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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Luglio 2012
IL PIEDE PIATTO: DALLA ORTESI ALLA CHIRURGIA  
 
Milano, 4 luglio 2012 - “Il piede piatto è una patologia da non sottovalutare e sulla quale al nostro Istituto siamo specializzati,”dice il dott. Amedeo Tropiano, Direttore generale dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini, “ proprio per questo motivo e anche per il legame che abbiamo con la Scuola di specializzazione dell’Università di Milano organizziamo un corso il 7 settembre a Milano con i massimi esperti. Il corso rilascia crediti formativi a chirurghi ortopedici, fisiatri, radiologi, medici di base, medici legali, fisioterapisti e tecnici ortopedici”. La prima sessione riguarda tematiche quali la classificazione del piede piatto ovvero la semeiotica clinica e gli esami strumentali; la biomeccanica del piede piatto; inoltre alcune relazioni dei docenti evidenziano come l’imaging aiuti nella diagnosi e quali siano le implicazioni del piede sui movimenti e sulla postura a seconda dell’età in cui può insorgere questo problema. “Nella seconda sessione,” dice il dott. Antonio Memeo, Direttore della Struttura Complessa di ortopedia e traumatologia pediatrica dell’Istituto G.pini e Presidente del corso assieme al dott. Fabio Donelli,“ le relazioni dei docenti riguardano temi quali l’incremento di forze e la propriocezione nel piede piatto del bambino; l’uso corretto del trattamento conservativo e il confronto retrospettivo di due metodiche di correzione. Nella sessione verranno evidenziati i rapporti tra lo sport e questa patologia e l’ortesi e la tribologia dei materiali”. La terza sessione del corso approfondisce invece come si diagnosticano e curano l’artrorisi endosenotarsica con vite riassorbibile; l’atrorisi endosenotarsica con viti di titanio e l’artrorisi esosenotarsica. Sono previste relazioni sulle osteotomie di Evans, sui tempi chirurgici accessori ; sul piede piatto neurologico e sul piede piatto da sinostosi e le complicanze di questa patologia. “La quarta sessione del corso tratta gli aspetti medico-legali e la responsabilità professionale,”dice il dott. Fabio Donelli, Asl Milano e copresidente del corso, “e sarà trattato il consenso in soggetto minore, come le eventuali problematiche che potrebbero insorgere in caso di dissenso di uno dei genitori”. “Il piede piatto flessibile”, dice il dott. Fabio Donelli,” è una patologia comune caratterizzata dalla riduzione della volta plantare mediale e una deviazione in valgo del retropiede con una pronazione della sottoastragalica. Il piede piatto rappresenta il gruppo più numeroso dei pazienti esaminati per un’affezione patologica e una delle più frequenti cause di consultazione è data dall’alterazione della marcia. Sarà, quindi, importante la valutazione clinica del pediatra e determinante quella successiva dell’ortopedico che, completato l’esame clinico associato alla valutazione strumentale della marcia, darà le indicazioni nel caso di specie”. Presso l’Istituto è stato effettuato uno studio retrospettivo su pazienti operati con due diverse tecniche: l’artrorisi endosenotarsica vs esosenotarsica. “La valutazione dell’efficacia è stata effettuata mediante un attento esame clinico pre e post operatorio e radiografie in carico,”spiega il dott. Antonio Memeo, Direttore della Struttura Complessa di ortopedia e traumatologia pediatrica dell’Istituto G.pini” Il piede piatto flessibile pediatrico è una patologia caratterizzata da una retrazione del tendine achilleo, una abduzione dell’avampiede, un eccesso di pronazione della sottoastragalica ed una deviazione in valgo del retro piede. Esistono diversi tipi di protesi che vengono utilizzate per il trattamento del piede piatto flessibile e mirano tutte a limitare l’eccessiva pronazione dell’astragalo sull’articolazione sottoastragalica ed a ridurre il valgismo del retropiede ed aumentare l’altezza della volta plantare mediale. La classificazione biomeccanica secondo Vogler delle protesi utilizzabili le divide in tre gruppi a seconda del loro meccanismo di azione: a) protesi che modificano l’asse dell’articolazione sottoastragalica; b) protesi esosenotarsiche; c) protesi endosenotarsiche con viti in metallo o in polietilene espansibili che vengono posizionate all’interno del seno del tarso. Durante gli ultimi 20 anni , con il progresso degli studi sulla qualità dei materiali, si è arrivati a perfezionare protesi endosenotarsiche ad espansione in materiale riassorbibile (poli-L-lactic acid). Le nuove tecnologie quindi e la stessa evoluzione delle tecniche chirurgiche si sono perfezionate e hanno fatto in modo di poter rendere più agevole la cura di questa patologia riducendone anche i tempi di recupero da parte del paziente. L’utilizzo del computer è utile come assistenza all’analisi pre e post-operatoria, facenti parte di più estesi programmi e sistemi di navigazione chirurgica il cui scopo principale è di aumentare la correttezza di procedure di posizionamento di impianti ortopedici protesici. L’esperienza del chirurgo però indubbiamente è e rimane comunque di fondamentale importanza”. Il piede piatto flessibile nel bambino, di norma, risponde con buoni risultati al trattamento incruento; ci sono casi tuttavia in cui questo non avviene ed in cui deve essere considerata la soluzione chirurgica. In tal caso si rende necessario saper valutare quale tecnica chirurgica sia più adatta e da utilizzarsi e quale sia il momento più opportuno per intervenire. Ad esempio intervenire chirurgicamente su bambini di età tra i 7 e i 13 anni rappresenta il periodo migliore per la patologia del piede piatto flessibile. L’ortopedia e la traumatologia soprattutto pediatriche partono oggigiorno dall’epoca pre-natale e post-natale: le nuove metodiche di ecografia dinamica consentono delle diagnosi che sino a qualche anno fa non era possibile effettuare se non tardivamente. “Negli ultimi anni”, sottolinea il dott. Antonio Memeo,” le innovazioni tecnologiche sono sempre più di ausilio a noi ortopedici pediatri nella nostra professione ed hanno di recente ottenuto un riconoscimento anche nella letteratura internazionale. Anche i mezzi di sintesi sono cambiati e attualmente si cerca di ricorrere sempre di più a materiali biodegradabili , i quali , una volta impiantati ,danno delle garanzie di tenuta paragonabile a quella delle sintesi metalliche ed hanno l’indubbio vantaggio di non dover essere rimossi con un secondo intervento evitando ai bambini e alle famiglie lo stress anche emotivo di un ulteriore ospedalizzazione. Queste sintesi hanno ottenuto un largo utilizzo anche in patologie come il piede piatto dove hanno ormai raggiunto una diffusione su larga scala”. Sito Internet : www.Gpini.it    
   
   
SOCIOSANITARIO, LA GIUNTA CAMPANA APPROVA LA MODIFICA DEGLI AMBITI SOCIALI E DEI DISTRETTI SANITARI.  
 
 Napoli, 5 luglio 2012 - Dall´1 gennaio 2013 cambiano in Campania i confini e la composizione di 45 Ambiti sociali e di 12 Distretti sanitari. Lo ha deciso la Giunta regionale su proposta del presidente Stefano Caldoro e dell´assessore all´Assistenza sociale Ermanno Russo, dopo una lunga fase di concertazione avviata sul territorio con il coinvolgimento delle Province e delle parti sociali. A Napoli città, in particolare, dieci nuovi Ambiti con dieci nuovi Piani di Zona, uno per ogni Municipalità, con l´Assessorato comunale alle Politiche sociali chiamato a coordinare le attività, restando unico centro di costo. L´obiettivo è quello di giungere ad una omogeneità dei sistemi di erogazione dei servizi, uniformando la gestione, l´organizzazione e la fornitura dell´assistenza territoriale di natura sociosanitaria. Da qui la necessità di avviare un processo di riallineamento tra Ambiti territoriali (aggregazione di più Comuni finalizzata all´esercizio associato delle funzioni sociali) e Distretti sanitari. Una coincidenza non sempre rispettata in passato, con Ambiti che spesso facevano riferimento a due o anche tre Distretti sanitari diversi. "Dal prossimo anno - spiega l´assessore Russo - non sarà più così. La delibera corregge una discrasia storica, favorendo una governance unitaria dei servizi territoriali alla persona. Gli Ambiti coincideranno con i Distretti, anche nella denominazione. Il principio che abbiamo seguito è quello dell´appropriatezza, che tradotto in termini concreti significa risposte coerenti alla domanda di assistenza. Per troppo tempo le prestazioni sociali sono state erogate impropriamente come prestazioni sanitarie. Ciò ha comportato in passato maggiori costi e meno efficienza. D´ora in avanti non sarà più così e per i cittadini la ricaduta è immediata: la coerenza degli strumenti programmatori, Programmi delle attività territoriali (Pat) da un lato e Piani di zona (Pdz) dall’ altro, consentirà agli utenti di recarsi ad un unico sportello per la valutazione integrata dei bisogni. Si agevola così l´accesso per le fasce più deboli della popolazione ai sistemi di offerta sanitari, sociali e sociosanitari." Quanto alla città di Napoli, l´assessore Russo evidenzia: "Il capoluogo, per densità abitativa e criticità, rappresenta un discorso a parte. Prima era esso stesso un Ambito, da oggi si articolerà in dieci nuovi Ambiti, seppur con un’ unica regia, rappresentata dall´Assessorato comunale alle Politiche sociali. Ciò in linea con il processo di decentramento amministrativo avviato ormai da tempo da Palazzo San Giacomo ed al fine di considerare i bisogni in base alla popolazione locale, prevedendo in fase di programmazione servizi ed interventi più puntuali." Ecco come cambiano per provincia Ambiti e Distretti. Ad Avellino restano invariati cinque Ambiti e ne muta uno, mentre quello di Cervinara viene accorpato con il comune capoluogo. Quanto ai Distretti sanitari, ne mutano due: l´ex Distretto 2 si accorpa con il Distretto 1, mentre una parte dell´ex Distretto 4 diventa Distretto 2. A Benevento, cambia la composizione di cinque Ambiti, con quello del comune capoluogo che si amplia, acquisendo quattro nuovi Comuni (Apollosa, Arpaise, Ceppaloni e San Leucio del Sannio). Nessun Distretto sanitario muta nel Sannio. In Terra di Lavoro mutano i loro confini otto Ambiti territoriali, mentre due restano invariati (Caserta e Succivo). Nel Casertano significativo è l´accorpamento degli Ambiti di Piedimonte Matese e Pietramelara. Cambiano anche quattro Distretti sanitari, con Pietramelara, Riardo e Roccaromana che dal Distretto 14 passano al Distretto 15, mentre Cellole dal Distretto 23 va al Distretto 14 e Grazzanise con Santa Maria la Fossa dal Distretto 23 a quello 21. Cambiamenti sensibili nella provincia di Napoli, dove restano invariati dodici Ambiti e ne mutano ventidue. Oltre alla nascita dei dieci Ambiti territoriali coincidenti con le Municipalità di Napoli, particolarmente significativo è il caso di Capri ed Anacapri, che diventano un Ambito ed un Distretto a sè, mentre prima erano associati a Sorrento e facevano riferimento a due Asl diverse (Napoli 1 centro e Napoli 3 Sud). Stesso discorso per Portici, che diventa un Ambito autonomo, mentre prima era associato con San Giorgio a Cremano e San Sebastiano al Vesuvio, che a differenza della cittadina costiera rientrante nell´Asl Napoli 1 Centro afferivano ad una Asl diversa (Napoli 3 Sud). Costituiranno da soli un Ambito anche i Comuni di Acerra (prima con Casalnuovo di Napoli), Castellammare, Giugliano in Campania (prima con Marano) e Torre del Greco (prima con Ercolano). Nel Salernitano restano invariati sei Ambiti mentre ne mutano quattro. Qui Palomonte viene accorpato con Eboli, costituendo il nuovo Ambito S3, perfettamente coincidente con il Distretto sanitario 64. Altro cambiamento significativo è rappresentato dall´Ambito di Baronissi, che si riduce e coincide con il Distretto 67. Saranno ora i Comuni sulla scorta della concertazione territoriale ad eleggere i nuovi capofila dei 65 Ambiti sociali della Campania. "Una straordinaria opera di riorganizzazione", sottolinea il presidente Caldoro. "Ancora una volta - dice - con la buona amministrazione diamo risposte concrete alle esigenze dei cittadini. L´assessore Russo e gli uffici in queste settimane hanno lavorato con grande competenza e determinazione. "E´ questo un settore delicato che di fatto ha registrato un azzeramento dei trasferimenti. La risposta è nella capacità di scommettere su sistemi di governance capaci di puntare sulla efficienza e sulla qualità dei servizi messi in campo" , conclude il presidente.  
   
   
L’ISTITUTO TOSCANO TUMORI ALLA SUA VII CONFERENZA SCIENTIFICA: IL 6 A LIVORNO  
 
Firenze, 5 luglio 2012 – L’istituto Toscano Tumori è giunto alla settima edizione della sua Conferenza scientifica, che si tiene ogni anno in una diversa sede della Toscana, per fare il punto sui progressi fatti dalle ricerche sul cancro. Quest’anno la sede scelta èLivorno, dove per l’intera giornata di venerdì 6 luglio l’Itt terrà la sua Vii Conferenza scientifica nelle sale dell’Accademia navale. L’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, che per altri impegni non potrà essere presente alla Conferenza dell’Itt, vuole comunque far giungere il suo saluto ai ricercatori: “Anche quest’anno la Conferenza scientifica annuale dell’Itt sarà un’importante occasione di incontro e confronto, dalla quale scaturiranno elementi in grado di far progredire ulteriormente il nostro sistema. Il modello a rete, che caratterizza l’Itt fin dalla sua nascita, si è dimostrato efficace ed efficiente, valorizzando la ricerca e integrando tutti i settori di prevenzione, cura, alta specializzazione. Grazie a questa organizzazione diffusa sul territorio, alla professionalità degli operatori, agli investimeni in innovazione, la Toscana è ai primi posti al mondo per sopravvivenza rispetto alle principali patologie oncologiche”. In tutto il mondo molti istituti di ricerca fanno una volta l’anno il punto sulla situazione, riunendosi in un ‘retreat’, o ritiro, nel corso del quale si passano in rassegna i progressi recenti delle proprie ricerche, per farli conoscere agli altri e riceverne al tempo stesso commenti e critiche. Per un istituto a rete come l’Itt, fare questo è ancora più importante. “Come ogni anno, ci riuniamo per fare il punto della situazione sulla ricerca dell’Itt – spiega Lucio Luzzatto, direttore scientifico dell’Itt - Scienziati, clinici, e clinici-scienziati racconteranno i progressi che hanno fatto: sulle basi biologiche dei tumori, sull’angiogenesi, sulla prevenzione, su nuovi approcci alla terapia. Vi sarà poi una discussione approfondita di due casi clinici complessi; e due conferenze speciali di Francesco Tonelli (Firenze), e Bruce Ponder (Cambridge). Sarà presente al completo il nostro Consiglio Scientifico Internazionale: in questo senso, per l’Itt sarà anche un esame. La sede della conferenza è a rotazione, nello spirito multicentrico della rete che è l’Itt: e quest’anno saremo ospiti della prestigiosa Accademia Navale a Livorno”. “La ricerca è saldamente dentro la rete oncologica regionale e nel nostro sistema ricerca e cura si contaminano reciprocamente – è la dichiarazione di Gianni Amunni, che dell’Itt è il direttore operativo – La Conferenza scientifica è l’occasione per vedere a che punto siamo. Ricordo che siamo ormai alla terza edizione del bando per il finanziamento della ricerca. Ed è ormai prossima l’apertura del Crl, il Core Research Laboratory, che sarà l’infrastruttura più significativa della ricerca”. Le Conferenze scientifiche dell’Itt si tengono dal 2006, ogni volta in una sede diversa: quest’anno tocca all’Area Vasta nord-ovest, e la città prescelta è Livorno. L’incontro è aperto, ma dal momento che gli obiettivi del convegno sono prevalentemente di natura interna all’Itt, sono stati invitati solo coloro che fanno ricerca e oncologia in Toscana. Il congresso si svolge alla presenza dell’International Scientific Advisory Board (Isab), apposito comitato consultivo, con funzione di supporto e consulenza tecnico/scientifica dell’Itt. Nel corso della conferenza, si parlerà anche di prevenzione primaria del cancro e dei nuovi approcci al trattamento dei tumori. Il giorno successivo al congresso, sabato 7 luglio, si terrà l’incontro annuale fra l’Ufficio di direzione Itt e l’International Scientific Advisory Board, occasione preziosa di confronto con la comunità internazionale sulle linee programmatiche che sono state realizzate e che saranno ulteriormente sviluppate in futuro. Il giorno precedente al congresso, invece, Pier Paolo Pandolfi, della Harvard Medical School di Boston, in occasione della sua venuta in Italia per il congresso, terrà un seminario su “Pro-senescence therapy for cancer”, occasione formativa promossa dall’Itt. Il seminario si terrà domani, giovedì 5 luglio, alle ore 15, nella sala riunioni del Polo oncologico dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, via Roma 67: sarà possibile seguirlo in multivideoconferenza dalle sedi di tutte le aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie della Toscana. Http://www.ittumori.it/ittsanitasrty/jsp/notizia.jsp?identif=8880&lang=ita    
   
   
LOMBARDIA, FORMIGONI: SANITÀ E TRASPORTI, NO AI TAGLI LINEARI  
 
Milano, 5 luglio 2012 - Roberto Formigoni plaude all´iniziativa del Governo per la ´spending review´ ma contesta il metodo dei tagli lineari uguali per tutti, virtuosi e non virtuosi, e rilancia l´allarme su sanità e trasporto pubblico locale. "La spending review - spiega il presidente della Regione Lombardia - è una iniziativa giusta, doverosa, da condurre con coraggio. Da affiancare, come ho più volte sottolineato, alla dismissione del patrimonio pubblico non strategico. L´intero patrimonio vale 500 miliardi, equivalenti a 1/4 del debito pubblico nazionale". Fondo Sanitario E Lea - L´allarme maggiore riguarda la sanità. "Il Governo ci aveva garantito un percorso fatto di confronto - rileva Formigoni - ma poi stamane è saltato inspiegabilmente l´incontro programmato con il ministro Balduzzi (spero che sia riconvocato in tempi rapidissimi)". In tema di sanità, Formigoni ritiene corretto il metodo indicato da Bondi, che ha identificato 54 categorie merceologiche per poi effettuare un benchmark tra le varie regioni, calcolare la mediana e agire sullo scostamento da essa. Invece? "Se poi però si taglia, in maniera lineare, il Fondo sanitario - osserva Formigoni - alle buone intenzioni subentrano pessime realizzazioni. Va detto con chiarezza che per chi è virtuoso il taglio del Fsn equivarrebbe a un taglio dei servizi, a danno dei cittadini. Se così dovesse essere, il Governo non si sottragga alla responsabilità di modificare, esso stesso, i Lea, cioè i livelli essenziali di assistenza". Ma a questo Formigoni, come gli altri presidenti di Regione, non vuole arrivare e auspica una decisa azione in Parlamento per correggere un eventuale "decreto sbagliato". Trasporto - Del tutto analoga la situazione - e l´allarme - per quanto riguarda il trasporto pubblico locale. "Il Governo - rammenta Formigoni - aveva promesso un adeguamento degli stanziamenti per riportarli ´quasi´ al livello del 2011. Finora l´adeguamento non si è visto e anche qui la ricaduta negativa sarebbe inevitabilmente sul servizio". Virtuosita´ Gia´ Applicate - Per quanto riguarda le indicazioni per rendere snelle ed efficienti le amministrazioni pubbliche, Formigoni ricorda che Regione Lombardia le ha già attuate, da tempo e ben in anticipo sul Governo. Tagliare del 20% i dirigenti e del 10% il personale come ha fatto il Mef? Formigoni sottolinea che, negli anni della sua gestione i dirigenti sono diminuiti del 66% (da 600 a 200), il complesso dei dipendenti del 33% (da 4500 a 3000) e che la Lombardia ha di gran lunga il miglior rapporto dipendenti/popolazione d´Italia: uno ogni 3300 abitanti. Altro capitolo: non monetizzare le ferie. Anche questo già applicato da anni: tutti i dipendenti della Regione Lombardia sono tenuti a usufruire del 75% delle ferie entro il 31 dicembre e del restante 25% entro il 30 aprile successivo. Ancora: chiudere nei giorni feriali tra due festività, mettendo in ferie il personale? Anche questo lo si fa da anni. Accorpare gli enti? Già anni fa la Lombardia ha accorpato nell´unico Ersaf ben 5 enti agricoli e forestali. Più recentemente ha unito in Eupolis due istituti: Iref (formazione) e Irer (ricerca). Due settimane fa ha deliberato la fusione Finlombarda-cestec (finanziaria la prima, ente di servizio alle imprese il secondo).  
   
   
OSPEDALE PADOVA: IN ARRIVO DDL PER INVESTIMENTI IN SANITA’. NUOVO OSPEDALE PADOVA SCELTA IRREVERSIBILE. AL LAVORO SU PIU’ FONTI FINANZIAMENTO  
 
 Venezia, 5 luglio 2012 - “Tra breve presenterò in giunta un disegno di legge che, rispondendo all’ordine del giorno approvato in consiglio e scaturito da un mio emendamento al piano sociosanitario, istituirà un fondo specifico per gli investimenti in sanità e che, una volta approvato, potrà costituire uno dei canali di finanziamento anche per il nuovo ospedale di Padova, che ci siamo impegnati a costruire e che sarà realizzato con tempi certi e finanziamenti garantiti”. Lo ha sottolineato ieri l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto in merito alle prospettive future per gli investimenti nella sanità veneta. “Il cammino verso la realizzazione del nuovo nosocomio patavino – aggiunge Coletto - è irreversibile, ma andrà accompagnato, come stiamo già facendo, da un grande lavoro per convogliare sull’opera finanziamenti da varie fonti, pubbliche e private. L’ex articolo 20 nazionale – dice – deve essere una di queste, anche perché sono soldi pubblici alla cui raccolta contribuiscono ampiamente i veneti, che hanno diritto di pretendere un ritorno per il loro territorio. La Regione farà la sua parte, così come sarà fondamentale l’apporto delle fondazioni bancarie che, storicamente vicine alla sanità veneta, sono certo saranno disponibili ad esserlo anche in questo frangente. Non escludiamo nemmeno – precisa Coletto – di ricorrere, per una parte, alla finanza di progetto, con caratteristiche realisticamente sostenibili nel tempo. Escludiamo tassi in doppia cifra come avvenuto in passato”. “Fare squadra – conclude Coletto – è stata ed è la scelta vincente quando ci sono da vincere sfide difficili. Così sarà anche per il nuovo ospedale di Padova”.  
   
   
POLITICHE SOCIALI A VILLA UMBRA  
 
Perugia, 5 luglio 2012 - "La Regione Umbria ha dato piena applicazione alle indicazioni fornite dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, indicando il percorso per la costituzione di un Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità". Lo ha affermato stamani, a Villa Umbra, la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari intervenendo all´iniziativa sul tema "La presa in carico globale. Innovare nel segno della giustizia sociale e dell´appropriatezza degli interventi", organizzata dalla Fish Umbria Onlus. Nel corso dell´incontro la vicepresidente ha evidenziato che per favorire la realizzazione di un progetto di vita delle persone disabili, è fondamentale la loro presa in carico a 360 gradi, partendo da una valutazione attenta dello stato di salute complessivo del soggetto e quindi delle sue capacità, e non tenga conto solo la sua malattia e realizzabile non attraverso interventi standard, ma con uno studio attento delle esigenze di ognuno e un programma che deve adattarsi alle necessità che mutano nelle diverse fasi della vita con l´obiettivo di favorirne l´inserimento completo". "In generale e non solo in riferimento alle tematiche legate alla disabilità, nell´agenda politica - ha aggiunto Casciari - deve essere prioritario l´avvio e il consolidamento di un processo che rimetta al centro l´individuo che, a partire dalla valutazione dell´appropriatezza degli interventi sinora messi in campo, prosegua con uno sforzo comune di innovazione che deve coinvolgere anche la società civile".  
   
   
BASILICATA: LE CURE ONCOLOGICHE E CHEMIOTERAPICHE SI AVVICINANO AL TERRITORIO  
 
 Potenza, 5 luglio 2012 - L´oncologia della Basilicata si avvicina al cittadino con viste oncologiche e cure chemioterapiche in ambito distrettuale. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs-crob) di Rionero. Le attività sono già partite nelle strutture di Lagonegro, Chiaromonte, Maratea e Venosa. Si tratta di un’azione pienamente coerente con la strategia che il governo regionale persegue ormai da molti mesi: accentrare le attività per acuti e avvicinare i servizi a valenza ambulatoriale e specialistica al territori, così da limitare anche un notevole costo sociale, rappresentato dalla mobilita interna dei cittadini, spesso costretti a spostamenti molto lunghi e ripetitivi in ambito regionale. Ciò e ancor più vero per il paziente oncologico, ormai sempre più assimilabile ad un paziente cronico, che necessita cure ed assistenza in modo ripetuto e continuativo. Il piano, auspicato dall’assessore regionale alla Salute Attilio Martorano e concertato con i direttori generali Pasquale Amendola (Irccs) e Mario Marra (Asp), si articola in visite e cure per un periodo che va da giugno a dicembre 2012. Ai pazienti saranno assicurate prestazioni che andranno da una prima visita a una visita di controllo, dalla somministrazione di chemioterapia orale e infusionale sino al supporto trasfusionale. Si tratta di un’importante attività messa in campo dall’Irccs Crob di Rionero che si conferma un presidio fondamentale nella prevenzione e nelle cure oncologiche. “Mentre sta per abbattersi la scure dei tagli sulla sanità – ha commentato l’assessore Martorano – il sistema sanitario regionale continua ad organizzare l’offerta di medicina e di cura sul territorio. Con il programma di visite e cure oncologiche promosso dal l’Irccs d’intesa con l’Asp – ha continuato l’assessore regionale alla Salute - i pazienti sottoposti a visite e cure oncologiche potranno sentirsi rassicurati e dovranno poter contare su una rete territoriale in grado di approssimarsi quanto più possibile a loro”. Quanto alla provincia di Matera va ricordato che è già attivo da tempo il reparto di oncologia presso il Madonna delle Grazie di Matera e presso il reparto di ematologia. A Policoro è presente il servizio di oncologia medica con somministrazione di cicli chemioterapici.  
   
   
PARMA: BILANCI DELLE AZIENDE SANITARIE: IL SI DELLA CTSS CONTI IN ORDINE, SERVIZI DI QUALITÀ, INVESTIMENTI E RIQUALIFICAZIONE  
 
 Parma, 5 luglio 2012 – E’ un parere positivo quello espresso dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria sul Bilancio di esercizio 2011, il preventivo 2012, il pluriennale di previsione 2012-2014 e il Piano programmatico 2012-2014. La sintesi dei conti che compongono i bilanci delle due aziende sanitarie di Parma è stata presentata oggi nel corso dell’incontro dell’Ufficio di Presidenza dai due Direttori Generali Massimo Fabi dell’Ausl e Leonida Grisendi dell’Azienda Ospedaliero-universitaria. Il quadro che ne è emerso è quello di due aziende in salute, in grado di fornire servizi di qualità e performance fra le migliori a livello regionale, aziende capaci di gestire le risorse in modo appropriato, garanzia questa delle prospettive e degli investimenti futuri. Nel 2011 entrambe le aziende hanno raggiunto l’obiettivo di equilibrio economico-finanziario indicato dalla Regione e hanno conseguito, grazie ad una gestione efficiente ed efficace, la gran parte degli obiettivi assistenziali. Oltre al complessivo miglioramento della produzione, assume particolare rilievo il risultato ottenuto dai programmi sul corretto uso del farmaco, che hanno consentito un contenimento significativo della spesa farmaceutica, che, nel 2004, in ambito regionale, era la più elevata, mentre ora è tra quelle più contenute. Anche il dato della mobilità passiva è in calo, in quanto sono ridotti i costi sostenuti per i cittadini che si rivolgono fuori provincia per prestazioni ospedaliere e/o di assistenza specialistica ambulatoriale. Mentre migliora la mobilità attiva, cioè aumentano i cittadini che da fuori provincia si rivolgono alle strutture sanitarie pubbliche di Parma. “Il giudizio è positivo in quanto l’appropriato ed efficiente utilizzo delle risorse ha permesso di ottenere bilanci in ordine, mantenendo e migliorando i livelli di assistenza. Questi risultati sono stati ottenuti grazie alla programmazione triennale contenuta nel Pal, un intenso lavoro che ha assicurato servizi di qualità – commenta il presidente della Ctss Vincenzo Bernazzoli – Per quanto riguarda gli obiettivi strategici del triennio 2012/2014, determinanti saranno le decisioni che verranno assunte in sede di Governo. La Conferenza ha espresso grande preoccupazione per i tagli ipotizzati che, se confermati, comporterebbero la riduzione dei livelli di assistenza nella nostra provincia”.  
   
   
UMBRIA, REGOLAMENTO RESIDENZE ANZIANI AUTOSUFFICIENTI: NESSUN CONDONO, AL CONTRARIO REGOLE E CONTROLLI ANCHE SU STRUTTURE GIÀ FUNZIONANTI  
 
Perugia, 5 luglio 2012 – “Per le strutture per anziani autosufficienti che non sono in possesso dei requisiti minimi di abitabilità richiesti dalle legge non ci sarà nessun condono, ma al contrario, la Regione Umbria ha inteso disciplinare una materia che sinora non era sottoposta a nessuna regolamentazione regionale”. E’ la risposta dell’assessore regionale al Welfare, Carla Casciari, alle osservazioni del capogruppo regionale della Lega, Gianluca Cirignoni, in merito ad una disposizione a suo avviso contenuta nella “Disciplina in materia di autorizzazione al funzionamento dei servizi socio assistenziale a carattere residenziale e semiresidenziale per le persone anziane autosufficienti”. “Il consigliere Cirignoni, seppur presente in commissione, ha attaccato la proposta di regolamento senza essere sufficientemente informato. Il comma da lui citato - peraltro già rimosso nell’ultima stesura a seguito di approfondimenti giuridici – riguardava il margine del 15 per cento di flessibilità per le strutture già funzionanti e non la concessione di abitabilità per le nuove che non è di competenza regionale e non viene citata nel regolamento autorizzativo”. “Con la proposta di regolamento regionale – ha aggiunto Casciari - la Giunta si propone per la prima volta l’obiettivo di regolamentare i servizi residenziali e semiresidenziali per anziani autosufficienti proprio perché in primo luogo vuole assicurare standard di qualità che rispondano ai bisogni della persona anziana autosufficiente e della propria famiglia salvaguardando l’autonomia delle persone e valorizzando le risorse solidali del territorio. Alla regolamentazione autorizzativa da parte dei Comuni seguiranno controlli, verifiche annuali e l’istituzione di un’anagrafe regionale delle strutture”. “Pertanto – ha concluso - oltre a porre regole cogenti e omogenee su tutto il territorio regionale circa i requisiti minimi strutturali, funzionali ed organizzativi di dette strutture, il regolamento in questione pone l’obbligo per i Comuni di operare una serie di controlli periodici e mirati a valutare sia la qualità dei servizi offerti alla popolazione anziana, che il permanere dei requisiti sulla base dei quali è stata rilasciata l’autorizzazione al funzionamento”.  
   
   
VALDARNO INFERIORE: UN NUMERO TELEFONICO PER LA POPOLAZIONE ANZIANA IL SERVIZIO È RIVOLTO AGLI ANZIANI RESIDENTI NEI COMUNI DEL VALDARNO INFERIORE. SARÀ ATTIVO FINO A METÀ SETTEMBRE  
 
Valdarno Inferiore, 5 luglio 2012 - A sostegno della popolazione anziana è attivo, sino alla metà di settembre, un numero telefonico dedicato. E’ sufficiente telefonare allo 0571 33333 per mettersi in contatto con un operatore della Pubblica Assistenza di Santa Croce sull’Arno e avere le informazioni necessarie. L’iniziativa è rivolta agli anziani bisognosi di aiuto, soprattutto a quelli soli le cui difficoltà possono aumentare con il caldo e con l’afa, tipici di queste ultime settimane. Il telefono amico è attivo tutti i giorni, comprese le domeniche e i festivi, dalle ore 8.00 alle ore 20.00 ed è rivolto agli anziani, soprattutto a quelli che hanno più di 75 anni, residenti nei Comuni di San Miniato, Castelfranco di Sotto, Santa Croce Sull’arno e Montopoli in Val d’Arno. Il servizio, attivo dal 11 giugno fino al 15 settembre, fa parte del progetto “Sorveglianza Attiva a favore della popolazione anziana” approvato dalla giunta della Società della Salute del Valdarno Inferiore e realizzato con la fattiva collaborazione della Pubblica Assistenza Onlus Comprensorio del Cuoio di Santa Croce sull’Arno e dell’Auser Comprensoriale. Il progetto prevede, inoltre, una specifica azione di monitoraggio telefonico nei confronti di persone anziane individuate come particolarmente fragili dai servizi socio-sanitari, e il contatto domiciliare in caso di mancata risposta.  
   
   
A FIESOLE: “IL SOGNO NEI QUADRI DI GIULIANO PINI” MOSTRA DA GIOVEDÌ 5 LUGLIO AL 5 AGOSTO 2012 NELLA SALA DEL BASOLATO DEL COMUNE  
 
 Fiesole, 5 luglio 2012 - Cala il sipario il 22/7 sulla mostra “L’edificio del Sogno – L’opera incantatrice di Richard Wagner” di Giuliano Pini, ospitata nel Museo Mediceo di Palazzo Medici Riccardi, E l’artista si sposta a Fiesole con un’esposizione legata al mondo della danza: “Il sogno mediterraneo”. La mostra viene inaugurata giovedì 5 luglio, alle ore 17.15, nella Sala del Basolato del Comune (piazza Mino) e rimarrà aperta fino al 5 agosto. È dall’avvicinamento ad Antonio Gades e il flamenco che inizia un altro progetto e nascono le opere che compongono la mostra. In questi dipinti i colori si sprigionano dalla tavolozza dell’artista, prevalgono i rossi accesi, i gialli, i blu. Le linee si fanno più circolari, nei quadri predomina un movimento, ora lento ora veloce, un rapporto fisico tra i soggetti, sguardi fieri, pose plastiche e decise. Si sente il sole dell’Andalusia ed il ritmico battere sul plancito di legno. Scialli neri e camicie bianche, capelli raccolti in crocchia, capigliature scarmigliate, il canto roco di qualcuno che è fuori della tela ma che sappiamo presente, sguardi fieri, liberi, mai soggetti. Un rito, un mito nel nostro immaginario. Una musica, una danza, che non è solo musica e danza, ma cultura custodita per secoli dal popolo gitano e che si diffonde in tutta la Spagna, fino a diventarne tradizione, una volta che questo acquisisce diritti e libertà prima negate. Rispetto alle opere della mostra allestita a Palazzo Medici Riccardi, adesso è diversa la luce, come diverso è il sole della Spagna rispetto a quello del Nord Europa, diversi sono i contorni, diversa la stesura del colore nel quadro. Uguale la straordinaria capacità di Giuliano Pini di trasferire sulla tela la percezione di un’arte che appartiene ad un altro universo sensoriale. La mostra, come quella ospitata a Palazzo Medici Riccardi, è curata da Anita Valentini Nel percorso artistico di Giuliano Pini, in un’esplorazione profonda tra linguaggi espressivi diversi, si rivela come opera centrale “Il punto da raggiungere” del 1979: inizio di un suo nuovo cammino e definizione di un traguardo finale per il quale l’artista abbandona l’Espressionismo e il Realismo politico tedesco, mutuato da un’attenta analisi delle opere di Otto Dix e di George Grosz. Pini si allontana dalle sperimentazioni di Nuova Corrente, corrente artistica fondata con Xavier Bueno, Midollini, Tredici, Papasogli ed altri, per inoltrarsi nel racconto del teatro wagneriano, sollecitato e sostenuto dalla splendida amicizia con il tenore Alfredo Kraus. Il fascino che l’opera di Richard Wagner ha esercitato su Giuliano Pini si esprime con estrema forza nelle linee, nei colori, nella capacità dell’artista di saper svelare nel dipinto il vigore delle note musicali.  
   
   
SPORT: NEL TRIENNIO 2013-2015 CINQUE TAPPE DEL GIRO D´ITALIA IN FVG  
 
Trieste, 5 luglio 2012 - Sia nel 2013 che nel 2014 - e con una prospettiva molto favorevole anche nel 2015 - la carovana del Giro d´Italia farà tappa in Friuli Venezia Giulia. Lo hanno assicurato ieri l´assessore regionale allo Sport Elio De Anna e il project manager Enzo Cainero nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sede della Regione ad Udine dove sono stati illustrati alcuni dettagli della corsa rosa che per i prossimi tre anni interesseranno il territorio regionale. La presentazione fa seguito all´approvazione dell´assestamento di bilancio avvenuta la scorsa notte in sede di Consiglio regionale, dove è stata approvata una specifica posta che destina 420 mila euro alla manifestazione per il 2013. In attesa di conoscere tutti i dettagli che verranno svelati in una conferenza stampa entro la fine del mese di luglio alla presenza dei responsabili organizzativi della Rcs, sono stati comunque anticipati alcuni elementi essenziali. In particolare, per il prossimo anno sono state previste due partenze e due arrivi tra le province di Udine e Pordenone, tra cui il traguardo posto ad Erto nelle vicinanze della diga del Vajont, in occasione del cinquantenario dalla sciagura che colpì questa zona. Per quanto riguarda invece il 2014, il fulcro della manifestazione sarà lo Zoncolan; la gran fondo prevista ad agosto di quest´anno sul Crostis rappresenterà inoltre il banco di prova per vedere quanto sia fattibile il reinserimento anche di questa vetta accanto al "Kaiser", mentre per il 2015 si potrebbe concretizzare un percorso che celebri il centenario della Grande Guerra. Nei giorni scorsi, alla presenza del direttore del Giro d´Italia Mauro Vegni, il project manager Enzo Cainero ha compiuto una serie di sopralluoghi lungo i tracciati che potranno essere sede di tappa. In particolare sono state proposte numerose alternative sulle quali ora gli organizzatori stanno compiendo alcune valutazioni tecniche prima di annunciare le sedi delle due partenze e dei due arrivi per i prossimi due anni. Ancora sfumate le alternative per il 2015, che potrebbero però vedere protagonista la Venezia Giulia con partenza da Trieste e circuito lungo il Carso e cividalese.  
   
   
UNIONE COMUNI MUGELLO: SPORT, AL ´GIRODONNE´ IL BRACCIALETTO ´FAIR PLAY´ DEL MUGELLO INDOSSATO DA TUTTE LE ATLETE IN GARA AL GIRO D´ITALIA FEMMINILE  
 
Firenze, 5 luglio 2012 - Mugello sulle due ruote, rosa. Ha toccato per la seconda volta il Mugello, domenica scorsa, il Girodonne, il Giro d’Italia femminile internazionale, a cui hanno preso parte le migliori squadre di ciclismo femminile al mondo. Tra le partecipanti, la campionessa del mondo Giorgia Bronzini, la campionessa italiana Giada Borgato, la plurivincitrice Fabiana Luperini (5 Giri d’Italia al suo attivo) e la fuoriclasse Marianne Vos. La 3° tappa del Giro ‘rosa’ è partita da Vernio e si è snodata per l’80% in Mugello per poi arrivare al traguardo di Castiglion dei Pepoli. Mugello e sport, del resto, vanno a braccetto. Il Mugello è una terra vocata allo sport, per natura. Ed è uno degli elementi, insieme al paesaggio e all’ambiente, che può incidere nello sviluppo dell’economia e del turismo “e in particolare in quello che viene definito turismo sportivo, molto ricercato - sottolinea il presidente dell’Unione montana dei Comuni del Mugello Giovanni Bettarini -. E a questo proposito è stato un vero piacere ospitare per la seconda volta in pochi anni il Girodonne, un’occasione importante per la promozione e valorizzazione del Mugello”. La tappa ‘mugellana’, grazie anche all’attenzione mediatica di Rai Sport 2 che ha seguito l’evento, è stata l’occasione per presentare e lanciare la “Carta etica dello sport”, iniziativa della Regione Toscana sostenuta dall’Unione montana dei Comuni del Mugello, volta a promuovere uno sport sano e pulito, a sensibilizzare il mondo sportivo al fair play come valore importante nello sport come nella vita: “La promuoviamo in tutte le manifestazioni locali più importanti, come ad esempio Vivilosport, Ciclotour, Maratona Mugello, Sport Games, per diffonderne i principi e i valori, e il passaggio del Giro d’Italia femminile - aggiunge il presidente Bettarini - è stata davvero una ribalta internazionale. Per questo devo ringraziare l’organizzatrice del Giro Sara Brambilla e il sindaco di Vernio Paolo Cecconi, per la loro disponibilità”. Tutte le cicliste hanno gareggiato indossando il braccialetto rosa realizzato per l’occasione dall’Unione dei Comuni che recita lo slogan “La lealtà (fair play) è fondamentale”, gadget-simbolo della ‘Carta etica dello Sport’ che l’ente sta promuovendo insieme agli assessori allo Sport dei Comuni mugellani con l’impegno diretto del Tavolo sulle politiche giovanili della Società della Salute Mugello. Alla partenza della tappa, tra gli altri, l’assessore allo Sport del Comune di Barberino Giampiero Mongatti insieme all’assessore Annalisa Masotti in rappresentanza del Tavolo sulle Politiche giovanili della Sds Mugello. Alla vincitrice del traguardo volante di Scarperia, Linda Villumsen, è stato donato un pregiato coltello del Comune mugellano conosciuto in tutto il mondo per i suoi rinomati “Ferri taglienti”.  
   
   
I FONDI DELLA LEGGE 65 SONO ESCLUSIVAMENTE PER GLI IMPIANTI POSTOLIMPICI. IL 13 LUGLIO SI RIUNISCE IL COLLEGIO DEI SOCI FONDATORI  
 
Torino, 5 luglio 2012 - “I fondi che la legge 65 ha riassegnato al Piemonte sono destinati esclusivamente ad investimenti sugli impianti olimpici: è pronta una proposta che definisce i criteri per gli interventi con l’obiettivo di accrescerne la fruibilità a scopo sportivo e turistico, sei anni dopo i Giochi olimpici invernali che hanno contributo a cambiare il volto del nostro territorio facendolo conoscere nel mondo”. Il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta, a cui quest’anno tocca il compito di presiedere il collegio dei soci fondatori (Regione, Provincia, Comune di Torino e Coni) della Fondazione postolimpica 20 marzo 2006, interviene dopo l’allarme lanciato dai parlamentari piemontesi Esposito e Merlo e precisa: “Ho già convocato per venerdì 13 luglio a palazzo Cisterna il collegio dei soci fondatori e concorderemo gli indirizzi che la Fondazione dovrà rispettare nella destinazione dei fondi: è indispensabile che si agisca in fretta per evitare che nascano equivoci o fughe in avanti sull’uso delle risorse postolimpiche. “ “Fra l’altro - spiega Saitta - proporrò che gli Enti pubblici mettano a disposizione le risorse umane professionali per predisporre il piano puntuale degli interventi che la Fondazione dovrà approvare dopo aver consultato i sindaci del territorio”.