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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Febbraio 2014
SALUTE DEI CINESI A PRATO, AL VIA IL PRIMO STUDIO EPIDEMIOLOGICO  
 
Firenze, 25 febbraio 2014 - Al via il primo studio volto a indagare la prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare, ipertensione e diabete, nella comunità cinese di Prato. La presentazione è in programma il , 25 febbraio 2014, alle ore 18, all´ospedale Careggi di Firenze, nell´Aula magna della sede della Facoltà di medicina e chirurgia (ex presidenza). La ricerca "Chinese In Prato" (Chip) è in collaborazione fra l´Università di Firenze e l´Institute of Heart, Lung & Blood Vessel Diseases di Pechino, nell´ambito di un progetto della Società Europea di Ipertensione volto ad analizzare la salute delle popolazioni immigrate in Europa. L´obiettivo è mettere a confronto la comunità cinese di Prato, la terza in Europa per numero di abitanti, sia con i cittadini pratesi, sia con la popolazione residente in Cina, per valutare l´effetto delle abitudini e dello stile di vita sulla salute del cuore. Saranno presenti il Console generale della Repubblica Popolare Cinese Wang Xinxia, l´assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Luigi Marroni, l´assessore all´immigrazione del Comune di Prato Giorgio Silli, il Presidente del Cossum (Consiglio Scienze della Salute Umana) dell´Università di Firenze Gian Franco Gensini e i direttori generali: dell´azienda ospedaliero - universitaria Careggi Monica Calamai, dell´azienda sanitaria di Prato Edoardo Majno e dell´azienda sanitaria di Firenze Paolo Morello Marchese.  
   
   
TOSCANA: APPARECCHIATURE SEMPRE PIÙ EFFICACI NELLA LOTTA CONTRO I TUMORI  
 
 Firenze, 25 febbraio 2014 - "Bloccare l´invasione tumorale e prevenire le metastasi è uno dei principali obiettivi delle terapie oncologiche. Le apparecchiature acquistate con i fondi messi a disposizione dall´Ente Cassa di Risparmio di Firenze permetteranno ai ricercatori e ai clinici dell´azienda ospedaliero-universitaria di Careggi, in collaborazione con i laboratori della facoltà di medicina dell´Università di Firenze, da un lato di migliorare gli aspetti diagnostici, dall´altro di poter intraprendere ricerche innovative per una migliore caratterizzazione delle malattie neoplastiche e per un´adeguata strategia tearapeutica". Così l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, intervenendo al convegno "Aspetti innovativi in oncologia. Le cellule tumorali circolanti" che si è tenuto stamani nell´Auditorium di via Folco Portinari, ha ringraziato l´Ente Cassa di Risparmio per il contributo all´acquisto di macchinari d´avanguardia che a Careggi (grazie al gruppo di ricerca nato dalla collaborazione tra oncologia medica e biochimica clinica) consentiranno di studiare le cellule tumorali circolanti (Ctc) nel sangue periferico, permettendo così di individuare le singole cellule tumorali e definire meglio terapie farmacologiche personalizzate. Queste apparecchiature e questa metodologia innovativa collocano l´oncologia medica 1 di Careggi ai massimi livelli nel campo della ricerca oncologica in Italia.  
   
   
ZAIA INAUGURA OSPEDALE MONTEBELLUNA: “SIA LUOGO DI CURA MA ANCHE DI UMANITA’. SI’ AI PROJECT MA CON INTERESSI SOSTENIBILI. BISOGNA POTER RINEGOZIARE GLI ESISTENTI”  
 
Venezia, 25 febbraio 2014 - Oltre 76 milioni di euro d’investimento, parte con fondi regionali, parte in project financing; 96.000 metri quadrati di superficie complessiva; 310 posti letto; 7 sale operatorie. Sono questi i grandi numeri dell’Ospedale San Valentino di Montebelluna che, profondamente ristrutturato, ammodernato e ampliato in circa 6 anni di lavori, è stato inaugurato dal presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, presenti numerose autorità tra le quali in Sindaco Marzio Favero, il Presidente della Provincia Leonardo Muraro, l’assessore regionale Remo Sernagiotto, il direttore generale dell’Ulss 8 Bortolo Simoni, il presidente della Conferenza dei Sindaci Bernardino Zambon, il Vescovo emerito di Treviso Paolo Magnani, che ha benedetto l’opera. “Con questa ulteriore realizzazione – ha detto Zaia – rispondiamo con i fatti alle parole che troppi hanno speso per lanciare allarmi del tutto infondati su quanto sarebbe accaduto con le nuove schede sanitarie. L’ulss 8 ha ora due ospedali territoriali di grande rilievo ed efficacia come Montebelluna e Castelfranco, che non devono sentirsi in competizione tra loro, perché entrambi hanno, e avranno anche con la nuova programmazione, una loro precisa e prestigiosa caratterizzazione”. “Siamo tra le cinque migliori sanità d’Europa – ha aggiunto Zaia – e lo dimostriamo tutti i giorni con fatti e realizzazioni come quella di oggi, con il continuo adeguamento dei macchinari ai quali abbiamo destinato 70 milioni l’anno scorso e già 31 quest’anno, con personale medico e infermieristico di grande valore e di provate capacità. Con più di 80 anni di media abbiamo l’aspettativa di vita tra le più alte d’Europa e basta questo dato per dire che sappiamo curare bene la nostra gente” “Lo facciamo – ha proseguito - senza sprecare un euro, con i conti in ordine ed essendo l’unica Regione d’Italia a non aver imposto l’Irpef aggiuntiva sulla sanità lasciando nelle tasche dei contribuenti 400 milioni l’anno. Con un tasso medio di ospedalizzazione di 7 giorni contro anche i 30 di altre Regioni delle quali solo 4 generano un deficit di 5 miliardi l’anno”. “Ma dobbiamo fare ancora di più e meglio – ha incalzato Zaia – soprattutto sul piano dell’umanizzazione delle cure e del rapporto con le persone, perché non è ammissibile, come purtroppo è successo proprio qui, pur in un momento di sovraffollamento del pronto soccorso, ad un paziente di 88 anni con vomito e pressione altissima che dopo 6 ore non era stato ancora visto. Non voglio incolpare nessuno – ha detto Zaia – ma vogliamo che in tutto il Veneto gli ospedali siano luoghi di cura ma anche di spiccata umanità. Per questo abbiamo varato ad esempio la recente riforma dei pronto soccorso dove, tra 70 giorni, dovrà entrare in attività lo steward di sala d’attesa che tenga i rapporti con le persone presenti, dovranno essere create aree wi fi, prese per la ricarica di tablet e telefonini, punti di ristoro con erogatori d’acqua gratuiti e distribuzione di riviste per l’attesa. Sono certo che sarà un successo, come quello degli ospedali aperti di notte per gli esami strumentali, che la gente apprezza moltissimo”. Gli importanti interventi strutturali eseguiti negli ultimi anni nei due ospedali dell’Ulss 8, quelli di Castelfranco e Montebelluna, sono stati realizzati con una spesa complessiva di 147 milioni 328 mila euro, dei quali 54 milioni 224 mila euro della Regione, un milione 763 mila dell’Ulss e 91 milioni 340 mila in project financing. A questo proposito, Zaia ha tenuto a ribadire che “noi non siamo assolutamente contrari a questa formula, che consente di realizzare le strutture in tempi rapidi ma, rispetto a 10 anni fa, il mondo è completamente cambiato: da un lato non possiamo più permetterci di pagare interessi del 10-12% quando possiamo finanziarci presso la Banca Europea Investimenti (Bei) all’1-1,5%; dall’altro, messi in un’opera tutti i fondi pubblici possibili (e lo Stato ce ne deve parecchi visto che il Veneto lascia un residuo attivo fiscale di 21 miliardi di euro l’anno) il rimanente non può che guardare al project. Per questo – ha concluso Zaia – abbiamo la necessità che il Governo legiferi per consentirci di rinegoziare i rapporti in essere, e di ragionare in termini diversi rispetto ai nuovi. Torno a chiedere con forza al governo nazionale di affrontare questa problematica e mettere a punto una norma in questo senso”.  
   
   
SANITA’: ACCORDO REGIONE CA’ FOSCARI; COLLABORAZIONE PER CONTROLLO SPESA E ATTUAZIONE PSSR  
 
Venezia, 25 febbraio 2014 - Carlo Carraro, rettore dell’ateneo veneziano e Luca Coletto, Assessore alla Sanità della Regione del Veneto hanno firmato nella sede centrale dell’ateneo un accordo tra i due enti per una collaborazione in ambito sanitario che coinvolge e mette a sistema le competenze professionali e di ricerca dell’università con le esigenze di miglioramento gestionale e di innovazione della Regione all’interno degli obbiettivi del Pssr. La convenzione, presentata durante l’incontro “Le sfide della sanità oggi” che si è tenuto nell’Aula Baratto di Ca’ Foscari, ha lo scopo di strutturare una collaborazione di fatto già avviata che vede la Regione avvalersi delle competenze di alto livello dell’Ateneo nell’ambito economico, statistico, manageriale, informatico e giuridico e che verranno utilizzate a supporto di attività di studio, valutazione, analisi e in affiancamento al management della sanità regionale. Si tratta di un accordo quadro dal quale partiranno subito delle progettualità che garantiranno dei primi risultati già nel 2014. Nasce l’Osservatorio sulla spesa sanitaria che darà stabilità e permanenza alle analisi ed alle valutazioni economico-finanziarie e di bilancio permettendo alla Regione di avere a disposizione in modo continuativo informazioni ed analisi sulle quali prendere le proprie decisioni di programmazione. All’università ciò consentirà di sviluppare le proprie competenze scientifiche e avere a disposizione documentazione utile per la didattica e case study da analizzare sul sistema di welfare, in particolare nell’ambito sanitario e socio sanitario. Sarà attivato anche un Centro di documentazione e supporto alle azioni del Piano sociosanitario regionale che procederà in vari ambiti strategici tra cui la ricerca e la sperimentazione di strumenti innovativi di misurazione del territorio per fornire una mappatura di diffusione di patologie da associare a strumenti di intervento; la razionalizzazione della rete ospedaliera sulla base della similarità dei bisogni; il potenziamento dell’assistenza territoriale per costruire una filiera dell’assistenza in grado di garantire un sistema di cure graduali; la razionalizzazione dell’impianto gestionale attraverso nuovi strumenti di programmazione e controllo.“Attraverso questa convenzione – sottolinea il rettore Carlo Carraro – Ca’ Foscari mette a disposizione le proprie competenze e professionalità di alto livello scientifico offrendo quel supporto metodologico necessario a sostenere il processo di innovazione e razionalizzazione avviato dalla Regione Veneto nel territorio in ambito sanitario e di welfare”.“Tra le sfide della sanità oggi, spiega l’Assessore Luca Coletto - la principale è quella della sostenibilità del sistema, che si ottiene riuscendo a far quadrare i conti evitando ricadute sui servizi erogati al cittadino. Chi sfora deve mettere le mani nelle tasche dei cittadini sotto forma di addizionale Irpef, ma non è il caso del Veneto. Da tre anni a questa parte i Veneti non pagano l’Irpef sulla sanità e risparmiano 400 milioni di euro l’anno. Basta questo per capire la rilevanza dell’accordo che oggi abbiamo siglato con l’Università di Cà Foscari, il cui prestigio generale, ed in particolare nell’ambito economico, è una garanzia assoluta. Collaboreremo infatti proprio nei settori più strategici, come la spesa sanitaria con l’Osservatorio, che ci permetterà di avere preziose analisi da utilizzare nella nostra programmazione, e il supporto alle azioni del Piano Sociosanitario grazie il Centro di Documentazione”.  
   
   
SANITÀ: RINNOVATO IMPEGNO DI COLLABORAZIONE TRA REGIONE UMBRIA E MALTA PER CENTRO DI CURA DEI DISTURBI DELL´ALIMENTAZIONE  
 
Perugia, 25 febbraio 2014 - Si intensifica la collaborazione tra la Regione Umbria e Malta per il trattamento dei disturbi dell´alimentazione: lo scorso venerdì, a Malta, la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, l´Azienda sanitaria umbra nr.1 e il Ministero per la salute di Malta, hanno sottoscritto un protocollo d´intesa per la formazione sull´assistenza sanitaria e la ricerca sui disturbi alimentari e l´obesità. Col il nuovo documento si è voluto rafforzare e dare seguito al precedente accordo sottoscritto dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, con il quale è stata formalizzata la collaborazione per la creazione e l´avvio a Malta del Centro residenziale "Dar il-Kenn", che mutua il modello sperimentato al Centro Francisci di Todi per la cura delle persone con disturbi alimentari e obesità. "Il protocollo d´intesa sottoscritto, che rientra nel quadro dell´accordo generale di collaborazione fra il Ministero della Salute di Malta, la Fondazione ´Dar Kenn Ghal Sahtek´ e la Regione Umbria - ha detto la vicepresidente Casciari - costituisce un evento importante, non soltanto perché permette al programma di collaborazione di procedere su basi concrete, finalizzate alla cura e al benessere di chi soffre di disturbi alimentari; ma soprattutto perché, rigorosamente definito nella sua articolazione, il programma acquista il valore di un´esperienza significativa ed esemplare, che può costituire un importante punto di riferimento, anche a livello internazionale". "L´accordo di collaborazione fra Malta e la Regione Umbria - ha aggiunto - costituisce infatti una testimonianza scientificamente, politicamente e umanamente feconda di come esperienze di avanguardia, come quella sviluppata in Italia, nella nostra regione, presso il Centro Francisci di Todi, possano essere non semplicemente ´esportate´, ma porsi come l´occasione di una sperimentazione e di un percorso comune, di un reciproco arricchimento e dell´apertura di nuove prospettive". La vicepresidente ha quindi manifestato apprezzamento per la grande sensibilità culturale dimostrata dalle autorità di Malta, a cominciare dal Presidente della Repubblica George Abela e dal Ministro della Sanità Godfrey Farrugia, che hanno individuato con esattezza la natura ´olistica´, unitaria, del problema dei disturbi alimentari: "Malta ha capito in pieno la natura di un problema, che non può essere semplicemente ´medicalizzato´ nel modo tradizionale - ha riferito - ma ha bisogno di un approccio integrato, multidisciplinare, fondato sull´individuo, la sua storia, il suo ambiente e la sua rete delle sue relazioni". "Il Centro Francisci di Todi - ha aggiunto - ha fatto da tempo di questa impostazione il punto centrale della sua attività di cura, che alla terapia medica affianca una ´valutazione multiprofessionale ed integrata della patologia´. In questa consonanza d´intenti, l´Azienda Sanitaria Locale n. 1 dell´Umbria fornirà al Centro per i Disturbi Alimentari di Malta servizi di formazione, stage, tutoraggio e monitoraggio, mentoring e counselling telefonico, che contribuiranno a far crescere nel suo complesso il sistema di assistenza e cura. Possiamo quindi considerare questo Programma come un esempio di cooperazione internazionale, al servizio di persone che soffrono". L´attività formativa e di assistenza per il personale del Centro residenziale di Malta sarà svolta dal personale specializzato del sistema sanitario umbro che opera all´interno del Centro Palazzo Francisci di Todi, e del Centro Dai di Città della Pieve, con la supervisione della responsabile dei centri, Laura Dalla Ragione. La cooperazione tra la Regione Umbria e lo Stato di Malta rientra nell´ambito di un protocollo generale di cooperazione sanitaria sottoscritto negli anni scorsi tra il Ministero delle politiche sociali del governo di Malta e il Ministero della Salute della Repubblica italiana. Lo stesso Ministero della salute italiano ha riconosciuto formalmente la validità dell´esperienza umbra, tanto che le prime "linee guida" sulla cura dei disturbi dell´alimentazione elaborate dalla Regione Umbria sono state successivamente alla base di provvedimenti adottati in materia dal Ministero stesso che ha affidato proprio all´Umbria il ruolo di coordinamento dei centri che in Italia operano nel campo del trattamento dei disturbi dell´alimentazione. Inoltre, il Centro Palazzo Francisci è stato individuato come sede del numero verde "Sos disturbi del comportamento alimentare 800180969", attivato su iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell´Istituto superiore di sanità per offrire sostegno psicologico, ascolto e orientamento, informazioni scientifiche e indicazioni sulle strutture sanitarie specializzate presenti sul territorio nazionale.  
   
   
LAZIO: NUOVI ISPETTORI PER CONTROLLARE LA REGOLARITÀ DELLE PRESTAZIONI NEGLI OSPEDALI  
 
Roma, 25 febbraio 2014 - Abbiamo creato una nuova squadra per controllare le attività ospedaliera e ambulatoriale. A trenta nuovi medici ispettori è stato affidato il compito diverificare la regolarità delle cartelle cliniche, riguardo ai ricoveri e alle prestazioni degli ospedali pubblici, privati e convenzionati e delle strutture specialistiche. Una decisione che dimostra il nostro impegno per aumentare i controlli e prevenire raggiri e truffe per ottenere rimborsi maggiorati, come avvenuto in passato. È il numero di controllori più alto che la nostra Regione abbia mai avuto. Questa nuova squadra di supervisori della sanità regionale deve controllare almeno il 12.5 % delle prestazioni erogate dalle singole strutture, in particolare presso gli ospedali accreditati, le case di cura, i policlinici universitari privati e gli istituti di ricovero. Significa esaminare da 100mila a 150mila cartelle cliniche di ricoveri visto che ogni anno dagli ospedali del Lazio viene dimesso circa un milione di pazienti. Nel caso in cui vengano riscontrate delle incongruenze, gli ispettori sono autorizzati ad ampliare i controlli.  
   
   
PUGLIA, ASSUNZIONI IN SANITÀ DOPO FINE PIANO DI RIENTRO: ECCO I CRITERI  
 
Bari, 25 febbraio 2014 - Una nota dell’assessore al Welfare, Elena Gentile, sulla questione delle assunzioni in sanità dopo la fine del piano di rientro: “Siamo alle solite – accusa l’assessore - ecco la cultura delle piccole patrie, dei fuochi d´artificio delle sagre di paese ed una campagna elettorale che nasce prematuramente. Il tutto offre spunti polemici senza senso. Spunti polemici che rischiano di minare un risultato straordinario ottenuto nell’arco di pochi mesi e che offre all´intero sistema sanitario pugliese la possibilità di consolidare quel percorso virtuoso che ci consentirà di uscire dall’angolo, da quell’angolo in cui scelte politiche esclusivamente improntate sulla austera lettura dei conti - queste sì penalizzanti per l´intero territorio regionale - ci hanno relegato negli ultimi anni”. “I consiglieri regionali chiamati per mandato popolare a svolgere un ruolo importante, al tempo stesso delicato, pur essendo legittimi portatori di interessi particolari del loro territorio di appartenenza non possono sfuggire dalla responsabilità propria del legislatore, che è quella di avere uno sguardo lungo e consapevole sull´intero territorio che sono stati chiamati a governare. “Con l´ultimo atto – spiega l’assessore - della Giunta regionale è stato dato il via libera ad una seconda tranche di assunzioni pari a 703 nuovi operatori sanitari che si aggiungono ai 445 previsti da un precedente atto dell´aprile ultimo scorso. Dunque in totale 1.148 nuovi operatori che andranno a ripopolare le corsie degli ospedali, i servizi di emergenza urgenza e i servizi territoriali”. “Aggiungo - continua l´assessore Gentile - che nel prossimo mese di maggio si aprirà un´ulteriore finestra che ci consentirà di assumere non meno di 800 ulteriori operatori. Le scelte proposte sono il risultato di una attentissima valutazione scevra da qualsiasi lettura parziale e campanilistica, incardinata su criteri e parametri assolutamente oggettivi finalizzata anche a colmare le insopportabili sperequazioni territoriali di cui sono stati vittime province come quella ionica, taglieggiata nel passato certamente non recente e a cui restituiamo dignità in uno alla opportunità di fronteggiare le emergenze epidemiologiche a tutti ovviamente note. La Asl salentina è in cima a tutte le Asl pugliesi per numero di operatori rapportati alla popolazione sia per i soli operatori della rete pubblica sia per il totale degli operatori se ricomprendiamo i numeri dell´Ente ecclesiastico “Panico” di Tricase. Ancora, Lecce batte tutte le Asl per costo del personale. Il territorio foggiano, registrando purtroppo un saldo negativo per la spesa del personale, ha tuttavia capitalizzato 77 assunzioni comprese le assunzioni assicurate nella prima tranche agli Ospedali Riuniti di Foggia. Anche per la Asl Bat il saldo negativo relativo al bilancio 2012 ha ridotto il numero di assunzioni che pure erano presenti nella prima delibera adottata pari a 21 unità. La Bat registra poi la seconda maggiore spesa per il personale dopo Lecce. E´ evidente che l´intero piano va sottoposto ad una più attenta riflessione per calibrare meglio su ciascun territorio le scelte compiute per aggiornarle alla domanda di servizi legittimamente posta, per eliminare ridondanze in alcuni casi presenti”. "Stiano sereni dunque i consiglieri regionali e le istituzioni territoriali - conclude la Gentile - lo sforzo sarà sempre più orientato alla salvaguardia dei livelli di assistenza per i cittadini attraverso un confronto mai formale e soprattutto fuori dal ring delle competizioni di paese”.  
   
   
CARCERINEL LAZIO: UN NUOVO PROGETTO PER CONOSCERE E MIGLIORARE LA SALUTE DEI DETENUTI  
 
Roma, 25 febbraio 2014 - Nelle 14 carceri del Lazio ci sono circa 7000 detenuti. Per conoscere meglio le loro condizioni di salute e per prevenire malattie e suicidi abbiamo iniziato un innovativo programma di analisi mediche. “Questo è un progetto di grande civiltà – ha spiegato il presidente Nicola Zingaretti – ed è importante per migliorare la sanità penitenziaria della nostra regione. Si tratta di una raccolta di dati strategica, basata su regole definite e che ci possono fornire un quadro clinico globale della popolazione carceraria. È il primo passo per garantire cure adeguate e ridurre la piaga dei suicidi”. Questa iniziativa rientra nel progetto del ministero della Salute per monitorare la salute dei detenuti in sei regioni italiane: Toscana, ente capofila, Umbria, Veneto, Liguria e l’Azienda unità sanitaria locale di Salerno. Alla fine di questo percorso la “Casa Circondariale di Rieti”, deve valutare i rischi di suicidio attraverso un preciso protocollo di intervento. “Lo scopo – ha aggiunto Zingaretti – è rilevare le patologie presenti e i farmaci utilizzati, cosi come i fattori di rischio, attraverso una scheda elettronica. Vogliamo migliorare il percorso sanitario, facilitare la trasmissione di informazioni cliniche da un istituto all´altro, e garantire un’assistenza continua anche a chi viene trasferito”. Il programma è stato definito e organizzato da un gruppo di lavoro composto da 18 medici che, entro il 3 giugno, trasmetterà per l’elaborazione tutti i dati raccolti alla Regione Toscana.  
   
   
SPECIALISTICA AMBULATORIALE, LA REGIONE PIEMONTE REPLICA ALLA NOTA DEL SUMAI ASSOPROF  
 
Torino, 25 febbraio 2014 - In merito al comunicato diffuso dalla segreteria regionale del Sumai Assoprof il 19 febbraio, la Direzione regionale Sanità precisa quanto segue: “Il Programma Operativo del Piano di rientro concordato con i competenti Ministeri prevede tra l’altro un insieme di manovre strutturali che, in continuità con quanto già intrapreso, mirano a consolidare il cambiamento del sistema sanitario regionale e a promuoverne lo sviluppo con interventi finalizzati al miglioramento della capacità di governo e controllo. In queste manovre rientrano la riorganizzazione della rete ospedaliera (anche in applicazione della legge della spendine review), quella dell’attività specialistica ambulatoriale, lo sviluppo ed il potenziamento dell’assistenza territoriale, attraverso l’incremento del numero di pazienti trattati in Assistenza Domiciliare Integrata (Adi), l’attivazione di una rete di strutture di continuità assistenziale a valenza sanitaria, derivante dagli interventi di razionalizzazione sulla rete ospedaliera nonché l’avvio della realizzazione dei Centri di Assistenza Primaria (Cap). E’ ovvio che una riorganizzazione come quella prevista dal Programma Operativo impone anche la revisione complessiva del rapporto con gli erogatori privati e una ridefinizione delle dotazioni organiche e delle risorse umane operanti in ciascuna azienda sanitaria regionale, in modo da renderle coerenti con il riordino della rete ospedaliera e con il “Piano di assistenza territoriale” . La riduzione del fabbisogno di ricoveri ospedalieri, sia nel pubblico che nel privato, ha permesso e permette di liberare risorse che possono essere dedicate all’assistenza specialistica ambulatoriale (che comprende tutte le prestazioni, finalizzate alla prevenzione, alla diagnosi, alla cura e alla riabilitazione, erogate dai medici specialisti che operano negli ambulatori e nei laboratori del Servizio sanitario nazionale: le visite, la diagnostica strumentale- Rx, Tac, Ecografia, Ecg-, le analisi di laboratorio, le prestazioni terapeutiche, inclusi alcuni interventi chirurgici, la riabilitazione e altro) sempre con oneri a carico del Servizio sanitario regionale. Questo trasferimento di attività dal ricovero all’ambulatoriale è stato fatto nel pubblico e nei contratti con gli erogatori privati. Inoltre, dal 2013 tutte le strutture pubbliche o private che operano con onere a carico del Ssr devono applicare il nuovo tariffario ministeriale che prevede una riduzione media del valore delle prestazioni di circa il 18% rendendo sempre più problematico l’equilibrio tra il valore di produzione e il costo dei medici specialisti convenzionati aderenti al sindacato Sumai Assoprof. La riduzione delle tariffe pagate dal Ssr ha indotto anche il privato ad abbassare il costo delle prestazioni ambulatoriali in regime privatistico allineandole, in molti casi, all’incirca alla quota di partecipazione (ticket) che i cittadini non esenti devono pagare. E’ ovvio che la riduzione delle tariffe delle prestazioni ambulatoriali (con conseguente riduzione del Fsn) e quindi, a quantità invariate, del valore della produzione deve indurre anche la pubblica amministrazione ad utilizzare al meglio le risorse disponibili e a privilegiare quelle che permettono maggior flessibilità. In quest’ottica, la programmata riduzione nel triennio del costo dei medici specialisti ambulatoriali convenzionati dell’8% è in linea con le previste riduzioni dei costi delle consulenze e degli altri contratti atipici e non comporta alcuna risoluzione anticipata dei contratti in essere, risultando del tutto congruente con gli obiettivi della spending review che prevedono una riduzione della spesa ad invarianza dei servizi erogati. Infine, è opportuno ricordare che in Piemonte il numero di prestazioni di specialistica ambulatoriale è percentualmente più elevato rispetto alla media delle altre regioni italiane.”  
   
   
PARTO INDOLORE GRATIS ANCHE IN PUGLIA  
 
Bari, 25 febbraio 2014 - L’assessore al Welfare, Elena Gentile, comunica che “la commissione nazionale Lea – Livelli essenziali di assistenza - ha finalmente consentito alla Puglia di entrare nell´elenco delle regioni italiane che garantiscono l´esigibilità del diritto di "non soffrire" durante il travaglio del parto. Fino ad oggi la “partoanalgesia”, non rientrando nei livelli essenziali di assistenza, veniva assicurata solo in pochi ospedali con i costi a carico delle donne. Un´altra battaglia di civiltà fortemente sostenuta dal governo regionale - conclude l´assessore Gentile - che ci consentirà anche di ridurre il ricorso al parto cesareo la cui percentuale, anche se in diminuzione, si mantiene al di sopra dei limiti previsti”.  
   
   
PUGLIA: ARRIVANO NUOVI ASSEGNI DI CURA PER NON AUTOSUFFICIENTI  
 
Bari, 25 febbraio 2014 - Da sarà attivo il nuovo assegno di cura rivolto alle persone non autosufficienti, completamente rinnovato. Nuove le modalità di presentazione delle domande, vincolanti i criteri di accesso al beneficio, semplificata la procedura di concessione. Il nuovo assegno di cura sostituisce e comprende sia il vecchio assegno di cura per persone non autosufficienti, sia l’Assistenza Indiretta Personalizzata che erano stati introdotti nel 2010. A deciderlo, le Linee guida redatte dall’assessorato regionale al Welfare a fine gennaio e rivolte ad Asl e comuni, gli indirizzi operativi per la corretta gestione e informazione del nuovo strumento a sostegno della domanda di cura. Fino al 2013, infatti, in Puglia esistevano tre strumenti differenti: gli assegni di cura per le persone con Sla, gli assegni di cura per non autosufficienti gravi e l’Assistenza indiretta personalizzata. Adesso le procedure vengono semplificate e gestite quasi totalmente dalle Asl. La prima novità è che esisterà un solo assegno di cura che farà sintesi di tutti gli strumenti precedenti ma sarà differenziato per tipologie di beneficiari. 1) Alle persone con Sla (sclerosi laterale amiotrofica) e Sma (atrofia muscolare spinale) e altre patologie rare vanno da un minimo di 500 euro mensili, sulla base di diagnosi certa, a 1000 euro per carichi assistenziali intermedi, ad un massimo di 1.100 euro al mese, nella fase di maggiore aggravamento della malattia e del carico assistenziale. In totale la Regione Puglia ha stanziato per il 2014 ulteriori 6 milioni di euro. E si stima che oltre ad assicurare la continuità agli Assegni di Cura per i 300 pazienti già presi in carico, nel corso del 2014 si potrà arrivare a circa 500 pazienti complessivi, considerando l’estensione alle altre patologie affini. 2) Anche per gli Assegni di cura per gravissimi non autosufficienti si registrano le maggiori novità. L’importo è unico, pari a 600 euro mensili e 7.200 euro annui: in totale per il biennio 2014-15 sono stanziati 36,8 milioni di euro. Si tratta di uno degli importi più elevati tra quelli assicurati dalle diverse regioni italiane. La stima dei possibili beneficiari è di circa 2550 pazienti non autosufficienti gravissimi, cui sarà assicurato il beneficio per almeno un biennio con la copertura finanziaria attuale. Sono state definite in modo puntuale le patologie gravemente invalidanti che danno diritto di accesso al beneficio economico: richiederanno l’Assegno di Cura i pazienti in stato vegetativo, coma vigile o stato di minima coscienza assistiti a domicilio, tutti i malati gravi dipendenti da alimentazione indotta e respirazione assistita in modo continuativo e coloro che sono affetti da patologie rare, gravemente invalidanti, neurodegenerative o cronico-degenerative non reversibili (come ad esempio Sindrome di Rett, Corea di Huntington, …) . L’assegno di cura sarà assegnato al nucleo familiare del paziente non autosufficiente esclusivamente nell’ambito di un Progetto Assistenziale Individualizzato (Pai) costruito in Unità di Valutazione Multidimensionale (Uvm), perché sia chiaro che l’assegno di cura non deve rappresentare la monetizzazione del diritto a cure domiciliari di qualità, ma la necessaria integrazione alla rete dei servizi assicurati da Asl e Comuni per sostenere il carico di cura di cui comunque si fa carico la famiglia. A partire dalle ore 12,00 di 24 febbraio è attiva la procedura telematica per la presentazione delle domande da parte delle famiglie interessate, e fino al 30 aprile la procedura sarà riservata esclusivamente ai pazienti affetti dalle patologie di cui sopra, individuate come prioritarie. La procedura è a sportello, cioè ciascuna Asl esaminerà le domande in ordine temporale di arrivo, e ammetterà a finanziamento, facendo decorrere il beneficio economico dalla data di presa in carico in Uvm. Solo in presenza di eventuali risorse residue, dopo la presa in carico di tutti i pazienti considerati prioritari perché più gravi, allora a partire dal 5 maggio si valuterà in ciascuna Asl la possibilità di aprire le domande anche ad altre gravi condizioni di non autosufficienza. Insomma tutto sembra pronto per: dematerializzare la procedura amministrativa, assicurare tempi brevi di risposta, concedere i benefici economici con la massima appropriatezza, abbattere il numero delle domande di ammissione facendolo coincidere con i beneficiari che è possibile prendere in carico data la copertura finanziaria. “Abbiamo definito in maniera puntuale i beneficiari, perché se purtroppo dobbiamo contare su risorse comunque limitate, è dovere dell’Amministrazione Pubblica non strumentalizzare la condizione di bisogno e non creare aspettative esagerate. - sottolinea l’assessore regionale al Welfare e alle politiche della Salute Elena Gentile - Quel che ci preme è supportare al massimo i progetti di presa in carico domiciliare per anziani e disabili non autosufficienti gravissimi, concedendo l’Assegno di Cura. Ma ci preme anche evidenziare che questo 2014 sarà anche l’anno in cui tutti i non autosufficienti potranno contare su una rete di servizi domiciliari più capillare e qualificata. La Puglia smette di essere fanalino di coda per il Lea dell’Assistenza Domiciliare Integrata (Adi)”. Per il 2013, infatti, l’indicatore atteso di copertura Adi per la Puglia passa dal 2,2% (2012) a un valore stimato di 2,8% (dati non ufficiali, in corso di validazione). Inoltre il 2014 è l’anno in cui troveranno attuazione i progetti finanziati dal Piano di Azione e Coesione per circa 79 Meuro per il potenziamento di Sad e Adi per gli Anziani. E la Regione licenzierà entro il mese di marzo le Linee Guida per le Cure Domiciliari Integrate che finalmente recepiscono anche per la Puglia gli indirizzi nazionali che risalgono ormai al 2006. Ulteriori novità anche sul versante degli investimenti: già selezionati e in corso di ammissione a finanziamento i progetti per il completamento dei 3 Centri per il Risveglio programmati in Puglia, a Triggiano (Ba), a Ceglie Messapica (Br) e a Canosa (Bt).  
   
   
FVG, SANITÀ PENITENZIARIA: ATTREZZATURE E LOCALI ACQUISITI DA AZIENDE  
 
Trieste, 25 febbraio 2014 - A seguito del passaggio delle funzioni in materia di sanità penitenziaria dallo Stato alla Regione, formalizzato con l´inizio del 2014, la Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, ha preso atto degli inventari di attrezzature, arredi, beni strumentali e locali fatti congiuntamente tra l´Amministrazione penitenziaria e le Aziende per i Servizi Sanitari del Friuli Venezia Giulia. Secondo quanto previsto dalla normativa nazionale, infatti, tutti i diversi beni entrano a far parte del patrimonio delle Aziende competenti per territorio, mentre i locali adibiti ad uso sanitario sono concessi in uso gratuito alle stesse Aziende, sulla base di apposite convenzioni.