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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Novembre 2012
DICHIARAZIONE DI JOSÉ MANUEL BARROSO, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, E HERMAN VAN ROMPUY, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO, SULLE ELEZIONI PRESIDENZIALI NEGLI STATI UNITI  
 
Bruxelles, 8 novembre, 2012 - "Abbiamo il piacere di estendere le nostre vive congratulazioni al Presidente Obama per la sua rielezione a Presidente degli Stati Uniti d´America. Gli Stati Uniti sono un partner strategico dell´Unione europea e non vediamo l´ora di continuare la stretta collaborazione stabilita con Il Presidente Obama in questi ultimi quattro anni, a rafforzare ulteriormente i nostri legami bilaterali e di affrontare congiuntamente le sfide globali, anche nei settori della sicurezza e dell´economia. Creazione di crescita e l´occupazione resta una priorità sia per gli Stati Uniti e l´Unione europea e continueremo a lavorare con il presidente Obama per sbloccare il potenziale senza precedenti del mercato transatlantico. Siamo anche pronti a continuare la nostra intensa collaborazione in questioni di politica estera e nella promozione dei nostri valori comuni. Non vediamo l´ora di incontrare il presidente Obama in tempi brevi, al fine di riconfermare le nostre priorità e fornire nuovo slancio alla nostra azione comune ".  
   
   
UE, PREVISIONI D´AUTUNNO 2012-14: NAVIGHIAMO ANCORA IN ACQUE AGITATE  
 
Bruxelles, 8 novembre 2012 - Le prospettive a breve per l´economia dell´Ue restano precarie, sebbene si preveda un graduale ritorno alla crescita del Pil per il 2013 e un ulteriore rafforzamento nel 2014. Su base annua, nel 2012 il Pil subirà una contrazione pari allo 0,3% nell´Ue e allo 0,4% nella zona euro mentre per il 2013 ci si aspetta una crescita allo 0,4% nell´Ue e allo 0,1% nella zona euro, con un tasso di disoccupazione ancora molto alto in tutta l´Ue. I gravi squilibri interni ed esterni accumulati negli anni precedenti la crisi sono in via di riduzione, ma il processo continua a pesare sulla domanda interna di alcuni paesi e l´attività economica varia sensibilmente tra gli Stati membri. Parallelamente, la competitività persa nel primo decennio dell´Uem in alcuni Stati membri si va gradualmente ripristinando: si prevede un progressivo aumento delle esportazioni che si coniuga con l´inizio di una ripresa degli scambi mondiali. Gli ulteriori progressi registrati nel consolidamento delle finanze pubbliche sostengono questo processo di riequilibrio. Le riforme strutturali varate dovrebbero iniziare a tradursi in risultati nel periodo coperto dalle previsioni e i passi avanti compiuti nell´architettura dell´Uem continuano a rafforzare la fiducia: si dovrebbe così spianare la strada ad un´espansione maggiore e più equamente ripartita nel 2014. Secondo le stime, nel 2014 il Pil aumenterà dell´1,6% nell´Ue e dell´1,4% nella zona euro. Olli Rehn, Vicepresidente e Commissario per gli Affari economici e monetari e l´euro, ha dichiarato: "L´europa sta affrontando un processo difficile di riequilibrio macroeconomico, che si protrarrà ancora per qualche tempo. Le nostre proiezioni indicano un graduale miglioramento delle prospettive di crescita in Europa a partire dai primi mesi del prossimo anno. Importanti decisioni prese a livello politico hanno gettato le fondamenta del rafforzamento della fiducia. Le tensioni nei mercati si sono ridotte ma non c´è margine per l´autocompiacimento: l´Europa deve continuare a coniugare solide politiche di bilancio con riforme strutturali per creare le condizioni di una crescita sostenibile che riduca la disoccupazione, i cui livelli sono ancora troppo elevati." Nel 2013 una ripresa modesta Dopo la contrazione registrata nel secondo trimestre 2012, non si prevede una ripresa dell´attività economica prima della fine dell´anno; la crescita del Pil è stimata ad un livello assai modesto nel 2013, con un leggero consolidamento nel 2014. Le esportazioni nette continueranno a contribuire alla crescita, ma la domanda interna dovrebbe restare debole nel 2013 e riprendere solo nel 2014, poiché è ancora rallentata dalla riduzione del credito in atto in alcuni Stati membri e dalla riallocazione delle risorse nei vari settori. Il processo avrà ripercussioni concrete sul mercato del lavoro. Nel 2013 la disoccupazione dovrebbe raggiungere il picco attestandosi appena sotto l´11% nell´Ue e il 12% nella zona euro, ma con ampie differenze tra gli Stati membri. Anche se basso nell´insieme dell´Ue, il costo del denaro varia sostanzialmente da uno Stato membro all´altro. Le recenti decisioni prese a livello politico hanno allentato le tensioni ma le difficoltà in alcuni comparti del settore bancario e la debolezza dell´economia continueranno a gravare sull´erogazione del credito. Negli ultimi trimestri i prezzi dell´energia e gli aumenti delle imposte indirette sono ancora stati il principale motore dell´inflazione dei prezzi al consumo nell´ultimo semestre; tuttavia, le pressioni sottostanti sui prezzi interni sono state contenute e l´inflazione è prevista in calo sotto il 2% nel corso del 2013. Il risanamento di bilancio avanza - Il risanamento di bilancio avanza: secondo le previsioni, nel 2012 i disavanzi pubblici diminuiranno al 3,6% nell´Ue e al 3,3% nella zona euro. Le informazioni disponibili sui bilanci per il 2013 indicano un risanamento continuato, anche se un po´ più lento, con stime di disavanzi pubblici nominali pari al 3,2% del Pil nell´Ue e al 2,6% nella zona euro. La tendenza si riflette anche nei miglioramenti strutturali del saldo di bilancio, che nell´Ue sono previsti pari ad 1,1 punti percentuali del Pil nel 2012 e a 0,7 punti percentuali nel 2013, mentre per la zona euro si prevedono rispettivamente 1,3 e 0,9 punti percentuali. Il debito delle amministrazioni pubbliche nel 2012 si attesta al 93% del Pil nella zona euro e all´87% del Pil nell´Ue. Per il 2013 si prevede un aumento del debito al 95% del Pil nella zona euro e all´89% nell´Ue, che però dovrebbe stabilizzarsi in seguito. Gli interventi decisivi a livello nazionale e dell´Ue e i progressi realizzati nel riformare il quadro istituzionale dell´Uem hanno ridotto i rischi di un peggioramento delle prospettive di crescita. Quanto alla situazione occupazionale, se evolvesse in peggio rispetto alle proiezioni si ripercuoterebbe sulla fiducia e sulle prospettive di crescita futura. D´altra parte, date le recenti decisioni prese a livello politico, le tensioni sui mercati finanziari nell´Ue potrebbero allentarsi più rapidamente e la fiducia riemergere più forte del previsto, con conseguente impatto positivo sulla domanda interna. I rischi riguardanti le previsioni in materia di inflazione sembrano nel complesso compensarsi. La relazione dettagliata è disponibile al seguente indirizzo: http://ec.Europa.eu/economy_finance/eu/forecasts/2012_autumn_forecast_en.htm    
   
   
UNA POLITICA DEI VISTI PER PROMUOVERE LA CRESCITA ECONOMICA NELL´UE  
 
Bruxelles, 8 novembre 2012 - In una comunicazione strategica adottata ieri la Commissione esamina come l´attuazione e lo sviluppo della politica comune in tema di visti potrebbe agevolare la crescita nell´Ue offrendo maggiori occasioni di viaggio a visitatori stranieri intenzionati a visitare l´Unione. Il totale di 18,8 milioni di posti di lavoro nel 2011 rende il turismo una delle principali fonti di occupazione nell´Unione europea ed un importantissimo motore di crescita economica e sviluppo. Gli importi spesi da stranieri in visita nel 2011 sono stati pari a 330,44 miliardi di Eur. Secondo stime recenti tali cifre sono verosimilmente destinate ad aumentare, raggiungendo i 20,4 milioni di posti di lavoro e 427,31 miliardi di Eur nel 2022. Se utilizzate appieno, le norme attuali in fatto di visti potrebbero garantire che l´Ue rimanga una destinazione ambita per un maggior numero di turisti e cittadini di paesi terzi, dando al contempo impulso all´attività economica e alla creazione di posti di lavoro nell´Unione. Il turismo ha infatti ripercussioni di rilievo sull´economia nel suo complesso grazie alle spese per soggiorno, cibo e bevande, trasporto, intrattenimento, shopping ecc. "Nell´attuale stato di flessione economica dovremmo sforzarci di aumentare i flussi turistici verso l´Europa pur continuando a garantire la sicurezza dei nostri confini", ha dichiarato Cecilia Malmström, commissaria per gli affari interni. "Agevolare le occasioni di viaggio per i viaggiatori in regola, che non costituiscono un rischio per la sicurezza, permettendo loro di visitare l´Europa, non può che rafforzare la nostra posizione di prima destinazione turistica al mondo, un successo altamente desiderabile per la nostra economia", ha aggiunto la commissaria. Il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani ha dichiarato: "Ho sempre considerato con grande attenzione turismo e agevolazione degli spostamenti. Provo grande soddisfazione a vedere che l´eccellente collaborazione tra i servizi diretti dalla commissaria Malmström e quelli alle mie dipendenze sta dando frutti. Considero questa comunicazione una pietra miliare in quanto la Commissione riconosce ufficialmente l´importanza di tenere conto di considerazioni economiche nel prendere decisioni relative alla politica dei visti". Le statistiche indicano che il numero di visti rilasciati è aumentato notevolmente negli ultimi anni e che le richieste di visto respinte restano limitate. Nel 2011 sono stati rilasciati circa 460 000 visti per l´area Schengen in India; nel 2007 erano stati 340 000. Anche il numero di visti rilasciati in Cina denota un aumento significativo: da 560 000 visti nel 2008 a 1 026 000 nel 2011. In Russia sono stati rilasciati nel 2011 circa 5 152 000 visti, rispetto ai 3 500 000 del 2007. Si potrebbe fare ancora di più per aumentare i flussi turistici provenienti da paesi che mostrano un elevato potenziale di richiesta turistica abbinato ad un potere d´acquisto in crescita. Migliorare le occasioni di viaggiare Molto si può già ottenere anche con le norme in vigore in fatto di visti e si possono superare molti ostacoli se i consolati degli Stati membri applicheranno correttamente il Codice dei visti. In particolare i consolati dovrebbero attenersi al termine di 15 giorni per concedere un appuntamento e all´identica scadenza per decidere in merito alla richiesta di visto, provvedere alla disponibilità di moduli di richiesta nella lingua del paese ospitante e considerare la possibilità di rilasciare visti per ingressi multipli. In una prospettiva a lungo termine si potrebbero inoltre contemplare modifiche alle attuali norme relative ai visti, tra le quali: accelerare e abbreviare le procedure (riesaminare ogni fase della procedura, compresa la presentazione della richiesta di visto da parte di intermediari o agenzie di viaggio, nonché consulenze preventive); precisare come individuare il consolato competente a trattare la richiesta di visto; semplificare i moduli di richiesta; semplificare o chiarire le prescrizioni relative ai documenti da presentare; precisare le norme relative all´esenzione dai diritti per il trattamento delle domande; chiarire le norme relative al rilascio di visti per ingressi multipli; migliorare l´organizzazione dei consolati e la collaborazione tra gli stessi, ad esempio mediante revisione del quadro normativo che regolamenta i Centri comuni per la presentazione delle domande, agevolando la costituzione di tali centri e il loro funzionamento; rafforzare la collaborazione locale Schengen (armonizzazione delle pratiche in fatto di visti nei paesi Schengen) per aumentarne l´efficienza. Andrebbero inoltre tenuti nel debito conto gli sviluppi tecnologici. La Commissione presenterà ad esempio prossimamente proposte legislative relative alle "Frontiere intelligenti" (si vedano sulla comunicazione del 2011 Ip/11/1234 e Memo/11/728) destinate ad assicurare una maggiore scorrevolezza dei flussi di viaggiatori ai confini esterni dell´Ue.  
   
   
ANTONIO TAJANI: PRESENTAZIONE DELLA COMUNICAZIONE SULL´ "ATTUAZIONE E SVILUPPO DELLA POLITICA COMUNE IN MATERIA DI VISTI PER STIMOLARE LA CRESCITA NELL´UE"  
 
Berlaymont / Bruxelles, 8 Novembre 2012 - La Comunicazione adottata ieri dimostra come sia possibile incrementare il numero di turisti in Europa senza cambiare il Codice dei Visti, e conciliare la sicurezza con la necessità di promuovere la crescita economica. Oggi vi è una vera svolta politica su cui abbiamo lavorato partendo dal legame tra politica dei visti e turismo già indicato nella Comunicazione sulla nuova politica del turismo del giugno 2010. Finora, la lista dei paesi terzi cui si chiedevano i visti, si creava sulla base del solo criterio della sicurezza per cui non si teneva in debito conto l´impatto delle medesime sui flussi turistici. Le cifre dimostrano come quest´omissione abbia tenuto lontano dall´Europa milioni di viaggiatori, scoraggiati dalla difficoltà di ottenere un visto. La Comunicazione introduce la possibilità di tenere conto nella rielaborazione di tale lista, anche dell´interesse economico dell´Ue a incrementare il numero di turisti da certi mercati a grande potenzialità. Altra importante novità introdotta dalla Comunicazione è un migliore utilizzo delle nuove tecnologie telematiche per facilitare e semplificare il rilascio del visto. Queste tecnologie consentono un uso più razionale del personale e un risparmio di tempo e costi sia per chi concede il visto che per il richiedente. Da oggi, l´azione della Commissione sarà più incisiva nell´invitare gli Stati membri ad adoperarsi affinché sia più agevole e più rapido ottenere un visto. Vorrei ringraziare in particolar modo, la Commissaria Malmström che ha saputo raccogliere le richieste dell´industria del turismo che ho fortemente sostenuto. Le nostre richieste hanno trovato eco nell´ultima dichiarazione del G20, del maggio scorso che auspica una maggiore cooperazione bilaterale e regionale per facilitare il rilascio dei visti turistici. La ragione è semplice. Il turismo è diventato uno dei principali settori generatori di occupazione e di reddito nell´Unione europea e un motore fondamentale dello sviluppo economico. Il suo contributo è stimato nel 2011 in 18,8 milioni di posti, cifra che dovrebbe salire a 20,4 milioni entro il 2022. Nel 2011, i turisti in provenienza di stati terzi hanno speso 426 miliardi di Usd nell´Ue e si stima che questa cifra possa raggiungere i 547 miliardi nel 2022. Il numero dei turisti in provenienza dei paesi emergenti è in forte crescita. Si tratta di popolazioni con un grande potere di acquisto e voglia di scoprire l´Europa. Il numero dei turisti brasiliani e russi in Europa è raddoppiato negli ultimi anni e i flussi da Cina e India sono in rapido aumento. Un recente studio di Tourism Economics sull´impatto della facilitazione dei visti sulla creazione di nuovo lavoro nelle economie del G20 dimostra facilitare i visti ha storicamente determinato un aumento dal 5 al 25% degli arrivi di turisti nei mercati interessati, con effetti immediati su reddito e occupazione. Nel 2013 valuteremmo l´insieme dell´applicazione del Codice dei Visti negli ultimi tre anni. Vi sarà anche un esame dell´elenco dei paesi i cui cittadini sono esenti da obblighi di visto. Oltre alle considerazioni di sicurezza delle frontiere e di reciprocità, dovremmo valutare anche l´impatto economico della nostra politica sui flussi turistici e sulla crescita, in particolar modo per quanto riguarda i flussi turistici in provenienza delle economie emergenti. La Commissaria Malmström vi ha già fatto alcuni esempi di semplificazione. Io vorrei citare alcune pratiche concrete riportate negli allegati alla Comunicazione che dimostrano l´impatto di buone pratiche sui flussi turistici. Nel febbraio 2011 l´Italia ha rafforzato la capacità di missioni diplomatiche e sedi consolari per i visti dando priorità a Mosca, Pechino, Nuova Delhi, San Pietroburgo, Shanghai, Guangzhou e Mumbai. Questo ha portato, ad esempio, a un aumento del 100% dei visti dalla Cina anche grazie alla semplificazione delle procedure. Altro esempio virtuoso è quello polacco con la "procedura rapida" attuata per il campionato europeo di calcio. I visti sono stati rilasciati con una procedura semplificata, con possibilità di domanda per via elettronica, senza l´obbligo di presentarsi di persona al consolato e senza pagamento di diritti consolari. Guardando fuori dai nostri confini, in Australia esistono vari tipi di visto, secondo lo scopo e la durata del soggiorno. Tutti possono essere chiesti e ottenuti online, alcuni anche nel giro di pochi minuti. La crescente attenzione al legame tra semplificazione dei visti e crescita ha portato il presidente Obama ha istituire nel gennaio 2012 una task force per aumentare del 40% la capacità di trattamento dei visti per Cina e in Brasile. Gli Stati Uniti puntano a fare dell´America la prima destinazione turistica mondiale anche grazie a migliore capacità di rilascio dei visti con un aumento del personale del 50% in Cina e di più del 100% in Brasile nel 2012 e l´apertura di nuovi consolati. Grazie a questa strategia nel 2011 sono state trattate 1,1 milioni di domande di visto in più.  
   
   
L´INIZIATIVA "PROJECT BOND" DELLA UE E LA BEI DALLA SUA FASE PILOTA  
 
Bruxelles, 8 novembre 2012 - La strategia Europa 2020 per le allocazioni dei titoli per la realizzazione di progetti volti a migliorare il finanziamento delle infrastrutture attraverso il mercato dei capitali, ha preso l´ultimo passo del processo di adozione. Un accordo di cooperazione è stato firmato tra la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti di chiarire la ripartizione dei rischi, la fase pilota di questo progetto sarà lanciato. Come spiegato Werner Hoyer, presidente della Banca europea per gli investimenti, l ´"Iniziativa" project bond "si ri-coinvolgere i mercati dei capitali per finanziare le infrastrutture di trasporto, dell´energia e delle comunicazioni sono essenziali per crescita e la competitività in Europa. Fin dalla sua base giuridica è stata adottata nel luglio 2012, la Banca ha compiuto notevoli progressi nella selezione dei progetti di reti transeuropee dei trasporti, dell´energia e della banda larga nel sostegno i progetti selezionati per loro di accedere ai mercati dei capitali. Sembra una fonte importante di potenziali progetti, e le firme primo dovrebbe intervenire all´inizio del 2013. " Olli Rehn, vicepresidente della Commissione europea, da parte sua, ha dichiarato: "Offriamo soluzioni che promuovono investimenti a lungo termine nell´Unione europea e che l´Ue dovrebbe mettere sulla strada della crescita sostenibile. Initiative "project bond" è un elemento essenziale per il patto di crescita. Si tratta di un modo innovativo per sbloccare gli investimenti nelle infrastrutture, migliorare la competitività e stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro . Sapendo che ogni dollaro speso in questa iniziativa da parte del bilancio Ue potrebbe generare il 20 euro di investimenti in infrastrutture è visto come un motore di crescita che è il budget. Vedo l´ora per il lancio di primi progetti e si basa sulla partecipazione attiva di tutte le parti interessate. " I "project bond" volti a incoraggiare i mercati dei capitali per finanziare le infrastrutture nel contesto delle strutture di finanziamento dei progetti compresi in particolare partenariati pubblico-privato (Ppp). Che mira ad aumentare il rating delle obbligazioni emessi da società responsabili dei progetti a livello attraente per gli investitori, e ridurre il costo totale del finanziamento del progetto. Durante questa fase, il finanziamento mediante emissione di obbligazioni possono e devono essere incluse nell´offerta per i progetti di Ppp tra cui la costruzione e il finanziamento sono regolate da contratti di concessione. Governi che desiderano che i loro progetti possono essere dagli obblighi di finanziamento nell´ambito di questa iniziativa garantirà che tale finanziamento obbligazionario opzione viene fornita nelle specifiche del mercato pubblico. La fase pilota di potenza r che una dotazione di € 230 milioni di euro sarà a carico del bilancio Ue cerca investimenti sul mercato dei capitali di oltre € 4 miliardi di infrastrutture di trasporto, energia e comunicazione. L´accordo di cooperazione è stato firmato a Bruxelles dalla Olli Rehn, vicepresidente della Commissione europea responsabile per gli affari economici e monetari e l´euro, e il signor Werner Hoyer, presidente della Banca europea per gli investimenti . Questa firma è già stato approvato dal Consiglio di Amministrazione della Banca nella sua ultima riunione, e dalla Commissione europea, in conformità con la legislazione approvata all´inizio di quest´anno dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri Ue. La Commissione riferirà periodicamente sui progressi compiuti. Progetto obbligazioni sarà parte del "Collegare l´Europa", istituito dall´Unione Europea per il periodo 2014-2020.  
   
   
OSSERVATORI CROATI: "IL PARLAMENTO EUROPEO CONTRIBUISCE A FARE DELL´UE UN POSTO MIGLIORE PER I CITTADINI"  
 
Bruxelles, 8 novembre 2012 - Da luglio 2013, l´Ue avrà 2.600 ore di sole all´anno in più, oltre a 5.000 chilometri di costa. La Croazia diventerà, infatti, il 28esimo Stato membro dell´Unione. Per facilitare la transizione, 12 membri del Parlamento croato sono al Pe dall´1 aprile. Abbiamo incontrato Andrej Plenković (Ppe), membro della commissione parlamentare mista. Quali sono le sue impressioni fino ad ora? Molto positive. E credo di poter parlare per tutti i 12 membri del Parlamento croato inviati a Bruxelles per capire dall´interno il funzionamento delle istituzioni europee. Dopo sei mesi di lavoro, posso dire di aver capito quale è il ruolo dei deputati europei. Abbiamo anche incontrato i nostri colleghi europei per assicurarci che il trattato di adesione venga ratificato in tempo per far sì che la Croazia diventi il 28esimo Stato membro dell´Ue l´1 luglio 2013. Il Pe lavora in modo molto diverso dal Parlamento croato? Si. Questo è un grande parlamento. Abbiamo solo 151 deputati. Ci sono molti partiti politici rappresentati - più di 200 - divisi nei diversi gruppi politici. Il Pe è un´assemblea democratica transnazionale che lavora in un ambiente multilinguistico. E le cose sono molto diverse per quanto riguarda i poteri legislativi. È anche molto interessante capire come si costruisce il consenso all´interno dei gruppi politici. Quale è il tema più importante per lei? Ho scelto di seguire da vicino la commissione ai Bilanci in questa fase transitoria perché ho pensato mi potesse dare la migliore visione dei dibattiti più importanti trattati al Parlamento europeo. Come il quadro finanziario pluriennale, che avrà un impatto importante negli anni a venire per la crescita e la creazione di lavoro negli Stati membri. Quale dovrebbe essere il ruolo del Pe per combattere la crisi? I deputati sono direttamente eletti e conoscono molto bene la situazione economica degli Stati membri. Sanno cosa stanno facendo i loro omologhi a livello nazionale e come l´Ue sta affrontando la crisi. L´economia è il tema principale affrontato e la pressione che il Pe esercita sulle proposte della Commissione e del Consiglio è il modo più incisivo che questa istituzione ha per fare dell´Europa un posto migliore per i cittadini.  
   
   
SACHAROV: SOSTIENI I DIRITTI UMANI CON UN CLIC  
 
 Bruxelles, 8 novembre 2012 - Scopri il premio Sacharov e sostieni i diritti umani attraverso la nuova applicazione Facebook del Parlamento europeo. Potrai conoscere meglio non solo i due vincitori iraniani del 2012 Jafar Panahi e Nasrin Sotoudeh. Ma anche quelli delle precedenti edizioni. L´applicazione è semplice. Hai tre possibilità: 1. Registrare il tuo pin sulla carta per sostenere la difesa dei diritti umani. Puoi anche trovare i vincitori del premio sulla carta geografica e leggere le loro biografie. 2. Scaricare una foto per la cover del tuo profilo Facebook. Una con i vincitori di quest´anno, l´altra con i vincitori delle edizioni precedenti. 3. Guardare tutti i video Eptv sul premio Sacharov e leggere i tweets relativi al premio nella sezione "News channel". L´applicazione può essere postata sui social media e la carta ripresa sui siti web e sui blog (tramite un embed )http://www.Facebook.com/europeanparliament/app_235367443257538    
   
   
UE: AIUTI COMUNITARI PER I LAVORATORI IN ESUBERO DOVREBBE CONTINUARE DOPO IL 2014, DICONO I DEPUTATI  
 
Bruxelles, 8 novembre 2012 – Gli aiuti comunitari per i lavoratori in esubero dovrebbero continuare nel 2014-2020, e potrebbero anche andare a ulteriori categorie di lavoratori, come ad esempio i lavoratori autonomi (compresi gli agricoltori) e quelli a tempo determinato, ai sensi modifiche legislative votate martedi dalla commissione occupazione e gli affari sociali.La normativa, che avrebbe rinnovato il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, è attualmente contrastata da una minoranza di blocco in seno al Consiglio dei ministri. "Sono preoccupato per la minoranza di blocco esistente in seno al Consiglio, e questo atteggiamento mentale di tagliare i fondi di solidarietà come il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, che alla fine rappresenta una piccola parte del bilancio della Ue a lungo termine", ha sottolineato relatore Marian Harkin ( Alde, Ie). "E ´paradossale che alcuni Stati membri, che hanno beneficiato di aiuti del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i propri lavoratori, ora si oppongono al rinnovo del Fondo per il periodo 2014-2020", ha detto Pervenche Berès (S & D, Fr). La risoluzione è stata approvata con 35 voti a favore, 2 contrari e 3 astensioni. Incluse tutte le categorie di lavoratori - Deputati al Parlamento europeo hanno sostenuto la proposta della Commissione di estendere il campo di applicazione del Feg per includere i lavoratori con contratti a tempo determinato, i lavoratori interinali i proprietari dirigenti di imprese micro, piccole e medie imprese e autonomi (compresi gli agricoltori). I lavoratori licenziati dovrebbero avere pari accesso al Feg indipendentemente dal tipo di contratto di lavoro, hanno detto. Secondo la proposta della Commissione del 6 ottobre 2011, l´importo massimo per il Feg per 2.014-20.210 dovrebbe essere € 3 miliardi, di cui non più di € 2500000000 potrebbe andare al settore agricolo. I tassi di cofinanziamento - Aiuti del Feg si va ad aggiungere ai contributi degli Stati membri. I deputati propongono che la quota di Feg di solito dovrebbe coprire il 60% del costo delle misure (ad esempio, ricerca di lavoro di assistenza, la formazione, le qualifiche professionali e di sostegno per creare nuove imprese). La Commissione aveva inizialmente proposto un tasso di cofinanziamento del 50% come norma. Per l´occupazione e gli affari sociali ha inoltre modificato il regolamento in modo che il Feg può finanziare fino al 70% delle spese degli Stati membri che possono beneficiare di aiuti comunitari del Fondo di coesione e il 80% per coloro che ricevono un contributo del Fondo europeo di stabilità finanziaria. Accelerare il processo - Per consentire il Feg di intervenire più rapidamente, i deputati vogliono semplificare le procedure e di ridurre la domanda di aiuto che il tempo che intercorre tra l´applicazione e la consegna. La Commissione europea deve completare la valutazione della domanda entro 10 settimane dal ricevimento della domanda completa, dicono. I prossimi passi saranno decisi dopo il vertice straordinario del 22 e 23 novembre 2012 sul bilancio a lungo termine per il periodo 2014-2020.  
   
   
UE, AZIONE PER IL CLIMA: PROPOSTA DI RIDUZIONE SIGNIFICATIVA DELLE EMISSIONI DI GAS FLUORURATI CONTRO IL RISCALDAMENTO GLOBALE  
 
Bruxelles, 8 novembre 2012 - Un’importante tappa sulla strada del conseguimento degli obiettivi climatici a lungo termine è la proposta odierna di regolamento presentata dalla Commissione europea per ridurre in misura significativa le emissioni di gas fluorurati. Dal 1990 a oggi le emissioni di questi gas, il cui concorso al riscaldamento globale è fino a 23 000 volte maggiore della Co2, sono aumentate del 60%, mentre quelle di tutti gli altri gas serra sono diminuite. Il regolamento proposto mira a ridurre di due terzi l’attuale livello di emissioni di gas fluorurati entro il 2030 e vieta l’uso di questi gas in determinati tipi di apparecchi nuovi, come i frigoriferi domestici, per i quali sono già disponibili soluzioni alternative fattibili e maggiormente rispettose del clima. I gas fluorurati, comunemente usati negli impianti di refrigerazione e di aria condizionata, in apparecchiature elettriche, schiume isolanti, spray aerosol ed estintori, fuoriescono nell’atmosfera dagli impianti di produzione e dalle apparecchiature che li contengono, sia quando sono usate che quando sono gettate via a fine ciclo. Connie Hedegaard, Commissaria responsabile per l’Azione per il clima, ha dichiarato: “Sono fiera di presentare questa nuova iniziativa proprio nel momento in cui stiamo per celebrare il 25° anniversario del Protocollo di Montreal. Limitando la quantità di gas fluorurati che può essere venduta nell’Ue, la nuova legislazione porterà benefici per il clima e creerà enormi opportunità imprenditoriali. Grazie alla legislazione vigente siamo già riusciti ad arrestare la tendenza al costante aumento delle emissioni e a promuovere l’innovazione tecnologica. La possibilità ormai concreta di fabbricare prodotti più rispettosi del clima rappresenta un nuovo passo avanti sulla strada della riduzione delle emissioni di fluorurati in maniera economicamente efficiente.” La proposta odierna prevede la graduale eliminazione, a partire dal 2015, del gruppo più importante di gas fluorurati, gli idrofluorocarburi (Hfc), limitandone la quantità che può essere venduta nell’Ue e riducendola via via a un quinto delle vendite attuali entro il 2030. Questa misura si ispira al successo ottenuto con la graduale eliminazione delle sostanze che riducono lo strato di ozono, conseguita nell’Ue con 10 anni di anticipo rispetto al calendario convenuto a livello internazionale. L’ue sostiene l’azione globale sugli Hfc nell’ambito del Protocollo di Montreal. La misura proposta anticipa e agevola l’accordo per l’eliminazione su scala mondiale del consumo e della produzione di Hfc, che costituisce il tema della Xxiv riunione delle Parti del Protocollo di Montreal che si terrà nel corso di questo mese. Essa rafforza inoltre l’invito alla conferenza sui cambiamenti climatici nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si terrà a Doha nel corso del mese, affinché anche altri paesi attuino con urgenza azioni sugli Hfc per colmare il divario tra le riduzioni di emissioni necessarie entro il 2020 e le azioni di mitigazione attualmente previste. In presenza di un quadro giuridico adeguato nell’Ue, i consumatori e gli utenti commerciali di attrezzature potranno essere i protagonisti del cambiamento e i promotori dello sviluppo tecnologico in tutti i settori che attualmente usano gas fluorurati. Le imprese che coglieranno l’opportunità di sviluppare prodotti e attrezzature rispettosi del clima potranno conquistare quote di mercato sempre più consistenti. Da studi recenti emerge che esiste una gamma di soluzioni alternative tecnicamente idonee, sicure da usare, efficienti sotto il profilo dei costi e che consentono risparmi energetici. La proposta odierna sostituirà il regolamento già in vigore sui gas fluorurati a effetto serra, che obbliga le imprese a prendere una serie di misure per ridurne le perdite dalle apparecchiature che li contengono e per recuperare i gas alla fine del ciclo di vita delle apparecchiature stesse. Il regolamento vigente prevede anche condizioni in materia di formazione e certificazione del personale addetto alla manutenzione delle apparecchiature contenenti fluorurati, di etichettatura delle stesse, oltre a relazioni relative alla produzione, alle importazioni ed esportazioni di tali gas e determinati divieti in alcuni settori specifici. La nuova proposta mantiene o rafforza tutte queste condizioni. Prossime tappe La proposta sarà presentata al Parlamento europeo e al Consiglio per esame e adozione secondo la procedura legislativa ordinaria.  
   
   
MISSIONE IN CINA: SPACCA (MARCHE) INCONTRA IL SINDACO DI QUINGDAO E I VERTICI DELLA HAIER, COLOSSO DELLA DOMOTICA IN ASIA.  
 
Ancona, 8 novembre 2012 - Incontro a Quingdao tra il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, il sindaco della città, Zhang Xinqi e i suoi principali collaboratori. Avvenuta alla presenza dei maggiori rappresentanti della Municipalità di Quingdao e della Provincia dello Shandong, la visita si è svolta nell’ambito della missione economico-istituzionale della Regione Marche in Cina. Quingdao è, di fatto, la capitale economica dello Shandong, con oltre 8 milioni di abitanti, centro molto dinamico e vivace sia dal punto di vista delle attività produttive e finanziarie, che culturali e turistiche. Un incontro che segue quello di una settimana fa a Senigallia, nell’ambito di una visita privata del sindaco Xingi nelle Marche. Ieri è stata approfondita la prospettiva di collaborazione tra la Municipalità e le Marche, con l’avvio del Punto di Assistenza Tecnica permanente alle Imprese che la Regione ha attivato nella Provincia dello Shandong, tra Jinan e Quingdao. Xingi ha inoltre assicurato il massimo sostegno della Municipalità per lo sviluppo di programmi economici e commerciali che la Regione Marche intende promuovere nell’area nel prossimo futuro. Spacca ha invitato il sindaco a venire ufficialmente nelle Marche con una delegazione di operatori economici della Municipalità. Il sindaco Xingi ha donato a Spacca un romanzo scritto ed autografato da Mo Yan, pseudonimo di Guan Moye, premio Nobel per la letteratura 2012, residente a Quingdao. Il presidente ha ricambiato con calzature di produzione marchigiana. Sempre oggi Spacca ha incontrato Han Zhendong, presidente del cda dell’Haier Group Company, impresa leader in Asia nel settore della domotica e tra le più importanti del mondo. Nata nel 1984, la Haier occupa un ruolo di primissimo piano nell’economia cinese. Un progetto di ricerca e sviluppo nel campo della domotica, da avviare nell’ambito della piattaforma di relazioni multilivello tra Provincia dello Shandong e Regione Marche: questa l’ipotesi di lavoro su cui si sono confrontati Spacca e Zhendong. “Abbiamo discusso – dice Spacca – le prospettive di sviluppo di un settore strategico per l’economia marchigiana come la domotica. Nel corso dell’incontro è emersa la possibilità di approfondire un progetto di ricerca sullo sviluppo della domotica al servizio della terza e quarta età e della fragilità, anche attraverso la creazione di un soggetto di ricerca che coinvolga Università marchigiane e cinesi. Un progetto da sviluppare nell’ambito del protocollo triennale sottoscritto due giorni fa con il governatore della Provincia dello Shandong, Jiang Daming. Da parte cinese è emerso grande interesse su questo piano e su altre forme di collaborazione commerciale e produttiva. Molto interesse ha suscitato anche l’accordo di programma tra Stato e Regione, che opera sul territorio marchigiano per rilanciare iniziative industriali”. La missione marchigiana in Cina prosegue oggi con gli incontri economici e i Btob tra le imprese, dopo il Forum economico di ieri a Jinan tra Regione Marche e Provincia dello Shandong.  
   
   
RIORDINO DELLE PROVINCE: IL TESTO UFFICIALE IL DECRETO PROMULGATO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IL 5 NOVEMBRE 2012  
 
Decreto-legge 5 novembre 2012 , n. 188 Disposizioni urgenti in materia di Province e Citta´ metropolitane. (12G0210) Il Presidente Della Repubblica Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione; Visto l´articolo 17 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, recante: "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonche´ misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario" con il quale e´ stato previsto il riordino delle province, disciplinandone il relativo procedimento che si conclude con un atto legislativo di iniziativa governativa; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri in data 20 luglio 2012, recante: "Determinazione dei criteri per il riordino delle province a norma dell´articolo 17, comma 2, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95", che determina, in particolare, i requisiti minimi che devono possedere le province, stabiliti in una dimensione territoriale non inferiore a duemilacinquecento chilometri quadrati e in una popolazione residente non inferiore a trecentocinquantamila abitanti; Atteso che, ai sensi dell´articolo 17, comma 2, del citato decreto-legge n. 95 del 2012, la popolazione residente e´ determinata in base ai dati dell´Istituto nazionale di statistica relativi all´ultimo censimento ufficiale, ma che e´ comunque opportuno fare salvi i casi in cui il requisito minimo della popolazione si raggiunge sulla base delle rilevazioni anagrafiche della popolazione residente nella Provincia pubblicate dal medesimo Istituto nazionale di statistica, disponibili alla data del 20 luglio 2012; Rilevato che e´ opportuno preservare la specificita´ delle province il cui territorio e´ integralmente montano, in virtu´ della peculiarita´ dei relativi territori; Atteso che ai fini del riordino si tiene conto delle iniziative comunali assunte ai sensi dell´articolo 133, primo comma, della Costituzione, volte a modificare le circoscrizioni provinciali esistenti alla data del 20 luglio 2012, per le quali e´ stato espresso il parere della Regione; Viste le proposte delle Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Basilicata, trasmesse al Governo ai sensi del citato articolo 17, comma 3; Considerato che le Regioni Lazio e Calabria non hanno inviato alcuna proposta di riordino e che nei confronti delle province ubicate nei rispettivi territori si applica quanto previsto dal comma 4, secondo periodo, del citato articolo 17, in base al quale sull´atto di riordino e´ acquisito il parere della Conferenza unificata di cui all´articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281; Visto l´articolo 2, comma 5, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281; Considerata la straordinaria necessita´ ed urgenza, ai fini del contenimento della spesa pubblica e del processo di razionalizzazione della pubblica amministrazione, di attuare quanto prefigurato dall´articolo 23, comma 15, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e dal citato articolo 17 del decreto-legge n. 95 del 2012 in ordine al nuovo ordinamento provinciale, anche al fine di ottemperare a quanto previsto dagli impegni assunti in sede europea, il cui rispetto e´ indispensabile, nell´attuale quadro di contenimento della spesa pubblica, per il conseguimento dei connessi obiettivi di stabilita´ e crescita; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 31 ottobre 2012; Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione e del Ministro dell´interno; Emana il seguente decreto-legge: Art. 1 Requisiti minimi delle Province 1. Al testo unico delle leggi sull´ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all´articolo 3, dopo il comma 3 e´ inserito il seguente: «3-bis. Le province devono possedere i requisiti minimi stabiliti con legge dello Stato o, su espressa previsione di questa, con deliberazione del Consiglio dei Ministri.»; b) all´articolo 21, comma 3, all´alinea, dopo le parole: «criteri ed indirizzi» sono inserite le seguenti: « e fermo quanto stabilito al comma 3-bis»; c) all´articolo 21, comma 3, la lettera e) e´ abrogata. 2. Ai fini del riordino delle province ai sensi dell´articolo 17 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, si applicano i requisiti minimi stabiliti con la deliberazione del Consiglio dei Ministri nella riunione in data 20 luglio 2012, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 171 del 24 luglio 2012. Art. 2 Riordino delle Province nelle Regioni a statuto ordinario 1. In attuazione dell´articolo 17 del citato decreto-legge n. 95 del 2012, a decorrere dal 1° gennaio 2014 le Province nelle regioni a statuto ordinario sono le seguenti: a) Provincia di Biella-vercelli, in luogo delle province di Biella e di Vercelli; Provincia di Novara- Verbano-cusio-ossola in luogo delle province di Novara e di Verbano-cusio-ossola; Provincia di Alessandria-asti in luogo delle Province di Alessandria e di Asti; Provincia di Como-lecco-varese in luogo delle Province di Como, di Lecco e di Varese; Provincia di Cremona-lodi-mantova in luogo delle Province di Cremona, di Lodi e di Mantova; Provincia di Padova-treviso in luogo delle Province di Padova e di Treviso; Provincia di Rovigo-verona in luogo delle Province di Rovigo e di Verona; Provincia di Imperia-savona in luogo delle Province di Imperia e di Savona; Provincia di Parma-piacenza in luogo delle Province di Parma e di Piacenza; Provincia di Modena-reggio nell´Emilia in luogo delle Province di Modena e di Reggio nell´Emilia; Provincia di Romagna in luogo delle Province di Forli-cesena, di Ravenna e di Rimini; Provincia di Livorno-lucca-massa Carrara-pisa in luogo delle Province di Livorno, di Lucca, di Massa-carrara e di Pisa; Provincia di Grosseto-siena in luogo delle Province di Grosseto e di Siena; Provincia di Perugia-terni in luogo delle Province di Perugia e di Terni; Provincia di Ascoli Piceno-fermo-macerata in luogo delle Province di Ascoli Piceno, di Fermo e di Macerata; Provincia di Rieti-viterbo in luogo delle Province di Rieti e di Viterbo; Provincia di Frosinone-latina in luogo delle Province di Frosinone e di Latina; Provincia di L´aquila-teramo in luogo delle Province di L´aquila e di Teramo; Provincia di Chieti-pescara in luogo delle Province di Chieti e di Pescara; Provincia di Campobasso-isernia in luogo delle Province di Campobasso e di Isernia; Provincia di Avellino-benevento in luogo delle Province di Avellino e di Benevento; Provincia di Brindisi-taranto in luogo delle Province di Brindisi e di Taranto; Provincia di Barletta-andria-trani-foggia in luogo delle Province di Barletta-andria-trani e di Foggia; Provincia di Lucania in luogo delle Province di Matera e di Potenza; Provincia di Catanzaro-crotone-vibo Valentia in luogo delle Province di Catanzaro, di Crotone e di Vibo Valentia; b) Provincia di Cuneo, Provincia di Bergamo, Provincia di Brescia, Provincia di Pavia, Provincia di Sondrio, Provincia di Belluno, Provincia di Vicenza, Provincia di La Spezia, Provincia di Ferrara, Provincia di Arezzo, Provincia di Ancona, Provincia di Pesaro-urbino, Provincia di Caserta, Provincia di Salerno, Provincia di Lecce, Provincia di Cosenza, Provincia di Reggio Calabria. 2. Dalla data di cui al comma 1 si determina il mutamento di circoscrizione provinciale di appartenenza per i Comuni indicati nella tabella allegata al presente decreto, come in essa specificato. La tabella costituisce parte integrante del presente decreto. Art. 3 Disposizioni concernenti il Comune capoluogo e la denominazione delle Province 1. In esito al riordino di cui all´articolo 2, nelle Province istituite ai sensi della lettera a) del comma 1 del medesimo articolo 2, assume il ruolo di Comune capoluogo il Comune capoluogo di regione nel caso in cui questo coincide con uno dei Comuni gia´ capoluogo di una delle Province oggetto di riordino; negli altri casi diviene capoluogo di Provincia il Comune, tra quelli gia´ capoluogo di Provincia, avente maggior popolazione residente, salvo il caso di diverso accordo, anche a maggioranza, tra i medesimi comuni. Ai fini di quanto previsto nel primo periodo, la popolazione residente e´ determinata ai sensi dell´articolo 17, comma 2, del citato decreto-legge n. 95 del 2012. 2. Gli organi di governo delle province hanno sede esclusivamente nel Comune capoluogo di Provincia e non possono essere istituite sedi decentrate. 3. La denominazione delle Province puo´ essere modificata con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, da adottarsi su proposta del Consiglio provinciale deliberata a maggioranza assoluta dei propri componenti e sentita la Regione. 4. Ai Comuni gia´ capoluogo di Provincia continuano ad applicarsi, limitatamente alla durata di due mandati successivi a quello in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, le disposizioni relative al numero dei consiglieri e degli assessori comunali vigenti alla predetta data. Art. 4 Disposizioni relative alle Province e alla presenza dello Stato sul territorio 1. All´articolo 17 del citato decreto-legge n. 95 del 2012 sono apportate le seguenti modificazioni: a) dopo il comma 9 e´ inserito il seguente: «9-bis. In relazione alla procedura di riordino e fermo restando quanto previsto dall´articolo 10, ai fini di una funzionale allocazione degli uffici periferici delle amministrazioni statali lo Stato promuove forme di consultazione e raccordo con gli enti locali interessati.»; b) dopo il comma 10 e´ inserito il seguente: «10-bis. Nelle materie di cui all´articolo 117, commi terzo e quarto, della Costituzione, le Regioni con propria legge trasferiscono ai Comuni le funzioni gia´ conferite alle Province dalla normativa vigente salvo che, per assicurarne l´esercizio unitario, tali funzioni siano acquisite dalle Regioni medesime. In caso di trasferimento delle funzioni ai sensi del primo periodo, sono altresi´ trasferite le risorse umane, finanziarie e strumentali. Nelle more di quanto previsto dal primo periodo le funzioni restano conferite alle Province.»; c) dopo il comma 12 e´ inserito il seguente: « 12-bis. Ai sindaci e ai consiglieri comunali che rivestano altresi´ la carica di presidente di provincia o di consigliere provinciale non puo´ essere corrisposto alcun emolumento ulteriore rispetto a quello loro spettante per la carica di sindaco e di consigliere comunale.». 2. Con il regolamento di cui all´articolo 10, comma 2, del citato decreto-legge n. 95 del 2012 sono definiti, in relazione all´istituzione dei presidi previsti dal medesimo comma 2, lettera b), i poteri e i compiti spettanti ai responsabili delle strutture presidiarie in relazione alle specifiche finalita´ ivi previste e conseguentemente sono introdotte le necessarie previsioni di coordinamento e raccordo ordinamentale anche in deroga alle disposizioni di legge vigenti. Con il medesimo regolamento e´ altresi´ disciplinata la possibilita´ di prevedere che, presso la prefettura-ufficio territoriale del governo operante nell´ambito territoriale corrispondente a quello della citta´ metropolitana, vengano delegate ad un prefetto, con le modalita´ e nei limiti previsti dalle stesse disposizioni regolamentari, e comunque congiuntamente o anche disgiuntamente, specifiche funzioni in materia di protezione civile, difesa civile e soccorso pubblico, di immigrazione ed asilo, di enti locali. Art. 5 Disposizioni relative alle Citta´ metropolitane 1. All´articolo 18 del citato decreto-legge n. 95 del 2012 sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 1, il primo periodo e´ sostituito dai seguenti: «A garanzia dell´efficace ed efficiente svolgimento delle funzioni amministrative, in attuazione degli articoli 114 e 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione, le Province di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Napoli sono soppresse, con contestuale istituzione delle relative Citta´ metropolitane, dal 1° gennaio 2014. La Citta´ metropolitana di Milano comprende altresi´ il territorio gia´ appartenente alla Provincia di Monza e della Brianza; la Citta´ metropolitana di Firenze comprende altresi´ il territorio gia´ appartenente alla Provincia di Prato e alla Provincia di Pistoia. La Provincia di Reggio Calabria e´ soppressa, con contestuale istituzione della relativa Citta´ metropolitana, a decorrere dal novantesimo giorno successivo al rinnovo degli organi del Comune di Reggio Calabria a completamento della procedura di commissariamento ai sensi dell´articolo 143 del testo unico delle leggi sull´ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni.»; b) al comma 2-bis, nel quinto periodo, le parole: «le regioni provvedono con proprie leggi» sono sostituite dalle seguenti: «la regione provvede con legge» ed e´ aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Le disposizioni di cui al presente comma non si applicano al Comune di Roma Capitale.»; c) al comma 3-bis, nel primo periodo, le parole: «entro il novantesimo giorno antecedente alla scadenza del mandato del Presidente della Provincia o del Commissario, ove anteriore al 2014, ovvero, nel caso di scadenza del mandato del presidente successiva al 1° gennaio 2014, entro il 31 ottobre 2013» sono sostituite dalle seguenti: «entro il 30 settembre 2013»; d) il comma 3-ter e´ abrogato; e) al comma 3-quater, le parole: «o, in mancanza, il 1° novembre 2013» sono sostituite dalle seguenti: «o comunque il 1° ottobre 2013»; f) al comma 4, lettera c), prima delle parole: «nel caso» e´ inserita la parola: «solo» e dopo le parole: «comma 2-bis» sono inserite le seguenti: «e questa sia attuata, ai sensi del predetto comma, tramite il referendum e la legge regionale ovvero nel caso della Citta´ metropolitana di Roma Capitale,»; g) il comma 5 e´ sostituito con il seguente: «5. Il consiglio metropolitano e´ composto da non piu´ di dieci componenti.»; h) il comma 6 e´ sostituito dai seguenti: «6. I componenti del consiglio metropolitano sono eletti: a) nei casi di cui al comma 4, lettere a) e b), tra i sindaci e i consiglieri comunali dei Comuni ricompresi nel territorio della Citta´ metropolitana, da un collegio formato dai medesimi secondo le modalita´ stabilite per l´elezione del consiglio provinciale; b) nei casi di cui al medesimo comma 4, lettera c), secondo il sistema previsto dall´articolo 75 del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000 nel testo vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto. Il richiamo di cui al comma 1 del citato articolo 75 alle disposizioni di cui alla legge 8 marzo 1951, n. 122, e´ da intendersi al testo vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto. 6-bis. L´elezione del Consiglio metropolitano ha luogo entro cinquanta giorni dalla proclamazione del sindaco del Comune capoluogo nel caso di cui al comma 4, lettera a), o, nel caso di cui al comma 4, lettere b) e c), contestualmente alla sua elezione. Entro quindici giorni dalla proclamazione dei consiglieri della Citta´ metropolitana, il Sindaco metropolitano convoca il consiglio metropolitano per il suo insediamento.»; i) al comma 7, dopo la lettera b) e´ aggiunta, in fine, la seguente: «b-bis) le funzioni diverse da quelle di cui alla lettera a), comunque spettanti alle Province alla data di entrata in vigore del presente decreto.»; l) dopo il comma 9 e´ inserito il seguente: «9-bis. In caso di mancata adozione dello statuto definitivo entro il termine di cui al comma 9, il Consiglio metropolitano e´ sciolto e viene nominato un Commissario, che provvede all´adozione dello statuto e all´amministrazione dell´ente sino alla proclamazione degli eletti conseguente alle elezioni da svolgersi, entro sei mesi dallo scioglimento, secondo le modalita´ stabilite, ai sensi dei commi 4 e 6, dallo statuto medesimo, che resta in vigore fino a diversa determinazione del nuovo Consiglio metropolitano. Si applicano le disposizioni dell´articolo 141 del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000.»; 2. All´articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 18 aprile 2012, n. 61, il secondo periodo e´ soppresso. Art. 6 Successione delle Province 1. Ogni Provincia istituita ai sensi dell´articolo 2, comma 1, lettera a), succede a quelle ad essa pre-esistenti in tutti i rapporti giuridici e ad ogni altro effetto, anche processuale. 2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, adottato sentita l´Unione delle Province d´Italia (Upi) e previa intesa in sede di Conferenza Stato-citta´ ed autonomie locali di cui all´articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, possono essere fissati criteri e modalita´ operative uniformi per la regolazione in sede amministrativa degli effetti della successione di cui al comma 1, anche con riguardo alla gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali. 3. Il passaggio dei dipendenti di ruolo delle Province pre-esistenti a quelle istituite ai sensi dell´articolo 2, comma 1, lettera a), avviene nel rispetto della disciplina prevista dall´articolo 31 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Decorsi trenta giorni dall´avvio dell´esame congiunto con le organizzazioni sindacali rappresentative del settore interessato, in assenza dell´individuazione di criteri e modalita´ condivisi, le Province istituite ai sensi dell´articolo 2, comma 1, lettera a), adottano gli atti necessari per il passaggio di ruolo dei dipendenti. Le relative dotazioni organiche saranno rideterminate, tenendo conto dell´effettivo fabbisogno. Resta ferma l´applicazione dell´articolo 16, comma 8, del citato decreto-legge n. 95 del 2012. Per i restanti rapporti di lavoro in essere nelle Province pre-esistenti le nuove Province istituite subentrano nella titolarita´ dei rapporti fino alla prevista scadenza. 4. Le procedure di esame congiunto di cui al comma 3 si applicano anche in relazione ai processi di mobilita´ conseguenti all´applicazione dell´articolo 17, commi 8 e 10-bis, del citato decreto-legge n. 95 del 2012, come modificato dal presente decreto. Art. 7 Norme transitorie e finali 1. Salvo quanto previsto dal comma 2, il mandato degli organi di governo delle Province nelle regioni a statuto ordinario cessa il 31 dicembre 2013. Nelle medesime Province a decorrere dal 1° gennaio 2013 la giunta e´ soppressa e le relative competenze sono svolte dal Presidente della Provincia, il quale puo´ delegarle ad un numero di consiglieri provinciali non superiore a tre. 2. Nei casi in cui in una data compresa tra quella di entrata in vigore del presente decreto e il 31 dicembre 2013 si verifichino la scadenza naturale del mandato degli organi delle Province, oppure la scadenza dell´incarico di Commissario straordinario delle Province nominato ai sensi delle vigenti disposizioni di cui al citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000 o altri casi di cessazione anticipata del mandato degli organi provinciali ai sensi della legislazione vigente, e´ nominato un Commissario straordinario, ai sensi dell´articolo 141 del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, per la provvisoria gestione dell´ente fino al 31 dicembre 2013. 3. La data delle elezioni per la costituzione degli organi delle Province istituite ai sensi dell´articolo 2, comma 1, lettera a), e delle Citta´ metropolitane di cui all´articolo 18, comma 1, primo periodo, del citato decreto-legge n. 95 del 2012, come modificato dal presente decreto, nonche´ per il rinnovo degli organi delle Province di cui all´ articolo 2, comma 1, lettera b), e´ fissata dal Ministro dell´interno in una domenica compresa tra il 1° e il 30 novembre dell´anno 2013. 4. Entro il 30 aprile 2013 le province oggetto di riordino ai sensi dell´articolo 2, comma 1, lettera a), le Province le cui circoscrizioni sono modificate ai sensi dell´articolo 2, comma 2, in attuazione dell´articolo 133, primo comma, della Costituzione, nonche´ le Province di Firenze, di Prato, di Pistoia, di Milano e di Monza e della Brianza procedono alla ricognizione dei dati contabili ed economico-finanziari, del patrimonio mobiliare, incluse le partecipazioni, e immobiliare, delle dotazioni organiche, dei rapporti di lavoro e di ogni altro dato utile ai fini dell´amministrazione, a decorrere dal 1° gennaio 2014, delle Province istituite o aventi circoscrizione modificata, ai sensi dell´articolo 2, nonche´ delle Citta´ metropolitane di Firenze e di Milano. I risultati di tali adempimenti sono trasmessi, entro il medesimo termine di cui al primo periodo, al prefetto della Provincia in cui ha sede il Comune capoluogo di Regione. Decorso inutilmente il predetto termine, il prefetto, previa diffida ad adempiere nel termine di venti giorni dalla notifica della diffida medesima, nomina un proprio commissario che provvede in via sostitutiva. 5. Limitatamente all´anno 2013, in deroga al termine di cui all´articolo 151, comma 1, del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, le Province di cui al comma 4 approvano il bilancio di previsione improrogabilmente entro il 30 maggio 2013 e per le medesime non trova applicazione il differimento eventualmente disposto ai sensi dello stesso articolo 151, comma 1. Decorso inutilmente il predetto termine, il prefetto individuato nel medesimo comma 4, previa diffida ad adempiere nel termine di venti giorni dalla notifica, nomina un proprio commissario che provvede in via sostitutiva. 6. Entro due mesi dall´insediamento dei nuovi organi le Province istituite ai sensi dell´articolo 2, comma 1, lettera a), adottano il bilancio e le misure necessarie a garantire la piena operativita´ con riferimento all´esercizio delle funzioni attribuite. 7. Le prime elezioni del Consiglio metropolitano nonche´, salva l´ipotesi di cui al comma 4, lettera a), dell´articolo 18 del citato decreto-legge n. 95 del 2012, del sindaco metropolitano si svolgono secondo le modalita´ stabilite dallo statuto provvisorio ai sensi del medesimo articolo 18, comma 4. In caso di mancata approvazione dello statuto provvisorio entro il termine di cui al comma 3-bis del predetto articolo 18, come modificato dal presente decreto, e´ di diritto sindaco metropolitano il sindaco del Comune capoluogo ed il Consiglio metropolitano e´ eletto secondo le modalita´ di cui al comma 6, lettera a), del medesimo articolo 18, come modificato dal presente decreto; in tali casi entro tre mesi dalla data di approvazione dello statuto definitivo della Citta´ metropolitana, ove lo stesso preveda l´elezione del sindaco secondo le modalita´ di cui al citato articolo 18, comma 4, lettere b) e c), si procede a nuove elezioni per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio metropolitani. Art. 8 Disposizione finanziaria 1. Dal presente decreto non devono derivare minori entrate ne´ nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Art. 9 Entrata in vigore 1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara´ presentato alle Camere per la conversione in legge. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara´ inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E´ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addi´ 5 novembre 2012 Napolitano Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri Patroni Griffi, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione Cancellieri, Ministro dell´interno Visto, il Guardasigilli: Severino  
   
   
CITTÀ METROPOLITANA, BARDUCCI RISPONDE AL SINDACO COSIMI E LANCIA UN INVITO AI PRESIDENTI GESTRI E FRATONI. “COLLABORIAMO PER CREARE UN ENTE VICINO AI CITTADINI”  
 
Firenze, 8 novembre 2012 - Appello ai Presidenti di Provincia di Prato e Pistoia affinché partecipino in modo attivo e propositivo alla prossima seduta della Conferenza metropolitana. “La loro conoscenza dei territori consentirà di partire con il piede giusto”. «Finito il momento delle proteste più o meno clamorose e più o meno di buon gusto, ora è il momento di fare appello alle persone responsabili affinché la Città metropolitana Firenze Prato Pistoia nasca con tutte le prerogative necessarie per svolgere un prezioso lavoro in favore dei cittadini». Questo è l’invito che parte dal Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci a seguito della riforma delle Province varata dal governo. «Proprio per questo motivo – aggiunge Barducci – faccio appello affinché i Presidenti di Provincia Gestri e Fratoni partecipino in modo attivo e propositivo alla prossima seduta della Conferenza metropolitana che si svolgerà a Prato». «Sarà quella la sede dove – spiega Barducci - insieme a tutti i Sindaci dei territori di Firenze, Prato e Pistoia, si inizierà a discutere l’atto costitutivo del nuove ente di area vasta. L’esperienza e la conoscenza dei territori che vantano i Presidenti di Provincia di Prato e Pistoia rappresentano un patrimonio prezioso che consentirà a tutti i partecipanti di partire con il piede giusto». «Dispiace che vi sia ancora – conclude Andrea Barducci – chi non coglie le ricadute positive che si avranno per tutta la regione Toscana dalla nascita di una Città metropolitana di livello internazionale. Ora bisogna aver il coraggio di guardare un orizzonte più lontano, perché altrimenti si rischia di rimpiangere di continuo le occasioni perse. Come fa il Presidente di Anci Toscana, che dopo aver osteggiato la proposta dell’Upi che era nata all’interno del Cal, solo ora si accorge che quel progetto “avrebbe dimezzato gli enti, ma in un quadro armonico e coeso”. Ora è il momento di fare proposte, non di pensare agli errori compiuti».  
   
   
REGIONI E UNIONCAMERE: UN’ALLEANZA PER LO SVILUPPO E LA CRESCITA FONDATA SU MICRO, PICCOLA E MEDIA IMPRESA.  
 
Ancona, 8 novembre 2012 - “Regioni e Camere di commercio sono fortemente impegnate in un’azione di sostegno della micro, piccola e media impresa sul terreno della internazionalizzazione. Si tratta di una collaborazione strategica fra i principali attori che operano sul territorio a sostegno delle imprese. L’obiettivo è di valorizzare ulteriormente l’impegno di Regioni e Camere di Commercio nell’affiancare le piccole aziende che intendono cimentarsi con la sfida dell’export. Vogliamo partire dalle micro e piccole imprese perché è questa la dimensione largamente prevalente nella realtà produttiva del nostro Paese. Pensiamo che la crescita debba coinvolgere proprio questo target, che trova nelle istituzioni pubbliche più prossime gli interlocutori privilegiati. E’ una sfida molto importante che punta anche a portare nell’ambito della Cabina di Regia nazionale un contributo del sistema territoriale meno frammentato e più efficace”. Lo ha dichiarato Gian Mario Spacca, Presidente della Regione Marche e coordinatore della Commissione attività produttive e internazionalizzazione della Conferenza delle Regioni. Per questi motivi, ha spiegato Spacca, “abbiamo presentato recentemente alla Cabina di regia un piano di lavoro Regioni-unioncamere per il sostegno alle politiche di internazionalizzazione delle micro, piccole e medie imprese”. Il Presidente ha inoltre espresso condivisione sul percorso di riordino del Sistema camerale, appena approvato l’Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio d’Italia, che contribuirà a migliorare ulteriormente il rapporto con le Regioni. Secondo il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, quindi “quest’alleanza costituisce un’opportunità concreta per aiutare un numero sempre maggiore di imprese, soprattutto di piccole e piccolissime dimensioni, a varcare i confini nazionali. Oggi sono soltanto 211mila le imprese che fanno affari oltreconfine e di queste poco più di 10mila lo fanno stabilmente. Eppure, secondo i nostri dati, altre 70mila aziende sarebbero pronte ad affrontare la sfida dei mercati stranieri ma ancora non riescono a buttarsi nel mare aperto della competizione globale. Aiutare le prime a consolidare la presenza all’estero e le seconde a oltrepassare i confini nazionali è dunque un imperativo imprescindibile. E in questo senso il sodalizio Regioni-sistema camerale rende questo traguardo più vicino. Ma non solo. Inserisce un tassello importante per la definizione tra tutte le forze in campo di una strategia congiunta verso aree geografiche e settori di attività da promuovere”. Il Piano individua gli ambiti strategici e gli strumenti della collaborazione Regioni- Unioncamere che riguarderanno: L’assistenza tecnica ed informativa alla micro, piccola e media impresa sul territorio (rete di sportelli informativi, situati presso le Camere di Commercio e attivazione di punti di informazione in collaborazione con l’agenzia Ice su: mercati geografici, settori merceologici, procedure di esportazione, documentazione necessaria, aspetti fiscali, commerciali e legali, programmi di outgoing ed incoming, eventi fieristici, incentivi italiani ed esteri; impegno delle Regioni ad avviare un percorso di razionalizzazione delle attività degli Sportelli regionali per l’internazionalizzazione, Sprint) e sui mercati esteri (assistenza tecnica a sostegno delle micro, piccole medie imprese, azioni di promozione o di attrazione degli investimenti promosse da Regioni e sistema camerale); L’attività di formazione (Piano pluriennale regionale di formazione condiviso e cofinanziato da Regioni e Camere di Commercio con il coinvolgimento dell’Agenzia Ice e del sistema delle Università locali, finalizzato ad ampliare e diffondere la cultura dell’internazionalizzazione); Valorizzazione del territorio per l’attrazione degli investimenti esteri/marketing territoriale (tavolo regionale di lavoro comune per la selezione delle opportunità da proporre agli investitori esteri sul territorio). Sviluppo degli strumenti finanziari (Regioni ed Unioncamere si impegnano a selezionare e promuovere gli interventi di accesso al credito ritenuti più efficaci per favorire i processi di internazionalizzazione). Azioni di promo commercializzazione all’estero e in Italia: Regioni e Camere di Commercio individuano annualmente – in stretto raccordo con la Cabina di regia nazionale - qualificate e selezionate attività di sistema definendo contestualmente aree geografiche prioritarie, settori merceologici coinvolti, e risorse da investire). Focus sul Sud e Fondi strutturali: (verifica con le Regioni del Sud, area Obiettivo Convergenza, per realizzare apposite iniziative di sostegno – in stretta collaborazione con l’agenzia Ice e con il cosiddetto Piano Export Sud – per promuovere attività di internazionalizzazione con una riprogrammazione dell’utilizzo dei cosiddetti fondi strutturali, anche sulla base delle best practice in corso).  
   
   
OBAMA: ZAIA, “CONGRATULAZIONI DAL VENETO. DAGLI USA LEZIONE DI DEMOCRAZIA CON UN FEDERALISMO CHE UNISCE E FUNZIONA”  
 
 Venezia, 8 novembre 2012 - “Per il tramite dell´Ambasciatore Thorne e del Console Generale Scott rivolgo le congratulazioni mie personali e di tutto il popolo veneto per la rielezione del Presidente Barack Obama. L´america, con anche i 14 mila cittadini americani che vivono in Veneto, ha dato a tutto il mondo una lezione di democrazia nel momento in cui nel mondo la crisi economica mette, per molti versi, il modello democratico in profonda discussione”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia saluta la rielezione alla Casa Bianca del presidente Obama. “Per noi in Italia in questa fase di transizione – aggiunge Zaia - l´insegnamento che viene oggi dall´America é che il federalismo funziona ed unisce. Obama é il Presidente degli Stati Uniti e non degli Stati Divisi – conclude Zaia - perché il modello federale funziona ed assicura una flessibilità che i sistemi centralisti non possono avere”.  
   
   
RINVIO CONSULTA SU PROVINCE, FRATONI: "AMAREZZA E PREOCCUPAZIONE" IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI PISTOIA: "LA DEMOCRAZIA NON PUÒ PASSARE SOLAMENTE COME UN COSTO"  
 
 Pistoia, 8 novembre 2012 - “E’ con amarezza e preoccupazione che apprendo la decisione della Consulta di rinviare l’esame dei ricorsi regionali sulla legittimità costituzionale dell’art 23 del decreto Salva Italia, che trasforma le Province in enti di secondo grado, non più eletti dai cittadini, e ne riduce pesantemente potere e funzioni. Amarezza, perché a distanza di undici mesi la corte Costituzionale non si è ancora espressa su una questione che crea grande confusione e incertezza e nella quale il contributo della Consulta doveva essere più che mai tempestivo, per definire un quadro legittimo entro il quale procedere con la riforma degli enti provinciali. Come Province siamo stati direttamente coinvolti nel processo di riordino e abbiamo portato il nostro contributo, per ridisegnare la geografia istituzionale in ragione della necessaria razionalizzazione delle risorse. La Corte Costituzionale motiva il rinvio a causa di un quadro normativo in continua evoluzione, dimenticando che proprio quella pronuncia è necessaria per riportare tale percorso sul binario della legittimità. Preoccupazione, perché il Governo tecnico ha messo in campo sostanziali riforme istituzionali attraverso lo strumento anomalo della decretazione di urgenza, estromettendo il Parlamento da un dibattito che investe, sì, gli enti, ma, con essi, anche i territori e tutti i cittadini, che hanno eletto i loro rappresentanti. La democrazia non può passare solamente come un costo. Se la macchina amministrativa deve necessariamente essere rivista e snellita, l’eliminazione di un livello elettivo, e quindi di un diritto di voto, non può che essere la risultante di un processo regolato da principi costituzionali di legalità, a garanzia della partecipazione democratica”.  
   
   
GIUNTA FVG: APPROVAZIONE PRELIMINARE PER FINANZIARIA E BILANCIO  
 
Trieste, 8 novembre 2012 - La Giunta regionale riunita a Trieste sotto la presidenza di Renzo Tondo ha approvato ieri, in via preliminare, lo schema di disegno di legge concernente le "Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale ed annuale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (Legge Finanziaria 2013)" e lo schema di disegno di legge concernente il "Bilancio di previsione per gli anni 2013-2015 e per l´anno 2013". I documenti finanziari e di bilancio, illustrati alla Giunta dall´assessore alle Finanze Sandra Savino, saranno ora inviati al Consiglio delle Autonomie locali per l´acquisizione del parere di questo organismo. Successivamente saranno nuovamente all´ordine del giorno della Giunta per l´approvazione definitiva, alla quale seguirà l´invio al Consiglio regionale dove saranno esaminati nelle Commissioni ed infine proposti al voto dell´aula.  
   
   
FINANZIARIA FVG: TONDO, OCCORRE ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ  
 
Trieste, 8 novembre 2012 - "Chiedo a tutti coloro che siedono attorno a questo tavolo, che rappresentano la classe dirigente regionale, un´assunzione di responsabilità su alcune scelte che sono diventate ineludibili". Il presidente della Regione, Renzo Tondo, è stato chiaro con le parti sociali (sindacati e associazioni di categoria) nella riunione convocata ieri per illustrare la legge Finanziaria 2013 che l´Amministrazione regionale sta mettendo a punto in questi giorni. Al di là delle cifre delle varie poste di bilancio, che la riunione di oggi ha permesso di illustrare e approfondire, c´è un dato di fondo che Tondo ha voluto sottolineare. "Nel 2013 - ha affermato - rispetto all´esercizio precedente avremo a disposizione 400 milioni di euro in meno. Per chiudere il bilancio non basta qualche risparmio qua e là, qualche limatura, perché una situazione del genere mette in discussione la stessa impalcatura del sistema". "Dobbiamo essere consapevoli - ha aggiunto - che tutto è cambiato. E dobbiamo dirlo chiaro: ci sono cose che la Regione non potrà più fare. Tanto per fare un esempio, undici punti nascita in Friuli Venezia Giulia non ci potranno più essere. Per questo sono amareggiato quando leggo certe prese di posizione preconcette". Sullo sfondo ci sono anche i rapporti con gli ultimi Governi che, con varie manovre e norme, hanno in sostanza messo sotto assedio la Specialità, come ha spiegato l´assessore alle Finanze, Sandra Savino, riducendo di fatto l´autonomia finanziaria del Friuli Venezia Giulia. "Con il Governo centrale - ha rilevato Tondo - non c´è alcuna interlocuzione. Capisco che in una situazione come questa il Governo è stato costretto a prendere alcune decisioni in una condizione di sospensione della democrazia". "Ciò che io contesto, e che ho avuto modo di dire anche ad alcuni ministri, è il fatto che è del tutto mancato il confronto con chi, come la nostra Regione, ha avuto un comportamento virtuoso, un atteggiamento di responsabilità nei confronti del Paese. Un dialogo, in una fase come questa, sarebbe stato molto utile. Invece la saracinesca è stata tirata giù". Tondo ha ribadito i cardini della manovra di bilancio per il 2013: al centro c´è la difesa della parte più debole della società, il lavoro, gli ammortizzatori sociali e la formazione, e nello stesso tempo il sostegno a chi il lavoro è in grado di crearlo, vale a dire le imprese. Per quanto riguarda gli altri capitoli della Finanziaria, come ha precisato Savino, i conti veri si potranno fare solo con l´assestamento di metà anno, sulla base delle risorse che risulteranno effettivamente accertate, come dettano le nuove regole per i bilanci pubblici.  
   
   
FINANZIARIA FVG: TONDO, IL PATTO CON TREMONTI NON È STATO ATTUATO  
 
Trieste, 8 novembre 2012 - "Non una lira dei 370 milioni che avremmo dovuto trasferire allo Stato secondo il Patto Tondo-tremonti per l´attuazione del federalismo fiscale, è uscita dalle casse della Regione". A precisarlo è stato lo stesso presidente della Regione, Renzo Tondo, intervenendo ieri nella riunione con le parti sociali per l´illustrazione della Finanziaria 2013. "E questo - ha aggiunto il presidente - per una ragione molto semplice: perché i Governi Berlusconi e Monti hanno compiuto scelte che hanno di fatto invalidato quell´accordo. Il federalismo fiscale non è stato attuato". La Regione ha quindi avanzato ricorso alla Corte costituzionale la cui sentenza è attesa, come ha precisato l´assessore alle Finanze, Sandra Savino, per i primi mesi del prossimo anno. Tondo è tornato sul tema della riduzione del debito regionale, un risultato "straordinario" che permetterà in pratica di dimezzarlo in questa legislatura, da 1,6 miliardi iniziali a 800 milioni. "Ho sentito delle critiche - ha detto - secondo le quali la riduzione del debito, in una situazione di ristrettezze come quella che stiamo attraversando, avrebbe sottratto risorse al bilancio. È vero esattamente il contrario, perché meno debito ha voluto dire meno rate per i muti, quindi liberazione di risorse per la parte corrente: per la sanità, la scuola, il lavoro, la formazione". Il presidente ha anche precisato che la Terza corsia dell´autostrada A4 Trieste-venezia "non costerà un euro al bilancio regionale e non aumenterà l´indebitamento, perché l´opera è interamente a carico della concessionaria Autovie Venete e sarà pagata con gli introiti dei pedaggi". "Si può discutere - ha aggiunto - se sarebbe stato opportuno sollecitare un eventuale concorso finanziario dello Stato per quest´opera. Ma noi abbiamo compiuto una scelta politica, nella convinzione che, in un momento di crisi come questo, se non fossimo partiti noi con i lavori oggi la Terza corsia non sarebbe altro che un incartamento sepolto negli archivi di Autovie Venete".  
   
   
INFRASTRUTTURE, LIGURIA VARA NUOVO PRIS.: TUTELATE ANCHE ATTIVITÀ ECONOMICHE DEL TERRITORIO  
 
Genova, 8 novembre 2012 - Soddisfazione dell’assessore alle infrastrutture della Regione Liguria Raffaella Paita, per l’approvazione, da parte del Consiglio Regionale, del nuovo Pris-programma regionale di intervento strategico. “Il nuovo Pris inserisce elementi di forte innovazione su una legge regionale che rappresentava già una sorta di eccellenza per il nostro territorio.” spiega Raffaella Paita. “Il programma regionale garantisce tutela ai proprietari, sia inquilini, sia titolari di attività economiche e commerciali nel caso in cui il loro immobile sia interessato da un’opera infrastrutturale". “Si tratta di nuovi input - afferma l’assessore - che sono emersi sul campo, applicando la legge stessa, come per esempio, a seguito delle alluvioni nello spezzino e a Genova dello scorso autunno, la sua estensione alla realizzazione di opere urgenti necessarie a prevenire eventi calamitosi o a fare fronte alle conseguenze prodotte da questi eventi.” “Altra novità - aggiunge Paita - riguarda l’equiparazione dei locatari di immobili interessati dall’opera ai quali potranno essere assegnati alloggi di Edilizia residenziale pubblica, mentre l’ente proprietario di quest’ultimi, usufruirà di un’indennità pari a 30 mila euro per la ristrutturazione e messa a norma degli stessi”. Il provvedimento prevede inoltre un maggiore coinvolgimento degli enti locali che potranno avvalersi di programmi d’intervento analoghi ai Pris da adottare su opere di loro stretta competenza. Paita ha poi precisato che "nelle modifiche alla legge e´ stata posta particolare attenzione alle attività economiche prevedendo la corresponsione di un’indennità compensativa ( 40 mila euro) per le spese di trasloco e del fermo produttivo nei confronti delle micro, piccole e medie imprese interessate, una forte risorsa per le piccole realtà economiche del territorio”. “Abbiamo lavorato per ampliare l´utilizzo di questo efficace strumento normativo, per risolvere, a monte, le problematiche delle collettività e dei territori coinvolti dalla realizzazione di infrastrutture non solo nei casi di “legge-obiettivo” e regionali, ma di tutte le opere infrastrutturali strategiche di interesse nazionale, statale e regionale”.  
   
   
PROVINCIA DI PRATO: VARIAZIONE DEL BILANCIO 2012, LA PROVINCIA METTE A DISPOSIZIONE PER I PAGAMENTI ALLE IMPRESE 1,8 MILIONI DI EURO  
 
 Prato, 8 novembre 2012 - Con l´ultima variazione del bilancio 2012, approvata dal Consiglio provinciale il 31 ottobre grazie ai voti favorevoli di Pd e Idv mentre Pdl, Lega Nord e Fli hanno votato contro, la Provincia mette a disposizione 1,8 milioni di euro per assolvere ai pagamenti più urgenti nei confronti delle imprese che hanno lavorato per l´ente, a cui dovrebbe aggiungersi un altro milione proveniente dall´operazione di cessione di proprie quote di spesa della Regione Toscana nei confronti degli enti locali. Le risorse si aggiungono agli 800 mila euro già liquidati in questi mesi del 2012 e serviranno per lavori già completati o in fase di esecuzione su strade, scuole, viabilità e rischio idrogeologico, per esempio il cantiere della ristrutturazione della Sr 325 o quello della Variante di Poggio a Caiano. “Senza toccare gli investimenti e ingollando in qualche modo il blitz del Governo che ci ha tagliato 3,6 milioni di euro a metà anno, garantiamo comunque una boccata d´ossigeno alle imprese che attendono i pagamenti – spiega l´assessore al Bilancio Alessio Beltrame – In realtà il nostro sforzo puntava a realizzare pagamenti per circa 7 milioni di euro, che sarebbe la nostra reale necessità, ma abbiamo dovuto fare i conti con questa insensata spending review”. Beltrame punta il dito contro il Governo che non ascolta i bisogni dei territori e continua con la politica dei tagli indiscriminati. “Si parla tanto di assetti istituzionali, ma la vera emergenza è l´inadeguatezza di questo esecutivo, che entra addirittura in contraddizione con se stesso – dice ancora Beltrame - Da una parte continua a imporre agli enti locali le regole del patto di stabilità togliendo risorse ai territori, ma intanto deve recepire la direttiva dell´Unione europea sui pagamenti degli enti pubblici entro 30 giorni. Una situazione davvero al limite dell´assurdo per gli enti locali”. I tagli del Governo, 500 milioni di euro solo alle Province, hanno colpito in maniera particolarmente dura le amministrazioni toscane perché calcolati sulla base dei servizi erogati. Nella nostra Regione infatti le Province si occupano anche di trasporto pubblico locale e dei servizi di formazione e lavoro. Anche qui dunque un paradosso, chi gestisce più servizi e lavora di più è stato punito. “Solo grazie a un bilancio solidissimo, che prevedeva un avanzo di 3,4 milioni di euro già destinato a investimenti e pagamenti, e che il Governo si è mangiato in un sol boccone, a Prato riusciamo ancora a trovare spazi di manovra, ma la situazione è davvero complicata”.  
   
   
BASILICATA: LA GIUNTA RIPROGRAMMA LA CONFERENZA SULLA VAL BASENTO  
 
Potenza, 8 novembre 2012 - Garantire massima efficacia e pubblicità alla Conferenza sulla Val Basento. E’ questa la motivazione che ha portato la Giunta Regionale a riprogrammare per altra data l’appuntamento inizialmente annunciato per venerdì prossimo, rivedendone, in parallelo, lo schema organizzativo. All’origine della decisione, il rischio segnalato da accadimenti degli ultimi giorni che iniziative di contestazione potessero ridurre la Conferenza ad un solo momento di visibilità mediatica per lamentare i problemi esistenti non consentendo di realizzare quel momento di riflessione fattiva e operativa per risolvere gli stessi problemi. La Giunta regionale ha invece confermato la volontà di fare della Conferenza un momento non rituale, riempiendola di contenuti e cercando di ottenere il contributo di informazioni, progettualità e riflessioni di tutti quanti parteciperanno ai lavori per superare i problemi di quest’area che, sottolinea ancora il governo lucano, rappresenta e deve rappresentare un’opportunità su cui investire per l’intera Basilicata e non un problema da annoverare nel registro delle lamentele e delle proteste. L’incontro di avvio della riflessione sulla base di interventi che verranno specificamente resi dagli assessori al Lavoro e alla Formazione, alle Attività produttive, all’Ambiente e alla Infrastrutture e che verrà concluso dal presidente della Regione Vito De Filippo subito dopo il dibattito di cui verranno registrati i contributi avrà luogo a Potenza presso la sede della Regione nella mattinata di mercoledì 14 novembre. A questo incontro seguiranno altri di approfondimento e si concluderanno poi in Valbasento con la definizione del progetto di rilancio, della tempistica e delle risorse occorrenti a sostenerle.  
   
   
A DIRE&FARE PER RISCOPRIRE IL LEGAME TRA “DEMOCRAZIA LOCALE, CITTÀ, INNOVAZIONE”  
 
Firenze, 8 novembre 2012 - Mercoledì 14 novembre apre i battenti la rassegna Dire&fare, l’evento promosso da Anci Toscana e Regione Toscana per mettere in evidenza i migliori esempi di amministrazione pubblica. Giunta alla sua Xv edizione, Dire&fare si svolgerà quest’anno alla Fortezza da Basso di Firenze, fino al 16 novembre, con una “coda” che – nella mattina di sabato 17 novembre – vedrà riunite le associazioni di volontariato, gli amministratori locali e la Regione Toscana, nell’appuntamento conclusivo degli Stati generali della Protezione civile, per la stesura del Piano operativo regionale di Protezione civile, a cui parteciperà il presidente Enrico Rossi. Vetrina di risultati conseguiti ma anche orizzonte argomentativo e propositivo per la condivisione di buone pratiche, un vero e proprio laboratorio dove nascono e si sviluppano nuovi progetti, Dire&fare raccoglie circa 50 espositori tra enti locali, associazioni e aziende che presenteranno i propri servizi e progetti a sostegno dell’innovazione nella Pubblica Amministrazione. “Una testimonianza importante – secondo il presidente di Anci Toscana e sindaco di Livorno Alessandro Cosimi – della volontà del mondo della pubblica amministrazione di non tirarsi indietro di fronte alla difficile sfida che la crisi e i provvedimenti del governo hanno lanciato loro. Con risorse sempre più esigue, in situazioni spesso emergenziali, e in un momento in cui a livello istituzionale ci si avvia a una vera e propria rivoluzione, l’Associazione ha voluto comunque offrire agli enti la possibilità di riunirsi e confrontarsi sui temi più scottanti per il buon funzionamento del sistema dei servizi offerti ai cittadini”. Come ha spiegato il presidente di Anci Toscana, che ha illustrato alla stampa i contenuti della rassegna martedì 6 novembre insieme all’assessore regionale a cultura, commercio e turismo della Regione Toscana Cristina Scaletti, questa edizione di Dire&fare, con il tema ‘Democrazia locale, città, innovazione’, “vuole favorire e promuovere la ricostruzione di un rapporto virtuoso fra cittadini e Pubblica Amministrazione, rapporto che soffre della crisi economica, etica e politica che in Italia si respira e che deve essere rafforzato, partendo dai processi di riorganizzazione, cambiamento e innovazione che, oggi come non mai, si rendono necessari.” Proprio sull’innovazione punta la Regione che, con le iniziative e i progetti presentati in rassegna, testimonia il proprio impegno per garantire a tutti i cittadini l’opportunità di cogliere le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica e dalla trasparenza, compiendo “un passo importante per avvicinare le Istituzioni ai cittadini”. E in vista delle sfide che il 2013 porterà agli enti locali, sul piano dell’organizzazione e dell’economia locale, Dire&fare dedicherà ampio spazio all’approfondimento del nuovo quadro istituzionale. Secondo Cosimi, infatti, la rassegna “sarà un luogo di discussione non banale in cui non mancherà il giudizio su una riforma istituzionale che è partita ‘al rovescio’, e che si presenta come foriera di problematiche rilevanti, soprattutto in Toscana”. Saranno molte, infatti, le occasioni di discussione nella “piazza delle Unioni”, uno spazio in cui le Unioni di Comuni già attive nella regione presenteranno la propria attività e si confronteranno su quali sono le opportunità da cogliere per svolgere al meglio il proprio ruolo. Venerdì 16 novembre alle 12 ci sarà anche l’incontro “Unioni in vista, Unioni in pista”, in cui si parlerà di gestioni associate di funzioni tra comuni e Unioni di comuni e nel corso del quale sarà presentato il volume edito da Maggioli su iniziativa di Anci Toscana e Anci Comunicare, "La legge regionale sul sistema delle Autonomie locali", curato dal segretario di Anci Toscana Alessandro Pesci. Tra gli appuntamenti principali, sempre venerdì 16 novembre, il convegno “Comunità versus giochi: la proposta dei comuni italiani”: un approfondimento su come aggiornare i regolamenti e su quali strumenti i comuni dovrebbero usare per contrastare il fenomeno dei giochi alla luce delle novità normative intervenute nel settore. L’incontro è promosso da Anci, Anci Toscana, Anit (Associazione nazionale per l’incremento turistico) e Lex Giochi e vedrà la partecipazione del presidente nazionale di Anci Graziano Delrio, a cui sono affidate le conclusioni. Invitato a partecipare anche il Ministro alla salute Renato Balduzzi. Anche le politiche di genere saranno protagoniste a Dire&fare, con una serie di eventi dedicati all’impegno delle donne in politica: dalla terza conferenza annuale delle donne amministratici della Toscana, che il 14 novembre si occuperà del “Doppio sguardo di donne e uomini nelle istituzioni”, all’incontro sulla realizzazione del “Bilancio di genere”, promosso da Anci Toscana e che si terrà sempre il primo giorno della rassegna, dalle 15 alle 18. Ogni giorno poi il padiglione Lorenese della Fortezza ospiterà la formazione di Anci Toscana sui principali temi d’interesse dei comuni, dalla progettazione europea, alle novità normative relative alla finanza locale. E ancora le politiche a sostegno dei Giovani, con il progetto regionale “Giovanisì”, e le politiche comunitarie, con le opportunità e i progetti finanziati dalla Comunità Europea. Tra gli altri argomenti attorno a cui ruoteranno gli incontri della rassegna, venerdì 16 novembre, nel corso della mattina si parlerà di “Smart & green cities”; e di welfare e volontariato, con un convegno promosso da Anci Toscana e Cesvot sulle buone prassi nel volontariato e uno sulle “strutture a sostegno della non autosufficienza” promosso da Anci e Federsanità-anci Toscana. Le mostre di Dire&fare - Dire&fare, come ogni anno, ospita anche alcune mostre mostre. In primis, la mostra “Città Ideale”: una galleria di progetti di comuni toscani che cercano nuove identità e nuovi modi di vivere gli spazi pubblici, o che puntano sulla tutela dell’ambiente e delle risorse. Uno spazio per i centri che ripensano se stessi, ricomponendo, così, la città ideale che si dipana nei paesi e nelle città, frammentata ma presente: i comuni che si distinguono per l’eccellenza di alcuni servizi sono qui riuniti, ognuno con la propria punta di diamante, per ricreare il luogo per eccellenza delle buone pratiche, così che le diverse realtà dialoghino tra loro, e attraverso la contaminazione e il confronto, ciascuno riesca a crescere e mettere in campo le azioni per fornire ai cittadini servizi sempre migliori. Ci sarà anche una mostra fotografica sulla causa Saharawi, allestita da Euro-african Partnership Onlus che, insieme al Coordinamento toscano Ee.ll. E Ong Associazioni per la cooperazione internazionale, organizza a Dire&fare l’assemblea costitutiva del Forum territoriale della Cooperazione internazionale della Provincia di Firenze (giovedì 15 novembre, alle 11.30) e il dibattito che si sviluppa dal documento conclusivo scaturito dal Forum di Milano, per fare il punto sulle politiche di cooperazione e a cui parteciperanno anche rappresentanti del Ministero per la cooperazione internazionale e l’integrazione. Infine la ormai consueta mostra Society&social che raccoglie le realizzazioni dei creativi al servizio di Ong, Associazioni ed Enti pubblici per promuovere una comunicazione sociale efficace  
   
   
CONVEGNO SUL TEMA “POLITICHE E INIZIATIVE A SOSTEGNO DEL LAVORO GIOVANILE E DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE IN CALABRIA”  
 
Catanzaro, 8 novembre 2012 - Proseguono le iniziative programmate sul territorio dall’Assessore regionale alle Attività Produttive Antonio Caridi, che intende incontrare gli enti territoriali con l’obiettivo di comunicare adeguatamente le azioni attivate dall’amministrazione regionale. Per questi motivi, in collaborazione con i Sindaci, sono state organizzate apposite riunioni, aperte alle organizzazioni di categoria ed alle imprese, per manifestare la vicinanza del governo regionale ed ascoltare direttamente le esigenze e le istanze che provengono dai territori. Il percorso degli incontri prevede, per Giovedì 8 novembre alle ore 17,30, il convegno – dibattito sul tema “Politiche e iniziative a sostegno del lavoro giovanile e delle attività produttive in Calabria”, in programma a Gerace, nella sala conferenze del Museo Civico a Palazzo Tribuna. L’iniziativa sarà utile per presentare alcune misure regionali rivolte al mondo dell’imprenditoria giovanile. Il convegno sarà introdotto dal Sindaco di Gerace Giuseppe Varacalli mentre le conclusioni saranno affidate all’Assessore Regionale alle Attività Produttive Antonio Caridi, come sempre impegnato a promuovere concretamente forme di nuova imprenditorialità giovanile. L’intervento dell’Assessore non mancherà di focalizzare l’attenzione su una innovativa cultura di impresa rivolta ai giovani, ai quali saranno fornite adeguate forme di conoscenza e di assistenza.  
   
   
LAVORO: GOVERNO DEVE RILANCIARE ECONOMIA (+72 P.C. CIG FVG)  
 
Trieste, 8 novembre 2012 - Nel corso del mese di ottobre 2012 le ore di Cig autorizzate in Friuli Venezia Giulia sono state complessivamente 2.882.382, in aumento sia nel confronto tendenziale che in quello congiunturale. La crescita tendenziale è stata dell´1,4 per cento e di circa 40mila ore in valore assoluto; l´aumento rispetto al mese di settembre 2012 è stato, invece, del 71,9 per cento, corrispondente a circa 1 milione e 200mila ore. "Il nostro sforzo - ha detto l´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi - è concentrato quotidianamente ad affrontare le situazioni di crisi cercando di incentivare l´occupazione e sostenendo il reddito dei lavoratori. Ma se vogliamo sperare in una ripresa dei consumi e della produttività è necessario un deciso cambio di rotta del Governo, che dalle politiche di rigore, che ci stanno portando ad una vera e propria recessione, deve passare alla fase della crescita con scelte che rilancino l´economia, come ad esempio l´abbattimento del costo del lavoro". In termini tendenziali sono diminuite le ore della gestione straordinaria e sono aumentate le ore della cassa ordinaria e di quella in deroga, mentre in termini congiunturali sono aumentate le ore di tutte e tre le gestioni. La Cigo è cresciuta del 71 per cento a livello tendenziale e del 51,9 per cento a livello congiunturale, la Cigs è diminuita del 21,5 per cento a livello tendenziale ed è cresciuta del 92,1 per cento a livello congiunturale; la cassa in deroga, infine, è cresciuta rispettivamente del 317,3 per cento e del 33,2 per cento. La disamina a livello provinciale fa apprezzare sostanziali differenze. Gorizia segna un -68,9 per cento (-549.313 ore) a livello tendenziale e un -46,7 per cento (-217.912 ore) a livello congiunturale e Trieste un -74,1 per cento (-296.789 ore) confrontando i dati di ottobre 2012 con quelli di ottobre 2011 e un -17,2% (-21.528 ore) raffrontando i dati dell´ultimo mese disponibile con quelli del mese precedente. A Pordenone si registrano un +54,4 per cento (+388.882 ore) e un +203,5 per cento (+740.289 ore) e a Udine un +53,5 per cento (+497.023 ore) a livello tendenziale e un +97,8 per cento (+705.127 ore) a livello congiunturale. A livello provinciale la diminuzione (tendenziale e congiunturale) nella provincia di Gorizia è dovuta al calo delle ore autorizzate nella gestione straordinaria (-532.965 ore rispetto al ottobre 2011 e -174.944 rispetto a settembre 2012) e, in misura minore, in quella in deroga (-41.224 ore rispetto a settembre) mentre l´aumento registrato, a livello congiunturale, a Pordenone e a Udine è imputabile alla forte crescita delle ore della gestione straordinaria (+465.681 e +617.237, rispettivamente nelle due province) e di quella ordinaria (+217.410 e +37.862). La diminuzione registrata nella provincia di Trieste tra settembre e ottobre di quest´anno è determinata dalla contrazione delle gestioni ordinaria e straordinaria, passate, rispettivamente da 90.154 a 30.718 e da 9.262 a 7.562 ore. Nel corso dei primi dieci mesi del 2012, in regione, sono state autorizzate complessivamente 19.607.611 ore con un incremento del 4,2 per cento (783.540 ore in più) rispetto al corrispondente periodo del 2011. A livello provinciale, l´aumento delle ore autorizzate interessa Gorizia con +499.035 ore, pari al +20,9 per cento, Pordenone con +1.397.012 ore pari al +24,4 per cento e Trieste con +303.211 ore pari al +22,7 per cento. La provincia di Udine è l´unica provincia che mostra un decremento rispetto ai dati dell´anno scorso, nonostante il forte aumento dell´ultimo mese: complessivamente, nei dieci mesi considerati, c´è stata una contrazione di 1.415.718 ore, pari al -15,1 per cento.  
   
   
STUDIO EUROPEO RIVELA CHE I NONNI SETTUAGENARI ASSUMONO UN RUOLO DI PRIMO PIANO  
 
Bruxelles, 8 novembre 2012 - Oltre 5.500 nonni di età compresa tra 60 e 85 anni hanno preso parte a uno dei più vasti studi basati sull´osservazione in Europa, che ha mostrato come gli europei passano più tempo con i propri nipoti, e che superati i 70 anni il nonno assume un ruolo più importante. Questa è la conclusione di una ricerca, l´Indagine su salute, invecchiamento e pensioni in Europa (Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe - Share), che ha studiato i nonni in 11 paesi europei: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Svizzera. Lo studio condotto da Knud Knudsen, un professore di sociologia all´Università di Stavanger (Uis) in Norvegia, ha scoperto che i nonni sembrano essere maggiormente coinvolti rispetto al passato. Mentre le nonne sono più coinvolte con i loro nipoti quando una coppia è più giovane, questa disparità di sesso gradualmente cambia con il passare degli anni. Il professor Knudsen dice che "Probabilmente vedremo più nonni passare il loro tempo con i loro nipoti. La base per esercitare questo ruolo può tuttavia differire tra i due sessi. Per entrambi è un vantaggio avere un compagno di vita al loro fianco. Ma i nonni dipendono maggiormente da questa presenza rispetto alle nonne quando si tratta di interpretare il loro ruolo di nonni. Questo accade perché un nonno che ha ancora accanto la propria moglie ha maggiore facilità a prendere parte alla vita dei propri nipoti." Lo studio ha inoltre rivelato che stanno emergendo nuovi schemi, segnala il professor Knudsen. "I genitori di oggi sono impegnati con lavoro e carriera, e a differenza delle generazioni precedenti, quando i bambini venivano prima degli studi e del lavoro, i genitori moderni sono spesso più vecchi e con un lavoro a tempo pieno quando diventano responsabili della prole. Nonni più sani e in forma, che vogliono stare con i propri nipoti, possono essere di grande aiuto per i genitori carrieristi con una frenetica vita quotidiana." Con il cambiamento del ruolo moderno del genitore, si verifica anche un cambiamento di ruolo nel crescente numero di persone più anziane in Europa, ed è per questo motivo che l´Unione europea ha designato il 2012 come l´Anno europeo dell´invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni. Poiché gli europei vivono una vita più lunga e in salute, i governi stanno cercando dei modi per coinvolgere le persone più anziane nella società e mantenerle attive. Si auspica che questi cambiamenti producano dei benefici economici per la società nel suo insieme e che allo stesso tempo promuovano il benessere fisico, mentale e sociale dei membri più anziani della società. Compiere questo cambiamento nella società è importante perché la popolazione europea sta progressivamente diventando più vecchia; gli ultimi dati mostrano che ci sono poco più di 87 milioni di persone con età pari o superiore a 65 anni nella Ue-27, circa il 17,4 % della popolazione totale. Questo è comparabile a dati del 1985, quando erano 59,3 i milioni di persone di età pari o superiore a 65 anni nei paesi che oggi formano l´Ue-27 ( il 12,8 % della popolazione totale). Tradizionalmente le nonne avevano maggiori contatti di varia natura con il resto della famiglia, e avevano la responsabilità del mantenimento dei rapporti. Il professor Knudsen osserva: "Come donna, madre e nonna, le regole per l´assistenza sono più chiare per lei, che è quella che ispira il nonno. Un partner è di conseguenza importante per contribuire alla famiglia allargata, soprattutto per gli uomini quando invecchiano. In linea con altri studi su sesso e relazioni di coppia, noi qui vediamo che sono in particolare gli uomini a trarre beneficio dal matrimonio." Quello che si può inoltre vedere nello studio è che sia il cambiamento sociale che quello demografico sono alla base del notevole coinvolgimento dei nonni con i loro nipoti. Il risultato è che tre generazioni condividono come mai prima una parte maggiore delle loro vite. Ma le cose non sono cambiate per quanto riguarda il matrimonio e il rapporto di coppia. Gli uomini spesso sposano donne che sono più giovani di loro di qualche anno, e le donne ancora vivono più a lungo degli uomini. Questo significa che un uomo di 70 anni ha più spesso accanto una partner rispetto a una donna della stessa età. Quindi, mentre le nonne sono solitamente sole, un nonno è ancora sposato. Avere una partner sana e più giovane sembra essere fondamentale per il coinvolgimento di un uomo con i nipoti. Il professor Knudsen osserva come alcuni potrebbero spiegare questo studio come il desiderio di un nonno di investire il proprio tempo con i nipoti allo scopo di essere aiutato in seguito. Tuttavia aggiunge: "Se avessero ragione, le nonne vedove starebbero con i nipoti la maggior parte del tempo, ma questo non è quanto accade." Sembra che la teoria del ruolo sociologico fornisca una spiegazione migliore. Egli prosegue dicendo: "Nonni e nonne possono avere dei punti di partenza personali e sociali molto diversi. Quindi, sebbene siano le seconde a passare più tempo con i nipoti rispetto ai nonni, la differenza di coinvolgimento si riduce in modo costante dopo i 60 anni. Dopo i 70 anni, il nonno solitamente passa in testa." Molto importante è il fatto che gli uomini generalmente gestiscono abbastanza bene il ruolo di nonni per una ragione fondamentale: essi solitamente hanno ancora al fianco la loro partner. Ma nonostante ciò esistono delle grosse differenze. Molti nonni hanno altre priorità o vivono lontano dai nipoti, e ciò influisce sul tempo che passano assieme. La ricerca conclude che le differenze tra i paesi europei nello studio sono piccole, e questo è di per sé significativo. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Stavanger, Norvegia: http://www.Uis.no/research/article62676-51.html  Eurostat - Invecchiamento attivo e solidarietà tra le generazioni: http://epp.Eurostat.ec.europa.eu/cache/ity_offpub/ks-ep-11-001/en/ks-ep-11-001-en.pdf