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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Marzo 2014
MOTORE SANITÀ: IL NUOVO PATTO STATO-REGIONI: TRA TAGLI ED EFFICIENZA  
 
Milano, 3 marzo 2014 - La continuità assistenziale dall’intensità di cura all’assistenza territoriale, quale risposta alle nuove necessità sanitarie, è un tema di grande interesse per la Sanità che pertanto la promuove nel Piano sanitario nazionale. Questo tema, attualissimo, si è affrontato nella giornata di ieri a Milano, presso il Centro congressi della Fondazione Cariplo, nel suggestivo Palazzo Confalonieri, in occasione del convegno “Il nuovo patto Stato-regioni: tra tagli ed efficienza”. Sul tavolo di confronto si sono riuniti i massimi esperti della Sanità italiana e giornalisti del settore che hanno affrontato i temi sensibili del convegno, sviluppati in quattro workshop. Nella mattinata sono state presentate le differenti strategie regionali mentre nel pomeriggio si è svolta una tavola rotonda sulle criticità. Ad aprire i lavori è stato Mario Mantovani, Assessore alla Salute della Regione Lombardia che ha spiegato: «La Sanità lombarda, al pari di quella di tutto il nostro Paese, si trova oggi dinnanzi ad una nuova sfida; quella di saper coniugare contemporaneamente i bisogni emergenti dell’attuale società, continuando a garantire ai pazienti prestazioni appropriate e di qualità, con le esigenze di bilancio, che in questo così delicato momento storico politico, sono variabili significative nell’azione di ogni pubblica amministrazione. Da qui l’esigenza e l’opportunità d’avviare un proficuo momento di confronto tra le diverse strategie regionali finora messe in campo. In questa prospettiva, quella di oggi è senza dubbio un’occasione di crescita particolarmente positiva. Regione Lombardia, da sempre considerata un modello d’eccellenza in ambito sanitario, non solo all’interno del panorama nazionale ma europeo, intende, pertanto, continuare a giocare un ruolo da protagonista nella costruzione di una Sanità moderna, il cui tratto distintivo dovrà comunque rimanere il prendersi cura del malato». I Quattro Workshop Di Motore Sanita’ Il primo workshop - “Obiettivi del Patto” – ha aperto lo scenario della futura rete ospedaliera, nonché la continuità ospedale-territorio, il fondamentale e strategico ruolo dei Medici di Medicina Generale nel trattamento delle cronicità ed, infine, il tema del rapporto pubblico/privato. Come è possibile una rete ospedaliera più moderna e più efficiente? Domenico Mantoan, Direttore Generale della Sanità della Regione Veneto ha spiegato. «La crisi del finanziamento del Sistema sanitario nazionale, molto più della normativa europea sulla mobilità transfrontaliera, impone un ripensamento del ruolo e dell’organizzazione degli ospedali. L’accesso al ricovero ospedaliero così come lo abbiamo conosciuto nel passato non può più essere considerato una misura del fabbisogno di assistenza. Il Patto per la salute dovrà necessariamente declinare un nuovo modello di ospedale articolato per gerarchie funzionali finalizzate al percorso assistenziale del paziente, bacini di utenza, volumi di attività, qualità dei processi di presa in carico nell’acuzie e di buon esito dei trattamenti». Il direttore generale della Sanità della Regione Veneto ha proseguito. «Questi cambiamenti saranno sostenuti da una revisione dei ruoli e delle carriere professionali dei medici e del personale sanitario e saranno sostenibili solo a fronte di un’attivazione h 24 per 7 giorni su 7 del territorio, che renda possibile la tempestiva dimissione e contestuale presa in carico da parte del territorio di pazienti anche non autosufficienti, complessi o con bassa aspettativa di vita che non beneficerebbero ulteriormente delle cure ospedaliere, ed in particolare di quelle in regime ordinario. Tutto ciò va declinato all’interno del Regolamento ospedali previsto dalla Legge 135/2012, che dovrà essere inserito nel Patto per la Salute». Questa la situazione nella Regione Veneto. «Lo standard del Veneto (3,0 posti letto per acuti +0,5 posti letto per lungodegenza e riabilitazione +1,2 posti letto in strutture di ricovero intermedie per ogni mille abitanti) è reso credibile da una incisiva e più che decennale politica di deospedalizzazione, che porta oggi il Veneto ad avere a livello nazionale consumo di risorse di ricovero ospedaliero ordinario tra i più contenuti in assoluto – spiega Domenico Mantoan -. Non è da trascurare – ha concluso Mantoan - l’impatto a breve termine sull’attività ospedaliera che possono avere le iniziative di prevenzione come lo screening del colon-retto». Per Federsanità resta fondamentale la stretta collaborazione tra istituzioni, medici e pazienti. Roberto Messina, Presidente di Federanziani ha commentato: «Partendo dall’ottima notizia della riconferma del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, riteniamo fondamentale una sempre più stretta collaborazione in materia di sanità tra istituzioni, medici e pazienti, con il comune obiettivo di tutelare il diritto alla salute, e con uno sguardo ad un Servizio sanitario nazionale sempre più sostenibile». Sul rapporto sanità e terza età Emanuela Baio, Responsabile Relazioni Istituzionali Federanziani si è così espressa «Nel sistema sanitario il mondo degli anziani rappresenta la priorità ed anche se non lo fosse per scelta lo è per forza perché oggi l’invecchiamento della popolazione e, all’interno della popolazione anziana, soprattutto le cronicità - che rappresentano il 70 per cento della spesa sanitaria - costitutiscono una priorità per il sistema sanitario. L’importanza di una associazione come Federanziani sta proprio nel creare un rapporto di incontro e anche scontro con le istituzioni, ma innanzitutto di incontro per cercare di far sì che gli anziani siano coinvolti e quindi diventino l’elemento principe del cambiamento dentro il sistema sanitario. Oggi la frase di Giuseppe Tomasi Di Lampedusa, che diceva “Facciamo che tutto cambi affinché nulla cambi”, non può più sopravvivere perché oggi il nostro sistema sanitario ha bisogno di cambiare, lo deve fare per forza o per scelta, io spero che lo faccia per scelta e Federanziani si impegna affinché gli anziani aiutino il sisema a cambiare per scelta. I medici di medicina generale che lavorano in gruppo per rispondere meglio al bisogno dell’anziano e le farmacie, dispensatori di farmaci ma anche di servizi, sono i due tasselli fondamentali del sistema sanitario nazionale che Federanziani propone come elementi di razionalizzazione e quindi, in termini concreti, di risparmio per il servizio sanitario stesso. Se 3 milioni e 200mila anziani scegliessero di andare, per esempio, nelle farmacie che offrono anche dei servizi e scegliessero il medico di medicina generale che lavora in gruppo contribuirebbero in modo determinante a far cambiare il sistema sanitario, cambia in questo caso non per scelta ma per forza, noi vogliamo invece che insieme lo facciamo per scelta». Il ruolo del Medico di medicina generale nel trattamento delle cronicità lo ha approfondito in un lungo ed interessante intervento Roberto Venesia, Segretario Regionale Nazionale Fimmg Piemonte, che guarda ad una riorganizzazione delle cure primarie senza sprecare risorse, ma perseguendo gli obiettivi dell´appropriatezza e dell´economicità. Come? «Fimmg ha da tempo colto la ineluttabile necessità di un profondo cambiamento della organizzazione del lavoro e degli obbiettivi della Medicina generale per rispondere da un lato alla evoluzione dei determinati della salute come invecchiamento della popolazione, aumento della cronicità, complessità e fragilità e, dall’altro, alla necessità di rimodulare l’organizzazione in funzione di un non-aumento o addirittura riduzione di finanziamento del Sistema sanitario nazionale. Questi cambiamenti sono stati definiti nel progetto di Rifondazione della Medicina generale formulato da Fimmg già nel 2007 e poi accolti nella Legge “Balduzzi”. Parimenti è emersa la costatazione che una riorganizzazione incisiva della Medicina generale inevitabilmente richiede ed influenza la riorganizzazione complessiva dell’area delle cure primarie e dell’intero territorio». Ecco il punto di svolta secondo Roberto Venesia: le associazioni funzionali territoriali (Aft) e ciò che ne conseguirebbe. «Che significa portare i medici ad un lavoro di squadra, inizialmente funzionale (associazioni funzionali territoriali) utilizzando una rete informatica per la condivisione delle informazioni cliniche, definendo le modalità di integrazione tra assistenza primaria e continuità assistenziale, ma delineando anche le nuove modalità di lavoro di un medico di medicina generale a doppio incarico, che deve garantire nello stesso arco temporale attività legate al ciclo di fiducia ed attività orarie assistenziali o professionali in attesa di poter definire nel nuovo accordo collettivo nazionale un “ruolo unico” rispetto al quale ogni singolo medico di medicina generale svolgerà sia attività a ciclo di fiducia sia attività oraria raggiungendo la “piena occupazione” e quindi svolgendo attività esclusiva». Cosa occorrerà fare successivamente? «Dotare i medici di medicina generale delle associazioni funzionali territoriali di sedi comuni – ha proseguito Roberto Venesia -; di personale di studio appositamente formato a supportare il medico di medicina generale nella sua attività, compresa la nuova modalità di medicina di iniziativa e quindi con profilo professionale che preveda sia competenze tecnico-organizzative sia competenze socio-assistenziali quale è la nuova figura dell’assistente di studio del medico di famiglia, appositamente inserita nel contratto collettivo nazionale di lavoro degli studi professionali; di tecnologia diagnostica di primo livello, specialmente quella connessa con i percorsi di gestione della complessità e cronicità, in cui la strumentazione sia in grado di colloquiare con il cloud della rete clinica delle associazioni finzionali territoriali e di supportare una attività di consulenza specialistica anche in modalità di telemedicina per mettere i medici di medicina generale della “squadra” in grado di lavorare strutturalmente insieme per garantire risposte ai bisogni di salute sia completando in prima persona i percorsi di cura più semplici, sia coordinando i percorsi più complessi». Quale obiettivo ha questa riorganizzazione? «Tale riorganizzazione ha come obbiettivo quello di mettere la Medicina generale in condizione di garantire la tutela complessiva della salute della popolazione, nel rispetto del rapporto di fiducia medico-paziente e del diritto alla libera scelta del cittadino, facendosi carico h24 della domanda di salute del cittadino ed in particolare di modificare il “modus operandi” della medicina generale, passando da una medicina di attesa ad una medicina di iniziativa che opera per percorsi diagnostici terapeutici assistenziali, per la gestione proattiva della cronicità, complessità ed in genere del paziente fragile. Relativamente alla medicina di iniziativa «andrà individuato il modello organizzativo che più si confà alle realtà territoriali e alle caratteristiche della Medicina generale. Parimenti l’intera area delle cure primarie deve rimodularsi individuando nei cittadini assistiti dalle associazioni funzionali territoriali i gruppi di pazienti intorno ai quali ricondurre tutte le risposte, adottando la modalità di lavoro in Team multiprofessionale (unità complesse di cure primarie - Uccp)». Che cos’è l’unità complessa di cura primaria? «La Uccp rappresenta il team multi professionale funzionale del Primary Care e segna il punto di raccordo della medicina generale con le altre figure territoriali, in primis infermieri ed assistenti sociali, questi ultimi fondamentali per realizzare la vera integrazione tra sociale e sanitario. Le sedi delle unità complesse di cure primarie, saranno strutture territoriali del Distretto/asl come i gruppi di cura primari (Gcp), le case della salute o altre strutture. Queste potranno essere “semplici” costituendo la sede della sola unità complessa di cure primarie o “complesse” potendo ospitare nella stessa struttura altri servizi dell’azienda (ad esempio Sert, Dsm, riabilitazione, uffici amministrativi) ed anche letti di cure intermedie». Sul tema della sostenibilità del sistema e sul rapporto pubblico/privato si è espressa Mariella Enoc, Vicepresidente Fondazione Cariplo: «Nella riorganizzazione sanitaria le strutture private devono diventare più sfidanti». Ed ha approfondito. «In una fase di riorganizzazione sanitaria non possiamo dimenticare il rapporto pubblico-privato che svolge una sua peculiarità. In questo rapporto, a mio avviso le strutture private devono diventare più sfidanti e non semplicemente soggetti di secondo piano, perché possono aprire le loro porte ad esperimenti sul territorio. Tutto questo perché il privato deve e può agire, a differenza del pubblico, con maggiore libertà nel creare dei modelli. Diversamente continuerà ad essere visto come un vorace mangiatore di risorse non valutando ciò che invece può fare in senso positivo per il cittadino. Oggi non dimentichiamoci che nella crisi e nella povertà di salute che esiste molte strutture private stanno dando ai cittadini - per eliminare anche il gravoso problema delle liste di attesa - la possibilità di curarsi sostenendo costi molto bassi e questo vuol dire diminuire la spesa pubblica e dare un buon servizio ai cittadini». Nel corso del secondo workshop - “La medicina del territorio” - si è parlato di “Medicina di iniziativa” - intesa come “modello assistenziale di gestione delle malattie croniche che punta prima di tutto sulla prevenzione, sull’educazione”, sulla diagnosi precoce e sulla continuità delle cure. Si approfondirà il tema delle strutture territoriali nelle regioni; verranno presentati inoltre il modello Creg ed il Disease Management. Ed, infine, porte aperte sull’ “Health Aging” e il ruolo fondamentale della prevenzione nella “terza età” auspicato dall’Unione Europea. La medicina di iniziativa e la continuità delle cure è stato il tema portato al tavolo di confronto da Giovanni Daverio, Direttore Generale Famiglia, Solidarietà Sociale e Volontariato Regione Lombardia. «Il tema della cronicità - e parlano i numeri - è un tema significativo. In Regione Lombardia abbiamo 3 milioni di persone con patologia cronica a cui si aggiungono anche circa 500-600 mila persone che associano al concetto di cronicità il concetto di dipendenza, che passa attraverso la necessità di un accompagnamento che queste persone devono avere nel loro percorso di cronicità, accompagnamento che ovviamente deve anche supportare la famiglia; non dimentichiamo che le persone, a livello generale ma anche nel nostro sistema regionale, sono ancora per il 50% a carico della famiglia. Quindi organizzare la cronicità significa considerare oltre il diritto alla salute anche il diritto alla fragilità che caratterizzano le persone anziane, in particolare, ma anche le persone con disabilità. La scienza riesce ad ottenere risultati assolutamente significativi: abbiamo bambini piccoli che dovranno essere accompagnati per l´intera vita in un percorso di cronicità in senso lato aiutando in questo famiglia. Riflettere su queste cose significa organizzare un´attività in cui vengano favorite una serie di opportunità, funzioni anche di case manager all´interno delle diverse istituzioni e realtà in un rapporto che coinvolga le tante risorse che nel nostro territorio regionale sono rilevanti e che garantiscano l´assistenza significativa a questi episodi». Fabio Rizzi, Presidente della terza Commissione Sanità e Politiche Sociali della Regione Lombardia ha spiegato la valenza del presidio socio sanitario territoriale. «La grande scommessa è creare la rete tra ospedali e territorio». Ed ha approfondito. «La sanità lombarda a livello regionale è riconosciuta come una eccellenza nell’ambito dell’assistenza ospedaliera, mentre invece abbiamo una scopertura a livello territoriale con una disintegrazione dei servizi vicini alla persona. La grossa scomessa del nostro futuro è quella di creare la rete tra ospedali e territorio in maniera ribaltata, partendo cioè dal territorio per sgravare l’ospedale specialistico o superspecialistico di tutta una serie di attività che non gli competono. E’ di questi giorni, e continua a ripetersi, il problema dei pronto soccorso intasati e delle difficoltà a dimettere da parte dei reparti fondamentalmente perché sono molto carenti le strutture sia postacute e subacute e riabilitative ma anche quelle di filtro nei confronti del pronto soccorso. La grande scommessa è la creazione dei presidi socio-sanitari territoriali che devono filtrare la patologia media, bassa e bassissima intensità – i codici bianchi e verdi - lasciando quindi ai pronto soccorso ospedalieri la loro vocazione riferita davvero all’emergenza ed urgenza – e contemporaneamente devono ricevere le dimissioni protette da parte degli ospedali, molto più comode e molto più vicino al paziente. Per fare questo ovviamente non può esserci una presa in carico unica ed assoluta né da parte della medicina territoriale né da parte dell’ospedale ma questi presidi, che devono essere gestiti dalla medicina territoriale, devono vedere una fortissima implementazione da parte degli specialisti ospedalieri. Questa è l’occasione per completare l’altro anello che deve essere l’unione tra la rete sanitaria e la rete sociale e sociosanitaria che ormai non possono più continuare a viaggiare su binari paralleli perché a livello territoriale sopratuttto le due tematiche sono una unica tematica». Claudio Zanon, Direttore scientifico di Motore Sanità ha parlato del fondamentale ruolo della prevenzione. «L´aspettativa di vita in Italia è di circa 80 anni, ma incominciamo ad ammalarci di qualche malattia cronica a 55 anni. Di fatti viviamo i 25 ultimi anni della nostra vita da ammalati con un decadimendo progressivo delle condizioni fisiche e cognitive. L´obiettivo è quindi vivere più a lungo ma vivere il più possibile da sani. L´obiettivo è ottenibile reindirizzando maggiori risorse anche verso la prevenzione primaria e secondaria, migliorando gli stili di vita, attuando i suggerimenti dell’Unione Europea sull´invecchiamento in salute, e non trattando come patologia a proprie spese o a carico del servizio sanitarionazionale quello che malattia non è. Ricordiamoci che oggi in Europa gli over 65 sono 75 milioni e nel 2050 saranno 150 milioni! Se non attuiamo il concetto della compressione della morbidità, se non garantiamo un sistema equo e solidale e se reindirizziamo le risorse verso ciò che è veramente significativo per la salvaguardia della salute e del benessere, il sistema nei prossimi anni non sarà più sostenibile. Se non attuiamo il concetto della compressione della morbidità, se non garantiamo un sistema equo e solidale e se reindirizziamo le risorse verso ciò che è veramente significativo per la salvaguardia della salute e del benessere, il sistema nei prossimi anni non sarà più sostenibile». Terzo workshop Nel contesto della “Rete ospedaliera”, in particolare sui parametri di efficienza e riorganizzazione i massimi esperti hanno avanzato proposte sul modello “hub and spoke” e l’intensità di cura; sulla formazione, ricerca ed efficienza; ci si interrogherà sulla qualità, sugli esiti ed aree territoriali e sul numero di posti letto sul territorio nazionale; e ancora si approfondirà lo scenario dei policlinici e gli ospedali di insegnamento. La formazione, la ricerca e l’efficienza sono i temi che sono stati affrontati da Fabrizio Oleari, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. «In tutti i Paesi industrializzati sono rintracciabili, in tema di salute, due comuni linee di tendenza: da una parte, infatti, sono indubbi i grandi progressi ottenuti dai sistemi di presa in carico (che hanno portato a risultati importanti come la riduzione della mortalità legata alle patologie oppure l’allungamento della speranza di vita alla nascita); dall’altra, però, alcune dinamiche ampiamente consolidate (dalla transizione demografica, all’incidenza crescente delle malattie non trasmissibili; dalla emergenza o riemergenza delle malattie infettive, al passaggio alla cronicità di talune malattie prima a decorso acuto o subacuto; eccetera) costringono gli stessi sistemi di presa in carico a ripensare i modelli e gli strumenti da loro adottati, per tener conto sia delle nuove forme di espressione che la domanda di salute assume, sia delle nuove e più efficaci possibilità di intervento che gli sviluppi della conoscenza – momento dopo momento – propongono. E’ del tutto evidente, allora, come anche in campo sanitario ricerca ed innovazione siano i volani principali della competitività. In particolare, la ricerca sanitaria, secondo le previsioni del decreto legislativo 502 del 1992, deve rispondere al fabbisogno conoscitivo e operativo dell’Servizio sanitario nazionale e, proprio a ragione di ciò, il Piano sanitario nazionale ne definisce gli obiettivi e i settori principali di indagine, alla cui coerente realizzazione è chiamata a contribuire l’intera comunità scientifica nazionale. Su un altro versante, invece, la necessità di rimodulare costantemente i percorsi assistenziali e di meglio orientarli sul paradigma della cronicità (anche per ricercare nuove e più efficienti modalità di impiego dei fattori produttivi) sta facendo assumere un valore inimmaginabile fino a pochi anni fa a pratiche quali il technology assessment, le valutazioni di efficacia delle pratiche cliniche e le valutazioni di impatto economico connesse alle scelte clinico-organizzative. Sia nel campo della ricerca (storicamente consolidato nel nostro Paese, ancorchè disperso in mille rivoli), che nel campo dell’innovazione (al contrario, di recente introduzione come autonoma categoria concettuale) si stanno facendo decisivi passi in avanti e si sono costruiti modelli, la cui esperienza è un riferimento anche per l’estero. Riconosciuti tali meriti, non si deve, però, tacere sulla necessità di superare i punti deboli ancora presenti e, dunque, non si può non evidenziare l’esigenza - prima fra tutte - che il complesso del “Sistema-italia” abbandoni una visione parcellizzata dei problemi da affrontare e che sappia far rete (al suo interno, nello spazio europeo e a livello internazionale) più di quanto già oggi non faccia. Produrre sapere ed innovazione non è, però, un fattore di per sé sufficiente ad assicurare il successo se lo stesso sapere e la stessa innovazione non vengono correttamente introdotti nelle attività sanitarie. Da questa banale osservazione, discende la sottolineatura sull’importanza vitale delle buone pratiche. In questo senso, va rimarcato che il capitale umano è la risorsa più “potente” che una qualsiasi organizzazione possieda. Far esprimere al meglio tale risorsa aumentandone l’attitudine ad operare sulla base delle evidenze clinico-organizzative rappresenta, perciò, un interesse di Sistema, in quanto sinonimo di appropriatezza ed efficienza e, cioè, in quanto garanzia, dal punto di vista dell’interesse della domanda, della migliore presa in carico (tra quelle disponibili) del problema di salute e, dal punto di vista dell’interesse gestionale, dell’uso più adeguato alle circostanze delle risorse disponibili». Luciano Flor, Direttore Generale Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia Autonoma di Trento ha presentato a Motore Sanità il modello della rete ospedaliera del Trentino. «Partendo dal presupposto che la scelta politica è stata quella di mantenere gli ospedali periferici, per poter sostenere qualità ed economicità abbiamo dovuto studiare dei modelli che facessero dei nostri ospedali una rete ospedaliera vera. Noi non abbiamo più ospedali ma abbiamo sedi ospedaliere di un unico ospedale che stiamo integrando con diversi strumenti, da quelli organizzativi a queli tecnologici a quelli norrmativi. Sosteniamo i professionisti perché lavorino per curare al meglio le persone nella sede più idonea anche se questa non è l’ospedale più vicimo a casa. Stiamo ottenendo buoni risultati e abbiamo avuto dalla riorganizzazione indicatori positivi anche in termini di spesa. Quando lavoriamo cerchiamo di trovare soluzioni che siano applicabili su tutto il nostro territorio. Penso alle esperienze nell’ambito della informatizzazione del nostro sistema sanitario: quando abbiamo visto che funzionavano abbiamo preteso che l’estensione fosse del 100%, che significa che tutti i medici di medicina generale, tutte le farmacie, tutte le strutture convenzionate sono collegate con il sistema informatizzato di cui dispone l’azienda sanitaria, e questo vale anche per tutti i professionisti territoriali, ospedalieri eccetera. Il nostro sistema ospedaliero è una rete e lo strumento informatico è lo strumento indispensabile per fare la rete. Un altro esempio di rete è l’organizzazione dipartimentale in cui i dipartimenti sono tutti e solo a valenza provinciale, non sono di sede negli ospedali: cerchiamo di superare il concetto di area geografica e di organizzazione di servizio per passare a funzioni aziendali». Il Quarto workshop - “Ci sarà nel futuro una sanità europea?” – ha approfondito i seguenti temi: un possibile modello europeo tra Beveridge e Bismarck; il cross border (un’occasione o un problema?), la qualità delle cure e i rimborsi (Drg comunitari?) e la rete europea dei grandi ospedali. L’intervento di Stefano Carugo, Commissione Sanità Regione Lombardia, è stato focalizzato sull’apertura del wellfare alle frontiere europee e del mondo come occasione di opportunità anche lavorative e di completamento del nostro sistema lombardo. «Noi abbiamo un problema sostanziale: l’Europa è il più grande paese vecchio con il suo alto numero di anziani, con la crisi economica e la bassa natalità, e purtroppo in Europa i sistemi sanitari sono diversi da paese a paese. Si sta cercando a livello europeo, ed è anche uno degli scopi della giornata di oggi, di armonizzare i vari sistemi sanitari. La normativa Borg che consente ai pazienti di migrare da uno stato all’altro dell’Unione è una occasione unica per fornire i nostri pazienti di un sistema sanitario europeo sempre più efficace, efficiente e migliore». E’ possibile rivoluzionare il fututo della sanità Europea, secondo Oreste Rossi, della Commissione Sanità Pubblica del Parlamento Europeo che è intervenuto sul tema della “Qualità delle cure e rimborsi: Drg comunitari?”. «L´obiettivo delle nuove regole Ue è creare il giusto equilibrio fra sostenibilità dei sistemi sanitari e protezione dei diritti dei pazienti, che ricevono cure mediche al di fuori del loro paese di residenza. Spetta ora agli Stati Membri garantire questo equilibrio e fare in modo che non ci siano ulteriori "sforbiciate" ai fondi per la sanità pubblica. L´assistenza sanitaria sicura costituisce la chiave di volta di un sistema ospedaliero di qualità e anche un diritto fondamentale riconosciuto per i cittadini europei. Per questo i pazienti si aspettano che sia compiuto ogni sforzo per garantire la loro sicurezza, nelle strutture sanitarie dell´Unione. Mi auguro che questo sia solo il punto di partenza per rivoluzionare il futuro della sanità in Europa». Angelo Lino Del Favero Presidente di Federsanità Anci guarda invece ad una rete per i grandi ospedali europei. Possibile? «Il Servizio Sanitario Nazionale – ha spiegato - sta vivendo una profonda crisi dal punto di vista economico-finanziario: i costi crescono rapidamente e le risorse oggi disponibili potrebbero non essere in grado, nel prossimo futuro, di sostenere la crescente domanda (secondo la Banca Mondiale, la spesa pubblica per i Servizi Sanitari nell’Unione Europea potrebbe salire dall’8% del Pil del 2000 al 14% nel 2030 continuando a crescere anche oltre). Una situazione che è comune alla gran parte dei Paesi europei. In poche parole il Servizio Sanitario Nazionale, creato in un periodo di relativa prosperità (era il 1978), ispirato al principio fondante di solidarietà, pone oggi la questione urgente della sua sostenibilità. Il problema cruciale, infatti, è far quadrare i bilanci, ridurre la spesa, ridisegnare i servizi senza danneggiare le basi sulle quali è stato creato, ovvero l’universalità, l’equità e la qualità del servizio. Oggi siamo di fronte ad una grande sfida: la Direttiva europea 2011/24/Ue, che ha sancito il diritto dei cittadini di recarsi in un altro paese dell’Unione per sottoporsi a trattamenti sanitari, offre l’opportunità di trasformare un obbligo di legge in un’occasione di sviluppo, promuovendo le eccellenze e l’alta specializzazione e creando così attrazione rispetto agli ospedali hub per accordi transfrontalieri su qualità, tariffe e prestazioni. Una rete dei grandi ospedali europei sarebbe auspicabile da una parte per promuovere esempi di buona pratica clinica e organizzativa, documentati e valutati, che possano essere trasferiti ad altri ospedali, dall’altra per facilitare ed incoraggiare la cooperazione e lo scambio di esperienze e iniziative tra ospedali aderenti». Sul contributo dell’industria farmaceutica per una crescita sostenibile si è espresso Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria. «La sostenibilità della spesa in Italia dipende dalla crescita del Pil. Crescita possibile solo se si punta sul contributo dei settori che hanno più alta produttività e Ricerca e Innovazione. Come ad esempio l´industria farmaceutica, primo settore per competitività, come sottolineato dall´Istat e capace di esportare il 70% della produzione, pari a 19 miliardi. E contribuisce in maniera decisiva alla ricerca. Vivere più anni e in migliore salute oggi è possibile anche grazie ai risultati ottenuti con la ricerca e l´innovazione farmaceutica. In Italia dal 1951 ogni 4 mesi se ne è guadagnato uno di vita in più, un fenomeno dovuto per il 40% ai farmaci. La sfida che ci attende è rafforzare il network pubblico-privato per offrire cure sempre più efficaci e rimanere competitivi a livello internazionale nello studio di nuovi medicinali». Infine sul futuro della Sanità Europea e la ricerca indipendente Silvio Garattini, Direttore Istituto Mario Negri – Milano ha spiegato. «La Sanità europea si otterrà a piccole tappe, ma una reale integrazione europea che porti ad un Servizio Sanitario Europeo è un problema che richiederà un’altra generazione. La relazione si concentrerà perciò sulla ricerca indipendente. Oggi l’industria farmaceutica ha in pratica il monopolio nello sviluppo di nuovi farmaci, nonché nell’informazione. Il monopolio ha creato molte distorsioni che tendono a facilitare l’approvazione di farmaci che sono molto simili fra loro mentre mancano farmaci che rispondano alle reali necessità degli ammalati. Per questo è necessario attivare la ricerca indipendente con il fine di realizzare confronti fra farmaci per stabilire i reciproci benefici-rischi, determinare le dosi ottimali e i tempi di trattamento, aumentare la ricerca sulla farmacovigilanza. E’ anche necessario introdurre cambiamenti nella legislazione europea almeno in tre direzioni: rendere possibile l’accesso ai dati, rendere obbligatorio il valore aggiunto, aggiungere uno studio clinico controllato indipendente per l’autorizzazione dei nuovi farmaci».  
   
   
LOMBARDIA: PUNTA A STANDARD QUALITA´ PRESTAZIONI NEGLI OSPEDALI LOMBARDI I FERITI NEI COMBATTIMENTI UCRAINI  
 
Milano, 3 marzo 2014 - ´Il nuovo patto tra Stato e Regioni: tra tagli e efficienza´. Questo il titolo del convegno che si è tenuto a Palazzo Confalonieri, presso il centro congressi di Fondazione Cariplo a Milano, per discutere del cosiddetto Motore Sanità 2014, costituito da farmaci innovativi, tecnologia avanzata e ricerca, elementi indispensabili per un sistema sanitario al passo coi tempi. Un Convegno in cui sono state presentate le differenti strategie regionali e discusse le relative criticità. Un importante evento a cui non voluto far mancare la sua presenza il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, che ha sottolineato l´importanza del tema dei Costi Standard, così come compaiono nella delibera del ministero della Salute dell´11 dicembre 2012, quella che definisce i "Criteri di qualità dei servizi erogati, l´appropriatezza e l´efficienza per la scelta delle regioni di riferimento ai fini della determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario". Standard Di Qualità - Ma l´assessore Mario Mantovani, a questo proposito, ha evidenziato un aspetto assolutamente innovativo dal punto di vista della cultura politico-sanitaria: "Non solo costi standard, ma - ha scandito - bisogna puntare anche ad uno standard qualitativo nell´erogazione delle prestazioni sanitarie". Mario Mantovani ha parlato della necessità di concentrare il progetto della sanità del futuro sulla individuazione e definizione di standard qualitativi dei servizi sanitari erogati. Il vice presidente Mantovani sinteticamente, ma efficacemente, ha presentato le linee guida della riforma concentrando l´attenzione sul tema della cronicità che - ha detto - "è la vera sfida della nostra riforma sanitaria". Non Solo Economia - Il responsabile lombardo della sanità ha inoltre posto l´accento sul modo di recepire il comparto sanitario lombardo: "È anche un grande motore economico – ha precisato Mantovani – ma non possiamo relegare il mondo della salute lombarda al solo l´aspetto economico". Mantovani ne ha quindi messo in evidenza le qualità e le eccellenze, sottolineando il prestigio e il riconoscimento che la nostra sanità, grazie a quanti vi operano in prima persona e con la loro professionalità, riscuote in tutto il mondo. In proposito l´assessore alla Salute ha riferito di aver condiviso con la Giunta regionale la richiesta avanzatagli dal Console ucraino di ospitare e curare negli ospedali lombardi alcuni feriti nei combattimenti ucraini, che arriveranno nei prossimi giorni.  
   
   
LOMBARDIAASSESSORE: PARLA A LECCO DELLA BIMBA OPERATA PRIMA DI NASCERE VICE PRESIDENTE: MEDICO DI BASE ESSENZIALE PER LA CRONICITA´  
 
Lecco, 3 marzo 2014 - Il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani ha parlato a Lecco della bimba che è stata salvata da un intervento chirurgico ancora prima di nascere, all´ottavo mese di gravidanza della madre. Un´operazione al momento unica nel suo genere in Europa portata a termine con successo all´ospedale Papa Giovanni Xxiii di Bergamo. "Questa è la nostra sanità, questa è la sanità lombarda" ha detto con orgoglio intervenendo al convegno ´Regole di sistema o elementi di riforma sanitaria´ che si è concluso nel tardo pomeriggio a Lecco, nella Sala Congressi Ticozzi. La Riforma Sanitaria - L´assessore ha dunque posto l´accento sul livello di eccellenza riconosciuto alla nostra sanità lombarda sia a livello europeo e persino mondiale. Ma il responsabile della Sanità lombarda ha evidenziato anche le ragioni che spingono verso una necessaria riforma sanitaria. "Da un lato - ha chiarito - gli interventi di prevenzione, le tecnologie e l´innovazione diagnostica e terapeutica hanno notevolmente contribuito ad un innalzamento della speranza di vita ed anche ad una sua qualità migliore rispetto al passato; dall´altro ciò ha generato un costante aumento di pazienti che soffrono di patologie croniche, per i quali sono necessari controlli e terapie continue. Il tutto a fronte di una significativa contrazione delle risorse disponibili". I Malati Cronici - Ed è in questo quadro di riferimento che si stanno muovendo gli interventi della riforma della sanità regionale presentati a Lecco. "Se in Lombardia ci sono oltre 3 milioni di pazienti cronici, che costituiscono il 30% della popolazione - ha spiegato il vice presidente – questi numeri si riscontrano anche nella provincia di Lecco, dove su 342.000 cittadini (aumentati del 4% negli ultimi 5 anni), la popolazione anziana oltre i 65 anni è pari al 20%". Sale Il Costo Dei Pazienti - Le prestazioni specialistiche ambulatoriali hanno visto un incremento sia del volume sia della spesa pari a 236 euro pro capite. E´ necessario quindi non incrementare ma organizzare meglio e passare da un modello sanitario in cui semplicemente "si cura" ad uno in cui "ci si prende cura del paziente" ha sottolineato l´assessore Mantovani. E in tal senso ha rivolto la sua attenzione verso il ruolo, da rivisitare, ricoperto dal medico di famiglia: "Non è possibile che un paziente, un malato cronico che ha bisogno con urgenza del proprio medico debba chiedere un appuntamento per 7, 10 giorni dopo". Medici Di Base - "Vanno fissate regole - ha detto ancora Mantovani - che valutino la presa in carico ovvero la corretta valutazione del bisogno anche grazie all´intervento dei Medici di medicina generale e che garantiscano una continuità assistenziale in grado di accompagnare il paziente nel suo cammino da e verso l´ospedale". Il tutto senza dimenticare gli interventi strutturali, per i quali nel 2013 Regione Lombardia ha stanziato circa 3 milioni di euro solo per la provincia di Lecco. Maria Cristina Cantu´ - L´intervento sugli aspetti sanitari affrontati dal vice presidente Mantovani è stato preceduto da quello dell´assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale e Volontariato di Regione Lombardia Maria Cristina Cantù, la quale, sul tema delle Regole di Sistema ha chiarito: "Il cambiamento sarà la parola chiave, deve essere chiaro – ha affermato con determinazione - che non dobbiamo avviare il cambiamento attraverso la nostra esperienza o il nostro vissuto, ma dobbiamo pensare a tale cambiamento in modo sistematico". L´assessore ha quindi ribadito che questo metodo eviterà il rischio di reiterare eventuali errori del passato.  
   
   
LOMBARDIA: IN FARMACIA PER PRENOTARE LE VISITE GRAZIE AL SISS SI FA RETE CON OSPEDALI, ASL E MEDICI DI BASE  
 
Milano, 3 marzo 2014 - La Giunta regionale lombarda ha approvato nella seduta la delibera che autorizza il ´Rinnovo della convenzione per l´utilizzo della piattaforma tecnologica Siss da parte delle farmacie lombarde e per la loro partecipazione ai servizi messi a disposizione dal sistema Siss per la comunicazione ed elaborazione dei dati sanitari e il miglioramento e dei servizi all´utenza´. Esami In Farmacia - Il provvedimento, adottato su proposta del vice presidente e assessore alla Salute Mario Mantovani, fa sì che le 3.000 farmacie lombarde, attraverso il Sistema Informativo Socio-sanitario, svolgano un ruolo importante nell´agevolazione dei cittadini, soprattutto per quanto riguarda la prenotazione di visite ed esami specialistici, la registrazione del consenso al trattamento dei dati personali effettuato con il Fascicolo Sanitario Elettronico, la sperimentazione e diffusione della ricetta elettronica. Collegamento Diretto - Un altro importante atto, dunque, per rendere sempre più efficiente la rete dei servizi che vede al centro i cittadini che possono così accedere alle prestazioni sanitarie avvalendosi del collegamento informatico diretto e tempestivo tra i vari soggetti erogatori: farmacie, Regione, ospedale, Asl, medico di famiglia. Medici Di Famiglia - "Abbiamo fatto progressi importanti: ora è fondamentale fare rete, il che richiama anche la responsabilità dei medici di famiglia che rivestono un ruolo fondamentale nel progetto di miglioramento dell´offerta sanitaria e della presa in cura del paziente" ha detto l´assessore alla Salute Mario Mantovani manifestando la sua "soddisfazione per l´accordo raggiunto in favore dei cittadini lombardi". Una Rete Capillare - "Una rinnovata collaborazione con le farmacie della nostra regione - ha aggiunto - con le quali, già nello scorso mese di novembre, avevamo siglato la convenzione a tutela dei 550.000 cittadini lombardi affetti da diabete. Ritengo molto utile questo accordo per i cittadini anche perché il servizio loro garantito attraverso la rete delle farmacie è presente capillarmente su tutto il nostro territorio". Onere Delle Asl - La delibera, oggi approvata dal Governo di Regione Lombardia, prevede anche che il costo derivante dai servizi connessi all´accordo, calcolato in via presuntiva, sia di circa 2.505.000 euro. Quest´onere sarà a carico delle Aziende Sanitarie Locali.  
   
   
RICERCA, GENETICA. LA SCIENZIATA JANET ROSSANT PREMIA I GIOVANI TALENTI PRESSO L´ISTITUTO DI GENETICA E BIOFISICA DEL CNR  
 
Napoli, 3 marzo 2014 - Oggi, a partire dalle ore 10.30, l´Igb-cnr di via Pietro Castellino 111, in occasione del 52° anniversario della sua fondazione, ospiterà due iniziative: “Graziella Persico Lecture e Travel Award” ed il “Premio Rotary per Giovani Biologi”. Madrina dell’iniziativa sarà la biologa Janet Rossant. Nota in tutto il mondo per i suoi studi pionieristici nei campi della biologia dello sviluppo e delle cellule staminali, a partire dai meccanismi che possono determinare gravi difetti alla nascita, terrà un seminario aperto a tutti e premierà i giovani talenti della ricerca biomedica. All’evento intervengono il vicepresidente della Regione Campania con delega alla Ricerca Scientifica Guido Trombetti, il direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche Dsb-cnr Tullio Pozzan, il coordinatore del Gruppo Partenopeo Club Rotary Laura Giordano e il direttore dell’Igb-cnr Antonio Simeone. Il “Graziella Persico Lecture e Travel Award”, giunto alla sua V edizione, è realizzato con il supporto del Telethon Institute of Genetics and Medicine e di Jim Mcghee dell’Università di Calgary in Canada ed è rivolto a tutta la città. L’istituto intende, così, favorire i giovani scienziati, la loro formazione, i progressi della ricerca genetica e i valori condivisi con Graziella Persico (1950-2007), ricercatore dell’Igb-cnr prematuramente scomparsa, e premierà sia un giovane dottorando sia un giovane ricercatore con il Premio Rotary Igb-cnr. Janet Rossant è docente del Dipartimento di Genetica Molecolare, Ostetricia/ginecologia e Pediatria dell’Università di Toronto in Canada e direttore di Ricerca presso l’Hospital of Sick Children della stessa città. Ha ricevuto, tra gli altri, il premio “March of Dimes” dedicato alla ricerca per la prevenzione dei difetti congeniti e della mortalità infantile. Attualmente presiede la International Society for Stem Cell Research (Isscr), riferimento mondiale per i ricercatori del settore. Il suo contributo all’Igb-cnr sarà l’occasione per approfondire come si sviluppa un embrione e per capire e prevenire diverse malattie umane.  
   
   
LOMBARDIA:NO APERITIVI TUTTO ALCOL, AIUTIAMO I RAGAZZI VICE PRESIDENTE: I GIOVANI SI CONFIDANO ON LINE CON MEDICO L´ASSESSORE INCONTRA A MONZA STUDENTI, DOCENTI E SANITARI  
 
Monza, 3 marzo 2014 - "E´ importante avviare tra i giovani una campagna di prevenzione sulla moda degli aperitivi a tutto alcol: fanno male. Le conseguenze negative per l´organismo si rivelano verso i quarant´ anni e spesso si manifestano come malattie croniche".Per sottolineare la sua attenzione verso il crescente e preoccupante fenomeno dell´abuso di alcolici tra i giovanissimi, il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani ha scelto proprio il pubblico di studenti liceali e di operatori sanitari che ha partecipato a Monza alla tavola rotonda di presentazione del sito www. Salute4teen.it. Il Medico On Line - Il progetto del sito www.Salute4teen.it è stato realizzato dall´Asl di Monza e Brianza ed è rivolto agli adolescenti e ai giovani ma anche ai genitori, agli insegnanti ed agli educatori ed è in corso di presentazione nelle scuole superiori del territorio e nei luoghi frequentati dai ragazzi. "Pensateci Adesso" - L´assessore Mantovani ha ricordato l´impegno di Regione Lombardia verso le attività di prevenzione sanitaria: " la nostra Regione ha 3 milioni di malati cronici su di una popolazione di 10 milioni di abitanti. Se avessimo potuto far prevenzione in passato, ora non saremmo in questa situazione. Ecco perché con voi giovani, i vostri docenti e il mondo sanitario dobbiamo essere in prima linea e fare attività di prevenzione pensando al futuro. Ragazzi pensateci perché siete ancora in tempo" ha detto Mantovani rivolgendosi agli studenti. Le Risposte Del Web - La salute degli adolescenti, la possibilità che si avvicinino ai servizi e che usufruiscano delle opzioni di salute che vengono loro offerte, sono gli obiettivi che Regione Lombardia e Asl di Monza e Brianza si sono posti realizzando lo strumento di informazione Web, con la consapevolezza che i giovani hanno bisogno di risposte ma spesso non si confidano con gli adulti di riferimento (genitori o insegnanti) e preferiscono confrontarsi tra di loro sottovalutando, talvolta, l´importanza dell´autorevolezza della fonte dell´informazione. Asl Fonte Autorevole - In questo senso l´Asl, proprio per il suo ruolo istituzionale di tutela della salute, diventa la fonte "certificata" delle risposte che gli stessi cercano. Nel corso del dibattito di questa mattina assieme ai giovani presenti, sono stati individuati tutti i possibili argomenti di maggiore interesse e sono emersi proprio quelli su cui è centrata l´attività di informazione interattiva del sito web: sessualità, cibo, attività fisica, droghe, Hiv, malattie sessualmente trasmissibili, vaccinazioni, fumo, alcol, gioco d´azzardo, sicurezza stradale, lavoro e salute e uso eccessivo del web.  
   
   
I BAMBINI CONVINTI DELLE PROPRIE CAPACITÀ SONO MENO DEPRESSI BAMBINI CONSAPEVOLI DI SAPER FARE SARANNO ANCHE BAMBINI PIÙ SERENI E CON MINORI PROBABILITÀ DI SOFFRIRE DI DEPRESSIONE. LO RIVELA UNO STUDIO DEI RICERCATORI DELL’UNIVERSITÀ DI MILANO-BICOCCA, CONDOTTO SU UN CAMPIONE DI 600 BAMBINI, PUBBLICATO SUL JOURNAL OF ABNORMAL CHILD PSYCHOLOGY.  
 
 Milano,  3 marzo 2014 - La convinzione di saper gestire bene le attività scolastiche e le relazioni con i compagni di classe contrastano la depressione. È il risultato al quale sono arrivati i ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-bicocca, dopo uno studio condotto su circa 600 bambini di seconda e terza elementare. Insomma, a parità di competenze è la convinzione del saper far qualcosa a fare la differenza. Lo studio (Patrizia Steca, J. R. Z. Abela, D. Monzani, A. Greco,n. A. Hazel, B. L. Hankin Cognitive Vulnerability to Depressive Symptoms in Children: The Protective Role of Self-efficacy Beliefs in a Multi-wave Longitudinal Study Doi: 10.1007/s10802-013-9765-5), condotto in collaborazione con alcune Università statunitensi, è stato pubblicato sul Journal of Abnormal Child Psychology. Tra gli elementi di novità della ricerca, la giovane età dei partecipanti e lo studio delle convinzioni di autoefficacia quali fattori di protezione tra i bambini in età scolare. «I partecipanti allo studio sono stati bambini di seconda e terza elementare - spiega Patrizia Steca, docente di psicologia generale e coordinatrice dello studio - nessuna altra ricerca ha considerato sia fattori negativi sia positivi nello studio dei sintomi depressivi su bambini di questa età. L’importanza del nostro studio sta nell’aver dimostrato come la convinzione di saper gestire le attività scolastiche e le relazioni con i compagni di classe possano contrastare la depressione anche tra i più piccoli». Alla ricerca hanno partecipato 554 bambini (51,4 per cento maschi, 44,2 per cento di seconda elementare) di 11 scuole elementari del Nord Italia (Lombardia e Piemonte) ai quali è stato richiesto di rispondere ad una serie di questionari. Un ricercatore leggeva e spiegava le domande ai bambini e chiedeva loro di rispondere singolarmente alla propria batteria di domande, secondo la specifica scala di risposta del questionario. Gli psicologi hanno così potuto valutare gli stili cognitivi, le convinzioni di autoefficacia scolastica e sociale, i livelli di stress e i sintomi depressivi dei bambini. «Tramite sofisticate analisi statistiche abbiamo riscontrato – spiegano Andrea Greco e Dario Monzani, tra gli autori dello studio e collaboratori di ricerca presso l’università di Milano-bicocca - come sia fondamentale lavorare sull’autoefficacia e sugli stili cognitivi; entrambi questi indicatori giocano infatti un ruolo chiave sulla depressione. Chi tende a catastrofizzare le conseguenze degli eventi negativi, riporta livelli più alti di sintomi depressivi. E contemporaneamente, i bambini che si sentono più capaci di far fronte ai compiti scolastici riportato minori sintomi depressivi». Inoltre, le convinzioni di autoefficacia sociale giocano un importante ruolo nella relazione fra innalzamento dei livelli di stress e concomitante innalzamento dei livelli di depressione: i bambini che si sentono più incapaci nella relazione con i loro compagni mostrano più elevati livelli di stress che portano a maggiori livelli di depressione, rispetto ai bambini che invece si sentono capaci. «Questi risultati – conclude Patrizia Steca - sottolineano l´importanza e la centralità della scuola come contesto primario nel quale i bambini vengono chiamati fin da piccoli ad affrontare compiti, richieste e rapporti sociali molto impegnativi; uno scarso senso di autoefficacia nella gestione di queste situazioni può produrre scoraggiamento e stati d´animo negativi che rischiano di condurre a vissuti depressivi veri e propri. È necessario quindi lavorare in questo senso per rafforzare nei bambini le loro convinzioni di essere efficaci, fortificare la loro autostima, in un´ottica che sia realmente positiva e preventiva».  
   
   
UN CASO DI MENINGITE A TRENTO, INIZIATA LA PROFILASSI  
 
Trento, 3 marzo 2014 - È stata confermata il 28 febbraio la diagnosi di malattia invasiva da meningococco per una ragazza di 18 anni deceduta improvvisamente questa notte al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara di Trento. L’azienda provinciale per i servizi sanitari ha immediatamente attivato le misure di profilassi nella scuola frequentata dalla ragazza. In questi casi è prevista infatti la profilassi farmacologica dei compagni della stessa classe, che consiste nella somministrazione di un antibiotico. I meningococchi sono germi che albergano frequentemente nel naso e nella gola delle persone dove di solito non causano disturbi o sintomi (portatori asintomatici). In rari casi il meningococco può avere un comportamento aggressivo e determinare una malattia grave. La meningite è la presentazione più comune di malattia invasiva da meningococco. I sintomi di meningite sono comparsa improvvisa di febbre, mal di testa e rigidità del collo, spesso accompagnata da altri sintomi, quali nausea, vomito, fotofobia (sensibilità dell´occhio alla luce) e stato mentale alterato. In alcuni casi la malattia da meningococco può assumere un decorso fulminante con insorgenza improvvisa e quadro clinico da subito grave con ipotensione e shock (sepsi o setticemia da meningococco). Nella nostra provincia i casi di malattia invasiva sono poco frequenti (in media 3-4 casi all’anno) e si presentano come casi isolati, non in relazione tra loro. Da molti anni non si registrano casi in forma epidemica. Quando si manifesta un caso l’Apss, per il tramite dei Servizi di igiene pubblica, effettua la profilassi antibiotica alle persone che hanno avuto contatti stretti con il malato come familiari, conviventi, compagni di classe e operatori sanitari.  
   
   
SALUTE,FVG: CON 100 MILIONI DI EURO IN MENO SI DEVE PUNTARE SU CRITERI STANDARD  
 
Trieste, 3 marzo 2014 - Cento milioni in meno rispetto al 2013, un decremento di risorse importante per la sanità del Friuli Venezia Giulia che l´assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca ha annunciato nel corso della sua audizione al Consiglio comunale di Trieste. "Per la prima volta il bilancio della Sanità regionale è stato fortemente penalizzato dal decremento delle entrate - ha spiegato Telesca - e dai meccanismi tecnici legati al Patto di stabilità che impediscono di mettere in atto tutti gli stanziamenti possibili". In un´ottica di razionalizzazione, quindi, l´assessore ha evidenziato come verrà privilegiato il servizio diretto al cittadino, cercando di spendere meno ma soprattutto meglio e, in ogni caso, confidando in un rifinanziamento delle poste sanitarie nel corso delle variazioni di Bilancio. Ribadendo l´impegno assoluto rispetto ad una riforma complessiva del Ssr-sistema Sanitario Regionale che, puntando ad obiettivi di qualità, sicurezza e sostenibilità economica, si riveli un progetto efficace per i prossimi vent´anni, Telesca ha sottolineato come il 60 per cento delle risorse a disposizione siano state allocate attraverso l´innovativo sistema dei criteri standard sulle partite principali quali, ad esempio, i ricoveri ospedalieri e la farmaceutica. Il rimanente, invece, sarà destinato al finanziamento storico con riferimento alle tre aree vaste. "Con lo stesso budget del 2013 - ha commentato l´assessore - avremmo ottenuto certamente risultati con meno ´fatica´. Dovendo fare i conti con una forte riduzione finanziaria - ha aggiunto - dovremo gestire invece un cambiamento con talune difficoltà, anche per il poco tempo a disposizione". "Il 2014 - ha infine affermato Telesca - è di fatto una fase di transizione, perchè nel corso di quest´anno saremo in grado di portare a compimento una riforma che darà i suoi frutti nel periodo a venire".  
   
   
LAZIO: NUOVI INVESTIMENTI PER OSPEDALI PIU´ ACCOGLIENTI E MODERNI INTERVENTI PER GARANTIRE LA MANUTENZIONE STRAORDINARIA NEI REPARTI E SOPRATTUTTO NEI PRONTO SOCCORSO  
 
Roma, 3 marzo 2014 - La Regione investe 35 milioni di euro per finanziare interventi di manutenzione straordinaria di ambulatori, reparti, uffici e aree di accesso, ma soprattutto i pronto soccorso e l´area dell´emergenza. Il fondo è stato ripartito in modo uguale tra le 21 aziende operative del sistema regionale. Ogni azienda riceverà la stessa cifra, pari ad un milione e 675 mila euro. Le opere, visto il breve tempo stabilito per concluderle, saranno affidate anche con la modalità della somma urgenza. Saranno i nuovi direttori generali definire un piano di utilizzo di queste risorse. Ogni Asl, ospedale o istituti di ricovero deve concludere i cantieri, compreso il collaudo, entro e non oltre il 31 ottobre di quest´anno. Se i finanziamenti non saranno utilizzati entro la data prevista, le somme residue torneranno alla Regione.  
   
   
TRENTO: LE DIRETTIVE 2014 PER DISABILITÀ, SALUTE MENTALE E DIPENDENZE  
 
Trento, 3 marzo 2014 - La Giunta provinciale, su proposta dell´assessora alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re, ha approvato le direttive 2014 per i servizi socio-sanitari nell´ambito della disabilità, della salute mentale e delle dipendenze, fissando i limiti di spesa e gli obiettivi di miglioramento dei servizi. Il provvedimento, in linea con gli impegni programmatici della Giunta provinciale a favore delle persone più fragili, conferma gli stanziamenti a ciò destinati, grazie al perseguimento dei possibili spazi di miglioramento e innovazione dei servizi offerti, in termini di modalità e appropriatezza di erogazione e remunerazione. Complessivamente le risorse per il 2014 ammontano a circa 22,2 milioni di euro, a integrazione di quanto garantito direttamente dall´Azienda provinciale per i servizi sanitari. Disabilità - La programmazione socio-sanitaria provinciale si pone come finalità principale il superamento della settorializzazione degli interventi, nella direzione di una sempre maggiore integrazione dei diversi servizi (assistenza domiciliare, servizi residenziali, centri riabilitativi, interventi educativi, percorsi di inserimento lavorativo). In quest´ottica gli strumenti fondamentali sono rappresentati dalla valutazione multidimensionale, dalla definizione di un piano assistenziale individualizzato e dall´implementazione del punto unico provinciale di accesso. Forte l’impegno a favore della riabilitazione in un’ottica di trattamento globale e multidisciplinare (medico, psicologico ed educativo) della disabilità. Confermati pertanto gli stanziamenti grazie al concreto impegno dei gestori dei servizi e dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, nella revisione delle modalità di erogazione e remunerazione delle prestazioni avendo quali principi guida: l’appropriatezza, la sostenibilità e l’equità dell’offerta. Tra le importanti novità che tale razionalizzazione ha consentito, vi è certamente l’impegno a favore dei disturbi dello spettro autistico e l’attivazione in provincia di Trento di una risposta strutturata a favore della riabilitazione visiva. Il provvedimento odierno, tra i più dettagliati in Italia per sistematicità degli strumenti messi in campo, intende contrastare nel modo più efficace possibile la disabilità visiva grave, la quale comporta una situazione di svantaggio che può diminuire significativamente la partecipazione sociale di coloro che ne sono affetti. L´obiettivo essenziale è quello di ottimizzare le capacità visive residue al fine di mantenere l´autonomia e promuoverne lo sviluppo. Le risorse complessive ammontano a circa 15 milioni di euro, di questi 12 milioni di euro rappresentano il tetto massimo di spesa per il 2014 dei tre centri residenziali per disabili, ripartiti in: •11,8 milioni di euro finalizzati alla stipula di accordi con gli enti accreditati •200.000 euro per l´erogazione diretta di forniture (farmaci, materiale sanitario, assistenza specialistica, prodotti dietetici su prescrizione servizio dietetica aziendale). Salute mentale - "Senza salute mentale la salute non è possibile"(Libro Verde, Ue, 2005): è a partire da tale consapevolezza che il provvedimento approvato oggi conferma quanto già disposto lo scorso anno dall´esecutivo provinciale. E´ previsto un ulteriore contenimento degli invii in strutture di accoglienza socio-riabilitative extra provinciali, con un tetto di spesa annuo massimo di 550.000 euro per il 2014; di contro si evidenzia: •un ulteriore miglioramento dei tassi di ricettività delle strutture sanitarie e socio-sanitarie presenti in provincia; •l´impegno dell´Azienda sanitaria a rafforzare, in particolare per l´età evolutiva, il supporto ai servizi residenziali e domiciliari socio-educativi presenti in provincia di Trento e convenzionati con il servizio pubblico; •una particolare attenzione all´area dei disturbi del comportamento alimentare e a una sempre maggiore compiutezza del percorso diagnostico terapeutico e riabilitativo. Fatto salvo quanto erogato direttamente dai servizi pubblici dell´Azienda provinciale per i servizi sanitari, le risorse individuate in questo ambito ammontano a complessivi 5,1 milioni di euro. Dipendenze - Nel riprendere i contenuti e gli indirizzi delle Linee guida approvate dall´esecutivo provinciale nell´ottobre 2012 in tale area, viene ribadita la necessità di interventi di prevenzione e contrasto al crescente fenomeno del gioco d´azzardo patologico, e più in generale a comportamenti compulsivi patologici, nonché all´abuso di sostanze (alcol e droghe) con una particolare attenzione alla fascia giovanile. Anche in questo caso sono confermati i limiti di spesa dettati all´Azienda provinciale per i servizi sanitari: •1.940.000 euro per la stipula di accordi con gli enti privati accreditati; •400.000 euro per l´assistenza agli assistiti iscritti al servizio sanitario provinciale nelle strutture extra provinciali per l´area delle dipendenze.  
   
   
MARCHE: INAUGURATO IL PRIMO LONGEVITY HUB, LA CASA INTELLIGENTE PER LA LONGEVITA’ ATTIVA.  
 
 Ancona, 3 marzo 2014 - La casa intelligente non è più solo una idea: è diventata realtà. E’ stato inaugurato questa mattina il “Longevity Hub”, una casa intelligente per una longevità attiva ed indipendente dell´anziano attraverso le nuove tecnologie domotiche. Il Progetto si inserisce nella strategia globale della Regione Marche che considera l’active ageing come tema centrale dell’azione di governo, sviluppato in partnership con Italia Longeva, Rete nazionale di ricerca su invecchiamento e longevità attiva, con l’obiettivo di garantire un approccio interdisciplinare alle problematiche dell’invecchiamento, sviluppare modelli assistenziali innovativi con nuove tecnologie, diffondere le conoscenze e promuovere stili di vita appropriati per gli anziani. “La realizzazione di questo progetto – afferma il presidente della Regione Gian Mario Spacca - è una prova tangibile della capacità marchigiana di fornire risposte efficaci al progressivo invecchiamento della popolazione, conciliando le esigenze di sostenibilità del Servizio Sanitario con i bisogni concreti degli anziani. La domanda di prodotti e servizi da parte della popolazione over 65 è infatti sempre crescente, in particolare per la popolazione delle Marche, che è la più longeva d’Europa e quella con l’aspettativa di vita tra le più alte al mondo. Gli over 65, nella nostra regione, rappresentano circa il 22% del totale contro il 20% nazionale, con un trend di crescita che prevede il 24% nel 2020. Dati, questi, che spingono inevitabilmente il nostro sistema istituzionale, sociale ed economico ad un approccio multisettoriale al tema della longevità. Abbiamo chiamato a raccolta, in questa prospettiva – prosegue Spacca - il sistema produttivo regionale affinché partecipasse alla riflessione su questa nuova fascia di bisogni pensando prodotti e servizi che aiutino il longevo a vivere meglio e in maggiore autonomia. Nuove tecnologie e longevità possono stimolare nuova imprenditorialità, unendo tradizione, innovazione e coesione sociale. La via per rilanciare lo sviluppo passa attraverso strumenti e progetti molteplici e differenziati, compresa la difesa dei settori produttivi tradizionali. La terza età in questo modo può trasformarsi anche in una grande opportunità per uscire dalla crisi non solo con le detrazioni fiscali e le manovre finanziarie, ma anche producendo articoli utili che entrino nel mercato e possano essere venduti, possibilmente in tutto il mondo. Il nostro Paese – conclude Spacca -, il più anziano insieme al Giappone, può diventare, in linea con la strategia di crescita intelligente e inclusiva di Europa 2020, un enorme laboratorio nel quale sperimentare nuovi prodotti, costruiti dalle nostre industrie e destinati alla popolazione del pianeta”. “Una casa intelligente per una longevità attiva e indipendente dell’anziano: l’idea di fondo, che anima l’impegno della Regione Marche e dell’Irccs Inrca, è contenuta tutta nel titolo di questa iniziativa – aggiunge il presidente di Italia Longeva Roberto Bernabei - stiamo imparando a vedere gli anziani come un’opportunità: con le loro peculiari esigenze, gli anziani alimentano una nuova e crescente domanda di soluzioni tecnologiche, che vanno dalle nuove necessità abitative fino ai bisogni sanitari e assistenziali, ai quali dovranno a breve rispondere i sistemi di telemedicina e tecnoassistenza, a partire dall’appuntamento di . Sono settori ad elevatissimo tasso d’innovazione, che possono rappresentare un driver importante per la ripresa della produzione industriale. L’intento è chiarissimo: da un lato dobbiamo considerare l´anziano di , ma soprattutto quello dell´immediato futuro, come un comune utilizzatore di tecnologie, dall´altro lato dobbiamo vedere la tecnologia come uno strumento di aiuto nell´assistenza all´anziano per i familiari, per i caregivers e per gli operatori del settore. Vogliamo quindi inaugurare un´esperienza aperta al mondo sociale, sanitario ed economico." Smart Objects E Piattaforme Di Integrazione Per La Longevita’ Attiva L’approccio ritenuto più efficace per garantire il massimo coinvolgimento delle realtà industriali della Regione è quello basato su una "Piattaforma di Integrazione" per l´Ambient Assisted Living intendendo con questa definizione un´infrastruttura che, oltre a consentire l´accesso a servizi specialistici di telemedicina e di teleassistenza, è anche in grado di accogliere nuovi contenuti innovativi, di tipo trasversale, come quelli relativi a: • applicazioni domotiche di base, come: la gestione energetica della casa, il monitoraggio dei consumi, la gestione della sicurezza (safety) e dell´antintrusione (security); l´intrattenimento e il comfort; • monitoraggio delle attività quotidiane di un utente debole basato sulla sequenza temporale di eventi d´interazione comunicata da smart objects; • gestione di reti di sensori wireless di tipo misto, cioè caratterizzate da sensori che rilevano parametri ambientali e da sensori indossabili dedicati alla misura dei parametri vitali della persona; • l’elaborazione attraverso metodologia di data mining di modelli di analisi comportamentale in grado di combinare in modo sinergico le informazioni raccolte dai sensori e dagli smart objects per individuare abitudini e rilevare trend ed eventuali comportamenti anomali. L’implementazione del progetto si sviluppa su più piani con l’obiettivo di: - promuovere l’innovazione all’interno del sistema produttivo regionale; - creare un punto di riferimento in cui i diversi attori possano incontrarsi per ideare progettare e sperimentare nuove soluzioni in grado di rispondere ai bisogni dell´anziano; - sviluppare una rete di contatti che proiettino le Marche tra le eccellenze nel settore. Da un punto di vista operativo sono stati identificati importanti interventi quali: - la realizzazione pratica del prototipo di casa intelligente; - la disponibilità di accesso alla Biblioteca Multimediale; - la presentazione di esperienze progettuali (ad esempio Up-tech, robot giraffe, chefMyself) e dei loro risultati; - il coinvolgimento dei potenziali utenti nelle attività di analisi dei bisogni e sperimentazione nell’ambito dei progetti (creazione del nucleo di un Living Lab); - corsi formativi rivolti ai professionisti per dare indicazioni di base su come migliorare la qualità e la sicurezza e l’accessibilità dell’ambiente domestico; - l´organizzazione di eventi destinati alle imprese per facilitare l´introduzione alla certificazione per i dispositivi medicali, la divulgazione della cultura del brevetto, il miglioramento della conoscenza dei bisogni utente. Il Contesto: La Strategia Della Regione Per La Longevita’ Attiva La Regione Marche negli ultimi anni ha assunto in ambito nazionale ed europeo un importante ruolo, connesso alle problematiche derivanti dal progressivo invecchiamento della popolazione, attraverso le varie iniziative intraprese. Il progetto di Casa intelligente, dunque, si inserisce nell’ambito della strategia regionale per la longevità attiva che si basa su molteplici strumenti, a partire da Italia Longeva, il network di ricerca e promozione dell’invecchiamento attivo costituito tra Regione Marche, Ministero della Salute e Inrca. Altri progetti della Reione integrano e accompagnano il tradizionale sostegno socio-sanitario con l’utilizzo delle nuove tecnologie smart, in linea con la strategia di crescita intelligente e inclusiva di Europa 2020, per rendere più semplice, autonoma e vitale l’esistenza degli anziani. Alcuni di questi progetti: - cluster tecnologico regionale per l’ambient assisted living nei bandi nazionali e smart cities; - - collaborazioni con Infn; - cloud per la longevità attiva; - azioni nel Vii^ programma quadro ricerca Ue (Jade); - sostegno ai progetti di housing-sociale con la collaborazione pubblico-privato. Il tutto in accordo con: - la Strategia di Europa 2020 a favore della crescita intelligente. Della sostenibilità e dell’inclusione sociale; - il Programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) Horizon 2020; - la Piattaforma europea per l’innovazione a favore “dell’invecchiamento attivo e in buona salute” recentemente avviata dall’Unione Europea con l’iniziativa “Unione dell’Innovazione”.  
   
   
PAVI: COLLABORATE ALLA RIFORMA DELLA SANITÀ L´ASSESSORE CHIEDE AIUTO AL TERRITORIO PER NUOVI ELIPORTI CONSIGLIO PROVINCIALE APERTO PER IL FUTURO DI OSPEDALI E ASL  
 
Pavia, 3 marzo 2014 - Con l´intervento del vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani si è conclusa la seduta aperta del Consiglio Provinciale di Pavia che, protrattosi sino alla tarda notte di ieri, si è svolto nella Sala Dell´annunciata sul tema ‘Rete ospedaliera provinciale: attualità, criticità e prospettive’. L´assessore Mario Mantovani è partito dalla necessità di adeguare il nostro sistema sanitario alla realtà di oggi: "La nostra è una riforma che ha ormai quasi 20 anni di vita – ha detto -. Sono mutati i bisogni e le necessità ed è giusto che si dia vita a iniziative come queste, dalle quali possono nascere contributi utili ad avviare il lavoro per un nuovo modello di sanità. Quello di oggi, pur validissimo, sta mostrando i suoi lati più deboli in relazione alle risposte dei mutati nuovi bisogni dei cittadini". Appello Di Mantovani - Il responsabile della Sanità lombarda si è quindi rivolto agli amministratori pubblici, agli esponenti delle istituzioni, ai manager della sanità pavese lanciando un appello: "Due sono soprattutto i problemi da risolvere. Uno è rappresentato dalle liste d´attesa. Medici e direttori generali, mi dovete dare una mano per migliorare l´efficienza del servizio e fornire risposte più tempestive ai pazienti". Aiutiamo Areu - Mantovani si è poi rivolto agli esponenti istituzionali, politici e sindacali del territorio della provincia pavese: "Il secondo problema - ha detto l´assessore - riguarda l´Areu (il servizio di emergenza-urgenza regionale). Se mancano gli eliporti, bisognerà pensare a strategie sull´esempio di quelle attuate in provincia di Bergamo, dove i sindaci delle valli ci hanno messo a disposizione degli spazi comuni per consentire l´atterraggio di emergenza. Desidero che vi facciate interpreti presso gli ambiti provinciali di questa esigenza, perché non è pensabile che chi è stato colpito da infarto sul Monte Penice non possa raggiungere l´ospedale in un quarto d´ora! Stiamo anche lavorando affinché gli elicotteri possano viaggiare anche di notte, perché l´infarto o l´ictus purtroppo non ti avvertono in anticipo". Proposte Per La Riforma - Riferendosi poi alla gestione degli ospedali del territorio della provincia di Pavia, l´assessore ha sottolineato la sua condivisione del tavolo di lavoro, importante affinché possano giungere proposte e idee utili al consiglio regionale della Lombardia per la stesura della nuova riforma. L´assessore alla Salute ha invitato le forze politiche, sociali e sindacali a suggerire le "Soluzioni migliori affinché vengano salvaguardati gli interessi dei vostri cittadini, garantendo loro al contempo la certezza dell´alta qualità della sanità lombarda in modo serio e professionale". Chiuso Pronto Soccorso - L´assessore ha citato ad esempio il piccolo ospedale di Cuggiono, attiguo al suo paese di nascita, dove ha preferito che il pronto soccorso venisse chiuso affinché i cittadini possano rivolgersi a pochi chilometri di distanza ad un pronto soccorso specializzato e attrezzato in grado di offrire un´assistenza, una sicurezza e un servizio migliori e della massima qualità. "Non possiamo avere tutto e di tutto nell´ospedale sotto casa", ha ribadito. Un altro tema del suo lungo e dettagliato intervento, che ha suscitato grande attenzione da parte dei presenti, è stato il messaggio di Sos che l´assessore Mantovani ha lanciato ai medici di famiglia: "Abbiamo bisogno della collaborazione della medicina generale. Io non credo che un cittadino che ha una tracheite si debba sentire dire dal medico di famiglia: venga la settimana prossima”. Medici Di Famiglia - Se il difetto sta in noi ci lavoreremo, ma è imprescindibile trovare un equilibrio tale che il cittadino riceva i servizi necessari al momento giusto". L´assessore ha quindi evidenziato che il paziente cronico, che in Lombardia rappresenta il 30 per cento della popolazione, se non riceve una immediata risposta dal proprio medico di famiglia, si vede costretto a ricorrere al pronto soccorso. E questa è sicuramente una delle principali cause del loro sovraffollamento. Sanità D´eccellenza - Il vice presidente del Governo di Regione Lombardia ha infine tracciato le linee guida sulle quali si sta lavorando per la nuova riforma della sanità, ha esposto numeri, dati e interventi effettuati e da attuare in tempi brevi a favore della sanità nella provincia di Pavia. Ricordando l´eccellenza delle rete sanitaria della provincia pavese, l´assessore Mantovani, tra l´altro, ha anche annunciato per il mese di aprile l´apertura di due ambulatori per il monitoraggio e l´assistenza sanitaria relativa ai problemi dell´amianto denunciati nella provincia.  
   
   
SANITÀ: CONVENZIONE REGIONE FVG/ATENEI DI PADOVA E VERONA PER LA FORMAZIONE DI MEDICI  
 
Trieste, 3 marzo 2014 - La Regione, su proposta dell´assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, ha approvato la convenzione con le Università di Padova e Verona che regolamenterà i rapporti istituzionali correlati alla liquidazione dei contratti quinquennali di formazione specialistica per medici iscritti alla scuola di specializzazione dei due atenei. A seguito del riassetto delle scuole di specializzazione di area sanitaria, infatti, Padova e Verona sono considerate sedi amministrative delle neo costituite Scuole interuniversitarie, alle quali sono aggregate le corrispondenti scuole di specializzazione delle Università di Trieste e Udine. In quanto sedi amministrative, Padova e Verona sono anche destinatarie dei contratti annualmente attribuiti dal Ministero all´aggregazione delle scuole interuniversitarie, ma anche degli eventuali ulteriori contratti aggiuntivi che possono essere finanziati dalle Regioni per compensare il divario tra il fabbisogno di medici specialisti da formare per il Ssn-sistema Sanitario Nazionale e l´attribuzione dei contratti statali. "Per l´anno accademico 2012-2013 la Regione Friuli Venezia Giulia - spiega l´assessore Telesca - ha finanziato sette contratti aggiuntivi a favore di scuole di specialità medica interuniversitarie facenti capo agli atenei di Padova e Verona e per questo si è reso necessario adottare una convenzione che servirà soprattutto a dare tempestiva liquidazione ai contratti rispetto all´inizio delle attività didattiche". In base alla convenzione i due atenei veneti si impegnano a garantire il massimo utilizzo possibile delle strutture del servizio sanitario del Friuli Venezia Giulia per lo svolgimento della didattica e del tirocinio pratico.  
   
   
SANITA’: VENEZIA HA UN’ELISUPERFICIE DI SOCCORSO PER LA PRIMA VOLTA NELLA SUA STORIA. ULTIMATA ALLA PRESENZA DI ZAIA. “ADESSO E’ LA GRANDE CITTA’ TURISTICA PIU’ SICURA DEL MONDO PER LA SALUTE”  
 
Venezia, 3 marzo 2014 - Per la prima volta nella sua storia, la città di Venezia è stata dotata di un’elisuperficie, realizzata a 30 metri d’altezza sulla sommità del Padiglione “Jona” dell’Ospedale Civile, per l’atterraggio e il decollo degli elicotteri del Suem 118, con abilitazione anche al volo notturno. L’ultimo elemento della struttura (un tratto della recinzione di sicurezza), che entrerà in funzione non appena terminate le complesse procedure di collaudo e autorizzazione, è stato collocato , alla presenza del Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia e del direttore generale dell’Ulss 12 Veneziana, Giuseppe Dal Ben. Con questa struttura e con le recenti attivazioni due punti di primo soccorso in Piazza San Marco e in piazzale Roma; di una rete di oltre 50 defibrillatori cardiaci in punti strategici del centro storico, e di un sito georeferenziato che indica a tutti gli utenti in più lingue i punti di erogazione della sanità compresi i medici di base e le farmacie, “Venezia - come ha sottolineato Zaia – diventa la grande città turistica internazionale più sicura del mondo dal punto di vista sanitario. Una garanzia che naturalmente riguarda anche tutti i residenti e le migliaia di studenti che frequentano una città universitaria”. L’elisuperficie è stata realizzata assemblando vari grandi componenti giunti in queste settimane dall’Olanda, misura circa 30 metri di diametro e si innalza di circa 4 mertri rispetto al solaio del Padiglione “Jona”. “Una struttura all’avanguardia anche sul piano delle dotazioni tecnologiche – ha detto Zaia – che dimostra una volta di più quanto fossero pretestuose le polemiche dei mesi passati su un presunto disinteresse della Regione verso la sanità veneziana. La realtà dimostra invece l’esatto contrario. Venezia è la nostra prima immagine nel mondo e se sbagli qui l’effetto domino negativo diventa planetario”. Il Presidente della Regione ha anche voluto essere “protagonista diretto” dell’ultimazione della struttura: dopo aver azionato l’avvio della gru che ha collocato l’ltimo elemento dell’opera, indossato l’obbligatorio caschetto di sicurezza, si è fatto consegnare un pennello a rullo ed ha dipinto un tratto della grande “H” rossa che campeggia al centro della superficie d’atterraggio.  
   
   
BOLZANO: CORSO ALLA SCUOLA "LEVINAS" SUI PROBLEMI PSICHIATRICI NELL´ADULTO  
 
Bolzano, 3 marzo 2014 - Sono aperte sino 13 marzo le iscrizioni al corso “L’adulto con problemi psichiatici ed i suoi diritti” che si terrà presso la Scuola "Levinas" di Bolzano. Il 13 marzo si chiudono le iscrizioni al corso "L´adulto con problemi psichiatici ed i suoi diritti". La relazione fra salute e diritti è sempre stata molto dinamica e negli ultimi anni il rispetto per la dignità della persona ha coinvolto anche i soggetti con problemi di salute mentale. Questo breve corso intende fare il punto sullo stato dell´arte e definire i limiti fra consenso e interventi obbligatori e accrescere la competenza degli operatori a gestire situazioni border-line. La metodologia prevede l´analisi di casi e di esperienze. L´iniziativa, aperta a operatori sociali e sanitari, si terrà presso la scuola provinciale per le professioni sociali a partire dall´1° aprile 2014 Per informazioni ed iscrizioni gli interessati possono rivolgersi alla Segreteria della Formazione Continua Scuola provinciale per le professioni sociali "E. Levinas", Piazza Angela Nikoletti,1 Bolzano, tel. 0471/440900; è possibile inoltre iscriversi on line al seguente indirizzo: http://www.Sociale-levinas.fpbz.it/    
   
   
POLITICHE PER LA SALUTE, CUP 2000. : PREVISTA LA CLAUSOLA SOCIALE, A GARANZIA DEL POSTO DI LAVORO  
 
Bologna, 3 marzo 204 – “Abbiamo già confermato che verranno mantenute tutte le garanzie occupazionali per i dipendenti di Cup2000, come già deliberato dai soci dell´azienda fin dall’ottobre scorso e come più volte ribadito anche alle organizzazioni sindacali”. Così l’Assessore regionali alle politiche per la salute, Carlo Lusenti, interviene su Cup2000. “Nel Piano strategico operativo presentato ai sindacati - spiega Lusenti -, è stata prevista anche una clausola sociale per i dipendenti della società, a garanzia del mantenimento del posto di lavoro. “Sui temi del Piano operativo - conclude l´Assessore - il confronto con i sindacati, che incontreremo entro metà marzo, è aperto e registra già ampie condivisioni da parte di alcune organizzazioni”.  
   
   
LOMBARDIA. VOLLEY: REGIONE ATTIVA SU IMPIANTISTICA ASSESSORE: PRONTI A ESAMINARE SITUAZIONE DI MILANO CON COMUNE  
 
 Milano, 3 marzo 2014 - "Abbiamo preso atto di una preoccupazione espressa dal presidente della Federazione italiana pallavolo Carlo Magri e abbiamo deciso di informarci sullo stato delle cose, anche perché gli Europei del 2015 si avvicinano e il Palalido, non il Forum, era stato espressamente indicato dalla Federazione come sede delle partite". Risponde così l´assessore regionale allo Sport e Politiche per i giovani Antonio Rossi, in merito alle dichiarazioni pubblicate dall´assessore del Comune di Milano Chiara Bisconti sull´avanzamento dei lavori del Palalido. La Strategia Della Regione - "Durante la visita che ho fatto insieme al presidente Maroni al centro federale di pallavolo di Milano ´Donato Pavesi´ - spiega Rossi - il presidente Maroni ha spiegato come la strategia della Regione sia quella di coordinare le azioni degli altri, ma come non possiamo surrogarci agli Enti locali nel realizzare le opere. Sulle strutture sportive il Comune di Milano ha preso degli impegni che non sappiamo se riuscirà a mantenere. Mi auguro di sì, soprattutto per il Palalido". "Quella espressa - ha ribadito l´assessore - non mi sembra una preoccupazione infondata, dato che entro il 30 novembre era prevista la conclusione dei lavori di demolizione ed entro dicembre avrebbero già dovuto essere avviati i lavori di ricostruzione del nuovo palazzetto, tuttavia sono contento che l´assessore Bisconti ribadisca il fatto che il nuovo Palalido sarà pronto entro fine agosto e consegnato entro ottobre. Ci auguriamo che riesca a mantenere gli impegni presi". Scadenze Precise - Una nota dell´Ufficio stampa del Comune di Milano, datata 29 marzo 2012, l´assessore Bisconti diceva testualmente, "è fondamentale darsi delle scadenze precise per dare risposte alla città su un progetto che i Milanesi aspettano da tempo e che ha subito troppi ritardi. Il nuovo Palalido andrà a comporre quel mosaico di nuove offerte su cui stiamo lavorando, e che prevedono anche una riqualificazione del Vigorelli, dove vogliamo portare nuovi sport e non solo". " , attraverso le pagine della Gazzetta - sottolinea Rossi - abbiamo preso atto di un impegno concreto da parte del Comune, anche se non è stato così esplicito il sindaco Pisapia quando ieri, durante l´incontro con il presidente Maroni, ha divagato sulla questione". Noi Abituati A Fare - "Noi siamo abituati a fare - ha detto Rossi in conclusione - sappiamo che c´è bisogno di alcuni interventi per migliorare e risistemare l´impiantistica. Regione Lombardia, attraverso i bandi la sostiene. Se l´assessore Bisconti ritiene, si potrebbe esaminare la lista degli impianti, valutare le priorità ed eventualmente intervenire attraverso un accordo di programma o altri strumenti. A giugno, come tutti gli anni, faremo l´assestamento di Bilancio e se ci sono delle risorse da trovare quello è il momento giusto".  
   
   
GIORNATA DELL´EUREGIO SULLA NEVE  
 
 Bolzano, 3 marzo 2014 - 300 atleti delle scuole agrarie del Tirolo storico sul Bondone. Il campionato studentesco degli sport invernali che coinvolge da circa vent´anni le scuole agrarie dell´Euregio Trentino, Alto Adige e Tirolo si è svolto recenetemente sul Monte Bondone nelle località Vaneze e Viote, organizzato quest´anno dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all´Adige. La gara ha coinvolto 300 atleti, di cui 250 studenti e 50 docenti, provenienti da 14 istituti, che si sono cimentati in quattro discipline sportive: slalom gigante, snowboard, sci nordico e una gara di corsa con racchette da neve. La giornata sulla neve, promossa dal "Ring delle scuole agrarie e di economia domestica del Tirolo storico", ha coinvolto tutte le scuole agrarie del vecchio Tirolo, tra cui Laimburg, Teodone e Salerno in Alto Adige, San Michele nel Trentino e Rotholz nel Tirolo. La premiazione dei vincitori delle quattro discipline è avvenuta a San Michele presso la Fondazione Edmund Mach che rappresenta la scuola agraria più vecchia del Tirolo storico, essendo nata nel 1874. Per Birgit Oberkofler del Gect Euregio si tratta di una manifestazione unica tra scuole nel territorio dell´Euregio con una lunga tradizione che sottolinea l´importanza dello scambio a tutti i livelli con l´obiettivo di creare comunità, senso di appartenenza e d´identità transfrontaliera.