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Notiziario Marketpress di Lunedì 27 Settembre 2010
INTERNET: AL VIA DA OTTOBRE IL SOFTWARE PER MISURARE LA VELOCITA’ DI CONNESSIONE A INTERNET  
 
A partire da ottobre sarà possibile monitorare le prestazioni della propria connessione ad internet da postazione fissa attraverso un software certificato e gratuito che il consumatore potrà utilizzare sul proprio personal computer. Si chiamerà “Misura Internet” il progetto, lanciato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in collaborazione con la Fondazione Ugo Bordoni (Fub), che fornisce un innovativo strumento di controllo attraverso il quale il consumatore potrà avere maggiore consapevolezza delle prestazioni offerte dagli operatori e orientarsi tra le offerte di mercato, verificando di persona la qualità della propria linea e confrontandola con quella “promessa” dall’operatore al momento della stipula del contratto. Gli operatori saranno infatti tenuti ad indicare il valore della velocità minima di trasmissione dati dalla rete verso l’utente (download) oltre al valore di velocità massima teorica. Il software messo a disposizione degli utenti, denominato Nemesys, potrà essere scaricato gratuitamente dal sito www.Misurainternet.it in via realizzazione. Il logo “Misura Internet” (con relativo link alla pagina di download) sarà pubblicato, oltre che sui siti dell’Autorità, della Fub e dell’Iscom (l’organo tecnico/scientifico che opera nell’ambito del Ministero dello Sviluppo economico), anche su quelli delle Associazioni dei consumatori (Aa.cc.), in attuazione del protocollo d’intesa tra Agcom e Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (Cncu) per migliorare trasparenza, completezza e adeguatezza delle condizioni precontrattuali e contrattuali rivolte agli utenti dei servizi di comunicazioni. Al fine di favorire un corretto utilizzo del nuovo strumento di misura e di contribuire alla sua diffusione, è previsto, per metà settembre, un incontro con le Aa.cc., già informate sulle finalità del software. L’introduzione di questo innovativo sistema di monitoraggio è frutto dell’attività già svolta, in via sperimentale in quattro regioni italiane (Puglia, Sardegna, Toscana e Veneto), dall’Agcom in collaborazione con la Fub per verificare la velocità di download e upload nel trasferimento dati e del ritardo di trasferimento per le connessioni internet da postazione fissa. I dati preliminari della verifica sperimentale sono consultabili sul sito www.Agcom.it alla pagina relativa alla “Carta dei servizi e qualità dei servizi di comunicazione elettronica”, sezione “Accesso a internet da postazione fissa”  
   
   
TESTATE ONLINE: REGISTRAZIONE  
 
La registrazione delle testate on-line presso i tribunali è obbligatoria quando l’editore chiede finanziamenti pubblici, prevede di conseguire ricavi, rispetta una regolare periodicità ed impiega giornalisti. La sentenza 10/16 maggio 2002 n. 6127 della Ii sezione civile del Tribunale di Milano afferma: “Alla luce della complessiva normativa in tema di pubblicazioni diffuse sulla rete internet, risulta ormai acquisito all’ordinamento giuridico il principio della totale assimilazione della pubblicazione cartacea a quella diffusa in via elettronica, secondo quanto stabilito esplicitamente dall’articolo 1 della legge 62/2001. Tale definizione incide e amplia quella contenuta nel Rdlg 561/1946 secondo cui non si può procedere al sequestro delle edizioni dei giornali, di pubblicazioni o stampati – contemplati nell’Editto della stampa 26 marzo 1848 n. 695 – se non in virtù di una sentenza irrevocabile”. Tale obbligo deriva dalle seguenti disposizioni: la Legge sull’editoria n. 62/2001 e la delibera n. 236/2001 dell´Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, l’articolo 31, punto a, della Legge n. 39/2002, l’articolo 7, comma 3, del Decreto legislativo n. 70/2003, l’allegato N (lavoro nei giornali elettronici) del Contratto nazionale di lavoro giornalistico 2001-2005 e la legge professionale dei giornalisti n. 69/1963. Quindi si può sostenere che sono da registrare nei tribunali, con un direttore responsabile, tutte le libere manifestazioni del pensiero rivolte al pubblico e strutturate come giornale di carta, radiofonico, televisivo o utilizzante ogni altro mezzo di diffusione, come internet  
   
   
BSA: ABBATTERE RAPIDAMENTE LA PIRATERIA SOFTWARE AUMENTA I VANTAGGI ECONOMICI PER L’INTERO SISTEMA  
 
Business Software Alliance (Bsa) ha promosso una ricerca, realizzata da Idc, leader mondiale nelle ricerche di mercato sul settore It, che analizza l’impatto di una auspicata riduzione dei tassi di pirateria sui software per Pc pari a 10 punti percentuali nei sistemi economici di 42 nazioni. Dalla ricerca risulta che ridurre la pirateria software crea un effetto domino sull’intero sistema, alimentando nuovi investimenti nella distribuzione e nei servizi collegati all’Information Technology. Più rapida è tale riduzione nel tasso di pirateria, più sensibili ne risultano le positive ricadute economiche. Secondo lo studio "The Economic Benefits of Reducing Software Piracy" riducendo l’attuale tasso di pirateria software (pari al 49% in Italia, come indica l’annuale Global Piracy Study) di 10 punti percentuali in un arco di 4 anni si creerebbero ben 7.538 nuovi posti di lavoro nelle nuove tecnologie, circa 3.637 milioni di euro in termini di nuovi volumi d’affari sviluppati e oltre 1.245 milioni di euro di ulteriori entrate fiscali entro il 2013, di cui l’80% rimarrebbe all’interno dell’economia nazionale. Secondo la ricerca detti vantaggi risultano maggiori laddove il tasso di pirateria software venga ridotto in tempi più rapidi: se, ad esempio, l’Italia fosse in grado di ridurre la pirateria del 10% nell’arco di soli 2 anni invece di 4, ciò rappresenterebbe un impulso sia per il sistema economico complessivo che per l’Erario pari al 37%. "Ridurre la pirateria informatica è una grande opportunità per offrire nuovi impulsi positivi al nostro sistema economico, il quale - come sappiamo – in questo momento non potrà che trarne grande beneficio", è il commento di Luca Marinelli, Presidente di Bsa Italia. "Dal momento che la vendita, i servizi e il supporto legati al software generano un’ulteriore domanda di servizi correlati, l’impatto della pirateria si amplia ben al di là del semplice bacino delle società software vendor, danneggiando pesantemente i distributori local e i service provider e sottraendo loro investimenti in grado di generare nuova occupazione, entrate fiscali e benefici per lo sviluppo economico complessivo del sistema". "Lo studio di Idc mostra chiaramente che è l’intera economia a trarre vantaggio da una riduzione il più possibile rapida e decisa del (peraltro ancora elevatissimo) tasso di pirateria nazionale", aggiunge Marinelli. A livello globale, i dati evidenziano che una riduzione della pirateria del 10% nei prossimi 4 anni produrrebbe quasi 100 miliardi di euro in attività economiche incrementali nel raggio delle 42 nazioni oggetto dello studio,sempre con oltre l’80% dei vantaggi che affluirebbero alle economie locali. Tale riduzione creerebbe inoltre circa 500.000 nuovi posti di lavoro ad elevata qualificazione e genererebbe oltre 22 miliardi di euro di nuove entrate per i sistemi fiscali delle rispettive nazioni interessate. Concentrare i vantaggi di tale riduzione in un arco di soli 2 anni aggiungerebbe ulteriori benefici economici in ragione del 36%, così producendo quasi 135 miliardi di euro in attività economiche incrementali e generandone 30 in termini di nuove entrate fiscali entro il 2013. Per colpire efficacemente la pirateria del software nel mondo, Bsa consiglia le seguenti azioni: promuovere un’educazione del pubblico sul valore della proprietà intellettuale e le pratiche volte a gestire ed ottimizzare le risorse software attraverso sistemi di software asset management (Sam); implementare il World Intellectual Property Organization’s Copyright Treaty per creare un efficace sistema di protezione legale del diritto d’autore, online e offline; creare un robusto e sostenibile meccanismo di enforcement della proprietà intellettuale, come richiesto dal World Trade Organization’s Trade-related Aspects of Intellectual Property Rights Agreement, che comprenda vigorosi provvedimenti contro l’infrazione delle norme a tutela delle innovazioni nel campo del software, quali il cloud computing; dedicare risorse all’enforcement delle leggi a protezione della proprietà intellettuale, le quali comprendano la costituzione di speciali unità volte a perseguire tali reati e avanzati sistemi di collaborazione internazionale fra le agenzie impegnate su questo fronte; sostenere l’impegno dei governi nazionali a favore del software legale attraverso attive politiche Sam e promuovere l’impiego di software legale da parte di tutti gli enti pubblici, delle aziende partecipate dallo Stato, dei contractor e dei fornitori della Pa. Info: www.Bsa.org/piracyimpact  
   
   
BSA – ASSOLOMBARDA: INIZIATIVA PER COMBATTERE LA PIRATERIA  
 
Bsa ed Assolombarda a metà ottobre presenteranno un quaderno “Sicurezza informatica e pirateria software in azienda. Gestire il rischio e prevenire il problema”. “Si tratta di una guida operativa – spiega Eugenio Guagnini, responsabile sistemi informativi e gestione qualità di Assolombarda – che non intende limitarsi alla descrizione del fenomeno, ma presentare il quadro normativo e illustrare i rischi che l´impresa corre con l´entrata in vigore del decreto 231 del 2001 che sancisce la responsabilità del vertice aziendale e può comportare anche il blocco delle attività". Il problema riguarda le aziende ed anche la Pubblica amministrazione tanto che Luca Marinelli, presidente del comitato italiano di Bsa, rivela che ai tempi dell´Alto commissariato contro la contraffazione (abolito dall´attuale governo) si era pensato di pubblicare un´informativa per gli enti pubblici ricordando che la pericolosità dell´utilizzo di software non originale  
   
   
PRIVACY: CARTE DI CREDITO, ANAGRAFE DEI COMUNI, MARKETING SOTTO LA LENTE DEL GARANTE  
 
Le carte di credito, l´anagrafe dei Comuni, le banche dati a fini di marketing, gli enti previdenziali. Sono questi alcuni dei delicati settori interessati dall´attività di accertamento del piano di ispezioni varato dal Garante privacy per il secondo semestre 2010. Il piano prevede, sia nel settore pubblico che in quello privato, specifici controlli anche riguardo all´adozione delle misure di sicurezza, all´informativa da fornire ai cittadini, al consenso da richiedere nei casi previsti dalla legge, all´obbligo di notificare al Garante nei casi stabiliti l´attivazione di una banca dati. Di particolare rilevanza l´attività di verifica programmata nei confronti dei trattamenti dei dati dei cittadini effettuati dai Comuni a fini di anagrafe della popolazione residente e delle misure di protezione adottate, anche allo scopo di individuare standard tecnologici di sicurezza da prescrivere a tutte le amministrazioni comunali. Gli ispettori del Garante svolgeranno inoltre accertamenti sul corretto uso da parte delle imprese private di una particolare categoria di dati personali, quelli biometrici (come le impronte digitali). Oltre 250 gli accertamenti ispettivi previsti che verranno svolti anche in collaborazione con le Unità Speciali della Guardia di Finanza - Nucleo Privacy. A questi accertamenti si affiancheranno, come di consueto, quelli che si renderanno necessari in ordine a segnalazioni e reclami presentati. Un primo bilancio sull´attività ispettiva relativa al primo semestre del 2010 mostra, intanto, che l´attività svolta di concerto con la Guardia di finanza ha riguardato 224 attività ispettive ed avviato 269 procedimenti sanzionatori. 40 sono state le segnalazioni all´Autorità giudiziaria. Sono stati riscossi oltre 2.500.000 euro, dei quali 115.000 relativi alla mancata adozione di misure di sicurezza da parte di pubbliche amministrazioni e aziende, e circa 1.540.000 relativi a mancata o inidonea informativa sia nel settore pubblico che privato. Sul fronte sanzioni è da sottolineare come, dall´inizio di quest´anno, sono già 5 i casi nei quali il Garante ha contestato la sanzione aggravata per aver commesso più violazioni in relazione a banche dati di particolare rilevanza o dimensioni. Le sanzioni hanno riguardato società che hanno ceduto illecitamente banche dati contenenti informazioni su milioni di cittadini ad altre aziende per l´attività di marketing anche telefonico. Le violazioni hanno determinato anche l´adozione di provvedimenti inibitori e, in qualche caso, la trasmissione degli atti alla procura della Repubblica. I procedimenti sanzionatori, tuttora in corso, prevedono la possibilità di applicare  
   
   
GIUSTIZIA ITALIANA: IL BLOGGER NON REGISTRATO RISCHIA DI PIÙ  
 
La registrazione del blog non è obbligatoria, ma è opportuna se si intende fruire delle tutele costituzionali previste a protezione della stampa. L’ordinanza del 21 giugno dell´Xi sezione penale, come giudice del riesame, del Tribunale di Milano ha confermato il provvedimento di sequestro deciso dal Gip nei confronti di parte di un articolo pubblicata su un sito di informazione politica, precisando che può essere eseguito il sequestro di un articolo uscito su un sito anche se il blog non è stato registrato e non ne è stato indicato il direttore responsabile. Secondo il tribunale le garanzie attribuite dalla legge alle pubblicazioni su carta possono essere estese all´online solo se sono state adempiute alcune prescrizioni a tutela della collettività come la registrazione. L’adempimento consente, infatti, l´identificazione preventiva dei responsabili del prodotto editoriale, garantendo così lettori. L’ordinanza muove dall´acquisita equiparazione tra articolo su carta e articolo telematico operata dall´articolo 1 della Legge n. 62/2001, con relativo obbligo di registrazione, quando l´editore intende ottenere le sovvenzioni previste per il settore e disciplinate dalla medesima legge. Per quanto riguarda il resto, non vige alcun obbligo. Spetta quindi all´interprete valutare, caso per caso, se le disposizioni che riguardano la stampa si possono estendere anche alle pubblicazioni online come un blog  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: IVA E PRESTITI A TASSI USURAI  
 
La domanda della Corte di Cassazione è stata proposta nell’ambito di una controversia tra il sig. Curia e il Ministero dell’Economia e delle Finanze nonché l’Agenzia delle Entrate, in ordine ad un avviso di rettifica Iva, concernente redditi derivanti da attività di prestito ad usura. L’ufficio di Rossano (Cosenza) dell’Agenzia delle Entrate ha emesso un avviso di rettifica Iva dovuta per l’anno 1994 per l’omessa dichiarazione di corrispettivi per un imponibile di Itl 629 220 964, ed un relativo debito d’imposta di Itl 96 844 000, per un ammontare complessivo dovuto pari a Itl 255 690 000 (120.000 euro). Gli importi non dichiarati provenivano da attività di prestito ad usura (illecito penale e per cui il Curia è stato condannato nel 2002). Tanto l’ufficio finanziario che il giudice di primo grado e d´appello avevano ritenuto tutte le poste positive bancarie quali ricavi non dichiarati da attività d’impresa assoggettabili all´Iva. Il sig. Curia ha impugnato la sentenza d´appello dinanzi alla Corte di cassazione che ha chiesto, in sostanza, alla Corte Ue se l’attività di prestito ad usura rientri, nonostante la sua natura illecita, nell’ambito di applicazione della Sesta direttiva Cee 77/388/Cee; se uno Stato membro possa assoggettare tale attività all’Iva, quando invece l’attività di concessione di crediti a tassi non eccessivamente elevati è esente. La Corte ricorda che per giurisprudenza consolidata, il principio di neutralità fiscale non consente una distinzione generale fra le operazioni lecite e le operazioni illecite. Ne deriva che la qualificazione di un comportamento come riprovevole non comporta, di per sé, una deroga all’assoggettamento all’imposta. Il prestito in denaro costituisce un’attività economica, secondo il diritto italiano, che non è soggetta ad un divieto assoluto. Solo i prestiti ad usura (concessi contro interessi eccessivamente elevati) sono vietati. Non è affatto esclusa una concorrenza tra i prestiti ad usura illeciti e i crediti leciti, a tassi di mercato normali. Pertanto, l’attività di prestito ad usura rientra nell’ambito di applicazione della Sesta direttiva, che, anche per l’esenzione dall’Iva non delinea alcuna distinzione fra crediti leciti e crediti illeciti. Gli Stati membri non possono quindi limitare l’esenzione Iva ai soli prestiti leciti. La Corte ricorda che gli Stati membri possono comunque reprimere la trasgressione del divieto di prestiti ad usura mediante le opportune sanzioni. In conclusione uno Stato membro non può assoggettare all’Iva l´attività di prestito in denaro a tassi usurai, qualora invece l’attività di concessione di prestiti in denaro ad interessi non eccessivamente elevati sia esente da tale imposta. (Ordinanza del 7/7/2010, C-381/09, Gennaro Curia/ministero dell’Economia e delle Finanze, Agenzia delle Entrate)  
   
   
LE PMI ITALIANE ACCEDONO AGLI APPALTI PUBBLICI PIÙ DELLA MEDIA UE  
 
Gli appalti pubblici per l’innovazione sono una autentica sfida per le imprese italiane, soprattutto le medio-piccole,che nel nostro Paese già accedono agli appalti pubblici (49%) in misura maggiore rispetto al dato medio europeo (39%). È quanto emerge dall’indagine conoscitiva «Appalti pubblici per l’innovazione», commissionata dalla Direzione Generale per la Politica Industriale e la Competitività del Ministero dello Sviluppo Economico e realizzata dall’Ipi. In generale, la domanda pubblica in Italia corrisponde al 14,08% del Pil, minore rispetto al dato medio dell’Europa a 27 (17,23%), il dato però costituisce un significativo miglioramento rispetto all’11% del 2004. La domanda pubblica a scopi di innovazione è prevalentemente utilizzata in Italia per gli appalti verdi e l’e-Procurement. L’indagine, inoltre, ha complessivamente messo in evidenza che nel nostro Paese lo strumento della domanda pubblica a scopi di innovazione soffre ancora di un «deficit di attenzione» da parte delle istituzioni, tradizionalmente più orientate all’utilizzo di politiche a supporto dell’offerta tecnologica. Lo studio ha anche rilevato che ci sono segnali che lasciano intravvedere la possibilità di ricorrere agli appalti pubblici nell’ambito della politica industriale, partendo ad esempio dalla valorizzazione dell’interesse espresso per gli appalti verdi, soprattutto da parte delle amministrazioni locali, e dalla creazione di specifiche competenze nel settore pubblico. Da qui l’esigenza che l’autorità pubblica riconosca innanzitutto l’importanza degli appalti pubblici nell’ambito di una strategia nazionale di sviluppo del sistema produttivo a medio-lungo termine quale fattore chiave. La Commissione Europea nel 2008 ha lanciato la «Lead Market Initiative» (Lmi) per favorire l’innovazione in sei “mercati guida”: eHealth, tessili protettivi, costruzioni sostenibili, riciclo dei materiali, prodotti biologici ed energie rinnovabili, attraverso diversi strumenti di regole condivise, tra cui proprio gli appalti pubblici. In Italia gli appalti per le amministrazioni pubbliche centrali sono concentrati attraverso la Consip, con un sistema di governance di interesse a livello Ue. A livello territoriale c’è una notevole vivacità e intraprendenza delle amministrazioni nella realizzazione di appalti pubblici che, in particolare, si concentrano nell’integrare esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto, promuovendo attività di formazione degli amministratori pubblici, di assistenza tecnica, di informazione e sensibilizzazione pubblica. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha incluso gli appalti pubblici nella strategia di sviluppo industriale «Industria 2015». Nell’ambito dei Progetti di Innovazione Industriale (Pii) sono infatti presenti riferimenti all’utilizzo degli appalti pubblici per fini di innovazione nell’ambito delle “azioni connesse”, laddove si prevede il coinvolgimento delle autorità pubbliche nei progetti finanziati in qualità di utilizzatori finali delle tecnologie sviluppate. Inoltre lo stesso Dicastero, con il lancio di un apposito bando nell’ambito del Poi «Energie rinnovabili e risparmio energetico», ha chiamato il settore pubblico a giocare un ruolo attivo nel promuovere e sostenere lo sviluppo di tecnologie basate su fonti rinnovabili. Un ulteriore impulso alla promozione di questo strumento, soprattutto attraverso la partecipazione attiva delle Pmi, deriverà dalla concreta applicazione della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri, di recente approvazione, «Attuazione della Comunicazione della Commissione Ue del 25 giugno 2008 – Pensare anzitutto piccolo. Uno Small Business Act per l’Europa»  
   
   
INPS: SERVIZI CHE DAL 2011 SARANNO GESTITI SOLO IN VIA TELEMATICA  
 
Con nota dell’8 settembre l’Inps ha comunicato che dal prossimo 1° gennaio 2011 per una ventina di servizi erogati, gli utenti non potranno più utilizzare il doppio canale (sportello e sito internet), ma esclusivamente la modalità telematica. In particolare, alcuni dei servizi che l´Inps gestirà solo con il formato telematico sono: le segnalazioni di variazioni contributive; la richiesta di accentramento contributivo; tutte le tipologie di ricorsi; l´indennità di mobilità ordinaria; l´iscrizione e la richiesta di variazione per la Gestione Separata, la richiesta di disoccupazione ordinaria e agricola  
   
   
EDITORIA D’ARTE TRA EBOOK E SMARTPHONE: ARTELIBRO- FESTIVAL DEL LIBRO D’ARTE A BOLOGNA - UNA TAVOLA ROTONDA PROMOSSA DA AIE - 24 SETTEMBRE  
 
L’editoria d’arte “tra e-book e smartphone”. Sarà dedicata proprio a questo tema la tavola rotonda promossa dall’Associazione Italiana Editori (Aie) nell’ambito della settima edizione di Artelibro-festival del libro d’Arte (Bologna, 24-26 settembre) e in programma domani, 24 settembre, alle 11.30 nell’Auditorium Enzo Biagi della Biblioteca Salaborsa di Bologna (piazza Nettuno, 3). Nel corso dell’appuntamento, dal titolo “Tra e-book e smartphone. I futuri possibili dell’editoria d’arte e per il turismo culturale” si ci confronterà su come ebook e smartphone, iPhone e iPad proporranno nei prossimi anni nuovi modi di immaginare e realizzare libri e cataloghi d’arte e ancora guide destinate al turismo culturale. Muovendo da una ricognizione di quello che musei ed editori stranieri e italiani stanno proponendo oggi, i partecipanti alla tavola rotonda si chiederanno se questi nuovi device potranno offrire un modo diverso di immaginare e fare editoria d’arte, in un mercato dove rese e costi di produzione della carta rendono sempre più problematica la gestione della filiera. Il programma – Al dibattito si confronteranno, coordinati dal vicedirettore de Il Resto del Carlino Pier Luigi Masini, il consigliere delegato della Marsilio Editore Luca De Michelis, il responsabile progetti speciali Electa Mondadori Luciano Mornacchi, il responsabile ufficio studi di Aie Giovanni Peresson e la responsabile del settore nuove tecnologie di Aie Cristina Mussinelli