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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Ottobre 2010
COLLOCAMENTO OBBLIGATORIO NELLA PROVINCIA DI MILANO: COMPUTO ON LINE DEI LAVORATORI DIVENUTI DISABILI  
 
I datori di lavoro privati, collegandosi al sito della Provincia di Milano, possono fare richiesta on line per la computabilità dei lavoratori divenuti disabili durante il corso del rapporto di lavoro. Le aziende che utilizzeranno la modalità on line in questa prima fase dovranno inoltrare anche la documentazione cartacea  
   
   
IL DATORE DI LAVORO VERIFICA LA REGOLARITÀ DEL PERMESSO DI SOGGIORNO  
 
La Sezione I della Cassazione Penale con sentenza n. 25990 dell´8 luglio 2010 ha affermato che il datore di lavoro, prima di procedere all´assunzione, deve verificare se il lavoratore straniero sia in possesso di regolare permesso di soggiorno o ne abbia richiesto il rinnovo. Il datore di lavoro non può limitarsi ad accettare generiche dichiarazioni del lavoratore in merito al possesso dei requisiti di legge. L´occupazione di un cittadino extracomunitario privo del permesso di soggiorno comporta la condanna del datore di lavoro alle sanzioni penali previste dall’art. 22, comma 12, del Decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286  
   
   
TESI DI LAUREA IN SERVIZI INFORMATIVI  
 
La tesi di laurea di una studentessa dell´università tor Vergata in servizi informativi aziendali analizza il Crm nei mercati consumer e cita tra gli esempi di successo in Italia proprio Siseco e il suo amministratore delegato come opinion leader. L´eccellenza dell´Altomilanese diventa oggetto di una tesi universitaria. E´ quanto successo a Siseco, società con sede a San Vittore Olona leader nel settore It che sviluppa soluzioni rigorosamente made in Italy, che è stata citata tra i maggiori esperti di Crm nella tesi realizzata da Sabina Santoro dell´Università Tor Vergata di Roma con il professor Luca Gnan. Santoro, studentessa di 24 anni di Roma, si è laureata con 110 e lode nel corso di Economia e Management con una tesi dal titolo "Il Crm nei mercati consumer: un modello di analisi". Per la sua dissertazione finale ha intervistato i principali attori del settore Crm (Customer relationship management, la gestione delle relazioni con i clienti), e tra questi non poteva mancare Siseco: «L´azienda di San Vittore è una di quella che spiccano nel panorama italiano, soprattutto per le soluzioni "su misura" che riesce a realizzare grazie a software interamente sviluppati all´interno della struttura, ed è anche stata una delle più puntuali ed attente a partecipare al mio lavoro di analisi» afferma Santoro, che attualmente lavora per una società multinazionale. L´amministratore delegato di Siseco, Roberto Lorenzetti, analizza in un´intervista il mercato italiano e le sue prospettive: «Il tessuto imprenditoriale italiano è rimasto a tutt´oggi ancora agli schemi della Pmi, in cui la strutturazione dei processi e la complessità organizzativa è molto differente rispetto ad altri paesi anglosassoni ed ancora di più alle aziende Usa. La cultura ed il background di oltre 60 anni di storia italiana, sommati ai costi produttivi incompatibili con la produttività del bel Paese, hanno fatto si che le imprese non siano ancora riuscite ad allinearsi alle colleghe inglesi o americane, specialmente quelle piccole e medie. Per le grandi imprese il discorso è differente, ma le situazioni di crisi e di internazionalizzazione sembrano "togliere" all´Italia la titolarità di alcune aziende, che probabilmente fatturano di più all´estero che all´interno. Nella piccola impresa, stanno riscontrando un certo successo gli strumenti on demand. In ogni caso, chi sta credendo negli strumenti moderni per gestire al meglio le richieste dei clienti, le relazioni con gli stessi, personalizzando offerte e comportamenti, sta ottenendo ottimi riscontri, soprattutto in questi ultimi 18 mesi di crisi profonda. I sistemi Crm sono diventati più maturi e flessibili, per accogliere integrazioni con costi più contenuti e tempi più rapidi». Nella sua tesi così Sabina Santoro descrive la Siseco Srl: "è un´azienda leader nel settore It e sviluppa soluzioni rigorosamente "Made in Italy" grazie a un team interno di ingegneri e tecnici. È nata nel 1987 ed ha sede a san Vittore Olona; è specializzata in soluzioni Crm e di business contact management professionale. L´azienda è attualmente in crescita; nel 2009 il suo fatturato è cresciuto del 6% ed ha acquisito oltre 35 nuovi partner. Può attualmente contare su un patrimonio di oltre mille clienti e 25mila utenti in settori molto diversi fra loro, come la pubblica amministrazione, l´industria manifatturiera, i servizi di telecomunicazioni, l´energia e il retail. Siseco punta sulla capacità di rinnovarsi e di adeguarsi alle esigenze del mercato e su una politica commerciale aggressiva e mirata. Si mostra particolarmente recettiva sul fronte dei moderni mezzi di comunicazione via Internet e dei social network (blog, web tv, Linkedin...). Il suo software "storico" è Gat.crm, che vanta 5 milioni di contatti al giorno gestiti da 25mila utenti, ed ha lanciato un Crm di nuova generazione, b.Com, realizzato in un´ottica 2.0 e particolarmente apprezzato dalle piccole e medie imprese poiché, essendo disponibile sia on premise che on demand, può consentire un investimento dal costo mensile fisso e prevedibile. Tra i clienti di Siseco c‟è Telecom Italia, in cui è stato realizzato un progetto di Sfa che ha consentito l‟automazione di oltre 500 commerciali sul territorio, grazie a dispositivi mobili sui quali è possibile visualizzare gli appuntamenti, registrare le visite compiute e caricare direttamente i contratti conclusi, fornendo utili feedback al marketing."  
   
   
DIRITTO EUROPEO: I MINISTRI DELLA GIUSTIZIA DELL’UE APPROVANO LA LEGGE SUL DIRITTO ALLA TRADUZIONE E ALL´INTERPRETAZIONE NEI PROCEDIMENTI PENALI  
 
I ministri della Giustizia dell´Unione europea hanno approvato una legge a tutela del diritto alla traduzione e all´interpretazione nei procedimenti penali. La norma era già stata approvata dalla Commissione e dal Parlamento europeo. Per la prima volta in assoluto l’Unione introduce così delle norme minime comuni per i diritti della difesa nei procedimenti penali. La nuova legge garantisce infatti all´indagato il diritto all´interpretazione verso la propria lingua, dinanzi a tutti i giudici dell´Unione e in ogni fase del procedimento penale, anche nei contatti con il proprio legale. Questo primo passo verso un processo equo per tutti nell´intera Ue era atteso da tempo. Si tratta comunque solo della prima di una serie di misure volte a stabilire norme europee comuni nei procedimenti penali. Gli Stati membri hanno ora tre anni per recepire la nuova legge nei rispettivi ordinamenti nazionali. "Il momento è storico: è stata approvata la primissima legge sul diritto dei cittadini a un processo equo. Per la Commissione europea è un importante primo passo verso la correzione di uno squilibrio tra i diritti dell’accusa e i diritti della difesa, per una giustizia migliore e più efficace in Europa", ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria Ue per la Giustizia. " Spetta ora agli Stati membri recepire le nuove norme nel diritto interno e applicarle quanto prima, a beneficio dei cittadini.Inoltre dobbiamo accelerare i lavori per garantire un equilibrio effettivo tra i poteri dell’accusa e i diritti della difesa nei procedimenti penali. Chiedo quindi al Parlamento europeo e al Consiglio di lavorare sulla seconda misura – la dichiarazione dei diritti – proposta dalla Commissione lo scorso luglio". Era stata la Commissione - il 9 marzo scorso – a muovere il primo passo verso l’adozione di una serie di misure volte a stabilire norme europee comuni in materia penale, presentando una proposta legislativa che obbliga i paesi Ue a fornire agli indagati servizi completi di interpretazione e di traduzione. Il 15 di giugno il Parlamento europeo aveva poi votato a stragrande maggioranza un progetto di legge scaturito da un accordo di compromesso raggiunto tra il Consiglio, la Commissione e lo stesso Parlamento. Le nuove norme conferiranno ai cittadini il diritto di essere sentiti, di partecipare alle udienze e di ricevere assistenza legale nella propria lingua in ogni fase del procedimento penale dinanzi a tutti i giudici dell´Ue. La Commissione ha insistito sul diritto alla traduzione e all´interpretazione durante tutto il procedimento penale proprio per assicurare l´osservanza della convenzione europea dei diritti dell´uomo, della giurisprudenza della Corte di Strasburgo e della Carta dei diritti fondamentali dell´Ue. Grazie alla nuova normativa i cittadini riceveranno la traduzione scritta di tutti i documenti fondamentali – come ad esempio l´atto contenente i capi d´imputazione - e avranno diritto all´interpretazione durante tutte le udienze, gli interrogatori e i colloqui con il proprio avvocato. A questi diritti l´indagato può rinunciare solo se ha ricevuto assistenza legale o informazioni esaustive sulle conseguenze della rinuncia. È importante sottolineare che i costi della traduzione e dell´interpretazione saranno a carico dello Stato membro e non dell´indagato  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: RIMBORSO SPESE MEDICHE RELATIVE A APPARECCHIATURE PESANTI  
 
La normativa francese in materia di rimborso delle cure mediche programmate in un altro Stato membro è conforme al diritto dell´Unione. La Commissione ha adito la Corte di giustizia con un ricorso per inadempimento contro la Francia, sostenendo che talune disposizioni nazionali sul rimborso di alcune cure programmate – cure che l´assicurato intende ottenere in uno Stato membro diverso dalla Francia – sono in contrasto con il diritto dell´Unione. In primo luogo, la Commissione riteneva che le disposizioni del Codice francese della sicurezza sociale che subordinano il rimborso di cure programmate, in un altro Stato membro, al di fuori di un contesto ospedaliero, a previa autorizzazione della competente istituzione francese, qualora tali cure richiedano l´utilizzo di apparecchiature mediche pesanti, fossero in contrasto con la libera prestazione dei servizi. Si tratta, ad esempio, di dispositivi di immagine o apparecchi per spettrometria mediante risonanza magnetica nucleare utilizzati per la diagnosi ed il trattamento, in particolare, del cancro, di talune patologie motorie cerebrali, ecc.. In proposito la Corte dichiara che, secondo la sua costante giurisprudenza, le prestazioni mediche fornite a fronte di un corrispettivo rientrano nella sfera di applicazione della libera prestazione dei servizi, senza che occorra distinguere a seconda che le cure siano prestate in un contesto ospedaliero o fuori da tale contesto. Essa rileva che la libera prestazione dei servizi comprende la libertà dei destinatari dei servizi, in particolare delle persone che devono ricevere cure mediche, di recarsi in un altro Stato membro per ivi usufruire dei suoi servizi senza essere ostacolati da restrizioni. Ebbene, la previa autorizzazione richiesta dalla normativa francese ai fini del rimborso di spese mediche implicanti l’utilizzo di apparecchiature mediche pesanti è idonea a disincentivare gli iscritti al sistema di sicurezza sociale francese dal rivolgersi a prestatori di servizi medici stabiliti in un altro Stato membro, o addirittura ad impedire loro di usufruire di tali servizi. Questa circostanza costituisce effettivamente una restrizione della libera prestazione dei servizi. Tuttavia, a prescindere dall’ambito, ospedaliero o meno, in cui possono essere installate ed utilizzate, le apparecchiature mediche pesanti tassativamente elencate dal Codice della Sanità pubblica, considerato il loro carattere particolarmente oneroso, devono poter essere oggetto di una politica di pianificazione, come quella definita dalla normativa francese, soprattutto per quanto riguarda il loro numero e la loro ripartizione geografica, onde contribuire a garantire sull’intero territorio nazionale un’offerta di cure di alto livello razionalizzata, stabile, equilibrata ed accessibile, ma anche per evitare, per quanto possibile, gli sprechi di risorse finanziarie, tecniche ed umane. Ad esempio, i costi per l´acquisto e l´utilizzo delle apparecchiature necessarie per la diagnosi e la cura del cancro sono dell’ordine di migliaia o addirittura di milioni di euro. Di conseguenza, considerati i rischi per l’organizzazione della politica della sanità pubblica e per l’equilibrio del sistema finanziario della sicurezza sociale, il requisito della previa autorizzazione per questo genere di cure costituisce, allo stato attuale del diritto dell’Unione, una restrizione giustificata. La Corte ricorda però che un regime di previa autorizzazione deve essere fondato su criteri oggettivi, non discriminatori e noti in anticipo, in modo da circoscrivere l’esercizio del potere discrezionale delle autorità nazionali affinché esso non sia usato in modo arbitrario. Un tale regime di autorizzazione deve poi basarsi su un sistema procedurale di facile accesso e tale da garantire agli interessati che la loro domanda sarà trattata entro un termine ragionevole ed in modo oggettivo e imparziale, dovendo inoltre eventuali dinieghi di autorizzazione poter essere impugnati nell’ambito di un ricorso giurisdizionale. In questa fattispecie, la Commissione non ha formulato alcuna specifica critica sulle norme procedurali e sostanziali francesi che disciplinano il provvedimento di previa autorizzazione. In secondo luogo, la Commissione sosteneva che la Francia non ha attuato la giurisprudenza della Corte secondo cui, se il rimborso di spese sostenute per servizi ospedalieri prestati nello Stato membro di dimora, che risulta dall’applicazione delle norme vigenti in tale Stato membro, è inferiore a quello che sarebbe risultato dall’applicazione della normativa vigente nello Stato membro di iscrizione in caso di ricovero ospedaliero in quest’ultimo, all’assicurato dev’essere concesso da parte di detta istituzione un rimborso complementare pari a tale differenza. Su questo punto la Corte rileva che le disposizioni francesi stabiliscono che un paziente, in caso di cure ospedaliere prestate in un altro Stato membro, può usufruire di un rimborso alle stesse condizioni che sarebbero applicabili se le cure fossero state ricevute in Francia e nei limiti delle spese effettivamente sostenute dall’assicurato. Queste disposizioni includono quindi il diritto di un iscritto al sistema francese ad un rimborso complementare a carico dell’istituzione francese competente nell’ipotesi di differenza dei livelli di copertura sociale tra lo Stato d´iscrizione e quello del luogo di ricovero, come previsto dalla giurisprudenza della Corte. Tale conclusione è confermata dalla circostanza che la Commissione non ha individuato disposizioni nazionali che contrastino con la giurisprudenza della Corte. Parimenti, la Commissione non ha menzionato alcuna decisione dei giudici francesi che abbia negato questo diritto al rimborso complementare né una qualche prassi amministrativa che possa aver privato gli iscritti di tale diritto. Pertanto, il ricorso della Commissione contro la Francia è respinto in toto. (Sentenza 5 ottobre 2010 nella causa C-512/08, Commissione / Francia)  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: OBBLIGATORIO IL COORDINATORE DI SICUREZZA E IL PIANO DI SICUREZZA NEI CANTIERI  
 
Allorché più imprese sono presenti in un cantiere, il diritto dell’Unione esige che venga designato un coordinatore per la sicurezza e che questi rediga un piano di sicurezza qualora esistano rischi particolari . La circostanza che un permesso di costruire sia o no richiesto è irrilevante. La direttiva riguardante le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili stabilisce che, in ogni cantiere in cui sono presenti più imprese, il committente o il responsabile dei lavori designa un coordinatore per la sicurezza e la salute, il quale è incaricato dell’attuazione dei principi generali di prevenzione e di sicurezza per la tutela dei lavoratori. Essa prescrive altresì che il committente o il responsabile dei lavori controlli che sia redatto un piano di sicurezza nel caso in cui si tratti di lavori che comportano rischi particolari per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Tali lavori sono indicati in un elenco, non esaustivo, contenuto nella direttiva. In base alla legge italiana che traspone detta direttiva, l’obbligo di designare tale coordinatore e di redigere un siffatto piano non si applica ai lavori privati non soggetti a permesso di costruire. Nel 2008 gli ispettori del servizio di tutela del lavoro della Provincia autonoma di Bolzano hanno effettuato un’ispezione presso un cantiere edile avente ad oggetto il rifacimento della copertura del tetto di una casa di abitazione ad un’altezza di circa 6‑8 metri. Il parapetto, l’autogrù e la manodopera erano forniti da tre imprese diverse presenti contemporaneamente nel cantiere. Il rilascio di un permesso di costruire non era richiesto ai sensi della legislazione italiana. Contro la proprietaria dell’immobile, committente dei lavori, è stato avviato un procedimento penale per violazione degli obblighi di sicurezza imposti dalla direttiva. Il Tribunale di Bolzano nutre dubbi riguardo alle deroghe che il diritto italiano prevede in relazione all’obbligo di designare un coordinatore per la sicurezza. Tale giudice ritiene che il legislatore – nel supporre che un cantiere di lavori privati sia di modesta entità e dunque privo di rischi – non avrebbe considerato che anche lavori non soggetti a permesso di costruire possono essere complessi e pericolosi e richiedere, di conseguenza, la nomina di un coordinatore per la sicurezza. Detto giudice chiede alla Corte di giustizia, in sostanza, se la direttiva osti ad una normativa nazionale che, da un lato, nel caso di un cantiere di lavori privati non soggetti a permesso di costruire e nel quale sono presenti più imprese, consenta di derogare all’obbligo di nominare un coordinatore per la sicurezza tanto per la progettazione dell’opera quanto per la realizzazione dei lavori, e che, dall’altro, preveda l’obbligo per il coordinatore di redigere un piano di sicurezza e di salute nel solo caso in cui, in un cantiere di lavori privati non soggetti a permesso di costruire, intervengano più imprese. La legislazione italiana relativa all’obbligo previsto dalla direttiva di designare i coordinatori e di redigere un piano di sicurezza è già venuta all’esame della Corte. Nella sentenza odierna, la Corte ricorda, in primo luogo, che la direttiva stabilisce senza equivoci l’obbligo di nominare un coordinatore in materia di sicurezza e di salute per ogni cantiere in cui sono presenti più imprese. Detta direttiva non ammette, quindi, alcuna deroga a tale obbligo. Pertanto, un coordinatore in materia di sicurezza e di salute deve essere sempre nominato per qualsiasi cantiere in cui sono presenti più imprese al momento della progettazione o, comunque, prima dell’esecuzione dei lavori, indipendentemente dalla circostanza che i lavori siano soggetti o meno a permesso di costruire ovvero che tale cantiere comporti o no rischi particolari. La direttiva osta dunque ad una normativa nazionale che, nel caso di un cantiere di lavori privati non soggetti a permesso di costruire e nel quale sono presenti più imprese, consenta di derogare all’obbligo (incombente al committente o al responsabile dei lavori) di nominare un coordinatore per la sicurezza e la salute al momento della progettazione dell’opera o, comunque, prima dell’esecuzione dei lavori. In secondo luogo, per quanto riguarda il piano di sicurezza e di salute, la direttiva autorizza gli Stati membri, previa consultazione delle parti sociali, a derogare all’obbligo di redigerlo, tranne nel caso in cui si tratti di lavori che comportano rischi particolari quali quelli enumerati nella direttiva o di lavori per i quali è richiesta una notifica preliminare. Ne consegue che, per qualsiasi cantiere i cui lavori comportino rischi particolari, quali quelli elencati nella direttiva, deve essere redatto, prima della sua apertura, un piano di sicurezza e di salute, essendo irrilevante a tale riguardo il numero d’imprese presenti nel cantiere stesso. La direttiva osta, pertanto, ad una normativa nazionale che preveda l’obbligo per il coordinatore della realizzazione dell’opera di redigere un piano di sicurezza e di salute nel solo caso in cui, in un cantiere di lavori privati non soggetti a permesso di costruire, intervengano più imprese, e che non assuma come criterio a fondamento di tale obbligo i rischi particolari quali contemplati in detta direttiva. (Sentenza nella causa C-224/09, Procedimento penale contro Martha Nussbaumer)  
   
   
324 EDITORI ITALIANI PRESENTI DAL 6 AL 10 OTTOBRE ALLA BUCHMESSE  
 
Si conferma rilevante la presenza degli editori italiani alla 62ma edizione della Buchmesse, il più importante appuntamento internazionale per lo scambio dei diritti in programma a Francoforte dal 6 al 10 ottobre: alla Fiera internazionale del Libro di Francoforte sono infatti arrivati per questa edizione 324 editori italiani. 6.930 sono stati gli espositori provenienti da 113 diversi Paesi che hanno occupato i 171.790 metri quadrati della Fiera con oltre 300mila titoli in mostra e con l’Argentina ospite d’onore. A inaugurare ufficialmente il Padiglione italiano il 6 ottobre è stato il Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali Francesco Maria Giro insieme al presidente dell’Associazione Italiana Editori Marco Polillo, l’ambasciatore Michele Valensise, il console italiano a Francoforte Bernardo Carloni e i principali editori italiani.. L’editoria italiana è stata rappresentata da un Punto Italia, di 276 metri quadrati, collocato nel padiglione 5 (Halle 5.1 C902) e realizzato dall’Associazione Italiana Editori (Aie), dall’Istituto per il Commercio Estero (Ice) e dal Ministero per lo Sviluppo Economico in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Nel Punto Italia sono stati presentati ed esposti circa 1500 titoli di 54 editori italiani ed è stato possibile consultare online il database dei libri in commercio. Continua il trend positivo che vede ridursi progressivamente il peso delle opere di autori stranieri sul totale della produzione libraria italiana: non solo le case editrici hanno migliorato la loro capacità di vendere titoli all’estero e di stare sui mercati internazionali, ma sono state capaci di “produrre” autori – dalla narrativa all’illustrazione per bambini, alla saggistica – che possono interessare le editorie straniere. Oggi i titoli tradotti da lingue straniere sono infatti 10.046, pari al 20,1% del totale di quelli pubblicati (nel 1997 erano il 24,9%); le copie stampate e distribuite non di autori italiani sono invece pari al 36,7% (nel 1997 erano il 40,3%). Un segnale positivo è dato inoltre dalle coedizioni, che negli ultimi anni coinvolgono sempre più anche enti non propriamente editoriali (musei, fondazioni, ecc.) e segnano un raddoppio dei titoli pubblicati in dieci anni, arrivando a rappresentare l’1,2% del totale dei titoli pubblicati. Sul totale delle novità di autori italiani pubblicate (39.721), il 9,6% è stato venduto all’estero, la percentuale più alta dal 2001 e in continua crescita  
   
   
POLILLO (AIE): “SIAMO STATI ABBANDONATI”  
 
“Come imprenditori non abbiamo mai smesso di lavorare e di investire. Abbiamo bisogno però come non mai che al nostro fianco lavorino il mondo politico e le Istituzioni. La verità è che dopo tante speranze, siamo stati abbandonati. Lo abbiamo visto sul fronte delle tariffe agevolate in editoria, degli intoppi burocratici per far partire il nostro progetto di accessibilità per i non vedenti. Assistiamo al silenzio del nostro Governo per l’Iva agevolata sull’ebook e sulla tutela del diritto d’autore. Ci piacerebbe essere smentiti ma purtroppo tutto questo è realtà”. E’ di forte critica il messaggio lanciato dal presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie) Marco Polillo al Governo, rappresentato dal Sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali Francesco Maria Giro, nella cornice della 62ma edizione della Buchmesse di Francoforte, il più importante appuntamento internazionale per lo scambio dei diritti in programma sino al 10 ottobre e a cui partecipano trecentoventiquattro editori italiani. “La difesa del libro italiano – ha sostenuto il Sottosegretario Giro – deve diventare una priorità del nostro Governo. Dobbiamo accogliere le richieste degli editori sulle tariffe postali agevolate, sull’abbassamento dell’Iva per il libro digitale, sugli aiuti all’editoria scolastica. Nei prossimi giorni avvieremo un confronto forte tra le parti”. E’ infatti un quadro a luci e ombre quello che connota l’editoria italiana nel 2009 (la sintesi del Rapporto 2010, a cura dell’ufficio studi di Aie, è in allegato): a una diminuzione del giro d’affari complessivo (-4,3%: oggi il mercato librario vale 3,4miliardi di euro) e della produzione di titoli (-0,5%; si producono oggi oltre 58mila titoli) fa da contraltare una crescita del fatturato nei canali trade (quelli rivolti direttamente al pubblico: +3,5%) e un aumento della lettura di libri (+1,1%, pari a 800mila nuovi lettori). Ciò che si è consolidato è il nuovo fenomeno degli e-book che già a Natale 2010 raggiungerà la quota dello 0,1% sul totale (3,4milioni di euro). Il libro si compra sempre nelle più nelle librerie di catena, un po’ meno al supermercato, un po’ più in edicola, molto più online – Gli italiani nel 2009 continuano a preferire la libreria per l’acquisto dei libri (+2,5%). Crescono in particolare le vendite nelle librerie di catena (+4,6%) e nelle librerie online (+13,9%). Diminuiscono in modo importante invece il rateale (-20,4%) e i collezionabili (-31,4%). Migliorano ancora i rapporti all’estero: cresce l’export del libro, diminuiscono (ancora) le traduzioni – Cresce ancora l’export del libro italiano, attestandosi a 42milioni di euro (+2,2% rispetto all’anno precedente). E continua il trend positivo che vede ridursi il peso delle opere di autori stranieri sul totale della produzione libraria: oggi i titoli tradotti sono 10.046, corrispondenti al 20,1% del totale di quelli pubblicati (nel 1997 erano il 24,9%); le copie stampate e distribuite non di autori italiani sono pari al 36,7% (nel 1997 erano il 40,3%). I primi sei mesi del 2010: con il segno + (nei canali trade): E’ un andamento positivo quello che si registra nei canali trade (librerie, Gdo, vendite on-line) nel primo semestre 2010: +2,1%. Le librerie on-line fanno segnare un +24,5% rispetto al giugno 2009 e le librerie di catena (anche per un loro aumento numerico) un +6,3%. Solo le librerie a conduzione familiare confermano, in questa prima parte dell’anno, le difficoltà a mantenere la loro quota di mercato, facendo segnare un -2,2% sul giugno 2009  
   
   
LUGO: PRIMA EDIZIONE DELLE FIERA DELL’EDITORIA INDIPENDENTE - 16 E 17 OTTOBRE  
 
Per un intero weekend, sabato 16 e domenica 17 ottobre, nei suggestivi chiostro e corridoi del Carmine di piazza Trisi, nel cuore di Lugo, si svolgerà la prima fiera dell’editoria indipendente italiana organizzata sul territorio romagnolo. Vi partecipano più di 60 editori provenienti da tutta Italia e in programma ci sono anche quattordici presentazioni. Un’occasione da non perdere per scoprire e conoscere le ultime pubblicazioni di questi editori, anche piccoli di dimensioni, ma grandi negli obiettivi e nella qualità dei propri lavori. Lavori che spesso faticano ad emergere e che, invece, in situazioni come quella che si vuole creare a Lugo possono trovare la loro giusta ribalta e considerazione del pubblico. La fiera, che fa parte del ricco programma del festival “Il canto della parola”, in svolgimento nella Bassa Romagna fino al 24 ottobre, gode del patrocinio di Fidare - Federazione Italiana degli Editori Indipendenti, Regione Emilia Romagna, Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, Provincia di Ravenna ed è organizzata da Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Controsenso associazione culturale, Discanti editore in collaborazione con l’Università per Adulti di Lugo. Sabato 16 ottobre: ore 16.30, Presentazione di C’era una scuola di Giuseppe Gamberini (Walberti); ore 17.15 Presentazione della collana L’altra Storia / Medioevo e dei volumi Come rose d’inverno. Le signore della corte estense nel ‘400 di Maria Serena Mazzi, Donne medievali di Enrica Guerra e Salariati nel medioevo di Maria Paola Zanoboni (Nuovecarte); ore 18.00 Presentazione del romanzo Le mani in faccia di Luca Martini (Voras) intervengono l’autore, Massimo Padua e Marta Canarini; ore 18.45 Presentazione della raccolta di racconti Antropometria di Paolo Zardi (Neo) reading e interventi dell’autore. Domenica 17 ottobre: ore 10.15 Presentazione del libro storico-politico Per un marxismo libertario di Daniel Guérin (Massari) interviene l’editore e curatore del volume Roberto Massari; ore 11.00 Presentazione del saggio Storia dell’astrologia. Trattato astrologico di quanto influiscono le stelle dal cielo di Paolo Puntar (Granviale); ore 11.45 Presentazione del romanzo Ti tengo d’occhio. Io e il signor Parkinson quattro anni dopo di Daniela Zampirollo (Apogeo) intervengono l’autrice e l’editore Paolo Spinello; ore 14.15 Presentazione del saggio Manifesto della moda durevole di Germano Cioni, da un’idea di Giannozzo Pucci (Libreria editrice fiorentina) interviene l’autore; ore 15.00 Presentazione del romanzo Un sogno chiamato Vittoria di Emanuela Susmel (Inedition) intervengono l’autrice e il direttore editoriale Rino Tripodi, reading dal libro; ore 15.45 Presentazione del romanzo La leggenda della gru bianca di Tiziana Colasanti (Caribou) intervengono l’autrice e l’editore Paolo Pellegrini; ore 16.30 Presentazione del romanzo Alit e il principe di porpora di Peg Fly (Il ciliegio); ore 17.15 Presentazione del romanzo La città nera di Mauro Baldrati (Perdisa) intervengono l’autore e il giornalista Nevio Galeati; ore 18.00 Presentazione della raccolta di poesie illustrate Dimmi di Davood Lotfollah (Serendipità) reading con Zeinab Heidary Firooz; ore 18.45 Presentazione de La Bibbia – Rimini come Magonza, un progetto di traduzione ex novo dei libri biblici a opera di scrittori contemporanei (Raffaelli) intervengono l’editore Walter Raffaelli e Gian Ruggero Manzoni. Per informazioni: Discanti editore, telefono e fax 0545 63002 www.Cantodellaparola.it  
   
   
LEAD COMMUNICATION HA OSPITATO L’IPREX EMEA MEETING 2010  
 
Dal 7 al 9 ottobre presso l’Hotel Crivi’s ha avuto l’Iprex Emea Meeting 2010, il convegno di uno dei più grandi network internazionali delle agenzie indipendenti di relazioni pubbliche. Lead Communication, dinamica agenzia milanese con all’attivo quasi 20 anni di esperienza nel settore, in qualità di partner italiano del network, organizza e ospita la tre giorni di convegni e workshop dedicata ai soci Iprex d’Europa, del Medio Oriente e dell’Africa. Iprex è fra le più grandi associazioni al mondo di agenzie indipendenti di relazioni pubbliche. Fondata nel 1983, i suoi 69 partner hanno 90 sedi nel Nord e nel Sud America, in Europa, nel Medio Oriente e nell’Asia del Pacifico per un ricavo complessivo di 135 milioni di dollari annui. I suoi 1270 soci professionisti forniscono una vasta gamma di servizi ad alcune delle più importanti società del mondo. Il convegno di Milano ha affrontato il tema delle strategie per la crescita attraverso i contributi di alcuni dei partner internazionali del network e gli interventi di Santo Versace, presidente della Fondazione Altagamma, di Gianni Versace Group e deputato del Palamento italiano, e la Masterclass di Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche. Lead Communication, che vanta un portfolio di oltre 50 clienti fra cui gran parte delle eccellenze italiane del food, della moda e del largo consumo, è guidata da Anita Lissona, giornalista pubblicista, socia Assorel e Ferpi, che ne è anche la fondatrice. “Questo meeting, ma in generale tutti i meeting Iprex a cui ho potuto partecipare – afferma Anita Lissona - sono sempre una preziosa occasione per allargare i confini del nostro lavoro per la possibilità di confrontarsi con diversi Paesi e con metodi e prospettive propri di culture diverse, tra cui quelle in cui la nostra professione si è storicamente formata. Non a caso il network Iprex nasce e si sviluppa inizialmente negli Usa  
   
   
APRIL AL FORUM DELLA DISTRIBUZIONE ASSICURATIVA  
 
Anche quest’anno April Italia ha partecipato, in qualità di sponsor, al Forum della Distribuzione Assicurativa organizzato da Assicura, che si è tenuto il 6 e 7 Ottobre presso il Palazzo delle Stelline a Milano. Il Forum è stato l’occasione per April Italia per presentare agli Intermediari Assicurativi i servizi e le opportunità di partnership commerciale. Il Forum ha permesso ad April Italia di rinnovare l’impegno nel Sociale iniziato all’inizio dell’anno al fianco di Agire (Agenzia Italiana in Risposta alle Emergenze). Durante l’evento, infatti, April ha sostenuto le iniziative di Agire a favore della popolazione del Pakistan, duramente colpita dalle recenti inondazioni, mettendo a disposizione presso il desk espositivo un salvadanaio destinato alla raccolta dei fondi  
   
   
SOLUZIONE TEMPORARY MANAGEMENT DI MAURIZIO QUARTA  
 
Il nuovo libro di Maurizio Quarta si rivolge alle aziende ed ai manager per far sì che si parli nei giusti modi e nelle giuste misure di Temporary Management , uno strumento utile, che non serve sempre, comunque e dovunque, e che ha successo solo se correttamente applicato nelle opportune situazioni. L’interesse delle aziende, specie delle Pmi, è testimoniato dall’introduzione al volume scritta da Vincenzo Boccia, Presidente Piccola Industria di Confindustria, dalla prefazione scritta da Paolo Iacci di Aidp e da un commento di Paolo Citterio, Presidente di Gidp. L’interesse dei manager è testimoniato da due brevi commenti di Federmanager (Giorgio Ambrogioni) e Manageritalia (Giuseppe Truglia). L’autore fornisce alle aziende indicazioni pratiche sulle situazioni tipiche di utilizzo, sulle diverse modalità di approccio ad un progetto, sulle corrette modalità di valutazione di costi e benefici e sulla gestione delle varie fasi di un intervento. Soprattutto, Quarta ha cercato di dare alle aziende, specie alle medie e piccole, una serie di criteri per acquisire consapevolmente questo servizio in un mercato sempre più confuso e affollato. Ai manager, invece, Maurizio Quarta fornisce una serie di spunti di riflessione su chi è il Temporary Manager, su chi può diventarlo, e soprattutto su quali scelte deve aver effettuato e su come deve essersi “attrezzato” personalmente e professionalmente, fornendo una sorta di checklist personale con cui confrontarsi continuamente, anche per evitare inutili illusioni e aspettative. Anche ai manager vengono dati spunti per non farsi “intrappolare” da entità non professionali che possano speculare sulla necessità di trovare lavoro da parte di molti. Grazie all’ampio panel di riferimento su cui si basa, il libro offre spunti interessanti anche alle aziende erogatrici del servizio per la condivisione di un modello di sviluppo basato sulle esperienze straniere più significative; al legislatore d’impresa per la creazione di un quadro normativo che faciliti la diffusione dello strumento, specie nelle Pmi; alle parti sociali per la definizione di un contesto contrattuale ed operativo favorevole alla diffusione di questa modalità di lavoro; alle associazioni manageriali per un corretto sviluppo istutuzionale del mercato, basato sugli approcci innovativi e moderni dei paesi più evoluti. Info: mq@tmcadvisors.Com  - http://www.temporary-management.com/  
   
   
CONTAINERIZED DATACENTER INFRASTRUCTURE @ SMAU 2010: LA BUSINESS CONTINUITY DI EMERSON NETWORK POWER IN MOSTRA A MILANO  
 
Torna da mercoledì 20 a venerdì 22 ottobre a Fieramilanocity l’evento dedicato a imprenditori, manager e professionisti del mondo Ict: ad attenderli al Padiglione 4 Stand E07 ci sarà il Datacenter “on the road” e la professionalità di Emerson Network Power. Emerson Network Power - divisione di Emerson (Nyse: Emr), leader globale nella Business-critical Continuity - protagonista a Smau 2010, per mostrare l’esclusiva soluzione che combina efficienza energetica e flessibilità operativa e confrontarsi con il mercato Ict. Con un calendario denso di momenti di formazione e informazione dedicato a manager e pro, Smau 2010 promette di condurre i visitatori verso un utilizzo realmente efficace delle nuove tecnologie, come il Containerized Datacenter Infrastructure, il truck all-in-one che farà da stand per illustrare tutta l’innovazione di Emerson Network Power. “Ottimizzazione delle Architetture It e abbattimento del consumo energetico: Wind si affida al progetto adattivo di Emerson Network Power” sarà invece il titolo del workshop tenuto da Cristina Rebolini, It and distribution sales manager, Liebert products, Emerson Network Power in Italia, inserito nel panel incontri del 21 ottobre alle ore 15.00, padiglione 4, sala 6. Cristina Rebolini farà un resoconto del progetto adattivo studiato e realizzato da Emerson Network Power per il Server Farm It-net di Wind, primo operatore alternativo sul mercato italiano della telefonia fissa, illustrando le soluzioni integrate che hanno permesso di ampliare al massimo le caratteristiche dell’infrastruttura, distribuendo e organizzando al meglio tutte le risorse disponibili. Il Containerized Datacenter Infrastructure, le soluzioni più innovative per gestire le numerose criticità di un mercato sempre in evoluzione e il personale di Emerson Network Power rimarranno infine a disposizione dei visitatori per tutta la durata di Smau 2010. Emerson Network Power, divisione di Emerson (Nyse:emr), è leader globale nel garantire la Business-critical Continuity lungo tutta la filiera, dal chip al grid, nelle reti di telecomunicazione, data center, sanità e applicazioni industriali. Emerson Network Power fornisce tecnologie innovative e know how in differenti settori tra cui sistemi Ac e Dc e di condizionamento di precisione, embedded computing e power, rack integrati e cabinet, switch e soluzioni per il controllo di potenza, per la gestione dell’infrastruttura e la connettività. In tutto il mondo, i service locali di Emerson Network Power supportano l’intera piattaforma di soluzioni. I prodotti e i servizi Liebert di Emerson Network Power per la protezione dell’alimentazione elettrica, il condizionamento di precisione e il monitoraggio garantiscono Efficienza senza Compromessi (Efficiency Without Compromise) supportando i clienti nell’ottimizzazione dei loro data center e infrastrutture It, nella riduzione dei costi e nell’assicurare un’altissima disponibilità. Info: www.Liebert.com , www.Emersonnetworkpower.com  o www.Eu.emersonnetworkpower.com .  
   
   
LA COOP SOCIALE L’AGORÀ SI RACCONTA NEL BILANCIO SOCIALE  
 
“Voler essere territorio. Una cooperativa sociale pordenonese si racconta” è il titolo dell’incontro pubblico tenutosi nei giorni scorsi nella saletta incontri in vicolo San Francesco a Pordenone. Dialogo e confronto sono state le due parole chiave dell’appuntamento che la Cooperativa sociale L’agorà ha scelto quest’anno per presentare il proprio Bilancio sociale. L’obiettivo è di portare a conoscenza della cittadinanza non solo la quotidianità del lavoro svolto dalla Coop pordenonese, ma soprattutto il “valore aggiunto” costituito dall’inclusione lavorativa di persone svantaggiate. L’agorà è una Cooperativa sociale di tipo “B” – altrimenti detta di produzione lavoro o di inserimento lavorativo – che, come stabilito dalla legge 381/1991 e più recentemente dalla legge regionale 20/2006, reinserisce nel mondo del lavoro persone svantaggiate, disabili, in difficoltà o in situazioni di marginalità e fragilità. Nata nel 1998 da una costola della Cooperativa Itaca, L’agorà ha oggi sede nella Città sul Noncello ed opera in particolare nel territorio della provincia e nel comune di Pordenone, collaborando strettamente con i Servizi sociali e sanitari. “Il Bilancio sociale è il mezzo previsto, anche istituzionalmente, per dare evidenza alle attività che ogni giorno i nostri soci lavoratori svolgono nel territorio” – ha spiegato il presidente Sergio Della Valle. Uno strumento che “abbiamo inteso presentare alle istituzioni ma soprattutto ai cittadini, con l’obiettivo di consentire loro di integrare e condividere informazioni e conoscenze che riguardano la Cooperazione sociale. Ma anche per approfondire la mission e la cultura che animano e motivano le Cooperative sociali come la nostra e le persone che, come noi, con orgoglio e convinzione ne fanno parte”. Di qui il titolo scelto per la presentazione pubblica. “Voler essere territorio. Una cooperativa sociale pordenonese si racconta” vuole essere l’inizio di un dialogo e di un confronto, anche sullo stato dell’arte del mondo della Cooperazione sociale. “Abbiamo scelto come focus del Bilancio sociale quello di mettere in evidenza e far conoscere la cultura che motiva le persone appartenenti alla Cooperativa. Conseguentemente – ha proseguito Della Valle - abbiamo deciso di concentrare l’attenzione sui portatori di interesse interni a L’agorà, ossia alle persone che con il loro lavoro quotidiano contribuiscono a realizzare la mission dell’inclusione e dell’attivazione di diritti di cittadinanza”. La fotografia scattata al 31 dicembre 2009 vede 58 lavoratori complessivi, di cui 34 soci lavoratori e 24 lavoratori non soci. I lavoratori svantaggiati sono 17 di cui 13 soci (46,5%). Rispetto all’anno precedente si è visto un incremento dei soci lavoratori, un segnale positivo nonostante la difficile situazione di crisi del mercato del lavoro, 7 le persone assunte. La compagine sociale risulta composta da 40 soggetti, 11 maschi e 29 femmine, 32 sono di nazionalità italiana, 4 del Ghana, uno ciascuno provengono da Costa d’Avorio, Ucraina, Albania e Romania. I valori fondanti della Cooperazione sociale di tipo B si concretizzano quotidianamente, per L’agorà, nella gestione di attività e servizi diversi che sono il mezzo per realizzare l’inclusione lavorativa di persone svantaggiate, attraverso il loro inserimento in squadre di lavoro, attivando percorsi di crescita ed autonomia, condivisi con i Servizi socio sanitari invianti. “Gli interventi in questo ambito sono finalizzati alla costruzione di una piena cittadinanza - ha sottolineato il presidente Della Valle - che si esprima attraverso l’aumento della capacità e possibilità di scelta e del potere contrattuale, l’entrata nel circuito produttivo, la costruzione del reddito, il raggiungimento di una integrazione sociale e di una sempre maggiore indipendenza dal circuito assistenziale”. Attraverso strumenti quali, ad esempio, le borse di formazione al lavoro, la Cooperativa sociale L’agorà attiva percorsi mirati per arrivare, quando possibile, all’assunzione, continuando a perseguire l’obiettivo dell’accesso ai diritti, al conseguente miglioramento della qualità della vita, all’attivazione di percorsi abilitativi ed emancipativi. Sotto l’aspetto economico il 2009 si è rilevato un anno difficile, nel corso del quale la cooperativa ha sofferto l’andamento ostico del mercato ed è riuscita a rispondere solo in parte alle difficoltà emergenti. A dimostrazione di ciò i risultati di bilancio, dove il valore della produzione complessivo della cooperativa, in costante crescita negli ultimi due esercizi trascorsi, diminuisce di circa il 5% rispetto a quello registrato l’anno precedente. Inoltre i costi di produzione rilevano una diminuzione del 2% facendo registrare una differenza negativa. Il fatturato si attesta a 718 mila 661 euro. Dall´analisi della distribuzione della ricchezza prodotta (il valore aggiunto) si riscontra che nel 2009 il 96,33% è la ricchezza distribuita ai soci lavoratori e dipendenti, l’1,22% quella distribuita ad altre categorie, il 2,55% quella ad altri stakeholders