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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Giugno 2015
GIUSTIZIA EUROPEA: IL REGNO UNITO NON PUÒ APPLICARE ALLA CESSIONE E ALL’INSTALLAZIONE DI MATERIALI EFFICIENTI SOTTO IL PROFILO ENERGETICO, PER TUTTI GLI IMMOBILI RESIDENZIALI, UN’ALIQUOTA IVA RIDOTTA, ESSENDO QUESTA RISERVATA ALLE SOLE OPERAZIONI DI EDILIZIA POPOLARE  
 
 Lussemburgo, 15 giugno 2015 - Il Regno Unito applica un’aliquota Iva ridotta ai «materiali efficienti sotto il profilo energetico» che un individuo installa in immobili residenziali o fornisce ai fini dell’installazione nei medesimi. La Commissione ritiene che, così facendo, il Regno Unito non osservi la direttiva Iva e ha, pertanto, proposto un ricorso per inadempimento dinanzi alla Corte di giustizia contro di esso. A giudizio della Commissione, un’aliquota Iva ridotta può essere applicata solo alle cessioni e ai servizi di cui all’allegato Iii della direttiva. Tale allegato menziona la «cessione, costruzione, restauro e trasformazione di abitazioni fornite nell’ambito della politica sociale» nonché la «riparazione e ristrutturazione di abitazioni private». La Commissione ritiene che la cessione e l’installazione di «materiali efficienti sotto il profilo energetico» nel settore delle abitazioni non rientri in tali due categorie. Anche laddove una tale cessione o installazione dovesse essere considerata come rientrante nella seconda categoria («riparazione e ristrutturazione di abitazioni private»), la Commissione ricorda che, secondo le stesse disposizioni della direttiva Iva, un’aliquota Iva ridotta non può essere applicata a tale categoria qualora i materiali costituiscano una parte significativa del valore dei servizi resi. Orbene, la Commissione sottolinea che i materiali efficienti sotto il profilo energetico oggetto della normativa britannica comprendono materiali che costituiscono una parte significativa del valore dei servizi resi. Nella sua odierna sentenza, la Corte rileva, quanto alla prima delle due categorie suddette, che l’allegato Iii della direttiva Iva consente solo di applicare un’aliquota Iva ridotta a cessioni, costruzioni, restauri e trasformazioni che si rapportino ad abitazioni o a servizi forniti nell’ambito della politica sociale. Ne consegue che la direttiva Iva osta a misure nazionali che avrebbero l’effetto di applicare l’aliquota Iva ridotta alla cessione, costruzione, restauro e trasformazione di qualsiasi immobile residenziale, indipendentemente dal contesto sociale nel quale hanno luogo siffatte operazioni. Inoltre, la Corte rileva che, sebbene sia possibile, come afferma il Regno Unito, che una politica di miglioramento delle abitazioni produca effetti sociali, l’estensione dell’ambito di applicazione dell’aliquota Iva ridotta a tutti gli immobili residenziali non riveste un carattere essenzialmente sociale. Invero, prevedendo l’applicazione di un’aliquota Iva ridotta alla cessione e all’installazione di materiali efficienti sotto il profilo energetico quali che siano le abitazioni interessate e senza distinzione delle categorie di individui che le occupano, le misure del Regno Unito non possono considerarsi adottate per ragioni di interesse esclusivamente, né prevalentemente, sociale. Infine, la Corte condivide l’argomento della Commissione per quanto riguarda la categoria delle «riparazioni e ristrutturazioni di abitazioni private».  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: IMPOSTA SU COMBUSTIBILI NUCLEARI CONFORME AL DIRITTO UE  
 
 Lussemburgo, 15 giugno 2015 - Nel 2010 la Germania ha adottato la legge disciplinante l’imposta sui combustibili nucleari (Kernbrennstoffsteuergesetz). Tale legge istituisce, per il periodo dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2016, un’imposta sull’utilizzazione di combustibile nucleare per la produzione commerciale di elettricità che ammonta a Eur 145 per ciascun grammo di plutonio 239, di plutonio 241, di uranio 233 o di uranio 235 utilizzato ed è dovuta dai gestori delle centrali nucleari. Essa mira a generare introiti fiscali che devono in particolare contribuire, nel contesto di una manovra di bilancio e in applicazione del principio «chi inquina paga», a ridurre gli oneri sul bilancio federale del necessario risanamento del sito minerario di Asse Ii, nel quale sono stoccati rifiuti radioattivi provenienti dall’utilizzazione di combustibile nucleare. La società Kernkraftwerke Lippe Ems, che gestisce la centrale nucleare Emsland a Lingen (Germania) contesta tale imposta dinanzi al Finanzgericht Hamburg (Tribunale per le cause in materia tributaria di Amburgo, Germania). Avendo utilizzato, nel corso del mese di giugno 2011, degli elementi di combustibile nel reattore nucleare della sua centrale, la Kernkraftwerke Lippe-ems è tenuta al pagamento di un’imposta per un ammontare di oltre 154 milioni di euro. La Kernkraftwerke Lippe Ems ritiene che l’imposta tedesca sui combustibili nucleari non sia compatibile con il diritto dell’Unione. Il Finanzgericht ha deciso di interrogare la Corte di giustizia in merito alla compatibilità di questa imposta con il diritto dell’Unione. Mediante la sua sentenza odierna, la Corte risponde che il diritto dell’Unione ammette un’imposta come l’imposta tedesca sui combustibili nucleari. La Corte respinge anzitutto l’argomento secondo cui il combustibile nucleare deve essere esentato dall’imposta conformemente alla direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità (che prevede un’esenzione obbligatoria per i prodotti energetici sottoposti all’accisa armonizzata e utilizzati per la produzione di elettricità). Infatti, dal momento che, in ogni caso, detto combustibile non compare nell’elenco esaustivo dei prodotti energetici fissato dalla direttiva, esso non può rientrare nell’esenzione prevista per alcuni di questi prodotti. Secondo la Corte, tale esenzione non può neppure essere applicata in via analogica. A questo proposito, la Corte respinge, in sostanza, l’idea che non vi possa essere riscossione simultanea di un’imposta sul consumo di energia elettrica e di un’imposta sulle fonti di produzione di tale energia che non sono prodotti energetici ai sensi della direttiva. La Corte constata poi che neppure la direttiva sul regime generale delle accise osta all’imposta tedesca sui combustibili nucleari, la quale viene applicata sull’utilizzazione di tali combustibili ai fini della produzione commerciale di elettricità. Infatti, dal momento che essa non grava (direttamente o indirettamente) sul consumo di elettricità né su quello di un altro prodotto assoggettato ad accisa, tale imposta non costituisce né un’accisa sull’elettricità né un’«altra imposta indiretta» su tale prodotto ai sensi della direttiva. In tale contesto, la Corte osserva in particolare che non consta l’esistenza di un nesso diretto e indissolubile tra l’utilizzazione di combustibile nucleare e il consumo dell’elettricità prodotta nel reattore di una centrale nucleare. L’imposta non può neppure essere considerata come calcolata direttamente o indirettamente sulla quantità di elettricità al momento dell’immissione in consumo di tale prodotto. Inoltre, l’imposta tedesca sui combustibili nucleari non costituisce un aiuto di Stato vietato dal diritto dell’Unione. Infatti, non si tratta di una misura selettiva. Le produzioni di elettricità diverse da quelle che utilizzano combustibile nucleare non sono interessate dal regime istituito dalla legge disciplinante l’imposta sui combustibili nucleari. In ogni caso, esse non si trovano, in rapporto all’obiettivo contemplato da tale regime, in una situazione di fatto e di diritto paragonabile a quella delle produzioni di elettricità che utilizzano combustibile nucleare, dal momento che queste ultime sono le sole a generare rifiuti radioattivi provenienti da un’utilizzazione siffatta. La Corte giudica poi che neppure il Trattato istitutivo della Comunità europea dell’energia atomica («Trattato Euratom o Ceea»), sotto cui ricade il combustibile nucleare, osta all’imposta tedesca. Quest’ultima non costituisce una tassa di effetto equivalente a un dazio doganale. Infatti, essa viene applicata non perché il combustibile nucleare attraversa una frontiera, bensì perché esso viene utilizzato ai fini della produzione commerciale di elettricità, senza distinzione quanto all’origine di tale combustibile. La Corte rileva, inoltre, che la realizzazione degli scopi del Trattato Euratom non esige dagli Stati membri il mantenimento o l’accrescimento dei loro livelli di utilizzazione di combustibile nucleare e non vieta loro di tassare tale utilizzazione, ciò che avrebbe come effetto di rendere quest’ultima più costosa e dunque meno interessante. Oltre a ciò, a motivo del fatto che essa grava non sull’acquisto di combustibile nucleare, bensì sull’utilizzazione di quest’ultimo, l’imposta tedesca non mette in pericolo l’adempimento del dovere della Ceea di vigilare sul regolare ed equo approvvigionamento degli utilizzatori di questa Comunità in minerali e combustibili nucleari. La Corte esamina anche una questione sul meccanismo del rinvio pregiudiziale, questione sollevata dal Finanzgericht nel contesto del procedimento pendente dinanzi alla Corte costituzionale tedesca (Bundesverfassungsgericht) sulla conformità dell’imposta sui combustibili nucleari alla Costituzione tedesca (Grundgesetz). Secondo la Corte, un giudice nazionale che nutra dei dubbi quanto alla compatibilità di una normativa nazionale sia con il diritto dell’Unione europea sia con la Costituzione dello Stato membro, non è privato della facoltà, né è, eventualmente, dispensato dall’obbligo di sottoporre alla Corte questioni riguardanti l’interpretazione o la validità di tale diritto per il solo fatto che un procedimento incidentale di controllo della costituzionalità della medesima normativa è pendente dinanzi al giudice nazionale incaricato di esercitare tale controllo.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA, UNGHERIA: CONTRATTO CON SOCIETÀ PETROLIFERA MOL NON CONFIGURA AIUTO DI STATO  
 
 Lussemburgo, 15 giugno 2015 - La Mol è una società petrolifera e gassifera ungherese che estrae idrocarburi, in particolare, in Ungheria. In forza della legge mineraria ungherese, le società minerarie in possesso di un’autorizzazione all’esercizio devono versare allo Stato una tassa mineraria per l’estrazione di idrocarburi, di petrolio greggio e di gas naturale. Fino al 2008 l’aliquota di tale tassa era fissata, in linea di principio, al 12% del valore della quantità dei minerali estratti. Nel settembre 2005 la Mol ha chiesto la proroga dei diritti minerari che essa deteneva, in forza dell’autorizzazione all’esercizio, su 12 giacimenti di idrocarburi il cui sfruttamento non era stato ancora avviato. Con un contratto stipulato nel dicembre 2005 la Mol e lo Stato ungherese hanno prorogato di 5 anni la data di scadenza per avviare lo sfruttamento di tali 12 giacimenti e hanno fissato la tassa mineraria dovuta per tale proroga. In forza della legge mineraria, l’importo della tassa doveva essere superiore, per ciascuno dei 5 anni, a quello della tassa di base; la tassa mineraria è stata quindi fissata applicando aliquote comprese tra il 12,24% e il 12,6%. Inoltre le parti hanno esteso, per un periodo di 15 anni, l’applicazione di detta tassa a tutti i giacimenti il cui sfruttamento era stato già avviato dalla Mol sulla base dell’autorizzazione all’esercizio, ossia 44 giacimenti di idrocarburi e 93 giacimenti di gas naturale, il che costituiva nei loro confronti una tassa mineraria maggiorata. Oltre a ciò, il contratto prevedeva il versamento di una tassa eccezionale di 20 miliardi di fiorini ungheresi (circa 68 milioni di euro). Nel contratto era altresì previsto che le aliquote così fissate rimanessero immutate per tutta la sua durata. Nel 2007 la legge mineraria è stata modificata e l’aliquota della tassa mineraria è stata aumentata, in linea di principio, al 30% con effetto dall’8 gennaio 2008. Tuttavia, tale aumento non è stato applicato ai giacimenti della Mol, i quali, a termini del contratto del 2005, continuavano a essere assoggettati alle aliquote da questo fissate. Con decisione del giugno 2010 la Commissione ha ritenuto che la combinazione del contratto del 2005 (che fissava l’aliquota della tassa mineraria nei confronti della Mol) e l’aumento della tassa mineraria derivante dalla modifica della legge mineraria producesse l’effetto di favorire la Mol rispetto ai suoi concorrenti e costituisse dunque un aiuto di Stato incompatibile con il mercato comune. Di conseguenza, la Commissione ha invitato l’Ungheria a recuperare presso la Mol tale aiuto, il cui importo era pari a 28 444,7 milioni di fiorini (circa 96,6 milioni di euro) per il 2008 e a 1 942,1 milioni di fiorini (circa 6,6 milioni di euro) per il 2009. La Mol ha proposto dinanzi al Tribunale dell’Unione europea un ricorso di annullamento avverso la decisione della Commissione. Con sentenza del 12 novembre 2013 il Tribunale ha annullato la decisione della Commissione inquanto nessun elemento dimostrava che la Mol avesse beneficiato di un trattamento favorevole rispetto ai suoi concorrenti per quanto riguarda il pagamento delle tasse minerarie e che, pertanto, la combinazione del contratto del 2005 e della legge mineraria emendata non poteva essere qualificata come aiuto di Stato. La Commissione ha impugnato dinanzi alla Corte di giustizia la sentenza del Tribunale. Nella sua sentenza odierna la Corte ricorda che, affinché una misura nazionale possa essere qualificata come aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, Tfue, essa deve soddisfare quattro condizioni cumulative: deve trattarsi di un intervento dello Stato o effettuato mediante risorse statali; deve poter incidere sugli scambi tra gli Stati membri; deve concedere un vantaggio selettivo al suo beneficiario e, infine, deve falsare o minacciare di falsare la concorrenza. In sede di impugnazione la Commissione ha messo in discussione il modo in cui il Tribunale ha interpretato e applicato la terza condizione (ossia, la concessione di un vantaggio selettivo al beneficiario della misura). La Corte precisa, a tal riguardo, che il requisito della selettività derivante dall’articolo 107, paragrafo 1, Tfue deve essere distinto dall’individuazione della presenza di un vantaggio economico. Pertanto, nell’esaminare un regime generale di aiuto è necessario stabilire se la misura, sebbene conferisca prima facie un vantaggio di portata generale, non lo faccia in realtà a beneficio esclusivo di talune imprese. La Corte constata quindi che giustamente il Tribunale ha dichiarato che il semplice fatto che le autorità ungheresi dispongano di un margine discrezionale, definito dalla legge e limitato, per determinare l’aliquota della tassa di proroga non è sufficiente a dimostrare che talune imprese potrebbero trarne un vantaggio selettivo. Infatti, tale margine discrezionale serve a ponderare un onere aggiuntivo imposto agli operatori economici per tener conto delle esigenze imperative fondate sul principio della parità di trattamento e si distingue dunque dai casi in cui l’esercizio di un tale margine è legato alla concessione di un vantaggio a favore di un determinato operatore economico. Del pari, il Tribunale non è incorso in alcun errore di diritto nel dichiarare che il fatto che le aliquote fissate con il contratto del 2005 siano il risultato di una negoziazione tra la Mol e le autorità ungheresi non è sufficiente a conferire a tale contratto un carattere selettivo, in quanto queste ultime si sono avvalse del loro margine discrezionale per fissare l’aliquota della tassa mineraria in modo obiettivo e non discriminatorio e non hanno dunque favorito la Mol rispetto ai suoi concorrenti. Inoltre, la Corte rileva che il Tribunale ha potuto giustamente concludere che il margine discrezionale riservato alle autorità ungheresi riguardo alla scelta di concludere o meno un contratto di proroga non ha consentito alla Mol di trarre alcun vantaggio selettivo. Infatti, i criteri fissati dalla legge mineraria per la conclusione di un contratto di proroga sono oggettivi e applicabili a qualsiasi operatore potenzialmente interessato che li soddisfi, sicché la conclusione del contratto del 2005 sulla base di tale legge non ha favorito la Mol rispetto ai suoi concorrenti. La Corte ricorda poi che, poiché gli interventi statali assumono forme diverse e devono essere analizzati in funzione dei loro effetti, non si può escludere che più interventi consecutivi dello Stato debbano essere considerati un solo intervento ai fini dell’applicazione dell’articolo 107, paragrafo 1, Tfue, in particolare, nel caso in cui siano connessi tra loro, per quanto riguarda la loro cronologia, il loro scopo e la situazione dell’impresa al momento di tali interventi, in modo tanto stretto da renderne impossibile la dissociazione. A tal riguardo, la Corte constata, al pari del Tribunale, che non sussistono siffatti legami tra il contratto del 2005 e la modifica della legge mineraria. Infatti, l’aumento dell’aliquota delle tasse minerarie, per effetto della modifica della legge mineraria, è avvenuto in un contesto di aumento dei prezzi mondiali del petrolio greggio. Orbene, la Commissione non ha affermato che il contratto del 2005 fosse stato concluso per anticipare un tale aumento. Tali due elementi non costituiscono dunque una misura di aiuto unica e non sono dunque costitutivi di un aiuto di Stato. Alla luce di ciò, la Corte respinge in toto l’impugnazione della Commissione.  
   
   
DAL SOLE L’ENERGIA CHE RINFRESCA, IL SOLAR COOLING CONSENTE DI PRODURRE IL FREDDO A PARTIRE DALL’ENERGIA TERMICA RACCOLTA DAL SOLE, RIDUCENDO E IL CONSUMO ESTIVO DI ENERGIA ELETTRICA. IN AREA SCIENCE PARK È STATO REALIZZATO UN IMPIANTO/LABORATORIO GRAZIE AL PROGETTO ADRIACOLD.  
 
Trieste, 15 giugno 2015 - L’unione Europea, con la sua strategia Europa 2020, richiede sempre maggiore impegno nella riduzione dei consumi energetici, prediligendo l’utilizzo di un’energia sicura, affidabile, concorrenziale, prodotta a livello locale e sostenibile. Inoltre, secondo le stime Cesef, il raggiungimento gli obiettivi di risparmio energetico fissati dalla Ue creerebbe un giro di affari di oltre 43 miliardi di euro nel periodo 2014-2020. Il sole indubbiamente rappresenta la principale fonte di energia rinnovabile e ad esso si collegano le più promettenti tecnologie oggi disponibili. Tra queste il solar cooling, che abbina il raffrescamento degli ambienti alla produzione di acqua calda sanitaria. Tali tecnologie sono state incluse tra quelle annoverabili nel Conto Termico e sono altresì in linea con gli orientamenti normativi sull’impiego delle fonti energetiche rinnovabili d’obbligo per gli edifici di nuova costruzione e per le ristrutturazioni rilevanti. Si è mosso in questo contesto Adriacold, un progetto di cooperazione territoriale sviluppato da Area Science Park con diversi partner europei, grazie al quale è stato realizzato un impianto dimostrativo nel parco scientifico di Trieste per testare la tecnologia del solar cooling. Questa tecnologia consente di produrre il freddo a partire dall’energia termica raccolta dal sole, riducendo sensibilmente il consumo estivo di energia elettrica, quando per raffrescare gli edifici si fa un crescente ricorso a impianti di condizionamento, per lo più alimentati da chiller a compressione molto energivori. Può sembrare un controsenso, dunque, ma il risultato è quello di ridurre i picchi di consumo da climatizzazione proprio quando maggiore è la radiazione solare, cioè il caldo. Il progetto ha realizzato, in collaborazione con Cortea scrl e Università di Trieste, un impianto pilota complementare posizionato nei pressi dell’edificio in cui ha sede la mensa del campus di Basovizza di Area Science Park, andando a integrare l’esistente sistema di condizionamento basato su macchine frigorifere tradizionali. Gli esiti del progetto sono stati presentati a Trieste nel workshop “Innovazione sostenibile per il condizionamento ambientali di edifici pubblici e privati”. “I risultati che abbiamo presentato oggi hanno confermato la piena validità dell’idea progettuale di Adriacold, fondata sull’accoppiamento vincente di fasi di studio e di attività di dimostrazione con valutazioni sperimentali sulle prestazioni di soluzioni tecnologiche innovative – sottolinea Marcello Guaiana, Project manager di Adriacold. Sotto il profilo tecnico sussiste la convenienza economica all’ installazione di impianti di solar cooling di media/grande scala di potenza (>= 100 kWf) in Italia, anche grazie al con conto termico, con un payback di investimento di 9 – 3 anni. Inoltre è stato dimostrato che questa tecnologia ha una validità tecnica ed economica se utilizza appieno l’energia termica prodotta dall’ impianto, per scopi di riscaldamento nel periodo invernale e/o per la produzione dell’acqua calda sanitaria, riconfermando l’aspetto premiale dell’efficienza energetica”. Adriacold ha realizzato complessivamente sei impianti dimostrativi in alcuni dei Paesi convolti nel progetto presso scuole, hotel, serre agricole, enti pubblici. L’impianto del parco scientifico di Trieste è anche un laboratorio aperto e disponibile alla comunità scientifica, alle imprese e agli enti locali che potranno visitarli, conoscerne le caratteristiche e le performance. “L’unione Europea chiede a tutti uno sforzo nella direzione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica – spiega il Direttore generale di Area Science Park, Stefano Casaleggi. Il progetto Adriacold rappresenta bene come intendiamo il ruolo di Area nei processi di innovazione tecnologica, ovvero quello di una pubblica amministrazione attiva nel test e in alcuni casi perfino nello sviluppo di nuove tecnologie da proporre successivamente al mercato. Casi come questo rafforzano la nostra volontà di andare avanti nella sperimentazione e diffusione di tecnologie energetiche innovative e, più in generale, di favorire l’ideazione, lo sviluppo e la verifica di prototipi nei più diversi ambiti tecnologici”. Website: www.Adriacold.eu    
   
   
BOLZANO: TUTELA DEI CORSI D´ACQUA, NO ALL´UTILIZZO IDROELETTRICO IN 386 TRATTI  
 
Bolzano, 15 giugno 2015 - La tutela dei corsi d’acqua e le prospettive per l´utilizzo idroelettrico degli stessi: questo il titolo di un convegno organizzato il 5 giugno a Bolzano dall´Agenzia provinciale per l’ambiente. Durante l’incontro è stato presentato la proposta di tutela dei 386 tratti di corsi d’acqua considerati particolarmente sensibili. Come previsto dalla legge provinciale sulle piccole e medie derivazioni idroelettriche, che fissava il mese di giugno 2015 come termine per l´elaborazione di una prima bozza da parte della Giunta provinciale, il convegno di questa mattina (5 giugno) svoltosi all´Eurac di Bolzano, ha dato ufficialmente il via alla discussione riguardante il piano di gestione delle acque sul territorio altoatesino. Si tratta di un progetto estremamente delicato, in quanto prevede l´esclusione dell´utilizzo a fini idroelettrici delle risorse idriche nei tratti considerati particolarmente sensibili. "Si tratta di trovare il giusto equilibrio - ha sottolineato l´assessore all´ambiente Richard Theiner - tra le esigenze di tutela dei corsi d´acqua e quelle di sfruttamento di una fonte rinnovabile per la produzione di energia. La proposta è stata analizzata dal punto di vista tecnico all´interno del tavolo sull´energia, ora si passa alla discussione". Una cosa, nel frattempo, è certa: l´Alto Adige non potrà muoversi in maniera totalmente autonoma, dato che la materia è regolata da una serie di criteri e linee guida emanate dall´Unione Europea e che la Provincia di Bolzano deve anche tenere conto del piano di gestione delle acque del distretto delle Alpi orientali. "L´obiettivo comune e convidiso - ha sottolineato Paola Sartori dell´Autorità di bacino del fiume Adige - deve essere quello di valorizzare il potenziale ecologico delle risorse idriche a disposizione". Il piano provinciale, la cui redazione è prevista dalla Ue la quale impone anche un aggiornamento ogni 6 anni, è stato elaborato per la prima volta nel 2010, dunque è ad un passo dal suo rinnovo. "Nel documento che abbiamo preparato - ha spiegato il direttore dell´Ufficio tutela acque, Ernesto Scarperi - vengono definiti in maniera chiara gli obiettivi in grado di far rispettare ai corsi d´acqua altoatesini tutti i più elevati standard di qualità". Tra questi spicca appunto l´esclusione dell´utilizzo a fini idroelettrici delle risorse idriche relative a 386 tratti di corsi d´acqua considerati particolarmente sensibili. La discussione prosegue ora con il coinvolgimento del Consiglio dei Comuni.  
   
   
RIGASSIFICATORE: NO DELLA REGIONE FVG IN CONFERENZA SERVIZI MISE  
 
Trieste, 15 giugno 2015 - La Regione Friuli Venezia Giulia riconferma il suo giudizio negativo sul rigassificatore di Zaule proposto dalla società Gas Natural, in quanto non coerente con le prospettive di sviluppo dei traffici del porto di Trieste, e comunque non è ancora in grado di esprimere formalmente il "parere conclusivo unico regionale" sull´impianto senza prima conoscere l´esito delle procedure aperte al ministero dell´Ambiente. È questa la posizione assunta dalla Regione in sede di Conferenza dei Servizi convocata a Roma dal ministero dello Sviluppo economico, alla quale era presente l´assessore all´Ambiente Sara Vito. "Lo sviluppo del traffico contenitori e ro-ro nel porto di Trieste - ha ricordato l´assessore Vito - rappresenta una scelta strategica dell´Amministrazione regionale, come confermano le indicazioni del Piano regionale delle Infrastrutture". "Nel definire il nuovo modello di sviluppo industriale e commerciale del porto di Trieste, attraverso l´integrazione del Piano regolatore portuale, l´Autorità portuale - ha aggiunto - ha giudicato incoerente il rigassificatore, e dello stesso parere sono i Comuni e la Provincia". Alla Conferenza dei servizi, la Regione ha oggi ricordato che ci sono due procedimenti sospesi al ministero dell´Ambiente (i pareri tecnici sulla valutazione d´incidenza dell´Area marina di Miramare e sull´elettrodotto interrato di collegamento del terminal Gnl alla rete elettrica) e che manca ancora la conclusione della procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale) per il progetto del metanodotto Sealine. Su quest´ultimo punto, è stato ricordato che la commissione nazionale Via-vas ha valutato la potenziale interferenza tra le previsioni del nuovo Piano regolatore del porto di Trieste e il progetto di allacciamento del rigassificatore, riscontrando in sintesi una incompatibilità nell´esercizio dell´opera. Manca inoltre, è stato ricordato oggi, la formalizzazione dell´accordo tra Italia e Slovenia in merito all´ubicazione esatta del terminale Gnl nell´Adriatico settentrionale, così come previsto da uno specifico regolamento dell´Unione europea, il 1391 del 2013. La Regione adesso concluderà la sua Conferenza dei servizi interna, per esprimere il parere conclusivo, dopo aver ottenuto le risposte dal ministero dell´Ambiente, che si dovrà pronunciare entro 90 giorni.  
   
   
AUTORITÀ PORTUALE DI TRIESTE, CONFERENZA DI SERVIZI: APT RITIENE INCOMPATIBILE LA LOCALIZZAZIONE DEL RIGASSIFICATORE ALL’INTERNO DEL PORTO DI TRIESTE  
 
 Trieste, 15 giugno 2015 - “Ribadiamo il parere negativo dell’Autorità Portuale di Trieste in merito alla realizzazione del rigassificatore di Zaule, in quanto il progetto del terminale è incompatibile con i piani di sviluppo del nostro scalo e con le opere portuali previste dal Prp (Piano Regolatore Portuale). Dello stesso parere ed in totale accordo sono anche la Regione Friuli Venezia Giulia, i Comuni e la Provincia di Trieste”. Questa la dichiarazione espressa del Commissario dell’Apt Zeno D’agostino, durante la Conferenza di Servizi svoltasi l’ 11 giugno a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico. I traffici commerciali costituiscono una delle principali fonti di reddito per il territorio di Trieste e della Regione Fvg e il loro ulteriore sviluppo rappresenta una delle principali possibilità di rilancio dell’economia locale. Già da anni vi è un processo di rilocalizzazione delle attività portuali verso le aree a sud est di Muggia e Valle delle Noghere, attualmente strategiche per il potenziamento di alcuni traffici, come quelli Ro-ro. Nell’ipotesi di costruzione di un terminal Gnl, sarebbero introdotte per il porto di Trieste nuove misure in tema di priorità di ingresso e uscita delle navi, oltre a zone di rispetto in corrispondenza dell’impianto e in rada, limitando l’operatività dei terminal esistenti e pregiudicando la potenzialità dello sviluppo di nuove opere. “Oltre a queste questioni di fondamentale rilevanza, oggi abbiamo posto l’attenzione sul delicato problema della sicurezza, qualora venisse realizzato un impianto di questo tipo nel nostro golfo. Ora attendiamo la risposta del Ministero dell’Ambiente, che si dovrà pronunciare entro 90 giorni” - ha concluso D’agostino. Oltre ai pareri tecnici sulla valutazione d´incidenza dell´Area marina di Miramare e sull´elettrodotto interrato di collegamento del terminal Gnl alla rete elettrica, manca ancora la conclusione della procedura di Via per il progetto del metanodotto. A tale proposito, l’Autorità Portuale di Trieste ritiene che non vi siano le condizioni per la conclusione delle attività della Conferenza di Servizi anche alla luce del parere della Commissione Via del Ministero dell’Ambiente che ha evidenziato la potenziale interferenza del nuovo Prp e il progetto di allacciamento del rigassificatore, alla rete dei metanodotti.  
   
   
RICERCA IN LOMBARDIA: PROSEGUIRE COLLABORAZIONE CON ´INSTM´ SU NUOVI MATERIALI  
 
Milano, 15 giugno 2015 - Regione Lombardia è pronta a proseguire la collaborazione, avviata nel 2010, con il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (Intsm), cha ha prodotto complessivamente 24 progetti di ricerca (12 nel periodo 2010-2012 e 12 nel periodo 2012-2014), finanziati in parti uguali da Regione e Consorzio Instm. Lo ha annunciato l´assessore regionale alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini, intervenendo all´incontro ´Nuove prospettive relative alla Ricerca e Innovazione applicata alla Scienza e Tecnologia dei Materiali - Bilancio del quadriennio di collaborazione´. Instm - Il Consorzio Instm è un ente di ricerca che supporta e favorisce l´attività di gruppi di ricerca in rete appartenenti a 45 Università italiane, tra cui il Politecnico di Milano, l´Università degli Studi di Milano, l´Università degli Studi di Milano-bicocca, l´Università degli Studi di Brescia, l´Università degli Studi di Bergamo, l´Università degli Studi di Pavia, l´Università degli Studi dell´Insubria. Instm ha il compito di svolgere, promuovere, diffondere, trasferire e valorizzare le attività di ricerca nei settori inerenti la Scienza e Tecnologia dei Materiali e le loro applicazioni. Ricerca E Innovazione Priorità - "Vogliamo proseguire - ha detto Melazzini - il percorso di collaborazione che ha portato a realizzare diverse progettualità, iniziative di sviluppo e valorizzazione del capitale umano e di trasferimento dei risultati della ricerca. La ricerca e l´innovazione sono punti prioritari e strategici per Regione Lombardia che ha la volontà e ha messo in campo strumenti per raggiungere l´obiettivo di raddoppiare entro il 2018 gli investimenti in questi settori oggi pari all´1,6 per cento del Pil. Per garantire risposte e risultati concreti è fondamentale una filiera che unisca centri di ricerca, università e imprese. Solo così le idee possono tradursi in trasferimento tecnologico e produzione". Esempi Di Progetti - Le aree su cui si sono sviluppati i progetti nell´ultimo biennio, che hanno coinvolto 70 ricercatori strutturati e consentito la formazione di altri 75, sono: risparmio energetico e casa del futuro; nuove fonti di energia; miglioramento dei processi produttivi per le tecnologie alimentari, ambientali ed industriali; salute. Su quest´ultima area, nel corso dei lavori, è stato illustrato, tra gli altri, il progetto, sviluppato con l´ospedale San Raffaele di Milano, relativo allo ´Studio di superfici bioattive per l´ottimizzazione degli Lvad, Left Ventricular Assist Device´. Scopo del progetto è il miglioramento dei dispositivi di assistenza ventricolare con lo sviluppo di nuovi materiali con una maggiore biocompatibilità con il sangue.  
   
   
IMPRESE, MARONI: DALLA REGIONE SOSTEGNO CONCRETO  
 
Brescia, 15 giugno 2015 - "Per i giovani imprenditori abbiamo fatto molto. Lo scorso anno, per esempio, abbiamo fatto un´importante misura per sostenere le start up innovative, perché lo start up, il momento della partenza, è sempre quello più difficile e delicata: la nostra è una misura con cui diamo contributi ed eliminiamo l´Irap per le imprese innovative, perché l´innovazione, in tutti i settori, non solo quello industriale, è la vocazione naturale della Regione Lombardia, e l´innovazione significa competitività. Questa è una delle tante iniziative che abbiamo messo in cantiere e sta funzionando". Lo ha spiegato il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, partecipando all´assemblea dei Giovani imprenditori della provincia di Brescia, insiemeall´assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Viviana Beccalossi. Le Misure Già Adottate - "Come Regione Lombardia - ha ricordato Maroni - siamo molto attenti al mondo delle imprese. Tra le tante misure adottate per il sostegno al mondo produttivo, voglio ricordare ´Creditoincassa´, con cui abbiamo messo a disposizione un miliardo di euro per consentire ai Comuni lombardi, bloccati dal ´Patto di stabilità´, di pagare le imprese fornitrici, mentre noi, come Regione, paghiamo i nostri fornitori in 27 giorni medi, quando lo Stato supera i 280 giorni, e anche questo rappresenta un aiuto concreto per la nostre imprese". "Un altro aiuto concreto alle imprese - ha aggiunto Maroni - lo abbiamo dato contrastando quella burocrazia che ostacola chi fa impresa, per cui siamo intervenuti con una legge di semplificazione e con una sperimentazione innovativa, quella degli ´Angeli anti-burocrazia´, trenta giovani laureati lombardi, che, su chiamata, vanno direttamente dall´imprenditore, nella sua impresa, ascoltano il problema e si attivano per risolverglielo". "Un altro aiuto concreto - ha concluso - quello di semplificare la vita a chi fa impresa".  
   
   
ESPORTAZIONI PIEMONTESI: +5,5% LE VENDITE ALL’ESTERO NEI PRIMI 3 MESI DEL 2015 RISPETTO AL I TRIMESTRE DEL 2014  
 
Torino, 15 giugno 2015 - Nei primi tre mesi del 2015 il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto 11.097 milioni di euro, registrando un aumento del 5,5% rispetto al dato registrato nello stesso periodo del 2014. Il risultato piemontese è apparso sensibilmente superiore rispetto a quello riscontrata a livello medio nazionale, pari al +3,2%. Sul fronte delle importazioni, il I trimestre 2015 ha registrato un incremento del 6,2%, raggiungendo un valore pari a 7.413 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale si è confermato positivo, raggiungendo i 3.684 milioni di euro, a fronte dei 3.557 dello stesso trimestre dell’anno precedente. Il risultato positivo registrato a livello nazionale è stato il frutto di una crescita delle vendite oltre confine da parte di tutte le ripartizioni ad eccezione di quella dell’Italia insulare (-12,0%). Le regioni nord-orientali hanno realizzato la performance migliore (+7,3%); l’Italia merdionale ha registrato un dato in linea con la media nazionale (+3,6%), mentre le regioni nord-occidentali (+2,1%) e quelle centrali (+1,0%) hanno mostrato incrementi tendenziali più contenuti. Il Piemonte si è confermato, anche nel periodo gennaio-marzo 2015, la quarta regione esportatrice, con una quota del 11,2% delle esportazioni complessive nazionali (incidenza superiore rispetto a quella rilevata nello stesso periodo del 2014, quando era pari al 10,9%). Tra le principali regioni esportatrici il Piemonte (+5,5%) ed il Veneto (+5,9%) hanno registrato le performance migliori, la Lombardia si è caratterizzata per una situazione di sostanziale stazionarietà (+0,6%), mentre l’Emilia Romagna ha registrato un aumento delle rispettive vendite all’estero del 3,7%. “Con il buon risultato del +5,5%, il Piemonte si conferma una delle principali regione italiane votate all’export: insieme al Veneto, tiriamo la volata per rilanciare l’intera economia italiana grazie alle nostre produzione di eccellenza “made in” e alla vendita all’estero dei nostri rinomati brand. Questa è la strada che ci permetterà davvero di rendere il sistema economico piemontese ed italiano più robusto e fiducioso, così da far ripartire finalmente anche la domanda interna e l’occupazione” dichiara Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte. La crescita dell’export piemontese non ha riguardato, tuttavia, tutti i principali comparti delle vendite all’estero. Il settore dei mezzi di trasporto, che genera il 28,5% delle esportazioni complessive (confermandosi pertanto primo settore) ha registrato un aumento del valore delle merci esportate del 18,1%, incremento sostenuto in particolar modo dalla vendita di autoveicoli. Positiva anche la performance del settore alimentare e di quello tessile (terzo e quarto comparto per importanza rivestita sul totale regionale), le cui vendite all’estero hanno registrato una crescita rispettivamente del 4,0% e del 6,5%. Appaiono stabili le vendite all’estero del comparto meccanico (-0,3%), mentre subiscono una contrazione significativa quelle del settore dei metalli (-8,5%). Per quanto riguarda i mercati di sbocco delle merci piemontesi, il bacino dell’Ue-28 ha attratto il 55,5% dell’export regionale, contro il 44,5% dei mercati extra-comunitari. Quanto alla dinamica esibita dalle vendite piemontesi dirette ai partner comunitari si rileva come essa sia risultata sostazialmente stabile, registrando un variazione del -0,4%. Nel periodo gennaio-marzo 2015 appare, invece, molto sostenuto l’aumento registrato dall’export verso i Paesi extra Ue-28 (+13,8%), grazie in particolar modo all’incremento a doppia cifra registrato dalle vendite negli Stati Uniti, in Svizzera e in Turchia.  
   
   
NOMINE PARTECIPATE; APERTO IL SECONDO BANDO 2015 PER LE CANDIDATURE NEGLI ENTI DEL COMUNE DI MILANO  
 
Milano, 14 giugno 2015 – È aperto il secondo bando del 2015 per la presentazione delle candidature dei rappresentanti del Comune negli organi di amministrazione e controllo di enti, fondazioni, aziende e società partecipate. Le candidature potranno essere presentate fino al 6 luglio. In particolare, per gli enti Associazione Milan Center For Food Law and Policy – Centro Internazionale di Documentazione e Studio sulle Norme e le Politiche Pubbliche in Materia di Alimentazione Milano, Azienda Farmacie Milanesi - Afm S.p.a., Spv Linea 4 M4 S.p.a. E Fondazione Scuole Civiche di Milano, le nomine riguardano il Consiglio di amministrazione. Nel caso di Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori, Fondazione Irccs Istituto Neurologico Carlo Besta, Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, Azienda Ospedaliera Luigi Sacco di Milano, Azienda Ospedaliera Istituto Ortopedico G. Pini di Milano, Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano, Azienda Ospedaliera San Carlo Borromeo, Azienda Ospedaliera San Paolo di Milano, sarà nominato un membro del Collegio sindacale. Per l’Ente Raccolta Vinciana le nomine riguardano 2 consiglieri del Comitato direttivo, un membro effettivo e un membro supplente del Collegio dei revisori. Il testo integrale del bando e l’elenco completo di tutti gli enti sono pubblicati sul portale www.Comune.milano.it  (Utilizza i servizi – Bandi e gare – Bandi – Nomine).  
   
   
RAPPORTO BANKITALIA: LA RIPRESA IN SARDEGNA INIZIA A VEDERSI, LA GIUNTA LAVORA DAL PRIMO GIORNO PROPRIO SULLE CRITICITÀ EVIDENZIATE DAL RAPPORTO  
 
Cagliari, 15 Giugno 2015 - "La ripresa economica inizia a vedersi anche in Sardegna. È ancora debole ma c´è, come certifica Bankitalia che registra una ripresa dell´occupazione, confermando quanto registrato dagli ultimi due rapporti Istat e mettendo in evidenza come criticità proprio gli aspetti sui quali la Giunta sta lavorando dal primo giorno". L´assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, dopo la presentazione del rapporto economico sull’Isola a Cagliari, sottolinea che "l´aumento degli investimenti nel settore delle opere pubbliche, che segna la fine della lunga fase di recessione nel settore delle costruzioni, e l’ulteriore contrazione dei consumi, dimostrano che in questo momento i privati da soli non possono farcela e che serve un intervento pubblico, esattamente quello che la Giunta sta garantendo per esempio con il Piano delle infrastrutture che servirà ad aprire cantieri e creare nuovi posti di lavoro". Sul versante imprese, ancora troppo frammentate, poco competitive e poco propense all’internazionalizzazione, il vicepresidente ricorda che la Giunta a gennaio scorso ha istituito un Fondo rischi da 25 milioni di euro, finanziato dalla Sfirs, per intervenire negli investimenti di rischio delle piccole e medie imprese sarde. "L´obiettivo è accrescere la competitività delle aziende interessate: si punterà soprattutto sulle aziende capaci di fare filiera e fortemente orientate all’internazionalizzazione – spiega Paci – e si daranno risposte concrete al sistema produttivo sardo, potenziandolo per favorire l’occupazione”. Poi ci sono le misure messe in atto attraverso la Finanziaria, in particolare l’azzeramento dell’Irap per 5 anni alle nuove imprese e l’abbattimento - che garantisce la tariffa più bassa d’Italia - agli imprenditori che già operano in Sardegna. Per quanto riguarda l´ulteriore contrazione dei finanziamenti concessi dagli istituti di credito, l´esponente della Giunta Pigliaru ricorda che proprio con questa consapevolezza la Regione, in collaborazione con Sfirs, "a marzo scorso ha messo a punto quattro nuove misure anti-crisi, una combinazione di nuovi strumenti finanziari con l´obiettivo di far arrivare alle imprese nuova liquidità proveniente dal mercato, meno dipendente dalle banche e con garanzia pubblica. Stiamo facendo tutto il possibile, anche in questo caso. I primi segnali di ripresa in Sardegna ci sono - conclude l’assessore Paci - sono confortanti e fanno sperare in un loro consolidamento e nella rapida uscita dalla crisi".  
   
   
STATI UNITI E TOSCANA, È BOOM. SCAMBI COMMERCIALI PER 4,5 MILIARDI  
 
Firenze, 15 giugno 2015 - Quattro miliardi e mezzo di euro in scambi commerciali solo l’anno scorso, un incremento del valore dell’export dell’80,7% e un volume di importazioni aumentato del 67,7% dal 2009 al 2014: gli Stati Uniti sono per la Toscana il primo partner economico extraeuropeo e mai come in questi ultimi anni il rapporto è cresciuto e maturato, con un sempre maggior numero di imprese che trovano partnership Oltreoceano e scambi politici, educativi, culturali che si uniscono al business. Proprio per sfruttare al massimo il potenziale di due aree geografiche molto legate fra loro si è svolto nel Salone de´ Dugento di Palazzo Vecchio lo Usa Day, una mattina per conoscere meglio le opportunità commerciali con gli Stati Uniti, organizzata da Camera di Commercio di Firenze e Promofirenze, in collaborazione con Comune di Firenze e Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze. Presenti il console generale degli Usa a Firenze Abigail M. Rupp, il presidente della Camera di Commercio di Firenze Leonardo Bassilichi, l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Firenze Giovanni Bettarini, i rappresentanti di oltre cento imprese del territorio. «Sono convinto che gli ottimi rapporti fra Usa e Italia possano agevolare ancora di più gli scambi economici nei prossimi anni - ha detto Leonardo Bassilichi -. Oggi gli investitori americani trovano un Paese più solido, positivo, che ha voglia di crescere e l’ottimo lavoro svolto con le imprese multinazionali presenti a Firenze per il progetto One Contact Point ne è un chiaro esempio, tanto da volerne stimolare altre a venire. Allo stesso tempo sappiamo benissimo che solo gli Usa garantiscono tante opportunità avendo anche un patrimonio storico e culturale comune». «Maggiori opportunità commerciali e di investimento negli Stati Uniti per le aziende toscane proverranno dal T-tip, il nuovo trattato fra Stati Uniti ed Unione Europea sul commercio e gli investimenti, ancora in fase di negoziazione - ha aggiunto il console generale Abigail M. Rupp -. Una volta completato, il trattato consentirà alle imprese toscane, soprattutto le piccole e medie imprese, di accedere più facilmente al mercato americano, grazie a una consistente riduzione delle barriere tariffarie e non tariffarie. Inoltre, il T-tip fisserà degli standard internazionali per l’apertura ai mercati». Nel 2014 la Toscana ha esportato negli Usa merci e servizi per un valore di 3 miliardi di euro, pari al 9,5 per cento del totale e ne ha importate 1,48 miliardi pari al 7,4 per cento del totale (dati Istat elaborati dall’Ufficio Statistica di Camera di Commercio di Firenze). E la prospettiva è anche migliore. Secondo l´ultima indagine realizzata dal Servizio Studi di Intesa Sanpaolo per Banca Cr Firenze, l´aumento del Pil americano e le condizioni di cambio euro/dollaro favorevoli stanno facilitando molti distretti toscani come la ceramica di Sesto Fiorentino, i vini del Chianti, la pelletteria e le calzature di Firenze e Arezzo, il tessile e l’abbigliamento di Prato e Arezzo, i mobili di Poggibonsi e l’agroalimentare di Lucca. «L’iniziativa di oggi intercetta l’interesse reale delle aziende che portano avanti l’economia della città – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico e turismo del Comune di Firenze, Giovanni Bettarini –. La fortissima propensione all’internazionalizzazione dell’economia della nostra città è un plus che consente a Firenze di guardare con fiducia al futuro. Siamo portatori di una storia di creatività, talento e merito che possiamo ancora interpretare con grande orgoglio in giro per il mondo. Firenze è una realtà attrattiva, in grado di esportare all’estero molto del suo talento, con grande vantaggio per la propria economia. Dobbiamo essere capaci di leggere davvero le nostre potenzialità e metterle a sistema per essere più competitivi. In questo momento sono molto importanti i sistemi urbani di riferimento, in una competizione tra città capaci di esprimere economie, messaggi e senso di sé. In questa competizione Firenze è già molto forte. Siamo riconoscibili e conosciuti in tutto il mondo, ora dobbiamo riempire questa fama di contenuti di attualità e della creatività che ancora abbiamo». Durante la mattinata in Palazzo Vecchio sono state presentate alcune proposte per il mercato statunitense, con particolare riferimento al Texas, anche attraverso contributi e testimonianze di esperti e operatori dei diversi settori, mentre il pomeriggio è stato riservato a incontri bilaterali organizzati dai rappresentanti di Italy-america Chamber of Commerce Texas e Promofirenze. Infine, maggiori informazioni sulle opportunità d’investimento negli Stati Uniti per le imprese italiane si trovano sul sito del Dipartimento per il Commercio Estero Usa all’indirizzo: http://selectusa.Commerce.gov  
   
   
FVG, COOPERAZIONE: OBIETTIVO COMPETITIVITÀ E VIGILANZA  
 
Udine, 15 giugno 2015 - "Abbiamo ricevuto una proposta importante dal mondo cooperativo - ha evidenziato il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Sergio Bolzonello, nel corso dell´incontro tematico promosso a Udine da Confcooperative - che, prendendo spunto dal modello trentino, andrebbe nella direzione di affidare tutta la vigilanza in capo alle centrali cooperative". "La nostra regione - ha proseguito Bolzonello, sottolineando la volontà di ovviare ad eventuali errori del passato - utilizza un sistema misto, a sua volta diverso da quello di altre regioni dove la vigilanza è dello Stato, ma quanto ci è stato sottoposto da Confcooperative comporterebbe molto probabilmente una modifica costituzionale allo Statuto ed un conseguente allungamento dei tempi". "La competenza regionale in materia di cooperazione - ha precisato il vicepresidente - è infatti residuale anche se, proprio in queste settimane, stiamo verificando insieme al Governo quali potrebbero essere i margini di manovra. Nel caso fossero ampi - ha affermato ancora Bolzonello - potremo prendere in considerazione l´ipotesi di riscrittura della legge, altrimenti opteremo per un intervento di restyling nell´ambito di quanto ci sarà concesso". "In ogni caso - ha assicurato l´esponente della Giunta regionale - la tempistica da rispettare è quella che prevede l´approdo in aula consigliare tra ottobre e novembre, posto che già lunedì prossimo il tema verrà dibattuto nella competente commissione". "L´obiettivo principale da tenere ben presente - ha concluso Bolzonello - è comunque quello di rendere sempre più competitivo il sistema cooperativo che è un pilastro dell´economia regionale".  
   
   
FONDI UE: FVG, CONOSCENZA PROCEDURE PER COGLIERE OPPORTUNITÀ  
 
Udine, 15 giugno 2015 - Il vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, ha aperto i lavori del ciclo di seminari "Fondi diretti europei, quadro logico e budget", organizzato dalla Camera di Commercio di Udine, rappresentata per l´occasione dal consigliere Matteo Di Giusto, nella sala Valduga dell´ente camerale friulano. "Un appuntamento non banale - ha esordito Bolzonello - che fornisce ai potenziali beneficiari la conoscenza delle procedure per accedere ai fondi comunitari. Ed è fondamentale sapere come arrivare a queste risorse in una fase in cui questi fondi vanno a calare avendo le nostre terre meno disagi rispetto ad altre aree europee". Il vicepresidente ha sottolineato come "parliamo di risorse ingenti ed è quindi necessario che le nostre imprese abbiano tutti gli strumenti per accedervi. Il Friuli Venezia Giulia, inteso come sistema dove operano la Regione con Friulia, Mediocredito, Frie e Congafi, è una terra dove è possibile fare impresa. Migliorando alcuni fattori, come l´accesso al credito, e cogliendo l´opportunità dei fondi europei, possiamo diventare ancora più competitivi". L´iniziativa della Camera di Commercio di Udine, in collaborazione con il dipartimento Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, è iniziata oggi con una parte informativa dedicata alla presentazione delle politiche europee per il periodo 2014-2020. Domani, la seconda parte sarà orientata ai soggetti interessati a occuparsi della predisposizione delle proposte progettuali e del budget di progetto.  
   
   
CRISI, GRUPPO KALE ITALIA STABILIMENTO DI BORGOTARO (PARMA): REGIONE PROPONE IL RITIRO DELLA PROCEDURA DI MOBILITÀ E SI RENDE DISPONIBILE A METTERE IN CAMPO GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA PER CONSENTIRE IL TEMPO AD UN TENTATIVO DI RILANCIO DEL SITO PRODUTTIVO  
 
Bologna, 15 giugno 2015 – Ritiro della procedura di mobilità e disponibilità della Regione Emilia-romagna ad intervenire con gli ammortizzatori sociali in deroga per consentire il tempo ad un tentativo di rilancio del sito produttivo dello stabilimento Borgotaro di Kale Italia. È questo quanto proposto dall´assessore regionale alle attività produttive Palma Costi durante l´incontro del tavolo istituzionale per la crisi dello stabilimento Kale di Borgotaro (Parma). All´incontro convocato oggi pomeriggio in viale Aldo Moro a Bologna, oltre la Regione erano presenti il Comune di Borgotaro, la Provincia di Parma, i rappresentanti sindacali di categoria e dei lavoratori nonché i rappresentanti della proprietà turca di Kale Italia assistiti da Confindustria Ceramica. Al termine dell´incontro è stato siglato un verbale nella quale i rappresentanti della azienda si impegnano a trasferire alla proprietà del Gruppo Kale la proposta avanzata dalla Regione. «Il nostro obiettivo è salvaguardare l’occupazione ma anche un sito produttivo molto importante per un territorio. La proposta e la disponibilità della Regione messa in campo va in questa direzione. Ora ciascuno dovrà fare la propria parte – ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi – e auspichiamo che la proprietà aziendale sappia cogliere l’opportunità, oltre che di onorare le garanzie date a tutti i livelli istituzionali, anche di completare il percorso iniziato negli anni scorsi quando il Gruppo Kale ha acquisito Fincuoghi».  
   
   
CONFCOMMERCIO BASILIATA SU RAPPORTO BANCA ITALIA  
 
Potenza, 15 giugno 2015 - “Il Rapporto della Banca d’Italia sull’economia della nostra regione è in linea con le indicazioni dell´Ufficio Studi di Confcommercio diffuse in occasione dell´Assemblea Generale della Confederazione all´Expo di Milano e sintetizzabili con la considerazione che la ripresa c´è, ma restano dubbi, soprattutto nei territori del Mezzogiorno, sulla sua intensità". E’ il commento di Fausto De Mare, presidente di Confcommercio Imprese Potenza. Nel sottolineare che “non può non pesare il dato della scomparsa nella nostra regione nel 2014 di ben 600 esercizi commerciali di vendita al dettaglio (su 835 complessivi) solo in parte mitigata da 333 nuove iscrizioni (su 519 complessive)” il presidente di Confcommercio aggiunge che “anche se la spesa per beni durevoli delle famiglie è aumentata più che nella media nazionale (2,3 per cento; 2,1 in Italia), si evidenziano dinamiche contrastanti nei vari segmenti. Per il turismo registriamo con soddisfazione che nel 2014 è proseguito il positivo andamento dei flussi turistici verso le principali aree turistiche del territorio regionale, trainato da Matera e che l’offerta ricettiva lucana si caratterizza per una elevata incidenza di strutture extralberghiere (principalmente affittacamere, case vacanza e bed & breakfast) che, pur assorbendo poco meno di un terzo delle presenze, rappresentano il 71,4 per cento del totale degli esercizi turistici. Nel 2014 il numero di esercizi extralberghieri è cresciuto (12,7 per cento su base annua) a fronte di una flessione di quelli alberghieri (-2,5 per cento), segnatamente quelli di categoria medio-bassa; vi si è associata una flessione, seppur contenuta, del numero complessivo di posti letto. Il rilancio del turismo, soprattutto nel Sud e da noi, magari con l´occasione dell´Expo - dice De Mare - potrebbe essere una strada davvero percorribile per iniziare un processo di riduzione dei gap macro-regionali, questa volta nella direzione di un livellamento verso l´alto. Ancora, un dato su cui riflettere: nel periodo 2008-2011 gli investimenti si sono ridotti nei servizi del 2,9 e del 5,8 per cento in media annua. In particolare, nel settore terziario, il calo è ascrivibile prevalentemente ai servizi privati. Risulta evidente – afferma il presidente di Confcommercio – che se la Basilicata resiste è grazie al sacrificio dei titolari delle micro imprese e delle loro famiglie che in tantissimi casi li affiancano nella gestione delle attività. I corpi intermedi hanno assicurato la tenuta della nostra regione e del Paese, hanno steso una rete di solidarietà e di fiducia, hanno trasformato la protesta in proposta. Ci siamo battuti, come ha sottolineato il nostro presidente nazionale Carlo Sangalli, per le Camere di commercio, perché, con una profonda autoriforma e maggiore efficienza, rimanessero i luoghi di governo condiviso dell’economia dei territori. Ci battiamo ogni giorno nei territori, per i territori. Perché i territori sono di certo la culla del Made in Italy di prodotto. Grandi temi, dunque, a partire da quello di dare dignità e cittadinanza ad un nuovo “ceto medio” dell’impresa e del lavoro autonomo nei luoghi delle istituzioni e della politica. Per arrivare alla lotta contro la cattiva burocrazia, l’illegalità, l’abusivismo, la contraffazione che sfiancano le nostre imprese, tutte le nostre imprese, con costi sempre più alti, sino alla rappresentanza vera e non semplice autorappresentazione, dimostrando più volte capacità di fare sintesi sui grandi temi, che è poi l’esperienza di Rete Imprese Italia.  
   
   
RILANCIMPRESA: FVG, IN 2 ANNI EROGATI 500 MLN PER INDUSTRIA  
 
Udine, 15 giugno 2015 - "Il nostro obiettivo è di rendere il sistema industriale più competitivo e non vi sono scorciatoie: è necessario che la Regione si schieri accanto alle imprese con strumenti semplici, trasparenti, all´altezza delle richieste che ci pervengono dai territori e dando risposte in tempi sempre più veloci". Lo ha sottolineato il vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, nel corso del convegno organizzato per fare il punto sullo stato di attuazione della legge regionale "Rilancimpresafvg" e per presentare i due nuovi bandi, a sostegno del settore dell´elettrodomestico e del sistema casa. Per quello a sostegno dell´elettrodomestico parte proprio oggi il periodo di prova della compilazione delle domande on line, che poi dal 22 al 10 luglio potranno essere finalizzate ufficialmente. "In questi due anni la Giunta regionale per il mondo delle imprese ha erogato più di 500 milioni di euro", ha ricordato Bolzonello, nella convinzione che "la situazione del sistema industriale del Friuli Venezia Giulia meriti questo impegno, anche se restano ancora da attuare a livello generale operazioni di razionalizzazione, sintesi e messa in rete". Entrando nel dettaglio, Bolzonello ha annunciato che la Giunta in sede di assestamento di bilancio riallocherà una serie di fondi che allo stato attuale sono bloccati, per un totale di 20 milioni di euro che saranno messi a disposizione del Fondo di sviluppo per la piccola e media impresa. "L´importante è che gli strumenti regionali per l´accesso al credito delle imprese rispondano a precisi indirizzi indicati di anno in anno dalla Giunta e che vengano inseriti all´interno di percorsi condivisi e non, come spesso è accaduto negli anni passati, addirittura contrapposti", ha puntualizzato il vicepresidente. Un´altra sfida è quella di permettere alle imprese di poter accedere in maniera molto più rapida rispetto al passato ai finanziamenti. Bolzonello ha assicurato che la Direzione centrale è impegnata a dare risposte in tempi molto veloci, "anche se c´è necessità di risolvere il grave nodo della burocrazia europea, che rende i tempi di rendicontazione e controllo molto complicati", ha richiamato Bolzonello. Nel corso del convegno, tenutosi ieri sera nella sede della Regione di Pordenone e introdotto dal presidente della I Commissione consiliare, Renzo Liva, i dirigenti dell´Area attività produttive della Regione hanno illustrato nella prima parte i finanziamenti agevolati (Frie, Fondo per lo sviluppo e sezioni per gli interventi anticrisi) e le opportunità di garanzie agevolate (Fondo regionale di garanzia per le Pmi), con un excursus sui contributi a fondo perduto per le microimprese femminili e giovanili; nella seconda obiettivi, stato di realizzazione, attività in corso e i due nuovi regolamenti per i settori elettrodomestico e casa. Per quest´ultimo, i cui beneficiari sono imprese aderenti alle aggregazioni composte da almeno 5 aziende, è a disposizione 1 milione di euro di finanziamenti. Le domande in questo caso sono da inoltrare via posta certificata entro il 25 giugno. La graduatoria dei progetti sarà stilata entro 180 giorni da questo termine per la presentazione delle domande.  
   
   
EUROVINIL, TOSCANA CHIEDE AL MISE DI RICONVOCARE IL TAVOLO  
 
Firenze 15 giugno 2015 – Una rapida convocazione del tavolo nazionale presso il Ministero dello sviluppo economico sulla vertenza dell´azienda Eurovinil di Grosseto. E´ quanto ha chiesto, nei giorni scorsi, l´assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini, facendo proprie le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali. I sindacati avevano sollecitato l´intervento della Regione facendo presente che, alla fine di giugno scade la cassa integrazione per i lavoratori dello stabilimento. Il tavolo ministeriale presso il ministero sarà l´occasione per chiedere la verifica delle notizie, al momento del tutto ufficiose, circa l´interessamento da parte di investitori interessati a rilevare l´azienda.