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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Ottobre 2012
FERTILIZZAZIONE IN VITRO (FIV), OVULO FECONDATO DALLO SPERMA AL DI FUORI DEL CORPO.  
 
Bruxelles, 2 ottobre 2012 - Ricercatori dell´Università di Göteborg, Svezia, hanno fatto una scoperta che potrebbe aumentare il successo della fertilizzazione in vitro (Fiv), un procedimento attraverso il quale un ovulo è fecondato dallo sperma al di fuori del corpo. Secondo le stime nel 2099 sono stati effettuate 500.000 Fiv in Europa, sfortunatamente il trattamento non garantisce il successo e molte persone devono aspettare a lungo prima di provare di nuovo. La speranza però potrebbe essere dietro l´angolo grazie al team di ricerca svedese che ha scoperto che una particolare sostanza chimica può far maturare piccoli ovuli in ovuli maturi e sani, un processo che potrebbe dare a più persone la possibilità di un trattamento di Fiv riuscito. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Plos One. Le donne e le ragazze che si sono sottoposte a una cura per il cancro a base di radioterapia e chemioterapia spesso non possono avere figli perché i loro ovuli muoiono in conseguenza della terapia. Molte, e non solo chi si sottopone a cure di radioterapia e chemioterapia, scelgono di congelare i loro ovuli e persino gli embrioni, anche se questo non è possibile per le ragazze che non hanno ancora raggiunto la pubertà. Un modo più efficace di preservare la fertilità è congelare fette di tessuto ovarico che contengono piccoli ovuli immaturi. Questi ovuli possono poi essere fatti maturare in modo da poter essere usati per la Fiv. Sfortunatamente al momento, non c´è modo di far maturare piccoli ovuli in ambiente artificiale al di fuori del corpo. Questo problema potrebbe essere stato risolto dal gruppo di ricerca dell´Università di Göteborg, coordinato dal professor Kui Liu. Il team ha scoperto che una sostanza chimica che inibisce la molecola Pten può provocare la maturazione di piccoli ovuli fino a diventare ovuli maturi e sani. Nel loro studio, che è stato condotto sui topi, i ricercatori sono riusciti a produrre cinque giovani topi vivi da ovuli maturati usando questo inibitore della Pten. I risultati si sono basati su precedenti risultati pubblicati sulla rivista Science, nei quali un gruppo dimostrava che la Pten è la molecola che inibisce lo sviluppo dell´ovulo. "Questa scoperta dimostra che c´è una probabilità realistica di poter usare inibitori della Pten per attivare piccoli ovuli in provetta," dice Kui Liu, professore del Dipartimento di Chimica e biologia molecolare dell´Università di Göteborg. "Questa tecnica è estremamente preziosa per le donne che hanno solo ovuli piccoli nelle ovaie e che non possono essere aiutate dalla Fiv allo stato attuale," ha aggiunto. Il suo gruppo di ricerca è riuscito a dimostrare che un breve trattamento con l´inibitore della Pten può provocare la crescita di piccoli ovuli e che questo trattamento rende possibile produrre tanti ovuli maturi. I risultati indicano anche che piccoli vivi e sani possono nascere da ovuli trattati usati nella Fiv. I giovani topi sono nati fertili e non mostrano alcun segno o sintomo di malattie croniche all´età di 15 mesi, che equivale a 70 anni di un essere umano. Ll professor Kui Liu è fiero del lavoro realizzato dal suo team, che è specializzato nello studio di meccanismi molecolari che influenzano lo sviluppo delle cellule riproduttive femminili. Il suo obiettivo è essere in grado di usare questo metodo per aiutare le donne. "Speriamo di vedere questo metodo usato clinicamente entro 5 - 10 anni," ha affermato Kui Liu. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Göteborg http://www.Gu.se/english  Plos One: http://www.Plosone.org/home.action    
   
   
RICERCATORI SCOPRONO UN LEGAME TRA L´USO DI ANTIBIOTICI E L´MRSA  
 
Bruxelles, 1 ottobre 2012 - Ricercatori che stavano studiando un batterio resistente alla penicillina e che porta infezioni in alcuni pazienti d´ospedale hanno scoperto che la sua presenza diminuisce significativamente quando diminuisce anche la prescrizione di un comune antibiotico della famiglia dei fluorochinoloni. Il team di ricerca, è stato coordinato dal St George´s, Università di Londra, e ha pubblicato i suoi risultati sul Journal of Antimicrobial Chemotherapy. Il batterio studiato dai ricercatori era lo Stafilococco aureo resistente alla meticillina, o Mrsa, che è conosciuto anche come Stafilococco aureo multi-farmaco resistente poiché ha sviluppato una resistenza agli antibiotici beta-lattamici. Questi comprendono antibiotici della famiglia della penicillina che sono in genere usati negli ospedali per prevenire e curare le infezioni. L´mrsa può causare infezioni gravi della pelle, del sangue, dei polmoni e delle ossa: una volta contratta l´infezione, la cura con normali antibiotici può causare gravi complicazioni. Dal 1999 al 2009, i ricercatori hanno studiato l´infezione da Mrsa presso il St George´s Hospital. Hanno esaminato come esso si sia adattato per sopravvivere in un ambiente ospedaliero e a fattori che ostacolavano la sua prevalenza. Quello che hanno scoperto è che una significativa diminuzione della presenza di Mrsa coincideva con la riduzione delle prescrizioni ospedaliere di ciprofloxacina, l´antibiotico più comunemente prescritto della famiglia dei fluorochinoloni. In breve tempo durante lo studio, le prescrizioni di corpofloxacina sono diminuite da 70-100 dosi giornaliere per ogni mille letti occupati a circa 30 dosi. Nello stesso periodo, il numero di pazienti identificati dal laboratorio come infetti da Mrsa si sono ridotti alla metà, da una media di 120 al mese a circa 60. Negli ultimi due anni dello studio, sia il livello di prescrizione del farmaco che il livello di Mrsa sono rimasti a questi livelli ridotti. I sintomi dell´infezione da Mrsa possono andare da molto lievi a gravi, ma non si sa quanti dei casi esaminati dallo studio fossero gravi. Lo studio ha esaminato se altri fattori, come migliori provvedimenti per il controllo dell´infezione, possano aver contribuito a far diminuire l´infezione. Quando però sono state introdotte politiche di controllo più severe, come una più attenta pulizia e lavaggio delle mani e lo screening dei pazienti per l´Mrsa all´arrivo in ospedale, l´unica importante riduzione dei tassi di infezione ha coinciso con la riduzione delle prescrizioni di ciprofoxacina. L´autore principale dello studio, la dott.Ssa Jodi Lindsay, docente di patogenesi microbica presso il St George´s, ha commentato: "Sorprendentemente, non erano l´igiene o il lavarsi le mani i principali fattori responsabili della diminuzione dell´Mrsa nell´ospedale. È stato piuttosto un cambiamento dell´uso di un particolare tipo di antibiotici. Lavarsi le mani e controllare l´infezione sono cose importanti, ma non erano abbastanza da causare la diminuzione di Mrsa che abbiamo osservato." La dott.Ssa Lindsay ha detto che lo studio suggerisce che l´Mrsa si appoggia alla ciprofoaxina e ai fluorochinoloni in generale, per prosperare negli ospedali, e sui farmaci tipo penicillina, come già si supponeva. Gli antibiotici del gruppo dei fluorochinoloni hanno un meccanismo di azione abbastanza simile da ipotizzare che l´effetto potrebbe essere lo stesso per tutti. Ha aggiunto che i risultati suggeriscono che il modo più efficace di controllare l´Mrsa e altri superbatteri degli ospedali è continuare a trovare modi alternativi di usare gli antibiotici, invece di occuparsi semplicemente delle tecniche di controllo dell´infezione. I ricercatori hanno anche identificato il ceppo di Mrsa, Cc22, che è diventato dominante. Questo ceppo è proliferato sviluppando e mantenendo una resistenza multi-farmaco e diventando più adatto a sopravvivere sulle superfici degli ospedali rispetto agli altri ceppi. Il dott. Tim Planche, consulente microbiologo presso l´Helthcare Nhs Trust del St George´s e uno dei co-autori dello studio ha spiegato l´importanza di queste scoperte: "Attualmente l´ospedale ha tassi di infezione tra i più bassi di Londra, essendo riuscito a far diminuire la contrazione del virus negli ultimi cinque o sei anni usando un misto di severe misure igieniche e un uso attento e selettivo degli antibiotici. Queste scoperte però, ci danno preziose informazioni e certamente giustificano ulteriori indagini, che potrebbero portare allo sviluppo di strategie di controllo dell´infezione ancora più efficaci in futuro." La dott.Ssa Lindsay ha aggiunto che studiare le dinamiche di come i ceppi di Mrsa continuano a evolversi negli ospedali in risposta alle diverse pratiche e interventi, come il controllo dell´infezione e la prescrizione di antibiotici, sarà essenziale per determinare quali interventi funzionano, quali sono convenienti in termini di costi e quali avranno probabilmente i migliori risultati a lungo termine. "Ma sembra che adesso abbiamo un´eccellente opportunità di controllare i superbatteri negli ospedali riesaminando il modo in cui prescriviamo antibiotici e assicurandoci di usarli nel modo più efficace possibile." Per maggiori informazioni, visitare: St George´s, University of London http://www.Sgul.ac.uk/  Journal of Antimicrobial Chemotherapy: http://jac.Oxfordjournals.org/  
   
   
PIÙ RICERCA PER COMBATTERE LA TB MULTIFARMACO-RESISTENTE  
 
Bruxelles, 1 ottobre 2012 - Un terzo della popolazione mondiale è affetto da tubercolosi (Tb) e nonostante gli sforzi di combatterla, la Tb continua a costituire una grave minaccia per gli individui e la salute pubblica in tutto il mondo. Negli ultimi anni la lotta è diventata più dura poiché un nuovo ceppo di tubercolosi multifarmaco-resistente (Mdr-tb) ha creato una nuova grave minaccia. Una nuova ricerca potrebbe avere la risposta per combattere questo nuovo ceppo di Tb, ma è necessario continuare la ricerca per ottimizzare le cure raccomandate. Lo studio è stato in parte finanziato dal progetto Tb Pan-net ("Pan-european network for the study and clinical management of drug resistant tuberculosis"), che ha ricevuto quasi 11 milioni di euro nell´ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7º Pq) dell´Ue. Secondo un team internazionale di ricerca chiamato Gruppo di collaborazione per la meta-analisi di dati di singoli pazienti nella Mdr-tb, l´uso di farmaci più nuovi, un maggior numero di farmaci efficaci e un regime di cura più lungo potrebbero essere associati a una maggiore sopravvivenza dei pazienti affetti da Mdr-tb. Questa ricerca è stata pubblicata su Plos Medicine. Nel 2010, 8,8 milioni di persone si sono ammalati di Tb e 1,4 milioni sono morti, facendo di questa malattia la seconda malattia causata da un singolo agente infettivo più letale al mondo. Oltre il 95% di queste morti si verificano in paesi con reddito basso e medio portando molte persone che vivono nel primo mondo a credere di essere al sicuro. In effetti nessun paese ha sradicato la malattia e secondo le statistiche dell´Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in Europa solo la Tb causa 49 nuovi casi e uccide 7 persone ogni ora. Le attività globali per controllare la Tb sono però messe a dura prova dall´emergenza di ceppi resistenti a diversi antibiotici compresi l´isoniazide e la rifampicina, i due più potenti farmaci anti-tubercolosi di prima linea (standard). La cura della Mdr-tb è lunga, tossica, costosa e per lo più ha scarsi risultati per i pazienti. Inoltre i regimi di cura ottimali per la Mdr-tb non sono stati determinati e, finora, non ci sono stati esperimenti randomizzati controllati di cure della Mdr-tb. In alcuni paesi, sta diventando sempre più difficile curare la Mdr-tb. Le opzioni di cura sono limitate e i farmaci raccomandati non sono sempre disponibili. In alcuni casi si sta sviluppando una forma di tubercolosi ancora più resistente ai farmaci. La Tb molto resistente ai farmaci, Xdr-tb, è una forma di Mdr-tb che risponde a un numero ancora minore di medicine a disposizione. I ricercatori del Gruppo di collaborazione per la meta-analisi dei dati di singoli pazienti di Mdr-tb hanno riunito i dati sui risultati di 9.153 pazienti provenienti da 32 centri per saperne di più sul modo più efficace di curare la Mdr-tb. I ricercatori hanno scoperto che l´uso di certi farmaci, l´uso di quattro o più farmaci efficaci e la durata della cura sono associati a risultati positivi per i pazienti. Da questo gli autori sono stati in grado di concludere che "questa meta-analisi dei dati di singoli pazienti di 9.153 pazienti suggerisce che la cura della Mdr-tb dovrebbe comprendere un chinolone di più nuova generazione e etionamide o protionamide. Nei pazienti che non hanno ricevuto farmaci di seconda linea prima, il numero ottimale di farmaci potenzialmente efficaci sembra essere almeno quattro nella fase iniziale intensiva e almeno tre nella fase di continuazione. La durata della terapia associata con le più alte probabilità di successo è risultata di 7-8,5 mesi per la fase intensiva iniziale e 25-27 mesi per la durata totale. Nonostante ciò, gli autori invitano alla prudenza nell´interpretazione dei dati a causa dei limiti dei metodi e del tipo di dati usati nello studio. Osservano gli autori: "In vista dei seri limiti di questi dati di osservazione, si può dire che queste scoperte abbiano messo in evidenza diverse importanti questioni per futuri esperimenti clinici. Tali questioni comprendono il ruolo e la scelta delle sostanze iniettabili (farmaci che devono essere somministrati tramite iniezione), la durata ottimale di un tale farmaco e la terapia totale e il potenziale valore dei chinoloni di più recente generazione e di certi farmaci di gruppo 4 e di gruppo 5." Per maggiori informazioni, visitare: Plos Medicine http://www.Plosmedicine.org/article/info%3adoi%2f10.1371%2fjournal.pmed.1001300  Who Tuberculosis http://www.Who.int/topics/tuberculosis/en/    
   
   
FEBBRE DEL NILO OCCIDENTALE IN ITALIA: CONFERMATI ALTRI SEI CASI, A RISCHIO ORA ANCHE LE PROVINCE DI PORDENONE E GORIZIA  
 
Lecce, 1 ottobre 2012 - Pochi mesi fa c’era stata la prima vittima della febbre del Nilo Occidentale in Italia da quando il virus era stato debellato. Si sperava in un caso isolato, ma le autorità sanitarie hanno ammesso in questi giorni che non è così. Il virus infatti, trasportato da alcune zanzare infette, si è spostato verso Nord, ed ha fatto due nuove vittima a Pordenone e a Gorizia. La malattia, che può portare alla meningite, è stata individuata anche nell’area di queste due ultime provincie ed a Venezia, dove sono state sospese le donazioni, visto che proprio tramite trasfusioni di sangue è possibile trasmettere il virus. I sintomi sono influenza con febbre alta e cefalea, dolori alle ossa e sensazione di malessere generale, e raramente la malattia sfocia in meningite. Potrebbe dunque scattare a breve il piano di sorveglianza per monitorare la diffusione del contagio. A rischio ci sono molte città: oltre le province di Pordenone e Gorizia appena colpite che hanno confermato due casi, altri quattro casi sono stati confermati nelle province con segnalazioni precedenti e cioè due a Venezia e due a Treviso. Complessivamente i casi confermati in Italia sono diciassette.Ulteriori informazioni sull´infezione da West Nile in Italia (province di Olbia e Sassari) sono disponibili presso l´ Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. Inoltre a partire dal 27 settembre 2012, sono stati segnalati nell´Ue 204 casi umani di febbre del Nilo occidentale e 461 casi nei paesi limitrofi. Dall´ultimo aggiornamento, la Grecia ha rilevato dieci nuovi casi, un caso probabile dalla prefettura di Arta, otto da zone con segnalazioni precedenti (uno a Attiki, due a Drama, uno a Imathia, due a Kavala, uno a Lefkada, uno a Thessaloniki ) appena colpita la regione la provincia di Aitoloakarnania il cui caso deve essere confermato. In Ungheria, sono stati segnalati quattro nuovi casi, tre nelle contee appena colpite di Baranya, Vas e uno a Csongrad. Nei paesi vicini, Croazia ha segnalato un nuovo caso autoctono a Osjecko-baranjska, una contea con segnalazioni precedenti. Inoltre, altri casi dalle contee Osjecko-baranjska e Vukovarsko-srijemska già segnalati come casi probabili sono ora identificati come casi confermati. Nell´ex Repubblica iugoslava di Macedonia, i primi quattro casi sono stati segnalati nella regione Skopje e i comuni di Krusevo, Lipkovo e Struga. Israele ha segnalato nove nuovi casi nei distretti con segnalazioni precedenti (tre a Haifa, due nel Nord, tre nel sud, uno a Tel Aviv ). Il Kosovo ha riferito attraverso Episouth tre nuovi casi, due nelle regioni colpite appena di Kosovsko-pomoravski e Prizremski e uno nella regione di Kosovski (Pristina), un´area con segnalazioni precedenti. La Federazione russa ha segnalato quattordici nuovi casi nel Oblast con segnalazioni precedenti (cinque a Astrakhanskaya, due a Lipetskaja e sette a Volgogradskaya ). Per Giovanni D’agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, è utile tenere informati in modo chiaro i cittadini, senza creare allarmismi ingiustificati. Ritiene comunque che la situazione vada affrontata in modo serio e complessivo, visto che il territorio nazionale, per le sue caratteristiche, rappresenta in larga misura un habitat ideale per le diverse specie di zanzara. Inoltre si tiene a sottolineare che il virus peraltro non si trasmette da persona a persona. In base ai dati del Centers for Diseases Control and Prevention, il Cdc di Altlanta, negli Usa, la letalità della malattia, nelle forme di tipo meningo-encefalitico, può variare tra il 3% e il 15%.  
   
   
MELANOMA CUTANEO: ECCO LE LINEE GUIDA ITALIANE REGINA ELENA, SAN GALLICANO E AGENAS INSIEME PER “GUIDARE” E INFORMARE GLI OPERATORI SANITARI  
 
 Roma, 1 ottobre 2012 – Raccomandazioni utili, le prime in Italia che provengono da una fonte istituzionale, elaborate da un pull multidisciplinare di esperti. Si tratta delle Linee guida nazionali sulla diagnosi e terapia del melanoma cutaneo, neoplasia con incidenza in continua crescita in tutto il mondo. Negli ultimi 20 anni l’incidenza è aumentata di oltre il 4% all’anno in entrambi i sessi. I trend recenti indicano un aumento persistente per gli uomini e un rallentamento per le donne. Le linee guida clinico-organizzative, elaborate dall’Agenzia per i Servizi Sanitari Nazionali (Agenas) in collaborazione con gli Istituti Regina Elena e San Gallicano, rappresentano uno strumento concreto per orientare i medici e indirizzarli nella gestione della malattia. Il melanoma cutaneo ha un incidenza in Italia di 14,3 casi per 100.000 uomini e 13,6 casi per 100.000 donne (dati Airtum), ed è al terzo posto per numero di nuovi casi nella fascia di età da 0 a 44 anni. A differenza di molte altre neoplasie il melanoma colpisce anche le classi d’età più giovani, infatti oltre il 50% dei casi viene diagnosticato entro i 59 anni d’età. Alla luce del quadro epidemiologico poco incoraggiante, le linee guida sul melanoma intendono essere uno strumento realmente utile nella pratica clinica “per questo – afferma Bruno Rusticali, Coordinatore Linee guida Agenas - applicabili alla realtà italiana, basate sulle migliori evidenze disponibili, quanto meno equivoche possibile, aperte alle acquisizioni più recenti, propositive e dinamiche.” Il manuale ha l’obiettivo di fornire al clinico informazioni e raccomandazioni sul modo più corretto di attuare la prevenzione primaria e secondaria e di gestire i pazienti affetti da melanoma. La diffusione delle linee guida è promossa tramite un volume completo e un documento informatico scaricabile all’indirizzo www.Agenas.it. La forza delle raccomandazioni è classificata come A, B, C, o D ma la scala non riflette sempre l´importanza clinica delle raccomandazioni. Le migliori pratiche cliniche basate sull´esperienza clinica del gruppo di lavoro sono comunque segnalate con una sigla. Ma quali sono le principali raccomandazioni che emergono dalle Linee guida? “Un controllo di routine da uno specialista - chiarisce Caterina Catricalà, Direttore del dipartimento di dermatologia oncologica del San Gallicano e del Melanoma Unit Ifo, nonché Responsabile scientifico del progetto - è opportuno se esistono i fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo del melanoma in maniera indipendente e statisticamente significativa: numero dei nevi di un individuo, fototipo e pigmentazione cutanea, episodi di scottature durante l’infanzia e storia familiare o personale di melanoma. Il 10% dei casi di melanoma presenta familiarità. E’ quindi è importante lo studio dei geni coinvolti nell’insorgenza del melanoma cutaneo.” Il trattamento del melanoma primario, dei linfonodi regionali, delle recidive loco-regionale, la terapia sistemica adiuvante e la terapia del melanoma in fase avanzata, sono alcuni dei capitoli salienti della guida. Per ogni stadio della malattia ci sono indicazioni di trattamenti chirurgici e medici. Il manuale comprende anche una sezione che tratta del melanoma in gravidanza. Dal capitolo sulle terapie del melanoma in fase avanzata emerge l’importanza di vigilare sulla presenza di nuovi farmaci man mano disponibili, vista la recente evoluzione della ricerca. Infine, in questi casi, si evidenzia la necessità di richiedere la valutazione nei preparati istologici degli oncogeni mutati come ad esempio Braf.  
   
   
INAUGURATO NUOVO CENTRO DIALISI OSPEDALE ORISTANO  
 
Oristano, 1 ottobre 2012 - Oristano punta a diventare un polo strategico e baricentrico in Sardegna per diverse specialità sanitarie. Lo scorso 27 settembre si è aggiunto un nuovo tassello verso questa direzione, con l´inaugurazione del nuovo Centro dialisi all’ospedale San Martino da parte dell’assessore regionale, Simona De Francisci, in visita ufficiale nella città. Oltre all’assessore, accompagnata dai manager dell’Asl 5 (direttore generale, sanitario e amministrativo) e dai medici primari dei reparti interessati, erano presenti il prefetto, il sindaco e i consiglieri regionali del territorio. La Visita. Il neo Centro dialisi può contare su 16 posti letto accreditati, mentre entro il 2013, con l’ultimazione dei lavori di ristrutturazione del primo piano, si prevede un aumento fino a 24 posti letto (oltre al day hospital di Nefrologia). Nel corso del suo sopralluogo l’assessore ha visitato inoltre il nuovo corpo Dea (Dipartimento di emergenza urgenza e accettazione) dove saranno trasferiti entro l’anno i reparti di Pronto soccorso, Anestesia e rianimazione, cinque sale operatorie e Radiologia. Quest’ultimo in particolare è dotato di apparecchiature all’avanguardia che ne faranno una delle Unità radiologiche più avanzate tra quelle della Sardegna. È già operativo invece il nuovo Corpo M, con i reparti di Medicina e Psichiatria. Sanità Di Qualità. "Le strutture che ho avuto modo di vedere oggi – ha detto l’assessore De Francisci - attestano come non sia vero che tutta la sanità sarda è disastrata e anzi possono aspirare a far diventare questa Azienda come punto di riferimento per diverse specialità. Certo, c’è ancora tanto, tantissimo da fare ma il lavoro, la professionalità e l’aspetto umano di dirigenti, medici e infermieri, uniti alla soddisfazione dei pazienti dimostrano come si sia imboccata la strada giusta anche in un’Azienda sanitaria, quella di Oristano, che punta a offrire servizi di eccellenza senza costringere più i cittadini di questa provincia a trasferte onerose e disagevoli". Piccoli Ospedali, No A Smantellamento. Non solo Oristano città, però. Il rinnovamento dell’offerta di servizi di qualità e diffusi interessa anche le altre strutture sanitarie di competenza della Asl 5, come i presìdi di Bosa e Ghilarza. “Su Bosa – ha aggiunto De Francisci – è in stato avanzato il progetto di Nefrologia. In ogni caso, la Giunta sta lavorando a una sua proposta , che poi verrà sottoposta al Consiglio regionale, per rilanciare gli ospedali di provincia senza smantellarli, nonostante siano allo studio, da parte del Governo con la revisione della spesa, direttive rigide sul loro mantenimento".  
   
   
112 LECCO: REGIONE APRIPISTA IN ITALIA  
 
Milano, 1 ottobre 2012 - Con il Numero Unico dell´Emergenza 112 Regione Lombardia si è dotata del primo modello in Italia di call center per tutte le chiamate di emergenza così come già avviene in diversi Paesi europei. Un progetto reso possibile innanzitutto grazie alla massima collaborazione interistituzionale tra tutti i soggetti coinvolti". L´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli, ha commentato così la notizia, resa nota in conferenza stampa, dell´imminente estensione del Numero Unico dell´Emergenza 112 al territorio di Lecco, con le stesse modalità operative già in essere nell´area di Varese e Como: un solo numero per le chiamate relative a 112, 113, 115 e 118, ricezione della chiamata da parte di un call center, localizzazione e smistamento della chiamata alle Amministrazioni competenti per la gestione dell´evento. Primi In Italia - "Non è un caso - prosegue Boscagli - che la Lombardia sia la prima Regione ad avviare questo servizio. L´esperienza del nostro sistema, infatti, ha costituito una base ideale, sia dal punto di vista dei mezzi che delle risorse umane, per favorire il coordinamento necessario a implementare un progetto così avanzato. Si tratta di un´ulteriore riprova della qualità del sistema di Emergenza Urgenza lombardo, e della bontà dell´intuizione regionale di volerlo strutturare in modo organico e professionale al massimo livello". Grazie A Operatori - "In questa occasione - conclude Boscagli - credo sia doveroso ricordare il grande lavoro che il 118 svolge e ha svolto nella nostra provincia con un ringraziamento speciale a Guido Villa, ex responsabile del 118 di Lecco, che per 13 anni ha lavorato qui e si è da poco trasferito alla sede regionale di Areu, l´Agenzia regionale emergenze e urgenze. Insieme agli operatori del 118 non posso dimenticare i tanti volontari che ogni giorno contribuiscono al soccorso e all´assistenza dei cittadini coinvolti in incidenti ed emergenze di ogni genere".  
   
   
CLUSONE (BG), APPROVATA L´INTESA PER LA SEDE DEL DISTRETTO ASL  
 
Clusone (Bg), 1 ottobre 2012 - Una porzione dell´ex ospedale S. Biagio di Clusone, di proprietà del Comune di Clusone, nella Bergamasca, verrà ristrutturata per ospitare la nuova sede del Distretto socio-sanitario della Valle Seriana Superiore e Valle di Scalve. Lo strumento per realizzare l´intervento sarà un Accordo di Programma, il cui testo è stato approvato dalla Giunta regionale, su proposta del presidente Roberto Formigoni, di concerto con l´assessore alla Sanità Luciano Bresciani. L´accordo di Programma verrà sottoscritto, oltre che da Regione Lombardia, dal Comune di Clusone, dall´Asl di Bergamo e dall´Avis provinciale di Bergamo. Il via libera al testo dell´intesa fa seguito al provvedimento, approvato sempre dalla Giunta regionale lo scorso 30 maggio, di ´promozione dell´Accordo di Programma´. L´attuale sede del Distretto infatti, così come segnalato a suo tempo dal direttore generale dell´Asl di Bergamo Mara Azzi, dal presidente dell´Avis provinciale Oscar Bianchi e dal sindaco di Clusone Paolo Olini, non è più adeguata né per gli spazi né per l´accessibilità. Cittadella Sanitaria - I lavori per realizzare una nuova sede del Distretto adeguata da un punto di vista funzionale, organizzativo e dimensionale verranno dunque effettuati sulla parte di edificio, in cui aveva sede l´ex Pronto soccorso dell´ospedale San Biagio, attigua all´area che oggi ospita la nuova Rsa Sant´andrea. Nella nuova struttura, oltre al distretto Asl, troveranno collocazione gli uffici dei Servizi sociali del Comune di Clusone e la sede dell´Avis. Si verrà così a creare una ´cittadella sanitaria´, che rappresenterà un punto di riferimento univoco per i cittadini. Servizi In Più Per I Cittadini - "Per realizzare questo intervento - spiega l´assessore Bresciani - l´impegno finanziario di Regione Lombardia sarà di 1,8 milioni di euro, somma che coprirà l´intero costo dell´operazione. Era un impegno già preso mesi fa che abbiamo rispettato". Soddisfatto Daniele Belotti, assessore regionale al Territorio e Urbanistica: "Nonostante il periodo difficile e la scarsità di risorse siamo riusciti a portare avanti questa importante iniziativa che va ad offrire un servizio socio sanitario di primo livello in tutta l´alta Val Seriana. Abbiamo potuto ottenere questo risultato grazie all´impegno del sindaco di Clusone, Paolo Olini, e al fondamentale gioco di squadra tra la Regione e la direttrice dell´Asl di Bergamo, Mara Azzi". "Con questo atto concreto - commenta l´assessore all´Ambiente, Energia e Reti Marcello Raimondi - dimostriamo la nostra vicinanza al territorio in un settore fondamentale come quello socio-sanitario. Il nostro impegno è sempre quello di garantire i servizi più adeguati ai nostri cittadini".  
   
   
VIA A PROJECT FINANCING PER NUOVO OSPEDALE PORDENONE  
 
Trieste, 1 ottobre 2012 - Un ulteriore passo nell´iter per la realizzazione del nuovo ospedale di Pordenone è stato compiuto il 27 settembre dalla Giunta regionale, che ha approvato la delibera di generalità, proposta dal vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, e dall´assessore alle Finanze, Sandra Savino, che dà il via libera alla procedura del project financing. "L´opera nel suo complesso - ha spiegato il vicepresidente Ciriani - costerà circa 270milioni di euro, cifra che permetterà di avere l´opera ´chiavi in mano´, cioè completa in ogni suo aspetto, compresi gli arredi e le attrezzature. Di questa somma 150 milioni sono già stanziati dalla Regione e la delibera di oggi ufficializza e fa partire l´iter per reperire la cifra restante con il contributo dei privati attraverso il project financing, formula che è stata già utilizzata per la realizzazione di altri ospedali del Nordest". "Tecnicamente - spiega Ciriani - faremo ricorso all´istituto della ´concessione di costruzione e gestione´, che consentirà ai privati interessati di partecipare all´investimento nel nuovo ospedale a fronte della possibilità di gestire alcuni servizi, non di tipo sanitario, per i successivi 30 anni. Voglio sottolineare con forza questo punto perché i privati gestiranno gli stessi servizi che gestiscono ora, come ad esempio quello di mensa o di lavanderia, pertanto con il nuovo ospedale non cambierà nulla per i cittadini, infatti tutti i servizi di tipo sanitario rimarranno in campo esclusivamente al servizio sanitario regionale". "Il percorso che ci permetterà di consegnare ai cittadini di tutta la provincia di Pordenone un nuovo nosocomio, all´avanguardia ed efficiente- ha continuato l´assessore alla Salute - è particolarmente complesso data l´importanza di quest´opera, ma stiamo procedendo in maniera decisa. Dopo l´atto di intesa stipulato ad agosto tra Regione, Comune, Provincia, Ass 6 e Azienda Ospedaliera, e quello di pochi giorni fa relativo alle infrastrutture di complemento, oggi facciamo scattare un nuovo e decisivo passaggio confermando l´impegno della Regione a realizzare quest´opera in tempi rapidi".  
   
   
LA TOSCANA SOSTERRÀ LE INIZIATIVE PER GARANTIRE FUTURO E OCCUPAZIONE AL SETTORE FARMACEUTICO”  
 
 Firenze, 1 ottobre 2012 – La Regione Toscana è disponibile a concordare con Farmindustria e con le Organizzazioni sindacali iniziative e proposte a sostegno dell’occupazione e del futuro del settore farmaceutico e ad aprire un confronto, sulla questione, anche con il Governo nazionale. E’ questo il senso del messaggio che l’assessore alle attività produttive, Gianfranco Simoncini, ha inviato al presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, in vista del convegno di Roma del 2 ottobre, cui l’assessore toscano non potrà partecipare per impegni presi precedentemente. “Condivido – scrive ancora Simoncini – la preoccupazione di Farmindustria e sindacati per il rischio che il settore farmaceutico possa entrare in crisi per l’entrata in vigore di norme che di fatto penalizzano la farmaceutica italiana rispetto ai prodotti esteri. C’è un patrimonio di competenze scientifiche, intellettuali, di ricerca, che ha proprio in Toscana uno dei suoi poli fondamentali, che deve essere salvaguardato e valorizzato”. “E’ con questa convinzione – conclude Simoncini la sua lettera a Scaccabarozzi – che l’amministrazione regionale sarà presente all’incontro promosso dalla Menarini il prossimo 1 ottobre per presentare le difficoltà che i recenti provvedimenti sui farmaci generici rischiano di determinare per l’azienda fiorentina”.  
   
   
SOCIALE SONDRIO,1,4 MLN PER PROGETTI INNOVATIVI IN VALTELLINA ULTIMA TAPPA DEL TOUR SUL PATTO PER IL WELFARE  
 
Sondrio, 1 ottobre 2012 - Dodicesima ed ultima tappa a Sondrio per il tour di presentazione del Patto per il welfare dell´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli. Presso la Sede territoriale della Regione Lombardia nel capoluogo valtellinese erano presenti anche i due co-presidenti del Tavolo territoriale di confronto di Sondrio, l´assessore regionale all´Agricoltura, Giulio De Capitani e il presidente della Provincia Massimo Sertori. Boscagli ha ricordato che l´incontro di Sondrio chiude non solo i diversi appuntamenti di confronto con istituzioni, associazioni e Terzo Settore in tutte le province lombarde ma anche gli oltre settanta momenti di lavoro condivisi con tutti i soggetti coinvolti nel sociale in tutta la regione. Attuale Welfare Al Collasso, Serve Il ´Patto´ - ´La riduzione delle risorse causata da spending review e patto di stabilità - ha sottolineato anche oggi l´assessore regionale - ci impone di rivedere completamente il sistema di welfare che, così com´è, non ha più possibilità di reggere: di qui l´idea del Patto e della consultazione con i protagonisti del sociale sui diversi territori per arrivare alla definizione di un nuovo quadro normativo caratterizzato da una maggiore e più equa compartecipazione dei cittadini ai costi dei servizi che vengono forniti dalle strutture specializzate´. Più Equità Con Il Fattore Famiglia - Un risultato che sarà garantito con l´entrata in vigore a pieno regime dell´attuale sperimentazione del Fattore Famiglia, che tiene conto delle reali situazioni presenti in ciascun nucleo familiare e delle persone a carico, con maggiore aderenza alle reali necessità rispetto a quanto in precedenza poteva offrire l´indice Isee. In pratica pagherà di più chi se lo può permettere, mentre saranno offerte agevolazioni a chi è in difficoltà. Per la provincia di Sondrio la sperimentazione si effettua a Tirano. A Sondrio 1,4 Milioni Per 7 Progetti Sperimentali - Pur in un momento di crisi, l´assessore Boscagli ha garantito che, grazie ad una revisione della spesa effettuata sul suo Assessorato, sono stati reperiti fondi per 38 milioni di euro da destinare a sperimentazioni di nuove forme di ´Unità d´Offerta´. Per la provincia di Sondrio, nel 2012 sono stati destinati 1.400.000 euro per sette progetti sperimentali: quattro nell´area delle dipendenze, che comprendono progetti di prevenzione e di intervento a favore di situazioni di cronicità o di nuove forme di dipendenza con particolare riferimento agli adolescenti, e tre nell´area della fragilità e della non autosufficienza. Il Metodo Di Lavoro Di Regione Lombardia - ´Anche in questo particolare e delicato settore quale è il welfare - ha commentato l´assessore De Capitani - il metodo di lavoro di Regione Lombardia si rivela strategico e vincente: su questi temi sono coinvolti più assessori della Giunta regionale, ciascuno per le sue dirette competenze e soprattutto sono ascoltate le voci di chi è presente ed opera nei territori´. Chi è a contatto con le necessità e i bisogni della popolazione, come ha ammesso il presidente della provincia di Sondrio, Sertori, si rende perfettamente conto della difficoltà della situazione. A titolo di esempio, ´quest´anno - ha riferito il presidente - non riusciremo più a garantire il servizio bus per il trasporto dei disabili. In precedenza avevamo stanziato 270.000 euro ma ora siamo senza alcun tipo di risorsa per offrire questo servizio ai cittadini´. Vita Più Lunga, Necessità Di Più Cure - Una situazione che rischia di complicarsi ulteriormente, più in generale, in quanto ´l´allungamento dell´età - ha spiegato Boscagli - se da un lato rappresenta un elemento significativo che dimostra come ora si viva meglio e di più rispetto al passato, dall´altro rappresenta un costo sociale più elevato in quanto la persona anziana necessita di cure e di assistenza. Purtroppo, da quanto ho sentito nel corso di questo giro nei territori della Lombardia, si profila l´ipotesi che, ancora una volta, i problemi ricadano sulle donne, già ora costrette ad interrompere l´attività lavorativa anzitempo per assicurare le cure a chi vive in famiglia insieme a loro´.  
   
   
BOLZANO: PRESENTATA LA NUOVA TESSERA PER LE PERSONE CON INVALIDITÀ CIVILE  
 
Bolzano, 1 ottobre 21012 - È plastificata, comoda e contiene – su richiesta esplicita delle persone con disabilità - solo poche ma significative informazioni: la Ripartizione provinciale Famiglia e Politiche sociali e l’Azienda Sanitaria provvederanno ad inviare tra breve la nuova tessera per persone con invalidità civile ai richiedenti. Nel corso di una conferenza stampa, tenutasi il 27 settembre nel Palazzo provinciale 12, l’assessore alle politiche sociali Richard Theiner, Evelin Reinstaller dell’Azienda Sanitaria e Stefan Hofer, presidente della Federazione per il Sociale e la Sanità hanno presentato la nuova tessera. Nel mese di marzo la Giunta provinciale ha deliberato di introdurre un´apposita tessera per le persone con un´invalidità civile uguale o superiore al 46 %. La nuova tessera - una carta plastificata nel comodo formato di una carta di credito - a partire dalla fine di ottobre verrà spedita alle persone con disabilità che hanno richiesto formalmente la tessera. Oltre al nome, codice fiscale e data di nascita, contiene solo il grado di invalidità civile e la data di validità: illimitata o con scadenza se è prevista una revisione. "Il vantaggio più importante della nuova tessera è che non viene descritta la patologia di cui si soffre" dice l´assessore Theiner. "La tessera tutela la privacy del titolare il quale può mostrare la tessera senza specificare la diagnosi." La nuova tessera non sostituisce quelle già esistenti delle varie associazioni. Inoltre non è valida per l´uso gratuito dei mezzi di trasporto pubblico e non sostituisce il contrassegno esistente per il parcheggio per disabili rilasciato dal Comune che in futuro sarà sostituito da quello europeo. "L´interesse nei confronti della nuova tessera è molto alto" sostiene Evelin Reinstaller dell´Azienda Sanitaria. "Quasi la metà dei 35.000 invalidi civili che hanno diritto alla tessera l´hanno già richiesta". Tutti i nuovi richiedenti in futuro riceveranno la tessera insieme al verbale redatto dalla commissione medica. "La tessera, assicurando delle agevolazioni al titolare, consente di alleviare almeno in parte gli svantaggi legati alla disabilità", sottolinea Stefan Hofer, presidente della Federazione per il Sociale e la Sanità. La Federazione raccoglie tutte le informazioni sulle agevolazioni di cui potranno usufruire in futuro le persone con disabilità. "Tutte le indicazioni sui vari vantaggi possono essere inserite nel sito http://www.Fss.bz.it/  e le persone con disabilità potranno quindi informarsi in merito alle agevolazioni legate al possesso della nuova tessera" informa Hofer. Insieme con il Consorzio dei Comuni e le varie associazioni per le persone con disabilità, la Federazione sta effettuando dei rilevamenti ed elaborando delle proposte per le future agevolazioni presso gli impianti ed i servizi provinciali e comunali. La nuova tessera è completamente gratuita. I costi a carico della Provincia saranno di circa 30.000 euro, ai quali si aggiungeranno le spese postali.  
   
   
DINAMICHE PSICOSOCIALI NEL GRUPPO ANALITICO ALLARGATO: 6 E 7 OTTOBRE WORKSHOP A PERUGIA  
 
Perugia, 1 ottobre 2012 - Si svolgerà a Perugia, sabato 6 e domenica 7 ottobre prossimi presso la Sala Convegni "100dieci" (Via Pascoli 23/c), il Workshop "Dinamiche Psicosociali nel Gruppo Analitico Allargato", organizzato dal Cerchio Onl, Associazione Italiana di Gruppo Analisi e dalla Coirag, Scuola di specializzazione in psicoterapia, Istituto di Roma. L´interesse per l´iniziativa è determinato dal fatto che essa costituisce un´esperienza unica di indagine e lavoro nel campo delle dinamiche psicosociali di gruppo che si tiene a Perugia ed in Umbria. L´evento che è patrocinato dalla Regione Umbria, dalla Provincia e dal Comune di Perugia, dall´Università degli Studi, dalla Ausl2 dell´Umbria, dall´Ordine degli Psicologi della nostra regione, dal Cesvol, dal Consorzio Auriga e da "perugiAssisi 2019" è alla sua terza edizione e ha riscontrato, in quelle precedenti, un successo e un interesse vivace e partecipato. Il Workshop è rivolto ad un vasto pubblico: dagli operatori della salute (medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri, operatori socio sanitari e di comunità), della scuola, delle varie Istituzioni, dell´associazionismo, dei movimenti di emancipazione individuale e sociale, e, più in generale, a tutti coloro che, cittadini italiani e stranieri, intendano "misurare" e migliorare le proprie capacità relazionali e di reciproca integrazione. Il lavoro del Gruppo Analitico è infatti finalizzato a stimolare, in una comunità di individui diversi, provenienti da contesti sociali, culturali e professionali diversi, le capacità di comunicazione e comprensione individuali e collettive e di tradurre le dinamiche (a volte inevitabilmente conflittuali che si verificano nel gruppo) in fattori positivi di interrelazione e crescita reciproca. Il Gruppo Analitico Allargato si svolgerà nell´arco delle due giornate articolandosi in sette sedute della durata di un´ora e mezza ciascuna. Il responsabile scientifico del Workshop è il Dr. Bruno Chipi, responsabile del Centro di Salute Mentale "Perugia Bellocchio" e la conduzione sarà affidata ad un gruppo di "trainers" specializzati che adotteranno il metodo della "libera espressione" dei partecipanti. Le iscrizioni al Workshop, che è accreditato Ecm (12 crediti) per tutte le categorie professionali e da diritto all´attestato di partecipazione, sono aperte. Per informazioni dettagliate sull´evento e sulle modalità di iscrizione infogruppoallargatopg@gmail.Com    
   
   
GIOCO D´AZZARDO, DALLE ILLUSIONI ALLA REALTÀ. ESPERTI E ISTITUZIONI A CONFRONTO SULLA DIPENDENZA DA GIOCO DAL PUNTO DI VISTA SOCIALE, CULTURALE, NORMATIVO. CONVEGNO LUNEDÌ 1 OTTOBRE A BOLOGNA  
 
Bologna, 1 ottobre 2012 – Esperti e istituzioni a confronto sul tema del gioco d´azzardo, una pratica in espansione che comporta un alto rischio di dipendenza, con conseguenze a volte drammatiche per chi gioca e per la sua famiglia. Il convegno regionale dal titolo "Gioco d´azzardo: dalle illusioni alla realtà", si terrà lunedì 1 ottobre a Bologna (dalle 9 alle 17,30, Sala Terza Torre della Regione, viale della Fiera 8). La spesa che gli italiani riservano al gioco d’azzardo è in continuo aumento, nonostante la generale contrazione dei consumi delle famiglie. Il fenomeno è ormai ampiamente diffuso tra la popolazione, incentivato dalle numerose possibilità di gioco in qualsiasi momento della giornata e in ogni luogo, dal supermercato al web. Ma la pratica del gioco d’azzardo si accompagna ad un alto rischio di perdita di controllo e di dipendenza. Obiettivo dell’incontro è esaminare il fenomeno dal punto di vista sociale, culturale, normativo, approfondendo i possibili interventi legislativi e socio-sanitari. Al convegno interverranno gli assessori regionali alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi e alle Politiche per la Salute Carlo Lusenti, il presidente Anci nazionale Graziano Del Rio, Laura Garavini, parlamentare della Commissione antimafia e Mila Ferri, responsabile del Servizio di salute mentale e dipendenze patologiche della Regione Emilia-romagna.  
   
   
POLITICHE SOCIALI: INVECCHIAMENTO ATTIVO, VICEPRESIDENTE CASCIARI ILLUSTRA LEGGE REGIONALE A CONFERENZA “ANCESCAO”  
 
Perugia, 1 ottobre 2012 - “Il Consiglio regionale in questo mese ha approvato il disegno di legge a tutela della promozione e della valorizzazione dell’invecchiamento attivo. Per noi è un motivo di grande soddisfazione visto che, attraverso questa legge, la Regione Umbria risponde in pieno alle richieste dell’Europa”. Lo ha affermato la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, intervenendo il 29 settembre alla Conferenza regionale “Ancescao”, Associazione Nazionale Centri Sociali, Comitati Anziani e Orti, che si è tenuta al Villaggio Albergo “Il Gabbiano” di Torricella – Passignano sul Trasimeno. Illustrando i contenuti della legge regionale il cui titolo è “Norme a tutela della promozione e della valorizzazione dell’invecchiamento attivo”, la vicepresidente Casciari ha precisato che “la normativa, suddivisa in 11 articoli, ha una bozza leggera nella sua impostazione che ha prestato attenzione alle direttive europee e alle altre leggi regionali già in essere. Tra le azioni – ha aggiunto - è prevista in primo piano la promozione del benessere della persona, attraverso il sostegno alla prevenzione e la diffusione di corretti stili di vita, come l’educazione motoria e fisica. Inoltre, sono favoriti gli strumenti di prossimità e di socialità”. “La Regione Umbria – ha detto Casciari - è la seconda Regione italiana che si è dotata di una normativa ad hoc per la tutela, la promozione e la valorizzazione dell’invecchiamento attivo. Una legge dai contenuti importanti che trova un senso se si tiene conto del fatto che l’aspettativa di vita dal 1960 è salita di otto anni con una previsione di un ulteriore aumento di cinque anni nel corso dei prossimi quarant’anni. Si vive più a lungo e, soprattutto, in migliore salute e gli over 60, con il passare degli anni, non perdono il desiderio di viaggiare, di continuare ad imparare e di profondere impegno per la collettività. Alla luce di tutto ciò – ha aggiunto - la legge promuove la formazione continua, incentiva il turismo sociale e individua strumenti utili a favorire la fruizione della cultura, lo scambio di saperi e conoscenze tra le generazioni, anche attraverso progetti che coinvolgono le scuole e che puntano a valorizzare le persone anziane”. La vicepresidente ha quindi ribadito che invecchiare in buona salute favorisce anche una forte riduzione della spesa pubblica sanitaria e sociale e rappresenta un’opportunità per la comunità che potrà contare sull’esperienza e la disponibilità di persone che hanno ancora molto da offrire alla comunità”. “Per finanziare le azioni previste dalla legge – ha concluso – la Giunta regionale ha stanziato 250 mila euro. Si tratta di un primo sostegno che potrà essere implementato attraverso altre ulteriori fonti di finanziamento che tengono conto di interventi già in essere presso altri assessorati regionali. Un modo questo – ha concluso - per mettere a sistema le risorse in un momento di forte contrazione di finanziamenti da parte del Governo centrale”.  
   
   
FVG: REGIONE APPROVA ORIENTAMENTO SU GESTIONE PMA  
 
Trieste, 1 ottobre 2012 - Su proposta del vicepresidente e assessore alla Salute, Luca Ciriani, la Giunta regionale ha affrontato il 27 settembre anche il tema della Procreazione medicalmente assistita. "È necessario - ha rilevato Ciriani - aggiornare la regolamentazione di questo tema dal punto di vista del servizio sanitario regionale. Oggi c´è molta disparità di servizi offerti alle donne a livello nazionale, e il Friuli Venezia Giulia sta lavorando con impegno, sulla base delle conclusioni tratte da un comitato tecnico composto da specialisti del settore, per garantire alle donne un servizio di valore, in grado però anche di essere sostenibile dal punto di vista economico". Il comitato tecnico regionale che ha affrontato, dal punto di vista epidemiologico e sanitario, il tema, ha elaborato una serie di indicazioni in relazione ai costi e alle procedure: gli orientamenti espressi in Friuli Venezia Giulia verranno elaborati in sede nazionale, con l´obiettivo di giungere a una sintesi che sia utile per garantire un servizio di alta qualità, credibile e in grado di tutelare la salute della donna. La giunta ha preso atto dei risultati del comitato tecnico, che ora lavorerà in sinergia, a livello interregionale.  
   
   
BOLZANO: CORSO PER AIUTANTI DOMICILIARI (BADANTI) PER MIGLIORARE L’ASSISTENZA AGLI ANZIANI  
 
Bolzano, 1 ottobre 21012 - Le aiutanti domiciliari (badanti) spesso sono persone provenienti da paesi stranieri che svolgono un servizio di assistenza “totale” agli anziani non più autosufficienti. Si tratta per lo più di donne che vivono al loro domicilio e se ne occupano a tempo pieno. Svolgono una funzione essenziale, vitale per l´economia e per l´equilibrio sociale. L´assessorato provinciale alla formazione professionale, tramite la Scuola provinciale per le professioni sociali "E. Levinas" di Bolzano, organizza un corso di formazione per qualificare le aiutanti domiciliari e migliorare così la qualità della vita degli anziani che ricorrono a loro. Formare le persone che accudiscono gli anziani delle nostre comunità, che, non dobbiamo mai dimenticare, sono i nostri cari, come i nostri nonni, le nostre zie ed i nostri zii, i nostri genitori, è un obiettivo di politica sociale perseguito dalla nostra Provincia. Per questo il corso viene svolto in accordo con le Ripartizioni 20, 22 e 24 della Provincia Autonoma. Il corso è rivolto a persone adulte, di almeno 25 anni, che si occupano, con regolare contratto di lavoro, di una persona anziana a domicilio, in possesso della licenza media inferiore o di una scolarità equivalente e, se straniere, con regolare permesso di soggiorno, e con una buona conoscenza della lingua italiana. Con la formazione, oltre a valorizzare e tutelare l´attività svolta dalle aiutanti domiciliari, viene data maggiore dignità a tale servizio e contemporaneamente è garantita la qualità. Il percorso di formazione di circa 120 ore scolastiche si articola in otto moduli ore. Al termine di ciascun modulo una commissione certificherà le competenze previste. Al termine del corso ai/alle partecipanti è conferita una certificazione qualitativa delle competenze acquisite. Il conferimento presuppone che i/le partecipanti non superino il numero consentito d´assenze e prevede una verifica interdisciplinare delle competenze acquisite tramite il corso (conoscenze teoriche e abilità pratiche) al termine di ogni blocco tematico. Il corso si svolgerà al raggiungimento di un n. Sufficiente di iscritti presso la Scuola Provinciale per le Professioni Sociali E. Levinas di Bolzano uin piazza Angela Nikoletti, 1. Le iscrizioni rimarranno aperte fino all´08 ottobre. Per avere informazioni più dettagliate sui requisiti d´accesso e le modalità d´iscrizione rivolgersi alla Scuola Provinciale per le Professioni Sociali E. Levinas, piazza Angela Nikoletti, 1 Bolzano, tel. 0471/440900, fax 0471/440929.  
   
   
STATISTICA. MUOVERSI DI PIU´ E’ UNA SANA ABITUDINE  
 
Venezia, 1 ottobre 2012 – La mancanza di attività fisica è uno dei principali fattori di rischio per la salute. Lo sottolinea l’ultimo numero di “Statistiche Flash”, pubblicazione periodica consultabile e scaricabile dal sito della Regione del Veneto alla voce “statistica”. In questo numero monografico, dedicato all’analisi delle rilevazioni relative all’attività fisica, vengono evidenziate le stime secondo cui in Europa ogni anno sono un milione i decessi (10% del totale) e 8,3 milioni gli anni di vita persi, per mortalità prematura o vissuti in condizioni di disabilità (5% del totale), determinati da un´insufficiente attività fisica. Più di metà della popolazione europea non è abbastanza attiva e non raggiunge i livelli settimanali di attività fisica raccomandati per mantenersi in salute. Ancora più pigri gli italiani, lontani dai primati dei Paesi nordici. L´inattività fisica costituisce un importante problema di salute, per questo l´Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha indicato ai Paesi membri le azioni necessarie per aumentare l´attività fisica svolta giornalmente: innanzitutto garantire accessibilità e sicurezza per camminare, andare in bicicletta e praticare altre forme di attività; migliorare i servizi sportivi, ricreativi e per il tempo libero; aumentare il numero di spazi sicuri per le attività di gioco. La promozione del trasporto attivo, a piedi e in bicicletta, per aumentare l´attività fisica quotidiana è un approccio vincente, perché non solo migliora la salute, ma ha anche effetti positivi sull´ambiente. Per modificare l´ambiente costruito e creare maggiori opportunità per una vita attiva, è necessario dunque l´impegno di più settori della pubblica amministrazione. Secondo il sistema di sorveglianza del Ministero della Salute, in Veneto nel 2011 il 32% delle persone, più gli uomini che le donne, ha uno stile di vita attivo: pratica infatti l´attività fisica settimanale, moderata o intensa, raccomandata dall´Oms oppure svolge un lavoro pesante. Il 44% fa attività fisica in quantità inferiore a quanto consigliato,mentre il 24% è completamente sedentario, ossia in una settimana nel tempo libero non fa attività fisica moderata o intensa neppure per 10 minuti al giorno.  
   
   
VENEZIA E TRENTO RICORDANO L’ARTE DI FRANCESCO GUARDI PRESENTATE AL MUSEO CORRER LE MOSTRE DEDICATE AL PITTORE VENEZIANO DI ORIGINI TRENTINE  
 
 Trento, 1 ottobre 2012 - Presentata a Venezia, al Museo Correr, la mostra “Francesco Guardi”, pittore veneziano di origini trentine che verrà ricordato anche a Trento con la mostra “Francesco Guardi nella terra degli avi. Dipinti di figura e capricci floreali” presso Sala Grande e Sala Specchi del Castello del Buonconsiglio. C’era anche l’assessore provinciale alla cultura, Franco Panizza, alla vernice per la stampa della mostra monografica dedicata al pittore veneziano di origine trentine Francesco Guardi, tenutasi il 27 settembre a Venezia presso il Museo Correr. Gabriella Belli, da pochi mesi direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia e per vent’anni direttrice al Mart, ha accolto l’assessore Panizza, la dirigente della Soprintendenza per i Beni Storico-artistici Laura Dalprà, Adriano Conci architetto del Castello del Buonconsiglio e Francesca de Gramatica conservatrice del Buonconsiglio. In occasione del terzo centenario della nascita di Francesco Guardi anche Trento, in collaborazione con Venezia, gli dedicherà infatti una mostra che verrà inaugurata il 5 ottobre alle 18 al Castello del Buonconsiglio. Con la Fondazione Musei Civici di Venezia si è avviata questa collaborazione per ricordare sia a Venezia, terra natale del pittore sia a Trento terra d’origine, uno fra i più grandi vedutisti italiani del Settecento. Nel suo intervento l’assessore Panizza ha voluto ringraziare la direttrice Belli e naturalmente la Fondazione Musei Civici di Venezia per questa collaborazione che rinsalda i legami culturali anche in vista della candidatura di Venezia Nordest capitale europea della cultura per il 2019. "La mostra di Trento - ha detto - è naturalmente diversa da quella veneziana ma permetterà di scoprire alcuni aspetti inediti della pittura sacra e di figure di nature morte del Guardi. Si potranno infatti ammirare anche le lunette restaurate dalla Soprintendenza ai Beni Storico Artistici di Trento della Chiesa di Vigo di Ton e un’ultima cena che apparteneva alle collezioni di Castel Thun." In virtù della collaborazione fra le due Province sono previste apposite agevolazioni sui rispettivi biglietti d’ingresso. La mostra veneziana si apre con la produzione di opere di figura, in particolare quelle scene di vita contemporanea ispirate alla pittura di costume in cui allora primeggiava Pietro Longhi. Nel percorso espositivo si possono ammirare di questo suo momento due capolavori: il Ridotto e il Parlatorio delle monache di San Zaccaria ora a Ca’ Rezzonico, vere e proprie immagini simbolo del Settecento veneziano. Le prime vedute, capricci e paesaggi di fantasia, costituiscono la seconda sezione dell’esposizione. Queste opere ricalcano le composizioni di Canaletto e Marieschi, mentre successivamente avanza quella pittura frizzante e stenografica che lo renderà celebre. Francesco Guardi fu anche l’ultimo cronista delle feste e delle cerimonie della Serenissima, attività cui è dedicata una sezione specifica della mostra. Esemplare in tal senso è la tela con Il Bucintoro a San Nicolò del Lido del Musée du Louvre, il capolavoro della serie, dove, pur mantenendosi fedele al modello, Francesco crea un’immagine di grandissimo fascino e suggestione. A Trento, presso il Castello del Buonconsiglio, si ricorderà invece il legame tra Guardi e il Trentino. Di questa importante e rara attività si conservano in Trentino i più significativi esempi: le lunette con l’Apparizione dell’angelo a san Francesco d’Assisi, e la Lavanda dei piedi nella sagrestia della parrocchiale di Vigo di Ton (1738), Santo in adorazione dell’Eucarestia (San Norberto) in Castel Thun (firmato sul verso) e la pala dei Santi Pietro e Paolo nella parrocchiale di Roncegno (1775). Nelle lunette di Vigo, eseguite nel 1738 in collaborazione con il fratello Antonio, emerge, per la prima volta, un altro importante filone di attività di Francesco, sul quale la critica si è a lungo dibattuta, ossia la produzione di nature morte di fiori, che innova i modelli delle note composizioni floreali di Margherita Caffi ed Elisabetta Marchioni, innalzandoli a una delle più alte espressioni di tale genere. Questo ambito di attività incontrerà un successo di pubblico crescente nel corso del Settecento, ma a fronte della considerevole produzione della bottega, o degli imitatori, rarissime sono le nature morte riconducibili con sicurezza alla mano di Francesco Guardi. Nella terra degli avi è dunque presente uno dei nuclei più importanti e universalmente noti di questi grandi interpreti della pittura veneziana del Settecento.  
   
   
TONDO VISITA MOSTRA "GIANFRANCESCO DA TOLMEZZO"  
 
Tolmezzo (Ud), 1 ottobre 2012 - Sono stati finora oltre 5 mila i visitatori della mostra "Gianfrancesco e il suo tempo", ospitata dall´11 luglio scorso a Palazzo Frisacco in centro a Tolmezzo (fino al 7 ottobre), dedicata a Gianfrancesco da Tolmezzo, il più importante pittore friulano del secondo Quattrocento. Il dato è stato fornito il 28 settembre in occasione della visita alla mostra da parte del presidente della Regione, Renzo Tondo. Il presidente è stato accolto dall´assessore alla Cultura del Comune di Tolmezzo, Aurelia Bubisutti. Con Tondo erano presenti l´assessore regionale alle Finanze (con delega alla Montagna), Sandra Savino, e il consigliere regionale Luigi Cacitti. Grazie al lavoro di promozione, il successo della mostra - ha sottolineato l´assessore Bubisutti - è andato al di là di ogni aspettativa, confermando l´obiettivo del rilancio di Palazzo Frisacco come sede di importati eventi culturali. Ad accompagnare gli ospiti nella varie sale della mostra è stata una delle guide, Arianna D´agaro. "Gianfrancesco e il suo tempo" si propone di illustrare l´intensa attività del pittore, presente con le sue opere e i suoi affreschi in tutta la Carnia ma anche nel Friuli Occidentale e nel vicino Veneto, e nello stesso tempo il contesto storico, sociale, culturale e religioso in cui l´artista si formò. A quella su Gianfrancesco è stata abbinata, sempre a Palazzo Frisacco, una mostra di artigianato artistico che recupera i motivi e la tradizione carnica, in collaborazione con Confartigianato. "La mostra su Gianfrancesco - ha detto Tondo al termine - ha il merito di valorizzare la produzione e la vicenda di un artista ancora poco conosciuto, portando un notevole numero di visitatori e promuovendo quindi il centro storico di Tolmezzo. Di grande interesse anche l´abbinamento con l´artigianato artistico, perché in questo modo si coniuga la cultura con un´interessante opportunità di sviluppo per la Carnia".  
   
   
IMPEGNO PER LA RICOSTRUZIONE DEL FILADELFIA  
 
 Torino, 1 ottobre 2012 – La Regione si impegna per la ricostruzione dello Stadio Filadelfia di Torino: con un emendamento all’assestamento al bilancio di previsione 2012 interverrà nella copertura dei costi concedendo alla Fondazione un contributo straordinario di 3.500.000 euro. Pari a quello previsto nei prossimi tre anni dal Comune di Torino, verrà erogato sotto forma di pagamento delle singole rate di mutuo che la stessa Fondazione aprirà per un importo annuo non superiore a 275.000 euro per quindici anni. L’emendamento è stato presentato il 27 settembre dal presidente Roberto Cota, dall’assessore allo Sport, Alberto Cirio, e dal consigliere regionale Gianluca Vignale. “Il Filadelfia è un monumento dello sport non solo di Torino ma di tutto il Piemonte e forse anche qualcosa in più - ha detto Cota - E’ questo il motivo per cui come Regione facciamo questo intervento, che comunque, tengo a sottolinearlo, non implica alcun tagli di risorse su altri capitoli, vista la formula scelta. Si tratta di un investimento su un qualcosa che resterà negli anni e sarà fruibile da tutti, se fosse stata cosa diversa non ci saremmo ovviamente impegnati. Indipendentemente dalla fede calcistica di ciascuno, questa struttura è un pezzo importante della nostra storia. Inoltre. Posso dire che questo è un altro di quegli impegni che avevamo preso in campagna elettorale e che abbiamo mantenuto”. “Vedere quanti turisti si muovono in occasione degli eventi - ha osservato Cirio - ci ha anche fatto capire quanto sia importante avere degli spazi per il turismo sportivo, che sono anche confermati dalle visite che si stanno registrando al Juventus Stadium e al museo da poco inaugurato. Avere uno spazio di questa tipologia per il Torino Calcio, dove si celebra la grande storia del Torino, è sicuramente un’occasione di attrazione in più per la città e per il Piemonte. Non dimenticando infatti che i turisti attratti da questi eventi sono poi coloro che pernottano nei nostri alberghi, mangiano nei nostri ristoranti, entrano nei nostri negozi a comprare: il meccanismo non è quindi quello di una spesa, ma quello dell’investimento. Questo permetterà tra l’altro alla Regione di essere coinvolta nella gestione turistica di questo patrimonio. Il meccanismo di stanziamento annuale è efficiente, perché ci permette di avere le risorse spendibili da subito, ma soprattutto di non incidere sul bilancio ordinario dello sport”. “Questa modalità di copertura economica - ha precisato Vignale, che fa anche della Fondazione - è già stata sperimentata con successo nei confronti del Palazzo del Ghiaccio di Pinerolo. L’emendamento prevede inoltre che la Regione si faccia garante per l´apertura di credito della Fondazione, unitamente agli altri soggetti pubblici presenti, finalizzato alla ricostruzione dell´impianto. Grazie all´intervento della Regione, una parte assolutamente consistente del costo complessivo dell´opera è ad oggi garantito, pur non essendo scontato non avendo l’amministrazione regionale responsabilità sull’abbattimento del Filadelfia”.  
   
   
GIRO D´ITALIA ANCORA IN ALTO ADIGE: "VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO E DELLE DUE RUOTE"  
 
Bolzano, 1 ottobre 21012 - "Una conferma della diffusione e del ruolo che il ciclismo ha assunto in Alto Adige": così il presidente della Provincia Luis Durnwalder commenta la decisione degli organizzatori di portare anche l´edizione 2013 del Giro d´Italia in provincia di Bolzano con il passaggio sullo Stelvio, da quanto è trapelato, e l´arrivo a Martello. "Dopo esattamente 10 anni la corsa rosa torna in val Venosta", aggiunge Durnwalder, che ha seguito direttamente tutte le trattative. Il Giro d´Italia 2013 presentato domenica 30 settembre a Milano, ma è già emerso che la popolarissima corsa rosa farà ancora tappa in Alto Adige: un prestigioso arrivo a Martello dopo il passaggio sullo Stelvio. "È il frutto delle trattative con gli organizzatori per portare la carovana dei ciclisti in val Venosta, esattamente 10 anni dopo l´ultima presenza", spiega il presidente Durnwalder. Allora si corse la cronometro da Merano a Bolzano. Durnwalder esprime la sua soddisfazione non solo per gli appassionati delle due ruote ma anche per la ricaduta che l´evento sportivo avrà sul territorio in termini di immagine e di presenza mediatica. "Un sostegno essenziale per la val Venosta e la valorizzazione di località come Martello." La tappa del Giro 2013 è allo stesso tempo uno dei due momenti importanti, a breve scadenza, che confermano la diffusione del ciclismo e più in generale del turismo su due ruote in ambito locale: "Infatti l´Alto Adige - conclude Durnwalder - è stato scelto dall´Uci, la Federazione ciclistica internazionale, come sede dei Campionati mondiali di mountain bike nel 2015, che avranno per teatro lo scenario del Sella Ronda."  
   
   
SPORT, GENONI NUOVO RECORD MONDIALE DI IMMERSIONE IN APNEA AL LARGO DI RAPALLO, 160 M IN 3’41”  
 
Rapallo, 1 ottobre 2012 - Gianluca Genoni, pluricampione mondiale di immersione in apnea ha conquistato in mattinata il nuovo record raggiungendo i 160 metri di profondità, con un tempo di 3’41” e superando il precedente limite di 152 metri, raggiunto il 2 ottobre 2010 nella vicina a Zoagli. A Gianluca Genoni le congratulazioni della Regione Liguria che con l’assessore allo Sport Gabriele Cascino ha seguito l’avventura del campione lombardo.  
   
   
SPORT: OK MINISTRO A PROGETTO "MOVIMENTO IN 3S", DIVENTERÀ NAZIONALE  
 
Trieste, 1 ottobre 2012 - Il Ministero prenderà come iniziativa pilota da "esportare" nel resto delle Regioni il progetto "Movimento in 3S. Promozione della Salute nelle Scuole attraverso lo Sport" ideato dal Friuli Venezia Giulia, che proprio nei giorni scorsi ha preso il via nel nostro territorio. Lo ha assicurato il ministro agli Affari regionali e sport, Pietro Gnudi, al termine di un incontro svoltosi a Roma - alla presenza dell´assessore regionale, Elio De Anna, nella sua veste di coordinatore nazionale degli assessori regionali allo Sport - nell´ambito del Tavolo Nazionale per la Governance delle Attività Sportive, ossia il Tangos. Nell´occasione De Anna ha avuto modo di illustrare al ministro il progetto che la settimana scorsa è stato approvato dalla Giunta regionale. L´attività è stata apprezzata e condivisa dal Governo, che ha deciso di sostenere una parte del costo. "Inoltre - spiega l´assessore - la proposta ha trovato il pieno sostegno ministeriale. Ed è per questo motivo che diventerà un progetto pilota a livello nazionale e verrà trasferito a tutte le altre Regioni d´Italia". L´obiettivo di "Movimento in 3S" è quello di favorire tra gli allievi delle scuole primarie del Friuli Venezia Giulia le attività ludico-motorie e parallelamente promuovere comportamenti e stili di vita virtuosi, con lo scopo di accrescere benessere e qualità della vita, di guadagnare in salute, prevenendo una serie di patologie, spesso legate alla sedentarietà, e contrastare il rischio di devianze. Il progetto, che entrerà a regime entro due anni, riguarderà tutti gli alunni della scuola primaria nonché i loro genitori. Sempre nel corso dell´incontro a Roma è emerso un altro dato estremamente importante per il mondo dello sport. "Per la prima volta dopo "Italia 90" - spiega De Anna - lo Stato ha deciso di mettere a disposizione 23 milioni di euro a favore delle zone terremotate della Penisola per la sistemazione della impiantistica sportiva. Parlando con il Ministro abbiamo pensato che questa cifra possa essere utilizzata come quota parte (33 per cento) di un progetto che dovrebbe vedere protagoniste anche le Regioni e le amministrazioni locali con un altro 33 per cento di spesa a testa, per affrontare il costo dell´opera. In questo modo lo stanziamento governativo farà da volano ed effetto moltiplicatore per intervenire in un settore - quello delle strutture esistenti - che in molti casi necessitano di adeguamenti strutturali".  
   
   
GIRO D´ITALIA 2013 DI NUOVO ALLA SCOPERTA FVG  
 
 Trieste, 1 ottobre 2012 - "Molta montagna, difficoltà articolate, un percorso che sembra offrire tante opportunità agli scalatori ma che si presta benissimo alle chances dei passisti; ma prima di tutto è un Giro d´Italia che ritorna in Friuli Venezia Giulia, alla scoperta di nuove montagne e nuovi emozionanti percorsi". E´ questo il primo commento, a caldo, dell´assessore regionale allo Sport del Friuli, Elio De Anna, che il 30 settembre a Milano ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione ufficiale del Giro d´Italia 2013, con 21 tappe in 23 giorni (dal 4 al 26 maggio) e "soprattutto due tappe in Friuli, nel Pordenonese e sulla montagna friulana", osserva. Il Giro 2013 toccherà per tre giorni consecutivi il Friuli Venezia Giulia, ha infatti confermato l´odierna presentazione di Milano. Il 13 maggio la carovana del Giro farà sosta a Pordenone per un giorno di riposo, "con un´innegabile ricaduta non solo in termini sportivi ma anche economici, con le squadre che alloggeranno nella Destra Tagliamento ma si prevede anche a Lignano Sabbiadoro", ha indicato De Anna. Poi le due consecutive tappe Cordenons-malghe del Montasio e Cave del Predil-erto, il 14 e 15 maggio. Secondo De Anna ed Enzo Cainero, project manager del Giro in Friuli Venezia Giulia, "l´arrivo a Malga Montasio può suscitare le stesse emozioni della salita allo Zoncolan - osserva l´assessore - con tanta salita e pendenze anche del 18-20 per cento negli ultimi venti chilometri; una tappa che poi introdurrà una ´settimana terribile´ per i corridori". "Accanto agli aspetti squisitamente sportivi, questa tappa fornirà alla nostra Regione, impegnata con ben quattro assessorati (oltre allo Sport, quello per la Montagna, il Turismo e l´Agricoltura), l´occasione importantissima per promuovere non solo queste località da un punto di vista turistico ma anche la nostra produzione enogastronomia d´eccellenza, in primis proprio il formaggio Montasio", sottolinea De Anna. L´assessore ricorda anche che idealmente la partenza da Cordenons - alla presentazione di Milano sono intervenuti il sindaco e l´assessore comunale allo Sport di Cordenons, Mario Ongaro e Cesare De Benedet - omaggerà la figura di Ugo Caon ed il "suo" Giro del Friuli: "da cordenonese devo dire che vedere apparire oggi la scritta della mia città un po´ mi ha emozionato". Il 15 maggio, quindi, i 186 chilometri da Cave del Predil ad Erto e Casso ed alla diga del Vajont, "tappa che testimonierà l´evento commemorativo dei 50 anni dalla tragedia dell´ottobre 1963, un doveroso ricorso a quei fatti, ai quali il mondo dello Sport si inchinerà", evidenzia De Anna. "Insomma - conclude l´assessore regionale allo Sport - il Giro d´Italia in Friuli Venezia Giulia ancora una volta costituirà senz´altro momento per far conoscere il nostro territorio ad una platea nazionale ed internazionale, per dare grande visibilità ai nostri territori, al nostro turismo ed alle sue produzioni agroalimentari".