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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Giugno 2006
BANDO DI GARA EUROPEO - AGRICOLTURA E CAMBIAMENTO CLIMATICO  
 
La Commissione europea ha pubblicato un bando di gara relativo a uno studio sull´adattamento al cambiamento climatico nel settore dell´agricoltura. Lo studio prenderà in esame le strategie che consentono al settore agricolo di adattarsi e diventare sempre meno sensibile al cambiamento climatico. Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Commissione europea, All´attenzione di Martin Scheele, rue de la Loi/wetstraat 130, Ufficio L130 8/29, B-1049 Bruxelles/brussel , Tel. +32-2 236 3970, Fax +32-2 296 4267, Per ulteriori indicazioni sull´avviso consultare il seguente indirizzo web: http://ted. Europa. Eu/udl?request=seek-deliver&language=it&docid=123914-2006 .  
   
   
DA BRUXELLES: RIFORMA RADICALE DEL SETTORE DEL VINO PER EQUILIBRARE IL MERCATO, RAFFORZARE LA COMPETITIVITÀ, SALVAGUARDARE LE ZONE RURALI E SEMPLIFICARE LE NORME CON VANTAGGI PER PRODUTTORI E CONSUMATORI  
 
 Bruxelles - La Commissione europea ha proposto il 22 giugno 2006 una riforma radicale dell’organizzazione comune dei mercati nel settore vitivinicolo. Gli obiettivi perseguiti sono aumentare la competitività dei produttori europei di vino, rafforzare la notorietà dei vini europei, riconquistare quote di mercato, ripristinare l’equilibrio tra offerta e domanda e semplificare le norme, salvaguardando nel contempo le migliori tradizioni della viticoltura europea e rafforzando il tessuto sociale ed ambientale delle zone rurali. La Commissione, dopo aver preso in esame quattro scenari di riforma, si schiera decisamente a favore di una riforma radicale, specifica per il settore del vino, da attuare secondo un piano in una sola tappa oppure in due tappe. Il piano in due tappe comincerebbe con misure destinate a riequilibrare l’offerta e la domanda prima di concentrarsi sul rafforzamento della competitività, passando per l’abolizione del regime dei diritti di impianto. Il piano prevede l’offerta di generosi incentivi ai produttori per estirpare i vigneti non redditizi, l’abolizione di misure di sostegno del mercato che appartengono ormai al passato, come la distillazione, mentre le norme che disciplinano l’etichettatura e le pratiche enologiche verrebbero semplificate e snellite. È previsto il trasferimento di risorse a favore di interventi di sviluppo rurale fatti su misura per il settore vitivinicolo e l’assegnazione di dotazioni finanziarie agli Stati membri per l’attuazione di misure da decidere a livello nazionale. Secondo il piano in una tappa, il regime di limitazione dei diritti di impianto scadrebbe il 1° agosto 2010 oppure sarebbe abolito immediatamente, insieme all´attuale regime di estirpazione dei vigneti. Dopo un dibattito approfondito su queste idee la Commissione prevede di presentare proposte legislative nel dicembre 2006 o a gennaio 2007. La Commissaria Mariann Fischer Boel, responsabile dell´Agricoltura e dello Sviluppo rurale, ha dichiarato: « Il nostro settore vitivinicolo ha un enorme potenziale di sviluppo e dobbiamo darci da fare per sfruttarlo appieno. Nonostante il nostro retroterra storico e la qualità di moltissimi vini europei, il settore vitivinicolo deve affrontare gravi problemi. I consumi scendono e le esportazioni in provenienza dai paesi del Nuovo Mondo stanno invadendo il mercato. Il fatto è che in Europa stiamo producendo troppo vino per il quale non ci sono sbocchi di mercato e spendiamo troppi soldi per smaltire eccedenze, anziché rafforzare la qualità e la competitività. Norme troppo complesse frenano i produttori e confondono i consumatori. Lungi dal voler decurtare il bilancio del settore di un miliardo e duecento milioni di euro all’anno, ritengo semplicemente che questi soldi vadano spesi in maniera più intelligente. Abbiamo davanti a noi la grande opportunità di ridare al vino europeo il posto di eccellenza che merita: non sprechiamola ! » Il settore vitivinicolo dell’Ue - L’unione europea conta oltre un milione e mezzo di aziende vitivinicole che occupano una superficie vitata di 3,4 milioni di ettari, ossia il 2% dell´intera superficie agricola europea. Nel 2004 la produzione di vino ha rappresentato il 5,4% della produzione agricola dell’Ue, quota che ha superato il 10% in Francia, Italia, Austria, Portogallo, Lussemburgo e Slovenia. Obiettivi della riforma - Aumentare la competitività della produzione europea di vino; rafforzare la notorietà dei vini europei di qualità che sono i migliori del mondo; recuperare vecchi mercati e conquistarne di nuovi. Creare un regime vitivinicolo che funzioni secondo norme chiare e semplici; ripristinare efficacemente l’equilibrio tra domanda e offerta. Istituire un regime per il settore in grado di salvaguardare le migliori tradizioni della produzione vitivinicola europea e di rafforzare il tessuto sociale di molte zone rurali, nel rispetto dell´ambiente. Punti problematici - Il consumo di vino sta costantemente scendendo, malgrado l’aumento delle vendite di vini di qualità. Negli ultimi dieci anni le importazioni hanno fatto registrare un incremento annuo del 10%, a fronte di una crescita lenta delle nostre esportazioni. In base alle tendenze attuali, le eccedenze di produzione saliranno al 15% della produzione annua entro il 2010/11. Le misure di sostegno del mercato come la distillazione offrono uno sbocco permanente per le eccedenze invendibili. La distillazione di crisi sta estendendosi perfino ai vini di qualità. Le norme in vigore sull’adeguamento delle pratiche enologiche sono farraginose e frenano la concorrenza. Le norme in materia di etichettatura sono complesse e rigide, creano confusione nei consumatori e ostacolano la commercializzazione dei vini europei. Opzione favorita: riforma radicale del settore vitivinicolo - Riforme previste. Riattivazione del regime di estirpazione di superfici vitate, abbinato a un premio di livello tale da invogliare i produttori non competitivi ad abbandonare la viticoltura. Il premio verrebbe ridotto annualmente, così da incitare i produttori a richiederlo fin dal primo anno. Lo scopo è espiantare 400. 000 ettari in cinque anni, a fronte di aiuti per un importo massimo complessivo di 2,4 miliardi di euro. L’estirpazione sarà del tutto volontaria. Il regime dei diritti di impianto sarebbe prorogato fino al 2013, data di scadenza definitiva. I produttori meno competitivi sarebbero incentivati a vendere i loro diritti, mentre quelli che restano dovrebbero diventare più competitivi nella misura in cui il costo dei diritti di impianto non sarebbe più tale da impedire l’espansione delle loro aziende. Le superfici estirpate potrebbero beneficiare del pagamento unico per azienda, subordinatamente al rispetto di requisiti ambientali minimi. Sarebbero abolite le misure di regolazione del mercato come l’aiuto per la distillazione dei sottoprodotti, l’aiuto per il magazzinaggio privato e l’aiuto per l’uso del mosto. La distillazione di crisi sarebbe abolita o sostituita da una sorta di rete di sicurezza alternativa, finanziata a partire dalla dotazione finanziaria nazionale. Tale dotazione nazionale verrebbe assegnata a tutti i paesi produttori per finanziare le misure che meglio si attagliano alle rispettive situazioni locali. Parte dei fondi sarebbe trasferita al bilancio dello sviluppo rurale per finanziare misure specifiche per il settore vitivinicolo, come prepensionamenti dell’entità di 18. 000 euro all’anno e programmi agroambientali. Attuazione di una politica di qualità più semplice e trasparente, che istituisce due categorie di vino: i vini a indicazione geografica e i vini senza indicazione geografica. Adozione di norme di etichettatura più semplici, a vantaggio dei consumatori, che aiuterebbero inoltre i produttori a rafforzare la propria posizione concorrenziale. Ad esempio, contrariamente al divieto oggi in vigore, potrebbe essere ammessa l’indicazione del vitigno e dell’annata anche per i vini senza indicazione geografica. La competenza di approvare le nuove pratiche enologiche sarebbe affidata alla Commissione e sarebbero riconosciute le pratiche enologiche ammesse dall’Oiv (Organizzazione internazionale della vigna e del vino). Divieto dello zuccheraggio per l’aumento del titolo alcolometrico del vino. La comunicazione prende in esame anche una variante in una sola tappa della riforma, che richiederebbe adattamenti estremamente rapidi e impegnativi per il settore. Secondo questa formula, il regime di limitazione dei diritti di impianto scadrebbe il 1° agosto 2010 oppure sarebbe abolito immediatamente insieme all´attuale regime di estirpazione dei vigneti. Ogni ettaro di superficie estirpata a spese dell’agricoltore entrerebbe a far parte della superficie ammissibile al regime di pagamento unico. Opzioni non adeguate - Mantenimento dello status quo: modifiche puramente cosmetiche sarebbero economicamente e politicamente insostenibili. Totale deregolazione del mercato: aggiustamenti troppo radicali avrebbero gravi ripercussioni economiche e sociali nelle regioni interessate. Riforma in sintonia con la riforma della Pac: la quota potenziale del pagamento unico disaccoppiato sarebbe molto modesta e probabilmente non tale da compensare a sufficienza il venir meno del sostegno al mercato per molti produttori. Per ulteriori informazioni vedere il documento Memo/06/245 . Http://ec. Europa. Eu/agriculture/capreform/wine/index_it. Htm .  
   
   
RIFORMA OCM VINO: CONFAGRICOLTURA, STRUMENTI INADEGUATI AL NOSTRO SISTEMA PRODUTTIVO  
 
Confagricoltura esprime fortissima preoccupazione per i contenuti della “comunicazione” che la Commissione ha ufficializzato il 22 giugno 2006 sulle possibili opzioni per la prossima riforma dell’Ocm Vino (“Towards a sustainable European Wine Sector”). L’orientamento della Commissione è per una riforma profonda del settore vitivinicolo europeo. Con l’intento di limitare il potenziale produttivo, attraverso un rafforzamento delle misure di estirpazione definitiva e l’eliminazione del sistema dei diritti di impianto, e di giungere ad una generale cancellazione delle misure di mercato, ovvero delle distillazioni volontarie, dei sottoprodotti e di crisi, e degli aiuti al magazzinaggio privato e di quelli ai mosti per l’arricchimento. Le soluzioni individuate da Bruxelles non tengono conto, a parere della Confagricoltura, della particolarità del settore vitivinicolo e della rilevanza economica e sociale che questa coltura riveste nel sistema produttivo comunitario, omologando le misure dell’Ocm vino a quelle individuate per altri settori, che hanno sistemi produttivi differenti. “Il potenziale viticolo europeo – spiega Confagricoltura - deve essere opportunamente gestito. La regolamentazione degli impianti è tuttora essenziale per l’equilibrio del sistema comunitario. La semplificazione preannunciata delle misure relative alle pratiche enologiche, alle indicazioni geografiche ed all’etichettatura non sostiene adeguatamente le politiche di qualità delle nostre produzioni. ” Ed ancora. “L’estirpazione definitiva non è uno strumento efficace: è stata già sperimentata in passato senza successo. E la perdita di superficie vitata va meglio valutata nel più ampio contesto internazionale, dove operano Paesi che continuano ad ampliare il loro potenziale. ” Per questo Confagricoltura chiede una riflessione approfondita sugli strumenti e soprattutto sulle modalità di applicazione. . .  
   
   
ATTEMS, UN PREMIO PER CRESCERE PREMIATI DUE NEOLAUREATI FRIULANI, DIANA CANDUSSO E MARCO MOROLDO OLTRE AL GIORNALISTA MARCELLO CONSERVA DE “LA NOUVELLE GAZETTE” DI CHARLEROI, BELGIO 23 GIUGNO 2006 - CASTELLO DI SPESSA  
 
Nato nel 2003, il Premio Sigismondo Douglas Attems di Petzenstein, si sta affermando a livello nazionale e internazionale per l’attenzione rivolta alla ricerca scientifica e alla collaborazione tra mondo vitivinicolo friulano e il mondo delle Università, in particolare con l’Ateneo di Udine con il quale il Consorzio Collio condivide anche un ambizioso progetto: la mappatura del Genoma della vite. Altro ambito fondamentale del premio Sigismondo Attems è la promozione del territorio del Collio. Proprio a quest’aspetto si rivolge la sezione dedicata al mondo della comunicazione e del giornalismo. “Valorizzare il Collio, i suoi vini e il suo territorio, significa anche avere un occhio di riguardo per i giovani e i loro talenti, siano essi vignaioli, ricercatori o professionisti nel mondo della comunicazione Creare un legame virtuoso tra noi viticoltori, il mondo della ricerca e quello della comunicazione, incentivare i giovani significa puntare sul futuro del Collio. ” Così Ornella Venica, presidente del Consorzio isontino durante la cerimonia di premiazione al castello di Spessa che ha visto come protagonisti due giovani friulani – la dottoressa Diana Candusso e il ricercatore Marco Moroldo – oltre a un affermato giornalista italo-belga, Marcello Conserva de “La Nouvelle Gazette” di Charleroi, Belgio. In particolare il Premio di Laurea è andato a Diana Candusso, nata a San Daniele nel 1981 e residente a Muris di Ragogna ha presentato la tesi dal titolo “Comunicare i vini autoctoni del Fvg: un progetto di marketing territoriale” giudicata un “lavoro ben strutturato, ampia trattazione di che cos’è il marketing territoriale, sia di quali sono i principali vitigni autoctoni italiani”. “Mappatura fisica e sequenziamento dei genomi della vite” è il titolo della tesi di Marco Moroldo nato a Udine nel 1977 e residente a Mortegliano. Il suo lavoro è stato premiato perché “riporta la prima mappa fisica del menoma della vite mostrando la posizione fisica sui cromosomi di numerosi marcatori e geni. E’ – secondo la commissione – una tesi innovativa nella conoscenza del menoma della vite (…) e un lavoro di elevato valore scientifico che pone l’Università di Udine fra i primi centri al mondo per la ricerca in questo ambito disciplinare”. Di origine italo-belga è invece il vincitore della sezione giornalistica, Marcello Conserva che su “La Nouvelle Gazette” di Charleroi ha pubblicato a settembre 2005 due articoli sul Collio. “Gli articoli non solo dimostrano un’approfondita conoscenza del territorio e dei suoi protagonisti, ma un’accurata visione d’insieme che consente all’autore di dare spazio a risalto a tutte le componenti (vino, cibo, turismo, storia, tradizione…) che fanno del Collio una delle zone più prestigiose per la vitivinicoltura europea”. I lavori di Candusso Moroldo e Conserva sono stati scelti da una severa commissione giudicatrice composta, oltre che da Ornella Venica, anche dall’Università di Udine, in particolare dal Preside della Facoltà di Agraria di Udine prof. Angelo Vianello, dal Responsabile della Formazione manageriale in Wine Business di Mib School of Management Trieste, prof . Francesco Venier e dal Presidente dell’ Arga Fvg, l’Associazione Regionale dei Giornalisti Agricoli, Agroalimentari, Ambientali e del Territorio del Friuli Venezia Giulia, dott. Carlo Morandini. Www. Collio. It .  
   
   
FICHIMORI, IL PRIMO ROSSO DA BERE FRESCO, VOLA CON AIR DOLOMITI.  
 
 A bordo di tutti i voli Air Dolomiti è di scena l’evento dedicato al Fichimori, il primo vino rosso da consumare fresco, prodotto dall’azienda pugliese Tormaresca: il Fichimori è la novità del bere estivo. Già dalla vigna vengono infatti selezionate le uve Negroamaro coltivate e vinificate appositamente per ottenere questo vino profumato e ricco di tannini morbidi, ideale per esprimersi al meglio alla temperatura di un bianco. I passeggeri potranno così essere deliziati e rinfrescati da un prodotto esclusivo e nuovo che mira ad essere un must per la stagione calda. I menu creati da Air Dolomiti per festeggiare questo evento propongono ricette ed abbinamenti che esaltano i profumi e la freschezza del Fichimori. Sul sito www. Fichimori. It si possono consultare inoltre le date delle feste a lui dedicate nelle principali località marine italiane e tante altre novità legate a questo nuovo vino. .  
   
   
SI TERRÀ A BARCELLONA IL PRIMO SEMINARIO SULLE TECNOLOGIE ALIMENTARI EMERGENTI APPLICATE  
 
 Dal 5 al 7 luglio si terrà a Barcellona (Spagna) un seminario sulle tecnologie applicate ed emergenti nel settore della lavorazione degli alimenti. Il principale obiettivo della manifestazione è quello di incentivare la ricerca, promuovere nuove idee nelle scienze alimentari e intensificare il trasferimento tecnologico alle industrie alimentari. La manifestazione prevede la partecipazione di scienziati, professionisti del trasferimento tecnologico, operatori del settore alimentare, studenti postdottorato e imprenditori. Si articolerà in sessioni, tavole rotonde e dimostrazioni di prototipi che consentiranno di avviare un dibattito sulle tecnologie emergenti per i seguenti prodotti alimentari: conserve; alimenti pronti per il consumo; prodotti lavorati al minimo; prodotti lattiero-caseari; latti vegetali; vino. Il seminario presenterà inoltre le più recenti conclusioni di un progetto finanziato nell´ambito del Sesto programma quadro (6Pq) e finalizzato a sviluppare e ottimizzare un omogeneizzatore continuo ad altissima pressione (Ultra High Pressure Homogeniser, Uhph) da utilizzarsi per i latti e i latti vegetali. Il seminario è organizzato dal centro di ricerca e impianto tecnologico alimentare (Cerpta) dell´Università Autonoma di Barcellona e dall´Istituto vitivinicolo catalano (Incavi). Http://quiro. Uab. Es/_v_tecno_aliments/uhph/afetech/ .  
   
   
ZUCCHERO: CONFAGRICOLTURA CHIEDE DI AUMENTARE LA PERCENTUALE DEGLI INDENNIZZI DESTINATA AGLI AGRICOLTORI  
 
 Confagricoltura non ha accolto con favore la scelta del Mipaaf di assegnare a favore dei bieticoltori e dei fornitori di macchine operatrici specializzate costretti a cessare l’attività, solo il 10% del plafond finanziario assegnato all’Italia dall’Unione europea, come indennizzo per la ristrutturazione del settore. Confagricoltura ricorda che la dotazione comunitaria è di oltre 56 milioni e che l’indicazione del regolamento è di destinare ai bieticoltori e ai contoterzisti almeno il 10% di questo importo. Da tempo l’Organizzazione agricola ha segnalato la necessità di andare ben oltre questa aliquota minima. E oggi ha chiesto ministro di riconsiderare la scelta, perché eccessivamente penalizzante per il settore. “Non si è tenuto conto – dice Confagricoltura - dell’impatto della riforma sulle numerose realtà agricole che, per effetto della riforma della Pac, dovranno rinunciare in maniera permanente alla coltura della bietola. I danni per la componente agricola sono consistenti, sia per la svalutazione dei terreni a seminativo, dove non si potranno più coltivare barbabietole, sia per l’insufficiente compensazione assicurata su questi superfici dal pagamento disaccoppiato, che copre solo il 64% del reddito percepito dai bieticoltori prima della riforma dell’Ocm. ” .  
   
   
PESCA: A MARANO CONVEGNO SUL SETTORE ITTICO ALTO ADRIATICO  
 
Trieste - Creare le premesse per l´attuazione di politiche di sinergia che interessino le istituzioni, le associazioni di categoria e gli operatori del settore ittico dell´Alto Adriatico al fine di aumentare la qualità della produzione e portare sviluppo sul territorio. E´ questo uno degli obiettivi del convegno "Alto Adriatico: opportunità per l´attività ittica", promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal Comune di Marano Lagunare, che si svolgerà venerdì 30 giugno, dalle 15. 30, presso la sala convegni "Pescaria Vecia" a Marano. L´incontro, rivolto alle aziende attive nelle regioni che si affacciano sull´Alto Adriatico, offrirà l´opportunità agli operatori del settore di conoscere le iniziative in atto per la valorizzazione del comparto ittico e, tra queste, il progetto che coinvolge Italia, Slovenia e Croazia e che punta alla realizzazione del distretto di pesca nell´Alto Adriatico come struttura di governo sovranazionale per l´economia ittica. La zona di riferimento coinvolge tre Stati con caratteristiche geo-politiche diverse. L´appuntamento si propone anche di favorire il convergere delle iniziative attuate nel settore ittico dalle diverse amministrazioni, creando delle politiche omogenee che possano sfruttare al meglio le risorse disponibili puntando alla valorizzazione del prodotto nel rispetto delle specificità tipiche di ogni territorio. A fare gli onori di casa sarà Graziano Pizzimenti, sindaco di Marano Lagunare, cui seguiranno le relazioni di Augusto Viola, direttore centrale delle risorse agricole, che presenterà la proposta di legge regionale per la pesca e l´acquacoltura del Friuli Venezia Giulia, avviata verso l´iter di approvazione, di Mario Richieri, direttore dell´unità di progetto caccia e pesca della Regione Veneto, che parlerà del distretto di pesca dell´Alto Adriatico, e di Ettore Ianì, presidente di Uniprom, che spiegherà il ruolo del consorzio come partner del "Progetto Pilota Alto Adriatico". Nel corso del Convegno verrà inoltre illustrato il Fep (Fondo Europeo per la Pesca) e la programmazione per il periodo 2007-2013. Interverranno anche Massimo Coccia, presidente di Unimar, Breda Pecan, sindaco di Isola, Ivo Zrilic, assessore della Contea litoraneo montana di Fiume e Milan Antolovic, assessore della Regione Istriana, Marialuisa Coppola e Duccio Campagnoli, assessori rispettivamente delle Regioni Veneto ed Emilia Romagna, Milos Budin, sottosegretario alle politiche europee ed al commercio internazionale, Guido Tampieri, sottosegretario alle Politiche Agricole, alimentari e forestali e Iles Braghetto, vice-presidente della Commissione pesca del Parlamento europeo. Concluderà l´incontro l´Assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali, Forestali e Montagna del friuli Venezia Giulia Enzo Marsilio. .  
   
   
CONSULENZA ALLE IMPRESE AGRICOLE – ZAIA: NON SCARTOFFIE MA I PRIMI AD OPERARE IN QUESTO SETTORE  
 
“La Misura Y, come tutte le misure del Piano di Sviluppo Rurale, non è un obbligo, ma un’opportunità, che la Regione ha offerto agli imprenditori agricoli anche sulla base delle richieste delle loro organizzazioni. I tempi sono certamente ridotti, lo sapevamo fin dall’inizio, e dipendono dalle lungaggini delle procedure approvative comunitarie; ma sono sufficienti per offrire consulenze utili, fornite da organismi in possesso di specifici requisiti minimi d’idoneità, riconosciuti dalla Regione. Nell’ottica della sburocratizzazione, inoltre, abbiamo fatto in modo che le “scartoffie” siano ridotte al minimo indispensabile”. Lo ribadisce il vicepresidente della giunta veneta Luca Zaia, in relazione alle critiche rivolte dalla Coldiretti all’iniziativa regionale riportate dalla stampa. “Con la Misura Y – ha sottolineato Zaia – abbiamo tra l’altro dato il via, primi in Italia ma già seguiti dal Piemonte, ad una attività di consulenza che dal gennaio 2007 diventerà obbligatoria per tutti gli Stati membri dell’Unione Europea e che pertanto proseguirà nel successivo periodo di programmazione 2007 – 2013. La nostra iniziativa, lo sappiamo bene, ha dunque anche caratteri di sperimentalità e di taratura rispetto ad un sistema che diventerà vincolante tra pochi mesi e che vogliamo funzioni al meglio quando sarà obbligatorio. Riteniamo indispensabile il rodaggio, tenuto conto che questi interventi di consulenza sono caratterizzati da procedure maggiormente trasparenti ma innovative rispetto al passato: domanda di contributo presentata direttamente dall’imprenditore agricolo, liquidazione del contributo al medesimo, protocollo di consulenza, e così via”. “I servizi di consulenza che abbiamo avviato – ha concluso Zaia – saranno inoltre incentrati sulla cosiddetta “condizionalità” e non ho dunque dubbi sulla loro utilità per molte imprese, perché questa prevede adempimenti comunitari obbligatori non semplici di protezione ambientale, sicurezza alimentare, benessere animale. Insomma non sarà una perdita di tempo per nessuno”. .  
   
   
FERTILIZZANTI, PRESENTATI I DATI ISTAT 2005: MERCATO ITALIANO IN DIMINUZIONE DEL 4,8% L’IMPEGNO DELL’INDUSTRIA E DELLE ISTITUZIONI A FRONTE DEL NUOVO DECRETO LEGISLATIVO SUI FERTILIZZANTI  
 
Roma - Nel quadro di una giornata di lavoro organizzata da Assofertilizzanti, l’Associazione nazionale dei produttori di fertilizzanti che fa parte di Federchimica, Istat ha presentato al pubblico il 21 giugno 2006 – i dati sulla distribuzione e utilizzazione in agricoltura di fertilizzanti nel 2005. I risultati delle rilevazioni dell’Istat confermano le valutazioni che Assofertilizzanti aveva già da mesi elaborato: un calo significativo (-4,8%) del consumo di fertilizzanti (concimi, ammendanti e correttivi). Questo calo si accentua (-7,5%) se consideriamo solo il comparto più rilevante quello dei concimi minerali o (-7,2%) se consideriamo l’insieme dei concimi (minerali, organici e organo-minerali). Rispetto all’anno precedente, i prodotti distribuiti sono diminuiti di 260 mila tonnellate per un totale di 5,1 milioni di tonnellate di fertilizzanti. E’ da notare una sostanziale invarianza delle quantità di ammendanti distribuiti (1,06 milioni di tonnellate) e un notevole incremento (+49%) dei correttivi che rappresentano però meno di 60 mila tonnellate. Quest’ultimo dato ci fa pensare che sotto questa voce siano stati etichettati prodotti precedentemente non dichiarati o siano stati rilevati operatori non censiti. Il trend positivo dei concimi organici e organo-minerali si è interrotto registrando complessivamente una diminuzione del 5,8%, accentuata per i concimi organici (-8%) rispetto al calo dei concimi organo-minerali (-4,2%). Sotto il profilo territoriale, il 59,46% della distribuzione nazionale si concentra nel Nord del Paese, il 15,4% nel Centro ed il restante 25,2% nel Mezzogiorno, confermando così in larga massima la ripartizione degli scorsi anni. In particolare, nelle regioni settentrionali risulta immesso al consumo più della metà del totale dei concimi (56,4%), oltre due terzi degli ammendanti (74%) e ben l’87% dei correttivi. Le regioni più interessate alla distribuzione di fertilizzanti sono Veneto e Lombardia che assorbono rispettivamente il 17% e il 16,8% della distribuzione nazionale. Nel Centro e nel Mezzogiorno si segnalano Toscana con il 4,7% e la Puglia con il 7,9% del quantitativo distribuito. Nei prodotti utilizzati in agricoltura biologica Istat riscontra un significativo aumento (+9,4%) che si riduce però in modo consistente (-3%) se consideriamo solo i concimi impiegati nel biologico. A seguire Nomisma ha illustrato il risultato di uno studio commissionato da Assofertilizzanti relativo alla previsione dei consumi di nutrienti nei prossimi anni sulle colture più significative del nostro Paese. Si trova così che in termini di nutrienti (azoto, fosforo e potassio), considerando le tendenze colturali a seguito della nuova Pac per il 2006, si prevede una riduzione dei consumi del 7/9% per l’azoto, del 6/8% per il fosforo, del 3/5,5% per il potassio. Le riduzioni dovrebbero essere più accentuate al Nord a causa della forte riduzione della coltivazione della barbabietola. Il presidente di Assofertilizzanti, Narciso Salvo di Pietraganzili commenta con grave preoccupazione i dati Istat che confermano che il settore sta attraversando un periodo di assestamento strutturale dovuto ai riflessi che la Pac ha avuto e avrà sull’agricoltura nazionale. “Una diminuzione dei ricavi porta inevitabilmente gli agricoltori a ridurre l’impiego dei fattori di produzione, primi fra tutti i mezzi tecnici destinati alla nutrizione. Un elemento positivo – prosegue Salvo – è fornito da un aumento della produzione dei concimi in Italia (+ 3%) a fronte di un consistente calo delle importazioni (- 16,7%), il che dimostra che gli operatori nazionali hanno saputo ottimizzare la loro presenza sul mercato. Si conferma inoltre la tendenza all’utilizzo di ammendanti organici per massimizzare i recuperi e restituire fertilità organica ai terreni. Tuttavia su questo aspetto è elevato il rischio di fenomeni impropri di smaltimenti non autorizzati e l’impegno dell’Associazione e delle Istituzioni è focalizzato a evitare che attraverso l’attività agricola avvengano tali illeciti”. Il fatturato complessivo del settore resta al di sotto di un miliardo di euro che sconta però le tensioni internazionali sui prezzi energetici. La giornata si è conclusa con un attento esame del nuovo Decreto legislativo che ammoderna e semplifica la disciplina dei fertilizzanti secondo le indicazioni comunitarie. .  
   
   
ARRIVANO LE PESCHE E NETTARINE DI ROMAGNA IGP : PARTITA IL 24 GIUGNO LA CAMPAGNA 2006 CON NOVITA´ E CONFERME  
 
 Ferrara - Le pesche e le nettarine di Romagna Igp sono divenute una realtà interessante all´interno dell´offerta peschicola nazionale, grazie alla notorietà ottenuta attraverso le campagne di comunicazione rivolte ai consumatori . Il loro posizionamento sul mercato è frutto della strategia volta a valorizzare gli aspetti qualitativi del prodotto strettamente legati al territorio d´origine. Quest´ anno il Consorzio di Tutela e Valorizzazione della pesca e nettarina di Romagna Igp, cui fanno parte le più importanti imprese operanti nel comparto peschicolo a livello nazionale, ha messo a punto un progetto di valorizzazione che prevede un mix di azioni che vanno dalla comunicazione sui media, alle promozioni sui punti vendita, ad un sistema di autoregolamentazione e di controllo ad ulteriore garanzia del consumatore. Sul piano della comunicazione, a fianco di interventi sulla stampa, è prevista una campagna televisiva sulle reti Rai a partire da metà luglio che raggiungerà oltre i 100 milioni di contatti . Sempre nel mese di luglio, il Consorzio ha programmato una serie di promozioni nei principali mercati all´ingrosso d´Italia, coinvolgendo oltre 40 grossisti e circa 1000 dettaglianti che, acquistando il prodotto, riceveranno materiali informativi e originali gadget per caratterizzare i loro punti vendita e gratificare i clienti . Già a partire dal mese di luglio, per poi intensificarsi in agosto, saranno numerose le promozioni messe in atto dalla grande distribuzione e dedicate alle pesche e nettarine Igp. Saranno coinvolte importanti insegne nazionali tra cui Conad e Coop Italia. A garanzia del consumatore e degli associati, il Consorzio ha sancito da quest´anno un ulteriore sistema di controllo e verifica, in aggiunta a quanto previsto dalla legge sulla conformità al Disciplinare di produzione Igp . I controlli ulteriori sono effettuati sul prodotto, dai magazzini ai punti vendita, al fine di garantire la massima uniformità di presentazione, il corretto utilizzo del packaging, il rispetto del regolamento interno varato dal Consiglio di amministrazione del Consorzio, che prevede ad esempio l´esclusiva commercializzazione di calibri elevati (A, Aa, Aaa), sia per le pesche che per le nettarine. Con queste premesse, i Soci del Consorzio auspicano di superare l’ambiziosa soglia dei 50. 000 q. Li commercializzati, soglia ritenuta determinante per decretare il decollo del progetto. "Ci tengo a sottolineare - dichiara Paolo Pari-, Presidente del Consorzio, l’ulteriore sforzo che i Soci hanno deciso di fare a testimonianza dell’impegno e dell’ interesse che in questi ultimi anni si è sviluppato intorno a questo progetto. Un progetto - continua Pari - che è divenuto un esempio ed un modello per tanti altri prodotti che stanno intraprendendo il difficile percorso della valorizzazione della tipicità. A questo, è doveroso aggiungere un grazie particolare alla Regione Emilia – Romagna che ci ha sostenuto e ci sta sostenendo oggi che siamo vicini a raccogliere i frutti del grande lavoro svolto in questi anni". .  
   
   
GRANDINE NELLA REGIONE DEL PORTO: DANNI INFERIORI AL PREVISTO AI VIGNETI  
 
Fra le 22 e le 23 (ora locale) di mercoledì 14 giugno 2006 una grandinata di eccezionale violenza ha colpito una parte della regione centrale della Valle del Douro, in Portogallo, dove si trovano molti dei vigneti di maggior pregio per la produzione dei vini di Porto. Una precipitazione di 80 mm, con chicchi di grandine del diametro di un centimetro ciascuno, è caduta su un’area ben delimitata, comprendente molti vigneti della Valli di Pinhão e Rio Torto; al di fuori di quest’area ci sono stati forti temporali, ma senza grandine. I primi resoconti stampa comparsi dopo la forte grandinata, e ripresi anche da alcune testate italiane, hanno ipotizzato la perdita dell’ottanta per cento della produzione potenziale della prossima vendemmia. Tali resoconti hanno però sovrastimato la dimensione del danno: l’area colpita rappresenta infatti soltanto una piccola porzione della viticoltura della Valle del Douro, e stime più recenti e accurate parlano di una perdita complessiva situabile fra il 10% e il 20% del prossimo raccolto (ben lontana quindi dal terribile 80% paventato a caldo). Inoltre, in considerazione del fatto che solo una parte della produzione della Valle del Douro è usata per ottenere Porto (cospicua è infatti anche la produzione di vini da tavola e non liquorosi), è altamente improbabile che i volumi totali del celebre vino fortificato portoghese risultino in qualche modo ridotti a causa della grandinata. Per quanto riguarda ad esempio la Taylor’s, una delle più antiche e più celebri Case produttrici di Porto di altissima qualità, le due tenute “Quinta de Terra Feita” e “Quinta do Junco” – localizzate entrambe nella Valle di Pinhão – hanno subito solo danni marginali; la tenuta più celebre, cioè la “Quinta de Vargellas”, essendo situata al di fuori dell’area colpita, non ha invece subito alcun danno. “Per quanto la grandine abbia causato molta confusione e un comprensibile disappunto” ha commentato Adrian Bridge, Amministratore Delegato della Taylor’s “non ci sarà alcun effetto negativo sulla capacità della Taylor’s, tradizionale e riconosciuta in tutto il mondo, di continuare a fornire al mercato i vini di Porto della più alta qualità”. .  
   
   
L’AGROALIMENTARE SICILIANO SFILA DAL 25 AL 29 GIUGNO A MILANO  
 
In passerella vini di attestato prestigio tra cui il Nero d’Avola e il Passito di Pantelleria, olio extravergine di oliva, formaggi come la Vastedda della Valle del Belice, pane tradizionale, conserve, elisir di carrube e cioccolato modicano. Un ideale itinerario goloso che parte da Trapani ed arriva a Ragusa, passando da Agrigento coi sui templi e da Enna con la sua Villa Romana del Casale. In base all’accordo tra Camera della moda e Assessorato regionale all’agricoltura è stato infatti avviato un progetto di promozione, comunicazione, ricerca, innovazione assolutamente originale per la crescita di immagine della Sicilia, dei suoi patrimoni artistici, culturali, ambientali e della sua grande tradizione agroalimentare legata al territorio, agganciando il marchio dell’Isola al settore della moda che costituisce la punta di diamante del made in Italy. ”In Sicilia”, dice Dario Cartabellotta, dirigente dei servizi allo sviluppo dell’assessorato regionale all’agricoltura, “è stato fatto un grande lavoro da parte di tutti per creare nell’immaginario collettivo la percezione dell’Isola come Continente di Qualità, in tutte le sue espressioni, dal vino gli altri prodotti del territorio nella loro biodiversità, al territorio stesso. Ed oggi ci siamo riusciti, col valore aggiunto che il made in Sicily è diventato una vera moda in tutto il mondo. ” L’agricoltura in Sicilia nel 2005 ha rappresentato infatti, grazie anche al suo ottimo vino, il maggior segmento di crescita dell’economia siciliana. Nell’ultimo decennio la Regione ha iniziato una seria e impegnata produzione di grandi vini nati da una enologia di qualità applicata ai vitigni autoctoni. Tutta la produzione viene certificata e controllata da un’apposita Agenzia (Asca), strettamente collegata con l’Autority europea di settore, al fine garantire prodotti tipici e sicuri. In linea con questi obiettivi diventa strategico il rafforzamento del distretto agroalimentare della Sicilia accrescendone la competitività e rilanciandolo a livello internazionale. Il legame con il mondo della moda contribuirà a supportare il rilancio e la valorizzazione dei vini siciliani con un costante accostamento fra questi e i marchi di eccellenza della Moda aderenti alla Camera Nazionale. Questa partnership, creando la convergenza fra Fashion e Food, valorizza, in senso generale, le eccellenze italiane, mettendo in luce lo stile di vita italiano rappresentato dal buon gusto per l’alta qualità dei vini siciliani e da un innato spiccato senso estetico della moda. Per completare e rafforzare l’integrazione di immagine fra i suoi vini e gli altri prodotti agroalimentari e i prodotti della Moda italiana, la Regione Siciliana (Assessorato all’Agricoltura) si propone di creare la Fondazione Vini della Regione Siciliana-fashion che ogni anno assegnerà cinque borse di studio per sostenere la formazione e l’affermazione di giovani stilisti ed imprenditori del settore moda. La consegna dei premi avverrà in una cerimonia pubblica che rappresenterà un importante, ulteriore, evento per l’innalzamento di immagine dei vini siciliani. Il mercato di giorno in giorno muta ed evolve in linea con le tendenze.  
   
   
IN NAVARRA PRIMA EDIZIONE DEL CONGRESSO INTERNAZIONALE DELLA GASTRONOMIA  
 
Pamplona accoglie dal 26 al 28 di luglio il primo Congresso Internazionale della Gastronomia Navarrese, un evento che riunirà prestigiosi cuochi nazionali e internazionali. Assaporare un dessert che emana un delicato profumo francese, conoscere le tecniche di cottura o scoprire la cucina barocca ed entusiasta del giovane chef Jean Chauvel sono alcune delle attrattive del primo Congresso Internazionale di Gastronomia. L’evento che si svolgerà nel Centro di Incontri e Servizi Professionali (Ceseps) di Pamplona, riunirà i massimi esponenti dell’alta cucina moderna europea ed americana. La rivoluzione gastronomica che interessa le cucine più prestigiose del mondo sarà a Pamplona dal 26 al 28 di luglio con la prima edizione del Congresso Internazionale della Gastronomia. Rinomati chef francesi, italiani e statunitensi oltre a rinomati chef delle comunità spagnole, come Galizia, Cataluña, Paesi Baschi e madrilena si danno appuntamento a Pamplona per presentare le loro ultime creazioni culinarie sulle nuove tendenze gastronomiche d’avanguardia del momento. L’iniziativa della Comunità Forale di Pamplona che vede quale presidente il cuoco Koldo Rodero del prestigioso omonimo ristorante cittadino è promossa congiuntamente dal Dipartimento di Cultura e Turismo, dall’Istituto di Qualità Agro-alimentare, (Ican) della Navarra, dalla città di Pamplona e dall’Associazione degli Albergatori della regione Navarra. A livello internazionale, il congresso conterà sulla presenza di Jean Chauvel, Emanuele Scarello e John Fleer, tre grandi maestri della cucina francese, italiana e americana. Il giovane chef Jean Chauvel, che dirige il ristorante Les Magnolias, situato nell’area periferica di Parigi, appartiene alla fiammante generazione di professionisti leaders dell’alta cucina che impera oggi in Francia. I suoi piatti hanno impressionato i critici più esigenti che lo hanno innalzato ai massimi prestigi internazionali. Lo chef Chauvel presenterà il 26 luglio le elaborazioni sulla cucina barocca. Ugualmente “appetitose” saranno quelle del giovane Emanuele Scarello, uno degli organizzatori del festival “Alpeadriá Cooking” e chef emergente delle nuove correnti culinarie italiane. Gnocchi al vino bianco con ricci, hamburger di calamari e gelato di olive nere, sono alcune delle sue scommesse per la cucina europea del futuro. In ultimo la gastronomia americana che dà appuntamento, venerdì 28 luglio, alle elaborazioni dello chef John Fleer. Il ristoratore statunitense sbalordirà con gli stereotipi che imperversano in questi ultimi anni nella gastronomia americana e farà conoscere gli interessanti e suggestivi sapori autoctoni del Tennessee e del sud degli Stati Uniti. Cucina spagnola di qualità La cucina nazionale avrà un suo spazio separato nell’ambito del Congresso. Il prestigioso chef basco Andoni Luis Adúriz del ristorante Mugaritz di Rentería, sarà incaricato di aprire il programma, mercoledì 26 luglio con una relazione intitolata “Naturalezza ed innovazione”. Uno degli interventi più aspettati lo offriranno i fratelli Jordi e Josep Roca, titolari del ristorante “El Celler” di Can Roca a Girona. I prestigiosi ristoratori catalani, che ugualmente allo chef basco Adúriz sono classificati con due stelle Michelin, rinfrescheranno l’ambiente con i loro famosi e originali dessert al profumo. La parte dedicata alla pasticceria si completerà con la esposizione offerta da Alejandro Guzmán sulle nuove composizioni. Il giorno seguente, in rappresentanza della Galizia, Marcelo Tejedor, offrirà una elaborazione sulle tendenze culinarie che stanno nascendo in Galizia e nel pomeriggio, lo chef delle Asturie, Nacho Manzano, svelerà i segreti della gastronomia regionale più moderna. La giornata del giovedì si concluderà con un interessante intervento sulle nuove tecniche culinarie grazie a Jordi Herrera, del ristorante Manairó di Barcellona che mostrerà gli strumenti di cottura che stanno rivoluzionando la cucina attuale mediante la cottura degli alimenti dentro e fuori. Infine il Congresso, riserva per venerdì uno spazio per conoscere la cucina di fusione di Alberto Chicote, del ristorante Nodo di Madrid. In concomitanza al Congresso, è stata anche organizzata e realizzata la prima Fiera della Biodiversità che si svolgerà nel parco della Media Luna di Pamplona. Durante i tre giorni di svolgimento si offrirà al pubblico una esposizione di oltre 40 prodotti agroalimentari nazionali delle diverse regioni spagnole. Www. Navarragastronomia. Com.  
   
   
ANCHE QUEST’ANNO IL MAGICO CONNUBIO TRA VELA E CUCINA: IL 1° LUGLIO SI DISPUTERA’ LA PRESTIGIOSA S.PELLEGRINO COOKING CUP.TRA VELISTI E CHEF CHE SI DANNO BATTAGLIA NELLA SPLENDIDA CORNICE DELLA LAGUNA DI VENEZIA, PARTIRÀ LA REGATA PIÙ “GHIOTTA” DELL’ANNO.  
 
In uno dei campi di regata più suggestivi al mondo, nella città che con il mare ha il più intimo dei legami, parte la sesta edizione della S. Pellegrino Cooking Cup, regata aperta agli yacht Ims di lunghezza compresa tra 6 e 20 metri e organizzata in collaborazione con la Compagnia delle Vela. Una settantina di equipaggi, composti da chef, velisti e Vip provenienti da tutto il mondo, si daranno battaglia su un campo di regata di circa 12 miglia, percorso compreso tra il Lido di Venezia e l’isola di San Giorgio Maggiore. Il Trofeo Challenger S. Pellegrino Cooking Cup, l’ambita e insolita padella d’argento, viene assegnata all’equipaggio che nel minor tempo di regata cucina il piatto migliore. Verranno valutati gli equipaggi che si distingueranno nella performance velica, ma non solo. Infatti verrà considerata anche l’abilità degli chef che, durante la regata, dovranno coordinarsi con l’equipaggio e saranno impegnati nel preparare prelibati manicaretti e gustosi piatti sottocoperta con le difficoltà che comporta cucinare in navigazione. Le giurie saranno, quindi, due: una giuria gastronomica ed una tecnico sportiva. La prima composta da gourmet, enologi e chef di fama internazionale, valuterà i piatti preparati durante la regata e assegnerà loro un punteggio che, sommato al giudizio della seconda, la giuria velica, formata da esperti velisti e personaggi del mondo della nautica, proclamerà il vincitore della competizione. La Compagnia della Vela, il famoso e storico yacht club veneziano, organizzando questa atipica regata, rinnova, come ogni anno, il suo legame con l’acqua minerale S. Pellegrino, in un evento straordinario ed eccezionale, dove alta gastronomia e impegno sportivo si incontrano, creando un connubio inedito. S. Pellegrino, l’acqua dell’alta ristorazione per eccellenza, è la perfetta interprete dell’Italian way of life sulle tavole più apprezzate del mondo. L’icona del bel paese e del vivere bene, attraverso un evento esclusivo che fa del glamour e della convivialità i suoi capisaldi, vuole trasmettere a tutto il mondo il modo di vivere e lo stile, tutto italiano, S. Pellegrino. Per maggiori informazioni sulla S. Pellegrino Cooking Cup: http://www. Sanpellegrino. It/cookingcup/.  
   
   
KELLOGG’S LANCIA IL PROGRAMMA “FIBRE DI BENESSERE” PER RISPONDERE ALL’ESIGENZA LANCIATA DALL’ISTITUTO AUXOLOGICO ITALIANO “FIBRE, MOVIMENTO E TEMPO PER SÉ: ECCO COME TENERE IN FORMA L’INTESTINO”  
 
Poche fibre nell’alimentazione degli italiani: l’89% non consuma una quantità ottimale di fibre, i 30g consigliati dalle linee guida nazionali (Larn). E ben due italiani su tre fanno una colazione inadeguata dal punto di vista energetico. Questi i dati preliminari che emergono dalla Consensus “Tieni in forma il tuo intestino”, condotta dall’istituto Auxologico e promossa da Kellogg’s. La Consensus ha fatto il punto sulle ultime conoscenze nel campo della salute intestinale e degli effetti sull’intestino del consumo di fibre, e costituisce un riferimento importante nel campo della nutrizione umana, un ambito in cui sono scarse le ricerche scientifiche. “Il concetto di “salute” di un organo equivale allo svolgimento ottimale delle funzioni che lo caratterizzano. Nel caso dell’intestino, queste funzioni sono rappresentate dalla motilità, dall’assorbimento dei nutrienti, dalle competenze immunitarie e dalla funzione neuro-ormonale” afferma la Dott. Ssa Maria Letizia Petroni Responsabile Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica U. O. Riabilitazione Nutrizionale e Gastroenterologica, Irccs Istituto Auxologico Italiano “E le fibre possono essere considerate come i maggiori determinanti dello stato di salute intestinale, in quanto in fluiscono in modo favorevole su tutte queste funzioni’. La Consensus Conference dunque ha messo in luce i vantaggi di una alimentazione a base di fibre per il benessere generale dell’organismo: benessere per cui l’intestino ha un ruolo centrale. Il Programma “Fibre di Benessere”- dalla teoria scientifica alla pratica quotidiana. Come è possibile applicare le indicazioni degli esperti nella vita di tutti i giorni? Per rispondere a questa domanda Kellogg lancia il Programma “Fibre di Benessere”: semplici e buone abitudini alimentari e di comportamento che aiutano a mantenere l’intestino in buone condizioni di salute e vivere con una sensazione di benessere generale. Tre i punti cardine: Più fibre: ricordarsi sempre che un corretto apporto di fibre è di almeno 30 grammi al giorno, Più movimento: adottare il walking come stile di vita, cioè camminare a passo sostenuto 30 minuti ogni giorno è determinante per vivere bene nell’arco della giornata, Più tempo per sé: affidarsi al Mental Training, raffinata tecnica di meditazione per combattere lo stress della vita contemporanea. “La mancanza di tempo per sé è uno dei problemi più grandi della società contemporanea” afferma Gianpaolo Buzzi, Psico-endocrino-immunologo, Docente di Psicologia e Tecniche della Comunicazione nelle Arti Sanitarie e coordinatore del gruppo “In questo quadro è inevitabile che stress e ansia influiscano non solo sulla mente ma anche sul nostro corpo, andando a colpire uno dei punti più delicati: l’intestino” “Diventa sempre più importante” continua Buzzi “comprendere che il benessere di tutto l’organismo è la sintesi tra il saper trovare spazi di quiete mentale e di cura di sé, la salute dell’intestino e il corretto approccio alimentare, di cui il consumo di fibre ha un ruolo centrale’ conclude il professore. “La prima colazione è il punto di partenza fondamentale per cominciare bene la giornata. La Consensus stesa dagli esperti dell’A uxologico afferma l’importanza di fare una colazione bilanciata e soddisfacente. Il passo successivo è comprendere che le fibre possono essere l’alleato per il benessere dell’organismo durante tutto l’arco della giornata e già a partire dalla prima colazione. I cereali pronti ricchi di fibre rappresentano quindi una buona abitudine quotidiana per tutti”conclude Lucia Galluzzi, nutrizionista e Responsabile della Comunicazione di Kellogg’s Italia “L ‘impegno di Kellogg’s è proprio questo: contribuire alla ricerca nella scienza alimentare e alla divulgazione dei suoi principi a quanti vorranno manifestare un vivo interesse per l’argomento”. .  
   
   
TERRITORIO E CULTURA NELLE GRAPPE SICILIANE DI ROBERTO CASTAGNER  
 
Dal primo luglio prossimo saranno finalmente sul mercato due nuovi prodotti di Roberto Castagner Acquaviti: si tratta di due grappe millesimate siciliane, Millesimata di Zibibbo da Trapani 2005 e Millesimata di Nero d’Avola da Agrigento 2005, distillate negli impianti di Marsala, che Castagner ha inaugurato nel 2004 con i due soci locali, le famiglie Averna e Bianchi. Presentate in anteprima all’ultima edizione di Vinitaly, le due grappe affinano per tre mesi in bottiglia, in modo da raggiungere un perfetto equilibrio e poter dare il meglio di sé alla degustazione, proponendo al naso tutti gli aromi caratteristici dei vitigni di provenienza. Grazie al lavoro certosino del mastro distillatore e alle tecnologie appositamente approntate, le grappe Millesimate di Zibibbo e di Nero d’Avola infatti esprimono pienamente i profumi delle uve di provenienza e, insieme, il sole, il mare, la cultura della meravigliosa isola in cui nascono. Millesimata di Zibibbo ricorda all’olfatto fior d’arancio e bergamotto, frutta secca e il dattero, tutti i più voluttuosi profumi della Trinacria. Millesimata di Nero d’Avola nasce dal vitigno principe di Sicilia e richiama i profumi della frutta tropicale, dei frutti rossi, con note speziate ed avvolgenti di noce moscata. Distillarle in loco è un plus fondamentale di queste grappe. A Roberto Castagner non basta infatti produrre in purezza da vinacce di un unico vitigno, ma vuole anche offrire la certezza di una filiera tracciabile e trasparente, offrendo tutta la qualità, la freschezza e la tipicità che si possono distillare da un territorio. Le due Millesimate vanno ad arricchire la Linea Sartoriale di Roberto Castagner, alla quale già appartengono Millesimata Prosecco di Valdobbiadene e Millesimata di Cabernet del Piave, distillate in sede, a Visnà di Vazzola (Treviso). La Linea Sartoriale è una linea di grappe dedicata all’alta ristorazione ed alle enoteche di classe, con bottiglie curatissime, siglate una a una solo al termine dei numerosi controlli di qualità cui vengono sottoposte. La chiave del lavoro di Castagner è la voglia di trasferire nei suoi distillati passioni ed emozioni: ”La grappa è un profumo, una suggestione, un modo per farsi sedurre; vivere delle emozioni rende la degustazione un’esperienza unica. Questo è ciò che voglio offrire a chi assaggia una delle mie grappe. ”.  
   
   
IL BITTO DOP, UN VALTELLINESE DI ANTICA MEMORIA.  
 
Il bitto: dove nasce? Raccontano che il Bitto sembra nato tra le popolazioni celtiche le quali, scacciate dalla Pianura Padana ad opera dei Romani, popolarono la Valtellina, territorio montuoso e quindi più “difficile” da sfruttare da un punto di vista alimentare, ma anche rifugio sicuro, fertile e abbondante di pascoli. “Bitto” deriva infatti dal celtico “bitu”, ovverosia “perenne”. Forse perché la lavorazione del latte permetteva alle popolazioni dell’epoca di andare oltre la pura sussistenza quotidiana, grazie alla possibilità di conservare il formaggio per lungo tempo, e di utilizzarlo come “scorta” alimentare. E, in verità, il nome di battesimo “perenne” si è rivelato nei secoli più che un augurio, se pensiamo che il Bitto è arrivato fino a noi, grazie all’esperienza dei maestri casari che, di padre in figlio, ci hanno tramandato gli antichi metodi di produzione. Alle 5 del mattino e verso le 17, durante i mesi estivi, è possibile fermarsi presso uno dei tanti alpeggi montani della Valtellina, per assistere alla nascita…del Bitto! Quando infatti il sole non è troppo caldo, il casaro, responsabile della lavorazione del formaggio, aiutato dai cascii (pastorelli), in genere figli o parenti del casaro, inizia la mungitura delle vacche e delle capre, perché il Bitto è fatto con latte di mucca ed un’aggiunta massima del 10% di latte di capra. Il latte appena munto viene subito lavorato col caglio nelle caldaie di rame a campana rovesciata (le “culdère”) alla temperatura di 35-37°C, mentre il casaro (casèr) rimescola l’ammasso. La cagliata, così ottenuta, progressivamente indurisce, finchè il casaro, secondo la propria esperienza ed abilità, non decida di sottoporla alla “rottura”: dopo aver ripulito il composto dallo strato superficiale di caseina e grasso (la “pannetta”), con movimenti lenti e delicati la cagliata viene divisa in grosse fette, dalle quali comincia a separarsi il siero. Infine, la massa viene ulteriormente tagliata con la “lira” o “chitarra” e quindi frantumata con lo “spino”, fino a ridurla in grumi, che andranno cotti alla temperatura di 48-52°C continuando a rimestarli perché non si aggreghino. Al termine di questa seconda cottura, i granuli si adageranno sul fondo della caldaia addensandosi e legandosi: la cagliata rimasta viene depositata sullo spersore, all’interno delle fascere dalle quali il Bitto prenderà forma grazie alla pressatura di 24 ore. La fase della salagione, che può avvenire “a secco” o per immersione in salamoia, oltre a conferire gusto al formaggio, consente la creazione della crosta, che isolerà la forma dall’ambiente esterno per favorire un certo grado di asetticità. Il ciclo di lavorazione termina all’interno delle casere, tipici locali da stagionatura, alla temperatura di circa 12-16°C e umidità relativa intorno all’80-90%. In questa fase delicata, in cui il Bitto acquista consistenza e gusto, il casaro, oltre a garantire le migliori condizioni di temperatura ed umidità, ogni giorno rivolta le forme, le pulisce e ne controlla l’integrità per favorire la maturazione del formaggio. Il bitto: diverse stagionature. Se siete fortunati, il casaro vi farà assaggiare un po’ di Bitto stagionato –il disciplinare di produzione prevede un minimo di 70 giorni di stagionatura affinchè il Consorzio di Tutela possa marchiare le forme. Se siete, invece, fortunatissimi, il casaro tirerà fuori per voi il suo pezzo migliore: il Bitto può arrivare ad oltre 10 anni di stagionatura! Il gusto, col procedere della maturazione, si fa via via più intenso, e i tipici sapori d’erba e di latte appena munto del formaggio giovane vanno trasformandosi in un aroma sempre più piccante e deciso. La mostra del bitto. Il Bitto, che può fregiarsi della Dop, viene festeggiato da quasi 100 anni durante la tradizionale “Mostra del Bitto” che si svolge a Morbegno, in provincia di Sondrio a metà ottobre. La Fiera nasce come occasione per giudicare e vendere in Valle le migliori forme di Bitto prodotte durante l´estate sugli alpeggi ma oggi, a distanza di quasi 100 anni dalla nascita, la manifestazione si propone come un momento per rievocare antiche lavorazioni valtellinesi, prodotti Dop e la memoria di ricette tradizionali. Il bitto: dove trovarlo. Oggi è possibile trovare un ottimo Bitto anche nei caseifici di fondo valle, dove il formaggio, prodotto in alpeggio, stagiona fino ad acquisire la giusta maturazione. Uno dei migliori e più antichi è la Latteria Sociale Valtellina di Delebio (Ss Stelvio, 139 – Delebio – So – tel. 0342685368), nel cui spaccio è possibile trovare tutta la produzione casearia della Valtellina. La Latteria Sociale nasce dalle antiche latterie turnarie di fondovalle.  
   
   
FESTIVAL GASTRONOMICO “DANZE DI STELLE” AL RISTORANTE “GALA” DEL GRAND HOTEL EXCELSIOR. FINO AL 3 LUGLIO, MENU PIROTECNICO  
 
In occasione del Festival internazionale dei fuochi d’ artificio, che si terrà a Reggio Calabria fino al 3 luglio, il Grand Hotel Excelsior propone un gustoso Menù pirotecnico presso il Ristorante panoramico “Gala”, con vista mozzafiato sul Lungomare “Falcomatà”. La speciale rassegna culinaria “Danze di stelle ” propone, a scelta, tre percorsi gastronomici: …Percorso Piccante……percorso Pirotecnico……percorso Tradizione…il Menù pirotecnico prevede una ricca selezione di ricette, dall’antipasto al dolce, al prezzo speciale di 29,00 € a persona (cantina esclusa). Sempre presso la terrazza panoramica del Ristorante “Gala”, a seguire After dinner, Cocktails, Whiskey e sigari da gustare…sotto un “danza di stelle”.  
   
   
LE UOVA BIO DI SÌ ALLA STANDA! NATURALMENTE PER UNA SANA ALIMENTAZIONE  
 
Alimento ricco di principi nutritivi, sano, sicuro, conveniente. Standa e Billa con il loro marchio esclusivo Sì! Naturalmente garantiscono le uova da agricoltura biologica, ottime sotto il profilo nutrizionale e organolettico. Ogni singolo uovo ha la sua "carta d´identità": è un codice alfanumerico riportato sul guscio che consente di ripercorre tutte le tappe, dall´allevamento fino al confezionamento. La rintracciabilità è infatti il sistema che dà ai consumatori la certezza della qualità. Standa aggiunge ulteriori elementi di controllo attraverso la certificazione biologica fornita da Icea e le analisi di laboratorio svolte sia internamente sia attraverso istituti indipendenti. Per aiutare i consumatori nella scelta consapevole, sulla confezione sono riportate informazioni chiare e precise. Le confezioni sono realizzate in materiale ecologico, polpa di legno e carta riciclata, per ridurre al minimo l´impatto ambientale come è nella filosofia di Standa e Billa. Le uova Sì! Naturalmente sono prodotte secondo un modello organizzativo codificato, i mangimi sono naturali (a base di mais, soia e erba medica), le galline sono allevate a terra all´aperto, le uova sono imballate entro 24 ore dalle deposizione. L´uovo è un alimento completo e nutriente, apporta vitamine del gruppo A, B e E, un uovo contiene mediamente 33 mg di calcio e 0,7 di ferro paragonabili a quelli forniti dalla carne. Soprattutto contiene 12,75 gr. Di proteine ogni 100 gr. Di prodotto il cui valore biologico è fra i più alti in assoluto. Le uova contengono il 35,2% di acidi grassi saturi, 42,7% di monoinsaturi, 22,1% di polinsaturi. L´uovo ha un minor contenuto di colesterolo ed è facilmente digeribile. Un uovo del peso medio di 55 gr. Fornisce 70 Kcal. Vi sono quindi tutti i presupposti per inserire l´uovo bio nell´alimentazione quotidiana e nei diversi impieghi culinari: dalla pasta all´uovo, alla maionese, alle torte, a raffinati zabaioni, alle tradizionali frittate da abbinare alla verdura bio di stagione che Standa e Billa propongono in molte varietà. Quali condimenti abbinare alle uova? La tradizione culinaria del Nord Italia predilige il burro, Standa consiglia il suo burro a ridotto contenuto di colesterolo; è contraddistinto dal suo marchio esclusivo Fior di Spesa; contiene ben l’83% in meno di colesterolo rispetto al burro convenzionale. Nelle altre Regioni italiane si predilige l´olio. Standa e Billa propongono l’olio extravergine Sì! Naturalmente che è prodotto ad Andria, in Puglia ed è ottenuto da spremitura a freddo di olive varietà Coratina, Ogliarola e Leccino provenienti da agricoltura biologica e raccolte a mano, fra ottobre e gennaio, come da antica tradizione locale. Il gusto è fruttato con una acidità fra 0,2 e 0,4 per coniugare sapore e benessere. La prova decisiva per gustare la qualità delle uova da agricoltura biologica Sì! Naturalmente è la preparazione a crudo, con l´olio da agricoltura biologia Sì! Naturalmente: la maionese è da chef.  
   
   
SOLINDA: MINI ANGURIA, MAXI SFIDA È SUL MERCATO LA NUOVA PRODUZIONE DI PEVIANI  
 
Al suo debutto, nel 2005, ha conquistato subito i consumatori, con oltre mezzo milione di pezzi venduti in Europa e ora torna sul mercato a rinfrescare anche l’estate 2006. È Solinda, la mini-anguria senza semi dal cuore croccante, selezionata da S&g, marchio di Syngenta Seeds, prodotta e distribuita dal gruppo Peviani che rilancia la scommessa di un anno fa e punta a moltiplicare consistentemente i volumi di vendita di questo innovativo frutto. Del resto, i “numeri” per riuscirci Solinda li ha tutti. A cominciare dalle misure: 14-16 cm di diametro e 1,6-2,7 kg di peso, che ne fanno la più piccola delle mini-angurie presenti sul mercato. Nonostante le dimensioni ridotte la sua qualità è enorme: il grado zuccherino è superiore a quello degli altri cocomeri, grandi e piccoli, e la polpa succosa. Grazie a queste doti Solinda è il cuore più dolce del Mediterraneo. Come se non bastasse, con la sua buccia sottile ma resistente, è il cocomero che presenta meno scarto. Merito dell’accurata scelta varietale, del lavoro puntuale dei coltivatori, dei controlli rigorosi e del rispetto di rigidi protocolli di produzione. “Solinda si annuncia come il prodotto più fresco dell’estate 2006” spiega Gino Peviani amministratore delegato dell’omonima azienda. “É dolce e dissetante, comoda da trasportare e veloce da consumare. Grazie alla assenza di semi, mangiarla è ancora più facile: è ottima come merenda a casa o in ufficio, ma anche come ingrediente o contenitore per cocktail alla frutta da gustare nel bar sulla spiaggia, mentre al ristorante può essere servito come dessert monodose”. L’arrivo della nuova produzione di Solinda, disponibile sul mercato italiano fino ad ottobre, sarà sostenuto da attività di in-store promotion che coinvolgeranno i punti vendita delle principali insegne della distribuzione moderna e da una campagna di comunicazione below the line nei principali paesi target in Europa. Inoltre, è on-line il sito internet www. Solinda. Eu per rispondere alle domande dei consumatori, interessati a conoscere le caratteristiche del prodotto, dove trovarlo e come prepararlo in cucina.  
   
   
NASCE IL NOBILE BIMBI DI CARAPELLI FIRENZE  
 
Nasce Il Nobile Bimbi di Carapelli, l’olio extra vergine ricco di nutrienti utili per le particolari esigenze nutrizionali di adulti, bambini, anziani, donne in gravidanza ed in allattamento, realizzato grazie all’intensa attività di ricerca dell’Istituto Nutrizionale Carapelli Fondazione Onlus e all’ esperienza e al controllo della qualità di Carapelli Firenze S. P. A. Il Nobile Bimbi proviene dalla attenta spremitura della sola polpa d’oliva, la parte più “nobile” e tenera del frutto: il suo sapore morbido e delicato lo rende adatto per soddisfare il gusto anche dei più piccoli. E’ ricco di Vitamina E, importante per limitare i processi ossidativi, e di Vitamina A, utile ad un equilibrato sviluppo osseo ed al buon funzionamento della vista e del sistema immunitario. Il Nobile Bimbi è un olio a bassa acidità (0,3%), capace di preservare le sue caratteristiche a lungo nel tempo. Offre un ottimo rapporto tra Omega 6 ed Omega 3, essenziali per l’organismo, di cui l’olio extra vergine è naturalmente ricco come di Fenoli e Tocoferoli. Questi ultimi sono dei componenti importanti per le proprietà antiossidanti che contengono, utili alla prevenzione delle malattie cardiovascolari e di altre malattie degenerative. Carapelli Firenze S. P. A, per realizzare Il Nobile Bimbi, è partita dalla convinzione che l’educazione ad una equilibrata dieta alimentare sia preparatoria per una vita sana; spesso viene dimenticato che abituare un bambino ad una corretta alimentazione è determinante per il suo sviluppo ed è anche molto più semplice che correggere gli errori della dieta dell’adulto. Con Il Nobile Bimbi Carapelli completa la sua gamma: dopo aver offerto le eccellenti proprietà qualitative e nutrizionali al mondo degli adulti con Il Nobile, extra vergine che deriva dal particolare processo di denocciolatura (metodo che permette di eliminare il nocciolo dall´oliva ed estrarre l´olio direttamente dalla polpa, la parte più "nobile" del frutto),l’azienda olearia ha voluto creare un prodotto per il mondo dei bambini. Il Nobile Bimbi raccoglie in sé tutte le qualità del Nobile con una particolare attenzione rivolta alle esigenze nutrizionali dei più piccoli. Il Nobile Bimbi da ottobre sarà presente nei migliori punti vendita della distribuzione moderna nella confezione da 0,50 L al prezzo di Euro 7,49 e nelle farmacie nella confezione astucciata da 0,25 L al prezzo di Euro 2. 49 Dopo il lancio de “Il Nobile” Carapelli Firenze S. P. A, che da sempre coniuga tradizione e innovazione, ha creato Il Nobile Bimbi, un extra vergine in linea con la filosofia aziendale di realizzare prodotti innovativi con particolari proprietà nutrizionali. .