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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Ottobre 2010
AL SAN RAFFAELE NUOVO CENTRO PER LE MALATTIE DEL MIOCARDIO IL PROFESSOR PAOLO CAMICI* DALLA RICERCA ALLA CURA DEI PAZIENTI  
 
Milano, 11 Ottobre 2010 – Rientra in Italia, dopo una lunga carriera nel Regno Unito, il Professor Paolo Camìci, portando al San Raffaele la sua duplice competenza di specialista in malattie cardiovascolari, i suoi studi sulla fisiopatologia del circolo coronarico e la sua attività di pioniere nello sviluppo e nell’utilizzo in cardiologia delle tecniche di imaging non invasivo con la tomografia ad emissione di positroni (Pet). L’integrazione di queste diverse componenti, che hanno caratterizzato il suo lavoro di ricerca, trova ora, presso il Dipartimento Cardio-toraco-vascolare dell’Irccs San Raffaele, il luogo in cui svilupparsi al servizio dei pazienti. Il nuovo Centro per le Malattie Primitive del Miocardio è uno spazio strutturato in cui il paziente con cardiomiopatie trova a sua disposizione professionalità diverse e coordinate tra loro in un modello procedurale unico in Lombardia e in Italia. Genetisti, intensivisti, elettrofisiologi, cardiochirurghi, emodinamisti, neurologi, radiologi, pediatri lavorano insieme a strettissimo contatto, colmando una significativa mancanza di strutture di riferimento e modalità di trattamento specifiche e adeguate per le cardiomiopatie, malattie erroneamente considerate rare, dato che per la sola forma ipertrofica si stimano in Italia almeno 100.000 pazienti, in gran parte non diagnosticati o con diagnosi errate. Accedendo alla nuova struttura, il paziente trova, sia in regime di solvenza, sia tramite il Servizio Sanitario Nazionale, personale infermieristico specificamente formato e una presa in carico multidisciplinare che nell’arco di una giornata definisce la sua anamnesi personale e familiare, lo sottopone a tutti gli esami diagnostici del caso e ha con il paziente stesso e i suoi familiari un colloquio riassuntivo ed esplicativo. All’altissima preparazione scientifica dell’equipe del nuovo centro si aggiunge inoltre una dotazione tecnologica straordinaria: una nuova Pet-tac, di cui esistono solo due esemplari in Europa, in grado di fornire prestazioni elevatissime specificamente per le applicazioni cardiache, e l’accesso a un centro di risonanza magnetica nucleare, nel Dipartimento di Radiologia, con un grande expertise nella diagnostica cardiovascolare. Il Professor Paolo Camìci e i suoi collaboratori hanno già dimostrato, in un importante lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine (Nejm, 2003; 349), come in presenza di cardiomiopatia ipertrofica – patologia di cui inizialmente si occuperà il nuovo centro – la presenza e la gravità della disfunzione del microcircolo coronarico (valutabile con la Pet) sia un fattore indipendente che permette di identificare i pazienti a più alto rischio di eventi gravi. Riconoscere le alterazioni iniziali del microcircolo coronarico prima dell’insorgenza di sintomi severi, potrebbe permettere di sperimentare nuovi trattamenti specifici al fine di prevenire la progressione della malattia.  
   
   
STATO VEGETATIVO, 1,43 MLN A PROGETTO DEL BESTA FORMIGONI: CON IL CENTRO SU NANOMEDICINA ATTIRIAMO TALENTI NECESSARIO CREARE UNA RETE REGIONALE SULLA RICERCA  
 
Milano, 11 ottobre 2010 - Grazie a un finanziamento di 1,43 milioni di euro messo a disposizione da Regione Lombardia, l´Istituto Neurologico Besta realizzerà nei prossimi due anni un innovativo progetto di studio su pazienti usciti dal coma con diagnosi di stato vegetativo e di minima coscienza. In più, sempre l´Istituto Besta è capofila del primo Programma di ricerca del Centro Europeo di Nanomedicina, centrato sullo sviluppo di nuovi materiali e nanotecnologie in ambito neurologico, guidato dal prof. Francesco Stellacci. E´ quanto ha ricordato oggi il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, intervenuto - insieme all´assessore alla Sanità Luciano Bresciani - al convegno "Ricerca traslazionale e clinica della Fondazione Irccs Istituto Neurologico ´C. Besta´: status e prospettive". Formigoni, che ha sottolineato la positività dell´incontro organizzato dal Besta, in quanto "contribuisce alla messa in rete e alla diffusione delle conoscenze", si è detto convinto che "oggi più che mai, vada fatto un ulteriore sforzo a livello di sistema, coordinando in modo unitario l´impegno sulla ricerca, imprimendo un´accelerazione alle collaborazioni tra gli attori in campo". Il concetto è stato ribadito anche dall´assessore Bresciani, che ha parlato della necessità di "un lavoro sinergico tra le varie forze in campo" e di "andare verso una rete di ricerca regionale". Stati Vegetativi - Il programma "Start up Coma Research Centre (Crc): Diagnosi e prognosi dei disturbi della coscienza", finanziato dalla Regione, prevede il ricovero di una settimana (week-service), a partire da gennaio 2011, per circa 130 pazienti adulti con disturbi della coscienza, stabilizzati dal punto di vista rianimatorio dopo l´uscita dal coma, provenienti da centri di riabilitazione lombardi e extraregionali nell´ambito di strette collaborazioni scientifiche. "Vogliamo farci carico fino in fondo di queste persone - ha spiegato Formigoni - sia garantendo l´assistenza presso le strutture di riabilitazione o anche a domicilio, sia approfondendo da un punto di vista medico e scientifico questa condizione di vita di cui ancora non si conosce molto. Per questo, oltre ad assicurare la gratuità del ricovero e un contributo di 500 euro al mese a chi decide di assistere a casa il proprio familiare in stato vegetativo, abbiamo deciso di finanziare questa ricerca del Besta, da cui ci attendiamo risultati significativi". Nel periodo di ricovero i pazienti saranno studiati accuratamente dal punto di vista clinico, neurofisiologico e di neuroimaging e verranno sottoposti a una serie di valutazioni ed esami diagnostici. Al termine del ricovero i pazienti faranno ritorno presso il centro di riabilitazione da cui provengono e verranno seguiti in follow-up allo scopo di correlare i dati raccolti con l´evoluzione clinica successiva. Nanomedicina E Sfide Future - La ricerca del Centro Europeo di Nanomedicina, guidata da prof. Stellacci, ha come focus lo sviluppo di nuovi materiali e nanotecnologie in ambito neurologico. Lo stesso Stellacci, ha ricordato Formigoni, "con questa importante iniziativa ha deciso di tornare in Italia e di mettere a disposizione il suo know how". "Questo risultato - ha aggiunto Formigoni - testimonia la capacità di attrazione del nuovo Centro, sui cui Regione Lombardia ha voluto investire oltre 6 milioni di euro per il triennio 2010-12. Sappiamo come in un mondo globalizzato la vera sfida per i sistemi territoriali consiste nel diventare poli di attrazione dei talenti". Concludendo il suo intervento, Formigoni ha indicato le "tre linee strategiche" per le strutture ad alta specializzazione come il Besta: il ricorso sempre più diffuso a terapie innovative; il continuo investimento in nuove tecnologie; il superamento della dicotomia tra centri ospedalieri e centri di attività preventiva e diagnostica ("vogliamo rendere sempre più integrato il sistema, superando la visione dell´ospedale come luogo di lungodegenza, per potenziare l´offerta delle prestazioni sul territorio e, in particolare, di quelle necessarie per i pazienti cronici"). Piattaforma Tecnologica - Nella sua relazione l´assessore Bresciani, dopo aver sottolineato la necessità di superare il "solismo" in favore di un lavoro in "concerto", ha delineato i tratti della sfida che la sanità lombarda sta affrontando con successo e cioè "realizzare un sistema sanitario leva e vettore di produzione di risorse e non solo di costi", in grado di aumentare gli investimenti in ricerca oggi fermi all´1,1% del Pil. "La base - ha spiegato Bresciani - è un sistema sanitario come il nostro, competitivo in ambito europeo e non solo, che deve stringere alleanze innanzitutto a livello regionale". Il primo alleato è il sistema universitario "con le 6 facoltà di Medicina presenti in Lombardia, le 14 macro aree di ricerca, le 119 aree di ricerca specifica e i 1.234 prodotti certificati all´anno". Una vera e propria "macchina da guerra", se decide di lavorare insieme. Altro alleato fondamentale è la finanza: "Si è rivelata molto utile la partecipazione di Finlombarda per tutti gli aspetti economici". Il quarto e ultimo partner - o, come lo ha scherzosamente definito Bresciani, "il quarto moschettiere" - è l´industria. "Il sistema di alleanza tra questi attori - ha concluso Bresciani - costituisce la piattaforma di sviluppo tecnologico della Lombardia, in cui l´industria propone i progetti e i sistemi universitario e sanitario li certificano e validano. Lo stesso sistema sanitario estende poi le azioni in una logica di governance. Sono già 39 i progetti presentati, di cui 24 in corso e 6 pronti a partire".  
   
   
PRESIDENTE MARINI: UMBRIA REGIONE PILOTA PER CELLULE STAMINALI E GENOMICA  
 
Terni, 11 ottobre 2010 – “Vogliamo fare dell’Umbria una regione pilota per lo studio della genomica e delle cellule staminali, un punto di riferimento di qualità nella ricerca scientifica che la collochi a pieno titolo tra le eccellenze italiane ed europee”. Lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo alla presentazione dell’attività del Laboratorio per la produzione di cellule staminali attivo nell’Azienda ospedaliera di Terni, alla quale ha preso parte il ministro della Salute Ferruccio Fazio. Rivolgendosi a tutti e in particolare al ministro, la presidente ha ricordato che, a metà settembre, in un incontro con lo stesso ministro, è stata definita nel dettaglio la collaborazione tra Regione Umbria, Università di Perugia e Ministero per una programmazione integrata dell’attività del Laboratorio per la produzione di cellule staminali di Terni e del Laboratorio di Genomica collocato presso l’Azienda ospedaliera di Perugia. “Due centri – ha rilevato – che riteniamo di grandissima importanza. Non vogliamo rinunciare a garantire una risposta moderna per le cure dei nostri ammalati e la ricerca scientifica rappresenta la frontiera più avanzata in questa direzione”. “Come ci eravamo impegnati a fare in occasione dell’incontro a Roma – ha ricordato la presidente Marini - abbiamo già definito una ipotesi di protocollo d’intesa. Una intesa necessaria per stabilire, nel momento in cui si entra nella fase operativa dell’attività dei due centri, gli impegni anche finanziari di ciascun soggetto. Questo secondo ‘step’, infatti, che è quello della piena operatività dell’attività di ricerca anche ai fini applicativi dei risultati ottenuti, chiama tutti a più complesse responsabilità”. “Le istituzioni locali faranno la loro parte – ha ribadito - così come sono certa farà il Ministero, garantendo le risorse aggiuntive che il Ministro stesso ha già annunciato. Infine, lasciatemi dire – ha concluso la presidente della Regione Umbria - che se oggi qui a Terni tutti insieme salutiamo l’entrata a regime del laboratorio per la produzione di cellule staminali dopo l’ottenimento della certificazione dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, è perché tutti ci hanno creduto e investito. Soggetti pubblici, come privati, così come il mondo della Chiesa”.  
   
   
SANITA´: PRESENTATO IL NUOVO ATLANTE SANITARIO DELLA SICILIA  
 
Palermo, 11 ottobre 2010 - E´ stato presentato, il 7 ottobre, il nuovo "Atlante sanitario", un innovativo strumento di lavoro per gli operatori della sanita´, utile per conoscere in modo particolareggiato la distribuzione geografica delle principali patologie offrendo anche una immediata rappresentazione visiva. Nell´atlante sanitario viene anche descritta, sia a livello provinciale che distrettuale, la frequenza di ospedalizzazione della popolazione siciliana per diagnosi specifiche. L´atlante sanitario prende in considerazione un periodo di sei anni (2003 - 2008) e ha come scopo finale quello di contribuire alla individuazione di obiettivi di programmazione locale sostenuti, quanto piu´ possibile, da evidenze fattuali. "E´ uno strumento importante per chi e´ chiamato a prendere decisioni di programmazione sanitaria - dice Maurizio Guizzardi, dirigente generale del dipartimento attivita´ sanitarie e osservatorio epidemiologico dell´assessorato - e difatti nella elaborazione della bozza del piano sanitario che e´ in via di approvazione abbiamo tenuto conto di molti dati evidenziati nell´atlante, non soltanto epidemiologici ma anche socio-economici. Una sintesi numerica e geografica cosi´ immediata permette, per ognuna delle patologie principali, una attenta lettura dei fenomeni sanitari nei singoli territori, evidenziando le differenze tra singole provincie e a volte all´interno della stessa provincia, e in ogni caso semplificando l´interpretazione di certi fenomeni epidemiologici". L´atlante sanitario e´ stato presentato all´assessorato regionale della Salute alla presenza, tra gli altri, del direttore scientifico del programma nazionale esiti dell´Agenas, Carlo Perucci, che ha sottolineato come la Sicilia sia una tra le poche regioni italiane a usufruire di cosi´ sofisticati strumenti di lavoro. L´atlante sara´ consultabile anche sul sito dell´assessorato regionale della Salute Ecco alcune delle "curiosita´" presenti nelle circa 400 pagine e nelle 160 tabelle e mappe dell´Atlante Sanitario della Sicilia Tra le cause principali di ricovero negli uomini le malattie circolatorie (17%) seguite da quelle dell´apparato digerente (12%) e del sistema nervoso (9%). Nelle donne il profilo assistenziale si modifica leggermente in quanto oltre alle condizioni correlate alla gravidanza (14%) che si connotano come motivo principale di richiesta di assistenza e ad alle cause gia´ evidenziate negli uomini, assumono un certo rilievo le malattie dell´apparato urinario (10%). Ogni anno, in media, l´11% dei siciliani (570.000) necessita di ricovero in regime ordinario: alcuni nell´arco dell´anno hanno subito piu´ di un ricovero per la stessa patologia. In media ciascuno dei siciliani ricoverati ogni anno ha trascorso in ospedale 8,2 giorni se uomo e 7,5 se donna. Secondo i dati dell´atlante, il rischio di ospedalizzazione e´ significativamente piu´ alto (+ 12%) nelle persone con basso livello di istruzione, occupazione e/o reddito. Il maggior numero di ricoveri per acuti in regime ordinario ogni anno, in proporzione alla popolazione residente, si registra nella provincia di Caltanissetta (170 ricoveri ogni mille abitanti) seguita da Enna (160 per mille). Il 2,8% della popolazione maschile e l´1,9% di quella femminile si ricovera almeno una volta l´anno presentando una malattia circolatoria. I ricoveri ordinari per tali condizioni sono in media ogni anno 121.582. Il trend di ospedalizzazione, tuttavia, e´ in diminuzione. La frequenza di pazienti che presentano malattie dell´apparato respiratorio e che ricorrono alle cure ospedaliere in regime ordinario ogni anno e´ pari al 2% tra gli uomini e al 1,3% tra le donne; per malattie dell´apparato digerente si ricovera invece almeno una volta all´anno l´1,9% dei maschi e l´1,8% delle donne. Anche in questi casi il trend di ospedalizzazione e´ in diminuzione. Il diabete mellito del Ii tipo costringe al ricovero almeno una volta l´anno come patologia principale o concomitante circa l´1,5% dei maschi e l´1,1% delle donne residenti nella Regione. La prevalenza di dimessi risulta piu´ alta a Trapani, Agrigento e Catania negli uomini (rispettivamente 2,8, 2,7, 2,7) e ad Agrigento nelle donne (2,9). Solo lo 0,7% degli uomini e lo 0,5% delle donne subisce almeno un ricovero per cause oncologiche ed il numero medio annuale di ricoveri ordinari per patologie tumorali, per l´intera Sicilia, e´ stato pari a 43.395 pazienti.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: LE AZIENDE SANITARIE CHIUDONO I BILANCI IN EQUILIBRIO ECONOMICO-FINANZIARIO  
 
Bologna, 11 ottobre 2010 - La Giunta regionale ha approvato i bilanci consuntivi 2009 delle 17 Aziende sanitarie dell’Emilia-romagna, dopo il parere favorevole espresso dalla Commissione assembleare politiche per la salute politiche sociali. Il Servizio sanitario ha chiuso anche il 2009, come il 2008 e il 2007, in equilibrio economico-finanziario. Un risultato certificato dal tavolo ministeriale di verifica degli adempimenti regionali presso il Ministero dell’economia e ottenuto attraverso un attento governo e controllo della spesa sanitaria (e in particolare di quella farmaceutica). “I nostri conti sono in equilibrio: anche nel 2009 le Aziende sanitarie hanno sostanzialmente rispettato quanto richiesto dalla programmazione regionale”, ha commentato l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-romagna Carlo Lusenti. “Siamo una delle poche Regioni che annualmente ottengono il via libera dal Ministero dell’economia senza rilievi; anche le risorse che il bilancio regionale stanzia per la sanità (oltre a quelle del Fondo sanitario) sono finalizzate non a ripianare deficit, ma a finanziare servizi aggiuntivi rispetto ai Livelli essenziali di assistenza (Lea) garantiti a livello nazionale”, ha aggiunto l’assessore, precisando che riguardo ai Lea, il Comitato nazionale di verifica “certifica il Servizio sanitario dell’Emilia-romagna come un sistema di eccellenza”. Nel 2009, in particolare, con risorse da proprio bilancio, la Regione è intervenuta con 205 milioni di euro destinati a finanziare servizi extra Lea (come assegni di cura per chi assiste a casa persone anziane e disabili, assistenza odontoiatrica gratuita a specifici gruppi di persone vulnerabili per patologia o per reddito, certificazioni gratuite per idoneità sportiva), programmi di ricerca per la qualificazione ulteriore dei servizi, sostegno dei lavoratori colpiti dalla crisi economica con esenzione dal pagamento del ticket per la specialistica, erogazione di farmaci di fascia C a persone indigenti, servizi per la non autosufficienza (nell’ambito del Fondo regionale per la non autosufficienza che, nel 2009, ha utilizzato complessivamente 453,5 milioni). “Per i prossimi anni siamo molto preoccupati”, ha detto Lusenti con riferimento alla messa in discussione da parte del Governo con la manovra estiva (legge 122/2010) del Patto per la salute triennio 2010-2012 che già proponeva un aumento annuo del finanziamento per la sanità, il 2% circa, inferiore al livello di crescita degli anni precedenti. “Nel 2010 le ricadute della legge 122 non saranno disastrose. Dal 2011 invece, la situazione rischia di diventare drammatica. La manovra del Governo – ha precisato l’assessore - prevede un taglio complessivo per la sanità di oltre 1 miliardo a fronte di non ancora compiutamente precisate misure nazionali di contenimento della spesa. I fondi a finanziamento del welfare, cito il Fondo nazionale per la non autosufficienza, ma anche il Fondo per la famiglia e il Fondo sociale, sono azzerati..”Noi – ha continuato Lusenti - siamo impegnati al massimo per continuare a garantire ai cittadini servizi di qualità, ma con queste previsioni, se i numeri non saranno cambiati, si rischia di compromettere quanto la Regione Emilia-romagna è riuscita a costruire in questi anni”.  
   
   
MILANO, CENTRO PER L’AUTISMO. MORATTI E LANDI: “UN SOSTEGNO CONCRETO PER LE FAMIGLIE, SARÀ UN POLO D’AVANGUARDIA DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE  
 
Milano, 11 ottobre 2010 - “Oggi il sistema sanitario milanese si arricchisce di un nuovo immobile che sarà destinato alla cura dell’autismo. Un risultato raggiunto grazie all’impegno congiunto del Comune di Milano, dell’Azienda Ospedaliera San Paolo e dall’associazione Onlus Koala, Una struttura capace di riunire eccellenze diverse, quella scientifica, urbanistica, dei centri di ricerca, delle associazioni, dei medici, dei volontari e delle famiglie. Una rete che farà di questo Centro, già polo d’avanguardia del sistema sanitario lombardo, il punto di riferimento nazionale per l’autismo”. Così il Sindaco Letizia Moratti è intervenuta alla consegna dell’immobile della nuova sede del Centro per l’Autismo e i Disturbi Generalizzati dello Sviluppo dell’Azienda Ospedaliera San Paolo. Tra i presenti alla cerimonia l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, il presidente dell’associazione Koala Cesare Reale, il direttore generale dell’ospedale San Paolo Giuseppe Catarisano e il direttore della Clinica di Neuropsichiatria Infantile del nosocomio milanese Carlo Lenti. “Con la nuova sede di Via Ovada – ha dichiarato il Sindaco Letizia Moratti – il Centro sarà in grado di accogliere più bambini e più famiglie. Un nuovo spazio, concesso dal Comune all’interno del progetto urbanistico ‘Abitare a Milano’, strutturato secondo le più moderne concezioni assistenziali e pensato su misura dei più piccoli, con un giardino, aree gioco e piste ciclabili accanto agli spazi terapeutici. Un intervento innovativo che regala alla città un nuovo parco pubblico, di circa 10mila metri quadrati, collegando i quartieri della Barona e di Sant’ambrogio. Un progetto nato per promuovere la qualità dell’ambiente, aumentare gli spazi verdi e che, da oggi, potrà vantare anche un nuovo polo scientifico di eccellenza che darà maggior respiro sia all’attività di cura dei pazienti sia a quella di ricerca”. Attualmente il Centro per l’Autismo di Via Vallarsa ha in carico 80 bambini e ragazzi di età compresa, tra i 2 anni e mezzo e i 18 anni e, ogni anno, sono circa 40 le nuove famiglie che chiedono di essere seguite. Grazie alla nuova struttura di Via Ovada, si prevede di incrementare di circa il 30% il numero di pazienti che potranno essere accolti. “Questa nuovo Centro – ha concluso il Sindaco – rappresenta un aiuto concreto per le famiglie che, qui, potranno trovare il sostegno di cui hanno bisogno grazie al supporto di équipe multidisciplinari”. “L’immobile che abbiamo consegnato oggi- ha dichiarato l’assessore alla Salute del Comune di Milano Giampaolo Landi di Chiavenna-, destinato ad ospitare un centro d’eccellenza, ci vede protagonisti, insieme all’Ospedale San Paolo e all’Associazione Koala, di una inedita partnership tra pubblico e privato che ha lo scopo di fornire risposte adeguate ai ragazzi ed alle loro famiglie che convivono con il grosso problema dell’’autismo Una patologia in forte crescita che presenta urgenti necessità di intervento. Oggi la diagnosi di autismo fortunatamente è precoce, e molto più precisa, di quanto non accadesse fino a qualche anno fa. L’epidemiologia purtroppo è, invece, ancora frammentaria per Milano: conta 1 bambino affetto da autismo ogni 150 nati. Questi dati ci impongono una forte presa di coscienza ed un altrettanto forte slancio progettuale: si stima, infatti, che nella nostra città gli autistici fra i 0 ed i 18 anni possano essere non meno di 1.100”. “E sono le famiglie - ha sottolineato l’assessore Landi Di Chiavenna- a portare il peso più oneroso, dal punto di vista psicologico e sociale, dell’accudimento del ragazzo autistico. La famiglia si sente a sua volta tagliata fuori dalla “normalità”, chiusa in una dimensione di sofferenza che disorienta ancora di più di fronte alla implacabilità della diagnosi, ed alla purtroppo frequente vaghezza sugli interventi terapeutici, dalla mancanza negli ospedali di personale specializzato dedicato a questa malattia.. E’ su questo senso di marginalizzazione, di respingimento emotivo e sociale che abbiamo pensato di costruire una risposta davvero concreta, seriamente efficace con ricadute positive nell’immediato presente”.  
   
   
BIOBANCHE, COME DONARE I TESSUTI PER SCONFIGGERE IL CANCRO “MA SERVONO NORME CERTE PER NON FERMARE LA RICERCA”  
 
Milano, 11 ottobre 2010 – Un vuoto normativo rischia di bloccare la ricerca contro il cancro. È quello che riguarda le biobanche, raccolte organizzate di campioni biologici (in particolare tessuti, cellule, sangue). Il presupposto per il loro funzionamento è che il malato compia una donazione del proprio tessuto tumorale: un atto non solo solidaristico ma in grado di pronosticare l’evoluzione della patologia oppure predire l’efficacia della terapia. Ogni anno in Italia più di 250mila persone sono colpite da tumore, un dato in costante crescita. Le biobanche custodiscono un’immensa mole di informazioni, un patrimonio di grande rilevanza scientifica. Forniscono strumenti essenziali per la ricerca perché possono favorire significativi avanzamenti nella definizione delle terapie personalizzate, che sono diventate sempre di più il paradigma nella lotta contro il cancro. Ma la donazione di tessuti oggi è resa incerta e difficoltosa dall’assenza di regole certe. Anche in Europa mancano standard comuni di riferimento. L’italia si candida ad essere il primo Paese a definire punti condivisi da sottoporre al Garante per la privacy elaborati da un comitato di esperti. Il tema è approfondito oggi a Milano a Palazzo Marino durante il Convegno “Le ‘Banche dei Tessuti’:è possibile donare le proprie cellule per la ricerca?”, organizzato dalla Società Europea di Oncologia Medica (Esmo) e dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). L’incontro inaugura il 35° Congresso Esmo che si tiene per la prima volta proprio a Milano (al Centro Congressi Mic – Milano Convention Centre di Fiera Milano Congressi) dall’8 al 12 ottobre, con la partecipazione di oltre 15mila esperti. “Questo tipo di raccolta – spiega il prof. Roberto Labianca, oncologo degli Ospedali Riuniti di Bergamo e presidente del Comitato italiano del Congresso Esmo 2010 - si adatta perfettamente allo studio dei tumori, gli unici tessuti patologici che possiedono un genoma (e quindi una costituzione molecolare) diverso da quello dell’individuo di origine e capace di rapida evoluzione”. Il Convegno ha ottenuto il patrocinio del Comune di Milano, a dimostrare l’importanza degli argomenti trattati. “Milano si riconferma ancora una volta - dichiara l’assessore alla Salute del Comune di Milano Giampaolo Landi di Chiavenna - eccellente polo italiano ed europeo nella cura e nella diagnostica dei tumori. I tre termini che potremmo prendere come motivi ispiratori della 35° Congresso Esmo sono: ricerca, formazione e divulgazione. Nella cura dei tumori, che è fatta soprattutto di prevenzione, è importante raggiungere i cittadini, fare buona informazione e sfatare vecchi miti. Di cancro oggi ci si ammala e si guarisce, ma per migliorare la sopravvivenza dobbiamo puntare ancora sulla ricerca, discutendo sulla possibilità di donare materiale organico su cui sperimentare e di fornire a scienziati e laboratori una intelaiatura giuridica di supporto, al di là di steccati ideologici e di limiti burocratici”. In Lombardia sono attive due strutture (a Monza e Vimercate) che si occupano della raccolta di bio-tessuti per lo studio del tumore del colon. E una iniziativa coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Giovanni Paolo Ii di Bari sulle patologie oncologiche coinvolge 17 centri in tutta Italia ed è finalizzata soprattutto agli aspetti regolatori e alla condivisione di procedure operative standard e di programmi gestionali. Il Comitato etico indipendente (Cei) della Fondazione Irccs Istituto dei Tumori di Milano a partire dal 2008 ha avviato un percorso di consultazione e condivisione di criteri con gli altri Cei disponibili e con diversi attori (ricercatori, esperti di bioetica, giuristi). Il risultato? Un documento che contiene le raccomandazioni per definire i nodi critici. Alla stesura del testo ha offerto un contributo decisivo la Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo). “Oggi vi sono solo alcune indicazioni del Garante della privacy, sottoposte però a interpretazioni giuridiche non univoche – sottolinea il prof. Francesco De Lorenzo, presidente della Favo -. È duplice il ruolo dell’autore dell’atto di disposizione: da un lato è donatore, dall’altro utilizzatore delle possibili informazioni, fino a oggi del tutto trascurate, provenienti dalla biobanca per la cura della sua malattia. Vogliamo che la donazione sia resa non solo più semplice, ma anche più sicura e aderente agli interessi dei malati e dei loro familiari. Ciò si traduce in un vantaggio per la ricerca”. Nel testo elaborato dal comitato di esperti uno dei punti fondamentali è la terzietà delle biobanche: devono essere indipendenti rispetto ai donatori, ai ricercatori (e ai loro sponsor) e alle Istituzioni di ricerca e cura (deve esserne normata l’indipendenza come avviene per i Ce). In Europa sono attualmente presenti un grande numero di biobanche, tuttavia raramente collegate tra loro e riuscire ad accedervi è spesso difficile. Uno dei problemi più rilevanti a livello europeo è rappresentato dalla presenza di regole di accesso diverse. Ciò impedisce, ad esempio, di utilizzare nello stesso studio campioni provenienti da diverse strutture. La conseguenza è la duplicazione di progetti simili e uno spreco di risorse e di energie, senza una politica di finanziamenti a lungo termine. “Nella nostra proposta di regolamentazione – afferma il prof. Paolo Casali dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – preferiamo definire questi centri ‘bioteche di ricerca’, un termine più appropriato che ne sottolinea la finalità. Costituiscono uno strumento di accumulazione, condivisione, trasmissione delle conoscenze. Anche se il donatore conferisce alcuni poteri di controllo sul campione nella sua consistenza naturale, mantiene però un interesse individuale soprattutto per due aspetti: protezione dei dati personali e disponibilità di informazioni utili per sé o per i familiari. I cittadini che donano i loro tessuti devono poter accedere al patrimonio informativo racchiuso”. È dunque compito della biobanca garantire una adeguata conservazione dei tessuti per un tempo sufficientemente lungo. Un altro capitolo controverso è quello relativo all’ampiezza del consenso al trattamento dei dati personali. “Lo sviluppo costante della scienza nel settore biomedico – continua il prof. Paolo Marchetti, membro del Direttivo Aiom – non consente di informare in anticipo il donatore di tutte le possibili indagini scientifiche che potrebbero essere eseguite in futuro sui campioni. Una limitazione che non comporta alcun pregiudizio per gli interessati. Va infatti in ogni caso tutelata la riservatezza dei cittadini coinvolti, che devono essere informati sulle modalità di trattamento dei loro dati”. Inoltre, attraverso vincoli di segretezza e idonei strumenti tecnologici, solo il personale della biobanca potrà associare l’identità dei pazienti con i campioni conservati ed aggiornare i dati clinici. “Sarà ovviamente possibile revocare il consenso – spiega il prof. De Lorenzo -. Ciò non può comportare l’obbligo di distruzione del campione nella sua consistenza materiale, ma solo quello di renderlo anonimo, non più identificabile. La donazione in quanto tale non può essere revocabile riguardo alla materialità del tessuto donato, per evitare l’instabilità nel tempo delle biobanche”. “Credo - conclude Landi di Chiavenna- che sul fronte della ricerca scientifica occorra porsi di fronte alle sfide della scienza con animo liberale: non tutto è possibile, ma dobbiamo lavorare affinché il discrimine tra ciò che è fattibile e ciò che non lo è non si fondi su pregiudizi, bensì su sperimentazioni suscettibili di verifica e su quesiti morali posti in modo dialettico, attento, scrupoloso”.  
   
   
ASM, CERTIFICAZIONE ISO ALLA CARDIOLOGIA DI MATERA.  
 
Matera, 11 ottobre 2010 - Sabato 9 ottobre presso l’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera è avvenuta la consegna ufficiale degli attestati di Certificazione Iso9001:2008 della Unità operativa Complessa Cardiologia – Utic di Matera, diretta dal dott. Tommaso Scandiffio, che ha aderito al progetto Anmco. Il progetto di certificazione e accreditamento è la testimonianza pratica dell’uso del buon governo clinico in un modello semplice, fruibile, misurabile. Il modello certificato garantisce una comunicazione efficace all’interno della Unità Operativa e fra la Cardiologia e le altre strutture sanitarie. Al progetto hanno partecipato, e saranno presenti all’incontro, i responsabili della Direzione Sanitaria, del Centro Formazione e Qualità, della Gestione del Rischio Clinico, della Farmacia, dell’Economato e dell’Ufficio tecnico per la sicurezza degli impianti. Il percorso iniziato il 23 febbraio si concluderà nel 2013 ed è stato articolato in numerosi incontri con la società di service Opt di Milano, specialista del settore, che con corsi di formazione e con verifiche ispettive interne ha migliorato l’organizzazione. “L’autoreferenzialità è ormai inaccettabile – ha dichiarato il dott. Scandifio- e la certificazione di qualità conferita alla Cardiologia di Matera da parte della Bureau Veritas, società internazionale accreditata, è un riconoscimento importante.” All´incontro saranno presenti l’assessore regionale alla Sanità, Attilio Martorano, il direttore generale dell’Asm, Vito Gaudiano, e il direttore sanitario Giuseppe Montesano".  
   
   
PIANO DI RIENTRO DEL MOLISE, IORIO SEMPRE PIÙ CONVINTO DOPO L´INCONTRO ROMANO  
 
Campobasso, 11 ottobre 2010 - E´ stata una riunione interlocutoria quella che il Presidente Michele Iorio ha avuto l’ 8 ottobre presso il Ministero dell´Economia. Scopo della stessa: fare il punto sulle azioni che fino ad oggi la Regione Molise ha messo in atto per il nuovo Sistema sanitario molisano. Iorio le ha illustrate ai tecnici dei vari Ministeri spiegando che le misure finanziare ed organizzative, i cui risultati saranno tangibili a breve e medio termine, poggiano sulla integrazione delle strutture pubbliche con quelle private e sulla creazione di una rete operativa complementare tra servizi offerti negli ospedali e quelli erogati sul territorio. Misure, del resto, in linea ed in armonia con le prescrizioni fatte dal Governo nazionale. "Continuiamo sulla strada intrapresa - ha dichiarato Iorio al termine delle riunione - per una sanità moderna che dia risposte ai cittadini, che sia ben organizzata sul territorio e che non sia falcidiata da chiusure di strutture. Strutture che, al contrario, debbono vedere attuata una loro migliore valorizzazione all´interno di nuove e più efficaci logiche di operatività e di multifunzionalità. Sono certo che alla fine di questo percorso i molisani avranno un Sistema sanitario migliore, più moderno e dimensionato alle reali esigenze che quotidianamente si riscontrano". Poi un accenno alla recente sospensiva del Tar Molise: "Voglio poi sottolineare che il diritto alla salute è garantito dalla Costituzione. Per assicurare tale diritto ad ogni cittadini esistono organi di governo e legislativi che debbono operare delle scelte precise e responsabili. Scelte che non possono essere demandate o affidate dalla giustizia amministrativa che ha altri compiti. Come ho già detto, attendiamo la sentenza di merito per quanto riguarda i ricorsi presentati dalla Cattolica e dal Neuromed. In conseguenza a quella decisione porremo in essere le nostre determinazioni". E, da ultimo, una notazione di carattere politico: "Credo, infine, possano essere fugate le ipotesi di commissariamenti, auspicate da qualche «piccola mente» che rema contro gli interessi del Molise, con obiettivi di «falcidiare» le strutture attualmente in funzione. Una falcidia che avrebbe come unico risultato il presumibile depauperamento della sanità regionale nel suo complesso, senza portare apprezzabili risultati economico-finanziari".  
   
   
OSPEDALE DI MEZZOLOMBARDO: APPROVATO IL PROGETTO PRELIMINARE  
 
Trento, 11 ottobre 2010 - Approvato l’ 8 ottobre dalla Giunta provinciale - su proposta dell´assessore ai lavori pubblici Alberto Pacher - il progetto preliminare del nuovo presidio ospedaliero San Giovanni di Mezzolombardo, con le relative indicazioni per l´avvio della seconda fase, quella della realizzazione dei lavori di costruzione. Com´è noto nel gennaio 2010 erano state riscontrate gravi deficienze nelle parti strutturali dell´ospedale San Giovanni di Mezzolombardo, a seguito delle quali era stata disposta l´evacuazione di tutti i pazienti e del personale ospedaliero. Successivamente la Giunta provinciale, d´intesa con l´Azienda provinciale per i servizi sanitari - per garantire una risposta tempestiva ai bisogni socio-sanitari del territorio - aveva provveduto a varare le opportune indicazioni tecnico-programmatiche per la demolizione del vecchio ospedale e la ricostruzione del presidio sanitario. Per i compiti relativi, compresi quelli riguardanti la "seconda fase" - la costruzione del nuovo presidio - è stato incaricato il Servizio Edilizia pubblica e logistica. Con la delibera di oggi la Giunta provinciale ha dato il via libera al progetto preliminare - progetto che prevede un limite prestazionale inderogabile - demandando al tempo stesso allo stesso Servizio Edilizia pubblica e logistica l´approvazione della "perizia sottoservizi", del "progetto demolizione" e della "perizia apprestamento area" nonché l´espletamento delle procedure per l´avvio dei lavori di ricostruzione. L´affidamento - da effettuarsi con procedura ristretta e con il criterio dell´offerta economicamente più vantaggiosa - avverrà con un contratto "misto", che comprende la progettazione esecutiva, la realizzazione e la gestione dell´opera per cinque anni da parte dell´azienda aggiudicatrice. Il nuovo ospedale sarà una struttura antisismica e rispondente alla certificazione Leed, il sistema di classificazione dell´efficienza energetica e dell´ impronta ecologica degli edifici che il Trentino ha adottato qualche anno fa, mutuandolo dagli Stati Uniti, notoriamente il più rigoroso.  
   
   
IN TOSCANA DETENUTI TOSSICODIPENDENTI IN COMUNITÀ TERAPEUTICA  
 
Firenze, 11 ottobre 2010 - I detenuti tossico/alcoldipendenti potranno curarsi in comunità teapeutica. Lo stabilisce una delibera portata in giunta dall´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, che fissa anche l´importo da distribuire alle Asl toscane: 350.000 euro per il 2010. L´opportunità riguarda quei detenuti che possono usufruire di misure alternative alla detenzione. Nell´ambito del progressivo trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni sanitarie penitenziarie, la Regione ha ritenuto opportuno che anche i detenuti tossico e alcoldipendenti potessero usufruire dei percorsi riabilitativi nelle comunità terapeutiche. Le comunità terapeutiche che operano sul territorio toscano sono 63, e tutte - sia quelle a gestione pubblica che del privato sociale - sono risultate idonee a ospitare soggetti con misure alternative, in quanto in possesso dei requisiti strutturali, organizzativi e funzionali. Sui circa 4.000 detenuti presenti nelle carceri toscane, si stima che quasi un terzo, circa 1.300, siano tossico o alcoldipendenti. Fra le sostanze utilizzate, la cocaina occupa il primo posto (43,7%), seguita da eroina (41,5%) e cannabis (12,7%). «Mi sembra un segno di grande civiltà garantire ai detenuti la stessa dignità e tutela della salute che viene garantita ai cittadini liberi - commenta l´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia - Negli ultimi tempi, molte sono state le iniziative messe in atto dalla Regione per migliorare la salute dei detenuti: penso alla distribuzione di materassi nuovi in tutti gli istituti di pena, o alla diffusione di kit per l´igiene personale. Consentire ai detenuti di intraprendere un percorso di recupero e riabilitazione nelle comunità terapeutiche è un passo ulteriore nella direzione della tutela della loro salute». Nella delibera si stabilisce che il percorso di presa in carico dei detenuti tossico-alcoldipendenti dovrà essere equiparato in tutto e per tutto a quello delle persone tossico-alcoldipendenti in libertà; che dovrà esserci un´interazione tra Asl, Sert (i Servizi per le tossicodipendenze), Comunità terapeutiche, Prap (Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria) toscano e magistratura di sorveglianza, per definire percorsi assistenziali e procedure idonee per i detenuti tossico-alcoldipendenti sottoposti a misure alternative alla detenzione, qualora vogliano intraprendere programmi di recupero. E si incarica il Comitato Regionale di Coordinamento sulle Dipendenze di definire, di concerto con il Prap e la magistratura di sorveglianza, una proposta di percorso assistenziale. In tema di tossicodipenze, si chiude oggi a Montecatini il convegno del Ceart (Coordinamento Enti Ausiliari della Regione Toscana), momento di verifica e confronto sull´andamento del settore tossicodipendenze nel corso dell´ultimo anno, e di formazione e riflessione per tutti gli operatori.  
   
   
AL VIA IN EMILIA ROMAGNA LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE 2010-11 CONTRO L´INFLUENZA  
 
Bologna, 11 ottobre 2010 - A partire da questa settimana, prende il via la campagna di vaccinazione contro l’influenza organizzata dal Servizio sanitario regionale. E’ rivolta gratuitamente a specifici gruppi di persone che devono essere protette dalla malattia e dalle sue complicanze per diversi motivi: condizione o stato di salute (persone anziane, adulti e bambini con malattie croniche, donne in gravidanza); perché impegnate in attività assistenziale (operatori sanitari e assistenziali); perché adibite a servizi essenziali per la comunità (ad esempio scuola, forze dell’ordine, polizia municipale, vigili del fuoco, trasporti, poste, servizi pubblici essenziali); perché la loro attività li mette in contatto con animali (allevatori, veterinari, macellatori..). Il vaccino utilizzato per la campagna di vaccinazione 2010-2011 protegge sia dai virus influenzali stagionali che dal virus Ah1n1, tuttora circolante, responsabile della pandemia che si è verificata nel 2009 in tante parti del mondo, Italia compresa. L’organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha infatti definito la composizione del vaccino, che contiene anche il virus A H1n1. Tale composizione deriva dai risultati del monitoraggio dei virus influenzali circolati nella scorsa stagione invernale nell’emisfero nord del mondo e nell’ultima stagione invernale nell’emisfero sud (83 Paesi, Italia compresa). Il periodo più opportuno per vaccinarsi va dalla metà di ottobre a tutto novembre: in questo modo sarà possibile essere protetti anche nel caso di una epidemia anticipata (come è accaduto nel 2009). Le vaccinazioni sono eseguite da medici e pediatri di famiglia e dai servizi vaccinali delle Aziende Usl. Per prevenire la diffusione dell’influenza sono anche di grande importanza semplici misure di protezione personale e di precauzione: lavarsi spesso le mani; coprirsi naso e bocca ogni volta che si starnutisce o tossisce e poi lavarsi le mani; soffiarsi il naso con un fazzoletto di carta monouso, gettarlo e lavarsi le mani; in caso di sintomi influenzali restare a casa e limitare i contatti con altre persone. Informazioni sulla campagna di vaccinazione, sul vaccino utilizzato, sulle precauzioni da adottare per evitare il diffondersi dei virus possono essere richieste al numero verde del Servizio sanitario regionale dell’Emilia-romagna 800 033 033 (tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 17,30, il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,30). Se necessario, per approfondimenti, gli operatori del numero verde possono mettere in contatto con i Dipartimenti di sanità pubblica delle Aziende Usl.  
   
   
FVG: CAMPAGNA INFORMATIVA SU USO CORRETTO 118  
 
Udine, 11 ottobre 2010 - Anche la Regione Friuli Venezia Giulia aderisce alla campagna informativa avviata dal Ministero della Salute sul corretto uso del 118 e dei Servizi di Emergenza e Urgenza. Lo ha stabilito l’ 8 ottobre la Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Salute, Integrazione sociosanitaria e Politiche sociali, Vladimir Kosic, approvando in proposito il testo di una convenzione che sarà sottoscritta con l´Agenas, Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali, che collaborerà all´iniziativa per conto del Ministero. La campagna informativa si svilupperà mettendo in rete Regioni e pubbliche amministrazioni per condividere le conoscenze acquisite e adottare azioni comuni. Saranno realizzati depliant, video e prodotti multimediali che spiegheranno ai cittadini come utilizzare al meglio le strutture sanitarie di primo intervento. ´´Troppo spesso accade - segnala Kosic - che i servizi di emergenza siano attivati in maniera impropria e che molti cittadini si rechino al Pronto soccorso anche per risolvere problemi sanitari di modesta rilevanza. Per questa ragione inevitabilmente i servizi di pronto intervento sono gravati da carichi di lavoro eccessivi, mentre dovrebbero essere coinvolti solo di fronte a patologie veramente serie ed in particolare quando si tratta di salvare vite umane´´. ´´Con questa campagna puntiamo dunque a sensibilizzare i cittadini e a modificare i loro comportamenti´´.  
   
   
PRESENTATI A TORINO I SERVIZI GRATUITI DI TELEASSISTENZA E TELESOCCORSO DELLA REGIONE HELP DONNA E SMS HELP OVER 65  
 
Torino, 11 ottobre 2010 Il mercato di Porta Palazzo a Torino è stata l’ 8 ottobre la sesta tappa della campagna di presentazione di “ E non sei mai solo”, iniziativa con la quale la Regione annuncia l’estensione a tutto il Piemonte degli innovativi servizi gratuiti di telesoccorso e teleassistenza Help Donna e Sms Help over 65 e il nuovo impulso dato a Easy Walk e Servizio Ponte. Per tutta la giornata è stato posizionato un gazebo dove sono state fornite le informazioni utili per l’iscrizione e l’attivazione. La stessa iniziativa sarà ripetuta domenica in occasione del Gran Balon. Ad illustrare alle autorità, ai giornalisti ed alle associazioni di volontariato gli obiettivi che la Regione intende raggiungere con questi servizi è stata l’assessore agli Enti locali e alla Promozione della sicurezza, Elena Maccanti. “Vogliamo lanciare - ha dichiarato Maccanti - un messaggio molto chiaro: nessuno viene lasciato solo, perché 24 ore su 24 c’è una voce pronta ad ascoltare ed aiutare le donne, gli anziani e le persone cieche, ipovedenti o sorde. Abbiamo infatti attivato una vera e propria rete di protezione, semplice e concreta, capace di aiutare chi si trova in una situazione di difficoltà a risolvere problemi pratici e di sicurezza legati alla vita di tutti i giorni”. “Siamo in prima fila per aiutare le categorie considerate più fragili a vivere in una società in grado di adeguarsi alle loro specifiche esigenze, e non viceversa - ha proseguito Maccanti - Attivando Sms Help le donne possono utilizzare il cellulare per fare intervenire rapidamente familiari o amici e, in caso di bisogno, le forze dell´ordine . Con Servizio Ponte ed Easy Walk offriamo un canale di ascolto ai non udenti e una guida alle persone cieche o ipovedenti nelle nostre città, offrendo loro la possibilità di non rimanere isolati e di migliorare la qualità di vita. Si tratta di strumenti straordinari, che grazie al progresso della tecnologia dimostrano eccezionali potenzialità di sviluppo, ad esempio nel campo del turismo sociale”. Per ogni esigenza di chiarimento si può telefonare al numero verde gratuito della Regione 800.333.444 o collegarsi a www.Regione.piemonte.it/telesoccorso. Le prossime tappe della campagna saranno Verbania (16 ottobre) e Alessandria (23 ottobre). Già toccate Asti (17 settembre), Cuneo (21 settembre), Vercelli (24 settembre), Biella (25 settembre) e Novara (2-3 ottobre).  
   
   
INFRASTRUTTURE SOCIALI, IN PUGLIA PARTONO 44 NUOVI CANTIERI  
 
Bvari, 11 ottobre 2010 - Sono stati sottoscritti il 7 ottobre presso la Sala del Consiglio Regionale dall’Assessore Regionale al Welfare Elena Gentile, gli ulteriori 44 progetti di infrastrutture sociali e sociosanitarie che la Regione Puglia ha finanziato ad altrettanti soggetti privati (cooperative sociali, imprese private, associazioni di promozione sociale e di volontariato, fondazioni ed enti religiosi) con il primo Avviso pubblico per infrastrutture sociali realizzato a valere sui fondi Fesr dell’Asse Iii del Programma Operativo 2007-2013. “Continuiamo a costruire – ha detto l’Assessore Gentile – un sistema di servizi sociali di altissimo profilo, sia per la qualità delle infrastrutture che stiamo finanziando, sia per la qualità del personale che vi opererà”. “La scommessa – ha continuato la Gentile – è quella di coniugare un’idea moderna di welfare che sia in grado di far crescere la comunità pugliese e di coniugare un processo di sviluppo sociale ed economico”. “Queste infrastrutture – ha commentato il Presidente del Consiglio Regionale Onofrio Introna – consentiranno a molti giovani di entrare nel mondo del lavoro. Credo che si tratti di un aspetto non di poco conto, giacché sono i soggetti che più di altri in questo momento avvertono i pesanti effetti della crisi che attraversa il Paese”. Si tratta di una tappa assai importante, dal momento che questi progetti sono stati ammessi a scorrimento nello scorso ottobre 2009 e successivamente invitati a presentate i progetti esecutivi degli interventi e i quadri economici definitivi. Proprio a seguito della istruttoria di questa ulteriore documentazione, i progetti sono risultati immediatamente cantierabili e quindi è possibile sottoscrivere i disciplinari di attuazione con i relativi soggetti beneficiari che, a fronte della presentazione di apposita polizza fideiussoria, potranno ricevere già nelle prossime settimane la prima anticipazione del contributo finanziario, pari al 50% di quanto concesso. In sede di presentazione dei “100 cantieri in 100 giorni” il Presidente Vendola aveva già messo in evidenza che circa il 70% di tutti i cantieri di imminente attivazione riguardavano infrastrutture sociali e questi 44 progetti ne sono una delle testimonianze più immediate. I 44 progetti sono distribuiti in tutta la Puglia, con una prevalenza nelle province di Bari e Lecce, per un totale di oltre 13 milioni di euro di investimenti da realizzare, di cui quasi 7,5 milioni di euro di finanziamenti regionali assegnati dall’Assessorato al Welfare nell’ambito delle risorse Fesr 2007-2013 dell’Asse Iii. Questo significa che, pur trattandosi di contributi concessi in base al regime di aiuto “de minimis”, di importo massimo di 200.000,00 e fino al 100% del costo del progetto, in realtà i soggetti beneficiari hanno cofinanziato l’intervento mediamente per più del 40%. Assai diverse anche le tipologie di intervento che sono state programmate, ma prevale sicuramente la ristrutturazione funzionale e l’adeguamento ai nuovi standard del regolamento regionale n. 4/2007 e s.M.i. Rispetto alla nuova realizzazione di strutture sociali e sociosanitarie. “A scorrere l’elenco dei progetti ammessi a finanziamento si comprende quanta sintonia vi è stata tra la propensione all’investimento dei privati in campo sociale e l’offerta di contributi pubblici da parte della Regione – evidenzia l’Assessore al Welfare Elena Gentile. Infatti la nostra principale preoccupazione era ed è quella di accompagnare tutti i privati già operanti sul territorio ad adeguare le proprie strutture ai nuovi standard, per accrescere la qualità delle prestazioni erogate, ma anche ad ampliare le strutture per diversificare l’offerta, ed è proprio quello che è successo in modo prevalente”. Rispetto agli ambiti di intervento, i progetti più numerosi ricadono nell’area dell’accoglienza residenziale per anziani, ma anche nell’area dell’accoglienza dei minori e nell’area delle prestazioni a ciclo diurno socioeducative per disabili. Ma tra gli altri spiccano una casa rifugio per donne maltrattate a Taranto e una casa alloggio per madri sole con figli a Lecce, un centro di ascolto per le famiglie e i minori a Foggia, un albergo diffuso per immigrati ad Andria e un “dopo di noi” a Castrì, diversi interventi per l’accoglienza sociale di pazienti psichiatrici stabilizzati o case per la vita. In queste settimane giunge a compimento il lavoro che per molti mesi ha impegnato la struttura tecnica dell’Assessorato per consentire l’attivazione concreta dei finanziamenti già concessi ai privati ma anche ai Comuni. Dopo la sottoscrizione il 24 settembre scorso dei primi accordi di programma con 10 Ambiti territoriali sociali, per 39 progetti e 27 milioni di euro di finanziamento regionale, eccoci alla sottoscrizione di 44 disciplinari con i soggetti privati, a cui faranno seguito entro la fine del mese di ottobre le sottoscrizioni dei disciplinari con altri 27 soggetti privati per l’avvio di nuovi servizi sociali e sociosanitari e con altri 20 Comuni e soggetti pubblici per altre infrastrutture sociali. “L’obiettivo - – precisa la dr.Ssa Anna Maria Candela, responsabile per l’attuazione dell’Asse Iii del Po Fesr 2007-2013 – è riuscire ad erogare in particolare ai soggetti privati ammessi a finanziamento con lo scorrimento delle graduatorie del primo bando (A.d. N. 59/2008 – Burp n. 119/2008) le prime anticipazioni entro questo esercizio finanziario, perché assicurare loro liquidità significa ottenere tempi rapidi di attuazione ed offre una risposta concreta a molte imprese in questa fase di crisi”. Dall’assessorato fanno anche sapere che è imminente la conclusione dei lavori della Commissione che ha istruito e valutato in un arco di tempo relativamente breve, circa 6 mesi, i 230 progetti che altrettanti soggetti privati hanno presentato in risposta al secondo bando per il finanziamento di infrastrutture sociali (A.d. N. 91/2009 – Burp. N. 162/2009). Entro poche settimane vi sarà dunque una nuova graduatoria di progetti di soggetti privati ammessi a finanziamento, con una prima disponibilità di risorse per il cofinanziamento pari a 18 milioni di Euro.
Distribuzione dei progetti per Provincia
Prov Num. Progetti Totale investimento Contributi regionali concessi % su totale contributi regionali
Ba 15 € 4.803.288,08 € 2.877.876,60 38,4%
Br 2 € 517.631,82 € 223.440,01 3,0%
Bt 4 € 1.629.208,00 € 706.367,73 9,4%
Fg 6 € 1.530.495,60 € 1.008.258,81 13,5%
Le 13 € 3.872.046,85 € 2.171.934,75 29,0%
Ta 4 € 679.039,00 € 499.353,23 6,7%
Totale 44 € 13.031.709,35 € 7.487.231,13 100,0%
 
   
   
CONSUMO DI ALCOOL: UN PROGETTO TRANSFRONTALIERO PER COMBATTERE LA PRIMA CAUSA DI MORTE TRA I GIOVANI  
 
Ponzano V.to (Treviso), 11 ottobre 2010 - Si chiama “binge drinking” e significa “bere per sballare”, vi è poi la tristemente nota ed irresponsabile guida in stato di ebbrezza, ma non meno diffusa e pericolosa è l’abitudine di bere lontano dai pasti: sono solo alcuni degli aspetti, con risvolti spesso tragici, del complessivo fenomeno del consumo di alcool tra i giovani, una vera e propria emergenza che non conosce confini nel nostro continente. L’alcool, infatti è la prima causa di morte in Europa per le persone di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Dalla necessità di fronteggiare questa preoccupante situazione, cioè l’insieme dei Pac, problemi alcool-correlati, scaturisce il progetto A.dri.a (Alcohol Drinking Awareness), “Disagio giovanile e problemi alcool-correlati: conoscenza, innovazione e sperimentazione”, inserito nel programma transfrontaliero Interreg Iv Italia-austria, presentato oggi a Ponzano Veneto, in provincia di Treviso, a cui partecipano le Regioni del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e quella austriaca della Carinzia. Pochi dati sono sufficienti per testimoniare le dimensioni dell’allarme: i giovani consumatori di alcool di età compresa tra gli 11 e i 18 anni nel Veneto sono pari al 24,5%, contro una media nazionale del 22,4%; nella classe d’età tra i 19 e i 24 anni lo scostamento è ancora più rilevante: i giovani maschi a rischio in Veneto sono il 38,3% contro il 25,3% della media nazionale, le giovani donne sono il 18,6% in Veneto contro il 10,4 in Italia. Un dato allarmante riguarda le donne venete: più sono giovani e più bevono. Il progetto si pone, quindi, come strumento per favorire lo scambio di conoscenze tra le regioni, per fare il punto sull’efficacia dei servizi erogati nei territori, ma anche come opportunità per dar vita ad azioni comuni di promozione e protezione della salute. Si suddivide in alcune direttrici principali: raccolta di dati e informazioni sul fenomeno; messa a punto di un comune sistema di qualità delle pratiche di prevenzione, cura e assistenza; realizzazione in ogni regione partner, secondo la metodologia della “Peer Education”, sono cioè i giovani stessi a svolgere un’azione educativa nei confronti dei loro coetanei, di percorsi pilota di sensibilizzazione e accompagnamento di gruppi di persone di età compresa tra i 14 e i 30 anni, particolarmente esposti ai rischi connessi al consumo di alcool. Il progetto, iniziato nel 2008, si concluderà nel giugno del 2011 e ha una dotazione finanziaria complessiva di oltre 700 mila euro (280 mila la quota del Veneto). Nel corso dell’incontro, concluso dall’intervento dell’assessore veneto alle politiche sociali, Remo Sernagiotto, sono state illustrate alcune azioni già attuate nella nostra Regione: dalla presenza delle unità mobili nel territorio all’utilizzo della comunicazione multimediale per aggiornare e implementare l’azione educativa al fine di prevenire i comportamenti a rischio. Tra questi l’uso sistematico dei social network, secondo gli stili comunicativi maggiormente in voga tra le nuove generazioni, e in particolare la creazione di una Webtv (www.Fuoritv.it), che occupandosi di tendenze giovanili nell’area dell’intrattenimento, del divertimento e del consumo, approda, creando una comunità virtuale, ai temi della prevenzione. “E’ un progetto di grande rilevanza perché rilevante è nella nostra società il problema che indaga e a cui cerca di dare risposte – ha detto l’assessore Sernagiotto –. Ma è importante sottolineare che questa iniziativa si rivolge ai giovani cercando di parlare il loro linguaggio, non calando dall’alto insegnamenti che, per modalità di comunicazione, verrebbero puntualmente disattesi. Noi adulti non possiamo continuare ad affermare che eravamo migliori, perché continuando a recitare ripetitivamente questo messaggio non otteniamo alcun effetto concretamente positivo nel contrasto al disagio giovanile. Dobbiamo invece avere consapevolezza che le situazioni di vita e il sistema delle relazioni è notevolmente mutato rispetto anche solo a qualche decennio fa e quindi, se vogliamo intercettare l’interesse e l’attenzione dei giovani, dobbiamo rivolgerci alle loro leadership innanzi tutto, con metodi adeguati: solo così saremo in grado di dialogare con loro e trasmettere una serie di valori imprescindibili”. L’assessore ha poi concluso il suo intervento evidenziando la pericolosità di altre dipendenze, non ultima quella dal gioco d’azzardo, che sta non solo portando alla rovina numerose famiglie, ma si sta facendo largo sempre più proprio tra i giovani.  
   
   
INCONTRI DI TEATROTERAPIA A PARTIRE DA OTTOBRE 2010  
 
Pordenone, 11 ottobre 2010 - Luciana Basilicò e Vania Crozzoli: una psicologa e un´attrice conducono incontri di Teatroterapia per gruppi. La Teatroterapia è una forma di arteterapia di gruppo dove l’individuo ha la possibilità di esprimere i propri vissuti e aspetti di sé con il supporto di una metodologia di lavoro derivante dal training psicofisico dell’attore e dall’arte scenica in genere. Essa implica un lavoro pre-espressivo di educazione alla sensorialità, alla percezione del proprio movimento corporeo - vocale, e un lavoro espressivo di rappresentazione e rielaborazione del percorso creativo individuale e di gruppo. Per informazioni e iscrizioni teatriase@gmail.Com  Teatriasè Pordenone www.Lucianabasilico.com/    
   
   
L’AGENZIA UMBRIA SANITÀ REVOCA L’INCARICO DI DIRETTORE ALLA DOTTORESSA MARIA GIGLIOLA ROSIGNOLI  
 
Perugia, 11 ottobre 2010 - La Giunta regionale in data 7 ottobre , preso atto di quanto riferito dai Direttori regionali alla Sanità, Paolo Di Loreto, e agli Affari generali della Presidenza, Aldo Bruni, ha provveduto, con atto n. 1367, alla revoca dell’incarico di direttore dell’Agenzia Umbria Sanità alla dottoressa Maria Gigliola Rosignoli, affidandolo contestualmente al dott. Emilio Duca, direttore generale della Asl n.1 Città di Castello. A tale riguardo la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha dichiarato: “Con questo atto la Giunta regionale intende assicurare tutta quella serenità necessaria all’attività gestionale ed amministrativa dell’Agenzia Umbria Sanità, in una fase importante di riorganizzazione e razionalizzazione della spesa sanitaria, con particolare riferimento agli acquisti e forniture. Al tempo stesso, nel ribadire la piena distinzione dei ruoli tra indirizzo politico, di competenza della Giunta regionale, e attività tecnico-gestionale, di competenza dei direttori generali, si vuole evitare ogni forma di strumentalizzazione anche di natura politica che possa mettere in dubbio la trasparenza, la correttezza e l’imparzialità della pubblica amministrazione in un ambito così delicato come quello della gestione ed organizzazione del servizio sanitario pubblico, per il quale il Governo regionale ha responsabilità dirette, soprattutto nell’attuale fase di attuazione del federalismo. Sono fiduciosa e rispettosa dell’attività di indagine in corso da parte dell’autorità giudiziaria, e mi riservo di assumere ulteriori decisioni, anche di natura collegiale, riguardanti la Asl n.3 Foligno-spoleto-valnerina, sulla base delle informazioni che saranno fornite dalle autorità competenti al termine delle indagini”.  
   
   
INCHIESTA ASL FOLIGNO MARINI: NON SI DISCUTE QUALITÀ ED EFFICIENZA SISTEMA SANITARIO UMBRO  
 
Terni, 11 ottobre 2010 – “Vorrei approfittare di questa circostanza e della presenza di tanti operatori della sanità per dire, con fermezza, che nessun tipo di indagine giudiziaria può mettere in discussione la qualità e l’efficienza del nostro sistema sanitario, frutto innanzitutto del lavoro di tanti di voi, medici, infermieri, operatori sanitari, ricercatori, professionisti della sanità”. È quanto ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in riferimento alle indagini giudiziarie che vedono coinvolto il vertice della Asl 3 di Foligno, intervenendo oggi a Terni al convegno sulla produzione delle cellule staminali nel Laboratorio attivo nell’Azienda ospedaliera. La presidente Marini ha tenuto a sottolineare che la Giunta regionale e lei stessa farà “di tutto per favorire il lavoro della magistratura e delle autorità giudiziarie affinché gli inquirenti possano svolgere fino in fondo il loro lavoro di indagine”, ma con altrettanta determinazione respinge “valutazioni e giudizi strumentali che vorrebbero descrivere in negativo quello che è un patrimonio dell’Umbria e di tutti gli umbri”.  
   
   
SANITA’: “FALSI MEDICI”, STRETTE IN VENETO LE MAGLIE DEI CONTROLLI  
 
Venezia, 11 ottobre 2010 - Alla luce di vari casi, anche recenti, che hanno visto la scoperta di “falsi medici” operanti in strutture sanitarie sia pubbliche che private in varie parti d’Italia, la Regione del Veneto ha deciso di “stringere” le maglie dei controlli. Lo ha fatto con una circolare, firmata adll’assessore alla sanità Luca Coletto e inviata a tutti i direttori generali delle Ullss e Aziende Ospedaliere venete, dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e dell’Arpav. “Con queste nuove indicazioni – sottolinea Coletto – avremo un doppio risultato: aumentare la possibilità che l’eventuale impostore venga smascherato nella fase preliminare all’assunzione; e costituire un forte deterrente per coloro che volessero provarci”. Le nuove procedure introdotte da Coletto sono estremamente meticolose e riguardano tutto il personale sanitario, di ogni ruolo. Riguardo al personale neoassunto (a decorrere dall’1 giugno 2010), le amministrazioni sanitarie dovranno verificare le dichiarazioni sostitutive di certificazione consultando direttamente, senza oneri, gli archivi dell’amministrazione certificante, con un’autorizzazione rilasciata da quest’ultima nei limiti consentiti dalla legge sulla privacy; verrà anche richiesta all’amministrazione certificante la conferma scritta, anche in via informatica o telematica, della corrispondenza di quanto dichiarato dal candidato con le risultanze dei registri della stessa certificante. Per quanto riguarda i documenti d’identità, la dirigenza delle strutture sanitarie venete dovrà garantire che si richieda l’esibizione della carta d’identità o del passaporto; che si effettui il riscontro visivo diretto della corrispondenza della persona al documento esibito; che si operi, attraverso le amministrazioni che hanno rilasciato i documenti, la verifica della loro autenticità con la documentazione e le foto in possesso dell’amministrazione rilasciante, inviando anche la scannerizzazione di quella esibita. Le stesse verifiche andranno fatte anche per il personale assunto dall’1 gennaio 2006, se ancora in servizio. Per le assunzioni precedenti a questa data i controlli saranno a campione. Le verifiche riguarderanno anche il personale acquisito tramite mobilità e quello non direttamente dipendente ma operante a qualsisi titolo all’interno del sistema sanitario pubblico.  
   
   
FVG: DEFINITO ELENCO AGGIORNATO CASE DI RIPOSO  
 
Udine, 11 ottobre 2010 - Su proposta dell´assessore a Salute, Integrazione sociosanitaria e Politiche sociali, Vladimir Kosic, la Giunta regionale ha approvato l´elenco aggiornato delle strutture residenziali per anziani regolarmente autorizzate al funzionamento e operanti in Friuli Venezia Giulia. Nell´elenco sono indicate, sulla base delle comunicazioni effettuate dagli enti gestori dei servizi residenziali, la tipologia della struttura, la natura giuridica dell´ente gestore, il numero di posti letto autorizzati suddivisi per autosufficienti e per non autosufficienti, nonché la retta giornaliera applicata al netto delle contribuzioni regionali. In totale nella regione le case per anziani ed inabili sono 193, con 10.802 posti letto, di cui oltre 6.000 per non autosufficienti. Il maggior numero di case di risposo è nella provincia di Trieste (90), con poco più di 3.000 posti letto.  
   
   
ALZHEIMER, ALLA "CHIABÀ" APRE IL CENTRO DIURNO L´11 OTTOBRE PARTE LA FORMAZIONE DI OPERATORI, MEDICI GENERICI, RESPONSABILI DI AMBITO E DISTRETTO  
 
San Giorgio di Nogaro, 11 ottobre 2010 - Persone sofferenti di demenza senile e malattia di Alzheimer, l’Azienda per i servizi alla persona “G. Chiabà” di San Giorgio di Nogaro annuncia l’apertura a breve di un Centro diurno rivolto a tutti gli anziani che soffrono di tale malattia degenerativa, ma anche ai loro familiari e più in generale a coloro i quali se ne prendono cura. Strettamente collegata all’avvio del nuovo servizio è la giornata formativa interna, prevista lunedì 11 ottobre alle 14 presso la sede dell’Asp, rivolta non solo agli operatori della Chiabà ma anche ai medici di medicina generale, ai responsabili del Distretto sanitario e dell’Ambito socio assistenziale. L’incontro, che verterà sul tema “L’ambiente: determinante della qualità della vita per il malato e per chi lo assiste. Sinergie possibili tra architettura e sanità”, è realizzato dalla Chiabà in collaborazione con il gruppo Ottima Senior. Il programma prevede gli interventi di tre luminari nei rispettivi settori: il dott. Piero Angelo Bonati, geriatra Area anziani - Dipartimento cure primarie Ausl - Distretto di Parma, Elena Bortolomiol, referente italiana del modello Gentlecare, e l’architetto Enzo Angiolini, Progettista specializzato in strutture assistenziali. “L’obiettivo principale che l’Amministrazione dell’Asp si propone con la prossima apertura del Centro diurno per l’accoglimento di persone affette da morbo di Alzheimer e demenza senile – premette la presidente del Consiglio di amministrazione, Daniela Corso - è quello di offrire ai pazienti e loro famigliari “care givers” risposte adeguate ai loro bisogni in un ambiente appositamente progettato per le necessità proprie della malattia”. L’auspicio è quello di un “fattivo coinvolgimento” anche di altri attori facenti parte del circuito socio sanitario, quali Azienda sanitaria, Ambito socio assistenziale, Associazioni di volontariato e di categoria, in quanto “soggetti legati tutti da un comune denominatore rappresentato dalla malattia e dalle sue ricadute”. Obiettivo prioritario dell’Asp è fornire agli operatori che dovranno assistere le persone ammalate e dare supporto ai loro care givers una “visione completa di quello che rappresenta la malattia dovuta alla demenza”. I destinatari del seminario dell’11 ottobre sono infatti gli operatori assistenziali e socio sanitari dell’Asp, i medici di medicina generale, i responsabili del Distretto sanitario e dell’Ambito. Attualmente nella cura delle persone anziane, in particolare affette da demenza e/o Alzheimer, “l’approccio di assistenza può essere distinto in due modelli principali. Il primo – spiega il geriatra Piero Angelo Bonati - è quello cosiddetto tradizionale, caratterizzato dalla cura dei sintomi, l’enfatizzazione della efficienza, da uno staff emotivamamente distaccato, dalla valutazione quantitativa. Il secondo, invece, è quello protesico basato fondamentalmente sulla comprensione dei problemi, l’enfatizzazione dei valori umani, con uno staff emotivamente coinvolto che applica strategie non invasive dove la valutazione qualitativa tende ad enfatizzare le abilità residue del singolo in una alleanza tra lo staff e la famiglia”. In questa prospettiva “la progettazione dell’ambiente per i soggetti affetti da demenza possiede la stessa dignità scientifica della terapia farmacologica. L’ambiente, quindi, ha un ruolo strategico per le scelte terapeutiche ed assistenziali – sottolinea il dottor Bonati -. Dotato di caratteristiche di plasticità e flessibilità, può fornire un valido sostegno protesico ai deficit della persona assistita, facilitando al tempo stesso l’attività del caregiver perché, se non si può pensare di cambiare la storia naturale della malattia, si potrà ad esempio ridurre alcuni sintomi quali i problemi del comportamento e rallentare il declino delle funzioni”. Il Gentlecare è un approccio centrato sulla persona. “In base a questo modello – spiega Elena Bortolomiol -, diventano aspetti importanti di ogni trattamento o approccio, non solo la risoluzione o la compensazione dei sintomi ma il benessere, la soddisfazione, la partecipazione e la qualità della vita della persona coinvolta”. L’ambiente cerca così di avvicinarsi quanto più possibile ad una casa, “dove si cura e si rispettano il più possibile le esigenze della persona malata, che vive in questo ambiente, la maggior parte delle volte, per tutta la vita”. La quotidianità “viene riempita di attività estremamente significative per la persona malata, le cui attività vengono improntate sui ruoli e sulle attitudini che hanno ne caratterizzato la vita, verificando che la persona, in parte, possa svolgerle effettivamente traendone tranquillità ed utilità nella gestione del tempo quotidiano ritmato dalla demenza”. Sotto questa angolazione, ben si inserisce il Gruppo Ottima Senior che da anni si occupa di progettazione e organizzazione di servizi per anziani in una prospettiva d´insieme: dalla progettazione alla ristrutturazione, dall´organizzazione dello spazio alla scelta dei materiali, dallo studio dell´illuminazione più adeguata alla scelta dei colori degli ambienti e tipologia degli arredi, dal progetto di gestione ai percorsi formativi per il personale. Solamente un progetto multidisciplinare ed integrato, concepito nella sua totale complessità e affidato ad un´unica regia, può garantire risultati efficaci e su misura, tanto più in un ambito dove regna molta frammentarietà. Ecco perché Ottima Senior promuove e realizza progetti basati sull’integrazione tra diverse professionalità, tratto specifico che rende il Gruppo una realtà unica in Italia. Il programma dei lavori dell’11 ottobre prevede nell’ordine gli interventi di Elena Bortolomiol, referente italiana del modello Gentlecare, “Come adattare l’ambiente alle esigenze della persona malata: il metodo Gentlecare”; dell’arch. Enzo Angiolini, progettista specializzato in strutture assistenziali, “Spazi, luci e colori per una migliore qualità della vita nell’assistenza”; e del dott. Piero Angelo Bonati, geriatra Area Anziani - Dipartimento Cure Primarie Ausl - Distretto di Parma, nonché presidente Associazione Geriatri extraospedalieri geriatria territoriale italiana sezione Emilia Romagna, “La riorganizzazione dell’ambiente come strategia di cura”.  
   
   
MALATTIA DI PARKINSON: CHIETI SI CONFERMA PUNTO DI RIFERIMENTO A LIVELLO REGIONALE NEL TRATTAMENTO DELLE PATOLOGIE NEUROLOGICHE  
 
Chieti, 11 ottobre 2010 – Il “Centro per la cura dei disturbi del movimento” della Clinica Neurologica dell’Ospedale Clinicizzato di Chieti si conferma polo d’eccellenza nel trattamento dei Disturbi del Movimento tra cui la malattia di Parkinson. Presso il Centro, diretto dal Professor Marco Onofrj, Ordinario in Neurologia presso l’Università "G.d´annunzio" di Chieti-pescara, vengono trattati oltre 1.600 pazienti, che, grazie ai continui progressi delle terapie farmacologiche e chirurgiche, possono contare su diverse soluzioni terapeutiche in grado di contrastare il peggioramento del quadro clinico. “La Malattia di Parkinson è la 2^ patologia neurodegenerativa in ordine di frequenza dopo la malattia di Alzheimer e colpisce in Italia oltre 250 mila persone. La sua prevalenza a livello mondiale è stimata attorno all’1-2% della popolazione di età superiore ai 65 anni – afferma il Professor Marco Onofrj - Il nostro Centro si è sempre distinto per l’alta specializzazione nei trattamenti che vanno da quelli farmacologici, per arrivare, in casi selezionati, al trattamento neurochirurgico (stimolazione cerebrale profonda)”. Al Centro è collegata, inoltre, una struttura chiamata “Centro Studi sull’Invecchiamento” in cui è presente un’unità di medicina comportamentale dove vengono sviluppati nuovi protocolli per la sperimentazione clinica. “In questo Clinical Research Center – continua Onofrj – abbiamo valutato tutte le molecole lanciate sul mercato negli ultimi anni, così come stiamo considerando quelle che usciranno a breve e che stanno già dando ottimi risultati nel controllo della malattia di Parkinson”. “Esistono, poi, situazioni – continua Onofrj - in cui la ricerca farmacologica cerca nuove soluzioni per migliorare il profilo di una molecola già in uso, di cui è stata ampiamente dimostrata l’efficacia”. E’ il caso, ad esempio, del pramipexolo, appartenente alla classe dei dopamino agonisti, il cui uso è stato notevolmente incoraggiato negli ultimi anni in seguito alla pubblicazione di studi che hanno dimostrato come il precoce utilizzo possa ritardare significativamente l’insorgenza delle fluttuazioni motorie, per il quale nel mese di luglio 2010 è stata lanciata la nuova formulazione in compresse a rilascio prolungato con somministrazione unica giornaliera. “Ci aspettiamo molto – aggiunge Onofrj – dalla nuova formulazione di pramipexolo, che dovrebbe ottimizzare il buon funzionamento del farmaco. Le compresse a rilascio prolungato hanno, infatti, il vantaggio di una maggior stabilità dei livelli plasmatici e cerebrali nelle 24 ore, rispetto a quelle a rilascio immediato, che richiedono tre somministrazioni al giorno, ed un miglioramento più costante della funzionalità motoria durante la giornata, con una riduzione della fase “off” ed aumento della fase “on” senza periodi di immobilità fra le dosi”. “Spesso, poi, i malati di Parkinson hanno un quadro clinico complesso – conclude Onofrj - che richiede l’assunzione di molti farmaci diversi per gestire i sintomi della malattia e di altre patologie concomitanti. La possibilità di ridurre il numero di compresse senza dover rinunciare all’efficacia della terapia, dovrebbe, quindi, migliorare anche l’aderenza dei pazienti alla stessa”.  
   
   
MILANO, ARTE CONTEMPORANEA: AL PAC LA MOSTRA DI FRANKO B.  
 
Milano, 11 ottobre 2010 - Sabato 9 ottobre, in occasione della 6a Giornata del Contemporaneo, al Padiglione di Arte Contemporanea di via Palestro 14, è staa aperta al pubblico, con ingresso libero dalle 21.00 alle 24.00, la mostra “Franko B. I still love”. L’esposizione, curata da Francesca Alfano Miglietti, è promossa dall’Assessorato Cultura del Comune e prodotta dal Pac assieme a 24 Ore Cultura. La mostra dell’artista milanese, che presenta circa 50 opere, resterà al Pac sino al prossimo 28 novembre. “Impossibile per lo spettatore l’indifferenza – ha detto l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. Gesti che paiono estremi, riletti nella personale filosofia dell’artista, si caricano di tensioni emotive, ancestrali e ‘purificatorie’. Il Padiglione d’Arte Contemporanea, che già aveva ospitato l’artista nella mostra ‘Rosso vivo’ nel 1999, è la cornice perfetta per questa esposizione, che non teme di affrontare i temi più intimi e ‘tabù’ dell’uomo”. Presentando la mostra l’assessore Finazzer Flory ha annunciato la decisione di Franko B di donare al Comune di Milano un’opera esposta al Pac, intitolata Crosses (2009): “Una mostra sull’amore che produce emozione e donazione”, ha commentato l’assessore. Nel corso della conferenza stampa, il direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, Gastone Mariani, ha consegnato a Franko B honoris causa il diploma di secondo livello in Comunicazione e Didattica dell´Arte, conferito, come illustrato nelle motivazioni lette dall’assessore Finazzer Flory, ”per la poeticità del senso del presente così assoluto in ogni sua opera. Franko B produce una nuova visione dell’arte mostrando una inedita visione del mondo, e il caos si trasforma in una rigorosa presenza performativa, contribuendo a distruggere facili immagini di un troppo ottimistico mondo dell’ordine estetico. La metafora è per Franko B il luogo della bellezza, e lascia tracce del proprio sangue sulla tela bianca usata nella performance… L’arte, come scelta e punto di osservazione, l’arte come direzione di sguardo, l’arte come capacità di rendere visibile l’invisibile. L’arte come progetto di nuovi mondi. A Franko B, l’Accademia di Belle Arti di Brera riconosce la particolare unicità, tipica di ogni autore, di rendere consapevoli”.  
   
   
BARCOLANA: VINCE ESIMIT EUROPA 2, A TRIESTE E´ GRANDE FESTA DELLA VELA 1852 PARTITI NELLA 42.A EDIZIONE, BORA MODERATA E RECORD DEL NUOVO PERCORSO. LA COMBINAZIONE VINCENTE 10-10-10 ALLE ORE 10 SI CONCRETIZZA SUL CAMPO DI REGATA.  
 
Trieste, 11 ottobre 2010 – Una Barcolana bellissima. Di sole, Bora gentile, 1852 barche, grandi campioni, vincitori annunciati, colpi di scena e lo spirito di sempre. Unica ed emozionante. Per quantità, qualità, tecnica esibita in mare. E non solo dai protagonisti più attesi: si sono visti giri di boa con 100 barche in pochi metri, situazioni nelle quali l’abilità e la preparazione velica sono determinanti. I velisti della Barcolana ne sono usciti promossi a pieni voti. Dal punto di vista tecnico è stata una Barcolana in tre capitoli. 1) La regata del vincitore annunciato, Esimit Europa 2, che ha corso al meglio per battere ogni rischio e per inseguire il record simbolico della corsa. Il dream team di Flavio Favini, cui va dato il merito di aver scelto il sempre più convincente Alberto Bolzan non ha steccato una nota. Dalla perfetta scelta di tempo in partenza, a metà linea, all’uso delle vele di prua, evitando spinnaker che avrebbero portato fuori rotta rispetto alla prima boa (un errore che in tanti hanno commesso, traditi dalla sensazione di andare più veloci). La velocità della barca ha fatto il resto: impressionante veder scivolare nell’acqua il progetto Reichel-pugh nel silenzio a velocità difficili da mantenere per un buon gommone. Anche il lato finale tra il Miramare e l’arrivo è stato favorevole: Esimit Europa 2 l’ha fatto in un lampo e senza bordeggio, mentre molti degli inseguitori hanno dovuto compiere più d’una virata. Feste e abbracci a bordo meritati e grande soddisfazione per Igor Simcic, un armatore sempre più coraggioso e di scelte illuminate, finalmente conquista una line honour alla Barcolana dopo tante vittorie di categoria. Il tempo record di 56’ e 13” si iscrive di diritto negli annali della coppa d’Autunno. Missione compiuta. 2) La regata degli outsider. Chi inseguiva Esimit Europa 2 sperando in un passo falso, chi sperava in tattiche miracolose per fare il colpaccio, chi si è accontentato di stupire per un piazzamento ben oltre le aspettative: la flotta degli inseguitori era nutrita più ancora delle scorse edizioni. E alla fine il più bravo è stato lui, Mitja Kosmina, il trionfatore della Barcolana 2009, capace con Maxi Jena Amor di tenere il ritmo scatenato di Esimit fino all’ultima boa. Il secondo posto mai in discussione è invece stato una conquista da fuoriclasse del mare. Un’avaria al sistema idraulico della kanting keel, la chiglia basculante, ha reso ingovernabile Maxi Jena Amori, che ha letteralmente arrancato nell’ultimo lato fino al traguardo di Barcola. Alle sue spalle ha rimontato uno scatenato Andrea Nevierov al timone di Beauxt Vte Tuttatrieste 1. Kosmina è riuscito a tenere la piazza d’onore per pochi centimetri dopo un’ora e mezza di regata. Incredibile e meritata. Il terzo posto di Beauxt Vte Tuttatrieste 1 è merito dell’equipaggio che ha sempre sfruttato ogni piccolo salto di vento. Al quarto posto una sorprendente Shining Umag con Zeljko Perovic, al quinto Idea Amori con Alberto Leghissa e al sesto Tuttatrieste 2 con Furio Benussi. Tra le sorprese positive anche il settimo posto di Vitrani, un Tp52 rivelatosi adattissimo alle condizioni e stupendamente portato dal team di Gabriele Benussi (primo in Categoria 0 davanti all’ottimo Orlanda di Filippo Sammarini), anche se Vasco Vascotto alla fine non s’è visto a bordo, e il nono posto di Montenegro Wild & Beauty con Riccardo Bonetti, nettamente primo della mini-flotta di Farr 80 gemelli. 3) La regata dei migliori di classe. Una nota di merito per Alligator 2, l’Rc 44 di Marko Popovic che ha vinto in Classe 1 davanti a Casali No Border’s Team, il Fast Wave 40R di Mirko Sardoc. Bella figura per le Stelle Olimpiche di Larissa Nevierov con la timoniera greca Sofia Bekatorou, ottave di classe. In categoria 2 si conferma lo specialista Roberto Bertocchi che porta benissimo il suo Sayonara Orion (Millenium 40R), addirittura 28° assoluto. Gastone Novelli, Presidente Svbg “La combinazione vincente, che è stata un po´ il motto di questa Barcolana, con l´evento che si è svolto il 10-10-10 si è concretizzata sul campo di regata, con un numero di iscritti superiore a quello dello scorso anno, un Villaggio a terra bellissimo e sempre più adatto alle passioni e agli interessi di chi va per mare, e condizioni meteo che hanno permesso a tutti di regatare in sicurezza, divertendosi. Onore a tutti i partecipanti della Barcolana, dal primo all´ultimo classificato, e anche a quanti alle 17.30 non hanno tagliato il traguardo, ma hanno fatto propria la festa e il grande spirito della Barcolana. Ringrazio oltre a tutte le istituzioni, gli sponsor e le forze dell´ordine alle quali dobbiamo molto, i soci della Società velica di Barcola e Grignano che hanno lavorato con dedizione e amore alla regata che in questo fine settimana ha fatto grande Trieste”. Igor Simcic, Armatore Esimit Europa 2 “Siamo reduci da una stagione ricca di successi e di record. Questa Barcolana è stata fantastica da ogni punto di vista e la soddisfazione maggiore è stata quella di aver segnato un nuovo record in condizioni di vento più leggero rispetto a quello stabilito da Alfa Romeo. Questo vuol dire che l´equipaggio ha operato perfettamente nella messa a punto e nella condizione del dello scafo. Questo progetto continuerà regalandoci altre soddisfazioni”. Alberto Bolzan, Timoniere Esimit Europa 2 “Siamo riusciti ad utilizzare tutti i trucchi che quest´imbarcazione ha per poterla rendere performante al massimo. Sino all´ultimo lato, fino a Miramare, non pensavamo di poter segnare un nuovo record ma, girato all´ultima boa e vista la velocità costante di 15 nodi, abbiamo cominciato a crederci ed è arrivato il risultato. Abbiamo ereditato un´imbarcazione che ha vinto tutto in tutti i mari ed il fatto che ci stiamo continuando a migliorare dimostra che il progetto è valido e l´equipaggio è al top”. Mitija Kosmina, Timoniere Maxijena Amori “Siamo felici del secondo posto conquistato, anche perché subito dopo l´ultima la chiglia mobile si è rotta ed abbiamo rischiato di scuffiare. Per fortuna, nonostante il rallentamento dell´andatura, siamo riusciti ad evitare danni ancora più gravi e a concludere in sicurezza mantenendo la seconda posizione. In partenza sia noi che l´equipaggio di Esimit avevamo scelto lo stesso punto, segno che la tattica era giusta. Considerato tutto quello che è successo questo secondo posto ha un valore molto importante per noi”. Federico Moccia, Patron Maxijena Amori “Ho vissuto momenti straordinari barca questa mattina, assieme all´equipaggio di Kosmina che è riuscito a conquistare un grande risultato nonostante un problema alla chiglia che avrebbe potuto costringerci al ritiro. La Barcolana è qualcosa di magico è non escludo che l´atmosfera di questo evento, tra vela e festa, possa entrare in uno dei miei libri”. Francesco De Angelis, Tattico Verve Dahlia “Complimenti ai vincitori, che hanno saputo portare l´imbarcazione senza alcuna sbavatura. La Barcolana resta una festa unica ed una cornice per la vela senza eguali. La possibilità di portare qui la Coppa America, come ha dichiarato il viceministri Castelli, è certamente possibile. Ma c´è differenza tra i desideri e la realizzazione concreta delle cose”. Furio Benussi, Timoniere Tuttatrieste 2 Bauxt Vte “Il nostro è stato un grande risultato di squadra. Complimenti ad Andrea Nevierov che si è classificato al terzo posto, e primo di categoria Maxi con la nostra gemella, ma anche al mio equipaggio che mi ha permesso di regatare al massimo conquistando il quinto posto. Siamo felici non solo del piazzamento ma anche dell´entusiasmo del patron Roberto Snaidero che ha partecipato per la prima volta alla Barcolana, dando vita ad un progetto molto coinvolgente per tutti”.