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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Febbraio 2011
UN TEAM FINANZIATO DALL´UE TESTA UN NUOVO MATERIALE SEMICONDUTTORE  
 
Bruxelles, 3 febbraio 2011 - I chip elettronici del futuro potrebbero non essere fatti di silicio o grafene ma di un materiale chiamato molibdenite (Mos2). Una ricerca finanziata dall´Ue e presentata sulla rivista Nature Nanotechnology dimostra che la molibdenite è un semi-conduttore molto efficace che potrebbe essere usato per rendere i transistor più piccoli e più efficienti in termini energetici. Il sostegno dell´Ue a questo lavoro proveniva dal progetto quinquennale Flatronics ("Electronic devices based on nanolayers"), una Starting Grant da 1,8 Mio Eur del Consiglio europeo per la ricerca (Cer) conferita al professor Andras Kis del Laboratorio di elettronica e strutture su nanoscala (Lanes) presso l´Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (Epfl) in Svizzera nel 2009. Le borse del Cer vengono assegnate attraverso il Programma Idee del Settimo programma quadro (7° Pq). La molibdenite è un minerale disponibile in natura. Attualmente viene usato principalmente come elemento di leghe dell´acciaio e come additivo in lubrificanti. Fino ad ora, il suo potenziale come semi-conduttore è rimasto largamente inesplorato. "È un materiale bidimensionale, molto sottile e facile da usare in nanotecnologia," dice il professor Kis, che ha condotto questo studio. "Ha un grande potenziale nel campo della fabbricazione di transistor molto piccoli, diodi a emissione luminosa (Led) e cellule solari." Secondo il professor Kis e i suoi colleghi, la molibdenite offre vantaggi significativi rispetto al silicone, che è ampiamente usato nel campo dell´elettronica e al grafene, che è il materiale bidimensionale maggiormente studiato ed è normalmente considerato il materiale del futuro per l´elettronica. Il silicio è un materiale tridimensionale e quindi è più voluminoso della molibdenite che può essere fabbricata in strati unici. "In un foglio di Mos2 di 0,65 nanometri di spessore, gli elettroni si possono muovere tanto facilmente quanto in un foglio di silicio spesso 2 nanometri, ma non è ancora possibile fabbricare un foglio di silicio sottile come un foglio monostrato di Mos2," spiega il professor Kis. Inoltre i transistor montati su molibdenite consumerebbero 100.000 volte meno energia in standby rispetto ai tradizionali transistor su silicio. Questo avviene perché per accendere e spegnere un transistor è necessario un materiale semi-conduttore con una "banda proibita". In fisica le "bande" sono usate per descrivere l´energia degli elettroni in un materiale. Nei semi-conduttori, il termine "banda proibita" si riferisce agli spazi senza elettroni tra tali bande. Se questa zona non è troppo grande o troppo piccola, alcuni elettroni possono saltarla, offrendo così ai ricercatori una maniera di controllare il comportamento elettrico del materiale e di attivarlo o disattivarlo. La molibdenite ha una banda proibita di 1,8 elettronvolt, il che la rende ideale per accendere e spegnere i transistor. La banda proibita della molibdenite le dà un vantaggio anche rispetto al grafene, che non ha una banda proibita nel suo stato originario. Sebbene sia possibile fare grafene con una banda proibita, questo fa aumentare la complessità della fabbricazione e causa altri problemi. "I nostri risultati costituiscono un importante passo avanti verso la realizzazione di elettronica e di circuiti integrati a bassa energia di stand-by basati su materiali bidimensionali. I monostrati di Mos2, un materiale semiconduttore sottile e trasparente, presentano anche una serie di nuove opportunità in settori tra cui la fisica mesoscopica, l´optoelettronica e la raccolta di energia," concludono i ricercatori. "Con la possibilità di fabbricare circuiti grandi usando l´elaborazione basata sulla soluzione, le nostre scoperte potrebbero essere importanti per la produzione di dispositivi elettronici in grado di associare la facilità di elaborazione legata ai conduttori organici che produrrebbero cifre comunemente associate a elettronica basata sul silicio." Per maggiori informazioni, visitare: Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (Epfl): http://www.Epfl.ch/  Nature Nanotechnology: http://www.Nature.com/naturenanotechnology  Consiglio europeo della ricerca (Cer): http://erc.Europa.eu/    
   
   
ROBOT DAL TOCCO DELICATO PER PROMUOVERE LA COMPETITIVITÀ  
 
Bruxelles, 3 febbraio 2011 - Ricercatori finanziati dall´Ue hanno creato un robot idoneo a essere impiegato su una qualsiasi moderna postazione industriale di lavoro, con una sensibilità delle punte delle dita talmente avanzata che è persino in grado di tenere un uovo senza romperlo. Essi ritengono che questa invenzione aiuterà a mantenere la produzione europea competitiva rispetto al resto del mondo. Questo robot innovativo è un risultato del progetto Pisa ("Flexible assembly systems through workplace sharing and time sharing human-machine cooperation"), che ha ricevuto 7 milioni di euro nell´ambito dell´area tematica "Nanotecnologie e nanoscienze, materiali multifunzionali basati sulla conoscenza e nuovi processi e dispositivi di produzione" (Nmp) del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue. Sviluppato dall´Istituto Fraunhofer per la tecnica di costruzione e gli impianti di produzione (Ipk) a Berlino, Germania, il robot conosciuto come "pi4-workerbot" ha dimensioni simili a un essere umano e possiede due braccia, tre telecamere, sensibilità alle punte delle dita e una gamma di espressioni facciali. Esso è capace di compiere molti movimenti in più rispetto a un normale robot. Esso è stato progettato per aiutare i produttori che operano in Germania che necessitano di una tecnologia che possa essere adattata con successo a molte versioni del prodotto e a volumi non costanti. Una telecamera 3D (tridimensionale) all´avanguardia sulla sua fronte coglie ciò che lo circonda, mentre le altre due sono usate per ispezionare. Matthias Krinke, amministratore delegato di pi4-Robotics, l´azienda che sta portando il workerbot sul mercato, ha detto che queste diverse telecamere permettono al workerbot di eseguire un´ampia gamma di lavori. "Esso può misurare degli oggetti o ispezionare vari tipi di superfici," ha detto. Il sig. Krinke ha sottolineato che il robot può, ad esempio, identificare se la cromatura su un pezzo è stata applicata in modo perfetto o meno, analizzando in che modo la luce viene riflessa dal materiale. "Usando due telecamere diverse, esso può esaminare un aspetto con il suo occhio sinistro, e un altro con quello destro," ha aggiunto. Il workerbot può anche esaminare componenti per cicli ininterrotti di 24 ore, un vantaggio significativo quando la precisione è estremamente importante, come ad esempio nel campo della tecnologia medica, dove una parte difettosa potrebbe, nella peggiore delle ipotesi, mettere in pericolo delle vite umane. Un´altra caratteristica distintiva del pi4-workerbot è che esso possiede due braccia. "Questo gli permette di svolgere nuovi tipi di operazioni," ha detto il dott. Dragoljub Surdilovic, a capo del gruppo di lavoro all´Istituto Fraunhofer. "Questi robot possono passare un pezzo in lavorazione da una mano all´altra." Egli ha spiegato che questo potrebbe essere utile, ad esempio, per poter osservare componenti complessi da ogni angolazione. Il dott. Surdilovic ha aggiunto che le convenzionali braccia robotiche solitamente hanno solo uno snodo girevole a livello della spalla, mentre tutti gli altri snodi sono articolati. "In altre parole, essi hanno sei gradi di libertà, e non sette come un braccio umano," ha detto. Tuttavia, oltre allo snodo girevole a livello della spalla, il workerbot ha un ulteriore dispositivo di rotazione che corrisponde al polso in un corpo umano. Il gruppo di lavoro del dott. Surdilovic ha sviluppato il sistema di controllo per il workerbot. "Programmare le due braccia affinché lavorino assieme, ad esempio per ispezionare un pezzo o per assemblare due componenti, è stata una vera sfida, poiché sono necessari ulteriori sistemi di sensori," ha commentato. I ricercatori hanno anche dotato il robot di sensibilità alle punte delle dita. "Se si regola correttamente la forza della presa, esso afferrerà un uovo senza romperlo," ha detto il dott. Surdilovic. E possiede persino una gamma di espressioni facciali. Secondo il team "se il suo lavoro procede senza problemi esso sorriderà felice, ma se invece appare annoiato, allora sta aspettando del lavoro e il direttore di produzione sa che il processo di produzione può essere accelerato". Per maggiori informazioni, visitare: Istituto Fraunhofer per la tecnica di costruzione e gli impianti di produzione (Ipk): http://www.Ipk.fraunhofer.de/index.php/de  Scheda informativa del progetto Pisa su Cordis, fare clic: qui Pi4_robotics Gmbh: http://www.Pi4-robotics.com/    
   
   
5º WORKSHOP SULLA PROMOZIONE DELL´ADOZIONE DI TECNOLOGIE ASSISTIVE SOCIO-ETICAMENTE INTELLIGENTI  
 
Bruxelles, 3 febbraio 2011 - Il quinto workshop sulla promozione dell´adozione di tecnologie assistive socio-eticamente intelligenti si terrà l´8 marzo a Bruxelles, in Belgio. L´evento si concentrerà sulle sfide della ricerca relative all´adozione, l´integrazione e l´adattamento di robot da compagnia come dispositivi di assistenza socialmente consapevoli a casa o al lavoro per un maggiore aiuto nella vita/lavoro, comodità e benefici sociali. Il workshop è organizzato dl progetto Companionable (Integrated cognitive assistive and domotic companion robotic systems for ability and security), finanziato nell´ambito del Settimo programma quadro (7° Pq). Il progetto Companionable si sta occupando della sinergia della robotica e delle tecnologie di intelligenza ambientale, unita alla possibilità di un compagno robotico collaborativo all´interno di un ambiente domestico intelligente. Il progetto riunisce eminenti gerontologi, istituti specializzati nell´assistenza agli anziani e partner industriali e accademici con particolare attenzione alla robotica cognitiva e alla domotica. Per ulteriori informazioni, fare clic: http://www.Companionable.net/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=8&itemid=2    
   
   
EGOVERNMENT NEGLI ENTI LOCALI, PASSI AVANTI MA NORMATIVA ANCORA TROPPO COMPLESSA LA RICERCA DELL’OSSERVATORIO EGOVERNMENT 2010 SU 650 PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI  
 
Milano, 3 febbraio 2011 - Nel 2010 quasi il 75% degli enti locali ha un progetto di eGovernment attivo, oltre il 50% più di due e il 25% tre o più. Più del 65% delle Province e quasi l’85% dei Comuni hanno in programma di avviare un’iniziativa di innovazione nei prossimi 12 mesi, più del 45% almeno 2 progetti. Nonostante questo, dopo circa 10 anni di eGovernment italiano appena il 16% delle amministrazioni dà oggi la possibilità agli utenti di inoltrare on-line i documenti e meno dell’8% rende possibile avviare e concludere per via telematica l’intero iter relativo al servizio richiesto. Sono alcuni dei risultati che emergono dall’Osservatorio eGovernment 2010 della School of Management del Politecnico di Milano, la ricerca che ha coinvolto più di 650 pubbliche amministrazioni locali, tra Comuni, Province e Regioni e visto l´analisi approfondita di circa 40 casi studio, di cui 20 condotti tramite interviste dirette. Quest’anno l’indagine si è concentrata sullo studio delle modalità di gestione dei progetti di innovazione organizzativa e tecnologica negli enti locali, approfondendo i sistemi di pagamento multicanale e quelli di archiviazione elettronica e conservazione sostitutiva. La ricerca fotografa i passi avanti compiuti dagli enti locali nello sviluppo dell´eGovernment, ma anche le difficoltà e le incertezze che tuttora permangono per avviare, progettare e realizzare la soluzione più adatta alle proprie esigenze. Colpa della complessità legata alle differenti tipologie di competenze richieste (normative, organizzative, tecnologiche, comunicative, ecc.), che rendono lo sviluppo dei progetti molto difficile anche per un ente ben organizzato. Attualmente quasi il 50% dei progetti gestiti in autonomia dalle Province e il 63% di quelli gestiti in autonomia dai Comuni fallisce. Ma il rapporto si inverte quando si tratta di progetti gestiti insieme ad altri enti. In generale, le iniziative condotte in collaborazione con altri enti risultano più qualificanti, efficaci e meglio rispondenti agli obiettivi finali per la possibilità di progettazione congiunta, anche se con il limite di un allungamento dei tempi per la maggiore complessità organizzativa da gestire. Fondamentale per la decisione di avviare o meno un’iniziativa di eGovernment sono l’obbligo normativo e la disponibilità di co-finanziamenti esterni. La mancanza di fondi è anche la prima causa bloccante di un’iniziativa di eGovernment insieme all’assenza di un adeguato sostegno della componente politica. In generale si riscontra da parte dell’attuale classe politica a capo degli enti locali un basso livello di interesse iniziale nei confronti di questa tipologia di iniziative, che hanno il difetto di non generare ritorni di immagine tempestivi quanto la costruzione di una rotonda. Ad ogni modo, è difficile individuare il modello perfetto a cui guardare per innovare nella pubblica amministrazione. L’indagine rileva come in Italia attualmente convivano situazioni fortemente differenti: Comuni capoluogo che si sono strutturati dedicando più di 20 persone alle iniziative di innovazione accanto ad altri di pari dimensioni con solo 2 addetti per tutta la dotazione informatica dell’ente. Gli enti locali in prima fila nel percorso di rinnovamento dell’apparato pubblico non sono necessariamente di grandi dimensioni, anzi sono numerosi i Comuni anche al di sotto dei 30.000 abitanti che hanno svolto questo ruolo coinvolgendo altri enti nelle proprie iniziative di innovazione. “Si può dire, anzi, che per il successo di iniziative di eGovernment la dimensione dell’ente sia irrilevante – afferma Giuliano Noci, responsabile scientifico dell’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano – Determinanti piuttosto sono la presenza di persone che credano davvero nella bontà dei progetti, sia tra politici che tra il personale amministrativo, e l´esistenza di un contesto socio-economico stimolante. Per questo motivo è più probabile trovare enti locali innovativi in territori dove sia forte il turismo o la densità imprenditoriale”. Una nota dolente è la capacità di programmazione degli enti locali che, combinata alla potenziale mutevolezza della classe politica, rischia in molti casi di rendere vani gli sforzi di innovazione. Meno del 60% degli enti si preoccupa di definire quali siano i costi per la manutenzione ordinaria delle soluzioni sviluppate e meno del 50% per quella evolutiva. Per questo, anche quando un’iniziativa di innovazione viene realizzata con successo, nel 40% dei casi vi è la possibilità che muoia dopo uno o due anni per mancanza di fondi. Combinando questi dati con le statistiche relative al successo di un’iniziativa di innovazione della pubblica amministrazione locale, emerge come a tre anni di distanza 1 iniziativa su 2 fallisca e addirittura 2 su 3 se ad avviarla è un’aggregazione di più Comuni. La scarsa promozione delle soluzioni realizzate è una delle principali motivazioni del limitato utilizzo dei servizi di eGovernment da parte dell’utenza, anche se quasi il 90% degli enti dichiara di prevedere una qualche forma di marketing nei propri progetti. “Ciononostante – afferma Michele Benedetti, responsabile della Ricerca dell’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano - ben nel 95% dei casi l’ente non utilizza sistemi per misurare l’efficacia delle attività di comunicazione e in quasi il 50% dei casi gli intervistati non hanno saputo dire neanche se qualitativamente ci sono stati degli effetti positivi derivati dalle azioni messe in atto. Ciò sta a indicare come gli enti in realtà abbiamo bisogno di essere aiutati nel capire quando e come comunicare l’eGovernment”. L´adozione delle tecnologie - Dall´indagine risulta come l’80% degli enti locali abbia attivato almeno una Pec (posta elettronica certificata) e il 60% utilizzi la firma digitale, mentre sono molto meno diffuse altre tecnologie. Meno del 20% degli enti ha attivato un sistema di pagamento alternativo a quelli tradizionali o servizi che richiedono l’utilizzo di sistemi di autenticazione forte. Le percentuali si riducono a meno del 10% quando si parla di conservazione sostitutiva e di timbro digitale. Nonostante la maturità percepita delle tecnologie Pec e firma digitale, metà degli enti dichiara di aver avuto difficoltà nell’adottare queste tecnologie, in particolare per problemi di utilizzo ed implementazione, oltre a una normativa poco chiara. In generale, comunque, si lamenta la mancanza di linee guida operative che chiariscano le modalità con cui adottare queste tecnologie. “Oggi un forte deterrente all´avvio di iniziative di eGovernment tra gli enti locali - prosegue Giuliano Noci, responsabile scientifico dell’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano - è certamente la complessità della normativa nazionale e della sua applicazione, ad esempio per quanto riguarda i pagamenti e l´archiviazione elettronici. In questo contesto, è una notizia positiva la pubblicazione in Gazzetta del Codice dell´Amministrazione Digitale, opera del ministro Renato Brunetta, che contribuisce ad una maggior chiarezza del quadro normativo e dà nuovo impulso alle iniziative di innovazione. Ma questo rappresenta solo il primo passo, a cui mancano ancora diversi elementi che chiariscano le modalità attuative”. Pagamenti multicanale - Oltre il 58% dei Comuni e il 40% delle Province dichiarano di aver implementato o di avere in corso di implementazione progetti di eGovernment su servizi di pagamento tramite internet o altri canali. Il Focus sui Pagamenti multicanale dell´indagine 2010 dell´Osservatorio eGovernment evidenzia così segnali di crescita significativa di questi servizi, sia per effetto dell´interesse che proviene dal basso, dagli enti e dai cittadini, che dalla spinta proveniente dall´alto, ovvero dal panorama legislativo vigente e dall´azione del Governo, orientati alla promozione dei sistemi di pagamento elettronici. Tenendo presente che la ricerca ha preso in considerazione un campione di enti fortemente propenso all’innovazione, il 47% degli enti locali intervistati dichiara di aver attivato servizi di pagamento di tributi e/o di tasse attraverso il canale online. La principale motivazione (oltre il 77%) è legata alla volontà di offrire un migliore servizio all´utenza mentre una minoranza (solo il 20%) dichiara di farlo per un recupero di efficienza interna, segno che le attuali soluzioni a disposizione in questo ambito non rispondono appieno alle esigenze di razionalizzazione dei costi della pubblica amministrazione locale. Alcuni enti, addirittura, segnalano al contrario una maggiore onerosità nel gestire questi servizi rispetto ai canali tradizionali, lasciando quindi ampi margini di miglioramento. Tuttavia, i sistemi di pagamento online non decollano ancora in termini di utilizzo da parte dell’utenza. Secondo gli enti locali, i principali freni sono la scarsa propensione all’utilizzo di internet e la diffidenza a fornire i propri dati sensibili online (per il 70% degli intervistati), seguiti dalla scarsa conoscenza dell’esistenza del servizio (61,5%). Relativamente meno sentite, ma comunque rilevanti, appaiono le problematiche relative alla complessità e quindi alla difficoltà di utilizzo dei servizi e alle elevate commissioni a carico dell’utenza. In merito a quest’ultimo punto agli intervistati appaiano poco motivate le commissioni che il sistema creditizio impone per transazioni che presentano pochi o nessun rischio. Archiviazione elettronica e conservazione sostitutiva - Oltre tre quarti degli enti locali intervistati (76%) ha implementato o sta implementando progetti di archiviazione elettronica e conservazione sostitutiva di documenti (il 78% dei Comuni, il 64% delle Province e la totalità delle Regioni intervistate). Quasi un terzo degli enti (29%) effettua la conservazione sostitutiva di alcune specifiche tipologie di documenti prodotti. L’11% ha in corso un progetto, il 24% sta progettando l’intervento. La quasi totalità degli enti (88%) ha scelto di conservare delibere di Giunta e delibere di Consiglio. Seguono le ricevute di Pec (74%), le ordinanze (70%), le fatture (67%), i bandi di gara (63%), le ricevute di pubblicazione atti sull´albo pretorio (60%,) i verbali delle sedute di Giunta/consiglio/commissioni (56%), le concessioni amministrative (56%). Oltre il 40% degli enti coinvolti nell’analisi che ha avviato un’iniziativa di questo tipo ha dichiarato di aver riscontrato significative criticità: nella gestione del progetto (per la complessità del cambiamento e per la difficoltà di programmare le attività) e nell’interpretazione della normativa vigente in materia. Sono invece numerose ed eterogenee le barriere che interdicono l’avvio di progettualità di questo tipo. In particolare si segnala l´assenza di risorse finanziarie da dedicare al progetto (per il 57% degli intervistati) e la mancanza di un indirizzo strategico da parte degli amministratori dell’ente (54%). Www.osservatori.net/    
   
   
BOLOGNA, SPORTELLO UNICO TELEMATICO, CON LA REGIA DELLA PROVINCIA AL VIA IL PROCESSO DI SEMPLIFICAZIONE PER LE IMPRESE  
 
Bologna, 3 febbraio 2011 - Nei giorni scorsi primo risultato concreto nel processo di semplificazione per le imprese ottenuto con la regia della Provincia di Bologna. I Comuni del territorio bolognese si sono infatti accreditati presso il Ministero dello sviluppo economico dichiarando il possesso dei requisiti tecnici minimi richiesti per dare il via alla prima fase di attuazione dello Sportello unico telematico. Partirà quindi a breve la sperimentazione del nuovo sistema realizzato in questi mesi dalla Provincia di Bologna - in collaborazione con la Regione Emilia-romagna e le amministrazioni comunali del territorio provinciale - che consentirà alle imprese di presentare le domande per l´avvio delle nuove attività in via esclusivamente telematica, riducendo in tal modo tempi e costi. Graziano Prantoni, e Marco Pondrelli, assessori rispettivamente alle Attività Produttive e ai Sistemi informativi della Provincia di Bologna, hanno espresso la loro «soddisfazione per il risultato raggiunto, frutto di un intenso processo di semplificazione e omogeneizzazione dei procedimenti amministrativi del Suap (Sportello unico attività produttive) destinato a produrre effetti positivi su tutto il territorio provinciale e sul tessuto produttivo in generale».  
   
   
PUBBLICATO IN SARDEGNA IL PORTALE DEDICATO AI PIANI DI INSERIMENTO PROFESSIONALE (PIP)  
 
Cagliari, 3 Febbraio 2011 - L´agenzia regionale per il lavoro ha pubblicato ieri il portale dedicato ai piani di inserimento professionale, attraverso il quale i giovani e i soggetti utilizzatori dovranno caricare i propri dati, condizione indispensabile per poter accedere allo strumento dei Pip. L´inserimento nella banca dati sarà consentito in qualunque momento fino ad esaurimento dei fondi disponibili. Ricordiamo che attraverso i Pip i giovani hanno l´opportunità di svolgere un´esperienza all´interno di un´azienda privata o in associazioni di categoria, studi, ordini o collegi professionali. Il Piano ha una durata di 960 ore, articolate in 760 ore lavorative e 200 ore di formazione e prevede un´indennità mensile pari a 619,20 euro nel caso di Pip semestrale full time o 309,60 euro nel caso di Pip annuale part time. Il giovane apprenderà delle mansioni nuove con l´aiuto e sotto la supervisione di un tutor aziendale e, allo stesso tempo, sarà gradualmente messo nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro in autonomia. Possono partecipare al bando i giovani di età compresa fra i 18 e i 25 anni compiuti, se in possesso di diploma di scuola secondaria superiore. In assenza del diploma è necessario avere conseguito una qualifica professionale a seguito di un corso di formazione professionale legalmente approvato o riconosciuto. L´età è elevata a 29 anni compiuti per i giovani in possesso di un diploma di laurea, anche di primo livello. I beneficiari, inoltre, devono essere disoccupati o inoccupati, devono essere residenti in Sardegna e possedere la cittadinanza nell´ambito di un paese dell´Unione europea. Http://www.pipsardegna.net/    
   
   
LE FERROVIE DELLO STATO SUI SOCIAL NETWORK CRESCE LA PRESENZA DELLE FS NEL WEB 2.0. PIÙ DI 70MILA VISUALIZZAZIONI SUL CANALE YOUTUBE  
 
Roma, 3 febbraio 2011 - Boom di contatti sui nuovi media delle Ferrovie dello Stato in occasione della Social Media Week. L’iniziativa, che viene inaugurata con un viaggio speciale in Alta Velocità da Milano a Roma, ha suscitato così tanto interesse nel mondo digitale da far risultare la parola Frecciarossa come uno dei trend di Twitter nella mattina del 27 gennaio, contestualmente all’annuncio in rete dell’evento. Già da qualche mese le Ferrovie sono entrate a pieno titolo nel mondo dei social network: partiti nella primavera del 2010 con la creazione del canale Youtube (oggi circa 71 mila visualizzazioni totali) e dell’account lefrecce su Twitter, i presidi Fs nei Social Network si fanno sempre più spazio nel web 2.0, accrescendo giorno dopo giorno la loro visibilità. Questi nuovi canali di comunicazione si stanno rivelando fondamentali per le Ferrovie dello Stato perché permettono alle varie società del gruppo di entrare in contatto con i viaggiatori in un modo più diretto e informale del solito, instaurando con loro dialoghi e confronti su molteplici tematiche. Ad oggi, le Fs sono presenti su Youtube e su Twitter. Youtube: dal 3 maggio 2010 le Ferrovie dello Stato sono online sul più grande network video del mondo, grazie ad una sezione dedicata nella quale trovare racconti di viaggio sul Frecciarossa, la storia della rete Alta Velocità, i progetti delle nuove stazioni e tanto altro materiale. Http://www.youtube.com/user/ferroviedellostato  Twitter: con l’account Le frecce, Fs è sempre in contatto con i viaggiatori che possono così ricevere le ultime informazioni su news, promozioni, curiosità, eventi speciali ma anche risposte a questioni puntuali di interesse generale, riguardanti il mondo ferroviario. Http://twitter.com/lefrecce    
   
   
PUBBLICATA LA GRADUATORIA DEL BANDO TIC. L’INFOTELEMATICA ENTRA NELLA PICCOLA IMPRENDITORIA PUGLIESE. LA NOVITÀ RIGUARDA 88 IMPRESE CHE SI SONO AGGIUDICATE GLI AIUTI DEL BANDO PER LA DIFFUSIONE DELLE TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE (TIC).  
 
Bari, 3 febbraio 2011 - Riunite in reti, queste aziende hanno presentato progetti che renderanno più semplice e più efficace il loro lavoro grazie alle Tic. Un aspetto importante, quello della rete, se si pensa che il bando si rivolgeva principalmente ai distretti produttivi che, in quanto aggregazioni, hanno nella propria genesi la logica cooperativa della rete. Nei 12 programmi valutati positivamente dalla Regione (sui 17 pervenuti) ad emergere è un’idea gestionale innovativa che affida alle tecnologie informatiche i contatti con il cliente e la gestione dei punti vendita, gli ordini e il magazzino, la contabilità e il marketing, l’archiviazione e la logistica. Le imprese hanno programmato più di 8 milioni di investimenti per interventi nei quali a dominare è la filosofia della cooperazione e della collaborazione tra aziende. Il bando che si intitola “Aiuti alla diffusione delle Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione nelle reti di Pmi” agevola infatti i progetti di innovazione aziendale attraverso le Tic a condizione che le imprese facciano gruppo. Le 88 imprese l’hanno fatto costituendo 12 reti alle quali corrispondono altrettanti progetti per tecnologie infotelematiche, collegati ai distretti produttivi Soddisfatta la vice presidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone. “Ha vinto l’aggregazione”, ha commentato. “Le imprese pugliesi stanno iniziando a fare gruppo per raggiungere un obiettivo comune. È una scelta strategica di grande rilievo. Grazie all’aggregazione con questo incentivo anche piccolissime aziende potranno avere strutture infotelematiche di ultima generazione. Il bando permette infatti di innovare, anche sotto il profilo dell’organizzazione aziendale, ammortizzando i costi tra le imprese del raggruppamento e moltiplicando tra tutte i vantaggi. Le imprese riceveranno un contributo che può raggiungere i 500mila euro. Difficilmente una piccola impresa, da sola, potrebbe permettersi tecnologie di questo valore”. Ad aggiudicarsi l’incentivo i gruppi Cannillo srl di Corato; Cezanne Software S.p.a di Bari; Consorzio Ares di Taranto; Consorzio Clemobili di Altamura; Consorzio di imprese pugliesi Cipu di Monopoli; Gi.mel srl di Putignano; Goa srl di Bari; Lsg di Longobardi Pasquale di Castellana Grotte; M.c. Elettrici in Puglia di Ceglie Messapica; Mel System srl di Modugno; Puglialimentari srl di Polignano a Mare; Starcisette srl di Monopoli. Coinvolti i distretti produttivi Logistico, Aerospaziale, dell’Informatica, del Legno e Arredo; dell’Edilizia Sostenibile; della Filiera Moda Puglia; della Comunicazione, Editoria, Industria Grafica e Cartotecnica e i distretti Agroalimentari di Qualità Terre Federiciane e Jonico-salentino. La graduatoria è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia e può essere consultata sul portale dell’Area Politiche per lo Sviluppo, il lavoro e l’Innovazione www.Sistema.puglia.it/  
   
   
15 STAGE NEL SETTORE AUTOMOTIVE CON IL MASTER DI FLEET&MOBILITY APERTE LE SELEZIONI PER LA QUINTA EDIZIONE DEL CORSO CHE NEL 2011 FORMERÀ 15 GIOVANI SPECIALISTI DA INSERIRE NEL COMPARTO AUTOMOBILISTICO. PREVISTE BORSE DI STUDIO A COPERTURA PARZIALE E TOTALE DEI COSTI DI ISCRIZIONE.  
 
Roma, 3 Febbraio 2011 – Sono aperte le selezioni dei partecipanti alla quinta edizione del “Master sull’Automobile”, finalizzato all’inserimento lavorativo di giovani specialisti nel comparto automobilistico, promosso a Roma da un pool di aziende leader e curato da Fleet&mobility. Il percorso formativo, che prenderà il via a fine febbraio, può contare sulla positiva esperienza delle precedenti edizioni che hanno visto il 100% degli allievi trovare un’occupazione. “La congiuntura economica sta lentamente migliorando e questo è il momento giusto per formare nuove risorse qualificate da proporre agli operatori del settore. Nel corso dell’anno riceviamo numerose richieste di stage”, commenta con soddisfazione Pierluigi del Viscovo, direttore di Fleet&mobility, “e non solo da parte delle aziende sostenitrici dell’iniziativa. Anche nell’ultima edizione del master, prima del termine abbiamo registrato un’assunzione a tempo indeterminato, a testimonianza del forte interesse degli operatori del settore verso giovani risorse preparate”. Aziende sponsor dell’iniziativa sono le società leader nell’autonoleggio Ald Automotive, Arval, Avis, Leaseplan Italia, Maggiore, la finanziaria Findomestic, la Nissan Italia e Pirelli, con il patrocinio di Aniasa (Autonoleggio) e Assilea (Leasing Finanziario). Le aziende sponsor – oltre a offrire lo stage ed eventuali successive opportunità di inserimento – contribuiscono al Master facendo partecipare i loro senior manager in qualità di docenti. Per venire incontro alle esigenze degli aspiranti allievi, quest’anno sono, inoltre, previste alcune borse di studio finanziate dalle aziende promotrici a parziale e totale copertura dei costi di iscrizione. 3 borse di studio saranno assegnate l’8 febbraio, in occasione del Career Day, nel quale i responsabili delle imprese sponsor selezioneranno i candidati più meritevoli. Come per le precedenti edizioni, il percorso formativo proposto da Fleet&mobility si rivolge a laureati e a quanti, pur non laureati, hanno maturato un’esperienza lavorativa o hanno un’attività familiare nel settore automobilistico, come i figli dei concessionari. Presupposti indispensabili sono, inoltre, la passione per l’auto e la forte motivazione a lavorare nel comparto automotive. Il Master dura otto mesi, di cui 4 in aula, uno dedicato alle ricerche e 3 di stage. La formazione in aula è dedicata per un terzo alle materie di base dell’impresa (analisi di scenario e statistiche di mercato, finanza d’impresa marketing, relazioni interne) e per due terzi agli aspetti specifici del settore (analisi dei mercati, assicurazioni, mobilità, post-vendita, energia e petrolio, concessionarie, leasing, case e noleggio a breve e lungo termine). Dopo la parte teorica e prima dello stage, gli studenti saranno impegnati sulle ricerche per sperimentare concretamente la realtà del mercato e approfondirne la conoscenza. In totale si prevede un impegno full time da febbraio a ottobre. Il costo del master, come lo scorso anno, è pari a 8.000 euro. Per i primi iscritti sono previste borse di studio a copertura parziale dell’ammontare complessivo del costo. Per ulteriori informazioni contattare lo 06-68392090 oppure scrivere a master@fleetandmobility.It  
   
   
BASILICATA: DIMENSIONAMENTO SCUOLA "CONTINUA ATTENZIONE A ISTRUZIONE"  
 
Potenza, 3 febbraio 2011 - "Con il contributo di tutti siamo riusciti a dare vita a un piano che risponde al meglio alle esigenze della comunità di Basilicata, tenendo in considerazione i vincoli e le prescrizioni sempre più stringenti". Sono le considerazioni con cui l´assessore regionale Rosa Mastrosimone ha salutato l´approvazione del Piano di dimensionamento scolastico in Consiglio. "Grazie al lavoro serrato e impegntivo fatto in questi giorni - ha continuato l´assessore, abbiamo messo in campo anche un ragionamento di prospettiva che consenta già nell´anno scolastico 2012/2013 ulteriori assestamenti a seguito di un cammino di concertazione basato anche sull´evoluzione dei dati di iscrizione che potrà portare, ad esempio, a restituire a Matera un altro circolo scolastico. La realtà della Basilicata - ha concluso l´assessore - tra piccoli paesi e centri montani, presenta una situazione estremaente articolata di esigenze e peculiarità a cui crediamo di aver dato le migliori risposte possibili". "Anche in questa occasione - ha aggiunto il presidente Vito De Filippo - abbiamo confermato la nostra attenzione al mondo dell´istruzione che gia aveva fortemente inciso anche in occasione dell´approvazione della Finanzaria, con fondi per l´università, la ricerca e attività integrative nelle scuole che recuperano il personale precario espulso a causa dei tagli nazionali. Tuttavia - ha proseguito il presidente - un lavoro di questo tipo non può mai dirsi concluso e deve proseguire senza sosta con un elevato grado di concertazione in cui ci aspettiamo che a partire proprio dal mondo della scuola e attraverso i vari gradi istituzionali, ci sia uno sforzo di responsabilità e razionalizzazione che, superando preconcetti e localismi, consenta di sostenere l´investimento sull´asset istruzione puntado agli elementi essenziali e qualificanti, superando posizionamenti e logiche di corto respiro".  
   
   
TRENTINO ALTO ADIGE: C’È TEMPO FINO AL 28 FEBBRAIO PER ISCRIVERSI ALLE BORSE DI STUDIO DELLA REGIONE  
 
Trento, 3 febbraio 2011 - Studiare e vivere per un intero anno scolastico all’estero, in Austria, Germania, Gran Bretagna, Irlanda o Francia. E’ una possibilità prevista dalla legislazione scolastica italiana e sostenuta dalla Regione Autonoma Trentino-alto Adige/südtirol che mette a disposizione degli studenti delle scuole medie superiori della regione 60 borse di studio per l’anno scolastico 2011/2012. L’iniziativa, finalizzata a promuovere l’integrazione europea, si rivolge agli studenti residenti in regione, frequentanti la terza classe di uno degli istituti superiori del Trentino-alto Adige o dei comuni confinanti di Pedemonte, Colle Santa Lucia, Cortina d’Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana, Magasa e Valvestino. L’iniziativa è rivolta a tutti gli studenti interessati a perfezionare le proprie conoscenze linguistiche ed a confrontarsi con la cultura ed i costumi di uno dei cinque Paesi ospitanti. L’anno scolastico trascorso all’estero sarà poi riconosciuto in Italia. La borsa di studio della Regione copre le spese di vitto e alloggio, tasse scolastiche e libri e per l’utilizzo di tutte le attrezzature scolastiche. Non sono incluse le spese di viaggio e le spese per il trasporto dei mezzi pubblici sul posto, le gite scolastiche e le spese personali. La domanda dovrà essere presentata entro il 28 febbraio 2011 agli Uffici per l’Integrazione Europea e gli Aiuti Umanitari presso la Regione Autonoma Trentino-alto Adige/südtirol a Trento in via Gazzoletti 2 o a Bolzano in Piazza Università 3. Per informazioni gli interessati possono chiamare il numero 0461 201344 a Trento e lo 0471 322122 a Bolzano o consultare il sito www.Regione.taa.it/europa da cui possono essere scaricati i moduli per la presentazione delle domande. Sarà un apposito comitato di valutazione regionale a selezionare i borsisti, verificando la conoscenza delle lingue dei candidati e la loro preparazione sulle nozioni di base in materia europeistica.  
   
   
VISIONI URBANE, INAUGURAZIONE A TITO PRIMO CENTRO CREATIVITÀ LA CERIMONIA, PREVISTA PER IL 4 FEBBRAIO, SARÀ PRECEDUTA DA UN MEETING STAMPA E DA UNA VISITA GUIDATA  
 
Potenza, 3 febbraio 2011 - Tra gli obiettivi del progetto Visioni Urbane, varato nell’ambito del Patto con i Giovani, c’è la ristrutturazione di cinque edifici in disuso o inutilizzati da trasformare in Centri per la creatività. Il primo di questi è l’ex Centro Polifunzionale di Tito, una struttura di proprietà del Comune, costruita alla fine degli anni 80 a pochi chilometri sia da Tito che dal capoluogo di regione. Un edificio di 1340 metri, con 10 ambienti e su due piani, progettata per rispondere al concept “reinventare il futuro”, inteso come sperimentazione di modalità artistiche e culturali contemporanee. Non si tratta di un esercizio artistico fine a se stesso: il progetto Visioni Urbane mette in rete i creativi lucani e fa leva sulla creatività, non come mero fattore di consumo ma come fattore produttivo in grado di creare sviluppo economico e sociale. E, per farlo, ha dato vita a un modello di policy innovativo, che ha messo sullo stesso livello burocrazia regionale e utenti. La ristrutturazione è stata progettata con criteri di ecocompatibilità e ha puntato al risparmio e all’autosufficienza energetica. Venerdì 4 febbraio, alle 18, sarà inaugurato la nuova struttura dell’ex Centro Polifunzionale di Tito, in contrada Santa Venere, intitolato a Cecilia Salvia, dirigente regionale, prematuramente scomparsa, che ha avviato il progetto “Visioni urbane, e tante altre iniziative. Il programma prevede la presentazione della Rete dei Centri per la Creatività, a cui partecipano il presidente della Regione Vito De Filippo, il sindaco di Tito Pasquale Scavone, Alberto Cottica, autore del libro“Wikicrazia”, Paolo Verri, organizzatore e direttore di Italia 150 e del Salone del Libro di Torino, il presidente della Società energetica, Rocco Colangelo, Franco Pesce e Rossella Tarantino della Regione Basilicata. Dopo, una Festa creativa e uno spettacolo del Rocco Papaleo Quartet. La cerimonia di inaugurazione sarà preceduta da un meeting stampa, previsto alle ore 14, nel Cecilia Centro per la creatività di Tito, insieme a una visita guidata nella struttura.  
   
   
UDINE, LAVORI SOCIALMENTE UTILI: PROROGATO AL 10 MARZO IL TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE  
 
Udine 3 febbraio 2011 - 19 i soggetti che verranno coinvolti dall’Amministrazione Provinciale su 5 progetti Le adesioni dovranno pervenire presso i Centri per l’Impiego E´ stato prorogato al 10 marzo il termine per la presentazione delle adesioni ai 5 progetti per Lavori Socialmente Utili che verranno attivati dalla Provincia di Udine per un totale di 19 unità coinvolte. La documentazione dovrà essere consegnata ai Centri per l´Impiego localizzati su tutto il territorio provinciale (Gemona, Pontebba, Tolmezzo per l´Alto Friuli; Codroipo, San Daniele e Tarcento per il Medio Friuli; Udine e Cividale con lo sportello di Manzano per il Friuli centrale; Cervignano e Latisana per la Bassa Friulana); i bandi invece sono consultabili on line www.Provincia.udine.it/lavoro/cittadini/lavorisocialmenteutili I progetti di Lavori Socialmente Utili per l’Area “Lavoro, Welfare e Sviluppo Socio-economico” riguardano: il Servizio Sviluppo Area Montagna e Supporto “Fondazione Dolomiti” - sede Tolmezzo; il Servizio Promozione delle Identità – sede Udine; Il Servizio Istruzione e Università – sede Udine; il Servizio Lavoro, Collocamento e Formazione – sedi varie (Cervignano del Friuli, Cividale, Codroipo, Latisana, Pontebba, Udine); il Servizio Cultura e Biblioteche – sede Udine. Le persone che possono utilizzare questo importante strumento d’integrazione al reddito devono essere residenti nell’area territoriale del Centro per l’Impiego dove si svolgono le prestazioni e, in subordine, residenti nei comuni del territorio regionale diversi da quello in cui si svolgono le attività previste nei progetti e si devono trovare in una delle seguenti situazioni: lavoratori in Cigs (in Cassa Integrazione Straordinaria a 0 ore e percettori della relativa indennità), lavoratori inseriti in lista di mobilità ai sensi della L. 223/91 e percettori della relativa indennità, lavoratori titolari di altro trattamento speciale di disoccupazione. Piazza Patriarcato 3 33100 Udine Tel. 0432.279767 ilaria.Gonano@provincia.udine.it    
   
   
NASCE L’OSSERVATORIO TRENTINO SUL CLIMA PROSEGUE L´IMPEGNO DEL TRENTINO NELL´AFFRONTARE IL PROBLEMA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI  
 
Trento, 3 febbraio 2011 - Prosegue l´impegno del Trentino sul fronte dei cambiamenti climatici. Con la firma dell’accordo di programma tra le parti è stato avviato nei giorni scorsi l’Osservatorio Trentino sul Clima, in attuazione di quanto previsto dalla legge 5 del 2010. All´osservatorio è demandato il coordinamento tecnico e scientifico delle realtà territoriali impegnate a vario titolo in attività di ricerca e di monitoraggio sulle variabili climatiche, nonché di divulgazione scientifica e educazione ambientale. Presentato oggi con una conferenza stampa a cui ha preso parte il vicepresidente della Provincia e assessore provinciale all´ambiente Alberto Pacher , l´Osservatorio sarà coordinato dal Dipartimento Protezione civile e infrastrutture della Provincia; ne fanno parte la Fondazione Edmund Mach, che svolgerà il ruolo di referente scientifico, l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, Il Museo tridentino di scienze naturali, la Fondazione Bruno Kessler, il Dipartimento di Ingegneria ambientale e civile dell’Università di Trento e il Comitato glaciologico Trentino della Sat. "Continua e si rafforza l’impegno con cui il Trentino ha deciso di affrontare il tema dei cambiamenti climatici, anche dotandosi di una normativa ad hoc", ha detto oggi l´assessore Pacher, ricordando le iniziative poste in essere dall´amministrazione in campi che vanno dall´edilizia pubblica ai trasporti al potenziamento di tutta la filiera della Green economy. "Il ruolo della Provincia - ha proseguito Pacher - è spesso quello di fare da ´rompighiaccio´, con forti investimenti in settori strategici come la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico, che trascinano con sé l´impegno dei privati. Con queste ed altre iniziative vogliamo ribadire un principio fondamentale: in materia di cambiamenti climatici un territorio come il Trentino non vuole impegnarsi in maniera occasionale. Per questo è stato istituito un Tavolo provinciale di coordinamento di tutte le strutture dell´amministrazione, dall´agricoltura ai lavori pubblici ai trasporti e così via, affinché ognuno nel suo settore di competenza, e lavorando sinergicamente con tutti gli altri, possa dare il suo contributo. Per lo stesso motivo abbiamo istituito l´Osservatorio; l´obiettivo è fare rientrare le tante iniziative, anche di parte scientifica, in un disegno comune e coordinato. Del resto gli obiettivi che ci siamo dati con la legge 5 sono molto ambiziosi: in primo luogo, abbattere le emissioni di gas serra del 50 per cento entro il 2030. Per centrarli, è necessario un vero e proprio Patto sociale, uno sforzo coordinato di tutti gli attori del sistema." Dopo la presentazione dell´Osservatorio da parte di Roberto Barbiero del Dipartimento Protezione civile della Provincia, ha preso la parola Franco Miglietta della Fondazione Mach-istituto Agrario di San Michele, referente scientifico dell´Osservatorio. "La Fondazione - ha spiegato il ricercatore - è da sempre attenta alle tematiche dell´ambiente, delle produzioni agricole, dei cambiamenti del clima, con particolare riguardo alla sostenibilità delle attività che si basano sull´utilizzo del territorio, come agricoltura e turismo. L´osservatorio dovrà puntare in due direzioni: fare rete con analoghe iniziative di altre regioni, come ad esempio l´osservatorio Kyoto della regione Toscana, e con le maggiori istituzioni di ricerca che si occupano di cambiamenti climatici, tra cui il Centro euro-mediterraneo per i cambiamenti climatici che ha sede a Lecce." Fra i primi impegni dell´Osservatorio, la realizzazione di un Atlante climatico Trentino, l´organizzazione dell’evento "Trentino Clima 2011" e un nuovo sito internet: www.Climatrentino.it. Scheda: L´osservatorio Trentino sul Clima - Appare ormai evidente dalle osservazioni scientifiche come l’ambiente alpino sia molto vulnerabile di fronte ai cambiamenti climatici. Il riscaldamento e la variazione del regime delle precipitazioni atteso, determinano e determineranno importanti conseguenze fisiche (la riduzione dell’estensione dei ghiacciai, la variazione dei deflussi idrici, la maggior siccità, le variazioni del permafrost, ecc…) che causeranno una serie di impatti, in parte già in atto, sugli ecosistemi e sulla salute umana con significative conseguenze anche su alcuni settori socio-economici, come il turismo o l’agricoltura. Partendo da queste considerazioni l’amministrazione provinciale ha cercato di programmare delle prime misure che favorissero l’adattamento ai cambiamenti climatici, cercando di minimizzare gli effetti negativi sull’ambiente e sulla salute umana e di massimizzare quelli potenzialmente positivi, e nel contempo ha tentato di individuare azioni che contribuiscano concretamente alla riduzione delle emissioni climalteranti. Per indirizzare e disciplinare in modo adeguato la collegialità di queste azioni, la Provincia autonoma di Trento si è dotata di una apposita legge – la Legge Provinciale 9 marzo 2010, n. 5 (Il Trentino per la protezione del clima), e ha istituito uno specifico “Fondo relativo al Cambiamento climatico”. Per attuare i principi contenuti nella legge “Il Trentino per la protezione del clima” è stato avviato un percorso che ha permesso di costituire da una parte il “Tavolo provinciale di coordinamento e di azione sui cambiamenti climatici”, composto dalle strutture e dalle agenzie provinciali interessate alle tematiche connesse, e dall’altra l’“Osservatorio Trentino sul clima”, a cui è demandato appunto il supporto e il coordinamento tecnico e scientifico. Tutto questo per incentivare un approccio organico ed omnicomprensivo, che faccia confluire tutte le competenze territoriali sia interne che esterne all’amministrazione provinciale nei due soggetti citati, consentendo di individuare alcune “piste” condivise da percorrere nel prossimo futuro. Permetterà inoltre di approfondire alcune tematiche di particolare sensibilità sulle quali è necessario rafforzare l’impegno scientifico in maniera sinergica e coordinata, nella considerazione che disporre di dati e conoscenze aggiornate sia una buona base per qualsiasi decisione ponderata possa prendere un amministratore, ma anche di qualsiasi scelta ragionevole possano fare oggi i cittadini. Il prossimo appuntamento è previsto per settembre 2011 con una settimana di eventi dedicati al tema dei cambiamenti climatici che porteranno in Trentino relatori di alto livello internazionale e nazionale per affrontare e discutere sugli aspetti scientifici ma anche sulle implicazioni di carattere sociale ed economico degli impatti del cambiamento climatico nonché per favorire una riflessione su quale società ed economia sia necessario costruire alla luce dei cambiamenti ambientali in atto.  
   
   
GREEN CITIES, HAPPY PEOPLE DALLE ESPERIENZE DI 5 CITTÀ EUROPEE ALLA SCELTA PER L’AMBIENTE E LA QUALITÀ DELLA VITA A MILANO.  
 
Milano, 3 febbraio 2011 - Con tre quarti della popolazione europea che vive nelle aree urbane, l’ambiente costituisce una determinante fondamentale per la qualità della vita. La ricerca scientifica e l´esperienza forniscono soluzioni e buone pratiche per realizzare le trasformazioni e le innovazioni necessarie per rendere le nostre città più vivibili. Molte città europee hanno intrapreso con decisione la strada della sostenibilità, rivoluzionando in positivo il modo di muoversi, di abitare, di vivere. In Italia, al di là di alcuni casi pilota, manca una visione strategica, sia a livello nazionale che locale. La campagna di “Milanosìmuove” intorno ai 5 referendum sull’ambiente e la qualità della vita costituisce un’occasione da non perdere per innescare anche a Milano un processo di sviluppo urbano che metta al centro la persona, il territorio e la bellezza, tutelando i diritti alla salute e a vivere in un ambiente sano. Il convegno si propone di far conoscere le esperienze di sostenibilità urbana realizzate nelle altre città europee, i benefici che ne derivano e di dare indicazioni concrete di come Milano potrebbe seguire un percorso virtuoso, puntando anche ad utilizzare al meglio il sostegno e le indicazioni strategiche fornite dall´Unione europea. Convegno Internazionale Milano, Palazzo Marino sala Alessi, piazza Scala 2. Venerdì 11 febbraio 2011 ore 16.30-21.00. Modera Enrico Brivio Il Sole 24 Ore. Ore - 16.30-17.45 Apertura Saluto istituzionale del sindaco di Milano Letizia Moratti. Relazioni introduttive: Eva Lichtenberger vicepresidente del gruppo Verdi/ale al Parlamento europeo; Edoardo Croci presidente Milanosìmuove e fondazione Ambiente Milano; Carlo Corazza capo della Rappresentanza regionale a Milano della Commissione europea. Ore 17.45-19.30 “Città europee, città sostenibili” Introduce Monica Frassoni presidente Partito verde europeo; Evelyne Huytebroeck ministro per l’Ambiente, l’Energia e la riqualificazione urbana della regione di Bruxelles capitale; Hep Monatzeder vicesindaco di Monaco, assessore all’Ambiente, Edilizia e Salute; Lisa Rücker vicesindaco di Graz, assessore al Traffico, Ambiente e Attività economica. Q&a - Ore 19.30-20.45 “Muoversi senz’auto” Introduce Enrico Fedrighini portavoce Milanosìmuove e presidente gruppo consiliare Verdi; Intervento video di Denis Baupin vicesindaco di Parigi; Fabio Casiroli Systematica e Politecnico di Milano; Angelo Bonelli segretario nazionale Verdi italiani. Sabato 12 febbraio 2011 ore 9.00 – 13.00 Modera Filippo Solibello Rai “Caterpillar”. Ore 9.00-10.45 Expo 2015: “un’opportunità per Milano?” Introduce Carlo Montalbetti comitato promotore Milanosìmuove e consigliere comunale; Alberto Meomartini presidente Assolombarda; Diana Bracco presidente società Expo 2015; Stefano Boeri progettista e membro della Consulta architettonica Expo 2015. Q&a. Ore 10.45-12.15 “Il ruolo delle città per il clima” Introduce Marco Cappato segretario Milanosìmuove, Partito Radicale; Intervento video di Imma Mayol I Beltran vicesindaco di Barcellona; Marzio Galeotti Università degli Studi di Milano e Iefe – Università Bocconi; Emilio D’alessio ex presidente Agenda 21 Italia; Andrea Poggio presidente fondazione Legambiente per l’innovazione. Q&a – ore 12.15-13.00 Conclusioni Monica Frassoni presidente Partito verde europeo; Edoardo Croci presidente Milanosìmuove e fondazione Ambiente Milano.  
   
   
AMBIENTE: CINQUE REGIONI INSIEME PER TUTELA DELL´ORSO BRUNO FINORA CENSITI 50 ESEMPLARI. RISCHIO SOPRAVVIVENZA  
 
Roma, 3 febbraio 2011 - L´ultima ricerca scientifica che ha interessato i territori del Parco nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise e zone limitrofe ha censito in 50 gli esemplari di Orso bruno marsicano ancora esistenti. Il dato è stato reso noto oggi dal presidente del Pnalm, Giuseppe Rossi, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto comunitario Life-arctos, che vede la partecipazione diretta di cinque regioni in collaborazione con associazioni ambientaliste e parchi naturali. "Si tratta di una cifra nettamente al di sotto della soglia di sopravvivenza ? ha spiegato il presidente del Pnalm ? e per questo siamo molto preoccupati per il futuro di questo esemplare. Il Parco e gli enti locali stanno facendo molto per la tutela e conservazione della specie e non è un caso che negli ultimi anni l´incidenza delle morti violente dell´Orso bruno marsicano sia sensibilmente diminuita. È chiaro che con queste cifre è necessario fare di più e questo progetto e la sinergia con la Regione Abruzzo vanno in questa direzione". Proprio sulle cause di decesso dell´Orso marsicano il presidente Rossi ha fornito alcune importanti cifre. "Nel periodo dal 1980 al 2003 le uccisioni violente di Orsi marsicani sono state 56 con una media annua di 2,5 morti. Nel periodo 2004-2010 le morti accertate sono state 13 con una media annua di 1,7. In termini percentuali ? ha spiegato Rossi ? la soglia si è abbassata dal 5 al 3,2%, ma il numero esiguo di esemplari censiti ci costringe ad innalzare l´azione di tutela e di controllo sul territorio". Il progetto Life-arctos in un certo senso risponde a questa importante esigenza e vede il Pnalm soggetto capofila. "L´obiettivo dell´azione ? ha spiegato Cinzia Sulli, responsabile scientifico - è mettere in sinergia le due aree di conservazione dell´Orso bruno in Italia, e cioè le Alpi per l´Orso bruno alpino e gli Appennini centrali per l´Orso bruno marsicano". L´impegno dichiarato del progetto è la crescita delle popolazioni di Orsi bruni in modo da scongiurare l´estinzione, arrivando ad ottenere una presenza stabile su quel territorio italiano che ancora oggi offre idonee condizioni ecologiche. Al progetto che conta su una dotazione finanziaria di circa 3,6 milioni di euro tra Unione europea e cofinanziamento di tutti i partners, partecipano cinque regioni: Abruzzo, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Provincia autonoma di Trento.  
   
   
LA BALENA DI SAN ROSSORE ORA “RIPOSA” SUL FONDO DEL MARE  
 
San Rossore, 3 Febbraio 2011 – Ore 5,30 del mattino, 2 febbraio 2011: l’operazione affondamento si è conclusa con successo. La “Regina del Mare”, come è stata chiamata la balena spiaggiata a San Rossore, si è inabissata Ieri su un fondale di 50 metri a circa 10 miglia dalla costa rispetto al punto di spiaggiamento. L’operazione di affondamento, sperimentale per tutto il mediterraneo, ha richiesto più tempo del previsto con i primi tentavi dei giorni scorsi andati a vuoto per la presenza di aria e gas che ne impedivano il successo. L’intervento, coordinato dal professor Stefano Dominici, ha avuto successo quando i nuovi pesi in cemento sono scivolati fino alla coda dell’animale, trascinando definitivamente la carcassa sul fondo. Sono stati utilizzati blocchi cilindrici con gancio del tipo usato per la sicurezza stradale, che sul fondo del mare non creano problemi di degrado. Il punto di affondamento è segnalato con una boa e la Guardia Costiera è incaricata di segnalarne la presenza in mare per evitare intralci alla pesca ed altre attività. Un ruolo decisivo è stato svolto dal Comune di San Giuliano Terme che ha sostenuto il costo dell’operazione e l’intero procedimento, al quale hanno collaborato l’Osservatorio Toscano dei Cetacei, con l’Arpat in sinergia con il Parco di San Rossore e Migliarino e tutti gli altri soggetti coinvolti. Dopo l’affondamento parte il progetto di osservazione e il primo sopralluogo con il robot subacqueo avverrà entro due mesi. L’obiettivo è quello di seguire passo passo la maggiore concentrazione di biodiversità di tutti gli ecosistemi presenti nel fondale marino. Gli organismi spazzini provvederanno a ripulire l’animale fino a che resterà solo lo scheletro, che sarà poi recuperato a fini museali espositivi. Si calcola nel giro di un paio di anni.  
   
   
BOLZANO: POLVERI SOTTILI E FUMO: APPELLO AI CITTADINI AD UTILIZZARE CORRETTAMENTE IMPIANTI DI COMBUSTIONE DOMESTICA  
 
Bolzano, 3 febbraio 2011 - L’agenzia provinciale per l’ambiente Appa, la sezione di settore degli spazzacamini presso l’Apa/lvh ed il Consorzio dei Comuni invitano i cittadini a fare attenzione nell’utilizzo degli impianti di combustione domestica rispettando semplici regole. Amministratori comunali chiamati a sensibilizzare la popolazione ad un comportamento rispettoso dell’ambiente e della salute pubblica. L´appello ai cittadini deriva dalla situazione verificatasi nel mese di gennaio 2011 dove le stazioni di misura della qualità dell´aria, come fà presente Luigi Minach, direttore dell´Agenzia provinciale per l´ambiente, hanno registrato già 5-7 giornate di superamento dei limiti consentiti per le polveri sottili, ovvero già un quinto dei 35 giorni di superamento all´anno consentiti dalla normativa Ue. Inoltre, soprattutto nelle aree rurali si è constatato un innalzamento del doppio/triplo del valore limite per il benzo(a)pirene, un idrocarburo policiclico aromatico cancerogeno, di cui si trova traccia nei processi di combustione della legna nelle stufe domestiche in particolar modo, come sottoliea Minach, in caso di combustione scorretta di legna. Le polveri sottili e la presenza di benzo(a)pirene sono indicatori, come prosegue il direttore dell´Appa, che in Alto Adige, ma anche nel resto d´Europa, i problemi legati alla qualità dell´aria in inverno dipendono anche dall cattiva comusione di legna. Soprattutto nelle ultime settimane, caratterizzate dalla presenza dell´alta pressione, in numerose località periferiche era evidente, soprattutto nelle ore mattutine, una cappa fumosa nei bassi strati, in lenta dissolvenza al sopragiungere dell´irradiazione solare che riscaldando il fondovalle induce la circolazione dell´aria. Come fanno presente i rappresentanti della sezione di mestiere degli spazzacamini dell´Apa/lvh rispettando semplici regole comportamentali e ponendo più attenzione ai materiali impiegati per la combustione domestica si contribuirebbe sensibilmente al contenimento del fenomeno. Se, come constatato dagli spazzacamini, si è ridotto sensibilmente il ricorso alla combustione domestica per smaltire rifiuti, sussistono dei problemi legati a comportamenti non corretti che possono causare non solo danni all´ambiente, ma anche agli impianti stessi. Ad esempio, non si dovrebbe bruciare legna marcia che produce una notevole quantità di fumo, o utilizzare un´eccessiva quantiá di legna per accendere le stufe. Altro aspetto di rilievo è il montaggio corretto delle stufe, la loro corretta manutenzione e la previsione di un adeguato apporto d´aria necessaria alla combustione. Gli spazzacamini confermano la loro disponibilità per consulenze in favore dei cittadini. Comportamenti scorretti con conseguente sviluppo di fumo dai camini delle abitazioni possono essere oggetto di solleciti da parte degli amministratori locali in accordo con l´Agenzia provinciale per l´ambiente ed il Consorzio dei Comuni. Come sottolinea il direttore dell´Appa, Minach ogni cittadino dovrebbe fornire il proprio contributo personale per migliorare la qualità dell´aria che tutti respirano.  
   
   
AMBIENTE: SARÀ CREATA UNA RETE REGIONALE DELLE ZONE UMIDE DELLA SICILIA  
 
Gela, 3 febbraio 2011 - "Vogliamo realizzare in Sicilia una rete regionale delle zone umide, mettendole a sistema. Questo particolare habitat, che negli ultimi 50 anni nel mondo si e´ ridotto della meta´, e´ un ecosistema indispensabile per i flussi migratori di molte specie d´uccelli. Ha necessita´ di essere tutelato, non solo dall´antropizzazione diffusa, ma soprattutto dall´inquinamento, dalla caccia, dall´industrializzazione e dall´urbanizzazione selvaggia. Ad oggi nell´isola solo due riserve sono zone Ramsar, sono cioe´ riconosciute secondo il trattato intergovernativo per la tutela delle zone umide e la conservazione delle biodiversita´: Il Biviere di Gela e la riserva di Vendicari nel siracusano". Lo ha detto l´assessore regionale al Territorio Gianmaria Sparma, nel corso della sua visita alla riserva naturale orientata "Biviere" di Gela, in occasione della Giornata mondiale delle zone umide, e 40° anniversario della convenzione di Ramsar. "Ci sono diverse aree della Sicilia che possono ottenere il riconoscimento - ha aggiunto Sparma - e noi lo chiederemo subito per le Saline di Trapani e Paceco, la riserva dei Laghi Murana, Preola e Gorghi Tondi, e quella dei Pantani della Sicilia Sud Orientale. Questo permettera´ una valorizzazione delle zone umide e una rete regionale consentira´ inoltre un piu´ facile accesso ai finanziamenti comunitari". Alla riserva del Biviere Sparma ha incontrato gli operatori della Lipu, che e´ l´ente gestore, insieme agli uomini del corpo forestale dell´ispettorato di Caltanissetta. Il direttore della riserva, Emilio Giudice, ha spiegato i numerosi interventi che nel tempo sono stati compiuti per la preservazione del lago, contro la pastorizia abusiva, la pesca di frodo, e i loro progetti di educazione ambientale, rivolte principalmente alle scuole.  
   
   
DIFESA DEL SUOLO: ORA VIA A INTERVENTI OK DELLA CORTE DEI CONTI, ASSICURATO FINANZIAMENTO DELL´ADP DA VENERDI´4 FEBBRAIO TOUR DELL´ASSESSORE NELLE 12 PROVINCE DELLA LOMBARDIA  
 
Milano, 3 febbraio 2011 - Con la registrazione e il visto positivo della Corte dei Conti è ora assicurato il finanziamento dell´Accordo di Programma finalizzato alla programmazione ed al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico sul territorio Lombardo. L´accordo, siglato il 3 novembre 2010 dal Ministero dell´Ambiente e dalla Regione Lombardia, prevede un programma di interventi per un ammontare complessivo di 224,8 milioni di euro, di cui 77,5 del Ministero dell´Ambiente e 147,3 a carico della Regione. Il programma contiene interventi particolarmente urgenti e significativi, tra cui quelli per la mitigazione del rischio idraulico nell´area metropolitana di Milano (in particolare sul Seveso, Lambro, Bozzente e Lura) e una serie di interventi puntuali relativi a eventi valanghivi, di frana e di alluvionamento, che hanno colpito il territorio montano negli ultimi due/tre anni. A questi interventi strutturali è affiancato un programma di manutenzione dei corsi d´acqua, che permetterà un´azione di pulizia, riqualificazione e mitigazione del rischio in modo diffuso nei principali bacini idrografici della Lombardia. L´assessore regionale al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti incontrerà quindi, nelle prossime settimane, i sindaci e gli amministratori provinciali interessati dal programma di interventi, per informare il territorio e fornire le indicazioni necessarie all´attivazione degli interventi. L´assessore Belotti sarà accompagnato dal Commissario straordinario Carlo Maria Marino, recentemente nominato dalla Presidenza Consiglio dei Ministri su indicazione di Regione Lombardia, il quale avrà il compito di dare attuazione al programma di interventi. Il Commissario si avvarrà degli uffici regionali della Direzione generale Territorio e Urbanistica e, come fortemente voluto dall´assessore Belotti, coinvolgerà nella veste di enti attuatori degli interventi strutturali e di manutenzione gli Enti locali (Comuni, Province e Comunità Montane), i Consorzi di bonifica e gli Enti del Sistema regionale (Ersaf, Infrastrutture lombarde, Aipo). Gli incontri si terranno presso le Sedi Territoriali regionali con questo programma: Venerdì 4 febbraio : ore 12.00 Bergamo, ore 15.00 Brescia; Lunedì 7 febbraio: ore 12.00 Lecco, ore 15.00 Como; Mercoledì 9 febbraio: ore 12.00 Lodi, ore 15.00 Pavia; Venerdì 11 febbraio: ore 15.00 Mantova; Lunedì 14 febbraio: ore 12.00 Monza; Venerdì 18 febbraio: ore 12.00 Sondrio; Lunedì 21 febbraio: ore 11.00 Cremona, ore 15.00 Varese; Mercoledì 23 febbraio: ore 12.30 Milano (sede della Provincia).  
   
   
PRESENTAZIONE DELLA QUINTA RELAZIONE SULLO STATO DELL´AMBIENTE IN VALLE D´AOSTA  
 
Aosta, 3 febbraio 2011 - L’assessorato del territorio e ambiente comunica che l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpa) illustrerà, in un ciclo di cinque incontri organizzati nel mese di febbraio sul territorio regionale, la Quinta Relazione sullo Stato dell’Ambiente in Valle d’Aosta. La Relazione presenta una raccolta ricca ed organizzata di dati ambientali e si pone come strumento di consultazione e lavoro per tutti i soggetti che necessitano di tali informazioni per la loro attività. Essa si rivolge però anche a tutti i cittadini interessati all’attualità delle tematiche ambientali. Nel documento è contenuto un quadro completo di dati presentati in forma di indicatori e suddivisi per temi, settori e problematiche. Nel corso di ogni incontro saranno approfondite alcune specifiche tematiche constestualizzandole al luogo in cui si terranno le presentazioni. Il primo incontro si terrà domani, giovedì 3 febbraio 2011, alle ore 20,30, al Jardin de l’Ange di Courmayeur e tratterà di Cambiamenti climatici e qualità dell’aria. Verranno presentati i dati sul bilancio di massa dei ghiacciai, sulla copertura nevosa, sul ciclo di vita dei vegetali in alta quota e sulla valutazione delle emissioni in atmosfera. Gli altri incontri, sempre aperti alla popolazione, sono in programma alle ore 20,30 a: Saint-pierre, Sala consiliare del Comune, 11 febbraio 2011; Aosta, Scuole elementari del Quartiere Dora, 16 febbraio 2011; Châtillon, Salone della Biblioteca, 22 febbraio 2011; Pont-saint-martin, Palazzetto dello Sport, 24 febbraio 2011.  
   
   
RACCOLTA DIFFERENZIATA: ACCORDO PROGRAMMA CONAI – REGIONE BASILICATA  
 
Potenza, 3 febbraio 2011 - L’accordo di Programma Quadro inteso come supporto e parte integrante al Piano di Gestione dei rifiuti urbani della Regione Basilicata è stato sottoscritto dall’assessore al Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità della Regione Basilicata, Agatino Mancusi, con il Conai (Consorzio nazionale imballaggi). “L’importante intesa – commenta il vicepresidente della Giunta regionale - punta a promuovere sul territorio regionale la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio provenienti sia da superficie pubblica che da superficie privata finalizzata all’avvio del riciclo ed al recupero delle frazioni merceologiche”. Le attività specifiche previste dall’accordo puntano essenzialmente a incrementare i livelli di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio provenienti da superficie pubblica e di quelli assimilati prodotti dalla piccola e media industria e dalla distribuzione e a supportare tecnicamente la Regione Basilicata nella realizzazione e nello sviluppo di progetti di raccolta differenziata con obiettivi minimi pari agli standard indicati nella normativa vigente. “Il supporto del Conai, inoltre – sottolinea l’assessore Mancusi - darà supporto tecnico nell’individuazione delle più adeguate modalità di raccolta in relazione alle caratteristiche specifiche delle diverse realtà territoriali lucane al fine di soddisfare, oltre ai risultati quantitativi, i requisiti qualitativi per i materiali stabiliti dall’Accordo Quadro Anci/conai vigente. La Regione - continua l’assessore all’Ambiente - si farà inoltre promotrice, grazie al supporto del Conai fissato dall’accordo sottoscritto, di analisi e studi per l’attuazione di sistemi di recupero di materia, anche in forma diversa dal riciclo diretto, nel territorio regionale al fine di promuovere il mercato dei materiali recuperati dai rifiuti e i prodotti riciclati. L’accordo - conclude Mancusi - rappresenta un passo fondamentale verso lo sviluppo di un sistema regionale unitario sulla gestione dei rifiuti urbani che pone con decisione al centro del sistema la raccolta differenziata puntando ad un uso sempre più marginale della discarica e riuscire ad avere una tariffa unica regionale”.