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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Dicembre 2013
BRUXELLES: IL PARLAMENTO FIRMA CONTRO L´ICTUS DA FIBRILLAZIONE ATRIALE NON SOLO COLESTEROLO E IPERTENSIONE: LA FIBRILLAZIONE ATRIALE PROVOCA ICTUS CEREBRALI DEVASTANTI IN UOMINI E DONNE SPESSO ANCORA GIOVANI  
 
 Bruxelles, 5 dicembre 2013 - È urgente un´azione comune per prevenire l´ictus. È questo l´appello diramato da Bruxelles dai parlamentari europei riuniti presso il Parlamento Europeo insieme ad associazioni di pazienti e medici per indicare come è necessario intervenire. In prima linea Alt, Associazione per la lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus impegnata in Italia e in Europa attraverso la realizzazione di azioni congiunte volte a creare consapevolezza sui sintomi precoci delle malattie che la Trombosi determina. Non solo colesterolo e ipertensione: la fibrillazione atriale provoca ictus cerebrali devastanti in uomini e donne spesso ancora giovani. La fibrillazione atriale provoca ictus cerebrali devastanti in uomini e donne spesso ancora giovani, è insidiosa perché non è conosciuta e nemmeno riconosciuta quando si presenta. Tanti usano la parola fibrillazione, ma troppo pochi sanno che cosa è, ma soprattutto è da mettere in evidenza che l´ictus è devastante ma prevenibile. In un caso su tre è causato da fibrillazione atriale. La fibrillazione atriale è il disturbo del ritmo del cuore, molto frequente dopo i 65 anni ma sempre più spesso si manifesta anche in giovani e donne. Accade quando un coagulo che diventa embolo, nasce nel cuore e arriva al cervello provocando ictus, di cui un terzo mortali e un terzo lasciano gravi invalidità con costi insostenibili e in aumento. La prevenzione è possibile e urgente. A Bruxelles, Parlamentari italiani molto sensibili si sono riuniti per un’azione congiunta di firma contro l´ictus da fibrillazione atriale con la campagna “Firma contro l´ictus da Fibrillazione atriale”, impegnandosi a tener presente la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Negli atti legislativi che possano aiutare lo stile di vita: l´informazione del paziente l´accesso alle cure. Uniti al tavolo di lavoro: Lidia Rota Vender, Paola Santalucia, Antonio Cancian, Elisabetta Gardini, Oreste Rossi, Patrizia Toia che rafforzano così la squadra dei parlamentari europei sensibili al tema della percezione delle malattie da trombosi (ictus, infarto, embolia, trombosi arteriose e venose) con l´obiettivo di salvare una persona su tre, di ridurre i costi di assistenza e cura per le famiglie e per gli stati. Una squadra compatta impegnata a sostenere un´azione congiunta a livello nazionale ed europeo che insegni a grandi e piccoli a controllare il ritmo del proprio cuore con due dita sul polso e a informare immediatamente il proprio medico se fosse irregolare.  
   
   
UNO STUDIO DETERMINA I FATTORI GENETICI ALLA BASE DEL CANCRO DELLA TIROIDE INDOTTO DALLE RADIAZIONI  
 
Bruxelles, 5 dicembre 2013 - Da tanto tempo gli scienziati cercano di determinare se l´ereditarietà sia uno dei fattori responsabili di un più alto rischio di cancro della tiroide, ma i loro risultati sono stati finora inconcludenti. Adesso un team di ricercatori europei impegnati nel progetto Genrisk-t ("Genetic component of the low dose risk of thyroid cancer"), finanziato dall´Ue, hanno stabilito che fattori genetici possono far aumentare il rischio di cancro della tiroide indotto dalle radiazioni. La ricerca ha permesso inoltre di capire meglio il rischio di contrarre il cancro della tiroide in seguito all´esposizione a bassi dosaggi di radiazioni. I ricercatori, coordinati dall´Helmholtz-centre di Monaco, in Germania, hanno studiato il rischio di cancro della tiroide e l´esposizione a bassi dosaggi di radiazioni, con particolare attenzione ai meccanismi che stanno alla base della malattia. La ghiandola tiroidea concentra e accumula iodio, ma sorgono problemi quando isotopi radioattivi di iodio entrano nella ghiandola e vengono conservati con lo stesso numero di reazioni dello iodio non radioattivo. Alte dosi di radioiodio hanno come risultato cellule che incorporano lo iodio e cellule vicine danneggiate, ma anche dosi basse di radioiodio possono generare tumori della tiroide. Secondo i ricercatori, dosaggi bassi aumentano il rischio di cancro in individui predisposti. I partner del progetto hanno inoltre isolato le caratteristiche dell´espressione genetica del cancro della tiroide indotto dalle radiazioni in pazienti che erano stati sottoposti a radioterapia, e del cancro della tiroide tra persone esposte alle conseguenze dell´incidente di Chernobyl. Per le persone esposte alle conseguenze dell´incidente di Chernobyl, il team di Genrisk ha identificato un sotto-insieme di tumori caratterizzati da un aumento del numero di copie cromosomiche (un´alterazione del Dna di un genoma) che colpiscono un cromosoma specifico. Questo non è stato riscontrato nei casi sporadici. I ricercatori hanno fatto la genotipizzazione di tutto il genoma sui pazienti, 28 casi di esposizione alle radiazioni e 24 casi senza esposizione. L´identificazione di queste impronte digitali genetiche velocizzerà l´applicazione di approcci molecolari epidemiologici per valutare il rischio di bassi dosaggi di radiazioni. La ricerca ha inoltre migliorato le conoscenze scientifiche dei meccanismi che stanno alla base del cancro della tiroide indotto dalle radiazioni. Genrisk-t ha ricevuto 2,8 milioni di euro in finanziamenti attraverso la Comunità europea dell´energia atomica (Euratom). Ha riunito esperti scientifici di Belgio, Germania, Spagna, Francia, Italia, Polonia e Regno Unito. I partner hanno completato il loro lavoro a settembre 2010. Per maggiori informazioni, visitare: Scheda informativa del progetto Genrisk-t http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/85502_it.html Helmholtz-zentrum München http://www.Helmholtz-muenchen.de/en/index.html  
   
   
IN ARRIVO UN VACCINO "UNIVERSALE" PER L´INFLUENZA IN EUROPA  
 
Bruxelles, 5 dicembre 2013 - Un progetto europeo lanciato recentemente si propone di fare un grande passo avanti verso lo sviluppo di un vaccino antinfluenzale universale. Il suo obiettivo è contrastare l´emergenza di nuovi ceppi e le epidemie stagionali. L´infezione virale in genere colpisce nei mesi più freddi e l´influenza stagionale è responsabile di circa 3 - 5 milioni di casi di malattia grave e di 250 000 - 500 000 morti l´anno. A causa della sua diffusione rapida in particolare tra i gruppi di popolazione a rischio, l´influenza rimane un problema serio di salute pubblica. Finora, il modo più efficace di prevenire la malattia o i sintomi gravi è la vaccinazione annuale ma gli attuali vaccini offrono solo una protezione limitata contro ceppi dell´infezione in evoluzione. Per superare questi punti deboli, un partenariato pubblico-privato che comprende sette rinomate organizzazioni europee ha unito le forze sotto il progetto Edufluvac per sviluppare un vaccino anti-influenzale ad ampio spettro e di lunga durata. Edufluvac è stato lanciato appena un mese fa e intende adottare un nuovo approccio che consiste nell´ "educare" il sistema immunitario a riconoscere regioni comuni all´interno di ceppi multipli di virus dell´influenza. "Sviluppare un vaccino anti-influenzale universale è diventata una priorità sanitaria globale per prevenire la diffusione del virus e l´emergere di nuovi ceppi e siamo convinti che Edufluvac costituirà un grande passo avanti verso il raggiungimento di questo obiettivo", dice Othmar Engelhardt, ricercatore principale dell´Istituto nazionale per gli standard e il controllo biologico, nel Regno Unito. Il team di ricerca prevede di ottenere una migliore protezione contro le epidemie di influenza attraverso lo sviluppo di un vaccino che non solo offrirebbe l´enorme vantaggio di eliminare il bisogno di un vaccino stagionale ogni anno ma potrebbe anche ridurre il bisogno di costose campagne di vaccinazione annuali. Odile Leroy, direttore esecutivo dell´Iniziativa europea per i vaccini e coordinatore di Edufluvac, dice: "I paesi a basso e medio reddito attualmente hanno programmi di vaccinazione contro l´influenza minimi. Quindi lo sviluppo di un vaccino che offre una difesa ampia e duratura faciliterebbe le campagne di vaccinazione e conferirebbe una protezione contro l´influenza tra i gruppi finora non presi in considerazione e che dispongono di un´assistenza sanitaria limitata". Il progetto quadriennale è coordinato dall´Iniziativa europea per i vaccini che ha il suo quartier generale in Germania e che ha ricevuto una sovvenzione di 4,6 milioni di euro da parte dell´Ue. Per maggiori informazioni, visitare: Edufluvac http://www.Euvaccine.eu/  Scheda informativa del progetto http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/110279_it.html    
   
   
FVG: IMPORTANTI RAPPORTI TRANSFRONTALIERI IN SANITÀ  
 
Trieste, 5 dicembre 2013 - Porre le basi della sanità transfrontaliera del futuro è l´obiettivo del convegno che ha avuto luogo oggi a Gorizia, nel Conference Center di via D´alviano. Organizzato dal servizio Sistemi informativi ed E-government della Regione, partner capofila del progetto strategico e-health, "Ita-slo Health & Research Network Meeting" (questo il nome dell´iniziativa), è servito alla condivisione delle esperienze maturate nella gestione dei 10 progetti finanziati dal Fesr-fondo Europeo di Sviluppo Regionale e da fondi nazionali nell´ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera in campo sanitario 2007-2013. L´assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca ha aperto i lavori ed ha osservato come assistenza e ricerca sanitaria congiunta in ambito transfrontaliero rappresentino, anche per il Friuli Venezia Giulia, un´opportunità importante di crescita ed innovazione. Amministrazioni regionali, ospedali, università e centri di ricerca si sono quindi confrontati per la prima volta, assieme a professionisti di Emilia-romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Slovenia sui risultati di progetti che spaziano dalla chirurgia alla cardiologia, dall´oncologia ai servizi d´urgenza, dalla genetica all´inquinamento ambientale. "Identificare le sinergie tra i diversi progetti che possono aiutare gli operatori, da una parte e dall´altra del confine, a risolvere problematiche di salute che coinvolgono direttamente i cittadini - ha spiegato Iztok Skerlic, responsabile del Segretariato tecnico congiunto del programma, organo promotore dell´iniziativa - è il risultato che ci attendevamo da questa intensa giornata di confronto". Necessari per trasformare in realtà il potenziale della sanità transfrontaliera, così come previsto dalla Direttiva comunitaria 24/2011 recentemente entrata in vigore anche in Italia, i sei temi oggetto del confronto odierno sono stati il rispetto della privacy dei pazienti, le modalità di interscambio di dati sanitari a livello transfrontaliero, la mobilità di pazienti e professionisti tra Italia e Slovenia, l´integrazione dei servizi di telemedicina e teleassistenza, il coordinamento della formazione professionale e il trasferimento dei risultati dei progetti finalizzati alla ricerca biomedica. Un quadro complesso e ricco di contenuti sul quale far perno, "perchè in Italia come in Slovenia - ha rilevato Bruno Annunziata, project manager del progetto "e-health" - aziende sanitarie, istituzioni formative e centri per la ricerca sulla salute dovranno perseguire sempre più attivamente strategie condivise ed il convegno che oggi si è svolto a Gorizia è un importante passo in questa direzione".  
   
   
23º CONGRESSO BIENNALE DELL´ASSOCIAZIONE EUROPEA PER LA RICERCA SUL CANCRO  
 
Monaco di Baviera, 5 dicembre 2013 - Dal 5 all´8 luglio 2014 si terrà a Monaco di Baviera, in Germania, il 23º congresso biennale dell´Associazione europea per la ricerca sul cancro (23rd Biennial Eacr Congress). Il convegno riunirà scienziati impegnati nel campo multidisciplinare della ricerca sul cancro per discutere gli ultimi sviluppi in termini di rischi, cause e trattamento personalizzato. L´incontro mira a promuovere lo scambio di informazioni tematico e pertinente tra i ricercatori in tutte le fasi della loro carriera, al fine di migliorare la base di conoscenze scientifiche su tutti i tipi di cancro. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Ecco-org.eu/events/eacr-23.aspx    
   
   
SANITA´: CHIODI, SENOLOGIA DI ORTONA NON E´ STATA DECLASSATA  
 
 L´aquila, 5 dicembre 2013 - "La Asl di Lanciano Vasto Chieti non ha declassato ma, al contrario, d´intesa con l´Università d´Annunzio, ha deciso di valorizzare le specificità della Senologia dell´Ospedale di Ortona. Il reparto manterrà la sua piena autonomia. Non è stato declassato a struttura semplice né dovrà fare riferimento ad altre unità operative". Il commissario Chiodi interviene così per chiarire le polemiche sollevate in questi giorni dopo che dal punto di vista organizzativo, il reparto ortonese nel nuovo atto aziendale della Asl non si chiamerà più "struttura complessa", ma "Programma di Chirurgia senologica". "Ciò non comporta - continua Chiodi, una diminuzione del ruolo e dell´importanza di Senologia, che sono invece riconosciuti e di cui, proprio in virtù del Programma, è evidenziata l´alta valenza in termini di ricerca. Infatti, si parla di "Programma ad Elevata Valenza Scientifico Professionale", riferito alla gestione di attività e programmi che richiedono ampie capacità professionali nel governo di specifiche problematiche di interesse dipartimentale. "Il Programma di Chirurgia senologica di Ortona - prosegue Chiodi - è un programma infradipartimentale a direzione universitaria, individuato nell´Atto aziendale, che tiene conto delle esigenze assistenziali, didattiche e di ricerca. Tale Programma è entrato in vigore dal 1 novembre 2013 e il governo della struttura è rimasto inalterato, con una piena autonomia nella gestione esattamente a com´era precedentemente a tale data. L´incarico del professore che lo dirige è assimilato, a tutti gli effetti, agli incarichi di responsabilita´ di struttura complessa . Il professore universitario associato che prima era un facente funzione da primario, con incarico annuale, oggi è un responsabile Direttore di Programma con incarico annuale e con un rilievo di alta professionalità". "A maggior ragione nulla cambierà per le pazienti, conclude Chiodi, le quali al contrario, devono attendersi una costante attenzione da parte della Asl. Comunque, tale assetto organizzativo deliberato dall´Azienda, è attualmente al vaglio dell´Organo commissariale che, con espresso provvedimento, ne dovrà attestare la coerenza relativamente agli standard definiti dal Comitato Lea nella seduta del 26 marzo 2012".  
   
   
"BOLLINI ROSA" A 14 OSPEDALI TOSCANI A MISURA DI DONNA  
 
Firenze, 5 dicembre 2013 - Quest´anno sono 14 gli ospedali toscani che si sono aggiudicati i "bollini rosa" attribuiti dall´Onda, l´Osservatorio nazionale sulla salute della donna, che anche quest´anno (come fa dal 2007 con cadenza biennale) ha stilato la classifica degli ospedali che offrono le prestazioni e i servizi migliori a misura di donna: dalla strutture maggiormente qualificate nella cura di patologie femminili specifiche, a reparti di ginecologia e ostetricia all´avanguardia. Le strutture premiate in tutta Italia sono 230, con 3, 2 o 1 bollino, in base al punteggio ricevuto. Il totale dei bollini attribuiti agli ospedali toscani è di 29. "Sono molto soddisfatto di questo riconoscimento attribuito agli ospedali toscani - è il commento dell´assessore al diritto della salute Luigi Marroni - Tra l´altro, il numero è cresciuto dal 2011: allora erano 10, oggi sono 14. Le donne costituiscono la maggioranza dell´utenza dei servizi sanitari, ma non sempre gli ospedali offrono un trattamento adeguato alle loro esigenze e necessità. La Toscana ha dimostrato di essere una regione molto attenta alle problematiche femminili anche sul versante sanitario. In Toscana è insediata una Commissione regionale permanente sulla medicina di genere, e in molte aziende è in funzione il Codice Rosa, che presto si estenderà a tutta la Toscana". Questi gli ospedali toscani che hanno ricevuto i "bollini rosa": Tre Bollini Rosa: - Ospedale San Donato di Arezzo (Asl 8) - Azienda ospedaliero universitaria di Careggi, Firenze - Azienda ospedaliero universitaria Pisana - Azienda ospedaliero universitaria Senese Due Bollini Rosa: - Ospedale del Casentino, Bibbiena (Asl 8 Arezzo) - Ospedale Santa Maria della Gruccia, Montevarchi (Asl 8 Arezzo) - Ospedale San Giovanni di Dio a Torregalli (Asl 10 Firenze) - Azienda ospedaliero universitaria Meyer, Firenze - Ospedale s.Maria Annunziata a Ponte a Niccheri (Asl 10 Firenze) - Presidio ospedaliero piana di Lucca (Asl 2) - Ospedale della Misericordia, Grosseto (Asl 9) Un Bollino Rosa: - Ospedale Piero Palagi, Firenze (Asl 10) - Ospedale del Mugello, Borgo San Lorenzo (Asl 10 Firenze) - Ospedale Ss. Giacomo e Cristoforo di Massa (Asl 1). L´attribuzione di 1 bollino rosa riconosce la presenza nell´ospedale di unità operative (da 1 a 3) che curano patologie femminili specifiche e l´applicazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza), con particolare riferimento all´appropriatezza delle prestazioni, accreditamento e certificazione per i requisiti alberghieri e strutturali. Due bollini vengono attribuiti a quegli ospedali che, oltre ai requisiti precedenti, abbiano almeno tre donne nel Comitato Etico, che prevedano donne in posizioni di responsabilità ai vari livelli, personale di assistenza prevalentemente femminile, che sotto il profilo archiettonico sottolineino la centralità della persona ricoverata, e che riservino particolare attenzione ai bisogni delle donne di etnie diverse. Il massimo riconoscimento, i tre bollini rosa, viene attribuito a quegli ospedali che, a tutte le caratteristiche già descritte, aggiungano un contributo in pubblicazioni scientifiche su patologie femminili, l´applicazione delle normativa sull´Ospedale senza dolore, il controllo del dolore nel parto e l´analgesia ostetrica.  
   
   
AOSTA, CONFERENZA: IL PAZIENTE TRA OPERATORI SANITARI E ISTITUZIONI  
 
Aosta, 5 dicembre 2013 - L’assessorato della sanità, salute e politiche sociali informa che martedì 10 dicembre 2013 alle ore 21.00, ad Aosta, nel Salone delle manifestazioni di Palazzo regionale, si terrà la conferenza Il paziente tra operatori sanitari e istituzioni. Verso un nuovo modello di sanità pubblica. Alla serata, introdotta dall’Assessore Antonio Fosson, interverrà il Prof. Ivan Cavicchi. Ivan Cavicchi è docente di Sociologia delle Organizzazioni sanitarie e Filosofia della Medicina all’Università Tor Vergata di Roma. Nel suo ultimo libro Il riformista che non c’è propone alla classe politica e a tutto il mondo sanitario un progetto per rifondare la sanità. A fronte del disagio vissuto quotidianamente dagli operatori sanitari, dagli amministratori e dagli utenti, che rischia di sfociare in situazioni conflittuali, diventa necessario un profondo ripensamento del ruolo degli operatori sanitari, del loro rapporto con le aziende sanitarie e dell’organizzazione dei servizi. Alla classe politica è invece affidato il compito di rinnovare le modalità di interazione tra operatori, cittadini e istituzioni e creare le condizioni per la ricostituzione di un sentimento di fiducia e di rinnovata alleanza.  
   
   
VALLE D’AOSTA: RICONOSCIMENTO DELL’EQUIVALENZA AI DIPLOMI UNIVERSITARI DELL’AREA SANITARIA, AI FINI DELL’ESERCIZIO PROFESSIONALE  
 
Aosta, 5 dicembre 2013 - L’assessorato della sanità, salute e politiche sociali informa che, con deliberazione della Giunta regionale pubblicata sul Bur della Regione n. 48 del 26 novembre scorso, sono state approvate le modalità di riconoscimento dell’equivalenza dei diplomi universitari dell’area sanitaria, ai fini dell’esercizio professionale, dei titoli conseguiti conformemente all’ordinamento in vigore anteriormente all’emanazione dei decreti di individuazione dei profili professionali relativi ai diplomi universitari stessi, secondo le indicazioni del Ministero della Salute (Legge 42/1999-Dpcm 26 luglio 2011). Il riconoscimento dell’equivalenza del titolo è attribuito ai soli fini dell’esercizio professionale, sia subordinato che autonomo, ed è condizionato al raggiungimento di un determinato punteggio previsto dal Dpcm 26 luglio 2011. Qualora non sia raggiunto il punteggio previsto, il riconoscimento è subordinato all’effettuazione di un percorso di compensazione formativa stabilito in base a criteri individuati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Per quanto riguarda i titoli richiesti, possono essere presi in considerazione esclusivamente i titoli che rispondono alle seguenti caratteristiche: devono essere stati conseguiti entro il 17 marzo 1999, ed il relativo corso formativo deve essere iniziato entro il 31 dicembre 1995; devono essere stati conseguiti conformemente all’ordinamento in vigore anteriormente all’emanazione dei decreti di individuazione dei profili professionali relativi ai diplomi universitari; devono essere evidentemente afferenti all’area sanitaria e riconducibili esclusivamente alle Professioni sanitarie, in applicazione al comma 2 dell’articolo 4 della Legge 42/1999 e dei relativi profili emanati con Decreto Ministeriale; devono aver consentito l’esercizio di attività sanitaria, in conformità all’ordinamento allora vigente; i relativi corsi di formazione devono essere stati regolarmente autorizzati dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta o da altri Enti preposti allo scopo della medesima Regione, e svolti nell’ambito nel territorio della Valle d’Aosta. Per consentire la valutazione del titolo, dovranno essere fornite idonee specificazioni con riguardo alla durata del corso di formazione e all’esperienza lavorativa. Seguendo la calendarizzazione definita dalle Regioni di concerto con il Ministero della Salute, in questa fase, sono aperti i termini di presentazione delle domande per il riconoscimento dell’equivalenza dei titoli del pregresso ordinamento, ai titoli universitari abilitanti alle Professioni Sanitarie riabilitative di Podologo, Fisioterapista, Logopedista, Ortottista – Assistente in oftalmologia, Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, Tecnico della riabilitazione psichiatrica, Terapista occupazionale. Si precisa che la professione di Educatore professionale non verrà inclusa in attuazione della circolare del Ministero della Salute n. 36869 del 6 agosto 2013, perché verrà rinviata a successivo bando. Tutta la documentazione riguardante la procedura, ivi compreso il fac-simile di domanda di riconoscimento dell’equivalenza dei titoli, è pubblicata sul sito dell’Assessorato, http://www.Regione.vda.it/sanita/personale/equivalenza_titoli_i.aspx  al quale gli interessati potranno richiedere eventuali ed ulteriori informazioni al riguardo (tel. 0165/274255). Le domande dovranno essere spedite all’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali – Rue De Tillier,30 – 11100 Aosta, con raccomandata Ar, entro il termine del 25 gennaio 2014 .  
   
   
CUGGIONO: L´OSPEDALE RESTA E PRESTO CI SARÀ L´OCULISTICA  
 
Milano. 5 dicembre 2013 - "Nessuno ha intenzione di chiudere l´Ospedale di Cuggiono. Anzi con il nuovo anno, assieme alle sale operatorie, sarà attivato un nuovo servizio di oculistica per rispondere, anche a livello chirurgico, alle esigenze dei pazienti del territorio". E´ stato reso noto dal vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, nel corso del suo intervento al convegno ´Sanità in Lombardia. Quale futuro per ospedale e Asl´, che si è svolto nella Villa Annoni di Cuggiono (Milano). Informazione Corretta - Il vice governatore della Lombardia ha così esordito, sgomberando il campo da timori e malumori sorti tra la popolazione a proposito di voci infondate in merito al destino dell´Ospedale di Cuggiono: una delle strutture sanitarie dell´Azienda ospedaliera di Legnano e dell´Asl Milano 1. Nuovo Pronto Soccorso - Mario Mantovani, ricordando che le strutture ospedaliere di Magenta, Abbiategrasso, Legnano e Cuggiono offrono servizi che, in termini di riconoscimento della qualità, si sono guadagnati i primi posti in Italia ha anche aggiunto che nel corso del 2014 si lavorerà per realizzare una nuova struttura per il pronto soccorso dell´Ospedale "Fornaroli" di Magenta. Al convegno è intervenuto l´assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione, della giunta regionale, Massimo Garavaglia, nonché il Presidente della Iii commissione Sanità Fabio Rizzi e Carlo Borghetti, consigliere regionale membro della stessa commissione di Palazzo Pirelli. No Doppioni - Una sanità centrata sui bisogni del paziente, che offre ciò che serve là dove serve e garantisce ai cittadini di poter fruire sia di cure di alta specialità con adeguata appropriatezza ed efficacia, sia di servizi per la cura delle cronicità. E´ stato questo il quadro emerso dal convegno al quale il pubblico ha attivamente preso parte. La necessaria revisione del numero di Asl e Aziende ospedaliere sul territorio porta inevitabilmente a operare delle scelte che puntano ad eliminare costosi doppioni nell´offerta sanitaria, rendendo al contempo più sicure e qualificate le cure.  
   
   
SANITASERVICE: GIUNTA PUGLIESE VARA NUOVE NORME PER ATTIVITÀ  
 
Bari, 5 dicembre 2013 - La Giunta, nella riunione del 3 dicembre, ha approvato i nuovi criteri di organizzazione e gestione delle Società strumentali alle attività delle Aziende ed Enti del Servizio Sanitario regionale, le “Sanitaservice”. Il documento prevede la costituzione e attivazione delle società “in house”. Le Sanitaservice possono essere costituite dal Dg di Asl o enti del Ssr a condizione ci sia invarianza o riduzione dei costi. La società deve avere durata decennale, per questioni di ammortamento costi e deve operare solo a favore della Asl o ente controllante. Va redatto un apposito business plan che contenga le modalità di riduzione dei costi rispetto agli affidamenti esterni. Andranno affidate alle Sanitaservice attività di ausiliarato, portierato, pulizia locali, sanificazione sale operatorie e locali di cura, il trasporto dei pazienti con il 118, trasporto dializzati, trasporto vaccini, sangue, logistica integrata farmaci e beni economati, la gestione del Cup e la piccola manutenzione esclusi i grandi impianti, attrezzature medicali e informatiche. Un disciplinare di servizio conterrà i rapporti tra Azienda sanitaria e Sanitaservice. Per il reclutamento del personale si terrà conto della cosiddetta “clausola sociale” e oltre a utilizzare il Ccnl di categoria Aiop, deve essere di evidenza pubblica. Per le Sanitaservice ci sarà un amministratore unico che otterrà un compenso pari al 70% del Dg della Asl-ente controllante.  
   
   
OSPEDALE DI COMACCHIO, INCONTRO IN PREFETTURA A FERRARA.  
 
Bologna, 5 dicembre 2013 – Un contesto profondamente mutato (a livello di normativa, nazionale e regionale, della situazione socio-economica e dei bisogni dei cittadini), che richiede necessariamente un rinnovamento del sistema sanitario, in modo da continuare a garantire la qualità dell’assistenza nelle forme organizzative più idonee. E’ questo, in sintesi, l’esito dell’incontro - convocato il 3 dicembre in Prefettura a Ferrara per approfondire la riorganizzazione dell’ospedale San Camillo di Comacchio - al quale sono intervenuti il presidente della Regione Vasco Errani, il sottosegretario alla presidenza Alfredo Bertelli, insieme all’assessore regionale alle Politiche per la salute Carlo Lusenti, al presidente della Provincia di Ferrara Marcella Zappaterra, al sindaco di Comacchio Marco Fabbri e rappresentanti dell’amministrazione e del consiglio comunale. “Le parti presenti all’incontro hanno preso atto che l’accordo del 2001 ha finito di produrre i suoi effetti – ha spiegato Lusenti – , anche perché in questi anni si sono verificati numerosi e profondi cambiamenti del quadro normativo, sia a livello nazionale che regionale. Inoltre, da allora è cambiato notevolmente il contesto sociale ed economico, e quindi anche i bisogni di salute della popolazione: questo richiede che anche il sistema sanitario regionale cambi e si rinnovi, per continuare a garantire la qualità dell’assistenza nelle forme organizzative più adeguate”. La riorganizzazione dell’ospedale di Comacchio rientra nell’attuale programmazione sanitaria provinciale, definita nella sede istituzionale appropriata, ovvero la Conferenza socio sanitaria di Ferrara, in accordo con le linee d’indirizzo regionali. Tuttavia, per approfondire e valutare tutte le richieste emerse durante l’incontro di ieri, legate ad aspetti tecnici e gestionali, è stato deciso che nei prossimi giorni proseguiranno i contatti e gli incontri tra il direttore generale dell’Azienda Usl di Ferrara, il presidente della Conferenza socio sanitaria e il sindaco di Comacchio.  
   
   
BASILICATA, BOLLINI ROSA AL CROB: PREMIO PER SCELTE LUNGIMIRANTI  
 
Potenza, 5 dicembre 2013 - “L’irccs Crob di Rionero si conferma ancora una volta centro di eccellenza anche per l’attenzione e la sensibilità nei confronti delle donne, come dimostra il riconoscimento ottenuto nel rapporto “Ospedale donna”, la guida nazionale “Bollini rosa”, che ha assegnato alla struttura lucana due bollini per i servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili”. Lo afferma l’assessore regionale alla Salute Attilio Martorano commentando i risultati dell’indagine promossa dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna. L’istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di Rionero è stato segnalato nell’ambito della ginecologia per lo screening regionale finalizzato alla diagnosi precoce delle neoplasie della cervice uterina. Il riconoscimento ottenuto è il “fiore all’occhiello”, un parametro che identifica il tipo di ospedale che offre servizi considerati distintivi in quanto specifici per le donne o particolarmente all’avanguardia. Il Crob è risultato anche “fiore all’occhiello” per la Radioterapia intraoperatoria e per lo Screening regionale delle neoplasie mammarie. Nell’ambito dei “servizi clinici”, parametro che misura le prestazioni erogate nell’ambito dei percorsi diagnostici-terapeutici per il trattamento di patologie femminili, la struttura sanitaria di Rionero è stata premiata per i servizi offerti dalle unità operative di Ginecologia, Oncologia e senologia. I due “bollini rosa” sono anche frutto dei “servizi aggiuntivi” che l’Irccs Crob offre alle proprie pazienti come la dieta personalizzata per particolari esigenze o motivi religiosi, il servizio di Assistenza sociale e i servizi alberghieri convenzionati. “Tutto ciò – ha aggiunto l’assessore Martorano – non ci coglie affatto di sorpresa, poiché è costantemente in aumento l’attenzione che il sistema sanitario regionale, e in particolare il Crob, come dimostra il rapporto, pone nei confronti del benessere delle donne”.  
   
   
PROGETTO GIOVANI PAVIA ’93: COMINCIA DA QUI LO SCREENING EFFICACE PER LA MORTE IMPROVVISA  
 
Pavia, 5 Dicembre 2013 - Troppe volte, sino ad oggi, abbiamo appreso la tragica notizia di giovani atleti che hanno perso la vita d´improvviso, all´apice del proprio impegno agonistico. Adesso, grazie a uno strumento diagnostico d´avanguardia che indaga le cause genetiche della cosiddetta “morte improvvisa”, è possibile scoprire in anticipo la predisposizione a tutte le condizioni cardiovascolari che troppo di frequente determinano ancora il brusco decesso di persone giovani e apparentemente in perfetta salute. Pavia, grazie al rapporto simbiotico con il suo antichissimo Ateneo, e in particolare con la Fondazione C. Mondino, è stata la prima in Italia a cogliere le opportunità offerte dal nuovo test diagnostico, e ha voluto metterle gratuitamente a disposizione di tutti i ventenni residenti in città. È nato così – con il sostegno del Comune, degli Istituti Clinici di Pavia e Vigevano, del Centro Interdisciplinare della Ricerca Molecolare Cardiologica, della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo, dell’Ordine dei Medici e dell’Associazione Prevenzione Malattie Genetiche – il Progetto Giovani Pavia ´93, presentato oggi a Palazzo Broletto alla presenza del sindaco, Alessandro Cattaneo, del rettore, Fabio Rugge, e del Sottosegretario alla Ricerca Scientifica, On. Gian Luca Galletti. “Tutti i residenti a Pavia nati nel 1993 – ha spiegato il professor Italo Richichi, Coordinatore del Progetto e Presidente del Meeting – saranno sottoposti gratuitamente a uno screening per l’individuazione dei segni, dei sintomi e delle alterazioni capaci di rivelare, tra le altre patologie, un’esposizione al rischio di morte improvvisa. Sono numerose le condizioni patologiche che aumentano notevolmente la probabilità di questo evento, ma il microchip genetico che abbiamo oggi a disposizione, grazie a una collaborazione con i ricercatori degli Atenei di Lisbona e di Coimbra, è in grado di rivelarle con una rapidità e una precisione sinora impensabili”. Il nuovo metodo d’indagine genetica consente infatti di elevare la sensibilità diagnostica all’80% (a fronte del 50-60% dei test precedentemente disponibili) e la specificità al 99%, tra l’altro in tempi rapidissimi: “Finora avevamo bisogno di 4 o 5 mesi per conoscere l’esito delle indagini diagnostiche – prosegue il professor Richichi –; oggi, in un mese al massimo, siamo in grado di sapere se il paziente è predisposto a un numero elevatissimo di patologie che lo possono esporre al rischio di morte improvvisa”. Fra queste malattie spiccano le cardiomiopatie ipertrofica, dilatativa e aritmogena del ventricolo destro, i fattori di rischio genetico per ipertensione arteriosa e trombofilia, nonché numerose sindromi: del Qt lungo e corto, di Brugada, di Marfan, di Noonan e di Leopard. Il nuovo microchip genetico è sviluppato dall’Advanced Genetics Italia, collegata alla casa madre portoghese Heartgenetics, la cui tecnologia è fondata sul sistema Massarray. Il sistema Massarray consiste in una piattaforma basata sul Dna Microchip ottimizzato per l’analisi genetica e in grado di offrire risultati altamente precisi e specifici grazie alla spettrometria di massa Maldi-tof. “Quando l’eccellenza scientifica, offerta da un Ateneo storico, si coniuga alle tecnologie d’avanguardia messe a disposizione da imprenditori illuminati, il compito della politica e degli amministratori è favorire il processo virtuoso che ne nasce – ha commentato Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia –. Ciò è importante e doveroso soprattutto quando i vantaggi offerti dall’innovazione riguardano la salute e la salute dei giovani. Per questo il Comune è stato sin da subito il primo alleato del Progetto Giovani Pavia ’93, e sarà impegnato in prima linea anche nella fase operativa di screening dei nostri ragazzi, affinché tutti i ventenni residenti in città abbiano gratuitamente accesso al nuovo percorso diagnostico”. “Per chi si occupa di conoscenza, in ogni ambito – ha concluso il Co-presidente del Congresso, professor Giuseppe Nappi, Direttore Scientifico della Fondazione C. Mondino – è sempre motivo di grande orgoglio poter mettere a parte dei propri successi un gran numero di persone. Ma oggi facciamo ancora di più, regalando a centinaia di ragazzi della nostra città, 758 per la precisione, i vantaggi diretti del progresso scientifico. Inoltre è un beneficio che si estende anche al sistema sanitario, perché il nuovo test diagnostico consente indagini più precise in tempi più brevi, con un gran numero di vite salvate e un notevole risparmio di risorse economiche. Pertanto, ci si può solo augurare che il Progetto Pavia ’93 si estenda progressivamente a tutta l’Italia e ad altre fasce di popolazione”. L’orgoglio del sindaco, del rettore dell’Università di Pavia e di tutti i responsabili delle Istituzioni sanitarie pavesi è stato confermato anche dall’Assessore Regionale della Lombardia alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini.  
   
   
SPORT, UNIVERSITÀ E INNOVAZIONE LA FORMULA DELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE DI ROVERETO  
 
Rovereto, 5 dicembre 2013 - Per presentare i dettagli e i protagonisti di questo importante appuntamento è prevista una conferenza stampa giovedì prossimo, 5 dicembre alle 11.30 a Rovereto, nella sede universitaria di Palazzo dell´Istruzione (Corso Bettini, 84). A illustrare il programma generale sarà il delegato del rettore per lo Sport e vicepresidente C.o. Universiade Trentino 2013, Paolo Bouquet, responsabile scientifico della conferenza, insieme a Federico Schena, referente per la conferenza su "Mountain, Sport & Health" che si svolgerà in parallelo e a Marco Senigalliesi, referente della Sessione Business promossa da Eit Ict Labs. Alla conferenza stampa interverranno anche il sindaco Andrea Miorandi e il presidente C.o. Universiade Trentino 2013, Sergio Anesi. Durante l´incontro con i media si parlerà anche dell´ evento "Sport, imprese senza limiti" organizzato da Corriere Innovazione.  
   
   
IL COMUNE CONCEDE IL CENTRO SPORTIVO PRO PATRIA ALL’UNIVERSITÀ DI MILANO-BICOCCA  
 
 Milano, 5 dicembre 2013 – Il Comune di Milano ha approvato la concessione trentennale del Centro Sportivo Pro Patria all’Università di Milano-bicocca che ha presentato un progetto di riqualificazione della storica struttura di viale Sarca. La decisione della Giunta fa seguito alla deliberazione del Consiglio di Zona 9 che il 5 settembre scorso aveva già espresso parere favorevole all’assegnazione dell’impianto all’Ateneo. Il progetto (scarica la scheda tecnica e i rendering) presentato dall’Università prevede investimenti per circa 7 milioni di euro suddivisi in 5 lotti da realizzarsi nei prossimi anni. Si parte subito col primo lotto che, con un costo complessivo di un milione di euro interamente sostenuto dall’Ateneo, prevede il rifacimento della pista di atletica, del manto del campo di calcio regolamentare, l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’adeguamento normativo, interventi eco-sostenibili e valorizzazione delle aree a verde. I lavori inizieranno già dal prossimo anno. Successivamente, sono previsti la realizzazione di parcheggi, zone verdi, spazi destinati a nuovi sport, area atletica, interventi impiantistici, spazi culturali, di aggregazione, di progettazione, di socializzazione, una nuova mensa e servizi di ristorazione. Nel progetto c’è anche la realizzazione di un edificio da adibire a piscina per un importo presunto pari a circa tre milioni di euro. «È un ulteriore, importante passo nella collaborazione tra amministrazione e atenei milanesi – ha dichiarato l’assessora allo Sport Chiara Bisconti – le università infatti possono diventare luoghi fondamentali per la città, così come avviene in tante altre parti del mondo, ampliando l’offerta sportiva e migliorando sensibilmente la qualità dell’impiantistica. L’università Bicocca ha dimostrato una grande sensibilità e attenzione per la qualità della vita del quartiere che la ospita». Il Centro Sportivo sarà gestito dal Cus Milano, associazione sportiva dilettantistica titolare dell’organizzazione delle attività sportive universitarie e componente del Comitato Sportivo dell’Università di Milano-bicocca, attraverso una convenzione di durata quinquennale. «Il progetto che l´Università di Milano-bicocca ha pensato per il grande spazio del Centro sportivo Pro Patria - dice il rettore Cristina Messa – ne reinterpreta le funzioni, coniugando la storica vocazione di spazio per lo sport con un nuovo concetto di spazio per il tempo libero. In questo senso si tratta di un intervento le cui ricadute positive non sono a esclusivo beneficio degli studenti ma della comunità allargata nella quale l´Ateneo è inserito. Comunità che comprende il quartiere Bicocca, la Zona 9 e più in generale tutta la città. Siamo molto soddisfatti dell´accordo di concessione raggiunto col Comune di Milano e pensiamo sia un segno molto concreto, visto anche il nostro impegno finanziario e progettuale nell´opera, della nostra idea di essere un´Università per la città». Il progetto dell’Ateneo per il Centro Pro Patria punta infatti a trasformarlo in un luogo di sport e servizi culturali, di aggregazione, di socializzazione accessibile non solo agli utenti dell’Università ma all’intero sistema universitario milanese ai residenti della Zona 9 e, in generale, alla città. Infatti, come previsto dalla deliberazione della Giunta, l’Università si impegna a concedere il Centro Sportivo in uso gratuito alle scuole della Zona 9 e a redigere e presentare, a propria cura e spese, il progetto di riqualificazione del Centro Sportivo. Impegno finanziario che è rimasto pure dopo l’intervento della Corte Costituzionale che lo scorso 31 ottobre ha dichiarato illegittimo il "Fondo per lo sviluppo e la capillare diffusione della pratica sportiva" in base al quale l’Università aveva presentato il progetto di riqualificazione partecipando al bando nazionale per il finanziamento di infrastrutture sportive decretato dal Dipartimento per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Gli interventi previsti saranno quindi finanziati con risorse proprie sul bilancio 2014 dell’Ateneo.