Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 MODA E TENDENZE ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 27 Settembre 2012
UE: DISPOSITIVI MEDICI PIÙ SICURI, EFFICACI E INNOVATIVI  
 
Bruxelles, 27 settembre 2012 - Dalla semplice medicazione adesiva alle macchine più sofisticate che permettono di mantenere le funzioni vitali, i dispositivi medici e i dispositivi medici per la diagnostica in vitro sono essenziali per la nostra salute e la qualità della nostra vita. Affinché questi dispositivi rispondano alle esigenze sanitarie e garantiscano la sicurezza dei cittadini europei, la Commissione europea ha proposto oggi due regolamenti adeguati agli obiettivi fissati, più trasparenti, e che tengono meglio conto dei progressi scientifici e tecnici. Le nuove norme hanno lo scopo di garantire che i pazienti, i consumatori e i professionisti della salute possano trarre vantaggio da dispositivi medici sicuri, efficaci e innovativi. Il settore dei dispositivi medici è estremamente innovativo, particolarmente in Europa, ed ha un valore di mercato di circa 95 miliardi di Eur1. Il Commissario per la salute e la politica dei consumatori, John Dalli, ha dichiarato "Solo pochi mesi orsono, lo scandalo delle protesi mammarie difettose, che ha coinvolto decine di milioni di donne in Europa e nel mondo, ha provocato un´onda di shock nell´opinione pubblica. In quanto legislatori, dobbiamo fare del nostro meglio affinché ciò non si ripeta mai più. Questo scandalo ha intaccato la fiducia dei pazienti, dei consumatori e dei professionisti nella sicurezza dei dispositivi che utilizzano quotidianamente. Le proposte adottate oggi intendono rafforzare sensibilmente i controlli per garantire che solo i dispositivi sicuri siano commercializzati nell´Unione europea e, allo stesso tempo favorire l´innovazione e preservare la competitività del settore dei dispositivi medici." Chi sono i beneficiari? I pazienti e i consumatori, poiché tutti i dispositivi devono essere oggetto di una rigorosa valutazione delle loro caratteristiche in materia di sicurezza e di prestazioni, prima di poter essere commercializzati sul mercato europeo. Le procedure di controllo saranno radicalmente rafforzate, ma continueranno a consentire ai pazienti e ai consumatori europei di accedere rapidamente a dispositivi innovativi con un buon rapporto costo/efficacia. I professionisti della salute, che saranno meglio informati sui benefici per i pazienti, sui rischi residui e in generale sul rapporto rischi/vantaggi, consentendo loro di utilizzare al meglio le attrezzature mediche nei trattamenti e nelle cure impartiti ai pazienti. I fabbricanti, che trarranno vantaggio da regole più chiare, da scambi commerciali facilitati tra i paesi dell´Ue e da condizioni di concorrenza equa che escludano dal mercato gli operatori che non rispettano la normativa. Queste nuove regole favoriranno l´innovazione incentrata sui pazienti e tengono particolarmente conto delle esigenze specifiche di numerose Pmi del settore dei dispositivi medici. I principali elementi delle proposte: Il campo di applicazione per la legislazione dell´Unione è ampliato, ad esempio alle protesi con finalità estetica, e chiarito, ad esempio per quanto riguarda i software medici. La sicurezza e le prestazioni di questi prodotti saranno in tal modo correttamente valutati prima della commercializzazione sul mercato europeo; la sorveglianza degli organismi di valutazione indipendenti da parte delle autorità nazionali è rafforzata; i poteri attribuiti agli organismi di valutazione sono rafforzati, così come gli obblighi che incombono loro, per garantire che i fabbricanti siano oggetto di valutazioni rigorose e di controlli regolari, in particolare mediante ispezioni senza preavviso e prove a campione; i diritti e le responsabilità dei fabbricanti, degli importatori e dei distributori saranno ulteriormente chiariti, anche per quanto riguarda i servizi diagnostici e la vendita online; la base di dati sui dispositivi medici è ulteriormente sviluppata e contiene informazioni esaustive ed accessibili al pubblico sui prodotti disponibili nel mercato dell´Unione. I pazienti, i professionisti della salute e il pubblico in generale potranno consultare i principali dati riguardanti i dispositivi medici disponibili in Europa e prendere decisioni con piena conoscenza di causa; viene migliorata la tracciabilità dei dispositivi lungo tutta la catena di approvvigionamento, e ciò consentirà di reagire rapidamente ed efficacemente a qualunque problema di sicurezza. L´introduzione di un sistema unico d´identificazione dei dispositivi permetterà di migliorarne la sicurezza dopo la commercializzazione, contribuendo a ridurre il numero di errori medici e a lottare contro le contraffazioni; i requisiti relativi alle prove cliniche sono rinforzati per garantire la sicurezza dei pazienti e dei consumatori; le norme applicabili sono adeguate ai progressi tecnologici e scientifici, così come le prescrizioni in materia di sicurezza e di prestazioni applicabili alle nuove tecnologie della salute, come i software e i nanomateriali; viene migliorato il coordinamento tra le autorità nazionali di sorveglianza per garantire che siano disponibili nel mercato europeo solo dispositivi sicuri; gli orientamenti internazionali sono presi in considerazione allo scopo di facilitare gli scambi internazionali. Il quadro regolamentare rivisto relativo ai dispositivi medici comprende: Una proposta di regolamento relativo ai dispositivi medici (in sostituzione della direttiva 90/385/Cee relativa ai dispositivi medici impiantabili attivi e della direttiva 93/42/Cee relativa ai dispositivi medici); Una proposta di regolamento relativo ai dispositivi medico-diagnostici in vitro (in sostituzione della direttiva 98/79/Ce relativa ai dispositivi medico-diagnostici in vitro). Per ulteriori informazioni: http://ec.Europa.eu/health/medical-devices/index_en.htm    
   
   
DOMANDE E RISPOSTE: LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE UN NUOVO QUADRO NORMATIVO COMUNITARIO SUI DISPOSITIVI MEDICI E IN VITRO DIAGNOSTIC MEDICAL DEVICES  
 

Bruxelles, 27 settembre 2012 - Quali sono i dispositivi medici e in vitro dispositivi medico-diagnostici? Essi coprono un ampio spettro di prodotti, da casa-uso, come cerotti, lenti a contatto e test di gravidanza per materiali dentali di riempimento, macchine a raggi X, pacemaker, protesi mammarie, protesi d´anca e di esami del sangue Hiv. Ci sono circa 500.000 o più tipi differenti di dispositivi presenti sul mercato. Sono classificati in diverse classi di rischio, come indicato nella seguente tabella: Dispositivi medici:

Classificazione di rischio1

classe I (a basso rischio)

classe Iia (da basso a medio rischio)

Classe Iib (alto o medio rischio)

classe Iii (ad alto rischio)

Esempi

cerotti; occhiali correttivi

lenti a contatto; dentali materiali di riempimento; tubi tracheali

Macchine a raggi X; stent uretrali

cateteri cardiovascolari, protesi d´anca, spalla e ginocchio; pacemaker

In vitro dispositivi medico-diagnostici:

Classificazione di rischio2

Basso rischio

Basso a medio rischio

Alto o medio rischio

Alto rischio

Esempi

test per la misurazione del livello di colesterolo nel sangue

auto-test per la determinazione della gravidanza

reagenti per la valutazione del rischio di trisomia 21

reagenti per la rilevazione di Hiv

Perché i dispositivi medici diversi dai medicinali? I dispositivi medici non devono essere miscelati con prodotti medicinali (spesso indicati come prodotti farmaceutici), che sono soggetti a un quadro regolamentare specifico. La differenza principale tra i dispositivi medici e medicinali è il prodotto principale modalità di azione, tipicamente fisica di un dispositivo medico ( per esempio azione meccanica, barriera fisica, sostituzione o supporto a organi o funzioni del corpo ...). Perché la Commissione propone nuove norme? Ci sono diversi motivi per cui la Commissione propone nuove norme per i dispositivi medici e in vitro dispositivi medico-diagnostici. Prima di tutto, la normativa comunitaria vigente, risalente al 1990, non ha tenuto il passo con l´enorme progresso tecnologico e scientifico nel corso degli ultimi 20 anni e come ogni regime regolamentare che fare con prodotti innovativi di cui ha bisogno revisione periodica . Inoltre, gli Stati membri dell´Ue interpretare e applicare le norme vigenti in modi diversi che porta a diversi livelli di paziente e tutela della salute pubblica nell´Unione europea. Inoltre, crea ostacoli al mercato unico , riducendo così i benefici operatori economici potrebbe ottenere da uno dei principali obiettivi della costruzione europea. Attualmente, non è sempre possibile rintracciare dispositivi medici e in vitro dispositivi medico-diagnostici al loro fornitore. Nuove norme in materia di tracciabilità sono dunque necessari. Ultimo ma non meno importante, i pazienti, operatori sanitari e le altre parti interessate non hanno accesso alle informazioni essenziali su come dispositivi medici e in vitro dispositivi medico-diagnostici sono stati valutati, e ciò che vi è evidenza clinica per dimostrare che sono sicuri ed efficaci. Maggiore trasparenza è necessario. Eventi recenti, come lo scandalo sulle protesi mammarie al silicone fraudolenti e dei problemi che si verificano con alcuni metallo-metallo protesi d´anca comuni hanno portato i temi di cui sopra per l´attenzione del grande pubblico. La Commissione propone un quadro normativo solido e trasparente con gli strumenti necessari per una gestione sostenibile, efficace e credibile del sistema. Le proposte della Commissione una risposta al Pip protesi mammarie scandalo? La Commissione ha lavorato alla revisione della normativa dispositivo medico prima che lo scandalo Pip si è verificato. Tuttavia, la Commissione ha analizzato attentamente lo scandalo Pip , al fine di garantire che le proposte sono abbastanza robuste per evitare tali problemi si ripetano. Quali sono le principali modifiche proposte dalla Commissione? La Commissione propone modifiche importanti per quanto riguarda i vari aspetti rilevanti per il ciclo di vita dei dispositivi medici, come ad esempio il campo di applicazione della normativa, prima dell´immissione sul mercato dei dispositivi di valutazione, il loro controllo, una volta sul mercato, la trasparenza dei dati concernente i dispositivi commercializzati e le gestione del sistema di regolamentazione delle autorità. Le principali variazioni nel dettaglio sono: Più ampia e più chiara applicazione della legislazione Ue, estesa fino a comprendere, ad esempio, impianti per fini estetici, e chiarito quanto riguarda i test genetici; Forte vigilanza indipendenti organismi di valutazione della conformità (cosiddetto ´organismi notificati´) da parte delle autorità nazionali; Più poteri di organismi notificati nei confronti dei produttori, per garantire test approfonditi e controlli regolari, comprese le ispezioni in fabbrica senza preavviso presso i siti di produzione; Più chiari i diritti e le responsabilità per fabbricanti, rappresentanti autorizzati, importatori e distributori, anche nel caso di servizi diagnostici e le vendite su Internet; Estesa base di dati sui dispositivi medici (Eudamed), fornendo informazioni complete e pubblico sui prodotti disponibili sul mercato Ue; Una migliore tracciabilità dei dispositivi in tutta la catena di approvvigionamento, consentendo una risposta rapida ed efficace ai problemi di sicurezza ( ad esempio, ricorda); Regole rinforzati per indagini cliniche sui dispositivi ei dati clinici necessari per la pre-mercato e il continuo post-mercato, la valutazione dei dispositivi medici, anche in vitro dispositivi medico-diagnostici. Adeguamento dei requisiti generali di salute e sicurezza , comprese le disposizioni in materia di etichettatura, al progresso tecnologico e scientifico. Introduzione di regole di classificazione che dividono la vasta gamma di in vitro dispositivi medico-diagnostici in quattro diverse classi di rischio in quanto già esiste per gli altri dispositivi medici. Creazione di un gruppo di medici di coordinamento del dispositivo composto da membri che rappresentano le autorità nazionali competenti in materia di dispositivi medici per garantire un migliore coordinamento tra gli Stati membri, con la Commissione fornendo il necessario supporto scientifico, tecnico e logistico. Che dire di dispositivi medici e in vitro dispositivi medico-diagnostici importati da paesi terzi? Dispositivi medici e in vitro dispositivi medico-diagnostici prodotti in un paese terzo e importati nell´Ue sono soggetti alle stesse regole come dispositivi medici prodotti all´interno dell´Ue. La Commissione è attivamente coinvolta in iniziative di armonizzazione a livello internazionale nel settore dei dispositivi medici e in vitro dispositivi medico-diagnostici come l´ex globale armonizzazione Task-force ( http://www.Ghtf.org/  ) e la nuova regolamentazione internazionale di dispositivi medici Forum ( http://www.Imdrf.org/  ). Le proposte della Commissione incorporano le linee guida elaborate a livello internazionale, nel diritto comunitario, al fine di convergere i requisiti normativi per i dispositivi medici e in vitro dispositivi medico-diagnostici in grandi economie. Quali sono i prossimi passi? Le proposte della Commissione saranno discusse al Parlamento europeo e al Consiglio. Si dovrebbe essere adottata nel 2014 e sarebbe poi gradualmente in vigore 2015-2019.

 
   
   
LE DIMENSIONI DELLA COSCIA INFLUENZANO LA RIUSCITA DELLA PROTESI ALL´ANCA  
 
Bruxelles, 27 settembre 2012 - Le dimensioni della coscia nelle persone affette da obesità patologica contribuiscono alla non riuscita della protesi dell´anca, lo dimostra un nuovo studio internazionale. Coordinati dall´Università dell´Iowa negli Stati Uniti, i ricercatori hanno simulato la lussazione dell´anca e hanno osservato che maggiore è la circonferenza della coscia di una persona patologicamente obesa, più sono le probabilità che l´anca diventi instabile. Presentato sulla rivista Clinical Orthopaedics and Related Research, lo studio suggerisce che i chirurghi dovrebbero modificare le procedure chirurgiche per mitigare il rischio di lussazione dell´anca nei pazienti obesi. I ricercatori osservano inoltre che bisognerebbe prendere in considerazione progetti alternativi per le protesi di sostituzione dell´anca. "Abbiamo dimostrato che le cosce dei pazienti patologicamente obesi sono così larghe che in realtà si spingono a vicenda verso l´esterno e forzano la protesi fuori dall´incavo," ha detto l´autore principale Jacob Elkins, specializzando dell´Università dell´Iowa. "Gli studi hanno mostrato un tasso di lussazione più alto di 6,9 volte nei pazienti affetti da obesità patologica rispetto ai pazienti normopeso." Le persone che soffrono di dolore debilitante all´anca traggono beneficio dalla sostituzione totale dell´anca perché riacquistano la mobilità. I dati del Centro comune di ricerca della Commissione europea, Istituto per la salute e la protezione del consumatore mostrano che circa un milione di persone si sottopongono a un intervento di sostituzione totale dell´anca ogni anno mentre i dati dell´Istituto dell´artrite e la malattie muscoloscheletriche e della pelle (Niams) negli Stati Uniti indicano che oltre 230.000 di tutte le sostituzioni dell´anca sono fatte negli Stati Uniti ogni anno. Oltre il 90% di queste ultime non richiedono una riparazione o una sostituzione successive. I problemi emergono però quando una sostituzione dell´anca non riesce. È doloroso per i pazienti, sia fisicamente che finanziariamente. La lussazione è la prima causa della non riuscita delle protesi, secondo i dati di dimissione dall´ospedale Medicare. Un impianto dell´anca è un meccanismo di enartrosi. Funziona come un´articolazione umana, ma non ha il tessuto connettivo che stabilizza la normale articolazione dell´anca. A causa di ciò, la parte a forma di palla della protesi può uscire in ogni momento. Elkins ha sviluppato un modello computazionale che il team ha usato per determinare come funziona una protesi dell´anca nei pazienti. Hanno valutato gli effetti della pressione coscia contro coscia sulla protesi dell´anca durante un´ampia gamma di movimenti dal sedersi allo stare in piedi. I ricercatori hanno studiato anche come le protesi si comportavano in vari tipi di corpo, usando una distanza dal centro dell´anca al centro dell´anca di 200 millimetri come base per l´analisi della circonferenza della coscia per 8 diversi indici di massa corporea (Imc, tra 20 e 55, dove 40 rappresenta l´obesità patologica). Hanno osservato che la lesione del tessuto soffice della coscia fa aumentare il rischio di lussazione per gli Imc di 40 o più, le protesi con una testa del femore di diametro più largo non migliorano sostanzialmente la stabilità dell´articolazione e una protesi con uno stelo femorale ad alta compensazione diminuisce il rischio di lussazione. "Più sono grandi le gambe, più è la forza che passa attraverso l´articolazione dell´anca," ha spiegato Elkins. "È un concetto semplice. Quando le cosce sono veramente grandi, esercitano una pressione sull´anca." Quindi per quanto riguarda i trattamenti chirurgici, i ricercatori credono che i chirurghi dovrebbero usare i risultati dello studio per determinare il design ottimale della protesi per ogni paziente. "La prima cosa che i chirurghi possono fare è il cosiddetto "stelo del femore ad alta compensazione," dice l´autore anziano, il professor Thomas Brown dell´Università dell´Iowa. "Praticamente, lo stelo femorale della protesi è più lungo, quindi porta la gamba più lontano dal centro di rotazione dell´articolazione. Le cosce quindi dovrebbero muoversi ancora di più verso l´interno prima di poggiarsi l´una all´altra e generare le forze necessarie per la lussazione." Hanno contribuito a questo studio esperti del Politecnico di Praga, Repubblica ceca. Per maggiori informazioni, visitare: University of Iowa: http://www.Uiowa.edu/  Clinical Orthopaedics and Related Research: http://www.Springer.com/medicine/orthopedics/journal/11999    
   
   
MARCHE: RIQUALIFICAZIONE DEGLI OPERATORI SOCIO-SANITARI ,L’IMPEGNO A CONCLUDERE I CORSI ENTRO IL 2014 SANCITO IN UN PROTOCOLLO TRA REGIONE PROVINCE , ANCI E SINDACATI.  
 
Ancona, 27 settembre 2012 - C’è l’impegno da parte della Regione, sancito ieri con la firma di un protocollo con le 5 Amministrazioni Provinciali, l’Anci e le Organizzazioni sindacali Cgil Cisl e Uil, a reperire le risorse necessarie per il completamento del processo di riqualificazione dei lavoratori occupati presso le strutture e servizi sociali a ciclo residenziale e semiresidenziale, vale a dire degli Operatori socio-sanitari. “Un atto importante per centinaia di operatori socio sanitari che attendevano l’avvio di questi interventi per proseguire l’attività– ha rimarcato l’assessore regionale alla Formazione Lavoro, Marco Luchetti – perché consentirà di concludere il percorso di riqualificazione entro il 2014 e per molti significa restare nel mercato del lavoro. Va ricordato che la Regione da anni pone attenzione verso questa figura che ritiene indispensabile per la qualità dei servizi sociali offerti dalle nostre strutture socio-sanitarie e che contribuisce alla definizione di un modello di welfare ancora valido. Non è un caso quindi che in 4 anni il Piano operativo regionale del Lavoro abbia assegnato alle Province circa 4 milioni e mezzo destinati alla riqualificazione proprio di queste figure.” Alle Province ,infatti, anche secondo l’intesa sottoscritta oggi, spetta il compito di tutelare il mantenimento del rapporto di lavoro dei soggetti già impiegati e a rischio di uscita dal mercato del lavoro, dando priorità all’avvio degli interventi di riqualificazione destinati agli occupati. E per questo, le stesse dovranno procedere anche ad una ricognizione dei fabbisogni di riqualificazione dei lavoratori residui destinati in ogni caso alla riqualificazione. Favorire la riqualificazione del personale impiegato nelle residenze protette residenziali e semiresidenziali è una finalità che la Regione Marche persegue da anni attraverso molteplici attività , da un tavolo tecnico con il compito di effettuare la valutazione dei percorsi formativi, la definizione e/o revisione dei crediti formativi riconoscibili per la medesima figura, incontri ed altre attività fino a un monitoraggio lo scorso anno in collaborazione con le Province sullo stato dell’arte. Attività che è servita anche a fissare il termine entro il quale ritenere conclusa l’intera procedura di riqualificazione dei lavoratori occupati, con la conseguente cessazione del periodo transitorio e la messa a regime dell’obbligo di legge per le strutture ed i servizi sociali a ciclo residenziale e semiresidenziale di disporre di figure professionali qualificate per le diverse funzioni. Tutti i soggetti firmatari si sono inoltre impegnati perchè vengano utilizzati gli strumenti di flessibilità contrattualmente previsti (diritto allo studio, banca delle ore, turnazioni etc…), al fine di garantire la partecipazione dei lavoratori ai percorsi di riqualificazione.  
   
   
TUMORI: 364MILA I NUOVI CASI NEL 2012, 6 DONNE SU 10 GUARISCONO “IL BIG KILLER È IL CANCRO AL POLMONE, IL COLON IL PIÙ COLPITO”  
 
 Roma, 27 settembre 2012 – Ogni giorno in Italia si scoprono 1000 nuovi casi di cancro. I tumori colpiscono di più le Regioni settentrionali (+30%) rispetto al Sud, ma complessivamente nel nostro Paese migliorano le percentuali di guarigione. Il 61% delle donne e il 52% degli uomini è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Particolarmente elevata la sopravvivenza dopo un quinquennio in tumori frequenti come quello del seno (87%) e della prostata (88%). Il merito è da ricondurre alla più alta adesione alle campagne di screening, che consentono di individuare la malattia in uno stadio iniziale, e alla maggiore efficacia delle terapie. I nuovi casi di cancro nel 2012 saranno 364mila (erano 360mila nel 2011): 202.500 (56%) negli uomini e 162.000 (44%) nelle donne. Il tumore del colon-retto è il più frequente, con oltre 50.000 nuove diagnosi, seguito da quello della mammella (46.000), del polmone (38.000, un quarto nelle donne) e della prostata (36.000). Il cancro del polmone si conferma al primo posto complessivamente per mortalità (34.500 i decessi stimati) ed è il big killer fra gli uomini (27%), quello del seno fra le donne (16%). È la fotografia scattata dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dall’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum) nel volume “I numeri del cancro in Italia 2012”, presentato oggi all’Auditorium del Ministero della Salute con l’intervento del Ministro, prof. Renato Balduzzi. “La possibilità di disporre finalmente di dati epidemiologici relativi all’anno in corso – afferma il Ministro Balduzzi – è essenziale per impostare azioni di politica sanitaria. L’oncologia italiana, per qualità delle terapie e impegno nella prevenzione, si conferma tra le prime al mondo, come dimostrato dalle alte percentuali di guarigione”. “A meno di un anno dalla prima – spiega il prof. Stefano Cascinu, presidente Aiom -, abbiamo completato la seconda edizione, con una tempistica davvero unica nel panorama italiano. La nostra è una pubblicazione annuale, sul modello di quanto già avviene da tempo negli Usa. Rispetto al precedente volume, riferito al 2011, abbiamo inserito l’analisi di altre neoplasie (ovaio, rene, vescica, tiroide) aumentando la quantità e qualità delle informazioni. Questi ‘numeri’ sono indispensabili per tutti gli operatori e le Istituzioni coinvolti nella lotta contro il cancro, sia nella gestione dei pazienti che nella programmazione sanitaria in un periodo di contenimento della spesa come l’attuale in cui è indispensabile l’appropriatezza e l’uso razionale delle risorse”. I tumori rappresentano la seconda causa di morte (30%), dopo le malattie cardio-circolatorie (38%). Si stima che nel 2012 provocheranno 175mila decessi (erano 174mila nel 2011): circa 500 al giorno. “La sopravvivenza – sottolinea il prof. Stefano Ferretti, segretario dell’Airtum – è uno dei principali indicatori che permette di valutare l’efficacia del sistema sanitario. In questo senso esistono ancora differenze nelle percentuali di guarigione tra le Regioni settentrionali e quelle del Sud a sfavore di queste ultime. Chi è vivo a 5 anni dalla diagnosi di specifiche forme (testicolo, corpo dell’utero, melanoma, linfomi di Hodgkin e, in misura minore, colon-retto) ha prospettive di sopravvivenza che si avvicinano a quelle della popolazione generale, non colpita da neoplasia”. Il volume verrà distribuito in tutte le oncologie italiane, negli assessorati regionali e nelle Istituzioni nazionali. “La prima edizione – spiega il prof. Carmine Pinto, segretario nazionale Aiom - ha ricevuto riscontri molto positivi non solo da parte degli addetti ai lavori ma anche dalle Istituzioni e dai cittadini. Inoltre la versione per il web del libro, disponibile sui siti della nostra società scientifica e dell’Airtum, è stata scaricata da migliaia di utenti. La conoscenza dei dati italiani e regionali dell’impatto della patologia neoplastica, in termini non solo di incidenza, mortalità, sopravvivenza e prevalenza ma anche di stime per i prossimi anni, è uno strumento da cui non possiamo prescindere per l’organizzazione della nostra attività clinica e di ricerca. L’aiom da sempre è impegnata nel miglioramento dell’assistenza oncologica, che deve necessariamente partire da dati aggiornati e dalla loro interpretazione”. Il maggior numero di casi registrato nel Settentrione può essere imputabile a varie cause, riconducibili, ad esempio, a stili di vita scorretti e a una maggiore esposizione a fattori cancerogeni. “L’eccezione – continua il prof. Cascinu - è rappresentata dal tumore del fegato, più frequente nel Meridione, che presenta rispetto al Nord valori pari a +17% nei maschi e a +65% nelle femmine. Da segnalare la riduzione delle differenze dei tassi di incidenza tra Nord e Sud, rispetto agli anni precedenti, per alcune neoplasie come quella del colon-retto, per la diffusione di un modello alimentare di tipo occidentale, che va sostituendosi alla dieta ‘mediterranea’, precedentemente peculiare del solo Meridione”. I cinque tumori più frequentemente diagnosticati fra gli uomini sono quello della prostata (che rappresenta il 20% di tutte le neoplasie diagnosticate), del polmone (15%, con tendenza alla riduzione nel tempo), del colon-retto (14%), della vescica (10%) e dello stomaco (5%). Tra le donne, il cancro della mammella è il più diffuso (29%), seguito da colon-retto (14%), polmone (6%), corpo dell’utero (5%) e tiroide (5%). “L’attenzione agli aspetti economici e sociali della malattia e soprattutto alla vita dopo il tumore – spiega il prof. Carmelo Iacono, presidente della Fondazione Aiom - rappresenta una componente essenziale dei compiti dell’oncologo medico. È pertanto responsabilità dei gestori delle risorse dallo Stato, delle Regioni, dei direttori generali e dei direttori di unità operative individuare priorità assistenziali regolate dall’etica e fondate sui reali bisogni”. La pubblicazione è stata realizzata con il contributo di tutte le oncologie italiane (oltre 300) e i 37 Registri tumori presenti sul territorio. Nel complesso oltre 24 milioni di italiani, pari a circa il 43% della popolazione residente totale, vivono in aree dove è presente un Registro tumori. La rete italiana, in continua espansione, sorveglia attualmente una popolazione tra le più ampie in Europa e i dati sono ora disponibili alla consultazione pubblica attraverso il sito web di Airtum. “Purtroppo – conclude il prof. Ferretti - l’attività dei Registri italiani è sempre più seriamente compromessa dalla perdurante assenza di una legge nazionale che li riconosca giuridicamente e li abiliti all’accesso alle informazioni sanitarie nel rispetto della normativa sulla tutela dei dati personali. Paradossalmente a fronte dei riconoscimenti e del sostegno istituzionale alle loro attività e a fronte dei rischi ambientali che sempre più spesso ne invocano il contributo, i Registri sono ormai alla paralisi e di fatto già in molte aree impossibilitati a fornire dati epidemiologici in sostegno delle valutazioni sulle emergenze ambientali, sugli screening e sull’impatto dei percorsi assistenziali in oncologia. Ci si augura che prima della fine dell’attuale legislatura il rischio di un blocco totale sia scongiurato attraverso la rapida ripresa del percorso legislativo che ne riconosca l’esistenza e il ruolo”.  
   
   
DONATO ALLA REGIONE DIPINTO DEL PITTORE VENEZIANO GIANQUINTO  
 
 Venezia, 27 settembre 2012 - Il vicepresidente della giunta regionale e assessore alla cultura Marino Zorzato ha formalizzato ieri, con la collocazione a Palazzo Balbi, la presa in carico del dipinto a olio su tela intitolato “Aetatis Iii”, realizzato nel 1977 da Alberto Gianquinto e donato alla Regione dagli eredi del pittore veneziano, morto nel 2003. Alla consegna dell’opera, che è stata posizionata nel salone davanti alla sala giunta, erano presenti anche Luciana Battistella e Antonino Gianquinto, moglie e figlio dell’artista. “La Regione ha accettato volentieri la donazione – ha detto Zorzato - e la collocazione a Palazzo Balbi permetterà agli ospiti e ai visitatori di apprezzare quest’opera dell’artista veneziano, che viene ad accrescere il patrimonio culturale a disposizione dell’amministrazione regionale”. Alberto Gianquinto (nato al Lido di Venezia nel 1929) ha partecipato con le sue opere a numerose mostre, iniziate nel 1955 alla Bevilacqua La Masa di Venezia e continuate alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e nelle più importanti gallerie nazionali e venete. In occasione della predisposizione e compilazione del Catalogo Generale dell´opera di Gianquinto da parte del prof. Giuseppe Appella di Roma, gli eredi hanno espresso la volontà di donare alla Regione del Veneto questo lavoro eseguito nel 1977, che misura tre metri per due. Finora il dipinto si trovava presso la residenza della moglie del pittore a Jesolo (Ve), adibita ad atelier espositivo.  
   
   
FIESOLE, SCUFFI E I SUOI MODELLI: IN MOSTRA CON CARRÀ, SIRONI, DE CHIRICO, ROSAI E VIANI ESPOSTE LE OPERE DEL MAESTRO TOSCANO E DI ALCUNI DEI SUOI “PADRI PUTATIVI”  
 
Fiesole, 27 settembre 2012 - Marcello Scuffi “faccia a faccia” con alcuni dei suoi padri putativi. Fiesole unisce in un’unica mostra le opere del Maestro toscano e quelle dei grandi artisti del secolo scorso, come Carrà, Sironi, De Chirico, Rosai e Viiani, che hanno ispirato la poesia e la pittura di Scuffi. Dal 27 settembre al 28 ottobre nella Sala del Basolato del Comune di Fiesole (piazza Mino) sarà, infatti, ospitata l’esposizione “Marcello Scuffi. Il mio Novecento”, curata da Giovanni Faccenda. La mostra verrà inaugurata giovedì 27 settembre alle ore 18 e resterà aperta dalle 10 alle 19 a settembre e dalle 10 alle 18 ad ottobre. Toscano di nascita, Scuffi inizia a dipingere molto giovane per diletto, durante gli anni del Seminario cui l’aveva indirizzato il padre. Ben presto la pittura diventa una passione così forte tanto da fargli abbandonare gli studi. La sua arte dapprima ispirata dagli antichi Maestri, come Giotto, Masaccio e Piero della Francesca viene poi influenzata dai classici italiani del 900, quali Carrà, Rosai e De Chirico fino a divenire una pittura senza tempo. I temi ricorrenti nei suoi quadri sono i paesaggi toscani, le marine deserte, le nature morte e i paesaggi cristallizzati nel tempo: tutte immagini dove l’uomo è assente e dove il tempo sembra essersi fermato in un’attesa senza oggetto. “Risaltano, in ogni caso, per il chiarissimo conio toscano, le radici espressive di Scuffi – spiega Faccenda – così come è dato apertamente di cogliere nell’opera, suggestiva, di questo virtuoso artefice. La sua pittura, nel dipanarsi delle stagioni, ha tratto linfa vitale e florido giovamento da quelle lontane fascinazioni che, agli esordi, ebbero ad allagargli l’anima: l’austerità delle architetture e gli azzurri di Giotto; la sacralità e il silenzio dei luoghi di Masaccio; la luce e la dimensione metafisica del tempo negli enigmatici scenari di Piero della Francesca. Riferimenti, questi, divenuti imprescindibili, intorno alla prima metà del secondo decennio del Novecento, anche per alcuni autori, come Soffici, Carrà, Severini e Sironi, che, per primi, avvertirono l’improcrastinabile urgenza di un immediato ‘ritorno all’ordine’ al volgere dell’epopea futurista”. La mostra ha il patrocinio di: Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Primo Conti, Società Dantesca Italiana, Fondazione Giovanni Spadolini, Provincia di Firenze, Soprintendenza per il Polo Museale della Città di Firenze, Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Marcello Scuffi è nato a Tizzana, in provincia di Pistoia, nel 1948. Vive e lavora tra Quarrata e Marina di Pietrasanta, in Versilia. Autodidatta, dipinge dal 1970: nelle sue tele, così come negli affreschi e negli acquerelli si riconosce, paradossalmente, una mano immutata nel tempo, seppur le opere dei primi anni risultino più luminose e più chiare. All’inizio degli anni Settanta, finalmente, la pittura diventa la sua professione, riuscendo a vivere di quello pur non senza difficoltà. Fino dal 1970 è stato presente in varie collettive e dal 1972 ha all´attivo più di trenta personali. Nel 1977 e nel 1981 ha soggiornato a Bruxelles e vi ha a lungo dipinto. Oltre che in Italia, il suo lavoro è conosciuto in Francia, Belgio e Svizzera.  
   
   
BOXE - TITOLO ITALIANO A SEGRATE  
 
 Segrate, 27 settembre 2012 - Venerdì 12 ottobre la grande boxe professionistica torna nel Milanese, al palazzetto dello sport di Segrate, con l’incontro valevole per il titolo italiano dei pesi superleggeri (limite dei 63,5 kg) tra il campione in carica Renato De Donato, milanese doc di via Padova, e lo sfidante ufficiale Alfredo Di Feto, di Parma. L’evento, che sarà trasmesso in diretta su Raisport, sarà organizzato dalla Boxe Cavallari in collaborazione con la Segrate Boxe ed il Comune di Segrate, e prevede prima del match clou un ‘antipasto’ di cinque incontri. C’è grande attesa per questa sfida tricolore, in quanto il 26enne mancino De Donato, uno degli astri nascenti della boxe italiana, avrà modo finalmente di mostrare le grandi qualità pugilistiche di cui è dotato davanti ai propri tifosi, a due passi da casa. Ultimo di nove fratelli, di professione (oltre che pugile) allenatore delle squadre giovanili alla Cus Milano Rugby, dopo una brillante carriera da dilettante in cui ha vestito anche i colori della Nazionale Renato passa professionista alla fine del 2010 nelle fila del Team Cavallari, ottenendo in giro per la Penisola una serie impressionante di vittorie che gli fanno scalare rapidamente le classifiche nazionali della sua categoria. Il suo è un pugilato sul filo di lana, tecnico e veloce, che incanta gli spettatori, e che a volte si concede qualche rischio di troppo facendo preoccupare il maestro Nello Iovino ed il manager Sergio Cavallari. Nel marzo del 2011, a Reggio Emilia, arriva per lui il primo momento della verità proprio contro l’esperto e più quotato Alfredo Di Feto, un vero e proprio ‘animale da ring’, un attaccante puro che non lascia un secondo di tregua ai malcapitati avversari. I due danno vita a sei riprese di rara intensità, e De Donato stupisce tutti riuscendo ad imporsi ai punti fronteggiando gli attacchi di Di Feto grazie al proprio tempismo ed alla propria velocità. Il 12 ottobre l’attesa rivincita, questa volta sulle dieci riprese e con in palio il titolo italiano conquistato da Renato lo scorso 22 giugno a Mantova contro il torinese Marco Siciliano. Ricco anche il ‘sottoclou’, che prevede tre incontri dilettantistici (con impegnati gli atleti locali Alessandro Alloro, Bien Jerome Aquino e Carlo Olimpio contro pari categoria emiliani) e due professionistici sui sei round con protagonisti l’imbattuto peso welter milanese Riccardo Pintaudi contro il serbo Zoran Didanovic, ed il campione italiano dei pesi superpiuma Andrea Scarpa, torinese, contro il serbo con licenza italiana Christian Sujevic. Il primo colpo di gong è previsto per le ore 20.30. Prevendite. Da (mercoledì 26 settembre) parte la prevendita, con i biglietti (10 euro gradinate, 20 euro tribuna centrale e 30 euro bordo ring) disponibili presso le palestre della Segrate Boxe (via degli Alpini 34, Segrate, dal lunedì al venerdì dalle 18.30 alle 21.30), della Thunder Gym dove si allena De Donato (via Mestre 19/F Milano, dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 22 e il sabato dalle 9 alle 17) e della Boxe Ursus dove si allena Pintaudi (viale Umbria 36 Milano, dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 23, il sabato dalle 12 alle 18).  
   
   
ABRUZZO: SUL BURA BANDO PER IMPIANTI SPORTIVI  
 
Pescara, 27 settembre 2012 - E´ pubblicato sul Bura ordinario n. 49 del 14.09.2012, il bando per la concessione di contributi in favore dei comuni del cratere sismico, con esclusione del comune dell´Aquila, per l´adeguamento o la realizzazione di impianti per lo svolgimento di attività sportive o ricreative e per lo sviluppo di progetti necessari a favorire l´aggregazione sociale, con particolare riferimento ai giovani e agli anziani, anche tramite la pratica di attività sportive e ludiche. Lo ha reso noto l´assessore allo Sport, Carlo Masci, per il quale, "con la decisione della Giunta regionale si rinnova un impegno concreto e convinto a sostegno di un processo di normalizzazione del tessuto sociale nella città devastata dal terremoto. Abbiamo creduto fin da subito che sostenere le attività sportive e ludiche aiuti a superare le criticità di ordine sociale". Il bando ha una dotazione finanziaria pari a un milione e 400 mila euro. I beneficiari sono i comuni del cratere individuati nel decreto del Commissario delegato, con esclusione del Comune dell´Aquila. I contributi sono concessi per le tipologie di intervento e nella misura massima di seguito indicate: "linea 1" adeguamento , miglioramento e potenziamento di impianti sportivi esistenti per la pratica e lo svolgimento di attività sportive e ricreative (50 mila euro); "linea 2" realizzazione di nuovi impianti sportivi per la pratica e lo svolgimento di attività sportive e ricreative (140 mila euro); "linea 3" progetti di attività sportive, ricreative e ludiche per favorire l´aggregazione sociale, con particolare riferimento a giovani ed anziani (25 mila euro). E´ possibile presentare domanda di contributo per una sola linea di intervento.  
   
   
REGIONI, FONDO 24 MILIONI PER IMPIANTI SPORTIVI. LIGURIA: VERSO PERCORSO CONDIVISO PER RIPARTO GIUDIZI POSITIVI SULL´AVVIO DEL CONFRONTO CON IL MINISTRO GNUDI  
 
Roma, 27 Settembre 2012 - Positivi giudizi dalle Regioni al Piano nazionale per la promozione dell´attività sportiva presentato in mattinata a Roma dal ministro Piero Gnudi, al tavolo nazionale di governance "Tangos". Per l´assessore allo Sport della Liguria Gabriele Cascino, designato dal coordinamento degli assessori regionali allo sport della Conferenza delle Regioni a coordinare l´Area tematica 2 dell´organismo che si occupa dei rapporti tra sport ed economia, "il fatto importante che è emerso dall´incontro è la condivisione con il Governo del percorso per il riparto del finanziamento di 24 milioni di euro per l´impiantistica sportiva inserito nel Decreto Sviluppo". Nelle prossime settimane, il ministro Gnudi invierà al Coordinamento Sport della Conferenza dei Presidenti delle Regioni un decreto con dei principi che le regioni integreranno per arrivare a un documento sul quale avviare il riparto dei fondi". "Il calcolo puramente aritmetico legato al numero degli abitanti, stimiamo un riparto di bisogno di uno stadio nuovo o di una ristrutturazione di quello esistente", afferma Cascino. Nel confronto con il ministro Gnudi, la Regione Liguria ha ribadito il principio che i "cofinanziamenti per l´impiantistica dovranno essere concessi solo ai soggetti in grado di poter affrontare il co-finanziamento. E Cascino ha portato ad esempio il lavoro fatto in questi mesi dalla Regione Liguria con proprie risorse, "che a fronte di un co-finanziamento del 30 per cento concesso ai comuni sui costi dei lavori previsti, ha ottenuto risultati importanti per riammodernare l´impiantistica sportiva del territorio".