Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 MODA E TENDENZE ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Aprile 2010
FILMATA LA DIVISIONE CELLULARE  
 
Bruxelles, 8 aprile 2010 - Scienziati finanziati dall´Unione europea hanno realizzato quasi 200.000 filmati che rivelano i geni umani coinvolti in una serie di funzioni, tra cui uno dei processi fondamentali della vita: la divisione cellulare I dettagli del loro lavoro pionieristico sono pubblicati su Nature. Il progetto Mitocheck ("Regulation of mitosis by phosphorylation - a combined functional genomics, proteomics and chemical biology approach") ha ricevuto dall´Ue un finanziamento di 8,58 milioni di euro attraverso l´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq). I filmati registrati dai partner del consorzio -composto da 10 membri, tra cui il Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl) in Germania - hanno permesso agli scienziati di identificare centinaia di geni coinvolti nella mitosi (la forma più comune di divisione cellulare negli esseri umani). "Senza la mitosi, non succede davvero nulla nella vita - ha spiegato il dottor Jan Ellenberg dell´Embl - e quando nella mitosi qualcosa va storto, ne conseguono gravi difetti come ad esempio il cancro". Per scoprire quale dei 22.000 geni in ogni cellula umana sono specificamente legati alla mitosi, il team ha utilizzato la Rna (acido ribonucleico) interferenza per "silenziare" (o disattivare) i singoli geni e inserirli uno alla volta in una serie diversa di cellule. I ricercatori hanno poi filmato queste cellule al microscopio lungo un periodo di 48 ore, producendo decine di migliaia di filmati in moviola che mostravano i dettagli della mitosi in corso. Questo volume immenso di materiale video è stato elaborato attraverso un nuovo programma informatico appositamente creato per il progetto. Gli scienziati sono riusciti così a determinare che quasi 600 dei nostri 22.000 geni svolgono un ruolo nella mitosi. Il passo successivo per il team sarà quello di studiare come questi 600 geni agiscono a livello molecolare. Nell´ambito del follow-up del progetto Mitosys, che è finanziato nell´ambito del Settimo programma quadro (7° Pq), i ricercatori esamineranno inoltre come questi geni agiscono nelle cellule sane e in certi tumori. Lo studio potrebbe eventualmente individuare marcatori che potrebbero favorire la diagnosi e condurre a trattamenti e cure migliori. Il consorzio Mitocheck ha reso disponibili online tutti i filmati e i dati delle analisi prodotti nello studio, e continuerà a farlo anche per i lavori successivi. "Il risultato finale è che ora disponiamo di un´immensa risorsa per la comunità scientifica", ha detto il dottor Ellenberg. "Gli scienziati possono andare al sito web, digitare il nome del loro gene preferito e guardare cosa succede quando esso viene messo a tacere. Inoltre possono scoprire quali altri geni provocano effetti simili, e tutto cliccando semplicemente con il mouse, invece di mesi o anni di lavoro in laboratorio!". La nuova metodologia di silenziamento dei geni creata nell´ambito del progetto è già stata utilizzata più volte dalla comunità scientifica. "Un anno dopo aver sviluppato questi nuovi microarray siRna, essi vengono già usati da oltre 10 gruppi di ricerca in tutta Europa", ha spiegato il dottor Rainer Pepperkok dell´Embl. Sono anche stati pubblicati su Science i risultati di uno studio parallelo condotto dallo stesso team sulle proteine codificate dai 600 geni. Per maggiori informazioni, visitare: Nature: http://www.Nature.com/nature  Mitocheck: http://www.Mitocheck.org/  Laboratorio europeo di biologia molecolare: http://www.Embl.de/    
   
   
UCCELLO CANTERINO PER CAPIRE I COLLEGAMENTI DEL NOSTRO CERVELLO  
 
Bruxelles, 8 aprile 2010 - Un team internazionale di ricercatori ha sequenziato il genoma del diamante mandarino (Taeniopygia guttata). È solo la seconda volta in assoluto che gli scienziati sono riusciti a sequenziare il genoma di un uccello (il primo è stato quello del pollo) e la prima volta che è stato sequenziato il genoma di un uccello canterino. Il genoma del diamante mandarino ci offre ora l´opportunità straordinaria di capire la nostra genetica nonché i meccanismi che sono alla base di alcuni tratti particolari degli uccelli. I risultati dello studio sono pubblicati su Nature. Lo studio, che ha coinvolto 20 istituti in Germania, Israele, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti, ha rivelato che una porzione significativa del Dna (acido desossiribonucleico) dell´uccello australiano è dedicato al canto e e all´ascolto di melodie. Il canto può anche essere brevissimo, ma il processo coinvolto è profondamente complesso, con 800 geni impegnati nell´atto di cantare. Per di più, come gli esseri umani (e solo pochi altri animali, come le balene e gli elefanti), il giovane diamante mandarino maschio impara a comunicare dai propri genitori (e non l´istinto), e in particolare dal padre, dal momento che il canto è quasi sempre un´attività maschile. La decodifica del genoma del diamante mandarino è di fondamentale importanza per la neuroscienza umana", scrivono gli autori. Dal momento che molti geni di questo uccello sono presenti negli esseri umani, il genoma del diamante mandarino è un mezzo importante per capire il nostro processo di apprendimento vocale. Ciò potrebbe in ultima analisi portare ad una maggiore comprensione delle origini genetiche e molecolari dei disordini del linguaggio, come quelli legati all´autismo, all´ictus, alla balbuzie e alla malattia di Parkinson. "Ora possiamo approfondire lo studio del genoma, non solo per quanto riguarda i geni coinvolti nell´apprendimento vocale, ma anche dei modi complessi in cui sono regolati", dice il dottor Richard K. Wilson, dell´Università di Washington, negli Stati Uniti. "Ci sono molti livelli di complessità che iniziamo soltanto ora a vedere. Queste informazioni forniscono indizi su come avviene l´apprendimento vocale al livello molecolare di base negli uccelli e nell´uomo". Al di là dell´apprendimento, le nuove informazioni potrebbero far luce sull´immunità e persino sulla fertilità umana. Il team dell´Università di Sheffield (uno dei sette istituti britannici che partecipano alla ricerca) ha scoperto che esiste una componente genetica nella lunghezza e nella velocità degli spermatozoi del diamante mandarino. Il dottor Jon Slate, della stessa università, commenta: "È ora possibile scoprire i geni che spiegano queste differenze di fertilità, ed è probabile che gli stessi geni abbiano effetti simili negli esseri umani". Il genoma del diamante mandarino ha anche chiarito molti aspetti della biologia e dell´evoluzione degli uccelli, e ha permesso il confronto tra varie specie di uccelli. Il professor Darren Griffin, dell´Università del Kent nel Regno Unito, ha detto che una delle principali scoperte è stata la base genetica di molte delle differenze esistenti tra il pollo e il diamante mandarino. "È evidente che i due uccelli sono molto diversi, ma le prove finora disponibili suggerivano che i loro genomi fossero effettivamente molto simili. Di fatto, abbiamo chiarito che questo non è affatto vero". Per maggiori informazioni, visitare: Nature: http://www.Nature.com/  University of Sheffield: http://www.Sheffield.ac.uk/  University of Kent: http://www.Kent.ac.uk/  Washington University in St Louis: http://www.Wustl.edu/    
   
   
RU486, PRONTI I PROTOCOLLI ATTUATIVI REGIONALI DELLA OMBARDIA DOCUMENTO VARATO DA SPECIALISTI DI OSTETRICIA E GINECOLOGIA PROCEDURA CON CONSENSO INFORMATO E ASSISTENZA IN OSPEDALE  
 
 Milano, 8 aprile 2010 - Sono pronti i protocolli attuativi per l´utilizzo della Ru486. Il documento è stato definitivamente messo a punto oggi, presso la Direzione generale Sanità, in un incontro con i rappresentanti della Società scientifica di Ostetricia e Ginecologia lombarda, sulla base di una bozza già condivisa dai responsabili di Ostetricia e Ginecologia degli ospedali pubblici di Milano, appena prima di Pasqua. In particolare è stato condiviso favorevolmente dal dr. Frigerio e dal dr. Ferrazzi, rispettivamente presidente e vicepresidente della Società lombarda di Ostetricia e Ginecologia. Già domani i testi verranno trasmessi a tutte le aziende ospedaliere lombarde come informativa per i propri reparti. "Scopo di questo lavoro - spiega una Nota di Regione Lombardia - è stabilire le modalità concrete per l´utilizzo della Ru486, che deve svolgersi nel pieno rispetto della legge 194, come peraltro già stabilito dalla Giunta regionale a dicembre. E´ stata affidata la definizione di queste procedure ai responsabili delle Unità operative di ostetricia-ginecologia degli ospedali lombardi, nel rispetto delle competenze e responsabilità di ciascuno. Si tratta di un lavoro che ha permesso di definire in maniera accurata le modalità di informazione alla donna circa l´impiego della Ru486, della sua pericolosità, del necessario consenso informato e del percorso diagnostico terapeutico". Questi alcuni dei punti principali: L´interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico deve svolgersi entro la settima settimana (49mo giorno dall´inizio dell´ultima mestruazione). - La procedura prevede la somministrazione di due farmaci (il Mefiprestone), seguito dopo due giorni da un medicinale della famiglia delle prostaglandine. Nel 95% dei casi infatti la sola pillola Ru486 non è sufficiente a provocare l´aborto. - I due farmaci hanno efficacia in circa il 95% dei casi; nel 5% dei casi l´aborto può essere incompleto e quindi è necessario effettuare un raschiamento uterino. - Come per tutte le procedure mediche esistono dei rischi connessi al trattamento. Le complicanze gravi sono rare. In 4 anni di osservazione (2000-2004) negli Stati Uniti sono stati segnalati all´agenzia governativa per la sorveglianza sugli effetti indesiderati dei farmaci (Fda) 237 emorragie, 66 casi di infezioni uterine. Dal 2001 sono 17 le morti materne registrate in Usa, Canada, Gran Bretagna, Francia e Svezia. E´ stata segnalata la possibilità di un sanguinamento uterino molto abbondante al momento dell´espulsione del materiale abortivo e anche della comparsa di infezioni da curare con antibiotici. - E´ necessario restare in ospedale, con un´attenta sorveglianza sanitaria, nelle ore dopo la somministrazione delle prostaglandine, in modo di ricevere un´assistenza immediata se si verifica un´emorragia importante. E´ necessario attenersi con scrupolo alle indicazioni prescritte alla dimissione, anche per ridurre i rischi di infezioni uterine. - Le donne che decidessero di lasciare l´ospedale dopo la somministrazione della prostaglandina, contro il parere dei sanitari e contro quanto previsto dall´Agenzia Italiana del Farmaco, andranno incontro alla possibilità che l´aborto avvenga fuori dall´ospedale con possibili gravi rischi per la salute.  
   
   
LIGURIA: DECISA SOMMINISTRAZIONE RU486, ADOTTATE LINEE GUIDA MINISTERIALI  
 
Genova, 8 aprile 2010 - La somministrazione della pillola abortiva Ru486 avverrà in regime di ricovero ordinario secondo le linee guida ministeriali e sulla base di un preciso protocollo concordato per tutta la regione. Lo hanno comunicato il direttore dell’agenzia regionale sanitaria, Franco Bonanni e Pierluigi Venturini, direttore del dipartimento di ginecologia e ostetricia dell’Università di Genova al termine della riunione con i primari ginecologi della rete ginecologica ligure. Nell’incontro di quest’oggi, a cui erano presenti tutti i 12 direttori delle unità operative regionali di ginecologia sia universitari che ospedalieri, è stato deciso dunque che il ricovero della donna intenzionata a sottoporsi al trattamento abortivo farmacologico durerà tre giorni per consentire l’applicazione in piena sicurezza. “La Liguria – ha sottolineato il prof. Pierluigi Venturini, coordinatore della rete ginecologica regionale – è sempre stata sensibile al problema dell’interruzione di gravidanza e l’istituzione dei consultori è stato da sempre il fiore all’occhiello dell’organizzazione sanitaria ligure”. “L’utilizzo della Ru486 – ha spiegato Venturini - deve avvenire entro le sette settimane dall’ultima mestruazione per garantire la massima sicurezza per la donna e la sua corretta applicazione”. Dalla richiesta della donna di interrompere la gravidanza ci sono 7 giorni di tempo obbligatori previsti dalla legge 194 per prevedere il posto letto e consentire alle farmacie ospedaliere di procurarsi il farmaco. Dalla riunione di ieri mattina partirà il coinvolgimento delle direzioni sanitarie per consentire la predisposizione dei posti letto e un’opportuna informazione alle donne, intenzionate a seguire il metodo farmacologico attraverso sia i medici di medicina generale, sia i consultori. “La riunione di quest’oggi – ha concluso il direttore dell’agenzia sanitaria regionale, Franco Bonanni – dimostra l’applicazione del piano sanitario ligure attraverso le reti; a distanza di poche ore dalla convocazione, tutti i ginecologi responsabili di unità operative si sono riuniti per stabilire l’inizio della procedura per dare un servizio di qualità e in sicurezza”.  
   
   
SALUTE FVG: PRESENTATO L’ "ATLANTE MALATTIE PROFESSIONALI"  
 
Trieste, 8 aprile 2010 - Sono circa 1.200 le malattie professionali che si registrano annualmente in Friuli Venezia Giulia, un dato che nell´ultimo periodo, nell´arco temporale cioè che va dal 2000 al 2007, è rimasto sostanzialmente stabile. È quanto emerge dall´"Atlante delle malattie professionali", un documento elaborato dalla Regione e presentato ieri a Trieste in un incontro con la stampa dall´assessore alla Salute e alla Protezione sociale Vladimir Kosic. È la prima volta che viene condotta un´elaborazione statistica così approfondita sul fenomeno delle cosiddette "tecnopatie" in Friuli Venezia Giulia, sulla base dei dati amministrativi in possesso dell´Inail. Nell´"atlante" i dati sono proposti per l´intero territorio regionale e poi anche suddivisi fra le aree di competenza delle diverse Aziende sanitarie. Un documento tanto più importante, quello presentato oggi, se si pensa che il fenomeno delle malattie professionali, come ha osservato l´assessore Kosic, ha un´incidenza sociale e sulla salute molto superiore rispetto a quella degli infortuni sul lavoro, di cui si parla invece molto più spesso. Sebbene si registrino solo quattro "tecnopatie" ogni cento infortuni, quelle con esito mortale sono tre volte superiori alle morti per infortunio. Il principio che ha ispirato il lavoro di ricerca condotto dagli uffici regionali è quello di "conoscere per intervenire". "Solo la conoscenza del fenomeno - ha detto Kosic - ci permette di intervenire in modo efficace per migliorare le condizioni dei nostri lavoratori, solo i dati ci consentono di porre le premesse per un lavoro di prevenzione in modo da evitare i pericoli e i fattori di rischio. La denuncia deve lasciare il posto alla progettualità". Nel periodo preso in esame dalla ricerca, le malattie professionali sono rimaste stabili come numero, ma è cambiata la composizione. Sono in calo le cosiddette malattie "tabellate", quelle cioè espressamente previste per legge e inserite nelle tabelle dell´Inail, a fronte di un aumento di quelle "non tabellate", malattie cioè di tipo nuovo rispetto alle norme codificate. Quest´evoluzione è la risultante di due tendenze: da un lato, le malattie "tabellate" diminuiscono proprio perché la consapevolezza del rapporto tra una specifica patologia e l´ambiente del lavoro ha consentito di intervenire con efficaci strumenti di prevenzione, come dimostra per esempio il calo delle denunce nel settore della lavorazione del legno; dall´altro, l´aumento delle malattie "non tabellate" dimostra la crescente consapevolezza dei lavoratori sull´origine professionale dei loro problemi di salute. Le patologie più frequenti restano l´ipoacusia e la sordità, mentre in aumento risultano quelle di tipo osteoarticolare. In calo invece le malattie dell´apparato respiratorio e le malattie infettive, proprio come risultato del miglioramento delle condizioni di lavoro. Nel periodo 2000-2007 sono stati registrati anche quasi 500 casi di tumore da amianto. Quanto all´analisi territoriale, nelle aree delle Aziende sanitarie "Triestina" e "Isontina" (province di Trieste e Gorizia) il numero delle malattie professionali risulta superiore a quello degli infortuni sul lavoro, a differenza delle altre Aziende, in particolare quelle del "Friuli occidentale" e "Medio Friuli".  
   
   
ASM BASILICATA: CORSO FORMAZIONE SU CARDIOLOGIA, ALIMENTAZIONE E SPORT  
 
Potenza, 8 aprile 2010 – Viene presentato oggi alle 11,00, presso l’unità operativa di angiologia nel Dipartimento funzionale di cardiologia, un corso di formazione per Medici, Infermieri, Professori ed Insegnanti dal tema“ Come Formare i giovani consumatori: una corretta educazione alimentare ed una buona attività fisica oggi, per un futuro più sano”. Il corso prenderà il via sabato 10 a partire dalle 8,30 presso l’Istituto Tecnico Commerciale “Loperfido” di Matera, ed è stato organizzato dalla Fondazione per il Tuo Cuore, la Fondazione dell’Anmco (Associazione nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri). Si tratta di un corso didattico che la Fondazione ha organizzato a Milano per il Centro Nord ed a Matera per il Centro-sud, a testimoniare anche la validità dell’impegno che l’unità operativa di Angiologia, insieme all’Associazione Amici del Cuore di Grassano, stanno portando avanti da anni in vari Istituti Scolastici di Matera e Grassano sul tema della Prevenzione Cardiovascolare a partire dallo Stile di Vita. Il corso è rivolto alle insegnanti della Scuola Materna, della Scuola Elementare, ai Professori della Scuola Media Inferiore e Superiore, ad un numero ristretto di infermieri e medici non solo dell’Asm, ma con possibilità di iscrizione aperta al comprensorio al quale si rivolge il corso. Il corso prevede una parte teorica ed una parte pratica in palestra, per individuare modalità e strumenti utili al raggiungimento degli obiettivi prefissati.  
   
   
ARCHEOLOGI TROVANO INDIZI SULLA COMPARSA DEL PRIMO UOMO MODERNO  
 
Bruxelles, 8 aprile 2010 - Alcuni nuovi ritrovamenti presso un sito di escavazione in Spagna stanno infiammando un acceso dibattito tra paleontologi e archeologi sul momento esatto in cui l´uomo di Neanderthal è scomparso ed è stato rimpiazzato dai primi esseri umani anatomicamente moderni. La ricerca, condotta da un´équipe del Centro per gli studi sul patrimonio archeologico preistorico dell´Universitat Autònoma de Barcelona e pubblicata sul Journal of Human Evolution, fissa la transizione in un periodo compreso tra 34.000 e 32.000 anni fa e supporta l´ipotesi che le due specie non abbiano interagito né convissuto. Gli archeologi hanno condotto la propria ricerca in un sito chiamato Cova Gran, nei Pirenei sudorientali in Catalogna (Spagna), in passato popolato in momenti diversi da uomini di Neanderthal e umani moderni. Con una superficie complessiva di 2.500 metri quadrati, Cova Gran è una vera rarità per gli archeologi. I siti che sono stati "luoghi di transizione" sono cruciali per paleontologi e archeologi poiché offrono loro l´opportunità di tracciare lo sviluppo della specie umana. L´équipe di ricerca ha scavato una vasta area della Cova Gran e in questo modo ha potuto ricostruire il modo in cui vivevano i suoi precedenti abitanti. Sono stati rinvenuti numerosi reperti in ottimo stato di conservazione, tra cui alcuni utensili, risalenti sia al Paleolitico medio (tra 300.000 e 30.000 anni fa) e al Paleolitico superiore (tra 40.000 e 10.000 anni fa). Analizzando il modo in cui erano forgiati gli utensili, gli studiosi hanno potuto identificare le diverse specie interessate. Le differenze nella fattura degli utensili è segno che sono stati realizzati da specie diverse. I risultati delle scoperte dell´area di Cova Gran, che sono stati ottenuti con la datazione al carbonio 14 (14C), dimostrano che l´area è stata abitata da diversi tipi di ominidi, tra cui l´uomo di Neanderthal e gli umani "moderni" , in diversi periodi della preistoria. Questi esseri seguivano stili di vita piuttosto simili: andavano a caccia, raccoglievano bacche, producevano utensili e conoscevano l´uso del fuoco. Ma utilizzavano tecniche e materiali molto diversi nel loro quotidiano. Il metodo di datazione al carbonio 14 ha consentito di stabilire che i reperti trovati nel sito hanno tra 34.000 e 32.000 anni e risalgono al periodo in cui si ritiene che l´uomo di Neanderthal si sia estinto e abbia lasciato il passo all´uomo moderno. Questo dà fondamento agli indizi provenienti da scavi effettuati in altri siti europei, dove sono stati osservati risultati simili, e corrobora l´ipotesi che le due specie non abbiano interagito anche se forse hanno abitato nella stessa area in un periodo compreso tra 40.000 e 30.000 anni fa, generalmente noto come periodo di transizione dal medio all´alto Paleolitico. Tra gli altri reperti rinvenuti a Cova Gran figurano anche conchiglie perforate di lumache di mare. Questi ornamenti segnalano l´esistenza di capacità cognitive di cui non è stata ancora trovata traccia per il Paleolitico medio. Oltre a offrire alcuni indizi sulle loro strutture e identità sociali, la presenza delle conchiglie perforate indica che l´Homo sapiens potrebbe aver viaggiato su grandi distanze e che aveva reti sociali che consentivano la circolazione di questo tipo di oggetti. Per maggiori informazioni, visitare: Universitat Autònoma de Barcelona: http://www.Uab.es/  Journal of Human Evolution: http://www.Elsevier.com/wps/find/journaldescription.cws_home/622882/description    
   
   
POTENZA, UPDATE IN ANDROLOGIA AL S. CARLO: TRE GIORNI CON GLI ESPERTI  
 
Potenza, 8 aprile 2010 – Oggi prende il via l´Update in Andrologia organizzato dal Centro di Andrologia dell´Azienda Ospedaliera "San Carlo" di Potenza. Il meeting, organizzato dalla Dott.ssa Angela Vita, Responsabile dell´U.o. E coordinatore della sezione Apulo-lucana della Società Italiana di Andrologia, durerà tre giorni e vedrà la partecipazione di numerosi esperti provenienti da diversi Centri italiani che si confronteranno sulle principali patologie andrologiche e sulle ultime novità in campo chirurgico, oncologico e preventivo. Il meeting si svolgerà presso l´auditorium del San Carlo e avrà inizio giovedì 8 aprile alle ore 16.00. Dopo il benvenuto delle autorità, saranno presenti il Direttore Generale del San Carlo, Ing. Giovanni De Costanzo, l´assessore alla Sanità, Antonio Potenza, l´assessore alla Pubblica Istruzione, Avv. Massimo Molinari, il Presidente dell´Ordine dei medici, Dott. Enrico Mazzeo Cicchetti, il presidente della Società Italiana di Andrologia, Dott. Vincenzo Gentile, si aprirà una tavola rotonda sul tema prevenzione e territorio. Il dibattito, aperto al pubblico, si focalizzerà soprattutto sul ruolo della prevenzione nelle scuole. Quest´anno, infatti, il Centro di Andrologia del San Carlo ha aderito, in collaborazione con il Comune di Potenza e la Società Italiana di Andrologia, ad un progetto nazionale di prevenzione andrologica rivolto alla popolazione scolastica maschile tra i 16 e i 18 anni, che mira a fornire ai giovani la possibilità di tutelare la propria salute riproduttiva e sessuale. "L´andrologo a scuola", questo è il nome del progetto, ha già evidenziato importanti risultati: basti pensare che un diciottenne su tre presenta problemi andrologici con ripercussioni sulla fertilità e complicazioni alla sfera sessuale. L´infertilità maschile, l´eiaculazione precoce, la pubertà precoce, il varicocele, il tumore del testicolo, sono tutte patologie spesso prevenibili e molto spesso curabili. E´ fondamentale quindi che l´educazione andrologica diventi parte integrante della formazione culturale scolastica, nel tentativo di compensare anche quell´indagine sanitaria un tempo svolta dalla visita medica di leva. Si è cercato inoltre, attraverso tale progetto, di far emergere stili di vita, fumo, alcool, droghe, metodiche anticoncezionali, informazioni sulla prevenzione e, allo stesso tempo, di sensibilizzare i giovani verso la scelta di usufruire della possibilità di effettuare controlli andrologici. La giornata di venerdì 9 aprile sarà interamente dedicata alla chirurgia in diretta. I principali chirurghi androloghi presenti al meeting, tra cui il Dott. Giovanni Alei, il Dott. Francesco Sasso, il Dott. Luigi Cormio, il Dott. Alesandro Zucchi, si alterneranno nelle sale operatorie, in presa diretta con l´auditorium, ed effettueranno vari interventi di chirurgia genitale e chirurgia estetica-genitale. Contemporaneamente sarà affrontato il problema dell´induratio penis e delle più moderne e innovative terapie mediche. L´ultima giornata dell´Update sarà dedicata all´oncologia andrologica e alla patologia dell´eiaculazione precoce, patologia sempre più emergente soprattutto nella popolazione giovanile, ed oggi di facile risoluzione, nella quasi totalità dei pazienti, grazie a terapie combinate farmacologiche e sessuologiche.  
   
   
BOLZANO: CONFERENZE SULLE DONNE A LAIVES E LUSON IL 14 APRILE  
 
Bolzano, 8 aprile 2010 - Mercoledì 14 aprile 2010, alle ore 20.00, presso la Sala Comunale di Laives si terrà la conferenza "Quando il cibo divenata un´ossessione" con Raffaella Vanzetta. Alla stessa ora presso la Biblioteca a Luson Rosmarie Oberhammer parlerà delle differenze fra uomo e donna nei sintomi dell´infarto. Ingresso libero. È un´iniziativa del Comitato provinciale pari opportunità e del Servizio donna. Il Comitato provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna della Provincia organizzano in varie località altoatesine una serie di conferenze su temi specifici legati al mondo femminile. Alcune conferenze saranno tenute in tedesco ed altre in italiano. Gli incontri si svolgono in collaborazione con i rispettivi Comuni ed in particolare con le consigliere comunali e le associazioni femminili locali. L´obiettivo dell´iniziativa è quello di creare contatti con donne da tutte le parti della provincia e incentivare la collaborazione con le organizzazioni femminili e le rappresentanti politiche a livello locale. Nell´ambito di questa iniziativa, nelle conferenza programmate per mercoledì 14 aprile 2010, alle ore 20.00, a Laives e Luson si parlerà di disturbi alimentari e delle differenze fra uomo e donna nell´ambito dell´approccio medico. Presso la Sala comunale a Laives, in collaborazione con il Comune, si terrà una conferenza (in italiano) sui disturbi del comportamento alimentare e sui modi più adatti di parlarne con famigliari e amici per capire il problema. Relatrice sarà la psicoterapeuta Raffaella Vanzetta. Sarà anche proposto un filmato prodotto dal Centro per i disturbi del comportamento alimentare Infes. A Luson presso la Biblioteca Rosmarie Oberhammer, medico specialista, affronterà il tema della differenza fra uomo e donna nell´ambito del trattamento sanitario prendendo ad esempio i differenti sintomi che uomo e donna presentano in caso di infarto. La domanda che la relatrice pone è se la medicina tiene debitamente conto di queste differenze. L´ingresso è libero.  
   
   
UDINE: PRESENTATA LA 6^ EDIZIONE DEL RAPPORTO SUL SOCIALE NEL 2008 LE PERSONE A CARICO DEI SERVIZI SOCIALI SONO STATE 15.594 PER UNA SPESA PARI A QUASI 85 MILIONI DI EURO  
 
Udine, 8 aprile 2010 - A livello provinciale gli utenti in carico ai servizi sociali nel corso del 2008 sono stati 15.594. Sul totale, il numero di utenti riguarda l’Alto Friuli nel 13,9% dei casi, il Medio Friuli nel 68,9% e il Basso Friuli nel 16,9%. Osservando il peso delle diverse tipologie d’età rispetto al totale degli utenti dei servizi sociali, i minori rappresentano il 20,1%. Complessivamente, nel corso del 2008, la spesa sociale nel territorio della provincia di Udine sostenuta dai singoli Comuni o in forma associata tramite gli Ambiti distrettuali ammonta a quasi 85 milioni di euro. Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto “I dati sociali in provincia di Udine 2009” realizzato dall’Osservatorio delle politiche sociali della Provincia. «Il rapporto, giunto quest’anno alla sua sesta edizione – ha spiegato l’assessore alle politiche sociali Adriano Piuzzi -, ha l’obiettivo di contribuire all’orientamento delle attività di pianificazione degli enti locali mettendo a disposizione elementi di descrizione e analisi della situazione sociale. La validità e l’attualità di questo strumento messo a disposizione dall’Osservatorio è più che mai evidente anche alla luce dell’attuale situazione economica. Agli amministratori infatti viene messo a disposizione un utile strumento sull’utenza del Servizio Sociale, sui motivi di accesso ai servizi e sulla spesa sociale sostenuta. La rilevazione dei dati sociali – ha concluso - è un’esperienza originale e unica a livello regionale». Nel corso del 2008 gli adulti in carico al Servizio Sociale dei Comuni erano il 34% del totale dell’utenza in carico ai servizi sociali. Le problematiche di accesso per gli utenti adulti indicano a livello medio provinciale una presa in carico da parte del servizio sociale dovuta principalmente a motivazioni di precarietà economica, abitativa e lavorativa, con una percentuale pari quasi alla metà dei casi (46,6%). A seguire si riscontrano problematiche connesse ad una situazione di non autosufficienza parziale o totale (18,7%) e di disabilità (11,9%). Le prese in carico da parte dei servizi per motivi di disagio psicologico e familiare riguardano il 9,6% dei casi e le dipendenze e il disagio psichiatrico l’8%. Gli anziani in carico al Servizio Sociale dei Comuni, infine, nel corso del 2008 sono la categoria di utenza più rilevante per i servizi sociali: rappresentano il 46% dell’utenza registrata nel corso del 2008 (complessivamente 7.156). Risulta in carico ai servizi sociali il 5,9% dei residenti con un’età maggiore di 65 anni. L’incidenza media appare più elevata nei territori di San Daniele (9,5%) e di Gemona (8,3%), mentre è più contenuta nei territori della bassa friulana (4,3%). Infine, in riferimento alle problematiche segnalate per la presa in carico da parte dei servizi sociali, gli utenti anziani sono prevalentemente persone per le quali è venuta meno la condizione di autosufficienza in misura parziale o totale (nel 92,3% degli utenti in carico) e che, dunque, beneficiano principalmente di interventi di assistenza domiciliare o di contributi per l’assistenza. Il 5% soffre di precarietà economica e il 2,5 di disagio psicologico e familiare. Come detto, nel corso del 2008, la spesa sociale nel territorio della provincia di Udine sostenuta dai singoli Comuni o in forma associata tramite gli Ambiti distrettuali ammonta a quasi 85 milioni di euro. Un peso più significativo della spesa sociale afferente all’area adulti (35,5% della spesa) e all’area anziani (29,8%). La spesa sociale rivolta ai minori ammonta invece al 24,4% della spesa complessiva, mentre la restante quota del 10,2% è destinata a spese di carattere trasversale. Rispetto all’anno scorso, la spesa sociale per l’area adulti è salita di 8 punti, nel 2007 era infatti pari al 27,2%. La spesa a favore dei minori raggiunge la quota più rilevante nei territori di Latisana (33,5%) e di Cividale (32,3%) mentre è più bassa nell’udinese (16,5%) dove si registra invece una quota di spesa sociale a favore degli adulti molto alta (43,2%), così come a Cervignano (40,1%) e a Codroipo (35,8%). La quota di spesa a favore dell’utenza anziana è significativamente maggiore nel territorio del Gemonese (36%). La spesa sociale media pro-capite provinciale, calcolo effettuato rapportando la spesa complessiva del 2008 con il totale della popolazione residente al 1° gennaio 2009 per Ambito distrettuale, si attesta intorno a 157 euro per abitante, andando da un massimo di 187,5 euro nell’Ambito di Latisana, ad un minimo di 114 euro nell’Ambito distrettuale di San Daniele.  
   
   
BOLZANO: "DATTI UNA MOSSA E VINCI LA PIGRIZIA", NUOVA CAMPAGNA PER L´ATTIVITÀ FISICA  
 
Bolzano, 8 aprile 2010 - La giornata mondiale della sanità (7 aprile) coincide con l’avvio di una campagna per promuovere l´attività fisica intitolata "Datti una mossa e vinci la pigrizia". L´iniziativa è stata presentata dall´assessore provinciale Richard Theiner e dai vertici della fondazione Vital. Tre i progetti al via: "Camminare insieme", "Al lavoro in bicicletta" e "Conta che ti passa", che prevede la distribuzione di ben 26mila contapassi. L´attività fisica svolta regolarmente, insieme alla dieta, è il pilastro di una buona salute, eppure, quasi la metà degli altoatesini continua a muoversi troppo poco. Questa consapevolezza ha spinto la fondazione Vital e l´Assessorato provinciale alla sanità ad avviare una campagna per promuovere l’esercizio fisico. "L´alto Adige è una terra che offre i presupposti ottimali per svolgere attività fisica - ha sottolineato Richard Theiner - basti pensare alla bellezza del paesaggio, alle centinaia di chilometri di sentieri e piste ciclabili, alle strutture ricreative e alle molte società sportive". E´ scientificamente dimostrato che l´esercizio fisico riduce il rischio di contrarre patologie cardiocircolatorie, diabete, ipertensione e malattie dell´apparato muscolo-scheletrico, e aiuta a prevenire l´osteoporosi, migliorando al tempo stesso il benessere psichico. Per indurre anche i più restii ad alzarsi dalla poltrona e a "darsi una mossa", a partire da maggio le Casse rurali altoatesine e tutte le filiali della Banca Popolare e della Cassa di Risparmio distribuiranno gratuitamente 26mila contapassi. "In questo modo - ha proseguito Theiner - diamo a tutti la possibilità di conoscere la quantità di movimento svolta giorno per giorno, motivando le persone a fare di più per la propria salute". La distribuzione dei contapassi da parte dei tre istituti di credito è collegata ad un concorso a premi. Su un sito web dedicato all´iniziativa, ogni cittadino potrà inserire giorno per giorno i passi contati, e tenere cosí una sorta di diario personale dell´attività fisica compiuta. Da maggio a novembre, fra tutti coloro che avranno inserito i passi compiuti nel sito della Fondazione Vital www.Fondazionevital.it/ , ogni mese saranno sorteggiati alcuni vincitori che riceveranno un cesto di prodotti di qualità dell´Alto Adige. La seconda iniziativa per promuovere l´attività fisica è "Camminare insieme", che da diversi anni, ogni settimana, fa incontrare centinaia di escursionisti, la maggior parte dei quali anziani. La novità è invece rappresentata dal progetto "Al lavoro in bicicletta": si tratta di un invito alle aziende a creare i presupposti affinchè i loro dipendenti scelgano di recarsi al lavoro in bici. Il progetto prende il via il 15 aprile, e fino al 15 giugno le aziende interessate possono iscriversi al concorso: i progetti migliori verranno premiati.  
   
   
COMBATTERE IL TUMORE ALL’UTERO: SE NE PARLA OGGI IN PROVINCIA DI PESCARA  
 
Pescara, 8 aprile 2010 – Oggi le donne di Pescara hanno la possibilità di conoscere nei dettali i vantaggi del test Hpv Dna, nel corso dell’incontro pubblico organizzato dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia e dalla Presidenza del Consiglio. Obiettivo dell’incontro, che si terrà nella sala Tinozzi a partire dalle ore 17, offrire un’occasione di approfondimento a proposito di un tema, quello della prevenzione dei tumori all’utero, che interessa 360 mila donne abruzzesi, alle quali è rivolto il programma di screening messo a punto dal prof. Claudio Angeloni e attuato dalla regione Abruzzo. E sarà proprio il prof. Angeloni, coordinatore regionale screening del cervicocarcinoma e segretario nazionale Gisci, ad illustrare le finalità del programma, che interesserà tutte le donne abruzzesi, dai 16 ai 70 anni, in maniera completamente gratuita. La regione Abruzzo infatti ha recentemente deliberato l’adozione del Hpv Dna come test di I livello nel proprio programma di screening; una scelta radicale, costosa, ma che rappresenta la forma più avanzata e innovativa di prevenzione del cancro all’utero, che costituisce tutt’oggi la seconda causa di morte delle donne. Apriranno i lavori del convegno Guerino Testa, Presidente della Provincia di Pescara, Giorgio De Luca, Presidente del Consiglio e Claudio D’amario, direttore generale della Asl di Pescara. Introdurrà Tecla Rosa, Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia. Subito dopo il prof. Claudio Angelone illustrerà “Le novità del progetto di screening della regione Abruzzo con l’introduzione del test Hpv Dna”. Seguiranno gli interventi Nicoletta Verì, presidente della Commissione “Affari sociali e salute” della regione Abruzzo, di Antonio Angelone, direttore di Anatomia patologica della Asl di Pescara, e di Mariacarmela Minna, responsabile del coordinamento delle attività dei consultori della Asdl di Pescara. Ampio spazio verrà riservato al dibattito e alle domande da parte del pubblico. Concluderà l’assessore regionale alla Sanità,