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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Dicembre 2013
OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO PER L’AGRICOLTURA ITALIANA IN ROMANIA  
 
Si è tenuta ieri a Bucarest la Conferenza “Il futuro dell’agricoltura in Romania fra strumenti comunitari e finanziari. Focus sugli investimenti necessari”, organizzata dalla Camera di Commercio Italiana per la Romania, in collaborazione con Maschio Gaspardo e lo Studio Tonucci & Partners, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest. L’italia continua ad essere, da oltre 10 anni, il primo Paese investitore in Romania con circa 33mila imprese registrate, secondo i dati dell’Ufficio del Registro del Commercio. Le imprese italiane detengono inoltre la quota più alta di possedimenti agricoli (circa 300.000 ettari), pari al 3,1% dell´intera superficie agricola coltivata. I principali settori di investimento sono: il comparto cerealicolo, l´allevamento e la produzione lattiero-casearia. Nel territorio romeno, la presenza italiana più consistente nel settore agro-industriale è concentrata ad Ovest del Paese (Province di Timis, Arad e Bihor) e nella zona di Bucarest e dintorni. I fondi agricoli romeni offrono ottime opportunità di investimento soprattutto grazie alla presenza di terreni particolarmente fertili e pianeggianti a prezzi estremamente convenienti. Lo Stato rumeno incentiva gli investitori stranieri, in particolar modo coloro che acquistano appezzamenti di notevoli dimensioni. Vi sono inoltre ottime prospettive di incremento del valore fondiario: terreni comprati solo cinque anni fa hanno già quintuplicato il loro valore ad oggi. Importante è anche l’integrazione verticale tra i vari componenti della filiera, ovvero agricoltori, unità di trasformazione dei prodotti agricoli e reti della Gdo. L’evento di oggi a Bucarest – anticipato da un convegno a Padova lo scorso 9 ottobre – vuole approfondire gli aspetti operativi legati agli investimenti nel settore agricolo in Romania (Fondi strutturali, sistema creditizio e fiscale, ruolo del leasing, etc.). Nella sessione pomeridiana si terrà un workshop articolato sotto forma di dibattito interattivo, al quale saranno invitati operatori del settore agricolo, studi legali e fiscali, compagnie di assicurazione, istituti finanziari che potranno fornire alle imprese italiane del settore tutte le informazioni necessarie per affrontare il mercato.  
   
   
MIELE, OBBLIGATORIO INDICARE IN ETICHETTA PRESENZA DI POLLINE OGM  
 
“Il consumatore europeo deve essere consapevole di quello che finisce sulla propria tavola. Per questo il miele che contiene polline Ogm deve avere questa indicazione in etichetta affinché chi non vuole mangiare transgenico, come il sottoscritto e la maggioranza dei cittadini italiani, possa orientarsi verso altri prodotti”. È il commento di Andrea Zanoni al voto della commissione Envi Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo che ha rifiutato una proposta che mirava a definire il polline non come un “ingrediente” del miele ma soltanto come un semplice “componente”, una mossa che gli avrebbe consentito di non rispettare più le regole oggi obbligatorie in materia di etichettatura degli Ogm nell’Ue. “Niente trucchetti sugli scaffali dei supermercati europei. I prodotti contenenti ingredienti Ogm devono essere facilmente identificabili dai consumatori che devono essere messi nelle condizioni di poter scegliere se mangiare transgenico o mangiare biologico”, attacca Zanoni. “Per questo motivo ho deciso di appoggiare gli emendamenti utili a difendere la scelta dei consumatori e anche per supportare i nostri apicoltori europei”. L´eurodeputato spiega infatti che “visto che i Paesi europei importano anche miele da Paesi che producono organismi geneticamente modificati, il miele contaminato con polline Ogm potrebbe essere sempre più presente sugli scaffali dei nostri negozi, contrariamente a quello prodotto in Paesi, come l´Italia, dove le colture Ogm sono proibite”. “Le api e gli apicoltori devono già fronteggiare le difficoltà dovute all´inquinamento e all´utilizzo di pesticidi che stanno riducendo sensibilmente la popolazione di questi importantissimi insetti impollinatori. Non possiamo permettere che a questo si aggiunga la concorrenza sleale di chi spaccia del miele Ogm come biologico e tradire in questo modo chi al supermercato fa una scelta di acquisto basandosi su quanto legge in etichetta”, conclude Zanoni.  
   
   
VENDOLA ADERISCE ALLA PROTESTA DELLA COLDIRETTI PER DIFESA MADE IN ITALY “UNA GLOBALIZZAZIONE SENZA REGOLE, SENZA LEGALITÀ, SENZA TRASPARENZA.  
 
 Negli scaffali di tutto il mondo si possono trovare prodotti alimentari tricolore che non provengono dall’Italia. Credo che la contraffazione delle merci sia un attentato al made in Italy e alla nostra economia agroalimentare. Per questo è sacrosanta la protesta della Coldiretti e del mondo agricolo. Per questo è urgente che la politica cominci, o ritorni, ad occuparsi di agricoltura”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola annunciando l’adesione alla mobilitazione della Coldiretti a difesa del settore agroalimentare dalle importazioni di bassa qualità spacciate come “made in Italy”. La protesta degli agricoltori sta bloccando in queste ore la frontiera del Brennero tra Italia e Austria. “Una globalizzazione senza regole, senza legalità, senza trasparenza. Negli scaffali di tutto il mondo si possono trovare prodotti alimentari tricolore che non provengono dall’Italia. Credo che la contraffazione delle merci sia un attentato al made in Italy e alla nostra economia agroalimentare. Per questo è sacrosanta la protesta della Coldiretti e del mondo agricolo. Per questo è urgente che la politica cominci, o ritorni, ad occuparsi di agricoltura”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola annunciando l’adesione alla mobilitazione della Coldiretti a difesa del settore agroalimentare dalle importazioni di bassa qualità spacciate come “made in Italy”. La protesta degli agricoltori sta bloccando in queste ore la frontiera del Brennero tra Italia e Austria.  
   
   
MONTAGNA LOMBARDA: PRODOTTI CASEARI SICURI  
 
Milano - Dei nostri prodotti tipici made in Lombardia e dei necessari controlli sanitari a cui devono essere sottoposti si è parlato nel corso del convegno ´Prodotti tradizionali dei caseifici in alpeggio: sicurezza alimentare e valorizzazione produzioni verso Expo 2015´. In proposito il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani ha sottolineato come "fornire garanzie sull´attività di controllo sanitario in tale settore consenta non solo di tutelare la salute dei cittadini, ma anche il mantenimento e lo sviluppo dell´ambito commerciale e il conseguente reddito degli operatori coinvolti". 700 Controllori - Ricordando che l´assessorato alla Salute ha in campo ben 700 veterinari che si occupano del controllo di qualità e della sicurezza dei nostri prodotti alimentari, ha riferito di uno dei progetti attuati in tale direzione. "Per garantire la sicurezza alimentare e la qualità delle produzioni uno specifico protocollo prevede anche una serie di controlli che riguardano persino - ha detto ancora l´assessore alla Salute Mario Mantovani- la manutenzione delle strutture e delle attrezzature, l´igiene del personale addetto alla lavorazione sino ad arrivare all´applicazione di corrette prassi operative di mungitura e di lavorazione" . Finanziati 350Mila Euro - Un intervento ancora più imprescindibile se si pensa anche ad Expo 2015, in cui l´esportazione dei prodotti made in Italy, (Dop e Igp in Italia sono oltre 4500), sempre più apprezzati all´estero, potrà rappresentare un volume d´affari significativo. A questo scopo è già partito un progetto in parte finanziato dal Ministero della Salute con 350.000 euro.  
   
   
MONTAGNA: AGRICOLTURA PRESIDIO DEI TERRITORI  
 
Milano - Trecentottandadue caseifici dove vengono lavorati circa 105.000 quintali di latte, per una produzione annua media di 8.000 quintali di formaggi. E´, in sintesi, il ritratto della produzione casearia in alpeggio in Lombardia, ovvero l´insieme delle attività agricole, che, oltre alla gestione delle superfici al pascolo e al governo del bestiame, comprende una tradizionale attività di trasformazione del latte destinata a produzioni di formaggi tipici, fortemente identitari di un tradizione alpina. "Produzioni di nicchia - ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, intervenendo, in apertura dei lavori del convegno ´Prodotti tradizionali dei caseifici in alpeggio: sicurezza alimentare e valorizzazione produzioni verso Expo 2015´ - e di qualità, frutto di attività che assicurano il mantenimento di un presidio fondamentale nei territori montani: se l´agricoltura abbandona alpeggi e pascoli, la gestione spontanea delle stesse aree montane non ne garantisce più automaticamente la sicurezza". Tipicità E Qualità - Una realtà economica particolarmente articolata, ma dal valore limitato - 10 milioni di euro circa quello della produzione annua -, a cui il consumatore riserva, però, grande attenzione per le caratteristiche di tipicità e qualità. Un ´patrimonio´ che, al pari di tutti i prodotti alimentari, deve però soddisfare requisiti di sicurezza alimentare codificati dai regolamenti comunitari. "Un tema di complessità tale, su cui occorre intervenire - ha aggiunto l´assessore -, per salvaguardare attività tradizionali e perché queste siano considerate attività di presidio territoriali e di mantenimento di attività umane in aree marginali". Burocrazia E Controlli - Una delle principali preoccupazioni per chi lavora in ambiti ´difficili´ - ma non solo - è rappresentata dal combinato disposto tra burocrazia e controlli igienico-sanitari. "In realtà - ha osservato Fava - questo atteggiamento è frutto di un pregiudizio psicologico, ma ha comunque un effetto importante". "La grande sfida, perciò, per chi fa controlli in contesti spesso difficili da raggiungere - ha specificato l´assessore -, è trovare equilibrio tra le due componenti, affinché chi vive quella realtà non la consideri un problema in più. Del resto, il sistema dei controlli in Lombardia è particolarmente avanzato, anche in montagna: il 99 per cento dei 382 caseifici d´alpeggio censiti nel 2012 è stato controllato, con punte del 100 per cento tra Bergamo (67), Brescia (52), Como (23), Sondrio (146) e Valcamonica (64) e del 93 per cento in provincia di Lecco (30 strutture). Montagna Centrale Per I Prossimi 7 Anni - "In una prospettiva, quella di Expo 21015, in cui in Lombardia si parlerà di ´nutrire il pianeta´ e di farlo in sicurezza - ha detto l´assessore regionale - vogliamo presentarci con la nostra tradizionale agricoltura di montagna, con le nostre eccellenza tipiche di questi territori ´europei´". "Un modello che vogliamo sia accettato, supportato e condiviso - ha insistito Fava -. Non credo che in montagna torneranno grandi numeri in termini occupazionali, ma il processo attuale di ´presidio´ va sostenuto, affinché chi consuma prodotti ad alto valore aggiunto sia tutelato e garantito sotto il profilo della sicurezza alimentare, oltre che della qualità". Montagna Al Centro - Nell´ambito della pianificazione dei prossimi sette anni la montagna sarà centrale. "Come Regione Lombardia - ha concluso Fava - investiremo tra il 30 e il 40 per cento di tutta la programmazione regionale: se è vero che l´agricoltura dei grandi numeri sta altrove, quella di montagna dà garanzie sulla gestione del territorio ed è uno dei temi che continua ad appassionarci".  
   
   
TUTELA DEL MADE IN ITALY, IL CONSIGLIO DELLA LOMBARDIA APPROVA LA MOZIONE  
 
 Milano - Il consiglio regionale della Lombardia ha approvato all´unanimità la mozione sulla "Tutela del Made in Italy con particolare riguardo al comparto suinicolo". In particolare, la giunta regionale della Lombardia si impegna a sollecitare i ministri delle Politiche agricole e della Salute per l´attuazione dell´obbligo di indicazione del Paese d´origine o del luogo di provenienza con riferimento alle carni suine; nelle more dell´approvazione a livello comunitario, di attivare i decreti di attuazione per introdurre l´obbligo di etichettatura a partire dalle carni suine; a promuovere azioni, con specifico riferimento al commercio con l´estero, per prevenire le pratiche fraudolente o ingannevoli ai danni del made in Italy o in grado di trarre in inganno il consumatore. Niente Risorse Pubbliche Per Prodotti Imitazione - La mozione impegna la Giunta, inoltre, a impedire l´uso improprio di risorse pubbliche per finanziare progetti o imprese che possano alimentare il fenomeno del ´finto´ made in Italy; a sollecitare i ministri competenti all´adozione di norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini, al fine di rendere accessibili a tutti gli organi di controllo e alle amministrazioni interessate le informazioni e i dati sulle importazioni e i relativi controlli, concernenti l´origine di tutti i prodotti alimentari. La mozione dispone anche la possibilità per la Regione Lombardia di valutare azioni legali a tutela della propria immagine, per i danni al sistema produttivo o occupazionale. Cun, Uno Stallo Continuo - "Si tratta di un emendamento facilmente condivisibile" ha commentato l´assessore regionale all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava. "La filiera suinicola è seriamente a rischio di estinzione - ha detto - viviamo da mesi una problematica gravissima e cioè il fatto che da quasi due mesi manca una quotazione ufficiale. La Cun, emanazione ministeriale, non quota per mancata disponibilità dei compratori di prendere parte alla stessa. Possono continuare a esistere un meccanismo dove il prezzo viene definito dalla sola parte venditrice e un sistema che viene sconfessato dai compratori?". "In Lombardia, dove si produce quasi il 50% dei suini allevati in Italia, in due anni abbiamo perso 300.000 suini, equivalente alla produzione di qualche regione europea" ha reso noto Fava. "Il tutto nel disinteresse della politica e dell´opinione pubblica". La Soccida, Un´insidia - I problemi della suinicoltura sono molteplici, come riassume l´assessore lombardo. "Nella suinicoltura si è inserita un´insidia che si chiama soccida, un meccanismo perverso in cui la produzione è indipendente dalla capacità del mercato di assorbire - ha specificato Fava -. Inoltre, in questi anni è aumentata l´importazione di carne dall´estero. In Italia, a tenere in piedi La filiera è stata la valorizzazione dei prodotti Dop. È questa la strada da seguire, con trasparenza, come credo sia necessario per restituire valore ad una filiera in difficoltà". Ricordato Direttore Generale - In apertura del suo intervento Fava ha voluto ricordare il direttore generale dell´Agricoltura, Franco Picco, scomparso venerdì scorso. "Sono turbato sul piano umano, ma anche sul piano politico - ha dichiarato l´assessore -. Non era una conoscenza che avessi precedentemente, ma ho avuto modo di apprezzare da quando sono assessore la qualità, la serietà e la professionalità di Franco Picco. È una perdita seria".  
   
   
UN SEMINARIO PER DISCUTERE LE FUTURE RISORSE DELLA PESCA.  
 
A Cà Vendramin l’Alleanza delle Cooperative Italiane e tutte le autorità per parlare della futura programmazione. Si terrà venerdì 6 settembre 2013 a partire dalle ore 15.15 presso la sala convegni del Museo Regionale della Bonifica di Cà Vendramin a Taglio di Po, il seminario nazionale “Quali risorse per la pesca?”: si tratta del primo momento in cui verranno discussi in Italia temi importanti per la prossima programmazione della pesca ed acquacoltura. L’evento, organizzato dall’Alleanza delle Cooperative Italiane, ha visto il contributo di Adriatic Lng. Molti i temi importanti che si stanno discutendo in questi mesi e settimane per quanto riguarda la pesca e la programmazione futura: “E’ in via di conclusione il processo di riforma della politica della pesca avviato dall´Unione Europea nel 2011, nonché il negoziato sul nuovo fondo finanziario il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp)” sottolinea il coordinamento pesca dell’Alleanza delle Cooperative Italiane. L’unione Europea persegue il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla strategia Europa 2020 “Ciò significa assicurare – evidenzia l’Alleanza – la sostenibilità della pesca e dell’acquacoltura da un punto di vista ambientale, economico e sociale”. Per quanto riguarda la Politica Comune della Pesca (Pcp), l’accordo raggiunto dal trilogo (ossia: Commissione europea, Parlamento europeo, Consiglio dell’Unione europea) consente di parlare con ragionevole certezza delle novità con cui nel futuro prossimo si dovranno confrontare gli operatori. Tra di esse si evidenziano in particolare il rafforzamento del criterio del "rendimento massimo sostenibile" (Msy), l’obbligo di sbarco delle specie soggette a limiti di cattura o, nel Mediterraneo, a taglia minima, un nuovo approccio decisionale maggiormente regionalizzato. Per quanto riguarda, invece, il nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp), la situazione è meno chiara poiché i triloghi sono stati appena avviati in quanto la posizione del Parlamento Europeo è stata formalizzata a fine ottobre: tale dossier è abbastanza complesso visto che sembrano ancora molto distanti le posizioni tra i colegislatori.“Il seminario si pone dunque l’obiettivo di approfondire quali potranno essere le ricadute sul settore della pesca e dell’acquacoltura delle nuove norme della politica comune della pesca, affiancate da finanziamenti sempre più concentrati verso obiettivi tematici ben definiti, tentando di far emergere le possibili nuove opportunità di sviluppo nonché di segnalare quelli che allo stato attuale sembrano gli aspetti più critici nell’applicazione nel nostro Paese, per la nostra flotta e per gli operatori del settore” conclude l’Alleanza delle Cooperative Italiane. Il seminario fa parte di un evento che vede anche un incontro con i dirigenti del mondo della pesca (la mattina di venerdì 6 dicembre) per discutere le principali tematiche per lo sviluppo della pesca e dell’acquacoltura e visita alle più significative realtà produttive della pesca ed acquacoltura, un’occasione di promozione del territorio bassopolesano. Interverranno tra gli altri: Emilio Gatto - direttore generale della Direzione generale della pesca; marittima e dell’acquacoltura; Guido Milana - vicepresidente della Commissione Pesca del Parlamento europeo; Riccardo Rigillo - rappresentante permanente dell’Italia presso U.e.; - Stefano Cataudella, presidente Cgpm; i presidenti dell’Alleanza delle cooperative Italiane: Giampaolo Buonfiglio (presidente Agci Agrital); Massimo Coccia (presidente Federcoopesca-confcooperative); Ettore Ianì (presidente Lega Pesca).sono stati invitati a partecipare ai lavori il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Nunzia De Girolamo e il Capo del Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare e della pesca Gianluca Maria Esposito. Tra le autorità locali sono previsti, tra gli altri, i saluti degli assessori regionali Manzato e Coppola, della presidente della Provincia Virgili, dei Sindaci di Porto Tolle e Taglio di Po.  
   
   
LOMBARDIA: PUNTA DECISA ALL´EXPO  
 
Cremona - "L´attenzione per la cultura, per il sostegno delle iniziative dei nostri territori lombardi e la loro valorizzazione e promozione al di fuori dei confini regionali è già evidente, ma avrà un´ulteriore accelerazione nei prossimi mesi grazie a nuovi bandi e a un articolato progetto per l´Expo e il dopo Expo". Questo l´annuncio dell´assessore alle Culture, Identità e Autonomie di Regione Lombardia Cristina Cappellini. Pronti Per Nuovi Investimenti - "Abbiamo già pronti - ha spiegato l´assessore - nuovi bandi per 9,5 milioni di euro. Un primo bando da 4 milioni, una dotazione incrementata rispetto alle previsioni, verrà pubblicato domani, 5 dicembre, sul Burl ed è rappresentato dal Fondo di Rotazione per la ristrutturazione e l´adeguamento tecnologico di sale da destinare ad attività di spettacolo cui saranno ammesse le spese sostenute da giugno 2013". "Questo - ha rimarcato l´assessore - grazie a una deroga concessa dalla Giunta anche in considerazione del fatto che, dal prossimo anno, i film saranno distribuiti unicamente in formato digitale. In questa linea, abbiamo anche deciso di destinare fondi anche per chi promuove le arene estive". Promozione Dei Beni Culturali - "Almeno altri 4 milioni di euro - ha continuato - sono quindi disponibili per il Fondo di Rotazione destinato a soggetti che operano nel campo culturale, con particolare attenzione al pubblico, per promuovere la valorizzazione dei beni culturali immobili, l´incremento della loro fruizione pubblica". "Finanzieremo - ha spiegato l´assessore - azioni di manutenzione, restauro e risanamento conservativo, allestimento di istituti e luoghi di cultura, le cui domande potranno essere presentate alle Sedi territoriali entro le ore 12 del 14 febbraio". Film Made In Lombardia - "Mettiamo a disposizione, attraverso Lombardia Film Commission, 1,5 milioni - ha specificato - per il bando destinato a sostenere le produzioni cinematografiche e l´audiovisivo realizzati in Lombardia promuovendo le bellezze del nostro territorio e facendo lavorare le maestranze che nella nostra regione vivono". Le Imprese Culturali E Creative - "A questi bandi - ha aggiunto l´assessore - si affianca quello già operativo, con domande presentabili fino al 9 gennaio, per la ´Mobilità transnazionale per lo sviluppo delle imprese culturali e creative´. Altre misure verranno approvate domani in Giunta, con la collaborazione dei colleghi Alberto Cavalli (Commercio, Servizi e Terziario) e Mario Melazzini (Attività produttive, Ricerca e Innovazione) e di Unioncamere". La Chiave Di Volta - "Il nostro territorio - ha ricordato l´assessore - è atteso, a breve, da una nuova, grande e affascinante sfida: Expo 2015. Un evento che credo rappresenti la chiave di volta per la promozione e riqualificazione del patrimonio immateriale, ma anche per i luoghi che saranno sedi di manifestazioni teatrali e cinematografiche, affinché siano pronte per rispondere alle esigenze degli appassionati di cultura durante e anche dopo la grande esposizione universale". La Grande Sfida Dell´expo - "Per l´Expo, che sarà una grande vetrina per tutte le culture, le identità e le autonomie lombarde e i loro tesori - ha annunciato Cappellini - abbiamo definito un programma di iniziative specifiche che abbiamo chiamato ´Expo e Oltrexpo´, in cui vogliamo davvero coinvolgere tutti, per animare i mesi precedenti l´evento, il cosiddetto ´fuoriExpo´ e il post della manifestazione. Sarà fondamentale la partecipazione di tutti con accordi e progetti come già sta avvenendo in alcuni territori come quello cremonese". La Cabina Di Regia - "Regione Lombardia - ha sottolineato l´assessore - fungerà da cabina di regia di una serie di eventi che coinvolgeranno, sotto un unico logo, tante manifestazioni e davvero tutti i territori lombardi, che continuerò a visitare nelle prossime settimane, perché, davvero, l´Expo, come ha ripetuto più volte il presidente Maroni, deve essere una vetrina per tutte le province". Mostre, Eventi E Spettacoli - "Abbiamo in programma - ha detto l´assessore - di organizzare, in collaborazione con Mibact due grandi mostre, di cui una nella sede di rappresentanza di Expo, Villa Reale di Monza, e l´altra nel complesso di Santa Giulia a Brescia. Promuoveremo quindi eventi e spettacoli per tutto il 2015 e, insieme, valorizzeremo e promuoveremo percorsi e itinerari culturali attraverso le province lombarde". "Le nostre azioni - ha continuato - riguarderanno anche gli interventi strutturali e di adeguamento tecnologico delle sale e sedi dello spettacolo, nonché la valorizzazione del patrimonio immateriale, a partire dalla liuteria cremonese e da quelli inseriti nel Registro delle attività immateriali". Forum Unesco Simbolo Del Nostro Impegno - "La realizzazione - ha concluso Cappellini - di progetti innovativi nel settore delle imprese culturali e creative, a partire dall´edizione straordinaria del Forum Unesco, che organizzeremo, come Regione, in Villa Reale a Monza nel 2015, permetterà a tutti di vedere che la Regione Lombardia è una realtà leader a livello culturale, perché sa tutelare, conservare e promuovere il suo passato, rendendolo patrimonio ancora più fruibile per le generazioni attuali e creando le condizioni perché anche quelle future possano godere della grande ricchezza che deriva dalle nostre storie locali".  
   
   
REGIONE LOMBARDIA – COMPARTO SUINICOLO LENA (LN): “TUTELARE LE NOSTRE PRODUZIONI DA CONCORRENZA SCORRETTA”  
 
 Approvata dal Consiglio regionale mozione a tutela del “Made in Italy” con particolare riferimento al comparto suinicolo. Nel merito è intervenuto il consigliere regionale della Lega Nord, Federico Lena. “Si tratta di un documento – spiega l’ esponente del Carroccio – che abbiamo sottoscritto e votato con convinzione. Si parte dalla consapevolezza dell’importanza del settore agroalimentare, che, con un fatturato superiore a 260 miliardi l’anno, rappresenta più del 17% del prodotto interno lordo nazionale. In questo quadro il comparto suinicolo ricopre un posto di notevole rilievo con oltre 26 mila allevamenti. A questo proposito i dati ci dicono che una percentuale molto alta delle cosce suine consumate in Italia è d’importazione e che queste provengono quasi esclusivamente da Paesi membri dell’Unione europea, in particolare dalla Germania. Bisogna però sottolineare come molti operatori del settore abbiano lamentato violazioni della disciplina in materia di presentazione e pubblicità dei prodotti alimentari e condotte poste in essere in maniera scorretta, tese a far credere al consumatore che i prodotti comprati siano di origine nazionale. A ciò bisogna sommare, come evidenziato anche dalla stampa, che le produzioni tedesche nel comparto suinicolo sono improntate alla massima riduzione dei costi, controlli di sicurezza inferiori rispetto ai nostri e un eccessivo impiego degli antibiotici. Questa mozione chiede quindi di sollecitare il Governo nazionale al fine di assicurare il rispetto dei termini previsti (13 dicembre di quest’anno) per l’obbligo di indicazione del Paese d’origine e provenienza delle carni suine. Inoltre si invita a promuovere tutte le iniziative possibili al fine di prevenire pratiche fraudolente o ingannevoli, tutelando così il “made in Italy” e le nostre produzioni d’eccellenza.”  
   
   
PRESIDIO COLDIRETTI AL BRENNERO, ZAIA: “UNA BATTAGLIA DI CIVILTA’ IN DIFESA DI LAVORO, SALUTE E TIPICITA’”  
 
Venezia - Con "Quella per il made in italy è una battaglia di civiltà per difendere gusto, tipicità, lavoro e una delle tante vere ricchezze non esportabili del nostro territorio: il nostro eccellente e ineguagliabile settore agroalimentare". Luca Zaia, presidente del Veneto, commenta con queste parole i primi risultati del presidio Coldiretti del valico del Brennero. “Con una manifestazione di libertà, l´organizzazione degli agricoltori mette in luce le tante insidie alla nostra immagine e al guadagno delle nostre aziende e dei nostri operatori – riprende Zaia - Con una sfacciataggine che non può non avere coperture e complicità, una massa enorme di falso made in italy attraversa il confine alla rovescia, portando da noi prodotti fasulli che ingannano i consumatori con l´italian sounding". "Sono inganni che creano danno e fanno male, sapendo che si lucra sul buon nome e sul valore dei nostri prodotti di territorio autentici, frutto di storia, fatica, esperienza e passione – conclude Zaia - Purtroppo la battaglia per imporre la tracciabilità, l´origine anche della materia prima e una corretta informazione ai consumatori, che poi sono liberi di scegliere ma senza trucchi, trova nemici potenti, lobbies economiche internazionali che spesso condizionano anche la politica, a livello europeo e non solo. L´interesse di questi gruppi multinazionali e´ quello di rintuzzare la tipicità e il primato del territorio, l´esaltazione della varietà. Per fare questo non si limita a promuovere i gusto omogenei e artificiali di produzioni senza patria e senz´anima, ma cerca in ogni modo di ostacolare la semplice informazione sulla verità. Che per noi varrebbe più di tante manovre economiche".  
   
   
PESCA IN ABRUZZO: PROROGATA SCADENZA BANDO MISURA 3.1 DEL FEP DECISIONE MATURATA A SEGUITO DEI DANNI CAUSATI DA MALTEMPO  
 
Pescara - L´assessore alla Pesca, Mauro Febbo, comunica che è stato prorogato al 31 gennaio 2014 il termine di presentazione delle istanze relative al Bando del Fep 2007/2013, Misura 1.3 per l´ammodernamento dei pescherecci, quarto sportello di domanda. La decisione è stata presa in considerazione degli avvenimenti legati alle avverse condizioni meteo di questi giorni e permettere alle aziende che hanno subito danni agli scafi di avere più tempo per produrre istanza di partecipazione alla Misura. "Si tratta di un intervento - ricorda Febbo - diretto a favorire il miglioramento delle condizioni di sicurezza a bordo, delle condizioni di lavoro, dell´igiene e della qualità del pescato, secondo le indicazioni comunitarie relative all´adeguamento della capacità di pesca. E´ prevista l´esecuzione di interventi di armamento e ammodernamento diretti ad adeguare i pescherecci alle esigenze ambientali e a consentire il rispetto degli ecosistemi acquatici, favorendo sistemi di cattura più sostenibili e selettivi. In particolare, gli interventi ammissibili sono relativi al miglioramento degli standard di sicurezza a bordo, delle condizioni di lavoro, dell´igiene e della qualità del pescato; interventi sul sistema di propulsione e per il miglioramento dell´efficienza energetica; lavori di armamento e di ammodernamento; interventi volti all´aumento della selettività degli attrezzi da pesca. E´ consentito proporre istanza di contributo anche per più di una o per tutte le tipologie di intervento e le imprese possono chiedere il contributo anche per lavori già conclusi. Per tutte le informazioni è possibile visitare il sito http://www.Regione.abruzzo.it/pesca    
   
   
BONIFICA E IRRIGAZIONE. FONDI RESIDUI AI CONSORZI VENETI  
 
Venezia - Con Le risorse finanziarie residue, disponibili nel bilancio 2013 per la gestione e la manutenzione delle opere pubbliche di bonifica e irrigazione, sono state ripartite dalla giunta regionale su proposta dell’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte. Si tratta di 280 mila euro che vanno così ad esaurire la dotazione finanziaria (3.800.000 euro) a disposizione per l’esercizio 2013 a favore dei Consorzi di bonifica. “La ripartizione di queste risorse – fa presente Conte – tiene conto delle esigenze specifiche segnalate dagli stessi Consorzi di bonifica veneti”. In particolare, l’importo è stato destinato al finanziamento delle spese sostenute per i Centri di Emergenza e per le barriere anti intrusione salina, nonché dell’energia elettrica per il funzionamento degli impianti di sollevamento. In provincia di Venezia, al Consorzio Acque Risorgive di Chirignago 30.000 euro per la gestione e la manutenzione del Centro di Emergenza regionale di Mogliano Veneto (Tv) e altri 11.835 euro per spese per l’energia elettrica sostenuta per gli impianti di sollevamento; al Consorzio Veneto Orientale di S. Donà di Piave 19.860 euro per le spese per l’energia elettrica sostenuta per gli impianti di sollevamento. In provincia di Padova, al Consorzio Adige Euganeo di Este vanno 17.565 euro per le spese per l’energia elettrica sostenuta per gli impianti di sollevamento; al Consorzio Bacchiglione di Padova 9.060 euro per le spese per l’energia elettrica sostenuta per gli impianti di sollevamento; al Consorzio Brenta di Cittadella 10.155 euro per le spese per l’energia elettrica sostenuta per gli impianti di sollevamento. In provincia di Rovigo, al Consorzio Adige Po di Rovigo 29.775 euro per le spese per l’energia elettrica sostenuta per gli impianti di sollevamento; al Consorzio Delta del Po di Taglio di Po sono stati assegnati 50.000,00 euro per la gestione e la manutenzione del Centro di Emergenza regionale in loc. Avogadro; 50.000 euro per la manutenzione degli sbarramenti antisale alla foce del Po di Gnocca e del Po di Tolle; 24.270 euro per le spese per l’energia elettrica sostenuta per gli impianti di sollevamento. In provincia di Verona, al Consorzio Alta Pianura Veneta di San Bonifacio 9.165 euro e al Consorzio Veronese di Verona 18.315 euro, destinandoli alle spese per l’energia elettrica sostenuta per gli impianti di sollevamento.  
   
   
BANCA DELLA TERRA AL VIA. PRIMI BANDI PER LA VAL DI MERSE.  
 
Firenze - E´ diventata operativa la "banca della terra" della Regione Toscana. Ad un anno dal varo della legge regionale che istituisce l´Ente "Terre di Toscana" sono pubblici i primi bandi per l´assegnazione delle terre abbandonate o incolte a chi le vuole coltivare e far tornare produttive. I bandi sono ospitati sul sito di Artea, l´agenzia della Regione Toscana per le erogazioni in agricoltura. Nella home page dell´agenzia ¨¨ riportato in evidenza il "logo" dell´Ente Terre e la scritta "Banca della Terra": basta un clic di mouse per entrare nel portale. I primi bandi riguardano la Val di Merse: ¡ñ 1.Unione dei Comuni della Val di Merse: 3 lotti di terreno cos¨¬ ripartiti: a.118 ettari di terreno di cui 25 a seminativo; b.17 ettari di terreno di cui 3,2 a seminativo e 14 di incolto; c.2,15 ettari di terreno di cui 1,57 di seminativo. ¡ñ 2.Unione dei Comuni della Val di Merse: 3 lotti di Uliveto cos¨¬ ripartiti: a.3,17 ettari; b.2,69 ettari; c.1,87 ettari. Gli interessati possono partecipare alla procedura pubblica per l´affidamento in concessione di uno, pi¨´ di uno o tutti i lotti a loro scelta. I due bandi pubblicati prevedono la concessione dietro pagamento di un canone la cui base d´asta ¨¨ differenziata a seconda del lotto (da un minimo di 300 euro/anno ad un massimo di 3.700 euro/anno). Il termine per le domande ¨¨ gia aperto e scadr¨¤ il 29 gennaio 2014 Le offerte, in questa prima fase di avvio, vanno presentate direttamente agli Enti delegati (in questo caso l´Unione dei Comuni val di Merse) attraverso spedizione postale, o consegna a mano. In un prossimo futuro sar¨¤ possibile effettuare la richiesta direttamente online. Se l´Unione dei Comuni della Val di Merse ¨¨ "l´apripista" della banca della terra in Toscana, altri Enti stanno per trasmettere la documentazione all´Ente Terre di Toscana. I prossimi bandi dovrebbero essere pubblicati entro la fine dell´anno. "Con la Banca della Terra ¨C sottolinea l´assessore regionale all´agricoltura, Gianni Salvadori ¨C la Regione Toscana fa da apripista a livello nazionale per un nuovo modello di sviluppo, un modello di sviluppo sostenibile che valorizza le risorse invece di lasciarle abbandonate e contribuisce a garantire lavoro ai giovani e presidio dell´ambiente contro il dissesto idrogeologico. Ricordo ¨C conclude Salvadori ¨C che la priorit¨¤ per queste domande spetter¨¤ ai giovani e che in Toscana l´imprenditorialit¨¤ giovanile legata all´agricoltura ha dimostrato di essere molto vivace. In molti casi per¨°, ad una buona idea imprenditoriale, faceva da contraltare la mancanza della terra per poterla attuare. Ora si comincia a dare risposte concrete a questi bisogni."  
   
   
GASTRONOMIA: NUOVE RICETTE A BASE DI FARRO L’8 DICEMBRE A MONTELEONE DI SPOLETO  
 
C´è spazio anche per l´invenzione e l´innovazione gastronomica a Monteleone di Spoleto, dove dal 5 al 9 dicembre, nel segno di "Emozioni & Gusto ad alta quota", si terrà la mostra-mercato del farro "dop" e dei prodotti tipici della montagna. Proprio al farro, infatti, si dedicheranno la fantasia e le tecniche di cucina degli chef Marino Marini (Associazione Archeofood) e Renata Petrangeli, insieme con Paolo Braconi e la giornalista enogastronomica Marilena Badolato, per presentare alla stampa, domenica 8 dicembre (alle 13.30, presso la "Residenza del Gusto" allestita per l´occasione nel centro storico di Monteleone), due nuove ricette basate sulla pregiata graminacea, oggi tornata in voga dopo decenni di oblio e divenuto prodotto "dop". Marino Marini e Paolo Braconi sveleranno i segreti della loro "salsiccia di farro", chiamata, per neologismo, "farsiccia", mentre Renata Petrangeli e Marilena Badolato presenteranno un "burger" tutto mediterraneo, ribattezzato "farburger", dove il farro è ovviamente l´ingrediente principale. Non solo farro, comunque, perché, dopo la presentazione delle due novità, il menu proseguirà presso la Sala Polivalente del Teatro Comunale, con l´assaggio di varie altre specialità di Monteleone. "La ´primadonna´ della mostra di Monteleone di Spoleto è ovviamente il farro - ha detto l´assessore all´agricoltura della Regione Umbria Fernanda Cecchini -, ma con esso ci sono molti altri prodotti che parlano della storia del territorio e della sua comunità. L´obiettivo di fondo di queste iniziative - ha aggiunto - è quello di rafforzare la vocazione agricola dei territori, per produrre, mangiare e vivere bene, portando sulle tavole cibo sicuro e di qualità. E a Monteleone - ha concluso l´assessore - la qualità c´è, eccome".  
   
   
ALTA FORMAZIONE: "REST ABRUZZO"  
 
L´aquila - Si chiama "Rest Abruzzo" (Risorse Enogastronomiche per lo Sviluppo Turistico) il progetto speciale di alta formazione approvato dalla Giunta Regionale nel 2012 e finanziato nell´ambito delle attività previste dal Fondo Sociale Europeo - Fse Abruzzo 2007/2013. Dietro questi dati freddi e tecnocratici, si apre, però, un mondo fatto di cultura, di gusto, di qualità, di esperienze e di passione: in altre parole, il settore dell´eno-gastronomia abruzzese. Un settore in continua crescita che sembra risentire di meno degli effetti della crisi economica e al quale il governo della Regione intende riconoscere una forte capacità di spinta verso lo sviluppo. "Rest Abruzzo" nasce da una felice intuizione di Niko Romito Formazione (lo chef abruzzese recentemente insignito della terza stella Michelin) prontamente raccolta dall´assessore alla formazione professionale, Paolo Gatti, che non si è lasciato sfuggire l´occasione di offrire a tanti giovani abruzzesi la possibilità di potersi esprimere in questo mondo, passando attraverso la conoscenza della cultura abruzzese e delle caratteristiche dei prodotti made in Abruzzo. Gatti e Romito, si sono incontrati a Castel di Sangro, nella sede della Niko Romito Formazione, per per salutare gli allievi del secondo corso che sta per concludersi e fare il punto alla vigilia del terzo corso di alta formazione. Gatti: "La Regione Abruzzo, per prima tra le regioni italiane, ha inteso promuovere questa iniziativa nella speranza di poter offrire a tanti giovani abruzzesi la possibilità di inserirsi con autorevolezza nel mondo della ristorazione di alta qualità". L´assessore regionale ha anche detto che questi giovani, le cui destinazioni potranno essere ristoranti e grandi alberghi dislocati in ogni angolo della Terra, diverranno ambasciatori della cultura e della qualità abruzzese. Il corso è dedicato alla formazione di alte professionalità della gastronomia legate al territorio regionale e ai suoi prodotti, addette alla conoscenza delle materie prime, alla preparazione, trasformazione e cottura di alimenti in un´impresa di ristorazione di ogni livello, alla gestione della cucina in ogni suo aspetto. "Le professionalità che si formeranno a seguito di questi corsi", ha spiegato Niko Romito, "saranno in grado di creare piatti complessi valutando gli accostamenti di sapori e valorizzando gli ingredienti principali delle preparazioni". Il termine per la presentazione della domanda di partecipazione al terzo corso, scadrà il prossimo 10 dicembre. Per informazioni: www.Nikoromitoformazione.it    
   
   
AGRICOLTURA - DALLA REGIONE EMILI A ROMAGNA OLTRE 460 MILA EURO PER PROMUOVERE L´APICOLTURA. PUBBLICATO IL BANDO SUL BOLLETTINO UFFICIALE  
 
Bologna - Oltre 460 mila euro a sostegno dell’apicoltura regionale: a tanto ammontano i contributi stanziati dalla Regione Emilia-romagna per il 2013/2014. La Giunta ha infatti approvato, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni, il bando per la prima annualità del programma 2014-2016, messo a punto dall’assessorato per finanziare interventi di miglioramento della produzione e della commercializzazione dei prodotti apistici. Il bando è stato pubblicato ieri sul Bollettino ufficiale (n. 358 del 4/12/2013, parte seconda) e le domande per accedere ai contributi dovranno essere presentate entro il 17 gennaio 2014. “L’apicoltura dell’Emilia-romagna è tra le più sviluppate a livello nazionale e sta assumendo un ruolo sempre più importante per l’economia agricola della nostra regione - sottolinea Rabboni -. Il bando, che si inserisce all’interno del programma triennale approvato in luglio, rappresenta uno strumento significativo per migliorare e qualificare questo comparto, che conta 6.000 apicoltori e oltre 100.000 alveari, per una capacità produttiva di 2.700 tonnellate di miele all’anno. I contributi serviranno anche a dare nuovo impulso alle attività degli apicoltori giovani e di quelli che operano in aree marginali di collina e di montagna”. Gli apicoltori interessati, singoli e associati, l’Osservatorio nazionale del miele e il Cra-api dovranno fare domanda agli enti territoriali competenti (Regione, Province, Comunità montane, Unioni di Comuni, Nuovo circondario imolese). Anche coloro che avevano aderito al pre-bando devono presentare domanda definitiva e l’eventuale documentazione integrativa. Le modalità sono quelle informatiche (Sop) stabilite da Agrea (Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura) e pubblicate sul sito dell’organismo pagatore ( http://agrea.Regione.emilia-romagna.it ), dove sono disponibili il modulo e le istruzioni per la compilazione. Il bando può essere consultato on line sul sito della Regione Emilia-romagna ( http://bur.Regione.emilia-romagna.it ) e sul sito di Ermesagricoltura ( http://agricoltura.Regione.emilia-romagna.it ). I contributi previsti riguardano il sostegno a programmi di assistenza tecnica, la lotta alla varroa, un acaro che provoca la distruzione completa delle famiglie di api, e la razionalizzazione della transumanza, cioè lo spostamento delle arnie sul territorio per seguire la fioritura delle principali piante nettarifere. Altri interventi ammissibili a finanziamento sono quelli relativi all’acquisto di sciami per il ripopolamento del patrimonio apistico e all’analisi delle caratteristiche chimico-fisiche e residuali del miele. Il bando comprende anche contributi per programmi di ricerca in due campi: la valutazione genetica delle api regine, finalizzata a selezionare le caratteristiche di tolleranza degli insetti verso le patologie; l’applicazione di metodi innovativi per la tracciabilità e la valorizzazione del miele. “Con questo intervento - conclude Rabboni - la Regione fa un ulteriore passo avanti per migliorare l’efficienza di un settore che riveste una notevole importanza economica ma anche ambientale. Basti pensare che, secondo stime dell’Osservatorio nazionale sulla produzione e sul mercato del miele, l’attività di impollinazione delle piante coltivate realizzata dalle api vale da sola 2,5 miliardi di euro. Negli scorsi anni gli apicoltori hanno dovuto affrontare il grave problema dello spopolamento degli alveari, che si sta risolvendo grazie alla sospensione da parte dell’Ue dell’utilizzo di prodotti a base di neonicotinoidi per la concia delle sementi di mais. Sospensione fortemente voluta e sostenuta dalla Regione Emilia-romagna. Dopo queste difficoltà, è arrivato il momento del rilancio”.  
   
   
SISMA/EMILIA: EDIFICI RURALI COLLABENTI PRIMA DEL TERREMOTO. IL FINANZIAMENTO DELLA RICOSTRUZIONE A CHI PUÒ DIMOSTRARE UN PRECEDENTE UTILIZZO DEI FABBRICATI AD USO PRODUTTIVO ANCHE SENZA FRUIZIONE DI ACQUA ED ELETTRICITÀ.  
 
 Bologna - I finanziamenti per la ricostruzione possono andare a fienili, magazzini e altri edifici rurali utilizzati dall’impresa agricola, anche senza allacciamento ad acqua ed elettricità, purchè con requisito di sicurezza statica. L’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni sgombra il campo dai dubbi di interpretazione delle ordinanza commissariali in materia. “Innanzitutto devo ribadire – spiega Rabboni - che la norma nazionale che disciplina gli aiuti alle strutture produttive si propone esclusivamente la ricostituzione delle condizioni preesistenti al terremoto. Pertanto tutte le ordinanze commissariali hanno puntato a garantire il contributo per la riparazione o la ricostruzione dei fabbricati strumentali alle attività produttive che erano tali alla data del sisma o nei 36 mesi precedenti. Se gli immobili erano accatastati come collabenti prima del sisma, oppure fatiscenti, insicuri e degradati per mancata o carente manutenzione, e quindi non utilizzabili a fini produttivi, non possono essere ammessi a contributo. Sono esclusi dal contributo quindi gli immobili che alla data del sisma non erano di fatto agibili in quanto non in possesso di requisiti di sicurezza statica o di condizioni igienico-sanitarie per ospitare i lavoratori. Nel caso invece dei fabbricati rurali, utilizzati dall’impresa agricola (quali ad esempio fienili, magazzini, casello, ecc.) è evidente che l’utilizzabilità è assicurata dalla presenza del solo requisito della sicurezza statica. Il che significa che anche senza connessioni con le reti idropotabili o elettriche il finanziamento è dovuto.” Diverso il caso degli edifici non utilizzati dall’impresa agricola e destinati ad usi diversi da quelli produttivi. “In questo caso – spiega ancora Rabboni - il finanziamento è subordinato alla dimostrazione di fornitura elettrica o idrica. L’agibilità e l’utilizzabilità di tali edifici dovrà essere dichiarata dal tecnico con perizia, debitamente documentata, asseverata se non produttiva e invece giurata se produttiva.”  
   
   
ATTENZIONE SU ´MEGAPOLLAIO´ DI BUSTO GAROLFO  
 
 Milano - "Ribadisco la particolare attenzione mia e del vice presidente Mantovani sulla questione del cosiddetto ´megapollaio´ in progetto a Busto Garolfo, per il quale è in atto la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale". Queste le parole dell´assessore all´Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi in risposta all´interrogazione discussa ieri in Consiglio Regionale in merito al Centro zootecnico per l´allevamento di galline ovaiole a Busto Garolfo in provincia di Milano. Complicazioni Urbanistiche - "Sottolineo - aggiunge - che il progetto è in linea con le prescrizioni urbanistiche definite dal Comune al momento della presentazione. Il progetto, seguendo le norme, è stato valutato alla luce del Prg allora vigente e non del Pgt approvato dal Comune nel 2012. Va da sé che questo complica un po´ le cose rispetto a quanto può fare Regione Lombardia. Ciò non toglie che seguiremo la questione passo passo, verificando che vengano ascoltate e valutate attentamente tutte le legittime istanze del territorio". Approfondimenti Sanitari - "Quanto all´aspetto sanitario - prosegue l´assessore - l´Unità di Veterinaria di Regione ha dato il suo assenso al progetto a seguito del parere favorevole dell´Asl di Milano. Ora, tuttavia, la Dg Salute della Regione sta facendo tutti gli approfondimenti dal punto di vista degli impatti sulla salute. Rimaniamo quindi in attesa di queste nuove valutazioni".  
   
   
ETICHETTATURA PER IL MADE IN ITALY  
 
Milano - "Non bisogna confondere l´autarchia, che in un mondo globalizzato costituirebbe uno scenario fuori dal tempo, con l´esigenza degli agricoltori di competere a creare valore aggiunto con le proprie produzioni e con il diritto dei consumatori di conoscere l´origine dei prodotti. Per questo non posso non stigmatizzare duramente le affermazioni di Lisa Ferrarini, presidente di Assica, apparse su un quotidiano". Così l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava replica all´articolo apparso su ´Il Sole 24 Ore´ a firma di Lisa Ferrarini, presidente di Assica, l´Associazione degli industriali delle carni e dei salumi, in seno a Confindustria. Una Dop È Solo Made In Italy - "Il Made in Italy non è solamente la capacità di trasformazione - ha proseguito Fava -. Troppo riduttivo e troppo comodo. Non perdo nemmeno un secondo per fare degli esempi, perché la questione è intuitiva. Esistono i disciplinari, le regole vanno rispettate. Non deve passare il concetto che sia la capacità di trasformazione di un´industria che utilizza suini prodotti in Germania o in Olanda, o comunque al di fuori del distretto per la produzione di prosciutto di Parma o di San Daniele, a individuare una Dop made in Italy. Così come non può chiamarsi Grana Padano o Parmigiano-reggiano un formaggio prodotto con latte tedesco o ungherese o moldavo. Nemmeno se è stato lavorato dalla migliore azienda del comprensorio". Difendere I Nostri Marchi - "Ricordo sommessamente alla presidente Ferrarini - ha aggiunto Fava - che è anche presidente del Comitato tecnico per la tutela del Made in Italy e lotta alla contraffazione di Confindustria. Un ruolo che non è soltanto di facciata e che immagino svolga con il medesimo impegno ed entusiasmo col quale rappresenta l´industria delle carni suine. Ritengo che non si debba perdere più tempo dietro polemiche sterili o prese di posizione ambigue. Il Made in Italy è un marchio conosciuto e apprezzato nel mondo, tanto nella moda quanto nel design e nell´agroalimentare. Difendiamolo". Oggi gli imprenditori agricoli vogliono difendere le loro aziende dal rischio di chiusura. "L´agricoltura ha perso più del 32 per cento delle proprie aziende nel giro di dieci anni - ha ricordato l´assessore lombardo -. Molti fattori hanno concorso, ma non ho alcun timore di affermare che parte della responsabilità è derivata dall´Italia sounding (60 miliardi nel mondo, contro i 34 dell´export dell´agroalimentare italiano), dalla contraffazione alimentare, dalla paura delle lobby di indicare con chiarezza da dove viene un prodotto. Perché?". Agropirateria Non Più Tollerabile - "Non possiamo più tollerare i fenomeni di agro-pirateria, di slalom sulle certificazioni, di incognite sull´etichettatura - ha insistito Fava -. E´ ora di scrivere in maniera chiara sulle etichette la provenienza di un prodotto, dove è nato, dove è stato allevato, macellato, trasformato, se parliamo ad esempio di prosciutti a denominazione di origine controllata. Perché è giusto che la qualità italiana debba essere riconosciuta in termini di valore, con ricadute positive su tutti gli anelli della filiera. Gli stessi macelli che Assica rappresenta, non sono meno in difficoltà degli allevatori. Forse è giunto il momento di ripensare a un modello più trasparente, che lasci la possibilità di scelta al consumatore, libero di acquistare Made in Italy o un prodotto agroalimentare, che ha altra provenienza. Non si può pagare gli agricoltori italiani come se immettessero sul mercato commodity o produzioni straniere, per poi vendere a prezzi italiani". "Per questo - ha detto in conclusione Fava - ritengo che il sistema dell´agroalimentare di qualità debba ristrutturarsi profondamente, sposando una etichettatura rigorosa e dotandosi di strumenti di controllo che garantiscano trasparenza e remunerazione adeguata a tutti gli agricoltori che scelgono la strada della qualità. Altre strade non esistono, a meno che non si vogliano dare ricostruzioni capziose o fantastiche".  
   
   
AL VIA IN LOMBARDIA LA PRIMA FILIERA INTERREGIONALE DEL POMODORO  
 
 Milano - "Il progetto di filiera che viene presentato è una iniziativa positiva, che parte dall´industria e che intercetta e sviluppa reti complete sulla filiera del pomodoro. Ritengo che sia un modo non soltanto di certificare il prodotto in termini di provenienza, ma anche di cercare dinamiche in grado di restituire redditività alla filiera e valore ad un prodotto che è uno dei simboli del Made in Italy". Così ha dichiarato l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, intervenendo alla presentazione di ´Pomorete´, la prima filiera del pomodoro di carattere interregionale (Lombardia ed Emilia-romagna), che certifica e traccia l´intera catena, dall´analisi del terreno fino al posizionamento del prodotto sugli scaffali della distribuzione, passando attraverso la produzione del seme, la gestione dei mezzi tecnici e delle risorse idriche, la lavorazione, la trasformazione e la logistica. Prospettiva Expo E Ottica Macroregionale - "È positiva anche la prospettiva che Pomorete individua in Expo 2015, perché il tema principale, che sarà appunto "Nutrire il pianeta" ha sfaccettature più ampie e permetterà al Made in Italy, quindi compreso il pomodoro da industria del Nord, di individuare strategie anti-contraffazione - ha detto Fava -. Servono regole certe, perché un mercato, se non ha alcuna regolamentazione, non è libero". Positiva, per l´assessore all´Agricoltura della Lombardia, che ha la delega sull´agroalimentare, anche "il riconoscimento dell´omogeneità territoriale e il fatto che abbraccia le due aree principali per la produzione del pomodoro da industria; così si favorisce l´integrazione di filiera e magari anche quel dialogo fra Regioni che auspico quando parliamo di filiere omogenee". Il 20% Del Pomodoro Italiano - Pomorete è la prima filiera del pomodoro di carattere interregionale (Lombardia ed Emilia-romagna), che certifica e traccia l´intera catena, dall´analisi del terreno fino al posizionamento del prodotto sugli scaffali della distribuzione. Sono coinvolte in questa prima fase 10 imprese (Acp International Food, Agrimpianti, Agrofata, Asi, Isea Group, Steriltom, Number 1, Ecosistemi, Seedling Tomato, Solfarm Europe), tutte aderenti al sistema di Confapi Piacenza. Le potenzialità del bacino sono di 3,5 milioni di quintali di pomodoro trasformato, pari a circa il 20% del pomodoro da industria italiano.  
   
   
AGROALIMENTARE, LOMBARDIA: UNITA PER SOSTENERE LA FILIERA  
 
Milano - "Il fatto che si confermi come il miglior sistema in Italia e tra i primi in Europa non lo mette al riparo dalle fragilità che sconta per impostazioni vecchie, legate al mercato, all´incertezza dei prezzi. Se prima trovava sfogo sul mercato interno, ora l´agroalimentare deve trovare sbocchi sui mercati esterni, dove scontiamo criticità. Anche perché il reddito della filiera si sta concentrando sempre più nel mondo della distribuzione e sempre meno tra produzione e trasformazione. Occorre trovare soluzioni, affinché questo mondo si consolidi". Gianni Fava, assessore regionale all´Agricoltura, ha commentato così il quadro dei dati relativi al rapporto 2013 sul sistema agroalimentare lombardo, presentato in Regione; la ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori universitari - Università degli Studi di Milano e Università Cattolica del S. Cuore - in collaborazione con Eupolis Lombardia. Qualità E Garanzia Nel Tempo Dell´offerta - "La grande sfida politica - ha proseguito Fava - è garantire la specificità, la valorizzazione del prodotto. Qualità e continuità dell´offerta possono essere garantiti da sistemi di soggetti che si mettono insieme. Operatori troppo piccoli non riescono a stare sui mercati internazionali". Nonostante la crisi economica, nel 2012 il valore della produzione agroindustriale regionale è cresciuto dell´1,7 per cento rispetto al livello del 2011, superando i 12,2 miliardi di euro, con una quota pari al 15,6 per cento del totale nazionale. Un valore che rappresenta il 3,7 per cento del Pil regionale, quota che sale all´11,5 per cento, però, se si tiene conto dei margini di commercio e trasporto. Dal 2009 al 2012 le imprese attive in agricoltura sono scese da 52.591 unità a 50.258; si conferma rilevante il peso economico dell´agricoltura lombarda, con un Pil in valore assoluto notevolmente superiore a quello di molti Paesi membri, e sostanzialmente uguale a quello di Paesi come il Belgio e la Svezia. Aggregazioni E Cooperazione - Luci e ombre, dunque, "perché la qualità resta alta ed è riconosciuta su tutti i mercati internazionali. Dall´altro però problemi endemici non lo rendono competitivo". Soluzioni passano da scelte già note, indicate anche a livello europeo. "Il tema delle aggregazioni può rappresentare una soluzione, che porta anche a forme di razionalizzazione non più rinviabili - ha aggiunto l´assessore lombardo -: modalità, questa, che ha dato risultati, insieme ad altre forme di cooperazione verso come le organizzazioni di prodotto". Dunque, pur mantenendo la forte vocazione individuale dell´imprenditore, storicamente indispensabile per reggere alle sollecitazioni dei mercati, oggi serve aggregare. "I piccoli come i grossi - ha sottolineato Fava - devono trovare modalità per restare sul mercato più o meno alle stesse condizioni; noi stiamo costruendo un Psr con questa idea, usare al meglio le risorse anche per migliorare il sistema aggregativo e qualità dell´offerta e per cercare di ´concentrare´ la filiera, quella formata da produttore e trasformatore, che si interfaccia con il distributore". Perché, se è vero che la marginalità si è spostata tutta sulla Gdo, che detta le regole, "per far massa critica servono modalità che mettano insieme appunto produttore e trasformatore".