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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 31 Marzo 2015
APPRODO TAP. VENDOLA: "REGIONE PUGLIA SI PREPARA A NEGARE INTESA SU MELENDUGNO"  
 
Bari, 31 marzo 2015 - “La Regione Puglia si appresta a negare l’intesa sull’approdo del gasdotto Tap nella Marina di Melendugno, a San Foca”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola commentando l’esito della riunione del tavolo tecnico, convocata quest’oggi a Roma, a seguito della rimessione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico del procedimento Tap. “Registriamo - ha spiegato Vendola – da parte del tavolo tecnico convocato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri una indisponibilità sostanziale a valutare localizzazioni alternative, nonostante la disponibilità manifestata da alcuni territori che ponevano come unica condizione la conoscenza del progetto, delle compensazioni e la verifica del consenso da parte delle comunità locali”. Per Vendola “la sequenza di riunioni del tavolo tecnico appare soltanto come il tentativo di prendere tempo e perdere tempo su una decisione che evidentemente era stata già assunta”. “La Regione Puglia, da parte sua – ha aggiunto Vendola - non ha mai inteso negare al Governo centrale le sue prerogative in materia di scelte energetiche strategiche e non ha mai innalzato i vessilli di una contrapposizione ideologica. Ha posto solo e soltanto due condizioni imprescindibili: la validazione scientifica e ambientale da un lato e la validazione democratica dall’altro”. “Sulla prima condizione – ha spiegato il Presidente – basta riferirsi all’argomentato parere negativo del Ministero dei Beni Culturali oltre che al parere negativo della Via regionale. Sulla questione invece del consenso si registra, con tristezza, una pesante campagna lobbistica che si rivela la negazione di un processo di legittimazione democratica. Nel momento in cui dovesse essere formalizzata la decisione dell’approdo Tap a Melendugno – ha concluso Vendola – la Regione Puglia reagirà con tutti gli strumenti a sua disposizione”.  
   
   
DEPOSITO GAS A RIVARA, PRECISAZIONE DELL´ASSESSORE REGIONALE ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE E DELL´ASSESSORE ALL´AMBIENTE: "NESSUNA SPECULAZIONE POLITICA SU RIVARA, È UNA QUESTIONE CHIUSA PER SEMPRE"  
 
 Bologna, 31 marzo 2015 – «Il deposito gas a Rivara non si farà mai. E sostenere che la Regione sta andando in un´altra direzione significa fare grande confusione e disinformare per una mera speculazione politica. Sono dispiaciuta che coloro che hanno responsabilità richiamino una questione chiusa per sempre. Le attività svolte e richieste dalla Commissione Ichese non hanno mai riguardato la rivalutazione dello stoccaggio di Rivara». È questa la precisazione dell’assessore regionale alle Attività produttive e alla Ricostruzione post sisma Palma Costi sulla vicenda dello stoccaggio di gas naturale in località Rivara di San Felice sul Panaro (Modena) sollevata da Alan Fabbri, capogruppo della Lega Nord in Assemblea Legislativa. Inoltre, l’assessore regionale all’Ambiente Paola Gazzolo ha aggiunto che «la Commissione Ichese ha accertato in via definitiva che nell’area di Rivara non è mai stata concessa alcuna autorizzazione per attività minerarie, compresa la ricerca, né è stata effettuata alcuna attività di esplorazione mineraria con metodi invasivi negli ultimi trenta anni. La posizione della Regione è chiara e il diniego si estende anche a qualsiasi altro utilizzo dell’acquifero profondo di Rivara, in piena coerenza con la Strategia energetica nazionale. Siamo in continuo contatto con la Commissione Ambiente del Senato per sostenere un emendamento al Collegato ambientale per confermare anche in legge il divieto di stoccaggio in tutti gli acquiferi profondi».  
   
   
SARDEGNA: GIUNTA, OK AI CRITERI PER I CONTRIBUTI AGLI AFFITTI DELLE FAMIGLIE POVERE E DISAGIATE. SOLLIEVO PER LE FASCE SOCIALI PIÙ DEBOLI  
 
 Cagliari, 31 Marzo 2015 - Contributi per l´affitto in arrivo alle famiglie sarde povere e disagiate: la Giunta regionale su proposta dell´assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda ha approvato i criteri di assegnazione in base ai parametri del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione. Allo stanziamento regionale di 2 milioni di euro se ne aggiungono altri 2 e 311mila euro di risorse statali. I Comuni avranno margini di autonomia per l’ampliamento delle modalità di individuazione dei beneficiari dei contributi. Due le fasce Isee definite dalla Giunta su indicazione dell’assessore Maninchedda, che ha sottolineato come questo provvedimento darà sollievo alle fasce sociali più deboli: la prima è fissata in un tetto massimo per nucleo familiare uguale o inferiore alla somma di due pensioni minime Inps (13.062, 14 euro all’anno), la seconda in 14.162 euro (limite di reddito previsto per l’accesso all’edilizia sovvenzionata, rispetto al quale l’incidenza sul valore Isee del canone annuo corrisposto è superiore al 24%). L’ammontare del contributo non può essere superiore a 2.320 euro. È prevista la premialità del 10% per i Comuni che, a titolo integrativo delle risorse regionali, stanzieranno fondi propri sino a un massimo del 50% della dotazione finanziaria integrativa del Comune. L’assessorato regionale dei Lavori pubblici ha già avviato le rilevazioni del fabbisogno con i Comuni interessati, vale a dire Alghero, Arzachena, Assemini, Cagliari, Capoterra, Carbonia, Iglesias, Lanusei, Macomer, Monserrato, Nuoro, Olbia, Oristano, Ozieri, Porto Torres, Quartu Sant´elena, Sanluri, Sassari, Selargius, Sestu, Sorso, Quartucciu, Tempio Pausania, Tortolì e Villacidro. Il 25% delle risorse statali, pari a 577mila euro, è destinato alla sottoscrizione di nuovi contratti a canone concordato. Ogni singolo contratto deve essere regolarmente registrato e riferito ad un alloggio adibito ad abitazione principale: sono escluse le unità immobiliari classificate nelle categorie catastali A1, A8 e A9, così come non sono ammessi i nuclei familiari nei quali anche un solo componente risulti titolare del diritto di proprietà, usufrutto, uso o abitazione su un alloggio adeguato alle esigenze dello stesso nucleo familiare o, ancora, che presentino un contratto di locazione stipulato tra parenti e affini entro il secondo grado o tra coniugi non separati legalmente.  
   
   
SARDEGNA: CONVEGNO CNA, STOP AL CONSUMO DI SUOLO, RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO ESISTENTE CON USO NUOVE TECNOLOGIE E MATERIALI LOCALI  
 
Cagliari, 31 Marzo 2015 - La riqualificazione del patrimonio edilizio della Sardegna passa per un´idea progettuale e innovativa proposta alla Regione e ai Comuni dalla Confederazione nazionale dell´Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna). Ovvero: rilanciare il comparto edile attraverso l’integrazione di risorse private con i fondi strutturali europei 2014-2020 e dare così il via a un piano di risanamento urbano che rimetta a nuovo intere parti di città. La promozione di una nuova politica di risanamento urbano attraverso l´integrazione di fondi di sostegno europei e micro risorse private, è stato il tema del convegno organizzato questa mattina al T Hotel, in via dei Giudicati a Cagliari, alla presenza dell´assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, insieme a sindaci e rappresentanti di diversi comuni dell´isola: Cagliari, Sassari, Olbia. E ancora, il presidente dell´Anci, Piersandro Scano e i Parlamentari europei. 
 Rilancio dell´edilizia. L´obiettivo è quello di riqualificare il grande patrimonio edilizio isolano esistente, le aree dismesse, abbandonate come i centri storici o in stato di degrado, attraverso ristrutturazioni e interventi di efficientamento energetico. Tutto questo porterà, secondo lo studio effettuato da Cna sarda e Cresme, a un rilancio del comparto edile e darà nuove opportunità alle imprese per un reinserimento nel mercato. "Ciò che serve in Sardegna è un cambio di passo - ha detto l’esponente della Giunta Pigliaru - e di mentalità. L’isola soffre del tabù della demolizione e ricostruzione degli edifici, quando spesso tale operazione richiederebbe un minore investimento e risultati di maggiore pregio non solo per l’edificio, ma per tutto il quartiere”. 
L’assessore Erriu ha inoltre ricordato come all’interno del disegno di legge 130, norme sull’edilizia abitativa, attualmente in discussione in Aula, siano previsti bonus volumetrici aggiuntivi per i Comuni che abbiano adeguato il Puc al Ppr e per coloro i quali provvedano all’efficientamento energetico e all’utilizzo di materiali locali per le costruzioni, sostenendo la green economy. "La Giunta guarda in questa direzione: la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente senza ulteriore consumo di suolo, grazie alle energie alternative e ai materiali di costruzione locali che rispettino le caratteristiche dei luoghi e dei centri urbani. A breve ci sarà la legge Urbanistica e la Carta dei Suoli, che sarà poi strettamente legata al Ppr delle zone interne. 
"Obiettivo non secondario - ha proseguito il rappresentante dell’Esecutivo - è quello della programmazione territoriale e l’impegno a sostenere i Comuni nei processi di pianificazione, per cercare di accelerare sempre di più i tempi della pubblica amministrazione, e arrivare a una sburocratizzazione dei processi". I vantaggi. Gli interventi di riqualificazione saranno pensati dunque in maniera mirata, sia nei centri urbani sia nei piccoli comuni, in base alle diverse caratteristiche dei territori e alla loro vocazione. Le politiche di intervento di recupero edilizio sono tese a migliorare le condizioni di vita dei residenti e garantire servizi di alta qualità. Il 41% delle abitazioni in Sardegna ha più di 40anni, un terzo è in stato di abbandono e negli ultimi 10anni metà delle abitazioni sarde ha avuto necessità di interventi di ristrutturazione. 
  
   
   
PAESAGGIO IN TOSCANA, ROSSI: "ABBIAMO SCRITTO UNA PAGINA DI BUONA POLITICA"  
 
Firenze 31 marzo 2015 - "Dobbiamo fare ciò che riteniamo giusto e in accordo con l´interesse generale. Questo signifca scrivere una pagina di buona politica: e questo piano, nell´equilibro che ha saputo raggiungere, è senz´altro una pagina di buona politica". E´ stato questo uno dei passaggi più rilevanti dell´intervento con cui il presidente Enrico Rossi ha concluso il dibattito generale sul piano del paesaggio, ringraziando tutti coloro che hanno partecipato e dato un contributo a un risultato che è unico in Italia. "Siamo la prima regione che può approvare un piano del paesaggio in consiglio regionale - ha sottolineato Rossi - perché anche la Puglia, l´unica regione finora dotata di un piano, lo ha approvato senza un voto in consiglio regionale. Noi lo facciamo attraverso un dibattito ampio e difficile in consiglio, confrontandoci con posizioni diverse anche all´interno della stessa maggioranza, come è giusto che sia, perchè il paesaggio è tema davvero trasversale, basti pensare che per anni ha avuto come punto di riferimento la legge Bottai del 1939". "In ogni caso - ha aggiunto il presidente - nel momento in cui le regioni sono sotto attacco nel dibattito pubblico per l´inefficienza e per l´incapacità di dare risposte, la Toscana ha dimostrato di saper fare scelte difficili, al servizio dei cittadini". Dopo aver difeso il metodo del confronto con il governo - "Non è vero che discutere col ministero è stato umilliante, il paesaggio è un bene tutelato dall´articolo 9 della Costituzione, che rende necessaria la copianificazione" - Enrico Rossi ha richiamato il valore di questo bene per la Toscana: "E´ la nostra identità, il nostro marchio nel mondo, bellezza che si è prodotta anche attraverso il lavoro. E con il piano siamo riusciti a ricostruire l´equilibrio necessario". Nessuna attività, insomma, sarà penalizzata e costretta a cessare, ma piuttosto trarrà beneficio da nuove regole. E questo vale per le cave - "Non blocchiamo certo l´attività di escavazione" - come per l´agricoltura, dove anzi si aprono nuove attività - "Restituiamo alle attività agricole 200 mila ettari di bosco. Basterà dimostrare che un tempo erano terreni agricoli" - così come per le nostre coste - "Però lasciamo le piscine sulle spiagge alla riviera romagnola" Regole, ha concluso Rossi in riferimento agli "argini" che è necessario mettere al consumo di suolo, che anzi possono fare bene alla nostra economia. "Questo piano, certo, può dispiacere a chi voleva la chiusura delle cave, così come a chi vorrebbe fare tutto come prima. Eppure le regole aiutano la qualità. E la qualità può costare di più, ma spesso dura di più e rende di più. Pensate a tutto l´edificato invenduto nella nostra regione. Se per qualche anno non edificheremo più, ma ci dedicheremo a ristrutturare e recuperare faremo un gran bene alla Toscana".  
   
   
OPERE PUBBLICHE, LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA QUARTIERE SAN PIETRO, GENOVA PRÀ  
 
Genova, 31 Marzo 2015. “E’ un intervento a cui tengo molto, di cui mi sono occupato per 25 anni a cominciare dai primi anni novanta. Abbiamo deciso di fare un’operazione abbastanza inconsueta, finanziando di un condominio, con un intervento pubblico/privato giuridicamente complicato”. Lo ha detto oggi il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando presentando i lavori di manutenzione straordinaria per il quartiere residenziale San Pietro a Genova Prà, insieme con l’assessore Giovanni Boitano, l’amministratore unico di Arte Genova, Vladimiro Augusti, il presidente del Municipio Ponente, Mauro Avvenente, e il presidente del comitato di quartiere Sergio Pandolfini. I lavori per il complesso, commissionati dall’amministrazione del condominio, sono stati finanziati con 1 milione 776mila euro provenienti da: fondi regionali (1 milione 34mila euro), fondi comunali (258mila euro) e finanziamento privato dei condomini (483mila euro). I lavori, iniziati nello scorso mese di gennaio, finiranno entro giugno 2017. Il complesso residenziale, composto da quattro costruzioni parallele, è stato costruito negli anni ’80 in corrispondenza della collina che separa i quartieri di Prà e Pegli, sopra il tracciato autostradale. Il soprannome degli edifici, chiamati comunemente le “lavatrici”, deriva dalle lastre di cemento con grandi oblò a forma di rombo o di cerchio che decorano le facciate ricordando grandi macchine per lavare i panni. La riqualificazione del complesso di edilizia popolare è iniziata nel 1998 con i primi interventi di ristrutturazione ed è proseguita nel corso degli anni con lavori di recupero edilizio e di riqualificazione energetica per rendere accogliente, funzionale e vivibile il quartiere. L’intervento di manutenzione straordinaria in corso consiste nel risanamento radicale dell’involucro dell’edificio che comprende 68 abitazioni, di cui 16 di proprietà privata. I lavori previsti riguardano: il rifacimento degli intonaci, il ripristino dei giunti di dilatazione, l’estensione del solaio di copertura sul lato ovest dell’edificio con la creazione di un canale di gronda perimetrale, la rifinitura delle pareti esterne e la sostituzione dei pluviali e la tinteggiatura dell’involucro esterno e di tutte le ringhiere. Per ovviare ai problemi di infiltrazione e contribuire alla coibentazione termica è prevista la chiusura dei vani scala con serramenti termici e l’inserimento di gocciolatoi per l’acqua che cade lungo le pareti. Infine, saranno utilizzate le aperture a livello della strada per realizzare nuovi accessi all’edificio.  
   
   
ASSESSORE VENETO: “PIANO CASA, ESEMPIO DI SEMPLICAZIONE BUROCRATICA DA IMITARE”  
 
Venezia, 31 marzo 2015 - “Circa 80 mila pratiche e un giro d’affari stimato in oltre 3 miliardi di euro, insieme alle aziende e ai posti di lavoro salvati, sono l’esempio di quanto si è ottenuto grazie al Piano Casa, applicando il principio della semplificazione e della eliminazione della burocrazia che ora va applicato a tutta l’attività legislativa”. Lo ha detto il vicepresidente della Regione Marino Zorzato intervenendo stamattina alla presentazione dell’analisi congiunturale 2014 sul settore delle costruzioni presso la sede di Unioncamere Veneto a Marghera (Venezia) insieme a Fernando Zilio, Presidente di Unioncamere del Veneto, e Virginio Piva, Presidente di Edilcassa Veneto. Zorzato ha detto di ritenere che quello della semplificazione burocratica sia uno dei temi che il Veneto deve affrontare per sostenere il processo economico che sembra delinearsi all’orizzonte. “I nostri imprenditori, piccoli e grandi hanno potuto affermarsi anche perché in passato non c’era la mole di carte richiesta ora. E’ vero quindi che serve riportare moralità nel sistema, ma è anche vero che il sistema va sostenuto per crescere. Ci vogliono i fatti”. “Per quanto riguarda l’urbanistica – ha aggiunto Zorzato – noi abbiamo fatto il Piano Casa, che ha dato risposta ai cittadini e ossigeno alle imprese del settore edilizio senza consumare suolo. Ma sul piano delle cose concrete vanno segnalati anche il regolamento unico che è un altro Piano Casa come valore economico, le “varianti verdi” che consentono di non pagare l’Imu se i terreni non sono utilizzati, la deroga alle distanze tra fabbricati”. “Io spero per il settore dell’edilizia – ha concluso – che il governo nazionale continui con gli incentivi fiscali. Ma va comunque considerato anche l’accordo con il quale investiremo 30 milioni di euro per portare la banda larga a 30 Megabit in tutto il Veneto entro l’anno: ogni settore dell’economia ne trarrà vantaggio”.  
   
   
LAVORO, MARONI: GOVERNO PRENDA BUONE PRATICHE TERRITORI COME MODELLO  
 
Milano, 31 marzo 2015 - "Qui in Lombardia c´è una forte collaborazione tra le istituzioni, il mondo delle imprese ed il sindacato e, quando c´è un problema, riusciamo a metterci ad un tavolo tutti insieme per trovare una soluzione. In Lombardia abbiamo sviluppato delle politiche attive, delle misure di eccellenza che funzionano e una di queste è stata presa a modello nel decreto attuativo del Jobs Act: nel contratto di ricollocazione è stato preso il modello lombardo di organizzazione del mercato del lavoro". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a Milano, nella sede di Confapi, nel corso del convegno dal titolo ´Gli ingranaggi per ripartire: iniziamo dal lavoro´, rivolgendosi al ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Non Riportare Tutto A Roma - "Questo modello lombardo - ha aggiunto Maroni - è diventato il modello nazionale e mi auguro che questa diventi la strada che il Governo e il Parlamento seguano anche nella riforma costituzionale, ovvero non prendere e riportare tutto a Roma, perché semplicemente non funziona dal momento che i territori sono diversi e hanno problemi diversi. Il Governo deve invece valorizzare chi lavora sul territorio e deve stimolare i territori a realizzare politiche attive del lavoro, prendendo le buone pratiche, laddove ci sono e qui in Lombardia le abbiamo, ed estendendole agli altri territori. Perché altrimenti riaccentrare tutto a Roma e fare misure a taglia unica significa non fare gli interessi del mondo del lavoro e delle imprese".  
   
   
LAVORO, MARONI: DA REGIONE SOSTEGNO CONCRETO A IMPRESE E OCCUPAZIONE  
 
Milano, 31 marzo 2015 - "Negli ultimi due anni il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni in Lombardia è aumentato del 2%, passando dal 55,5 al 57,5, inoltre è aumentato il tasso di occupazione femminile addirittura dell´8%. Sono dati positivi che derivano da tanti fattori, tra cui l´impegno delle istituzioni e in particolare della Regione Lombardia che ha messo a disposizione complessivamente 3,2 miliardi per sostenere le imprese, con misure specifiche come ´Creditoincassa´, con cui abbiamo messo un miliardo per aiutare i Comuni lombardi a saldare i loro crediti con le imprese, sostenendo così le imprese in modo finanziario". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a Milano, nella sede di Confapi, nel corso del convegno dal titolo ´Gli ingranaggi per ripartire: iniziamo dal lavoro´. Ridotti I Tempi Di Pagamento - "Abbiamo ridotto - ha poi ricordato Maroni - come Regione i tempi medi di pagamento da 60 giorni a 27, mentre la media di pagamento della pubblica amministrazione in Italia è di 280 giorni e anche questo rappresenta un aiuto concreto alle imprese. Abbiamo messo 200 milioni per favorire l´inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e 1 miliardo per la Dote unica lavoro e per l´anticipo del pagamento, che tocca all´Inps e al Governo, degli ammortizzatori sociali come la Cig in deroga, perché un lavoratore con una famiglia ha urgenza e non può attendere il pagamento degli ammortizzatori sociali".  
   
   
PRATO, IMPRESE CINESI. ASSESSORE TOSCANA: "CONTRIBUTO DA VALORIZZARE NEL RISPETTO DELLE REGOLE"  
 
Firenze, 31 marzo 2015 - Le imprese cinesi possono essere un valore aggiunto per l´economia pratese e toscana. Per questo è necessario proseguire sulla via dell´integrazione, sociale ed economica della comunità cinese, tenendo al tempo stesso ferma la barra sul rispetto delle regole e della legalità. A sottolinearlo è l´assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini in sintonia con quanto emerge dal secondo rapporto Irpet (Istituto per la programmazione economica in Toscana) sulle relazioni transnazionali delle imprese cinesi di Prato e sul loro contributo all´economia della provincia. Il rapporto è stato presentato oggi a Prato nel salone consiliare della Provincia. "I numeri che emergono dal rapporto – ha detto Simoncini – ci dicono che la comunità cinese contribuisce per l´11 per cento al Pil provinciale, 705 milioni, e gli investimenti valgono l´8 per cento, ovvero 125 milioni. Una realtà che si trova, ricorda l´Irpet, ancora in una fase delicata, con elementi critici, ma anche potenzialità da sfruttare. Numeri che ci confermano nell´attenzione e nelle scelte fatte per valorizzare questo contributo che, se ancora oggi è vissuto in maniera problematica dal territorio, rappresenta tuttavia una risorsa e un´opportunità per promuovere lo sviluppo del distretto nel suo insieme. Le imprese cinesi rappresentano infatti un naturale ponte verso l´immenso mercato della Cina, come ha capito l´esperienza significativa del progetto di Cna World China". L´assessore Simoncini ha ricordato le tappe di un percorso che la Regione ha intrapreso per affrontare con forza il problema della sicurezza sul lavoro e affermare il rispetto delle regole, con un progetto mirato partito lo scorso anno e che prevede, entro il 2016, il controllo di 7.700 aziende tra Prato , Firenze e Pistoia. Un progetto lanciato dopo il rogo della Teresa Moda, in cui il 1 dicembre 2013 persero la vita sette operai cinesi che nella fabbrica lavoravano, vivevano e dormivano. Un progetto che ha portato ad assumere 74 ispettori delle Asl per tre anni e che prevede anche un patto (Patto lavoro sicuro) per la regolarizzazione ed emersione delle imprese non in regola, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria e degli ordini professionali. "Grazie questo sforzo – ha spiegato Simoncini – sostenuto dalla collaborazione con le forze dell´ordine, sta emergendo una positiva tendenza all´adeguamento e alla messa a norma. La lotta all´illegalità è prima di tutto e soprattutto difesa dei diritti e della salute. Sarebbe intollerabile rivivere drammi come quello di 2 anni fa e per questo saremo intransigenti. Consapevoli anche del fatto che la lotta all´illegalità è, al tempo stesso, umo strumento per favorire promuovere il futuro dell´economia e delle imprese dell´area". I numeri I cinesi a Prato sono il 9 per cento di tutta la popolazione, anche se i residenti ´veri´ potrebbero benissimo essere 40-45 mila contro i soli 17mila iscritti all´anagrafe. Consumano (e spendono) per 172 milioni di euro, che è il 5 per cento del totale (e dunque la metà del loro peso demografico). Ma la comunità cinese contribuisce per l´11 per cento al Pil provinciale, 705 milioni, e gli investimenti valgono l´8 per cento, ovvero 125 milioni.  
   
   
COMMERCIO, ROSSI: "LA TOSCANA NON È L´AMERICA, CI VUOLE EQUILIBRIO TRA PICCOLO E GRANDE"  
 
Firenze, 31 marzo 2015 "La Toscana non è come l´America né deve diventarlo, ci vuole equilibrio tra piccolo commercio e grande distribuzione. In questi anni abbiamo stabilito regole e limiti per tutelare un profilo che appartiene alla storia economica e sociale di questa regione". Lo ha detto il presidente della Toscana, Enrico Rossi, intervenendo stamani, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, alla prima edizione del premio Mercurio 50&Più organizzato da Confcommercio. "Il commercio ha accusato nell´ultimo triennio il colpo duro della crisi – ha proseguito – ma in Toscana ha retto meglio che altrove. Lo abbiamo sostenuto non aumentando il carico fiscale sulle imprese, utilizzando i fondi europei, favorendo l´accesso al credito, mettendo a disposizione risorse per i Comuni. Oggi che nelle vele dell´economia italiana torna a soffiare un po´ di buon vento, il commercio può essere un fattore importante di ripresa. Cosa serve? Deve ripartire la domanda interna – ha sottolineato Rossi - e devono riprendere i consumi, ma questo potrà accadere se ci sarà più lavoro e più fiducia. Lo ha detto anche ieri il presidente Mattarella – ha ricordato -: il paese è di nuovo in movimento. C´è in atto uno sforzo del governo per recuperare dinamismo ed energia. Non sarà facile, non sarà domani, ma la ripresa è possibile". Rossi, che ha pronunciato il suo discorso indossando una sciarpa di seta con il disegno della Toscana donatagli da uno degli imprendotori premiati, ha ricordato il profondo intreccio tra la civiltà europea e l´attività commerciale. "La storia di questo continente – ha detto – dice che la nostra civiltà è nata anche e molto dalla ripresa dei commerci. Quando gli uomini hanno ripreso a muoversi e a commerciare la società si è rimessa in cammino e tutto questo non ha prodotto solo guadagni, ma ha anche favorito lo spirito di conoscenza e di tolleranza. La Toscana – ha continuato – è parte importante di questa storia e molti suoi borghi con i loro ´mercatali´ raccontano come questa attività sia intrecciata con la vita delle comunità. Il commercio delle botteghe – ha concluso Rossi – non è solo economia, è anche un grande serbatoio di conoscenze e competenze e un fondamentale presidio di relazioni sociali. Abbiamo votato nei giorni scorsi – ha concluso Rossi – il Piano del paesaggio: sono convinto che il commercio debba continuare ad appartenere anche nel futuro al paesaggio di questa terra".  
   
   
ALLUVIONE, ASSESSORE LIGURIA: CIRCA 20 MILIONI PER LE IMPRESE DANNEGGIATE A NOVEMBRE SCORSO  
 
Genova, 31 Marzo 2015 - Ulteriori 17 milioni di euro per rimborsare le aziende che hanno subito danni nell’alluvione dello scorso novembre che ha colpito in particolar modo il Tigullio. Sono stati stanziati dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore allo sviluppo economico Renzo Guccinelli. I finanziamenti vanno ad aggiungersi ai precedenti 2 milioni di euro stanziati dalla giunta lo scorso gennaio, come prima tranche. In questo modo si potrà dare copertura a tutte le domande di rimborso danni arrivate. Con quest’ultimo stanziamento che va ad incrementare le risorse sul bando per l’alluvione del novembre 2014 si concludono così tutti e tre i bandi emanati dalla Giunta regionale per dare una risposta alle imprese danneggiate e coprire i danni subiti sia a beni immobili che mobili, comprese le scorte. “L’impiego di queste ulteriori risorse – spiega Guccinelli – consentirà di garantire le percentuali di contributo previste dal bando per tutte le domande arrivate, fino al 60% dell’importo dei danni subiti, con una maggiorazione del 20% per le imprese già danneggiate da precedenti eventi alluvionali”. Le istruttorie delle domande sul bando per l’alluvione di novembre sono già iniziate e dalla prossima settimana si darà il via ai pagamenti. In totale fino ad oggi sul primo bando da 20 milioni per le aziende che hanno subito danni inferiori ai 40.000 euro nell’alluvione dello scorso ottobre sono state 1.724 e quelle rimborsate 1.484 per un importo complessivo di 14.564.651 euro. Per quanto riguarda invece il secondo bando da 23 milioni per danni superiori ai 40.000 euro subiti sempre nell’ottobre scorso le domande ammesse sono state 185 e quelle rimborsate 136 per un importo complessivo già erogato di 10.900.386 euro. Dallo scorso 11 dicembre ad oggi la somma complessiva erogata sui due bandi dell’alluvione è stata pari a 25.465.000 euro per 1.620 imprese su 1.990 richieste di rimborso. Compresi i finanziamenti odierni il totale delle risorse messe a disposizione per le imprese colpite dall’alluvione di ottobre e novembre dello scorso anno ammonta a 62,5 milioni di euro.  
   
   
FERRARA - AVVISO PER RIDURRE DISTANZA TRA CAPITALE PRIVATO E IMPRESE  
 
Ferrara, 31 marzo 2015 –Viene pubblicato oggi l´avviso pubblico della Camera di commercio per favorire l´incontro fra i fabbisogni finanziari delle aziende ferraresi in fase di sviluppo, con ambizioni di crescita e vocazione all’internazionalizzazione e i potenziali investitori nazionali ed internazionali (fondi di investimento; family office; manager/investitori; business angels; ecc.). Le attività offerte dalla Camera di commercio per il tramite del soggetto gestore individuato a seguito della gara riguarderanno, in particolare, la messa a disposizione di un servizio di matching, anche attraverso il ricorso a piattaforme It e web, per l’incontro tra la domanda delle imprese ferraresi e l’offerta di potenziali investitori; l’organizzazione, in collaborazione con le associazioni di categoria, di eventi di presentazione delle imprese agli investitori per cogliere eventuali opportunità di investimento, intese sia come eventuali aumenti di capitale sociale, sia come contatti commerciali, sia come possibilità di ingresso in attività di altre imprese; l’assistenza specialistica utile a consentire agli imprenditori di sviluppare la propensione/capacità di raccogliere fondi e azionariato esterno (la cosiddetta “investor readiness”) e di riuscire così ad affacciarsi sui mercati internazionali in maniera vincente. “La disponibilità dei capitali necessari a finanziare un´azienda – ha sottolineato Paolo Govoni, numero uno della Camera di commercio - è il problema con cui quotidianamente si scontra la quasi totalità degli imprenditori. In un´economia globale, nella quale nascono nuove possibilità di fare impresa, è fondamentale superare i vincoli legati alla reperibilità di capitali. Il nostro obiettivo – ha proseguito Govoni – è proprio questo: traghettare le nostre imprese dalla fase di avvio a quella di creazione di valore, tappa imprescindibile per continuare a rimanere competitive”. La Camera di commercio, inoltre, renderà disponibile per ciascuna impresa una postazione riservata per presentarsi ad un numero elevato di possibili soggetti interessati ad investire, sperimentando così non solo il servizio e l’assistenza specialistica per lo sviluppo di nuovi contatti di business affidabili, mirati ed efficaci, ma anche velocizzando il processo di matching e quindi quello di investimento. In relazione al numero dei contratti effettivamente conclusi dalle imprese. Intanto, gli investitori esteri tornano a guardare alle aziende italiane e soprattutto lo fanno con un orizzonte temporale di medio periodo. E’ l’elemento-sorpresa che spicca dalle statistiche dell’Aifi, l’associazione italiana che riunisce 170 società attive nel private equity (l’ingresso in aziende a capitale privato per supportarne lo sviluppo) e nel venture capital (le operazioni su attività di piccole dimensioni ai primi stadi di crescita e con alto potenziale).  
   
   
PIOMBINO: DUE NUOVI PASSI VERSO LA REINDUSTRIALIZZAZIONE DELL´AREA  
 
 Firenze 31 marzo 2015 – L´accordo di programma per Piombino entra nel vivo con la prossima approvazione del Piano per la reindustrializzazione e riqualificazione e l´avviso (tecnicamente pre call) rivolto alle aziende che vogliono insediarsi nell´area. Lo annuncia l´assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini, intervenuto oggi alla tavola rotonda al convegno organizzato all´Hotel Phalesia sul futuro della siderurgia. "Mentre si avvicinano i tempi perché la Lucchini torni a produrre acciaio, abbiamo costruito le condizioni per favorire l´arrivo di investimenti privati che creino nuova occupazione, non soltanto nell´area portuale ma anche in altre aree, che potranno essere utilizzate per creare nuove imprese ed sostenere ampliamenti delle attività esistenti. Il 7 aprile la giunta approverà l´accordo di programma che sarà firmato con i ministeri dello sviluppo, delle infrastrutture, dell´ambiente e con le istituzioni locali per l´attuazione del Prrri. Seguirà da parte di Invitalia la pubblicazione della precall per consentire alle aziende che vogliono insediarsi di presentare domanda". "Oggi abbiamo ascoltato - ha sottolineato Simoncini- novità da parte di Cevital che riportano la proposta nell´alveo del progetto iniziale che prevede la realizzazione di due forni elettrici, la creazione di un polo agroalimentare e di uno per la logistica, con lo spostamento di tutta l´area siderurgica verso Ischia di Crociano per destinare le aree vicine alla città su attività meno impattanti dal punto di vista ambientale. Ovviamente prendiamo atto di questa decisione ed auspichiamo che si possa, ora, passare velocemente alla parte attuativa, anche con la definitiva firma dell´atto di acquisto. Importante sarà quindi il passaggio del 9 Aprile al Mise per conoscere puntualmente il piano industriale e i tempi di sua attuazione. Ciò anche per garantire una piena copertura sociale per i lavoratori". Le istituzioni stanno lavorando per dare una prospettiva di futuro all´area piombinese che passa da un rafforzamento della siderurgia e che trova il suo punto di partenza nell´accordo di programma sottoscritto nell´aprile 2014 e che nel suo complesso prevede 240 milioni di investimento di Regione e Governo. "A Piombino Regione e istituzioni non sono state inerti di fronte ai rischi di desertificazione industriale che ha rischiato di determinarsi,– ha detto Simoncini - abbiamo lavorato seriamente per realizzare l´ammodernamento del Porto, per le bonifiche e per un programma di incentivi alle imprese. Tutto questo ha reso l´area attrattiva, suscitando l´interesse di altre realtà industriali che hanno manifestato la volontà di insediarvisi. Così, ad un anno dalla forma dell´accordo, la Lucchini e la siderurgia toscana hanno nuove prospettive di sviluppo e i 3000 lavoratori, diretti e dell´indotto, possono guardare con maggiori certezze al loro futuro". L´accordo per il Piano di riconversione e riqualificazione industriale, che sarà firmato con i ministeri dopo l´approvazione della giunta, definisce i molteplici aspetti (ambientali, infrastrutturali e energetici, urbanistici) e le risorse previste per interventi e incentivi per la reindustrializzazione e la riconversione dell´area portuale e del polo siderurgico: si tratta di 50 milioni, di cui 33 di incentivi regionali e gli altri 20 di competenza del ministero dello sviluppo economico. L´accordo recepisce il complesso degli interventi, molti dei quali già messi in campo. Di qualche giorno fa la delibera approvata dalla giunta per la definizione delle aree di crisi, che stabilisce formalmente che in tutti i bandi per interventi o aiuti a sostegno del tessuto produttivo regionale, siano inserite corsie preferenziali per le imprese insediate in questi territori. Secondo le caratteristiche dell´intervento o dell´aiuto, questa corsia preferenziale può concretizzarsi in una riserva di risorse, o nell´attribuzione di un punteggio aggiuntivo, una sorta di premio secondo la natura e le caratteristiche dell´aiuto o dell´intervento. Una previsione che era già stata inserita in alcuni dei bandi usciti nei mesi scorsi, ma che avverrà automaticamente in tutti e non solo nel settore manifatturiero. Nella finanziaria regionale – ha ricordato l´assessore - sono anche previsti abbattimenti Irap e criteri di premialita´ o graduatorie ad hoc nei bandi per le Start Up innovative, le imprese giovanili e femminili e di ultracinquantenni in mobilità. Inoltre, sul fronte dell´occupazione, è stato stanziato 1 milione per ciascuna delle tre aree di crisi (oltre a Piombino, anche Livorno e Massa Carrara) sarà riservato agli interventi a favore delle imprese che assumono o stabilizzano lavoratori, disoccupati, laureati, donne ecc. Ancora, le tre aree avranno la priorità nei bandi, di prossima pubblicazione, per i lavori di pubblica utilità, per i quali è stato destinato complessivamente 1 milione. Premialità specifiche e una riserva finanziaria di 200 mila euro sono state previste, nell´ambito della formazione continua, per la riqualificazione dei lavoratori di aziende insediate in aree di crisi.  
   
   
CALABRIA: MANIFESTAZIONE DEDICATA AL PROGETTO PAESE COREA  
 
Catanzaro, 31 marzo 2015 - Si è svolta a Lamezia Terme l’iniziativa, durata tre giorni, delicata al “Progetto Paese Corea”, organizzata dal Dipartimento “Presidenza” e curata dal Settore “internazionalizzazione”. Lo scopo della manifestazione, che ha visto la partecipazione di aziende e soggetti provenienti da tutte le province calabresi, è stato quello di esporre le opportunità di investimento per le piccole e medie imprese nel mercato coreano, nei settori agroalimentare, vitivinicolo, turismo e Ict. Particolarmente inportanti, sono stati gli incontri singoli tra le aziende aderenti all’iniziativa con gli operatori coreani, rappresentanti di aziende e strutture coreane di grande prestigio come la Gng Food, la Decanter Co Ltd., la Nipa -National It Industry Promotion Agency, la Hana Tour e la The Korea Times. La delegazione coreana è stata supportata dal Segretario Generale della Camera di Commercio italiana in Corea (Itcck) Roberto Martorana che ha presentato il mercato coreano e le opportunità di sviluppo per le imprese calabresi. Il “Progetto Paese Corea”, contenuto nel piano Esecutivo Annuale (Pea) 2013, all’interno del “Programma Calabria Internazionale" intende promuovere e divulgare, attraverso il supposto della Camera di Commercio Italiana in Corea, le eccellenze calabresi e, al contempo, proporre agli operatori regionali, il mercato in forte espansione e sviluppo. L’iniziativa è stata realizzata con la collaborazione dello "Sprint" (Sportello Regionale per l’Internazionalizzazione). La prossima azione legata al “Progetto” sarà una missione di conoscenza in Corea del Sud di cui si darà notizia, come di consueto, sul sito www.Sprintcalabria.it    
   
   
CONSIGLIO APPROVA IL CODICE DEL COMMERCIO DELLA REGIONE PUGLIA  
 
Bari, 31 marzo 2015 - La Regione Puglia ha il suo “Codice del Commercio”, una legge quadro che rende più semplice la vita di decine di migliaia di operatori del commercio perché trasforma la complessa normativa esistente in un sistema di norme razionale e funzionale e liberalizza le attività economiche. Il disegno di legge è stato approvato dal Consiglio regionale della Puglia. A darne notizia è l’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone che spiega: “Abbiamo reso un servizio efficace ed efficiente al commercio che è un motore economico di primo piano per la Puglia, e ai consumatori che lo rendono tale. Avevamo la necessità di rendere organico un complesso corpus di norme composto da leggi regionali e nazionali non solo numerose, ma elaborate in tempi diversi e per svariate esigenze”. “La seconda necessità – continua l’assessore – era adeguare queste leggi al nuovo quadro legislativo ed economico sia nazionale che europeo orientato alla liberalizzazione delle attività e alla semplificazione degli oneri amministrativi a carico delle imprese. Infine c’era proprio la necessità di integrare leggi differenti per semplificare il quadro degli adempimenti ai quali sono sottoposti sia gli operatori che le amministrazioni”. In particolare il nuovo Codice prevede: - la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) come modalità normale di inizio delle attività, mentre l’autorizzazione rimane come eccezione prevista per attività impattanti o che necessitano di particolari verifiche e controlli preventivi. In particolare rimangono soggette ad autorizzazione le attività che hanno o potrebbero avere impatti sul territorio come le strutture commerciali di dimensioni rilevanti, gli esercizi che prevedono la vendita o la somministrazione di alcolici, i nuovi impianti di distribuzione dei carburanti, le attività che comportano la permanenza di gruppi di persone generando problemi come, per esempio, il rumore, le strutture con potenziali impatti ambientali (come i distributori di carburante) e le attività che si svolgono su aree pubbliche; - l’unificazione di alcune normative per tutti i settori, quali la pubblicità dei prezzi, i sub ingressi ecc; - la razionalizzazione ed estensione a tutte le attività commerciali di alcuni istituti originariamente previsti in sede fissa come i centri di assistenza tecnica, l’Osservatorio del commercio, i Distretti urbani del commercio; - la regolamentazione di tutte le attività di vendita al dettaglio, eliminando i riferimenti a normative nazionali ormai obsolete; - infine le sanzioni e le modalità di sospensione e revoca delle autorizzazioni. Anche in questo caso l’unificazione delle normative consente di semplificare notevolmente la normativa.  
   
   
FIERE, LA GIUNTA REGIONALE DELL’EMILIA-ROMAGNA HA VARATO I CRITERI PER OTTENERE LE QUALIFICHE DELLE MANIFESTAZIONI ESPOSITIVE, DA "LOCALE" A "INTERNAZIONALE", SECONDO LE DIRETTIVE UE.  
 
Bologna, 31 marzo 2015 - «I nuovi criteri che abbiamo introdotto sulla qualifica delle manifestazioni fieristiche emiliano romagnole sono una parte fondamentale del percorso di rafforzamento internazionale del nostro sistema produttivo e rappresentano un primo tassello del progetto di unica piattaforma fieristica regionale». Lo ha affermato l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi riferendosi alla decisione della Giunta regionale, delle scorse settimane, di introdurre nuovi criteri per il riconoscimento della qualifica internazionale, nazionale, regionale e locale alle manifestazioni fieristiche. «L’emilia-romagna è stata tra le prime Regioni a raccogliere la sfida. Abbiamo riformato e aggiornato l´ordinamento fieristico regionale inserendo quanto stabilito dalle Direttive Ue e dalla Conferenza delle Regioni», ha aggiunto l’assessore Costi. Sarà riconosciuta la qualifica “internazionale” alla manifestazione fieristica quando nell’ultima edizione verrà certificata, da parte di organismi accreditati da Accredia (ente nazionale di accreditamento designato dal Governo italiano che seleziona organismi di certificazione dei dati fieristici), una partecipazione di almeno il 10% di espositori provenienti dall’estero rispetto al numero totale di espositori, diretti e indiretti; ovvero almeno il 5% rispetto al numero complessivo delle visite o dei visitatori (sia generici che professionali) provenienti dall’estero. Più stringenti i criteri in caso di auto-rilevazione del dato o di certificazione effettuata da un organismo non riconosciuto da Accredia o da organismo europeo equivalente. In questo caso, la qualifica “internazionale” alla manifestazione fieristica, già definita “nazionale”, verrà riconosciuta quando nell’ultima edizione si sarà registrata una partecipazione di almeno il 15% di espositori provenienti dall’estero, rispetto al numero totale di espositori diretti ed indiretti; ovvero almeno l’8% rispetto al numero complessivo delle visite o dei visitatori (sia generici che professionali) provenienti dall’estero.