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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Gennaio 2009
OFFERTA: STUDI E PROGETTI PILOTA PER L´APPLICAZIONE DELLA POLITICA COMUNE DELLE PESCA  
 
La direzione generale della Pesca e degli affari marittimi della Commissione europea ha pubblicato un bando di gara d´appalto per studi e progetti pilota per l´applicazione della politica comune delle pesca. La gara d´appalto intende concludere 4 contratti di servizi relativi a vari temi connessi con l´attuazione della politica comune della pesca. Gli aspetti in questione sono i seguenti: indicatori relativi alla capacità e all´attività di pesca e le loro relazioni con le effettive attività di pesca e la mortalità del pescato; progetti pilota finalizzati alla stima della fuga potenziale e reale delle anguille argentate; studio sulla remunerazione della biomassa dello stock riproduttore; comprendere gli sviluppi delle dimensioni degli stock e degli ecosistemi sfruttati nel Mediterraneo attraverso l´utilizzo dei "libri contabili" privati dei pescatori e di informazioni storiche. Per ulteriori informazioni, contattare: Commissione europea, direzione generale della Pesca e degli affari marittimi, direzione C - Atlantico, regioni più esterne e Artico, Att. Ne: sig. Priebe, Direttore Mare-c, Ufficio: J-99, B-1049 Bruxelles, Per i dettagli completi del bando consultare il seguente indirizzo internet: http://ted. Europa. Eu/udl?uri=ted:notice:000193-2009:text:it:html .  
   
   
QUOTE LATTE, FERRAZZI: LE NOSTRE PROPOSTE A ZAIA LINEA COMUNE CONCORDATA TRA REGIONE E ORGANIZZAZIONI AGRICOLE SCOPO: RILANCIARE LA PEDUZIONE E METTERE FINE AD ANNI DI CONTESE  
 
 Milano - L´assessore regionale all´Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, sta per presentare al ministro Zaia la proposta lombarda sulle quote latte aggiuntive ottenute in sede comunitaria. Si tratta di una serie di indicazioni precise messe a punto insieme ai presidenti delle tre grandi organizzazioni agricole lombarde - Nino Andena (Coldiretti), Francesco Bettoni (Confagricoltura) e Mario Lanzi (Cia) - tese a tutelare soprattutto chi ha lavorato nel rispetto della legalità e a volte con grandi sacrifici, e dare certezze al settore. "Presenterò a breve - spiega Ferrazzi - questa proposta, che è la posizione univoca lombarda, come contributo fattivo alla stesura del provvedimento governativo che tutti attendiamo nel più breve tempo possibile". La proposta lombarda prevede in particolare che per ottenere l´assegnazione di quote latte (e di quote integrative) i produttori si siano messi in regola con i versamenti ed abbiano aderito alla nuova rateizzazione, non abbiano venduto quote, si impegnino a non cederle separatamente dall´azienda (insomma non facciano speculazioni) e rinuncino preliminarmente a qualunque tipo di contenzioso con l´amministrazione pubblica. Almeno il 50% delle nuove quote disponibili deve essere riservato ad assegnazioni integrative ai produttori in regola, a prescindere dal livello di esubero conseguito e al netto della quota B È stato inoltre ribadito che al percorso delle attribuzioni di quota dovrà essere affiancato un percorso di regolarizzazione del prelievo dovuto. Questa regolarizzazione dovrà essere definita all´interno di vincoli quali: una durata massima non superiore ai 30 anni, la definizione di un importo minimo rateizzabile e di un importo minimo della rata annuale e il pagamento degli interessi Euribor. "A tutela di quanti in questi anni hanno affrontato grandi sacrifici per lavorare nel pieno rispetto della legalità -aggiunge Ferrazzi - riteniamo che gli introiti derivanti dalla nuova procedura di rateizzazione, compatibilmente con quanto verrà trattenuto dall´Erario, vengano destinati in modo prioritario a favore delle aziende che hanno effettuato investimenti per l´acquisto delle quote e che in ogni caso vengano previste risorse aggiuntive per tale finalità". "Sono convinto - continua Ferrazzi - che il ministro Zaia saprà valutare con attenzione queste osservazioni, fermo restando che Regione Lombardia è come sempre disponibile a offrire la più fattiva collaborazione per mettere fine ad anni di tensioni e polemiche, a vantaggio di una filiera anch´essa minacciata dalla crisi economica". "Resta inteso - conclude Ferrazzi - che il futuro di questo comparto si giocherà nei prossimi mesi su tavoli altrettanto importanti, quali la questione del prezzo del latte, della distribuzione e del potenziamento di promozione e sbocchi commerciali per i prodotti derivati. Una partita nella quale Regione Lombardia continuerà con impegno a fare la sua parte". .  
   
   
QUOTE LATTE. RABBONI: "UNA PROPOSTA DELL´EMILIA-ROMAGNA PER REGOLARIZZARE GLI SPLAFONATORI E VALORIZZARE GLI ALLEVATORI IN REGOLA". IN SETTIMANA AL GOVERNO UN DOCUMENTO CONCORDATO CON LE ASSOCIAZIONI AGRICOLE  
 
Bologna - “Affermare un criterio di equità e di giustizia nei confronti degli allevatori che con grandi sacrifici personali ed aziendali hanno fin qui rispettato la legalità”. E’ l’obiettivo della proposta che l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia-romagna Tiberio Rabboni invierà nei prossimi giorni al ministro dell’Agricoltura Luca Zaia come contributo alla predisposizione dei provvedimenti ministeriali attuativi sui criteri di assegnazione e distribuzione delle quote aggiuntive di produzione del latte ottenute dall’Italia in sede comunitaria a conclusione del recente negoziato sulla politica agricola europea. Sulla proposta dell’Emilia-romagna “è in corso un positivo confronto con le organizzazioni agricole e di settore che si concluderà nei primi giorni della settimana entrante - sottolinea Rabboni - con l’approvazione di un documento condiviso da inviare al Ministero. E’ bene ricordare che nella nostra regione su 4350 allevatori solo 70 sono soggetti a prelievo e cioè multati per aver prodotto latte oltre la quota assegnata. Per questo chiediamo preliminarmente che una buona parte degli introiti derivanti dalla futura regolarizzazione dei vecchi contenziosi venga destinata agli allevatori che hanno effettuato investimenti per mettersi in regola e a compensazione della progressiva perdita di valore patrimoniale delle attuali quote latte”. Per le assegnazioni delle nuove quote, aggiunge l’assessore, “proponiamo che i beneficiari siano esclusivamente coloro che si sono messi in regola con i versamenti ed abbiano aderito alla nuova rateizzazione qualora il versamento non copra l’intero importo, non abbiano venduto quote e continuato a produrre in esubero, si impegnino a non cederle in futuro separatamente dall´azienda e rinuncino preliminarmente a qualunque tipo di contenzioso sulle quote latte con l´amministrazione pubblica. Chiediamo che le nuove quote vengano assegnate anche a coloro che in corso di campagna per regolarizzarsi le hanno acquisite in affitto da terzi. Naturalmente la rateizzazione delle multe non pagate dovrà avvenire all’interno di vincoli ben precisi quali una durata massima non superiore ai 20-25 anni, la definizione di un importo minimo rateizzabile e di un importo minimo della rata annuale e il pagamento degli interessi ‘euribor’ per garantire equità nei confronti degli allevatori che per regolarizzarsi si sono indebitati, pagando i relativi interessi bancari. Chiediamo, inoltre, che il 2% di aumento della quota nazionale di latte assegnato all’inizio del 2008 all’Italia venga rapidamente trasferito alle Regioni che provvederanno alla distribuzione agli allevatori nel pieno rispetto delle priorità fissate dalla legge”. L’assessore Rabboni, infine, ribadisce “la necessità di prevenire gli impatti negativi delle nuove quote latte europee su prezzo del latte attraverso la contestuale attivazione di interventi di sostegno ai prezzi e la possibilità di regolare la produzione del latte per i formaggi Dop come Parmigiano Reggiano e Grana Padano”. .  
   
   
FERRAZZI: AGRICOLTURA E PARCHI TUTELANO TERRITORIO ALLO STUDIO PROGETTO PER PRODOTTI "MADE IN PROVINCIA DI VARESE"  
 
Tradate/va - Regione Lombardia punta sulla sinergia tra aziende agricole e Parchi per tutelare il territorio e garantire i consumatori. L´assessore regionale all´Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, in visita al Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate, si è confrontato con il presidente del Parco, Mario Clerici e con gli agricoltori che, con le loro aziende, operano all´interno del polmone verde. Ferrazzi ha visitato il laghetto Ca´ Bianca, opera di aziende agricole del territorio in collaborazione con il Parco. "Il Parco - ha affermato Ferrazzi - è una risorsa assolutamente di primo livello e le aziende agricole sono chiamate a fare la loro parte collaborando ai progetti di tutela ambientale e promuovendone anche in prima persona". Parlando nella cornice del Centro didattico scientifico dell´osservatorio astronomico, Ferrazzi ha rimarcato come "fare agricoltura è importante e sempre più legato alla tutela ambientale". "Gli sforzi di Regione Lombardia nel settore agroalimentare - ha aggiunto - sono testimoniati anche dai recenti rapporti sul settore a livello nazionale che dimostrano come le nostre linee di lavoro, contenute nel Piano di sviluppo rurale, sono la migliore ricetta per superare la crisi". I Piani agricoli strategici, quindi, sono stati indicati dall´assessore Ferrazzi quali "strumenti innovativi e importanti che conferiscono la giusta dignità al settore agricolo". Sullo sfondo dell´incontro odierno anche l´Expo, visto come occasione di rilancio e riqualificazione dell´offerta agrituristica. "Regione Lombardia, attraverso l´assessorato all´Agricoltura e gli enti strumentali - ha aggiunto Ferrazzi - è impegnata nella promozione della ´filiera corta´ con la vendita diretta dei prodotti delle aziende agricole". "Nell´ambito del solo Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 - ha ricordato Ferrazzi - Regione Lombardia ha stanziato complessivamente quasi 10 milioni di euro per misure agro-ambientali e forestali". Ferrazzi ha lanciato anche la grande sfida per il futuro. "Stiamo studiando un progetto - ha concluso - per garantire, attraverso le aziende agricole, l´italianità e la qualità dei prodotti. In concreto, stiamo lavorando a un pacchetto di prodotti chiaramente identificati con la dicitura ´prodotto in provincia di Varese´ che dovranno vedere aziende agricole e parchi uniti in una sinergia virtuosa a tutela del cittadino". .  
   
   
ASSEMBLEA COLDIRETTI VENETO  
 
“Ci saranno occasioni per discutere e capire dove va l’agricoltura veneta nel medio e lungo periodo. Ma dobbiamo già ora essere coscienti che siamo tutti nella stessa barca e che le divisioni non portano a niente. Occorre fare squadra”. Lo ha detto il vicepresidente e assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato intervenendo ieri a Mestre (Venezia) all’assemblea dei dirigenti di Coldiretti Veneto che ha riconfermato alla presidenza Giorgio Piazza. Manzato ha sottolineato il clima di collaborazione con Coldiretti e il confronto costante con il territorio, da cui è nata anche la decisione di chiudere gli ispettorati per dar vita ad uno sportello unico per le aziende agricole. Non è solo un problema di ristrutturazione – ha aggiunto – ma è una forma mentale che deve guidare anche gli altri enti strumentali e cioè quella di essere a servizio delle imprese per creare le condizioni perché siano competitive sul mercato. Il vicepresidente ha fatto presente che la Regione sta rivedendo, in questa stessa direzione, anche il sistema dei controlli: non più un’azienda e dieci controlli, ma puntare invece al coordinamento in un controllo unico. In questo panorama sarà importante anche l’evoluzione di Avepa, l’Agenzia Veneta per i Pagamenti in Agricoltura, per avere entro il 2009 la ristrutturazione del sostegno organizzativo e finanziario al settore primario. Per quanto riguarda il Piano di Sviluppo Rurale, Manzato ha detto di ritenere che 90 tra azioni e misure siano un numero eccessivo e occorra quindi arrivare a scremare, valutando quali sono quelle più strategiche. In ogni caso – ha detto – il primo input che la Regione intende applicare nelle nuove misure è quello di sburocratizzare tutto quello che è possibile, perché meno burocrazia significa dare più sviluppo e competitività alle imprese agricole venete. Per Manzato l’obiettivo fondamentale da raggiungere è di vendere i prodotti veneti e nel 2009 partirà la campagna “Consuma veneto”, con testimonial e iniziative territoriali, che punteranno soprattutto sulla tracciabilità delle produzioni a garanzia di un percorso di qualità. Con Confcommercio e Confturismo è stato raggiunto un accordo per vendere prodotti veneti nella loro rete distributiva e analogamente si sta facendo per la grande distribuzione. Un impegno di promozione che guarda anche ai mercati internazionali: Manzato ha annunciato che è già a buon punto la creazione di un consorzio per l’export per essere presenti in tutte le parti del mondo. “Un’unica grande logica di promozione del territorio nel suo insieme – ha concluso Manzato - che deve vedere insieme mondo agricolo, turismo e anche cultura, con una politica che non sia di difesa ma aggressiva e una strategia istituzionale che sappia decidere e fare squadra”. .  
   
   
SEMINARIO A MONTEFALCO SU “FILIERE DELLA QUALITÀ”  
 
Perugia - Storie di norcineria, di olio e di vino, “sei storie per tre filiere”, storie individuali di successo e di passione, e, con esse, un messaggio preciso: è dalle “periferie”, dal cuore dei territori che ormai sempre più spesso nasce l’innovazione, che dei territori mantiene la cultura e la diversità, e prefigura concretamente, attraverso un moderno ed efficiente concetto di “filiera”, un nuovo modo di produrre e di stare sul mercato, per vincere le sfide della crisi e dei mercati globali. Il messaggio, chiaro e forte, è emerso ieri a Montefalco dai lavori del seminario “Le filiere della qualità/ Territori, percorsi e storie di successo”, promosso dalla “Strada del Sagrantino”, Confagricoltura, “Slow Food Condotta di Montefalco”, Confindustria di Perugia, e ospitato presso la Sala Convegni della Cantina “Arnaldo Caprai”. Moderato da Max Bergami, direttore dell’“Alma Graduate School” di Bologna e articolato come un confronto fra le esperienze dell’Umbria e dell’Emilia Romagna su tre “filiere agricole di qualità” (l’olio extravergine di oliva, norcineria e razze antiche, vino), il seminario ha esemplificato, sulla scorta delle storie di alcuni importanti protagonisti delle due regioni, quanto le eccellenze agroalimentari dei territori, sperimentando concretamente nuove strade e soluzioni operative, abbiano da dire in termini d’innovazione e di sviluppo complessivo del comparto. Il seminario avrà – come è stato definito scherzosamente – un “girone di ritorno” in Emilia Romagna, che restituirà all’Umbria l’ospitalità, accogliendo prossimamente la seconda sessione del seminario nel Castello dell’Antica Corte Pallavicina, sulla riva del Po, dove farà gli onori di casa, oltre al presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani (ieri assente per motivi istituzionali), il presidente del Consorzio “Culatello di Zibello” Massimo Spigaroli, che a Montefalco è stato fra i principali relatori. “È un approccio che ci convince – ha dichiarato la presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti, aprendo i lavori del seminario, e ricordandone le affinità con “Symbola”, la Fondazione per le Qualità Italiane e “La Campionaria/ Fiera delle Qualità Italiane” di Milano -, perché mostra, attraverso storie significative e grandi professionalità, l’offerta del territorio per aumentare il valore aggiunto e declinare in tanti modi la parola ‘qualità’. Queste esperienze sono un modello per il molto lavoro che c’è ancora da fare – ha detto Maria Rita Lorenzetti – per la creazione di strumenti in grado di offrire opportunità e favorire iniziative integrate per ‘fare sistema’, e costruire una vera filiera che metta insieme i prodotti tipici agroalimentari con l’ambiente, il paesaggio, la cultura, l’artigianato e il turismo”. “Oggi, in una fase decisiva per la crescita del ‘made in Italy’ – ha aggiunto la presidente della Regione Umbria – i nostri sforzi per creare reti fra imprese, territori, istituzioni, mettendo insieme strumenti pubblici e privati, sono indispensabili per la competitività: non c’è necessità di creare organismi ‘ad hoc’, quanto di selezionare ‘leaderships’ imprenditoriali e di territorio che facciano crescere tutto il sistema. È il modo migliore – ha concluso – per utilizzare risorse sempre minori, verso traguardi importanti”. In un momento in cui le imprese faticano a cogliere tutte le opportunità che si presentano, a causa delle difficoltà legate a “polverizzazione, intermediazione, managerialità insufficiente e scarsa strumentazione per competere con efficacia” – ha detto Max Bergami, coordinatore dei lavori del seminario -, “i segmenti alti dell’enogastronomia e della cucina sono in grado oggi di catalizzare una grande attenzione. Innovando nella tradizione, l’obiettivo è quello di sviluppare ‘brand’ di fascia alta e di fascia intermedia, capaci di emulare e ripetere quanto è successo negli anni scorsi con il design e la moda”. Le “sei storie per tre filiere” sono state raccontate dai protagonisti delle due regioni: per la filiera della norcineria e razze antiche, Massimo Spigaroli, presidente del Consorzio del Culatello di Zibello (“un prodotto che ha risollevato il territorio”) e Salvatore Denaro, oste in Foligno (“Bisogna combattere contro una civiltà alimentare che va verso l’inodore e l’insapore”); per la filiera dell’olio, Franco Spada, presidente del Consorzio Olio Dop “Brisighella” (“La qualità paga, in termini di tracciabilità e serietà di filiera”) e Luigi Tega, presidente dell’Associazione Frantoi di Foligno; per la filiera del vino, Sandro Cavicchioli, presidente delle Cantine omonime, ha parlato del lambrusco, “vino della grande tradizione autoctona italiana”. Del concetto di “filiera” si è occupato Gianni Lorenzoni dell’Università di Bologna, del rapporto fra grande distribuzione e prodotti di nicchia Sergio Soavi, responsabile nazionale “Prodotti Tipici” di Coop Italia. Alberto Piantoni (amministratore delegato della “Richard Ginori”) ha sottolineato come “la filiera sia un modello organizzativo, in cui i ‘piccoli’ sono fondamentali”. Federico Minoli, amministratore delegato di “Bologna Fiere”, ha detto che “i consumatori devono essere coinvolti nel processo di sviluppo del prodotto”, e gli spazi fieristici, come Bologna Fiere, devono essere considerati quale “parte del territorio e vetrina del nuovo ‘know how’ territoriale”. .  
   
   
CONFERENZA SUL BENESSERE DEGLI ANIMALI  
 
Il 5 e 6 marzo il progetto Welfare Quality finanziato dall´Ue terrà a Firenze (Italia) una conferenza scientifica intitolata "Knowing animals: a cross-fertilisation between natural and social sciences for understanding the quality of life of animals" (Conoscere gli animali: scambio interdisciplinare tra scienze naturali e sociali per capire la qualità di vita degli animali). L´incontro tratterà l´allevamento degli animali e come la vita degli animali per la produzione alimentare viene studiata e rappresentata. In una combinazione di sessioni plenarie, conferenze chiave e workshop paralleli, la conferenza affronterà quattro temi generali: naturalezza: "cowness, pigness, chickenness"; progettare per il benessere; zoomorfismi e antropomorfismi; standard per una governance volta al benessere degli animali; benessere animale e qualità alimentare. La discussione di due giorni di questi cinque temi specifici intende promuovere il dialogo e lo scambio di idee e prospettive tra scienziati ipegnati nel campo animale e sociale, la riflessione sulle pratiche e la produzione di conoscenze sugli animali, nonché la qualità di vita degli animali che queste pratiche producono. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Knowinganimals. Org/ .  
   
   
INTERVENTO DELLA REGIONE SARDEGMA PER I PESCATORI DANNEGGIATI DAI CORMORANI  
 
Cagliari - L´assessorato regionale dell´Agricoltura ha disposto un primo trasferimento di fondi, pari a due milioni di euro, a favore dell´Assessorato dell´Ambiente per gli indennizzi agli operatori ittici che, negli ultimi anni, hanno visto le loro produzioni seriamente compromesse in particolare dalla voracità dei cormorani, che sono soliti svernare soprattutto sui circa 6mila ettari di stagni e lagune dell’Oristanese. L’intervento della Giunta viene incontro alle aspettative del mondo della pesca, che in più occasioni aveva illustrato agli assessori dell’Ambiente e dell’Agricoltura la gravità dei danni provocati dalla continua crescita delle popolazioni di questo volatile, non più considerato in via di estinzione dal 1997. Secondo recenti report, i danni alle produzioni sono sempre più consistenti e sono tali da mettere a rischio l’economia delle imprese. Insieme alle organizzazioni di categoria del comparto, la Regione è intervenuta più volte per chiedere l’azione straordinaria dell’Unione europea. Intervento che si è concretizzato in diverse occasioni: proprio recentemente la Commissione Pesca del Parlamento europeo ha promosso a Bruxelles momenti di studio e approfondimento sulla vertenza. Inoltre, una delegazione dell’organismo ha partecipato qualche mese fa a specifici incontri in Sardegna. Da questo dibattito, il 4 dicembre scorso è scaturita una specifica risoluzione del Parlamento di Strasburgo per l’elaborazione di un "Piano europeo di gestione della popolazione di cormorani", con l’obiettivo di ridurre il loro impatto sulle risorse ittiche, la pesca e l’acquacoltura. Il documento invita la Commissione a presentare un programma di gestione della specie, da coordinarsi a livello comunitario, ed esaminare tutti gli strumenti giuridici a disposizione per ridurre gli effetti negativi sulle produzioni. L’impegno della Regione è stato anche a livello locale, attraverso momenti di confronto con gli operatori dei vari compendi ittici. L’ultimo solo giovedì, quando sono stati ricevuti i rappresentanti del Consorzio Pontis di Cabras, i quali hanno confermato che il problema dei cormorani è più che mai attuale. Con la delibera di oggi, la Regione viene incontro alle legittime aspettative del mondo della pesca, indennizzando le imprese che hanno subito notevoli danni alle produzioni. Un intervento sicuramente necessario, considerato che le azioni di dissuasione tramite dispositivi di allontanamento attuate dagli imprenditori non hanno, ad oggi, prodotto i risultati sperati. Gli indennizzi, inoltre, arrivano in attesa che la Commissione Europea approvi il Piano di gestione. I due Assessorati regionali, di recente, hanno trasferito fondi per oltre un milione di euro alla Provincia di Oristano, per istituire un sistema di monitoraggio della presenza dei cormorani nel tempo e per valutarne i danni. .  
   
   
ALBANIA, DA STATO SUSSIDI AD AGRICOLTURA NEL 2009  
 
Quest´anno lo Stato albanese metterà a disposizione un fondo da 15 milioni di dollari per il sostegno alla crescita della produzione agricola locale. Lo rende noto "Informest". L´ammontare è superiore di 5 milioni di dollari rispetto a quanto stanziato nel 2008. Oltre ai sussidi per la messa a dimora di alberi da frutti, ulivi e viti, il governo finanzierà pagamenti diretti per l´agricoltura, la produzione di miele, la certificazione di prodotti bio e i dispositivi per la refrigerazione. Secondo i dati ufficiali, il numero di ulivi è cresciuto di 4 milioni, quello di alberi da frutto di 1,2 milioni e l´area per la coltivazione di vigneti di 1. 500 ettari. Il governo, tra l´altro, implementerà un programma per la messa a dimora di circa 20 milioni di ulivi giovani nel corso del 2009. Il nuovo progetto mira a rendere l´Albania uno dei maggiori Paesi produttori di olive sul mercato mondiale. . .  
   
   
AREE RURALI LOMBARDE, CHI EDIFICA DEVE FINANZIARE IL VERDE MAGGIORI ONERI IN UN FONDO PER POTENZIARE BOSCHI E ZONE NATURALI PRIMO PROVVEDIMENTO ITALIANO PER PRESERVARE I TERRITORI AGRICOLI  
 
Chi consuma suolo agricolo per costruire dovrà pagare un contributo per compensare altre aree rurali con interventi ambientali e di riforestazione. Lo ha stabilito la Giunta regionale, su proposta degli assessori al Territorio e Urbanistica, Davide Boni, e all´Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, approvando - prima regione in Italia - una serie di linee guida che rendono efficace una delle ultime e più innovative previsioni della legge 12 per il Governo del territorio. Per interventi di trasformazione edilizia e urbanistica in aree agricole entrerà in vigore a breve una maggiorazione del contributo di costruzione (dall´1,5% al 5%), da destinare alla riforestazione e alla riqualificazione di ambiti naturali. La Regione prevede un "tesoretto" annuo di 30 milioni con cui destinare a verde 900 ettari (l´equivalente di 2000 campi di calcio). Il provvedimento è nato dalla collaborazione tra l´assessorato al Territorio e Urbanistica e l´assessorato all´Agricoltura, ed è stato condiviso con Anci, sia per quanto riguarda l´obiettivo di contenere il consumo del suolo, sia per le modalità di azione proposte. "La stessa legge 12 per il territorio - ha osservato l´assessore Boni - considera tutte le aree agricole importanti, tanto da prescriverne un attento studio e pianificazione in ambito comunale. Oggi si è fatto di più, rivalutando un elemento prezioso e non più rinnovabile come il territorio agricolo e compensando il suo utilizzo con il miglioramento ambientale". "Sulla base della nostra esperienza di realizzazione del progetto regionale ´10. 000 ettari di nuovi boschi e sistemi verdi´ - ha detto l´assessore Ferrazzi - si può stimare che ogni anno potranno essere realizzati oltre 900 ettari di sistemi verdi, pari a 2000 campi di calcio che saranno mantenuti per circa 20 anni. Questi nuovi interventi si sommeranno a quanto già fatto dalla Regione con i progetti delle 10 grandi foreste, con i fondi del Programma di sviluppo rurale, e con il progetto regionale dei sistemi verdi". Complessivamente negli ultimi 8 anni sono stati finanziati oltre 5000 ettari di nuovo verde significativo. Il Fondo Regionale - I fondi derivanti dai maggiori oneri urbanistici confluiranno in un Fondo di livello regionale, per cui si stima un introito annuo pari a 30 milioni di euro. Dal Fondo regionale le risorse ritorneranno interamente al territorio finanziando prevalentemente progetti di importanza sovracomunale e che contribuiranno alla formazione di una grande rete verde agroambientale di livello regionale. Gli interventi consisteranno nella formazione di nuovi boschi, nel miglioramento di quelli esistenti, nella riqualificazione ambientale di canali (anche accompagnati da piste ciclo pedonali ed equestri), oltre che per formazione di aree umide o ambienti naturali. Beneficiari e realizzatori di questi sistemi verdi, oltre ai proprietari, saranno gli agricoltori con la libera sottoscrizione di contratti di acquisizione di servizi ambientali della durata di oltre venti anni. L´obiettivo è valorizzare in particolare le aree periferiche urbane, i fiumi, la fascia dei fontanili, i fondovalle alpini, le aree collinari. La stessa filiera economica bosco-legno, nel lungo periodo, ne trarrà beneficio, insieme alla gestione complessiva del verde montano. Il Ruolo Dei Comuni - Entro tre mesi dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale del provvedimento regionale, ogni amministrazione comunale dovrà provvedere, con una delibera consigliare, a individuare le tipologie di aree agricole su cui si applica il contributo e la nuova percentuale di maggiorazione del contributo stesso (variabile dall´1,5 a un massimo del 5% della somma degli oneri di urbanizzazione, primari e secondari). Se entro tre mesi ciò non avviene, la maggiorazione del contributo sarà fissata al 5%. Spetta al Comune determinare l´applicazione della maggiorazione percentuale del contributo, in funzione della qualità paesistica dei luoghi, della sicurezza idrogeologica del territorio e del valore produttivo dei territori agricoli. L´ente locale, in particolare, potrà poi definire più dettagliatamente le aree naturali sulla base delle informazioni fornite dal Sit, il Sistema informativo territoriale. Per quanto riguarda le aree agricole ricadenti in Accordi di programma, Programmi integrati di intervento di interesse regionale, comuni capoluogo e comuni inseriti in parchi regionali e nazionali si applica la maggiorazione del 5% indipendentemente dalle "graduazioni" previste dall´ente locale. .  
   
   
ALBANIA: DALLO STATO 15 MLN DI DOLLARI DI SUSSIDI ALL’AGRICOLTURA NEL 2009  
 
Quest’anno lo Stato albanese metterà a disposizione un fondo da 15 milioni di dollari per il sostegno alla crescita della produzione agricola locale. L’ammontare è superiore di 5 milioni Usd rispetto a quanto stanziato nel 2008. Oltre ai sussidi per la messa a dimora di alberi da frutti, ulivi e viti, il governo finanzierà pagamenti diretti per l’agricoltura, la produzione di miele, la certificazione di prodotti bio ed i dispositivi per la refrigerazione. Secondo i dati ufficiali, il numero di ulivi è cresciuto di 4 milioni, quello di alberi da frutto di 1,2 milioni e l’area per la coltivazione di vigneti di 1. 500 ettari. Il governo, tra l’altro, implementerà un programma per la messa a dimora di circa 20 milioni di ulivi giovani nel corso del 2009. Il nuovo progetto mira a rendere l’Albania uno dei maggiori Paesi produttori di olive sul mercato mondiale. .  
   
   
VAL D’ AOSTA: DIECI MILIONI DI EURO GLI ANTICIPI PER IL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE  
 
Il Presidente della Regione Augusto Rollandin e l’Assessore all’agricoltura e risorse naturali Giuseppe Isabellon comunicano che la Giunta ha deliberato, in applicazione della legge finanziaria approvata dal Consiglio regionale il 10 dicembre scorso, il trasferimento della somma di dieci milioni di Euro all’Agenzia Regionale per le Erogazioni in Agricoltura (Area Vda), finalizzata ad assicurare alle aziende agricole il finanziamento di un anticipo sugli aiuti previsti per l’anno 2008 dalle misure “Indennità compensativa” e “Pagamenti agroambientali” nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013. «L’area Vda provvederà, per conto della Regione, - sottolineano il Presidente e l’Assessore – ad erogare un anticipo su tali contributi, fondamentali per le nostre aziende in quanto volti a compensare i costi dovuti agli svantaggi naturali del nostro territorio e a riconoscere i maggiori costi e le minori produzioni conseguenti all’introduzione di sistemi di coltivazione eco-compatibili. Nell’attesa del pagamento degli aiuti da parte dell’Agea – concludono Rollandin e Isabellon – la Regione, attenta alle necessità degli agricoltori, mette a disposizione dei fondi per andare incontro alle loro esigenze economiche». L’assessorato agricoltura e risorse naturali sta provvedendo ad inviare, alle aziende aderenti alle misure sopracitate, una comunicazione nella quale è indicato l’importo assegnato al destinatario, calcolato nella misura del settanta per cento dell’Indennità compensativa e del 50 per cento dei pagamenti agroambientali, sulla stima dei contributi previsti per l’annualità 2008 il cui ammontare sarà definito dopo la conclusione dell’istruttoria delle domande. I titolari delle aziende agricole sono invitati sin dal momento della ricezione della lettera a produrre la domanda di anticipo presentandosi di persona agli uffici dell’Area Vda in località Grande Charrière 64 a Saint-christophe (tel. 0165. 3673122 – 0165. 3673124), che restano a disposizione per ogni ulteriore informazione. La scadenza della presentazione delle domande è prevista per il 20 febbraio. L’anticipazione dovrà essere restituita dopo l’erogazione dei premi da parte dell’Agea senza alcun onere aggiuntivo. .  
   
   
PROVINCIA MATERA SU VALORIZZAZIONE PRODOTTI TIPICI AL VIA UN PROGETTO DI INFORMAZIONE PER LA VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI, LA TUTELA DELLA SALUTE DEI CONSUMATORI E L’EDUCAZIONE ALIMENTARE  
 
 Partirà nei prossimi giorni un progetto di informazione per la valorizzazione delle produzioni, la tutela della salute dei consumatori e l’educazione alimentare promosso dall’Assessorato alle Attività produttive della provincia di Matera. Si tratta di un’iniziativa finanziata dal Ministero dello Sviluppo agricolo e che ha come obiettivo specifico in primo luogo l’acquisizione di un’adeguata conoscenza delle tipicità agro-alimentari del territorio materano, ovvero di individuare quelli che sono i prodotti che possono essere definiti “tipici”, di conoscere la loro situazione produttiva e di prendere consapevolezza di quelle che sono le loro potenzialità di sviluppo. Una volta individuati i prodotti agro-alimentari tipici il progetto mira alla loro valorizzazione ed a garantire loro un aumento di visibilità, facendone da un lato la base di partenza per il potenziamento del turismo eno-gastronomico della provincia di Matera ed attivando dall’altro, un modello di sviluppo, al fine di recuperare la tradizione e la cultura locale ma anche di inserirla nei moderni circuiti di valorizzazione economica, attraverso forme, tecniche ed organizzazioni appropriate. Altro punto cruciale del progetto è la promozione di una corretta abitudine alimentare ed una sana igiene di vita per conoscere e prevenire malattie legate ad una cattiva alimentazione soprattutto nei soggetti in età adolescenziale. “Il progetto – ha spiegato Nicola Buonanova, assessore alle Attività produttive della Provincia di Matera – è indirizzato a tutta la popolazione con particolare riferimento agli alunni e studenti delle scuole elementari e medie, nonché alle associazioni di categoria che saranno anch’esse coinvolte, le quali sono state convocate nella prossima settimana presso il mio assessorato. Ne divulgheremo le finalità su tutto il territorio, in tutte le scuole dove saranno coinvolti direttamente gli alunni delle classi quarta e quinta elementare. Oltre a fare delle lezioni teoriche ci saranno delle visite guidate nelle aziende per vedere da vicino come si producono i prodotti agro-alimentari, olio, pasta, vino, miele, prodotti lattiero caseari e salumi. Per i quali sono previste delle degustazioni. La Provincia di Matera, a tal proposito – ha continuato l’assessore – ha sottoscritto un protocollo d’intesa con l’Ufficio scolastico provinciale. Abbiamo organizzato tre seminari per aree: mare, montagna e capoluogo di provincia. I lavori infine – ha concluso Buonanova – resteranno nel tempo grazie alla realizzazione di quattro filmati a carattere informativo – promozionale ed un Dvd. Ogni filmato avrà la durata si sette/otto minuti e riguarderà le più importanti aree della provincia. ” Entusiasta anche il presidente della Provincia, Carmine Nigro: “Teniamo molto – ha detto – ai produttori dell’agro-alimentare di qualità di cui il nostro territorio è ricco. Attuare un progetto con le scuole, significa portare nelle famiglie la cultura della buona e sana alimentazione basandosi sul consumo prevalente di prodotti tipici locali e alimentando difatti lo sviluppo di una filiera corta che metta direttamente in contatto le famiglie di consumatori con le aziende dei produttori. Tra l’altro – ha continuato Nigro – il progetto svilupperà esperienze dirette nelle aziende agricole attraverso la materiale visualizzazione dei procedimenti di produzione e di lavorazione dei progetti stessi. Noi ci auguriamo che con gli alunni delle scuole, questi appuntamenti siano frequentati anche dai genitori oltre che dagli insegnanti. Quindi – ha concluso – la conoscenza delle aziende può essere utile a creare la filiera corta”. .  
   
   
MARINERIE: DAL 12 GENNAIO AL VIA LA PESCA DEL NOVELLAME  
 
Palermo - L’assessore regionale alla Pesca, Roberto Di Mauro, ha firmato il decreto che consente, nel 2009, la pesca professionale del novellame di sardina e rossetto. La cattura è permessa, per 60 giorni consecutivi, con esclusione dei giorni festivi. A decorrere dal 12 gennaio fino al 13 febbraio, dall’alba al tramonto, sarà consentita l’attività per questo tipo di pesca in tutti i compartimenti marittimi siciliani. Dal 14 febbraio al 12 marzo, invece, la pesca proseguirà con l’esclusione della zona di mare compresa tra la foce del fiume Belice e Capo Bianco. Il Consiglio regionale della pesca, infatti, ha ritenuto di dover considerare, come in passato, la particolare sensibilità alla cattura di questi piccoli pelagici in questo tratto di mare. Raccomandazione contenuta nei “Preliminari ai piani di gestione della pesca siciliana” redatti dall’istituto per l’Ambiente marino costiero. Naturalmente, negli stessi periodi saranno permesse anche le attività collegate: detenzione, trasporto, sbarco e vendita delle due specie ittiche. Soddisfatto per aver potuto emanare il provvedimento in tempi brevissimi, l’assessore Di Mauro ha detto: “Per la prima volta i pescatori autorizzati potranno svolgere la propria attività già dai primi giorni dell’anno. Ringrazio l’intero dipartimento guidato dal direttore generale, Maurizio Agnese, e i componenti del Consiglio regionale per avere svolto con grande puntualità il loro lavoro”. Potranno esercitare questo tipo di cattura i pescherecci con stazza non superiore a 10 tonnellate, purché siano autorizzati all´uso delle sciabiche e delle reti a circuizione o di altri attrezzi riconducibili a quelli prescritti. Sciabiche e reti dovranno avere un’altezza tale da non toccare il fondale durante la pesca. L´armatore del natante dovrà comunicare alla Capitaneria di porto competente l’inizio dell’attività; fornire settimanalmente i dati sulla quantità del pescato, località e ore di pesca giornaliere effettuate; e consegnare un campione della cattura qualora fosse richiesto dagli istituti di ricerca che hanno predisposto i Piani di gestione regionali. Il decreto è disponibile sul sito della Regione siciliana, assessorato alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca. . .  
   
   
ITTICOLTURA IN FVG: OLTRE MEZZO MILIONE PER ELEVARE LA QUALITA´  
 
Udine - Un finanziamento di oltre mezzo milione di euro è stato assegnato dalla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia al settore della pesca, con l´obiettivo di migliorare la qualità del prodotto ittico e di elevare il livello di igiene e di sicurezza alimentare delle produzioni. Il provvedimento, su proposta dell´assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali, Forestali, Claudio Violino, ha infatti destinato la somma di 250 mila euro per l´acquacoltura e di altri 259 mila euro per la trasformazione e la commercializzazione della materia prima in prodotto confezionato. Tale stanziamento deriva dal Fondo europeo per la pesca, che dispone, per il settennio 2007 - 2013, dell´importo complessivo di dieci milioni di euro. L´intervento di 250 mila euro a favore dell´acquacoltura consentirà di costruire o ampliare gli impianti di allevamento in acqua dolce, e di migliorare quelli in mare, elevando lo standard qualitativo delle strumentazioni in dotazione alle aziende del settore ittico. Ciò consentirà a tale comparto di compiere un salto di qualità anche per quanto attiene le condizioni igieniche di lavorazione del pesce. L´altro intervento, di 259 mila euro, sarà destinato alla trasformazione e alla commercializzazione del pesce. Saranno infatti adottate nuove e più moderne tecnologie nel processo di preparazione del prodotto che andrà immesso sul mercato. Le aziende che vorranno accedere a questi contributi dovranno presentare le relative domande alla Regione entro il prossimo 2 marzo. Potranno farlo le imprese con non più di 250 dipendenti e un fatturato non superiore a 50 milioni di euro. Rispetto a questo provvedimento, l´assessore Violino ha affermato che esso mira a garantire ai cittadini " prodotti ittici sicuri e di altissima qualità". "Negli ultimi anni il comparto - ha aggiunto l´assessore - ha conosciuto momenti difficili riguardo alle problematiche inerenti l´impatto ambientale, ma sono convinto che l´acquacoltura e la pesca possano costituire una delle punte di diamante dell´immagine del settore agroalimentare del Friuli Venezia Giulia". Violino ha inoltre affermato che si sta lavorando per la realizzazione del Distretto della pesca dell´Alto Adriatico. Rappresenterà una sorta di macroregione, composta dalle zone a vocazione ittica del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e dell´Emilia Romagna, che dovrà perseguire una politica comune per il settore sull´intera area interessata. Tale Distretto dovrebbe rappresentare una fase propedeutica all´istituzione di un soggetto transfrontaliero del quale facciano parte anche la Slovenia e la Croazia, per la gestione condivisa delle risorse e del patrimonio ittico. La creazione "di un´area marina omogenea dal punto di vista economico, sociale e biologico - ha concluso Violino - costituirebbe una base solida per la crescita del comparto nella zona settentrionale dell´Adriatico, anche considerando che le popolazioni ittiche non conoscono confini, e rappresentano un patrimonio per tutte le comunità rivierasche". . .  
   
   
PRESENTATO IL PARCO DEGLI ORTI DI CHIOGGIA, PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE TERRITORIALE  
 
Nascerà a Chioggia, a nord del Brenta, il Parco degli Orti, occasione di riqualificazione territoriale e di promozione delle produzioni tipiche locali, ma anche corollario dell’offerta turistica e ideale cerniera tra la parte terminale della laguna di Venezia e il Delta del Po. La prima fase del progetto voluto e finanziato dalla Regione, che ha individuato nell’amministrazione comunale clodiense il soggetto attuatore, è stata presentata oggi a Chioggia dall’assessore regionale alle politiche del territorio Renzo Marangon, dal Sindaco Romano Tiozzo, dall’assessore comunale alla pianificazione urbanistica Carlo Perini e dal consigliere regionale Carlo Alberto Tesserin. L’area interessata al Parco degli Orti di Chioggia è situata a sud dell’abitato di Sottomarina ed è stretta tra il margine meridionale della laguna di Venezia ed il litorale adriatico, all’interno di un territorio caratterizzato da una produzione orticola e specializzata, che ha subito via via notevoli processi di trasformazione, riorganizzazione e modellazione operati dall’uomo e dalla natura. Il progetto punta alla tutela e alla riqualificazione del paesaggio agrario e degli elementi permanenti che lo caratterizzano, quali il patrimonio edilizio tradizionale agricolo, quello arboreo e arbustivo, la rete idrografica e viaria minore, mediante appositi interventi sull’edificato esistente, con particolare riguardo alle centinaia di “casoni” e la previsione di percorsi lungo i vecchi sentieri di servizio agli orti, con la rimozione degli elementi che incidono negativamente sul territorio. La prima fase del progetto ha inteso realizzare la ricognizione minuziosa dell’intero ambito territoriale; l’analisi delle dinamiche di trasformazione con l’individuazione degli elementi detrattori, di rischio e degli elementi di vulnerabilità. “Si tratta – ha spiegato l’assessore Marangon- del primo intervento di recupero e riqualificazione realizzato nel Veneto con le oblazioni pagate in occasione del condono edilizio del 2004, i cui introiti sono stati destinati a rafforzare la lotta all’abusivismo, ma anche al ripristino e alla promozione di aree di pregio, che hanno conosciuto fenomeni di degrado o di abbandono”. Marangon ha poi sottolineato che Chioggia sarà protagonista nel contesto del futuro del Veneto, nell’ambito del quale avrà un ruolo importante soprattutto per quanto riguarda l’attività portuale, la cantieristica e i beni culturali. Dal canto suo il Sindaco Romano Tiozzo ha precisato che l’iniziativa si inserisce in un contesto di lavoro che il comune ha avviato da tempo relativamente alle tematiche urbanistiche e che verrò recepito nell’ambito del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, con il quale la Regione definirà le linee di sviluppo del Terzo Veneto. “Il futuro Parco degli Orti – ha poi precisato – testimonia gli ottimi rapporti di collaborazione avviati tra comune e Regione in materia di pianificazione del territorio, in un momento nel quale Chioggia sta riprogettando tutto il suo futuro, soprattutto dal punto di vista dell’economia. Accanto a turismo, pesca e logistica, c’è anche un importante agricoltura tipica e di tradizione che sta vivendo una particolare congiuntura e che nel Parco degli Orti può trovare un’occasione di riqualificazione, oltre che un elemento territoriale di straordinario pregio che affiancherà l’economia turistica”. Riferendosi al Ptrc Carlo Alberto Tesserin ha sottolineato che per il Veneto si tratta di una fase di sviluppo importantissima, con una visione di espansione enorme, che per quanto riguarda la sola provincia di Venezia prevede la realizzazione di progetti come Veneto City, la piattaforma logistica di Marghera, il quadrante di Tessera. Da questa fase – ha avvertito Tesserin- l’area di Chioggia rischia di essere esclusa se non sarà capace di darsi un ruolo sfruttando le concerete potenzialità presenti, che devono necessariamente essere inserite nella progettualità e pianificazione della Regione. .  
   
   
CON IL VERONA IL VENETO VERSO IL POKER DI RADICCHI IGP  
 
Zero Branco (Treviso) - “Il Veneto potrà giocare sui mercati nazionali e internazionali un vero e proprio poker di radicchi certificati, riconosciuti dall’Unione Europea con l’Indicazione Geografica Protetta. Entro qualche settimana dovrebbe infatti essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Comunità il riconoscimento per l’Igp del Radicchio di Verona, che si affiancherà agli Igp Rosso di Treviso, Variegato di Castelfranco e Chioggia”. Lo ha annunciato oggi il vicepresidente della Giunta regionale del Veneto Franco Manzato, intervenendo a Zero Branco, in provincia di Treviso, alla 16ª Mostra Internazionale del Radicchio Rosso. “Sono ormai scaduti i sei mesi dalla pubblicazione a livello comunitario della richiesta di Igp del Radicchio di Verona – ha ricordato Manzato – e non ci risulta che siano state presentate opposizioni. Ora attendiamo la pubblicazione del regolamento di iscrizione: questione di tempi tecnici, ma non dovrebbero esserci ulteriori problemi. Questo traguardo conferma il Veneto come il distretto mondiale dei radicchi di qualità certificata, al cui interno un posto preminente spetta a quello di Treviso, il primo a livello europeo a fregiarsi dell’Indicazione Geografica Protetta, progenitore di tutti gli altri radicchi Igp che danno meritatamente lustro alla nostra regione e prodotto simbolo, a fianco del Prosecco, dei primati agroalimentari della Marca”. L’intera gamma dei radicchi veneti rientrerà così pienamente nelle tutele di legge e potrà essere presentato e proposto sotto il “marchio a ombrello” del Veneto dell’ospitalità, che promuoverà e renderà facilmente riconoscibili i prodotti agroalimentari certificati di qualità: la stella a sette punte affiancata dal leone alato di San Marco e dalla frase “Veneto. Tra la terra e il cielo”. “Per la provincia di Treviso e per tutta la regione – ha concluso Manzato – quella dei radicchi è inoltre una produzione identitaria, perché ha le sue radici storiche nel lavoro e nella sapienza dei nostri agricoltori, proponendo e valorizzando l’immagine del Veneto in tutti i continenti”. .  
   
   
VENTI TONNELLATE DI ARANCE ROSSE PARTONO PER IL GIAPPONE  
 
Palermo - Si riaprono le porte dell´Oriente per l´agroalimentare siciliano. E´ partito il 12 gennaio , da Palagonia, in provincia di Catania, un container di arance rosse con destinazione il Giappone. Si tratta di venti tonnellate della varietà “Tarocco” dell´azienda agricola “Lady Rosa”, sistemate in oltre 2. 600 cassette da 7 chilogrammi ciascuna, che giungeranno a Tokyo dopo 28 giorni di navigazione dal porto di Cagliari. L´esportazione è stata possibile grazie ai controlli fitosanitari dei tecnici dell´assessorato regionale all´Agricoltura. “La tecnica usata per superare i controlli imposti dalla rigida normativa giapponese - spiega il dirigente generale del Dipartimento interventi strutturali dell´assessorato, Giuseppe Morale - è quella del “cold treatment”, il trattamento a freddo che distrugge la mosca della frutta, un insetto molto diffuso nel bacino del Mediterraneo, che non resiste, appunto, alle basse temperature”. Proprio per questo motivo, per tutta la durata del viaggio, la temperatura del container sarà costante a 0 gradi centigradi. A coordinare le verifiche sul container in partenza l’Osservatorio per le malattie delle piante di Acireale, con il direttore Rosario D´anna e l´ispettore Sebastiano Quattrocchi, oltre al loro collega il giapponese Shinya Kimura, alla presenza dell’amministratore delegato della azienda agricola Giovanni Blandini. “E´ una grande occasione - afferma l´assessore regionale all´Agricoltura, Giovanni La Via - per i nostri produttori. Creare nuove opportunità di mercato al di fuori dei confini nazionali è ormai una dinamica necessaria. Grazie al certosino lavoro fatto dai tecnici dell´Osservatorio per le malattie delle piante, oggi, ai nostri imprenditori offriamo la possibilità di conquistare nuovi orizzonti di sviluppo che, sono certo, contribuiranno a fare affermare ancora di più il made in Sicily nel mondo”. La tecnica del “cold treatment” è la stessa utilizzata, fin dal 2006, per le esportazioni di arance tarocco in Giappone. Un trattamento che ha consentito ai produttori siciliani di agrumi di inviare già una cinquantina di container nel paese del Sol levante. .  
   
   
NUOVE STELLE PER DUE NUOVI RISTORANTI DI VALENCIA  
 
 Ci sono due nuove stelle che brillano nel panorama gastronomico di Valencia, i due nuovi ristoranti Riff e Vertical hanno appena ricevuto uno dei riconoscimenti più ambiti e prestigiosi nell’ambito della ristorazione, la stella Michelin, maggiore riferimento mondiale per la valutazione della qualità dei ristoranti. Sono poche le città al mondo delle dimensioni di Valencia che vantano così numerosi ristoranti stellati. Con le due new entry, Valencia raggiunge ben 6 ristoranti stellati, per la gioia di tutti i buon gustati che sostano in questa ridente e spettacolare città. I due nuovi ristoranti sono quindi pronti a diventare le mete preferite dei più fini palati al mondo. Riff Conde Altea, 18 Valencia 46005 www. Restaurante-riff. Com Tel. 34 963 335 353 Fax 34 963 161 146 Una stella al Riff! Dalla Foresta Nera alla luce abbagliante di Valencia, il contrasto è forte! Nato in Germania, Bernd Knöller, lo chef e proprietario del Riff, ha fatto pratica dai più grandi ristoratori stellati d´Oltrereno, da Berlino a Düsseldorf, passando dalla Svizzera e il Regno Unito. Sposato con una spagnola di Segovia, ha sposato anche la cucina mediterranea. Riconosciuto come uno chef di grande talento, Bernd Knöller ha portato molto alla scena gastronomica valenciana, per il suo rigore e la sua ricerca di prodotti di qualità. Anche se la sua cucina è piena d´inventiva, Bernd si considera innanzitutto un «cuoco classico», un discepolo di Escoffier di cui conosce ogni riga a memoria. Al Riff la proposta è varia, sughi, fondi, salse, riduzioni, gelati, sorbetti e gelatine sono eseguiti con brio. Anche se molti prodotti sono decostruiti, i loro sapori sono sempre rispettati. Il suo ragù di scampi con carciofi, il riso nero accompagnato di germogli di grano verdi e di qualche mandorla cruda, così come il vitello di Galizia con ciliege candite e succo di arancia di Valencia sono effettivamente dei classici. Firmata da Andrés Alfaro, la decorazione d´interni minimalista del ristorante coniuga un parquet scuro, tende traslucide e tavoli accuratamente distanziati. La cantina è impressionante, più di 200 etichette con ottimi riesling tedeschi che accompagnano perfettamente i frutti di mare e i pesci. Vertical ([Hotel Confortel Aqua 4*] Luis García Berlanga, 19 - Valencia 46013 - www. Restaurantevertical. Com Tel. 34 963 303 800 Il ristorante Vertical è sicuramente uno dei ristoranti più trendy della città. Situato al 9° piano del modernissimo Confortel Aqua 4* Hotel, offre una panoramica unica e indimenticabile, la Città dell’Arte e delle Scienze di Santiago Calatrava. Vertical, inaugurato a dicembre 2006, oltre a garantire un servizio impeccabile offre ai suoi ospiti una selezione di ricette di gastronomia avant-garde dalle radici e sapori tipicamente mediterranei. Riferimento gastronomico al pari dell’altrettanto noto La Sucursal dell’Ivam, deve il suo ultimo riconoscimento alla maestria di Jorge Andrés. I pilastri del suo lavoro combinano la ricchezza e la tradizione della cucina mediterranea con un fresco e raffinato tocco di nouvelle cuisine. Questo inedito e interessante mix si riflette nei menu a base di riso e pesce, ricette rivisitate dalla migliore gastronomia locale. Vertical è a tutti gli effetti un nuovo riferimento della gastronomia della città. Unendo la terra e il mare, la cucina valenciana è il frutto delizioso di secoli di influenze mediterranee. Capitale della paella e dell´horchata, un latte vegetale delizioso, Valencia attrae giovani chef pieni di talento. Una destinazione golosa di gran classe, circondata da un territorio ancora intatto. Quella di Valencia è infatti una zona agricola particolarmente ricca. Il suo prodotto principale è il riso, ingrediente fondamentale della famosa paella e di tante altre specialità locali meno conosciute. Per gustare una pietanza a base di riso uno dei templi della paella è La Pepica, un locale nei pressi del porto, in attività da oltre 100 anni, frequentato in passato da un entusiasta del gusto come Hemingway. Per provare l’horchata, è un must andare all’l’Horchateria Santa Catalina o l’Horchateria El Siglo, due locali storici situati praticamente l’uno di fronte all’altro in Plaza de la Reina. Accanto alla tradizione gastronomica non mancano le rivisitazioni in chiave moderna. Oltre ai due nuovi ristoranti, Riff e Vertical, appena insigniti di una nuova stella Michelin, Valencia conta altri 4 locali stellati, il ristorante La Sucursal, sito nel museo d’arte Ivam, Alejandro, Torrijos e Cà Sento. <!--[if !supportLinebreaknewline]--> <!--[endif]--> Il matrimonio tra arte e cucina è un trend; sono sempre più i progetti che vedono destinare ai migliori chef la creazione di ristoranti all’interno di musei, teatri e prestigiose residenze. In Italia e all’estero gli esempi sono tanti e tutti di successo. A Milano il bistrot della Triennale e Trussardi alla Scala, a Roma, il nuovo ristorante di Antonio Colonna, Open, aperto lo scorso ottobre all´ultimo piano del neo-restaurato Palazzo delle Esposizioni, a Parigi, all´ultimo piano del Centre Pompidou, Georges, mentre a Valencia …. La Sucursal Calle Gillém de Castro N° 118 46003 Valencia Tel: +34 96 374 66 65 /www. Restaurantelasucursal. Com/ Stellato di recente, il ristorante La Sucursal occupa un´ala del museo d´arte moderna di Valencia (Ivam). Al pianterreno, la caffetteria propone una ristorazione leggera e accurata; al piano superiore, una vasta sala dove predominano le tonalità scure e il legno, accoglie il ristorante gastronomico. L´ambiente è elegante ed arredato in stile minimalista, con sedie di design, pareti bianche e pavimento in parquet, a creare un´atmosfera raffinata e rilassata. La cucina proposta è creativa, una vera e propria fusione tra ricette tradizionali ed elaborazioni originali. Tra le specialità il tuorlo d´uovo con carpaccio, tartufo e polenta cremosa, la ventresca di tonno con vinaigrette di pinoli. Il Ristorante La Sucursal di Valencia, guidato dalla maestria di Jorge Bretón, dispone inoltre di un´eccellente cantina vini, con selezione ampia e ben costruita di etichette spagnole e da vari paesi del mondo curata dalla pluripremiata sommelier Manuela Romeralo. Alejandro Calle Amadeo de Savoya N° 15 - 46010 Valencia Tel: +34 96 393 40 46 Il giovane chef e proprietario Alejandro, stellato da più di un anno, ha fatto pratica, in particolare, da Martín Berasategui, a San Sebastián. Alejandro è innamorato della sua città natale, Valencia, e dei prodotti del Mediterraneo. Tra terra e mare, la sua cucina innovativa osa con successo. Degne di nota l´acciuga cruda al mango servita su un gazpacho di barbabietola all´olio di tartufo bianco, piccolo capolavoro della cucina terra/mare, il duetto aspice e coniglio, servito su una salsa al pomodoro candito (una ricetta valenciana tradizionale) è proprio un matrimonio riuscito e altrettanto delizioso il porcellino cotto nel suo grasso a bassa temperatura, accompagnato da un purè di mele. Per il dessert, sorprendente è la sempiterna zuppa di melone, piatto trito e ritrito della cucina estiva, resa unica grazie ai sapori delle spezie e l’aggiunta di un sorbetto al cioccolato bianco e un biscotto al pistacchio. Moderna per le tecniche utilizzate, ma d´ispirazione classica, la cucina di Alejandro merita di essere gustata. Torrijos "Torrijos" Calle Dr. Sumsi N° 4 46005 Valencia Tel: +34 96 373 29 49 www. Restaurantetorrijos. Com/ Il Ristorante Torrijos, aperto nel 1987 e diventato un punto di riferimento dell´alta cucina della città, è un ambiente elegante, curato e moderno, dotato di una sala principale e di due salette private, una delle quali che dà sulla cucina a vista. Bella ed affascinate la cantina dei vini, visibile grazie ad una bella facciata in vetro. La cucina proposta è creativa ed originale, fatta di sapori intensi, ben definiti e personalizzati, che dà la priorità ad ingredienti di stagione e ad una particolare offerta di riso che dà l´ultimo tocco di personalità al ristorante. Tra le specialità i percebes e la cernia in insalata con mele verdi e sedano, la ventresca di anguilla con riso al miele nel suo colore. Il Ristorante Torrijos di Valencia dispone inoltre di un´ottima cantina vini, con selezione ampia e curata delle etichette, consigliate da un esperto sommelier. Cà Sento Calle Méndez Núňez N° 17 46024 Valencia Tel: + 34 96 330 17 75 Dal 2005 Vicente Aleixandre, “Sento”, e la moglie, Mari, hanno lasciato le redini del rinomato ristorante al figlio Raúl, che oltre ad affiancare i genitori da più di un decennio vanta esperienze a fianco di Ferrán Adrià. Cà Sento è uno dei luoghi migliori per assaggiare una paella “creativa”, mentre funghi e tartufo sono il segreto del successo di questo ristornate, che offre raffinate ricette a base di pesce, dai frutti di mare continuano agli insoliti gamberetti rossi, dagli scampi ai datteri di mare. In ogni menu è incluso uno di questi tesori gastronomici, che si completano con piatti di alta cucina d’autore a loro volta basati su materie prime delicate. Un esempio: l’insalata di vongole e lepadi con acqua di pomodoro di Valencia; ricetta che tesaurizza oltre a prodotti insuperabili, una qualità che distingue lo chef: la delicatezza. Raúl è infatti molto, molto, molto elegante nei sapori, ed anche armonico. Un’altra sua virtù è la precisione delle cotture, mostrando tecnica e sensibilità, senza tralasciare infine l’ingegno; è il caso delle medusette con pane e succo di molluschi, dal sapore stellare! E non si devono dimenticare i risotti, i fedelini, riformati come corrisponde a una nuova epoca, di carattere evolutivo. .  
   
   
ALTOGUSTO 2008/2009: DAGLI CHEF DELLE DOLOMITI, RAFFINATI ASSAGGI DI ROCOCÒ. VE MAESTRI DELLA CUCINA BELLUNESE OMAGGIANO ANDREA BRUSTOLON, CELEBRE INCISORE DELL’EPOCA  
 
Altogusto 2008 2009 - la grande cucina delle Dolomiti bellunesi torna a rendere omaggio al suo territorio e alla sua cultura. Tutti i giorni, fra dicembre 2008 e marzo 2009, nove fra i più rinomati ristoranti della provincia, riuniti nell’Associazione Altogusto, propongono, in alternativa alle usuali proposte, uno speciale menu ispirato alla cucina rococò e all’artista Andrea Brustolon (1662 –1732), celebre incisore dell’epoca, cui la sua città natale, Belluno, dedicherà una mostra a partire dal 27 marzo 2009. Il gusto culinario dell’epoca rococò, sviluppatosi dopo gli eccessi dell’abbondanza barocca, stravolse gli stilemi della cucina chiedendo nobile semplicità, asciutto decoro, leggerezza e sontuosità delicata. Aspetti che ben si accordano alla sensibilità degli chef bellunesi e che ritroviamo, rivisitati e riattualizzati nei piatti Altogusto. Immersi nello splendido paesaggio delle Dolomiti e pervasi da un’atmosfera suggestiva e affascinante, i ristoranti protagonisti della rassegna: Al Borgo di Belluno, Al Capriolo di Vodo di Cadore, Alle Codole di Canale d’Agordo, Baita Fraina di Cortina d’Ampezzo, Da Aurelio di Colle Santa Lucia, Dolada di Plois di Pieve D’alpago, Ristorante Baita Mondschein di Sappada, San Lorenzo di Puos d’Alpago e Tivoli di Cortina d’Ampezzo, sono accomunati dall’amore per la propria terra, dal rispetto per la sua cultura e le sue tradizioni culinarie e dalla volontà di valorizzare e esaltare i pregiati prodotti tipici, attraverso una cucina genuina, capace di richiamare alla memoria gli odori e i sapori della territorio, ma allo stesso tempo raffinata e innovativa. Pastin, fagioli di Lamon, mais sponcio, patate di Cesiomaggiore, agnello d’Alpago, fave, orzo decorticato, formaggi del territorio, pedole ecc, saranno anche quest’anno i protagonisti delle tavole Altogusto, serviti secondo i dettami del rococò. Andrea Brustolon Andrea Brustolon (Belluno 1660-1732), scultore e intagliatore italiano fu uno dei più originali maestri del rococò veneziano. Figlio dello scultore del legno Jacopo, nel 1677 si trasferì a Venezia presso la bottega dello scultore genovese Filippo Parodi. Trascorse quindi un periodo di studio e tirocinio a Roma, dove ebbe modo di conoscere la scultura classica e le opere del Bernini. A Brustolon è attribuita una vastissima produzione di mobili e arredi sacri e profani, realizzati in uno stile estroso e decorativo. La sua attività si svolse soprattutto a Venezia al servizio di ordini religiosi e famiglie patrizie; gli furono commissionati numerosi lavori dai nobili più potenti (ad esempio, i Venier, i Correr e i Pisani) e dalla Chiesa (sue opere sono conservate nella Chiesa dei Frari). Dal 1720 Brustolon visse a Belluno e realizzò elaborati altari lignei per le chiese di alcuni centri minori, tra cui la parrocchiale di Cortina d´Ampezzo. A Roma viene tutt´oggi chiamato "Sala del Brustolon" l´auditorio con i seggioloni dell´artista da cui il Presidente della Repubblica invia i messaggi televisivi di fine anno. Il Rococò In Cucina Tra il 1680 e il 1715 entra in crisi la cucina della tradizione tardo-rinascimentale e la scuola gastronomica romano-fiorentina cessa di dettar legge in Europa. Al suo posto subentra la cucina francese. Parecchie cucine nobiliari in tutta Europa cadono nelle mani esperte di cuochi transalpini che impongono la nuova moda culinaria. E’ la fine del luculliano pranzo medievale, caratterizzato da un caotico susseguirsi di gigantesche portate. Tutto è regolato da un ordine geometrico e una disciplina armonica. La ragione, esaltata dal Secolo dei Lumi, viene applicata dai philosophes anche alla “scienza del mangiar bene”. Colore, varietà, leggerezza sono le parole chiave di questa nuova gastronomia. Le carni pesanti lasciano il posto a salse preziose, estratti e consommé, brodi ristretti e gelatine. La tavola del settecento è caratterizzata da sapori fini e pastellati, riflessivi e meditati secondo una cucina misurata e composta, pensata per commensali frizzanti e spiritosi e per dame leggere, che si muovono seguendo i ritmi della gestualità, tra argenterie e suppellettili finissime. La nuova tendenza alimentare e di costume porta tavole riccamente imbandite, con preziose posaterie, porcellane, chicchere, sorbettiere, argenti, smalti e da mille altri suppellettili di raffinata provenienza. .  
   
   
AGLIO, UN BULBO PER LA VITA  
 
 Una recente ricerca scientifica lo conferma: ha proprietà antitumorali. L’aglio di Voghiera (Fe), l’unico in Europa ad aver ottenuto la Dop, è un salvavita efficace, un alimento che aiuta a prevenire il cancro. Sono infinite le proprietà nascoste in un bulbo di aglio tanto che alcuni lo chiamano il salvavita naturale. Uno studio recente confermerebbe caratteristiche anti tumorali. La novità arriva da una ricerca pubblicata da Proceedings of the National Academy of Sciences firmata da Mark Levine dei National Institutes of Health. La sua tesi confermerebbe le scoperte sui benefici della vitamina C rivelate dal chimico statunitense Linus Pauling, Nobel per la chimica nel 1954. In particolare la vitamina C, di cui l’aglio è ricca, oltre ad avere i conosciuti effetti preventivi, ora sarebbe stata consacrata anche come potente cura in varie forme aggressive di tumore. E lo spicchio ci salva anche contro l’ipertensione. I ricercatori dell’Università di Adelaide (Australia) dichiarano che l’aglio è un integratore naturale: una piccola dose giornaliera è efficace tanto quanto un farmaco nell’abbassare la pressione. L’unico aglio europeo che ha ottenuto il riconoscimento Dop è l’aglio di Voghiera (Fe). E’ bianco lucente e aromatico. Dove trovarlo? Nel punto vendita “I sapori delle Aie” sulla via Provinciale, a Gualdo di Voghiera (12 km da Ferrara), che lavora in stretta collaborazione con il Consorzio Produttori Aglio di Voghiera. Oltre alle tradizionali trecce di questo bulbo bianco e rotondeggiante si possono trovare aglio sott’olio, paté d’aglio, olio aromatizzato naturalmente all’aglio, come pure il salame e formaggio. E tante informazioni utili su come conservarlo e cucinarlo. Scegliere l’aglio di Voghiera, rispetto al ben più economico bulbo proveniente dalla Cina, significa anche sapere a che tipo di controlli è stato sottoposto il prodotto. Inoltre il Consorzio Produttori Aglio di Voghiera collabora da tempo con l’Università di Ferrara. Per informazioni: I Sapori delle Aie – Consorzio produttori Aglio di Voghiera (Dop) via Provinciale, Gualdo di Voghiera (Fe), tel. 0532. 328046 www. Agliodivoghiera. It – info@agliodivoghiera. It . .  
   
   
DEGUSTARE PREGIATI VINI ROMAGNOLI ACCOMPAGNATI DA DELIZIOSE PIADINE IN HOTEL A MILANO  
 
 Ritornano le Sorprese in Hotel. Un Benvenuto al 2009 con il Nuovo calendario di appuntamenti dell’Enterprise Hotel che invita a degustare pregiati Vini Romagnoli accompagnati da deliziose Piadine e tanta buona Musica. Per la sezione Mostre In Hotel, dal 13 gennaio 09 al 27 gennaio 09 Enterprise Hotel ospiterà le opere di: Stefania Selmi . .  
   
   
NOSTROMO ENTRA NEI FRESCHI: TONNARELLE L’INNOVATIVO PRODOTTO DI TONNO NOSTROMO  
 
Nostromo, azienda attenta alle esigenze sempre crescenti dei consumatori, lancia una nuova linea di prodotti freschi. Nostromo, azienda specializzata nel mercato delle conserve ittiche di qualità, ha deciso di cogliere una sfida importante per essere sempre in linea con le esigenze dei consumatori e i mutevoli stili di vita entrando nel comparto del fresco. Tonnarelle, questo il primo prodotto della nuova linea che l’azienda modenese propone a tutti gli amanti del pesce e ai nuovi adepti. Fresco e appetitoso Tonnarelle è una specialità gastronomica a base di tonno e a forma di hamburger altamente versatile e facile da cucinare: bastano 3 minuti in padella antiaderente per mettere in tavola una grande novità. Buono da solo, il nuovo prodotto Nostromo si presta amabilmente come ingrediente principe in qualsiasi tipo di ricetta, da quella più tradizionale a quella più creativa per stupire occhi e palato. Tonnarelle è ricco naturalmente di omega 3 indispensabile per l’organismo e contiene solo il 1% di grassi rendendo le Tonnarelle di Nostromo leggere e sane senza però dover rinunciare al gusto del tonno. Disponibile in una confezione doppia da 75g l’una. Confezionato in atmosfera protettiva e senza l’aggiunta di nitriti per la conservazione, privo di glutine, la pratica apertura permette, in caso di necessità, di utilizzare una sola porzione alla volta mantenendo intatta la freschezza dell’altra porzione. Shelf Life di 45gg. Tonnarelle sarà disponibile nei punti vendita a febbraio ad un prezzo a partire da 3,25 euro . .  
   
   
VITIVINICOLO: GLI ESITI DEL BANDO PER LE CANTINE (LEGGE 95) 8 MILIONI DI EURO DI CONTRIBUTI PER LE CANTINE PIEMONTESI  
 
La Regione Piemonte erogherà poco meno di 8 milioni di euro a favore di 18 cantine e cooperative del settore vitivinicolo, che hanno partecipato e superato la selezione del bando sulla cooperazione previsto dalla legge regionale 95/95. Il bando, aperto nell’estate del 2007, ha visto la presentazione di 27 domande: a conclusione dell’istruttoria, sono stati ammessi ai finanziamenti 18 soggetti distribuiti nelle province di Cuneo, Asti, Alessandria, Torino, Novara, per un contributo complessivo di 7. 886. 587 euro su una spesa ammessa di 21. 509. 663 euro. L’obiettivo del bando è quello di incentivare e premiare le forme associative e le aggregazioni tra cantine, limitando quel fenomeno di eccessiva frammentazione (oltre 50 cantine sociali esistenti sul territorio) che caratterizza il comparto e ne indebolisce l’approccio ai mercati. “La filiera vitivinicola piemontese rappresenta uno dei settori di eccellenza della nostra regione – afferma l’assessore all’Agricoltura Mino Taricco – e uno dei suoi punti di forza è storicamente costituito dalla cooperazione e dalle cantine sociali, una realtà viva e importante che aggrega molti produttori, che però ha evidenziato negli anni passati i limiti di un’eccessiva parcellizzazione. Con questo bando abbiamo voluto dare un sostegno concreto alle iniziative di aggregazione, e credo che le risorse erogate possano rappresentare una base di partenza importante per creare economie di scala e migliorare l’impatto competitivo su un mercato ormai globale. ” Il bando è stato destinato a società cooperative agricole e loro consorzi, organizzazioni di produttori riconosciute, società di capitali costituite per almeno il 50% da imprenditori agricoli, cooperative o consorzi che avessero già realizzato forme di concentrazione per la trasformazione e commercializzazione o si fossero impegnate a realizzarle entro due anni; e avessero commercializzato meno del 50% di prodotto sfuso nell’ultima campagna vitivinicola o come media delle ultime due. Le tipologie di interventi finanziati riguardano l’ammodernamento degli stabilimenti e l’acquisto di strumentazioni, la predisposizione di programmi economico-finanziari e l’avvio di progetti commerciali e di marketing; gli investimenti in materia di tutela ambientale, sicurezza, igiene; alcuni investimenti nel commercio al minuto (negozi, punti vendita). .  
   
   
VITICOLTURA: PROGETTO PER AUMENTARE COMPETITIVITA’ CANTINE SOCIALI SICILIANE  
 
Palermo - Aumentare la capacità competitiva e contrattuale delle cantine sociali vitivinicole. Lo prevede l’accordo quadro per l’innovazione e la valorizzazione della filiera promosso e finanziato dall’assessorato regionale all’Agricoltura, con 4 milioni di euro per i prossimi 3 anni. Il progetto consentirà di fornire, alle 23 cantine sociali che sono state selezionate secondo un avviso pubblico, servizi di consulenza nel campo enologico, agronomico e in quello del marketing e della comunicazione, per favorirne l’aggregazione in progetti strategici, soprattutto per quanto riguarda la commercializzazione della produzione. “Per la prima volta, con questo progetto - spiega l’assessore Giovanni La Via - vogliamo migliorare la competitività del sistema vitivinicolo regionale innalzando progressivamente il profilo imprenditoriale, tecnico ed economico-gestionale degli operatori del settore, soprattutto di quelli che operano nei contesti aziendali relativamente meno avanzati. Per farlo è necessario trasferire innovazioni e conoscenze al mondo cooperativo, in un’ottica di maggiore competitività ed efficienza di queste imprese sui mercati nazionali e internazionali”. Il programma prevede la diffusione dei risultati di progetti di ricerca già avviati negli anni scorsi come quello sul recupero e la valorizzazione dei vitigni autoctoni siciliani, mirato alla “riscoperta” e individuazione delle basi genetiche per una diversificazione dell’offerta dei vini o quello sulla zonazione del territorio vitivinicolo che, attraverso l’attenta analisi delle interazioni vitigno-terroir-ambiente, mira ad ottimizzare le scelte qualitative in campo e quindi in cantina. Ed ancora i progetti speciali per zone viticole che presentano caratteristiche ambientali e produttive specifiche, in particolare per lo sviluppo e la valorizzazione della vitivinicoltura etnea e pantesca. Prevista, inoltre, la realizzazione di un ciclo di seminari ristretti di informazione e approfondimento di altissimo livello che si concentreranno, di volta in volta, su alcune tematiche considerate cruciali per il settore. A completamento, potranno essere organizzate visite guidate e incontri nelle aree più innovative del mondo su temi di particolare interesse. Previsti anche cicli di seminari aperti, per un target più allargato su alcune delle tematiche d’impresa più critiche. “Abbiamo previsto - afferma il dirigente generale del Dipartimento Interventi infrastrutturali dell’assessorato, Dario Cartabellotta - servizi di consulenza di alto livello per l’imprenditoria siciliana, che verranno erogati attraverso dei network di competenze specialistiche interdisciplinari (agronomi, enologi ed esperti di marketing), fra loro integrate, dirette a diffondere l’innovazione, nonché a fornire consulenza alle strutture cooperative siciliane che parteciperanno al progetto”. In via prioritaria, i destinatari del progetto sono le cantine sociali selezionate dall’assessorato, tuttavia alcune iniziative prevedono anche un target più vario, ovvero altre cantine sociali, cantine private, singoli produttori vitivinicoli, tecnici, amministratori. Il progetto è già nella fase operativa e nelle prossime settimane ci saranno già i primi incontri. Queste le 23 cantine sociali selezionate (che si trovano nelle province di Agrigento, Catania, Palermo e Trapani): “Settesoli” (Menfi), “Sciacca Terme” (Sciacca), “Corbera” (Santa Margherita Belice), “Cellaro” (Sambuca di Sicilia), “Patria” (Castiglione di Sicilia), “Castelli di Maranfusa” e “Alto Belice” (San Cipirello), “Europa” (Petrosino), “Misilla”, “Birgi”, “Paolini” “Uvam” e “Casale” (Marsala), “Primavera” (Erice), “Mozia & Garibaldi” (Trapani), “San Francesco”, “Colomba Bianca” (Mazara del Vallo), “Ermes” (Santa Ninfa), “Valdibella” (Camporeale), “Saturnia” (Partanna), “Saraceno” (Alcamo), “Avanti” (Fulgatore) e “Castelvetrano” (Castelvetrano). .  
   
   
AGRICOLTURA SICILIANA: FONDI RESTYLING VIGNETI, SCADENZA DOMANDE IL 10 FEBBRAIO  
 
Palermo - E’ il 10 febbraio e non il 16, come comunicato in precedenza, il termine per la presentazione delle domande per accedere ai fondi destinati alla riconversione e ristrutturazione dei vigneti. Entro il 16 febbraio, invece, l’Agea (l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura) dovrà provvedere a informare il ministero delle Politiche agricole e forestali e le Regioni sugli importi totali degli aiuti chiesti dai produttori al momento della presentazione delle domande e degli importi ripartiti per ciascuna Regione o Provincia autonoma. .  
   
   
UMBRIA, VIGNETI: ENTRO IL 15 GENNAIO LE DOMANDE PER RICONVERSIONE  
 
 E Ristrutturazione Scadrà il prossimo 15 gennaio il termine di presentazione delle domande finalizzate all’ottenimento di aiuti per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti per la campagna 2008/2009. La misura, adottata dalla Giunta regionale dell’Umbria su proposta dell’assessore all’agricoltura Carlo Liviantoni, ha l’obiettivo di aumentare la competitività dei produttori di vino attraverso il finanziamento di interventi per il rinnovamento degli impianti viticoli, tali da non incrementare il potenziale produttivo regionale. Gli interventi di ristrutturazione e/o riconversione dovranno essere finalizzati ad adeguare la produzione umbra alle richieste del mercato, migliorare la qualità delle produzioni, valorizzare la tipicità dei prodotti legata al territorio ed ai vitigni tradizionali di maggior pregio enologico o commerciale, diffondere le innovazioni nell’impianto e nella gestione dei vigneti e ridurre i costi di produzione attraverso l’introduzione della meccanizzazione parziale o totale delle operazioni colturali. I beneficiari del bando, pubblicato nel Supplemento ordinario n. 2 al «Bollettino Ufficiale» della Regione Umbria, n. 59 del 24 dicembre 2008, sono le persone fisiche o giuridiche che conducono vigneti con varietà di uve da vino o che siano in possesso di diritti di reimpianto. Possono presentare domande di aiuto gli imprenditori agricoli singoli e associati, le società di persone e di capitali esercenti attività agricola, cooperative agricole, organizzazioni di produttori vitivinicoli riconosciuti ai sensi della normativa comunitaria e nazionale, consorzi di tutela e valorizzazione dei vini a denominazione di origine e indicazione geografica. Gli interventi possono riguardare progetti singoli o collettivi. Sono ammissibili a finanziamento esclusivamente interventi riguardanti la produzione di vini “Docg/doc/igt”. Il sostegno verrà erogato sotto forma di compensazione dei produttori per le perdite di reddito conseguenti alla esecuzione dell’intervento o come contributo per i costi di ristrutturazione e riconversione dell’impianto, con pagamenti a collaudo o anticipati. Nel bando sono fra l’altro indicate le superfici minime ammissibile ai benefici, i criteri per la formazione della graduatoria per l’accesso ai benefici e le procedure di attuazione degli interventi. Le domande devono essere presentate esclusivamente per mezzo delle procedure informatiche predisposte dall’”Agea” (Organismo pagatore) sul portale “Sian” presso i Centri autorizzati di Assistenza Agricola (Caa), la Regione Umbria (Servizio Sviluppo sostenibile delle produzioni agricole), gli agronomi e i periti agrari. I competenti uffici regionali ricordano che le domande trasmesse su cartaceo non sono ammissibili e che le disposizioni applicative per la presentazione delle domande sono riportate nella circolare dell’Agea n. 41 del 5 dicembre 2008, pubblicata sul sito Internet: www. Agea. Gov. It. Per la costituzione e l’aggiornamento del fascicolo aziendale infine i produttori che non si avvalgono di un “Caa” possono rivolgersi all’”Arusia”. Il bando è consultabile sul sito della Regione Umbria www. Regione. Umbria. It, alla voce “bandi, concorsi pubblici, avvisi di gara”. .  
   
   
JOHNNIE WALKER BLUE LABEL: LUSSO SU MISURA  
 
Il blended whisky di sangue blu lancia il servizio di personalizzazione delle bottiglie Milano, dicembre 2008 – Johnnie Walker Blue Label, il prezioso whisky scozzese altissima espressione dell’arte del blending e prodotto ogni anno in edizioni limitate, si fa ancor piu unico: a partire da quest’inverno ciascuna bottiglia può essere personalizzata con una dedica incisa sull’etichetta. Un’opportunità per creare un vero regalo “su misura” o per aggiungere un tocco personale alla bottiglia che diventa protagonista di un’occasione unica ed eccezionale. Il vetro della bottiglia - che può essere personalizzato con una breve frase o più semplicemente una data o un monogramma - offre l’occasione di esaltare il lusso assoluto di questo gioiello di casa Walker, un blend di whisky composto da single malt rari, pregiatissimi e lungamente invecchiati, alcuni dei quali provenienti da distillerie chiuse da anni e conservati per generazioni con la massima cura. Whisky armonioso e vellutato, con un deciso sentore di affumicato, Johnnie Walker Blue Label è caratterizzato da un gusto complesso e un finale caldo, affumicato e speziato. Al naso è avvolgente, con rimandi alla frutta matura e una leggera affumicatura che si intreccia a note più dolci che evocano l’uva passa. Al palato emergono prima le nocciole, il miele, i petali di rosa, il sapore dello sherry e l’arancio che lasciano poi spazio a tabacco, cioccolato amaro, legno di sandalo. Da gustare rigorosamente liscio, inframmezzando l’esperienza gustativa con qualche sorso d’acqua minerale ghiacciata, servita in un bicchiere a parte, Johhnie Walker Blue Label va servito in un balloon, che consente di godere appieno dell’ampia varietà di aromi che lo caratterizzano. Johnnie Walker Blue Label è in vendita nelle migliori enoteche a un prezzo indicativo di 200 €. Il servizio di personalizzazione è disponibile su richiesta nelle enoteche che offrono il servizio e all’interno dell’Enoteca al Parlamento (via dei Prefetti 15, Roma) che ospita fino al 24 dicembre il corner Johnnie Walker Blue Label. .