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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Ottobre 2008
IL PRESIDENTE DELL’ENAC IN MERITO ALLA LICENZA DELL’ALITALIA  
 
Roma, 2 ottobre 2008 - Il Presidente dell’Enac, Vito Riggio, precisa che nella lettera inviata al Commissario Straordinario Augusto Fantozzi, si fa riferimento alla licenza provvisoria rilasciata alla società Alitalia dalla Direzione Centrale Regolazione Economica in data 2 settembre 2008 a fronte di un concreto piano di ristrutturazione finanziaria (offerta Cai) e di una liquidità limitata, ma sufficiente a garantire l’operatività in sicurezza. Il 18 settembre, a seguito del ritiro dell’offerta Cai, sembrava fossero venuti meno i presupposti per il mantenimento della licenza provvisoria previsti dal Regolamento Comunitario n. 2407/92 che disciplina la materia. Da qui l’allarme sulla possibile revoca della licenza provvisoria, revoca che avrebbe determinato l’impossibilità della compagnia a continuare ad operare. In data 25 settembre u. S. Il Commissario Straordinario ha trasmesso all’Enac una lettera in cui si comunicava formalmente che la Cai aveva ripresentato un’offerta ed una dettagliata relazione, come richiesto dall’Enac, sulla possibilità di operare oltre il limite del 30 settembre. L’esame della relazione inviata dal Commissario è tuttora in corso da parte della Direzione competente che però, considerata la ripresentazione dell’offerta Cai, ha ritenuto, allo stato, non necessario modificare il provvedimento datato 2 settembre 2008. .  
   
   
ALITALIA RICEVE DIVERSE MANIFESTAZIONI DI INTERESSE  
 
Roma, 2 ottobre 2008 - Il Commissario Straordinario Prof. Avv. Augusto Fantozzi ha dichiarato di aver ricevuto diverse manifestazioni di interesse entro la scadenza del termine del 30 settembre 2008 ore 12. 00, previsto dall’Invito pubblicato su alcuni quotidiani per l’acquisto di beni e di attività di Alitalia - Linee Aeree Italiane S. P. A. In a. S. , di Alitalia Airport S. P. A. In a. S. , di Alitalia Express S. P. A. In a. S. , di Alitalia Servizi S. P. A. In a. S. E di Volare S. P. A in a. S. A tal riguardo, ha dato evidenza che una sola proposta ha avuto ad oggetto le articolazioni relative alla complessità del servizio di trasporto , le altre manifestazioni di interesse concernendo specifici rami e/o attività delle diverse società facenti parte del Gruppo Alitalia. L’advisor finanziario della Procedura ha iniziato l’analisi delle manifestazioni di interesse pervenute, a completamento della quale i proponenti per i quali sono state accertate le condizioni per l’avvio della trattativa ai sensi dell’art. 4, comma 4. Quater, della legge n. 39 del 2004 saranno ammessi all’attività di due diligence. .  
   
   
ALITALIA: CONFERMA DELLA LICENZA PROVVISORIA DA PARTE DELL’ENAC  
 
Roma, 2 ottobre 2008 - Il Commissario Straordinario di Alitalia, prof. Avv. Augusto Fantozzi, rende noto di avere ricevuto il 29 settembre da parte dell’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) una comunicazione con cui si conferma - tenuto conto della recente riproposizione da parte di C. A. I, Compagnia aerea italiana, dell’offerta per l’acquisto di alcuni asset del Gruppo Alitalia - il provvedimento emanato dallo stesso in data 2 settembre u. S. Avente ad oggetto il rilascio della licenza provvisoria ad Alitalia con validità sino al 1 marzo 2009. Nella comunicazione inviata, l’Enac ricorda che tra le condizioni per il rilascio della licenza provvisoria vi è la verifica mensile dei requisiti economico-finanziari di Alitalia. Tale verifica è attualmente in corso presso le strutture competenti dell’Enac, sulla base delle informazioni fornite da Alitalia lo scorso 25 settembre. .  
   
   
MARILENA ADAMO – SENATRICE PD: MA TUTTI I DEBITI DI ALITALIA E AIR ONE CON SEA CHI LI PAGHERÀ? I MILANESI E I LOMBARDI, PARE, BELL´INIZIO DI FEDERALISMO FISCALE.  
 
Roma, 2 ottobre 2008 - Nell´intervento svolto ieri in aula sul Decreto cosiddetto "salvalitalia" la Sen. Marilena Adamo ha polemizzato con gli esponenti del centrodestra e soprattutto con la Lega Nord a proposito di Malpensa, per la quale non ci sono garanzie nel nuovo piano industriale della Cai. " Ma come, - ha detto tra l´altro la senatrice - dalla scorso febbraio fino ad Aprile non abbiamo sentito altro che Formigoni, Moratti, Maroni e gli industriali del nord dire che il ridimensionamento di Alitalia sugli scali lombardi era una sciagura per la nostra economia non solo locale, ma nazionale. Da Aprile il silenzio, non si è più convocato il tavolo per Milano e siamo rimasti soli noi del Pd a tenere alta questa bandiera, a chiedere impegni precisi in quel senso. E oggi vediamo quegli stessi protagonisti plaudire sorridenti ad un piano industriale Cai che non discrimina più Malpensa solo nel senso che declassa anche Fiumicino! E’ lecito chiedere al governo che fine fanno i 1200 milioni di Euro chiesti da Sea (Moratti e Bonomi) ad Alitalia per danni? E’ lecito chiedere – e mi rivolgo principalmente alla Lega – se era quella richiesta una cinica montatura propagandistica, di cui dovrebbero chiedere scusa agli elettori, o intendono battersi perché questi soldi vengano pagati a Sea. O se invece, come si mormora a Milano, non solo non se ne parla più , ma andranno in cavalleria, tra i crediti non esigibili, anche i 47 milioni che Alitalia deve a Sea, e lo stesso per il debito Air One, per i servizi areoportuali non pagati? Lo spiegheranno i leghisti naturalmente ai milanesi che si dovranno far carico loro del debito nazionale di Alitalia, come primo atto del federalismo fiscale?" Ma nelle conclusioni dell´intervento l´Adamo ha sostenuto che occorre ora guardare avanti facendo appello a tutti i colleghi lombardi per un´azione comune perché " oggi il punto è ottenere dal Governo, e vorremmo già un pronunciamento in questa sede, un impegno per Malpensa a partire delle infrastrutture mancanti e indispensabili anche, se non principalmente, in vista dell’Expo. " .  
   
   
AIRBALTIC CALA UN POKER DI NUOVE ROTTE  
 
Milano, 2 ottobre 2008 - Si allarga il ventaglio delle destinazioni proposte dalla compagnia aerea lettone, con i nuovi voli diretti Riga-tampere, Riga-amsterdam, Riga-dubai e Riga-hannover. Milano. Airbaltic, la principale compagnia aerea dei paesi Baltici, annuncia l’apertura di nuovi collegamenti diretti tra l’aeroporto di Riga, principale hub della compagnia e le città di Tampere, Amsterdam, Dubai e Hannover. L’apertura di queste nuove rotte risponde alle esigenze dei sempre più numerosi passeggeri di airBaltic: la compagnia prosegue così nello sviluppo della sua rete di infrastrutture, servizi e destinazioni raggiunte mantenendo invariati gli standard di sicurezza e le tariffe. Grazie ai nuovi collegamenti, le destinazioni che airBaltic opererà dall’aeroporto internazionale di Riga nell’inverno 2008 salgono a 48: Aalesund, Almaty, Amsterdam, Baku, Barcelona, Bergen, Berlin, Billund, Brussels, Copenhagen, Chisinau, Dubai, Dublin, Dusseldorf, Gothenburg, Hamburg, Hannover, Helsinki, Hurghada, Istanbul, Kaliningrad, Kiev, Kuopio, London, Milano, Minsk, Mosca, Munich, Nice, Odessa, Oslo, Paris, Roma, Simferopol, Sharm-el-sheikh, Stavanger, St. Petersburg, Stockholm, Tallinn, Tashkent, Tampere, Tbilisi, Tel Aviv, Venezia, Vienna, Vilnius, Zurich, and Yerevan. Riga-tampere airBaltic inaugurerà il primo volo diretto a Tampere mercoledì 1 ottobre. Tampere, la seconda città per grandezza e turismo della Finlandia, va ad aggiungersi alle altre 3 destinazioni servite da airBaltic nello stato scandinavo: Oulu, Kuopio e Helsinki. I collegamenti per Tampere avranno una doppia frequenza giornaliera, mattina e sera e saranno operati da aeromobili Fokker 50. La tratta tra la capitale lettone e quella olandese sarà inaugurata domenica 26 ottobre. I voli avranno frequenza giornaliera e saranno operati da aeromobili Boeing 737-500. Venerdì 24 ottobre 2008 airBaltic inaugurerà il collegamento con Dubai, la città più famosa del Golfo Persico. I voli partiranno ogni lunedì e venerdì e saranno operati da aeromobili Boeing 757-200. Airbaltic inaugurerà il collegamento con Hannover lunedì 15 dicembre. I voli saranno operati il lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato con aeromobili Fokker 50. .  
   
   
CONSEGNATO IL CANTIERE PER I LAVORI DI ADEGUAMENTO DELLE PISTE DELL’AEROPORTO DI PANTELLERIA  
 
 Roma, 1 ottobre 2008 - L’enac informa che ieri è stato consegnato il cantiere per la realizzazione dei lavori di adeguamento delle infrastrutture di volo dell’Aeroporto di Pantelleria alla società che si aggiudicata la gara d’appalto. Con la consegna dei lavori, la Direzione Infrastrutture Aeroporti dell’Enac, che segue anche la direzione dei lavori stessi, ha dato avvio ai 240 giorni di tempo che ha la ditta aggiudicataria per la realizzazione dell’incarico. L’enac ricorda che comunque verrà garantita l’operatività dell’aeroporto anche durante l’esecuzione delle opere che prevedono, tra l’altro, la riqualificazione e l’adeguamento sia della pista principale che di quella secondaria. .  
   
   
AL VIA LA SETTIMANA DELLA SICUREZZA STRADALE FINO ALL’8 OTTOBRE INIZIATIVE DEDICATE A BAMBINI, RAGAZZI E GIOVANI LA SIMULAZIONE DI UN INCIDENTE E UN INCONTRO-DIBATTITO FRA STUDENTI ED ESPERTI DEL TRAFFICO I MOMENTI CENTRALI DELLA PRIMA GIORNATA  
 
Trento, 2 ottobre 2008 - Sono cominciate ieri a Riva del Garda con una spettacolare simulazione d’incidente stradale e un incontro dibattito fra giovani ed esperti del traffico, le iniziative della “Settimana della sicurezza stradale” promosse dalla Provincia autonoma in collaborazione con l’Automobile Club di Trento. I progetti - rivolti principalmente a bambini, ragazzi e giovani e nati per aumentare la cultura della sicurezza sulle strade - si svolgono in concomitanza con la 64^ Conferenza del Traffico e della Circolazione (in programma domani a Riva del Garda). Educazione stradale e cultura della sicurezza sono gli obiettivi della quarta edizione della “Settimana della Sicurezza stradale in Trentino”. Per questo l’apertura di stamane, nel piazzale antistante il Palacongressi di Riva del Garda, è stata l’accurata ricostruzione di un incidente stradale che ha coinvolto un’autovettura e un motociclo, con tre persone ferite. Grazie alla partecipazione del 118, della Polizia Stradale, del Corpo dei Vigili Urbani, del Comando dei Carabinieri (compresa l’Unità cinofila), del Corpo volontari dei Vigili del Fuoco, e l’intervento di un elicottero, diverse centinaia di studenti trentini di scuole medie e istituti superiori hanno potuto assistere a tutte le fasi di un intervento di soccorso stradale. Nella Sala dei Mille del palazzo dei Congressi si è svolta poi la “Conferenza Giovani”, incontro-dibattito che ha coinvolto studenti delle scuole superiori e responsabili ed esperti del traffico: un’occasione per parlare di educazione alla guida e per discutere dei molti aspetti legati alla sicurezza stradale. Sono intervenuti il direttore di Automobile Club di Trento, Alberto Ansaldi, l’assessore alla Scuola di Riva del Garda Luigi Marino, Federico Zerilli dell’Automobile Club di Roma, Carlo Zanetti del Servizio Istruzione della Provincia autonoma di Trento, Giovanni Luca Semeraro di Trentino Emergenza 118, il Comandante di Polizia Francesco Pippa e Renato Travaglia pilota professionista di auto rally. Particolarmente interessante l’intervento di Renato Travaglia che ha insistito sul concetto di regola “è - ha detto - da intendere non come restrizione bensì come aiuto, come consiglio per guidare in sicurezza”. Travaglia ha puntato l’attenzione anche sulla fondamentale necessità-capacità di variare il modo di guidare - soprattutto in riferimento alla velocità - in base al tipo di strada da percorrere. Nel corso dell’incontro sono stati premiati gli scolari e gli studenti delle scuole vincitrici di due concorsi banditi dalla Provincia autonoma di Trento in collaborazione con l’Automobile Club di Trento. Uno rivolto a istituti superiori prevedeva la realizzazione di una locandina per la promozione delle iniziative della “Settimana della sicurezza stradale”. Vincitore è risultato l’Istituto d’Arte Alessandro Vittoria di Trento che, dall’idea di una studentessa, ha realizzato un manifesto eloquente dal titolo “Assicurati la vita”. Il secondo - “Vai sicuro” - aperto a tutte le terze e quarte classi delle scuole primarie del Trentino, premiava la creatività nella realizzazione di un nuovo segnale stradale e di uno slogan dedicato al concetto di sicurezza stradale. Tutti i primi tre posti sono andati ex aequo a due elaborati: primi classificati Eleonora Vivaldelli della scuola elementare «Nino Pernici» di Riva del Garda e Tairi Dzumali dell’Istituto comprensivo Cembra (premio, una fotocamera digitale); secondi Nicolò Zanolla e Lara Bancher, entrambi dell’Istituto Comprensivo di scuola primaria e secondaria di Primiero (premio, un lettore musicale); terzi, infine, Maria Banal della scuola elementare «Don Luigi Rossi» di Fai della Pagella e Simone La Giorgia della scuola elementare «Clementi» di Lavis (anche loro premiati con un lettore musicale). Le iniziative in calendario nella prima settimana di ottobre vanno dagli spettacoli ai concorsi, dai dibattiti ai cortometraggi, dai quiz agli incontri con esperti, tutte con identico filo conduttore, la sicurezza sulla strada. Le iniziative si tengono nei teatri, nelle discoteche, nelle aule scolastiche e in spazi appositamente dedicati a Borgo Valsugana, Cles, Fiera di Primiero, Pergine, Riva del Garda, Tione e Trento. Domani, giovedì 2 ottobre, a Riva del Garda si prosegue con «I graffiti dell’anima», incontro-dibattito e cortometraggio con gli studenti delle scuole medie superiori. Nel corso della mattinata, molti degli interventi - tra cui quello del direttore dell’Automobile Club di Trento Alberto Ansaldi - hanno ricordato “come la sicurezza stradale non sia un caso ma il frutto degli sforzi consapevoli di molti individui e di interi settori della società, tra questi quello della scuola ha un ruolo fondamentale per la crescita della cultura della sicurezza”. Informiamo che per tutta la durata della “Settimana della sicurezza stradale” è disponibile un servizio di podcasting sul sito http://blog. Perilmiofuturo. It : interviste e contributi sulle iniziative proposte per approfondire le tematiche della sicurezza e contribuire ad accrescere quella cultura necessaria a far fronte allo stillicidio sulle strade. Ulteriori informazioni sulle iniziative della “Settimana della sicurezza stradale” e dati sull’andamento dell’incidentalità in Trentino sul sito: www. Provincia. Tn. It .  
   
   
SERBIA, FIRMATO ACCORDO CON LA FIAT  
 
Sarajevo, 2 ottobre 2008 - Il governo serbo e rappresentanti della Fiat hanno firmato il contratto per un investimento congiunto nella Zastava. La notizia è stata pubblicata dal sito informativo balcanico B92. Net. Il contratto, del valore di circa 950 milioni di euro, creerà circa 5. 000 posti di lavoro, ed è stato firmato dal ministro dell´Economia serbo, Mladjan Dinkic, e dal presidente del gruppo Fiat, Sergio Marchionne. Il governo serbo ha tenuto un incontro di emergenza il 28 settembre scorso per preparare la documentazione che, dopo la firma, rappresenterà la fondazione per la creazione di un´azienda italo-serba in cui la Fiat avrà il 67 per cento delle azioni, mentre lo Stato serbo ne avrà il 33. .  
   
   
CRISI BERTONE LA SITUAZIONE RIMANE INVARIATA  
 
Torino, 2 Ottobre 2008 - Si è svolto ieri pomeriggio l’incontro tra la Regione Piemonte, i rappresentanti degli Enti locali, i Commissari straordinari e i rappresentanti sindacali per un confronto sulla situazione della crisi Bertone. Presenti gli assessori della Regione Piemonte Andrea Bairati e Angela Migliasso, il vicesindaco di Torino Tom Dealessandri, gli assessori della Provincia di Torino Cinzia Condello e Carlo Chiama, l’assessore del Comune di Grugliasco Anna Cuntrò. I commissari straordinari della Bertone hanno informato che ad oggi la situazione rimane invariata, mentre le istituzioni hanno sottolineato che occorre considerare che, rispetto a qualche mese fa, attualmente la crisi Bertone si inserisce in un quadro economico generale preoccupante e in una situazione di difficoltà del car design piemontese. Di fronte a questo scenario, è stata ribadita la necessità di giungere ad una soluzione positiva della vicenda mettendo i commissari nelle condizioni di gestire in modo ottimale – marchio, patrimonio, dipendenti - affinché sia possibile trovare degli acquirenti con solidità economica, che presentino un piano industriale serio, capace di assorbire la manodopera e il marchio Bertone. La volontà delle istituzioni e dei commissari straordinari è di mantenere il tavolo di confronto aperto. .  
   
   
ASSEMBLEA PUBBLICA ANFIA 30 SETTEMBRE 2008 RELAZIONE DEL PRESIDENTE, EUGENIO RAZELLI  
 
 Roma, 2 ottobre 2008 - Lo scorso 30 settembre a Roma, presso Palazzo della Cancelleria (Aula Magna) si è tenuta l’ Assemblea Pubblica Anfia. Alla relazione delle attività associative presentate da Eugenio Razelli, Presidente Anfia, in apertura dell´incontro, sono seguiti gli interventi di: Sergio Marchionne, Amministratore Delegato di Fiat Group Automobiles Alberto Bombassei, Presidente di Brembo; Guido Sacconi, membro del Parlamento Europeo Stefania Prestigiacomo, Ministro dell´Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Di seguito la relazion del presidente Anfia Eugenio Razelli: “Autorità, Gentili Signore e Signori, Cari Associati, un cordiale benvenuto a tutti e grazie per la vostra partecipazione. Grazie anche alla Città del Vaticano che ci ospita per l’Assemblea Generale della nostra filiera, filiera duramente colpita dalla recente scomparsa di Andrea Pininfarina e di Bernardo Rolfo, due imprenditori impegnati e competenti che molto hanno contribuito allo sviluppo della nostra industria e che vorrei ricordare con tutti voi. Ad Andrea Pininfarina che ha trascorso un quadriennio in Confindustria come Vice Presidente con la delega al Centro Studi è stata dedicata la scorsa settimana la sala Giunta di Confindustria. Come tutti sapete, stiamo vivendo un periodo di difficile congiuntura economica, che durerà almeno fino al prossimo anno, ma che stiamo affrontando con impegno e determinazione. Ci viene però in aiuto il noto sociologo Enrico Finzi, secondo il quale l’auto continua ad essere “la più amata dagli italiani”, soprattutto dai giovani italiani, perché, addirittura, considerata una fonte di felicità, uno strumento per fare “esperienze”, un veicolo di socializzazione e addirittura, uno dei pochi luoghi rimasti per ragionare e pensare alle cose della vita. A condizione di farne un uso responsabile. Da questi dati appare evidente la coincidenza di interessi tra consumatori e produttori: la nostra filiera, infatti, è conosciuta per le capacità di concepire, sviluppare e produrre prodotti che facciano sognare e rendano felici: belli, performanti e di qualità. Ma sente anche fortemente la necessità di lavorare in maniera attiva e concreta per garantire la mobilità. L’immagine del film “Cars” della Disney forse richiama una visione troppo spensierata della mobilità, ma abbiamo voluto ugualmente proporvela perché riteniamo che la mobilità, in tutte le sue forme, sia un elemento chiave per la libertà individuale, per l’affermazione della libera circolazione di merci e persone e in generale per il nostro sviluppo economico e sociale. Ma per far sì che questa mobilità sia sicura, intelligente e perché no, piacevole, in una parola “sostenibile”, bisogna lavorare insieme su alcuni temi: ammodernamento delle infrastrutture, creazione di un sistema efficiente ed efficace di intermodalità con altre forme di trasporto, educazione dell’individuo ad un approccio alla guida più responsabile e compatibile con l’ambiente - sviluppo dell’infomobilità, ovvero di tecnologie che consentono il dialogo tra infrastrutture e utente. “Sono in vettura”, “sono connesso”, e ho tutte le informazioni che mi servono, dal traffico, all’entertainment, fino ad arrivare ad internet… In altre parole, la mobilità sostenibile deve essere: meno costosa, meno inquinante, più sicura, più intelligente e magari divertente. Prima di entrare nel vivo della relazione, permettetemi di citare il grande narratore russo Anton Cechov che, con grande lungimiranza, in un aforisma, riassumeva l’atteggiamento dell’uomo che saggiamente si preoccupa di non diventare mai saccente… Un divertissement che io oggi, di fronte a una platea così ricca e qualificata, sento particolarmente mio: “Che fortuna avere una grande intelligenza: non ti mancano mai le sciocchezze da dire” L’agenda che vi propongo oggi comprende una breve fotografia della filiera automotive, una sintesi delle attività più significative svolte dall’associazione nell’ultimo anno, una veloce analisi dei diversi comparti della nostra filiera e un esame del nuovo scenario competitivo internazionale. Per passare poi alle sfide più importanti che attendono il nostro settore. La presenza del Presidente del Consiglio e di altri membri del Governo rende particolarmente utile sottolineare gli ambiti in cui il nostro settore auspica una forte cooperazione con le istituzioni e sollecita interventi. Se a livello europeo l’industria manifatturiera di autoveicoli, rimorchi, semirimorchi, componenti e accessori esprime un fatturato superiore a 710 miliardi di euro, l’Italia con le oltre 2. 500 aziende del settore, supera i 95 miliardi di euro. In Europa il numero di occupati nel settore supera i 2,3 milioni di unità e in Italia supera le 275. 000 unità. Se includiamo le attività di vendita e post vendita, ai numeri precedenti assommiamo altri 70 miliardi di euro di fatturato e oltre 100. 000 addetti, risultando così un dei principali “datori di lavoro” del Paese. Sia in Europa che in Italia l’indotto raggiunge numeri davvero significativi. Per quanto riguarda la R&d, a fronte dei 20 miliardi di euro investiti ogni anno dal settore a livello europeo, oltre 2 miliardi provengono dall’automotive italiano, che risulta così il comparto leader a livello nazionale, con una spesa che copre il 25% della spesa privata italiana in Ricerca e Sviluppo. Infine, l’Italia, “record a cui rinunceremmo volentieri”, con oltre 81 mld rappresenta il 22,6% dell’intero gettito europeo, oltre ad essere il settore che contribuisce più di tutti alle entrate fiscali dello stato italiano per circa il 20% L’entità del prelievo fiscale che ha gravato sul settore automotive italiano nel 2007 è stata di 81,5 miliardi di euro, in crescita di oltre 2 miliardi rispetto al 2006 e rappresenta ormai un quinto delle entrate tributarie nazionali. Il trend, in continua crescita, ha fatto registrare un aumento di oltre 10 miliardi negli ultimi cinque anni. La quota di tassazione derivante dall’utilizzo dell’autoveicolo nel corso dell’anno, stimata in 53,8 miliardi di euro (+1,2% vs 2006), è quella che incide maggiormente – per oltre i tre quarti – sul totale del gettito proveniente dal comparto. Questo nuovo e significativo aumento della pressione fiscale rilevata in Italia nel 2007 (pari al 4,6% del Pil contro una media europea del 3,8%) sul comparto autoveicolistico ci porta a riaffermare con forza la necessità di una semplificazione e riduzione della tassazione unitamente all’esigenza di reinvestire nel settore, in modo semplice e diretto, una quota sempre maggiore di queste entrate. Fina dalla sua nascita nel 1912, Anfia - Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica - è stata una delle trade associations chiave di Confindustria. Nove i gruppi che ne fanno parte, dagli Autobus ai Rimorchi, passando attraverso i produttori di Autoveicoli, i Carrozzieri Autovetture, i Componentisti, i Carrozzieri Veicoli Industriali, i Produttori Camper, per arrivare al gruppo Pneumatici, guidato dal Presidente Claudio Parodi di Pirelli Tyre e Autovetture Sportive e Speciali, guidato dal Presidente Amedeo Felisa, che associa Ferrari, Maserati, Lamborghini, Abarth, Nt Tecnology e Micro Vett. Oggi le imprese associate sono 275 contro le 242 dell’anno passato: un segnale di vitalità e di grande interesse nei confronti dei servizi offerti, rispetto ai quali il nostro impegno è quello di continuare a sviluppare attività e contenuti che diano valore alle aziende associate. Sono certo che ci siano ancora spazi di ulteriore sviluppo. Anfia collabora con i maggiori organismi tecnici italiani e internazionali per la definizione dei capitolati e delle norme, gestendo rapporti permanenti con tutti gli organismi istituzionali di riferimento, dalle amministrazioni alle organizzazioni economiche, politiche e sociali nazionali, europee e internazionali, tra cui il Clepa presieduto da Giuliano Zucco. Ciò ha recentemente comportato il potenziamento progressivo della sede di Roma, naturalmente vicina ai nostri principali interlocutori esterni. La nomina di Anfia, nella persona di Carlo Sinceri, a Presidente dell’Oica (Organisation Internationale des Constructeurs d’Automobiles) è stata esempio dell’ampio riconoscimento di cui l’Associazione gode a livello europeo. Nell’ambito della stessa associazione, la Presidenza del Comitato sulle Politiche Industriali ed Economiche è stata affidata a Guido Rossignoli che presiende anche il Liaison Committee Acea (European Automobile Manufacturers Association), organismo di coordinamento delle attività di rappresentanza degli interessi del settore a livello nazionale. Sul fronte delle relazioni istituzionali, la conferma degli ecoincentivi per il 2008 è stato un fatto importante che ha favorito lo svecchiamento del parco circolante. I bonus coinvolgono autovetture Euro 0/1, solo in parte le Euro 2 (quelle immatricolate prima del ’97), e categorie di veicoli prima non coinvolte (veicoli promiscui, trasporto merci, trasporti specifici ed autocaravan). Stiamo lavorando all’attualissimo tema della regolamentazione delle emissioni di Co2, che vede Anfia in prima linea, con l’impegno particolare di Daniele Chiari, presidente del Gruppo Anfia – Autoveicoli,. Da sottolineare che Anfia, con tutte le Associazioni della filiera del trattamento dei veicoli a fine vita, ha siglato con il Ministero dell’Ambiente e con il Ministero dello Sviluppo Economico un importante “Accordo Quadro Sulla Gestione Dei Veicoli Fuori Uso” con l’obiettivo di fornire una risposta concreta, in linea con i più impegnativi target di riciclaggio veicoli fissati dalla Commissione Europea, al problema del 1. 4 milioni di veicoli/anno demoliti in Italia. Tale accordo rappresenta un importante esempio di concertazione dell’intera filiera, sulle orme dello spirito di collaborazione nato dall’esperienza europea del Cars 21. Anfia sta inoltre esaminando insieme al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le modalità di introduzione di una regolamentazione nazionale che agevoli l’elaborazione sia estetica che meccanica delle autovetture (il cosiddetto “Car Tuning”), secondo criteri che tengano presente il mantenimento, o l’ulteriore innalzamento, delle caratteristiche del veicolo in termini di sicurezza attiva e passiva e di compatibilità ambientale. Tale iniziativa dovrebbe anche essere di stimolo al miglioramento della qualità del mercato della ricambistica e della riparazione. A tal proposito rimangono aperte le questioni relative alla definizione del grado di liberalizzazione del mercato delle parti di ricambio, sia in termini di ricambi visibili con carattere di novità (Design Protection) (che vede l’Italia penalizzata dall’essere l’unico paese produttore pienamente liberalizzato a fronte di un mercato europeo ed internazionale diffusamente protetto) sia in termini di possibilità di utilizzo di pezzi di ricambio equivalenti (Ber) (su questo tema Anfia ritiene indispensabile, per l´immissione sul mercato di prodotti di qualità equivalente all´originale, la certificazione del prodotto effettuata da un Ente terzo indipendente che ne attesti la qualità e le prestazioni sulla base di prove di severità equivalente a quelle dell’omologazione del componente in originale). Un altro tema di grande attualità è la necessità di aumentare la produttività del sistema trasporto, sia in termini di riduzione della congestione che in termini di miglioramento delle prestazioni ambientali. In questa prospettiva è nato il progetto sperimentale “18 metri” tra il Ministero dei trasporti ed Anfia, che si propone di valutare il positivo effetto sui consumi e sulla produttività dei semirimorchi più lunghi di 1,5 metri rispetto alla misura standard europea di 16,5 metri. Nell’ambito dell’internazionalizzazione, Anfia è attiva nel creare chances commerciali e di business derivanti dai processi di internazionalizzazione delle aziende della filiera. Ne sono esempio le nuove opportunità di fornitura per l’indotto automotive offerte dal nuovo investimento di Fga in Serbia e gli importanti investimenti all’estero di Brembo, Sogefi, Magneti Marelli, etc. Sono stati organizzati seminari che hanno riguardato i Paesi più interessanti da un punto di vista di investimenti diretti o di potenzialità di mercato, missioni all’estero per partecipare a fiere o incontri commerciali “one to one” in collaborazione con enti/istituzioni italiane ed estere. E’ in programma per il prossimo novembre una missione commerciale in India in collaborazione con Aica e Ice: a un seminario dedicato alla presentazione delle eccellenze italiane nei settori della componentistica e del design & engineering seguirà una serie di incontri tra aziende italiane e indiane, principalmente car maker e componentisti di primo livello. Vorrei anche ricordare l’accordo firmato a inizio anno con Unicredit Corporate Banking per accompagnare e supportare la penetrazione commerciale nei mercati dell’Est Europa da parte delle aziende piccole e medie dei Gruppi Carrozzieri Veicoli Indutriali e Rimorchi presieduti rispettivamente da Giamapolo Acerbi e Mario Rolfo Importante è anche il ruolo, in termini di informazione e supporto, dato dai nostri “Studi e Statistiche” che, oltre alle pubblicazioni periodiche, Automobile in cifre, Studio sulla circolazione di vetture in Italia e Notiziario statistico , comprendono quest’anno anche 2 libri bianchi settoriali (Autobus e Camper) e due specifici studi rispettivamente dedicati a “mobilità e inquinamento” e all’analisi dell’impatto della campagna di rottamazione 2007 che sta per essere terminata. Da non dimenticare l’ottimo successo dei corsi sul Reach, il regolamento europeo in materia di sostanze chimiche che prevede importanti e improrogabili adempimenti amministrativi a breve termine per le aziende della filiera. Anche nell’area “Qualità”, in cui Anfia vanta ormai un’esperienza consolidata, è stata ampliata e diversificata l’offerta formativa. Parlando invece di comunicazione, vorrei menzionare la campagna relativa alla mostra-evento “Stile Italiano Giovani” (inaugurata pochi giorni fa), il concorso promosso dal Gruppo Anfia-carrozzieri Autovetture – presieduto da Lorenza Pininfarina - per valorizzare i giovani talenti del car design e giunto ormai alla sesta edizione. Un’iniziativa cresciuta nel tempo fino a diventare una competizione di respiro internazionale. A proposito, vi invito a visitare la mostra dei 20 progetti selezionati dalla giuria ed esposti fino al 23 novembre nell’ambito della mostra “Dream” a Torino Esposizioni. Infine, “Facce da Camper”, lanciata dal Gruppo Apc-anfia, presieduto da Stefano Campanelli, in concomitanza di Mondo Natura 2008, che ha visto Oliviero Toscani impegnato nella ricerca dell’identikit fotografico di chi sceglie il camper come stile di vita. Prosegue, infine, l’attuazione del Piano di Modernizzazione promosso da Confindustria. A fine febbraio, Anfia, Ancma e Unacoma hanno sottoscritto una lettera di intenti per la costituzione di una Federazione che rappresenti istanze e interessi comuni delle rispettive aziende associate. Attualmente stiamo lavorando al progetto, con l’obiettivo di realizzare vantaggiose sinergie che si concretizzino in attività effettivamente utili per tutti i soggetti coinvolti. La grave situazione congiunturale che stiamo attraversando, segnata dal forte incremento del costo delle materie prime e dall’esplosione della crisi finanziaria, ha provocato un’erosione del potere d’acquisto e una contrazione dei consumi in tutte le economie mondiali, con un particolare effetto sugli Stati Uniti e sull’Europa. In Italia, con una previsione di crescita del Pil dello 0,1% nel 2008 e dell0 0,5% nel 2009, siamo di fronte ad un forte rallentamento generalizzato di tutti i comparti della filiera. Dopo un periodo di stagnazione che ha caratterizzato gli anni fino al 2005, la filiera ha iniziato a crescere a pieno ritmo fino a tutto il 2007, così come la componente estera del fatturato che ha evidenziato una spinta più forte. Nel corso del 2008 i due indici hanno mantenuto un trend crescente sino ad aprile, mese in cui sono stati raggiunti i due picchi di massima. A partire da maggio, a causa della pesante flessione che sta interessando il mercato dell’auto (ricordiamo il -12% nei primi 8 mesi 2008) e il conseguente rallentamento della produzione (-15% nei primi 7 mesi del 2008), il trend si è invertito iniziando una fase decisamente calante che continuerà nei mesi a venire come confermato dal calo della raccolta di nuovi ordini. Nel 2007, ad eccezione degli autobus che hanno registrato una flessione del 9,4%, tutti gli altri settori hanno manifestato un andamento positivo toccando record assoluti come nel caso delle autovetture, dei veicoli commerciali e degli autocaravan. Considerando i primi 8 mesi del 2008 e le previsioni a fine anno, è evidente il cambiamento di scenario. Pesante rallentamento per le autovetture (-12%) a causa della difficile situazione economica nazionale ed internazionale che ha reso i consumatori più prudenti nei loro acquisti. Questo primo consuntivo lascia intravedere una chiusura d’anno intorno a 2. 170. 000 immatricolazioni (circa -13% rispetto all’anno scorso). Stabile l’andamento dei veicoli commerciali leggeri (+0,4%) con una previsione di fine anno intorno a 245. 000 unità, risultato di poco inferiore a quello del 2007 (-3% circa). Questa flessione a fine anno rispetto al sostanziale equilibrio dei primi 8 mesi denota un calo concentrato soprattutto negli ultimi mesi. Buona la performance degli autocarri medi e pesanti con una crescita delle vendite del 6,3%. La previsione per il 2008 prevede un secondo semestre in forte calo. Gli autobus da inizio anno evidenziano una flessione dell’1,6% ma la previsione a fine 2008 mostra una sostanziale tenuta del mercato. Per conoscere il vero stato di salute di questo settore, in realtà, occorre seguire l’andamento delle assegnazioni delle gare d’appalto. Nei primi 8 mesi del 2008 sono state assegnate all’incirca 600 gare, rispetto alle circa 840 dello stesso periodo 2007, con una perdita di quasi il 30% delle vendite. Un settore che continua ad attraversare notevoli difficoltà che continueranno con ogni probabilità anche nel 2009. Per il 2008 si prevede un sostanziale rallentamento del mercato degli autocaravan, già evidenziato dal dato negativo del primo semestre (-14% sullo stesso periodo del 2007), con una stima di chiusura dell’anno intorno a 13. 000 veicoli, pari a una flessione del 13,5% circa rispetto al 2007. Infine, nei primi 8 mesi del 2008, il trend delle immatricolazioni di Rimorchi e Semirimorchi si mantiene positivo e su un buon livello (+7,2%). Si prevede, però, una chiusura allineata ai valori dell’anno scorso. Per quanto riguarda il Continente, nei primi 8 mesi dell’anno il mercato delle autovetture dell’Europa Occ. (Ue15+efta) ha chiuso in flessione del 4,4%, con differenti andamenti nei principali paesi: Germania e Francia in crescita rispettivamente dell’1,7% e del 2,9%, Spagna, Italia e Uk in flessione rispettivamente del 21%, del 12% e del 3,8%. In questo contesto, Fiat Group mantiene e migliora la propria quota nelle vendite di autovetture, sia in Italia che in Europa Occ. Il dato positivo da sottolineare è che i marchi italiani hanno mantenuto o aumentato la propria penetrazione sul mercato nazionale in tutti i comparti della filiera. A fine 2007, il parco circolante di autoveicoli ammontava a circa 40 milioni di unità, di cui circa 36 milioni di autovetture, con un leggero aumento sul 2006. Gli incentivi alla rottamazione introdotti dalla Finanziaria 2007 ed estesi anche all’anno in corso, hanno avuto importanti riflessi sulla struttura del parco, migliorandone la composizione [in base alla normativa Euro di riferimento]. Nel corso del 2007, infatti, circa 2,2 milioni di auto sono state radiate. Grazie agli incentivi sono state rottamate circa 1,3 milioni di Euro 0 ed Euro 1 e, complessivamente, circa 300. 000 vetture in più degli anni precedenti. E’ importante sottolineare che gli incentivi 2007 si sono totalmente autofinanziati senza alcun costo aggiuntivo per le casse dello Stato! Tuttavia, benché la rottamazione abbia innescato un processo virtuoso di rinnovo del parco, a fine 2007 ancora il 51% (circa 19 milioni) di auto è costituito da Euro 0, Euro 1 ed Euro 2. Prevediamo che, grazie agli effetti degli incentivi estesi nel 2008 anche a una parte di veicoli Euro 2, si possa arrivare a fine anno ad un parco circolante di vetture Euro 0, 1 e 2 vicino a 17 milioni. E’ necessario, a fronte di questi numeri, mantenere delle misure strutturali per garantire il rinnovo del parco! In attesa di un maggiore approfondimento, che verrà fatto da Alberto Bombassei, Presidente di Brembo e Vice Presidente di Confindustria, ecco alcuni dati sul settore della componentistica. Nel 2007, il comparto, che comprende gli investimenti delle aziende multinazionali in Italia, ha superato i 46 miliardi di Euro con una crescita dell’8% rispetto all’anno precedente. Gli addetti, compresa la subfornitura, sono oltre 190. 000. Il 72% delle imprese opera contemporaneamente su più mercati , Il 36% del fatturato viene realizzato all’estero, Il 57% delle imprese ha registrato una crescita del fatturato rispetto al 2006. Di fronte a questi dati e considerando la potenzialità del comparto, il Gruppo Anfia – Componenti, presieduto da Mauro Ferrari, si sta impegnando attivamente per accrescere ancora la propria rappresentatività, coinvolgendo nuove aziende nell’attività associativa e favorendo progetti di aggregazioni tra imprese così da essere più competitivi a livello internazionale e nella partecipazione a progetti di ricerca congiunti. Passando all’interscambio commerciale del settore, si evidenzia un valore di export in costante aumento negli ultimi 5 anni, confermato da un 2007 in crescita del 9,1% rispetto ai dati 2006. Nel primo semestre 2008 si segnala invece un lieve rallentamento del trend: +7% rispetto al primo semestre 2007, che a sua volta era cresciuto del 13,6% rispetto alla prima parte del 2006. Un dato che potrebbe subire un ulteriore contrazione nel secondo semestre a causa di un calo generalizzato di ordini da parte dei principali car makers e di un mercato dei ricambi in contrazione. Al positivo andamento dell’export del settore hanno contribuito l’alto contenuto tecnologico dei prodotti (55% delle imprese investe almeno il 2% del fatturato in Ricerca e Sviluppo) e la capacità di fornire i car maker stranieri sì dall’Italia, ma anche con impianti di produzione delocalizzati. Sempre più vetture sono piattaforme globali. E’ utile ricordare l’importante contributo all’internazionalizzazione reso da Ice e da Confindustria tramite missioni d’affari e campagne di promozione mirate, in grado di promuovere in maniera efficace le eccellenze settoriali del nostro paese. A questo proposito vorrei ricordare la recente campagna pubblicitaria "Automotive Made in Italy. Know-how and Innovation" promossa da Ice in collaborazione con Anfia e Aica in occasione di Automechanika 2008, la Fiera internazionale della componentistica auto svoltasi pochi giorni fa a Francoforte con quasi 5. 000 aziende partecipanti. In un mondo globale ha ancora senso l’ ”italianità” come eccellenza supportata da innovazione, competitività, design. Passando allo scenario competitivo internazionale, possiamo dire che nell’arco di 20 anni si è modificata la distribuzione della produzione di autoveicoli: il peso delle 3 principali aree, Nord America, Giappone ed Europa Occidentale, che nel 1997 rappresentava il 77%, alla fine del 2007 si è ridotto all´incirca al 57% per passare, secondo le previsioni di Global Insight, ad un 49% nel 2013. La produzione continua ad aumentare: sono previsti oltre 86 milioni di autoveicoli nel 2013 (escludendo autobus e veicoli commerciali pesanti) con la tenuta della capacità produttiva nei paesi dell’Europa Occidentale, un calo contenuto in Giappone e Nord America, e una forte crescita in India, Cina, Russia ed Est Europa. L’italia è tra i primi 15 paesi al mondo per produzioni di autoveicoli ma occorre rilanciare fortemente la produttività, la ricerca e la flessibilità della filiera italiana per sviluppare da una parte il concetto del “made by Italy”, a fronte dei processi di globalizzazione in atto e, dall’altro, per difendere il “made in Italy”, attraendo anche investimenti esteri che, purtroppo, in Italia continuano ad essere inferiori in confronto ai nostri competitors europei. Se gli anni Settanta si sono caratterizzati per il concetto “un costruttore – un marchio”, la globalizzazione ha portato ad una grossa concentrazione dei produttori, ormai rimasti in 17, e al moltiplicarsi dei “brand”, segno innegabile di una sempre maggiore segmentazione del mercato conseguente a criteri di soddisfazione di un cliente sempre più esigente. Questo trend, che coinvolgerà a breve anche i car makers che operano nei mercati emergenti come la Cina e l’India, sarà accelerato dall’attuale rallentamento economico, dalla crisi finanziaria e dalle prossime sfide tecnologiche. In questo scenario la nostra industria deve essere in grado di dare risposte forti: presenza globale nei mercati emergenti ad alta crescita, incremento della produttività media per ridare competitività al settore, innovazione tecnologica, “value for money” e “brand affinity” dei prodotti “made by Italy”, qualità delle risorse umane, aggregazioni/consorzi tra Pmi. In questo contesto, una filiera efficace e innovativa supportata da un sistema paese competitivo può supportare le aziende ad affrontare anche le sfide competitive più importanti quali, come abbiamo visto essere al centro del dibattito politico e normativo, la necessità di conciliare l’obiettivo dello sviluppo economico con quelli della tutela ambientale e della protezione del clima, imponendo per l’immediato futuro la ricerca di soluzioni a consumo energetico ridotto e alternativo. Guardando al recente passato, la grande sfida ambientale - che potremmo identificare come “la sfida degli Euro”- per il controllo e la drastica riduzione delle emissioni nocive, è stata la prima ad essere vinta. Dall’introduzione nel 1993 della normativa Euro 1 fino alla recente fissazione dei limiti Euro 6 previsti per il 2015 e alle normative in materia sicurezza, hanno visto l’Europa richiedere lo sforzo maggiore all’intera filiera automobilistica, se comparata a quella americana o asiatica. Tale sfida è stata raccolta dalla nostra industria che è determinata a rispettare i suoi impegni sia in termini ambientali che di sicurezza. Oggi è in corso la grande sfida dei cambiamenti climatici e quindi la necessaria riduzione delle emissioni di Co2 originate dalle attività umane. Anche in questo caso, l’industria automobilistica europea, benché non sottoposta ai vincoli di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra posti da Kyoto, ha voluto dare il suo contributo firmando l’unico accordo volontario esistente per l’autolimitazione delle emissioni, che ha permesso, ad oggi, una riduzione delle proprie emissioni di circa il 14% rispetto al 1995. E’ di questi mesi il processo di revisione della strategia europea per la riduzione della C02 prodotta dalle auto, la quale vede ancora una volta l’industria automobilistica europea esprimere maggiore impegno rispetto agli altri competitors. Appare tuttavia chiaro che, se vogliamo vincere anche la sfida della Co2, è necessario rivedere le nostre strategie sia in termini di approvvigionamento energetico, sia in termini di diversificazione delle fonti alternative e di sviluppo di nuovi carburanti. L’industria automotive ha però già raggiunto grandi risultati sia sul fronte ambientale che della sicurezza. Per quanto riguarda l’ambiente, abbiamo visto che i vincoli tecnici legati alle emissioni inquinanti dei veicoli hanno ormai una lunga storia. Ma è dagli anni novanta, con l’introduzione della normativa Euro che si è sviluppato un percorso virtuoso e a “tappe” con vincoli tecnici sempre più severi di progressiva riduzione delle emissioni inquinanti. I risultati sono stati imponenti con un calo di oltre il 90% degli idrocarburi e degli ossidi di azoto, cui si affiancano risultati altrettanto impressionanti in termini di riduzione delle polveri sottili. Risultati che continueranno a migliorare con l’entrata in vigore dell’Euro 5, che riguarderà i modelli di nuova omologazione a partire dal 1° settembre 2009 e l’obbligatorietà per il venduto dopo il 1° gennaio 2011. Ma Bruxelles ha già fissato anche i limiti Euro 6, in vigore a partire dal settembre 2015, che comporteranno un ulteriore abbattimento degli Nox permettendo quindi equiparazione degli inquinanti di benzina e diesel. La vera sfida della Co2 oggi, però, parte dalla consapevolezza che solo lo 0,4% circa sul totale delle emissioni globali è causato dall’industria autoveicolistica. Nonostante tale marginalità, l’attenzione gli sforzi dell’industria europea in termini di abbattimento delle emissioni sono stati notevoli: mediamente il 14% negli ultimi 10 anni. Va inoltre segnalato un fiore all’occhiello dell’industria nazionale. Infatti, come emerge chiaramente da uno studio realizzato dalla Jato Dynamics, leader mondiale della ricerca in campo automotive, il costruttore nazionale, avendo ridotto le proprie emissioni di circa il 19% rispetto ai livelli del 1997, è leader nella produzione di veicoli a minori emissioni di Co2 , seguito dalle case francesi. In altri termini la casa costruttrice nazionale, grazie ai suoi continui sforzi d’innovazione, sarà probabilmente l’unica casa europea a rispettare l’impegno Acea. Purtroppo dobbiamo constatare che la nuova proposta della Commissione europea in materia di riduzione del Co2 auto, non tiene minimamente conto né dei progressi già compiuti dai costruttori né di alcuni elementi fondamentali dello scenario competitivo mondiale e della concorrenza tra costruttori europei. Senza entrare troppo nei dettagli della proposta, considerando che di seguito l’argomento verrà analizzato in dettaglio dall’On. Sacconi e dal Dott. Marchionne, mi limiterò a sottolineare alcuni aspetti: la proposta della Commissione ancora una volta fissa obiettivi nettamente più severi di quelli dei principali competitors mondiali ed introduce elementi che ritengo distorsivi della concorrenza tra costruttori europei. Infatti, la scelta di fissare un obiettivo generale a 130 gr C02/km, poi differenziato per costruttore sulla base del peso, penalizza in modo particolare chi produce vetture di bassa gamma che, avendo un obiettivo di riduzione superiore all’obiettivo generale, permetteranno di fatto, con le loro performances ambientali ed i loro volumi, di “sdoganare” i costruttori di gamma alta che potranno quindi permettersi riduzioni inferiori all’obiettivo generale. Inoltre la fissazione di penalità applicate indiscriminatamente ai volumi complessivi venduti anziché ai soli volumi non rientranti nell’obiettivo specifico dei costruttori comporterà delle multe assolutamente imparagonabili agli altri settori normati da Kyoto e ai principali costruttori auto del mercato internazionale che hanno penalità notevolmente inferiori o addirittuta nulle come in Giappone. Riteniamo che questa mancata applicazione del principio cardine della politica ambientale europea di “chi inquina paga” andrà inevitabilmente ad impattare sui segmenti bassi e quindi sui consumatori di tali veicoli che per definizione sono quelli più sensibili ai prezzi delle vetture, con la conseguenza di un accrescimento dei costi e quindi un rallentamento del rinnovo del parco, principale condizione per migliorare l’ambiente! In termini di Sicurezza, nel Libro bianco sui trasporti del 2001, la Commissione ha fissato l´obiettivo ambizioso di salvare ogni anno 25. 000 vite sulle strade europee dimezzando, rispetto alla cifra di 50. 000 del 2001, il numero dei morti sulle strade entro il 2010. In Italia, nel periodo 2000 – 2006 i decessi causati da incidenti stradali sono passati da 7. 061 a 5. 669 e i feriti da 360. 013 a 332. 955. Va sottolineato che, nello stesso periodo, il parco veicolare è cresciuto del 13,7% mentre il volume di circolazione, valutato sulle percorrenze autostradali, è aumentato del 19,9 %. Per ottenere tale apprezzabile risultato, l’industria automotive ha sviluppato: sistemi di sicurezza passiva a protezione dei passeggeri del veicolo e delle terze parti coinvolte negli incidenti; sistemi di sicurezza attiva, concepita invece per impedire gli incidenti, ricorrendo a tecnologie di infomobilità che connettono il veicolo ad altri veicoli e all’infrastruttura. Tali nuove tecnologie rientrano nell’iniziativa europea e-Safety. Ulteriori sistemi avanzati si stanno mettendo in opera per accelerare gli sforzi di salvataggio dopo un incidente, attraverso il progetto eCall promosso fin dal 2004 dall’Acea e dalla Commissione Europea. Lo scopo è promuovere a livello europeo un servizio armonizzato, ancorché di tipo volontario, di emergency call in caso di incidente stradale. A riguardo l’iniziativa Euroncap (New Car Assessment Program) fornisce un sistema di valutazione del livello di sicurezza dei veicoli passeggeri, dando un “termometro” del livello di sicurezza globale del veicolo. A fronte di un campione di modelli più che raddoppiato si è ottenuto un punteggio medio anch’esso più che raddoppiato, testimonianza dello sforzo compiuto dal settore in termini di ricerca ed innovazione in questo campo. Altro esempio di impegno volontario è la progressiva penetrazione nel mercato dei segmenti bassi dei sistemi di sicurezza attiva come il sistema Esc (Electonic Stability Control). Appare quindi chiaro che il futuro della sicurezza è l’interconnessione tra il veicolo e gli altri due elementi del sistema: infrastrutture e utente. Dunque innovazioni notevoli sono state introdotte in termini di contenimento delle emissioni nocive e del C02, di diffusione dei sistemi di sicurezza, di progettazione per il riutilizzo dei componenti e delle materie prime. La filiera è convinta che la compatibilità con l´Ambiente e la Sicurezza di prodotti e processi produttivi rafforzi lo sviluppo dell’industria automotive contribuendo a soddisfare le esigenze del cliente finale, a mantenere la necessaria sintonia con il contesto sociale e a migliorare l´immagine aziendale, oltre che ad accrescere la competitività e la creazione di valore. Vale la pena notare che questi miglioramenti prestazionali, di confort e di sicurezza sono avvenuti in un regime di prezzi reali delle vetture assolutamente decrescenti. Dunque sul prodotto si è lavorato bene, sia per realizzarlo che per gestirlo in modo eco-compatibile. A fronte di tale performance positiva dell’auto va tuttavia segnalato che non sono stati fatti passi avanti per ridurre la saturazione delle infrastrutture e il costo dei servizi. Anzi, così come recentemente richiamato dallo stesso Ministro Matteoli,“il comparto dei trasporti vive un momento di emergenza : l’incidenza del costo del trasporto e della logistica nel nostro paese si attesta ormai intorno al 22% mentre in Europa tale valore non supera il 14%. A tali costi va aggiunta l’incidenza della congestione che costa 19 mld di euro l’anno al nostro paese”. E’ chiaro già da oggi che, in assenza di un ripensamento del ruolo dell’auto all’interno di un quadro di azione che veda coinvolti tutti gli stakeholders, qualunque ulteriore miglioramento delle prestazioni ambientali e di sicurezza dell’auto avrà efficacia molto limitata. Per fare questo, è necessario che si adotti un approccio integrato al problema della mobilità sostenibile che coinvolga tutti gli attori del Sistema Trasporto e non solo l’auto. Al fine di massimizzarne i risultati a costi sostenibili per la società, sono quindi necessari interventi coordinati su tecnologie dei veicoli, infrastrutture stradali e comportamenti dei guidatori. Alla base di tale “sistema architettonico” nel quale i tre elementi (auto, infrastrutture e utenti) agiscono come tre pilastri, tutti ugualmente necessari alla solidità della struttura, vi è il principio della co-responsabilità degli attori in gioco, che prevede collaborazione, condivisione di priorità e obiettivi a beneficio dell’intera collettività. Esempi significativi di applicazione di tale approccio in campo ambientale ci vengono dall’Asia e dagli Stati Uniti. In Giappone, l’obiettivo di riduzione delle emissioni di Co2 legate al trasporto stradale viene affidato per circa il 52% al miglioramento delle infrastrutture stradali e alle tecnologie di gestione del traffico. Il resto ai miglioramenti tecnologici dell’auto e all’educazone dell’utente. (Infatti il governo giapponese stima che tali interventi e la conseguente riduzione della congestione del traffico potranno portare ad un taglio di oltre 28 tonnellate di Co2 entro il 2010). Anche negli Usa vi sono obiettivi raggiungibili al 50% con l’aiuto di interventi infrastrutturali e logistici. In Europa, particolarmente in Italia, l’attenzione è invece ancora unicamente centrata sull’auto, senza capire che è necessario un forte intervento per migliorare le infrastrutture ormai spesso obsolete oltre alla necessità di educare l’utente senza il quale nessuno sforzo tecnologico o infrastrutturale avrà mai alcun effetto. Accolgo quindi con piacere l’intervento dello scorso 11 settembre del Ministro Matteoli alla Commissione Trasporti del Parlamento, nel quale è stata evidenziata la necessità di prendere atto dell’urgenza di rispondere alle esigenze reali della domanda di trasporto investendo nelle infrastrutture. Non serve a niente avere veicoli sempre più ecologici e più sicuri se poi questi rimangono imbottigliati nel traffico, se le strade sono totalmente inadatte alle attuali forme di trasporto, se l’utente non è in grado di conoscere tutte le opportunità offerte in termini di risparmio energetico o di sicurezza e in ultimo se non esistono controlli sulle nostre strade. Alla luce di queste stesse considerazioni, l’Acea ha condotto un’analisi sui risultati attesi dall’applicazione dell’approccio integrato, con il quale si dimostra che per l’ottenimento di una mobilità effettivamente sostenibile occorre ricomprendere nel mix delle misure da attuare l’innovazione di veicolo, l’uso di carburanti alternativi, il potenziamento e la gestione della rete infrastrutturale, il rinnovo del parco circolante, l’educazione a comportamenti di guida sicura ed eco-compatibile, oltre che la fondamentale azione di semplificazione e razionalizzazione della tassazione, necessaria per reinvestire nel settore e giungere in prospettiva ad una fiscalità legata a criteri ambientali. I risultati sono spesso sorprendenti e a costo nullo: basti pensare che un’educazione alla guida ecologica può portare a una riduzione delle emissioni di C02 pari al 20% e questo grazie a piccoli accorgimenti alla guida applicabili a qualunque veicolo. Invece l’interconnessione delle reti di trasporto, lo sviluppo dell’intermodalità e, non ultimo, l’introduzione di sistemi intelligenti di regolazione del traffico permetterebbero di ridurre incidenti ed emissioni nocive, oltre ad abbattere i costi del trasporto. Un discorso a parte va riservato ai carburanti alternativi a quelli fossili, cui dobbiamo pensare stante l’attuale prezzo del petrolio: penso ai biocarburanti ed in particolare al metano che ha innegabili qualità ambientali. Ricordo che l’industria nazionale ha un assoluta leadership sia in termini di tecnologia che di offerta ai consumatori. A fronte di ciò, l’industria automobilistica italiana ha tuttavia bisogno di sapere quali sono i piani di sviluppo a questo proposito: mi riferisco alla carenza di rete distributiva, alle norme sulla sicurezza eccessive rispetto agli standard europei che ancora oggi penalizzano la penetrazione del metano su scala nazionale. L’applicazione di un approccio integrato, identificato come modalità irrinunciabile per trovare soluzioni future di mobilità ecologica e sicura, passa però, necessariamente, attraverso l’attività di ricerca e innovazione, garanzia per lo sviluppo sostenibile di qualunque società evoluta. Il Ministro Scajola, a seguito del successo di partecipazione riscosso dai bandi “Industria 2015” chiusi lo scorso 15 settembre, ha affermato: “per reagire alla crisi finanziaria mondiale occorre puntare sull’economia reale e sull’aumento di produttività. E questo significa in primo luogo ricerca e innovazione”. Conditio sine qua non, l’attivazione di sinergie fra i diversi attori del sistema trasporti, che, dovendo cooperare per la realizzazione di sistemi di rete tramite piattaforme tecnologiche interconnesse, imparano a dialogare per una gestione integrata delle problematiche (ne è un esempio il progetto di sistema Easy Rider del gruppo Fiat in ambito mobilità ecologica e sicura, che ha visto la partecipazione di ben 56 aziende). Il sistema produttivo e di ricerca italiano è pronto a rispondere positivamente agli stimoli verso la modernizzazione e il miglioramento tecnologico: il settore autoveicolistico europeo, in particolare, è in assoluto quello che più investe nella ricerca ed innovazione con un peso del 17% sugli investimenti totali. Purtroppo, soprattutto a livello italiano, la ricerca è ancora troppo frammentata, complessa nei suoi strumenti, in alcuni casi “burocratizzata”, troppo scarsa in risorse pubbliche, poco coordinata con le iniziative di Bruxelles; penso in particolare al 7° Programma Quadro di Ricerca, ma anche alla ricerca di breve-medio respiro. A fronte di tali problematiche, l’industria automobilistica ha bisogno di una programmazione di lungo periodo in modo da definire priorità, obiettivi industriali, adeguati investimenti, oltre agli strumenti economici e finanziari per il trasferimento dell’innovazione sul prodotto e per la diffusione al mercato. Tale pianificazione è propedeutica a rispondere alle prossime sfide come lo sviluppo di nuovi veicoli a bassissimo impatto ambientale, il miglioramento delle infrastrutture, lo sviluppo dell’infomobilità, lo sviluppo delle tecnologie alla guida per accrescere la sicurezza. In conclusione, esaminiamo ciò che la filiera auspica in termini di metodologia di lavoro e quali sono gli interventi richiesti per affrontare i temi delineati. Raggiungere gli obiettivi descritti, allo scopo di rafforzare la competitività dell’industria automobilistica italiana, richiede l’implementazione di un metodo di lavoro analogo a quello avviato anche a livello europeo: il sistema Cars 21, un tavolo di discussione che coinvolga i costruttori, i componentisti, le istituzioni nazionali e locali, laddove richiesto, i rappresentati delle diverse categorie, in particolare consumatori e petrolieri e che abbia il compito di elaborare piani mirati a innovare la struttura regolamentare della industria italiana dell’auto, per rafforzare la competitività globale e l’occupazione, sostenendo ulteriori progressi nelle performance di sicurezza e tutela ambientale a prezzi sostenibili per gli utenti. Ciò mediante un nuovo ed innovativo approccio alla legislazione comunitaria, la cosiddetta “Better Regulation”, che renda più efficiente e meno “costoso” il quadro normativo del futuro, definendo anche per la prima volta, una road map degli interventi prioritari per il settore. Tali interventi riguardano misure economiche di carattere generico e misure prettamente legate alla filiera. Pensiamo ad esempio alla possibile reintroduzione della cosiddetta Legge Tremonti che ha consentito in passato la detassazione del reddito di impresa reinvestito in beni strumentali ma anche in formazione. La misura, di carattere generale, una sorta di “Tremonti-ter”, non troverebbe controindicazioni a livello europeo e avrebbe il merito di far ripartire l’economia premiando la fiducia degli imprenditori ad investire maggiormente. Per evitare che tale misura generi effetti di picchi di domanda, ai quali seguono periodi di stagnazione, si potrebbe prevedere l’articolazione su più anni. Riteniamo anche necessario, in particolare per alcuni settori, reintrodurre per alcune categorie di beni strumentali (per esigenze di rinnovo accelerato connesse ad obsolescenza tecnologica o a miglioramento ambientale) ammortamenti accelerati ed anticipati rispetto a quanto previsto dal decreto, recentemente cancellati con la finanziaria 2008 (Legge 27/12/2007 n. 296). In merito alla fiscalità di settore, come si è detto, la pressione del fisco sul settore auto motive è eccessiva. Una sua riduzione, con provvedimenti quali l’abolizione dell’Ipt, affiancata da un processo di semplificazione, consentirebbe un rilancio del settore. Inoltre è necessario che parte del gettito derivante dal settore venga reinvestito nello stesso, in una logica di approccio integrato, contribuendo al rinnovo del parco circolante, al supporto del trasporto pubblico locale - tema che vede il Presidente Vassallo del Gruppo Autobus Anfia particolarmente coinvolto -, all’ammodernamento delle infrastrutture, alla gestione intelligente del traffico e allo sviluppo dell’eco-driving. Nel lungo periodo, raccomandiamo un processo di razionalizzazione che conduca a termine ad una fiscalità basata su criteri ambientali (in particolare, legata al Co2) Le attività di ricerca nel settore dei trasporti in Italia sono oggi definite sulla base di proposte del settore industriale (ricerca finanziata dai programmi gestiti dal Ministero della Ricerca) o sulla base delle priorità decise a scala Ue. Chiediamo di riorganizzare il sistema della ricerca del settore sulla base delle seguenti proposte: trovare sinergie e complementarietà a livello europeo; promuovere azioni comuni tra differenti Ministeri e il coordinamento presso il Ministero dei Trasporti; sostenere le aziende e i centri di ricerca italiani nella competizione internazionale; fornire supporto allo sviluppo della ricerca industriale connessa con gli obiettivi della programmazione di lungo periodo. Tra le misure prettamente legate alla filiera, in merito alle tematiche attualmente in discussione in materia ambientale e in vista dei prossimi appuntamenti europei ed internazionali, è importante che le norme sui livelli di emissioni di Co2 delle autovetture che saranno varate, non comportino distorsioni della concorrenza e impatti negativi sulla competitività delle imprese italiane. Si sottolinea la necessità dell’applicazione del principio del "chi più inquina più paga“. Sempre in campo ambientale é ormai chiaro che l’auto da sola non può risolvere tutti i problemi. E’ necessario quindi che allo sforzo sempre maggiore delle Case venga accostato uno sforzo sulle infrastrutture. In particolare, è necessario che venga promosso un vero e proprio programma di rilancio del metano per rendere omogenea la rete di distribuzione nazionale ad oggi ancora troppo frammentata. Al fine di rendere il metano una reale alternativa ai carburanti tradizionali, il programma deve però avere fondi e tempi realistici. Piano Metano e Piano Biocarburanti andrebbero concepiti congiuntamente al sostegno del rinnovo del parco circolante. La tutela dell’ambiente passa però sempre più da comportamenti consapevoli, per lo sviluppo dei quali si chiede una diffusione di corsi di eco-driving rivolti agli utenti, così come si sta già facendo in Europa (corsi di Eco-driving sono obbligatori per prendere la patente di guida in Germania e Svezia) e negli Stati Uniti. Per migliorare la sicurezza stradale, sempre nell’ottica di una "responsabilità condivisa“, le aree d’intervento riguardano questioni relative alla messa in sicurezza delle infrastrutture, alla promozione di comportamenti di guida sicura e all’infomobilità . L’obiettivo sicurezza potrà essere raggiunto solo quando vedremo circolare sulle strade un “parco veicoli intelligenti”, ossia che dialoghino con l’infrasruttura e con l’utente. Infine appare utile richiamare l’attenzione sulla necessità di riformare il codice della strada nella direzione di ottenere una deregulation e una semplificazione delle norme esistenti, nonché l’eliminazione della parte relativa alla regolamentazione tecnica-amministrativa. Ciò per permettere una accelerazione dei processi decisionali e maggiore efficacia d’intervento nelle politiche per la sicurezza. Alla luce di un criterio di corretta distribuzione delle risorse nel tempo, la definizione delle priorità rispetto agli interventi richiesti non può prescindere dai relativi tempi d’implementazione. Pertanto si possono individuare come misure di breve periodo, quelle di carattere economico-normativo legate al rilancio dell’economia, quelle che mirano a rendere l’utente più consapevole, oltre che le innovazioni di veicolo già progettate e non ancora implementate. Nel medio periodo si richiede il sostegno alla diffusione di piani energetici, di sistemi Its e di una tassazione maggiormente razionalizzata. Il lungo periodo vedrà invece le innovazioni di veicolo legate ai carburanti alternativi e gli investimenti in infrastrutture più efficienti ed interconnesse che consentiranno il raggiungimento di una mobilità veramente sostenibile. Il tutto accompagnato da un costante e duraturo sostegno alle attività di ricerca e innovazione della filiera Le misure richieste hanno diverso impatto sui tre elementi del sistema (veicolo, infrastruttura, utente), ma ciascuna di loro ha la capacità di migliorarne il funzionamento. In altri termini, l’approccio integrato nelle politiche di settore serve a massimizzare il risultato mediante una minimizzazione dei costi sociali nel tempo. Ritengo in conclusione importante sottolineare la necessità che Anfia assieme al Governo italiano e ai principali Ministeri coinvolti si facciano promotori di un tavolo di coordinamento sistematico così da definire le priorità del settore (a breve, medio e lungo termine secondo lo schema proposto), relativamente ai temi fondamentali della filiera, quali la politica dei trasporti, l’energia, l’ambiente e la ricerca. Da questo tavolo mi attendo che vengano finalmente presi in giusta considerazione gli interessi della filiera, ma che vengano anche elaborate delle posizioni forti da difendere successivamente nelle sedi decisionali, dove i nostri principali competitors da ormai troppo tempo riescono a fare sistema creando quindi quel clima favorevole allo sviluppo delle proprie aziende che da noi ancora troppo spesso manca. Insomma in poche parole dobbiamo fare gioco di squadra! .  
   
   
PROSEGUE LA FRENATA DEL MERCATO DELL’AUTO A SETTEMBRE : - 5,5% LE MARCHE NAZIONALI MANTENGONO LA QUOTA AL 31%  
 
 Torino, 2 ottobre 2008 -- Risulta ancora in frenata il mercato italiano dell’auto a settembre. In base ai dati resi noti ieri dal Ministero dei Trasporti, nel mese sono state immatricolate poco più di 176. 000 nuove autovetture, con una flessione del 5,5% rispetto a settembre 2007, che aveva totalizzato quasi 186. 400 unità. Nel cumulato da inizio anno, la contrazione si attesta a -11,3% sui primi nove mesi del 2007, mentre la perdita in volumi sfiora le 220. 000 unità: poco più di 1. 709. 000 immatricolazioni contro le quasi 1. 928. 000 dello stesso periodo del 2007. Dopo un calo particolarmente marcato in agosto per effetto della pausa estiva, l’andamento del mercato a settembre risulta allineato alla media dei mesi precedenti. Dal momento che non si intravedono segnali di un’inversione di tendenza per i mesi a venire, la previsione di chiusura d’anno dichiarata da Anfia in occasione dell’annuale Assemblea Pubblica tenutasi ieri a Roma è di 2. 170. 000 immatricolazioni auto, con un calo del 13% rispetto alla chiusura del 2007. I dati relativi alla raccolta degli ordini risultano allineati a quelli delle vendite: in base a una prima anticipazione dello scambio dati Anfia-unrae, a settembre si sono registrati circa 165. 000 contratti con una flessione del 14% rispetto allo stesso mese del 2007. Da inizio anno, i contratti siglati sono 1. 563. 000 e la contrazione si avvicina al 18% rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno. Le marche nazionali (Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Ferrari, Maserati, Lamborghini) a settembre hanno registrato poco più di 54. 500 immatricolazioni, riportando un calo del 5,7% rispetto ai volumi di settembre 2007. La quota di penetrazione sul mercato domestico si mantiene stabile al 31% nel mese, mentre nel cumulato da inizio anno conquista 0,6 punti passando dal 31,5% del 2007 al 32,1% e i volumi realizzati da inizio anno sfiorano le 550. 000 unità. Tra i dieci modelli più venduti a settembre, quattro appartengono alle marche nazionali. Le prime tre posizioni sono occupate da Fiat Panda (13. 530), Fiat 500 (10. 175) e Fiat Punto (8. 322), mentre al settimo posto della classifica troviamo Lancia Ypsilon (4. 105). Le prime tre posizioni risultano confermate anche nel cumulato da inizio anno, con l’inversione tra Fiat Panda -- che si porta al secondo posto con oltre 113. 000 immatricolazioni -- e Fiat 500 -- al terzo posto con quasi 74. 500 immatricolazioni. Seguono al quinto posto Lancia Ypsilon (45. 116) e al decimo Fiat Bravo. Continuano a calare le vendite di autovetture con motorizzazione diesel. A settembre, la quota è stata del 47,9% contro il 48,3% di agosto, mentre da inizio anno è pari a 51,4% contro il 55,7% dei primi nove mesi del 2007. Tra le dieci vetture diesel più vendute nel mese, Fiat Punto (3. 844) mantiene la prima posizione, mentre in settima posizione si colloca Fiat Bravo (1. 949). Parziale miglioramento per il mercato dell’usato che, con 401. 000 passaggi di proprietà (al lordo delle minivolture) contro i 380. 000 di settembre 2007, registra un incremento del 5,6% nel mese. Da inizio anno, con un totale di 3. 733. 000 transazioni contro i 3. 691. 000 dei primi nove mesi del 2007, la crescita registrata è dell’1,1%. In parte recuperata, dunque, la pesante flessione di agosto (-15%), anche se, escludendo le minivolture ai concessionari, il mercato dell’usato si mantiene sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno. .  
   
   
LA NUOVA GOLF VI MOTORI E CAMBI: TDI, TSI E DSG RIDUCONO I CONSUMI FINO AL 28%  
 
Verona, 2 ottobre 2008 - La Volkswagen svela uno dei segreti automobilistici più importanti di quest´anno: la nuova Golf. L’ultima generazione dell’automobile europea di maggiore successo, con oltre 26 milioni di unità vendute delle cinque generazioni precedenti, risulta perfezionata sotto tutti gli aspetti. “Offrendo un contenuto di valore come mai prima, la Golf Vi definisce un livello di qualità e comfort che in gran parte è totalmente nuovo nella sua categoria”, ha detto Martin Winterkorn, Presidente del Gruppo Volkswagen. In Europa, le consegne della nuova Golf inizieranno nel mese di ottobre; successivamente seguiranno Africa, Asia, Australia e America Settentrionale. Forza d´innovazione: democratizzazione del progresso Il design chiaro e dinamico della nuova Golf svela l´indirizzo stilistico che la Volkswagen seguirà in futuro. Le sue qualità acustiche e di comfort globale definiscono nuovi riferimenti nella categoria, allineati a quelli della classe superiore. I motori e i cambi frutto della tecnologia più avanzata permettono di ridurre i valori di consumo fino al 28%. Tutti i motori benzina e Diesel sono già in linea con i parametri oggi noti della futura norma Euro 5. Altre tecnologie di vertice disponibili per la nuova Golf sono i sistemi Acc (regolazione automatica della distanza di sicurezza), Dcc (regolazione adattiva dell´assetto) e Parkassist. Per garantire il massimo livello di sicurezza, la nuova Golf è dotata di serie di un nuovo sistema Esp più preciso nella risposta, di migliorate caratteristiche di comportamento in caso d´incidente, di sette airbag (incluso l´airbag per le ginocchia), di speciali appoggiatesta (Woks) per evitare i colpi di frusta, del divano posteriore completo di sensori per verificare se le cinture sono allacciate (debutto sulla Golf) nonché delle luci diurne. Design esterno: precisione in veste nuova L´alto livello di valore della nuova Golf si riflette nel carattere distintivo del design esterno, che definisce linee nuove per tutte le parti principali della carrozzeria. Spiega Walter de´ Silva, Responsabile del design del Gruppo Volkswagen: “Abbiamo disegnato la Golf con un´architettura nuova, più precisa. La Golf è un´icona, un punto di riferimento in tutto il mondo dell´automobile. Ed è per questo che anche il nuovo modello è una vera Volkswagen: semplice, universale e inconfondibile”. Al tempo stesso, però, la Golf sesta generazione appare con un look più sportiveggiante e nitido. Walter de´ Silva: “La nuova Golf è più accentuata, più tridimensionale dei modelli che l´hanno preceduta: con linee e angoli ben definiti, con spazi concavi e spazi convessi sapientemente proporzionati e precisi”. A questo riguardo aggiunge Klaus Bischoff, Responsabile del design della marca Volkswagen: “Ogni dettaglio è stato curato rigorosamente per aumentare il valore”. Soprattutto confrontandola direttamente con quella della generazione precedente, si mette in evidenza quanto sia cambiata la nuova Golf. Sotto la guida di de´ Silva e Bischoff, il team di designer ha dedicato la massima attenzione al Dna essenziale della Golf, mettendola in viaggio verso il futuro stilistico. Tra questi stilemi originali si fanno notare il frontale dai lineamenti nitidi come sulla prima Golf e la forma del montante posteriore perfezionata con l´arrivo della quarta generazione di questo modello. Analogamente alla nuova Scirocco, il tetto della nuova Golf poggia su spalle larghe e grintose frutto della linea pronunciata che percorre la fiancata dai proiettori ai gruppi ottici posteriori. Questa cosiddetta “linea di carattere” fa apparire la nuova Golf più presente e grintosa nella vista laterale su strada. Tutte le superfici della carrozzeria hanno un aspetto più teso, più atletico. Nel frontale si fa notare la nuova linea orizzontale della calandra tra i proiettori, ripresa formalmente dalla Golf della prima generazione; la calandra stessa è di colore nero lucido. Il linguaggio stilistico del paraurti corrisponde a quello della calandra. Alla parte inferiore del paraurti si integra una presa d´aria di colore nero. Anche i proiettori di disegno dinamico sono montati in una struttura di supporto rifinita in colore nero. Come il frontale, anche la parte posteriore della vettura è caratterizzata da linee orizzontali. I gruppi ottici posteriori sono molto larghi e si distinguono per l´inconfondibile impronta luminosa. Con la loro fascia trasparente per gli indicatori di direzione e le luci di retromarcia, mostrano una chiara analogia stilistica con la fanaleria posteriore della Touareg. Nell´insieme delle caratteristiche di design, la nuova Golf appare nettamente più larga, più bassa e ancora più prestigiosa. Abitacolo: oltre i limiti della categoria L´alto livello di valore caratterizza anche l´abitacolo, realizzato con un progetto nuovo. La qualità delle superfici e della dotazione funzionale – soprattutto nell´area del posto di guida – stabilisce un quadro di riferimento totalmente nuovo in termini di qualità percepita, che va oltre i limiti consueti della categoria. La scelta e la finitura dei materiali e dei dettagli, come le rifiniture in cromo satinato o gli strumenti circolari con grafica ripresa dalla Passat Cc, danno l´impressione di trovarsi a bordo di una vettura del segmento superiore. Anche la qualità ergonomica dell´abitacolo si presenta nettamente perfezionata. Ne è un esempio la maggiore facilità d´uso di tutti gli elementi di comando, di cui fanno parte il sistema di gestione del climatizzatore automatico Climatronic, lo stesso impiegato per la prima volta sulla Passat Cc, e i comandi degli alzacristalli elettrici disposti in posizione più avanzata, quindi più ergonomica, nei pannelli delle porte. Per l´abitacolo fa inoltre da riferimento la perfezione nei dettagli che contraddistingue le vetture della Volkswagen. Per esempio la presenza nel divano posteriore di sensori che rilevano se le cinture sono allacciate: se la nuova Golf è equipaggiata con airbag laterali posteriori, il guidatore potrà verificare sul display multifunzionale se i passeggeri seduti dietro hanno allacciato la cintura di sicurezza. Per esempio l´interno in pelle: sulla nuova Golf trova impiego per la prima volta una pelle dalla particolare rifinitura superficiale che impedisce il trasferimento di colore dai vestiti al sedile, cosa molto importante se la pelle è di colore chiaro. Per esempio il vano bagagli: quattro ganci molto pratici evitano che il contenuto dei sacchetti della spesa si disperda nel bagagliaio durante la marcia. Per esempio i retrovisori esterni: grazie a una forma ottimizzata aerodinamicamente si sporcano molto meno e inoltre si regolano molto più comodamente grazie al comando ora in posizione più alta e più avanzata sul pannello della porta. Comfort acustico: la Golf più silenziosa La nuova Golf si contraddistingue per le sue eccellenti proprietà acustiche. La rumorosità di funzionamento è ridotta dall´uso di una particolare pellicola isolante nel parabrezza nonché dall´adozione di un innovativo sistema di insonorizzazione delle porte e delle guide dei cristalli laterali. Inoltre la nuova forma dei retrovisori esterni produce un livello di rumorosità aerodinamica molto inferiore. In aggiunta è stato ottenuto un migliore isolamento acustico tra il vano motore e l´abitacolo mediante l´adozione di provvedimenti mirati. L´insieme delle misure di insonorizzazione è completato dall´impiego di pneumatici silenziosi e di nuovi supporti del motore. Motori Diesel: passaggio all´alimentazione common rail Un contributo importante per l´eccezionale comportamento acustico della nuova Golf è stato ottenuto con l´adozione dei Turbodiesel common rail (Tdi), particolarmente silenziosi e usati per la prima volta su questo modello. Due contralberi eliminano inoltre le vibrazioni meccaniche del motore. Per le potenze dei motori Tdi è prevista una gamma che spazia dai 90 ai 170 Cv. Al momento del lancio commerciale, la nuova Golf verrà proposta con due Turbodiesel di 2. 0 litri, un Tdi 110 Cv e un Tdi 140 Cv. Tutti i Tdi montano di serie il filtro antiparticolato. I nuovi motori Turbodiesel sono insolitamente parchi nei consumi. Il motore di base Tdi 90 Cv si accontenta di 4,5 litri per 100 chilometri (emissione Co2: 119 g/km), il che corrisponde a un consumo ridotto di ben 0,6 litri. Persino la versione Tdi 140 Cv consuma solo 5,4 litri di gasolio per 100 chilometri (emissione Co2: 142 g/km), ovvero 0,1 litri in meno. Motori benzina: parsimoniosi più che mai I propulsori benzina disponibili al lancio commerciale saranno quattro, con potenze di 80, 102, 122 e 160 Cv e tutti eccezionalmente parsimoniosi. A partire da 122 Cv di potenza trovano impiego motori Tsi sovralimentati mediante compressore volumetrico e/o turbocompressore. L´ottimizzata versione di base eroga 80 Cv di potenza e consuma solo 6,4 litri per 100 chilometri (emissione Co2: 149 g/km), ovvero 0,5 litri in meno rispetto alla versione precedente. Una prova eccellente sul versante dell´efficienza è fornita ancora una volta dai Tsi: la nuova Golf motorizzata con il 1. 4 Tsi 122 Cv consuma solo 6,0 litri per 100 chilometri (emissione Co2: 144 g/km), facendo segnare una riduzione di 0,3 litri nel ciclo combinato. E anche la nuova versione di vertice 1. 4 Tsi 160 Cv raggiunge un prestigioso consumo combinato di 6,3 l/100 km, facendo registrare una riduzione di ben 1,6 litri rispetto al Fsi 150 Cv che ha rimpiazzato. Dsg: sostituzione del cambio automatico tradizionale A eccezione delle versioni entry level, tutte le motorizzazioni benzina e Diesel potranno essere abbinate al cambio a doppia frizione Dsg della Volkswagen. In base alla coppia motrice del motore, l´abbinamento sarà con un Dsg a 6 marce oppure a 7 marce. Ciò significa che sulla nuova Golf l´efficiente e versatile cambio Dsg è subentrato al tradizionale cambio automatico con convertitore di coppia. La particolare efficienza dell´unione Tsi-dsg è dimostrata dal consumo combinato del 1. 4 Tsi 160 Cv abbinato al Dsg a 7 marce: 6,0 l/100 km (emissione Co2: 139 g/km). Questo duetto di alta tecnologia rimpiazza il 2. 0 Fsi 150 Cv abbinato al tradizionale cambio automatico a 6 marce. Precedente valore di consumo combinato: 8,3 litri. Riduzione del consumo: 2,3 l/100 km, cioè 28% in meno. .  
   
   
AUTOBUS: IMMATRICOLAZIONI E GARE IN CALO A FINE AGOSTO  
 
Torino, 2 ottobre 2008 - Come già anticipato in chiusura del primo semestre, la scarsità e la sporadicità delle gare d’appalto si stanno ripercuotendo negativamente su tutti i segmenti del settore con la sola eccezione dei Minibus e Derivati che, nei primi otto mesi dell’anno, registrano una variazione positiva del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2007. Ne consegue che a fine agosto complessivamente le immatricolazioni sono calate dell’1,6% rispetto al pari periodo dell’anno precedente. La flessione più marcata è quella registrata dagli Interurbani Classe Ii, con un -13,6% da inizio anno, a cui seguono gli Interurbani da turismo Classe Iii con un -2,1% e gli Urbani Classe I con un -1,4%. Le gare d’appalto, nel raffronto con i primi otto mesi del 2007, sono scese del 27,2%, passando da un totale di 837 alle 609 di quest’anno e mancano, al momento, indicazioni di una prossima inversione di tendenza. A fronte di questo andamento negativo del mercato, c’è, più in generale, la difficoltà del sistema del Tpl in termini di efficienza ed efficacia. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli, infatti, si è detto preoccupato per una possibile esplosione della domanda di trasporto pubblico, che potrebbe mettere in crisi l’intero sistema. Lo scorso 11 settembre, durante un’audizione alla Camera, il Ministro ha spiegato che la complessiva inefficienza dei trasporti pubblici locali li rende incapaci di rispondere in modo adeguato alla crescente domanda di trasporto e ha dichiarato di voler convocare un tavolo con l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) al fine di trovare possibili soluzioni al problema. Al Senato, in data 23 settembre, ha poi ribadito che la politica del Dicastero sarà orientata a dare il massimo impulso alla riforma del trasporto pubblico locale. A questo proposito, Enrico Vassallo -- Presidente del Gruppo Autobus Anfia -- ha commentato favorevolmente le reiterate manifestazioni di attenzione di Matteoli, che lasciano trasparire la consapevolezza di quanto il problema sia sentito a livello governativo: ‘‘Restiamo in attesa della convocazione di questo tavolo di concertazione sul Tpl, che ci auguriamo non si limiti a coinvolgere gli attori della politica e gli amministratori, ma anche noi e le associazioni che ci rappresentano, certi, come siamo, che l’industria nazionale saprà dare il contributo necessario all’ammodernamento di un parco mezzi la cui età media ha ripreso ad allontanarsi in modo sensibile dallo standard dei più moderni Paesi dell’Unione Europea. Ammodernamento dei mezzi su gomma che continua a costituire uno degli elementi chiave del sistema del Tpl, rappresentandone questi circa l’80% ’’. . .  
   
   
LA PROVOCAZIONE DEL PRESIDENTE DELLE FS CIPOLLETTA IN UN´INTERVISTA A TUTTOTRASPORTI "PIÙ TRENI, MENO CAMION"  
 
Rozzano, 2 ottobre 2008 - Una ricetta shock: pedaggi più salati per i Tir, maggiori controlli per far rispettare le regole del Codice della strada, politiche per spingere le aziende produttrici a far viaggiare i loro prodotti sul treno e maggiore collaborazione fra camion e treno. È quanto propone il presidente delle Ferrovie dello Stato, Innocenzo Cipolletta, nell´intervista pubblicata sul numero di Tuttotrasporti di ottobre, in edicola in questi giorni, per rilanciare il trasporto ferroviario in Italia. Dichiarazioni che faranno certamente discutere, visto che il mensile dell´Editoriale Domus si rivolge in particolar modo agli operatori dell´autotrasporto e della logistica, messi in qualche modo sul banco degli imputati dal professor Cipolletta. Nell´intervista il presidente di Fs ammette anche che se oggi il treno ha una bassa quota nel trasporto delle merci, quantificabile nell´ordine dell´8%, non è solamente "colpa" dei Tir ma anche di proprie carenze strutturali e operative. Ma la soluzione di questo problema è vicina, con la graduale apertura della linea ferroviaria Alta velocità/Alta capacità da Milano a Napoli e con la realizzazione del Piano industriale che prevede la razionalizzazione dei terminal merci e una maggiore presenza del treno nei porti italiani. .  
   
   
IL PASSANTE “SPINTO” SOTTO LA FERROVIA – GALAN: GIORNATA DI SODDISFAZIONE  
 
Vetrego di Mirano (Venezia), 2 ottobre 2008 - “Soddisfatto è dir poco: oggi iniziamo a spingere il gigantesco monolite del passante sotto una linea ferroviaria a quattro binari; qualche giorno fa è arrivato un altro monolite, quello del rigasificatore; venerdì partiranno dall’Arsenale di Venezia i piloni di 45 metri, che il Comune non voleva fossero realizzati lì, che permetteranno alle navi di ancorarsi per scaricare il gas: questo è il Veneto”. Il presidente della Regione Giancarlo Galan parla a ruota libera, mentre visita una delle più grandi opere ingegneristiche del Passante di Mestre, l’ultimo “ostacolo” al completamento dello scavalco di Mestre: il cosiddetto “monolite”, gigantesco parallelepipedo del peso di 12 mila tonnellate al cui interno transiterà un’intera corsia autostradale, che proprio ieri ha iniziato il suo “viaggio” di 70 metri sotto la ferrovia. Ci metterà una ventina di giorni a passare sotto i binari, senza interfere con il traffico dei treni, spinto da una sequenza di 40 martinetti idraulici capaci di spostarlo di 3 metri al giorno e anche più. A mano a mano che la gigantesca opera avanzerà, le ruspe gli apriranno la strada scavando la parete di terra che al momento le fa da ostacolo in modo tale da dare continuità tra la massicciata ferroviaria e il tetto del sottopasso autostradale. L’altra “canna” del sottopasso, quella a Est dove transiteranno le altre tre corsie, è già al suo posto e ha fatto da cavia a quella che oggi ha iniziato a muoversi. “”Rispetteremo i tempi – ribadisce l’assessore regionale alle politiche della mobilità Renato Chisso – e il Passante sarà pronto per la fine dell’anno corrente”. Galan intanto conversa coi giornalisti, il Passante è uno dei suoi punti d’orgoglio, rappresenta un Veneto che decide, lavora e fa, e lo fa bene, presto e spendendo il meno possibile. L’elenco delle grandi opere è lungo e si amplia quotidianamente, e il merito è suo, non delle chiacchiere eterne. Il presidente risponde alle domande e parla dei sindaci che vanno a Roma a chiedere una parte dell’Irpef nell’ambito della realizzazione del federalismo fiscale, trovando in questo il ministro Roberto Calderoli oggi disponibile: “ho sempre appoggiato questa battaglia e vedo che ha prevalso l’intelligenza”. E la terza corsia dell’A4? “Spero che i commissari abbrevino i tempi rispetto a scelte iniziali che li avrebbero resi inspiegabilmente lunghi, anche se mi è parsa complicata la soluzione adottata”. Un passaggio anche sulle Comunità Montane: “sono favorevolissimo allo snellimento e alla cancellazione della burocrazia: io avrei abolito le Comunità Montane e avrei destinato i solidi recuperati ai Comuni della montagna, quella vera, per le azioni che potevano realizzare consorziandosi tra di loro. Il cittadino ha a che fare con Quartiere, Comune, Comunità Montana, Ato, Provincia, Regione, Stato, Europa: mi pare che ci sia qualcosina di troppo e io, tanto per cominciare gli esercizi, toglierei Comunità Montane e Province. Certo avrebbe dovuto decidere il Veneto Il risultato che oggi ci troviamo di fronte è il migliore che si potesse raggiungere: 9 comunità, montane per davvero; però a decidere non doveva essere lo Stato: doveva essere il Consiglio Regionale. Questa per noi è davvero una bruttissima pagina”. . .  
   
   
LINEA VICENZA - TREVISO: APPROVATI I PROGETTI PER ELIMINARE PASSAGGI A LIVELLO E REALIZZARE UN NUOVO SCALO MERCI  
 
Verona, 2 ottobre 2008 - Approvati i progetti per la definitiva eliminazione dei passaggi a livello della linea ferroviaria Vicenza - Treviso e la realizzazione del nuovo scalo merci “Treviso Servizi”. Si sono conclusi infatti, nella scorsa settimana a Roma, i lavori della Conferenza di Servizi convocata da Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs). Prevista l’eliminazione di due passaggi a livello, in Via Paludetti a Treviso e in Via dell’Aeroporto nel comune di Quinto di Treviso e di tre attraversamenti strada/ferrovia privati. Gli interventi rientrano nel programma del Gruppo Fs per l’eliminazione dei passaggi a livello in regione. Due sottovia stradali, con le relative opere di adeguamento della viabilità, consentiranno l’attraversamento dei binari senza interferenze con la circolazione dei treni e con benefici sulla regolarità e sicurezza del traffico stradale e ferroviario. “Treviso Servizi”, il nuovo terminal merci destinato a sostituire gli impianti di Porta Santi Quaranta e Scalo Motta consentendone la riqualificazione e valorizzazione urbana, avrà una potenzialità di 500mila tonnellate l’anno ed una movimentazione giornaliera di cinquanta camion. Lo scalo, per la terminalizzazione del traffico merci nell’area trevigiana, rientra in una rete di nuovi impianti: Conegliano, Castelfranco, Cittadella, Rovigo e Portogruaro che, collegati all’itinerario merci alternativo medio-padano, serviranno i bacini di traffico locale. L’investimento complessivo è di circa 16 milioni di euro, di cui 6,5 destinati all’eliminazione dei due passaggi a livello. . .  
   
   
MAIRE TECNIMONT PARTECIA ALLA REALIZZAZIONE DELLA LINEA FERROVIARIA BUENOS AIRES-MAR DEL PLATA.  
 
 Roma, 2 ottobre 2008 - Maire Tecnimont conferma di far parte di uno dei tre consorzi che sono stati ufficialmente prequalificati per la realizzazione della linea ferroviaria alta velocit Buenos Aires-mar del Plata. .  
   
   
PORTO BARI: VIA LIBERA A GARA APPALTO PER MARISABELLA  
 
Bari, 2 ottobre 2008 - L’assessore ai Trasporti, Mario Loizzo, ha diffuso la seguente dichiarazione: “l’avvio del procedimento di gara per l’ultimazione dell’ansa di Marisabella, i cui lavori saranno iniziati nei primi mesi del prossimo anno, getta le basi per la realizzazione di una delle numerose grandi opere che faranno di Bari una delle città più moderne ed infrastrutturate del Paese. Dopo l’approvazione del ponte per l’Asse Nord sud e la realizzazione del collegamento ferroviario con il Quartiere San Paolo che entrerà in esercizio a fine mese, l’ampliamento della colmata di Marisabella rappresenta un’altra tappa per la crescita di Bari in quanto città regione, dal momento in cui dette opere serviranno non solo il capoluogo ma l’intera comunità regionale. E’ merito della concertazione tra gli enti locali, l’associazionismo e le realtà produttive se è stato possibile ottenere un simile risultato, unitamente al fondamentale concorso dell’autorità portuale e del Provveditorato interregionale alle Oo. Pp. Per la Puglia e la Basilicata che hanno perseguito con tenacia questo obbiettivo, sottraendolo alle secche burocratiche tipiche di una certa cultura di governo. L’espansione del Porto di Bari costituirà il fulcro del sistema portuale pugliese già prefigurato dalla costituita Autorità del Levante che farà della Puglia una grande piattaforma logistica proiettata nel Mediterraneo”. .