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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 06 Giugno 2012 |
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LA SICILIA ISTITUIRA’ ENERGY MANAGER A TITOLO GRATUITO |
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Palermo, 6 giugno 2012 - "Punteremo ad abbattere il consumo energetico, e per questo sara´ prevista per tutti i dipartimenti dell´assessorato Territorio la figura di un ´Energy manager´ per promuovere l´uso razionale dell´energia. Si occupera´ di mappare, informatizzare e trasformare gli attuali impianti, adeguandoli ai criteri di basso consumo energetico". Lo ha detto Alessandro Arico´, assessore al Territorio e Ambiente della Regione Siciliana intervenendo al "World Environment Day", la giornata mondiale dell´ambiente istituita dall´Onu, celebrato ieri in tutta la Sicilia. "Sara´ una figura - ha aggiunto Arico´ - anche questa ´a basso impatto ambientale´, perche´ sara´ assolutamente a titolo gratuito, cosi´ come tutti i consulenti ed esperti di cui mi avvarro´ durante il mio mandato saranno senza emolumenti". Gli stand del Wed sono stati predisposti al Giardino inglese, da assessorato regionale Territorio ed Ambiente, Arpa Sicilia, Corpo Forestale della Regione Siciliana, Parco delle Madonie e Azienda regionale foreste demaniali. Sono intervenuti tra gli altri Salvatore Cocina, commissario straordinario Arpa Sicilia, Pietro Tolomeo, dirigente generale Corpo Forestale della Regione, Giuseppe Barbera, assessore comunale Vivibilita´, Verde e Spazi Pubblici e Angelo Pizzuto, commissario Parco delle Madonie. |
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GSE PER APER: L’INFORMAZIONE PER GLI OPERATORI DELLE RINNOVABILI IN TEMPO REALE ATTIVA UN NUOVO CANALE INFORMATIVO DEDICATO ESCLUSIVAMENTE AGLI ASSOCIATI APER |
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Milano, 6 giugno 2012 – Il Gestore dei Servizi Energetici ha attivato un nuovo canale informativo dedicato all’Associazione dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, con l’obiettivo di aprire in tempo reale un dialogo tra Gse e gli associati Aper. “Mettere a disposizione le proprie competenze tecnico-specialistiche attraverso un canale bidirezionale che consenta al Gse di colloquiare in modo più diretto con gli operatori, nonché di recepirne le richieste e le aspettative, è il primo degli strumenti messi a punto nell’ambito del protocollo d´intesa firmato lo scorso febbraio tra Gse e Aper, che, nel rispetto dei reciproci ruoli istituzionali, hanno voluto avviare delle azioni congiunte e strutturate per promuovere lo sviluppo della filiera italiana nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili” ha dichiarato Nando Pasquali, Amministratore Delegato del Gse. “Aper e Gse – commenta Agostino Re Rebaudengo, presidente di Aper – lavorano insieme per aumentare la capacità di risolvere i problemi derivanti dalla continua evoluzione della normativa che regolamenta il settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica”. Questo nuovo strumento rappresenta infatti un vero e proprio ponte, capace di avviare un confronto strutturato e permanente sull’evoluzione della normativa che regolamenta il settore energetico e sulla relativa applicazione, oltre a fornire un supporto tecnico-giuridico specialistico per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dei temi dell’efficienza energetica. Http://www.aper.it/index.asp?idcategoria=14&idsottocategoria=52&idsottopagina=2378&iniziosottopagine=0 |
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TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA: SEMINARIO REGIONE MARCHE ED ENEA. |
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Ancona, 6 giugno 2012 - A seguito dell´emanazione da parte dell’Autorità per l’Energia elettrica ed il gas della nuova Delibera 9/11 del 27/11/2011, l’Ufficio territoriale Enea di Ancona organizza, in collaborazione con il Servizio Territorio Ambiente ed Energia della Regione Marche, un seminario dal titolo “Il sistema dei titoli di Efficienza Energetica: un’importante opportunità di finanziamento per le imprese”. L’appuntamento è per mercoledì 6 giugno alle ore 9,00 presso la Sala Verde di Palazzo Leopardi. In base alla normativa, a fronte della realizzazione di un intervento per il miglioramento dell’efficienza energetica in ambito aziendale, è possibile accedere ai "Titoli di efficienza energetica" (Tee) - detti anche "certificati bianchi" - e in tal maniera ottenere un contributo finanziario con cui coprire, in tutto o in parte, le spese di realizzazione dell’intervento. L’assessore regionale all’Ambiente Sandro Donati sottolinea come “Attualmente i certificati bianchi siano il mezzo più importante a disposizione delle imprese per finanziare interventi che fanno risparmiare energia. Con questo appuntamento vogliamo evidenziare tutti i vantaggi e le opportunità che i Tee possono rappresentare per le imprese presenti sul territorio regionale e, contemporaneamente, aiutare i nostri imprenditori a muoversi nel complesso sistema di accesso ai certificati bianchi.” I Tee sono emessi dal Gme – Gestore dei mercati energetici - previa autorizzazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, al fine di certificare la riduzione dei consumi conseguita attraverso l’effettiva realizzazione di interventi e progetti di efficientemento. I grandi distributori di energia elettrica e di gas naturale - i soggetti ‘obbligati’ - possono conseguire i propri obiettivi di incremento di efficienza energetica sia attraverso la diretta realizzazione di progetti, col conseguente riconoscimento dei Tee, sia acquistando Tee da altri soggetti ‘volontari’ operanti sul mercato). L´enea gestisce, per conto dell´Autorità per l´energia elettrica e il gas, l´istruttoria delle proposte per l´ottenimento dei certificati bianchi. L’organizzazione del seminario rientra tra le attività dell’Ufficio Territoriale Enea istituito all’interno della Regione in seguito all’intesa Regione Marche - Enea sottoscritta nel 2011. Le finalità dell’ufficio Enea è quello di promuovere l’efficienza energetica, i servizi energetici sostenibili e lo sviluppo delle fonti rinnovabili sul territorio regionale con particolare riferimento a l’attuazione di quanto previsto dai recenti decreti sull’energia e sulle fonti rinnovabili. |
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IN TEMPI DI CRISI ANCHE L’AFFITTO DIVENTA “ATIPICO” RADDOPPIATA NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO L’OFFERTA DI AFFITTI PER BREVI PERIODI (124%) SI TRATTA PER LO PIÙ DI BILOCALI, IN POSIZIONI CENTRALI DELLE GRANDI CITTÀ, CON PREZZO MEDIO DI 729 EURO/MESE |
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Milano, 6 giugno 2012 – se la casa di proprietà è un sogno e anche la locazione è diventata impegnativa per stili di vita sempre più precari, anche l’affitto diventa “atipico” complice la crisi, l’offerta di affitti transitori ha fatto il botto su idealista.It nel corso dell’ultimo anno; sono più che raddoppiati gli annunci di case in locazione (124%) mentre è cresciuto a due cifre l’interesse degli utenti per questo genere di soluzione (60%). E’ uno dei tanti fenomeni nati dalla crisi che sta cambiando le abitudini di consumo di fasce sempre più ampie della popolazione; all´inizio riguardava solo gli affitti delle case vacanza per periodi brevi o brevissimi - in particolare le giovani coppie di fascia media – , ora riguarda trasfertisti, studenti di master, business men metropolitani e persone “di passaggio” in città, per periodi che vanno da un mese a più di un anno. Secondo Vincenzo De Tommaso, ufficio studi idealista.It: “in un momento in cui non si compra e non si vende si fa strada una sorta di micro-economia tra le persone finalizzata al risparmio. Questa formula, che trasforma le case in hotel e i viaggiatori in ospiti, è estremamente interessante per i proprietari per monetizzare surplus divenuti meno sostenibili, come una stanza in più in un appartamento di una grande città oppure una seconda casa”. I punti di maggiore attrazione sono bologna, firenze, roma e milano, queste ultime sono anche le più ricche di annunci dove compare la frase “affittasi per brevi periodi”, mentre tra le emergenti si segnalano Torino, Perugia e Brescia. Secondo l’ufficio studi idealista.It un affitto breve costa mediamente il 20% in più di un uno annuale, con punte del 50% ad esempio a Firenze dove un immobile arriva a rendere al proprietario il 6,2% al netto della tassazione, e nelle principali città non va mai sotto il 5%. I mesi “caldi” sul fronte della domanda sono marzo e settembre, quando si inizia a pianificare una vacanza oppure un trasferimento per motivi di lavoro o di studio. L´offerta di questa tipologia di affitto si concentra per il 39,9% in toscana, secondo i dati di rentalia, il sito leader negli affitti di case vacanze del gruppo idealista, segue la puglia e la provincia di Roma. Il prezzo medio dell´affitto nei mesi "caldi" di luglio e agosto in Italia è di 221 euro/settimana per persona. Nel caso della toscana si parla di 231 euro/settimana. Le case al mare registrano un picco d’interesse tra giugno e luglio, le case in montagna a novembre.
affitti di breve periodo per vacanza più ricercati su rentalia |
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euro/settimana |
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gambassi terme - montignoso |
appartamento in residence di 90 m² con giardino |
450-790 |
trapani |
marsala |
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appartamento di 120 m² fronte mare con terrazzo |
140-210 |
roma |
roma |
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appartamento di 65 m² |
133-600 |
firenze |
firenze |
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appartamento di 65 m² con servizio babysitter |
490-770 |
brindisi |
ostuni |
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villetta in residence di 70 m² con piscina |
160-1.230 |
ascoli piceno |
san benedetto del tronto |
appartamento di 58 m² con terrazzo |
280-600 |
olbia-tempio |
cugnana |
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appartamento di 65 m² con piscina |
295-826 |
grosseto |
massa marittima |
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appartamenti da 60 m² con piscina |
210-280 |
roma |
roma |
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appartamenti da 120 a 270 m² |
600-940 |
brindisi |
ostuni |
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monolocale caratteristico in centro |
250-500 |
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fonte: http://it.Rentalia.com | |
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LOMBARDIA: 19 MILIARDI DI EURO IL FATTURATO DEL MERCATO DELLA CASA |
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Milano, 6 giugno 2012 - Sono state oltre 119.000 le compravendite di case nel 2011 in Lombardia, per un fatturato totale stimato in oltre 19 miliardi di euro, un quarto del totale italiano (il 19,7% di tutte le case vendute ed il 18,7% del fatturato italiano). Comprare casa in Lombardia è costato in media 160 mila euro per una superficie media di circa 99 mq. E se nel panorama lombardo spicca la città di Milano dove in media le case costano 250 mila euro, il 36% in più rispetto al fatturato medio lombardo e il 32% in più rispetto alla media italiana, tra le province, dopo Milano che è prima con il 44,5% delle transazioni immobiliari registrate in Lombardia, vengono Brescia (11,3%) e Bergamo (10,7%) anche se il fatturato medio delle compravendite, dopo Milano (183 mila euro), si registra a Mantova (166.210 euro) e Como (159.822 euro). Case più care a Milano quindi, ma anche più piccole, in media 83,3 metri quadri che scendono a 82,4 mq considerando solo la città. E se Milano sui metri quadri è battuta solo da Sondrio, dove la superficie media venduta nel 2011 è stata di 81,3 metri quadri, in media sono Mantova e Varese le province dove si vendono le case più grandi, rispettivamente 171,9 mq e 107,7 mq. Eire 2012. - La Camera di Commercio di Milano con l’azienda speciale Osmi, Borsa immobiliare di Milano partecipa a Eire - Expo Italia Real Estate, una delle principali fiere europee dedicate al mercato immobiliare e al real estate italiano e dell´area mediterranea. Per l´edizione 2012 di Eire, il ´Milan Metropolitan system´ promuove le progettualità e le opportunità offerte dal mercato immobiliare milanese e dai suoi protagonisti sul territorio comunale e provinciale. Coespositori presenti: Camera di Commercio di Milano, Camera di commercio di Monza e Brianza, Fimaa Milano Monza & Brianza, Nabucco Re, Nca engineering, Praxi, Re Gesta Network, Rina Group, T Project. Le agenzie immobiliari in Lombardia. Sono oltre 8.300 le imprese che in Lombardia di occupano di mediazione immobiliare, stabili in un anno (+0,2%). In crescita la provincia di Milano (3.500 sedi d’impresa attive, +1,2%), soprattutto a Milano città (2.099 imprese attive, +1,9% in un anno; il 25,2% del totale lombardo ed il 60% di quello provinciale). Tra le province bene anche Varese (9,1%), Bergamo (8,8%) e Brescia (8,1%). Emerge una elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati registro imprese 2012 e 2011 e su dati agenzia del territorio 2011 in occasione della partecipazione della Camera di Commercio di Milano attraverso la sua azienda speciale Osmi Borsa Immobiliare ad Expo Italia Real Estate 2012. |
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ARREDO URBANO. 13 NUOVE AREE RISTORO NELLE AREE VERDI DI MILANO |
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Milano, 6 giugno 2012 - Sono 30 i nuovi tavoli in legno con panchine e cestini per la raccolta differenziata distribuiti in varie zone della città. Maran: “Manteniamo la promessa di rendere Milano una città sempre più ospitale e attenta al verde e all’ambiente" I parchi e i giardini milanesi sono il luogo ideale dove passare la pausa pranzo lontani dal traffico e dal rumore, dove fermarsi a leggere o studiare, in compagnia di colleghi o amici. Il Comune ha deciso di installare 13 nuove aree ristoro, per un totale di 30 tavoli, corredati dalle rispettive panche in legno e cestino per la raccolta differenziata, come segno di attenzione anche all’ambiente. Saranno distribuiti nelle varie zone della città e i lavori si concluderanno entro il mese di giugno. Già istallate le aree in Zona 4 e 5. “Manteniamo la promessa fatta ad ottobre di offrire ai milanesi dei luoghi dove vivere un momento di relax e socialità e godere della bellezza del nostro verde nel rispetto dell’ambiente”, ha dichiarato l’assessore alla Mobilità, Ambiente, Arredo Urbano e Verde Pierfrancesco Maran. “Le località sono state decise insieme ai Consigli di Zona perché, sia in centro sia in periferia, tutti possano usufruire di questo semplice servizio che aiuta però a rendere la Milano più ospitale”. Queste le nuove aree ristoro: Zona 2 – 3 tavoli nel parco della Martesana e 2 nell’area verde in Viale Monza davanti al Gaetano Pini; Zona 3 - 2 tavoli in via Feltre, nel Parco Lambro, vicino all’area skate e 2 in Valvassori Peroni, presso la biblioteca; Zona 4 - 2 tavoli in via Oglio, 2 nel parco Formentano e 1 in via Maspero; Zona 5 - 3 tavoli nel parco Ravizza e 3 nel parco Baravalle Zona 7 - 2 tavoli nei giardini di via Tofano e 2 in via Engles; Zona 9 - 3 tavoli nel parco Bassi e 3 nel parco Walter Chiari. Lo scorso mese di ottobre, il Comune aveva già installato tavoli e panchine in largo Richini, vicino all’Università Statale, al parco Don Luigi Giussani (ex Solari), al Giardino della Guastalla e ai Giardini pubblici Indro Montanelli. Anche con le nuove aree che arriveranno, verrà salvaguardato l’ambiente: su tutti i tavoli, infatti, sarà esposto il seguente invito: “Questa è un’area ristoro. Dopo aver consumato il tuo pasto aiutaci a tenerla pulita, usa i contenitori colorati pubblici per la raccolta differenziata”. |
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CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO A IMPRESE E COOPERATIVE PER CESSIONE ALLOGGI IN PROPRIETA’: REGIONE VENETO E BANCHE FIRMANO CONVENZIONI |
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Venezia, 6 giugno 2012 - Dopo la sottoscrizione di ieri delle convenzioni con le banche, il programma regionale per l’edilizia residenziale pubblica attivato dalla Regione entra nella piena operatività. Le famiglie venete, in possesso dei requisiti ‘prima casa’, acquirenti o assegnatarie di alloggi finanziati e realizzati da imprese e cooperative, potranno finalmente beneficiare dei contributi a fondo perduto che la Regione a suo tempo ha stanziato per abbattere i tassi di interesse sui mutui contratti con le banche: se gli istituti mutuanti non rinnovarono l’accordo a causa del particolare periodo di crisi finanziaria, con la firma di oggi sarà possibile riprendere quel percorso di sostegno economico intrapreso, riducendo, grazie al contributo regionale, il capitale di mutuo contratto. L’annuncio è del presidente della Regione, Luca Zaia, che ha firmato oggi con nove istituti di credito altrettante convenzioni per dare una concreta risposta alle esigenze sociali abitative dei cittadini veneti e ha illustrato insieme all’assessore all’edilizia residenziale, Massimo Giorgetti, le finalità del provvedimento, le modalità operative e le procedure di erogazione dei finanziamenti destinati alla cessione in proprietà di alloggi a prezzo convenzionato. “Grazie all’intervento economico della Regione – ha detto Zaia –, con circa 57 milioni di euro potranno essere soddisfatte le esigenze abitative di circa 2.200 famiglie venete, ognuna delle quali avrà la possibilità di contare su un contributo a fondo perduto per un massimo di 25 mila euro”. “Su incarico della Giunta – ha spiegato, nel dettaglio, l’assessore Giorgetti – ho provveduto ad avviare con le banche una serie di consultazioni per individuare delle soluzioni alternative che permettessero il sostegno finanziario per l’acquisto della prima casa, nonostante il manifestarsi della congiuntura negativa degli ultimi tempi che ha causato forti ripercussioni sul procedimento finanziario del sistema bancario, determinando una oggettiva difficoltà nel dare seguito alle condizioni originariamente concordate con gli istituti di credito. In altre parole, l’aiuto finanziario si traduce nella riduzione del capitale di mutuo anziché nella riduzione degli interessi da pagare, producendo in ogni caso l’abbattimento della rata che gli acquirenti sono tenuti a restituire mensilmente alla banca”. Sono nove gli istituti di credito firmatari della convenzione, che rappresentano circa l’80 per cento dello sportello bancario presente nel territorio regionale: Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo (Padova); Unicredit (Roma); Cassa di Risparmio di Venezia; Monte dei Paschi di Siena; Banca Antonveneta – Gruppo Montepaschi (Padova); Banco Popolare – Società Cooperativa (Verona); Banca Nazionale del Lavoro (Roma); Cassa di Risparmio del Veneto (Padova); Banca Popolare di Vicenza. “Nel ringraziare le banche che oggi hanno sottoscritto le convenzioni – ha concluso Giorgetti –, preciso che altre potranno in seguito aderire a questa iniziativa che è frutto di un vero e proprio gioco di squadra, di una proficua concertazione tra Regione, istituti bancari, associazioni delle imprese e delle cooperative. Grazie al tavolo di lavoro al quale tutti hanno dato il proprio contributo e la propria disponibilità, abbiamo sbloccato una situazione complicata e immesso nel mercato risorse già stanziate che rischiavano di non essere utilizzate, offrendo alle famiglie venete un’interessante opportunità e un aiuto concreto per acquisire la prima casa di abitazione”. I requisiti per l’accesso ai benefici sono consultabili nel sito www.Regione.veneto.it all’interno delle pagine curate dall’Unità di Progetto Edilizia Abitativa. |
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PREVENZIONE SISMICA: IN UMBRIA SERVONO 220 MILIONI DI EURO SOLO PER LA MESSA IN SICUREZZA DEGLI EDIFICI SCOLASTICI.
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Perugia, 6 giugno 2012 - Sono quasi 650 gli edifici su un totale di circa 1600 che in Umbria sono soggetti all’obbligo di verifica sismica. E’ uno dei dati che emerge dall’aggiornamento al 31 maggio scorso della ricognizione effettuata dalla Regione dell’Umbria in vista della scadenza del termine, fissato al prossimo 31 dicembre da un ordinanza ministeriale, che obbliga i proprietari delle cosiddette opere strategiche (edifici destinati a sedi di amministrazioni pubbliche, ospedali, strutture sanitarie, edifici individuati per la gestione dell’emergenza, strade, ferrovie ecc.) e rilevanti (scuole, teatri, biblioteche ecc.) di procedere alla verifica sismica per le finalità di protezione civile in caso di evento sismico. “E’ una situazione che merita la massima attenzione, afferma l’assessore regionale Stefano Vinti, in quanto questi numeri sono certamente destinati ad aumentare, visto che non tutti i soggetti obbligati hanno provveduto a censire le opere di competenza, e, visto che le risorse a disposizione della nostra regione coprono poco più del dieci per cento delle necessità rilevate soltanto nel settore dell’edilizia scolastica”. Agli uffici regionali sono pervenute le schede di 1545 strutture strategiche e rilevanti (1.216 edifici e 329 ponti). “Per fornire un ordine di grandezza circa le risorse necessarie, ha affermato Vinti, recentemente, da una stima sui costi necessari per il completamento delle verifiche sismiche sugli edifici scolastici che rappresentano una tipologia di edifici strategici e rilevanti e per eventuali interventi di miglioramento sismico sugli stessi è risultato che servono circa 4 milioni di euro per le verifiche e circa 220 milioni di euro per gli interventi necessari per conseguire il miglioramento sismico. Sia le verifiche che gli eventuali interventi di miglioramento ed adeguamento sismico sono a carico dei proprietari, in gran parte individuabili negli Enti Locali, che, come è noto, non sono in grado di fronteggiare, neanche con programmi pluriennali, impegni così rilevanti”. Ad oggi, le risorse destinate a tali attività sono quasi esclusivamente quelle derivanti dalle Ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri e da leggi speciali, gestite dallo Stato e dagli Uffici Regionali, pari ad 24.746.183 euro di cui 3.427.103 euro per le verifiche sismiche su edifici scolastici e ospedalieri, 18.742.342 euro per gli interventi di miglioramento sismico degli edifici scolastici ed, infine 2.576.738 euro per gli interventi di adeguamento strutturale o di sostituzione degli edifici del sistema scolastico. Al riguardo, in ambito regionale nel mese di dicembre 2011 sono stati assegnati 1.363.667 euro ad aziende sanitarie ed ospedaliere per l’esecuzione di verifiche sismiche sulle strutture sanitarie. Con le ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri nei prossimi cinque anni, fino al 2016, saranno finanziati in Umbria, interventi di prevenzione del rischio sismico per circa 40.000.000 dei quali solo il 50%, presumibilmente, potrà essere destinato agli edifici pubblici strategici e rilevanti. “E’ evidente che serve un cambio di rotta da parte del governo nazionale, sottolinea l’assessore. Una buona prevenzione del rischio sismico richiede interventi finanziari rilevanti ma sono interventi che possono mettere in sicurezza il territorio, gli edifici e le strutture pubbliche e quindi far risparmiare lo Stato dagli oneri derivanti da eventuali calamità, come i fatti di questi mesi, dalle alluvioni agli eventi sismici, dimostrano. Inoltre un investimento sulla prevenzione, conclude Vinti, costituirebbe anche un buon volano per la ripresa economica, perché produrrebbe occasioni di lavoro per migliaia di imprese sul territorio nazionale e consentirebbe un opera indispensabile di tutela, salvaguardia e messa in sicurezza del territorio”. |
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PASSERA: LA NOSTRA AGENDA DELLA CRESCITA APERTA AL CONFRONTO, MA DEVE CREARE POSTI DI LAVORO |
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Trento, 6 giugno 2012 - Dopo la visita al Festival dell´Economia del ministro Fornero nella giornata del 2 giugno, occhi puntati stamani su Corrado Passera, ministro dello sviluppo economico, infrastrutture e trasporti del governo Monti. Il ministro Passera si è inserito nel programma del Festival nella sezione "Visioni", partecipando al Teatro Sociale all´incontro con l´inglese Adair J. Turner, docente di economia, presidente dell´autorità di vigilanza sui cambiamenti climatici del Regno Unito e membro della Camera dei Lord, che – introdotto da Massimo Gaggi – ha discettato sul tema "Crescita, felicità, benessere: quale il vero obiettivo?". L´atteso intervento del ministro Passera è stato preceduto e "preparato" dalle riflessioni di Adair J.turner che, pur non riconoscendosi nelle tesi di Serge Latouche, "secondo il quale la società dovrebbe andare incontro a una decrescita felice", ha appoggiato in modo convinto comunque la necessità di una "crescita sostenibile, di una crescita che ha la libertà dei mercati come strumento e non come obiettivo centrale, che sappia adattarsi alle specificità dei singoli Paesi. Certo, dovremo creare maggiore crescita – ha aggiunto Turner, – ma ad esempio senza produrre e favorire un consumismo sfrenato. Una crescita con dei limiti, insomma, e sono stati proprio i limiti a venir nella situazione pre-crisi", in quella che Turner ha spesso chiamato "l´altra vita". Se ad esempio andiamo a leggere alcuni documenti pubblicati solo quindici mesi prima del tracollo bancario negli Stati Uniti, potremmo leggere che "è universalmente riconosciuto che lo sviluppo dei mercati dei derivati creerà mercati finanziari con un sistema più resiliente, in cui la probabilità delle banche di fallire è notevolmente ridotto.." Ecco, poi abbiamo visto com´è andata a finire! Crescita non come feticcio, quindi: "Se io dovessi scegliere – ha detto Turner – tra una crescita del Pil di +1,8% annuo graduale e senza contraccolpi e una crescita del +2% con picchi e contraccolpi, non avrei dubbi. Sceglierei senza alcun dubbio la strada di una crescita graduale e dolce. Prima della crisi finanziaria ed economica, invece, il modello da seguire in modo quasi dogmatico era proprio la crescita sfrenata, senza limiti e senza regole, con picchi e contraccolpi che addirittura, si diceva, servono per aumentare l´efficienza del sistema." Una crescita "tranquilla", insomma, è quella pronosticata dall´economista inglese: una crescita che non crei nuovo consumismo, che non provochi grandi disuguaglianze, che non favorisca atteggiamenti superficiali. Una crescita che abbia come obiettivo la felicità e non la moda o l´ostentazione dello status raggiunto. Se basta un cappotto per tenerci al caldo d´inverno – ha concluso Adair J.turner, – non è che, avendone due chiusi nell´armadio, stiamo più al caldo!" Il ragionamento di una crescita responsabile e la proposta di una società in cui l´aumento del Pil non corrisponda necessariamente ad un aumento anche delle diversità negli stili di vita, ha fornito al ministro Passera la possibilità di spiegare i motivi più profondi e il lavoro spesso oscuro e poco noto che stanno alla base della cosiddetta "Agenda della crescita" tanto cara all´intero gabinetto Monti. "Se noi analizziamo la situazione drammatica in cui versa l´Europa – ha detto Passera, – vediamo che 50 milioni di persone (che diventano poi 200 milioni se allarghiamo il conto ai nuclei familiari correlati) sono o disoccupate o inoccupate. Se a queste aggiungiamo circa 28 milioni di persone sottoccupate, sospese, precarie, ciò significa che l´aumento dei posti di lavoro per giungere alla piena occupazione sul continente è l´obiettivo che deve essere considerato centrale nell´azione dei governi. Piena occupazione non solo per fornire redditi sufficienti alle famiglie, ma anche per creare quella serenità e quella coesione sociali che ci consentiranno di procedere più facilmente verso quella crescita dolce e sostenibile di cui parla Turner. Per uscire da questi labirinti complessi e difficili, quindi, la crescita per un certo periodo dovrà essere considerata il nostro obiettivo centrale. Dovrà essere una crescita sostenibile perché non gravata dal debito pregresso; non dovrà distruggere i rapporti intergenerazionali; non dovrà acuire le disuguaglianze sociali, che andranno combattute lavorando sul welfare, sull´istruzione puntando alla meritocrazia, sulla sanità, sull´assistenza, sulla cura delle tante povertà, con un fisco corretto ed equilibrato, facendo pagare le tasse a tutti... Ma per far funzionare questo progetto strategico, c´è bisogno di molte risorse, ed ecco perché non possiamo rinunciare a crescere". Il grande sforzo del governo Monti, ha detto Corrado Passera, è quello di "ridurre la perdita dei posti di lavoro e di creare le condizioni perché questi posti crescano: quei sei-sette milioni di italiani che oggi hanno paura di perdere il lavoro sono la nostra ragione di impegno!" Ma non è facile mettere in moto l´economia, non bastano iniziative singole seppur importanti e di per sé incisive: "dobbiamo affrontare il problema in tutte le sue articolazioni, in tutta la sua complessità con una serie di interventi che vanno a formare appunto l´agenda del governo". Il ministro ne ha elencati alcuni, cose già fatte e cose che sono ancora in cantiere. "A chi mi chiede, ad esempio, se l´Italia può crescere confrontandosi con il mercato globalizzato, la mia risposta è di sicuro affermativa! Io penso che la globalizzazione sia una opportunità reale per l´Italia. Nel mondo si stanno creando milioni di consumatori che sono potenzialmente interessati proprio ai prodotti di cui gli italiani hanno un copyright riconosciuto: penso alla meccanica e all´industria automobilistica, ma penso anche al settore alimentare, a quello della moda, della casa in tutte le sue componenti, penso al turismo che esplode, ai servizi per la salute che sono il fiore all´occhiello della nostra sanità... Ecco perché l´agenda del governo punta ad aiutare la conquista di nuovi mercati mettendo a disposizione finanziamenti specifici all´esportazione per raddoppiare almeno il numero delle imprese che vendono all´estero. Ma anche all´interno dell´Italia vogliamo aumentare la concorrenza: ecco perché abbiamo aperto il mercato del gas, ad esempio, quello del trasporto pubblico locale, dei servizi professionali, del commercio. Ecco perché abbiamo stanziato 20 miliardi di euro per il fondo di garanzia che consenta alle piccole e medie imprese di accedere al credito bancario; ecco perché abbiamo cominciato a sbloccare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese che hanno realizzato grandi o piccole opere, ma che non sono state liquidate." Nell´agenda della crescita, poi, figurano anche "il riordino degli incentivi per la competitività e l´innovazione, ma anche per facilitare l´avvio di nuove imprese; è prevista la semplificazione delle regole e delle regolette della burocrazia e questo ci aiuterà a rendere più snello ed efficiente l´apparato pubblico in tutti i suoi gradi, così come punteremo sull´istruzione, sulla giustizia, sulla corruzione e la lotta alla criminalità, ma anche all´evasione". E non mancano, tra gli altri, interventi a favore della green economy: "Per le energie pulite metteremo a disposizione 160 miliardi, perché vogliamo superare l´impegno già preso con l´Europa e andare oltre la quota del 20% di energie rinnovabili". È urgente una crescita il più possibile accelerata, quindi, che ci consenta di reperire le risorse necessarie per far ripartire la macchina-Italia, ma anche per consentire all´Europa di individuare la strada giusta da percorrere. "Tutti i capitoli della nostra agenda – ha concluso il ministro Passera, – sono aperti, trasparenti, consultabili su internet. Sono quindi giustamente sottoposti all´attenzione dell´intera comunità italiana, ma in attesa anche delle osservazioni e dei suggerimenti di tutti". Per una crescita più dolce e meno drogata, quella in definitiva preconizzata da Adair J.turner, ci sarà sempre tempo. |
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ECONOMIA, ROSSI: IN TOSCANA 500 IMPRESE-LOCOMOTIVA
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Firenze, 6 giugno 2012 . Il calabrone non vola più: il presidente Enrico Rossi ha scelto questa metafora ieri, intervenendo nella discussione sul rapporto Irpet-unioncamere, per descrivere sinteticamente la situazione economica della Toscana. ¡°Abbiamo una forza enorme nei distretti e nel sistema delle piccole imprese che continueremo a sostenere ¨C ha spiegato proseguendo ¨C ma le dimensioni di queste ultime sono inadeguate all´ assorbimento degli investimenti per ricerca e innovazione e ai processi di internazionalizzazione. A meno che non riescano a stare in rete o non siano trascinate da altre locomotive. Non funziona pi¨´ nemmeno l¡¯idea di una Toscana compiaciuta del proprio benessere, la Toscana stucchevole della collina e del cipresso. Non mi pare che questa sia la via della ripresa. Per uscire dalla crisi non basta percorrere i sentieri consueti. Ma bisogna essere consapevoli che dire questo significa aprire una fase critica su un paio di decenni della nostra storia recente¡±. Da questo dato, indicato come strutturale per un ragionamento ineludibile, il presidente Rossi ha tratto il primo punto della sua proposta: ¡°Il rapporto Irpet ci fornisce dati preoccupanti ¨C ha proseguito ¨C ma attenzione a non usarli a scopo di strumentalizzazione politica e a non indurre un sentimento di scoramento tra le forze sociali. Il dato dell¡¯export, ad esempio, ¨¨ positivo. Che cosa c¡¯¨¨ dietro? Ci sono in Toscana 500 imprese-locomotiva. Sono 500 imprese medio grandi, con almeno 50 dipendenti e 13 milioni di fatturato, in grado di mettere a frutto investimenti per ricerca e innovazione, di intraprendere percorsi di internazionalizzazione e di ¡°trainare¡± una rete di piccole e medie imprese. Questa vivacit¨¤ la Toscana ce l¡¯ha: il calabrone deve allargare le ali. Ma per riuscirci bisogna cambiare un pezzo della cultura di questa regione, ricostruire alleanze e relazioni sociali, guardare oltre gli ultimi vent¡¯anni. Questo mondo impreditoriale va sostenuto. Non possiamo permetterci di ¡®spalmare¡¯ quel poco di provvidenze che abbiamo, ma occorre al contrario concentrare le risorse su quel pezzo di industria che esporta e a questo chiede un salto di qualit¨¤. Ci abbiamo provato, rimodulando i fondi europei, dirigendo le riscorse verso le medie e grandi imprese e consolidando cos¨¬ l¡¯apparato produttivo. L¡¯industria farmaceutica, ad esempio contribuisce al Pil regionale per il 5% con 5 milioni di fatturato. Questo ¨¨ frutto di una politica di rapporto, di dialogo e sostegno, che si ¨¨ consolidata e che ora va estesa anche ad altri settori.¡± Secondo punto affrontato dal presidente Rossi: il turismo. ¡°Dobbiamo affinare il ragionamento e compiere scelte di governace. Penso a un turismo di qualit¨¤ che attrae le ¨¦lites internazionali, il ceto medio abbiente dagli Stati uniti, dall¡¯oriente e dall¡¯Europa. Contrastare il mordi e fuggi, il turismo del sabato e della domenica che poi, la domenica sera, promuove a Report il proprio interesse del week end. Dobbiamo attrarre investimenti, per il recupero, per la manutenzione, rimodulare una offerta di altissima qualit¨¤ e ad impatto contenuto, contro lo sprawling costiero¡±. Terzo punto, le infrastrutture: ¡°Non ci sono alternative ¨C ha affermato il presidente ¨C particolarismi e localismi vanno sconfitti. Bisogna che ciascuno assuma le proprie responsabilit¨¤, politiche, economiche, amnministrative e sociali. La Tirrenica va fatta, l¡¯Alta velocit¨¤ va fatta, e cos¨¬ le terze corsie. Sto lavorando per risolvere il problema dell¡¯aeroporto di Firenze: se avr¨¤ il collegamento con gli hub europei, in integrazione con lo scalo di Pisa, il servizio per la Toscana sar¨¤ completato. (Rispondendo a convegno concluso a una domanda sulle sollecitazioni ricevute dal sindaco di Firenze Matteo Renzi, il presidente Rossi ha replicato: ¡°Renzi si fidi di me che sto lavorando duramente per l¡¯aeroporto, come io mi fido che lui far¨¤ la tramvia entro il 2015¡å). Sto parlando di recuperare il ritardo infrastrutturale rispetto alle regioni pi¨´ avanzate d¡¯Italia con un programma che ¨¨ di modernizzazione, non di realizzazione di cose nuove. Le opere devono procedere con celerit¨¤ e determinazione, ¨¨ una partita da chiudere, anche se ci saranno discussioni. In Toscana non possiamo permetterci di respingere investimenti che rispettino leggi, regolamenti e pareri tecnici. L¡¯effetto ¡®nimby¡¯ ¨¨ contrario a una politica di modernizzazione, ma non all¡¯effetto ¡®sprawling¡¯. E non ¨¨ grave che qualcuno dica no, ma ¨¨ grave che un politico cavalchi l¡¯effetto ¡®nimby¡¯¡±. Strumenti essenziali per la ripresa degli investimenti anche in Toscana saranno i fondi comunitari, una disponibilit¨¤ compolessiva di 3 miliardi e 100 milioni. ¡°Lo sforzo sar¨¤ quello di far scattare i progetti 2014-2020 a partire dal gennaio 2014, senza slittamenti ¨C ha affermato il presidente ¨C e quindi dobbiamo mettere in campo le nostre strategie entro met¨¤ 1013. Qui si parr¨¤ la nostra ¡®nobilitade¡¯. Negli ultimi dieci anni in Toscana abbiamo avviato 1600 opere. Le stiamo monitorando. Ma bisogner¨¤ trovare punti forti, infrastrutturali e industriali, su cui indirizzare le risorse¡±. |
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PIANO STRAORDINARIO DI INTERVENTI FINANZIARI PER LE IMPRESE COLPITE DAL TERREMOTO. RISORSE DISPONIBILI SUBITO PER LE IMPRESE POLESANE
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Venezia, 6 giugno 2012 - Il Polesine delle imprese chiama, la Giunta Regionale subito risponde. “In un contesto già particolarmente sfavorevole per le nostre imprese polesane, si aggiungono ulteriori preoccupazioni e difficoltà causate dai recenti eventi sismici. Su mia proposta, nella seduta di ieri, la Giunta Regionale ha approvato una delibera urgente proprio per andare incontro a una situazione che, già nei giorni scorsi, è stata denunciata con toni gravi da tutte le Associazioni di Categoria, prima fra tutte la Cna, attraverso la sua Presidente, Alessia Zaninello, dal Presidente Lorenzo Belloni della Camera di Commercio e anche dal Con.svi.po”, annuncia l’assessore all’economia Isi Coppola, “La delibera – aggiunge - è finalizzata a scongiurare un blocco delle attività ed è a disposizione dei nostri imprenditori, artigiani, commercianti e Pmi. E’ già stata utilizzata in occasione dell’alluvione del 2010, con ottimi risultati in termini di velocità e flessibilità degli interventi finanziari erogati, in collaborazione con il sistema bancario e dei confidi operanti in Veneto. Proprio utilizzando i fondi di rotazione per l’artigianato, per le Pmi, per il commercio e per i servizi e, non da ultimo, utilizzando il Fondo Polesine, le nostre imprese potranno chiedere un finanziamento da 5.000 a 100.000 euro a tasso zero al 100%, rimborsabile in 7 anni, con un eventuale periodo di preammortamento di massimo 24 mesi. I costi finanziari sono totalmente a carico della Regione. Contestualmente si potrà anche inoltrare richiesta di garanzia del 50% a valere sul Fondo Regionale di Garanzia, senza applicazione di alcun onere a carico dell’impresa. Si potrà inoltre richiedere un ulteriore 30% di garanzia confidi con un minimo costo concordato con il confidi prescelto dall’impresa. Accedere è molto facile”. “Ho fortemente voluto – sottolinea l’assessore Coppola - che tale provvedimento assicurasse la massima semplificazione e celerità del finanziamento. Le nostre imprese non possono subire lentezze burocratiche, ne’ impazzire con mille moduli. I soggetti ammissibili sono le imprese danneggiate dal sisma che ricadono nei comuni individuati dalla Regione del Veneto nel Decreto Presidenziale del 21 maggio (Ficarolo, Trecenta, Melara, Salara, Castelmassa, Occhiobello, Stienta, Gaiba, Fiesso Umbertiano, Giacciano con Baruchella, Calto, Bergantino, Bagnolo di Po, Ceneselli). E’ sufficiente un’ autodichiarazione contenente una sintetica descrizione dei danni subiti, anche in termini di liquidità. Le imprese interessate potranno presentare domanda a Veneto Sviluppo o alla Banca o al confidi prescelto utilizzando l’apposita modulistica. Veneto Sviluppo entro 15 giorni dalla richiesta della domanda delibererà l’ammissione alla richiesta di agevolazione dandone comunicazione scritta alla ditta o al confidi. Questa iniziativa, data la straordinarietà e l’urgenza, scade il 31 dicembre 2012. Ancora una volta siamo riusciti a garantire attenzione e concretezza con una risposta tempestiva alle nostre imprese polesane, peraltro ben conoscendo il territorio e non lasciando mai solo nessuno”. |
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PENSIONE COMPLEMENTARE: OLANDA, ITALIA E TRENTINO ALTO ADIGE A CONFRONTO MERITI, DIFETTI, SCENARI FUTURI DEI MODELLI PENSIONISTICI |
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Trento, 6 giugno 2012 - C’è un cantiere aperto, in tutti i Paesi, dove si individuano soluzioni comuni ma con enfasi diverse. Un cantiere chiamato pensioni. Retribuzioni eque e sostenibili possono essere costruite anche con la previdenza complementare e non solo allungando la vita lavorativa. Se ne è parlato al Consorzio dei Comuni Trentini, per i "Confronti" del Festival dell´Economia, mettendo a confronto l’esperienza olandese con quella italiana e del Trentino Alto Adige. Nel nostro Paese la riforma pensionistica, spiega Gianfranco Cerea, docente presso la Facoltà dell’Economia dell’Università di Trento e presidente di Cassa del Trentino, ha un lungo percorso. Alcune idee, nate in un periodo di “vacche obese” sono state via via riviste. Se la Grecia è lo Stato che dà le pensioni più alte (prossime al 100% del reddito) e la Francia e l’Inghilterra tra quelli che le danno più basse (sotto il 50%), l’Italia si posizione a un livello medio alto. Le pensioni sono prossime, infatti, al 70% del reddito lavorativo. “Forse non tutti lo sanno – precisa Cerea – ma l’Italia è uno dei Paesi dove la spesa pensionistica è sotto controllo. Ciò vuol dire che non c’è il debito occulto. Vietato però farsi delle illusioni. La spesa sanitaria e la non autosufficienza cresceranno sempre di più”. La riforma italiana delle pensioni, si spiega nell’incontro, è stata fatta per aprire qualche spiraglio per l’autosufficienza e per mantenere un sistema sanitario degno del suo nome. C’è stata anche una revisione tra stipendio e pensioni. Se nel 2010 una persona che andava in pensione a 69 anni dopo 39 di lavoro prendeva il 76,6% del reddito chi ci andrà nelle stesse condizioni nel 2060 prenderà il 68,9% del reddito. In futuro le persone avranno una pensione che varierà a seconda di tre fattori: l’età in cui si ritireranno dal mondo occupazionale; gli anni di lavoro maturati e la dinamica della carriera. Se nel 2010 un lavoratore autonomo andato in pensione a 66 anni dopo 38 anni di contributi ha preso il 73,5% del reddito nel 2060 prenderebbe solamente il 38,6%. Ma non solo. Chi avrà una progressione di carriera prenderà una retribuzione pensionistica minore rispetto a chi avrà avuto un lavoro senza picchi. Il caso dell’Olanda è molto diverso da quello italiano. A 65 anni chi va in pensione prende, indipendentemente dal lavoro che ha svolto, 1200 euro che salgono a 1400 nel caso di una coppia. Il reddito è quindi garantito. Se poi l’Italia si regge sul pilastro delle pensioni pubbliche l’Olanda, al contrario, sta in piedi grazie alle pensioni occupazionali. Il sistema però, con la congiuntura economica del 2008, è entrato in crisi. “Da noi – dichiara Eduard Ponds, docente di Economia alla Tiliburg University –il rapporto tra Pil e fondi pensionistici è del 129.8%. Da voi il 4.1%. Questo ci ha portato a essere molto vulnerabili agli shock economici”. In cinque anni i finanziamenti dei fondi pensionistici in Olanda si sono ridotti del 65% (si è passati dal 150% all’85%), per via dell’incremento dell’aspettativa di vita (-15%), della riduzione degli interessi (-30%) e della riduzione dei titoli di mercato (-15%). “Non possiamo aumentare i contributi e quindi le parti sociali – ammette – devono ripensare i contenuti pensionistici integrativi. Dobbiamo riuscire ad avere un sistema, flessibile, in grado cioè di adattarsi agli sviluppi di lungo periodo e, soprattutto, diversificare di più”. A illustrare l’esperienza del Trentino Alto Adige ci ha pensato Gottfried Tappeiner, presidente di Centrum Pensplan e docente alla Facoltà di Economia dell’Università di Innsbruck. “Se in Italia la pensione complementare si basa su fondi categoriali in Trentino Alto Adige tutti i lavoratori, indipendentemente dal tipo di mestiere, confluiscono in un fondo territoriale. Gli iscritti sono 137mila. In Italia toccano quota 5milioni”. La riforma Dini del 1996, afferma Tappeiner, è veramente lungimirante e ha risolto problemi che altri Paesi, come per esempio, l’Austria o la Germania hanno ancora da risolvere. Il primo pilastro, quello delle pensioni pubbliche è però continuamente oggetto di interventi politici e quindi è altamente volatile. Dobbiamo pertanto integrarlo con il secondo pilastro che però ha gravi limiti: una fase di risparmio troppo lunga; tasso di sconto molto elevato; sistema poco flessibile; ricorso al sistema di anticipo; solidarietà illimitata. Una soluzione possibile potrebbe essere, secondo il presidente di Centrum Pensplan, di fare un sistema di welfare integrato. Iscrizione “quasi obbligatoria” alla nascita con agevolazioni fiscale per chi versa i contributi; funzione fiduciaria dei fondi; integrazione dei due sistemi pensione, sanità, non autosufficienza; trasformazione della casa o dell’appartamento in una rendita tramite un fondo immobiliare con la possibilità di utilizzo fino alla morte e con diritti di prelazione per gli eredi a condizioni prestabilite. |
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DISTRETTI TECNOLOGICI, 220 MILIONI ALLA CAMPANIA PER REALIZZARE SISTEMI INTEGRATI DI RICERCA, INNOVAZIONE E FORMAZIONE" |
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Napoli, 6 giugno 2012 - Ammontano a 220 milioni i finanziamenti per i nuovi distretti tecnologi ed i laboratori pubblico - privati in Campania. La somma è stata stanziata nell´ambito del Pon Ricerca e Competitività. In totale, i milioni messi a disposizione sono 290, di cui 70 serviranno per il potenziamento delle strutture già esistenti. Ne è stata data notizia nel corso del convegno "Distretti e Innovazione: migliorare le performance dei distretti tecnologici e dei poli di innovazione. L´orientamento ai risultati”, promosso dall’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione e il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, in collaborazione con Forum Pa e Campania Innovazione s.P.a. – Agenzia Regionale per la Promozione della Ricerca e dell’Innovazione e svoltosi stamani presso la Mostra D’oltremare. All’evento, aperto dall’assessore regionale alla Ricerca e Innovazione Guido trombetti, hanno partecipato fra gli altri il capo dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica Sabina De Luca, il direttore generale dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione Mario Dal Co, il presidente di Campania Innovazione Giuseppe Zollo, il direttore generale di Campania Innovazione Edoardo Imperiale, il capo dipartimento Ricerca e Istruzione della Regione Luciano Criscuoli. In Campania i distretti ad elevata tecnologia ammessi a finanziamento sono sei: Aerospazio, Beni culturali, Edilizia ecosostenibile, Biotecnologie, Energia, Trasporti e Logistica, a cui va aggiunto Imast, il distretto sui materiali, già esistente. Invece i “Laboratori pubblico-privati” ammessi a finanziamento sono 13: Ritam (materiali per aerospazio), Ehealthnet (ict per la salute), Top-in (ict per telecomunicazioni e sensoristica), Temotec (ict per beni culturali), Biochamp (materiali per la salute), Full cell lab (energia), Marte (trasporti e logistica), M2q(agroalimentare), Marea (Materiali per agroalimentare), Bio.cam (biotecnologie), Most (trasporti), Idrica (ambiente), Sorriso (materiali per la salute), a cui vanno aggiunti gli 8 “Laboratori pubblico-privati” già esistenti. “L’obiettivo - ha detto l’assessore alla Ricerca Scientifica Guido Trombetti - è realizzare in Campania veri e propri centri tecnologici di caratura nazionale. I distretti sono chiamati a costruire sistemi integrati e coerenti di ricerca, innovazione e formazione e fungere da propulsori della crescita economica sostenibile. “Essi rappresentano la vera azione di sistema che si realizza nell’ ambito della ricerca e dell´innovazione. La loro natura è quella di essere realtà stabili per il territorio, non legate alla sola progettazione di ricerca ma capaci di spinta e propulsione autonome. La valutazione in questo scenario e´ fondamentale perché attraverso questo strumento ne monitoriamo le performance e in caso di necessità possiamo correggere eventuali errori o mancanze”, ha concluso Trombetti. “La complessità delle politiche di ricerca e innovazione – ha aggiunto Giuseppe Zollo, presidente dell’Agenzia regionale Campania Innovazione - e´ tale da richiedere un approccio politico nuovo, che implica cambiamenti radicali anzitutto nelle strategie, anzitutto, e poi nella gestione e valutazione degli interventi.” Scheda - Il Pon Ricerca e Competitività 2007-2013, cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale per le Regioni Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), rappresenta uno strumento grazie al quale il sistema della ricerca ed il mondo delle imprese possono individuare e sviluppare nuove soluzioni per innalzare la loro competitività, migliorando le condizioni socioeconomiche delle Regioni. Finalità del Pon Ricerca e Competitività è favorire la capacità di produrre e utilizzare ricerca e innovazione di eccellenza nelle quattro Regioni interessate, in modo da assicurare nei relativi territori uno sviluppo duraturo e sostenibile. Nell’ambito del Pon R&c, sono stati stanziati 915 milioni suddivisi tra le quattro regioni dell´Obiettivo Convergenza che saranno così articolati: 389 milioni per lo sviluppo e il potenziamento delle strutture già esistenti e 526 milioni per la creazione di nuovi Distretti. |
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FIDI, ROSSI: “PRESTO IN CONSIGLIO”. PRONTI ALTRI 20 MILIONI PER GARANZIE SUI PRESTITI ALLE AZIENDE
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Firenze, 6 giugno 2012 – “Porteremo entro poche settimane all’attenzione del Consiglio regionale la proposta di rinnovamento di Fidi Toscana, con la conseguente definizione dei nuovi organi e della nuova governance della società. Ci sono tutte le condizioni per un rilancio della nostra finanziaria. Proprio nella seduta di ieri la giunta ha deciso di rifinanziare l’intervento sulle garanzie per le aziende, anche con il concorso di Fidi, attraverso altri 20 milioni in grado di coprirne circa 400 di prestiti da parte delle banche”. Ne ha dato notizia ieri il presidente Enrico Rossi nel corso del suo intervento alla presentazione del rapporto Irpet “La situazione economica della Toscana. Consuntivo 2011, previzioni 2012-1013. “Fidi ha fatto bene il suo mestiere di garanzia al credito – ha continuato il presidente – e anche nel settore delle partecipazioni, in cui ha mantenuto l’equilibrio. Sono comunque favorevole a permette l’ingresso nel capitale della finanziaria di altri soggetti regionali che operano nello stesso campo, purché portino effettivi nuovi capitali e il tutto si accompagni ad un’accurata attività di ‘due diligence’ per verificarne stabilità economica e finanziaria”. |
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DALE MORTENSEN: DOPO LA CRISI, RIPRESA O STAGNAZIONE? I MERCATI DEL LAVORO DI EUROPA E USA A CONFRONTO |
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Trento, 6 giugno 2012 - E´ toccato a Dale Mortensen, economista vincitore del Nobel nel 2010 assieme a Pissarides - che ha parlato al teatro Sociale giovedì - chiudere la settima edizione del Festival dell´Economia di Trento, dedicata al tema dei cicli di vita e del rapporto fra le generazioni. Al centro del suo intervento, la stagnazione occupazionale in Europa, contrapposta alla lenta, graduale ripresa che si registra negli Stati Uniti, anche se pesa l´incognita delle prossime elezioni. Per Mortensen, la ricetta "giusta" per l´Europa è quella di una crescita finanziata dall´indebitamento. Quest´ultimo dovrebbe essere negoziato dal paese più forte della Ue, la Germania, capace di spuntare tassi di interesse non dissimili da quelli statunitensi. Auspicabile, in prospettiva, anche l´emissione di eurobond e soprattutto una comune politica fiscale. In quanto alle tutele per i lavoratori, Mortensen è dell´idea che il mercato, e con esso i lavoratori, necessitino soprattutto di flessibilità. La protezione dei lavoratori non crea di per sé disoccupazione ma ha un impatto negativo sulla crescita. Mortesen ha detto però che i contratti a termine non sono stati, in Italia, uno strumento efficace contro la disoccupazione giovanile; dunque bisognerebbe poter offrire contratti di lavoro a più lunga scadenza, ma non a tempo indeterminato. Ad introdurre Mortensen, Tito Boeri, che ha spiegato l´apporto fondamentale delle ricerche del Nobel nella comprensione delle dinamiche del mercato del lavoro, con particolare riferimento agli interessi distinti dei due attori fondamentali, lavoratori e datori di lavoro, e alla definizione dei livelli salariali. "Un altro insegnamento importante del lavoro di Mortensen - ha sottolineato Boeri - deriva dalla sua capacità di coniugare gli aspetti microeconomici con quelli macro, sempre confrontandosi con i dati reali, con la statistica." Mortensen ha cominciato il suo intervento esponendo la "teoria dei flussi", basata sull´idea della coesistenza, apparentemente anomala, fra offerta di lavoro e disoccupazione, spiegabile con il tempo necessario affinché si trovi il giusto equilibrio fra le parti. Passando al dato di realtà, il mercato del lavoro americano ha conosciuto una crisi profonda fra il 2007 e il 2009, per poi risalire (grazie ad esempio alla crescita di offerta nel settore sanitario). In generale, la possibilità di trovare un lavoro cresce quando aumentano i posti vacanti. "L´offerta occupazionale da parte dei datori di lavoro -ha proseguito Mortensen - dipende in parte dalle loro previsioni sul futuro. Il futuro però è incerto, non lo conosciamo. I datori di lavoro quindi devono assumersi un rischio quando decidono di assumere. La crisi economica è stata determinata dallo scoppio della bolla immobiliare, prima negli Usa e di riflesso in Europa. Le famiglie hanno reagito contenendo i consumi, il che ha depresso la produzione e l´occupazione. Due dei settori più colpiti sono stati quello dell´edilizia e quello finanziario. In questa situazione, i datori di lavoro dovrebbero prepararsi per la ripresa. Ma i datori di lavoro sono condizionate dalle aspettative riguardo al futuro. Nell´incertezza, solitamente accumulano capitale, quando è possibile, che reinvestono. Restando sul piano del lavoro, si è notato che nella fase della ripresa è necessaria una disponibilità di lavoro maggiore." In quanto alle protezioni, esse per Mortensen non creano necessariamente disoccupazione ma hanno un impatto negativo sulla crescita. Al contrario,la crescita economica necessita in primo luogo di flessibilità. Per quanto riguarda i giovani, se c´è offerta di lavoro di solito i giovani in epoca di crisi accettano di tutto, anche a livelli salariali bassi. Questo determina delle conseguenze anche a livello macroeconomico, sul piano delle mancate entrate dello Stato, attraverso le tasse. "In Italia - ha detto l´economista - dopo l´inizio della crisi la disoccupazione giovanile è crescita più che in Usa e Ue. Ciò significa che l´occupazione giovanile è un problema strutturale, non ciclico. La soluzione passa necessariamente attraverso una riforma del mercato del lavoro. Quali politiche governative sono auspicabili? Negli Usa la Fed ha agito rapidamente per tamponare la crisi finanziaria. Successivamente è stato varato il Job Bills, il cui impatto è stato però relativo. Lo stesso dicasi per l´utilizzo della leva fiscale (si consideri che in precedenza c´era stato un taglio consistente delle tasse in corrispondenza dell´avvio di due guerre, il che ha provocato una crescita consistente del debito)." Per Mortensen, dunque, negli Usa sarebbe auspicabile far crescere l´indebitamento per stimolare la crescita e creare occupazione. La situazione però è condizionata dalle imminenti elezioni; sia che vincano i Repubblicani sia che si confermi Obama, lo studioso si dice non del tutto ottimista. Venendo all´Europa, "senza crescita non si possono risolvere i problemi. Ma la crescita comporta investimenti pubblici, che determinano a loro volta una crescita del deficit. Perciò il mio consiglio è di continuare a indebitarsi. L´italia da sola non può farla, i tassi sarebbero troppo alti, ma l´Europa non è l´Italia. In particolare c´è un paese, la Germania, che può spuntare tassi simili agli Usa. La Germania dovrebbe dunque prendere a prewtito denaro, poi prestarlo all´Italia, ad un tasso doppio (2,5%): Entrambe le parti ne trarrebbero beneficio sul lungo periodo." Riguardo alla Bce, per Mortensen sarebbe importante per l´Europa avere un sistema bancario più simile a quello americano. Sarebbe necessario avere anche una politica fiscale comune. Le riforme, comunque, in Europa del Sud, rimangono fondamentali, se non altro per rilanciare l´occupazione. "I contratti a termine non hanno sconfitto la disoccupazione e non hanno accresciuto il capitale umano. C´è la necessità di offrire rapporti di lavoro a lungo termine, ma ciò non accadrà se il datore di lavoro penserà che questo lavoro durerà tutta la vita." Infine, quale settore può essere più suscettibile di crescita in Italia? Per Mortesen, quello del design. |
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LIVORNO STRATEGICA PER LO SVILUPPO DELLA TOSCANA
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Firenze, 6 giugno 2012 – L’attenzione della Regione è da tempo focalizzata sulla necessità di valorizzare e rilanciare il tessuto economico della provincia di Livorno a partire dai suoi punti di forza, come la sua vocazione manifatturiera, passando per il rafforzamento infrastrutturale e la riorganizzazione del porto, al potenziamento della filiera dell’energia e dal rilancio del turismo. Lo ha ricordato l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini intervenuto ieri a Livorno alla presentazione, presso la Camera di commercio di Livorno, dell’indagine Censis sulla realtà economico-sociale della provincia livornese. “E’ un’attenzione – spiega l’assessore – che si è già concretizzata in una serie di atti che chiamano in causa tutti i protagonisti, istituzionali e non, dell’economia del territorio. Fra questi ricordo, ultimo in ordine di tempo, la firma del protocollo d’intesa per Livorno da parte di Regione, Comune e Provincia che ha condensato in dieci punti le priorità per il rilancio della città e del suo hinterland. E’ un’intesa che affronta a tutto tondo i nodi dello sviluppo territoriale, a cominciare dalle questioni della viabilità, dei trasporti, degli interventi per l’innovazione e il trasferimento tecnologico del sistema produttivo, l’individuazione di nuove aree per insediamenti industriali, il recupero di monumenti e centri termali, la sistemazione dello scolmatore d’Arno e del porto, il completamento del nuovo ospedale, gli interventi di edilizia residenziale sociale. Senza il rafforzamento della provincia di Livorno come porta della Toscana al mondo, luogo di grandi imprese e di centrali di produzione energetica nonchè di grandi eccellenze vitivinicole non ci potrà essere una ripresa solida di tutta la regione”. L’assessore si è soffermato sulle difficoltà congiunturali dell’economia livornese, contrassegnata da un tasso di disoccupazione che si attesta su livelli superiori alla media regionale (6,9 contro 5,2 del 2009 mentre la Toscana sale al 6,1 dal precedente 5,8). In calo anche l’occupazione, che passa dal 60,8 al 59,3. Ma l’intervento si è concretizzato di recente anche nell’intesa tra Regione, enti locali e Solvay, una firma che ha ribadito la volontà di rafforzare la presenza industriale in quest’area e la riconferma del ruolo del polo chimico di Rosignano come uno dei riferimenti fondamentali del manifatturiero toscano. “La presenza di Solvay, Ineos e Gdf Suez – ha detto Simoncini – rappresenta un concentrato molto rilevante di multinazionali con le quali vogliamo proseguire un rapporto di proficua collaborazione.” Quanto al rafforzamento della presenza industriale dell’area di Piombino, secondo polo siderurugico italiano, c’è un impegno su diversi fronti: dal protocollo d’intesa per garantire la permanenza della Tenaris Dalmine, agli interventi per favorire l’accesso al credito delle aziende dell’indotto, fino al progetto approvato dalla giunta che ha previsto un investimento di 13 milioni a favore del rilancio di Piombino. Ma non è tutto. Come anche il rapporto Censis ha evidenziato, a Livorno si concentra tuttora buona parte della produzione del comparto componentistica auto. Un comparto che ha risentito pesantemente della crisi. Ma che, puntando sull’innovazione, potrebbe diventare un punto di forza sul quale far leva per dare nuove prospettive al tessuto produttivo locale e regionale. Per fronteggiare la crisi e, nel contempo, favorire nuovi investimenti promuovere nuovo e qualificato sviluppo, la Regione è intervenuta mettendo in campo, in sintonia con istituzioni locali e parti sociali, diversi strumenti. In particolare la valorizzazione il potenziamento e la riqualificazione del sistema locale della componentistica auto sono l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato da Regione, Provincia e Comune di Livorno, Comune di Collesalvetti, Camera di commercio di Livorno, sindacati e associazioni di categoria. Ma se la Regione sta facendo la sua parte per cercare di superare le debolezze strutturali che anche l’indagine Censis evidenzia, non altrettanto per ora si può dire del governo nazionale. “Da governo ci aspettiamo – avverte Simoncini – uno scatto che per il momento però non ci sembra stia arrivando. Il tema nei prossimi giorni deve essere quello di concentrare tutte le energie sulla crescita. Credo che da questo punto di vista sia stato un errore partire dalla discussione sulla riforma del mercato del lavoro. Al primo punto nell’agenda del governo dovevano esserci le misure per creare nuova occupazione e lavoro. Ora è necessario rimettere in moto l’economia, solo così si potrà tornare a parlare di sviluppo e quindi anche di lavoro. Per questo anche le istituzioni locali devono fare un salto di qualità nella capacità di proposta e nell’efficienza, mentre da parte delle imprese serve una nuova consapevolezza della necessità di fare rete e sistema”. |
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LATOUCHE: I NOSTRI FIGLI CI ACCUSERANNO? DI CERTO NON CI RINGRAZIERANNO... |
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Trento, 6 giugno 2012 - Serge Latouche, economista, filosofo e scrittore francese, non ha certo deluso le attese dei molti che lo attendevano al Festival e di certo non ha avuto peli sulla lingua nei confronti degli economisti tradizionali. "Se la domanda, parafrasando il titolo di un bel film francese, è ´I nostri figli ci accuseranno?´, la risposta è chiarissima: di certo non ci ringrazieranno!" La società della crescita infinita, del benessere che aumenta senza soluzione per arrivare chissà dove, è una società che non conosce alcun tipo di limite. Poiché però non vedo le prospettive di un effettivo cambiamento, penso che il nostro futuro sarà più vicino all´idea di un suicidio collettivo! Siamo tutti responsabili, ma alcuni lo sono di sicuro più degli altri: le élite politiche ed economiche che sono più disponibili a salvare il destino delle banche, invece che quello della banchisa polare; che sono più sensibili al loro tenore di vita che a quello degli oceani; i cui comportamenti avranno come conseguenza che i nostri figli, un giorno giunti all´età matura, non avranno più alluminio, non avranno più petrolio, non avranno più giacimenti di uranio per far funzionare centrali nucleari a quel punto del tutto inutili... Questi nostri figli e nipoti di certo non potranno ringraziarci!" E come uscirne? "Se vogliamo evitare il collasso e limitare i danni di una catastrofe che è già in atto – ha concluso Latouche di fronte a un uditorio silenzioso e attento, – e assicurare alle future generazioni una vita la più armoniosa possibile, la prima cosa da fare è rifiutare l´idea di una società della crescita. Dobbiamo cambiare paradigma e costruire tutti assieme una società della decrescita, della prosperità senza crescita, un consesso umano in cui trionfi l´abbondanza frugale, proprio come disse e testimoniò fino alla morte il Mahatma Gandhi!" Ma quale mondo lasceremo ai nostri figli? Serge Latouche, introdotto dal giornalista francese Eric Jozsef, ha sintetizzato in poco meno di un´ora di intervento praticamente l´intera sua filosofia della decrescita serena, partendo da una serie di accuse esplicite lanciate a pensatori, filosofi ed economisti, da Bacone fino ai contemporanei. "Costante e deleteria è stata la deligittimazione della Natura, a partire da Bacone – ha esordito Latouche, – secondo il quale essa altro non è che la prostituta dell´Uomo, mentre per Cartesio lo stesso Uomo è padrone e possessore di tutto ciò che è nell´ambiente. E non si pensi che queste idee col passar del tempo siano mutate o si siano ammorbidite, visto che solo nel 2002 gli esperti dell´amministrazione Bush, di fronte all´allarme lanciato negli Stati Uniti per il surriscaldamento della terra, affermavano che la crescita è la chiave del programma ambientale e che essa rappresenta da sola la soluzione e non il problema". Abbracciare la decrescita, ha proseguito il filosofo francese, già oggi è troppo tardi: "Da qui alla fine del secolo si calcola che, comunque vadano le cose, avremo un riscaldamento dell´atmosfera pari a due gradi centigradi, e già solo questo è un dato altamente drammatico. Se tuttavia non abbandoneremo la crescita infinita, se continueremo pervicacemente lungo la strada di un abuso continuo nei confronti della Natura e delle sue risorse, il riscaldamento sarà di ben cinque gradi, con conseguenze veramente catastrofiche e facilmente immaginabili". Insomma: ci siamo dimenticati che esiste una Natura! Le abbiamo negato i più elementari diritti, "abbiamo negato il contenuto della seconda legge della termodinamica, nel senso che siamo ormai convinti della perfetta sostituibilità tra i fattori di produzione, perciò tutti credono di poter risolvere i problemi ambientali creando un mondo migliore usando l´industria! È come se fossimo certi che, riducendo la quantità di farina e di uova nel composto di una torta, saremmo capaci comunque di cucinare una torta più grande solo aumentando le dimensioni del forno, oppure usando due cuochi invece di uno! Viviamo nella follia di ritenere che la tecnoscienza sarà capace di risolvere tutti i problemi, da quello dell´uso delle risorse ambientali a quello dell´inquinamento della terra. In altre parole: stiamo bellamente scaricando sui nostri figli e sui nostri nipoti l´incarico, la responsabilità e i costi faraonici di risolvere problematiche quali l´esaurimento del petrolio, l´inquinamento nucleare, la diminuzione della popolazione ittica negli oceani e moltissimo altro ancora..." E per di più lo facciamo creandoci gli alibi delle teorie economiche della crescita infinita. E che cosa significa scegliere invece la strada di un´economia della decrescita serena? Dell´abbondanza frugale? "Innanzitutto occorre – ha sottolineato Latouche, – diminuire drasticamente l´impronta ecologica, e cioè le conseguenze del peso dell´Uomo sull´ambiente, sulla Natura sulla terra. Dobbiamo quindi abbracciare un´economia circolare, un´economia che non produce rifiuti o che, se è costretta a farlo, pensa fin dall´inizio a come riciclarli per produrre nuovi manufatti, nuovi utensili, nuovi prodotti. Dobbiamo ridurre la dipendenza dal mercato, dobbiamo demercificare la terra, il lavoro e il denaro, riappropriandoci del tempo, riducendo le distanze, riscoprendo la lentezza, lavorando di meno per poter godere di più del proprio tempo libero, ritrovando la vita contemplativa e non solo quella attiva... È il cosiddetto circolo virtuoso delle otto erre – ha concluso Latouche: – rivalutare i valori; riconcettualizzare le idee; ristrutturare i pensieri; rilocalizzare la vita; ridistribuire le ricchezze; ridurre gli sprechi, l´impronta ecologica, l´orario di lavoro; riutilizzare ciò che prima veniva gettato e quindi riciclare il più possibile. Infine è necessario vivere con spirito di resilienza, e cioè ritrovando la capacità di resistere positivamente a tutti questi cambiamenti". Nella pratica per Latouche è indispensabile richiedere ai governi una moratoria sull´innovazione tecnologica che risulta essere soprattutto un dispendio di risorse non rinnovabili; una moratoria sulla ricerca sanitaria per favorire pratiche mediche legate alla naturalità dell´ambiente rispetto a quelle proprie dell´industria farmaceutica o della genetica; un riappropriarsi della terra, del tempo libero, della proprietà della moneta, che non dev´essere più appannaggio delle sole banche... Insomma: se ancora ci poniamo la fatidica domanda "I nostri figli ci accuseranno?", Serge Latouche ci ha fornito numerosi motivi per pensarci e, magari, anche per cominciare a reagire. |
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CONFERENZA MONDIALE RIO+20, LE MARCHE PROTAGONISTE CON IL PROGETTO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE SUL MOBILE IN PARÀ E AMAZONAS. IL PRESIDENTE SPACCA: “ALTRI TRE PROGETTI PORTATI AD ESEMPIO ALL’IMPORTANTE EVENTO”.. |
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Ancona, 6 giugno 2012 - Il Progetto di partnership tra Regione Marche, Cosmob (Centro tecnologico per il settore del mobile), Sebrae (l’agenzia brasiliana di sviluppo) e Bid (Banco Interamericano di Sviluppo) per lo Sviluppo sostenibile della filiera del legno-arredo nell’area amazzonica brasiliana, sarà protagonista a Rio +20. L’evento, che si terrà dal 20 al 22 giugno a Rio de Janeiro, sarà il momento in cui tutti i Paesi si ritroveranno per verificare lo stato dell’ambiente del nostro pianeta e per concordare le iniziative da intraprendere insieme per assicurare una prospettiva di sostenibilità alle future generazioni. “Per evidenziare i risultati conseguiti in questa azione – dice il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca - saranno presentate alcune delle più promettenti soluzioni tecnologiche e le metodologie che sono state sviluppate attraverso progetti di Ricerca & Innovazione. Il nostro Progetto sul mobile che utilizza la foresta coltivata e programmata, realizzato negli stati brasiliani di Parà e Amazonas, ha suscitato grande interesse nel Paese sudamericano e a livello internazionale, tanto che la metodologia che ne è alla base sarà oggetto di discussione alla conferenza internazionale Rio +20 e presentata al Presidente Monti. Inoltre saranno illustrati ai partecipanti a Rio +20 altri tre progetti che vengono dalle Marche, frutto di altrettante soluzioni realizzate dalla Regione e dal Cosmob, con il sostegno finanziario della Commissione Europea”. Il progetto di Parà e Amazonas (Belem e a Manaus) ha realizzato due centri di innovazione, trasferimento tecnologico e formazione che hanno attivato 250 imprese brasiliane, a fronte della collaborazione di 50 imprese marchigiane. Il secondo progetto riguarda un innovativo pannello ecologico per la fabbricazione di mobili, che utilizza al suo interno prodotti dell’agricoltura di basso costo e con ampia disponibilità, mantenendo inalterate le prestazioni tecniche e risultando economicamente competitivo con gli attuali pannelli truciolari. Il terzo riguarda un nuovo materiale composito, risultante dalla aggregazione di scarti di legno (provenienti da mobili, porte, finestre, pavimenti) con pneumatici, utilizzabile nel campo delle costruzioni civili e residenziali. Si ottiene così una soluzione per ridurre gli scarti inquinanti, ottenendo un materiale sostenibile dal punto di vista ambientale. La quarta innovazione consiste nella implementazione e sperimentazione di nuove metodologie e strumenti operativi per la misurazione e gestione degli impatti ambientali dei prodotti d’arredamento lungo l’intero ciclo di vita del prodotto (Lca). “La scelta degli organizzatori di Rio +20 di presentare le nostre innovazioni – dice Spacca - è un importante riconoscimento sia della validità della nostra strategia di indirizzare lo sviluppo del sistema produttivo regionale verso la sostenibilità, in primo luogo ambientale, sia della capacità dei nostri Centri servizi di realizzare, in collaborazione con enti di ricerca a scala internazionale, tecnologie innovative di eccellenza. Su questa strada intendiamo intensificare gli sforzi, certi che il futuro delle nostre imprese della filiera legno-arredo dipende dalla loro capacità di realizzare prodotti di elevata qualità estetico-funzionale e sostenibilità ambientale. Tecnologia, design, qualità sono i fattori sui quali puntare per la competitività internazionale”. |
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TRA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, DEBITO, ORDINI PROFESSIONALI E SISTEMA DELLE TANGENTI |
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Trento, 6 giugno 2012 - Riformare la pubblica amministrazione, la questione del debito pubblico, il familismo nel sistema delle professioni e l’applicazione dalle tangenti della teoria dei giochi sono stati i temi discussi il 3 giugno al Festival durante i quattro “Incontri con l’autore” tenutisi alla Sala conferenze della Fbk. Introdotti dalla giornalista della Stampa Tonia Mastrobuoni, si sono susseguiti al microfono Mauro Marcantoni e Luciano Hinna con Cesare Vaciago; Marcello Degni e Paolo De Ioanna con Alessandro Merli; Jacopo Orsini e Michele Pellizzari con Alessandro Barbera e Paolo Guerrieri; e infine Armando Massarenti con Andrea Carandini e Simone Spetia. Il primo incontro ha visto l’esposizione di Mauro Marcantoni e Luciano Hinna, rispettivamente direttore della Trentino School of Management e docente dell’Università di Tor Vergata, autori insieme del libro “La Riforma Obliqua. E’ possibile cambiare la pubblica amministrazione?”. Il libro tratta una questione annosa della politica italiana, che si ripropone ciclicamente e a cui nessuno è riuscito finora a trovare una soluzione a lungo termine realmente efficace. Il motivo, ha spiegato Marcantoni, è da ricercare nel fatto che non si è mai tenuta in giusta considerazione la “complessità” della pubblica amministrazione. L’illusione di poter agire dall’alto infatti, impedisce di trovare soluzioni concrete alle innumerevoli variabili dei comportamenti, che variano da contesto a contesto (geografico e politico) e si scontrano con le abitudini dei singoli individui prima ancora che con le risorse economiche. Le normative hanno sempre agito arginando i problemi creando confusione, dando per scontato che “dove finisce la norma cominci l’etica”. Per venir meno allo status quo è necessario “agire in modo trasgressivo, aggredendo la normalità e la forza omologante del contesto”. La possibile soluzione l’ha spiegata Hinna esponendo la teoria del “management del biliardo”. “Ogni battuta deve essere una partita a sé: deve tenere conto della disposizione delle palle in quel turno di gioco, direzionare e moderare la forza del colpo e rinnovarsi ad ogni tiro. Purtroppo si tende sempre ad escludere il gioco di sponda per cercare il filotto, anche quando il gioco non lo permette, con l’effetto di sprecare un colpo magari ben direzionato”. Il secondo incontro ha visto il dibattito tra Alessandro Merli, corrispondente da Francoforte del Sole 24 Ore con Marcello Degni, consigliere del Senato della Repubblica, e Paolo de Ioanna, consigliere di Stato, autori insieme del libro “La Voragine. Inghiottiti dal debito pubblico”. Partendo dalla tesi del libro, il dibattito si è presto spostato sull’imminente attualità e sulla politica europea. Il debito italiano, cioè la voragine, è stato per decenni imputato dalla politica ai mercati finanziari, senza che le politiche economiche europee andassero al di là degli interessi dei singoli stati membri. “L’insidia è credere che l’euro sia stato l’ultimo passo, e che l’Europa fosse ormai cosa fatta” ha esordito Degni citando Tommaso Padoa-schioppa. “Nonostante a medio termine siano previsti effetti negativi anche per la Germania, è incredibile come l’Europa non trovi soluzioni alla crisi dell’euro”. Gli occhi sono tutti puntati verso la Germania, dove è necessario che si crei in breve tempo un forte dibattito sulla questione europea. “La classe dei Kohl e dei Ciampi è stata sostituita da una classe con la vista a breve termine” ha proseguito De Ioanna, anche se si sta creando un’opinione pubblica europea fra cittadini di diverse nazioni. Manca però un’architettura istituzionale europea che abbia voce in capitolo nelle politiche monetarie in un’ottica di mutua cooperazione. Esattamente come avvenne nei primi anni ’90 con la migrazione di capitali dalla Germania Ovest alla Germania Est, allo stesso modo la Germania di oggi deve andare in soccorso dei paesi in crisi, allentando il rigore assoluto imposto da Angela Merkel per permettere una ripresa dell’intera economia europea. Protagonisti del terzo incontro sono stati invece Jacopo Orsini del Messaggero e Michele Pellizzari dell’Università Bocconi, che hanno discusso del tema del familismo argomentando le tesi del loro libro “Dinastie d’Italia. Quanto conta il familismo negli ordini professionali”. Il dibattito sull’utilità o meno degli ordini prosegue in Italia da anni, stretto fra chi sostiene che siano l’unica forma di tutela del consumatore nei mercati con asimmetria informativa, e fra chi al contrario li considera un forte limite alla concorrenza responsabile delle paralisi del mercato. L’analisi di Pellizzari ha quindi ricostruito la struttura degli ordini analizzando la frequenza dei cognomi degli iscritti, rilevando come fino allo scandalo degli esami truccati del 2004 chi aveva un cognome noto superasse prima degli altri l’esame di Stato. A Orsini è spettato il compito di ricostruire i tentativi di riforma dal 2004 ad oggi, a partire dalla riforma Castelli sugli esami di Stato, approfondendo le “lenzuolate Bersani” del 2006, illustrando le proposte di Tremonti del 2001 affossate nelle commissioni dai parlamentari-professionisti presenti all’epoca nella coalizione di governo e arrivando infine alle proposte del governo di Mario Monti. Il dibattito è quindi proseguito discutendo l’opportunità o meno di abolire gli ordini e in che modo, alimentato dagli interventi del giornalista Alessandro Barbera della Stampa e di Paolo Guerrieri dell’Università La Sapienza. Si è quindi parlato dei pro e contro del principio di autoregolamentazione, dei costi degli ordini e della questione dei gruppi d’acquisto online come Groupon, querelati dagli ordini per aver offerto servizi professionali sotto prezzo nonostante le tariffe minime siano tecnicamente abolite dal 2006. L’ultimo incontro è stato invece di tutt’altro approccio: con la giusta dose di ironia e di eruditezza, Armando Massarenti ha illustrato le tesi contenute nel suo libro “Perché pagare le tangenti è razionale, ma non conviene”, che reiventa una possibile casistica di ribellione al sistema del pizzo sfruttando la teoria dei giochi. Mescolando personaggi e autori di ogni tempo e disciplina, da Aristotele a John Nash, da Amartya Sen a David Friedman, ne è uscito un interessante descrizione dei comportamenti umani, che sono mossi prima che dalle regole dal ragionamento sulla convenienza. Il punto di partenza è il dilemma del prigioniero, situazione scolastica della teoria dei giochi utilizzata da Piercamillo Davigo ai tempi di Tangentopoli per abbattere e rendere “non conveniente” il muro dell’omertà. Ma come ragionano i corrotti e i corruttori prima, quando erano liberi di agire? Nell’esposizione di Massarenti i colpi di scena non sono di certo mancati, visto che le teorie filosofiche e la scienza economico-matematica si sono susseguite in risposta alle varie domande. “Può una società sostanzialmente corrotta ripartire da un nucleo di cittadini onesti capaci di generare regole spontanee con il loro comportamento, invertire la tendenza e liberarci dalla corruzione? Oppure è necessario l’intervento, anche assai deciso, di un’autorità superiore?”. Oltre agli interventi di Simone Spetia di Radio 24, a fare da pungolo alla discussione è stato Andrea Carandini, professore di archelogia alla Sapienza ed ex presidente del consiglio superiore dei beni culturali, che ha allargato presto la discussione al tema delle città e della tutela del paesaggio. |
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A CHI VIENE DOPO DI NOI LASCIAMO TANTO DEBITO PUBBLICO |
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Trento, 6 giugno 2012 - Ci vorrebbe la sfera di cristallo per capire come sarà il futuro delle generazioni che verranno. Ha esordito così l’economista Nicola Sartor riflettendo sulla parola chiave “posteri” alla Facoltà di Economia. Ma ha poi subito dimostrato come dati e ricerche disponibili aiutino a capire stato dell’arte, andamento e possibili correttivi per garantire migliori o almeno uguali condizioni di vita ai neonati di oggi e a chi non è ancora nato. Sartor - introdotto da Matteo Ploner, ricercatore dell’Università di Trento - si è soffermato sullo scenario demografico. Quindi ha confrontato le condizioni di vita di varie coorti di giovani (20-35 anni) guardando a istruzione, lavoro, reddito, corsi di vita e mobilità sociale. Si è soffermato su debito pubblico ed equità intergenerazionale. Su trasformazione dei sistemi di protezione economica e loro (in)adeguatezza rispetto ai mutamenti strutturali (si pensi agli ammortizzatori sociali di fronte all’attuale mercato del lavoro). Zoom sull’Italia, ma non sono mancati confronti con il resto d’Europa e anche con altri Paesi del mondo. Dalle slides e dalle parole di Sartor è emerso un quadro con luci e ombre. Tante cose sono migliorate. I giovani di oggi hanno un accesso universale ai servizi pubblici di base, sono più scolarizzati, hanno un minore rischio di lavoro nero. Ma altre sono peggiorate: si registra un ritardato ingresso nella vita adulta e di coppia, spesso come conseguenza di ostacoli e difficoltà. E ancora: la mobilità sociale si è ridotta e ci sono rinnovate spinte all’emigrazione. «Stiamo esportando cervelli e stiamo importando braccia in termini economici» ha commentato Sartor. E allora: come staranno i nostri posteri? Meglio o peggio di noi? Qual è la responsabilità e l’impatto delle politiche e delle scelte attuali? «Continuiamo a scaricare oneri di finanza pubblica sui posteri» ha ribadito più volte Sartor, professore ordinario di Scienza delle finanze presso la Facoltà di Economia dell’Università di Verona e membro del comitato scientifico della Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali di Modena. Molto significativa la tabella sugli indicatori di squilibrio tra generazioni e di sostenibilità del debito pubblico. La differenza tra le imposte pagate in più rispetto agli altri dalle generazioni future (non ancora nate) e dalle generazioni correnti (neonati) nell’arco della loro vita era di 52 mila euro nel 1998 e di 120 mila euro nel 2006. Per riequilibrare la situazione garantendo la sostenibilità del debito pubblico – ha spiegato Sartor - avremmo dovuto tagliare le spese o aumentare le imposte del 5% nel 1998 e dell’8,4% nel 2006. Ora, con la riforma delle pensioni, in Italia qualcosa è stato fatto. Ma continuiamo a scaricare troppi oneri di finanza pubblica sui posteri. |
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BOLZANO: DELEGAZIONE DELL’AUSTRIA SUPERIORE IN VISITA ALLA RIPARTIZIONE LAVORO |
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Bolzano, 6 giugno 2012 - In questi giorni una delegazione del Servizio del Mercato del Lavoro (Ams) del Land dell’Austria Superiore sta compiendo una visita informativa in Alto Adige presso le strutture del Dipartimento del lavoro, il Tis ed il Bls. La delegazione del Servizio del Mercato del Lavoro (Ams) del Land dell’Austria Superiore, guidata dalla direttrice, Birgit Gerstofer, ha visitato in questi giorni le strutture della Ripartizione lavoro dove è stata ricevuta dal direttore, Helmuth Sinn. Nel corso del cordiale incontro vi è stato uno scambio di informazioni riguardo alle rispettive situazioni del mercato del lavoro, il livello di occupazione ed il tasso di disoccupazione presenti nelle due realtà territoriali. Il direttore della Ripartizione lavoro, Helmuth Sinn, rileva che tra l’Alto Adige ed il Land dell’Austria Superiore vi sono notevoli analogie per quanto riguarda il livello di disoccupazione, mentre nel Land vi è un tasso di occupazione più elevato. “Nel complesso, comunque, le due realtà sono caratterizzate da una situazione relativamente buona per quanto riguarda il mercato del lavoro ed il livello occupazionale” ha affermato Helmuth Sinn. Nel corso della visita vi è stato inoltre uno scambio di informazioni riguardo all’organizzazione del lavoro e la situazione dell’occupazione in entrambe le realtà. Nel corso della sua visita in Alto Adige la delegazione austriaca visiterà anche le Ripartizioni Formazione professionale e Consulenza professionale, il Tis Innovation Park ed il Bls- Business Location Alto Adige/südtirol. |
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LIBERE PROFESSIONI, IL FUTURO È NELLA SPECIALIZZAZIONE SICILIOTTI: GLI ORDINI NON VANNO SOPPRESSI, MA RIPENSATI |
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Trento, 6 giugno 2012 - Secondo Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, vicepresidente Cilea, il futuro per chi sceglie la libera professione è nella specializzazione e nelle relazioni. “Il sapere oggi è il più potente motore di sviluppo e il fattore davvero competitivo della società”, ha esordito ai "Confronti" del Festival dell´Economia, aggiungendo che il sapere deve essere coltivato e tutelato anche attraverso gli ordini professionali che non vanno soppressi, ma adattati alla realtà. “Una realtà nella quale si stanno affacciando nuove figure professionali – ha affermato Aldo Bonomi, sociologo, editorialista de “Il Sole 24 Ore”, direttore del consorzio A.a.ster – che è difficile ricomprendere negli albi e negli ordini esistenti”. Tutti i lavori legati, per esempio, alla comunicazione tecnologica, al benessere della persona, alle nuove tecnologie, trovano difficilmente, secondo Bonomi, una collocazione. Da un’indagine svolta dallo stesso sociologo, su un campione di giovani professionisti, è emerso che gli under 30 sarebbero favorevoli ad una chiusura corporativa degli ordini. Aspetto non condiviso da Siciliotti, secondo il quale non si tratta di chiudere, ma di garantire la qualità. “Una professione è un’attività lavorativa di natura intellettuale, alla quale si accede tramite esame di Stato. Non si chiede di restringere il mercato, ma di dare garanzie ai giovani che hanno fatto un percorso. Non chiusura, perciò, ma riconoscimento. Non si possono mettere sullo piano persone che hanno fatto percorsi diversi. Se c’è il club di chi ha scalato l’Everest, non ci possono entrare quelli che hanno scalato la collina di fronte a casa”. Rispetto alla concorrenza da parte di professioni simili, ma non regolamentate, e all’arrivo di grandi studi dall’estero, timori emersi sempre nell’indagine svolta da Bonomi, il presidente Siciliotti ha ribadito l’importanza dell’Ordine proprio a garanzia ed a tutela della professionalità. “Il futuro della libera professione – ha poi concluso Siciliotti - sta nella specializzazione. Più la prestazione professionale diventa servizio, più è esposta alla concorrenza e più sono risicati i margini. Chi, invece, ha competenze distintive avrà lavoro sempre. Inoltre credo che non basti certificare un professionista una sola volta e la formazione deve essere continua. I liberi professionisti devono puntare sulla specializzazione. Dobbiamo aiutare i nostri colleghi a specializzarsi. Questa è la sfida che abbiamo davanti”. |
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MARCHE ENDURANCE LIFESTYLE: UN VENERDÌ A TUTTA ECONOMIA. |
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Ancona, 6 giugno 2012 - Ci sarà anche S.a. Sheikh Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, Primo ministro e vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti nonché Governatore di Dubai, a Marche Endurance Lifestyle. La manifestazione, che renderà il cavallo trait d’union tra affari, lifestyle, relazioni internazionali e sport, si svolgerà dal 14 al 17 giugno nelle Marche. L’evento, che ruoterà attorno al cavallo e all’endurance, la maratona a cavallo considerata lo “sport degli sceicchi”, diverrà un’importante occasione per rafforzare le relazioni fra Emirati Arabi Uniti e Italia e gettare le basi per sinergie di ordine economico. Una parte consistente del programma, infatti, sarà dedicata all’economia anche grazie al coinvolgimento diretto del Ministro dell’Economia degli Emirati Arabi Uniti Sultan Bin Saeed Al Mansouri che sarà seguito per l´occasione da una delegazione composta fra gli altri dal vice chairman della Camera di Commercio di Dubai He Hisham Abdullah Al Shirawi, dal Ceo di Khalifa Fund He Abdullah al Darmaki, da Ahmad Al Matrooshi Managing director di Emaar (la società immobiliare di Dubai che ha costruito Burj Khalifa attualmente il grattacielo più alto del mondo) e dal sottosegretario all´Economia Mohammed Ahmed bin Abdul Aziz Al Shehhi. “Il Forum economico bilaterale e gli incontri tra imprenditori emiratini e italiani – dice il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca – rappresentano un’occasione straordinaria, per il nostro sistema produttivo, di avviare nuovi contatti o rafforzare partnership a livello internazionale. Gli Emirati Arabi Uniti sono uno dei Paesi al mondo oggi maggiormente in crescita: per noi possono rappresentare un partner di grande significato in questa fase di recessione per l’economia italiana ed Europea. Essere riusciti ad avere Marche Endurance Lifestyle nelle Marche è molto importante perché l’evento, con le sue ricadute economiche, turistiche e di visibilità, è ricco di opportunità. La comunità marchigiana è in fermento e pronta ad offrire la migliore accoglienza ai prestigiosi ospiti che arriveranno nelle Marche”. Nelle giornate del 14 e 15 giugno, oltre 50 imprenditori emiratini saranno nella regione per conoscere i settori della moda, del calzaturiero, dell´agroalimentare, delle energie rinnovabili, dell´arredamento e dell´industria meccanica leggera. Quest’ultimo settore, in particolare, sta suscitando interesse perché la nuova ambizione degli Emirati Arabi Uniti è affiancare all’importante ruolo di piattaforma logistica, una forte attività produttiva. Il programma economico si aprirà il 14 con la visita ai distretti produttivi delle Marche, per proseguire venerdì con gli incontri business to business, che inizieranno alle 10.00 al Fortino Napoleonico di Portonovo. Alle 17.00, invece, si terrà il Forum Economico Bilaterale dal titolo “Un futuro possibile tra Italia e Emirati Arabi Uniti. Testimonianze, idee, esperienze e personaggi per vincere la sfida dello sviluppo”, presso l’Auditorium Iguzzini di Recanati. In questa occasione i massimi esponenti politici di Italia ed Emirati Arabi Uniti si confronteranno sulle opportunità di scambio tra i due paesi. In pieno periodo di recessione economica questo evento rappresenterà, quindi, una buona opportunità per il nostro paese. Complessivamente a rappresentare gli Emirati Arabi Uniti nelle Marche saranno circa 200 esponenti tra imprenditori ed atleti. Questi ultimi si confronteranno nella gara di endurance, che si terrà sabato 16 giugno su un percorso di ben 160 chilometri, che vedrà anche gli emiri vestirsi all’occidentale e gareggiare al fianco dei semplici appassionati. Suddivisa in quattro categorie, la competizione vedrà la partecipazione di circa 120 cavalli. L’evento si preannuncia dunque un’interessante opportunità per la nostra economia. Nel 2011 gli Emirati Arabi Uniti (Eau) hanno registrato una crescita del Pil del 3.3%, (fonte Fmi) grazie agli elevati proventi petroliferi e all´espansione dell’economia non petrolifera, e le previsioni permangono positive anche per il 2012 (+3,8% Pil). Stando ai dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), nel 2011 le esportazioni italiane verso gli E.a.u. Hanno registrato un aumento del 28,5% rispetto allo stesso periodo del 2010, passando da 3.685 milioni di euro nel 2010 a 4.736 milioni nel 2011 e confermando la ripresa di una crescita positiva che era stata interrotta dalla crisi economica globale del 2008. In forte espansione è il settore Chimica (+62%), ma si segnala la ripresa anche del settore Mobili, che torna a crescere (+9,2%), Metalli (+35,4%), Abbigliamento e tessuti (+16,2%) e Alimentare (+10%) che si conferma un settore in costante ascesa. Più che incoraggianti i risultati anche per le Marche: nel 2011 le esportazioni della regione verso gli Eau sono cresciute del 30% per un totale di 115.765.547 euro. In particolare il settore Agroalimentare registra una crescita del 527% (19.762.184 euro); il Tessile -abbigliamento aumenta del 50% (5.061.436), le Calzature - pelletterie del 24% (24.841.610 euro), l’Edilizia - materiali da costruzione del 47% (1.713.502 euro), la Meccanica del 26% (9.009.332 euro). |
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FVG, PROGRAMMAZIONE: DIALOGO CON NUOVO CDA LUCCHINI |
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Trieste, 6 giugno 2012 - "Mi auguro che i nuovi amministratori della Lucchini vogliano aprirsi al confronto con le istituzioni e il territorio in maniera costruttiva, coinvolgendo anche nuovi investitori per assicurare un futuro produttivo all´area". Ad affermarlo è l´assessore regionale alla Programmazione, Sandra Savino, in vista dell´assemblea degli azionisti della Lucchini - il gruppo siderurgico che controlla anche la Ferriera di Servola a Trieste - in programma oggi a Milano con all´ordine del giorno la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione. L´assessore Savino ritiene "imprescindibile che il nuovo Consiglio sia particolarmente attento all´interlocuzione con le Istituzioni locali, le quali anche con la sottoscrizione del recente Protocollo d´intesa hanno manifestato una unanime volontà di trovare una soluzione condivisa, alla quale lavorare in maniera unitaria e in forte sinergia". All´assessore preme ricordare inoltre quali siano da parte della Regione le premesse su cui fondare una discussione con il nuovo Consiglio di amministrazione e con i futuri investitori, ovvero il mantenimento dei livelli occupazionali, la salvaguardia della salute dei cittadini e la tutela del sito produttivo. "Non è neanche da prendere in considerazione - dichiara l´assessore - l´abbandono della produzione senza un progetto di riconversione e bonifica dell´area, senza con ciò precludere soluzioni che guardino alla continuità industriale, pur con impatti ambientali mitigati, che rendano le attività compatibili con il territorio circostante". |
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UMBRIA-SANTA FÈ: INCONTRO A TERNI PER PROGETTI COMUNI |
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Perugia, 6 giugno 2012 - Analizzare nello specifico i sistemi produttivi del territorio umbro ed argentino per definire eventuali interventi di supporto allo sviluppo industriale dei rispettivi territori. E’ questo il tema dell’incontro che si è svolto, martedì 5 giugno, presso la Provincia di Terni tra l´Assessore regionale al bilancio ed alla programmazione economica Gianluca Rossi e una delegazione argentina del progetto Fosel coordinato da Sviluppumbria. La delegazione, guidata dal professor Josè M. Kenny dell´Università agli studi di Perugia, era composta da Mònica Liendo, della Regione di Santa Fe, dall´ing. Carlos M. Torcello dell´Universidad Tecnologica Nacional e dal Presidente della Camera del Commercio e dell´Industria di Villa Constitucion Domingo Ariel Sahilices. All’incontro erano inoltre presenti gli Assessori della Provincia di Terni, Rosati e D´ubaldi e l´Assessore Piermatti del Comune di Terni. “I due territori, quello umbro e quello della provincia di Santa Fe, ha dichiarato l’assessore Rossi, presentano importanti analogie rispetto ai sistemi produttivi che li caratterizzano. In entrambi i territori è presente una grande industria dell’acciaio che dà vita ad un indotto rilevante e ben integrato. Sembrano presentare inoltre gli stessi elementi di incertezza rispetto alla particolare fase di crisi economica, derivante soprattutto dalle logiche di mercato globale alle quali sono legate le due multinazionali che gestiscono i due siti siderurgici. Poter integrare i due rispettivi modelli con le eccellenze di entrambi, ha concluso l’assessore, rappresenterebbe un importante passo in avanti e permetterebbe così di raggiungere gli obiettivi del progetto stesso”. |
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VENETO: COMMERCIO AL DETTAGLIO -1,5%, MA CRESCE L’OCCUPAZIONE (+2,7%) GIÙ I PRODOTTI NON ALIMENTARI, LE PREVISIONI DEGLI IMPRENDITORI RESTANO NEGATIVE |
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Venezia, 6 giugno 2012 - Nel primo trimestre 2012, sulla base dell’indagine Venetocongiuntura condotta su un campione di 609 imprese con almeno 3 addetti, le vendite al dettaglio hanno registrato una flessione del -1,5% rispetto allo stesso periodo del 2011. Il bilancio negativo è ascrivibile a tutti i settori, ma la performance peggiore si registra nel commercio al dettaglio dei prodotti non alimentari con un calo del -3,6%. Più contenute le variazioni per supermercati, ipermercati e grandi magazzini (-0,8%) e per il commercio al dettaglio di prodotti alimentari (-2,9%). In aumento i prezzi di vendita (+1%), con variazioni più marcate per supermercati, ipermercati e grandi magazzini (+1,3%). Per il commercio al dettaglio alimentare si registra un +0,6%, mentre per il commercio al dettaglio non alimentare si è registrata una sostanziale stabilità (-0,1%). Crescita più pronunciata per le medie e grandi superfici (+1,3%), invariata per le piccole (+0,1%). In linea col fatturato, gli ordinativi hanno segnato una flessione del -3,3% su base annua. La diminuzione ha riguardato tutti i settori, ma la performance peggiore è stata rilevata per il commercio al dettaglio non alimentare (-7,3%). In flessione, più contenuta, anche gli ordinativi per supermercati, iper e grandi magazzini (-2,2%) e per il commercio al dettaglio alimentare (-1,3%). Nonostante l’andamento negativo delle vendite, si conferma una tenuta dell’occupazione con una crescita del +2,7%, in linea col trimestre precedente. L’aumento più vistoso si è registrato nel comparto alimentare (+3,6%) e nei supermercati, iper e grandi magazzini (+3,1%). Stabile il comparto non alimentare (+0,1%). L’occupazione segna una crescita generale nelle medie-grandi superfici (+3,1%) e nelle piccole superfici (+0,8%). Previsioni - Restano negative le attese degli imprenditori: il saldo tra chi prevede un aumento e chi una diminuzione delle vendite è di -35,8 punti percentuali contro il -48,9 p.P. Del trimestre precedente. Più sfavorevoli le previsioni per gli ordini (-37,2 p.P. Contro -46,4 p.P. Precedente), mentre per l’occupazione ci si attesta a -11,3 p.P. (-16,5 p.P. Precedente). In rialzo l’attesa per i prezzi di vendita (+12,3 p.P. Contro +19,6 p.P. Precedente). Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto: «Da oltre un anno il mercato interno è bloccato e le previsioni degli imprenditori restano negative. La flessione del -1,5% registrata nel primo trimestre dell’anno, sebbene inferiore a quella con cui si è chiuso il 2011, conferma lo stallo dei consumi che riguarda soprattutto i beni non di prima necessità. Il quadro che emerge non è incoraggiante, eppure il Veneto registra alcuni segnali controtendenza a cominciare dall’occupazione che segna una crescita del +2,7%, ascrivibile parzialmente all´incremento della domanda di lavoro innescata dalle aperture domenicali e festive nella grande distribuzione. In un contesto economico in cui la ripresa si aggrappa esclusivamente all’export, permangono le criticità legate all´aumento delle chiusure dei punti vendita, ma anche alla flebile dinamica delle retribuzioni e all’eccessiva pressione fiscale che continuano a far calare il potere d’acquisto delle famiglie». |
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FIRMA DI 26 PROGETTI "6 MESI IN PIÙ PER ES.SER.CI” AL VIA NUOVE ESPERIENZE DI SERVIZIO CIVILE |
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Trento, 6 giugno 2012 - Hanno preso avvio lunedì 4 giugno - i progetti "6 mesi in più per Es.ser.ci.” Primo atto ufficiale è stata la sottoscrizione del contratto presso la sede dell’Ufficio Servizio Civile della Provincia Autonoma di Trento in via Gilli 3. E’ questa l’occasione che permette a 23 giovani di completare, ampliandola, la loro esperienza di Servizio Civile mettendo a disposizione della società competenze, specializzazioni e talenti nella prosecuzione, presso l’ente d’appartenenza, dell’attività di servizio civile. I progetti selezionati, tra i molti presentati, rappresentano proposte significative di partecipazione attiva e consapevole, che sottolineano l’impegno dei giovani nella sempre più partecipata realizzazione dei progetti di servizio civile presentati. Giovani ed enti coinvolti: Giacomelli Mattia, Villa Sant´ignazio; Panato Walter Vicenzi Gianmaria, Anffas; Bicelli Lorenzo, Gruppo U.c.t.; Selene Zucal Comune Di Lavarone; Brian Anna Gtv Onlus; Gabbiani Andrea, La Rete Cooperativa; Castello Mattia, Unione Italiana Ciechi; Ferretti Daniela Postal Francesca, Servizio Urbanistica P.a.t.; Zamboni Nicola, Ufficio Servizio Civile P.a.t.; Garbari Viviana, Pupi Lorenzo, Associazione Prodigio; Casna Cristina Comai Loris, A.d.a.; Dagostin Francesca Castello Del Buonconsiglio; Iori Caterina, Kaleidoscopio; Petrone Daniela, Mart; Nardin Ileana Associazione Periscopio; Scarduelli Demis, Opera Romani; Zavarise Natalino, Associazione Si Minore; Bridarolli Andrea, Gruppo 78 Cooperativa; Endrizzi Sara, Oratorio Di Mezzorona. |
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RICERCA E IMPRESE: SI RAFFORZA LA COLLABORAZIONE FRA TRENTINO E ISRAELE |
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Tel Aviv, 6 giugno 2012 - Il punto sul protocollo firmato a fine marzo con il ministro all´industria israeliano Shalom Simhon è stato l´argomento principale dell´incontro che si è svolto il 4 giugno a Tel Aviv tra l´ambasciatore Luigi Mattiolo e il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai. L´obiettivo è attivare prima della fine dell´estate con imprese e istituzioni scientifiche le procedure per percorrere nuove piste nei campi dell´Ict, biotech e delle energie rinnovabili. "Qui c´e´ molta attenzione - ha spiegato l´ambasciatore - per l´andamento dell´economia del nostro Paese e lo si è capito dall´intensità degli incontri che si sono avuti durante la recente visita del presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, in Israele". All´interno di questa cornice si inserisce molto bene lo sforzo compiuto dal Trentino che ha reso possibile la sottoscrizione dell´intesa, prima nel suo genere fra il Governo israeliano ed una singola "regione" italiana. La visita di Dellai è servita per definire nel dettaglio l´agenda, posto che l´obiettivo è quello di predisporre i bandi per progetti congiunti di ricerca e sviluppo. Si tratta degli strumenti che renderanno possibile il coinvolgimento delle imprese, tanto trentine quanto israeliane, con i rispettivi soggetti scientifici per lo sviluppo di progetti innovativi nei settori dell´information tecnology, delle biotecnologie e delle energie alternative. I bandi saranno pubblicati a settembre, in tempo per il vertice bilaterale Italia-israele che si terrà a Gerusalemme il prossimo 25 ottobre. L´ambasciatore Mattiolo ha fatto osservare come le premesse determinate dal grande impegno profuso dal Trentino siano positive, ed anche la cerimonia di ieri per il conferimento della laurea honoris causa va letta come conferma della forte convinzione che le autorità israeliane esprimono nei confronti della collaborazione con il nostro territorio. |
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IL SETTORE DELL’ALTO DI GAMMA EUROPEO È UN MODELLO PER LA CRESCITA SOSTENIBILE DELL’ECONOMIA E DELLA SOCIETÀ EUROPEE, SECONDO UNO STUDIO COMMISSIONATO DA ECCIA. IL VICE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, ANTONIO TAJANI, ANNUNCIA UN PIANO EUROPEO DI POLITICA INDUSTRIALE PER GARANTIRE LA COMPETITIVITÀ DEL SETTORE |
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Milano, 6 giugno 2012 - Uno studio realizzato da Frontier Economics evidenzia l’importanza del settore del lusso europeo come key driver per l’occupazione e la competitività europee, In un periodo in cui le discussioni su come promuovere la crescita guidano l’agenda Ue. Lo studio è stato commissionato da Eccia, l’Alleanza delle Industrie Culturali e Creative Europee, organismo rappresentativo costituito dalle cinque principali associazioni europee dell’alto di gamma. Lo studio sottolinea che l’industria europea del lusso è: Un modello di business unico. Il settore si fonda sulla cultura, sulla creatività, sull’artigianalità europee. Uno dei principali attori dell’economia europea. Il fatturato totale del settore è stimato oltre i 440 miliardi di Euro (sul totale mondiale di 629 miliardi) e rappresenta il 3% del Pil Europeo. Un importante fonte di occupazione in Ue. Il settore impiega circa 1 milione di lavoratori diretti, e almeno altri 500.000 indiretti. Un protagonista del commercio internazionale. I brand europei del lusso contano per più del 70% del mercato mondiale di alta gamma. Il settore esporta il 60% del proprio fatturato, e rappresenta oltre il 10% di tutto l’export dall’Europa. Un fattore chiave di crescita per il futuro dell’Europa. Il settore ha segnato una crescita in doppia cifra negli ultimi due anni e, se saranno garantite a livello di Ue le corrette condizioni quadro, continuerà a crescere tra il 7% e il 9% ogni anno. Intervenendo alla presentazione dello studio al Parlamento Europeo, il Vice-presidente della Commissione Antonio Tajani, responsabile di industria ed impresa, ha detto: “lo studio conferma che il settore culturale e creativo di alto di gamma è una bandiera dell’industria europea. Definire le condizioni quadro per assicurare la sua competitività è di cruciale importanza. Abbiamo recentemente commissionato uno studio sul settore del lusso europeo e avanzeremo delle raccomandazioni di politica industriale prima della fine dell’anno.” Il membro del Parlamento Europeo Rodi Kratsa-tsagaropoulou, che ha ospitato la presentazione dello studio, sottolinea che “gli esiti del report confermano che il settore del lusso è fondamentale per la prosperità dell’Europea. L’unione Europea sta cercando attivamente una via di uscita dalla crisi e il settore del lusso rappresenta un eccellente esempio di crescita sostenibile, basato sulla cultura, sull’artigianalità e sui valori europei.” Armando Branchini, Presidente dell’Executive Team di Eccia, afferma: “Eccia accoglie con piacere l’annuncio di un’iniziativa da parte della Commissione sulla competitività del settore del lusso. Questo studio mostra come il settore contribuirà alla prosperità dell’economia europea da qui al 2020 con oltre 900 miliardi di euro ed occuperà fino a 2,2 milioni di persone se saranno stabilite le giuste condizioni quadro. L’iniziativa della Commissione è dunque essenziale affinché il settore possa esprimere in pieno il suo potenziale.” |
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BOLZANO, DALLA GIUNTA: 88 MILIONI PER IL FONDO DI ROTAZIONE |
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Bolzano, 6 giugno 2012 - La Giunta provinciale ha messo a disposizione il 4 giugno 88 milioni di euro a favore delle aziende altoatesine, che potranno avere accesso a crediti agevolati attraverso il fondo di rotazione. "Con i nuovi mezzi finanziari messi a disposizione potremo accogliere tutte le richieste giacenti", ha detto il presidente Luis Durnwalder. Un ulteriore, importante sostegno a tutti i settori dell´economia locale: la Giunta provinciale ha messo a disposizione delle imprese 88 milioni di euro provenienti da due fonti di entrata. Da un lato 60 milioni come fondi "freschi" previsti per il fondo di rotazione, dall´altro 56 milioni frutto dei rientri da mutui ammortizzati dagli attuali beneficiari, la metà dei quali però (quindi nel caso specifico 28 milioni) confluisce però nel fondo per l´innovazione, che verrà alimentato fino a raggiungere la soglia massima (prevista entro l´anno) di 150 milioni. I restanti 28 milioni sono da subito disponibili nel fondo di rotazione. In tal modo la Giunta provinciale stanzia 88 milioni di euro ai settori economici e alle strutture priviate attive nel settore sanitario. Un´analisi del fabbisogno per garantire un finanziamento dal fondo di rotazione alle domande già approvate ha evidenziato che sono necessari 84 milioni, che i mezzi a disposizione potrebbero tranquillamente coprire. Le risorse non utilizzate verranno accantonate per il prossimo anno. |
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CRISI ZANARDI: CIRIANI, "GRANDE RAMMARICO, FATTO TUTTO IL POSSIBILE"
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Pordenone, 6 giugno 2012 - Si è svolta ieri mattina nella sede della Regione a Pordenone l´ultima riunione sulla situazione della Zanardi di Maniago. Convocato dal vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, all´incontro hanno preso parte, oltre alla proprietà, il sindaco di Maniago, Andrea Carli, il direttore generale di Friulia, Gianmarco Zanchetta, il presidente del Nip, Marco Bellagamba, Claudio Pettovello della Cgil. Al termine dell´incontro Ciriani ha dichiarato: "C´è una profonda amarezza, dopo oltre 5 mesi di trattative in cui abbiamo valutato tutte le possibilità a nostra disposizione, perché la proprietà della Zanardi ci ha confermato la sua intenzione di chiudere nei prossimi mesi lo stabilimento di Maniago e di concentrare l´attività dell´azienda a Padova. Il rammarico mio e dell´intera Regione riguarda soprattutto i 70 lavoratori dello stabilimento di Maniago e le loro famiglie: a loro voglio dire che l´Amministrazione regionale non li lascerà soli". "Abbiamo proposto alla società - ha spiegato il vicepresidente - tutti gli aiuti, gli incentivi e i supporti che le norme ci consentono, fra questi anche 800mila euro che, attraverso Mediocreditofvg, sarebbero andati a finanziare l´acquisto di un capannone di Maniago e l´attività dell´azienda. A tutto questo però va premesso che, a oggi, la Zanardi non ha ancora concluso la trattativa per la cessione dell´immobile di cui è proprietaria a Padova, un passaggio indispensabile senza il quale i vincoli che l´azienda ha sottoscritto con le banche rimangono pesantissimi e non consentono alcun margine di manovra". "L´unica condizione irrinunciabile che abbiamo posto - ha concluso Luca Ciriani - era, ovviamente, un piano industriale che preservasse sul lungo periodo l´occupazione a Maniago, ma ci è stato risposto che l´azienda avrebbe concentrato tutta l´attività nello stabilimento di Padova". |
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IL MARE TRA LE GENTI: LA CULTURA PER CONTRASTARE LA CRISI |
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Firenze, 6 giugno 2012 – “Un viaggio tra le rotte dell’arte della ceramica, uno scambio di saperi fra oriente ed occidente, un confronto fra generazioni per unire tradizione e innovazione. Il Mare tra le Genti-rotte di cultura, arte e ceramicatra Islam e Toscana è tutto questo”. Le parole dell’assessore regionale alla cultura e al turismo Cristina Scaletti, stamani alla presentazione nella Biblioteca degli Uffizi, hanno voluto sottolineare come e quanto la Regione abbia investito in questo progetto, perché fermamente convinta che la nostra storia secolare sia l’elemento culturale di distinzione che ci rende forti sul mercato globale. Montelupo Fiorentino è in Toscana la città della ceramica per antonomasia. La produzione della maiolica ha caratterizzato la sua storia da sempre e, ancora oggi, continua a farlo. Sin dalle sue origini, quest’antica tradizione è stata fortemente influenzata, attraverso la Spagna, da quella dell’Islam. E proprio grazie alla produzione di oggetti in ceramica, la città toscana è diventata uno snodo fondamentale fra Oriente e Occidente e fra culture diversissime tra loro. E’ per recuperare questa storia che la Fondazione Museo Montelupo ha proposto questo progetto di dimensioni inusuali per un piccolo comune, ha sottolineato il sindaco Rossana Mori. Quasi due anni di durata, da oggi a dicembre 2013, caratterizzati da eventi – mostre, convegni, cantieri d’arte – per indagare le potenzialità di dialogo tra i diversi luoghi del Mediterraneo e riscoprire questo mare come canale di comunicazione fra culture lontane. Il Mare tra le genti vuol cogliere e conservare questo spirito. Con il Cantiere d’arte Lo 2.0 – Nuovi apprendisti per una bottega rinascimentale si riabilita e attualizza un’arte antica, aprendo le porte delle botteghe ai giovani delle accademie d’arte e facendo tesoro della loro creatività. L’esposizione Verso Oriente e ritorno, invece, mostra come il contagio tra culture arricchisca l’arte e soprattutto i popoli. La Festa internazionale della ceramica arriva così alla sua ventesima edizione, ancora una volta rinnovata nei contenuti e nella forma. Montelupo si ripropone al grande pubblico forte delle sue tradizioni secolari: ben settecento anni di produzioni che oggi sono ben visibili nel nuovo Museo della Ceramica inaugurato nel maggio del 2008. “Un patrimonio che è frutto del lavoro di ricerca ad opera di volontari della cultura che con tenacia hanno scoperto come questo territorio sia stato centro d’eccellenza già nella seconda metà del Xiii secolo, riscrivendo così la storia della ceramica in Italia – ha concluso l’assessore Scaletti -. Già allora Montelupo si poneva con la sua forza identitaria all’interno di un vasto sistema di relazioni, esportando la maiolica nel bacino del Mediterraneo ed oltre. E continua a farlo ancora oggi, valorizzando le conoscenze accumulate in secoli di scambio interculturale e facendone tesoro oltre che motore di sviluppo”. Per questo, ha sottolineato il sindaco Mori, “continuiamo a credere nella cultura come motore propulsivo della società. In questo momento di crisi, noi andiamo controcorrente non tagliando fondi alla cultura, anzi cerchiamo di valorizzare le peculiarità cittadine”. |
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