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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Giugno 2015
BOC: RIPRODURRE IL CORPO SU UN CHIP PER TESTARE NUOVI FARMACI: GLI SCIENZIATI DI UN PROGETTO FINANZIATO DALL’UE HANNO SVILUPPATO UN CHIP MICROFLUIDICO CHE ANALIZZA SIMULTANEAMENTE LE REAZIONI DI DIVERSI TESSUTI DI ORGANI UMANI QUANDO VENGONO A CONTATTO CON POSSIBILI NUOVI FARMACI. QUESTO DISPOSITIVO RIVOLUZIONARIO POTREBBE FAR RISPARMIARE MILIONI DI EURO IN COSTI DI SVILUPPO DI NUOVI FARMACI.  
 
Bruxelles, 15 giugno 2015 - Una delle principali sfide per le aziende farmaceutiche è quella di ridurre i costi multimilionari nello sviluppo dei farmaci e di accorciare i tempi di commercializzazione delle medicine in modo da sfruttarle appieno prima della scadenza dei brevetti. Questo ha portato l’Ue a sostenere un progetto di ricerca in fase iniziale, chiamato Boc (Body-on-a-chip), che sostituisce la coltura cellulare 2D usata tradizionalmente per testare i farmaci, con un dispositivo multitessuto che riproduce meglio le condizioni reali del corpo, associando in un solo chip diverse colture 3D specifiche di un organo. I ricercatori hanno quindi creato un prototipo di Boc per valutare il rischio tossicologico dei nuovi composti e la loro efficacia prima dei test clinici formali. “L’industria farmaceutica perde parecchi soldi tenendo i possibili farmaci troppo a lungo nel processo di sviluppo, per poi scoprire in fase già avanzata che il farmaco non funziona,” ha spiegato il coordinatore di Boc, il dott. Jan Lichtenberg, della startup svizzera Insphero. “Fallire subito e fallire presto è il paradigma dell’industria. Si vuole conoscere la tossicità del farmaco il più presto possibile per eliminare i fallimenti dal programma, risparmiando così milioni, e a volte anche miliardi, in costi di abbandono.” Comprendere la tossicità a lungo termine dei farmaci - Tradizionalmente la potenziale nocività dei farmaci viene testata su cellule cresciute su piastre in un formato bidimensionale. Il problema di questo metodo è che le colture cellulari 2D possono perdere la propria funzionalità nel giro di circa 48 ore - ad esempio nel caso delle cellule epatiche - quindi i test rivelano solo i risultati di tossicità acuta, ovvero i farmaci che farebbero male ai pazienti non appena somministrati. Gli scienziati del progetto Boc hanno caricato colture di cellule 3D (microtessuti sferoidi rappresentativi di organi umani come fegato e cuore) in compartimenti collegati da piccolissimi tubi, imitando così il contesto fisiologico e le condizioni di un organismo complesso. Sviluppare microtessuti 3D fuori dal chip, invece di coltivarli in situ, significa che questi possono durare fino a ben 60 giorni, permettendo di effettuare prove sugli effetti di tossicità a più lungo termine. Il farmaco testato è contenuto in una soluzione nutritiva che attraversa questi diversi “organi” divisi in compartimenti e la piastra viene poi collegata con metodi analitici, come la spettroscopia di massa, per analizzare i metaboliti del farmaco prodotti. Il Boc permette di identificare questi metaboliti del farmaco e di studiare i loro effetti sui tessuti. Il composto testato può essere trasformato dagli enzimi epatici in metaboliti più potenti rispetto al composto iniziale, ma questi potrebbero essere anche tossici. Questa tossicità del metabolita non può essere rilevata nella classica coltura 2D. La versione commerciale del dispositivo multitessuto potrebbe essere pronta entro tre anni - Un dispositivo che comprende cellule di ratti rappresentanti due tipi di tessuto - fegato e tumore - è stato dimostrato nel corso del progetto. Agenti anti-cancro, come la staurosporina e la ciclofosfamide, e farmaci più comunemente usati di cui si conosce la tossicità per il fegato, come il paracetamolo, sono stati testati su questi tessuti per verificare il funzionamento corretto del dispositivo. I partner hanno anche svolto esperimenti con quattro tessuti sullo stesso chip - fegato, tumore, muscolo cardiaco e sistema neurologico - e hanno sviluppato i primi prototipi con sei e otto compartimenti che, come ha dimostrato il progetto, potrebbero essere estesi alle colture di cellule umane. “Il sostegno dell’Ue in fase iniziale ci ha davvero aiutati a sviluppare un prototipo di buona qualità e saremo in grado di proporre un sistema “body-on-a-chip” multitessuto commerciale entro i prossimi due o tre anni,” ha aggiunto il dott. Lichtenberg. Body-on-a-chip ha coinvolto cinque partner di quattro paesi e ha ricevuto un investimento dell’Ue di 1,4 milioni di euro. Http://www.insphero.com/company/eu-project-the-body-on-a-chip    
   
   
TRENTO: PROTONTERAPIA NELL’EUREGIO: UN’ULTERIORE ARMA CONTRO I TUMORI  
 
Trento, 15 giugno 2015 - L´assessora provinciale alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re ha portato il saluto della Provincia autonoma di Trento al convegno sulle opportunità del nuovo centro di protonterapia di Trento. Il Gect "Euregio Tirolo-alto Adige-trentino", in collaborazione con l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia Autonoma di Trento e con i reparti di radio-oncologia di Innsbruck e Bolzano, ha organizzato a Trento un convegno dal titolo: "Protonterapia: un’opportunità per l’Euregio", a cui hanno partecipato esperti del settore provenienti dall´’Euregio e dalla Germania. Tema centrale del convegno è stato il trattamento dei tumori con i protoni, in particolare le esperienze europee e le opportunità cliniche e di ricerca del nuovo centro di protonterapia di Trento. Opportunità che possono e devono essere estese all’intera Euregio. "Innanzi tutto - ha detto l´assessora Borgonovo Re - devo dire grazie a chi, a partire dal 2004, ha portato a termine la realizzazione del Centro di Protonterapia. Allora, la decisione di fare questo intervento che mosse dall´approvazione di una legge da parte del Consiglio provinciale, fu una visione lungimirante. Oggi a noi spetta far camminare questa visione e ormai da mesi è stato avviato il lavoro del Centro che si esprime attualmente su numeri apparentemente ridotti, ma ogni inizio è caratterizzato da prudenza e attenzione per poi evolvere anche sul piano dei numeri. Porto i saluti del presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi che è stato, come sapete, il precedente assessore alla sanità, e quindi ha avuto un ruolo importante nella realizzazione del Centro di Protonterapia. Siamo cautamente ottimisti per il futuro perché il trattamento con i protoni, che si fa presso i centri di Pavia e Trento, è stato inserito nei livelli essenziali di assistenza, quindi sarà garantito dal sistema sanitario nazionale italiano e siamo in attesa del decreto ministeriale che ufficializzi la decisione. Il Centro di Protonterapia di Trento intende porsi come riferimento sia per la dimensione nazionale che internazionale. Siamo quindi molto soddisfatti di questa giornata di confronto perché il Gect Euregio può fare da ponte tra le comunità per rispondere ai bisogni di tutti". Il convegno, che si concluderà nel pomeriggio con la visita al Centro di Protonterapia, rappresenta l´occasione per capire cos’è la protonterapia e quali vantaggi può offrire e per conoscere il centro di protonterapia di Trento quale preziosa opportunità a disposizione di tutti i pazienti dell’Euregio. “Il convegno di oggi rappresenta un ulteriore passo nel percorso di collaborazione e scambio di know-how intrapreso, nella cornice del Gect, nel 2013 dai reparti di radioterapia di Innsbruck, Bolzano e Trento” ha spiegato Valentina Piffer, rappresentante del Trentino del Segretariato Generale del Gect. Obiettivo primario dell’Euregio è poter offrire le stesse opportunità a tutti i cittadini del suo territorio; per questo è importante il lavoro congiunto dei professionisti del settore. La protonterapia è una forma di radioterapia che utilizza protoni per irradiare il tumore. La caratteristica particolare dei protoni è quella di rilasciare la loro energia in modo molto preciso all’interno di uno spazio millimetrico. Questo permette di poter somministrare alte dosi al tessuto tumorale, risparmiando maggiormente i tessuti sani circostanti. Il trattamento di protonterapia è particolarmente indicato in situazioni cliniche difficili e in età pediatrica: nel caso di lesioni vicine ad organi sensibili, in regioni anatomiche complesse, in caso di lesioni tumorali impegnative per forma e volume.  
   
   
TEST DELLE URINE PUÒ RILEVARE IL CANCRO AL SENO IN FASE INIZIALE  
 
Lecce, 15 giugno 2015 - Un nuovo test che identifica i cambiamenti nel metabolismo cellulare attraverso campioni di urine può rilevare il cancro al seno in fase iniziale, dicono gli scienziati. I ricercatori presso l´Università di Friburgo in Germania hanno sviluppato un metodo che consiste nel determinare la concentrazione di molecole che regolano il metabolismo delle cellule che causano disregolazione nelle cellule tumorali. Queste molecole, denominate microRna, entrano nelle urine passando dal sangue. Per determinare la composizione dei microRna nelle urine, gli scienziati sono riusciti a stabilire con il 91 per cento di precisione se un soggetto durante il test era sano o malato. La misurazione è stata possibile attraverso l´individuazione di soli quattro microRnas. Se l´efficacia del metodo è confermata in ulteriori studi, potrebbe servire in futuro come mezzo per monitorare il successo del trattamento e potenzialmente anche di effettuare una diagnosi precoce del cancro della mammella, i ricercatori hanno dichiarato. Attualmente, i medici effettuano la diagnosi del cancro al seno, con la mammografia o ecografia e la confermano con il prelievo di campioni di tessuto. Tuttavia, questi metodi sono stati oggetto di ricorrenti critiche dovuto all´esposizione alle radiazioni, risultati errati, e il fatto che essi comportano un intervento invasivo. Nello studio, il dottor Elmar Stickeler, direttore medico di Senologia presso il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia e direttore del Breast Center presso il Medical Center e la sua squadra hanno misurato le concentrazioni di nove microRna nelle urine, brevi sequenze genetiche che regolano il metabolismo cellulare. Quattro delle nove molecole esposte hanno presentato significative differenze di concentrazione tra soggetti sani e malati. "Abbiamo scoperto che il profilo di microRna nelle urine viene modificato in modo caratteristico nelle urine di soggetti con cancro al seno", ha detto Stickeler. "I microRna dovrebbero pertanto essere adatti in linea di principio per un test del cancro al seno", ha detto Stickeler. I risultati sono pubblicati nella rivista Bmc Cancer.una notizia importante in campo scientifico, che per Giovanni D’agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” sembra poter dare una speranza a milioni di persone che si ammalano del male del terzo millennio.  
   
   
FARMACO ANTIEPATITE C, NUOVA GARA DELLA REGIONE TOSCANA  
 
Firenze 15 giugno 2015 - La Regione Toscana, preso atto che la gara indetta da Estar per la fornitura di terapie farmacologiche per l´eradicazione del virus dell´epatite C nella popolazione toscana è andata deserta, sentito il Consiglio Sanitario Regionale e la Commissione Terapeutica Regionale, ha provveduto a dare incarico ad Estar di riproporre una nuova procedura di gara. Estar ha quindi provveduto a reiterare il bando, eliminando il vincolo della "base d´asta" e prevedendo l´aggiudicazione per ogni singolo genotipo della terapia offerta al prezzo più basso. La Regione aveva già avviato lo scorso 29 maggio, attraverso l´Estar, l´ente di supporto tecnico-amministrativo regionale, le procedure negoziali per le forniture dei farmaci, ma alle 14 del 5 giugno scorso, termine fissato dal bando regionale, non era pervenuta nessuna offerta dalle aziende farmaceutiche produttrici dei farmaci antiepatite C. Quindi le strutture regionali si sono di nuovo attivate per definire una nuova procedura negoziale per l´acquisizione del farmaco. La fornitura riguarderà farmaci necessari per gli anni dal 2015 al 2017, per un importo complessivo di 60 milioni di euro.  
   
   
SSR, ASSESSORE: PIÙ AUTONOMIA PER REGIONE LOMBARDIA  
 
Milano, 15 giugno 2015 - "Più concorrenza, adeguato monitoraggio dei costi, valorizzazione delle tante eccellenze professionali. E soprattutto non meno, ma più libertà. Non meno, ma più autonomia". È il messaggio lanciato dal vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani nel corso del convegno ´Ssr in evoluzione. Regioni a confronto´, che si è svolto a Palazzo Pirelli, a Milano. Vantaggi Del Processo Di Regionalizzazione - "La nostra rivendicazione di autonomia - ha spiegato il vice presidente - nasce dalla consapevolezza di aver dimostrato di saper governare bene e dai vantaggi che la regionalizzazione del Servizio sanitario ha comportato per i cittadini lombardi. Perché soddisfa meglio la domanda locale, perché aree di inefficienza o inappropriatezza sono meglio individuate, perché è più semplice applicare meccanismi di controllo e soprattutto perché responsabilizza i Governi locali, promuove la competizione tra Regioni, stimola la sperimentazione di nuovi modelli di erogazione". Dati Che Evidenziano Continua Innovazione - "Il Sistema sanitario lombardo innestato dai nostri valori di libertà, competizione pubblico-convenzionato e sussidiarietà - ha sottolineato l´assessore -, ha portato a livelli di evidente eccellenza. Lo testimonia il fatto che nell´ultimo decennio è raddoppiata l´attrattività dei nostri ospedali. Perché, quando si deve affrontare la propria salute, il cittadino sceglie e persegue la qualità. E viene in Lombardia. Questo è il segno più evidente di fiducia verso un modello, quello lombardo". No Al Neo Centralismo - "Per questo - ha concluso Mantovani - guardiamo con forte scetticismo alle iniziative dell´attuale Governo, che, a partire dal processo di riforma della Costituzione, prevedono nuove modalità di centralismo. Difendiamo e promuoviamo chi dimostra di sapere governare, e bene".  
   
   
BRESSANONE: DISTRETTO SOCIO-SANITARIO IN UN UNICO POLO  
 
Bolzano, 15 giugno 2015 - Il Distretto socio-sanitario di Bressanone-circondario è ora un polo unico. Gli assessori provinciali Tommasini e Stocker il 4 giugno hanno consegnato ufficialmente l´edificio ristrutturato dell´ ex Cassa Malati che ospita i servizi del Distretto sociale. Erano presenti i responsabili della struttura, funzionari, tecnici, progettisti e amministratori locali. Con la consegna dell´edificio ex Cassa Malati viene completato l´assetto del distretto socio-sanitario Bressanone - Circondario che si connota come polo unico. Il Distretto socio-sanitario è sistemato in due edifici collegati fra loro, situati in via Roma. Uno è il nuovo edificio entrato in funzione nel 2012, che in una cubatura di 10.754 metri cubi ospita i servizi sanitari: Distretto di base, Ripartizione prestazioni, Servizio per le tossicodipendenze, Servizio infermieristico, Centro di salute mentale. Il secondo edificio è quello della ex Cassa Malati (per una cubatura di 4.919 metri cubi), che ora, dopo la ristrutturazione è destinato a sede dei servizi sociali: Centro di assistenza diurna per 15 anziani, Centro diurno - pedicure, Servizio per la valutazione della non autosufficienza, Assistenza domiciliare Bressanone e dintorni, Sostegno familiare ed intervento pedagogico precoce per bambini con disabilità. È inoltre sede del Centro antiviolenza e dell´Associazione assistenza tumori Alto Adige. Vi è, inoltre, una Struttura semiresidenziale notturna per senzatetto. La nuova costruzione del distretto sanitario, a forma angolare e vetrata verso il cortile, crea ora con l´edificio del distretto sociale un insieme funzionale e architettonico, raggruppato attorno ad una piccola corte interna rinverdita. In totale per il polo socio-sanitario, come ha sottolineato l´assessore provinciale ai lavori pubblici Christian Tommasini sono stati sborsati 8,7 milioni di euro, dei quali 6,2 per il nuovo edificio del distretto sanitario, e 2,5 per la ristrutturazione di quello dell´ex Cassa Malati. La consegna dell´edificio costituisce pertanto un passaggio importante. Infatti, in tempi complessi come quelli attuali, la Giunta cerca di portare avanti progetti decisi in altri tempi secondo una lista di priorità che vede comunque al top gli stabili dei settori socio-santiario e scolastico. È importate, come ha affermato l´assessore Tommasini, adeguare i servizi alle sempre nuove esigenze e mantenere la rete dei servizi sul territorio. Chi trae vantaggio da questa dislocazione centrale e raggruppata dei servizi, come ha detto l´assessora provinciale alla Sanità e Politiche sociali Martha Stocker, è soprattutto la cittadinanza. Inoltre, con la nuova sede è possibile risparmiare gli importi versati in precedenza per la locazione degli spazi che ospitavano alcuni servizi.La buoan qualità delle strutture influisce sullo spirito delle persone che con tano impegno e dedizione vi prestano servizio e sulle persone che si avvalgono dei servizi prestati. Con le nuove strutture, come ha aggiunto, si esplica concretamente l´idea portata avanti dal Comprensorio socio-sanitario di Bressanone e dintorni che i servizi giungano da un´unica mano. Il neo sindaco di Bressanone Peter Brunner ribadendo l´importanza della centralità delle strutture dove sono stati concentrati importanti servizi per i cittadini ne ha evdenziato anche la facile raggiungibilità grazie all´attigua fermata del Citybus. L´edificio della ex Cassa Malati è stato ristrutturato su progetto dell´arch. Walter Pardeller dello studio "Architetti Pardeller Putzer Scherer" di Bolzano. La costruzione era stata edificata negli anni 1929 -1931 su progetto dell´ing. Carlo Zamboni; nel 1928 era avvenuta la posa della prima pietra. L´edificio, che nel 2008 era stato posto sotto tutela, non corrispondeva più alle esigenze e alle normative attuali e doveva essere ristrutturato. Dopo gli interventi di ristrutturazione l´assetto della palazzina a tre piani con corridoio centrale passante è rimasto invariato. L´intervento architettonico più rilevante è consistito nello spostamento dell´entrata principale verso il cortile interno con formazione di un piccolo atrio nonché la creazione di una terrazza al posto della vecchia rampa di accesso sul lato strada. La ristrutturazione, eseguita secondo i criteri della tutela belle arti, ha riguardato l´edificio completo: facciate, rinnovo del tetto, ascensore, impianti sanitari nuovi, riscaldamento a pavimento, impiantistica, informatizzazione. Come ha fatto presente l´assessore Tommasini le ristrutturazioni ed i risanamenti di edifici storici sono assai più complessi rispetto alle costruzioni ex novo. I lavori, iniziati nel giugno 2013 e conclusi nel maggio 2015, sono stati eseguiti dall´Associazione temporanea d´impresa Ati Unionbau-pescoller. Per l´arredamento della struttura sono stati in parte utilizzati i mobili e gli arredi originari mentre quelli mancanti sono stati forniti dall´Assoiazione temporanea d´impresa Ati Decor-fineline-elektro Leitner. La realizzazione delle opere è stata coordinata dalla Ripartizione Edilizia e servizio tecnico della Provincia, diretta dall´arch. Andrea Sega tramite il suo Ufficio edilizia sanitaria, diretto dall´ing. Domenico Cramarossa, responsabile di procedimento è l´arch. Nicoletta Francato del medesimo ufficio. Alla cerimonia ufficiale di consegna simbolica delle chiavi e della licenza d´uso dell´edificio a cura degli assessori provinciali Martha Stocker e Christian Tommasini, erano presenti, fra gli altri, oltre al neo sindaco di Bressanone, Peter Brunner, anche il presidente della Comunità comprensoriale, Peter Gasser, il direttore del Comprensorio sanitario, Siegfried Gatscher, nonché rappresentanti della Giunta comunale, oltre a tecnici, progettisti e rappresentanti delle ditte coinvolte.  
   
   
MOLISE, VACCINI IN ETÀ PEDIATRICA, PAROLA AGLI ESPERTI. FRATTURA: OCCASIONE IMPORTANTE DI CONFRONTO  
 
 Campobasso, 15 giugno 2015 - Un valore per il singolo, un valore per la comunità: vaccinare i bambini per tutelarli dal contagio di malattie infettive e dalle possibili complicazioni, vaccinarli per contribuire a creare una barriera ampia capace di reggere all´urto delle epidemie. Sono, queste, le due ragioni principali, semplici nella loro forza, alla base della nuova campagna di vaccinazione in età pediatrica promossa dalla Regione Molise. "Il prossimo sabato 13 giugno, nell´Auditorium di Isernia, l´occasione giusta per i cittadini molisani, per i genitori in particolare, per approfondire la delicata tematica con esperti medici di chiara fama". Ad annunciare il 10 giugno l´incontro-confronto pubblico, il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura. "Assieme alla Direzione generale della salute della Regione abbiamo subito sposato, con il Comune di Isernia, la richiesta che il comitato cittadino delle neomamme ci ha avanzato per creare e vivere un momento di confronto serio e costruttivo su un argomento molto sentito nella vita quotidiana ma troppo spesso interpretato e condizionato da luoghi comuni", dichiara Frattura. "Come Regione abbiamo voluto promuovere e sostenere questo importante momento di discussione anche alla luce dei noti eventi che hanno caratterizzato la scorsa campagna vaccinale antinfluenzale e soprattutto in risposta al crescente fronte contrario alle vaccinazioni. Scopo della giornata, favorire una corretta informazione e aumentare il tasso della popolazione molisana vaccinata e protetta: atti fondamentali - sottolinea il presidente -, per il singolo e per la comunità". Durante l´incontro, che avrà inizio alle ore 10.00, risponderanno alle domande il professor Pasquale Giuseppe Macrì, medico legale di fama nazionale, e la dottoressa Valeria Pansini della Unità operativa complessa di pediatria generale e malattie infettive dell´Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. "Un´opportunità per tutti per diventare più consapevoli e di conseguenza più sereni nel delicato ruolo di genitori, soprattutto in termini di prevenzione per la salute dei nostri bambini", conclude il presidente Paolo Frattura.  
   
   
SALUTE: FVG, INGIUSTIFICATI ALLARMISMI SU CRO DI AVIANO  
 
Trieste, 15 giugno 2015 - "Siamo sempre protesi a fare di più e meglio, nella sanità così come in tutti i settori di competenza, nell´interesse dei cittadini. E quindi vediamo positivamente ogni stimolo costruttivo ad accentuare ogni sforzo per rendere più efficienti i nostro ospedali, per dare sempre più efficaci risposte alle esigenze di salute, per favorire la ricerca applicata alle attività cliniche. Tuttavia sul Cro di Aviano abbiamo lavorato con molto scrupolo: abbiamo fatto e stiamo facendo tutto quanto è necessario per mantenere e rafforzare il suo ruolo di eccellenza nella sanità regionale e di riferimento in campo oncologico. A questo mira la riforma sanitaria che abbiamo varato. Quindi rassicuro fin d´ora il senatore Sonego che i suoi allarmismi e le sue preoccupazioni sono del tutto ingiustificati". Lo afferma l´assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, in merito ai timori espressi dal senatore Lodovico Sonego in una lettera al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e alla presidente della Regione, Debora Serracchiani. "Il fondamentale ruolo del Centro di riferimento oncologico di Aviano nel contesto del mondo scientifico e della ricerca nazionale e internazionale e il compito essenziale che esso svolge a vantaggio della salute non sono mai stati messi in discussione e anzi sono pienamente riconfermati dalla legge che riordina la sanità in Friuli Venezia Giulia", garantisce. "La stessa legge di riforma ha previsto che vengano predisposti Piani di settore, tra cui quello oncologico. Ci stiamo lavorando, cercando di recuperare tutti i ritardi di chi ci ha preceduto alla guida della Regione. Sarà prevista, nell´ottica del sistema ´hub and spoke´, una doverosa collaborazione tra le diverse strutture sanitarie e i professionisti. In questo contesto il Cro, mantenendo le caratteristiche qualificanti di un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, sarà naturalmente indicato come centro specializzato nell´area oncologica e già mantiene la ´mission´ specifica della ricerca, in particolare quella traslazionale, caratteristica del campo oncologico". Per quanto riguarda infine le apprensioni su una eventuale cancellazione di due strutture complesse, l´assessore ricorda di aver già precisato, in diverse occasioni, che "la delibera sui primariati non è un dogma per gli Irccs: è chiaramente indicato che tutto quanto è collegato a particolari specificità potrà essere ridefinito. Per cui ripeto che il mantenimento di una Soc di Gastroenterologia, specializzata sul versante oncologico, è giustificato in particolare dalle esigenze legate alla prevenzione dei tumori del colon-retto e ai relativi screening. Parallelamente per epidemiologia, il fatto che non compaia nella scheda con la specifica di struttura complessa non significa che non rimanga tale ma sottolinea l´importanza di essere sede regionale del Registro tumori". "Per cui - conclude l´assessore Telesca - non dubito che il Cro di Aviano sarà pienamente nelle condizioni di svolgere la sua funzione e determinare anche importanti flussi di attrazione".  
   
   
SLA IN SARDEGNA: DIALOGO APERTO E VALUTAZIONI SOLUZIONI PERCORRIBILI  
 
Cagliari, 15 Giugno 2015 - "C´è sempre stata collaborazione tra la Regione e il Comitato 16 novembre, la visita a casa di Salvatore Usala ha riportato il dialogo su un piano di confronto sereno sui contenuti e son soddisfatto del fatto che i toni si siano decisamente ridimensionati". Questo il primo commento dell´assessore della Sanità Luigi Arru, uscendo dall´incontro a tre con il Presidente Francesco Pigliaru e il segretario del Comitato che rappresenta i malati di Sla. "Ho ribadito che è nostra intenzione fare un´analisi approfondita per ciò che concerne la cosiddetta legge 162 - ha detto l´assessore Arru - per valutare l´appropriatezza - e non fare tagli - dei 38 mila piani personalizzati. Questo perché la misura così come applicata oggi appare più un sostegno al reddito che un reale supporto alle necessità del malato". Il titolare della Sanità ha inoltre fatto presente come resti aperta la possibilità di estendere anche ai malati meno gravi, non solo ai gravissimi, parte del fondo nazionale della non autosufficienza. E sul "Ritornare a casa" l´assessore Arru ha riaffermato la volontà di valutare la possibilità di allargare la platea dei beneficiari per questo progetto.  
   
   
TRENTO: ARRIVA LA "CASA DELLA SOLIDARIETÀ"  
 
Trento, 15 giugno 2015 - Sarà un luogo di accoglienza e di ospitalità per i richiedenti asilo, ma anche un luogo dove stimolare la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini di ogni età, dove troveranno spazio anche i servizi rivolti ai migranti, Cinformi, Atas onlus - Associazione trentina accoglienza stranieri, Csv e altre organizzazioni che si muovono nel campo dell´accoglienza e del volontariato. Si tratta della "Casa della solidarietà", il cui progetto è stato presentato oggi, in una conferenza stampa che ha visto la presenza di tutti gli attori del progetto: l´arcivescovo di Trento monsignor Luigi Bressan; l´assessora alla salute e solidarietà sociale, Donata Borgonovo Re; l´assessore comunale ai lavori pubblici Italo Gilmozzi; il dirigente generale del Dipartimento Salute Silvio Fedrigotti; il responsabile del gruppo tecnico Gianfranco Brigadoi e Mauro Pisetta, rispettivamente dirigente e funzionario del Servizio gestioni patrimoniali e logistica; il direttore di Atas Emiliano Bertoldi. "Questo progetto, il cui iter è iniziato un anno fa - ha commentato l´assessora Borgonovo Re - mira a costruire reti di solidarietà complesse ed è destinato non solo all´accoglienza delle persone che vengono nel nostro Paese in cerca di asilo, ma anche a costruire un luogo di aggregazione, una casa che accoglie e genera comunità". Nella "Casa della Solidarietà", verranno ospitati la maggior parte dei richiedenti asilo accolti a Trento, una settantina di persone che attualmente trovano spazio nell´ex residenza dell´Università in via Brennero che sarà destinata ad altre forme di accoglienza, individuate dal Comune di Trento. "Come Diocesi - sono state le parole dell´arcivescovo Bressan - abbiamo scelto di proseguire un´antica tradizione del Trentino, quella dell´accoglienza, visto che nell´antichità erano 53 i luoghi sul nostro territorio per ospitare viandanti e pellegrini". La Diocesi ha infatti rinunciato al reddito che poteva derivare dall´affitto, circa mezzo milione di euro, e di dare gratuitamente la Casa alla Provincia per farne un´opera sociale: "Siamo davvero contenti che la Casa possa essere messa a disposizione di tutti, dell´associazionismo e dei più deboli". "Siamo in attesa - ha aggiunto l´assessore comunale Gilmozzi - della costituzione del nuovo consiglio circoscrizionale per fare sinergia fra la Casa della Solidarietà e la comunità circostante, perché questa struttura dovrà confrontarsi con la popolazione della zona, deve diventare opportunità e non problema. Attraverso la Casa potremo ottimizzare l´accoglienza in altre strutture comunali". L´edificio ex Centro Pastorale è situato nel quartiere di Centochiavi, alla periferia nord di Trento. L´immobile, costruito nei primi anni Novanta, ha ospitato ufficio provinciali e si compone di nove piani più una sala polivalente nel seminterrato. Il 25 maggio è stato sottoscritto un accordo fra la Provincia e l´Arcidiocesi di Trento, proprietaria dell´immobile, per la cessione in comodato gratuito del palazzo ad esclusione della chiesa situata al piano terra e della sala. Diventerà la "Casa della Solidarietà", un luogo di accoglienza, di lavoro e di integrazione sociale aperto a tutta la comunità cittadina. Da quasi un anno, infatti, proprio grazie alla disponibilità dell´Arcidiocesi, Provincia autonoma di Trento, Comune di Trento, Caritas diocesana, Atas - Associazione trentina accoglienza stranieri, Centro Astalli, Fondazione comunità solidale e Centro Servizi Volontariato stanno lavorando in stretta collaborazione a questo progetto, che era stato approvato in via preliminare lo scorso mese di ottobre dalla Giunta provinciale. Nella Casa, che sarà pronta il prossimo anno, troveranno posto funzioni residenziali, uffici e servizi, spazi comuni aperti ai residenti del quartiere: proprio per questo si sta lavorando a un progetto di una biblioteca diffusa, oltre che di un bar/ristorante al piano terra. Dovrà, in sostanza, essere un luogo che genera relazioni solidali e che sviluppi il volontariato, la partecipazione, il coinvolgimento attivo dei cittadini di tutte le età, sostenendo le persone più fragili e bisognose di ospitalità e costruendo una comunità sinceramente accogliente. Gli uffici provinciali stanno elaborando la progettazione tecnica: non si tratterà di interventi radicali, ma di una riconversione delle parti destinate alla residenzialità (che sarà sobria ed essenziale) per ospitare 65 – 80 persone. Il progetto valuterà la possibilità di affiancare ai richiedenti asilo anche studenti, giovani del servizio civile e persone con bisogni alloggiativi temporanei. L´investimento per le opere di ristrutturazione sarà compensato dal risparmio delle spese di affitto delle attuali sedi di uffici e associazioni che troveranno posto nella Casa.  
   
   
MILANO: NUOVO CAMPO E NUOVA CASA ALL’IDROSCALO PER IL RUGBY  
 
Milano, 15 giugno 2015 – “Il rugby si sta diffondendo sempre più come sport di base, anche tra le ragazze e i ragazzi. Io stesso mi sto appassionando a questa disciplina che vede i parchi come luogo ideale dove giocare. Oggi il rugby e l’Associazione Sportiva Rugby Milano hanno un nuovo e bellissimo campo che abbiamo inaugurato all’Idroscalo con centinaia di persone. Una struttura multifunzionale, con spazi pensati appositamente per i bambini, per gli atleti professionisti, con campi sportivi, tanto verde e un bar ristorante per i momenti di relax”. Lo ha dichiarato il Sindaco di Milano e metropolitano Giuliano Pisapia intervenendo all’inaugurazione del nuovo campo di rugby all’Idroscalo. “Fair play, lealtà, conoscenza delle regole e anche una sana competizione agonistica, sono i valori del rugby. A Milano sono già stati aperti nuovi campi per la fruizione libera di questo sport. Ora anche la Città Metropolitana, grazie a un luogo bellissimo come l’Idroscalo che stiamo valorizzando, aggiunge un ulteriore tassello importante agli spazi per le discipline sportive”.