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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Maggio 2010
UN SEMPLICE PROCESSO POSIZIONA CORRETTAMENTE LE PROTEINE  
 
Bruxelles, 6 maggio 2010 - Alcuni scienziati finanziati dall´Ue hanno scoperto un semplice trucco che garantisce la corretta distribuzione delle proteine all´interno delle cellule. L´équipe ha inoltre dimostrato che la scoperta potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali. La ricerca, pubblicata in due articoli apparsi sulle riviste Cell e Nature, è stata finanziata da una borsa di studio Marie Curie. In assenza di un sistema che ne controlli la distribuzione, le proteine tenderebbero a diffondersi in modo omogeneo in tutta la cellula. Quale meccanismo permette quindi alle cellule di garantire che le proteine occupino le posizioni corrette? Un gruppo di ricerca guidato da Herbert Waldmann e Philippe Bastiaens dell´Istituto Max Planck di fisiologia molecolare, in Germania, ha utilizzato tecniche microscopiche d´avanguardia per analizzare il trasporto delle proteine all´interno delle cellule in tempo reale. I ricercatori hanno concentrato i propri sforzi sulle proteine che devono passare alla membrana cellulare esterna. Queste proteine, insieme a un acido grasso, sono coinvolte in un processo definito "palmitoilazione"; l´acido grasso ha una funzione di "etichetta". Lo studio ha rivelato che il processo di palmitoilazione ha luogo nella parte della cellula definita apparato di Golgi. Le proteine coinvolte nel processo sono trasportate fino alla superficie della membrana cellulare da piccole vescicole rimosse dall´apparato di Golgi. Tuttavia, la parte interna della cellula contiene diversi tipi di membrane e può capitare che le proteine della palmitoilazione non giungano a destinazione ma che aderiscano alle membrane sbagliate. In questi casi, alcuni enzimi speciali rimuovono l´acido grasso dalla proteina (in un processo chiamato depalmitoilazione) liberando la proteina che può poi muoversi all´interno della cellula. Infine, la proteina viene assorbita dall´apparato di Golgi e il processo ricomincia. Questo porta a chiedersi in che modo l´apparato di Golgi riconosce le proteine che devono raggiungere la membrana cellulare. La risposta è estremamente semplice. A un livello base, le proteine sono costituite da catene di "mattoni" chiamati amminoacidi. Se la cisteina dell´amminoacido è accessibile sulla superficie della cellula quest´ultima riceve una sorta di "etichetta". "Si tratta di scoperte fondamentali. Cambieranno il modo di fare ricerca nel campo della biologia molecolare", ha affermato il professor Bastiaens. "Solo nel momento in cui noi scienziati comprendiamo i principi alla base della vita, siamo in grado di comprendere appieno la vita. Concentrarsi su i vari modelli di segnalazione presenti all´interno della cellula non è di grande aiuto". Inoltre, il team ha già dimostrato che queste scoperte potrebbero trovare applicazione nella ricerca di nuovi farmaci antitumorali. La molecola di segnalazione Ras è una proteina coinvolta nel processo di palmitoilazione che, una volta mutata, può causare il cancro. Questa proteina funziona soltanto se incorporata nella membrana cellulare. Disattivare completamente questa proteina può causare la morte cellulare. Ecco perché i ricercatori hanno deciso di adottare un approccio differente. Come osservato sopra, può accadere che tutte le proteine coinvolte nel processo di palmitoilazione, tra cui anche la Ras, si attacchino alle membrane sbagliate. Nel momento in cui la Ras aderisce alla membrana sbagliata, un enzima chiamato Apt1 (acyl protein thioesterase 1) taglia il marcatore dell´acido grasso e libera la Ras, che può rientrare nel meccanismo di trasporto. I ricercatori hanno sviluppato una molecola inibitrice, la palmostatin B, che blocca l´azione dell´enzima Apt1. Questo significa che nel momento in cui la Ras aderisce alla membrana sbagliata vi rimane attaccata. Nel tempo, le molecole di Ras vengono distribuite casualmente tra le varie membrane della cellula. Poiché la Ras è effettivamente nociva solo quando aderisce alla membrana cellulare esterna, ridistribuire le proteine in questo modo riduce l´efficienza di segnalazione della Ras e induce la guarigione delle cellule tumorali. "Si tratta di un approccio innovativo, che in fondo è in contrasto con le regole del buon senso. Ecco perché non è mai stato applicato nella ricerca farmaceutica", ha spiegato il professor Waldmann. "Anziché inibire il trasporto diretto dall´apparato di Golgi, ci siamo limitati a favorire la distribuzione casuale all´interno della cellula". Per maggiori informazioni, visitare: Società Max Planck: http://www.Mpg.de/  Cell: http://www.Cell.com/  Nature Chemical Biology: http://www.Nature.com/naturechemicalbiology    
   
   
MILANO 7 MAGGIO : TEST PER L’HIV SULLA SALIVA PROGETTO - PILOTA SAN RAFFAELE CONTRO L’HIV  
 
Milano, 6 maggio 2010 – Il 7 maggio il San Raffaele e il suo servizio di medicina di laboratorio Laboraf Diagnostica e Ricerca San Raffaele aprono dalle ore 11 alle ore 18 il punto prelievi di via Spallanzani 15 a tutti i cittadini che vorranno sottoporsi al test rapido per l’Hiv sulla saliva. Il test viene effettuato gratuitamente e in forma anonima: in pochi minuti viene fornito il risultato – in caso di positività al test rapido salivare la persona esaminata verrà sottoposta ad un test sul sangue di controllo. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione alla diagnosi precoce ed alla cura tempestiva di una infezione che trascurata può avere un’evoluzione drammatica. Il test sulla saliva è un esame rapido e non invasivo che rileva, tramite un tampone orale, la presenza di anticorpi diretti contro l’Hiv: segnala cioè se vi è stato un contatto con il virus. Il test rapido salivare, registrato dall’Unione Europea, ad oggi non è distribuito in Italia: a seguito dell’iniziativa Progetto Easy-test che ha coinvolto la popolazione milanese alla fine del 2009, il San Raffaele mette nuovamente a disposizione il suo personale tecnico per continuare a promuovere la consapevolezza rispetto al virus e alla sua trasmissione. La Dott.ssa Fernanda Dorigatti, Direttore Medico di Laboraf Diagnostica e Ricerca dell’Ospedale San Raffaele: “Con i nostri punti prelievo siamo in tutto il territorio cittadino, vicini alle persone, nei luoghi di maggiore afflusso: ci sembrava importante aprire una di queste sedi per farne un luogo d’incontro, di consapevolezza e di prevenzione contro il virus dell’Hiv.” La Dott.ssa Laura Soldini, Specialista in Malattie Infettive, Microbiologia, Virologia, Responsabile delle Sedi Esterne Laboraf Diagnostica e Ricerca dell’Ospedale San Raffaele: “Dopo la positiva esperienza del Progetto Easy-test nello scorso mese di Dicembre, in cui quasi 900 persone si sono sottoposte all’esame e più di 5000 hanno chiesto informazioni sull’infezione da Hiv, speriamo che in molti, giovani e non, decidano di affidarsi il 7 maggio alla discrezione di un test efficace e rapido.”  
   
   
PSICOLOGO DI QUARTIERE: A MILANO NESSUNO E’ SOLO, C’E’ SEMPRE UNA RISPOSTA ATTIVA E COMPETENTE  
 
Milano, 6 maggio 2010 - Partito in due sole farmacie nel febbraio del 2009 il progetto "Lo psicologo di quartiere" si è esteso dall’ottobre scorso in altre 22 permettendo a tutt’oggi oltre 2.625 colloqui. Altre farmacie andranno ad aggiungersi prossimamente, perchè sta riscuotendo successo l´iniziativa, completamente gratuita, voluta dall´assessorato alla Salute del Comune, realizzata in collaborazione con il Laboratorio di Psicologia Clinica dell´Università Cattolica di Milano diretto dal professor Enrico Molinari, con le Farmacie Comunali del Gruppo Admenta e con quelle private aderenti a Federfarma. Questo servizio incontra il gradimento dei cittadini al punto che qualcuna delle 24 farmacie ha dovuto raddoppiare le ore di consulenza psicologica. Proprio com´è accaduto alla farmacia San Camillo di piazzale Martini visitata oggi, dopo quella di via Mecenate 8, dal sindaco Letizia Moratti e dall´assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna. “Oggi possiamo dire che a Milano nessuno è solo, e lo conferma il buon esito di questa importante iniziativa che dimostra la capacità di Milano di rispondere a bisogni complessi e crescenti – dichiara il Sindaco Letizia Moratti - A Milano c’è sempre una porta a cui bussare, c’è sempre una risposta attiva, competente, informata. Il Bilancio sociale evidenzia, come sin dall’inizio abbiamo posto al centro del nostro programma la qualità della vita dei milanesi e le sue tante esigenze, il sostegno alle donne, agli anziani e alla famiglia. In tre anni di lavoro abbiamo consolidato una rete straordinaria di eccellenze, di professionalità, di energie positive capaci di sostenere, di intervenire, di dare speranza. Non solo interventi tampone di soccorso alle emergenze, ma costruzione di una rete di rapporti sociali e umani che riqualifichi la vita”. "Il successo del progetto si deve- spiega l´assessore alla Salute del Comune Giampaolo Landi di Chiavenna- al fatto che abbiamo intercettato il bisogno di sostegno psicologico e fornito le risposte scientifiche adeguate a ripristinare il benessere interiore". Un´aspirazione, questa, che complessivamente da febbraio 2009 a marzo 2010, ha fatto registrare 2.625 colloqui, in media 3 per utente, e 750 situazioni problematiche. Si è trattato di incontri individuali, ma anche in coppia e familiari, cui gli psicologi hanno dedicato particolare attenzione seguendone in pratica quattro ogni mezza giornata d´attività. Ad affidarsi agli psicoterapeuti sono state prevalentemente, per il 79,4%, le donne, ed indipendentemente dal sesso i giovani sino ai 29 anni. Questa è, infatti, con il 14,6% la fascia più numerosa, seguita da quella dei sessantenni che si attesta al 14,3% e da quella degli ultrasettantenni che raggiunge il 13,7 %. A ricorrere alla consulenza psicologica sono stati soprattutto coloro che hanno un discreto livello d´istruzione: quasi la metà dei casi, 48,6%, è in possesso del diploma di scuola media superiore ed il 26,4% di quello di licenza media inferiore. Molto meno attratti da quest´opportunità si sono rivelati i laureati e coloro che non hanno completato le scuole dell´obbligo. E´ interessante scoprire che a richiedere l´aiuto dello "psicologo di quartiere" sono per maggior parte le persone occupate. Probabilmente stress e mobbing fanno sì che ben il 42% dell´utenza sia composto da lavoratori, la percentuale dei disoccupati è bassissima: solo 8,2%. A confessare il malessere psicologico sono poi gli anziani con il 36,3%, mentre le casalinghe si aggiudicano, con il 3,5%, l´ultimo posto. Ma quali sono le condizioni di disagio che spingono ad entrare in farmacia per un consulto con lo psicoterapeuta? “Soprattutto - risponde il professor Enrico Molinari - le problematiche familiari e di coppia (27,4%), seguite dalle sintomatologie ansiose (16,6%), da quelle depressive (14,9%), dalla gestione di situazioni critiche (10,1%) e dall´abuso di alcol e sostanze stupefacenti (1,7%). Il servizio, conosciuto dall´utenza prevalentemente grazie alle informazioni dei farmacisti ed alle locandine esposte in farmacia, viene scelto soprattutto dal 32,5% per la gratuità e dal 31,5% per la vicinanza a casa o al posto di lavoro. Decisamente rincuoranti gli esiti degli interventi. Nel 36,8% dei casi la problematica iniziale è stata risolta. Nel 41,2%, invece, si è reso necessario il ricorso ai servizi territoriali specifici. Il 22,1%, infine, non ha completato il ciclo di psicoterapia”. Il consiglio dei farmacisti di rivolgersi allo psicologo di quartiere ha consentito una forma di prevenzione psicologica che ha portato all´individuazione di disturbi per i quali solitamente non viene richiesto aiuto per vari motivi, a cominciare da quello economico. "Con questa iniziativa conclude l´assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna- abbiamo fornito a persone di tutte le fasce di reddito, a cominciare dai quartieri periferici, l´opportunità di una consulenza psicologica gratuita di base per risolvere problemi individuali, di coppia e genitoriali".  
   
   
BATTERE L’OSTEOPOROSI CON MISTER BONE E OSTEOLINK, AL CONGRESSO MONDIALE IOF - ECCEO DUE NUOVI PROGETTI PER FERMARE UNA PATOLOGIA CHE RIGUARDA, SOLO IN ITALIA, QUASI 5 MILIONI DI PERSONE TRA UOMINI E DONNE.  
 
 Firenze, 6 Maggio 2010 – C’è Mister Bone, un progetto di educazione alimentare per la prevenzione dell’osteoporosi sperimentato in alcune scuole elementari di Firenze, che il ministro Gelmini intende lanciare a livello nazionale. E c’è Osteolink, un progetto di tipo Facebook per la gestione dell’osteoporosi, creato con lo scopo di informare i pazienti, e ora approdato in Europa e in Italia. Ecco due modi innovati per affrontare una patologia dilagante (oltre 5 milioni i malati nel nostro Paese), presentati oggi a Firenze in occasione del debutto del congresso mondiale di osteoporosi organizzato dalle due maggiori società scientifiche Iof (International Osteoporosis Foundation) ed Ecceo (European Society for Clinical and Economic Aspects of Osteoporosis and Osteoarthritis) con la partecipazione di circa 12 mila specialisti. Ad annunciare ieri i progetti sono stati il presidente del comitato organizzatore italiano del congresso, l’endocrinologa dell’università di Firenze Maria Luisa Brandi, che presiede anche la Fondazione Firmo ‘Raffaella Becagli’ cui fa capo il progetto Mister Bone. Con lei il professor René Rizzoli, presidente del Comitato scientifico di Ecceo; e Judy Stenmark, Chief Operating Officer della Iof, la Fondazione grazie alla quale è nato Osteolink con il supporto di Amgen e Gfk Mr Bone. Prevenzione, fin dai banchi di scuola, è anche lo scopo del progetto Mister Bone. Raffigurato da un allegro ossicino antropomorfizzato e sostenuto da Amgen Dompé, il progetto si è sviluppato con una serie di divertenti fumetti, test, quiz, libri e giochi anche via web (www.Misterbone.it). Lanciato lo scorso anno all’Istituto Ghiberti di Firenze con 215 studenti e relativi genitori delle elementari Niccolini e Anna Franck, Mister Bone ha evidenziato stili di vita spesso incongrui: deficit alimentari (poco latte, formaggio, frutta, dunque poco calcio e vitamina D) e scarse attività all’aria aperta. Questi ragazzini hanno così imparato a nutrirsi a dovere e a fare opportuno movimento fisico en plein air. I risultati sono stati talmente interessanti, che l’esperienza è stata ripetuta quest’anno nelle stesse scuole con altri 211 bambini (111 maschi e 100 femmine). Ed è molto piaciuta al ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, che ha chiesto alla Regione Toscana di allargarla a tanti altri istituti, nell’ipotesi auspicabile di farne un programma per tutte le scuole d’Italia. “Crescere con le ossa sane”, spiega la professoressa Brandi, “equivale ad allontanare il pericolo di ammalarsi di osteoporosi da adulti. Ma Mister Bone e Osteolink servono anche a informare una classe medica che in tema di patologie delle ossa dimostra non di rado ignoranze preoccupanti”. Osteolink: è uno strumento simile al più noto Facebook per avere a disposizione, in qualsiasi momento, tutte le informazioni necessarie, e per rafforzare le proprie relazioni e possibilmente costruirne altre con l’unico obiettivo di preservare al meglio la salute delle proprie ossa. La necessità di uno strumento nuovo, facile ed efficace è emersa con chiarezza. Da una recente indagine condotta dall’International Osteoporosis Foundation (Iof) in 13 paesi (Francia, Germania, Italia, Spagna, Uk, Austria, Belgio, Ungheria, Grecia, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera e Australia) su pazienti (n.844 donne con più di 55 anni colpite da osteoporosi postmenopausale) e medici (n.837). Per l’Italia hanno partecipato 80 donne e 80 specialisti. I risultati hanno messo in evidenza che i pazienti temono i possibili effetti dell’osteoporosi sulla loro qualità di vita molto più di quanto credano i medici e che mancano le informazioni e gli strumenti adeguati per fronteggiare tali preoccupazioni e quindi per avere un’efficace gestione dell’osteoporosi. I contenuti del programma saranno di volta in volta messi a punto da un comitato scientifico costituito da esperti di comunicazione e social networking, membri delle associazioni pazienti nazionali, Iof, medici e dai pazienti stessi. Questa di assistenza risponderà a tutte le necessità di informazione mettendo a disposizione strumenti innovativi quali video in streaming, podcast e newsfeed.  
   
   
ECCO I NOSTRI RAGAZZI, POCO CALCIO E POCA VITAMINA D  
 
Firenze, 6 Maggio 2010 - Sarà perché consumano poco Calcio e poca Vitamina D. E sarà perché soprattutto chi abita in città fanno poca vita all’aria aperta e poca attività fisica. Certo è che i nostri ragazzi sono tutti potenzialmente a rischio osteoporosi. Benvenuto dunque Mister Bone, il programma di educazione alimentare ideato scientificamente e sostenuto dalla Fondazione Italiana per la Ricerca sulle Malattie dell’Osso (F.i.r.m.o. Fondazione Raffaella Becagli) con il supporto di Amgen Dompé. Il progetto ha tutti i requisiti della prevenzione ed è stato lanciato un anno fa all’Istituto Ghiberti di Firenze. L’edizione 2010 è adesso in corso e coinvolge 211 alunni (111 maschi e 100 femmine) delle 4° e 5° elementari. Queste ultime hanno realizzato anche un e-book, Il Libro di Mister Bone, raccolta di storie illustrate o storie a fumetti che sarà pubblicata sul sito del www.Misterbone.it. Un modo diverso e divertente di diffondere la cultura della corretta alimentazione per la salute dell’osso. Coinvolti per la prima volta, gli alunni delle 4° hanno imparato alcuni semplici ed essenziali concetti di anatomia e fisiologia dell’osso e di nutrizione. Poi sono stati chiamati a confrontarsi con il Calendario di Mister Bone, un simpatico datario su cui i ragazzi devono annotare, con speciali adesivi, che cosa hanno mangiato ogni giorno e se hanno fatto attività fisica per mantenere le ossa in buona salute. La ricerca sulle abitudini alimentari, condotta dall’equipe dell’endocrinologa Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione F.i.r.m.o., ha poi coinvolto 96 bambini di 4° elementare (52 maschi e 44 femmine). La prima rilevazione, tramite questionari, risale allo scorso febbraio ed è stata seguita da una specifica lezione e dalla consegna del calendario. I dati validi sono attualmente in via di elaborazione: riguardano 82 soggetti (45 maschi e 37 femmine). Un primo esame conferma che anche questi ragazzi consumano normalmente poco calcio (900 milligrammi al giorno contro i 1100-1200 consigliati per l’età) e poca Vitamina D (circa 4 microgrammi rispetto ai 10 suggeriti). Nei prossimi giorni è invece prevista una seconda indagine per valutare se il primo intervento ha prodotto i risultati desiderati, ovvero se le abitudini alimentari dei bambini sono realmente migliorate. Intanto ecco i risultati definitivi di Mister Bone 2009. Oggi disponibili, mostrano chiaramente la concreta efficacia del progetto. L’assunzione di Calcio, il nutriente più importante per la salute dell’osso, è infatti aumentata da 870 a 1080 milligrammi al giorno e la Vitamina D, senza cui l’organismo non riesce ad assorbirlo, da 3,6 a 4,1 microgrammi. Queste variazioni corrispondono evidentemente a nuove abitudini alimentari che non si riflettono però sull’apporto calorico totale, sostanzialmente invariato (da 1650 a 1670 calorie quotidiane). Il dato è molto importante alla luce della crescente epidemia di obesità tra la popolazione infantile. In questo caso, infatti, i bambini non hanno mangiato di più, ma hanno evidentemente consumato alimenti più salutari e ricchi di Calcio. In effetti, sono aumentati sia i soggetti che bevono latte (dal 92 al 96%), sia il consumo giornaliero pro capite (da 200 a 270 millilitri). Analogo, anche se meno evidente, il trend della verdura: la percentuale dei consumatori è salita da 89 a 96 e le dosi giornaliere da 160 a 210 grammi. Siamo comunque a livelli assai inferiori rispetto a quanto raccomandato dalle linee guida nazionali e internazionali.  
   
   
ASP, A POTENZA CONVEGNO SU CHERATOCONGIUNTIVITE VERNAL  
 
Potenza, 6 maggio 2010 - Organizzato dall´Asp in collaborazione con l’associazione di volontariato “Fiori di Vernal” sabato 8 maggio, alle ore 9,00 si terrà nella Sala Fortunato del Centro Congressi del Park Hotel di Potenza (Raccordo Autostradale Basentana S.s.407) il corso di aggiornamento "La Cheratocongiuntivite Vernal (Vkc)-protocolli Terapeutici-attualità e Prospettive”. “La Vkc - spiega un comunicato dell´Asp - è una patologia oculare rara, che colpisce prevalentemente soggetti in età infantile spesso con quadri fortemente invalidanti e che solo da alcuni anni si avvale di protocolli terapeutici mirati applicati in centri specializzati- spiega Domenico Lacerenza, Direttore Dipartimento Oculistico Asp Potenza-. La nostra Azienda, nell’ottica di una sanità regionale a rete vuole andare incontro alle esigenze diagnostiche e terapeutiche dei bambini del territorio, costretti a spostarsi fuori della Regione di appartenenza. Per questo motivo ha costituito nell’ospedale di Venosa un Centro di riferimento di diagnosi e cura per tale patologia, collegato con gli unici due centri esistenti sul territorio nazionale”. Per la realizzazione del progetto l’Asp si avvale della collaborazione dell’Associazione Fiori di Vernal, che, nata in Puglia e già presente in quattro regioni d’Italia, con la Sede Operativa di Potenza vuole dare il contributo delle proprie esperienze associative ai pazienti lucani ai fini di un coordinamento sul territorio nazionale. Il Corso mira, appunto, a fornire informazioni e a far acquisire conoscenze sulla Vkc a oftalmologi, endocrinologi, pediatri e medici di medicina generale, infermieri professionali ed ortottisti. Questi i temi che verranno affrontati e sviluppati: Laura Conte:il bambino con cheratocongiuntivite vernal e l’ambiente; Sergio Lo Sardo:i problemi del bambino vissuti dal genitore; Luciana Orzalesi-raffaelle Gioia:cosa si può chiedere allo psicologo:l’esigenza della condivisione; Giovanna Rizzo-ugo Procoli:dal sintomo alla diagnosi:Il ruolo dell’oculista; Pietro Fanelli-laura Spadavecchia:il ruolo del pediatra immuno-allergologo; Angelo Acquafredda:il punto di vista del pediatra endocrinologo Rizzo-spadavecchia-pucci:quando e quale terapia Gemma Sinisi-sandro Mancino.presentazione casi clinici L´evento, patrocinato dalla Regione Basilicata, la Provincia di Potenza ed il Comune di Potenza, si svolge in collaborazione con l´Università degli Studi di Bari - Clinica Pediatrica S.maggiore - Uoc Oftamologia 2 - sez. Ottica Fiosiopatologica.  
   
   
SANITÀ PUGLIESE. LISTE D’ATTESA A TARANTO: SERVE UN CAMBIO DI MARCIA ORA FINALMENTE POSSIBILE  
 
Lecce, 6 maggio 2010 - Come è ormai consuetudine ci giungono quotidianamente segnalazioni sulle carenze della pubblica amministrazione. Questa volta due cittadini di Taranto, un uomo ed una donna dei quali preferiamo non svelare l’identità per una questione di tutela della riservatezza, ci hanno posto all’attenzione i loro due casi emblematici che riguardano la sanità pugliese ed in particolare le liste d’attesa a Taranto. Questa la breve cronistoria del primo: il 20 ottobre del 2009 effettua visita chirurgica presso l’ospedale Moscati a Taranto per una “cisti” alla spalla. Il 25 febbraio 2010 doveva effettuare l’operazione e nella stessa data riceveva una telefonata dall’ospedale con la quale si affermava che l’operazione non poteva essere eseguita perché una lampada in sala operatoria era “fulminata”. Dopo una serie di lamentele, una settimana or sono, dallo stesso ospedale facevano sapere che la lampada era stata acquistata, ma che doveva essere effettuata una gara d’appalto per sostituirla. Morale della favola ad oggi l’operazione per la fastidiosa “cisti” ancora non è stata fatta. La questione della signora riguarda l’ormai famigerata “mammografia”: nel caso di specie la cittadina prenota il 05 agosto 2009 una “mammografia” presso il C.u.p. Di Taranto. Il C.u.p. Emette il modulo di prenotazione “mammografia” per il 29 dicembre 2010 con risultato da ritirare a gennaio 2011 (sic!). Storie emblematiche, dicevamo, ma non casi limite e c’è qualcuno che dice che corrispondano alla normalità. Secondo Giovanni D’agata componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, quindi, è evidente che serve un repentino cambio di marcia nella sanità pugliese che certamente è nei programmi del governatore Vendola e dell’assessore delegato Fiore ai quali rivolgiamo la sollecitazione di tutti i cittadini pugliesi per una sanità più efficiente.  
   
   
MANTOVA: "LA DOCUMENTAZIONE SANITARIA E SOCIALE IN RSA": IL NUOVO MANUALE PRESENTATO DI FRONTE A 200 OPERATORI DEL SETTORE  
 
Mantova, 6 maggio 2010 - Dal 4 maggio, il personale delle Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa) mantovane ha a disposizione uno strumento in più per orientarsi nello svolgimento del suo delicato compito. Durante l´atto conclusivo del percorso formativo voluto da Palazzo di Bagno, tenutosi il 3 maggio nell´auditorium del Seminario di fonte a circa 200 operatori del settore, è stato presentato il volume dal titolo "La documentazione sanitaria e sociale in Rsa", una sorta di manuale pensato per omologare, sia i comportamenti del personale operante all´interno delle strutture, sia le valutazione dell´Asl, che ha condiviso il contenuto del testo. Oltre al presidente Fontanili, all´assessore provinciale Fausto Banzi e a Carlo Prezzi, direttore sociale di Asl, all´atto conclusivo del ciclo formativo di sette incontri hanno partecipato, in veste di relatori, anche Marco Trabucchi, medico e membro dell´Associazione Italiana di Psicogeriatria e del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia, Annarita Taddei di Asl e gli infermieri Rosalina Soffia, Michele Zani e Ermellina Zanetti. "L´iter formativo -come ha spiegato Banzi- ha coniugato la teoria alle situazione concrete, grazie alla testimonianza diretta di esperienze di lavoro. Questo ha permesso a tutti i partecipanti di crescere dal punto di vista professionale, ottenendo maggiori certezze nello svolgimento delle proprie mansioni".Il lavoro proposto cerca, quindi, di colmare un disagio manifestatosi nel recente passato, ogni qual volta si sono introdotte modifiche importanti nel metodo di lavoro. Quest´ultimo è, infatti, assoggettato ai controlli eseguiti da parte dell´Asl e può avere ricadute anche di carattere economico sugli operatori. Chiunque fosse interessato a ricevere "La documentazione sanitaria e sociale in Rsa", può contattare l´ufficio servizi sociali della Provincia di Mantova allo 0376 204204.  
   
   
BOLZANO: "AUTISMO IN ALTO ADIGE", IL 7 MAGGIO TAVOLA ROTONDA  
 
Bolzano, 6 maggio 2010 - "Autismo in Alto Adige", questo il titolo di una tavola rotonda che avrà luogo venerdì 7 maggio presso la Ripartizione provinciale famiglia e politiche sociali. L´incontro è promosso e organizzato dalla Aeb, l´associazione genitori di persone in situazione di handicap. La tavola rotonda porrà al centro il confronto tra familiari di persone affette da autismo, rappresentanti dei servizi sanitari e sociali, scuole e associazioni private. Ingo Stermann, medico specializzato in neuropsichiatria infantile, e Ute Gebert dell´Ufficio provinciale soggetti portatori di handicap ed invalidi civili, faranno il punto della situazione in Provincia di Bolzano, mentre la moderazione dell´incontro sarà affidata al presidente della Aeb Hansjörg Elsler. La tavola rotonda "Autismo in Alto Adige" avrà luogo venerdì 7 maggio 2010, a partire dalle ore 9, presso l´Auditorium del Palazzo provinciale 12. In via Canonico Gamper 1, ai Piani di Bolzano.  
   
   
SEAN SHANAHAN A CURA DI SILVIA PEGORARO MILANO: 25 MAGGIO – 30 SETTEMBRE 2010  
 
Milano, 6 maggio 2010 - Inaugurerà martedì 25 maggio 2010 alle ore 18.30 presso la galleria Fabbri Contemporay Art di Milano una mostra personale dedicata all’artista irlandese Séan Shanahan (Dublino, 1960), che sarà visitabile fino al prossimo 30 settembre 2010. Il lavoro di Shanahan - presente anche nella prestigiosa collezione Panza - esprime una delle più interessanti forme contemporanee di “minimalismo concettuale”, affrontando in modo rigoroso e intrigante il problema dello spazio, della realtà e della sua rappresentazione: il dubbio, la certezza e la verità dell’apparire. Il catalogo, con le foto dell’allestimento in galleria e con un testo di Silvia Pegoraro, verrà presentato nel corso della mostra. “Più tesa è la membrana tra fuori e dentro, più il quadro risuona”, afferma Seán Shanahan in una conversazione del 2000 con E. Alberti Schatz. Il problema fenomenologico della dialettica tra un “fuori” e un “dentro”, che determina lo spazio, sia fisico che concettuale, è infatti centrale nella poetica dell’artista irlandese. Servendosi di strumenti sostanzialmente tradizionali, come il disegno e la pittura – spesso il wall drawing, il disegno direttamente su muro, a cui sarà dedicata una parte della nuova mostra milanese – Shanahan si interroga sullo spazio, sulla rappresentazione e sulla sua verità, collocando le sue opere in uno spazio-tempo circolare, interno e autocostruito, in una dimensione di presente assoluto. Il suo metodo d’indagine è fondato su una logica autoriflessiva che si sviluppa secondo direttrici molto esplicite, che svelano la "verità" della struttura dell’opera. Scegliendo come campo d’azione il “vuoto”, del foglio, della tela o del muro, utilizzando perlopiù il monocromo o il netto e geometrico contrapporsi di tinte decise e contrastanti, manifesta l’esigenza d’azzeramento da cui muove il Minimalismo americano negli anni ’60, ma ne complica gli esiti e le esigenze. Tutto ciò grazie a un metodo d’indagine volto da un lato all’analisi strumentale degli elementi base del fare pittorico, dall’altro al superamento dei limiti di soglia, sia in senso oggettuale che in senso concettuale, della superficie . La rigorosa analisi sulle dinamiche di strutturazione visiva della forma, sorretta da una coscienza teorica impostata sulle componenti razionali del fare artistico, sembra certo avvicinare il lavoro di Shanahan al Minimalismo americano, ma la notevole capacità di concretizzare e rendere tangibili i procedimenti logico-costruttivi sembra a sua volta renderlo partecipe delle maggiori conquiste dell’arte concettuale. Rifiutando una soggettività cripto-realista ed espressionista, Séan Shanahan arriva in realtà a “riabilitare” la materia in tutta la sua vastità, in tutta la sua dinamica, in tutta la sua “presenza”. Ed è esattamente dei problemi suscitati da questa “presenza” che si sostanzia la sua arte: è al mondo fenomenologico dell’esperienza che la qualità e la potenza dell’opera d’arte vanno riferite, perché, come scrive Georges Didi-huberman, “ciò che vediamo è ciò che ci guarda”. Nota biografica - Seán Shanahan nasce a Dublino nel 1960. Studia alla Heatherley School of Fine Art di Chelsea, Londra (1978-79), quindi al Croydon College of Art & Design di Londra (1979-82), e si perfeziona presso la Fundación Olivar de Castillejo di Madrid (1986-88). Dagli anni ottanta vive e lavora in Italia, attualmente a Montevecchia, in provincia di Lecco. Molte le sue mostre personali e le partecipazioni a collettive, in particolare in Irlanda, Olanda, Germania e Italia. Tra le più recenti personali, nel 2009: Kerlin Gallery, Dublino; In Space, Bergner and Joop, Mainz; Interludium, Newman House. Nel 2008: Unique Act, Dublin City Gallery The Hugh Lane, Dublino. Nel 2007: Kunst-stattion, Sankt Peter, Colonia. Tra le più recenti collettive, nel 2010: Hommage a Scaccabarozzi, Galerie Katharina Krohn, Basilea (in corso), Hugh Lane Centenary Print Exhibition, Wexford Arts Centre, Wexford. Nel 2009: The Weight of Light, Visual, Centre for Contemporary Art, Carlow ; Terror and the Sublime: Art in an Age of Anxiety, Crawford Art Gallery, Cork. Nel 2007: Colour Based Paintings, Bergner & Job Galerie, Mainz. Nel 2006 : Crystal Grey, Peacock Visual Arts, Aberdeen. Nel 2005 : Lebendiges Grau, Karl Ernst Osthaus-museum, Hagen. Sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private internazionali, tra cui la prestigiosa collezione Panza. Attualmente è in corso presso il Lucca Center of Contemporary Art la mostra “State of Mind”, dedicata alla minimal art della collezione Panza, che lo vede tra gli artisti protagonisti.  
   
   
INAUGURATA MOSTRA "OMAGGIO A SCROSATI"  
 
Milano, 6 maggio 2010 - Undici dipinti con soggetti floreali, tutti provenienti da collezioni private e distribuiti in un´unica area, la Sala della stufa valtellinese: la mostra "Omaggio a Luigi Scrosati, il pittore dei fiori nella Milano ottocentesca" è stata inaugurata oggi al museo Bagatti Valsecchi dall´assessore alla Cultura e Giovani della Regione Lombardia, Massimo Buscemi. La mostra, che resterà aperta fino a domenica 6 giugno, è caratterizzata da alcune dimostrazioni di composizioni floreali, tra cui una di ikebana e due composizioni occidentali moderne, e da tre conferenze dedicate alla pittura e all´architettura dall´età barocca ai giorni nostri. "Regione Lombardia - ha detto l´assessore Buscemi - mette la cultura al centro del suo programma di questo quinquennio. Vogliamo realizzare un sistema museale lombardo ancor più funzionale e moderno e costruire una più fitta collaborazione tra istituzioni ed enti culturali per far conoscere ed apprezzare nel mondo le bellezze della nostra Regione. La Lombardia è, infatti - ha concluso Buscemi - una terra di eccellenze anche nel campo della cultura". Presenti all´inaugurazione, tra gli altri, il presidente della Fondazione Bagatti Valsecchi, Pier Fausto Bagatti Valsecchi, il presidente dell´associazione Orticola Lombardia, Gianluca Brivio Sforza e la conservatrice del Museo, Lucia Pini.