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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Maggio 2012
ANTITRUST: L’APPLICAZIONE DELLE NORME DI CONCORRENZA FA BENE A TUTTO IL SETTORE ALIMENTARE DELL’UE  
 
Bruxelles – La Rete europea della concorrenza (Ecn) ha pubblicato, il 24 maggio una relazione secondo la quale l’applicazione delle norme di concorrenza nel settore alimentare in tutta l’Europa, in particolare a livello della trasformazione e produzione, ha esercitato un effetto benefico su agricoltori, fornitori e consumatori. Negli ultimi anni il settore alimentare ha rappresentato una priorità per le autorità nazionali garanti della concorrenza in Europa che, dopo l’esplosione della crisi dei prezzi alimentari nel 2007, hanno intensificato la loro azione. Fanno parte dell’Ecn la Commissione e le autorità garanti della concorrenza dei 27 Stati membri. Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione e responsabile della politica della concorrenza, ha dichiarato: “Le autorità garanti della concorrenza di tutta l’Europa si stanno impegnando a fondo per garantire che i mercati alimentari funzionino sia per i fornitori che per i consumatori. Quando vi sono stati casi di comportamento anticoncorrenziale a qualsiasi livello della catena di approvvigionamento alimentare, le autorità garanti della concorrenza li hanno affrontati rapidamente. Ma si potrebbe fare di più: alcuni produttori potrebbero riorganizzare le loro attività mettendole insieme per risultare più efficaci; gli inutili ostacoli normativi a livello del dettaglio che ancora sussistono in alcuni paesi potrebbero essere eliminati. Le autorità garanti della concorrenza sono pronte ad affrontare tali problematiche a livello nazionale e dell’Ue”. La relazione fornisce informazioni dettagliate sul funzionamento della concorrenza nel settore alimentare sulla base delle attività svolte più recentemente dalla Commissione europea e dalle autorità nazionali garanti della concorrenza in questo settore (si veda il Memo/12/373). Dal 2004 al 2011 le autorità garanti della concorrenza hanno svolto indagini su oltre 180 casi di antitrust, preso circa 1.300 decisioni su concentrazioni e realizzato oltre 100 azioni di monitoraggio. Il maggior numero di casi ha riguardato la trasformazione e la produzione e, in misura minore, la vendita al dettaglio. Sono stati vietati oltre 50 cartelli per la fissazione dei prezzi, la ripartizione dei mercati e dei clienti e lo scambio di informazioni commerciali sensibili e sono state messe al bando le pratiche di esclusione nei riguardi di agricoltori e fornitori concorrenti. Nelle loro attività di monitoraggio del mercato le autorità garanti della concorrenza hanno esaminato il funzionamento dei mercati alimentari riscontrando che, spesso, l’andamento sfavorevole del mercato era da attribuirsi a cause diverse dalla mancanza di concorrenza tra gli operatori di mercato. Le autorità garanti della concorrenza hanno inoltre chiesto una riforma della regolamentazione che comprenda la modifica o la revoca di leggi che ostacolano lo sviluppo di negozi al dettaglio e l’adozione di codici o leggi per combattere le pratiche commerciali scorrette. Infine, hanno invitato i produttori ad incrementare la loro efficienza e a consolidare la loro posizione nella catena del valore, ad esempio attraverso la creazione di cooperative. Il settore alimentare resterà una priorità per le autorità garanti della concorrenza europee che attualmente stanno svolgendo indagini su circa altri 60 casi di antitrust e realizzando ulteriori azioni di monitoraggio. Come in passato, continueranno a coordinare i loro interventi mediante la Rete europea della concorrenza e a sviluppare ulteriormente tale cooperazione in futuro. Contesto La relazione risponde alle richieste di spiegazioni da parte dei membri del Parlamento europeo sulle attività svolte dalle autorità nazionali garanti della concorrenza nel settore alimentare. Essa fa inoltre seguito alla comunicazione della Commissione sul miglioramento del funzionamento della catena di approvvigionamento alimentare in Europa del 28 ottobre 2009. La comunicazione ha chiesto un approccio comune tra le autorità garanti della concorrenza all’interno della Rete europea della concorrenza per individuare meglio i problemi endemici propri dei mercati dei prodotti alimentari e coordinare rapidamente gli interventi futuri. The report is available at: http://ec.Europa.eu/competition/ecn/documents.html  
   
   
PESCA: PARLAMENTO UE SU RISOLUZIONE TONNO; FEDERCOOPESCA, EVITATA MANNAIA  
 
“Tiriamo un sospiro di sollievo perché a Strasburgo non è prevalsa la linea di tolleranza zero sulla pesca del tonno, che sarebbe stata una vera mannaia per imprese e operatori, prevedendo la sostanziale chiusura delle attività di cattura”. Lo afferma Massimo Coccia presidente Federcoopesca-confcooperative, al termine della votazione del Parlamento europeo sulla relazione dell’eurodeputato Rueva volta a modificare, nel quadro della procedura della codecisione, il regolamento (Ce) n. 302/2009, concernente un piano pluriennale di ricostituzione del tonno rosso nell´Atlantico orientale e nel Mediterraneo. Quella dell’associazione è una soddisfazione parziale, legata solo allo scampato pericolo. “Non comprendiamo quali siano le premesse che hanno portato oggi, a campagna di pesca già iniziata, all’esame di questa risoluzione tesa non solo all’adeguamento della normativa comunitaria, recependo tra l’altro una vecchia raccomandazione Iccat, datata 2010, già superata dagli eventi, ma proponendo modifiche sostanziali del tutto nuove, quali la chiusura della pesca con reti a circuizione ed altre rigidissime misure di gestione". Sarebbe stato meglio, secondo la Federcoopesca, aspettare l’esito della nuova riunione dell’Iccat, prevista tra qualche mese, nel corso della quale verranno anche resi noti i risultati sul monitoraggio degli stock. “Solo con questi dati scientifici alla mano, ha senso assumere decisione su come condurre le prossime campagne di pesca”. E in questa ottica, l’associazione rilancia il contenuto della recente risoluzione adottata dalla commissione Agricoltura del Senato, che impegna il Governo ad attivarsi in ambito comunitario affinché nel corso della prossima riunione annuale dell’Iccat l’Ue riesca ad ottenere una Tac più in linea con lo stato reale della risorsa. Due le richieste che l’Italia vorrebbe venissero accolte in sede comunitaria: modificare il calendario di pesca, spostando più in la l’avvio della campagna in modo da poter usufruire di migliore condizioni meteo marine; il ripristino dell’utilizzo degli aerei. Due misure queste che, secondo la Federcoopesca, sarebbero strategiche per garantire maggiori standard di sicurezza per i lavoratori e ottimizzare al meglio il breve periodo di pesca, con ricadute positive sui costi di gestione.  
   
   
LO STATO RITARDA I RIMBORSI IVA AL SETTORE LATTIERO CASEARIO. MANZATO: “ADESSO BASTA: TUTELEREMO I NOSTRI PRODUTTORI ANCHE CON AZIONI LEGALI”  
 
Venezia - “Il Governo deve darsi una mossa, altrimenti avrà sulla coscienza il fallimento di molte imprese che da troppo tempo stanno attendendo il rimborso dell’Iva di cui sono a credito nei confronti dello Stato. Una cosa è certa: la Regione del Veneto non è disposta ad aspettare oltre e, a tutela dei propri produttori e dell’organizzazione cooperativistica, ho intenzione di dare mandato all’avvocatura regionale per valutare tutte le possibili azioni per sbloccare questa assurda e dannosissima situazione d’attesa voluta dal Governo”. L’assessore veneto all’agricoltura, Franco Manzato, ha esaurito la pazienza e, dopo gli appelli lanciati nei mesi scorsi da tutte le Regioni ai ministri delle politiche agricole e dello sviluppo economico, “ai quali – spiega – è seguito un deprimente silenzio”, adesso ha deciso di adire le vie legali. “Da tempo il settore denuncia questo stato di cose – spiega Manzato –, divenuto ancor più intollerabile per la crisi che sta attanagliando l’intero sistema produttivo, che, avanti di questo passo rischia di collassare, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista economico e occupazionale”. “Non è accettabile – rincara la dose Manzato – che l’erario pretenda rigore e puntualità dai contribuenti quando si tratta di incassare e se la prenda comoda quando deve rimborsare i soldi ai cittadini e alle imprese. Ma nel caso specifico, è proprio il meccanismo che va cambiato: come può lo Stato obbligare le aziende ad acquistare le materie necessarie per la produzione con maggiorazione Iva del 10/20 per cento e a vendere il prodotto con una aliquota del 4 per cento? Se lo Stato non onora con sollecitudine i suoi debiti, il credito è così destinato a un costante incremento e le aziende si ritrovano ad essere sempre più pericolosamente esposte”. “L’istituzione Regione ha il dovere morale di difendere le proprie attività economiche da ingiustizie come queste – ha concluso Manzato – e ciò vale ancor più per un settore importante come quello lattiero caseario: ricordo, infatti, che il 10 per cento del latte vaccino a livello nazionale, per un importo di 430 milioni di euro, proviene dal Veneto, terza regione in Italia per produzione”.  
   
   
IL CSO PROMUOVE LA FILIERA ORTOFRUTTA MADE IN ITALY IN BRASILE  
 
Curitiba - Un successo sopra ogni aspettativa per la missione commerciale organizzata da Cso in questi giorni in Brasile. Vi hanno partecipato imprese di produzione come Naturitalia, Alegra, Frutta C2, Gruppo Mazzoni insieme ad imprese della filiera da poco confluite in Cso come Unitec, Tr Turoni e Graziani. " Il sistema ortofrutticolo italiano - dichiara Paolo Bruni - Presidente di Cso ha un enorme bisogno di internazionalizzarsi, perché la competizione sempre più globale e i grandi volumi di offerta Made in Italy non possono che trovare posto verso nuovi mercati in grado di recepire ed apprezzare le nostre produzioni di qualità , le nostre tecnologie e il nostro packaging.- il nuovo modello di Cso - conclude Paolo Bruni – è uno strumento innovativo e strategico per promuovere il meglio dell´ortofrutta italiana". E la missione in Brasile è stata una grande opportunità per il sistema Italia che è potuto entrare in contatto con operatori, istituzioni e buyers molto interessanti per allacciare proficui rapporti commerciali. "I nostri obiettivi - dichiara Federico Milanese - responsabile filiera e internazionalizzazione di Cso - sono stati raggiunti. Abbiamo incontrato i vertici di Wall Mart, di Carrefour e di Paolo De Acucar, con grande soddisfazione per le potenzialità offerte dal mercato brasiliano. Molto interesse - continua - Milanese anche per la nostra tecnologia all’avanguardia nel mondo rimarcato anche in occasione della visita a Curitiba dove è in fase di riorganizzazione il Ceasa, mercato ortofrutticolo cittadino e dove gli operatori della filiera intravedono grandi opportunità di export di tecnologia per l´ortofrutta Made in Italy." L’export ortofrutticolo italiano in Brasile è in continua crescita e rappresenta senza dubbio una grande potenzialità soprattutto per la frutta invernale.  
   
   
“A.A.A: AGRICOLTURA, ALIMENTAZIONE, AMBIENTE CERCANO DISPERATAMENTE FORZE GIOVANI”  
 
L´impresa multifunzionale ha un cuore e una mente giovani e l´agricoltura ha aperto le porte a giovani leve piene di passione e talento. Buone notizie, ribadite nella tavola rotonda "Vince l´Italia del buon senso, giovani idee con cui percorrere le strade dello sviluppo", che si è svolta venerdì 25 maggio nell´istituto “Costa”, nell´ambito del Festival della Dieta Med-italiana. Un´occasione per fare il punto sul ricambio generazionale del settore rurale, e per lanciare una petizione nazionale con cui si chiede maggiore spazio per i giovani nell´economia e nelle cabine di regia del potere. Un dibattito di altissimo livello culturale alla presenza del delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Vittorio Sangiorgio, del segretario nazionale, Carmelo Troccoli, del presidente e del direttore di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno e Benedetto De Serio, dell´assessore provinciale Francesco Pacella, del responsabile provinciale di Coldiretti Giovani impresa, Nicola Vantaggiato e di Antonella Bisceglia, responsabile Politiche giovanile della Regione. "Questo Paese ha la classe dirigente più vecchia d´Europa – ha sottolineato Vittorio Sangiorgio – e questo è sicuramente un problema. Per fortuna in agricoltura la musica è diversa, ci sono molti giovani che hanno preso in mano le aziende e che hanno voglia di cambiare questo Paese. Per uscire dalla crisi non abbiamo bisogno di fabbriche ma di una valorizzazione più efficace e convinta del Made in Italy. Perché dobbiamo costruire macchine se nel mondo c´è chi riesce a farlo meglio di noi? Sull´agroalimentare invece non ci batte nessuno. Il potere di attrazione dei nostri prodotti è assoluto. Pensiamo poi al turismo. L´italia non a caso è chiamata il Bel Paese. Per questo dobbiamo puntare su tre asset: il distretto del benessere, il distretto del cibo e il distretto del paesaggio. Se riuscissimo a mettere tutto questo nel Pil l´Italia crescerebbe più della Cina, invece questo comparto rappresenta appena il 2 per cento. Ed è da questa lacuna che dobbiamo ripartire. Ai tanti giovani appassionati di questo Paese chiedo solo di avere il coraggio di osare. Sono certo che insieme possiamo cambiare il mondo”. Antonella Bisceglia ha ricordato le politiche giovanili messe in campo dalla Regione: “Da Bollenti spiriti, il cui prossimo bando verrà presentato tra qualche giorno proprio a Lecce, a Principi attivi: tutte iniziative che considerano i giovani come risorse e che danno loro l´opportunità di esprimersi. Le associazioni di categoria sono le benvenute: abbiamo bisogno del loro apporto”. Il coordinatore provinciale di Coldiretti Giovani Impresa, Nicola Vantaggiato ha elencato le tante idee imprenditoriali innovative realizzate nel Salento e in Puglia in campo agricolo: “Dall´olivotto, una crema dolce a base di olive, all´agriturismo che si promuove su Facebook, all´allevamento ittico in mare. Noi giovani abbiamo il coraggio di osare ma la burocrazia e la politica non ci devono ostacolare. Abbiamo bisogno di norme, perché il valore che vogliamo dare ai nostri prodotti non riguarda solo il gusto o le proprietà organolettiche, ma anche l´eticità del lavoro, il rispetto dell´ambiente. Dunque, ben vengano le regole, siamo i primi a chiederle perché aiutano a distinguere i nostri prodotti dall´agroalimentare di massa. Ma, ripeto, la burocrazia non può lasciarci in sospeso per anni bloccando la nascita di un´impresa, il credito non può continuare a sbatterci la porta in faccia. Noi vogliamo dare il nostro contributo ma abbiamo bisogno di condizioni favorevoli per poter trasformare la nostra passione in economia e posti di lavoro”. “Se c´è un settore su cui il Paese può crescere – ha ribadito Carmelo Troccoli – è proprio quello legato al turismo, all´agroalimentare, all´ambiente. Il Salento, il Mezzogiorno in questo hanno tanto ancora da dire. Il problema è che i giovani, il cui apporto potrebbe essere fondamentale per innovare l´Italia, vengono parcheggiati a scuola sino a 34 anni mentre la classe dirigente parla di loro senza coinvolgerli. E questo non va bene. La scuola deve essere più vicina al mondo lavorativo, deve aprire le porte alle imprese. I finanziamenti per le idee innovative ci sono ma giacciono inutilizzati. Sono cifre enormi a cui non si riesce ad accedere perché sono suddivisi in tanti, troppi “cassetti” ben celati. Per questo è necessario che ci sia un unico, chiaro referente. L´italia è un Paese di bamboccioni? Forse questo conviene proprio a quella classe dirigente anziana che non vuole cedere spazi, che non vuole mollare le leve di comando. Ma noi questo non possiamo accettarlo. E combatteremo per cambiare questa realtà”. Pantaleo Piccinno e Benedetto De Serio hanno ribadito infine, l´importanza della valorizzazione dei giovani per promuovere quelle straordinarie infrastrutture materiali e immateriali (ambiente, paesaggio, tradizioni, storia, attrattività del cibo) di cui è ricco il Salento e il Mezzogiorno d´Italia. “Crediamo in un´economia che guarda ai valori etici, che punta al benessere e alla crescita del territorio. Coldiretti sta offrendo una visione ben precisa per il futuro, un progetto chiaro. Coldiretti si pone come una forza propositiva, una delle poche forze pro propositive del Paese. Vogliamo infondere speranza e per questo l´apporto dei giovani è fondamentale”. Il programma del festival è consultabile sul sito www.Dietameditaliana.it/festival    
   
   
CONSUMI DI CARNE: CARO FILETTO, TI TRADISCO COL POLLO LA CRISI RIDISEGNA LA DIETA. E I MACELLAI DIVENTANO CHEF  
 
Verona - Filetto, adieu. La crisi ridisegna i consumi alimentare e la carne bovina è una delle vittime illustri, soppiantata da formaggi, ma anche carne suina e avicola. Il pollo, ma soprattutto il maiale, sostituiscono così le parti più pregiate di manzo, bue e scottona. Così dicono, alla vigilia di Eurocarne, il Salone internazionale dedicato alle tecnologie e al packaging del settore (in programma a Veronafiere dal 24 al 27 maggio con tutti i leader di mercato presenti), i macellai, osservatori privilegiati e diretti interessati dei consumi di carne ai tempi della più grave crisi economica del Terzo millennio. «Non vogliamo affatto creare allarmismi, perché c’è ancora chi compra il filetto, intendiamoci, ma nella maggior parte dei casi è confinato ad occasioni particolari», ammette Luigi Bortolazzi, macellaio e presidente di Federcarni Veneto, aderente a Confcommercio. Detto questo, e senza mezzi termini, «la crisi c’è e si sente, anche in macelleria». Chi ha dovuto dire addio ai tagli più pregiati sono i pensionati e i giovani, che pure frequentano le macellerie, ma sono più orientati a nuove tipologie di prodotti, i pronti a cuocere o addirittura ai «ready to use», piatti di gastronomia a base di carne pronti per essere consumati. Tanto che gli stessi macellai hanno dovuto sempre di più reinventarsi in un nuovo ruolo di chef e maestri di cucina, accelerando anche nel ruolo tradizionale che hanno sempre avuto di consulenti ed esperti di ricette. D’altronde, riconosce il macellaio veronese Costanzo Compri, che si definisce «pioniere del coniglio disossato da tempi antichi» alcune evoluzioni nella spesa di carne è dettata non soltanto dalla crisi, ma anche «dalla frenesia della società di oggi». Chi ha più tempo di cuocere per un’intera giornata un brasato? Per non parlare dei bolliti o del brodo di carne, prodotti ormai che vengono venduti già pronti nelle macellerie moderne. Meno filetto, più hamburger, viene da dire. Ma anche più suino, più pollo, con la fantasia al potere e ai fornelli. Chi conferma questo trend è il professor Giovanni Ballarini, antropologo alimentare e presidente dell’Accademia italiana della cucina, fondata nel 1953 da Orio Vergani. «Le carni alternative devono essere recuperate – dichiara il professor Ballarini – perché non sono affatto carni di serie B, ma sono esempi di tradizione e cultura. Anzi, l’Accademia italiana della cucina dedicherà il 2013 a celebrare l’uso di quelle che vengono normalmente chiamate carni povere, il quinto quarto, le frattaglie, il piccione, anche il coniglio, che è stato soppiantato esclusivamente da pollo e tacchino». Cruciale, in quest’opera che per Ballarini è innanzitutto di natura culturale, sarà il ruolo dei cuochi-macellai e anche dell’industria, che può intervenire in modo da facilitarne l’utilizzo attraverso preparazioni particolari e packaging che ne facilitino la diffusione. «Anche perché non si può dimenticare che un terzo dell’alimentazione italiana avviene fuori casa con l’horeca (che il professore chiama hotel, restaurant e caffetteria), decisiva per incentivare i consumi delle carni». Conti alla mano, la carne bovina ha perso – analizzando la dinamica della domanda «apparente» - l’8 per cento nel periodo 2001-2011 (fonte: Ismea). Tradotto in termini di consumi individuali si è passati dai 24,9 chilogrammi procapite del 2008 ai 23,1 chilogrammi del 2011. Una contrazione, secondo Ismea, che ha innescato un aumento dei consumi di formaggi (+15 per cento), carne suina (+7 per cento) e carne avicola (+3 per cento). Quanto al bovino, spiega Luigi Bortolazzi, «oggi si vende anche l’anteriore (formato da spalla, muscolo, braciola, pancia, punta di petto), mentre prima della crisi la corsia preferenziale era destinata quasi esclusivamente ai tagli del posteriore (lombata, noce, scamone, fesa interna, girello, fesa lunga,campanello e muscolo)». «La spesa media in macelleria - calcola Federmacellai di Verona, un esercito di 240 botteghe specializzate - oggi si aggira sui 25-30 euro». Il concetto che Bortolazzi macina e rispedisce al mittente è quello secondo cui le macellerie sarebbero un lusso per pochi. «Non è così – ribatte -. Due fiorentine costano meno di quattro pizze. Se facciamo due conti, vediamo che per acquistare due fiorentine in macelleria si spendono circa 50 euro, ma riescono a mangiare abbondantemente quattro persone. Se le stesse quattro persone vanno in pizzeria, per pizza, birra e caffè il conto si avvicina a 70 euro, e senza mangiare carne bovina. Vale ancora il discorso che la carne è cara?». Durante Eurocarne di Verona, Federcarni organizzerà per i buyer e i consumatori finali degustazioni guidate, esibizioni, gare di taglio, e moltissimo «finger food, in modo da educare i consumatori e far conoscere loro le magie che si possono creare con la carne, con estrema semplicità e costi contenuti», specifica Maurizio Arosio, presidente nazionale di un’associazione che rappresenta 25mila macellerie. Il futuro non è comunque disperato. Anche perché, dicono gli esperti, il prezzo è una variabile che incide solamente in parte e influisce per lo più sulle scelte di famiglie con bambini. I più importanti driver di crescita appaiono la freschezza, la funzione d’uso e l’innovazione. Margini di manovra, grazie anche alla vetrina internazionale di Eurocarne, ce ne sono ancora molti. E il destino della carne bovina è tutt’altro che segnato. Il settore della carne bovina in Italia (elaborazione Eurocarne su dati Ismea). 80mila allevamenti; 1,9 milioni di capi destinati al macello; 3,8 miliardi di euro il valore dell’allevamento; 6 miliardi di euro il valore dell’industria di macellazione e lavorazione; 15,7 miliardi di euro il valore della distribuzione.  
   
   
PESCA AL TONNO: SARDEGNA, IL MINISTRO CATANIA DOVRÀ ASCOLTARLA  
 
Cagliari – Verrà convocato d’urgenza, su richiesta dell´assessore regionale dell’agricoltura Oscar Cherchi, il Comitato Tecnico Regionale per la pesca. Entro mercoledì o giovedì potrebbe proporre l´emanazione di un Decreto anti divieto. " Non vorremmo essere costretti - afferma Cherchi - ad una prova di forza sulle competenze statutarie. Inoltre valuteremo da subito quali possibilità esistono per risolvere il problema della catture accidentali salvaguardando così i diritti dei pescatori all’esercizio della loro professione". Una proposta da sottoporre al Comitato e alle parti in causa, sarebbe quella di destinare una parte delle risorse finanziarie dell´Art. 6 della L.r. 3 a compensazione di un ipotetico arresto temporaneo per le imbarcazioni che rischiano di catturare tonni. L’esponente dell’esecutivo non nasconde comunque la sua contrarietà per le risposte, insoddisfacenti, del Ministro Catania. "Il Ministro ha risposto recentemente ad una interrogazione parlamentare affermando di aver fatto di tutto per venire incontro alle esigenze di tutti e di aver sentito la Regione Sardegna. Ma fra sentire ed ascoltare c’è una bella differenza. Visti i risultati c’è poco di cui essere soddisfatti". A questo punto diventa quanto mai opportuno agire con il Consiglio regionale per rafforzare gli strumenti giuridici a disposizione, allo scopo di poter governare meglio le attività di pesca nel nostro mare territoriale, affiancando da subito alle disposizioni dei progetti di legge già in discussione un corpus sistematico di misure urgenti per la salvaguardia e lo sviluppo del settore.  
   
   
I SALUMI OGGI TRA TECNOLOGIA, NUTRIZIONE E TUTELA DEL CONSUMATORE.  
 
Si è tenuto il 24 maggio a “Eurocarne", il Salone Internazionale delle Tecnologie per Lavorazione, Conservazione, Refrigerazione e Distribuzione delle Carni, il Convegno di Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria) dedicato ai nuovi valori nutrizionali dei salumi italiani e alla lotta alla contraffazione. Non si poteva avere un tema più attuale, tenendo conto che da oggi la Presidente di Assica, Lisa Ferrarini, è ufficialmente a capo del Comitato anticontraffazione e Made in Italy di Confindustria. Un team specializzato e competente per contrastare abusi che solo nel settore alimentare creano danni per 60 miliardi di Euro. “La tutela del Made in Italy e la lotta alla contraffazione sono temi vasti e trasversali. Affrontarli comporta combattere diverse forme di abuso: dalle indicazioni di origine, realizzata attraverso allusioni, fotografie, bandiere tricolori, alla contraffazione di marchi di design, violazione di brevetti e diritti d’autore. Ed è mia intenzione farlo tenacemente” ha affermato Lisa Ferrarini, Presidente di Assica. “Il Comitato tecnico che presiedo sarà rappresentativo di tutti i settori coinvolti in questa problematica. E’ necessaria un’ampia condivisione degli obiettivi e un continuo dialogo con le categorie per definire insieme le strategie. Sarà importante anche la presenza di figure qualificate a Roma e a Bruxelles per agire in sinergia con le Istituzioni” ha concluso Lisa Ferrarini. Al Convegno hanno partecipato i ricercatori dell’indagine sui valori nutrizionali dei salumi italiani dove si evidenzia come i salumi siano una categoria di alimenti in grado di soddisfare la ricerca del gusto e, in base ai dati forniti dal recente studio, possano essere rivalutati all’interno di una sana e corretta alimentazione. Massimo Lucarini, ricercatore presso l’Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione, ha sottolineato come oggi i salumi presentino un’ottimizzazione della qualità compositiva. In particolare, grazie sia alla tecnologia produttiva che alle moderne tecniche di allevamento, si è ottenuta un’ulteriore riduzione del contenuto lipidico: caso emblematico è quello di alcuni salumi cotti dove il contenuto in grassi si è ridotto notevolmente (fino a quasi il 50% nel caso del prosciutto cotto). Anche dal punto di vista qualitativo si è evidenziato un miglioramento nel rapporto tra acidi grassi saturi e insaturi: infatti in alcuni casi, grassi preziosi come quelli insaturi sono passati dal 30% a oltre il 60% dei grassi totali. Parallelamente alla riduzione dei grassi, si sono registrate diminuzioni apprezzabili del contenuto in colesterolo in alcuni prodotti quali prosciutto cotto, pancetta, cotechino. I salumi - ha precisato Lucarini - sono alimenti ricchi di micronutrienti come la vitamine del gruppo B quali la B1, necessaria per la corretta trasformazione del cibo in energia e quindi utile che chi studia, fa sport, la B2, la Pp e la B12 (preziosa contro le anemie). Sono anche un’ottima fonte di minerali, principalmente elementi in traccia quali ferro (fonte preziosa di ferro eme), zinco, rame e selenio, utili per il sistema immunitario. Giovanna Saccani, ricercatrice presso il Dipartimento Carni della Stazione Sperimentale di Parma, ha evidenziato l’importante risultato relativo al sale che emerge dalla ricerca. Il trend di miglioramento per i salumi italiani è generale e consiste in una riduzione di sale che va dal 4 al 45%, a seconda del prodotto. Le variazioni osservate dipendono da numerosi fattori - tra cui il contenuto iniziale, l’impatto delle tecniche di produzione sul prodotto, nonché la tutela dei disciplinari - e sono state conseguite nel pieno rispetto delle caratteristiche sensoriali dei prodotti. A completare il profilo nutrizionale dei salumi, lo studio - ha continuato Saccani – ha messo in luce che nei salumi un elevata quota proteica è costituita da amminoacidi liberi di pronta assimilazione e da molecole proteiche a carattere funzionale (antiossidante). Al Convegno non si è parlato solo di aspetti nutrizionali ma anche di lotta alla contraffazione e di tutela dei marchi a denominazione: attività indispensabili a garantire al consumatore l’autenticità di tradizione, gusto e salute. Di questo se ne è dibattuto con Giovannibattista Pallavicini, che all’interno dell’Istituto Salumi Italiani Tutelati, si occupa di tutela dei marchi. Nel suo intervento Pallavicini ha fatto chiarezza su quali sono le azioni di contrasto e di prevenzione che devono essere poste in essere con decisione e tempestività. Il mercato nazionale offre già molteplici strumenti e vede già diversi organismi attivi per presidiare tale fenomeno che in Italia presenta un rischio molto ridotto e legato più che altro a fenomeni di uso non appropriato delle denominazioni tipiche (nel caso dei salumi tutelati, connesso principalmente a scarsa informazione degli operatori). In ambito Comunitario – ha continuato Pallavicini - le tutele legali esistono, ma occorre metterle in pratica: l’Italia sta promuovendo a gran voce l’introduzione di misure che obblighino tutti gli stati Ue a operare una tutela d’ufficio per le denominazioni Dop e Igp. Nei Paesi extra Ue le forme di tutela sono ancora più delicate da attuare perché in molti Paesi le indicazioni geografiche non sono riconosciute come diritti di proprietà intellettuale. In altri invece, a causa del fenomeno di italian sounding, succede che le denominazioni geografiche sono ormai divenute generiche perché da sempre utilizzate per indicare una tipologia anziché un prodotto. E’ il caso degli Usa e del Canada (dove si concentra la maggior parte dell’agropirateria). Il Convegno è stato dinamico e vivace anche grazie alla presenza del Prof. Giovanni Ballarini, antropologo alimentare e massimo esperto del settore dei salumi, che con Monica Malavasi, Direttore Ivsi e moderatore dell’incontro, hanno arricchito le tante informazioni, con curiosità e aneddoti sui salumi italiani. Ballarini ha evidenziato come il ruolo delle tecnologie oggi per le Industrie di trasformazione sia centrale: vaschette, atmosfera modificata, tecniche di conservazione del prodotto permettono di migliorare la preservazione, che è un aspetto rilevante quanto la qualità e la sicurezza. In occasione del Convegno è stato distribuito anche il booklet scientifico “Salumi Italiani, nuovi valori, nuovo valore”, una pubblicazione che ha il compito di aggiornare e documentare la composizione nutrizionale dei salumi italiani, le cui ultime analisi risalivano al 1993. Un utile strumento per i professionisti del settore, della salute, e per tutti coloro che sono interessati ad una alimentazione di qualità.  
   
   
EMILIA ROMAGNA, RAPPORTO AGROALIMENTARE, UN 2011 CHE CONSOLIDA I RISULTATI DEL 2010: +1,8% LA PLV, +10% L´EXPORT, MA DIMINUISCE IL REDDITO DELLE AZIENDE AGRICOLE (-3%).  
 
Bologna - Un 2011 che consolida i risultati positivi del 2010 sia per quanto riguarda la produzione lorda vendibile (+1,8% pari a un valore di 4,3 miliardi di euro), che per quanto riguarda l’export con un + 10%, a conferma dell’eccellenza delle produzioni emiliano-romagnole. In calo tuttavia i redditi delle aziende agricole, con un dato medio del -3%, conseguenza soprattutto del forte aumento (+4,5%) dei costi intermedi. E’ quanto emerge dal Rapporto 2011 sul sistema agroalimentare dell’Emilia-romagna curato da Roberto Fanfani dell’Università di Bologna e presentato oggi a Bologna. “Siamo di fronte a un’agricoltura che cresce e che alimenta un comparto agroalimentare che rappresenta il 15% del Pil regionale, ma che, nonostante questo non riesce a dare reddito sufficiente agli agricoltori. Di fronte a questo paradosso – ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - sono due le strade su cui occorre lavorare: un’agricoltura più contrattualizzata, in grado di programmare produzione e commercializzazione, e un rapporto più equilibrato con la grande distribuzione. In Emilia-romagna dopo la costituzione dell’organismo interprofessionale del pomodoro da industria e di quello ormai imminente della pera, stiamo lavorando a un organismo che regoli l’intera filiera delle carni suine. Ma occorrono anche politiche più incisive a livello italiano ed europeo. Da questo punto di vista costituisce sicuramente un passo in avanti importante la riforma voluta dal ministro Catania che introduce per la prima volta l’obbligo di contratti scritti con la Gdo”. “La complessa fase congiunturale che la filiera agroalimentare sta attraversando" è stata anche al centro dell’intervento del presidente di Unioncamere Emilia-romagna, Carlo Alberto Roncarati, che in particolare ha sottolineato l´importanza di promuovere nuovi strumenti come i “contratti di rete, per sopperire ad una crescita dimensionale difficile sul piano individuale ed affrontare la sfida competitiva, innovando, migliorando le attività di servizio e sostenendo la promozione coordinata sui mercati esteri, specialmente dei prodotti di qualità.” Al centro del Rapporto 2011 anche un tema di crescente attualità, quale quello della progressiva riduzione di superficie agricola, a livello nazionale e regionale. Tra il 2000 e il 2010 la diminuzione in Emilia-romagna è stata del 5,5% con percentuali particolarmente alte in montagna. “E’ un fenomeno ultradecennale, oggi tuttavia non più tollerabile dal momento che confligge esplicitamente con la crescente domanda mondiale di cibo, con l´obiettivo della riduzione delle emissioni di Co2, con la crescente fragilità idrogeologica dei territori– ha sottolineato Rabboni – Bisogna utilizzare le leve urbanistiche e fiscali per rendere più difficile e meno conveniente il consumo del territorio in pianura e contemporaneamente chiedere alla Pac di sostenere con adeguare risorse la conservazione dell´agricoltura di montagna e collina. C´è poi da contenere le distorsioni prodotte dal fenomeno delle coltivazioni agricole non alimentari, in particolare di quelle destinate alle energie rinnovabili. Mi auguro che le nuove tariffe elettriche proposte dal Governo per il 2013 sappiano distinguere i piccoli impianti di produzione di energia elettrica realizzati dalle aziende agricole e alimentati con sottoprodotti, scarti, coltivazioni su terreni marginali, da quelli realizzati da multinazionali con fini essenzialmente speculativi”. Al tema è stata dedicata una tavola rotonda cui hanno partecipato l’assessore regionale alla programmazione territoriale Alfredo Peri, Stefano Stanghellini (Presidente di Urbit/urbanpromo - Università Iuav di Venezia), Alberto Borghi (Sindaco di Bomporto), Rino Ghelfi (Deiagra –Università di Bologna), Sebastiano Serra (Ministero dell’ambiente), Andrea Segrè (Università di Bologna). L’andamento dei diversi comparti. Bene cereali, vino e carne. In flessione ortofrutta e colture industriali Diversificato l’andamento dei diversi comparti. In flessione le colture orticole (-6,7%), frutticole (-22,1%) e quelle industriali (-7,1%), bene invece i cereali (+12,7%), il compatto zootecnico (+8%) e il vino che è cresciuto del 12%, nonostante la generale riduzione delle superfici, grazie all’ottimo livello qualitativo delle uve e dei vini. Bene la produzione di latte (+6,2%). In aumento, per il Parmigiano Reggiano, sia la produzione (+6,8%), che i listini (+20%). In calo l’occupazione agricola (circa 4.000 unità in meno), in aumento fino a quasi 5,5 miliardi il credito agrario, che rappresenta il 12,6% del credito agrario nazionale e il 3,2% del credito totale della regione. A conferma delle difficoltà finanziarie, cresce anche il credito agrario in sofferenza. Secondo Unioncamere, l’industria alimentare regionale nei primi nove mesi del 2011 è cresciuta dello 0,9% in termini di produzione e dell’1% in termini di fatturato. L´export e´ aumentato del 10,3% delle esportazioni raggiungendo i 4.896 milioni di euro. Si conferma la questione del ricambio generazionale. Sui 73 mila titolari di azienda agricola quasi 15 mila sono over 75 anni e più di 16 mila hanno un’età compresa tra i 65 e i 74 anni. La presenza di giovani resta limitata: i titolari di azienda agricola entro i 39 anni sfiorano l’8%. Acquistano dunque una rilevanza centrale le due classi intermedie (40-54 e 55-64 anni), pari al 50% del totale.
Regione Emilia Romagna - Assessorato Agricoltura
Produzioni Lorde Vendibili Provinciali Anno 2011 in milioni di euro.
Produzioni Vegetali Pc Pr Re Mo Bo Fe Ra Fc Rn Rer
E
Zootecniche
Cereali 62,57 43,16 34,30 82,72 128,43 186,55 52,76 21,47 13,81 625,76
Patate E Ortaggi 84,94 27,30 12,53 17,31 47,98 114,97 40,41 59,51 29,08 434,03
Piante Industriali 4,09 4,16 3,84 7,48 23,89 36,72 4,77 0,98 0,49 86,42
Altre Erbacee 12,10 21,37 19,61 25,40 45,94 23,09 58,83 23,68 8,84 238,84
Arboree 41,04 4,57 63,79 153,84 118,74 145,15 233,96 95,51 15,53 872,13
- Vino 35,56 3,88 52,56 58,93 31,82 2,99 69,29 27,95 9,52 292,49
Allevamenti 198,17 445,35 442,74 318,26 99,35 97,32 94,65 362,22 26,84 2.084,90
Totale P.l.v. 402,91 545,90 576,80 605,00 464,33 603,80 485,37 563,37 94,58 4.342,08
 
   
   
AGRICOLTURA SOCIALE: AIUTI AGLI IMPRENDITORI PER FAVORIRE IL LAVORO DI PERSONE CON DISABILITÀ  
 
Firenze – E’ una novità assoluta in Italia: è il bando sull’agricoltura sociale. A disposizione un milione di euro. Il bando, che resterà aperto fino al 2 luglio prossimo offre contributi a fondo perduto alle imprese che fanno lavorare persone con disabilità o con svantaggio. Il bando, che rientra nel progetto Giovanisì lanciato dalla Regione Toscana, è stato presentato il 24 maggio a Firenze nella sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati. Ad illustrarne le caratteristiche l’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori, il consulente per le persone disabili Massimo Toschi e i dirigenti regionali che si occupano del settore e di Giovanisì. “E’ una misura – spiega l’assessore regionale Gianni Salvadori – che parte quest’anno per la prima volta e sulla quale la Regione ha messo una dotazione di 1 milione di euro a valere sul Par, il piano agricolo regionale. Grazie a questa misura la Regione intende favorire l’esperienza in attività rurali di persone che hanno una disabilità o uno svantaggio, concedendo un contributo pubblico, a fondo perduto, che può arrivare a 5 mila euro per tre anni per ogni persona, volto a coprire fino al 90% delle spese ammissibili. Cerchiamo così di coniugare l’attività agricola con l’inserimento e l’autonomia delle persone con disabilità, in particolare minori e giovani con problematiche di tipo psichico o di tossicodipendenza sotto i 40 anni. Un modo per coniugare il sociale con l’agricoltura, mella consapevolezza che in periodi di crisi come questo – ha concluso Salvadori – le difficoltà ci sono per tutti, ma per qualcuno, le persone con disabilità, le difficoltà possono essere ancora maggiori. Questo è un modo ulteriore per mostrare come la Toscana sia una terra solidale.” Il bando relativo all’Agricoltura Sociale è sul Burt, il bollettino ufficiale della Regione Toscana. Le domande si possono presentare fino al 2 luglio prossimo. Il bando (decreto dirigenziale n° 1684 del 17/04/2012) finanzia “progetti di accoglienza di persone con disabilità e/o svantaggio, per il miglioramento della loro autonomia e capacità tramite lo svolgimento di esperienze in attività rurali.” Beneficiari: agricoltori, cooperative sociali e associazioni Il finanziamento della Regione può essere chiesto da: - Imprenditori agricoli ai sensi dell’art. 2135 del codice civile; - Cooperative sociali di tipo B che esercitano attività agricola; - Enti (con esclusione di enti pubblici) e associazioni che svolgono assistenza a persone con disabilità e/o svantaggio e che svolgono attività agricola anche non professionale. Progetti ammissibili. Attività in campagna e “retribuzione” da 100 a 400 euro - Si finanziano progetti di accoglienza di persone con disabilità e/o svantaggio ai sensi dell’art. 4 L. 381/91, per il miglioramento della loro autonomia e capacità tramite lo svolgimento di esperienze in attività rurali. Ogni progetto è costituito da uno o più moduli. Ogni modulo è rappresentato da una persona accolta. La persona deve essere affiancata da un accompagnatore che si prende cura della sua accoglienza. I progetti devono ricadere all’interno del territorio della Regione Toscana e devono essere presentati da soggetti operanti nel territorio della Regione Toscana. I progetti possono prevedere una accoglienza per un periodo massimo di 36 mesi. Ad ogni persona accolta deve essere corrisposto un sostegno economico variabile, da 100 a 400 euro mensili in rapporto delle ore di attività effettuata. L’attività deve essere svolta in 2-5 giorni la settimana per almeno 2-6 ore giornaliere. Priorità a minori e giovani disabili psichici o tossicodipendenti I progetti sono finanziati secondo il seguente ordine: 1) progetti o moduli di progetti destinati a disabili psichici di età inferiore a 40 anni, presentati da imprenditori agricoli ai sensi dell’art. 2135 del codice civile; 2) progetti o moduli di progetti destinati a disabili psichici di età inferiore a 40 anni; 3) progetti o moduli di progetti destinati a disabili psichici di età superiore a 40 anni; 4) progetti o moduli di progetti destinati a persone con problemi di tossicodipendenza; 5) progetti o moduli di progetti presentati da cooperative di tipo b che esercitano attività agricola; 6) progetti o moduli di progetti presentati da enti e associazioni che svolgono assistenza a persone con disabilità e/o svantaggio e che svolgono attività agricola anche non professionale. Maggiori informazioni sul sito “Giovanisì” della Regione Toscana.  
   
   
EVASIONE SCOPERTA DA GDF IN SETTORE CARNE NEL VENETO, DOVE C’È FRODE SI ANNIDANO ANCHE PERICOLI PER SALUTE  
 
Venezia - Dove c’è economia sommersa c’è anche sicurezza sommersa; un sistema economico fraudolento può celare anche gravi pericoli per la salute. Un ‘grazie’ alla Guardia di Finanza”. Franco Manzato, assessore regionale alla sicurezza del consumatore del veneto, ribadisce la stretta connessione tra danno ai cittadini e guadagno illecito: “una connessione che non è solo sul versante economico, ma purtroppo rischia di farci male a tutti i livelli. Evasione, contraffazione, lucro ottenuto con meccanismi illeciti – ha aggiunto – non solo sono un fatto criminale ma rappresentano la volontà di sottrarsi ad ogni controllo di qualsiasi tipo”. “Contro questi illeciti, che sono veri e propri raggiri, ci deve essere un controllo collettivo, dove ciascun cittadino onesto è attore e protagonista. Quando trovate qualcosa che non va – ha fatto presente l’assessore – segnalatelo subito: avrete con voi le Istituzioni, le forze dell’ordine e tutti gli operatori onesti, che non hanno nulla da nascondere. Tolleranza a doppio zero per questi illeciti, che sono anche una offesa alla corretta e leale concorrenza e all’imprenditorialità di qualità che si spacca la schiena per proporre ai consumatori produzioni controllate. Fatti come questi dovrebbero anche essere un incitamento a dare norme ancora più chiare, certe e leggibili circa la tracciabilità e l’origine, e non quella della confezione ma quella del contenuto”.  
   
   
FVG, AGRICOLTURA: APPROVATO PROVVEDIMENTO "CONDIZIONALITA´" 2012 IN VIGORE NORMATIVA PER INDIVIDUAZIONE COSIDDETTE FASCE TAMPONE  
 
Trieste - È stata approvata e pubblicata sul Bur il 25 maggio la delibera della Giunta regionale che modifica la cosiddetta condizionalità legata ai pagamenti a sostegno dell´agricoltura. La condizionalità è un sistema di norme specifiche in materia di salvaguardia ambientale, sicurezza alimentare e protezione degli animali che gli agricoltori devono rispettare per poter beneficiare degli aiuti comunitari. La condizionalità è normata a livello comunitario dal regolamento Ce 73/2009 e dai suoi allegati Ii e Iii; l´elenco di tali comportamenti e norme, insieme con le conseguenze della loro violazione, sono individuati dal ministero delle Politiche agricole (Mipaaf). In questa direzione, il ministero ha approvato alla fine dello scorso anno una modifica del decreto ministeriale per inserire, quale ulteriore obbligo, la realizzazione di una "fascia tampone" lungo i corsi d´acqua per prevenire l´inquinamento d´ origine agricola, come previsto, tra l´altro, proprio dal regolamento 73/2009 dell´Unione europea. La fascia tampone dovrà essere stabilmente inerbita spontanea o seminata, oppure arbustiva od arborea, spontanea od impiantata. Il decreto prevede che le Regioni possano adottare un proprio atto in applicazione del decreto ministeriale, con il quale specificare alcuni aspetti dei requisiti di condizionalità. La delibera prevede in sostanza la conferma dei requisiti di condizionalità già adottati dalla Regione ma anche alcune specificazioni relative alla costituzione di fasce tampone, in particolare riducendo tale fascia - che di norma ha una larghezza di 5 metri dal ciglio sponda del corso d´acqua superficiale - a 3 e 0 metri a seconda della qualità delle acque. I corsi d´acqua superficiali e la qualità delle acque sono state individuate e verificate mediante l´utilizzo dei dati in possesso dell´Arpa del Friuli Venezia Giulia e della direzione Ambiente della Regione, mentre il decreto è stato condiviso durante l´ultima riunione del Tavolo Verde dai portatori di interesse del settore agricolo.  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA, VICINI A MALESSERE MARINERIE TONNO ROSSO E PESCE SPADA I TEMI CALDI SOPRATTUTTO AL SUD  
 
“Siamo vicini agli operatori e comprendiamo lo stato di forte malessere che stanno vivendo le marinerie italiane, in particolare quelle meridionali” lo afferma la Federcoopesca-confcooperative a margine del convegno organizzato oggi a Palermo dalla federazione siciliana, sui Gruppi di Azione Costiera, il Fep, il Regolamento dei controlli, la marcatura ed identificazione dei pescherecci e degli attrezzi da pesca. Ad esacerbare gli animi dei pescatori, alle prese con gli effetti della pesante crisi economica, è l’ultimo provvedimento emanato sul divieto di catture accessorie del tonno rosso, che va a toccare un tipo di pesca culturalmente e economicamente importante per molte aree a sud della penisola. A questo sì aggiungono altri dossier spinosi come quello legato alle limitazioni per la pesca al pesce spada. “E’ fondamentale che le istanze dei pescatori vengano ascoltate. Le difficoltà che stanno attraversando richiedono interventi tesi a facilitare l’attività quotidiana e non ulteriori giri di vite in termini di limitazioni e adempimenti” sostiene l’associazione.  
   
   
SISMA IN LOMBARDIA: CASEIFICI NON SIANO PENALIZZATI L´ASSESSORE ALL´AGRICOLTURA HA VISITATO AZIENDE DEL MANTOVANO  
 
Pegognaga/Mn - L´assessore regionale all´Agricoltura Giulio De Capitani ha effettuato il 25 maggio un sopralluogo in alcune aziende casearie della provincia di Mantova, che hanno registrato notevoli danni ai magazzini di stagionatura delle forme di Grana padano e reggiano, in seguito al terremoto che ha colpito la zona nella notte tra sabato e domenica scorsi. Tre le aziende visitate dall´assessore: alla Latteria Sociale di Mantova a Porto Mantovano, l´azienda Venera Vecchia a Bondeno di Gonzaga e la società Mgp a Pegognaga. All´incontro erano presenti l´assessore provinciale all´Agricoltura Maurizio Castelli e il consigliere regionale Claudio Bottari. Bilancio Ancora Prematuro - A quattro giorni dal sisma che ha colpito la pianura padana è ancora presto per stilare un bilancio delle perdite registrate dalle aziende. ´Come Regione abbiamo già segnalato la situazione al Ministero dell´Agricoltura - ha detto De Capitani al termine della visita - e, da parte nostra, dobbiamo cercare di agevolare le aziende colpite, pensando anche a tutti coloro che come indotto sono collegati alla produzione; ci sono anche problemi di trasferimento dei prodotti in altri magazzini adatti per garantire determinate condizioni di sicurezza igienico-ambientale. Anche se non ci sono grandi danni agli immobili, dobbiamo monitorare tutte le possibilità per fare in modo che tutti questi produttori non vengano ulteriormente penalizzati. Resta da verificare come recuperare parzialmente le forme, se è per esempio possibile venderle su canali alimentari diversi. Anche su questo aspetto dobbiamo fare gli opportuni controlli´. Compromesso Almeno Il 10 Per Cento Della Produzione - ´Il primo bilancio che possiamo fare - ha detto l´assessore provinciale Castelli - parla di 178.000 forme danneggiate, che vuol dire circa un 10 per cento della produzione provinciale sia per il padano che per il reggiano. Non sarà un recupero di grande rilevanza, occorrerà fare in fretta, altrimenti molte forme dovranno essere buttate. Abbiamo segnalato la situazione alle Istituzioni, fornendo anche alcuni suggerimenti, nella speranza che possano essere accolti, da un lato, per riconoscere il danno agli allevatori e, dall´altro, per quanto si potrà fare per destinare queste produzioni a canali alternativi´.  
   
   
MILANO: ALIMENTAZIONE. PRODOTTI BIO, DEL COMMERCIO EQUO-SOLIDALE E "FONTANELLE" DI ACQUA POTABILE NEGLI UFFICI E NELLE SCUOLE DEL COMUNE  
 
I distributori automatici di alimenti e bevande negli uffici del Comune forniranno cibi più sani e all’insegna della tutela dell’ambiente: prodotti provenienti da agricoltura biologica, dal commercio equo solidale, da filiera corta e a basso impatto ambientale, “fontanelle” di acqua potabile. La Giunta di Palazzo Marino ha approvato le linee guida per l’affidamento del servizio di somministrazione di alimenti e bevande nei distributori automatici da installare nelle sedi dell’Amministrazione comunale per il periodo 1° gennaio 2013-31 dicembre 2015. Nella gara ad evidenza pubblica per individuare l’operatore economico secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, saranno valutati in modo particolare alcuni aspetti: il rapporto alimentazione-salute con la proposta di prodotti di qualità, come quelli provenienti da agricoltura biologica e dal commercio equo solidale; la tutela dell’ambiente attraverso la filiera corta che assicura distanze più brevi tra il luogo di produzione e quello di consumo, minore inquinamento e maggiore sostenibilità; l’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale, come quelli elettrici, a metano o gpl. Negli uffici e nelle scuole del Comune saranno installati anche punti di distribuzione gratuita di acqua potabile, in modo da disincentivare l’uso delle bottiglie di plastica. I distributori attualmente presenti nelle sedi dell’Amministrazione comunale sono 532.  
   
   
AGRICOLTURA: RIFORMA ENTI STRUMENTALI TAPPA PROCESSO RINNOVAMENTO DEL SISTEMA VENETO  
 
Venezia - “La riforma di Veneto Agricoltura è un impegno programmatico sancito anche dalla Legge Finanziaria di quest’anno. Voglio però precisare che in questo momento c’è solo un primo testo che ho consegnato ai colleghi assessori per una analisi del suo contenuto. Per ogni approfondimento di contenuto voglio attendere la formale decisione di Giunta”. Lo ha sottolineato l’assessore regionale Franco Manzato, riferendosi all’interesse (“del quale li ringrazio”) mostrato dai mass media per l’argomento e alle relative anticipazioni. “Ricordo che la Legge finanziaria – ha affermato Manzato – prevede espressamente che la Giunta presenti un disegno di legge di riordino di questa azienda regionale che, attraverso interventi di razionalizzazione e di miglioramento dell’efficienza delle funzioni e dei servizi, consenta di conseguire significativi risparmi nelle spese di funzionamento. Si tratta peraltro solo di una delle tappe del complessivo processo di rinnovamento del sistema pubblico agricolo del Veneto, con il quale vogliamo alleggerire apparati, burocrazia e la relativa spesa, liberando risorse per gli investimenti finalizzati alla competitività delle aziende agricole”. “Questo significa – aggiunge Manzato – che il riordino riguarda tutti gli enti strumentali regionali che operano in ambito agricolo, in un percorso che ha già coinvolto Avepa e le strutture regionali periferiche, da ultimo con la costituzione dello Sportello Unico Agricolo, e che proseguirà con la riforma degli Enti parco, secondo criteri di efficienza, di contenimento dei costi, di eliminazione di duplicazioni o sovrapposizioni di compiti, in coerenza con quanto ha previsto per gli Enti Regionali il nuovo Statuto del Veneto”. “Quello che vogliamo costruire – ha concluso l’assessore – è uno strumento che sia davvero tale, e dunque non più un ente pubblico economico, a servizio delle politiche regionali e del sistema di imprese, rafforzando ruolo e funzioni di tipo tecnico – specialistiche per quanto riguarda la ricerca applicata e la sperimentazione finalizzate ad iniettare innovazioni tecnologiche e organizzative che contribuiscano a migliorare la competitività delle imprese e la sostenibilità ambientale nei comparti agricolo, agroalimentare e forestale”.  
   
   
BOLZANO: INAUGURATO DAL PRESIDENTE DURNWALDER IL VIVAIO FORESTALE PIGLON  
 
Bolzano – Lo scorso 25 maggio il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha inaugurato il vivaio forestale Piglon situato nel Comune di Vadena ed ha affermato che la struttura è un modello della proficua sinergia avviata tra la Ripartizione Foreste e il Centro di Sperimentazione di Laimburg. Nel corso della cerimonia di inaugurazione del nuovo vivaio forestale Piglon, nei pressi di Laimburg, il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha sottolineato che si tratta di un modello di sinergia, utile e necessaria, tra la Ripartizione foreste ed il Centro di Sperimentazione di Laimburg realizzato grazie al sostegno del Comune di Vadena e dell´Autostrada. “Nel vivaio forestale coltiviamo le piante per le feste degli alberi, i castagni, nonchè diversi tipi di latifoglie e cespugli. Il vivaio Piglon sostituisce i vivai di Radegno, Castelvetere e Corona e ci permette di produrre e distribuire le piantine da un appezzamento centrale e facilmente raggiungibile” spiega Paul Profanter, direttore della ripartizione Foreste. La produzione annua di piantine a Piglon è di 50 mila, corrispondente al 13,5% delle piante distribuite dalla Ripartizione foreste sul territorio della provincia. “Usiamo le piantine coltivate nei vivai per rimboschimenti di diverse superfici come zone in alta quota o cave dismesse, ma anche per migliorare la composizione di specie arboree in zone dove questo non avviene in modo naturale, e, infine, per la gestione del verde pubblico e le tradizionali feste degli alberi”, racconta Profanter. Il Centro di Sperimentazione Laimburg ha messo a disposizione l’area per il nuovo vivaio a Piglon (1,35 ettari), dove si trovano sia vigneti che frutteti del Centro stesso. “Ringraziamo la ripartizione Foreste per la gestione del progetto. Il nuovo magazzino presso il vivaio ci offre gli spazi necessari alla sistemazione delle macchine e degli attrezzi per un efficace lavorazione dei nostri impianti in zona” sottolinea Daniel Bedin, direttore dell’Azienda Laimburg. Inoltre, gli studenti della scuola professionale di Laimburg approfittano della struttura per i loro esercizi pratici. Il vivaio forestale Piglon è stato costruito tra il 2009 e il 2011. Situato in prossimità dei pendiì del Monte di Mezzo all’altezza dell’area di servizio Castel Varco Ovest, l’edificio viene usato in comune dall’amministrazione forestale e dal Centro di Sperimentazione Laimburg. L’edificio corrisponde allo standard Casaclima “A” ed è dotato di magazzini, impianti sanitari e servizi assistenziali. Il vivaio è dotato di un pozzo proprio e lo stabilimento di una pompa di calore per l’acqua calda ed il riscaldamento. L’impianto fotovoltaico può coprire il fabbisogno annuale di corrente elettrica del vivaio. Inoltre ci sono due serre per la coltivazione del castagno da frutto innestato. Il costo di costruzione della struttura ammonta a 700.000 Euro. L’azienda di Laimburg, oltre a mettere a disposizione l’area, ha contribuito con 200.000 Euro alla realizzazione della struttura.  
   
   
I VINI VENETI PREMIATI DAGLI INGLESI. MANZATO: NEMO PROPHETA…  
 
“Che i vini del Veneto abbiano ottenuto 9 medaglie d’oro sulle 31 assegnate ai prodotti italiani dalla rivista inglese Decanter e che, di queste, 8 abbiano riguardato vini della Valpolicella con 7 amaroni e un ripasso, non mi stupisce. Il mercato ci aveva dato da tempo notizie analoghe e per i produttori agricoli e la filiera vitivinicola regionale ciò che conta non è solo ottenere ottimo vino a prezzo concorrenziale, ma anche venderlo”. E’ soddisfatto l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato sull’esito del “Decanter World Wine Awards 2012”, “che tra l’altro ha assegnato due delle 9 medaglie d’oro del Veneto a Cantine Cooperative – afferma l’assessore – a conferma che il salto di qualità produttivo degli ultimi 20 – 30 anni ha interessato in Veneto tutto il sistema”. “Voglio complimentarmi con i vincitori – aggiunge Manzato – ma più in generale con tutti i nostri produttori che hanno partecipato a quel concorso: sottoporsi ad un esame come questo e altri ‘trofei’ enologici è sempre un mettersi in gioco, una scommessa con sé stessi sulle qualità del proprio prodotto”. “Voglio anche aggiungere che alla base del successo dell’enologia veneta c’è lo straordinario connubio fra territorio, vigneto, tradizione, formazione, innovazione e ricerca, cui si abbina un sistema amministrativo ordinato ed efficiente, in un settore (che non è purtroppo il solo in agricoltura) che posso definire oberato di adempimenti e burocrazia, il cui eccesso o la cui fiscalità può rappresentare non solo un ostacolo ma un costo aggiuntivo in un comparto dove la concorrenza si vince sul rapporto/prezzo qualità. E’ proprio sulla base della nostra positiva esperienza che abbiamo ottenuto l’unanime consenso delle regioni italiane rispetto ad un controllo sui vini Igt che sia campionario e non generalizzato, che aggiunge adempimenti ad adempimenti e costi a costi. La decisione per ora è sospesa, ma chi insiste ad affermare che i controlli a campione non sarebbero previsti dai regolamenti comunitari, che imporrebbero controlli sistematici, dice una cosa non vera. Basta basta leggere il regolamento di riferimento Ce n. 607/2009 che, all’art 25, par. 1, secondo capoverso, prevede una verifica annuale effettuata dall´autorità di controllo competente di cui all´articolo 48, paragrafo 1, del regolamento (Ce) n. 479/2008, ‘condotta negli Stati membri in cui ha avuto luogo la produzione in conformità al disciplinare secondo una delle seguenti modalità: a) mediante controlli casuali in base ad un´analisi di rischio, oppure b) mediante controlli a campione, oppure c) mediante controlli sistematici, oppure d) mediante una combinazione dei controlli sopra indicati’”. Questi gli “ori” veneti al “Decanter World Wine Awards 2012”: Cantina Colli del Soligo Solicum Cuvée Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Superiore; Cantina Valpantena Torre del Falasco 2008 Amarone della Valpolicella; Corte Rugolin Monte Danieli 2007 Amarone della Valpolicella Classico; La Collina dei Ciliegi L’amarone 2008 Amarone della Valpolicella; Masi Campolongo di Torbe 2006 Amarone della Valpolicella Classico; Palazzo Maffei 2009 Amarone della Valpolicella; Palazzo Maffei Conte di Valle 2006 Amarone della Valpolicella; Taler Media 2010 Valpolicella Superiore Ripasso; Villa Annaberta 2009 Amarone della Valpolicella.  
   
   
AGROALIMENTARE ITALIANO PRONTO PER LA CRESCITA ALL’ESTERO: NECESSARIO SUPERARE I LIMITI DI SISTEMA  
 
Delle opportunità e delle minacce che il settore agroalimentare sta affrontando in Italia e all’estero si è discusso durante il convegno “Coltivare successi sui mercati mondiali: una roadmap per l’agroalimentare italiano” organizzato a Erbusco (Bs) dal Comitato Leonardo in collaborazione con Santa Margherita Gruppo Vinicolo in occasione del Vi Incontro con il Territorio Le aziende agroalimentari italiane hanno enormi potenzialità di sviluppo all’estero. Il consuntivo 2011 registra una quota export pari a circa 23 miliardi di euro, in aumento del 10% rispetto al 2010. Ma ancora tanto si può fare se si considera che il 70% totale delle esportazioni sono concentrate in soli 10 paesi e che il 64% del totale è destinato all’Ue. Questi alcuni dei dati più significativi presentati dal Prof. Massimiliano Bruni (Sda Bocconi di Milano) al convegno “Coltivare successi sui mercati mondiali: una roadmap per l’agroalimentare italiano” organizzato a Erbusco (Bs) dal Comitato Leonardo in collaborazione con Santa Margherita Gruppo Vinicolo in occasione del Vi Incontro con il Territorio. All’appuntamento, organizzato dal Comitato presieduto da Luisa Todini ed ospitato da Gaetano Marzotto – Presidente Santa Margherita Gruppo Vinicolo hanno partecipato tra gli altri Riccardo M. Monti - Presidente Ice, Alberto Barcella - Presidente Confindustria Lombardia, Alberto Bombassei – Presidente Brembo, Pina Amarelli – Presidente Amarelli, Gian Domenico Auricchio – A.d. Gennaro Auricchio, Ettore Riello – Presidente Veronafiere, Marco Rosi – Presidente Parmacotto, Massimo D’aiuto - A.d. Simest nonché numerosi imprenditori soci del Comitato. Come sottolineato dallo studio presentato dal Prof. Bruni, per quanto esistano ostacoli e minacce – sottodimensionamento, mancanza di orientamento al marketing e al branding, eccessivo localismo etc. -, lo scenario internazionale offre interessanti e significative opportunità di espansione ed appare come la principale e più immediata via di sviluppo delle imprese italiane del settore. È necessario però superare i limiti che caratterizzano e penalizzano il sistema nazionale, per fare pienamente leva sui punti di forza esistenti – dall’eccellenza dei prodotti alla capacità di innovazione e flessibilità, sino alle riconosciute qualità del gusto italiano incarnate nella Dieta mediterranea. Un impegno che deve riguardare sia le istituzioni, che devono riconoscere reale centralità al settore nelle politiche di sostegno e di sviluppo per le aziende, ma anche il sistema imprenditoriale chiamato a dare vita a una nuova strategia di crescita all’estero. “Il confronto di oggi, le storie di successo e la relazione del professore Bruni – commenta Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo – dimostrano che si può continuare a crescere anche nelle fasi di crisi, guardando alle opportunità fuori dai confini nazionali ed europei. Dobbiamo riflettere sulla vitalità e il dinamismo dei paesi asiatici – Cina in testa – così come di Brasile e Messico in America Latina, dei Paesi della sponda Sud ed Est del Mediterraneo. E consolidare i grandi progressi degli ultimi anni nell’arrivare ai consumatori russi, particolarmente attratti dalle produzioni tradizionali del nostro Made in Italy, ancor più favorite in prospettiva dall’ingresso della Russia nel Wto. Ma per sfruttare al meglio le opportunità bisogna ‘Fare sistema’, attraverso le reti, i consorzi ed i distretti. È una soluzione premiante che va oltre la logica individualista e aiuta a superare il vincolo dimensionale e culturale tipico delle aziende italiane, che imbriglia le imprese non permettendogli di avere forza e massa critica sufficiente per affermarsi sui mercati esteri”. “La qualità dell’agroalimentare italiano, abbinata alla fantasia e alla convenienza, si dimostra vincente. – commenta Gaetano Marzotto – La civiltà enogastronomica italiana si trasforma in vini e cibi che anticipano i desideri dei consumatori internazionali, affascinati dai nostri deliziosi prodotti, ma anche dai territori con ville e castelli incantevoli, con vigne e culture di sapienza antica, dalla convivialità dei nostri ristoranti e trattorie. La missione del gruppo vinicolo Santa Margherita riassume tutti questi valori del Made in Italy puntando sulla qualità e sull’eccellenza dei suoi vini dal Cuvée Prestige Ca’ del Bosco in Franciacorta al Pinot Grigio Santa Margherita in Alto Adige”. L’appuntamento è stato anche l’occasione per analizzare più a fondo le minacce che le aziende agroalimentari devono affrontare e che vede nella crescita di nuovi competitors internazionali, nella contraffazione e nell’”italian sounding”, nell’andamento del prezzo delle materie prime, gli aspetti più problematici cui si vanno ad aggiungere il calo della domanda interna e la crescente attenzione al prezzo da parte dei clienti. Aspetti che possono e devono essere controbilanciati attraverso l’espansione nei nuovi mercati in crescita, ma anche con il miglioramento dei sistemi di trasporto e stoccaggio – purtroppo l’Italia sconta il fatto di non avere un grande player nella distribuzione a livello internazionale – e con la progressiva riduzione delle barriere al commercio internazionale. Il Comitato Leonardo (www.Comitatoleonardo.it) è nato nel 1993 su iniziativa comune del Sen. Sergio Pininfarina e del Sen. Gianni Agnelli, di Confindustria, dell’Istituto Nazionale per il Commercio Estero (Ice) e di un gruppo d’imprenditori con l’obiettivo di promuovere e affermare la “Qualità Italia” nel mondo. Oggi associa 150 personalità tra imprenditori, artisti, scienziati e uomini di cultura, avvalendosi del patrocinio e della collaborazione degli Organi Istituzionali preposti alla promozione delle aziende italiane all’estero. Il Comitato Leonardo non vuol essere solo una mera vetrina per valorizzare il Made in Italy, ma si propone con un ruolo attivo attraverso svariate iniziative, tra cui la concessione di borse di studio a laureandi su temi legati al Made in italy. Santa Margherita Gruppo Vinicolo Con un fatturato di 91,3 milioni di euro di cui più del 60% realizzato all’estero, Santa Margherita Gruppo Vinicolo si esprime oggi con un mosaico enologico che coinvolge alcuni dei principali distretti vitivinicoli italiani: la Franciacorta con Ca’ del Bosco, l’Alto Adige con Kettmeir, il Trentino Alto Adige, il Veneto Orientale, il Prosecco con Santa Margherita e Torresella, il Chianti Classico con Lamole di Lamole e Vistarenni, la Maremma con Tenuta Sassoregale e la Sicilia con Terrelìade. Sintesi dei risultati 2011: • Volumi: 16,2 Mio di bottiglie. • Mercati di esportazione: 85. • Primi 5 mercati esteri pari all’85% circa (in ordine): Usa, Canada, Germania, Regno Unito, Giappone. Presidente: dott. Gaetano Marzotto. Amministratore Delegato: dott. Ettore Nicoletto  
   
   
25 ANNI DI ECORNATURASI’, IL BIOLOGICO CHE FA RETE  
 
Caso singolare di impresa con la maggioranza azionaria in mano ad una Fondazione non profit, il gruppo segna un fatturato in crescita nonostante la crisi globale. Sabato 2 e domenica 3 giugno l’azienda, il cui assetto societario è stato recentemente ridefinito, apre le porte del quartier generale di S. Vendemiano (Treviso) a fornitori e negozianti per definire obiettivi e impegni futuri. Quel piccolo seme piantato con coraggio e determinazione venticinque anni fa, quando ancora il concetto di agricoltura biologica era poco conosciuto e destava più perplessità che condivisione, è oggi una realtà solida, leader nella distribuzione dei prodotti biologici e biodinamici in Italia. Ecornaturasì Spa, che quest’anno festeggia infatti i 25 anni dall’inizio dell’attività, ha dimostrato di essere un’impresa ben radicata, capace di crescere anche in un clima di pesante crisi economica globale. Il gruppo conta oggi infatti a listino più di 4000 referenze, che distribuisce ad un migliaio di negozi specializzati biologici, ed entro il 2012 taglierà in Italia il traguardo dei 100 punti vendita del suo marchio Naturasì (due attivi in Spagna), mentre i negozi associati al progetto Cuorebio, altro marchio di proprietà del gruppo, sono 290. Ad Ecornaturasì poi, appartengono anche il brand di prodotto Ecor e la società Baule Volante di Bologna, che dal 1987 serve piccoli negozi, erboristerie, negozi specializzati, farmacie su tutto il territorio nazionale. La storia della più importante azienda di distribuzione di prodotti biologici e biodinamici nel canale specializzato in Italia inizia nel 1987, con la costituzione a Conegliano (Treviso) di Gea: “Il momento era propizio: la sensibilità per il biologico aumentava di anno in anno e, nel 1986, anche il disastro di Cernobyl contribuì, purtroppo, a risvegliare le coscienze sul tema dell´ambiente, dell´ecologia e della salute”, ricorda Fabio Brescacin, Presidente di Ecornaturasì Spa. “All’inizio, - continua - ci ingegnavamo con un piccolo furgone che girava per l’Italia a reperire prodotti biologici. In quegli stessi anni altri negozi aprivano in altri luoghi e ci chiedevano di procurare loro alimenti bio da vendere. Da questa attività di affiancamento ai venditori al dettaglio nacque il germe della distribuzione biologica in Italia”. Fin da subito, all’obiettivo economico si è affiancato quello culturale: divulgare la conoscenza e la cultura dell’agricoltura biologica e biodinamica, in un momento storico nel quale si iniziavano a percepire gli effetti deleteri, per la salute delle persone e la fertilità della terra, dell’agricoltura industrializzata. Nel 1998 Gea ha dato vita con altre tre aziende del settore ad Ecor Spa. Successivamente, nel 2005 è stato realizzato uno scambio azionario con la catena di biosupermercati in franchising Naturasì, operazione che si è completata con la fusione tra le due società il 1° gennaio 2009, data che segna la nascita di Ecornaturasì Spa. Nel febbraio 2012, infine, una nuova importante tappa, con l’ingresso nel gruppo della società Alpa della famiglia Paravicini Crespi di Milano, proprietaria delle Cascine Orsine a Zelata di Bereguardo (Pavia). La quota di Alpa in Ecornaturasì, acquisita mediante un aumento di capitale, ammonta al 20% e coincide con l’uscita dal gruppo di alcuni soci fondatori di Naturasì. Un altro 25,25% delle azioni rimane in possesso di tre soci storici di Naturasì, le famiglie Lori e Testori di Milano e la famiglia Zanoni di Desenzano. Il 54,75% delle quote di Ecornaturasì è oggi di proprietà della Fondazione Antroposofica Rudolf Steiner, già proprietaria di Ecor Spa, che insieme agli altri soci si rende garante delle finalità sociali dell´attività: distribuire prodotti biologici, biodinamici e più in generale naturali, che contribuiscano a migliorare non solo la salute delle persone, ma anche quella della terra e dell’ambiente in generale. Un obiettivo che viene perseguito, in particolare, garantendo la qualità e la sicurezza dei prodotti, sia con controlli scrupolosi della filiera dei fornitori, sia contribuendo alla gestione diretta di aziende agricole biodinamiche: la San Michele di Conegliano di proprietà della stessa Fondazione Rudolf Steiner, la Fattoria Di Vaira di Petacciato (Campobasso), partecipata dal gruppo e da negozi e sostenitori del biologico, le Cascine Orsine di proprietà della famiglia Paravicini. Una rete di attività che ha portato il gruppo a consolidare nel 2011 un bilancio di 201 milioni di euro con una crescita del 14% sull´anno precedente, e a realizzare anche nel primo trimestre 2012 un incremento di fatturato intorno al 5%, nonostante le pesanti difficoltà generali dei consumi. “Quello dei 25 anni – conclude Brescacin - è per noi un traguardo importante nel lungo percorso per l’affermazione della cultura del biologico, del biodinamico e dell’agricoltura sana nel nostro Paese. Il nostro impegno futuro si concentrerà nel rafforzare la nostra proposta al consumatore e nel migliorare la rete dei negozi storici del biologico”. Per questo sabato 2 e domenica 3 giugno i festeggiamenti saranno anche occasione di incontro e confronto per una ripartenza: la sede di S. Vendemiano sarà terreno fertile per la nascita di nuove sinergie tra gli oltre 100 fornitori che ospiterà, tutti i negozianti Naturasì e Cuorebio invitati, il personale del gruppo e i consumatori. Tutti anelli di quella preziosa catena che congiunge la terra e le persone, garantendo genuinità e sicurezza, si ritroveranno per celebrare il cammino fino ad oggi percorso e sognare il futuro per i prossimi 25 anni  
   
   
A PANEALBA IL PREMIO PER IL MIGLIOR BILANCIO 2010  
 
Chiarezza, trasparenza, completezza ed efficacia comunicazionale: questi i criteri secondo i quali il Bilancio di esercizio di Panealba srl, società a capo del Gruppo Panealba - Campiello, ha vinto la Vi edizione del concorso Premium Oplontinum Rationum Summa, la cui cerimonia di premiazione si è svolta l’8 maggio all’Itc Bonelli di Cuneo. Promossa nel corso degli anni dalla Presidenza del Consiglio Dei Ministri, la manifestazione ha visto in gara numerosi istituti tecnici italiani che hanno presentato l´analisi di un bilancio societario del loro territorio che meglio rispondesse ai requisiti di legalità ed etica nell’esercizio delle attività economiche svolte. Scopo dell’iniziativa è favorire una profonda riflessione per far sì che tutti gli operatori economici quali imprenditori, lavoratori, istituzioni e consumatori inizino a dialogare per comprendere che è possibile rispettare regole e principi morali senza penalizzare il risultato finale. L’istituto Tecnico Commerciale Statale F.a. Bonelli di Cuneo, dopo una oculata selezione tra numerosi bilanci ottenuti presso la locale Ciaa, ha scelto di presentare l´analisi del Bilancio d´esercizio dell’azienda alimentare Panealba srl che si è aggiudicata il premio per il Miglior Bilancio 2010, rispondendo appieno ai requisiti richiesti e per la corretta applicazione delle Norme del Codice Civile. E’ significativo che in un contesto economico ancora in difficoltà si trovi lo spazio per premiare l’impegno profuso nella redazione del Bilancio d’esercizio. L’utilità di stilare correttamente un documento così importante va al di là delle esigenze gestionali interne e deve compiersi nel pieno rispetto di forma e contenuto dettati da norme specifiche. Panealba fondata dalla famiglia Tesio, nasce nel 1982 a Verduno in provincia di Cuneo, prima come società commerciale e successivamente come impianto industriale specializzato nella produzione diversificata di prodotti da forno quali Grissini, Crostini e Snack Salati. Sin da subito si impone sul mercato nazionale ed internazionale per l´eccellenza dei propri prodotti, infatti da quasi 30 anni cura con estrema dedizione e passione ogni fase del processo produttivo, investendo in macchine all´avanguardia, tecniche innovative e in continue ricerche di laboratorio. Grazie inoltre all´introduzione del Sistema di Gestione di Qualità e alle certificazioni Haccp, Aib International, Uni En Iso 9001:2000, Brc E Ifs ogni giorno l´azienda garantisce alla propria clientela l´altissima qualità e genuinità dei suoi prodotti. Il 2011 è stato un anno molto positivo per Panealba, che ha segnato un netto incremento del fatturato rafforzando la propria presenza sia sul mercato italiano che all´estero. Protagonisti indiscussi delle vendite, i Grissini Nostrani e i Crostini Mediterraneo  
   
   
VENARIA: LE NOVITÀ ENOGASTRONOMICHE DELLA REGGIA SERATE REGALI OGNI VENERDÌ, FINO AL 28 SETTEMBRE  
 
La Venaria Reale presenta un’eccezionali novità per gustare ottimi cibi, rilassarsi, divertirsi, dedicarsi una serata sotto le stelle all’insegna del piacere nell’incantevole scenario della Reggia e dei suoi Giardini. Nella straordinaria cornice incantata del Gran Parterre, momenti sontuosi di relax con le Serate Regali allietate da musica, raffinati buffet, danze e dj set. Un’esperienza indimenticabile tra i giochi d’acqua della Fontana del Cervo, l’architettura sublime della Galleria Grande e l’imponente affaccio sui Giardini del Gran Parterre Juvarriano. Dove: Terrazza della Galleria Grande – Gran Parterre Juvarriano Quando: ogni venerdì fino al 28 settembre 2012, dalle ore 19.30 per la cena a buffet e dalle ore 22.00 per il dopocena con il Dj Set allestito davanti alla Galleria di Diana Come: ingresso da piazza della Repubblica – Torre dell’Orologio Prenotazione, fino ad esaurimento posti, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle 17: 349.1129552 – serate@lavenariareale.It Posto tavoli sulla Terrazza della Galleria Grande (zona privè) e Dj set: 30 euro Posto tavoli nel Gran Parterre e Dj set: 25 euro Ingresso dopocena con Dj Set: 12 euro 0-8 anni: gratuito Nel costo è incluso l’ingresso ai Giardini, lo spettacolo del Teatro d’Acqua della Fontana del Cervo, la cena a buffet (ingresso dalle 19.30 alle 22.00), 1 consumazione e dj set. Servizio di intrattenimento bambini compreso. In caso di maltempo le Serate Regali verranno ospitate all’interno delle Scuderie Juvarriane  
   
   
“DALL’OLIVO…ALL’OLIO: GLI OLI DOP ITALIANI SI INCONTRANO A MARONE 1/3 GIUGNO 2012”  
 
Anche quest’anno Marone ospita “Dall’olivo…all’olio”, la rassegna che, giunta alla Xiii edizione, celebra gli oli Dop d’Italia che si incontrano nell’incantevole cornice affacciata sul lago d’Iseo: dalle 19:00 di venerdì 1 alle 23:00 di domenica 3 giugno la località riconosciuta dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio diverrà teatro espositivo, di degustazione e vendita, luogo di intrattenimento con spettacoli di strada e musicali, occasione per la consegna di premi, riconoscimenti e borse di studio e crocevia per la partenza, via lago o via rotaie, verso le mete turistiche della zona. Per tutto il primo weekend di giugno la cittadina che si adagia sulla sponda bresciana del Sebino si trasformerà, come ogni anno, nel palcoscenico privilegiato per la valorizzazione del condimento per eccellenza, l’olio Dop prodotto del raccolto stagionale e della lavorazione dell’olio extravergine. Lo sforzo sostenuto dal Comune di Marone e da Federdop per garantire la buona riuscita dell’edizione 2012 è stato notevole e, nonostante il delicato periodo economico generale, non sono mancate le adesioni degli espositori più affezionati ed è stato confermato il supporto di importanti realtà associative di settore come Federdop e Coldiretti Lombardia che, attraverso i rappresentanti più autorevoli, affiancano questa manifestazione e ne condividono lo spirito e le finalità. Dopo l’inaugurazione ufficiale, venerdì 1 giugno alle ore 19:00, la rassegna proporrà la prima novità in programma. Una “cena itinerante” che si sposterà attraverso le vie della cittadina e porterà alla scoperta delle proposte enogastronomiche che ristoranti, agriturismi e bar hanno ideato per l’occasione. Nelle tre giornate della manifestazione si susseguiranno momenti diversi dedicati alla conoscenza e alle degustazione dell’olio Dop e di altre eccellenze eno-gastronomiche Dop e Igp proposte in abbinamento: la bresaola Igp e i formaggi Dop Casera e Bitto della Valtellina, il Grana Padano Dop, il Parmigiano Reggiano, il Crudo di Parma e le bollicine di Franciacorta. Nella serata di sabato verranno consegnati i premi “Ercole De Ela,” attribuiti a Don Antonio Mazzi della fondazione Exodus per l’impegno profuso e l’attività sociale svolta sul territorio, e all’Associazione Ristoratori di Vallecamonica per l’elevato livello qualitativo del servizio offerto e la professionalità dimostrata nella promozione del territorio e dei suoi prodotti. Di seguito verrà poi proclamato il vincitore del concorso “Olioimpresa”, proclamato tra le aziende con sede nel territorio nazionale che abbiano ottenuto importanti risultati in termini di fatturato, immagine, innovazione tecnologica nelle fasi di produzione, trasformazione, imbottigliamento, approccio al mercato. La novità assoluta inserita nel programma è l’appuntamento con le visite guidate, previste per sabato e domenica, al mulino storico Panigada dopo la recente ristrutturazione, mentre domenica sera, argomento particolarmente sentito dagli abitanti della zona, sarà possibile assistere alla presentazione del progetto di riqualificazione dell’area ex- Cittadini. Tutti gli eventi - esposizione stand, spettacoli e degustazioni - si svolgeranno sul lungolago di Marone e per tutta la durata della rassegna le vie della cittadina saranno animate da artisti di strada, truccabimbi, giocolieri e spettacoli con il fuoco. Uno spettacolo pirotecnico saluterà la fine della rassegna e darà l’appuntamento all’edizione 2013. L’ingresso alla manifestazione è libero  
   
   
GLUTEN FREE FEST: A PERUGIA DAL 7 AL 10 GIUGNO SI CUCINA E SI MANGIA SENZA GLUTINE L’UNIVERSITÀ DEI SAPORI LANCIA DUE CORSI PER IMPARARE A CUCINARE E A FARE I DOLCI GLUTEN FREE  
 
Gluten Free Fest (http://www.Glutenfreefest.it/) è il primo evento interamente dedicato al tema del senza glutine, in programma a Perugia dal 7 al 10 giugno al Percorso Verde di Pian di Massiano. La manifestazione, ideata e organizzata dall’agenzia Sedicieventi con il patrocinio dell’Aic-associazione Italiana Celiachia, si pone l’obiettivo di stimolare una conoscenza più ampia ed un costruttivo dibattito sul tema della Celiachia. Al contempo, vuole offrire al pubblico di celiaci la possibilità di godere di un evento enogastronomico e non solo, su misura per le loro necessità alimentari, facendo conoscere anche ai non celiaci gli aspetti di una “vita senza glutine”. Quattro giorni tutti dedicati a chi è costretto a seguire la dieta “Senza Glutine” per capire meglio cosa e dove mangiare, seguendo solo il proprio gusto e desiderio, scegliendo tra le migliori referenze di artigiani e grandi aziende presenti al Festival. Università dei Sapori contribuisce a realizzare il ricchissimo programma di appuntamenti del Gluten Free Fest con due corsi di formazione: “Impariamo a cucinare senza glutine” e “Impariamo a fare i dolci senza glutine” che si svolgeranno nei pomeriggi del 7 e 8 giugno dalle 18.00 alle 21 e la mattina di sabato 9 giugno dalle 9.30 alle 12.30. Ciascun corso prevede una lezione di 3 ore in cui, sotto la guida di chef e panificatori specializzati in gluten free si potrà imparare e provare in prima persona a cucinare piatti di un menù senza glutine senza rinunciare al gusto. E per gli amanti del dolce, da non perdere il corso per imparare come sia possibile ottenere ottimi dolci gluten free ma senza rinunciare la gusto, grazie alla scelta e al sapiente utilizzo delle farine, applicando le corrette tecniche di impasto e lievitazione e seguendo precise modalità di lavorazione e preparazione delle farciture. I corsi sono organizzati in collaborazione con l’Associazione Italiana Celiachia Umbria. Con la partecipazione al Gluten Free Fest si consolida la collaborazione tra Università dei Sapori l’agenzia di marketing territoriale Sedicieventi, nata dalla costola di Eurochocolate e specializzata nella realizzazione di eventi food extra-cioccolato e Associazione Italiana Celiachia Umbria nell’impegno di promuovere la cultura del senza glutine. Iscrizioni entro il 31 maggio 2012. Costo € 65. Al termine del corso è prevista la degustazione dei piatti elaborati. Università dei Sapori, Centro Nazionale di formazione e Cultura dell’Alimentazione Loc. Montebello – 06126 Perugia Tel. +39 075 57 29 935 – Fax +39 075 57 34 611 www.Universitadeisapori.it - uds@universitadeisapori.It  
   
   
BENVENUTO VERMENTINO 2012 INCONTRA LA XXVI RASSEGNA DELL’OLIO D’OLIVA CASTELNUOVO MAGRA (SP) 2 E 3 GIUGNO. PIATTI TIPICI, DEGUSTAZIONI DI VINO E OLIO, VISITE AL MUSEO MULTIMEDIALE E TANTO ALTRO ANCORA. ECCELLENZE DEI QUATTRO TERRITORI DI PRODUZIONE: LIGURIA, SARDEGNA, TOSCANA E CORSICA.  
 
Fiera internazione promozionale del vermentino con il contributo di Regione Liguria, Camera di Commercio della Spezia. Quest’anno l’ambasciatore della manifestazione sarà Paola Ricas, giudice de La Prova del Cuoco di Rai 2 Quest’anno Benvenuto Vermentino 2012 incontra la rassegna dell’Olio d’Oliva e dei prodotti di qualità, giunta alla Xxvi edizione. L’incontro tra le due importanti manifestazioni (2 e 3 giugno), che promuovono due prodotti, tipici del territorio di Castelnuovo Magra (Sp) e della val di Magra, interesserà tutto quanto il centro Storico di Castelnuovo Magra, con la possibilità per i visitatori di effettuare un percorso enogastronomico e turistico di grande rilievo. Nel Giardino del Palazzo Civico, circondato dalle antiche mura e adiacente ai locali dell’Enoteca Regionale della Liguria, ospitata nelle cantine dell’antico palazzo comunale, vi saranno gli spazi dedicati ai produttori di Vermentino locali, del Ponente Ligure e dei territori tipici di produzione Toscana, Sardegna, Corsica, già partner del comune di Castelnuovo Magra nel progetto comunitario Ver.tour.mer, che ha dato origine, nell’anno 2010, alla prima edizione della manifestazione. I visitatori potranno assaggiare i vermentini in esposizione, e partecipare alle degustazioni e ai laboratori del gusto organizzati presso i locali dell’Enoteca Regionale e guidati da sommelier professionisti. Il tutto accompagnato dai prodotti tipici locali, scelti e presentati in collaborazione con Slow Food di Sarzana (formaggi e salumi biologici, Lardo di Colonnata, Prosciutta Castelnovese, Pesto, marocca di Casola, sgabei, panigazi). Si potrà inoltre visitare il Museo multimediale del Vermentino, anch’esso adiacente al giardino comunale, dove effettuare un percorso multimediale rivolto ai territori del Vermentino, consultare il data base delle aziende, la guida multimediale e conoscere i territori e i produttori attraverso i video di presentazione. Nel Museo sarà organizzato un point informativo turistico con guide turistiche accreditate. Anche in questa edizione si terrà il conferimento dell’onorificenza di ambasciatore del Vermentino a un personaggio dello spettacolo o dello sport. L’ambasciatore del Vermentino 2012 sarà Paola Ricas, giudice nel programma televisivo La Prova del Cuoco di Rai 2 e molto nota agli appassionati di cucina per essere stata, per oltre 25 anni il direttore della prestigiosa rivista “La Cucina Italiana”. In Piazza Querciola, dove è possibile ammirare le vestigia del Castello dei Vescovi di Luni, si troveranno gli spazi dedicati alla Xxvi rassegna dell’Olio d’Oliva con i produttori del territorio e dei prodotti tipici locali (miele, Prosciutta Castelnovese, Lardo di Colonnata, Formaggi e salumi della Val di Vara). Nella Piazza sarà allestito il ristorante tipico della Pro Loco che proporrà i piatti tipici della tradizione locale come sgabei, torte di verdura, muscoli ripieni, baccalà marinato, frittura mista, coniglio alla ligure, torta di riso e tanto altro ancora. Una manifestazione ricca di iniziative, degustazioni e percorsi enogastronomici che sabato 2 e domenica 3 giugno animerà l’incantevole centro storico di Castelnuovo Magra. Per info: www.Castelnuovomagra.com, 0187/693831 Per informazioni sulle iniziative è possibile consultare il sito www.Castelnuovomagra.com  
   
   
NEL CUORE DI MILANO INKITCHEN LOFT E’ SINONIMO DI GUSTO PER LA BUONA CUCINA  
 
Inkitchen Loft, spazio della creatività e della sperimentazione, è la definizione di questo luogo, ampio 250 mq, che nasce dal recupero di un laboratorio preesistente situato nel cuore di Milano in zona Porta Romana. Ampiezza, luminosità e design sono gli elementi, dai colori naturali e rispettosi della struttura, che lo caratterizzano. Si fondono insieme materiali metallici in tinta ferromicacea, pareti bianche e sabbia, superfici orizzontali in legno e, infine, strumenti di lavoro in acciaio. Alessandro Gioè, giornalista appassionato di cucina, ha deciso di dedicarsi completamente alla sua passione. Inizialmente ha ideato, insieme a Francesca Gittardi, la scuola di cucina “Incontri con lo Chef”, un format esclusivo dove si impara a cucinare direttamente con gli Chef e si cena insieme a loro al termine della preparazione. Per una iniziativa così particolare occorreva una sede speciale ed ecco che Alessandro decide di coronare il suo desiderio di creare un centro culinario che, oltre ad ospitare Incontri con lo Chef, possa diventare un punto di riferimento per tutti coloro che vogliano organizzare eventi legati, o meno, al mondo della cucina. Alessandro commenta con soddisfazione: «Ho seguito in questi mesi tutto il progetto di costruzione di Inkitchen Loft. La ristrutturazione non ha stravolto il “luogo” originario, ma abbiamo rispettato la struttura preesistente già dotata di una forte personalità, facendola diventare un laboratorio che conserva la sua anima. Sono bastati pochi accorgimenti per realizzare la mia idea di spazio. Oggi nel giorno dell’inaugurazione lo spazio che vi presentiamo è già stato teatro di diversi eventi che mi danno la conferma del successo di questa scelta». Elemento fondante e distintivo di Inkitchen Loft, come sottolineato dal nome stesso, è la grande Cucina posta al centro. Una cucina professionale, dal design moderno, tecnologicamente avanzata, dotata delle migliori attrezzature oggi disponibili: • Scholtès per i piani cottura e gli elettrodomestici • Liebherr per i sistemi di congelamento • Rational per i forni • Irinox per abbattitori e surgelatori. La versatilità dello spazio è unica in quanto gli arredi neutri e minimali ne permettono l’estrema personalizzazione a seconda delle esigenze. La struttura può ospitare eventi anche su richiesta come presentazioni di prodotto, cooking team building, showcooking con degustazione, feste private e aziendali, shooting fotografici, mostre d´arte di artisti poliedrici, ma può diventare anche set per spot televisivi o luogo per la preparazione dei menù degli Chef in trasferta o che hanno bisogno di una cucina di appoggio. Un unico luogo destinato ad infiniti utilizzi limitati solo dalla fantasia di chi vorrà utilizzarlo e viverlo  
   
   
COUS COUS FEST PREVIEW, SELEZIONATI GLI CHEF IN GARA A GIUGNO L’ECCELLENZA ITALIANA SI DA APPUNTAMENTO A SAN VITO LO CAPO  
 
A sfidarsi Luca Abbadir, Eugenio Jacques Christiaan Boer, Paolo Casanova, Fabrizio Ferrari, Eugenio Roncoroni e Maria Giuseppina Spanò Matteo Rizzo: “La loro presenza dimostra che l’evento cresce anno dopo anno” Rappresentano l’eccellenza italiana in fatto di cucina e hanno scelto di mettere alla prova il loro estro cimentandosi in una gara tra i fornelli a base di cous cous. Sono i sei chef selezionati per prendere parte alla competizione gastronomica "Vota lo chef per il Cous Cous Fest", che si svolgerà a San Vito Lo Capo nei giorni della nuova edizione del Cous Cous Fest Preview, in programma dall’1 al 3 giugno prossimi. La gara servirà a decidere quale chef avrà un posto nella squadra italiana che gareggerà alla prossima edizione del Cous Cous Fest, in programma dal 25 al 30 settembre 2012. I tre giorni della rassegna, però, avranno anche un altro importante appuntamento: il concerto di Max Gazzè. Il cantautore romano si esibirà sul palco allestito in piazza Santuario sabato 2 giugno, alle ore 22.30, nel corso di uno spettacolo offerto gratuitamente al pubblico. Ad essere stati selezionati, tra le molte candidature presentate, sono: Luca Abbadir, sous-chef di Moreno Cedroni presso il ristorante “Madonnina del pescatore”; Eugenio Jacques Christiaan Boer, chef di cucina presso “Enocratia, il governo del vino”; Paolo Casanova, chef di cucina al dopolavoro Bicocca; Fabrizio Ferrari, chef e proprietario del ristorante “Al Porticciolo 84”; Eugenio Roncoroni, chef e proprietario de “Al mercato”; e Maria Giuseppina Spanò, chef del ristorante “Gemelli” di Lampedusa. “Siamo onorati di ospitare maestri di altissimo livello come quelli selezionati, che rappresenteranno un valore aggiunto per la manifestazione – dichiara Matteo Rizzo, sindaco di San Vito Lo Capo –. La loro presenza dimostra che anche il Cous Cous Fest Preview cresce anno dopo anno, destando un sempre maggiore interesse tra addetti ai lavori, esperti del settore, appassionati e curiosi. San Vito Lo Capo è meta prediletta da molti che, quest’anno, l’hanno eletta spiaggia più bella d’Italia. Ad oggi, si impone senza dubbio come un luogo ideale per trascorrere le vacanze e proprio per questo, per non deludere le aspettative di migliaia di turisti che ogni anno ci premiano con la loro presenza, vogliamo offrire loro pulizia del mare e delle spiagge, servizi impeccabili e intrattenimento di qualità”. I sei chef selezionati si sfideranno durante le tre fasi delle semifinali, che si svolgeranno l’1 e il 2 giugno; e, poi, nella finale di domenica 3 giugno. Ad ogni manche, che si disputerà in piazza Santuario davanti agli occhi di tutti i visitatori e turisti, dovranno preparare cento porzioni di cous cous e un piatto coreografico di presentazione. Ad eleggere il vincitore sarà una giuria popolare, composta da circa ottanta persone che si propongono per farne parte, ed una tecnica che conta cinque giurati più il presidente. In questo ruolo è stato riconfermato, per il secondo anno, Paolo Marchi, giornalista enogastronomico e ideatore di ”Identità Golose”, il primo congresso italiano di cucina d´autore. Gli chef in gara: bio Luca Abbadir Nato a Venezia, ad appena 27 anni è già sous-chef di Moreno Cedroni presso le cucine del ristorante “Madonnina del pescatore”, di Senigallia. Insignito del premio Miglior sous-chef d´Italia nel corso dell’edizione 2012 di Identità Golose, Luca Abbadir si è diplomato nella prestigiosa scuola internazionale di cucina italiana “Alma” diretta da Gualtiero Marchesi e vanta esperienze professionali internazionali, come quella tra i fornelli del ristorante inglese “The Fat Duck”. Eugenio Jacques Christiaan Boer Uno chef “stellare”, è proprio il caso di dirlo. Eugenio Jacques Christiaan Boer, chef di cucina presso il ristorante milanese “Enocratia, il governo del vino” che ha ottenuto la Stella guida Foodies 2012 del Gambero Rosso, ha imparato l’arte della cucina lavorando fianco a fianco con i più grandi maestri. Tra le sue esperienze lavorative si ricordano quelle presso il ristorante “St. Hubertus”, che vanta due stelle Michelin e 3 forchette Gambero Rosso; e ai fornelli dell’ “Osteria dei vespri”, citata ne Le soste di Ulisse, La guida dell’Espresso e Gambero rosso. Paolo Casanova Trentuno anni e una carriera cominciata appena adolescente. Paolo Casanova, nato in provincia di Belluno, è attualmente chef di cucina presso il Dopolavoro Bicocca di Milano. Un’occasione, questa, arrivata grazie all’amicizia con i due chef Cesare Battisti e Alice Delcourt, quest’ultima vincitrice della scorsa edizione del Cous Cous Fest. Casanova ha alle spalle la direzione del ristorante milanese “Pescheria da Claudio”, ma anche il ruolo di chef di cucina presso il Lotus di Milano. Nel suo curriculum non mancano gli stage formativi, uno dei quali svolto nelle cucine del ristorante “Dolada”, che vanta una Stella Michelin. Fabrizio Ferrari Il suo ristorante è il suo biglietto da visita. Fabrizio Ferrari, trenuto anni di Lecco, dal 2004 è proprietario e chef de “Al Porticciolo 84”, locale di Senigallia che si è aggiudicato una delle ambite stelle Michelin. Questa, però, non è l’unica delle sue avventure degne di nota. Nell’agosto del 2011 è stato cuoco presso presso il ristorante milanese “Uliassi”, insignito di due stelle Michelin, e l’anno prima ha ricoperto lo stesso ruolo in Danimarca, nelle cucine del ristorante “Noma”, anche questo con due stelle Michelin. Eugenio Roncoroni A San Francisco, negli Stati Uniti, ha vissuto la rivoluzione culinaria iniziata negli anni Novanta da Alice Waters. Oggi, a Milano, offre la sua filosofia del cibo a chi decide di sedere ad uno tei tavoli de “Al mercato”, il ristorante che gestisce. Eugenio Roncoroni, milanese doc, crede ad una cucina in cui tradizione e innovazione devono essere capaci di incontrarsi, di farsi spazio in piatti in cui i migliori ingredienti di stagione si miscelano con fantasia e creatività. Nella sua esperienza oltreoaceano, Roncoroni ha lavorato in alcuni fra i migliori ristoranti della città e della wine country, affiancando chef come Janine Falvo, Angelo Garro e Michael Tusk. Maria Giuseppina Spanò Una donna, uno chef, un ponte tra la Sicilia e la Tunisia: è Maria Giuseppina Spanò, chef del ristorante “Gemelli” di Lampedusa, aperto dal 1982. Nata nel continente nero, è lì che ha appreso l’arte dell’incocciatura del cous cous, oggi punto forte della sua cucina. Ed è proprio attraverso le sue mani, grazie all’arte di lavorare la semola della pace, che Lampedusa diventa il collante tra due culture, due tradizioni da sempre vicine: quella tunisina e quella siciliana. Dalla cucina del ristorante in cui lavora esce il suo cous cous noto per essere servito con un trittico di pesce, svariate verdure e con il fondo di cottura. Maggiori informazioni sul sito www.Couscousfest.it  
   
   
LIPTON ICE TEA SCEGLIE GLI STUDENTI DELLA NABA PER VESTIRE LE LATTINE IN LIMITED EDITION 2012 DA FINE MAGGIO 25 MILIONI DI LATTINE DISTRIBUITE IN 150 PAESI NEL MONDO AVRANNO LA FIRMA DI LAURA MARIN, STUDENTESSA ITALIANA DI NABA  
 
Lipton Ice Tea ha assegnato a Laura Marin, studentessa di Naba, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, il premio per la vittoria del concorso “Lipton Ice Tea Limited Edition Contest 2012”. La studentessa vedrà realizzate le proprie grafiche sulle lattine in Limited Edition 2012. L’iniziativa, unica nella categoria, ha permesso a tutti i talenti partecipanti di presentare un progetto creativo per la prima lattina Lipton Ice Tea in edizione limitata realizzata in Italia. Questa importante iniziativa ha permesso al brand di avvicinarsi ancora una volta al mondo dei giovani offrendo loro una grande opportunità dal punto di vista lavorativo e di visibilità: saranno infatti realizzate oltre 25 milioni di lattine distribuite nei bar e nei punti vendita della grande distribuzione. La vincitrice riceverà inoltre un premio in denaro conferito da Lipton Ice Tea del valore di € 4.000, per essersi aggiudicata la vittoria nelle 2 categorie del concorso: la categoria dei gusti Core, limone e pesca, e quella per il gusto Green Lemon. Laura (vicentina, di 22 anni) si è distinta tra oltre 100 studenti del triennio di “Graphic Design e Art Direction” che lo scorso inverno hanno partecipato a “Lipton Ice Tea Limited Edition Contest 2012”, un concorso creativo che ha chiesto agli studenti della Naba di Milano di presentare proposte innovative e di impatto, in grado di interpretare lo spirito fresco e ottimista di “Stay Cool”, la nuova piattaforma 2012. “Stay Cool” è il nuovo concetto che Lipton Ice Tea diffonderà per spronare i consumatori ad essere vincenti e affrontare tutte le situazioni, soprattutto quelle di stress e di stanchezza, con energia e vitalità. La nuova grafica vestirà, a partire da maggio 2012, le lattine nel nuovo formato sleek da 33cl, ulteriore novità nella gamma dei prodotti Lipton Ice Tea, nelle 3 varianti di gusto: Limone, Pesca e Green Lemon. L’iniziativa ha riscosso un notevole successo tra gli studenti dell’Accademia che hanno accolto la richiesta di Lipton Ice Tea con partecipazione ed entusiasmo. In seguito, una giuria interna a Pepsico Beverages Italia ha selezionato il progetto migliore. Il restyling vincente ha saputo interpretare per originalità e contenuti l’immagine fresca e divertente di chi vive con ottimismo e positività, la stessa che Lipton Ice Tea trasmette ai propri consumatori. La Limited Edition si presenta con una grafica allegra e colorata che richiama spensieratezza e solarità unita a colori vivaci e ad un design moderno e innovativo. “Siamo molto soddisfatti di questa iniziativa in collaborazione con la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e soprattutto siamo orgogliosi di presentare il progetto vincitore” – commenta Barbara Colombo, Senior Brand Manager Lipton Ice Tea, Juices and Cereals - “Ancora una volta abbiamo voluto dare spazio ai giovani, nostro target principale, che grazie alla loro energia e al loro entusiasmo hanno saputo cogliere al meglio lo spirito dinamico e positivo del nostro marchio. Un altro grande pregio di questo progetto è che per la prima volta Lipton Ice Tea sarà promotore dell’originalità e della creatività di un giovane artista italiano”. “I nostri studenti hanno aderito volentieri all’iniziativa del concorso, che ha visto impegnate quattro classi del corso diurno e una del serale, presentando oltre 100 proposte creative di cui alcune molto innovative. Le committenze reali premettono agli studenti, con l’aiuto dei docenti, di eseguire il progetto assegnato rispettando le modalità e le tempistiche richieste, trasformando un progetto didattico in un progetto professionale.” Angelo Colella Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Graphic Design Naba. Sir Thomas Lipton di Scozia fondò l’azienda Lipton Tea alla fine del diciannovesimo secolo, quando comprò la prima piantagione di tè in Ceylon. Dopo cento anni, Lipton possiede milioni di acri di coltivazione di tè in Kenya e Tanzania. Le sue foglie e il suo tè sono la selezione delle migliori piantagioni nel mondo, incluse quelle in India, Sri Lanka e Cina. Oggi Lipton è uno dei marchi di tè più conosciuti e venduti, sia nella versione in bustine che in bottiglia, è disponibile in più di 150 Paesi al mondo. Il tè freddo Lipton Ice Tea è uno tra i maggiori brand del mercato e racchiude in sé tutto il buono della naturalità, essendo fatto semplicemente con foglie di tè, acqua e aromi di frutta. Tutte le piantagioni di Lipton seguono gli standard di una buona coltivazione (Ethical Tea Partnership) e sono riconosciute dalla Global Business Coalition che dal 2006 combatte la diffusione dell’Aids. Le varianti di Lipton Ice Tea presenti sul mercato italiano sono: - Lipton Ice Tea Limone: il tè freddo al limone perfetto per uno stile di vita leggero e vitale. - Lipton Ice Tea Pesca:, il tè freddo alla pesca che dona al corpo l´idratazione di cui ha bisogno per essere pieni di vita. - Lipton Green Ice Tea Limone: la bevanda che unisce ai benefici del tè verde un piacevole e fresco aroma di limone. La gamma Lipton Ice Tea è disponibile nei formati 200ml Brick, 250ml Vetro, 330ml Lattina, 500ml Bottiglia Pet, 1,5L Bottiglia Pet tè verde, 1,75L Bottiglia Pet tè nero limone e pesca. Naba, Nuova Accademia di Belle Arti Milano, è un’Accademia di formazione all’arte e al design: è la più grande e la più innovativa Accademia privata italiana e la prima ad aver conseguito, nel 1980, il riconoscimento ufficiale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur). Offre corsi di primo e secondo livello nel campo del design, del fashion design, della grafica, delle arti multimediali, delle arti visive, della scenografia, per i quali rilascia diplomi accademici equipollenti ai diplomi di laurea universitari. Nata per iniziativa privata a Milano nel 1980 per volontà di Ausonio Zappa, Guido Ballo e Gianni Colombo, ha avuto da sempre l’obiettivo di contestare la rigidità della tradizione accademica e di introdurre visioni e linguaggi più vicini alle pratiche artistiche contemporanee e al sistema dell’arte e delle professioni creative. Dal 2009, Naba è entrata a far parte di Laureate International Universities (www.Laureate.net), un network internazionale di 60 istituzioni accreditate che offrono corsi di laurea di primo e secondo livello a più di 675.000 studenti in tutto il mondo. Www.naba.it  
   
   
GRAPPA UNICA DA PONTE ESALTA IL SAPORE DELL’ESTATE ANCHE IN CUCINA  
 
Grappa Unica Da Ponte, la grappa di monovitigno di Prosecco ottenuta dall’insieme di 10 annate differenti affinate in barrique, non smette di stupire. La sua morbidezza, la testura setosa, le note fuggevoli, ne fanno sia un distillato da sorseggiare da solo, ma anche un intrigante accompagnamento per piatti d’alta cucina. Negli ultimi anni la grappa, nelle sue espressioni migliori e più qualificate, da grande distillato quale già era dopo un’evoluzione durata decenni, ha saputo svettare diventando un punto di riferimento non paragonabile ad altri figli dell’alambicco. Ciò è ancora più vero per Grappa Unica Da Ponte, prodotto dal’alto livello assolutamente distante dall’immagine stereotipata dell’acquavite di vinacce, che la vorrebbe forte, talvolta pungente, ruvida, non adatta certo per accompagnare cibi. Con queste premesse, se proprio si volesse “inventare” un abbinamento, dovrebbe coinvolgere un piatto a sua volta segnatamente sapido. A questo quadro d’antan si contrappone però una fotografia ben più reale nonché attuale. Grappa Unica Da Ponte, infatti, non si abbina certo con caci ultravecchi o con carni stracotte, ma si propone invece per accompagnare pietanze nobili e ricercate, come un Carpaccio di capesante al caviale con zucca in salsa agrodolce. Mentre il vino avrebbe difficoltà a rapportarsi alle note agre del piatto, Unica Da Ponte, come una carezza, avvolge la preparazione e l’accompagna valorizzandone a uno a uno gli ingredienti protagonisti. Apprezzata per il suo aroma che produce sentori floreali e per il sapore di mandorle tostate e miele, Unica Da Ponte rinfresca la tenue viscosità del caviale, e consumata a piccoli sorsi si accorda con la dolcezza delle capesante e contiene quella della zucca. Un distillato da proporre quindi con le preparazioni delicate e che si abbina alla perfezione anche ai crostacei sia crudi, sia cotti. L’abbinamento cibo – grappa può, e deve diventare, una forma di vero piacere, cercando di poter trarre il massimo della gratificazione da questo matrimonio, insolito, particolare, ma raffinato e senza precedenti, per sfatare il mito del distillato da consumare solo a fine pasto. Va ancora detto, con un certo orgoglio, che se l’Italia in un passato non lontano non apparteneva al gotha dei paesi produttori dei grandi distillati di fama internazionale, ora ne fa parte a pieno titolo. E questo risultato è stato raggiunto grazie all’intraprendenza di quelle case produttrici come Da Ponte, che hanno voluto e saputo perseguire la strada della qualità sino ad arrivare all’eccellenza. La magia di Grappa Unica Da Ponte sta nel forte legame che la lega al vitigno che la genera, il Prosecco (Glera) della Docg Conegliano – Valdobbiadene, da cui mutua fragranze e aromi. Per questo possiamo ora parlare della grappa capace di affiancare non solo dolci, ma anche cibi, di diventare prezioso ingrediente per la realizzazione di piatti nuovi e di migliorare quelli esistenti. Cuocendo perde le note eteriche per lasciare un ventaglio di sottili sensazioni olfattive, di incantevoli emozioni gustative così da farla apprezzare, dunque, ovunque si esprima. Ma questo è un capitolo ancora tutto da scrivere