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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Maggio 2010
PETROLIO IN MARE: L’ITALIA PARTE PER PRIMI IL PROGETTO PILOTA INQUINAMENTO MARINO DA IDROCARBURI, PROMOSSO DALL’AGENZIA SPAZIALE ITALIANA, AVRÀ IL COMPITO DI INDIVIDUARE E MONITORARE GLI SVERSAMENTI DI IDROCARBURI, CASUALI O ILLEGALI, NEL MEDITERRANEO.  
 
Roma, 6 maggio 2010 - Nonostante la protezione dell’ambiente marino sia assurta a interesse internazionale primario, lo scarico illegale di idrocarburi a mare continua a rappresentare una grave minaccia all’ecosistema marino, specie per gli ambienti costieri. In questo ambito si colloca il Progetto pilota inquinamento marino da idrocarburi (Primi), una delle sette iniziative dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) per la gestione del rischio ambientale, che ha come obiettivo il monitoraggio nei mari italiani delle aree contaminate da idrocarburi (oil spill). Il progetto è coordinato dalla società E-geos (consociata Telespazio/asi) mentre le attività di ricerca sono affidate all’Istituto di Scienze dell´Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isac-cnr) di Tor Vergata, Roma. Partecipano inoltre alla realizzazione del sistema l’Advanced Computer System (Acs) di Roma, il Consorzio Innova di Matera, la Flyby di Livorno, mentre la componente scientifica è costituita da Università del Piemonte Orientale, Ingv - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Enea - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. “Primi è un sistema che valorizza le immagini radar ottenute dai tre satelliti italiani della costellazione Cosmo Skymed, realizzata dall’Asi,” afferma Enrico Saggese, presidente dell’Asi, “che consentono di osservare la superficie del mare ogni poche ore, con la possibilità di identificare le macchie di idrocarburi e generare un rapporto per utenti esterni di previsione sia dello spostamento sia dell’evoluzione nel tempo degli oil spill”. Il servizio di monitoraggio pre-operativo, in corso dal febbraio 2008 presso il Centro di Geodesia Spaziale ‘G. Colombo’ dell’Asi a Matera, ha già provato la sua efficacia, fornendo report su oil spill nel Mediterraneo a due utenti di riferimento (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Guardia di Finanza - Comando regionale Puglia). Primi è ora in fase di calibrazione e validazione attraverso i dati acquisiti durante una campagna oceanografica a bordo della nave Urania del Cnr. “Il Progetto pilota è interessante anche perché è in linea di principio esportabile in qualsiasi tratto di mare del globo ove esistano i dati di supporto per il trattamento delle immagini ed i modelli di circolazione necessari al suo funzionamento”, dichiara Luciano Maiani, presidente del Cnr. “Primi è un sistema composto da 4 moduli: osservazione, previsione, archivio e interfaccia utente. Rispetto ad altri sistemi osservativi, la novità risiede nel fatto che il ‘modulo osservazione’ utilizza più piattaforme Sar (Synthetic Aperture Radar) e ottiche che garantiscono la massima copertura possibile dei mari italiani. Le informazioni su eventuali oil spill rilevati vengono poi trasmesse al ‘modulo previsione’ che, mediante modelli matematici di circolazione marina, produce una previsione a 72 ore sulle future posizioni degli oil spill osservati, nonché sulle loro caratteristiche”.  
   
   
NUCLEARE, RICORSO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO IL DECRETO DEL GOVERNO SU LOCALIZZAZIONE E REALIZZAZIONE DI CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA.  
 
Bologna, 6 maggio 2010 - La Regione Emilia-romagna presenterà ricorso davanti alla Corte Costituzionale per le norme, varate dal Governo, sulle centrali nucleari in Italia . La Giunta regionale, infatti, ha deciso di impugnare alcuni articoli del Decreto Legislativo 31 del 15 febbraio 2010 che, in attuazione della legge 99 del 2009 (già impugnata nel settembre scorso), stabilisce la ´Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi´. "La Regione – precisa l’assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli - ritiene che il decreto del Governo sia sotto diversi profili lesivo delle competenze e delle prerogative che la Costituzione attribuisce alle Regioni. Il decreto, oltre ad essere stato emanato in assenza del parere della Conferenza Unificata, secondo quanto espressamente richiesto dalle norme, non garantisce un adeguato coinvolgimento delle autonomie regionali: in particolare, nelle fasi più significative e qualificanti del procedimento di realizzazione, non prevede una "intesa forte" con le Regioni interessate. Non è accettabile, quindi, escludere, la voce dei territori e dei cittadini da decisioni così rilevanti e che li riguardano da vicino”. La delibera della Giunta regionale riguardante il ricorso alla Corte Costituzionale sarà comunicata, nelle prossime settimane, alla Assemblea Legislativa.  
   
   
LA PROVINCIA DI TREVISO INTENDE CHIARIRE ALCUNI ASPETTI TECNICI IN MERITO ALLA QUESTIONE SOLLEVATA A VOLPAGO DEL MONTELLO SUL TEMA DELLE CAVE E DELL’ELETTRODOTTO DI TERNA.  
 
Treviso, 6 Maggio 2010 - Il nuovo elettrodotto ad alta tensione Venezia Nord-volpago progettato da Terna rientra tra le opere strategiche di interesse nazionale, previste dalla cosiddetta Legge Obiettivo, sulla cui realizzazione la Provincia non ha alcuna competenza. Trattandosi di un’opera a forte impatto sul territorio della provincia e che interessa più Comuni, la Provincia si è attivata per ricercare un possibile accordo con Terna per consentire, a favore dei Comuni, interventi significativi di mitigazione ambientale ed effettivi benefici in termini di emissioni derivanti dalla dismissione di tutte le linee esistenti sostituite dal nuovo elettrodotto. A valle della realizzazione dell´elettrodotto infatti, la Provincia ha richiesto formalmente a Terna di impegnarsi, anche con adeguate garanzie, a provvedere alla demolizione delle linee elettriche, come definito nel piano degli interventi di razionalizzazione della rete elettrica proposto da Terna stessa in una bozza di Protocollo di Intesa all’esame dei Comuni. Si è anche richiesto di procedere, dove possibile, con l’interramento della linea, nonostante i costi siano molto elevati, per il rispetto dell’aspetto paesaggistico. Gli accordi con Terna sono stati intrapresi direttamente dai Comuni, e dal Comune di Volpago in particolare, maggiormente interessato all’intervento per la realizzazione della centrale. Il recente parere favorevole espresso dalla Commissione Regionale Via sulla realizzazione di una nuova cava nella medesima area non vede invece coinvolta la Provincia, essendo di diretta competenza regionale.  
   
   
ABROGAZIONE DEL TRASFERIMENTO DELL’OBBLIGO: LE PREOCCUPAZIONI DI APER  
 
 Milano, 6 maggio 2010 - L’associazione ha accolto con grande perplessità la notizia dell’abrogazione dei commi 18 e 19 dell’art. 27 della legge 99/09. Tale disposizione infatti prefigura conseguenze sul mercato dei Cv decisamente allarmanti, sia sul fronte dell’equilibrio tra domanda e offerta dei Cv, sia per quanto riguarda il trasferimento dei costi del sistema sul consumatore finale, sia in ultima istanza in merito all’assolvimento dell’obbligo comunitario in vista del 2020. “Lascia particolarmente perplessi la motivazione di questa abolizione – spiega Roberto Longo, Presidente di Aper-. Stando al testo di legge infatti, il motivo risiederebbe nel principio di invarianza degli oneri sull’utenza elettrica, principio ampiamente contestabile poiché il trasferimento dell’obbligo avrebbe al contrario consentito il riequilibrio dei fondamentali del mercato e il mancato ricorso a ulteriori forme di sostegno maggiormente onerose per il consumatore.” Per questo motivo Aper ha scritto una lettera al Ministero per lo Sviluppo Economico (in allegato), sottolineando la gravità della situazione attuale e l’urgenza dell’introduzione di un meccanismo correttivo delle distorsioni che si verranno di conseguenza a creare. Lettera trasferimento dell’ obbligo - Milano, 5 maggio 2010, Prot. N. 83/2010, Spett. Ministero dello Sviluppo Economico Via Sallustiana 53 00187 Roma c/a Sottosegretario On. Stefano Saglia (Inviato Per E.mail: saglia.Segreteria@sviluppoeconomico.gov.it) e p.C. Ing. Guido Bortoni Capo Dipartimento Energia (Inviato Per E.mail: guido.Bortoni@sviluppoeconomico.gov.it); Dott.sa Sara Romano, Direttore Generale, Direzione Nucleare, Rinnovabili e Efficienza Energetica (Inviato Per E.mail: sara.Romano@sviluppoeconomico.gov.it); Dott. Luciano Barra, Capo Segreteria Tecnica, Dipartimento Energia (Inviato Per E.mail: luciano.Barra@sviluppoeconomico.gov.it). Ill.mo Sottosegretario Saglia, con la presente siamo a manifestare la vivissima preoccupazione della scrivente Associazione a seguito dell’approvazione, avvenuta lo scorso venerdì 30 aprile nel corso del Consiglio dei Ministri n.91, del Decreto Legge recante “Misure urgenti per il differimento di termini in materia ambientale e di autotrasporto, nonchè per l´assegnazione di quote di emissione di Co2”, con cui, inter alia, si dispone l’abrogazione delle disposizioni relative al trasferimento dell’obbligo di acquisto di Certificati Verdi dai produttori di energia convenzionale ai titolari di un contratto in dispacciamento in prelievo, di cui ai commi 18 e 19 dell’art. 27 della legge 99/09. Il trasferimento dell’obbligo ai c.D. Grossisti, introdotto con la succitata legge 99/09, è stata una misura fortemente appoggiata dalla nostra Associazione, non solo perché avrebbe contribuito in maniera decisiva a riequilibrare i fondamentali del mercato dei Certificati Verdi (attualmente caratterizzati da un marcatissimo eccesso di offerta), ma anche perché avrebbe consentito il sostegno delle iniziative necessarie per il raggiungimento degli obiettivi al 2020 con un aggravio decisamente minore nei confronti dei consumatori elettrici. Partendo dal riequilibrio dei fondamentali del mercato, è necessario sottolineare che con l’attuale sistema di obbligo, la richiesta annua di Certificati Verdi (circa 9-10 Twh) è poco più della metà rispetto al quantitativo di Cv emessi annualmente in favore dei produttori rinnovabili (dai 16 ai 18 Twh). Ciò sortisce come inevitabili conseguenze il crollo dei valori dei Cv sui mercati e la creazione di lunghissime code di Cv invenduti. Basti al proposito ricordare la svalutazione cui si è assistito nell’estate 2008, che ha di fatto dimezzato il valore dei Cv rispetto agli anni precedenti (da valori superiori a 120 €/Mwh si passò infatti a 58 €/Mwh). Ciò ha messo a repentaglio la sopravvivenza delle iniziative già avviate e lo sviluppo dei nuovi impianti. Onde evitare la chiusura in blocco del “settore energia rinnovabile”, si procedette a fine 2008 all’adozione di un meccanismo di ritiro obbligatorio dei Cv non venduti da parte del Gse (a prezzo amministrato), che ha sì risollevato le sorti dei Cv e consentito la sopravvivenza del settore, ma, inutile negarlo, ha creato un maggiore aggravio sulla componente A3 della bolletta elettrica. Aggravio che sarebbe stato assai inferiore in caso di trasferimento dell’obbligo, grazie al riequilibrio della domanda con l’offerta. Infatti, mantenendo l’attuale sistema d’obbligo di acquisto dei Cv in capo ai produttori, per raggiungere il noto obiettivo del 17% di Fer sui consumi primari, sarebbe necessario incidere profondamente sulla quota d’obbligo di acquisto di Cv, che si impennerebbe sino a raggiungere una percentuale pari al 26% nel 2020. Mediante l’ampliamento della base d’obbligo (ossia la domanda) che si sarebbe ottenuto con il trasferimento dell’obbligo sui traders, l’incremento necessario della quota sarebbe stato assai minore e sostanzialmente in linea con l’attualmente meccanismo di aggiornamento annuale, andando a raggiungere il 13,4% nel 2020. Tale considerazione non è di poco conto, giacchè è proprio la quota d’obbligo a determinare l’onere finale in bolletta sul consumatore. Infatti, fissare una quota pari al 26% equivale a dire che per ogni 100 Mwh prodotti da fonti convenzionali, si dovranno acquistare 26 Cv, per i quali si provvederà poi a scaricare il costo sul consumatore finale. Evidentemente dunque, una percentuale d’obbligo minore, come quella che sarebbe stato possibile fissare con la disposizione appena abrogata, avrebbe consentito al soggetto ad obbligo, per la stessa quota di energia prodotta, l’acquisto di un minor numero di Cv e pertanto un minore ricarico in bolletta. Ecco perché desta grandissima perplessità la motivazione dell’abrogazione dei commi 18 e 19 dell’art. 27 della legge 99/09 appena approvata, eseguita peraltro in nome del “principio di invarianza degli oneri sull’utenza elettrica”: a ben vedere, mantenendo l’attuale obbligo, gli oneri saranno di gran lunga maggiori, specie sul lungo periodo. In conclusione, si sottolinea come l’estemporanea approvazione della misura in parola con ogni probabilità amplierà l’eccesso di offerta che già caratterizza il mercato dei Cv, determinando così un crollo verticale del valore dei Certificati Verdi e mettendo a repentaglio l’esistenza delle iniziative già avviate, lo sviluppo dei nuovi investimenti e, in ultima istanza, il raggiungimento degli obiettivi al 2020. Allo scopo di evitare tali indesiderabili conseguenze, diventa improcrastinabile l’introduzione di misure correttive, orientate alternativamente al sostegno del valore dell’incentivazione o al ripristino dell’equilibrio dei fondamentali di mercato. Assunto che i correttivi di cui sopra sono di 3 tipi (eliminazione delle esenzioni sull’obbligo per produzioni non rinnovabili, allineamento della quota d’obbligo con il percorso di crescita dello generazione rinnovabile di qui al 2020, introduzione di un prezzo floor), la scrivente Associazione, pur ritenendola una soluzione sub-ottimale rispetto al trasferimento dell’obbligo appena abrogato, ritiene che la misura che determinerebbe un minor onore sul consumatore finale, consentendo al contempo la sopravvivenza delle iniziative di produzione di energia rinnovabile, è l’introduzione di un limite basso di prezzo alla transazioni (prezzo floor). Tale meccanismo, consisterebbe proprio nel concedere la possibilità ai detentori di Cv di richiedere al Gse, al 31 marzo di ogni anno, il ritiro dei Cv non venduti sul mercato a un prezzo floor prestabilito (160 €/Mwh meno il prezzo dell’energia elettrica nell’anno precedente), o, in subordine, nella proroga sine die dell’attuale meccanismo transitorio di ritiri annuali gestito dal Gse ai sensi dell’art.15 del Dm 18 dicembre 2008. Restando a disposizione per offrire chiarimenti e delucidazioni di metodo e di merito sulle considerazioni sopra effettuate, nonché dichiarando la disponibilità della nostra struttura tecnica alla partecipazione al procedimento di costruzione dei sovracitati meccanismi correttivi, si coglie l’occasione per porgere i nostri più cordiali saluti. Il presidente di Aper Roberto Longo  
   
   
PETROLIO IN ALTO BRADANO: TAVOLO TECNICO CON SINDACI  
 
Potenza, 6 maggio 2010 - "I sindaci dell´Alto Bradano hanno ragione a preoccuparsi: non è possibile che la Regione si limiti a trasmettere una semplice e burocratica comunicazione da affiggere all´Albo pretorio del Comune sulle intenzioni della società statunitense di Houston, in Texas, l´ ‘Aleanna Resources’ con sede italiane a Ferrara e Matera, inerenti la volontà di avviare, quanto prima, attività di ricerca di idrocarburi". E´ quanto afferma il consigliere regionale Franco Mattia (Pdl) sottolineando che "con l´inizio della nuova legislatura si impone la necessità di individuare nuovi e più efficaci strumenti di concertazione con i Comuni e le Autonomie Locali specie in casi come questo che riguarda l´utilizzo del territorio”. “Nei comuni dell´Alto Bradano - afferma l’esponente del Pdl - (Acerenza, Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Maschito, Montemilone, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Ripacandida, Rapolla e Venosa) sono presenti attività agricole, di agriturismo, di servizi, di artigianato, oltre al patrimonio ambientale-naturalistico e di beni culturali, interessato da programmi e progetti di investimenti regionali e comunitari, un patrimonio che non può in alcun modo essere sottovalutato specie per i riflessi sull´economia locale e l´occupazione”. “Per questo, le apprensioni degli amministratori locali, che condividiamo pienamente, richiedono - aggiunge Mattia - quanto meno un tavolo tecnico-istituzionale al quale si spieghino in dettaglio gli ambiti territoriali di ricerca petrolifera e si studino gli impatti su ambiente ed attività produttive. Anche se gran parte delle competenze sono attestate all´Ufficio Minerario ed Idrocarburi del Ministero per lo Sviluppo Economico, in attuazione della normativa nazionale di disciplina sulla ricerca di idrocarburi sul territorio nazionale, la Regione, come del resto ha fatto in tante occasioni, dispone degli strumenti e degli Uffici dei Dipartimenti Ambiente ed Attività Produttive per intervenire a salvaguardia degli interessi delle comunità locali”. “Inoltre - conclude Mattia - si ripone, amplificata con le continue richieste presentate da società petrolifere, la questione che ho sollevato da anni e che si può sintetizzare nella necessità di individuare ogni azione utile ad evitare che il territorio lucano diventi una sorta di ‘gruviera” di trivelle”.  
   
   
OPPIDO LUCANO, BANDO PER L’ILLUMINAZIONE PUBBLICA  
 
Potenza, 6 maggio 2010 - “E’ stato pubblicato il bando di gara relativo ai lavori di installazione di regolatori di flusso per la gestione del parco lampade con tecnologia Sap della pubblica illuminazione del Comune di Oppido Lucano”. Lo rende noto con un comunicato stampa il sindaco Rocco Pappalardo. “Il progetto dall’importo di 82.730 euro, inserito nell’elenco annuale delle opere pubbliche approvato nel consiglio comunale di giovedì 29 aprile, è finanziato – spiega Pappalardo - con mutuo Cassa Depositi e Prestiti e consentirà risparmi energetici, e dunque economici, molto importanti per le esigue casse comunali. L’iniziativa rientra in un programma più vasto che prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici sugli edifici scolastici per 450 mila euro e i lavori di adeguamento dell´impianto di pubblica illuminazione con sistema Led di Via Roma e Corso Gianturco per 330 mila euro e che prossimamente saranno messi a bando”. Il sindaco informa anche che “il termine ultimo per la presentazione della richiesta di invito, nonché la relativa documentazione, è previsto entro e non oltre le ore 12:00 del giorno 17/05/2010 ed i lavori dovranno essere realizzati entro 45 giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla data di consegna”.  
   
   
BOLOGNA - EMERGENZA CASA, VENTURI: "CONVOCARE IL TAVOLO PREFETTIZIO SUGLI SFRATTI"  
 
Bologna, 6 maggio 2010 - Dopo l´appello del 27 aprile dei sindacati al Prefetto interviene il Vicepresidente della Provincia con delega alle Politiche abitative Giacomo Venturi con questa dichiarazione: "Il problema degli sfratti, in particolare quelli per morosità, ha raggiunto nel nostro territorio dimensioni tali da essere considerato una vera e propria emergenza sociale e già negli ultimi mesi dello scorso anno i numeri erano conosciuti e le istituzioni bolognesi avevano già indicato quale era la strada da percorrere. L´attuale crisi economica, infatti, ha aumentato la vulnerabilità delle famiglie che, a causa della diminuzione dei redditi dovuta a licenziamento o alla messa in cassa integrazione ordinaria e straordinaria da parte delle aziende in crisi, non sono più in grado di far fronte al pagamento del canone di locazione dell´alloggio in cui vivono o delle rate dei mutui accesi per l´acquisto dell´alloggio in proprietà. Il fenomeno diventa ogni giorno più preoccupante sia per il fatto che non si intravedono segnali di ripresa economica che facciano invertire la tendenza a breve o medio termine sia perché minaccia un bene primario costituito dalla casa in cui queste famiglie vivono. La Conferenza Metropolitana dei Sindaci di Bologna già nella seduta del 23 novembre 2009 aveva discusso ed approvato un documento nel quale venivano indicate le azioni urgenti e necessarie e tra queste l´attenzione sulla "mancata convocazione a tutt´oggi del tavolo prefettizio sugli sfratti a cui affiancare una sede istituzionale di conciliazione che medi i conflitti tra le parti, proprietari e inquilini, sostenuta da adeguati strumenti di incentivazione. " Riguardo al contrasto alla crisi economica il sistema degli enti locali del nostro territorio ha da tempo attivato strumenti, (ad esempio "Mutuability" per le famiglie in difficoltà con il "caro mutui" e il "Protocollo per il sostegno al reddito dei lavoratori di aziende in difficoltà", recentemente rinnovato per il 2010) che testimoniano l´impegno delle istituzioni in questo difficile momento´´.  
   
   
ROMA: LICEO FARNESINA. NUOVI SPAZI DIDATTICI: PRESENTAZIONE DEL CONCORSO INTERNAZIONALE  
 
Roma, 6 maggio 2010 - È stato presentato lunedì 26 aprile scorso, presso la Casa dell´Architettura a Roma, il Concorso Internazionale di Progettazione per l´Ampliamento del Liceo Scientifico Farnesina di Roma, ideato e realizzato dalla Provincia di Roma e dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia Alla presentazione sono intervenuti, tra gli altri, l’Assessore provinciale alle Politiche della scuola Paola Rita Stella e il presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia Amedeo Schiattarella. Venerdì 30 Aprile, è invece in pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale il bando per il Concorso Internazionale. Per tutte le informazioni in merito è possibile visitare il sito dedicato al concorso: http://www.Areaconcorsi.it/farnesina/  Il concorso è finalizzato alla progettazione dei nuovi padiglioni per l’ampliamento del Liceo Scientifico Farnesina - nella Capitale, in via dei Giuochi Istmici, 64 – in sostituzione degli attuali spazi non più agibili, nonché ad un rinnovamento profondo di tutto il complesso scolastico, perché possa maggiormente rispondere alle normative e alle metodologie didattiche attuali, ed essere anche più integrato nel territorio circostante.  
   
   
VINYLS, ENI E RAMCO VERSO L’INTESA  
 
Roma 6 maggio 2010 - Alla presenza del sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico, on. Stefano Saglia, si è svolto ieri il previsto incontro tra Eni e Ramco sul ciclo del cloro-cvm-pvc. Il confronto ha consentito di raggiungere un’intesa sui principali contenuti tra le parti che verrà formalizzata nei prossimi giorni. Ramco si è dichiarata disponibile a presentare un’offerta nell’ambito della procedura di Amministrazione Straordinaria di Vinyls. Eni conferma di essere disponibile a fornire materie prime e servizi per l’immediato riavvio degli impianti Vinyls. Si è altresì concordato che le intese con Eni saranno operative a condizione che Ramco acquisisca gli asset diVinyls. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha ribadito la necessità che Ramco garantisca, per non meno di 4 anni, l’attività produttiva e i conseguenti livelli occupazionali. Tale aspetto sarà oggetto di una specifica intesa nell’ambito della valutazione del piano industriale del ciclo del cloro-cvm-pvc con le organizzazioni sindacali e le istituzioni. Nelle prossime due settimane il Board Ramco verrà in Italia per siglare il definitivo accordo con Eni.  
   
   
NASCE “CONSUMA FEDERLAZIO”: IL SERVIZIO PER INTENSIFICARE GLI SCAMBI TRA IMPRESE  
 
Roma, 6 maggio 2010 - E’ attivo in Federlazio un nuovo servizio per le imprese denominato “Consuma Federlazio”. L’iniziativa è stata creata per sviluppare rapporti tra aziende che vogliono vendere o acquistare prodotti e servizi, un circuito nato per intensificare le relazioni tra le imprese associate e per aiutare ad espandere e ottimizzare le potenzialità di ogni impresa. L’esigenza di intensificare le relazioni è stata più volte manifestata da un numero sempre più ampio di imprenditori, soprattutto in questi ultimi mesi caratterizzati da una congiuntura economica negativa. Consuma Federlazio nasce proprio con l’intento di dare una risposta concreta alle richieste delle imprese e dare un contributo concreto al superamento della crisi. Nello specifico Consuma Federlazio permette di creare gruppi d’acquisto tra le imprese aderenti al circuito, acquistare al miglior rapporto qualità/prezzo, ampliare il proprio mercato di fornitura, ridurre in modo significativo i tempi. Oltre ad un’intensificazione degli scambi commerciali, Consuma Federlazio si pone come obiettivo anche quello di fare incontrare le imprese aderenti al circuito, non solo per promuovere scambi commerciali, ma anche per condividere esperienze e progetti finalizzati alla crescita. http://www.Consumafederlazio.it/  
   
   
AUMENTANO LE CHIAMATE AL NUMERO VERDE ANTIUSURA DELLA PROVINCIA DI ROMA  
 
 Roma, 6 maggio 2010 - A Palazzo Valentini, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti ha presentato la relazione delle attività del numero verde antiusura della Provincia di Roma, 800 93 93 96. A presentare il report relativo all’anno 2009 sono intervenuti anche l´assessore provinciale alla Lotta all´usura Serena Visintin e il segretario del Codici Ivano Giacomelli. "Chi e´ vittima dell´usura – ha detto il presidente Zingaretti – non deve vergognarsi, deve invece sentire vicino il sostegno delle istituzioni. Il vero tema è quello di investire per dare vita ad un´economia più sana, che metta al riparo le persone socialmente più deboli dal rischio di cadere nella rete dell´usura". "Puntiamo a diventare un interlocutore autorevole per i cittadini in tema di prevenzione dell´usura - ha concluso Visentin - trasmettendo il senso della fiducia nelle istituzioni per sviluppare una cultura della legalità". Dalla relazione emerge che è aumentato quasi del 25% il numero dei contatti del numero verde Antiusura, con un particolare incremento delle chiamate motivate dal sovraindebitamento. Rispetto all´anno precedente, nel 2009 il numero 800 93 93 96, gestito dall´associazione Codici, ha registrato una crescita del 15% degli appuntamenti fissati per problemi di sovraindebitamento e prevenzione dell´usura. Cambia il profilo di coloro che ricorrono alla consulenza telefonica offerta tramite il numero verde. Aumentano rispetto al passato le telefonate dei più giovani: i dati registrano un +23,7% di utenti tra i 26 ed i 45 anni. Il profilo dell´utente medio delinea due categorie di persone: donne giovani, single, con un elevato livello di istruzione, oppure lavoratori precari con difficoltà economiche, legate spesso all´affitto. Se nel 2008 il numero maggiore di contatti era giunto dalla zona di Ostia, nel 2009 si registra un aumento consistente, +30%, di utenti nell´area dei Castelli romani. “L’analisi storica del fenomeno ci porta a dire – ha commentato il Segretario nazionale del Codici, Ivano Giacomelli - che i clan storici malavitosi non sembrano più avere basi strategiche nella Capitale, ma hanno sviluppato la loro pre¬senza nelle aree dei Castelli dove, chiaramente, hanno anche il controllo del territorio. Per questo parliamo di “funzione strategica” dei Castelli Romani ed il gran numero delle confische dei beni che si sono succedute nel corso degli ultimi anni offrono un quadro generale della pre¬senza ormai radicata della mafia in questa zona. Grazie alle numerose operazioni delle forze dell’ordine e degli interventi dello Stato". A tal proposito il presidente Zingaretti ha affermato: "Chiederemo al Comitato provinciale per l´ordine e la sicurezza di mettere all´ordine del giorno una riunione nella quale si analizzino i processi come le infiltrazioni della malavita organizzata nel nostro territorio e fare un punto insieme su come ciascuno può fare qualcosa per contrastarla". A fronte, quindi, di un fenomeno sempre più drammatico nel territorio, che danneggia l’ordine economico e sociale, la Provincia di Roma intende porsi come soggetto di riferimento per una efficace azione di prevenzione, consulenza e assistenza, facendosi promotrice della lotta per la legalità.  
   
   
GIORNATA DELL’ECONOMIA, LA CAMERA DI COMMERCIO PRESENTA IL “RAPPORTO AVELLINO 2010”  
 
Avellino, 6 maggio 2010 - Con l’ottava edizione della Giornata dell’Economia si rinnova l’atteso appuntamento in cui le Camere di Commercio presentano ai decisori politici ed istituzionali, al mondo economico, alle forze sociali ed all´opinione pubblica, un rapporto sullo stato e sulle linee di tendenza dell´economia reale, da un punto di osservazione privilegiato che è il sistema camerale italiano. Quest’anno l’evento - che rientra nell’ambito della Settimana Europea delle Pmi 2010 - cade all’indomani della riforma dell’ordinamento delle Camere di Commercio con cui è stata ribadita la natura di ente pubblico funzionale all’interesse generale del sistema delle imprese, per lo sviluppo della realtà territoriale di riferimento. Tale riforma valorizza, tra le varie funzioni di competenza, quella storica di osservatorio dell’economia provinciale e di diffusione dell’informazione statistica, proprio per venire incontro al bisogno di conoscenza che gli operatori e i policy makers avvertono. “In tal senso la Giornata dell’Economia – afferma il Presidente della Camera di Commercio Costantino Capone - vuole essere un momento di incontro tra i soggetti a diverso titolo coinvolti nei processi di promozione del territorio, finalizzato ad un confronto permanente sui fenomeni economici tra enti locali; un’occasione per la definizione di decisioni politiche coerenti che, attraverso un partenariato istituzionale, economico e sociale, possono evolvere in una organica e duratura progettualità di sviluppo”. Il Rapporto Avellino 2010, come di consueto, si concentra sull’analisi dell’andamento dell’economia provinciale, facendo leva sui principali indicatori maggiormente esplicativi dello stato di salute in cui versa il territorio irpino. Lo studio riguarda temi quali la creazione di valore aggiunto, la dinamica del tessuto imprenditoriale, il mercato del lavoro nella sua componente occupazionale unitamente all’incidenza degli ammortizzatori sociali, il ruolo della domanda estera, il mercato del credito quale fonte di alimentazione dello sviluppo economico, la dotazione infrastrutturale solo per citarne alcuni. La presentazione del Rapporto Avellino 2010 è prevista per venerdì 7 maggio, alle ore 11.00, presso la sede storica della Camera di Commercio di Piazza Duomo. Alle ore 10.30 il presidente Costantino Capone terrà una conferenza stampa di presentazione.  
   
   
UNIONCAMERE BASILICATA, IN NEGATIVO DATI DELL´ECONOMIA 2009 IL 7 MAGGIO SE NE DISCUTE ALLA GIORNATA DELL´ECONOMIA  
 
Potenza, 7 maggio 2010 - Cresce l’attesa per l’ottava Giornata dell’Economia, evento ormai classico del sistema camerale che si celebra in contemporanea in tutta Italia il 7 maggio. L’unione delle Camere di Commercio della Basilicata, che organizza l’iniziativa in Basilicata (a Potenza, nella sede della Cciaa di Potenza, in Corso Xviii Agosto 34, a partire dalle 9.30), ha chiamato a raccolta esperti, rappresentanti istituzionali, associazioni di categoria e parti sociali per fare il punto della situazione sui dati economici del 2009 e comprendere il peso del “colpo di coda” della crisi globale degli ultimi anni. “Gli indicatori dell’economia mondiale lanciano segnali incoraggianti – dichiara il presidente di Unioncamere Basilicata, Angelo Tortorelli – ma le recenti vicende della Grecia e le difficoltà di agganciare la ripresa che si registrano nel Mezzogiorno non possono lasciarci tranquilli. Anche perché è proprio il Sud Italia a presentare una situazione drammaticamente vicina alle zone più povere d’Europa: dal Pil - in flessione in Basilicata del 7,0% nel 2009, quasi due punti in più rispetto alla perdita registrata dal prodotto nazionale – all’industria (con livelli di produzione che hanno toccato il -10,5% e una flessione del fatturato che ha sfiorato il 9%, in Basilicata); dal mercato del lavoro, che registra un fortissimo ridimensionamento dei livelli occupazionali, all’erosione del reddito disponibile delle famiglie. Tutto ciò ha generato un peggioramento del clima di fiducia, con una brusca frenata sul fronte dei consumi”. Dati che Unioncamere porterà sul tavolo istituzionale, offrendo agli attori che interverranno alla Giornata dell’Economia spunti su cui riflettere e alla nuova Giunta Regionale l’occasione per delineare la strategia atta a tamponare l’emergenza – soprattutto in alcuni comparti come legno/mobile e tessile/abbigliamento - e a rilanciare la competitività regionale. I lavori della Giornata prevedono un’introduzione di Pasquale Lamorte, vice presidente di Unioncamere nazionale; a seguire la presentazione del Rapporto “L’economia della Basilicata nel 2009” a cura di Angelo Tortorelli, presidente Unioncamere Basilicata, e Franco Bitetti, Coordinatore Centro Studi Unioncamere Basilicata. Seguiranno interventi istituzionali e delle Associazioni di categoria prima delle conclusioni affidate al presidente della Giunta Regionale di Basilicata, Vito De Filippo.  
   
   
SHOPPING SCONTATO PER CHI VIAGGIA CON FTV: TRECENTO NEGOZI, DISLOCATI IN TUTTA LA PROVINCIA DI VICENZA, PRONTI A GARANTIRE AGEVOLAZIONI E SCONTI A TUTTI I POSSESSORI DELLA TESSERA ELETTRONICA DI FERROVIE E TRAMVIE VICENTINE (QUELLA, PER CAPIRCI, DOVE VENGONO “CARICATI” I TITOLI DI VIAGGIO).  
 
Vicenza, 6 maggio 2010 - E’ l’opportunità offerta agli utenti dell’azienda di trasporto pubblico locale, che nasce da un protocollo d’intesa siglato oggi tra Confcommercio Vicenza, Ftv e Amministrazione Provinciale. L’iniziativa si chiama “Sconti ai soci 2010” ed inizialmente era stata pensata per offrire condizioni di miglior favore nell’acquisto di beni e servizi a tutti gli associati della Confcommercio di Vicenza (oltre che a quelli della 50&Più Fenacom) e da quest’anno anche agli aderenti all’Associazione Nazionale Alpini. Sezione di Vicenza. Ora però la stessa promozione è stata allargata, come si diceva, a tutti coloro che sono in possesso della tessera di viaggio di Ferrovie e Tramvie Vicentine. A rendere particolarmente interessante “Sconti ai soci 2010” non è solo il crescente numero di imprese aderenti, bensì l’ampiezza delle merceologie nelle quali spaziano le agevolazioni: abbigliamento, calzature e accessori; argenteria, oreficeria, orologeria; assicurazioni; auto, moto, veicoli e accessori; casa e giardino; intermediazione immobiliare; servizi e prodotti per il benessere della persona; prodotti di consumo; prodotti e servizi per le imprese; scuole di lingua; turismo e pubblici esercizi. Le opportunità dunque non mancano di certo ed è per questo che il consiglio è di approfittare di questa occasione, semplicemente privilegiando lo shopping presso le aziende associate a Confcommercio e aderenti all’iniziativa. Non è la prima volta che Ftv e Provincia collaborano con l’associazione più rappresentativa del mondo del commercio, turismo e servizi del Vicentino per offrire agevolazioni a chi viaggia in pullman. Più di qualcuno ricorderà l’iniziativa “Il Bus di Babbo Natale” andata in scena nelle ultime festività e che ha visto centinaia di negozi offrire sconti a chi, nei week-end di dicembre, sceglieva l’autobus Ftv per i propri spostamenti. Ora, nelle attività aderenti a “Sconti ai Soci 2010”, i vantaggi sono estesi per tutto l’anno, garantendo a migliaia di vicentini di risparmiare facendo la spesa. Basta fare due conti per capire l’ampiezza dell’iniziativa: i soci Confcommercio sono in provincia 12mila e quelli alla 50&Più Fenacom (la federazione Confcommercio degli Over 50) sono 6mila. A questi si aggiungono i 17mila associati Ana (Sezione di Vicenza) e i 3.500 aggregati. Infine Ftv e Provincia portano “in dote” oltre 30mila vicentini tra possessori della tessera di trasporto e dipendenti (il protocollo è infatti allargato ai lavoratori dei due enti). Dunque, tirando le somme, sono 68.500 i vicentini che nei prossimi giorni potranno fare lo shopping scontato rivolgendosi a centinaia di negozi convenzionati. “Ringraziamo Confcommercio Vicenza per l’opportunità offerta ai nostri utenti – è il commento di Valter Baruchello, Amministratore Unico di Ftv - Mai come in questo periodo è importante dare ai cittadini l’opportunità di risparmiare e le agevolazioni offerte da 300 negozi nelle più svariate categorie merceologiche è davvero interessante”. L’iniziativa, poi, si inserisce a pieno titolo nella politica di attenzione ai bilanci familiari messa in campo dalla Provincia di Vicenza, come spiega l’assessore provinciale Cristiano Sandonà: “Già quest’anno i nostri abbonati annuali studenti hanno ottenuto un importante sconto sul costo del titolo di viaggio Ftv. Ora diamo praticamente a tutti coloro che viaggiano abitualmente sui mezzi Ftv l’opportunità di fare acquisti spendendo meno. A questo punto possiamo ben dire che viaggiare con i mezzi pubblici si sta veramente trasformando da un costo - comunque inferiore a quello di viaggiare con i mezzi privati - ad una vera e propria opportunità”. “Per i nostri negozi – spiega Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio provinciale - questo protocollo d’intesa rappresenta una svolta importante, perché migliora l’appeal del dettaglio tradizionale e specializzato verso una fascia di clientela estremamente interessante, rappresentata soprattutto da un pubblico di giovani. I quali oggi, tessera Ftv alla mano, potranno privilegiare nei loro acquisti i tanti negozi di vicinato dei quartieri o quelli collocati nei centri storici delle nostre città. Se a ciò aggiungiamo il protocollo d’intesa che garantisce le stesse agevolazioni agli aderenti all’Associazione Nazionale Alpini Sezione di Vicenza, ci rendiamo conto che un’ampia fascia di popolazione potrà d’ora in poi risparmiare denaro nei propri acquisti e in tempi come questi non è cosa di poco conto, ”. Per conoscere le attività aderenti a “Sconti ai Soci 2010” basta collegarsi al sito della Confcommercio provinciale (www.Ascom.vi.it) o a quello di Ftv ( www.Ftv.vi.it ).  
   
   
INDUSTRIA: INCONTRO CON LAVORATORI MANGIAROTTI MILANO  
 
Trieste, 6 maggio 2010 - La Regione è disponibile ad avviare un confronto con l´azienda e con tutte le istituzioni locali interessate sul riassetto complessivo della Mangiarotti Nuclear, che ha sede in Friuli Venezia Giulia e un´unità produttiva anche in Lombardia. È quanto emerso nell´incontro che il vicepresidente e assessore alle Attività produttive Luca Ciriani ha avuto oggi, assieme all´assessore al Lavoro Alessia Rosolen, con i lavoratori dello stabilimento di Sesto San Giovanni (Milano) della Mangiarotti Nuclear, che hanno manifestato in contemporanea a Trieste in piazza Unità. Alla riunione, che si à svolta nella sede del Consiglio regionale, erano presenti anche i consiglieri Igor Kocijancic e Gianfranco Moretton. La delegazione dei lavoratori era accompagnata, oltre che da rappresentanti del sindacato territoriale di Milano e di Trieste, anche da due assessori del Comune di Sesto San Giovanni, Ersilia Brambilla e Giovanni Urro. I lavoratori hanno espresso la preoccupazione per un progressivo ridimensionamento di Sesto San Giovanni, con il rischio di chiusura, soprattutto dopo che la Mangiarotti Nuclear, che produce componenti per centrali nucleari di grandi dimensioni, ha rilevato il sito della ex Ineos Film di Monfalcone, scelto per il suo diretto collegamento con le banchine portuali. L´azienda ha recentemente chiesto di prolungare la cassa integrazione per l´80 per cento degli addetti di Sesto, che sono oltre un centinaio. I rappresentanti di Sesto San Giovanni si pongono l´obiettivo di mantenere in Lombardia la progettazione e la produzione dei componenti meccanici, che verrebbero poi assemblati a Monfalcone, secondo gli impegni a suo tempo sottoscritti con l´ex proprietà dello stabilimento lombardo, il Gruppo Camozzi. È stata sottolineata l´alta professionalità delle maestranze di Sesto, non riproducibile facilmente altrove. L´assessore Ciriani ha assicurato che saranno condotti alcuni approfondimenti sui programmi della Mangiarotti Nuclear, coinvolgendo il Comune e il Consorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone, assieme alla Provincia di Gorizia. A Monfalcone l´azienda si è impegnata a riassumere una parte dei lavoratori della ex Ineos Film, a sua volta erede di uno degli stabilimenti storici della città, quella della Solvay. Saranno presi contatti anche con la Regione Lombardia per arrivare eventualmente, come è accaduto per altri casi di Gruppi industriali che hanno unità produttive dislocate in varie parti d´Italia, all´apertura di un tavolo di confronto in sede di ministero delle Attività produttive.  
   
   
EQUIPOLYMERS, ISTITUITA COMMISSIONE VIGILANZA  
 
Cagliari, 5 Maggio 2010 - "Si completa un percorso che scaturisce dal lavoro svolto sino a oggi in diverse sedi e attraverso le sedute del Comitato interassessoriale. La Commissione di vigilanza che si avvia oggi avrà il compito di monitorare, vigilare e facilitare quanto sottoscritto nel Protocollo d’intesa del 16 marzo scorso. Si tratta di uno strumento utile che potrà servire anche in altre vertenze". E´ quanto ha affermato l’assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, coordinatore del Comitato Interassessoriale per le emergenze economico sociali, che questa mattina ha istituito una Commissione di Vigilanza per la verifica del protocollo d’intesa firmato per Ottana Energia lo scorso marzo. All´incontro, svoltosi in viale Trento a Cagliari, hanno preso parte il presidente della Sfirs, Antonio Tilocca, i rappresentanti dell’azienda, quelli di Confindustria, della presidenza della Regione, i direttori generali degli assessorati dei Trasporti e dell’Ambiente, gli amministratori locali e le rappresentanze sindacali. Soddisfazione per l’istituzione della commissione di vigilanza è stata espressa sia dall’azienda: "Siamo già partiti con il primo step dell’accordo, ora i tempi per l’autorizzazione unica sono fondamentali" ha sottolineato Paolo Clivati, di Ottana Energia, sia dai sindacati, che hanno posto l’accento sull’importanza di uno strumento più snello per accelerare le procedure e sia dagli amministratori locali. A presiedere la Commissione sarà l’assessore della Programmazione Giorgio La Spisa.  
   
   
CRISI ECONOMICA: A PADOVA DAL NUMERO VERDE ANTICRISI ALLA RETE DI ASCOLTO ATTRAVERSO SPORTELLI SUL TERRITORIO  
 
 Padova, 6 maggio 2010 Il Numero Verde Anticrisi 800 – 510052, attivato a inizio marzo da Camera di Commercio, Comune e Provincia di Padova come strumento transitorio di straordinaria emergenza contro la drammaticità della crisi economica che, in certi casi, ha spinto alcuni imprenditori padovani e del Nordest a gesti estremi, è ora pronto a evolvere per trasformarsi in una rete di ascolto strutturata sul territorio provinciale attraverso le “antenne” degli Sportelli già attivati da Comuni e Istituzioni per altre funzioni. Alla presentazione del progetto hanno partecipato la presidente della Provincia di Padova Barbara Degani, l’assessore provinciale al Lavoro e Formazione Massimiliano Barison e il presidente della Camera di Commercio Roberto Furlan. “Abbiamo voluto spiegare ai Comuni come funziona il numero verde anticrisi – ha spiegato la presidente Degani - e proporre la creazione di una rete di sostegno agli imprenditori e ai lavoratori. I Comuni, infatti, sono il primo punto di riferimento per i cittadini e sentinelle del territorio. A due mesi dalla sua attivazione, il numero verde si è rivelato un servizio utile per i lavoratori, fornendo informazioni che si traducono in opportunità”. Lo scopo è evitare di lasciare sole le persone e dare opportuno orientamento e risposte strutturate, in particolare agli imprenditori in difficoltà a causa della crisi. “Ci stiamo attrezzando per i prossimi mesi – ha sottolineato l’assessore Barison - La ristrutturazione delle aziende prevede infatti una riduzione del personale. Entro giugno la Provincia attiverà quindi tre iniziative a sostegno dell’occupazione: il nuovo portale del settore lavoro, punto di riferimento per tutti coloro che hanno bisogno di occupazione, con servizi online anche per i certificati e per le preselezioni, l’apertura di dieci sportelli informa-lavoro in altrettanti Comuni e l’attivazione di una rete, che stiamo predisponendo attraverso protocolli operativi con tutti i soggetti interessati all’occupazione, come associazioni datoriali, enti di formazione e università. L’elevato numero di telefonate ricevute nei primi due mesi di attività, conferma infatti la delicatezza del momento e la necessità di adottare azioni più adeguate e di significativo impatto: azioni, cioè, che devono necessariamente superare lo strumento del Numero Verde come unico punto di ricezione della difficoltà, per radicarsi profondamente sul territorio attraverso “Antenne” di ascolto nei Comuni ed efficienti sistemi di risposta, di competenza della Provincia e della Camera di Commercio di Padova. In questo modo si garantiscono gli obiettivi di efficacia e qualità che il progetto costituito dalla Rete di ascolto e dalle Rete di risposta si è posto inizialmente su iniziativa del Tavolo Istituzionale Anticrisi nato all’inizio del 2009. Per questo Provincia, Camera di Commercio e Comune di Padova hanno già sottoscritto un Protocollo d’Intesa per la realizzazione di una Rete di sostegno territoriale rivolta alla gestione delle persone in difficoltà per l’effetto della crisi. L’articolazione della Rete prevede in particolare la costituzione di un Comitato di coordinamento per abbinare le richieste ad adeguate modalità di esame e risposta, utilizzando la rete consulenziale che è stata predisposta per questo scopo. Alla Provincia spetta il compito del sostegno al lavoratore; alla Camera di Commercio quello che fa riferimento all’imprenditore.  
   
   
CONCESSIONI DI CAVA: OK DALL’EUROPA ALLA NORMATIVA PROVINCIALE TRENTINA  
 
Trento, 6 maggio 2010 - Due passi avanti per il rilancio del comparto estrattivo trentino. La Giunta provinciale ha esaminato i progetti finanziati sul Fondo per la valorizzazione dell’attività estrattiva e che consentiranno di passare “dalle parole ai fatti”, per richiamare il titolo del recente convegno di Baselga di Piné. Buone notizie anche sul fronte delle concessioni di cava: l’Europa ha infatti promosso le recenti modifiche alla normativa provinciale, giudicandole compatibili con la disciplina sulla libera concorrenza ed archiviando di conseguenza una nuova procedura d’infrazione. Definizione di un termine massimo di coltivazione che tenga conto degli investimenti effettuati dai parte dei singoli concessionari, anche per la sicurezza del lavoro, e del rapporto fra volume da coltivare all’interno del singolo lotto e ritmi di scavo degli ultimi cinque anni. Questo, in sintesi, quanto previsto dal “regime transitorio” per le concessioni delle cave pubbliche di porfido, introdotto dalla modifica all’art. 33 della legge provinciale n. 7 del 2006 (ad opera della “legge finanziaria provinciale 2010”) e dettagliato con la circolare che il 26 febbraio scorso Alessandro Olivi, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento, ha indirizzato ai sindaci dei comuni interessati. Un momento cruciale nel passaggio al nuovo ordinamento di settore, in quanto si tratta di stabilire la durata delle concessioni preesistenti, prima della definitiva apertura al mercato del comparto attraverso concessioni attribuite con il sistema delle aste pubbliche. «La nuova disposizione, concordata attraverso incontri e una fitta corrispondenza con gli uffici della Commissione Europea e con il Dipartimento per le Politiche Comunitarie presso la Presidenza del Consiglio – osserva Alessandro Olivi, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento - persegue sostanzialmente due finalità: da una parte l’esigenza di garantire l’apertura al mercato delle concessioni in termini ragionevoli, dall’altra consentire la prosecuzione dell’attività in essere al fine di non scoraggiare gli investimenti aziendali e non determinare contraccolpi per l’occupazione in un periodo già molto difficile come l’attuale, ed inoltre evitare una selvaggia accelerazione dell’attività estrattiva che si avrebbe se le scadenze delle concessioni fossero troppo ravvicinate». La Commissione, che già due anni fa aveva aperto una procedura di infrazione, poi archiviata, sull’attuale sistema delle concessioni del porfido, nel corso del 2009 era stata interessata da un ulteriore reclamo sulla medesima questione. Con una lettera del 21 aprile scorso è stato comunicato alla Provincia autonoma di Trento che la Commissione, considerata l’entrata in vigore della nuova disciplina, non procederà ad una nuova procedura d’infrazione. Il via libera al regime transitorio stabilizza perciò una situazione che rischiava di diventare pesante per i comuni interessati - principalmente quelli di Albiano, Baselga di Piné, Capriana, Cembra, Fornace e Lona Lases – ma anche per le prospettive di sviluppo e di lavoro delle imprese e degli operatori impegnati nell’attività estrattiva. Per quanto riguarda i progetti di valorizzazione e rilancio del porfido e della pietra trentina - anticipati a professionisti ed operatori del settore al convegno di Baselga di Piné del 26 marzo scorso - sono tre gli assi strategici sui quali poggiano le 10 misure individuate dal Distretto: aggregazione, mercato e tecnologia. Una sorta di decalogo, al quali si aggiungono i due progetti “Kaizen” e “Costi e ricavi” già in buona parte attuati, che si propone con misure concrete e da attuare in tempi brevi di incidere in modo significativo su un comparto (500 aziende, 3 mila lavoratori, 400 milioni di fatturato) che da anni fa i conti con una congiuntura sfavorevole dovuta alla crisi dei mercati esteri di riferimento (principalmente Germania ed Austria), alla contrazione del valore aggiunto e alla crisi del mercato dell’edilizia. «In sintesi – commenta Diego Laner, amministratore unico della Distretto del porfido e delle pietre trentine Srl e consigliere delegato di Trentino Sviluppo, offrendo una lettura trasversale ai singoli progetti - ci sono tre cose da fare al più presto. Primo: aggregazioni, indipendentemente dalla possibile forma giuridica, per presentarsi al mercato in modo unitario e compatto. Secondo: mercato, pensando ad un nuovo design per il marketing di settore, perché il mercato non siamo noi ma sta fuori e o abbiamo la forza per imporci oppure lo subiamo. Terzo: tecnologia». «Ho un sogno – confida Laner – ed è quello di vedere tra qualche anno i dipendenti del porfido lavorare in camice bianco, con macchinari computerizzati e tecnologie all’avanguardia». Nel dettaglio ecco quanto prevedono le singole misure: Progetto n. 1 - Codice etico – comportamentale - Obiettivi: miglioramento attività lavorativa (sicurezza lavoro, ambiente e formazione personale), sostenibilità energetico – ambientale, adozione nuove tecnologie, adozione migliori sistemi organizzativi. Attività: studio e valutazione di un disciplinare, con relativa modalità di adesione delle aziende, predisposizione codice etico, modalità di pubblicizzazione del codice. Risultati attesi: miglioramento immagine del settore, miglioramento modalità operative dei soggetti aderenti. Progetto N. 2 - Osservatorio del Distretto - Obiettivi: raccolta, elaborazione e diffusione delle informazioni su sistema delle imprese, materiali e prodotti del mercato, nuovi prodotti e nuove tecnologie, sistema legislativo e normativo. Attività: impostazione e gestione di un sistema di reporting. Risultati attesi: messa a disposizione dei soggetti interessati di tutti i dati rilevanti del settore, anche al fine di elaborare adeguate strategie. Progetto N. 3 - Creazione di un sito web - Obiettivi: ricercare la migliore visibilità del settore tramite web, fornire alla aziende tutte le informazioni tramite tecnologie informatiche, consentire l’utilizzo on-line di specifici software alle aziende. Risultati attesi: messa in rete delle aziende del settore e delle aziende, creare strumenti di relazione e di uniformità di valutazione. Progetto N. 4 - Promozione di accordi con le amministrazioni pubbliche del territorio provinciale per l’utilizzo delle pietre locali - Obiettivi: incrementare l’utilizzo delle pietre locali, migliorare l’arredo urbano nel rispetto delle tradizioni locali, contribuire al miglioramento della sostenibilità ambientale, tramite il contenimento delle emissioni. Attività: promozione di accordi con gli enti locali, predisposizione specifica convenzione per la definizione delle modalità di contribuzione a favore degli enti locali, definizione delle procedure per le attività di verifica e controllo. Risultati attesi: facilitare l’utilizzo delle pietre locali nei lavori pubblici. Progetto N. 5 - Caratterizzazione della viabilità provinciale con manufatti di pietra - Obiettivi: migliorare la sicurezza stradale, ridurre l’inquinamento ambientale, ridurre i costi di manutenzione stradale, abbellire le infrastrutture della viabilità e uniformarne le tipologie, utilizzare le pietre locali (binderi e rivestimenti da muro per esempio) difficilmente commerciabili (causa spessore elevati e peso). Attività: individuare le pietre locali e le tipologie di utilizzo, definire i criteri di adozione del progetto, progettazione standard delle diverse tipologie di utilizzo, definire in larga massima i costi da sostenere per la realizzazione del progetto, quantificazione dei minori costi – benefici conseguenti. Risultati attesi: uso della pietra locale difficilmente commerciabile, perseguimento degli obiettivi di sicurezza, ambientali e di abbellimento della viabilità. Progetto N. 6 - Riutilizzo degli scarti di porfido e pietre trentine (limi, terre e cappellacci) - Obiettivi: risolvere e razionalizzare l’uso degli scarti, migliorare l’ambiente tramite la ricomposizione di aree degradate o vecchie cave. Attività: individuare e stimare gli scarti, definire i criteri di adozione del progetto, progettare i particolari di utilizzo, definire in larga massima i costi da sostenere per la realizzazione del progetto. Progetto N. 7 - Razionalizzazione e riorganizzazione del settore, con particolare riferimento agli aspetti economici - produttivi – strutturali e infrastrutturali – tecnici – sicurezza e salvaguardia ambientale Obiettivi: definire un processo di razionalizzazione e riorganizzazione del settore, individuare modelli di cooperazione, condivisione dei costi e/o aggregazioni tra imprese; definire dei modelli di sviluppo aziendale (business model). Attività: analisi tecnico – economica del settore, attività di sensibilizzazione, progettazione dei modelli tra aziende e/o dell’intero settore, proposta di specifici incentivi alle aziende coinvolte nei processi di cui sopra. Risultati attesi: miglioramento in generale del settore (economicità, lavoro, ambiente, ecc..), maggiore efficienza delle imprese del settore. Progetto N. 8 - Coordinamento dell’attività di promozione del porfido e delle pietre trentine. Valorizzazione turistica e culturale dei bacini estrattivi storici - Obiettivi: coordinamento dell’attività di promozione del porfido e delle pietre trentine a livello locale, nazionale e internazionale, al fine di razionalizzare ed evitare dispendio di risorse; ottimizzazione della promozione del prodotto ricercando sinergie con altri prodotti o attività locali, diffusione della conoscenza storico – culturale del prodotto, valorizzazione delle potenzialità artistico – locali che utilizzano le pietre trentine, marketing delle pietre trentine. Attività: analisi tecnico – economica di mercato, definizione delle azioni ritenute necessarie, individuazione dei siti estrattivi di interesse storico e interazioni con contesto turistico locale, individuazione degli artisti che utilizzano le pietre trentine e loro classificazione al fine della divulgazione delle opere, progetto di sviluppo commerciale del prodotto. Risultati attesi: miglioramento delle fasi di commercializzazione del porfido e delle pietre trentine, contenimento dei costi di sviluppo commerciale. Progetto N. 9 - Definizione caratteristiche qualitative delle pietre trentine tradizionali e ricerca nuovi prodotti e tecnologie di lavorazione – eco compatibilità - Obiettivi: analisi qualitativa delle pietre trentine, con particolare riferimento alla durabilità in funzione degli utilizzi; al bilancio ambientale e al risparmio energetico, ricerca di nuovi prodotti e nuove tecnologie di lavorazione, industrializzazione del settore. Attività: predisposizione di specifici studi e valutazioni sulle caratteristiche qualitative del porfido e delle pietre trentine, individuazione di un piano di lavoro per orientare la ricerca di nuovi prodotti e nuove tecnologie da applicare al settore, predisposizione di un piano operativo per migliorare l’industrializzazione del settore. Risultati attesi: ottimizzare l’utilizzo delle pietre trentine, migliorare i processi di lavoro. Progetto N. 10 - Promozione di studi e valutazione per interventi a favore dei lavoratori delle aziende estrattive Obiettivi: studi per l’attuazione dell’art. 23 – lett. F) della L.p. N. 7/2006 - Attività: predisposizione di specifici studi e valutazioni sulle limitazioni permanenti dell’idoneità professionale dei lavoratori del settore, con ipotesi di ricollocazione degli stessi in ambiti lavorativi. Risultati attesi: corrispondere al dettato normativo, migliorare le possibilità di occupazione per i lavoratori.  
   
   
SELEX GALILEO, "SI SCORPORA UN´ECCELLENZA"  
 
Firenze, 6 maggio 2010 - Selex Galileo. I consiglieri di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi hanno presentato una domanda d´attualità in Consiglio provinciale per chiedere al Presidente della Provincia e all’assessore competente di riferire su quanto sta avvenendo allo stabilimento di Campi Bisenzio, quali sono le iniziative che l’Amministrazione Provinciale intende assumere nel contesto delle proprie competenze al fine di salvaguardare lo stabilimento, l’indotto, l’occupazione e le professionalità coinvolte nell´annunciata delocalizzazione. "Chiediamo anche - spiegano i consiglieri - di sapere se l’Amministrazione provinciale intende far parte di un tavolo regionale in materia di lavoro, formazione e attività produttive che riguarda lo stabilimento Selex Galileo così come richiesto a viva voce dai lavoratori e dalla Rappresentanza sindacale unitaria". Finmeccanica, ricostruiscono in una nota i consiglieri di Rifondazione, ha recentemente presentato alle organizzazioni sindacali nazionali un piano di riorganizzazione del comparto dell’elettronica per la difesa. Il piano di ristrutturazione aziendale riguarda i settori elettronica per la difesa e sicurezza e spazio e prevede per il sito di via Einstein di Campi Bisenzio lo scorporo dell’attività dei radar terrestri e navali che erano realizzati a Firenze dal 1948. Tale scorporo riguarda 73 lavoratori la cui destinazione a Roma appare irrevocabile. Da qui l’assemblea indetta dalla Rsu dello stabilimento che condividendo le preoccupazioni espresse da Fiom-fim-uilm hanno decretato il blocco degli straordinari e proclamato un pacchetto di 4 ore di sciopero da utilizzarsi nel corso della vertenza. La delocalizzazione di un importante settore produttivo ritenuto dalla stessa proprietà un´eccellenza e i conseguenti esuberi aprono un processo di forte precarizzazione interna e un chiaro attacco all’occupazione. Lo stesso comunicato della Rsu evidenzia che “… la scomparsa delle competenze professionali di tale settore, soprattutto ingegneristiche, il venir meno delle sinergie con il mondo della ricerca e dell’università, le conseguenti ricadute negative in termine di prospettiva industriale, possono rappresentare l’avvio di un percorso volto al progressivo impoverimento della realtà produttiva costituita dal sito fiorentino, le cui drammatiche conseguenze sarebbero avvertite anche dall’indotto del territorio…”. Contestualmente la Rsu unitamente a Fiom, Fim e Uilm hanno deciso di attivare un percorso che coinvolga le istituzioni.  
   
   
GINORI-DECORITALIA, PUNTO IN CONSIGLIO PROVINCIALE A FIRENZE STATO DELLA SITUAZIONE, PROSPETTIVE E UNA POLEMICA  
 
 Firenze, 6 maggio 2010 - Ginori-decoritalia. L´assessore al Lavoro della Provincia di Firenze Elisa Simoni, in risposta al comunicato della Rsu della Decoritalia ha scritto ringraziando delle "parole che avete utilizzato, di forte denuncia ma anche di grande responsabilità, quella che avete sempre dimostrato in questa vicenda complessa e quella che anch´io ho sempre cercato di dimostrare nell´interesse esclusivo dei lavoratori e della ripresa economica dei nostri territori tanto martoriati da questa crisi". "Mi scuso - ha aggiunto - se ha assunto toni spiacevoli". Simoni non tornerà sulla vicenda "se non partecipando e promuovendo quei tavoli che possono servire alla Decoritalia a riprendere la propria attività e alla Ginori a mantenere e rilanciare la propria attività produttiva tanto importante per la nostra economia e per la nostra storia". Con queste stesse parole, l´assessore Simoni ha risposto in Consiglio provinciale a due domande d´attualità presentate rispettivamente dai gruppi di Rifondazione comunista e dal Pd. "Prendiamo atto delle dichiarazioni dell’Assessore al Lavoro della Provincia - ha replicato il consigliere di Rifondazione comunista Andrea Calò - che il tanto decantato polo serigrafico della toscana naufraga prima del varo". Sullo sfondo "rimangono i comportamenti non chiari anche delle istituzioni su questa iniziativa". Sta di fatto che "sul progetto di fattibilità di questa nuova attività produttiva hanno prevalso le ragioni di mercato a scapito del lavoro dell’occupazione e dei bisogni sociali dei territori". Sul fallimento di questa "operazione verticistica qualcuno ha pensato di avviare un conflitto tra lavoratori, categorie e organismi di rappresentanza sindacale creando una artificiosa confusione tra ruoli e responsabilità, allo scopo di nascondere i veri motivi del fallimento attribuibili esclusivamente alle volontà delle imprese". La situazione drammatica dei lavoratori della Decoritalia "deve essere realmente affrontata dal punto di vista di misure reali e concrete di sostegno al reddito, al salario e al lavoro sottraendoli dalla precarietà e dall’isolamento. Siamo convinti che la Rsu della Richard Ginori abbia svolto bene il suo ruolo di rappresentanza e di tutela dei diritti contrastando ogni forma di esternalizzazione annunciata e chiedendo alle Istituzioni atti e comportamenti che rilancino l’intero settore produttivo". Calò condivide la proposta dell’assessore provinciale al Lavoro di proporre un tavolo regionale per i lavoratori della Decoritalia. La consigliera Caterina Conti, per il Pd, sottolineando come "l’Assessore e la Giunta Provinciale abbiano dimostrato equilibrio, competenza e passione per cercare di risolvere questo problema", ha rilevato per parte sua "come rispetto allo scorso Consiglio provinciale il gruppo di Rifondazione abbia cambiato i toni, forse per la pubblicazione del comunicato della Rsu della Decoritalia: credo infatti che recitare il mantra della crisi che morde e dell´intervento delle istituzioni non risolve i problemi". "I problemi - ha aggiunto - si risolvono nelle relazioni sindacali ma anche imprenditoriali e a me dispiace che questa prospettiva non abbia trovato realizzazione sul territorio, come anche che non ci sia stata una valutazione da parte della classe imprenditoriale per utilizzare le opportunità che sul territorio. Se quella proposta è stata fatta dall’Amministratore delegato di Ginori forse c’erano le opportunità economiche, il volano economico, il mercato per poter utilizzare e per poter intraprendere quell´attività", che avrebbe concretizzato il polo serigrafico. Le istituzioni devono sostenere "laddove è possibile le opportunità di sviluppo economico che ci sono sul territorio".  
   
   
CASSA IN DEROGA PER I LAVORATORI DELLA BIZTILES  
 
 Milano, 6 maggio 2010 - "Per i 50 lavoratori di Biztiles procederemo immediatamente con la concessione della cassa in deroga". Lo annuncia l´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni della Regione Lombardia, a seguito dell´incontro avvenuto oggi in Regione con i vertici dell´azienda mantovana, che hanno ribadito la definitiva scelta di chiudere l´attività e l´inesistenza, al momento, di nuovi progetti sull´area. In merito alla situazione occupazionale dei 50 lavoratori, Rossoni non lascia spazio a dubbi: "La cassa integrazione straordinaria scadrà il prossimo 31 maggio - spiega Rossoni -. Voglio rassicurare i lavoratori di Biztiles che la domanda di Cig in deroga, già presentata dai vertici aziendali e attualmente in istruttoria, troverà risposta affermativa". La copertura del contributo partirà dal 1° giugno e durerà, come previsto per legge, otto mesi. Verrà concessa una prima autorizzazione per i primi quattro e una seconda per i successivi quattro. A questo proposito Rossoni ha in programma di convocare la Provincia di Mantova per "valutare la situazione e gestire al meglio l´ulteriore periodo di cassa", registrando la disponibilità dell´azienda a partecipare a tavoli istituzionali che favoriscano nuove iniziative imprenditoriali o auto-imprenditoriali.