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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 17 Aprile 2014 |
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IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA LE NUOVE DISPOSIZIONI PER LA RESTITUZIONE DEL PATRIMONIO NAZIONALE |
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Bruxelles, 17 aprile 2014 - Il Parlamento europeo ha votato ieri a favore di una nuova direttiva volta ad aiutare i paesi dell´Ue ad organizzare la restituzione dei beni culturali asportati illegalmente dal loro paese d´origine e che si trovano attualmente in un altro paese dell´Ue. La nuova legislazione intende assicurare il recupero da parte di uno Stato membro dell´Ue di tutti i beni culturali identificati quali "beni del patrimonio nazionale aventi un valore artistico, storico o archeologico" illegalmente asportati dal suo territorio a partire dal 1° gennaio 1993 compreso. La direttiva assicurerà una migliore protezione degli oggetti che fanno parte del patrimonio culturale degli Stati membri e contribuirà a prevenire e contrastare il traffico illecito di beni culturali. Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l´Industria e l´imprenditoria, ha commentato: "Il patrimonio culturale degli Stati membri è un bene prezioso che è parte delle ricche e variegate tradizioni culturali dell´Europa. La nuova direttiva sta ad indicare la determinazione del Parlamento europeo ad aiutare gli Stati membri a salvaguardare i loro tesori nazionali e noi siamo convinti che l´iniziativa riceverà anche il sostegno del Consiglio". La nuova direttiva copre diversi aspetti tra cui: estendere il campo di applicazione a tutti i beni culturali classificati quali "beni del patrimonio nazionale aventi un valore artistico, storico o archeologico". Con la direttiva 93/7/Cee soltanto un elenco di certe categorie del patrimonio nazionale o di oggetti appartenenti a collezioni pubbliche o a inventari di istituzioni ecclesiastiche si qualificava per la restituzione; usare uno strumento elettronico, il Sistema d´informazione del mercato interno (Imi), per agevolare la cooperazione amministrativa, la consultazione e lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali; prolungare il termine per avviare le procedure di restituzione da 1 a 3 anni; imporre l´onere della prova sul possessore se questi chiede un indennizzo per la perdita del bene culturale allorché lo restituisce al suo paese d´origine. Per ottenere un indennizzo il possessore deve comprovare che, all´atto dell´acquisto del bene, aveva esercitato la diligenza richiesta per accertarne l´origine. Inoltre, la nuova direttiva prevede criteri non esaustivi per agevolare un´interpretazione più uniforme dell´esercizio della diligenza richiesta da parte del possessore. I prossimi passi La proposta verrà ora sottoposta al Consiglio per approvazione finale. Una volta approvata dal Consiglio, i paesi dell´Ue saranno tenuti a recepire la direttiva nella legislazione nazionale entro 18 mesi dall´adozione della direttiva stessa. Contesto La direttiva 93/7/Cee del Consiglio si prefigge la restituzione dei beni culturali classificati quali "beni del patrimonio nazionale aventi un valore artistico, storico o archeologico " e che appartengono a una delle categorie di cui all´allegato della direttiva o costituiscono parte integrante di collezioni pubbliche o inventari di istituzioni ecclesiastiche, che siano usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro a decorrere dal 1° gennaio 1993 compreso. L´allegato della direttiva 93/7/Cee contiene un elenco delle diverse categorie di beni culturali che si qualificano per la restituzione, elencati in base all´epoca e ad un certo valore o a una soglia finanziaria (ad esempio oggetti archeologici vecchi di più di 100 anni, dipinti eseguiti a mano di più di 50 anni e con un valore di 150 000 Eur). La direttiva prevede meccanismi di cooperazione amministrativa e procedimenti di restituzione intentati contro il possessore ai fini della restituzione di un bene culturale classificato quale "patrimonio nazionale" allorché ha lasciato illecitamente il territorio di uno Stato membro e si trova sul territorio di un altro Stato membro. Alla luce delle relazioni nazionali presentate dagli Stati membri e delle valutazioni preparate dalla Commissione risulta che la direttiva 93/7/Cee è poco usata ed ha un effetto limitato. Pertanto la Commissione ha adottato, il 30 maggio 2013, una proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro [Com (2013) 311 final]. La proposta, che costituisce una rifusione della direttiva 93/7/Cee modificata dalle direttive 96/100/Ce e 2001/38/Ce, intende consentire agli Stati membri di assicurare il ritorno di qualsiasi bene culturale classificato quale patrimonio nazionale e che sia stato asportato illecitamente dal suo territorio. |
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PARLAMENTO EUROPEO: AIUTI UE PIÙ RAPIDI PER I PAESI COLPITI DA CALAMITÀ |
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Strasburgo, 17 aprile 2014 - Secondo le modifiche alla normativa approvata mercoledì, gli aiuti comunitari ai paesi Ue e a quelli candidati colpiti da inondazioni o da altre calamità naturali saranno inviati più celermente ed efficacemente grazie al Fondo di solidarietà dell´Unione europea (Fsue). Tali modifiche, già concordate con i ministri europei, comprendono l´estensione del termine per la richiesta di aiuti per calamità naturale da 10 a 12 settimane, il versamento di un anticipo pari al 10% degli aiuti e la semplificazione dei criteri di approvazione degli aiuti per i disastri meno gravi a livello regionale. "Il Fondo di solidarietà è uno degli esempi più visibili ed efficaci di solidarietà nell´Ue. Questa riforma renderà il Fondo uno strumento ancora più efficace. Si definisce in modo chiaro, con un unico criterio, quando una regione può ottenere il sostegno del Fondo. I nuovi anticipi possibili sono un altro successo molto importante per i negoziatori del Parlamento, perché in una catastrofe un supporto rapido è vitale, e siamo stati in grado di sbloccare la questione dopo difficili negoziati", ha dichiarato la relatrice Rosa Estaràs Ferragut (Ppe, Es). La sua relazione è stata approvata con 525 voti a favore, 12 contrari e 41 astensioni. La clausola che permetterà l´anticipo del 10% (per un importo massimo di 30 milioni di euro) dell´aiuto previsto è stata approvata grazie agli sforzi dei deputati e nonostante le obiezioni durante i negoziati con il Consiglio. Norme più chiare e più semplici per le catastrofi regionali. Il Fsue normalmente si concentra su catastrofi gravi, che hanno causato danni superiori ai 3 miliardi di euro a prezzi del 2011 o superiori allo 0,6% del reddito nazionale lordo del paese colpito. Tuttavia, il fondo potrà essere mobilitato anche per catastrofi regioni più limitate. Per questi casi, le nuove norme prevedono un singolo e semplice criterio di ammissibilità - una soglia di danno dell´1,5% del prodotto interno lordo della regione - cosi da facilitare il compito della Commissione europea nel valutare le applicazioni e velocizzare lo stanziamento degli aiuti. I deputati hanno anche fissato una soglia inferiore all´1% del Pil per le regioni ultraperiferiche dell´Ue, garantendo che il fondo potrà essere utilizzato anche per alcuni tipi di catastrofi, come la siccità, che si sviluppano su un arco di tempo più lungo prima che se ne risentano gli effetti disastrosi. Scadenze più lunghe e procedure più rapide - I deputati hanno ottenuto due settimane in più di tempo (12 invece di 10) per gli Stati colpiti da una calamità per presentare la domanda di aiuto. Hanno anche ottenuto più tempo per i governi per utilizzare il contributo del fondo: 18 mesi invece di un anno. I termini per le procedure amministrative sono stati ridotti, per cui la Commissione dovrà ora valutare entro 6 settimane dal ricevimento della domanda se siano soddisfatte le condizioni per la mobilitazione del Fondo di solidarietà e determinare la quantità di aiuto finanziario possibile. Informazioni di base- Il Fondo di solidarietà dell´Ue, con un bilancio massimo di 500 milioni di euro all´anno per il periodo 2014-2020, è stato istituito nel 2002 a seguito delle gravi inondazioni che hanno colpito l´Europa centrale nell´estate di quell´anno. Da allora, è stato mobilitato per 56 catastrofi, tra cui inondazioni, tempeste, incendi boschivi, terremoti e siccità . Finora 23 paesi hanno ricevuto aiuti dal fondo per un totale di quasi 3,6 miliardi di euro. Tuttavia, si riteneva che il fondo avrebbe dovuto essere rivisto per renderlo più efficace, più veloce e più visibile. Nel 2005, una prima proposta di riforma Fondo di solidarietà era stata accolta favorevolmente dal Parlamento, ma respinta dal Consiglio Ue. |
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PARLAMENTO EUROPEO: ANTI-DUMPING: MISURE PIÙ SEVERE CONTRO LE IMPORTAZIONI IRREGOLARI |
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Strasburgo, 17 aprile 2014 - Il Parlamento, mercoledì, confermando la sua posizione sugli strumenti di difesa commerciale, ha ribadito che l´Ue dovrebbe aumentare le tariffe dei dazi anti-dumping contro le importazioni oggetto di dumping o sovvenzioni da parte di paesi terzi e attivarsi maggiormente per aiutare le piccole imprese a usufruire delle misure comunitarie contro tali importazioni. I deputati chiedono anche tariffe più severe contro il dumping sociale e ambientale e contro quello provocato da sussidi all´esportazione di paesi terzi. "Abbiamo approvato oggi la nostra posizione sulla questione più controversa nell´ambito della politica commerciale europea. E´ stato deludente vedere le divisioni fra gli Stati membri che hanno impedito un´adozione finale nel corso della presente legislatura. Il Consiglio deve trovare una soluzione che garantisca la fiducia negli strumenti e sia adatta per il commercio internazionale in un´economia sempre più globalizzata ", ha detto relatore Christofer Fjellner (Ppe, Sv). Deputati hanno adottato la sua relazione per 535 voti a favore, 85 contrari e 24 astensioni. Le piccole imprese dovrebbero beneficiare degli strumenti di difesa commerciale dell´Ue. I deputati sottolineano che la complessità e le spese di avvio di inchieste antidumping e anti-sovvenzioni tendono a confinare tali prassi alle grandi aziende del settore. Le piccole e le medie imprese (Pmi), al contrario, sono svantaggiate nell´accesso agli strumenti di difesa commerciale dell´Ue. I deputati suggeriscono la creazione di un servizio di assistenza per le Pmi, per aiutarle a presentare reclami e fornire una guida nei processi investigativi. Il servizio di assistenza potrebbe anche aiutare i settori d´attività costituiti in gran parte da Pmi a raccogliere gli elementi iniziali di prova necessari per lancio di un´inchiesta antidumping. Per i settori costituiti in prevalenza da piccole e medie imprese, inoltre, dovrebbe essere possibile imporre dazi più elevati sulle importazioni di beni soggetti a dumping o a sovvenzioni. Indagini senza preavviso - I deputati non hanno sottoscritto la proposta in base alla quale gli importatori comunitari e gli esportatori di paesi terzi debbano ricevere un preavviso di due settimane prima dell´imposizione da parte dell´Ue di dazi provvisori antidumping. La Commissione aveva proposto questo preavviso per assicurare che le importazioni già spedite non fossero colpite, ma i deputati hanno ritenuto che ciò avrebbe potuto incoraggiare lo stoccaggio di merci soggette al dumping e politicizzare le relazioni commerciali. Prendere in considerazione il dumping sociale e ambientale. I deputati chiedono all´Ue di imporre dazi più severi sulle merci importate soggette al dumping o a sovvenzioni qualora il paese terzo esportatore "disponga di un livello insufficiente di norme sociali e ambientali", giudicato sulla base delle convenzioni sui diritti ambientali e del lavoro. Allo stesso modo, l´Ue dovrebbe imporre dazi più moderati (applicando la "regola del dazio inferiore") quando le importazioni soggette a sovvenzioni provengono da un paese meno sviluppato, che intenda perseguire i suoi "legittimi obiettivi di sviluppo". Contesto: riforma delle difese del commercio - L´attuale legge di difesa commerciale dell´Unione europea risale al 1995. Da allora, le relazioni commerciali dell´Ue con i paesi terzi si sono modificate in modo sostanziale e la catena è diventata maggiormente globalizzata. La proposta di revisione mira a rendere il diritto di difesa commerciale dell´Ue più efficacie, adeguandolo alle sfide odierne commerciali e aumentandone anche la trasparenza e la prevedibilità. La maggior parte dei casi di dazi antidumping e antisovvenzioni avviate dall´Ue sono rivolti contro la Cina. Prossime tappe - Poiché il Consiglio non ha ancora presentato la posizione congiunta degli Stati membri sul piano di aggiornamento degli strumenti di difesa commerciale, il Parlamento europeo ha votato per confermare la sua posizione in prima lettura. Il compito di raggiungere un accordo sulla forma finale delle nuove norme spetterà ai nuovi deputati. |
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IMMIGRATI: IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA NUOVE REGOLE PER SCONGIURARE LE MORTI IN MARE |
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Strasburgo, 17 aprile 2014 - Il Parlamento ha approvato mercoledì nuove regole per la ricerca e il salvataggio di migranti per definire come le guardie di frontiera in servizio per le operazioni marittime di Frontex dovranno trattare i migranti. Le nuove regole, già informalmente concordate dai negoziatori del Parlamento e del Consiglio, dovrebbero entrare in vigore prima dell´estate. "Queste nuove regole permetteranno Frontex di reagire in maniera più efficace per prevenire le morti in mare, conciliando così la necessità di garantire la sicurezza con il dovere di proteggere i diritti umani", ha affermato il relatore Carlos Coelho (Ppe, Pt). Norme obbligatorie per ricerca e salvataggio. Il regolamento definisce le "fasi di emergenza" per le operazioni di ricerca e salvataggio e impone alle unità partecipanti alle operazioni Frontex l´impegno di salvare vite umane. Le norme in materia di operazioni di ricerca e soccorso e lo sbarco dei migranti riguarderanno solo le operazioni coordinate da Frontex. Ciò dovrebbe contribuire a dissipare la confusione creata negli Stati membri da diverse interpretazioni del diritto e delle prassi internazionali. Identificazione dei migranti intercettati. Il "piano operativo" che disciplina le operazioni di sorveglianza alle frontiere coordinate da Frontex deve pertanto comprendere le procedure per garantire che le persone bisognose di protezione internazionale, le vittime della tratta di esseri umani, i minori non accompagnati e altre persone bisognose siano identificati e ricevano un´assistenza adeguata. Eventuali misure coercitive potranno essere adottate solo dopo l´identificazione dei migranti (le norme d´identificazione sono obbligatorie, mentre quelle di esecuzione sono facoltative). Diritti fondamentali e principio di non respingimento. I deputati hanno inasprito le regole per garantire il rispetto del principio di "non respingimento", in base al quale le persone non possono essere rimpatriate in Paesi ove sussiste il rischio di persecuzioni, torture o altri danni gravi. Le guardie di frontiera che intendono intercettare o soccorrere persone in un paese terzo dovranno seguire determinate procedure (ad esempio, l´identificazione, la valutazione personale, le informazioni sul luogo dello sbarco, ecc.). No ai respingimenti in mare o alla punizione di soccorritori- Le operazioni di respingimento in alto mare saranno vietate. Le guardie di frontiera potranno solamente "avvertire il natante e ordinargli di non entrare nelle acque territoriali di uno Stato membro". I deputati hanno inoltre inserito un considerando che recita: "Il comandante e l´equipaggio non dovrebbero essere passibili di sanzioni penali per il solo motivo di aver soccorso persone in pericolo in mare e averle portate in un luogo sicuro". Prossime tappe - Il progetto di regolamento, approvata dal Parlamento con 528 voti a favore, 46 contrari e 88 astensioni, deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio dei ministri dell´Ue. Esso entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea e sarà direttamente applicabile negli Stati membri. |
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PARLAMENTO EUROPEO: MIGLIORARE LA PROTEZIONE DEI LAVORATORI DISLOCATI ALL’ESTERO |
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Strasburgo, 17 aprile 2014 - I lavoratori dislocati temporaneamente all´estero otterranno maggiore protezione grazie a un progetto di legge, già concordato col Consiglio e approvato mercoledì. I negoziatori del Pe hanno rafforzato la proposta iniziale chiarendo le norme per le imprese, distinguendo fra dislocazioni vere e tentativi di aggirare la legge e dando agli Stati una certa flessibilità nelle esecuzioni delle ispezioni. Appaltatori e subappaltatori edili saranno responsabili per le violazioni del diritto del lavoro. "Il testo finale rappresenta un equilibrio tra la libertà di prestazione di servizi e la tutela dei lavoratori distaccati. Si è incrementata la certezza del diritto e ciò migliorerà la situazione dei lavoratori distaccati che sono più di un milione in Europa", ha dichiarato la relatrice Danuta Jazłowiecka (Ppe, Pl). "Questa direttiva è un passo in avanti verso una migliore tutela dei lavoratori distaccati. Incrementa la cooperazione tra gli Stati membri e combatte gli abusi come il falso lavoro autonomo e le imprese fittizie", ha dichiarato il presidente della commissione per gli affari sociali, Pervenche Berès (S&d, Fr ). Le nuove norme mirano a migliorare l´applicazione della direttiva del 1996 sulle condizioni di lavoro dei lavoratori dislocati da un paese dell´Ue all´altro per fornire servizi per un periodo limitato, così da evitare abusi. Identificazione di un vero dislocamento e prevenzione degli abusi - Per facilitare il rispetto delle norme, il Parlamento ha inserito un elenco non esaustivo di criteri per aiutare gli Stati membri a valutare se un dislocamento è autentico o è solo un tentativo di aggirare la legge, ad esempio attraverso società fittizie stabilite nei paesi che richiedono un basso livello di protezione sociale rispetto a altri paesi. Il Parlamento ha anche introdotto una definizione di "falso lavoro autonomo", un tipo di abuso che sfrutta il fatto che molte norme sulle condizioni di lavoro, che devono essere garantite ai sensi della direttiva, non sono applicate sistematicamente ai lavoratori autonomi. Intensificare i controlli - Per garantire che la direttiva del 1996 sia correttamente applicata, l’accordo comprende un elenco di misure nazionali di controllo, alle quali ne posso essere aggiunte altre se i paesi ospitanti desiderano farlo. Come proposto dal Parlamento, gli Stati membri dovranno comunicare le nuove misure di controllo alla Commissione, ma senza che ciò costituisca un obbligo di ricevere autorizzazione preventiva, così da consentire ai governi nazionali una certa flessibilità nell’eseguire le verifiche. Responsabilità congiunta - Nel caso in cui si tratti di un lavoro in appalto, sia l’appaltatore principale sia il subappaltatore diretto saranno ritenuti, congiuntamente, responsabili per qualsiasi mancato pagamento dei lavoratori dislocati. Per il settore edile, uno dei più colpiti da abusi, queste misure sono obbligatorie. Gli Stati membri possono anche introdurre disposizioni più severe e includere altri settori. Maggiori informazioni - La direttiva migliora anche l’accesso alle informazioni, sia per le imprese sia per i lavoratori dislocati. Il Parlamento ha inserito clausole per garantire che tali informazioni siano trasmesse in modo chiaro e che siano fornite gratuitamente, in un formato accessibile su un unico sito ufficiale, in varie lingue, tenendo conto della domanda del mercato del lavoro dello Stato membro ospitante. Le informazioni sul sito web descriveranno il lavoro e le condizioni sociali applicabili ai lavoratori dislocati e anche le procedure per effettuare denunce. Prossime tappe - L´accordo deve ora essere approvato formalmente dal Consiglio dei ministri. |
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IL PARLAMENTO EUROPEA CHIEDE ETICHETTE "MADE IN" OBBLIGATORIE PER RAFFORZARE LA SICUREZZA DEI PRODOTTI |
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Strasburgo, 17 aprile 2014 - Le etichette "Made in" dovrebbero essere obbligatorie per i prodotti non alimentari venduti nel mercato comunitario, secondo le norme approvate dal Parlamento martedì che hanno come obiettivo una maggiore protezione dei consumatori attraverso il rafforzamento della sorveglianza e dei criteri di sicurezza dei prodotti. I deputati hanno inoltre chiesto pene più severe per le imprese che non rispettano le norme di sicurezza e vendono prodotti potenzialmente pericolosi. I deputati hanno sostenuto la proposta della Commissione di rendere obbligatorio il marchio del paese d´origine, sostituendo così l´attuale sistema volontario, affermando che le etichette "Made in" permetterebbero di migliorare la tracciabilità delle merci e di rafforzare la tutela dei consumatori. A oggi, circa il 10% dei beni presi in esame dal sistema di allarme Rapex dell´Ue non è riconducibile al produttore. "Questo è un grande passo in avanti per la trasparenza della catena di fornitura di un prodotto, e questo è un bene per i consumatori", ha affermato la relatrice sulla sicurezza dei prodotti Christel Schaldemose (S&d, Dk), che ha anche criticato con forza il fatto che gli Stati membri non siano stati in grado di concordare una posizione comune sulla questione, bloccando cosi i negoziati sul regolamento nel suo complesso, a scapito della sicurezza dei consumatori in Europa. La sua relazione è stata adottata con 485 voti a favore, 130 contrari e 27 astensioni. Indicare il paese d´origine. Per i deputati, l´etichetta "Made in" dovrebbe essere obbligatoriamente utilizzata per tutti i prodotti venduti nell´Ue, con alcune eccezioni come il cibo e i medicinali. Secondo la proposta approvata, i produttori Ue potrebbero scegliere se mettere sull´etichetta la dicitura "Made in Eu" oppure il nome del loro paese. Per le merci prodotte in luoghi diversi, il "paese di origine" sarebbe quello in cui il bene ha subito "l´ultima trasformazione o lavorazione sostanziale, economicamente giustificata", che si sia conclusa con la "fabbricazione di un prodotto nuovo o abbia rappresentato una fase importante del processo di fabbricazione" (come definito nel codice doganale Ue). Pene più severe per le imprese fraudolente. Per garantire che il crimine non paghi, i deputati chiedono che le sanzioni per le imprese che violano tali regole siano "proporzionate e dissuasive" e che tengano conto della gravità, della durata e del carattere intenzionale o ricorrente della violazione, nonché della dimensione della società. I deputati propongono che la Commissione elabori una lista nera a livello Ue delle imprese che hanno violato intenzionalmente e ripetutamente le norme di sicurezza dei prodotti. Suggeriscono, inoltre, la creazione di una banca dati paneuropea delle lesioni legate a un prodotto difettoso o pericoloso. "Questa legislazione è un passo importante verso una più forte e coordinata sorveglianza pan-europea basata sul rischio. Una migliore sorveglianza significa prodotti più sicuri per i cittadini europei", ha affermato la relatrice sul regolamento sorveglianza del mercato Sirpa Pietikäinen (Ppe, Fi). La sua relazione è stata adottata con 573 voti a favore, 18 contrari e 52 astensoni. Le prossime tappe - Il Parlamento ha votato i testi in prima lettura al fine di garantire che il lavoro svolto nel corso di questo mandato possa essere ripreso dal nuovo Parlamento e utilizzato come base per ulteriori negoziati con gli Stati membri. Procedura: codecisione (procedura legislativa ordinaria), prima lettura. |
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CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME: ACCOLTE LE RICHIESTE DELLA REGIONE SARDEGNA TESTATA PALAZZO DELLA REGIONE |
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Cagliari, 17 Aprile 2014 - Tutte le correzioni e integrazioni richieste dalla Regione Sardegna sono state accolte. È questo il risultato ottenuto ieri a Roma al tavolo della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per quanto riguarda l´Allegato Xi "Infrastrutture" del Documento di Economia e Finanza (Def) approvato dal Consiglio dei Ministri. Le richieste della Regione Sardegna, che una settimana fa si era opposta all´approvazione del documento chiedendone il rinvio per apportare le dovute modifiche, sono valide anche per l´Allegato Xii, in approvazione entro giugno e base della programmazione 2014 - 2020. La riunione di oggi, in cui la Regione Sardegna è stata rappresentata dall´Assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda, è stata preceduta da un colloquio telefonico tra Francesco Pigliaru e il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, in cui il Presidente della Regione ha esposto la situazione al rappresentante del Governo, illustrando le posizioni della Sardegna e ottenendo risposta positiva alle richieste. La versione dell´Allegato Xi che era arrivata una settimana fa al voto della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, conteneva numerosi errori relativi all´Isola, lasciando fuori infrastrutture stradali e legate al sistema dei trasporti, tra cui quelle danneggiate dall´alluvione che necessitano di ripristino. Con le modifiche apportate l´Allegato è stato aggiornato con gli inserimenti richiesti dalla Sardegna, e che ora possono essere oggetto di finanziamento. Da molti anni non accadeva che una Regione riuscisse a intervenire sull’Allegato Xi "Infrastrutture" ; la competizione per i finanziamenti può ora avvenire su un perimetro di bisogni infrastrutturali adeguato alla realtà appunto dei bisogni e degli atti di programmazione. |
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FUNZIONARI RETROCESSI, VENDOLA: FINALMENTE CONCLUSA VICENDA DOLOROSA |
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Bari, 17 aprile 2014 - “E’ la fine di un incubo durato molti anni. Oggi finalmente il Consiglio di Stato ha messo una pietra tombale sulla vicenda delle retrocessioni”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha commentato la vittoria della Regione Puglia al Consiglio di Stato. Con varie sentenze infatti, depositate in data odierna e a conclusione di processi durati molti anni, il Consiglio di Stato ha dato pienamente ragione alla Regione Puglia e ha respinto le azioni proposte per provocare la retrocessione di circa 600 dipendenti regionali e l´annullamento di sessanta assunzioni effettuate nel 2009. “Dopo quindici anni quindi - ha continuato Vendola - si conclude nel migliore dei modi una vicenda dolorosa iniziata anni fa con le progressioni verticali ritenute illegittime dalla Corte Costituzionale. L´esito favorevole è stato conseguito anche, ma non solo, alla luce del concorso pubblico per 200 posti di funzionario di categoria D, recentemente avviato. Le decisioni del Consiglio di Stato, nel sottolineare la piena legittimità dell´operato della mia Amministrazione, mettono fine ad uno stato logorante di incertezza che si è protratto per lunghi anni, creando grandi disagi ai dipendenti interessati ed alla stessa amministrazione regionale, che solo oggi può finalmente confidare sulla stabilità del proprio apparato organizzativo”. Il Presidente Vendola, nell’esprimere grande soddisfazione, ha sottolineato come questo sia il risultato di una grande lavoro di squadra che ha visto la convergenza sia della parte politica, con il coinvolgimento dell’intero Consiglio regionale, della deputazione pugliese e della Giunta regionale, sia della parte sindacale che di quella tecnico amministrativa con il coinvolgimento di stimati professionisti sia interni che esterni alla Amministrazione. |
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FONDI UE 2014 - 2020 E PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO, OGGI CONVEGNO A SESTRI LEVANTE |
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Sestri Levante, 17 aprile 2014 - “La Liguria nel sistema Europa: opportunità di sviluppo territoriale e di rilancio dell’economia” è il tema del convegno nazionale su competitività e innovazione e fondi europei Por - Fesr Liguria 2014 - 2020, in programma domani, giovedì 17 aprile, dalle 9.30 alle 17.30, nell’ex Convento dell’Annunziata, nella Baia di Portobello, a Sestri Levante. Al centro dei lavori i nuovi fondi Ue, la progettazione e la pianificazione del territorio e la riqualificazione urbana. Interverranno, fra gli altri, il direttore centrale infrastrutture Enac Roberto Vergari, il presidente di Filse Spa Piero Biglia Di Saronno, il vicepresidente di Banca Carige Giovanni Castellaneta, il presidente di Confindustria Genova Giuseppe Zampini. Previsti anche interventi del presidente Sace Giovanni Castellaneta, di Marinella Loddo (Ice), di Carlo Magrassi (Ministero della Difesa), del presidente Fondazione Economia Tor Vergata Luigi Paganetto e per la presidenza del Consiglio dei Ministri Giovanni Vetritto. La Regione Liguria sarà presente con gli assessori Renzo Guccinelli (Sviluppo Economico), Gabriele Cascino (Urbanistica e Pianificazione Territoriale) e Pippo Rossetti (Finanze, Formazione, Istruzione). |
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MONTE PORA (BG), REGIONE DISPONIBILE AD ACCORDO DI PROGRAMMA |
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Milano, 17 aprile 2014 - "Regione Lombardia esprime apprezzamento per il fatto che tutte le indicazioni e i suggerimenti emersi negli incontri propedeutici alla promozione dell´Accordo di programma Monte Pora, tra il sottosegretario ai Rapporti Istituzioni regionali, Attuazione del Programma, Politiche per la Montagna e Programmazione negoziata di Regione Lombardia, l´assessore regionale all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile e un consigliere regionale di maggioranza, con il presidente della Provincia di Bergamo, i rappresentanti istituzionali del territorio e gli operatori privati, siano stati seguiti e attuati per iniziare il percorso". Lo precisa una nota di Regione Lombardia, in merito a un articolo apparso sulla stampa bergamasca relativo alla richiesta avanzata dalle Istituzioni del comprensorio sciistico del Monte Pora di inserire nel Piano territoriale regionale il Piano territoriale dello stesso comprensorio. In Attesa Di Progetto Dettagliato - "Come più volte sottolineato dal presidente - prosegue la nota -, Regione Lombardia darà tutto il sostegno possibile per garantire un progetto all´altezza delle aspettative del territorio nel rispetto dell´ambiente. "Naturalmente - si precisa nel testo - si è in attesa di prendere visione del progetto nei dettagli, ai fini di una sua valutazione, per arrivare alla promozione di un Accordo di programma che sarà coordinato dalla Regione e permetterà di accompagnare, nel rispetto della normativa, la predisposizione della documentazione necessaria, affinché possano essere ottenute le necessarie autorizzazioni". Massimo Sostegno - "In un momento come quello attuale - prosegue la nota - i privati che intendono investire sul territorio per creare occupazione e turismo, peraltro in settori così strategici, devono essere sostenuti. Regione Lombardia farà la sua parte". "La strada è stata tracciata - conclude la nota -, ora tutti insieme lavoreremo per portare a termine il percorso scelto". |
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AREE SVANTAGGIATE: IL FVG PENALIZZATO DA NORME TROPPO RIGIDE |
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Udine, 17 aprile 2014 - merito all´interrogazione sul riparto della popolazione per l´individuazione delle aree ammesse a beneficiare di Aiuti di Stato a finalità regionale, presentata dal vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Rodolfo Ziberna, l´assessore regionale alle Finanze Francesco Peroni sottolinea oggi che, rispetto al precedente periodo 2007-2013, il quadro normativo di riferimento e le condizioni di accesso al regime di deroga sono profondamente cambiati. Più precisamente, le regole stabilite per il periodo 2014-2020 dalla Commissione europea per la definizione delle cosiddette "aree 107.3 c" nella Carta italiana degli Aiuti di Stato a finalità regionale, hanno privilegiato le province del Centro Nord che risultavano in possesso di Pil e disoccupazione rispettivamente inferiore e superiore alla soglia di svantaggio stabilita a livello europeo. In sostanza, il Ministero ha allocato "di diritto" il 90 per cento della popolazione italiana "107.3 c" alle province in possesso dei suddetti requisiti negativi mentre il restante 10 per cento è stato messo a disposizione delle 47 province che, non possedendo tali requisiti, non risultavano "in sofferenza". Poiché le province del Friuli Venezia Giulia rientravano in quest´ultima categoria, il risultato di 108.000 abitanti si rivela particolarmente significativo ove solo si consideri che il 10 per cento della popolazione italiana equivale a 304.232 abitanti. Dunque, nonostante i destinatari potenziali fossero ben 47 province, il risultato del negoziato condotto dall´Amministrazione regionale ha consentito alle province del Friuli Venezia Giulia di assicurarsi benefici pari addirittura a un terzo di quelli complessivamente disponibili per le aree non in sofferenza. La differenza segnalata nell´interrogazione rispetto al dato 2007-2013 dipende pertanto da due ragioni molto precise. Anzitutto che il Friuli Venezia Giulia, non integrando i requisiti di Pil e disoccupazione in sofferenza, è stato automaticamente escluso dalla possibilità di beneficiare della quota principale pari al 90 per cento della popolazione. In secondo luogo, mentre nel periodo 2007-2013 le province di Udine, Gorizia e Trieste erano considerate "automaticamente svantaggiate" per il solo fatto di condividere il confine con la Slovenia, allora interamente "area 107.3 a", oggi questo criterio non risulta più applicabile, dato che la fascia confinaria slovena è considerata "area 107.3 c", determinando così la perdita di status di aree svantaggiate di confine anche per le tre province della regione. Le obiezioni mosse dal consigliere regionale, osserva l´assessore alle Finanze, sono frutto di un grave travisamento dei fatti. Infatti, per effetto delle nuove regole stabilite dalla Commissione europea, la Regione si è trovata del tutto priva di quei requisiti che, nel precedente periodo 2007-2013, le erano valsi una ben più sensibile assegnazione di quote passibili di deroga. Va infine ricordato che il risultato ottenuto dalla Giunta regionale va molto al di là delle aspettative che le nuove regole europee avrebbero ragionevolmente consentito di coltivare. |
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OLTRE 100 PARTECIPANTI AL SEMINARIO IMOLESE SULLA LEGGE ISTITUTIVA DELLE CITTA’ METROPOLITANE |
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Bologna, 17 aprile 2014 - Oltre 100 tra sindaci, assessori, consiglieri comunali e alcuni rappresentanti di associazioni di categoria e sindacati hanno partecipato ieri al Seminario di approfondimento sulla legge 56 del 2014 (“Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni”) in programma a Imola. L’iniziativa è stata promossa dal sindaco di Bologna, Virginio Merola e dal sindaco di Imola e presidente di Anci Emilia-romagna, Daniele Manca, con la collaborazione della stessa Anci regionale. La relazione tecnica sulla legge è stata tenuta dal professor Luciano Vandelli, docente di Diritto Amministrativo dell’Università di Bologna. «La città metropolitana è una nuova opportunità per gli enti locali – ha detto Manca nell’introduzione -. Siamo di fronte ad un cambiamento strutturale dell’articolazione dello Stato, quindi a qualcosa di ben diverso rispetto all’idea di città metropolitana di 20 anni fa. L’obiettivo dell’intera riforma, che tocca anche il superamento del bicameralismo, è quello di semplificare, di ridurre i livelli di governo e di evitare conflittualità e duplicazioni di competenze, per recuperare competitività e far sì che la Pubblica Amministrazione non sia più un freno, ma un partner per lo sviluppo». Le conclusioni, dopo il dibattito, sono state tenute dal sindaco Merola, che al termine ha dichiarato: «Questa mattina abbiamo fatto una prima discussione di approfondimento della legge sulle Città metropolitane. Uno dei primi temi da affrontare sarà l´elezione della Conferenza che dovrà elaborare la proposta di Statuto della Città metropolitana. Dovremo farlo in modo condiviso, per questo motivo convocherò un´assemblea dei Sindaci per attivare fin da subito un gruppo di lavoro tecnico per istruire i contenuti dello Statuto ed affrontare i problemi emersi relativi alle funzioni e alle attribuzioni della nuova istituzione. Quella di stamattina è stata dunque una discussione positiva, di approfondimento. Abbiamo la volontà di rispettare i tempi del percorso che prevede la legge, affinché il primo gennaio 2015 entri in vigore la Città metropolitana. Ce la metteremo tutta». |
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GIOVANI: IMPEGNO E SOLIDARIETÀ IN PROVINCIA I RAGAZZI SELEZIONATI PER IL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE E REGIONALE, PER I TIROCINI ALL’ESTERO DEL PROGETTO LEONARDO “MECH YOUR MOVE 2!”, E DI “VECCHI MESTIERI PER GIOVANI IMPRESE” |
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Parma, 17 aprile 2014 – Impegno e solidarietà. Due parole chiave per i giovani arrivati oggi in Provincia, accolti dall’assessore alle Politiche sociali Marcella Saccani: i ragazzi selezionati per diversi “progetti giovani” in corso, ai quali l’assessore Saccani ha dato il benvenuto e ha augurato “buona esperienza”. Francesco, Beatrice, Francesca, Flavia, Franck, Eugeniu, Valentina, Giovanni, Davide, Fulvio, Pietro, Mattia, Michele, Simone: chi ha appena iniziato il servizio civile nazionale o regionale, chi sta per partire per i tirocini all’estero (Irlanda e Portogallo) del Progetto Leonardo “Mech Your Move 2!”, chi ha sta avviando un’attività nell’ambito del progetto “Vecchi mestieri per giovani imprese”, nato per dare una mano ai giovani e nello stesso tempo per salvare mestieri che altrimenti rischiano di scomparire. “Vorrei consegnarvi la nostra soddisfazione, il nostro compiacimento, perché pur nella differenza delle cose che fate – ha detto l’assessore Marcella Saccani ai ragazzi - il segnale che parte da tutti voi è lo stesso: l’idea di una società che non deve sedersi, né piangersi addosso, ma che è in movimento, verso la conoscenza, l’informazione, la formazione, la crescita. Credo che sia giusto che da iniziative come questa emerga l’immagine di giovani che hanno voglia di partecipare e d’impegnarsi, e di cogliere opportunità significative”. Servizio civile nazionaleAl servizio civile, istituito dallo Stato italiano per favorire la realizzazione del principio costituzionale di solidarietà sociale, possono partecipare tutti i ragazzi e le ragazze che abbiano già compiuto 18 anni e non ancora i 29, i quali vogliano dedicare un anno della propria vita a favore di un progetto solidaristico in attività sociali, educative, culturali o ambientali. Viene richiesto loro un impegno di circa 30 ore la settimana, il rispetto delle regole e dei rapporti enti-volontario, e a fronte dell’impegno è riconosciuto un contributo mensile pari a € 433,80. Il servizio civile si può svolgere anche all´estero in progetti di cooperazione internazionale.La Provincia di Parma ha selezionato 4 giovani: Francesco Saverio Mascolo, Francesca Zoni, Beatrice Foglia e Flavia Marceddu (erano state presentate 20 domande) per svolgere il progetto Soci@lmente nell’ambito delle attività dell’Assessorato alle Politiche Sociali.i quattro giovani hanno iniziato il servizio il 3 febbraio 2014, sino ad oggi hanno dato il loro contributo alla realizzazione delle attività formative rivolte ai docenti nell’ambito del progetto Educ, hanno partecipato ai corsi di informatica per anziani, hanno collaborato alla realizzazione della sesta edizione della Settimana del Migrante e hanno supportato l’attività dello Sportello Azione 18/28. Servizio civile regionaleLa Regione Emilia Romagna, grazie alla Legge Regionale n.20 del 20 ottobre 2003, ha aperto la possibilità di servizio civile anche ai migranti, con un’età compresa tra i 18 e i 28 anni. Con il Servizio civile per stranieri la Regione, ribadendo che “il Servizio civile non può e non deve sostituire posti di lavoro” afferma che “l’esperienza deve costituire occasione di valorizzazione e d’integrazione, in primis, per le persone più fragili che vi partecipano e che ne diventano protagonisti”.La Provincia di Parma ha selezionato 2 giovani: Franck Wilfried Same Mboke e Eugeniu Cocoli (erano state presentate 17 domande) per svolgere il progetto Ambientarsi nell’ambito delle attività dell’Assessorato all’Ambiente.i due giovani hanno preso servizio il 3 marzo 2014, saranno in servizio per 10 mesi, e sino ad ora hanno collaborato alla realizzazione di varie iniziative di educazione ambientale rivolte agli studenti degli Istituti Scolastici di Parma e della provincia. Progetto Leonardo “Mech Your Move 2!”Il progetto Leonardo mette a disposizione 90 borse di studio per giovani tra i 18 e 32 anni residenti in Emilia-romagna. Il progetto, promosso dalla Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con le Province di Parma, Modena, Bologna, Piacenza e Ravenna, offre l’opportunità di svolgere un tirocinio all’estero di 14 settimane, di cui 2 di formazione linguistica, in Irlanda, Germania, Spagna, Francia, Portogallo, Malta e Lituania.differenti i settori professionali per i quali è possibile candidarsi: meccanica e meccatronica, elettronica ed elettrotecnica, automazione e robotica, pianificazione e progettazione, gestione e amministrazione aziendale, comunicazione e marketing, energia, ambiente e territorio, ricerca e sviluppo.Le partenze dei primi 50 ragazzi selezionati sono previste per Aprile 2014.Sono stati selezionati 6 giovani di Parma, di cui 4 andranno in Irlanda, a Cork (Valentina Ambrogi, Giovanni Iotti, Davide Dall’aglio, Fulvio Percudani) e 2 in Portogallo, a Lisbona (Pietro Galvani e Mattia Lusignani). Sono stati complessivamente 31 i giovani di Parma che hanno presentato domanda per il progetto Leonardo.il secondo bando, che mette a disposizione altre 40 borse di studio, verrà aperto il 12 maggio 2014 (info su http://mechyourmove.Wordpresscom) Vecchi mestieri per giovani imprese“Vecchi mestieri per giovani imprese” vuole essere un sostegno alla voglia di fare e alla propositività dei giovani: un progetto di accompagnamento e tutoraggio per chi abbia in testa idee imprenditoriali da spendere. Un modo per aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro e per valorizzarne la creatività e la spinta innovativa: il tutto puntando però sui vecchi mestieri, cioè su idee d’impresa che possono andare a “salvare” lavori che altrimenti rischiano di scomparire.Il progetto è realizzato nell’ambito di “Azione Provincegiovani”, promosso dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Unione Province d’Italia, ed è firmato dalle Province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, in partnership con gli enti di formazione Ecipar e Formart.le Province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia hanno pubblicato un bando con l’obiettivo di arrivare alla selezione di un massimo di 36 idee imprenditoriali, i cui proponenti seguiranno un percorso di formazione e un’attività di accompagnamento per l’avviamento della start up (avvio d’impresa). Le domande sono state presentate entro il 28 febbraio 2013.La Provincia di Parma ha dato avvio a due progetti: “L’arte del rivivere ha buone mani”, dedicato all’arte della tappezzeria (di Michele Bertolassi), e “Officina arch and craft” laboratorio di design per la creazione di oggetti innovativi (di Simone Bettosi).il bando era riservato ai giovani tra i 25 e i 30 anni, disoccupati o inoccupati (compresi i disoccupati precari e i disoccupati in sospensione di anzianità) e/o privi di lavoro, intenzionati ad avviare un’attività imprenditoriale nelle province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza e domiciliati in uno dei tre territori. |
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LAVORO: FVG, ESCLUDERE "GARANZIA GIOVANI" DA PATTO STABILITÀ |
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Trieste, 17 aprile 2014 - Il Friuli Venezia Giulia chiede che la quota di cofinanziamento nazionale del progetto comunitario "Garanzia Giovani" sia esclusa dal Patto di stabilità regionale. La richiesta è stata avanzata ieri a Roma, in occasione di un confronto tecnico con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che si è svolto nel corso della riunione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, presente la presidente Debora Serracchiani. Le azioni previste dal progetto "Garanzia Giovani" sono infatti gestite direttamente dalle singole Regioni, con il Friuli Venezia Giulia che ha ottenuto il ruolo di apripista. Come è emerso oggi in occasione della Conferenza, l´attuazione di "Garanzia Giovani" avrebbe infatti un impatto significativo sul Patto di stabilità regionale. Le Regioni e le Autonomie locali hanno anche chiesto al Governo di essere coinvolte nel coordinamento e nella gestione dell´emergenza immigrati delle ultime settimane, anche attraverso lo stanziamento di risorse appropriate. |
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CALABRIA: AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA, |
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Catanzaro, 17 aprile 2014 - L’assessore regionale al lavoro Nazzareno Salerno, in merito al problema degli ammortizzatori sociali in deroga, ha dichiarato: “più volte abbiamo indicato come quella degli ammortizzatori sociali in deroga fosse una vera e propria emergenza non solo con riferimento al costante aumento del numero di percettori ma anche relativamente alle insufficienti risorse”. Ed ha aggiunto: “la questione riguarda la Calabria cosi come l’intero Paese; certo è che nella nostra regione - per le difficoltà storiche ed un sistema produttivo debole - questo problema ha ormai una dimensione che richiede interventi risolutivi ed immediati. La Regione per affrontare l’emergenza ha fatto uno sforzo straordinario con la delibera N. 127 del 08/04/2014 che ha reso disponibili 32 milioni di euro di cui 24 per le Politiche passive (pagamento sussidi) e 8 per le Politiche Attive; si tratta di risorse aggiuntive rispetto a quelle nazionali ma per garantire sostegni e sussidi a copertura dell’annualità 2013 il fabbisogno finanziario ammonta per la Calabria a 151 milioni di euro. Da questo punto di vista, anche con l’ausilio degli organi di informazione, è bene sottolineare che la Regione non ha alcuna competenza diretta in materia, gli ammortizzatori sociali in deroga riguardano il livello nazionale e le scelte del Governo. Le risorse che occorrono devono essere stanziate dal livello centrale e assegnate alle Regioni; completato questo procedimento e resi disponibili i fondi il nostro compito come Ente Regione si esaurisce nell’autorizzare l’Inps ad erogare materialmente i sussidi. Da questo punto di vista, anche con riferimento all’ultima manifestazione tenutasi nei giorni scorsi a Catanzaro, abbiamo avuto assicurazioni sul trasferimento di 17,7 milioni di euro ma siamo ancora in attesa che il procedimento venga materialmente concluso. E siccome abbiamo la forte consapevolezza che, pur non avendo a riguarda una competenza diretta, si tratta di un problema rispetto al quale è nostro compito e dovere porre in essere ogni azione ed intervento utile abbiamo investito della questione le Prefetture ed è in via di programmazione un incontro, unitamente ai sindacati, con i Ministeri dell´Interno e del Lavoro”. |
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SERVITÙ MILITARI: IL FVG HA ELABORATO UN PROTOCOLLO CON IL MINISTERO DELLA DIFESA |
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Trieste, 17 aprile 2014 - La presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha incontrato oggi a Roma, nella sede del Dicastero della Difesa, il ministro Roberta Pinotti, assieme ai presidenti della Regione Puglia Nichi Vendola e della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, per i colloqui preliminari alla seconda Conferenza nazionale delle Servitù militari. A 33 anni dall´ultima Conferenza, il Ministero della Difesa si è impegnato a convocare una nuova assise, dedicata all´individuazione degli strumenti più idonei di condivisione e collaborazione con gli Enti locali, al fine di avvicinare le servitù militari alle esigenze del territorio e di creare opportunità di sviluppo. Nel corso della riunione è stato spiegato che uno specifico documento indicherà le principali linee di azione e il cronoprogramma per la formalizzazione delle attività regionali, e che è stata prevista, al termine della Conferenza, la firma dei protocolli d´intesa per il coordinamento comune delle attività militari presenti nei territori. La Regione Friuli Venezia Giulia ha svolto un rilevante ruolo di capofila, in quanto il suo Protocollo d´intesa è stato elaborato congiuntamente dai tecnici del Ministero della Difesa e della Regione. Durante l´incontro la presidente ha ricordato che la Regione ha già concluso l´intero iter e ha individuato i progetti idonei all´intesa per le ricadute possibili sul territorio interessato. Tra i progetti è da evidenziare quello relativo al recupero e riqualificazione di Palazzo Linussio a Tolmezzo. L´intervento nel capoluogo della Carnia risulta essere una delle priorità della Regione in quanto quel territorio ha già subito il trasferimento del Reggimento artiglieria da montagna dalla caserma ´´Antonio Cantore´´ e la soppressione del Tribunale. |
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PREMIATI 8 BARISTI “ANTISLOT” A CALDIERO (VR). IL PRESIDENTE DELLA REGIONE: QUESTI 8 SIANO D’ESEMPIO. LE SLOT SONO CAUSA DI TANTI PROBLEMI DI SALUTE MENTALE ED ECONOMICI |
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Venezia, 17 aprile 2014 - “Ludopatia: ecco il nome di uno dei peggiori mali che affliggono la nostra società e contro la quale otto veronesi hanno detto di no, scegliendo di non inserire nei propri locali le famose macchinette mangia soldi”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto commenta l’azione degli otto bar di Caldiero (Vr) che hanno scelto di non collocare o di rimuovere le slot all’interno dei propri locali. Azione premiata dal Comune con una targa “no slot”. “Sono dei veri e propri esempi per tutta la comunità. E’ con piccoli gesti e scelte collettive – prosegue il Presidente - che si combattono i mali che purtroppo oggi attanagliano non solo il nostro territorio, ma tutta Italia. Malessere, isolamento, crisi della famiglia, indebitamento sono solo alcune delle gravi conseguenze della ludopatia”. Secondo il dossier di Sistema Gioco Italia di Confindustria, i dati del Veneto indicano 35 mila giocatori patologici di cui solo l’1% si rivolge ai centri di cura; il giro d’affari è stimato in 5,3 miliardi di euro. “E’ una grave malattia che dobbiamo debellare a tutti costi e quest’iniziativa – conclude il Presidente della Regione - non è che l’inizio”. |
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AOSTA: VOUCHER DI CONCILIAZIONE UN NUOVO AIUTO PER FAMIGLIE E LAVORO |
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Aosta, 17 aprile 2014 - L’assessorato regionale della sanità, salute e politiche sociali informa che, con deliberazione della Giunta regionale n. 410, in data 4 aprile 2014, sono state approvate le disposizioni applicative per l’erogazione del voucher di conciliazione. Il voucher di conciliazione è un contributo economico che permette ai cittadini, in particolare alle donne, di conciliare i tempi di vita e di lavoro servendosi dell’aiuto di persone di fiducia che assistano bambini fino al compimento dei 13 anni, disabili o anziani presenti nel nucleo familiare e bisognosi di cura. L’obiettivo prioritario del progetto, promosso dall’Assessorato in collaborazione con i Centri per l’impiego di Aosta, Verrès e Morgex, è quello di offrire un aiuto economico per favorire l’accesso a servizi di assistenza alla persona ai cittadini con problemi di conciliazione. Tale intervento, finanziato con risorse della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari opportunità, vuole inoltre offrire un’opportunità lavorativa a soggetti con difficoltà di conciliazione tra tempi di vita familiare e vita lavorativa. L’area di intervento della sperimentazione coincide con l’intero territorio della Regione. In questo particolare momento di crisi, il voucher di conciliazione riveste un ruolo di supporto alle politiche e agli strumenti di conciliazione esistenti in Valle d’Aosta. Il progetto non si colloca in alternativa ai servizi già presenti sul territorio ma ne rappresenta una sorta di integrazione e nasce in risposta ai bisogni riscontrati sul territorio regionale in tema di misure di conciliazione per i soggetti occupati oppure in ricerca di occupazione. L’introduzione di questa misura è conforme ai principali documenti adottati a livello comunitario, nazionale e regionale. Si tratta di un voucher da erogare per il pagamento delle attività svolte da una figura in sostegno alla famiglia per conciliare i tempi di cura con quelli lavorativi. Le domande di contributo potranno essere presentate a partire dal 5 maggio 2014. Coloro che sono interessati ad avere maggiori dettagli ed informazioni sul voucher di conciliazione (i requisiti necessari per accedere all’aiuto economico, dove presentare la domanda, la durata e l’importo dell’assegno), potranno rivolgersi alla Direzione politiche sociali (tel. 0165 527136). |
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A VARESE CASA RIFUGIO PER DONNE VITTIME DI VIOLENZA |
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Varese, 17 aprile 2014 - Una struttura per la prima e pronta accoglienza, aperta 24 ore al giorno, tutto l´anno, per mamme e figli. E´ la Casa rifugio inaugurata a Varese, alla presenza dell´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità. Gestita dalla Fondazione Felicita Morandi, ha sede in un immobile confiscato alla mafia, che la Prefettura ha affidato alla Provincia di Varese, affinché ne realizzasse una struttura per donne vittima di violenza. Il Contributo Della Regione - "Oggi è una giornata importante - ha detto l´assessore -, perché questa casa offre un´altra risposta concreta a chi necessita di primo aiuto. E´ la terza volta che vengo a Varese per trattare un argomento così delicato, a dimostrazione dell´alta sensibilità di questo territorio nei confronti di donne che subiscono violenza. Ricordo che sono tantissime le donne che, purtroppo, nella nostra regione sono vittime di violenza. Basti pensare che siamo secondi in Italia per numero di chiamate al 1522 (numero nazionale antiviolenza)". 80.000 Euro Per Progetto Di Varese - "Mi fa anche molto piacere - ha proseguito - che la Fondazione Morandi faccia parte della rete che ha come capofila il Comune di Varese, che, tramite il progetto ´Minerva´, beneficerà del contributo di 80.000 euro. Si tratta di fondi che fanno parte dei 980.000 euro che Regione Lombardia, per il 2013, ha erogato a numerosi Comuni lombardi proprio nei giorni scorsi. Nel 2014 intendiamo confermare tale impegno e destinare un altro milione di euro ai progetti contro la violenza sulle donne". Team Qualificato - Presso la Casa rifugio opera un team multiprofessionale qualificato e formato all´accoglienza e alla riabilitazione della donna vittima di violenza, in grado anche di fornire una valutazione multidimensionale secondo un protocollo operativo condiviso. La Struttura - La Casa è costituita da 2 appartamenti e da spazi a uso ufficio, sala colloqui e camera operatore. L´alloggio è destinato, prevalentemente, a donne residenti in provincia di Varese, o presenti sul territorio provinciale, che hanno subito violenza fisica, psicologica, emotiva, sessuale o economica (e agli eventuali figli minori) e che devono abbandonare la propria casa per motivi di incolumità. L´indirizzo della Casa deve essere mantenuto segreto per motivi di sicurezza e di protezione nei confronti delle donne che saranno ospiti della struttura. |
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