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Notiziario Marketpress di Martedì 31 Marzo 2015
PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELL’EDUCAZIONE: PRIMO DOTTORE DI RICERCA IN ALTO APPRENDISTATO  
 
Torino, 31 Marzo 2015 - Ieri, presso la Sala Lauree del Dipartimento di Psicologia (Via Verdi 10), è stata proclamata, tra i primi in Italia, Dottore di ricerca in Alto Apprendistato Valentina Accattino, laureata in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione (nata a Torino il 30/9/1983) . Il titolo della tesi “Prevenire l’aggravarsi di demenze attraverso l’impegno in attività. Una ricerca-intervento sugli anziani in Piemonte: analisi longitudinale di variabili psicosociali” riassume il progetto di validare un modello di terapia cognitiva adeguato per la promozione del benessere in anziani ospiti di strutture socio-sanitarie residenziali. Tale ricerca presuppone un contesto ecologico come rappresenta la residenza Casa Mia Borgaro dove Valentina ha svolto la sua attività a partire da gennaio 2012. Presso tale struttura è stato possibile integrare una serie di attività di accompagnamento e assistenza mediante nel percorso dell’apprendistato che hanno consentito l’integrazione della ricerca con l’intervento e la cura. L’alto Apprendistato è reso possibile grazie alla collaborazione tra l’Università di Torino, la Regione Piemonte e le aziende piemontesi per offrire da un lato al sistema produttivo servizi formativi altamente qualificati e ai giovani occasioni di impiego stabile unitamente alla possibilità di conseguire un di titolo di studio accademico. Il dottorato di ricerca in apprendistato rientra in questa politica generale e consente di sviluppare progetti di ricerca concordati tra impresa e istituzione universitaria nell’ambito del percorso di dottorato seguito dal giovane apprendista. In particolare il Bando per l’acquisizione del titolo di “Dottore Di Ricerca” in esercizio di apprendistato è finalizzato alla progettazione e realizzazione, in collaborazione con le aziende, di progetti di ricerca e per l’acquisizione del titolo di “Dottore di Ricerca”. L’università di Torino dal 2011 ad oggi ha visto finanziati 9 progetti di dottorato in apprendistato per un totale di circa 208.000,00 €. Il primo nel 2011 sul Dottorato in Scienze Psicologiche, Antropologiche e dell’Educazione, che termina appunto con la proclamazione del 30 marzo. Altri sei progetti sono stati finanziati nell’anno 2013 e in particolare sono uno sul Dottorato in Fisica e Astrofisica, uno sul Dottorato in Scienze Chimiche e dei Materiali e quattro sul Dottorato in Scienze Farmaceutiche e Biomolecolari. Infine, gli ultimi due sono stati finanziati nel 2014 e sono in particolare uno sul Dottorato in Scienze Chimiche e dei Materiali e uno sul Dottorato in Scienze Agrarie, forestali e agroalimentari. “Questa proclamazione dimostra concretamente quanto il nostro Ateneo risponda alle necessità del territorio, locale ma anche nazionale, in questi momenti di crisi produttiva ed inoccupazione - così commenta il Rettore dell’Università di Torino, prof. Gianmaria Ajani – La risposta positiva delle aziende conferma che la strada intrapresa per lo sviluppo del territorio e l’inserimento nel mercato del lavoro dei giovani laureati è quella corretta”. “La Regione Piemonte – dichiara l´assessore all´Istruzione, Lavoro e Formazione professionale Giovanna Pentenero - intende favorire il dialogo Università – Impresa, intensificandone i rapporti all’interno della realtà economico-produttiva piemontese, agendo sia sulla leva dello sviluppo dell’innovazione e della ricerca sia sulla leva occupazionale. Il dottorato in apprendistato valorizza le imprese in qualità di soggetti formativi che co-progettano, insieme agli Atenei, il percorso accademico. Crediamo che si renda sempre più necessaria la sinergia tra istituzioni, aziende, Università per cercare di vincere la sfida che i numeri della disoccupazione giovanile ci pongono di fronte. I miei complimenti quindi alla dottoranda, e un grosso augurio per il suo futuro.”  
   
   
FVG: CONFERMA RUOLO SCIENTIFICO CRO AVIANO  
 
Aviano, 31 marzo 2015 - Il ruolo importante del Centro di riferimento oncologico (Cro) di Aviano nel contesto del mondo scientifico internazionale, e il compito essenziale che esso svolge a vantaggio della salute dei cittadini del Friuli Venezia, sono stati ribaditi dal vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, e dall´assessore alla salute, Maria Sandra Telesca, intervenuti alla presentazione della Risonanza magnetica 3T, la nuova apparecchiatura che dalla prossima settimana diverrà operativa, e che concorrerà a distinguere ulteriormente, come ha affermato l´assessore Telesca, la ´mission´ scientifica dell´istituto. L´installazione della nuova risonanza magnetica ha comportato un costo complessivo di 3 milioni di euro (1,65 milioni per l´apparecchiatura, la spesa restante per la realizzazione della struttura destinata a ospitarla). Una spesa coperta principalmente dalla Regione, con il concorso del Ministero della salute per quanto attiene alle finalità volte alla ricerca scientifica dell´apparato. L´ecografo permetterà infatti indagini diagnostiche ancor più precise, ancorché non nocive né invasive, in particolare rispetto alle lesioni cerebrali, e a sospette patologie alla mammella, alla prostata, all´addome. E´ infatti caratterizzata dalla possibilità di scansione ancor più accurata dei tessuti, mentre le maggiori dimensioni dell´apparecchiatura assicureranno un maggiore confort ai pazienti che si sottoporranno all´ecografia. Si tratta infatti, ha detto Bolzonello -"Di uno straordinario macchinario, che offrirà un ulteriore servizio ai cittadini che scelgono il Cro di Aviano per farsi curare". "La Regione- ha aggiunto Bolzonello - è impegnata a fare sì che il Cro rimanga l´Istituto di ricerca Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) al quale teniamo". "Non solo - ha precisato - ma possa rafforzare il proprio ruolo, a vantaggio della Regione e dell´intera comunità regionale". "L´attuale normativa nazionale in materia di sanità - ha specificato l´assessore Telesca - prevede l´utilizzo di queste macchine esclusivamente per scopi scientifici, e l´installazione ad Aviano della Risonanza magnetica 3T, conferma che la ´mission´ del Cro non è soltanto quella di erogare l´assistenza sanitaria". "Una ´mission´ - ha proseguito Telesca - che rientra nello spirito della riforma del sistema sanitario regionale, e nel rispetto degli standard internazionali della ricerca: tutto questo va a vantaggio dei cittadini del Friuli Venezia Giulia e non solo". L´assessore Telesca si è infine soffermata sull´appropriatezza delle cure, e sul metodo che deve guidare l´utilizzo del nuovo e modernissimo apparato per la risonanza magnetica, affinché se ne possano fruire al meglio le grandi potenzialità a favore della salute.  
   
   
SUPERAMENTO OPG, ECCO LE SOLUZIONI DELLA TOSCANA  
 
Firenze 31 marzo 2015 - Superamento dell´Opg, l´ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo, queste le soluzioni della Toscana, contenute nella delibera approvata dalla giunta regionale nel corso della seduta di oggi pomeriggio. Queste le residenze individuate per ospitare gli internati toscani che si trovano ora nell´Opg di Montelupo: 1. Istituto Mario Gozzini – Località Sollicciano Firenze – Azienda Usl 10 di Firenze 2. Struttura Psichiatrica Residenziale "Le Querce" Firenze - Azienda Usl 10 di Firenze 3. Comunità Terapeutica "Tiziano" Aulla – Azienda Usl 1 Massa e Carrara 4. Struttura residenziale "Morel" Ospedale Volterra – Azienda Usl 5 di Pisa 5. Modulo residenziale "I Prati" Abbadia S. Salvatore – Azienda Usl 7 Siena 6. Modulo residenziale in struttura terapeutico riabilitativa di Arezzo – Azienda Usl 8 Arezzo. Nella delibera si stabilisce anche di impegnare la Asl 10 di Firenze ad eseguire l´analisi di fattibilità inerente la quantificazione e qualificazione degli interventi di adeguamento dell´Istituto Mario Gozzini a Sollicciano (conosciuto come "Solliccianino"), corredandola di cronoprogramma. Di attivare un tavolo regionale congiunto delle autorità coinvolte nel processo di superamento dell´Opg, coordinato dalla Direzione Generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale, con la partecipazione del Provveditore regionale dell´Amministrazione Penitenziaria per la Toscana, del Presidente del Tribunale di Sorveglianza, del Direttore Generale dell´Azienda Usl 10 di Firenze ed il supporto dei Settori regionali e territoriali competenti, al fine di garantire la sinergia delle azioni di rispettiva competenza e presidiare il monitoraggio ed il coordinamento degli interventi volti ad assicurare il superamento dell´Opg. Di organizzare corsi di formazione per gli operatori del settore finalizzati alla progettazione e alla organizzazione di percorsi terapeutico-riabilitativi e alle esigenze di mediazione culturale; riqualificare i dipartimenti di salute mentale, contenendo il numero complessivo di posti letto da realizzare nelle strutture sanitarie; predisporre percorsi terapeutico-riabilitativi individuali di dimissione di ciascuna delle persone ricoverate in Opg. Il superamento dell´Opg è uno degli obiettivi prioritari della Regione Toscana, che in questi anni ha posto particolare attenzione alle problematiche degli internati e detenuti nell´Opg di Montelupo, individuando tra gli obiettivi prioritari dei propri atti di programmazione in ambito sanitario il superamento dell´Opg attraverso percorsi socio-assistenziali e di cura da realizzarsi nell´ambito territoriale. Dal 2011 ad oggi sono stati promossi e sostenuti a livello regionale 65 programmi di dimissione dall´Opg, per favorire il rientro degli internati toscani nel territorio di provenienza. I 65 percorsi di dimissione attivati sono stati diretti per il 73% in comunità terapeutiche psichiatriche, per il 9% in comunità terapeutiche per doppia diagnosi, il 14% in residenze sociali e il 4% al domicilio proprio o dei familiari. Con varie delibere, la giunta regionale ha stabilito il potenziamneto della rete dei servizi territoriali, l´attivazione delle residenze intermedie, la realizzazione di una residenza destinata ad accogliere i pazienti internati con misure di sicurezza detentiva (Rems: residenza sanitaria per l´esecuzione della misura di sicurezza), la formazione professionale e l´aggiornamento continuo degli operatori, l´adeguamento della dotazione di personale, il sostegno dei percorsi di dimissioni per i pazienti internati toscani e per gli stranieri senza fissa dimora. Ad oggi nell´Opg di Montelupo sono presenti 115 pazienti internati, di cui 49 toscani, il resto da altre regioni. In più, 1 uomo toscano è nell´Opg di Reggio Emilia e 2 donne toscane sono nell´Opg di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova (l´Opg di Montelupo è solo per uomini). I pazienti di altre regioni verranno presi in carico dalle rispettive Regioni. La Regione Toscana ha individuato soluzioni innovative, basate su tre livelli: 1° livello: Rete ordinaria dei servizi territoriali 2° livello: Residenze intermedie e moduli 3° livello: Residenza con sorveglianza intensiva Per quanto riguarda i pazienti toscani, queste le soluzioni individuate: - per alcuni di loro (14) ci sono percorsi di dimissione in corso; - per 22, l´Istituto Mario Gozzini a Sollicciano (sorveglianza intensiva); - 12 andranno nella struttura appositamente realizzata nel padiglione Morel presso il presidio ospedaliero di Volterra (servirà la zona da Massa Carrara all´isola d´Elba) (struttura intermedia); - 10 nella comunità terapeutica "Tiziano" di Aulla, già funzionante (struttura intermedia); - 8 a Le Querce, a Ugnano, Firenze (struttura intermedia); - per l´Area vasta sud sono stati individuati 2 moduli, ciascuno di 4 posti, in due strutture terapeutico-riabilitative a Siena e Arezzo, che entreranno in funzione a ottobre.  
   
   
OPG: L´EMILIA-ROMAGNA PRONTA CON LE NUOVE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA (REMS), A BOLOGNA E IN PROVINCIA DI PARMA, NEI TEMPI PREVISTI DALLA LEGGE SULLA CHIUSURA DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI. PRESENTATA LA RESIDENZA DI BOLOGNA.  
 
Bologna, 31 marzo 2015 – Un’antica casa colonica, con fienile annesso, completamente ristrutturata e trasformata in una struttura accogliente, confortevole e sicura. La “Casa degli svizzeri”, in via Terracini a Bologna, apre le porte a 14 ospiti dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia. L’emilia-romagna è tra le prime Regioni italiane pronte ad accogliere in strutture alternative i propri residenti internati negli Opg. Nei tempi stabiliti dalla legge 81/2014, che ne hanno prorogato al 31 marzo 2015 la chiusura, i ricoverati emiliano-romagnoli si trasferiranno nel mese di aprile in due nuove strutture (oltre a Bologna, c’è quella in provincia di Parma, a Casale di Mezzani): le Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria (Rems). “Quella dell’Emilia-romagna è un’esperienza pilota a livello nazionale; come Regione abbiamo rispettato i tempi previsti” ha sottolineato oggi il sottosegretario alla presidenza della Regione Andrea Rossi durante la presentazione della Rems di Bologna. Poche settimane fa il sottosegretario, insieme ad altri rappresentanti delle istituzioni, era stato in visita all’Opg. “Si passa dalla struttura di Reggio, che era una vera casa circondariale, a questa residenza, inserita in un contesto socio-abitativo ben diverso: credo che abbiamo raccolto fino in fondo quello che era lo spirito del percorso avviato a livello nazionale per il superamento degli Opg”. Alla conferenza stampa erano presenti la responsabile del Servizio salute mentale della Regione Mila Ferri, i direttori generali dell’Ausl di Bologna Chiara Gibertoni (con il direttore sanitario Angelo Fioritti), dell’Ausl di Parma Elena Saccenti e dell’Ausl di Reggio Emilia Fausto Nicolini; l’assessore alla Sanità del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo e il vice sindaco di Mezzani Liana Lambertini. “Siamo pronti per un’operazione di civiltà importante, di cui si sentiva il bisogno – ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche per la salute Sergio Venturi – . E’ passata qualche decina d’anni dalla chiusura dei manicomi; credo fosse doveroso, come è stato deciso dal Governo insieme alle Regioni, chiudere gli Opg. Vuol dire passare da un regime puramente detentivo a un progetto di cura, di riabilitazione, anche psichiatrica, di persone che hanno commesso un delitto ma che non erano nella piena consapevolezza di ciò che facevano. Ci prendiamo cura quindi di queste persone, oggi nelle due residenze di Bologna e Casale di Mezzani, in futuro in quella definitiva di Reggio. Il mio auspicio – ha concluso l’assessore – è che tutte le Regioni si attrezzino in fretta per impedire che i propri cittadini restino negli Opg”. Le due Rems dell’Emilia-romagna Si tratta di strutture realizzate in attesa dell’ultimazione della destinazione definitiva di accoglienza, un centro che sorgerà a Reggio Emilia entro il 2016. Il percorso scelto dalla Regione Emilia-romagna di attuazione della legge è stato adottato a livello nazionale dall’Organismo di coordinamento per il superamento degli Opg, presieduto dal ministero della Salute, e proposto alle altre Regioni per superare l’impasse che si era determinato sui tempi di chiusura di questi ospedali (inizialmente prevista per il 2013 e nuovamente rinviata lo scorso anno). Rispetto agli Opg, si tratta di un cambiamento decisivo nella presa in carico degli internati: le Rems sono strutture accoglienti, dotate di tutte le caratteristiche di sicurezza, e inserite in un programma di riabilitazione sanitaria gestito dai Dipartimenti per salute mentale delle Aziende Usl di residenza, in stretto contatto con l’autorità giudiziaria per valutare caso per caso l’attivazione di percorsi sanitari individuali alternativi dalla detenzione. I degenti emiliano-romagnoli degli Ospedali psichiatrici giudiziari saranno ospitati nella Residenza per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria (Rems) di Bologna “Casa degli Svizzeri” in via Terracini 31, che ha 14 posti, e accoglierà le persone in carico alle Aziende Usl di Bologna, Imola, Ferrara e all’Azienda Usl della Romagna, e nella Rems di Casale di Mezzani, in provincia di Parma, con 10 posti, che accoglierà le persone seguite dalle Aziende Usl di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena. I lavori di ristrutturazione e di adeguamento hanno comportato una spesa complessiva di 400mila euro per la Rems di Bologna e di 608mila euro per quella di Parma. La Rems di Bologna dispone di 1.160 metri quadrati articolati su due edifici collegati da un tunnel vetrato, immersa in 4.000 metri quadrati di giardino. Sarà attiva dal 1 aprile 2015 e potrà accogliere 14 ospiti e in precedenza ospitava pazienti seguiti dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Usl di Bologna. Al suo interno opererà una équipe multi professionale composta da 1 psichiatra, 2 psicologi, 14 infermieri, 7 operatori socio-sanitari, 4 educatori, 1 assistente sociale, 1 amministrativo, per un totale di 30 operatori. La sicurezza della struttura è fondata prioritariamente su una particolare attenzione per gli aspetti relazionali e terapeutico-riabilitativi. Il rapporto operatori/utenti (due operatori per ogni utente), la formazione specifica per gli operatori e il comfort ambientale sono stati curati in maniera da garantire le condizioni di maggior sicurezza possibile per operatori e ospiti all’interno della struttura. La vigilanza del perimetro esterno e l’intervento d’urgenza in caso di necessità sono regolati da un accordo con le Forze dell’ordine realizzato con il coordinamento del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di Bologna. La Rems sarà sorvegliata 24 ore su 24, 7 giorni su 7, da un servizio di vigilanza privato. La Rems di Casale di Mezzani (Parma), attiva dall’1 aprile, in precedenza già utilizzata come residenza psichiatrica, può ospitare 10 persone. Il personale sarà organizzato come équipe multiprofessionale, composta da medici psichiatri, psicologi, infermieri, terapisti della riabilitazione psichiatrica ed educatori, operatori socio-sanitari per complessivi 22 operatori. L’assistenza è garantita 24 ore su 24. Il medico psichiatra sarà presente a tempo pieno, lo psicologo per tre giorni settimanali, come l’assistente sociale; almeno 1 infermiere, 1 operatore socio-sanitario e 1 educatore/tecnico della riabilitazione sono presenti tutto il giorno e la notte. E’ prevista l’attivazione di collaborazioni specifiche per realizzare attività espressive, teatro, musica, attività motoria e attività di formazione. Sono stati effettuati interventi di adeguamento della struttura, anche secondo i profili di sicurezza: recinzione della struttura, finestre e porte in sicurezza, sistemi di videosorveglianza interni ed esterni, accessibili in tempo reale dalle Forze dell’ordine. E’ prevista la presenza nelle 24 ore di personale di vigilanza. Gli emiliano-romagnoli negli Opg di Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere Oggi i residenti in Emilia-romagna presenti nell’Opg di Reggio Emilia sono 26 (nel 2008 erano 46), oltre a 3 ospitati a Castiglione delle Stiviere (Mn). Il tasso di presenze in relazione alla residenza è tra i più bassi in Italia (6,4/1.000.000 di abitanti, contro una media italiana di 17,5). Di questi ventinove, 23 saranno ospitati nelle Rems di Bologna e Parma mentre i restanti tre sono già avviati a un programma di dimissione. Il calo nelle presenze degli ultimi anni e l’incremento nelle dimissioni è dovuto a un intenso lavoro delle Aziende Usl regionali per individuare i programmi alternativi per le persone degenti. Complessivamente, nella struttura ospedaliera giudiziaria reggiana sono presenti 136 persone, di cui 68 sono destinate alle Rems attivate dalle Regioni di residenza, oltre alle 26 persone residenti in Emilia-romagna. Qualora nelle regioni interessate non fossero ancora attive le nuove strutture, le persone resteranno a Reggio Emilia finché le Rems non saranno disponibili. Nell’opg di Reggio Emilia sono inoltre presenti 42 detenuti, quindi provenienti da istituti penitenziari e sottoposti a misure di sicurezza specifiche collegate alla loro pericolosità sociale: queste persone non sono destinate alle Rems e al termine della misura di sicurezza nell’Opg torneranno a essere detenute in istituti penitenziari fino al termine della pena. L’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia accoglie persone provenienti, oltre che dall’Emilia-romagna, anche da Veneto, Friuli-venezia Giulia, Marche, Province autonome di Trento e Bolzano. Gli Opg in Italia In Italia sono attivi 6 ospedali psichiatrici giudiziari (Castiglione delle Stiviere, Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Aversa, Secondigliano, Barcellona Pozzo di Gotto). Accolgono persone che hanno commesso un reato, sono state riconosciute incapaci di intendere e di volere al momento del fatto e sono state pertanto prosciolte, ma riconosciute “socialmente pericolose” e sottoposte a una misura di sicurezza. La misura di sicurezza dovrebbe servire a rendere la persona non socialmente pericolosa, attraverso le cure erogate all’interno degli Opg. Fino al 2008 gli Opg erano gestiti completamente dall’Amministrazione penitenziaria, e il personale sanitario dipendeva dal Ministero della Giustizia. Dal 2008, con il passaggio di competenze della sanità penitenziaria al Servizio sanitario nazionale, il personale sanitario degli Opg è transitato alle dipendenze delle Aziende Usl, mentre la gestione degli aspetti strutturali, logistici e di sicurezza è rimasta all’Amministrazione penitenziaria.  
   
   
ERZELLI, ASSESSORE LIGURIA: UN CENTRO DI RICERCA PER LE TECNOLOGIE UMANE  
 
Genova, 31 Marzo 2015 - Accordo di programma tra Ministero dello Sviluppo Economico, Invitalia, Regione Liguria, Filse, Comune di Genova, Iit e Università di Genova per la realizzazione del Centro per le Tecnologie Umane (Center for Human Technologies) dell’Istituto Italiano di Tecnologia e di un incubatore tecnologico specializzato nel settore delle scienze della vita. E’ stato approvato dalla Giunta della Regione Liguria su proposta dell’assessore allo sviluppo economico Renzo Guccinelli. L’accordo prevede la realizzazione, presso il Parco Scientifico e Tecnologico degli Erzelli, di un centro di ricerca dell’Iit che occuperà circa 6000 mq e circa 300 ricercatori che opereranno nell’ambito di tre diverse aree tematiche: allungamento della vita, nuovo welfare per anziani e non normodotati, computazione interdisciplinare nel settore delle scienze della vita. La missione del Centro è quella di sviluppare nuove tecnologie per migliorare la vita dell’uomo durante le sue diverse fasi. I pilastri sono screening predittivo ad altissima sensibilità e bassissimo costo, miglioramento della chirurgia, supporto agli anziani, screening dell’ambiente, del cibo e della sicurezza, attività con un’enorme valore sociale e scientifico e su cui Iit ha già raggiunto un importante posizionamento internazionale. L’investimento per la realizzazione del Centro è pari a 15 milioni di euro del Ministero dello Sviluppo Economico che saranno assegnate alla Regione Liguria e che si aggiungono alle risorse di Iit che installerà presso il Centro strumentazioni ed attrezzature scientifiche per un valore di circa 10 milioni di euro. A fianco al centro per le tecnologie umane, sarà realizzato, da Invitalia in collaborazione con Regione Liguria e Filse, un incubatore tecnologico altamente specialistico che sarà dotato di un’infrastruttura tecnologica dedicata al sostegno di start up nel settore delle scienze della vita con un investimento complessivo di 4,5 milioni di euro. L’incubatore sarà quindi in grado di fornire servizi alle start up nella loro prima fase di avvio, non solo in termini di accompagnamento e di supporto finanziario, ma anche di infrastrutture tecnologiche per le fasi di test, e di pre industrializzazione dei prodotti, in grado di garantire maggiori chance e tempi più stretti per l’affermazione sul mercato.“L’insediamento del Centro sulla collina degli Erzelli – ha spiegato l’assessore regionale allo sviluppo economico Renzo Guccinelli - è un fatto di straordinaria importanza per il Parco Scientifico e Tecnologico e crediamo possa rappresentare, oltre che una grande operazione sotto il profilo della ricerca e dell’innovazione per la nostra regione, anche un elemento di attrattività per nuovi insediamenti scientifici e produttivi”.  
   
   
UMBRIA-ALBANIA; ILLUSTRATO PROGETTO COOPERAZIONE SANITARIA. CRESCONO RAPPORTI DI COLLABORAZIONE  
 
Perugia, 31 marzo 2015 - Si propone di sviluppare il servizio epidemiologico del sistema sanitario albanese, con particolare riferimento alle malattie cardiovascolari, il progetto illustrato oggi, a Perugia, nel corso di una conferenza stampa dal vice ministro alla salute della Repubblica di Albania, Klodian Rejpaj, e dalla vice presidente della Giunta regionale dell´Umbria, Carla Casciari. Il progetto, che rientra tra le attività previste dal "memorandum d´intesa" siglato nel dicembre scorso tra Regione Umbria e Governo Albanese, è stato presentato a valere sul Programma Italo-albanese di Conversione del Debito (Iadsa -Italian-albanian Debt for Development Swap Agreement), su invito del Ministero della sanità albanese. La Regione Umbria vi partecipata in qualità di partner, mettendo a disposizione le sue "buone pratiche", come benchmark di riferimento per la gestione sanitaria, lo scambio di conoscenze tecniche ed organizzative, allargate alle competenze del territorio e dell´Università di Perugia, anche in funzione di possibili collaborazioni bidirezionali di sviluppo. Le fasi del progetto riguardano l´individuazione e la definizione del sistema di sorveglianza e di controllo epidemiologico, l´attuazione del sistema e l´applicazione al registro delle malattie cardiovascolari, attività di formazione, per un complesso di attività stimate in 540 mila euro. E´ previsto il monitoraggio di 15 mila pazienti cardiopatici e di 50 mila cittadini con 7 mila casi potenziali di ipertensione, la realizzazione di un registro delle malattie e di un sistema di controllo con mappe epidemiologiche a livello nazionale. "Il progetto presentato oggi - ha detto la vice presidente della giunta regionale, Carla Casciari – consolida il percorso di collaborazione avviato dalla presidente della Regione Umbria e dal Governo Albanese con la firma del memorandum in tema di sanità, sicurezza e qualità delle produzioni alimentari, economia, ambiente e cultura. Si tratta – ha proseguito la vice presidente - di una opportunità importante per avviare una proficua cooperazione tra sanità umbra e albanese, attraverso obiettivi di cooperazione che possono aprirsi anche ad altri settori di comune interesse, con il coinvolgimento dei sistemi produttivi e istituzionali territoriali dei due Paesi. Penso ad esempio – ha aggiunto Casciari – alle imprese umbre del settore biomedicale interessate alla ristrutturazione e qualificazione del sistema sanitario pubblico albanese. Umbria ed Albania – ha sottolineato – sono legate da profondi legamenti di amicizia. E´ crescente la presenza italiana in Albania, molti sono gli studenti di medicina a Tirana. Viceversa sempre più numerosa è la comunità albanese in Umbria, con oltre 16 mila presenze".Mc/cm "Nei prossimi giorni – ha annunciato Casciari – si terrà una nuova missione in Albania da parte dell´assessorato regionale all´agricoltura per la verifica operativa delle azioni di collaborazione in campo agricolo, della sicurezza alimentare, e delle tecnologie agricole, con particolare riferimento al miglioramento delle colture tabacchicole in Albania". "Il progetto è un ulteriore tassello nel quadro delle collaborazioni tra Umbria e Albania – ha detto il vice ministro albanese, Klodian Rejpaj, -, collaborazione che è partita sin dall´inizio con il passo giusto, puntando a realizzare cose concrete. Solo pochi mesi fa – ha ricordato - la presidente della Regione, Marini, ha firmato il memorandum d´intesa con il primo ministro albanese, o oggi stiamo declinando operativamente parte degli impegni allora assunti che includevano anche la ripresa dei collegamenti aerei tra Umbria ed Albania, ora riattivati. La mia visita in Umbria è stata proficua perché è andata oltre le tradizionali modalità di cooperazione tra Paesi, cogliendo in pieno e supportando quella che è la principale aspirazione dell´Albania: voler essere un Paese europeo. Ci avete aiutato in passato nei momenti di difficoltà – ha concluso il vice ministro, ma adesso siamo pronti a camminare al vostro fianco con progetti e idee innovative che includono partnership fra istituzioni pubbliche, tra pubblico e privato e lavoro di ricerca, anche con l´obiettivo di accedere a quei meccanismi finanziari che permettono di concretizzare le azioni che abbiamo comunemente individuato".  
   
   
TOSCANA: MENINGOCOCCO C, RICHIAMO PER GLI ADOLESCENTI TRA 11 E 18 ANNI  
 
Firenze 31 marzo 2015 - Un dose di richiamo della vaccinazione per il menigococco C per gli adolescenti da 11 a 18 anni. La introduce una delibera approvata ieri pomeriggio dalla giunta regionale. Delibera che recepisce una proposta formulata la settimana scorsa - su richiesta dell´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni - dalla Commissione regionale per gli indirizzi e le strategie vaccinali. "Per incidere maggiormente sulla diffusione delle malattie invasive da meningococco e garantire una maggior protezione nella fascia dei giovani adulti - spiega l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni - la delibera aggiorna il Calendario vaccinale, introducendo l´offerta attiva e gratuita di una dose di vaccino coniugato quadrivalente Acwy agli adolescenti già vaccinati nell´infanzia, da somministrare nella fascia di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, preferenzialmente a 12 anni". Attualmente viene effettuata una sola dose nel secondo anno di vita e nel caso questa non sia stata eseguita, la vaccinazione viene offerta in ogni occasione utile di contatto con i servizi vaccinali. La stessa delibera introduce anche l´offerta gratuita della vaccinazione antipneumococcica con vaccino coniugato 13valente, nella popolazione adulta, ai 65enni (nel 2015, i nati nel 1950). Dalla campagna vaccinale del prossimo autunno sarà offerta in concomitanza con la vaccinazione antinfluenzale. Meningite meningococcica, i dati toscani - I casi registrati ad oggi in Toscana sono 15: 11 da meningococco C, 2 da meningococco B e 2 da ceppo non noto. Più il caso del 18enne di Monte Argentario ricoverato la notte scorsa all´ospedale di Grosseto per sospetta meningite meningococcica, per il quale sono ancora in corso gli accertamenti. Nel 2014 sono stati 16; nel 2013, 12; nel 2012, 18; nel 2011, 12; nel 2010, 16. E molti di più negli anni ancora precedenti: hanno toccato i 36 nel 2005, i 27 nel 2004, i 22 nel 2002 (tutti i dati derivano dal sistema di sorveglianza delle malattie batteriche invasive gestito dell´Istituto Superiore di Sanità: http://www.Iss.it/mabi/). La prevenzione - Strumento di prevenzione è la vaccinazione. In Toscana la vaccinazione contro il meningococco C è gratuita per tutti fino a 18 anni. E una delibera dell´ottobre 2014 ha introdotto la vaccinazione gratuita contro il meningococco B a partire dai bambini nati nel 2014. La vaccinazione contro il meningococco è comunque sempre offerta gratuitamente ai soggetti a rischio. Si ricorda che il Piano regionale delle vaccinazioni prevede l´offerta attiva e gratuita contro una serie di malattie infettive, divenute rare proprio grazie alla vaccinazione, ma comunque in grado di provocare gravi conseguenze. E quindi si raccomanda di aderire agli inviti a fare le vaccinazioni secondo le indicazioni del calendario vaccinale, rivolgendosi ai servizi di vaccinazione delle Asl o al proprio pediatra di famiglia per avere informazioni. Altre informazioni - Il meningococco si localizza nel naso e nella gola spesso di portatori sani e asintomatici, fino ad interessare dal 2 a ben il 30% della popolazione. Questa condizione non è correlata a un aumento del rischio di meningite o di altre malattie gravi. L´infezione si trasmette da persona a persona attraverso le secrezioni respiratorie. Il meningococco è un batterio che, fuori dell´organismo, sopravvive solo per pochi minuti. La principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio, tant´è che solo nello 0,5% dei casi la malattia è trasmessa da persone affette. La sorveglianza dei contatti è importante per identificare chi dovesse presentare febbre, in modo da intercettare eventuali ulteriori casi. Questa sorveglianza è prevista per 10 giorni dall´esordio dei sintomi del paziente. Il periodo di incubazione è generalmente 3-4 giorni (da 2 fino a 10 giorni).  
   
   
BASILICATA, PITTELLA: CON I REMS NUOVO APPROCCIO ALLA PATOLOGIA PSICHIATRICA  
 
Potenza, 31 marzo 2015 - "Si tratta di un nuovo approccio alla patologia psichiatrica, nel passato i pazienti venivano internati. Il tutto ha consegnato in Europa una immagine poco edificante". Lo ha detto il presidente della Regione, Marcello Pittella, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede della Rems (Residenza per l´esecuzione delle misure di sicurezza, che sarà inaugurata lunedì prossimo) di Tinchi di Pisticci, nel corso della quale il governatore lucano ha illustrato le caratteristiche della Rems e gli investimenti in strutture ed arredi realizzati dalla Asm su finanziamento regionale. "Noi restituiamo questa struttura - ha aggiunto Pittella - a un utilizzo perché recuperiamo una sfida, quella dell´approccio alle patologie psichiatriche che non abbiamo ancora vinto. Oggi aggiungiamo un tassello. Soltanto un contesto di reinserimento sociale può essere di aiuto. Questo non è né un carcere né un ospedale. Quello realizzato è una cosa insieme. É un luogo in cui persone si ritrovano a mo´ di famiglia e vivono il loro approccio in compagnia. Dobbiamo garantire il percorso terapeutico di prima diagnosi, di stabilizzazione e programma terapeutico. Poi si va al percorso di riabilitazione. Poi - ha aggiunto - c´è un secondo aspetto. L´uomo è al centro di questa vicenda nella sua drammatica esistenza. Poi c´è un tema relativo alla sicurezza che va inserito in un contesto più articolato. La sicurezza sta dentro un percorso che rassicura le persone malate accompagnandole alla rieducazione. Questo è un esempio di pratica della cultura garantista. Un mio apprezzamento va all´impresa che ha fatto un lavoro di squadra. Ringrazio il Rup, l´ingegner Nicola Sannicola, per la qualità e quantità del lavoro messa in campo in un tempo veramente contenuto. Un grazie al dottor Guarino, primario di psichiatria dell´Asm, devo dire che molto sta sulle sue spalle. Grazie infine al dottor Quinto e alla sua squadra. Abbiamo colto - ha concluso Pittella - una sfida che questo tempo ci consegna. Persone che hanno saputo interpretare bene il loro tempo. Abbiamo assunto Tinchi come emblema di un cambio di fronte. Vogliamo far seguire alle intese raggiunte i fatti". Il direttore generale dell´Asm, Pietro Quinto nel suo intervento ha evidenziato che "Il Comune di Pisticci ha sposato il progetto che ha voluto la prima Rems in Italia insieme all´Emilia Romagna. Dopo il superamento dell´Opg sono nate strutture come questa che servono a riavviare i ricoverati verso la fase finale di espiazione della pena. Un ringraziamento va a tutta la struttura tecnica che in 101 giorni consegna un´opera di eccellenza che tra l´altro ci è costata poco. La Basilicata si segnala ancora una volta per un uso appropriato delle risorse a servizio dei cittadini". Era presente l´assessore regionale alle Politiche per la persona, Flavia Franconi, che ha spiegato che "si tratta una struttura bella che assolve agli obblighi di legge che prevedono il superamento degli Opg. É stata un´impresa raggiungere l´obiettivo in 10 mesi e 22 giorni. É stata una velocità ottenuta in sinergia tra amministrazioni. Ringrazio i lavoratori e le loro famiglie. Quanto realizzato è motivo di orgoglio per tutta la Regione Basilicata". Alla conferenza stampa ha preso parte anche il presidente della Iv Commissione consiliare, Luigi Bradascio.  
   
   
SANITÀ NEL MOLISE, FRATTURA: ECCO CHE COSA STIAMO FACENDO PER UN SERVIZIO EFFICIENTE, DI QUALITÀ E SOSTENIBILE  
 
Campobasso, 31 marzo 2015 - "Provo a rispondere nel merito delle proposte avanzate dai nostri tre parlamentari del Pd. I concetti da loro espressi sono due: -ottenere una deroga dai parametri del Regolamento Balduzzi -creare una Azienda ospedaliera universitaria al Cardarelli per salvare il Dea di Ii livello a Campobasso e il Dea di I livello a Isernia e Termoli. Tutto questo per evitare "la morte della sanità pubblica" nella nostra Regione. La speranza di sopravvivenza risiede solo in una politica sanitaria capace di guardare non alle etichette, ma alla quantità e alla qualità dei servizi. La sanità pubblica sopravvivrà se porteremo a termine una rivoluzione del sistema basata su tre criteri: 1.Appropriatezza, cioè fornire ai cittadini prestazioni realmente efficaci 2.Qualità nell´erogazione di servizi 3.Sostenibilità economica. La richiesta di deroghe a una applicazione rigida del Decreto Balduzzi è già nelle proposte di riorganizzazione della rete ospedaliera che stiamo preparando e riguarda non generiche etichette come Dea di I o Ii livello, da apporre all´entrata delle strutture, etichette che non servono a garantire la salute dei cittadini, ma proposte serie, concrete, tese a garantire, sulla base dell´analisi dei fabbisogni epidemiologici, i diritti alla salute dei molisani! Quello che chiediamo e che difenderemo fino in fondo è di tenere attive specialità sanitarie necessarie a garantire adeguati livelli di qualità dell´assistenza e che non potremmo permetterci sulla base di una rigida applicazione del "Regolamento Balduzzi". Questa battaglia sarebbe certo più forte se ci fosse una reale unità nelle forze che sostengono tale proposta invece di assumere posizioni che magari danno visibilità ai singoli, ma indeboliscono le posizioni del Molise al tavolo delle trattative con il Governo e le altre Regioni, peraltro poco inclini a concessioni verso chi ha accumulato negli anni passati un deficit come il nostro! Per quanto riguarda la seconda proposta, fermo quanto già detto, visto che la creazione di una Azienda ospedaliera universitaria prevede il coinvolgimento dei Ministeri, ritengo che sarebbe opportuno fare una proposta più complessiva che tenga conto delle necessità sia della risposta ospedaliera che della risposta territoriale alle cure. Innanzitutto una premessa fondamentale: I policlinici universitari sono strutture pubbliche obbligatoriamente accreditate che devono inevitabilmente essere previste dalla programmazione regionale. Dopo il D.lgs 517/99 non è più possibile istituire policlinici universitari a gestione diretta dell´Università. Dopo tale data, si possono costituire solo due tipologie di Azienda miste: 1)Aziende ospedaliere costituite in seguito alla trasformazione dei policlinici universitari a gestione diretta, denominate aziende ospedaliere universitarie integrate con il Servizio sanitario nazionale; 2)Aziende ospedaliere costituite mediante trasformazione dei presidi ospedalieri nei quali insiste la prevalenza del corso di laurea in medicina e chirurgia, anche operanti in strutture di pertinenza dell´Università, denominate Aziende ospedaliere integrate con l´Università. Apprezzando la disponibilità espressa dal Rettore dell´Unimol per la creazione di una Azienda ospedaliera universitaria a diretta gestione universitaria, questa risulta difficilmente praticabile per tre motivi: 1)non è prevista dalla normativa vigente (art. 2 Dlgs 517/99): l´unica opportunità ci sarebbe stata se il Molise avesse avuto un Policlinico universitario con una Facoltà di Medicina già pienamente attiva prima del 1999; 2)non è praticabile alla luce della legge 135/2012 sulla spending review, del Piano di Rientro a cui è sottoposta la regione Molise, che ci obbliga e vincola a non incrementare i costi, duplicare servizi, e a razionalizzare l´esistente; 3)perché al sostegno economico-finanziario delle attività svolte dalla Azienda (art. 2 Dlgs 517/99): concorrono risorse messe a disposizione sia dall´Università sia dal Fondo sanitario regionale. Regioni e Università concorrono con propri finanziamenti all´attuazione di programmi di rilevante interesse per la regione e per l´Università, definiti d´intesa. Sarebbe entusiasmante ed oggettivamente conveniente ma allo stato attuale poco concreta, quella di pensare che un nuovo soggetto, l´Azienda ospedaliera universitaria, possa assicurare tutto il percorso di laurea e post laurea della Facoltà di Medicina,rilevando, quale sede dell´attività di formazione ricerca ed assistenza, gli ospedali a gestione diretta regionale, a cui la regione contribuirebbe con il solo riconoscimento delle prestazioni erogate (drg e tariffe), cedendo nell´ambito della trasformazione di personalità giuridica tutti i beni mobili, immobili e personale del Ssr. La possibilità che abbiamo e alla quale stiamo lavorando con l´Università e con il delegato del Rettore, Prof. Luca Brunese, è quella di una Azienda sanitaria regionale integrata con l´Università, con la partecipazione alle spese prevista da un protocollo d´intesa Regione/università in avanzata fase di definizione. La proposta complessiva alla quale stiamo lavorando è una riorganizzazione e razionalizzazione dell´esistente, con un piano di ri-articolazione delle attività clinico-assistenziali comprese quelle integrate, l´individuazione delle vocazioni specifiche dei presidi hub e spoke, l´adozione del modello organizzativo per intensità di cura, l´utilizzo di setting assistenziali improntati all´appropriatezza e all´efficienza produttiva. Questo è possibile soltanto rendendo l´ospedale Cardarelli il fulcro, l´hub, delle reti di emergenza e tempo dipendenti (quelle relative a patologie come il trauma grave, l´infarto e l´ictus), in cui gli elementi fondamentali per tutelare la salute dei pazienti sono sia il fattore tempo, sia la possibilità che il paziente che giunge trovi un equipe con sufficiente esperienza nella gestione di casi gravi. I presidi di Isernia e Termoli, pur rappresentando i nodi spoke della rete ospedaliera, che risponde alla domanda di assistenza per acuti tramite un modello organizzato in rete in base a livelli di complessità crescente, svolgeranno comunque il ruolo di struttura operativa deputata all´assistenza dei soggetti affetti da una patologia a insorgenza acuta e con compromissione funzionale, nonché di gestione di attività programmabili richiedenti un setting tecnologicamente e organizzativamente complesse. L´azienda territorialenel suo forte ruolo di committenza così come previsto dal Dlgs 502/92 e s.I.m.,svolgerà il ruolo di garanzia della presa in carico dei cittadini che hanno bisogno di cure in modo integrato tra ospedale e territorioe con una continuità assistenziale tale da non lasciare nessuno solo di fronte ad una malattia. Il ruolo e funzione dei distretti sanitari e delle case della salute sarà quello di costruire e solidificare la rete delle cure territoriali con una risposta articolata e capillare nei territori alla fragilità e cronicità soprattutto delle persone anziane e disabili. Per concludere è utile il massimo del dibattito sul futuro del nostro Ssr, ma è necessario il dovuto approfondimento, dandoci tutti, l´obiettivo di definire un tempo per il dibattito ed un tempo per assumere decisioni condivise, su cui condurre una battaglia comune che veda insieme tutte le forze democratiche della regione unite nel difendere il nostro Servizio sanitario regionale, sapendo che non possiamo permetterci, pena la perdita di ulteriore credibilità e affidabilità, di fare fughe in avanti a scapito delle risorse pubbliche oggi già molto esigue, né tantomeno illudere i molti, che nella partita della Sanità molisana si può "vincere facile" e con proposte irrealizzabili sotto il profilo economico-finanziario. La sanità pubblica non è gratis, è un diritto che va garantito utilizzando le risorse (poche) a disposizione con criteri di responsabilità, appropriatezza e rigore di contenuto, metodologico ed etico". È quanto afferma e spiega il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura.  
   
   
ADEMPIMENTI CONTABILI E LEA IN SANITÀ. RISULTATO POSITIVO PER LA PUGLIA  
 
Bari, 31 marzo 2015 - Risultato “estremamente positivo” per la Puglia al Tavolo di Verifica degli adempimenti contabili e dei Lea. Ne dà notizia l’assessore alle Politiche della Salute, Donato Pentassuglia, che, con il direttore generale dell’Ares, Ettore Attolini, spiega: ”Per il terzo anno consecutivo il bilancio economico del Servizio Sanitario Regionale chiude in pareggio ed il Tavolo di Verifica ha registrato il superamento degli obiettivi finanziari ed economici, anche in materia di pagamento dei fornitori. “Tale risultato- ha detto l’assessore- ha consentito lo sblocco di 331 milioni di euro relativi alla premialità degli anni 2010 e 2011. Questi soldi permetteranno, nei prossimi mesi, di riequilibrare le erogazioni finanziarie regionali, di destinare i risparmi conseguiti agli investimenti sanitari sul territorio e di proseguire nel processo già avviato relativo alle assunzioni di personale, assolutamente necessario ai fini del funzionamento del sistema e per garantire la qualità delle prestazioni. “Per quanto riguarda gli obiettivi di natura sanitaria, a fronte di un sensibile miglioramento di tutti gli indicatori relativi alla qualità dell’assistenza ospedaliera permangono, alcune criticità che impongono ulteriori interventi ed un indispensabile cambio culturale. “In particolare faccio riferimento all’elevato numero di parti cesarei rispetto alla media nazionale, seppure in costante miglioramento negli ultimi tre anni; alla riduzione del tasso di copertura vaccinale, a causa anche dei recenti allarmi sui potenziali rischi legati all’uso dei vaccini (rivelatisi poi del tutto infondati); alla difficoltà di aggiornare i flussi dati relativi alla psichiatria per il cambiamento delle procedure (che però non ha inciso sulla qualità dell’assistenza) ed all’ eccessivo consumo di farmaci rispetto alla media nazionale. “Sono stati inoltre analizzati positivamente- ha concluso l’assessore- anche i principali adempimenti regionali in relazione al cronoprogramma di attuazione del piano operativo 2013-2015.”  
   
   
CALABRIA: TAVOLO TECNICO SUL SISTEMA DELLE STRUTTURE SOCIO ASSISTENZIALI E SOCIO SANITARI  
 
Catanzaro, 31 marzo 2015 - L’assessore regionale al Lavoro Carlo Guccione ha promosso e presieduto il primo "Tavolo tecnico", così come deciso con delibera di Giunta, sulla riforma del sistema socio assistenziale della Calabria. L’assessore Guccione ha posto ai primi posti della sua agenda di lavoro la necessità di fare recuperare alla Calabria il “gap” che regista sulla materia rispetto a molte altre Regioni. All’ordine del giorno della riunione, la delicata questione del sistema delle strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie per disabili, anziani e minori che sono 4400 autorizzate, di cui 309 convenzionate ed assorbono la quasi totalità delle risorse a disposizione del settore. Insieme al dirigente generale del Dipartimento “Lavoro” Antonio De Marco ed al dirigente del Settore “Politiche Sociali” Vincenzo Caserta, presente anche una delegazione del Dipartimento Salute, l’Assessore Guccione ha illustrato hai rappresentanti di categoria le Linee guida elaborate per il trasferimento della competenza ai comuni capofila degli ambiti territoriali previsti dalla Legge 228/2000 e dalla Legge regionale 13/2003. “Siamo aperti a qualsiasi forma di contributo – ha detto Guccione - che possa portare valore aggiunto al nostro progetto in termini di qualità e di efficacia sul percorso. Su una cosa non siamo però disponibili a trattare ed è il decentramento delle competenze al territorio”. Per l’esponente della giunta, guidata da Mario Oliviero, infatti, non è più possibile persistere in una condizione di mancata osservanza della legislazione vigente, che sconvolge anche i ruoli delle istituzioni. “La Regione – ha detto ancora l’Assessore al Lavoro - deve recuperare la funzione di programmazione che le è propria ed i comuni quella di gestione degli interventi sulla base del fabbisogno dei territori. L’assessore ed i dirigenti hanno comunque garantito che la Regione fornirà agli enti locali tutta l’assistenza tecnica necessaria per un passaggio graduale delle funzioni. E si sono resi disponibili ad acquisire, in breve tempo, le osservazioni alle linee guida dei rappresentanti del tavolo tecnico. Con un presupposto, però: l’agenda di marcia non dovrà subire ritardi rispetto ad una procedura divenuta non più rinviabile.  
   
   
SANITÀ LUCANA: SANITÀ FUTURA SU NECESSITÀ RIFORME  
 
Potenza, 31 marzo 2015 - Ci sono dei momenti in cui le ingiustizie, i privilegi e le disuguaglianze hanno il sapore della tirannide e non sono più sopportabili: i più forti sottraggono risorse e diritti ai più deboli, infischiandosene dei danni procurati nell´immediato e ancor più delle conseguenze future. Non si deve commettere l´errore di pensare che affermazioni come questa riguardino solo la storia dei popoli e delle nazioni, hanno a che vedere invece con la vita di ogni singolo che ne paga il prezzo sia in termini di vera e propria sopravvivenza, sia in termini di dignità personale. E´ quanto evidenzia Sanità Futura alla vigilia di un incontro dei partiti di maggioranza che il Presidente Pittella ha convocato per la definizione dei tetti di spesa da affidare alle strutture ambulatoriali accreditate. A sostenere la tesi dell´ingiustizia e della conseguente negazione del diritto alla salute per tutti i lucani Sanità Futura ha diffuso una tabella di dati: su un totale di poco più di 25 milioni di euro di fondi destinati alla specialistica ambulatoriale la media pro-capite è di 43 euro. Anche il nostro sistema sanitario regionale non è fuori da questa affermazione. Il riferimento è alla ripartizione dei fondi destinati alla specialistica ambulatoriale che non rispecchia la distribuzione della popolazione della Regione Basilicata e di conseguenza le prestazioni sanitarie da erogare.  
   
   
PUGLIA: ESTENDE BLOCCO ASSUNZIONI AD AGENZIE E AMMINISTRATIVI ASL  
 
Bari, 31 marzo 2015 – La Giunta Estende blocco assunzioni a proprie Agenzie ed Asl In osservanza alla circolare 1/2015 dei Ministri per la Semplificazione e degli Affari regionali, relativa alle linee guida per il personale delle Province,la Giunta regionale ha esteso anche alle Agenzie ed alla Asl regionali ( per queste ultime il riferimento è al solo personale amministrativo) le “eventuali assunzioni a tempo indeterminato a valere sui budget 2015 e 2016”. Queste, precisa la delibera “ sono subordinate al necessario espletamento di apposite procedure di mobilità volontaria, riservate esclusivamente al personale di ruolo degli enti di area vasta in possesso dei requisiti professionali contenuti nei rispettivi bandi. Restano consentite “in capo ai soggetti sopra individuati, le assunzioni, a valere sui budget degli anni precedenti il 2015 e 2016, nonché quelle previste da norme speciali e che, per quanto attiene l´assunzione delle categorie protette, resta fermo l´obbligo di copertura della quota di riserva, al quale si può adempiere anche attraverso l´acquisizione di personale in mobilità dagli enti di area vasta assunto in applicazione della normativa vigente in materia di categorie protette; di dare atto che possono essere concluse le procedure di mobilità volontaria avviate prima del 1° gennaio 2015 e che eventuali nuove procedure di mobilità volontaria, secondo quanto precisato, saranno riservate al personale di ruolo degli enti di area vasta e potranno essere avviate solo all’esito del perfezionamento degli elenchi per la mobilità di detto personale;  
   
   
SANITÀ: G.R. UMBRIA ISTITUISCE ELENCO REGIONALE DELLE AZIENDE FORNITRICI DI PROTESI, ORTESI ED AUSILI  
 
Perugia, 31 marzo 2015 – La giunta regionale, su proposta della presidente, Catiuscia Marini, ha stabilito di istituire l´elenco regionale delle aziende fornitrici di protesi, ortesi ed ausili. Contestualmente è stato deciso di aggiornare i requisiti strutturali ed organizzativi necessari per l´inserimento delle aziende stesse nell´elenco. "Si tratta di un atto importante che va a tutelare gli interessi dei cittadini – ha detto la presidente Marini - visto che le aziende sono inserite nell´elenco in base a dei requisiti minimi strutturali, organizzativi e di personale, che saranno valutati direttamente dalla commissione regionale per l´assistenza protesica in seguito alla presentazione di specifica documentazione da parte delle aziende che chiederanno di essere inserite nell´elenco". A sua volta la commissione regionale ogni due anni dovrà verificare e controllare che le aziende fornitrici siano ancora in possesso dei requisiti e, altrimenti, procedere alla loro cancellazione. La presidente ha quindi spiegato che "la Regione ha richiesto alle aziende già autorizzate a fornire ausili, protesi ed ortesi per conto del sistema sanitario regionale, di presentare domanda di iscrizione all´elenco regionale entro il 31 ottobre 2013 e, nel caso di mancanza di requisiti, la commissione avrebbe concesso un congruo tempo per il relativo adeguamento". "Ad oggi – ha proseguito Marini - la commissione regionale ha provveduto ad esaminare tutte le richieste di iscrizione all´elenco regionale pervenute sia da parte delle aziende già fornitrici per conto del sistema sanitario regionale, che da parte di nuove Aziende, invitando le aziende sanitarie locali all´iscrizione provvisoria in attesa dell´istituzione dell´elenco regionale che, con il nuovo provvedimento sarà pubblicato sul bollettino ufficiale regionale ed entrerà in vigore". La Regione ha anche deciso di applicare una riduzione del 20 per cento sulle tariffe previste per la fornitura degli aggiuntivi, ovvero quelle varianti di miglioramento del presidio prescritto, che nella stesura del preventivo, concorrono tra le voci che determinano il prezzo complessivo del presidio stesso.  
   
   
BASILICATA: DIPARTIMENTO REUMATOLOGIA SI CONFERMA CENTRO ALL´AVANGUARDIA  
 
 Potenza, 31 marzo 2015 - Il Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata si conferma un centro all’avanguardia per diagnosi, cura e ricerca delle malattie reumatiche, affermandosi sempre più chiaramente come punto di riferimento regionale e nazionale. Con le sue tre strutture dislocate sul territorio regionale (Ospedale San Carlo di Potenza, Ospedale Madonna delle Grazie di Matera e ambulatorio territoriale di Pescopagano) rappresenta un esempio di eccellenza dell’assistenza sanitaria di pazienti lucani ed extra-regione cui è data la possibilità di rivolgersi all’interno di una struttura pubblica, a fronte del pagamento del solo ticket, a specialisti assoluti nel campo reumatologico, con un curriculum scientifico di livello internazionale. Diretto dal Dott. Ignazio Olivieri, autorevole esponente della reumatologia come testimoniato anche dal suo ruolo di Presidente della Società Italiana di Reumatologia ricoperto dallo scorso anno, il Dipartimento si conferma esempio nazionale di buona sanità come emerge dai dati del Rapporto 2014 “La Reumatologia in Basilicata: report 2014 e obiettivi 2015”, presentato durante il consueto appuntamento annuale svoltosi oggi a Potenza, grazie al contributo incondizionato di Roche S.p.a.. Anche quest’anno il numero dei ricoveri ordinari è risultato di poco superiore ai 300 con una percentuale di provenienza extraregionale del 61% Le patologie per cui si procede con il ricovero sono principalmente le connettiviti (in particolare la Sclerosi Sistemica), le vasculiti e le artropatie infiammatorie croniche complicate. Sul fronte ambulatoriale, il Dipartimento nel 2014 ha erogato complessivamente 18.208 prestazioni di cui, ancora una volta, il 32% circa per pazienti extra-regione provenienti in larga misura dalle regioni limitrofe (Campania, Puglia e Calabria), ma anche da Sicilia, Abruzzo e Lazio ed in alcuni casi dalle regioni del nord Italia. Un risultato tanto più stupefacente se si considerano le difficoltà logistiche legate alla natura impervia e montuosa della Regione. “Da alcuni anni ormai il Dipartimento di Reumatologia redige e comunica il report annuale delle proprie attività. E’ un atto che denota una forte volontà di trasparenza nell’informare i cittadini in merito alle modalità con le quali vengono investiti e utilizzati i soldi pubblici, ma anche il riflesso della nostra determinazione a migliorare continuamente i servizi al cittadino, definendo obiettivi e proponendo soluzioni – spiega il Direttore Generale del San Carlo, Rocco Maglietta – Lavoriamo con impegno per diventare il polo interregionale della sanità del Sud Italia; lo facciamo affiancando alla qualità professionale dei nostri specialisti, un’assistenza vicino al paziente e ai suoi bisogni. Un ulteriore motivo di prestigio e dimostrazione della nostra serietà – conclude Maglietta – è la conferma nell’anno 2014 della certificazione del Sistema di Gestione per la Qualità secondo le direttive Uni En Iso 9001:2008 per l’Uoc di Reumatologia”. Lo spaccato dei dati 2014 delle singole strutture conferma il vantaggio della dislocazione territoriale per i cittadini con patologie reumatiche croniche che necessitano di essere seguiti nell’ambulatorio più vicino alla propria abitazione: cresce di circa il 25% l’attività dell’ambulatorio di Pescopagano con 290 visite contro le 230 del 2013, facendo sempre più in modo che le strutture di Matera e Potenza diventino riferimento per gli esami strumentali e/o i ricoveri. Non solo diagnosi, cura e trattamento: il Dipartimento è un esempio di eccellenza anche nel campo della ricerca, tanto da posizionarsi ai primi posti nella graduatoria nazionale. L’impegno quotidiano in questo campo ha permesso di ottenere la candidatura al riconoscimento ministeriale quale Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) di tipo monospecialistico intraospedaliero. “Oltre a contribuire alla formazione di altri medici partecipando come relatori a numerosi convegni formativi di interesse locale, nazionale e internazionale, i medici del Dipartimento continuano a svolgere una intensa attività di ricerca, sempre senza sottrarre tempo ai pazienti, vale a dire al di fuori dell’orario lavorativo, e senza alcun incentivo economico o professionale – ha commentato il dott. Ignazio Olivieri – A spingerci è la convinzione non solo che il mantenimento di un elevato profilo scientifico migliori la nostra preparazione, ma anche che si rifletta sul miglioramento dell’assistenza e della qualità della vita dei pazienti, aspetti meritevoli di sacrifici personali. L’istituzionalizzazione, attraverso il riconoscimento di Irccs, dell’ampia attività di ricerca svolta dai nostri medici rappresenterebbe un ulteriore motivo di visibilità e prestigio per il Dipartimento, ma soprattutto ci consentirebbe di usufruire di fondi ai quali al momento non abbiamo accesso per attrezzature e personale così da competere con colossi della Reumatologia europei, del Nord America e dei Paesi dell´Estremo Oriente”. L’impegno degli specialisti è stato ripagato da un aumento significativo dell‘Impact Factor (l’importanza delle riviste scientifiche nelle quali gli studi sono stati pubblicati, indirettamente indicativo della rilevanza che un dato studio ha per la comunità scientifica): nel 2014 sono stati 12 gli articoli scientifici pubblicati, pari a un If di 64,297, punteggio quasi raddoppiato rispetto al 38,82 del 2013, anno in cui la produzione scientifica si era attestata a 10 articoli. Tra le pubblicazioni 2014 spicca un articolo sul trattamento dell’artrite psoriasica pubblicato su Nature Reviews Rheumatology, la principale rivista internazionale del settore. “Possiamo dirci sicuramente soddisfatti dei risultati positivi del 2014, in termini di ricerca, assistenza e, soprattutto, lavoro sul territorio, come testimoniato dalla crescente attività dell’ambulatorio di Pescopagano. A partire da questo, ci poniamo l’obiettivo di incrementare nei prossimi anni la diffusione sempre più capillare sul territorio regionale e migliorare i tempi di attesa che, nonostante gli sforzi, rimangono sostanzialmente stabili a causa dell’alta richiesta di prestazioni e all’impegno dei reumatologi in guardie interdivisionali – ha commentato il dott. Salvatore D’angelo, Dirigente Medico U.o. Reumatologia Aor San Carlo – Per raggiungere questo obiettivo, puntiamo sul potenziamento o rimodulazione delle risorse umane, sulla possibilità di accrescere i consulti telefonici utili a valutare preliminarmente la necessità della visita specialistica e, fondamentale, sulla miglior collaborazione con i medici di medicina generale al fine di raggiungere una migliore appropriatezza prescrittiva.”  
   
   
CALABRIA: IL PRESIDENTE MARIO OLIVERIO HA INCONTRATO IL COMMISSARIO PER IL PIANO DI RIENTRO DELLA SANITÀ  
 
Catanzaro, 31 marzo 2015 - Il presidente della Regione Mario Oliverio ha incontrato il 27 marzo a Palazzo Alemanni il commissario ad acta per la Sanità Massimo Scura. “E´ stato un incontro positivo- ha dichiarato Oliverio al riguardo- che ha consentito un primo scambio di valutazioni sulla grave situazione in cui versa il sistema sanitario calabrese. E´ necessario fuoriuscire da una impostazione contabilistica ed improntata ad una visione burocratica e ragionieristica del c.D. Piano di rientro. Va subito aperta una fase nuova di riorganizzazione e riqualificazione dei servizi sanitari, territoriali ed ospedalieri.” Nell’ambito dell´incontro è stata tra l’altro affrontata la problematica relativa alla Fondazione “Tommaso Campanella”. Dai colloqui è emerso che, a seguito di comunicazione del direttore generale della Fondazione Mario Martina, pervenuta al Dipartimento Tutela della Salute lo scorso 25 Marzo , la Regione ha appreso che la struttura di cura non è in grado di garantire l’erogazione di alcune importanti prestazioni sanitarie ai propri pazienti, sebbene la Regione stessa si fosse impegnata ad approvvigionare la struttura di farmaci, dispositivi medici e quant’altro necessario all’assistenza sanitaria, per come concordato con la Fondazione. Nel prendere atto di questa nuova determinazione della Fondazione Campanella, malgrado il rispetto degli impegni da parte della Regione, sia il presidente Oliverio che il commissario Scura hanno espresso la volontà di garantire la continuità delle cure per i pazienti, evitando disagi all’utenza. In tale direzione si è deciso, nell’immediato, di definire un urgente piano d’intervento, al quale sta lavorando il Commissario ad acta con il supporto del Dipartimento Tutela della Salute. In ogni caso, relativamente al complesso della vicenda, il presidente Oliverio, ha ribadito ancora una volta la volontà dell’Amministrazione regionale di trovare una positiva soluzione, in un quadro di certezze normative e di legalità.  
   
   
SANITA´ IN PIEMONTE: ESENZIONE DAL TICKET PER REDDITO, PROROGA SINO AL 31 MARZO 2016  
 
Torino, 31 marzo 2015 - Anche quest’anno, la Regione Piemonte ha prorogato al 31 marzo 2016 la validità le attestazioni di esenzione per reddito, già rilasciate dalle Aziende sanitarie locali. Ricordiamo che le categorie che usufruiscono dell’esenzione sono: - cittadini con meno di 6 o più di 65 anni, con reddito familiare inferiore a 36.151,98 euro, (codice E01); - cittadini titolari o a carico di altro soggetto titolare, di assegno (ex pensione) sociale, (codice E03); - cittadini titolari o a carico di altro soggetto titolare, di pensione al minimo, con più di 60 anni e reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro, incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico, (codice E04); - residenti in Piemonte compresi tra i 6 e i 65 anni di età con reddito familiare inferiore a 36.151,98 euro- codice (E05)- compartecipazione alla spesa farmaceutica. I cittadini in possesso del certificato di esenzione con il codice E02, disoccupati e lavoratori in mobilità, dovranno recarsi alla propria Asl di riferimento per l’eventuale rinnovo del certificato. Considerata l’estrema variabilità della condizione, la proroga non è automatica. La Regione ricorda che permane la responsabilità dell’assistito a non usufruire dell’attestazione di esenzione all’atto della prescrizione nel caso di modifica delle proprie condizioni reddituali o di stato civile che determinano la perdita del diritto, pena l’applicazione delle sanzioni anche penali previste in merito. La comunicazione è stata inoltrata a tutte le Aziende sanitarie regionali, ai presìdi e alle case di cura e strutture sanitarie accreditate con il Servizio sanitario nazionale.  
   
   
NUOVO DEA VIGEVANO (PV): STRUTTURA MODERNA E ATTREZZATA  
 
Vigevano/pv, 31 marzo 2015 - "È una struttura moderna, attrezzata, con le migliori e più moderne apparecchiature elettromedicali, indispensabili per garantire la salute dei lombardi". Lo ha detto il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, alla cerimonia di inaugurazione del nuovo Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) dell´Ospedale Civile di Vigevano, alla quale erano presenti anche l´assessore alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini e i consiglieri regionali Angelo Ciocca, Giuseppe Villani e Iolanda Nanni, in qualità di rappresentanti del territorio. Generosità Lombardi - "La realizzazione di questo nuovo Dea - ha sottolineato il vice presidente - è stata possibile grazie a un contributo di Regione Lombardia e ai ricavi provenienti dalla vendita di una parte della proprietà dell´ospedale. A questo proposito, vorrei osservare come i nostri ospedali siano nati e cresciuti nel tempo, grazie alla generosità dei lombardi e alle donazioni anche patrimoniali spesso effettuate alle varie strutture: per questo, nella riforma della sanità lombarda, garantiremo ancora più trasparenza e tracciabilità, per valorizzare il contributo di tutti. La riforma si è resa necessaria, nonostante l´alta qualità della nostra sanità, perché sono cambiati i bisogni della sanità stessa". Assessore Melazzini - "L´inaugurazione del pronto soccorso dell´ospedale di Vigevano - ha affermato l´assessore Melazzini - rappresenta un risultato importante per il territorio pavese, per la città di Vigevano e la Lomellina in particolar modo. In questa giornata non bisogna volgere lo sguardo al passato ma al futuro e fare tutto il possibile affinché il pronto soccorso costituisca un biglietto da visita impeccabile dell´intera struttura ospedaliera. Certamente lo sarà perché già l´ospedale di Vigevano è un contenitore di alta professionalità e competenze, capace di garantire risposte ai bisogni che emergono della comunità vigevanese, ma può rispondere ad un bacino di utenza più vasto. Da Regione Lombardia anche oggi è stato ribadito il forte supporto perché è presente e vuole rispondere con i fatti alle esigenze del nostro territorio". Il Nuovo Dea - Il nuovo Pronto Soccorso sede di Dea si sviluppa su una superficie di circa 900 mq composta da: camera calda con dotazione di punto di decontaminazione, ingresso deambulanti, con spazi attesa dedicati, adulti e bambini, spazio triage, locale bonifica, attesa post triage, locali deposito attrezzi, per la gestione dell´emergenza shock room, 4 ambulatori visita/trattamento, osservazione breve, locali infermieri. Sono stati inoltre previsti spazi dedicati all´Areu. Contributo Della Regione - Nel luglio 2013 la Giunta Regionale ha assegnato a questa Azienda un finanziamento complessivo di 2.952.687 euro per interventi di riqualificazione dei presidi dell´A.o., nell´ambito del completamento degli interventi già avviati tra i quali rientra l´acquisizione di arredi, apparecchiature e attrezzature necessarie per l´attivazione del nuovo Pronto Soccorso. Con tale finanziamento, si è proceduto all´acquisizione di tutti gli arredi per l´allestimento del nuovo Dea, di nuove attrezzature e apparecchiature, oltre alla realizzazione del sistema per la gestione delle attese nonché il cablaggio di tutta la struttura, comprensiva di un sistema Wifi, per un importo complessivo di 800.000 euro. Durante il 2014, l´Azienda ha proceduto inoltre all´adeguamento normativo dell´U.o. Di Rianimazione con interventi strutturali ed impiantistici, oltre all´acquisizione di arredi/attrezzature, per un importo complessivo di 370.000 euro.  
   
   
MILANO, PARCO COLOMBO: PAINTBALL, BEACH VOLLEY, SNAKE PARK, MOBILITY DOG: LE PROPOSTE DEI CITTADINI LE RISPOSTE AL CONCORSO DI IDEE LANCIATO DAL COMUNE PER IL FUTURO DEL CENTRO SPORTIVO: SI SCATENA LA FANTASIA  
 
Milano, 31 marzo 2015 – C’è chi propone il primo ‘fortino’ d’Italia interamente dedicato al paintball, chi immagina una struttura leggera di curve paraboliche, salti e cunette pensata per tutte le attività possibili e immaginabili su ruote e rotelle, e chi vorrebbe un percorso professionale per runners con tanto di totem elettronico per dare informazioni in tempo reale su calorie bruciate e tempi intermedi. La fantasia dei milanesi per quello che sarà il primo parco sportivo pubblico della città si sta scatenando e, a decine, arrivano le proposte agli uffici e sul sito www.Comune.milano.it/parcocolombo. “L’interesse intorno a questo progetto condiviso cresce giorno dopo giorno – dichiara l’assessora allo Sport Chiara Bisconti – grazie anche al supporto di Zona 6 con cui abbiamo condiviso ogni passaggio. La varietà di proposte testimonia come gli spazi dello sport possano essere interpretati in tanti modi diversi e non escludo che alcune di queste idee possano perfettamente convivere insieme. C’è tempo fino al 21 aprile per partecipare, continuate a inviarci le vostre idee”. L’area interessata si trova in via Cardellino 15, tra via Inganni e via Lorenteggio e da anni è abbandonata. La Giunta ha appena approvato una delibera per far partire i primi interventi di manutenzione e pulizia del sito. Tra le proposte, suggestioni originali come rendere lo spazio un vero e proprio centro specializzato in paintball. Si tratta di uno sport di gruppo che prevede l’utilizzo di strumenti ad aria compressa per ‘sparare’ palline di vernice e, dopo aver eliminato gli avversari, raggiungere la ‘base’ avversaria. Il paintball viene regolarmente praticato anche a livello agonistico, in competizioni, tornei e campionati in tutto il mondo. C’è chi invece vorrebbe un parco costellato di strutture per gli sport urbani su rotelle, come skate e roller, come se ne trovano in molte città del nord Europa. E ancora, un ‘mobility dog’ dedicato all’educazione e all’addestramento cinofilo; strutture leggere per la ginnastica libera come travi, anelli, spalliere; percorsi per runner di ultima generazione, in grado di fornire in tempo reale informazioni sulle prestazioni individuali; campi in sabbia per il beach volley. Tutte le informazioni su www.Comune.milano.it/parcocolombo    
   
   
SPORT E ATTIVITÀ MOTORIE, CALDORO INSEDIA COMITATO TECNICO REGIONALE DELLA CAMPANIA  
 
Napoli. 31 marzo 2015 - Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ha insediato a palazzo Santa Lucia il Comitato Tecnico Regionale per lo Sport e le Attività Motorie. Il Comitato, previsto dall’art. 10 della legge 18 del 25 novembre 2013, è composto da 10 membri, espressione delle varie rappresentanze del mondo della sport, della scuola, dell’università e della medicina sportiva, ed è presieduto dal consigliere allo Sport del presidente Caldoro Luciano Schifone su sua delega. “La nostra attenzione – ha detto il presidente Caldoro – verso la pratica sportiva ha prodotto in questi anni numerose intese per investimenti nel settore, dall’impiantistica alle attività motorie. Il comitato rappresenterà un luogo di stimolo e confronto su questi temi." “Il Comitato che insediamo oggi – ha aggiunto Schifone - può diventare la struttura di coordinamento delle scelte che continueremo a fare per la crescita e lo sviluppo dello sport, in stretto raccordo con le attività che portiamo avanti sul versante della buona nutrizione, attraverso la dieta mediterranea, e sul progetto per gli stili di vita, su cui sono impegnati i medici di medicina generale. Da questo organismo anche in forza delle competenze specifiche dei suoi componenti, e degli esperti scelti dal presidente Caldoro, ci aspettiamo un contributo di grosso rilievo, utile a consentire allo sport campano un ulteriore salto di qualità.”