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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Novembre 2012
"CONGRESSO INTERNAZIONALE DI TERAPIE ANTITUMORALI MIRATE"  
 
Parigi, 20 novembre 2012 - Dal 4 al 6 marzo 2013 si terrà a Parigi, in Francia, il "Congresso internazionale di terapie antitumorali mirate" (International Congress on Targeted Anticancer Therapies - Tat 2013). Le terapie antitumorali mirate sono farmaci o altre sostanze che bloccano la crescita e la diffusione dei tumori, interferendo con specifiche molecole coinvolte nella crescita e nella progressione tumorale. Dato che spesso gli scienziati chiamano queste molecole "bersagli molecolari", le terapie antitumorali mirate sono a volte chiamate "farmaci molecolari mirati" o "terapie molecolari mirate". Focalizzando l´attenzione sui cambiamenti molecolari e cellulari specifici del cancro, le terapie oncologiche mirate possono essere più efficaci rispetto ad altri tipi di trattamento, compresa la chemioterapia e la radioterapia, e meno dannose per le cellule sane. D´altra parte, il trattamento solleva nuove questioni relative alla personlizzazione del trattamento tumorale a ogni singolo paziente, la valutazione dell´efficacia e della tossicità dei farmaci, e l´economia della cura del cancro. La conferenza sarà un forum per la comunità scientifica per lo scambio di pareri sulla ricerca clinica e traslazionale, nonché sulle nuove terapie molecolari antitumorali mirate contro il cancro. Per ulteriori informazioni, visitare http://www.Tatcongress.org/tat13-home.html    
   
   
OSPEDALI: AL SAN BORTOLO DI VICENZA NOVITA’ TECNOLOGICHE E STRUTTURALI.  
 
Vicenza, 20 novembre 2012 - Alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto e di esponenti delle istituzioni e della società civile vicentina, sono state inaugurate il 16 novembre all’ospedale San Bortolo di Vicenza tre rilevanti novità tecnologiche e strutturali. Si tratta di un acceleratore lineare “Synergy S” per la radioterapia oncologica; di un acceleratore lineare mobile per effettuare applicazioni di radioterapia intraoperatoria (lo Iort); e dell’importante ristrutturazione del reparto di oculistica. “Eventi come questo – ha detto Coletto – dimostrano come la sanità veneta sappia investire e crescere anche in un momento di grande difficoltà, alle prese come siamo con tagli nazionali e spending review varie. L’obiettivo però non cambia: dare sempre il meglio possibile ai nostri malati e nel caso di oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un grazie particolare va alla Fondazione San Bortolo Onlus ed al suo presidente Giancarlo Ferretto, il cui sostegno e impegno sono preziosi, come sempre più prezioso è l’affiancamento che tutto il volontariato veneto non fa mai mancare alla sanità pubblica”. Due delle novità inaugurate oggi conferiscono un valore aggiunto al Dipartimento Oncologico dell’ Ulss 6 una delle eccellenza della sanità vicentina e veneta. L’acceleratore lineare “Synergy S” è un’apparecchiatura in dotazione al reparto di Radioterapia Oncologica che consente di applicare terapie radiologiche antitumorali estremamente mirate ed efficaci, con limitati effetti collaterali sulle aree sane circostanti. L’acceleratore Lineare mobile dedicato alla Radioterapia Intraoperatoria (Iort) è un proiettore di elettroni ad alta energia “dedicato” all’uso in sala operatoria: ha un peso e un ingombro ridotti ed è concepito per essere utilizzato accanto al lettino operatorio. Il trattamento radioterapico intraoperatorio richiede normalmente non oltre 20 minuti e consente di irradiare in maniera rapida e precisissima l’area tumorale. Gli studi effettuati durante il periodo sperimentale dimostrano che tale tecnica consente di limitare al massimo il rischio di recidive e può sostituire efficacemente altre terapie radioterapiche oncologiche nel caso di tumori alla mammella, limitando il danno ai tessuti limitrofi all’area interessata dal tumore. La tecnica Iort può essere utilizzata, oltre che sulla mammella, anche sulla prostata, sul pancreas, sul rene, sarcomi e recidive sacrali. Il beneficio di tale tecnica si ripercuoterà anche su pazienti non candidabili alla Iort perché determinerà una riduzione del numero di donne che necessiteranno di accedere in Radioterapia, con conseguente riduzione della lista di attesa per i trattamenti radianti standard. La sua azione è in grado di sostituire efficacemente radioterapie molto più invasive, con notevole riduzione del numero di trattamenti. La terza novità inaugurata oggi è invece un intervento importante di ristrutturazione del reparto di Oculistica, grazie al quale si offre all’utenza una struttura più efficace ed accogliente, oltre ad una notevole implementazione tecnologica.  
   
   
UE: L´INVECCHIAMENTO ATTIVO - UNA SFIDA PER L´INDIVIDUO E PER LA SOCIETÀ  
 
Lisbona19 novembre 2012 - Di seguito l’intervento di László Andor Commissario europeo responsabile per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione alla Conferenza su "L´innovazione sull´invecchiamento e sociale", organizzato dalla Fondazione Gulbenkian: “ Vorrei iniziare rendendo omaggio ai nostri ospiti di oggi, la Fondazione Gulbenkian, per il loro contributo per l´Anno europeo. Oltre all´organizzazione di questa conferenza, la Fondazione ha promosso diversi progetti in Portogallo e nel Regno Unito - come ad esempio un progetto di ricerca sulla nonni in Europa. Devo anche congratularmi con il ministro Pedro Mota Soares e la sua squadra sulla strada il Portogallo ha contribuito a rendere l´Anno europeo dell´invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni un tale successo. E la signora Joaquina Madeira, il coordinatore nazionale per l´Anno europeo in Portogallo, merita i nostri ringraziamenti speciali. Oggi vi voglio spiegare come l´invecchiamento attivo è una sfida sia per l´individuo e per la società. E come può contribuire al benessere di entrambe le persone anziani e giovani, e alla ripresa economica, in Portogallo e in tutta l´Ue. Presenterò anche alcuni punti salienti dell´anno europeo e prendere in considerazione il modo in cui hanno contribuito al raggiungimento dei nostri obiettivi politici. Contesto demografico - In primo luogo, qualche parola sul perché l´invecchiamento attivo è più importante che mai. Oggi l´Europa è a un punto di svolta demografica. Come la generazione del boom demografico in pensione, il numero di persone di 60 anni o più anziani è in aumento di circa due milioni di euro all´anno - circa due volte più veloce di prima. Nel frattempo, il numero di giovani che entrano nel mercato del lavoro è in calo. Così la popolazione in età lavorativa sarà presto rapido declino. Una popolazione più anziana presenta varie sfide - per il nostro mercato del lavoro, ai nostri sistemi sanitari e per i nostri standard di vita dopo che vanno in pensione. Molti temono che fornire pensioni, la sanità ei servizi sociali per la popolazione anziana diventa un fardello troppo pesante su una popolazione in diminuzione più giovane. Alcuni addirittura prevedono un confronto vero e proprio-out tra le generazioni, con gli anziani difendere i loro benefici sociali a danno dei più giovani delle persone bisogni e interessi. Da parte mia, sono convinto che gli interessi delle persone giovani e anziani non sono incompatibili. Le persone anziane dipendono da giovani per la protezione sociale e dei servizi sociali, quindi è nel loro interesse a investire nel futuro dei giovani. E i giovani si preoccupano dei loro anziani e vogliono essere trattati con rispetto e dignità quando invecchiano troppo. Quindi, possiamo e dobbiamo evitare un confronto tra le generazioni. Ciò richiede che sviluppare un approccio positivo per affrontare la sfida dell´invecchiamento della popolazione - un approccio che si concentra sulla creazione di migliori opportunità per le persone di tutte le età per condurre una vita attiva e soddisfacente. La risposta è ciò che noi chiamiamo "invecchiamento attivo" - il che significa fare in modo che, con l´età, possono continuare a contribuire all´economia e alla società, e di badare a se stessi il più a lungo possibile. Invecchiamento attivo significa che non dobbiamo avere paura per il futuro, come l´invecchiamento della società, a condizione che: abbiamo preservare la nostra salute più a lungo; creiamo più opportunità per i lavoratori anziani sul mercato del lavoro, e rimaniamo membri attivi della comunità. La creazione di un ambiente che è ricco di opportunità, in cui invecchiare non significa necessariamente che si diventa dipendenti dagli altri - che è il messaggio chiave dell´Anno europeo. Anno europeo - L´anno europeo promuove l´invecchiamento attivo in tre aree - l´occupazione, la partecipazione nella società, e di vivere in modo indipendente. In pratica significa che la promozione di un invecchiamento attivo cultura che comprende gli anziani, piuttosto che la loro esclusione - una cultura che si sviluppa il loro potenziale, piuttosto che concentrarsi sulle loro debolezze, che consente alle paternalistico, invece di loro. L´anno europeo mira a modificare i comportamenti di invecchiamento, e di contestare la comprensione di ciò che significa "essere vecchi" e "invecchiare". Viene inoltre illustrato come gli individui e la società possono affrontare le sfide legate all´invecchiamento. Vi faccio alcuni esempi di attività iniziate nel corso di questo Anno a superare gli stereotipi negativi e favorire relazioni positive tra le generazioni. Generazioni scuole @ è un´iniziativa che ha riunito gli anziani e gli studenti nelle loro scuole per raccontare le loro esperienze e condividere la loro comprensione di ciò che significa essere vecchi o giovani. I partecipanti ci hanno detto che hanno imparato molto gli uni dagli altri e ho davvero apprezzato l´esperienza. Sono lieto di dire che il Portogallo è tra i paesi con i più alti tassi di partecipazione scolastica. Ci auguriamo che le scuole possono ripetere l´esperienza il prossimo anno o prendere accordi per lavorare con la vecchia generazione su una base più regolare. Il 13 ° novembre ho consegnato i premi ai vincitori del sistema europeo Awards. Eravamo alla ricerca di attività e gli esempi di buone pratiche che facilitino la partecipazione delle persone anziane e la solidarietà di sostegno intergenerazionale. Stavamo cercando: per i datori di lavoro che creano età-friendly luoghi di lavoro, per gli imprenditori sociali con brillanti nuove idee e una forte spinta per creare una società migliore, per le comunità locali che forniscono servizi per le persone di tutte le età, e per i giornalisti che stimolare il dibattito più informato sulle questioni impegnative dell´invecchiamento e delle relazioni tra le persone anziane e giovani. Attraverso la Sfida storia di vita, abbiamo reso omaggio ai più imponenti attivi-ager, che hanno condiviso le loro storie con noi. Lasciate che vi parli di tre dei pluri-vincitori. Primo premio nella vita individuale, tempo di conseguimento categoria è andato a Bruno Poder da Estonia. Bruno ha continuato a lavorare come chirurgo fino all´età di 80 e non ha mai perso la sua visione positiva o il suo desiderio di contribuire alla società. Il premio per la categoria imprenditore sociale è andato a Typhaine de Penfentenyo dalla Francia. La sua organizzazione - Ensemble2générations, che significa "due generazioni insieme" - è una storia di successo che coinvolge diverse generazioni di condivisione immobiliare. Gli studenti alloggiano in casa di una persona anziana gratuitamente o ad un canone moderato in cambio di aiuto e compagnia. Questo affronta tre questioni principali: isolamento degli anziani, la carenza di alloggi per studenti a prezzi accessibili, e la spaccatura tra le generazioni. Più di 900 studenti-anziani partnership sono stati istituiti, e oltre 15 uffici regionali hanno aperto in Francia dal 2006. Il comune danese di Fredericia ha vinto il premio nella categoria di età-friendly ambiente. Il loro progetto di vita La vita è un esempio di un nuovo modello di interazione tra i cittadini anziani e dei servizi sociali. Si concentra sull´obiettivo di rafforzare e riabilitazione piuttosto che fornire assistenza ai destinatari passivi. Fredericia fa questo da vedere come le risorse degli individui possono essere mobilitati in modo che possano far fronte da soli. E ha portato benefici ai destinatari di cura e ha ridotto i costi di assistenza di € 70 000 al mese. Si tratta di un ottimo esempio di una strategia vincente! Questi due progetti - alloggiamento tra le generazioni e per tutta la vita vivente - illustrano la potenza di innovazione sociale. Abbiamo bisogno di idee nuove per adeguarsi all´invecchiamento della popolazione, così come gli individui capaci e fortemente impegnata a trasformarli in realtà. Molte persone impegnate sono le persone anziane che sono pronti a lavorare per le loro comunità come volontari. Abbiamo pensato che sia necessario rendere omaggio a loro - e ottenere più di loro coinvolti - così abbiamo organizzato quello che abbiamo chiamato Seniorforce giorni in tutta Europa. Si trattava di eventi organizzati per la Giornata internazionale degli anziani per evidenziare il potenziale degli anziani impegnati come volontari in tutti i tipi di attività culturali, politiche e sociali. Le Giornate Seniorforce ha richiamato oltre 11 000 partecipanti e ha ricevuto un ampio sostegno da tutta Europa. Il 6 ottobre circa 800 persone hanno partecipato ad una giornata Seniorforce in Portogallo sotto le bandiera Generazioni in Movimento. Persone di ogni età hanno preso parte in un ampio raggio sport, promozione della salute, e il programma di benessere. Europa 2020 e del Fse - L´invecchiamento attivo è un bene per l´individuo come ci sviluppiamo più vecchi, ed è cruciale per il successo della strategia Europa 2020, la nostra strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Europa 2020 ha un numero limitato di obiettivi ambiziosi, tra cui un tasso di occupazione del 75% per le persone tra i 20 ei 64 anni e uscire 20 milioni di persone dalla povertà e l´esclusione sociale entro il 2020. Attivo politica invecchiamento è fondamentale per soddisfare tali obiettivi negli Stati membri, e uno dei suoi punti essenziali è la riforma delle pensioni. La riforma delle pensioni è una questione spinosa. Molte persone ritengono che le riforme in corso di attuazione in tutta Europa privarli di diritti che hanno lavorato molto duramente per. Ma dobbiamo fare i conti con il fatto che la speranza di vita e di un calo della popolazione in età richiedere qualche aggiustamento. Si potrebbe coinvolgere taglio delle pensioni, o aumentare l´aliquota di contribuzione in modo significativo. Oppure potrebbe comportare un adeguamento dell´età pensionabile in linea con l´aumento dell´aspettativa di vita. Solo trovare un buon equilibrio tra gli anni che trascorrono al lavoro e quelli che passiamo in pensione può essere certi di avere pensioni dignitose ad un costo ragionevole. Ma, naturalmente, che dipende da buoni posti di lavoro che sono a disposizione, e le persone che hanno le giuste competenze e stare sano abbastanza per farle. La Commissione ha presentato le proprie riflessioni sulla riforma delle pensioni in un Libro bianco nel febbraio di quest´anno. L´impostazione generale è stato tradotto in specifiche raccomandazioni rivolte agli Stati membri. Nella maggior parte dei casi, questi riguardano l´innalzamento dell´età pensionabile in linea con l´aumento dell´aspettativa di vita, limitando l´accesso ai regimi di prepensionamento e di aumentare gli incentivi al lavoro più a lungo. Molti paesi hanno già attuato tali riforme o sono in procinto di farlo. E tali riforme lavorare. Anche prima della crisi economica attuale ha presa, la tendenza al pensionamento anticipato nell´Unione europea era stato invertito. Di conseguenza, i lavoratori più anziani hanno effettivamente fatto piuttosto bene durante l´attuale recessione, ei loro tassi di occupazione sono migliorate leggermente. Ma c´è ancora spazio per fare di più. In tutta l´Unione europea, la percentuale degli occupati nelle fasce di età 55-a-64 di gruppo da solo circa il 30% a Malta e Slovenia al 70% in Svezia. Nell´ue nel suo complesso, meno del 50% sono impiegati nel 55 a 64 anni. Ma soddisfare la strategia Europa 2020 al tasso di occupazione significa che quasi 18 milioni di persone più bisogno di essere nel mondo del lavoro entro il 2020, e il tasso di occupazione - in particolare per le donne - nei 55 a 64 fascia di età ha bisogno di rilanciare. Il prolungamento della vita lavorativa delle persone è fondamentale per soddisfare la strategia Europa 2020 al tasso di occupazione e di equilibrio di bilancio nel lungo periodo. Ma significa favorire la permanenza nel mercato del lavoro più a lungo e - soprattutto - che consenta loro di farlo migliorare la loro occupabilità. Abbiamo anche bisogno di combattere la disoccupazione giovanile e rendere più facile per i giovani di entrare nel mercato del lavoro. Il Fondo sociale europeo è uno strumento molto utile qui, e la formazione permanente è fondamentale. Nel 2007 al 2013, un terzo del bilancio complessivo del Fondo sociale per il Portogallo sono stati spesi per le misure in materia di formazione permanente. Per soddisfare le esigenze dell´economia basata sulla conoscenza, abbiamo anche bisogno di rivedere i nostri sistemi di protezione sociale per assicurarsi che sostenere gli investimenti in capitale umano, attraverso l´apprendimento permanente e la riqualificazione. E i nostri sistemi di protezione sociale necessaria per consentire alle persone di fare il miglior uso possibile del loro capitale umano, a prescindere dalla loro età, sesso o origine etnica. Questo approccio d´investimento sociale riconosce che la politica sociale è un fattore produttivo, ed è necessaria per lo sviluppo economico e la crescita dell´occupazione. L´innovazione sociale - Affrontare le sfide come le chiamate invecchiamento della popolazione per la politica innovativa e pratica. L´innovazione sociale deve essere promosso e testati a livello locale. Ma le innovazioni di successo deve anche trovare la loro strada nel quadro politico più ampio a livello nazionale ed europeo. Molte innovazioni sociali che promuovono l´invecchiamento attivo sono già collaudato in tutta l´Ue. La sfida è di scalare in su. In seno alla Commissione può aiutare individuare le buone pratiche e portando all´attenzione dei responsabili politici e le parti interessate in tutta Europa, in modo che possano migliorare le loro politiche e dei sistemi. Il partenariato europeo per l´innovazione sull´invecchiamento attivo e in buona salute è un buon esempio. Porta i principali soggetti interessati insieme al fine di superare le barriere potenziali all´innovazione e mira ad aumentare l´individuo medio di aspettative di vita sana di due anni entro il 2020. Grazie al progresso, l´occupazione dell´Ue e programma di solidarietà sociale, la Commissione può fornire un sostegno finanziario per la sperimentazione di nuove idee attraverso esperimenti di politica sociale. Questi colmare il divario tra i progetti di base e l´ordine pubblico, tra migliorare la nostra conoscenza e la messa in azione. La Commissione ha proposto un maggiore sostegno per l´innovazione sociale e la sperimentazione della politica sociale nell´ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo di programmazione successivo al 2013. Una volta adottato, il nuovo regolamento relativo al Fondo sociale europeo promuoverà l´innovazione sociale in tutti i settori nel suo campo di applicazione ", in particolare, con l´obiettivo di testare e scaling up di soluzioni innovative per rispondere ai bisogni sociali". Ho grande fiducia nella capacità della società di risolvere i problemi. Abbiamo bisogno di pensare fuori dagli schemi e aprire la mente a nuovi approcci per il bene di tutti. In seguito l´Anno europeo - Signore e signori, Siamo ormai nel corso dell´ultimo trimestre dell´anno europeo. Chiaramente, è troppo presto per valutarne l´impatto sugli sviluppi politici negli Stati membri, in particolare a livello locale e regionale. Ma l´anno ha certamente mobilitato una vasta gamma di parti interessate e presentato molte nuove iniziative per promuovere l´invecchiamento attivo e rafforzare la solidarietà tra le generazioni. Ha suscitato impegni per ulteriori interventi da parte degli Stati membri. Abbiamo bisogno di costruire sullo slancio politico generato dal dell´Anno europeo, qui in Portogallo e in tutta Europa, e assicurarsi che ci sia un adeguato follow-up. La Commissione è pronta a sostenere gli Stati membri e le parti interessate attraverso varie iniziative. In primo luogo, insieme agli Stati membri, abbiamo messo a punto una serie di principi guida per un invecchiamento attivo. Essi offrono un quadro generale per migliorare le condizioni e le opportunità per l´invecchiamento attivo. Tali principi guida sarà approvato dai ministri degli affari sociali nel mese di dicembre sotto la presidenza cipriota. In secondo luogo, per misurare i progressi invecchiamento attivo, anche noi stiamo lavorando con la Commissione economica delle Nazioni Unite per l´Europa e il Centro europeo per la politica sociale e la ricerca a Vienna sullo sviluppo di un indice di invecchiamento attivo. Dovrebbe darci un´indicazione del inutilizzato invecchiamento attivo potenziale di uomini e donne in ogni paese. Domani mattina si sente di più sul lavoro in corso sull´indice. Ma dovremo attendere la conferenza di chiusura Ue a Cipro nel mese di dicembre per ascoltare i risultati. In terzo luogo, la Commissione europea prevede di emettere un invito a presentare proposte nel 2013 per sostenere gli Stati membri nello sviluppo globali attiva-invecchiamento strategie. Alla nostra conferenza nel mese di giugno sul tema "La buona governance per l´invecchiamento attivo e sano", non vi era un ampio accordo sulla necessità per le autorità pubbliche a vari livelli e in diversi settori di lavorare a stretto contatto tra loro per ideare efficaci strategie globali per l´invecchiamento attivo e sano. Saremo lieti di sostenere questo e garantire che i paesi possono beneficiare gli uni dagli altri la propria esperienza con tale integrata delle politiche per l´invecchiamento attivo. Conclusione Signore e signori, Precedenti anni europei hanno permesso all´Unione europea di mettere al centro dell´attenzione pubblica sulle persone e le loro esigenze. C´era Anno europeo della lotta alla povertà nel 2010 e Anno europeo del volontariato nel 2011. E l´anno prossimo sarà l´anno europeo dei cittadini. Anno europeo dell´invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni ha incoraggiato gli Stati membri a intensificare gli sforzi per promuovere l´invecchiamento attivo. Se ne sono usciti con le azioni e assunto impegni. Voglio ringraziare il governo portoghese, la Fondazione Gulbenkian e tutte le organizzazioni rappresentate qui oggi per il loro contributo fondamentale per il successo di questo Anno. Sono certo che non mancherà di tenere il vostro buon lavoro. Grazie.”  
   
   
I CONTROLLI DI SALUTE DI ROUTINE NON SONO SEMPRE UTILI  
 
Bruxelles, 20 novembre 2012 - I controlli di salute generali non sono una garanzia per ridurre il numero di morti per malattie gravi come il cancro e le malattie cardiache, lo sostiene uno studio sistematico sull´argomento condotto da un team internazionale di ricerca per The Cochrane Library. Anche se i controlli generali di salute sono offerti in molti paesi, i ricercatori consigliano di non offrire controlli generali di salute nell´ambito di un programma di salute pubblico. I loro risultati, pubblicati recentemente, si basano su 14 esperimenti che hanno coinvolto oltre 180.000 persone. "Dalle prove che abbiamo riscontrato, è improbabile che invitare i pazienti a controlli generali di salute sia vantaggioso," ha detto il ricercatore principale dello studio, Lasse Krogsbøll del Nordic Cochrane Centre di Copenhagen, Danimarca. "Una delle ragioni potrebbe essere che i medici identificano altri problemi e prendono iniziative quando visitano i pazienti per altri motivi." I controlli generali di salute sono una pratica standard in molti paesi europei e sono offerti con l´intenzione di ridurre la morte e la malattia permettendo una diagnosi e una cura precoce della malattia. Il team ha scoperto però che possono avere implicazioni negative che non erano state previste. Un esempio è la diagnosi e la cura di malattie che avrebbero potuto non presentare mai sintomi o accorciare la vita. I risultati dei ricercatori sono basati su 14 esperimenti che hanno coinvolto 182.880 persone. Gli esperimenti hanno diviso i partecipanti in almeno due gruppi: uno nel quale i partecipanti erano invitati a controlli generali di salute e uno nel quale non lo erano. Il numero di nuove diagnosi non è stato studiato a fondo, ma in un esperimento, i controlli di salute hanno portato a più diagnosi di ogni tipo. In un altro esperimento, le persone del gruppo invitato a farsi controllare avevano maggiori probabilità di avere diagnosticata ipertensione o colesterolo alto, come è prevedibile. In tre degli esperimenti, sono state identificate un gran numero di anormalità nei gruppi controllati. Comunque, sulla base di 9 esperimenti con un totale di 11.940 morti, i ricercatori non hanno scoperto alcuna differenza tra il numero di morti nei due gruppi nel lungo termine, sia in generale che dovute a cancro o malattie cardiache. Gli altri risultati non sono stati studiati a fondo ma suggerivano che offrire controlli generali di salute non ha alcuna influenza sui ricoveri in ospedale, la disabilità, la preoccupazione, la visita di specialisti, le ulteriori visite dai medici o il tempo lontano dal lavoro. "Non stiamo dicendo che i medici dovrebbero smettere di fare esami o offrire cure quando sospettano che ci sia un problema. Pensiamo però che le iniziative della sanità pubblica che offrono sistematicamente controlli generali di salute dovrebbero essere evitate." Secondo il rapporto recentemente pubblicato, i nuovi studi dovrebbero concentrarsi sulle componenti singole dei controlli di salute e su una migliore individuazione di malattie come le malattie ai reni e il diabete. Inoltre dovrebbero essere progettati per esplorare gli effetti nocivi dei controlli generali di salute, che sono spesso ignorati e generano conclusioni fuorvianti sull´equilibrio tra effetti positivi e negativi. Un altro problema è che le persone che vanno ai controlli di salute quando viene loro proposto sono diverse da quelle che non lo fanno. Infine, le persone che sono ad alto rischio di malattie gravi potrebbero essere meno propense a farsi visitare. Per maggiori informazioni, visitare: Nordic Cochrane Centre http://www.Cochrane.dk/  The Cochrane Library http://eu.Wiley.com/wileycda/section/id-397743,view-brand,brandid-12574.html    
   
   
VENETO SU CASO “ABRAXANE”: NESSUN FARMACO ANTITUMORALE SARA’ MAI NEGATO AI PAZIENTI VENETI PURCHE’ SICURO. RICONVOCATA LA COMMISSIONE TECNICA COMPETENTE PER RIVALUTARE LA DECISIONE ASSUNTA CHE PERALTRO NON E’ COGENTE PER I MEDICI CURANTI  
 
Venezia, 20 novembre 2012 - “Nessun farmaco antitumorale verrà negato a nessun nostro paziente per motivi economici, perché in Veneto non un euro di risparmio è stato o sarà fatto sulle cure ai malati di tumore, a prescindere dall’età. Qualsiasi terapia, prescritta a insindacabile giudizio dei medici curanti, è e sarà resa disponibile”. Lo sottolinea l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto in relazione alla “denuncia” di Federanziani dell’esclusione per le pazienti over 65 di un farmaco per il trattamento del tumore alla mammella. “Ho immediatamente chiesto e ricevuto informazioni sulla decisione presa dalla Commissione Tecnica per il Prontuario Terapeutico Ospedaliero – aggiunge Coletto – e garantisco che non vi sono motivazioni economiche, ma la preoccupazione di consentire l’utilizzo di un farmaco che gli esperti ritengono non ancora sufficientemente testato soprattutto per quanto riguarda i possibili effetti collaterali. Il parere della Commissione – fa notare l’assessore – non è peraltro cogente e, come da sempre avviene in Veneto, il medico curante, in scienza e coscienza, può discostarsene motivatamente. Ciò vuol dire che, se un oncologo lo ritiene sulla base delle sue convinzioni terapeutiche e scientifiche, anche l’Abraxane può essere prescritto”. “Ciò nonostante – riferisce Coletto – il segretario regionale per la sanità Domenico Mantoan ha già riconvocato la Commissione venerdì prossimo per riaffrontare la questione ed eventualmente rivedere le decisione. Ribadisco con forza che nessun farmaco, se anche minimamente utile per la cura dei tumori, sarà mai negato ai cittadini veneti purchè, e questa è una decisione che non può che competere agli esperti, sia testato e sicuro”.  
   
   
DA OGGI AREZZO CAPITALE DEL RISK MANAGEMENT IN SANITÀ  
 
Firenze, 20 novembre 2012 – Da oggi a venerdì Arezzo è la capitale del risk management. Ad Arezzo Fiere e Congressi si tiene infatti la settima edizione del Forum Risk Management in Sanità, rassegna di appuntamenti internazionali, meeting, workshop ed expo sulle tecnologie applicate alla sicurezza del paziente a 360 gradi. Quest’anno, nello stesso contesto si tiene anche il 1° Forum internazionale Sviluppo Ambiente Salute. La manifestazione è promossa dai Ministeri della salute e dell’ambiente, Istituto Superiore di Sanità, Regione Toscana, Fondazione Sicurezza in Sanità, con il contributo di Agenas. Domattina alle 10 l’apertura ufficiale, con i ministri Renato Balduzzi (salute) e Corrado Clini (ambiente), e l’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Luigi Marroni. Ad Arezzo si parlerà di innovazione come strumento per massimizzare le prestazioni e la qualità delle cure, e saranno presentati nuovi modelli di integrazione tra ospedale e territorio. In programma anche una tavola rotonda con gli assessori alla salute di tutte le Regioni. La sanità toscana sarà presente con numerose esperienze: si farà il punto della situazione sul monitoraggio degli eventi sentinella, sulla sicurezza in sala operatoria, sulla gestione del contenzioso e la responsabilità professionale. Particolare attenzione merita il lancio della seconda edizione del corso “Accademia del cittadino”, dedicato a diffondere i princìpi della qualità e della sicurezza ai rappresentanti dei cittadini, per abilitarli a partecipare in maniera attiva alle iniziative di prevenzione del rischio. “Anche in questa occasione – dice Riccardo Tartaglia, responsabile del Centro Gestione Rischio Clinico della Regione Toscana – continua il dibattito aperto dalla Toscana con il convegno “Taglia e Ricuci”, che si è tenuto poco tempo fa a Firenze, su come contenere i costi salvaguardano qualità e sicurezza delle cure”. Nello stand del Centro Gestione Rischio Clinico, realizzato in collaborazione con la Asl 8 di Arezzo, si terranno eventi e simulazioni. La novità di quest’anno sarà la possibilità quotidiana di incontrare e discutere con i Clinical risk manager toscani su tematiche di qualità e sicurezza delle cure. Lo staff sarà anche impegnato giornalmente a effettuare test di usabilità su dispositivi medici e software, coinvolgendo il pubblico come utente: un momento cruciale per constatare in prima persona le modalità di effettuazione di questa metodologia e percepirne i vantaggi. Http://www.forumriskmanagement.it/    
   
   
OSPEDALE DI UDINE, COMPLETATE OPERE PER 271 MILIONI  
 
Udine, 20 novembre 2012 - "Ringrazio il direttore generale e l´intera struttura per aver condotto in porto un´operazione straordinaria". Con queste parole il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha commentato il 16 novembre l´annuncio del direttore generale dell´Azienda ospedaliero-universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine, Carlo Favaretti, che entro la metà di gennaio saranno inaugurate tutte le grandi opere che in questi ultimi anni hanno interessato il nosocomio del capoluogo friulano, per un investimento complessivo di 271 milioni di euro, tra strutture (253 milioni) e tecnologie sanitarie e reti per le telecomunicazioni. Il primo taglio del nastro è previsto già per sabato 15 dicembre, con la presentazione della nuova centrale di sterilizzazione, costata poco meno di cinque milioni. Appena una settimana più tardi, il 21 dicembre, è prevista l´inaugurazione della nuova centrale tecnologica, dell´impianto di cogenerazione, della rete di teleriscaldamento e del centro servizi e laboratori, per i quali l´investimento è stato di oltre 136 milioni. In particolare, come ha spiegato lo stesso Favaretti incontrando i giornalisti assieme a Tondo e al collegio di direzione, si concentreranno "in un unico edificio tutti i laboratori oggi dispersi. Sarà la base logistica e operativa del programma di laboratorio di area vasta". Sta infine per completarsi anche la riqualificazione del polo ospedaliero udinese (112 i milioni impiegati), con la conclusione dei lavori del primo e secondo lotto, la cui inaugurazione è stata fissata per l´11 gennaio. Si tratta, ha detto Favaretti, "di un concentrato di tecnologie destinato a migliorare l´offerta di servizi sanitari, anche dal punto di vista della sicurezza sia dei pazienti che dei lavoratori". Accanto alla radioterapia, già operativa, vi saranno chirurgia generale e specialistica, oncologia, ematologia con i trapianti, sale operatorie, degenza, unità intensive e semintensive. Già definiti anche tutti i trasferimenti di attrezzature, arredo e personale. "Contiamo di essere pienamente operativi nella prima parte del 2013". "E´ estremamente importante aver raggiunto questo risultato, frutto di un lavoro di squadra e di una programmazione che non è solo di questa legislatura, anche perché immagino che nei prossimi anni, per come si delineano le coordinate economiche e finanziarie di questo Paese, avremo difficoltà a continuare una politica di investimenti così massiccia come è stato fatto finora", ha affermato il presidente Tondo, assicurando comunque che l´Amministrazione regionale intende riaprire una trattativa con il Governo nazionale in tema di edilizia sanitaria e continuerà a garantire risorse al settore, anche in assenza o carenza di contributi statali. "Rafforzare il più grande ospedale del Friuli Venezia Giulia - ha aggiunto - ha il significato di puntare sull´eccellenza, definendo sempre gli interventi da fare con grande attenzione e discernimento". "Abbiano ritenuto di fare tre inaugurazioni non certo per fare altrettante passerelle - ha infine chiarito - ma per dare maggiori opportunità alla nostra comunità regionale di conoscere non solo gli investimenti fatti ma anche le nuove opportunità di offerta di salute, che fanno di questo ospedale un punto di riferimento della sanità pubblica non solo in Friuli Venezia Giulia ma nell´intero Nord-est, e che si inseriscono nel quadro della riforma dei servizi e delle istituzioni sanitarie che abbiamo avviato". Nell´occasione Favaretti ha annunciato che il suo mandato quinquennale, di cui ha tracciato un breve bilancio, terminerà il 16 gennaio. Lo aspetta un diverso incarico professionale, che lo porterà a collaborare con l´Università cattolica del Sacro Cuore di Roma, per impostarvi un centro universitario per lo sviluppo della leadership in medicina.  
   
   
DIAGNOSI PRECOCE, INDICE DI SALUTE PROSTATICA E DI AGGRESSIVITÀ TUMORALE AL REGINA ELENA UN NUOVO E SEMPLICE ESAME DIAGNOSTICO IL “2PROPSA E PHI” PER IL TUMORE DELLA PROSTATA  
 
 Roma, 20 novembre 2012 - Un nuovo marker consente di discriminare meglio il tumore prostatico in pazienti con Psa elevato e permettere in tal modo di limitare il numero di biopsie non necessarie. Si tratta del proPsa impiegato in un’equazione nota come prostate health index (Phi, indice di salute prostatica) ora disponibile presso il Servizio di Patologia Clinica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, diretto dalla dott.Ssa Laura Conti. Il nuovo esame, che si effettua su un prelievo di sangue, sembra in grado di stabilire e monitorare l’aggressività del tumore e dunque permettere di selezionare quei pazienti con un tumore clinicamente significativo. L’istituto Nazionale Tumori Regina Elena è la prima struttura sanitaria pubblica nel Lazio ad effettuare questo test che ha un costo contenuto rispetto alle biopsie, più specifico e con chiari vantaggi per la qualità di vita del paziente e per la spesa pubblica. Il tumore della prostata è attualmente la neoplasia più frequente tra i soggetti di sesso maschile, nel 2012 sono attesi 36.000 nuovi casi. L’incidenza del carcinoma prostatico ha mostrato negli ultimi anni una costante tendenza all’aumento ed è atteso un moderato e costante aumento anche per i prossimi decenni: l’incidenza stimata nel 2020 è di oltre 43.000 casi e nel 2030 di oltre 50.000. “Il Psa totale – spiega Laura Conti – è caratterizzato da una ridotta specificità per l’identificazione precoce del tumore prostatico.” Da qui la necessità di affiancare al Psa totale ed al Psa libero, il nuovo marcatore [-2]pro Psa e l’algoritmo phi per una diagnosi più accurata e specifica. “Il phi non sostituisce il test del Psa – sottolinea Conti – bensì migliora la specificità clinica di rilevamento del carcinoma prostatico rispetto ai test attualmente in uso (Psa totale e % free Psa) identificando con maggiore accuratezza il paziente candidato ad una biopsia prostatica.” Il test, ora disponibile nei nostri Istituti, non è attualmente rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale e per tale motivo è stata stabilita una tariffa minima per compensare i costi di esecuzione.  
   
   
CALABRIA; DEFINIZIONE DEGLI STANDARD QUALITATIVI RELATIVI ALL´ASSISTENZA OSPEDALIERA  
 
Catanzaro, 20 novembre 2012 - La Vicepresidente della Regione Antonella Stasi, in riferimento al regolamento del Ministero della Salute sui dati dell’assistenza ospedaliera, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Il regolamento sulla ‘Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all´assistenza ospedaliera’, inviato alla Conferenza Stato-regioni dal ministro della Salute Renato Balduzzi di concerto con il ministro dell´economia Vittorio Grilli prevede in Italia una riduzione di almeno 7.389 i posti letto. Alla luce dei contenuti della bozza di decreto stiamo provvedendo a una verifica di coerenza delle scelte di progetto sviluppate sulla rete ospedaliera calabrese. Da una prima lettura dei dati forniti dal Ministero della Salute si evince un’applicazione penalizzante per la Regione Calabria rispetto alle altre Regioni Italiane in quanto porta i posti letto complessivi al 3,35 per mille, di cui i posti letto per acuti al 2,72 per mille ed infine i posti letto per Post Acuzie a 0,63, indicando che la Calabria dovrebbe ridurre di i propri posti letto di 585 unità. Sarà la Conferenza Stato Regioni - evidenzia la Vicepresidente - la sede in cui avremo la possibilità di evidenziare la incongruità dei dati rispetto alla reale situazione ed evidenziare, inoltre, che la regione ha avviato un piano di razionalizzazione del sistema sanitario regionale che di fatto ha anticipato la Spending Review del governo Monti. Il decreto del Ministro Balduzzi prevede, di fatto, azioni che sono in linea a quanto contenuto dal Piano di Rientro che il Commissario Scopelliti sta portando avanti, a partire dalla gerarchizzazione degli ospedali, la realizzazione delle reti ospedaliere, la razionalizzazione delle strutture sanitarie, la realizzazione di una continuità ospedale-territorio e gli Ospedali di Comunità. Il decreto ministeriale sarà un altro capitolo della rivoluzione che sta cambiando la fisionomia della sanità pubblica. La Calabria da questo punto di vista è avanti. Con grandi sacrifici abbiamo anticipato, di fatto, quello che altre Regioni saranno costretti a fare entro il 31 dicembre di quest´anno. I dati sui posti letto per la Calabria ci dicono che in relazione agli standard fissati dalla legge (3,7 posti letto per mille abitanti e tasso di ospedalizzazione a 160 x 1.000 abitanti) ed in considerazione degli ultimi decreti a firma del commissario Scopelliti, la Calabria non risulta dover attuare alcun taglio, anzi avanza un credito complessivo di circa 250 posti letto. Quello che bisognerà invece migliorare è l´indice di occupazione posto/letto che dovrà attestarsi su valori del 90% , ma soprattutto migliorare il tasso di ospedalizzazione che benché oggi in linea al Patto della Salute 2010-2012, pari a 180 x 1000 abitanti, (ante 2010 questo parametro era pari a 224,6), secondo i nuovi parametri dovrà scendere a 160, con un obbligo di durata media della degenza per i ricoveri ordinari inferiore a 7 giorni (anche questo un dato che la regione Calabria risulta essere già in linea). Sulla base di questi tassi sono state individuate le strutture di degenze e dei servizi che hanno costituito la nuova rete ospedaliera in Calabria e così dovrà essere in tutte le altre regioni. Lo schema ministeriale definisce poi anche il percorso di applicazione: identificazione del fabbisogno di prestazioni ospedaliere; calcolo del numero corrispondente di posti letto pubblici e privati; disegno della rete ospedaliera pubblica e privata, così come già fatto in Calabria. Il Presidente Scopelliti, in quanto commissario ad acta del piano di rientro, già dal suo insediamento - conclude Antonella Stasi - ha deciso con grande senso di responsabilità di procedere ad una reale trasformazione del sistema sanitario regionale assumendosi anche la responsabilità di governare questo processo nella nostra Regione, dove i progetti di cambiamento si sommano e si intrecciano”.  
   
   
EMENDAMENTO SUI FARMACI GENERICI, TOSCANA: STRADA GIUSTA VERSO UN PUNTO DI EQUILIBRIO  
 
Firenze, 20 novembre 2012 – “Un punto di equilibrio tra le esigenze di risparmio del Sistema sanitario e la tutela dell’industria farmaceutica nazionale va trovato. Gli emendamenti al decreto sviluppo presentati ieri in commissione al Senato da Udc, Lega, Pdl e Pd alle norme sulla prescrizioni dei generici vanno in questa direzione e mi auguro quindi che vengano approvati”. L’assessore alle attività produttive, Gianfranco Simoncini, esprime così il proprio sostegno all’iniziativa che propone la modifica delle norme della spending revew sulla prescrizione dei farmaci generici, trasformando l’obbligo da parte del medico in facoltà. “Quella che sta emergendo in Parlamento – ribadisce Simoncini – è la strada giusta per una soluzione nell’interesse dell’intero sistema-paese: va intrapresa con convinzione”. Auspicando l’approvazione degli emendamenti proposti al senato, l’assessore Simoncini ha ricordato come la Regione Toscana, con una lettera a sua firma inviata ai ministri Passera e Balduzzi, avesse chiesto qualche settimana fa un intervento del governo a modifica della norma, anche a seguito delle preoccupazioni, rese manifeste dalla vicenda Menarini ma estendibili all’intero settore del farmaco, che in Toscana ha uno dei suoi punti di forza.  
   
   
SALUTE: RIALLINEAMENTO TARIFFE, REGIONE FVG RISPARMIA 2,3 MLN L´ANNO  
 
Trieste, 20 novembre 2012 - La Giunta regionale ha approvato, su proposta del vicepresidente Luca Ciriani, una rimodulazione dei costi per il sistema sanitario regionale relativi al rimborso di due tipologie di interventi, la "cataratta", ovvero l´intervento che riguarda il cristallino dell´occhio, e la liberazione del tunnel carpale. "Nel corso degli anni - ha spiegato Ciriani - grazie al progresso della tecnologia, delle strumentazioni e delle best practice in sanità - queste due tipologie di intervento sono passate dall´essere erogate in regime di ricovero al regime di day hospital o ambulatoriale: gli aggiornamenti e le migliorie hanno comportato anche una riduzione dei costi, e l´aggiornamento del tariffario ora ne rende conto anche dal punto di vista economico". Tradotto in termini di gestione sanitaria, l´adeguamento delle tariffe permette al sistema sanitario regionale di risparmiare, all´anno, circa 2,3 milioni di euro. In Friuli Venezia Giulia, infatti, vengono erogate nelle strutture sanitarie private della Regione circa 2.700 prestazioni sulla cataratta, e circa 380 prestazioni relative alla liberazione del tunnel carpale, che la Regione rimborsa poi alle strutture stesse sulla base del tariffario concordato. "I risparmi - ha concluso Ciriani - non inficiano la qualità del servizio né la tipologia di prestazione garantita ai cittadini, ma allineano i costi e i rimborsi a quanto atteso sulla base del progresso tecnologico e scientifico. Si tratta di azioni necessarie per garantirci la massima efficienza in sanità, allocando al meglio le risorse che rimangono sempre esigue per il fabbisogno e per la domanda di salute espressa dai cittadini". Per la prestazione "liberazione del tunnel carpale" si passa da una tariffa di 1.646,20 euro a 1.000 euro, mentre per la prestazione "intervento sul cristallino con o senza vitrectomia" si passa da una tariffa di 2.055,60 euro a 1.250 euro.  
   
   
BOLZANO: 5 ANNI LEGGE SULLA NON AUTOSUFFICIENZA: PER ASS. THEINER ESITI ASSOLUTAMENTE POSITIVI  
 
Bolzano, 19 novembre 2012 - Oltre 14.000 assistiti, una spesa annuale di circa 190 milioni di Euro per un totale di 611,8 milioni di Euro investiti; aumento sensibile degli assititi a somicilio, forte riduzione delle liste d´attesa per accedere alla case di riposo. Questo il bilancio assolutamente positivo riferito ai primi cinque anni dall´entrata in vigore della legge per l´assistenza alle persone non autosufficienti stilato il 16 novembre dall´assessore provinciale Richard Theiner. Cinque anni fa, il 7 novembre 2007, come ha ricordato l´assessore Theiner, è entrata in vigore la legge provinciale per l´assistenza alle persone non autosufficienti, rappresentando uno degli interventi più importanti nelle politiche sociali degli ultimi anni in Alto Adige. L´assegno di cura è stato pagato per la prima volta nel luglio 2008 e nel gennaio 2009 per i richiedenti ospitati nelle case di riposo. L´obiettivo primario che era ed è tuttora quello di consentire che le persone bisognose possano restare il più a lungo possibile a casa loro e di dare un aiuto concreto alle famiglie che si prendono cura dei propri familiari e di, come ha riferito Theiner, è infatti cresciuto il numero di persone non autosufficienti che vengono assistite nel loro domicilio, anche fra i livelli assistenziali più alti, tanto che si registra un incremento della richiesta del servizio di assitenza domiciliare (nel 2011 ne hanno fatto richiesta in 4.900; nel 2006 le richieste erano 3.640). In tal modo si è alleggerita la pressione sulle case di riposo, tanto che si accorciano le liste di attesa per farvi ingresso e che le case di riposo sviluppano nuove forme di assistenza, quali i ricoveri temporanei. Come ha tenuto a sottolineare l´assessore, i principi fondamentale enunciati dalla legge si sono rivelati giusti e e valgono pienamente. Le persone non autosufficienti hanno per legge il diritto ad un assegno di cura mensile. L´assegno di cura viene pagato direttamente all´assistito stesso, in modo che può scegliere il tipo di assistenza che desidera. L´assegno però non copre tutti i costi dell´assistenza. Sono previsti quattro livelli assistenziali. A seconda del fabbisogno assistenziale riconosciuto, ogni mese viene pagato un importo che varia da 535 a 1.800 Euro. Il diritto all´assegno di cura dipende solamente dal fabbisogno di cura, indipendentemente dall´età e dalla diagnosi e senza La spesa annuale a carico della Provincia ammonta a circa 190 milioni di Euro (per il 2012 la stima si aggira sui 194 milioni di Euro). A partire dall´introduzione dell´assegno cura, sono stati investiti più di 611,8 Mio. Di Euro nell´assistenza per i non autosufficienti. Come ha riferito l´assessore Theiner le spese attuali per l´assistenza si attestano al di sotto delle previsioni riferite ai mezzi finanziari necessari fatte prima dell´introduzione dell´assegno di cura. Il modello altoatesino è stato studiato ed in parte preso ad esempio dalla Provincia di Trento (è entrato in vigore il 1° novembre 2012) e anche da altri Stati europei. Riassunto in cifre: 14.318 assistiti (al 7 ottobre 2012) di cui circa 10.000 assistiti a domicilio, 18 team di valutazione e 45.000 inquadramenti effettuati nel 2011. Se la legge ha avuto successo, come ha proseguito Theiner, il merito va in gran parte alle famiglie ed agli assitenti e din particolare alle donne, visto che il lavoro è svolto per l´85 per cento da donne. Come ha riferito Eugenio Bizzotto, direttore dell´Agenzia per lo sviluppo sociale ed economico (Asse), attualmente sono beneficiari dell´assegno di cura il 2,8 per cento dei cittadini residenti in Alto Adige, pari a 14.118. Di queste persone il 73 per cento (10.281 persone) vivono a casa loro, mentre 3.837 sono ospiti in una casa di riposo. La spesa mensile ammonta a 15 milioni di Euro. Parlando dei livelli assistenziali, Bizzotto ha fatto presente come nel livello inferiore, il 1°, l´86 per cento degli assisiti vive a casa (5.198) e solo il 14 per cento (865) in casa di riposo; nel 2° livello sono il 72 per cento gli assistiti che riesce a restare ancora a casa (3.147 persone), mentre 1.208 persone sono assisite in casa di riposo; nel 3° e nel 4° livello, quelli di maggior necessità di cura si registrano percentuali uguali, ovvero del 52 per cento di assisiti che restano a casa (1.430 del 3° livello e 506 del 4°), mentre sono assisiti in casa di riposo il 48 per cento (1.299 del 3° livello e 465 del 4°). Proprio grazie all´assegno di cura erogato dalla Provincia, come ha detto Bizzotto, gli assistiti riescono a restare a lungo nella propria abitazione. La maggior parte degli assistiti che percepiscono l´assegno di cura sono ultraottantenni con una percentuale del 58 per cento (per un totale di 8.185), mentre quelli compresi nella fascia di età fra i 60 e gli 80 anni si attestano sul 24,4 per cento (per un totale di 3.451). Le persone di età fino ai 60 anni sono il 17,6 per cento (per un totale di 2.482). Heidi Wachtler, coordinatrice del Servizio per la valutazione della non autosufficienza, ha sottolineato che ogni anno i 18 team di valutazione effettuano oltre 2.000 verifiche sul posto. Finora sono state effettuate 45.497 valutazioni, di cui 28.972 di primo inquadramento. Parlando della qualità dell´inquadramento, ha ricordato che dal 2011 sono stati introdotti a livello provinciale criteri unitari e testati dal punto di vista scientifico. Quale punto dolente ha riferito che delle 500 domande di assegno di cura presentate ogni mese per un totale di 6.000 all´anno, molte non presentano i requisiti minimi richiesti dalla legge (di queste il 40 per cento a Bolzano). Ciò comporta una mole di lavoro per il personale e spesso delusione nei cittadini richiedenti. Per tale ragione sarà mantenuto il servizio dedicato di informazione telefonica. I ricorsi si attestano al 5 per cento. Brigitte Waldner, direttrice d´ufficio reggente Ufficio Anziani e distretti sociali, ha sottolineato come sia fondamentale nella cura di fare sempre rete. La sfida futura sarà quella di istituire un centro di consulenza competente per poter consigliare in modo adeguato le famiglie suit itpi di assistenza professionale a cui poter far ricorso. Altra sfida sarà quella di incrementare l´offerta di ricoveri temporanei nelle case di riposo per alleggerire i familiari nel gestire il carico dell´assistenza e prevedere posti per il ricovero di disabili anziani e di persone affette da demenza. L´aspettativa di vita sta aumentata, le malattie croniche anche, le famiglie saranno composte da sempre meno membri. La copertura finanziaria a lungo termine dei costi assistenziali sarà una delle sfide più grandi per il futuro, come ha detto l´ass. Theiner, ricordando, però, come il piano finanziario a lungo termine costituisca parte integrante della legge approvata cinque anni fa, e garantisce pertanto i mezzi finanziari per gli anni a venire, essendo una spesa obbligatoria della Provincia. Assicurare l´assistenza per i non autosufficienti però, come ha ribadito l´ass. Theiner, non è solo una questione di soldi ma anche un compito di tutta la società. In questo senso ha ringraziato tutte le persone coinvolte nell´attività di cura.  
   
   
DOLORE PELVICO, 3,5 MILIONI DI DONNE COLPITE IN ITALIA “FINO A DIECI ANNI PER AVERE UNA DIAGNOSI CORRETTA”  
 
 Milano, 19 novembre 2012 – In Italia il dolore pelvico interessa il 15% delle donne in età fertile. Oltre 3 milioni e mezzo di persone vittime di importanti ritardi diagnostici. Sono necessari infatti 10 anni per identificare correttamente l’endometriosi, una grave malattia che può condurre anche all’infertilità; 5-7 anni per la sindrome della vescica dolorosa, 4 anni e 8 mesi per la vulvodinia, causa di fastidiosi bruciori, molti anni per la sindrome del colon irritabile. Sono queste le quattro patologie chiave che alimentano il dolore pelvico. “Le ragioni dei ritardi? Banalizzazione dei sintomi e/o lettura “psicogena” – sostiene la Professoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia del S. Raffaele Resnati di Milano, durante il convegno “La donna e il dolore pelvico: da sintomo a malattia, dalla diagnosi alla terapia”, organizzato dalla Fondazione Graziottin per la cura del dolore nella donna - Onlus nel capoluogo lombardo –. Le pazienti si sentono dire che si tratta solo di stress, di fattori psicologici. Viene negata quindi la sua vera base biologica: un’infiammazione progressiva di organi e tessuti. Qual è il prezzo del ritardo diagnostico? Da segnale amico (“dolore nocicettivo”) che avverte di un danno biologico in corso, diventa malattia (“neuropatico”), con aggravamento dell’infiammazione, lesione della citoarchitettura e della funzione di ogni organo, esasperazione dei disturbi e dei sintomi associati. Inoltre, se all’inizio era interessato un solo organo, dopo anni di trascuratezza l’infiammazione e il malessere interessano e “ammalano” anche il resto dell’organismo, fino a colpire tutta la pelvi. Questo causa una progressiva comorbilità (coesistenza di più patologie), che aumenta la complessità del quadro clinico, la gravità e la pervasività del danno biologico e del dolore, fino a richiedere una collaborazione multispecialistica per essere affrontata e, se ancora possibile, guarita”. Si tratta di un problema enorme: l’endometriosi, da sola, colpisce 3 milioni di donne nel nostro Paese. È caratterizzata da disturbi importanti come dismenorrea, dolore ovulatorio, dispareunia profonda, ecc. Nel 70% dei casi i sintomi sono presenti già prima dei 30 anni, nel 45-50% prima dei 20. Sono necessarie in media sei visite specialistiche per riconoscerla in maniera definitiva. Questo comporta un importante costo economico, ma non solo. L’endometriosi è responsabile del 30% di tutti i casi di infertilità femminile. “Un prezzo personale altissimo – sottolinea la Professoressa Graziottin –, in termini di interventi chirurgici, di perdita di energia vitale, di infelicità, di ridotta competitività sul lavoro, di crisi sessuali e coniugali”. “La vulvodinia interessa il 10 – 12% delle donne – spiega il Dottor Filippo Murina, Responsabile del Servizio di Patologia Vulvare dell’Ospedale Buzzi di Milano e co-presidente del convegno –. Presenta come sintomi principe sia il dolore vulvare, spontaneo o provocato, della durata di almeno 6 mesi, che il dolore all’inizio della penetrazione. Nell’anamnesi il 32% delle donne soffre durante i rapporti, fin dalla prima volta. Il 75% delle donne è incorso in almeno un’infezione da Candida, il 35% le ha ricorrenti, con infiammazione cronica dell’entrata vaginale. Quasi 3 adolescenti italiane su 10 che si rivolgono agli ambulatori pubblici italiani per una visita ginecologica presentano una candidiasi recidivante, che predispone a vestibolite/vulvodinia. Ecco perché la diagnosi precoce e una terapia adeguata sono essenziali anche in quest’ambito. “Uno dei principali campanelli d’allarme sul fronte del dolore pelvico viene lanciato dal colon – commenta il professor Vincenzo Stanghellini, del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna –. È uno degli organi immunocompetenti più importanti di cui disponiamo: una vera e propria “sentinella” che regola la temperatura infiammatoria del corpo. Tanto è vero che, quando si riesce a ridurre lo stato flogistico che colpisce la parete del colon (la base biologica della sindrome dell’intestino irritabile, Irritable Bowel Syndrome, Ibs, che colpisce il 15 – 20% delle donne), si ottiene un miglioramento di tutti gli altri quadri. Per questo non sono mai da sottovalutare disturbi come “coliti” e intolleranze alimentari, perché spesso si intrecciano ai problemi ginecologici (vulvodinia), urologici (cistiti ricorrenti e sindrome della vescica dolorosa), e sessuologici (dispareunia). Però sia le pazienti che, purtroppo, alcuni medici, tendono a sottovalutare questi segnali. La malattia viene infatti scambiata per altri processi patologici addominali, esponendo le pazienti che ne sono affette addirittura ad interventi chirurgici inutili e potenzialmente dannosi”. “La sindrome della vescica dolorosa/cistite interstiziale interessa il 6,5% delle donne – conclude la prof.Ssa Graziottin –. Ma solo il 9,7% di loro riceve una diagnosi corretta in tempi brevi. Rappresenta un’altra causa critica di malessere cronico. È caratterizzata da comparsa di disturbi che tendono ad aumentare al progressivo riempimento vescicale, per cui la paziente decide di assecondare precocemente lo stimolo minzionale, per cercare sollievo. Il 36% delle donne con questa sindrome soffre di cistiti ricorrenti, di cui il 60% compare 24 – 72 ore dopo un rapporto sessuale. Il 48% ha sempre dolore alla penetrazione come sintomo associato, ma raramente questo fattore viene indagato. Il ritardo diagnostico favorisce purtroppo l’evoluzione verso la cistite interstiziale, patologia grave e impegnativa. Non ultimo, l’infiammazione cronica causa anche depressione, per l’effetto negativo (“neurotossico”) che le citochine pro-infiammatorie svolgono sull’attività delle cellule nervose, con una comorbilità severa. Questa, a sua volta, amplifica la percezione del dolore fino a 8 volte. È urgente quindi un maggiore impegno dei medici per una diagnosi precoce, perché spesso i sintomi esordiscono nell’adolescenza o nella prima giovinezza, condizionando tutta la vita della donna e i suoi progetti di realizzazione personale e professionale, di coppia e di famiglia. Su questo obiettivo la Fondazione Graziottin è impegnata sia sul fronte della formazione dei medici, che della divulgazione scientifica a favore delle donne, per aumentare la loro capacità di riconoscere i sintomi precoci e ricercare una diagnosi tempestiva e adeguata”.  
   
   
AOSTA, INCONTRO A PALAZZO REGIONALE SULLA RICERCA SUL CANCRO  
 
 Aosta, 20 novembre 2012 - L’amministrazione regionale e la Fondazione per la ricerca sul cancro della Regione Valle d’Aosta informano che venerdì 23 novembre, alle ore 21, nel Salone delle manifestazioni di Palazzo regionale ad Aosta, si svolgerà un incontro pubblico sul tema La ricerca sul cancro: i primi protocolli avviati dalla Fondazione Vda-rc. Dopo gli indirizzi di saluto dell’Assessore alla sanità, salute e politiche sociali Albert Lanièce e del Presidente della Regione Augusto Rollandin, interverranno il Presidente della Fondazione Vda-rc Pier Eugenio Nebiolo, i membri del Comitato tecnico scientifico Giampaolo Tortora e Umberto Ricardi, il Direttore sanitario dell’Azienda Usl Valle d’Aosta Francesco Arnoletti e il Direttore scientifico dell’Istituto di Candiolo Paolo Maria Comoglio. Al termine dell’incontro, sarà premiato il vincitore del concorso per la creazione del logo della Fondazione.  
   
   
ABRUZZO: DISABILI,POLITICA CON SPICCATO SENSO DI CIVILTA´ ASSOCIAZIONI PLAUDONO ALLA LEGGE SULLA VITA INDIPENDENTE  
 
Pescara, 20 novembre 2012 - Il risultato dell´approvazione all´unaninità del Consiglio regionale della legge sulla Vita indipendente è stato condiviso dal presidente della Commissione Sanità, Nicoletta Verì, e dal consigliere regionale, Riccardo Chiavaroli, con i rappresentanti delle associazioni dei disabili e per la vita indipendente. "La legge e´ il punto di partenza di un percorso che deve essere ora irregimentato in linee guida che diano maggiore strutturazione a questo intervento", ha dichiarato Verì. Secondo il presidente della Commissione Sanità, che ha ricordato tutti momenti di coinvolgimento dell´organismo politico - si ricorda anche una manifestazione in carrozzella, sulla quale salirono assessori e consiglieri per meglio comprendere le difficoltà dei disabili - i punti qualificanti di una legge che pone l´Abruzzo tra le prime a legiferare in materia sono "i principi dell´autogestione e dell´autodeterminazione. Siamo partiti dal presupposto che la persona con disabilità deve poter vivere con consapevolezza il proprio quotidiano e il proprio futuro e, conseguentemente, essere inserito realmente nella vita sociale nell´arco dell´intera giornata". "Ovviamente - ha specificato meglio Verì - è necessario che si osservino anche i principi di trasparenza, da qui le fasi di verifica e controllo sull´applicazione della legge". Verì ha infine ricordato che la copertura finanziaria nasce da "un atto di solidarietà dei consiglieri regionali che hanno attinto dai loro fondi le risorse per una legge che afferma principi di civiltà". Chiavaroli: "Già il presidente Chiodi ha definito questa legge il caposaldo del nuovo welfare in Abruzzo. Si passa così dall´assistenzialismo alla partecipazione diretta di chi ha diritti e doveri. Ma questa legge è anche la vostra legge: noi come politica ci siamo limitati a registrare le vostre istanze". Grande riconoscenza è stata espressa dalle associazioni presenti che hanno riconosciuto alla politica abruzzese il merito di aver mostrato uno "spiccato senso di civiltà. Nessuno ha interesse a riconoscere la vita indipendente - hanno evidenziato - perchè la disabilità è lucrosa".  
   
   
SANITA’: CITTADINANZATTIVA TRIBUNALE DEL MALATO PREMIA IL VENETO PER PROGETTI DI UMANIZZAZIONE DELLE CURE. VINCE L’ULSS 5 OVEST VICENTINO. RICONOSCIMENTI A PADOVA, VERONA, BASSANO.  
 
Venezia, 20 novembre 2012 - Cinque aziende sanitarie venete sono tra i 13 vincitori (con anche il primo e terzo posto assoluto) del Premio Nazionale “Andrea Alesini”, istituito da Cittadinanza Attiva Tribunale del Malato per evidenziare le strutture della sanità pubblica che si contraddistinguono per l’attuazione di “buone pratiche per l’umanizzazione delle cure”. L’esito del concorso per il 2012 è stato presentato oggi a Verona, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto e del presidente di Cittadinanzattiva Tribunale del Malato del Veneto, Flavio Magarini. Tra i 124 progetti presentati dalle Asl di tutta Italia, vincitrice è risultata l’Ulss 5 Ovest Vicentino per un progetto sull’impatto dell’istituzione di un nucleo di cure palliative sull’andamento dei ricoveri ospedalieri e sulla sede del decesso di pazienti oncologici in fase di fine vita. Al terzo posto si è classificato il distretto socio-sanitario Padova 1 – sud est con un progetto sulla gestione delle dimissioni protette dall’ospedale. Due menzioni speciali nella sezione “mediazione culturale” sono andate all’Ulss 20 di Verona e all’Azienda Ospedaliera di Padova: Verona ha vinto per un progetto di mediazione linguistica interculturale nell’azione socio-sanitaria rivolta agli utenti stranieri; Padova per un lavoro dell’ufficio relazioni con il pubblico dal titolo “salute per tutti: l’interculturalità nell’umanizzazione delle cure e nei processi organizzativi”. Nella sezione “presa in carico”, la menzione è andata all’Ulss 3 di Bassano del Grappa per il progetto “integrazione multi professionale in equipe allargate al privato sociale”. “Il riconoscimento che ci arriva da Cittadinanzattiva – ha detto Coletto – è per noi particolarmente significativo, primo perché arriva da una rappresentanza di cittadini che, giustamente, non manca di farsi sentire quando qualcosa non va bene, secondo perché l’umanizzazione delle cure è un aspetto al quale da tempo stiamo dando particolare attenzione, avendolo anche inserito tra i criteri di valutazione dell’operato dei direttori generali. Ringrazio le nostre cinque aziende – ha aggiunto – che con questo premio dimostrano come, pur in un periodo di grande difficoltà, stretti come siamo tra ingiusti tagli nazionali e spending review orizzontali, la sanità veneta sappia realizzare anche progetti innovativi rivolti non solo alla qualità tecnica delle cure, ma anche al non meno rilevante aspetto della ricerca di un miglior rapporto con le persone, intese come tali e non solo come patologia da curare”. Magarini, sottolineando che la sanità veneta sta dimostrando una buona capacità di impegno sul fronte delle nuove progettualità rivolte alle persone, ha tra l’altro voluto ringraziare “tutti i tantissimi professionisti della sanità che hanno dedicato il loro impegno a queste attività”. I progetti vincitori sono consultabili sul sito www.Cittadinanzattiva.it    
   
   
SITUAZIONE SANITARIA TARANTO: INCONTRO A BARI  
 
Bari, 20 novembre 2012 - L’assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini, ha espresso soddisfazione per l’esito dell’incontro tenutosi il 16 novembre a Bari, per confrontarsi sulla questione Taranto e sulla legge per la Valutazione del Danno Sanitario. All’incontro hanno partecipato, oltre ad Attolini, il Capo Dipartimento del Ministero della Salute, Fabrizio Oleari, rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità e di Ispra, l’assessore alle Politiche ambientali della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, il Direttore Generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, il Direttore Generale di Ares Puglia, Franco Bux e il Direttore Generale dell’Asl Taranto, Fabrizio Scattaglia. “L’incontro di questa mattina – ha proseguito l’assessore Attolini - è stato proficuo e interessante, innanzitutto perché abbiamo ottenuto un impegno concreto da parte delle istituzioni nazionali che si occupano di Salute e Ambiente, che si sono rese disponibili a partecipare al lavoro di monitoraggio e di protezione dell’ambiente e della salute dell’area di Taranto; posso dire con estrema soddisfazione che la città di Taranto è finalmente entrata a pieno titolo nell’agenda del Governo e delle istituzioni competenti. In secondo luogo, abbiamo definito un modello metodologico di studio che supera la dicotomia fra questioni ambientali e aspetti che riguardano la salute; abbiamo condiviso con le istituzioni presenti la necessità di considerare come un corpo unico la tutela dell’ambiente e la tutela della salute dei cittadini. Questo per noi costituisce un enorme motivo di soddisfazione, sia perché acquisiamo competenze fondamentali per la risoluzione dei problemi di Taranto, sia perché, di fatto, significa che l’approccio del nostro lavoro, culminato con la legge sulla Valutazione del Danno Sanitario, va nella giusta direzione, nel momento in cui abbiamo deciso di porre al centro dei nostri interessi la salute e la qualità della vita dei cittadini.” “L’incontro si è concluso con l’impegno del Ministero della Salute, dell’Iss e dell’Ispra di condividere dati, metodologie di lavoro e risorse, per potenziare e qualificare le attività conoscitive attraverso la redazione congiunta di un Piano di Monitoraggio. Abbiamo infine condiviso l’esigenza – conclude l’assessore – di terminare la fase interlocutoria del lavoro entro la metà di dicembre, per poter subito entrare nell’operatività e avviare tutti quei processi di monitoraggio sui cittadini, sugli allevamenti e sulla catena alimentare, che consentiranno di acquisire un numero di informazioni sempre maggiore sullo stato di salute dei cittadini e dell’ambiente, utili alla definizione di un quadro ambientale pienamente compatibile con le esigenze di tutela della salute.”  
   
   
MILANO: INAUGURA AL PAC LA MOSTRA “ALBERTO GARUTTI. DIDASCALIA/CAPTION”  
 
 Milano, 20 novembre 2012 - Il Pac Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano presenta dal 17 novembre 2012 al 3 febbraio 2013 la mostra “Alberto Garutti. Didascalia / Caption”, la prima retrospettiva dell’artista italiano tra i più rilevanti della scena artistica contemporanea. La mostra, curata da Paola Nicolin e Hans Ulrich Obrist, è un arcipelago di oltre trenta opere di differente natura: una serie di lavori storici, una nuova produzione concepita appositamente per il Pac, alcune riattivazioni di opere recenti e i modelli di progetti mai realizzati. L’esposizione è attraversata da una molteplicità di linguaggi che vanno dalla fotografia alla scultura, dalla scrittura all’installazione, dal disegno al suono, dal video alla pittura, dalla conversazione all’insegnamento. Il percorso espositivo traccia così, per la prima volta, l’evoluzione della ricerca dell’artista dagli anni Settanta ad oggi. “Con questa mostra il Pac conferma il proprio ruolo di sede espositiva di grande prestigio e di livello internazionale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Stefano Boeri –. La selezione accurata della produzione di un grande artista come Alberto Garutti, infatti, unita ad una curatela di alto profilo, realizza una proposta culturale di eccellenza nel panorama non solo milanese, ma internazionale”. Dalla seconda metà degli anni Settanta in poi Alberto Garutti ha esplorato la dimensione narrativa e immateriale dell’opera d’arte. Nel corso di più di trenta anni di carriera, il suo lavoro testimonia un’attenzione crescente per la relazione tra la produzione di oggetti e il loro relazionarsi nello spazio sociale. Autore di alcuni tra i più efficaci progetti di arte pubblica in Italia e in Europa, Garutti a partire dalla fine degli anni Settanta in poi rielabora in forma autonoma e laterale la matrice concettuale e figurativa della generazione precedente. Se l’intreccio di mercato e committenza è al centro di lavori come “Campionario” - una serie di stampe digitali su fondo monocromo, iniziate nel 2007, sulle quali una sottile linea nera ricama distanze e relazioni tra luoghi della città cari al potenziale collezionista - è in “Orizzonti” - dipinti su vetro in bianco e nero, realizzati a partire dal 1987, di diverse dimensioni e misure, ognuno dei quali porta il nome del suo committente - che Garutti testimonia l’interesse per la sfera di relazioni sentimentali e professionali che formano “l’orizzonte vero della mia vita”. A partire dalla metà degli anni ’90 in poi, l’artista affianca al tema della relazione tra opera e committente l’interesse per la definizione di una metodologia critica nella produzione dell’opera d’arte in uno spazio pubblico. Il ruolo dell’artista nella città diventa così un nodo cruciale della sua pratica. Attraverso la realizzazione di lavori-manifesto come quello realizzato a Peccioli tra il 1994 e il 1997 – dove l’intervento dell’artista è consistito nel restaurare la facciata del teatro del borgo vicino a Pistoia e nell’installare una didascalia in pietra che recita “Dedicato ai ragazzi e alle ragazze che in questo piccolo teatro si innamorarono” – o come “Ai Nati Oggi” – realizzato in varie città dal 1998 al 2005, dove alcuni lampioni presenti in aree pubbliche sono stati collegati ai reparti di maternità cittadini in modo tale che la nascita di un bambino coincidesse con l’intensificarsi della luce dei lampioni della piazza, che aumentava per poi decrescere lentamente – l’artista lavora come un antropologo, capace di restituire il manufatto architettonico alla comunità e di interrogare se stesso attraverso lo studio degli altri. Tutta la mostra è attraversata da uno degli elementi caratterizzanti il lavoro dell’artista, l’uso multiforme della didascalia come modalità di diffusione delle opere al pubblico e come meccanismo attivatore di relazioni tra lo spettatore e i contenuti dell’opera. L’esposizione entra in stretta relazione con “Fuoriclasse. 20 anni di arte italiana nei corsi di Alberto Garutti”, la collettiva a cura di Luca Cerizza allestita fino al 9 dicembre 2012 alla Gam di Milano, a pochi passi dal Padiglione d’Arte Contemporanea. L’unicità dell’approccio didattico sviluppato da Garutti in decenni di insegnamento presso le Accademie di Brera, di Bologna e all’Università Iuav di Venezia è parte integrante del suo lavoro e si configura soprattutto come esperienza viva e in evoluzione, raccontata alla Gam attraverso una selezione di lavori di 60 artisti che hanno frequentato i suoi corsi. Le due mostre risultano così complementari e concorrono a restituire una visione il più possibile completa della metodologia dell’artista. Il Pac ha in programma attività didattiche gratuite per avvicinare il suo pubblico alle opere dell’artista: sono previste anche per la mostra di Alberto Garutti visite guidate per adulti e laboratori per bambini e ragazzi, ideati e organizzati da Marte e realizzate con il contributo del Gruppo Coop Lombardia.  
   
   
ATLETA LOMBARDA CONQUISTA TITOLO ITALIANO DI PARACLIMB  
 
Milano, 20 novembre 2012 "Sono molto orgoglioso per l´ennesimo successo che gli atleti paralimpici lombardi ci hanno regalato in questo 2012 davvero ricco di soddisfazioni. Dopo la messe di medaglie conquistate a Londra e nel prosieguo della stagione, la Lombardia ha messo in bacheca un altro alloro in campo nazionale". Così l´assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia Filippo Grassia commenta la notizia che l´atleta milanese Silvia Parente ha conquistato il Titolo italiano di arrampicata sportiva (paraclimb), categoria non vedenti, ai Campionati italiani disputati a Pistoia domenica 18 novembre. "Alla plurititolata climber e sciatrice milanese - prosegue l´assessore - va tutta la mia ammirazione. Niente quanto lo scalare una parete può essere simbolicamente associato al superamento di un ostacolo, dunque auspico che questo risultato possa essere da stimolo a tutte quelle persone con disabilità, che affrontano con fatica gli ostacoli della vita di tutti i giorni". Silvia Parente, nata a Milano nel 1969, è una delle più titolate atlete dello sport paralimpico italiano. Tra i suoi successi ci sono: un oro e un argento ai Mondiali 2011 di Arco (Tn) e un argento ai Mondiali 2012 di Parigi nell´arrampicata sportiva; un oro e tre bronzi alle Paralimpiadi 2006 di Torino e un bronzo alle Paralimpiadi 1994 di Lillehammer nello sci alpino.