dell’Assessorato, (Politiche regionali di sviluppo rurale, località Grande Charrière 66, Saint-christophe, telefono 0165.275258-0165.275373-0165.275256). La modulistica necessaria è disponibile anche online all’indirizzo http://www.Regione.vda.it/agricoltura/imprese_e_agricoltori/
piano_di_sviluppo_rurale/misura_311_i.asp
 
   
   
MORIA DELLE API: VIETATO L’USO DEL PESTICIDA “CRUISER” DELLA SYNGENTA VENDUTO ANCHE IN ITALIA. UNO STUDIO DIMOSTRA L´IMPATTO DI QUESTO PRODOTTO SULLA MORTALITÀ DELLE API. USATO PER IL TRATTAMENTO DI VASTE COLTIVAZIONI TRA CUI LA COLZA È STATO INTERDETTO DAL MINISTERO DELL´AGRICOLTURA FRANCESE  
 
Il Ministero dell´Agricoltura Francese si è espresso il 1° giugno in favore di un divieto della commercializzazione ed uso del pesticida Cruiser prodotto dal gruppo agroalimentare svizzero Syngenta. Uno studio recente ha dimostrato il devastante impatto del pesticida sulle api, che Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” rende noto. Tuttavia, i risultati delle ricerche non sarebbero ancora stati resi noti ai cittadini. Utilizzato per la colza, sul Cruiser aleggia il sospetto che possa essere una causa della mortalità delle api. Syngenta dispone ora di 15 giorni per prendere posizione sulla decisione. Il "Cruiser" è un potente insetticida utilizzato per il trattamento di vaste coltivazioni che combatte la presenza di insetti dannosi per le colture che possono ridurre significativamente la produttività e la qualità di piante e raccolti. Dal 2008 la sua commercializzazione era ammessa in Francia attraverso autorizzazioni valide 12 mesi che venivano rinnovate. Se l´ape scomparisse dalla terra, all´umanità resterebbero quattro anni di vita; niente più api, niente più impollinazione, niente più piante, niente più animali, niente più esseri umani. A lungo considerata solo un´ipotesi, la frase attribuita ad Albert Einstein, da qualche anno, si sta rivelando molto vicina alla realtà. La morìa delle api che si è verificata in questi ultimi anni in tutto il mondo, ha raggiunto infatti la dimensione di una vera ecatombe, tanto da mettere a repentaglio l´intera agricoltura mondiale. E’ sopratutto per questo motivo che lo Sportello dei diritti chiede un intervento urgente al Ministro dell’Agricoltura affinchè anche in Italia ne sia vietata la commercializzazione e l’uso come nella maggioranza degli altri paesi europei dove il prodotto è invece vietato. E’ infatti considerato una possibile causa della diminuzione del numero delle api.  
   
   
PESCA: AGCI AGRITAL E FEDERCOOPESCA-CONFCOOPERATIVE, BENE VIA LIBERA A SPERIMENTAZIONE PESCA CANNOLICCHI  
 
“Un deciso passo in avanti per la salvaguardia di una pesca antica e importante da un punto di vista sociale, culturale ed economico come la pesca dei cannolicchi, di fatto messa al bando dalla normativa comunitaria per la pesca nel Mediterraneo”. E’ quanto affermano Agci Agrital e Federcoopesca-confcooperative in merito al via libera annunciato dalla Direzione generale della pesca e dell’acquacoltura per l’avvio di una campagna di pesca, a fini scientifici, per il cannolicchio. La campagna partirà a giugno nel Tirreno e dopo l’estate in Adriatico e coinvolgerà solo un numero limitato di imbarcazioni. Preso atto dell´impossibilità di giungere in tempi brevi al varo del piano di gestione, che è indispensabile per ottenere l´auspicata deroga alla distanza minima dalla costa prevista dal Reg. 1967/2006 sul Mediterraneo, la pesca scientifica consentirà di acquisire le informazioni considerate necessarie dalla Commissione europea. “La decisione ministeriale segna così un importante passo in avanti in vista della soluzione di un problema molto grave che ha sin qui di fatto impedito questo tipo di pesca” sottolineano le associazioni che ringraziano l’Amministrazione italiana per l´iniziativa resa possibile anche grazie “all’efficace lavoro che l’Italia sta portando avanti con Bruxelles ”  
   
   
CON I PRIMI CALDI E LA BELLA STAGIONE NON C’È NIENTE DI MEGLIO DELLA VERDURA FRESCA NELLE TAVOLE DEGLI ITALIANI  
 
Il Progetto Ortofrutta d’Italia promosso e ideato dal Cso, nasce per comunicare i valori della frutta e della verdura prodotti in Italia e fiore all’occhiello di una cultura agricola millenaria. E sugli ortaggi l’Italia vanta primati importanti in termini di quantitativi prodotto è infatti al primo posto in Europa con il 21% della produzione seguita a ruota dalla Spagna con un 20%. Le regioni italiane in cui si concentra maggiormente la produzione di ortaggi sono la Puglia che rappresenta il 21% dell’offerta totale seguita da Emilia Romagna con il 18% ed al terzo posto dalla Campagna con l’11% ( Fonte Istat) Ed è sull’Emilia Romagna che vogliamo focalizzare l’attenzione, in particolare sul Consorzio Agribologna, una Società Cooperativa che associa 135 aziende agricole e sostiene il Progetto Ortofrutta d’Italia. Le produzioni dei soci del Consorzio Agribologna sono produzioni tipiche dell’orto di casa: dagli ortaggi a foglia (indivie, lattughe, cicoria, bietole e radicchi rossi e verdi), i cavoli, le zucchine, il cetriolo, pomodori, peperoni, melanzane e patate. Anche la frutta delle nostre terre è presente nelle produzioni dei soci Agribologna: fragole, albicocche, pesche e nettarine, cachi. I metodi di coltivazione avvengono nel rispetto delle stagioni e di pratiche agronomiche rigorose e naturali. “ C’è una forte cultura del territorio nel Consorzio - dichiara Lauro Guidi – Direttore di Agribologna – i produttori associati in cooperativa operano tutti nel bolognese, vicino ai magazzini di lavorazione e sono in grado di distribuire in giornata i prodotti tagliati la mattina. Nella nostra terra – continua Guidi - è pratica comune avere l’orto di casa, un passatempo ma anche una risorsa importante che ci fa sentire più legati alla nostra storia. Il Consorzio Agribologna ha unito questa tradizione con l’innovazione garantendo un sistema di produzione certificato d’eccellenza”. Www.agribologna.it    
   
   
SEQUESTRO ARANCE SPAGNOLE SPACCIATE PER SICILIANE  
 
Palermo - Durante le attivita´ di controllo sulla tracciabilita´ dell´ortofrutta e sullo stato fitosanitario dei prodotti, gli ispettori del servizio Fitosanitario, che operano presso l´Osservatorio delle malattie delle piante di Acireale, insieme al nucleo operativo del Corpo forestale della Regione siciliana, hanno sequestrato a Scordia (Sr) una partita di oltre 20 quintali di arance "Navel", di accertata provenienza spagnola, pronte per essere commercializzate e spacciate come arance siciliane. L´ispezione, guidata dal dipartimento per gli Interventi strutturali in agricoltura della Regione siciliana, rientra nelle attivita´ di controllo messe in campo dall´amministrazione per assicurare ai consumatori la provenienza dei prodotti e la qualita´ igienico-sanitarie, e per tutelare gli agricoltori dall´agropirateria, che ogni anno sottrae milioni di euro agli imprenditori agricoli che hanno investito sulle produzioni tipiche del territorio.  
   
   
AGRICOLTURA: TUTELARE E PROMUOVERE LE TIPICITÁ DEL FVG  
 
Buja (Ud) - "La politica agricola del Friuli Venezia Giulia è volta alla tutela delle tipicità produttive del nostro territorio e alla loro valorizzazione sui mercati. Ma poiché non potremo mai puntare sui grandi numeri della quantità dobbiamo per forza presentare sul mercato la sommatorie di tante nicchie: quindi piccoli numeri ma grande qualità". Questo il pensiero dell´assessore regionale alle Risorse agricole, Claudio Violino, intervenuto il 2 giugno al convegno "Le eccellenze della produzione della Pezzata Rossa Italiana: il gelato", organizzato dall´Associazione Nazionale Allevatori bovini di razza Pezzata Rossa Italiana, dall´Associazione Allevatori del Friuli Venezia Giulia e dalla Pro Buja, nell´ambito della "Fieste di Primevere" di Buja, da molti anni ormai un appuntamento imperdibile per la zona collinare. In più da qualche anno la collaborazione della Pro Buja con l´Ersa e con l´Anapri ha dato un valore aggiunto alla festa. Da quest´anno inoltre la "Fieste di Primevere" rientra a pieno titolo nel circuito delle feste del Tipicamente Friulano e la collaborazione con l´Anapri è diventata ancora più stetta. Questo perché è stato deciso di puntare su un prodotto di qualità - il toro di pezzata rossa - e di creare un momento di approfondimento su questa razza bovina, attraverso convegni e promozione di prodotti di pezzata rossa, carni e formaggi. Razza su cui la Regione ha deciso di puntare in maniera importante, proprio perché ritiene che la pezzata rossa sia un vero prodotto di qualità per il rilancio della zootecnia targata Fvg. Nel suo intervento Violino, oltre a mettere in evidenza la caratteristiche della Pezzata Rossa "un tempo - ha detto -Friulana e ora Italiana", si è soffermato sull´importanza di discutere di un prodotto come il gelato prodotto con il latte di questa razza. "Il latte di Pezzata Rossa - ha affermato l´assessore - al pari del Montasio o del prosciutto di San Daniele o di altri prodotti eno-gastronomici ´made in Fvg´ ha una sua filiera e noi dobbiamo sostenerla per mostrare al mercato ciò che sappiamo fare. Con il marchio ´Tipicamente Friulano´ - è il caso anche delle rose di Santa Maria La Longa, come aveva rilevato in mattinata al convegno legato alla manifestazione Rose in Festa - vogliamo proprio proporre dei pacchetti d´identità che abbiano una valenza ´culturale´ oltre che ´colturale´". Il convegno ha visto gli interventi del presidente dell´Anapri, Franco Moras, del presidente dell´Associazione allevatori Fvg, Luca Vadori, e del direttore dell´Ersa, Mirco Bellini. Relazioni tecniche sono state proposte dal direttore del Servizio sicurezza alimentare, igiene della nutrizione e sanità pubblica veterinaria della Regione, Manlio Palei; Giacomo Menta, tecnico Anapri; Fabiano Simsig, tecnico Aafvg ; Giancarlo Timballo, presidente Cogel Fipe e della Coppa del Mondo della Gelateria . In buona sostanza - come è emerso dal convegno - per fare un buon gelato ci vuole un buon latte. Sono il gusto del latte e della panna che danno la giusta fragranza. In particolare il latte di pezzata rossa contiene più grassi, che danno struttura e cremosità; proteine che conferiscono valori nutrizionali e leggerezza e sali minerali, che aumentano il valore salutistico, rispetto al latte di altre razze. L´idea è nata da un allevatore friulano, che ha aperto questa nuova strada per valorizzare il proprio latte: prima trasformandolo direttamente e poi fornendolo alle gelaterie friulane.  
   
   
MILANO, UNITÀ TUTELA CONSUMATORE SEQUESTRA “UOVA DEI 100 ANNI” E 560 CHILI DI ALIMENTI.  
 
 Tre denunciati in due ristoranti Due ristoranti, in via Montello 5 e via Sarpi 3/5 – entrambi di cucina cinese – sono stati ispezionati nei giorni scorsi dall’Unità Tutela del Consumatore della Polizia locale di Milano. Nel corso dei controlli in via Montello sono stati trovati 160 kg di alimenti mal conservati (carne, pesce e verdura), oltre a diverse confezioni di “Uova dei 100 anni” importate illegalmente dalla Cina: a causa dell’influenza viaria, infatti, ne è vietata l’importazione. Inoltre sono stati trovati pavimenti e attrezzature da cucina scarsamente puliti. Un 49enne di nazionalità cinese è stato denunciato all’Autorità giudiziaria e sanzionato con 3.500 euro di multa per le diverse irregolarità riscontrate. Il locale è stato chiuso con i sigilli, ma il titolare del pubblico esercizio, la sera stessa, ha arbitrariamente aperto il ristorante. Gli agenti sono intervenuti per la seconda volta e, accertata la manomissione dei sigilli, hanno provveduto a denunciare nuovamente il cittadino cinese e ad apporre ancora i sigilli in modo da impedire totalmente l’accesso al ristorante. In via Paolo Sarpi invece, l’Unità Tutela Consumatore del Servizio Annonaria e Commercio (Sac) della Polizia locale ha sequestrato circa 400 kg tra carne e pesce in cattivo stato di conservazione e denunciato due persone. Le operazioni sono state condotte con l’ausilio del personale della Asl.  
   
   
AVOCADOIL, UN NUOVO MODO DI CUCINARE  
 
L’avocado è una pianta di origine tropicale e sub tropicale il cui frutto viene utilizzato sia nel settore alimentare che cosmetico per le sue proprietà sorprendenti. Il frutto è ampiamente utilizzato in molte ricette: insalate, con il pesce crudo, sulle tartine o per creare cremose salse come la famosa salsa guacamole tipica della cucina messicana, ma recentemente si è scoperto che l’olio estratto dall’avocado sia un eccellente antiossidante per combattere l’invecchiamento cellulare. Grazie a Eurofood Spa, azienda che da anni importa in Italia alimenti di qualità da tutto il mondo, arriva nei supermercati Avocadoil, l’olio di avocado al 100% naturale prodotto dall’ Avocadoil Industries Limited, una delle cinque più importanti aziende mondiali produttrici di olio di avocado. Viene prodotto con frutti di avocado di primissima qualità delle piantagioni Israeliane che vengono spremuti a freddo attraverso un processo di lavorazione breve che ne protegge proprietà nutrizionali e gusto. Oltre ad avere un livello di acidità molto basso, lo 0,2%, è ricco di grassi monoinsaturi, che favoriscono la diminuzione del colesterolo ‘cattivo’ nel sangue, è una fonte eccellente di vitamina E, che aiuta nella prevenzione delle malattie cardiache e ha un alto contenuto di clorofilla, testimoniato dal colore verde intenso dell’olio, che è una sostanza rigenerante per le cellule in quanto apporta ossigeno. Dalla consistenza simile a un olio d’oliva, Avocadoil ha un sapore fruttato e ricco che rafforza il gusto del cibo a cui viene aggiunto e per questo se ne consiglia un uso a piccole dosi. Utilizzabile in sostituzione di un normale olio d’oliva, di semi o di mais, è raccomandato per cucinare, friggere e arrostire anche a temperature elevate, grazie all’alto livello del suo ‘punto di fumo’ che non lo fa bruciare. Avocadoil bottiglia 250 ml € 9,17 www.Eurofood.it  
   
   
ZUCCARI REGALA IL DIARIO ALIMENTARE ON LINE SU RECODE.IT UN PROGRAMMA CALCOLA IN AUTOMATICO I PROGRESSI QUOTIDIANI DI DIETA E ATTIVITÀ FISICA  
 
Zuccari, azienda di Trento leader a livello europeo nel settore della salute e della cosmesi naturale, ancora una volta accanto alle donne con un prezioso regalo: il diario alimentare on line, uno strumento che aiuta a ritrovare la perfetta forma fisica attraverso una verifica quotidiana del proprio stile di vita. Il diario alimentare Zuccari è gratuito per tutti: è sufficiente connettersi al sito www.Re-code.it, compilare il form inserendo i propri dati anagrafici e le proprie misure, scrivere ogni giorno cosa si mangia, cosa si beve e che tipo di attività fisica si pratica. In automatico, si ottiene il calcolo delle calorie assunte e di quelle consumate e - a fine della giornata - un bollino ci indicherà se abbiamo fatto progressi oppure no. Il diario alimentare on line di Zuccari è un valido aiuto per tutte le donne alla ricerca di una bellezza senza trucchi, uno strumento che si può abbinare all’utilizzo di re-code Platinum il rivoluzionario prodotto che risolve il problema dei chili in eccesso e mal “posizionati” lavorando sulla causa e non sugli effetti. La sua nuova formula contiene un pacchetto drenante potenziato “anti-gonfiore” che regala risultati in pochi giorni, il brevetto 3nergy che rimodella la silhouette grazie a un trittico di elementi - Fitoestrogeni, Fermenti lattici e Florizina -, gli attivi anti-età - Collagene e Papaya bio-fermentata – che sono ottimi elasticizzanti e anti-ossidanti per una pelle giovane e un corpo tonico. Re-code Platinum è la soluzione per tutte le donne che non credono più alle false promesse e vogliono migliorarsi grazie a un prodotto onesto. Re-code Platinum è disponibile in due formati: la bottiglia - ideale da tenere in casa o in ufficio - o le pratiche bustine monodose, nate per stare sempre in borsetta  
   
   
CONCLUSA LA PRIMA TAPPA DI RANGE ROVER DIWINE AWARD 2012: A QUATTORDIO LA GIURIA HA SCELTO IL BAROLO VILLERIO PRODOTTO DA LIVIA FONTANA  
 
Si è chiusa a Quattordio, in provincia di Alessandria, la prima tappa del Range Rover Diwine Award 2012, organizzato da Jaguar Land Rover e realizzato in collaborazione con l´A.i.s. E con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole. La cultura del vino, come molte altre arti del nostro Paese, è profondamente legata al territorio, ne rappresenta la storia e le radici più profonde; per questo motivo è necessaria promuoverla e sostenerla quale patrimonio unico e d’inestimabile valore. L´universo del vino, così come quello di un marchio automobilistico particolare, raffinato ed esclusivo come Range Rover, sono molto vicini ed in armonia, in quanto scaturiscono da una profonda passione, frutto di cultura, tradizione, ma proiettate decisamente verso il futuro e l´innovazione. Da ciò è nata l’idea del Range Rover Diwine Award. Con il supporto dell´A.i.s., quest´anno vengono selezionate 18 etichette di vini, individuate secondo il criterio del miglior rapporto qualità-prezzo, appartenenti a tutto il territorio italiano. Proprio a suggellare l´unione tra cultura del vino e cultura automobilistica, la giuria è composta da giornalisti del settore automotive, coadiuvati da una rappresentanza di esperti e di professionisti del settore enogastronomico. L´edizione Range Rover Diwine Award 2012 si articola in tre tappe di selezione, che corrispondono alle tre aree geografiche del nostro paese (Nord, Centro e Sud) ed una finale. Nel corso di ognuna delle tre selezioni sono presentati sei vini selezionati dall’A.i.s., individuati attraverso il criterio guida del rapporto qualità-prezzo, dei quali soltanto uno accederà alla finale. Nell’ottica di riscoprire i legami più autentici con il territorio, in cui Land Rover crede e si ritrova, la prima tappa della nuova edizione non poteva che essere una terra dalla lunga e nobile tradizione vitivinicola come il Piemonte. Dopo un’intensa giornata alla scoperta del Monferrato, che ha visto i giurati prima ospiti di Donato Lanati presso la sua cantina-laboratorio Enosis, quindi alla guida delle auto inglesi su un percorso di circa 50 km tra colline e cantine sociali, la serata è stata interamente dedicata alla degustazione di sei vini, precedentemente selezionati da A.i.s. E rigorosamente abbinati alle migliori proposte della tradizione culinaria piemontese. La giuria, composta da oltre venti giornalisti, ha dovuto scegliere tra sei prestigiose etichette. Nell’ordine: 1. Franciacorta Extra Brut 2007 - Monzio Compagnoni 2. Riviera Ligure di Ponente Pigato Le Petraie 2009 – Lupi 3. Alto Adige Pinot Bianco Sirmian 2010 – Nals Margreid 4. Friuli Isonzo Friulano 2009 – Borgo San Daniele 5. Barolo Villero 2007 – Livia Fontana 6. Valdobbiadene Superiore di Cartizze 2010 - Nino Franco Quasi un plebiscito per il Barolo Villero della cantina di Livia Fontana, prodotto in 60.000 esemplari, che meglio degli altri ha saputo corrispondere al criterio guida del premio: il rapporto "qualità-prezzo". Millesimo 2007, carico di “profumi Nebbiolo”, questo vino importante si è aggiudicato a buon diritto i 5 Grappoli dell’A.i.s. Per un gusto che sorprende, avvolgendo il naso con aromi di fiori e bacche, a cui si affiancano corpo pieno e tannini maturi, risultato di un invecchiamento di 36 mesi in botti di rovere francese. Range Rover si conferma così più di un brand automobilistico, identificandosi con uno stile di vita che crede nel rispetto delle tradizioni e nell’amore per il territorio, secondo gli stilemi di un’eleganza non ostentata. La serata di Quattordio è stata anche l’occasione per presentare la nuova rivista "Diwine Award" che, oltre a sottolineare il successo del binomio cultura enologica - Range Rover, è il segno concreto dell’importanza del premio in prospettiva futura  
   
   
OSSERVATORIO BIRRA MORETTI PRESENTA “GLI ITALIANI? KITCHEN PEOPLE!” TERZA RICERCA SOCIALE SUL CARATTERE DEGLI ITALIANI E LE LORO CONVERSAZIONI A TAVOLA LE ABITUDINI DEGLI ITALIANI (E DEGLI INGLESI) LA CASA BATTE IL RISTORANTE. OSPITALI? SÌ MA NON TROPPO  
 
. Lavoro, figli e vacanze i temi prediletti nelle conversazioni. È il sesso il grande tabù, anche con gli amici Dal 2007 Birra Moretti promuove in Italia una nuova cultura della birra proponendone il consumo durante i pasti, sia a casa sia al ristorante. “Birre & cibi italiani” è sempre più binomio vincente oltre che pratica frequente: ce lo dicono gli chef, che sempre più spesso propongono piatti a base di birra, lo confermano sommelier che amano riconoscerle e abbinarle, cosi come raffinati gourmand e nuovi scopritori del gusto che ne stanno apprezzando le numerose virtù anche grazie al proliferare della letteratura in materia. Lo sottoscrive il crescente popolo dei Beer Lover Italiani, ovvero quei 4,7 milioni (in crescita del 3% rispetto al 2010) che nutrono nei confronti della birra una vera passione preferendola a qualsiasi altra bevanda. Dopo le divertenti “Italiani? Sinceri, ma non troppo” del 2007 e “Italiani a Raggi Eat” del 2010, arriva oggi dall’Osservatorio Birra Moretti “Gli Italiani? Kitchen People!”, una nuova puntata dell’indagine sul rapporto tra gli Italiani e il cibo e sui risvolti sociali connessi al ´vivere la tavola´, condotta dalla sociologa dell’alimentazione Marilena Colussi con l’Istituto C.r.a. L’osservatorio Birra Moretti – dichiara Alfredo Pratolongo, Direttore Comunicazione e Affari Istituzionali Heineken Italia – è un osservatorio culturale in movimento, creato con l’obiettivo di conoscere sempre più da vicino gli usi e i costumi dell’Italia a tavola, convinti che, oltre a tante verità, esistano molti luoghi comuni da verificare e forse da sfatare. Con questa terza edizione abbiamo voluto accendere i riflettori sul concetto di ospitalità e sugli argomenti di conversazione prediletti o da censurare, per poi fare un raffronto con le abitudini del popolo britannico, scoprendo che è sempre più forte la nostra dimensione di Kitchen People”. La ricerca - che ha coinvolto nel mese di marzo un campione di 1.000 italiani maggiorenni, individuati tramite Telepanel C.r.a., secondo quote rappresentative della popolazione per area geografica, sesso ed età e 1000 inglesi – fa emergere in particolare: 1. L´appetito non ha orari. E l’italiano ama lo spuntino 2. Voraci o ruminanti: quanto tempo dedichiamo al cibo 3. Più a casa che al ristorante, siamo veri Kitchen People! 4. Desk Food: quando la scrivania diventa tavolo da pranzo 5. Aggiungi un posto a tavola? Una pratica meno diffusa di quanto si pensi… 6. Agenda o last minute? 7. Socievoli, allegri, spontanei e aperti: ecco come ci descriviamo. E gli inglesi salvano il gossip! 8. Prima pensi o prima parli? 9. Gli argomenti passapartout e i tabù della conversazione 10. Attento e sano purché “gustoso”. Questa la scelta alimentare degli italiani. 11. Amanti della Birra 1. L´appetito non ha orari. E l’italiano ama lo spuntino. L’appetito non ha orari… o quasi. Colazione, pranzo e cena rimangono punti fermi nell’arco della giornata rispettivamente per l’86%, il 93% e il 97% degli italiani. E lo spuntino vive un momento di gloria: il 75% se lo concede a metà mattina, il 70% nel pomeriggio e il 54% nel dopocena. “Vittima” di attacchi di fame notturni il 21% degli italiani. 2. Voraci o ruminanti: quanto tempo dedichiamo al cibo Gli italiani dedicano ogni giorno 1,12 ore alla propria alimentazione, al netto del tempo necessario per l’eventuale preparazione, ben 20 minuti meno rispetto agli Inglesi che registrano una media di 1,31 ore. Durante la settimana sia al pranzo sia alla cena viene dedicata circa mezz’ora (rispettivamente 28,5 minuti e 30,1 minuti), mentre nel weekend i tempi si dilatano leggermente: 41 minuti per il pasto a metà giornata e 35 per quello serale. Leggermente sopra la media il tempo dedicato dai Beer Lover italiani che quotidianamente “masticano” 1,24 ore. Fonte: Osservatorio Birra Moretti, 2012, Gli Italiani? Kitchen People! 3. Più a casa che al ristorante, siamo veri Kitchen People! Gli italiani preferiscono decisamente mangiare a casa: questo il dato che emerge quando viene loro domandato qual è il luogo ideale dove consumare i pasti. Durante la settimana pranza tra le mura domestiche il 78% degli intervistati (vs 61% Uk), percentuale che sale al 95% nel weekend (90% Uk). Predilige cenare in casa durante la settimana il 97% degli italiani, mentre nel weekend si scende al 94%. Tra i luoghi in cui si consuma il pranzo fuori casa durante i giorni feriali prevalgono l’ufficio (41%) e la mensa aziendale (26%), mentre nel weekend vincono ristorante (28%) e pizzeria (24%). Questi ultimi sono i luoghi prediletti dagli italiani anche per una cena fuori sia in settimana (rispettivamente 31% e 54,5%) sia durante il weekend (rispettivamente 59% e il 64%). A pranzo nei giorni feriali prevale il piatto unico (circa 48%), seguito dal pasto completo (34%) e lo snack (18%). Nel weekend invece vengono scelti, in ordine, il pasto completo (51%), il piatto unico (38%) e lo snack (circa 11%). Quest’ultima classifica vale anche per le cene fuori casa durante la settimana e nel weekend, nelle quali lo snack trova uno spazio piuttosto limitato (media del 9%). 4. Desk Food: quando la scrivania diventa tavolo da pranzo Complici la voglia di sfruttare la pausa del pranzo per navigare e chattare e/o le ristrettezze del portafogli, il dato di fatto è che il 42% degli Italiani che pranza fuori casa consuma il proprio pasto alla scrivania, “un fenomeno inesistente e inimmaginabile fino a poco tempo fa” – commenta la sociologa Marilena Colussi. E se guardiamo a cosa accade in Gran Bretagna il dato sale al 57%. 5. Aggiungi un posto a tavola? Una pratica meno diffusa di quanto si pensi… Il luogo comune vede l’italiano sempre pronto e ben disposto ad aprire la porta di casa per invitare amici e parenti a pranzo e a cena. Ma è poi proprio così? Solo parzialmente secondo l’indagine e, dato sconcertante, su questo terreno, seppur di poco, siamo superati dagli inglesi! Infatti, alla domanda “Con che frequenza le capita di avere ospiti?” solo l’11% degli italiani afferma di farlo spesso o molto spesso (contro il quasi 13% dei britannici), e ben il 19,7% ammette di non invitare mai ospiti (in Uk il 17,8%). Nella fascia intermedia si colloca un quarto (25,3%) della popolazione italiana che ha risposto “poco”, il 23% “raramente” e il 21% “abbastanza”. Ben diversa la situazione quando i padroni di casa sono i beer lover: il 19,3% di essi è ben felice di avere spesso invitati alla propria tavola, confermando una delle sue principali caratteristiche, ovvero l’ospitalità. 6. Agenda o last minute? Nell’invitare, gli italiani non si rivelano grandi improvvisatori: solo il 10,2% afferma di non pianificare e di apparecchiare senza tanti preamboli e preavvisi. Il 35,4% alterna la pianificazione all’improvvisazione, mentre al 24,1% serve poco tempo per fare un invito, ma non si riduce mai all’ultimo momento. Come dire: “mi piace avere ospiti ma devo potermi organizzare’. Coloro che pianificano gli inviti con parecchi giorni di anticipo costituiscono il 23,6%, ma i maestri della pianificazione risiedono in Uk dove a programmare gli inviti per tempo sono ben il 30%. 7. Socievoli, allegri, spontanei e aperti con gli altri: ecco come ci descriviamo. E gli inglesi salvano il gossip! Gli italiani si descrivono per lo più come socievoli (46,6%), allegri (36,1%), spontanei (31%) e aperti con gli altri (27,9%). Rispettivamente il 19,8% e il 15,3% degli intervistati si definiscono anche riservati e controllati. All’identikit del socievole corrispondono uomini e un po’ più di donne. Indipendente, aperto con gli altri, leader. Meno timido e pettegolo della media degli italiani: questo l’invidiabile profilo del Beer Lover. E gli inglesi? Si riconoscono in particolare in tre aggettivi: socievoli (55,4%), indipendenti (29,6%) e allegri (29,1%) ma, allo stesso tempo, non celano l’innato amore per il gossip giacché il 24,3% si descrive come pettegolo e chiacchierone (contro un modesto 3,8% degli italiani). Altri tratti interessanti che sottolineano le differenze tra i due popoli sono anche la timidezza (che caratterizza il 17,7% dei britannici contro l’8,4% degli italiani), e un po’ più di trasgressività (dichiarata dal 10,3% degli inglesi contro l’1,3% degli italiani). Fonte: Osservatorio Birra Moretti, 2012, Gli Italiani? Kitchen People! 8. Prima pensi o prima parli? Sul fronte della spontaneità emergono le grandi differenze tra Italiani e Inglesi. Quasi 1 italiano su 2 “tende a dire tutto ciò che pensa” contro 1 inglese su 4, ma c’è anche un 8% degli italiani che, dopo aver detto tutto quello che pensa, “poi si morde la lingua”, contro il 16% degli inglesi che prova rimorso. Gli inglesi si considerano del resto più diplomatici e forse anche un po’ indecisi: quasi un quarto “non sa mai se dire o non dire quello che pensa” rispetto al 12% di italiani. Coloro che controllano molto quello che dicono, invece, rappresentano uno ‘zoccolo duro’ in entrambi i Paesi: il 25 %. 9. Gli argomenti passapartout e i tabù della conversazione Quali sono gli argomenti prediletti da italiani e inglesi a tavola? In cima alla classifica, per entrambi, c’è il cibo (28% nelle conversazioni con amici, sia in Italia che Uk; 30% Italia vs 29% Uk nelle conversazioni con parenti), quello che si sta degustando e non solo. Al secondo posto, per gli italiani a tavola con gli amici, troviamo il lavoro (27%), al terzo i figli, l’educazione e la scuola (25%) e quindi le vacanze (24%). Agli italiani non piace parlare di politica, di economia e di soldi, ma l’argomento tabù per eccellenza è il sesso, sia quando ci si ritrova tra amici (45%) sia quando (anzi soprattutto) quando si è in compagnia di parenti (64%). Idem per gli inglesi: il sesso è l’argomento per loro più imbarazzante (44% con amici e 71% con parenti). Nella classifica degli argomenti imbarazzanti per gli italiani, seguono i fatti relativi ad altri parenti o amici che si conoscono e quelli relativi al proprio partner (rispettivamente 19% e 14%). Agli inglesi, invece, piace di più parlare di sé stessi (26% a tavola con amici e 28% in famiglia), di cinema, teatro e musica, soprattutto con gli amici (25%), e di vacanze, soprattutto con parenti (25%). E l’immancabile conversazione sul tempo? Quanto meno a tavola, è un tema marginale anche tra gli inglesi, visto che ne parlano il 7% con gli amici e l’8% con i parenti. Argomenti che imbarazzano a tavola - Fonte: Osservatorio Birra Moretti, 2012, Gli Italiani? Kitchen People! 10. Attento e sano purché “gustoso”. Questa la scelta alimentare degli italiani. Attento e sano, ma gustoso. Così si può riassumere la scelta alimentare degli italiani: l’83% afferma di consumare prodotti freschi non conservati (il 71,1% preferisce quelli che non rischiano di nuocere alla salute) e il 78,5% predilige la cucina gustosa e saporita. Più della metà degli intervistati (66,7%) cerca di ridurre al minimo i grassi e di fare attenzione al contenuto calorico di ciò che mangia (52,4%). Zuccheri e dolci vengono evitati da quasi metà del campione (48,2%) e il 33,6% fa uso di cibi biologici. Un certo spazio viene riservato ai cibi etnici (23,9%), e comunque anche al fast food (21,5%) e ai piatti pronti (19%). 11. Amanti della Birra Nel nostro Paese il consumo di birra è in costante aumento. “Gli Italiani? Kitchen People!” evidenza un solido 27,6% che se ne concede una almeno una volta alla settimana (e fra questi spicca il 3,9% di italiani che beve birra tutti i giorni). Non stupisca dunque che cresca in misura proporzionale il movimento dei Beer Lover, ovvero quei 4,7 milioni (in crescita del 3% rispetto al 2010) che nutrono nei confronti della birra una vera passione preferendola a qualsiasi altra bevanda. Persiste allo stesso tempo un ritroso 33,7%, astemi inclusi, che rivela di non farne mai uso. Gli inglesi risultano assidui consumatori di birra: il 5,4% ne beve almeno una al giorno, mentre la percentuale sale al 37,7% passando a una frequenza di una volta a settimana. Solo un quarto degli intervistati (25,5%) afferma di non farne mai uso. Tra le frasi che meglio descrivono il rapporto degli intervistati con la birra, l’82,9% ha scelto “Bevo birra quando mangio la pizza e/o con pasti veloci”. Il 79,3% ritiene importante il modo in cui viene servita, mentre il 77,9% ritiene che sia una bevanda apprezzata da diverse categorie di persone. Il 67,6% preferisce berla d’estate e il 67,3% ne fa uso in casa e in famiglia. La birra è scelta come aperitivo dal 23,8% degli italiani e ben il 26% degli italiani dichiara di amare bere birra mentre guarda una partita di calcio. Fonte: Osservatorio Birra Moretti, 2012, Gli Italiani? Kitchen People! www.Birramoretti.it  
   
   
BERLUCCHI CELEBRA CON UNA MONOGRAFIA 50 ANNI DI STORIA PRESENTATA A MILANO LA MONOGRAFIA DELL’AZIENDA FRANCIACORTINA FIAMMETTA FADDA, DECIO CARUGATI E FRANCO ZILIANI –CON IL CONTRIBUTO DI GIANFRANCO VISSANI- RACCONTANO IL PERCORSO DI UN MARCHIO CHE HA RESO GRANDE UN TERRITORIO  
 
Serata d’eccezione a Milano, per celebrare “Berlucchi”, la monografia della storica azienda franciacortina che ha recentemente spento le sue prime 50 candeline: nello splendido giardino dello Sheraton Diana Majestic, Fiammetta Fadda, giornalista e critica enogastronomica, moderatrice dell’incontro, insieme a Decio Giulio Riccardo Carugati –curatore della monografia- e Franco Ziliani -Presidente della Guido Berlucchi- hanno presentato il volume che celebra i 50 anni della nota maison vinicola. La monografia Berlucchi, suddivisa in cinque decadi, racconta il mezzo secolo di storia della Guido Berlucchi attraverso la testimonianza del suo pioniere Franco Ziliani, ideatore, nel 1961, del primo Franciacorta, incorniciata dai contributi di protagonisti del mondo del gusto e della cultura e fotografie di repertorio, che illustrano l’avventura della casa franciacortina legandola alle immagini-simbolo degli ultimi cinquant’anni della nostra storia. Grazie ai loro diversi punti di vista, i contributor del volume offrono al lettore attento una prospettiva a tutto tondo su come il Franciacorta abbia influenzato –diventandone figlio primogenito- il destino di un territorio prima e di un’epoca e di una generazione poi, rappresentando la democratizzazione del bere festoso, “eccitante, non più esclusivo di momenti solenni ma abitudine felice, cresciuta con l’estro di vignaioli appassionati e visionari. Tipo quel Franco Ziliani –scrive Giusi Ferrè- che sognava di produrre in franciacorta un Metodo Classico, un vino raffinato che la rifermentazione in bottiglia arricchisce di profumo e bollicine”. Francesco Arrigoni, Daniele Cernilli, Giusi Ferrè, Fiammetta Fadda, Enzo Vizzari, Marco Sabellico, Carlo Petrini, Massimo Tedeschi e Gabriele Archetti raccontano rispettivamente di virtuose trasformazioni di un territorio, di un imprenditore che ha trasformato un sogno nel motore portante di un’economia territoriale, di bere democratico, dell’innovazione di bollicine a tutto pasto, di un giovane enologo visionario, di curiose coincidenze anagrafiche, di meccanismi d’eccellenza, di gentiluomini di campagna, delle origini di un territorio. Semplicemente, di Franciacorta. La presentazione è stata accompagnata da uno show cooking diretto da Gianfranco Vissani, notissimo chef, che ha interpretato in chiave contemporanea grandi piatti della cucina tradizionale italiana: cocktail di scampi con tartufi neri e bastoncini di sedano al tabasco, risotto con zabaione al Berlucchi e fondente di fragole, fettuccine al salmone con yogurt ghiacciate al kirsch, anatra croissé con patate viola e fegato grasso al cocco, zafferano e menta, zuppa inglese. Una serata d’eccezione dove bien vivre, storia e costume si sono uniti, con sapienza ed eleganza, sotto il segno del Franciacorta  
   
   
PIPER-HEIDSIECK ROSÉ SAUVAGE  
 
Una pelle di coccodrillo rosa shocking custodisce preziosamente la bottiglia dello champagne Piper-heidsieck Rosé Sauvage Per rendere ancora più cool i party dell’estate Piper-heidsieck ha realizzato Rosé Sauvage, una delizia da ammirare ancora prima di essere degustata: la bottiglia del nuovo champagne Piper-heidsieck Rosé Sauvage, infatti, è custodita preziosamente da una pelle di coccodrillo rosa shocking. La morbidezza e l’originalità dell’involucro in lattice rosa sublimano la bottiglia Piper-heidsieck e invitano a condividere momenti unici sotto il denominatore comune della raffinatezza che contraddistingue la maison francese fin dalla fine del Xiii° secolo. L’effetto rinfrescante che si percepisce assaporandolo inizialmente indica lo spirito e la passione dello champagne ed è intensificato da profonde note di frutti rossi e marasca che precedono note di agrumi, mandarino e arance rosse. Questo urban champagne arricchisce di effervescenza le serate estive più mondane e contraddistingue i propri momenti di uno spirito anticonformista, romantico, glamour o rock´n´roll. Essere audace per Piper-heidsieck è uno stile di vita, un nuovo modo di brillare. Per ottenere l’effetto “coccodrillo”, è stata scansionata la pelle di un magnifico alligatore del Nilo per oltre 12 giorni. Un laser ha poi stampato la sua trama su una sagoma dando così un effetto unico ad uno strato di lattice che crea una perfetta copia delle squame che simboleggiano da sempre il lusso più estremo e raffinato. La bottiglia “skin” è disponibile anche nella versione brut