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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Giugno 2012
GAS: MISE AVVIA PROCEDURE RIGETTO SITO STOCCAGGIO RIVARA  
 
Roma, 4 giugno 2012 Il ministero dello Sviluppo economico, l´ 1 giugno ha avviato le procedure di rigetto dell´istanza di stoccaggio di gas naturale in acquifero sotterraneo (una formazione calcarea fratturata, oggi occupata da acqua) presentata dalla Erg Rivara Storage srl. La decisione - che chiude un lungo e complesso iter valutativo - tiene conto di specifiche valutazioni tecniche e geologiche che configurano una sostanziale non idoneità del sito. Tali valutazioni sono state confermate anche dalla delibera del 24 aprile 2012 con cui la Regione Emilia-romagna ha espresso formalmente parere negativo rispetto alla necessaria Intesa per la prosecuzione dell´iter.  
   
   
STOCCAGGIO GAS A RIVARA, MINISTERO RIGETTA DOMANDA AUTORIZZAZIONE. L´ASSESSORE REGIONALE MUZZARELLI: "DECISIVA LA POSIZIONE DI CONTRARIETÀ DELLA REGIONE".  
 
Bologna, 4 giugno 2012 - - Rigettata la richiesta di autorizzazione all’accertamento della fattibilità del programma ‘Rivara Stoccaggio’ avanzato dalla Erg Rivara Storage. L’ufficialità è arrivata l’ 1 giugno dal Ministero dello Sviluppo Economico che ha comunicato a Erg Rivara Storage, alla Regione Emilia-romagna ed al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che "l’intesa negativa della Regione Emilia-romagna costituisce motivo ostativo all’accoglimento dell’istanza". «Si conferma oggi la posizione della Regione. Senza il nostro consenso, non si può fare nessuna attività su quel territorio. Come drammaticamente dimostrato negli scorsi giorni, quel consenso è stato giusto non concederlo, perché la zona, come avevamo scritto in tempi non sospetti, è simicamente attiva e densamente abitata», ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli. «La delibera di Giunta – conclude Muzzarelli - con cui lo scorso aprile la Regione Emilia-romagna ha formalizzato ufficialmente il proprio diniego all´intesa con il Governo, è stata decisiva ai fini del rigetto dell’autorizzazione».  
   
   
BARI: COSTITUITA LA RETE D´IMPRESE EXON CENTAURI  
 
 Bari, 5 giugno 2012 - Si è costituita l’ 1 giugno, presso la Camera di Commercio di Bari, tra 11 imprese pugliesi, la rete d´imprese Exon Centauri, che opererà nei settori energia ed ambiente. L´iniziativa, promossa dalla Confapi Bari e Bat e dal Distretto Produttivo Pugliese delle Energie Rinnovabili e dell´Efficienza Energetica "La Nuova Energia", si inserisce in quell´azione di assistenza e sostegno alla creazione delle reti voluta dal sistema camerale in collaborazione con le associazioni di categoria, Confapi e Confindustria in particolare. Le aziende che hanno aderito alla rete Exon Centauri sono: Co.api, Efferre e soci, Ali6, Rodonea, Dalena ecologia, Geatecno, Ceir, Rete Etoil - Tecnomec Engineering, Bellino e Ipc, Rilter. Il lavoro che ha portato alla costruzione dell´aggregazione è durato ben due anni, con il supporto scientifico dell´ università Lum Jean Monnet, ed è sfociato nella definizione del progetto Apulia Phoenix, che prevede un programma di investimenti nella Repubblica di Bulgaria nei settori oil & gas, efficienza energetica, bonifiche ambientali e ciclo dei rifiuti. Tale programma è stato presentato lo scorso 24 maggio direttamente al nuovo presidente della Repubblica Bulgara, in visita in Italia. Prossimo passo della rete Exon Centauri è la costituzione entro il mese di giugno di un consorzio italo-bulgaro con tre partners bulgari. Al successo dell´iniziativa hanno contribuito con il loro supporto, la Regione Puglia e la sua agenzia Sprint, la Fiera del Levante col progetto Amico e l´Ice.  
   
   
BOLLETTE LUCE: RINCARI RECORD IN DIECI ANNI. COLPA DELLE FONTI FOSSILI. PIÙ RINNOVABILI E RISPARMIO NELLE FAMIGLIE E NELLE AZIENDE  
 
Lecce, 4 giugno 2012 - Ce ne siamo già accorti tutti: i costi per l’energia elettrica mese dopo mese sono diventati sempre più insostenibili per le famiglie italiane. La conferma viene dall’ultimo dossier di Legambiente secondo cui negli ultimi dieci anni vi sono stati aumenti pari a circa 177 euro. La colpa principale dei rincari è certamente dovuta alla pressoché totale dipendenza della nazione dalle fonti fossili le cui materie prime hanno registrato aumenti da record mentre sulla bilancia delle fonti di approvvigionamento energetico quelle rinnovabili pesano solo per il 13%. D’altronde essendo un Paese che non possiede giacimenti rilevanti di gas, petrolio e carbone, siamo costretti ad importarne ben il 97% della domanda. L’aumento dei costi d’importazione di fonti fossili e della loro trasformazione in energia elettrica è significativamente rappresentato in bolletta con un passaggio da 106,06 euro a 293,96 che segna quindi un + 187,36 euro a famiglia, e quindi una percentuale di rincaro pari al 177,2%. Notevolmente inferiore l’aumento dei costi relativi alle fonti pulite con una spesa annua in bolletta legata a quest’ultime pari a 67 euro, ossia il 13,1% del totale pagato mediamente dalle famiglie italiane che si assesta a 515 euro. Le ricette per tagliare i costi delle bollette sono sia di natura strutturale come ha tenuto a precisare la stessa associazione ambientalista che aggiunge Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” di natura personale o familiare. Ma venendo alle prime, lo Stato si deve impegnare in una seria politica di sviluppo delle vere rinnovabili. Una scelta definitiva e chiara che veda sostituire gradualmente le fossili con energia prodotta dal sole, vento, acqua e geotermia, permetterebbe di abbattere radicalmente l’importazione e la produzione delle prime. Legambiente ha parlato anche di biomasse, ma lo “Sportello dei Diritti” dissente da questa prospettiva perché si tratta di fonti che comunque producono delle combustioni inquinanti per l’ambiente e poi non sono delle vere e proprie rinnovabili. Un altro step di sistema è quello di eliminare alcune voci che contribuiscono a determinare il costo globale delle fatture: tra di esse una serie di oneri che siamo costretti a pagare tra gli oneri generali di sistema per la messa in sicurezza dei siti nucleari, per i regimi tariffari speciali alle Ferrovie, ma anche tutti i sussidi legati alle fonti assimiliate e quindi inceneritori e raffinerie. Un altro importantissimo passaggio che tarda ad arrivare è quello di garantire una seria concorrenza nel mercato elettrico. Ma è nelle case e nelle aziende che dovrebbe attuarsi un piano di risparmio energetico contro gli sprechi. Forme d’incentivazione generalizzate al risparmio potrebbero essere costituite da premi che si ritrovano in bolletta in caso di abbattimento dei consumi.  
   
   
WORKSHOP SULLE RETI ELETTRICHE AUTONOME SICURE  
 
 Lione, 4 giugno 2012 - Il 10 settembre 2012 si terrà a Lione, in Francia, il "Workshop sulle reti elettriche autonome sicure" (Secure autonomous electric power grids workshop). I modelli di gestione dell´energia elettrica tradizionali dipendono fortemente da un´autorità centralizzata per determinare la generazione e riduzione del carico, senza alcun mezzo per i consumatori di influenzare il processo decisionale. La crescente dipendenza dalle fonti energetiche rinnovabili annulla il paradigma attualmente dominante per l´energia elettrica secondo il quale "l´offerta segue la domanda", dal momento che la produzione di energia dal vento o da pannelli solari non è controllabile e solo parzialmente prevedibile. La situazione che ne deriva dipende intrinsecamente alla scoperta e dallo sfruttamento della flessibilità della domanda. Ciò crea la sfida di un sistema d´informazione decentrato per l´energia con un´intelligenza di sistema distribuita per la gestione e il controllo dell´energia elettrica. L´evento esaminerà come i sistemi autonomi auto-adattativi e auto-organizzanti possono essere progettati per la gestione e il controllo dell´energia nella futura rete intelligente che va dai sistemi nazionali o internazionali di trasporto ad alto voltaggio, ai sistemi locali di distribuzione a basso voltaggio. Per ulteriori informazioni, visitare: https://sites.Google.com/site/saepog/    
   
   
TONDO, CENTRALE IDRO FIERA UDINE, CRESCITA NELLA CONTINUITA´  
 
 Torreano di Martignacco, 4 giugno 2012 - La realizzazione della nuova centrale idroelettrica del Cormor, nel quartiere fieristico udinese, rappresenta un ulteriore tassello nel mosaico delle capacità e delle potenzialità insite nel Friuli Venezia Giulia. Dimostra altresì le qualità che consentono di saper fare sinergia e di reagire, tipiche della nostra gente, che inducono la comunità regionale a poter guardare con ottimismo all´uscita da una difficile situazione. Questo il messaggio, nel contempo di speranza e di fiducia, che il presidente della Regione Renzo Tondo ha voluto trasmettere il 31 maggio in occasione dell´inaugurazione della nuova centrale idroelettrica realizzata accanto al sito ove, nel 1884, lungimiranti imprenditori realizzarono il primo impianto che assicurava energia al Cotonificio Udinese. Un esempio efficace, già due secoli fa, come ha detto in apertura degli interventi inaugurali il sindaco di Martignacco, Marco Zanor, di un´opera fondamentale in quello che si poteva definire sito antesignano delle cosiddette "smart city": un´industria tessile nel cui ambito venivano insediate tutte le strutture e le attività necessarie a chi vi operava: dalla chiesa alla scuola, ai servizi essenziali. Nel suo intervento, il presidente Tondo si è congratulato con i vertici di Udine e Gorizia Fiere, ed in particolare con l´ex presidente Sergio Zanirato, per avere avviato la progettazione della centrale, e con Luisa De Marco, l´attuale presidente, per avere portato a compimento un´opera che, ripagandosi nel volgere di pochi anni, consentirà al Consorzio Ledra Tagliamento (che l´ha realizzata assieme a Udine e Gorizia Fiere) di ricavare utili nel prossimo futuro. Secondo il presidente, l´esperienza imprenditoriale e ingegneristica della centrale del Cotonificio, avviata a fine 800, insegna come debbano essere sfruttate tutte le occasioni di ricchezza che offre il territorio. Tondo si è quindi richiamato alle scelte operate dalla Regione per superare l´attuale situazione economica. Tra queste, la realizzazione delle grandi opere, per concorrere a rimettere in moto anche l´economia locale e per creare condizioni ottimali di sviluppo per il sistema industriale, e la riforma della pubblica amministrazione, volta tra l´altro a consentire agli Enti territoriali locali di spendere al meglio le risorse a disposizione. Un "buon governo" della Regione sostenuto anche negoziando, ove necessario, con lo Stato, com´è accaduto per la realizzazione della terza corsia autostradale della A4, o mantenendo in capo alla Regione le competenze in materia di salute. E proprio sulla base dei significativi risultati sin qui ottenuti che per Tondo si fondano le richieste avanzate al Governo centrale per ottenere agevolazioni derivanti dalla fiscalità: si fondano sulla consapevolezza che, nel Friuli Venezia Giulia, giorno per giorno, viene confermata la capacità di governare un´"autonomia responsabile". La cerimonia inaugurale era stata aperta dalla presidente di Udine e Gorizia Fiere, Luisa De Marco, ed era proseguita con gli interventi del presidente del Consorzio Ledra Tagliamento, Dante Dentesano, dei sindaci di Martignacco e di Udine, Furio Honsell (il capoluogo friulano è socio di Udine e Gorizia Fiere), nonchè di Adino Ceccarelli, per la Camera di commercio di Udine, mentre il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, aveva anticipato la realizzazione di un orto botanico all´interno del compendio fieristico, ulteriore contributo alla vasta area verde della zona, alle porte della città. Le caratteristiche della nuova centrale sono state illustrate da Massimo Canali, direttore del Consorzio di bonifica: una portata d´acqua di 6,5 metri cubi al secondo per produrre 370 kw/h, ovvero 2 milioni di chilowatt/anno, pari al fabbisogno di 8 mila famiglie, consentendo un risparmio di 800 tonnellate di produzione di anidride carbonica l´anno.  
   
   
CENTRALE CERANO: SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO  
 
Bari, 4 giugno 2012 - “A seguito di un sopralluogo presso la centrale Enel Federico Ii di Cerano ho avuto modo di constatare che l´evento verificatosi questa mattina sul desolforizzatore del Gruppo 4 dell´impianto sia stato circoscritto grazie alla prontezza dell´intervento dei Vigili del Fuoco, già presenti in loco in occasione degli interventi di manutenzione sulla linea, e delle squadre di emergenza interne allo stabilimento”. Così l´Assessore Lorenzo Nicastro a seguito della visita all´impianto di Brindisi conseguente alla notizia dell´incendio divampato il 31 maggio. “Le unità lavorative che si stavano occupando della manutenzione programmata dell´impianto al momento dell´incidente si sono attenute ai piani di sicurezza interne e tutto pare abbia funzionato bene, scongiurando rischi alle persone. Ho avuto modo di constatare – prosegue Nicastro – come nel corso della mattinata, i lavori di manutenzione siano ripresi sulle altre aree della linea non interessate dall´incidente, mentre i Vigili del Fuoco hanno continuato ad operare sul desolforizzatore”. “Sembrerebbe quindi che, da quanto verificato, non vi sarebbero rischi per la matrice ambientale o per la sicurezza dell´impianto. Nonostante questo, ovviamente, l´azienda per sua parte e le strutture regionali, quelle tecniche dell´assessorato e l´Agenzia Regionale per l´Ambiente, continueranno a tenere sotto controllo l´area - conclude l´assessore - al fine di una maggiore tranquillità per tutti”.  
   
   
URBANISTICA, LIGURIA VERSO NUOVO PIANO TERRITORIALE FIRMATA INTESA CON LE QUATTRO PROVINCE  
 
Genova, 4 giugno 2012 - Nuovo passo avanti della Regione Liguria verso il varo del Piano Territoriale Regionale, un testo unico destinato a rinnovare profondamente la pianificazione del territorio, favorendo un minor consumo del suolo, per i prossimi dieci anni. Dopo l’approvazione del documento preliminare e la conclusione dei lavori della commissione mista fra Regione Liguria e Province liguri, in mattinata si è aperta la fase di redazione progettuale. Regione Liguria e le Province di Genova, La Spezia, Savona e La Spezia hanno sottoscritto un’intesa ad hoc. Una firma che sancisce una collaborazione molto forte e impegnativa con le Province sul nuovo Ptr regionale. A prescindere dal destino delle Province, la Regione Liguria ha voluto, su iniziativa del vicepresidente Marylin Fusco ha voluto dare valore al lavoro svolto dagli enti locali del territorio in questi anni attraverso i piani territoriali provinciali. La fase progettuale, sarà curata anch’essa da Regione Liguria insieme con le Province ed è stata illustrata dalla vicepresidente e assessore alla Pianificazione Territoriale e Urbanistica della Regione Liguria Marylin Fusco. L’intesa sottoscritta nella sede di De Ferrari con le Amministrazioni Provinciali servirà ad affrontare le situazioni più delicate e complesse del territorio fra cui le quattro macroaree Città delle Bormide e la piana di Vado Ligure con il sistema portuale, nel Savonese, la Valle Scrivia, nel Genovesato, la Val di Vara, in provincia della Spezia. Il Piano Territoriale individua diciassette “aree di concertazione” caratterizzate dalla dimensione sovracomunale e da rilevanti problemi e opportunità di sviluppo. Gli “schemi” delle varie zone dovranno fornire tutti gli elementi per offrire l’”armatura” su cui i Comuni potranno sviluppare i propri piani urbanistici.  
   
   
UN FESTIVAL PLURALE, CONTRO GLI SLOGAN VUOTI LA SETTIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DELL´ECONOMIA INAUGURATA A TRENTO  
 
 Trento, 4 giugno 2012 - Un minuto di silenzio, in vicinanza e solidarietà con le popolazioni dell´Emilia, del Veneto e della Lombardia colpite dal terremoto e la lettura del messaggio di apprezzamento inviato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E´ iniziata così, il 31 maggio nella Sala Depero della Provincia, a Trento, la cerimonia di inaugurazione della settima edizione del Festival dell´Economia. "La solidarietà è parte del Dna del Trentino e dunque del Festival - ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai - e non potevamo aprire questo momento di confronto e democrazia se non con un ricordo della tragedia che sta interessando terre a noi vicine". Nell´augurare "buon festival" a tutti, il presidente Dellai ha indicato come "decisione indovinata quella di aver scelto i giovani come tema di questa edizione, giovani da un lato fonte di preoccupazione, dal punto di vista del lavoro e della piena fruizione dei diritti di cittadinanza, ma anche comunità di speranza, visto che da loro ci aspettiamo energia per riprendere il cammino". "Mai come oggi - ha proseguito Dellai - abbiamo bisogno di antidoti contro la paura e i rischi di regressione culturale, contro lo snaturamento del valore della democrazia. Abbiamo bisogno di parole di verità, perché abbiamo visto dove ci hanno portato gli illusionisti della parola, e poi abbiamo bisogno di carità, ovvero di umiltà. Come sempre ci muoviamo in questa linea, il nostro Festival rimarrà plurale dal punto di vista del pensiero perché nasce contro gli slogan vuoti, contro le ipocrisie, contro le isterie collettive. Quindi a chi annuncia legittime contestazioni e proteste, diciamo che il buonsenso e il dialogo sono la strada maestra, ma ribadiamo anche il diritto alla piena democrazia del Festival, nel rispetto della cultura delle regole, perché Trento e il Trentino sono terra di civiltà e di osservanza delle regole. Infine, questo festival vuole essere un piccolo contributo alla capacità del nostro Paese di riprendere il cammino. Zaino in spalla, diremmo noi montanari, il che vuol dire anche stare in cordata, perché in montagna non si va da soli e dunque ritrovare il cammino è stare dietro capi cordata di cui ci si fida". Ha poi preso la parola il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, ricordando come oggi in Italia "ci sia rischio povertà per i bambini, il tasso di fecondità più basso d´Europa e il più alto numero di famiglie con un figlio solo, anche se in Trentino va un po´ meglio. Abbiamo la classe dirigente più vecchia d´Europa, i più anziani del mondo industrializzato, e un quarto dei nostri professori ha più di 60 anni, quando in Francia è solo solo il 10%. Ecco, mi auguro che il Festival sia uno stimolo per tutti, per chi ha responsabilità di governo ma anche per i cittadini". Davide Bassi, rettore dell´Università degli Studi di Trento, ha evidenziato come il tema di questo festival è "di grandissima rilevanza anche se poco affrontato in Italia. Tutta l´Europa, soprattutto quella del sud, è infatti davanti ad un problema demografico che è una bomba a miccia corta. Siamo preoccupati della crisi economica, energetica, ma l´unica cosa che mancherà saranno gli studenti, con il crollo demografico. Il tutto accompagnato da un aumento della vita media che metterà in crisi le finanze pubbliche. Oggi è paradossale che paralizzati dalla crisi economica, con uno dei dati più eclatanti che riguarda la disoccupazione giovanile, non si riesca a dare loro prospettive. Le giovani coppie non fanno figli e fra vent´anni non ci saranno abbastanza giovani per sostenere la nostra struttura sociale". Tito Boeri, responsabile scientifico del Festival, è tornato all´inizio di "questa avventura, sette anni fa, quando l´economia italiana veniva da lunghi anni di stagnazione. Il mercato del lavoro non si è mai liberato della disoccupazione, che oggi tocca oltre due milioni e mezzo di persone. C´è una pressione fiscale elevatissima, che strangola le imprese, la situazione è più pesante di quello del 2008 - 2009, vi è un disagio diffuso. Per questo abbiamo guardato a due classi coinvolte in questo nostro festival: i giovani che sono quattro volte più disoccupati e dove gli eccessi raggiunti in Italia sono patologici e quelli che sono andati in pensione e oggi si trovano di fronte a patrimoni che sono tassati e che hanno perso valore. Di queste generazioni parleremo molto al Festival e ci occuperemo dei loro problemi, perché il nostro approccio sarà sempre quello di fare diagnosi e cercare di capire le risposte: dunque le parole chiave saranno bamboccioni e debito sovrano, ma ci sarà anche spazio all´innovazione". Giampaolo Pedrotti, capo ufficio stampa della Provincia, che ha coordinato l´inaugurazione e che in apertura aveva ricordato come ci si prepari a questi giorni di "crescita e confronto con animo certamente triste, se solo pensiamo che nel giorno in cui il Festival era a Bari, poche settimane fa, a pochi chilometri di distanza una giovane ragazza cadeva vittima di un attentato", ha poi sottolineato l´apporto della macchina organizzativa e dei volontari e il ruolo dei promotori (Provincia, Comune e Università di Trento), della progettazione (editori Laterza), la collaborazione del Comune di Rovereto e del Gruppo 24 Ore, il partner Intesa San Paolo e gli sponsor Dolomiti energia, Fiat e Vodafone. Ed è toccato proprio a Gregorio De Felice, chief economist di Intesa San Paolo, proseguire gli interventi dell´inaugurazione: ha espresso "apprezzamento per scelta del tema che rappresenta oggi il cuore della politica economica di questo Paese con la disoccupazione giovanile salita al 36% che si intreccia con la crisi del debito sovrano. In realtà i problemi di oggi sono nati negli anni ´70 e ´80, quando il rapporto fra debito e pil era al 40%. La crescita del pil degli anni ´70 e ´80 era una crescita drogata e rubata alle generazioni di oggi e non è giusto scaricare su questa generazione gli errori del passato. Di qui una proposta: togliere tasse alle imprese che assumono". Armando Massarenti, responsabile del supplemento culturale Il Sole-24 Ore Domenica, ha rimarcato come la collaborazione del quotidiano economico riguarderà quest´anno soprattutto la cultura. "Abbiamo lanciato un grande dibattito con il manifesto per la costituente della cultura, cercheremo di discuterne anche a Trento perché davvero, come abbiamo indicato nel titolo della nostra proposta, niente cultura significa niente sviluppo". Infine l´editore Giuseppe Laterza: "Conoscere la realtà aiuta ad affrontarla, non abbiamo fatto abbastanza per diffondere la conoscenza del mondo che ci circonda e in particolare dei meccanismi che regolano l´economia, la gente non ha valutato i rischi collettivi e individuali delle azioni che commette. Ecco dunque che questo Festival ribadisce il suo ruolo: essere nato come iniziativa qualificata e libera per diffondere conoscenza, con uno sguardo che non è mai locale, senza passerelle di star, ospitando persone che abbiano qualcosa da dire. Un solo dato, di cui va dato merito al responsabile scientifico: quello di Trento e Rovereto è il festival con il maggiore turnover dei relatori, quasi l´80% ogni anno è qui per la prima volta. È una scommessa contro tendenza, cerchiamo di sollecitare l´intelligenza critica".  
   
   
FESTIVAL DELL´ECONOMIA, L´APPREZZAMENTO DEL PRESIDENTE GIORGIO NAPOLITANO  
 
Trento, 4 giugno 2012 - Durante l´inaugurazione del Festival dell´Economia il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, ha dato lettura del messaggio fatto pervenire dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Questo il testo: "In occasione della settima edizione del Festival dell´Economia di Trento desidero rivolgere un vivo apprezzamento a tutti i promotori ed organizzatori dell´iniziativa. La complessità dei problemi che caratterizzano l´attuale fase della vita economica e sociale del Paese rende particolarmente importante la disponibilità di sedi qualificate di confronto, aperte all´apporto di opinioni ed esperienze internazionali e volte a sollecitare la più ampia partecipazione dei cittadini, promuovendo una migliore conoscenza dei principi dell´economia e della finanza. Il tema di questa edizione, dedicata a "cicli di vita e rapporti tra generazioni", individua in particolare uno snodo fondamentale per la costituzione di un equilibrato e solidale rapporto tra le generazioni che possa offrire nuove e migliori opportunità per i giovani e, insieme, attenzione ai problemi legati all´aumento della durata della vita. In questo spirito invio a lei, illustre Presidente, agli organizzatori, ai relatori ed a tutti i partecipanti un saluto cordiale e un augurio per la migliore riuscita della manifestazione".  
   
   
PRIMAVERA ARABA, RIVOLUZIONE "MANZONIANA"  
 
Trento, 4 giugno 2012 - Giovani, disperati, affamati e non "solo" di cibo, ma anche di dignità. Sono questi i protagonisti della primavera araba che Domenico Quirico, giornalista de “La Stampa”, ha incontrato e conosciuto in Maghreb. La sua esperienza di inviato nel Nordafrica delle rivoluzioni popolari é raccolta nel libro “Primavera araba. Le rivoluzioni dall´altra parte del mare”, da cui ha preso spunto l´incontro che si é svolto il 2 giugno pomeriggio nella sala conferenze della Fondazione Bruno Kessler nell´ambito del Festival dell´Economia. Ad introdurre Domenico Quirico é stato Vittorio Giacopini, giornalista di Rai3 e Tmnews. Il libro di Quirico, ha detto Giacopini, ha la particolarità di raccontare la storia e i fatti in tempo reale, mentre stanno accadendo, con un occhio attento al rapporto fra quanto avveniva nelle piazze e i governi al di là del Mediterraneo; é una testimonianza che ha la capacità di sfatare molti luoghi comuni sulla primavera araba, una rivoluzione giovane ma che affonda le radici in un desiderio di forte cambiamento avvertito sin dai padri e dai nonni dei ragazzi che poi sono scesi in piazza. E il principale luogo comune che Quirico ha voluto sfatare é quello che vede nel web - e in particolare nei social network – un potente veicolo di coinvolgimento della gente scesa nelle piazze. Le persone che hanno fatto la rivoluzione ad esempio in Tunisia, ha affermato Quirico, erano ragazzi delle periferie, i senza tetto delle parti più disperate del paese, dove non c´era internet e nemmeno la corrente. Una parte del mondo dove i due gesti più semplici, aprire un rubinetto e schiacciare un interruttore sono un vero e proprio miracolo. A portare i ragazzi in piazza sono state la fame e la disperazione, che hanno generato nel popolo una rabbia che si è tradotta in un “assalto ai forni” manzoniano. La rivoluzione quindi non é nata dal contagio del web, ma si é sviluppata da questa disperazione. Mancava una élite, mancavano dei “registi della piazza”, mancavano dei leader che non erano certi i blogger. La primavera araba, ha aggiunto il giornalista de “La Stampa”, l´hanno avviata i giovani che non avevano niente e che non avevano futuro nell´economia globalizzata. E quale é stato l´atteggiamento dei governi occidentali con quanto accaduto oltremare? Le economie occidentali, ha affermato Quirico, hanno fatto affari d´oro con i regimi del Maghreb, che secondo il giornalista de “La Stampa” tenevano pure a bada gli estremismi religiosi e l´immigrazione. E in tema di immigrazione, secondo Quirico uno dei capitoli fondamentali delle rivoluzioni arabe é stata proprio l´immigrazione tunisina in Europa. I ragazzi giunti qui - ha detto - erano i protagonisti della rivoluzione che come primo gesto dopo la vittoria hanno fatto una cosa apparentemente senza senso: salire su un barcone e venire in Europa. Sono venuti per vedere il mostro modello di democrazia, per capire come funziona la nostra realtà. Non cercavano fortuna da noi, sapevano bene che avrebbero incontrato delle chiusure. E noi, ha affermato Quirico, abbiamo detto no, andate via, non disturbate il nostro sogno. Questo atteggiamento ha riguardato l´Europa e non solo l´Italia, ma dobbiamo sapere, ha aggiunto il giornalista, che questi ragazzi giunti in Europa saranno la classe dirigente dei loro paesi; quando saranno al potere si ricorderanno di come sono stati accolti. A margine della sua testimonianza, Quirico ha voluto anche spiegare cosa lo ha spinto e lo spinge ancora a rischiare la vita in paesi teatro di guerra o di rivoluzioni, dopo aver provato, tra l´altro, la drammatica esperienza di un rapimento in Libia nel quale la sua vita é stata appesa a un filo. Questo mestiere - ha detto Quirico - avrà un senso e una legittimità fino a quando un giornalista andrà dove qualcuno soffre, per raccontare queste sofferenze e le persone che le provano.  
   
   
FARE IMPRESA IN TRENTINO CONVIENE. ECCO LA GUIDA  
 
Trento, 4 giugno 2012 - Vuoi aprire un’impresa in Trentino? Puoi contare su un contributo fino al 30 per cento per gli investimenti fissi, sulla riduzione dell’Irap dal 3,9 allo 0,9 per cento, ma anche su pagamenti veloci da parte della pubblica amministrazione e su interventi di sistema di prim’ordine: dai poli tecnologici delle green tech e della meccatronica, fino agli 800 chilometri di fibra ottica della rete a banda larga. Nei giorni del Festival dell’Economia, che attrae da tutto il mondo migliaia di imprenditori, investitori ed operatori del settore, la Provincia autonoma di Trento presenta “Fare impresa in Trentino”, un agile vademecum realizzato in collaborazione con Trentino Sviluppo ed Apiae che raccoglie in modo chiaro e sintetico le diverse opportunità ed agevolazioni agli investimenti. Quaranta pagine in stile “quaderno” per uno strumento operativo pensato per chi sta valutando la possibilità di investire in Trentino ma molto utile anche per le imprese già operanti sul territorio. Partendo dalle opportunità geografiche ed ambientali, che posizionano il Trentino ai primissimi posti in Italia per benessere e qualità della vita, con un Pil pro capite superiore del 22% rispetto alla media europea, si passa ad illustrare i diversi incentivi a favore delle imprese. Dalla ricerca applicata (in media le spese di ricerca delle aziende vengono finanziate per oltre il 50%, con punte che possono arrivare all’80% e fino a 3 milioni di euro a progetto) agli investimenti fissi aziendali (2 mila le imprese incentivate ogni anno nei vari settori economici, per un investimento medio di circa 200 mila euro), passando per il sostegno alle imprese avviate da giovani o donne (copertura del 50% dei costi di avviamento), l’incentivazione di consorzi e reti d’impresa (45% di contributo medio sui servizi alle imprese), l’aiuto all’internazionalizzazione (fino al 70% per fiere, 50% per progetti di marketing internazionale). Spazio anche alle facilitazioni per l’accesso al credito, alle diverse agevolazioni fiscali (riduzione dell’Irap di 3 punti percentuali, Ipt sugli autoveicoli fissa a 151 euro), alla celerità nei pagamenti da parte degli enti pubblici (l’86% dei 5 miliari di euro di pagamenti del 2011 è stato effettuato in un tempo medio di 10 giorni) e agli incentivi all’occupazione e alla formazione del personale (fino a 3 mila euro ad occupato). Importanti anche gli interventi di sistema, attuati dalla Provincia tramite Trentino Sviluppo (1 miliardo di euro di patrimonio gestito), l’apprestamento di spazi ed aree produttive (con prezzo ridotto del 40% in media rispetto ai valori correnti) e con due grandi scommesse già avviate, quali Progetto Manifattura (108 milioni di investimenti per il polo delle green tech) e il Polo della Meccatronica di Rovereto (previsti investimenti per 85 milioni di euro). Chiudono la pubblicazione l’eccellenza del sistema trentino della ricerca e dell’innovazione e l’importanza della domanda pubblica, che alimenta investimenti pro-capite di 2-3 volte superiori rispetto alla media nazionale. “Fare impresa in Trentino”, distribuita gratuitamente durante il Festival dell’Economia, può essere richiesta anche presso il Dipartimento Industria ed Artigianato della Provincia autonoma di Trento o a Trentino Sviluppo.  
   
   
CINA: UN QUARTO DELLE AZIENDE EUROPEE PENSA DI SPOSTARE I PROPRI INVESTIMENTI AD ALTRI PAESI IN VIA DI SVILUPPO  
 
Lecce, 4 giugno 2012 - Quasi un quarto delle aziende europee presenti in Cina, sta valutando la possibilità di trasferire la produzione in altri paesi per via delle pressioni crescenti legate all´aumento del costo del lavoro e al peggioramento normativo. È quanto è emerso dall´indagine della Camera di commercio europea a Pechino sulla "Business Confidence" condotta a febbraio e dallo studio Roland Berger. Il 22% dei 557 intervistati ha espresso la possibilità di trasferire i propri investimenti in altre economie in via di sviluppo, come quelle in Sud-est Asiatico e in Sud America anche se il paese asiatico resta un fondamentale polo d´attrazione. Non ci troviamo più di fronte alla Cina umiliata e sottomessa della seconda metà dell´800, la stessa che "permetteva" alle potenze straniere di fare il bello ed il cattivo tempo nel Paese di Mezzo tramite l´installazione di banche e società d´affari su interi quartieri cinesi. D´altronde, come ha spiegato in un´intervista a Bloomberg , Eswar Prasad, economista della Brookings Institution ed ex capo dipartimento per la Cina del Fondo monetario internazionale, "il rallentamento della Cina può avere ripercussioni per il resto del mondo, ma soprattutto la crisi dell´Europa sta incidendo sulla Cina". Ma per Davide Cucino, presidente della Camera di Commercio dell´Unione Europea a Pechino, non è detto "che la diminuzione degli investimenti diretti dall´Europa sia completamente legato alla crisi" dell´Eurozona. Nel 2011 il salario medio dei lavoratori cinesi urbani impiegati in "aziende non private", è cresciuto in media dell´8,5%, mentre quello dei dipendenti di aziende private è aumentato del 12,3%. Soprattutto all´altissimo turn-over del personale cinese che difficilmente si lega ad un´azienda, visto che è pronto a lasciarla per un aumento di 10 euro. Ci sono circa 1500 aziende italiane in Cina, di cui addirittura più di mille (l´80%) nella sola circoscrizione consolare di Shanghai, comprendente però pure le province dello Zhejiang, Anhui e Jiangsu. Secondo Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” pesano non solo le condizioni normative ma anche elementi legati alla situazione ambientale come la discriminazione a vantaggio delle società cinesi.  
   
   
PARMA, GIOVANI E LAVORO: INCENTIVI PER LE IMPRESE A FAVORE DELLE AZIENDE CHE ASSUMONO O STABILIZZANO PERSONE DAI 18 AI 34 ANNI. DOMANDE IN PROVINCIA  
 
Parma, 5 giugno 2012 – Puntano al rafforzamento del binomio giovani-lavoro le agevolazioni alle imprese recentemente approvate dalla Regione Emilia-romagna, gestite per il nostro territorio dalla Provincia di Parma. Alle aziende andranno incentivi per l’inserimento lavorativo e la stabilizzazione di persone dai 18 ai 34 anni: in particolare per l’assunzione o la trasformazione di altre forme contrattuali in contratti a tempo indeterminato. L’iniziativa riguarda giovani disoccupati, inoccupati o “discontinui” (cioè che nei 36 mesi precedenti la stabilizzazione abbiano percepito un reddito lordo da lavoro non superiore a 35mila euro e che per almeno 18 mesi dei 36 precedenti siano o siano stati occupati con contratti diversi dal tempo indeterminato). L’incentivo per l’assunzione è di 7mila euro per gli uomini e di 8mila euro per le donne. Per la trasformazione di altre forme contrattuali, invece, varia a seconda che il contratto di provenienza sia o no di apprendistato. “Misure come questa danno un grande contributo allo sviluppo: perché sostengono una buona occupazione, e un buon lavoro, per i giovani contro la disoccupazione e il precariato – spiega l’assessore provinciale alla Formazione professionale e alle Politiche del lavoro Manuela Amoretti - e perché assumere i giovani in modo stabile, e quindi investire su di loro, dà un impulso forte alla crescita e la rende a sua volta più solida”. Gli incentivi saranno graduati, e premi maggiori andranno alle aziende che non hanno licenziato nei tre anni precedenti al 31 dicembre 2011. Gli incentivi saranno inoltre attribuiti a condizione che la retribuzione assicurata al lavoratore superi 15mila euro annui lordi. L’impresa dovrà mantenere il contratto di lavoro per almeno 3 anni e non ricorrere, per lo stesso periodo, ad ammortizzatori sociali per i lavoratori assunti o trasformati, pena la revoca. Dei contributi possono beneficiare le imprese e i loro consorzi; le associazioni, le fondazioni e i loro consorzi; le cooperative e i loro consorzi; i soggetti che esercitano le libere professioni in forma individuale, associata o societaria. Le richieste di incentivo per le assunzioni e le trasformazioni contrattuali realizzate a Parma e nel Parmense dovranno essere presentate alla Provincia di Parma entro le 12 del 31 gennaio 2013. Sulla pagina del Portale lavoro della Provincia ( www.Lavoro.parma.it ) si possono trovare le disposizioni regionali attuative, la modulistica e i riferimenti per la presentazione delle domande. Per informazioni: Dr.ssa Maddalena Costella, Servizio Formazione Professionale e Politiche attive del Lavoro, Provincia di Parma, tel. 0521 931 742 (753-754) - e-mail m.Costella@provincia.parma.it    
   
   
PUGLIA, TRASFERIMENTO IMPRESE DAI CENTRI URBANI IN ZONE INDUSTRIALI: PRESENTAZIONE BANDO  
 
Bari, 4 giugno 2012 - La vicepresidente Loredana Capone e l’assessore al Welfare, Elena Gentile, hanno presentato il 31 maggio insieme al presidente Vendola il bando per gli incentivi per la riduzione del numero delle imprese manifatturiere operanti nei centri abitati. All’indomani della tragedia di Barletta (3 ottobre 2011), quando 5 operaie persero la vita sotto le macerie del proprio laboratorio abusivo ricavato in un locale nel centro cittadino, la Regione si è interrogata su come trasferire nelle zone industriali le attività produttive e nel contempo far emergere dal “nero” imprese e lavoratori. E’ arrivato così il bando presentato oggi, che concede 150mila euro alle imprese (almeno 10) che si consorzino o si mettano in rete presentando progetti per il trasferimento delle unità produttive esistenti dai centri urbani dei Comuni (con popolazione superiore a 40mila abitanti) verso agglomerati industriali o aree di insediamento produttivo (es. Zone Pip, zone industriali, ecc. Dove spesso ci sono capannoni vuoti o aree non sfruttate). La misura agevola anche le nuove piccole imprese (emersione dal nero). Potranno candidarsi infatti le imprese non del tutto in regola, che però dovranno aver regolarizzato tutto entro la chiusura dell’istruttoria. Oltre ai 150mila euro previsti per singola impresa, ciascun consorzio potrà usufruire di 200mila euro. I progetti integrati tra di loro, con diversi piani di investimento, non potranno ottenere più di 4milioni di euro. Per ora a disposizione ci sono 10 milioni di euro in totale ma la somma potrebbe essere incrementata monitorando le domande. La misura premia le imprese che decidano di sistemarsi in immobili già esistenti da almeno due anni, quelle che acquisiscono servizi per l’ottenimento delle certificazioni ambientali e le imprese partecipate da donne e quelle in cooperativa. “Il bando – ha spiegato l’assessore Gentile – rappresenta lo sforzo della Regione per cercare di mettere in sicurezza le persone e le donne dopo il crollo di Barletta. Proprio quel maledetto 3 ottobre stavamo al Centro per l’impiego di Barletta a discutere sulla creazione di un centro per l’occupazione femminile, analizzando dati drammatici sul lavoro nero e sulla condizione femminile. Questa è la risposta più bella e emozionata ad un lutto. Ripartiamo per ripensarci e riproporci con le capacità di una Regione che fa della prevenzione la base delle proprie politiche, in modo da aiutare soprattutto le donne a realizzare i propri progetti di vita”. La vicepresidente Capone ha spiegato anch’essa le origini del bando “che risalgono al tragico incidente sul lavoro. Abbiamo accompagnato il percorso del regolamento per studiare come prevenire stragi come quella di ottobre scorso. Le piccole officine che operano in ambienti inidonei dei centri cittadini sono pericolose e il nostro fasonismo (i laboratori contoterzisti per le ditte di moda) spesso hanno un’alta intensità di lavoro ma poca impresa. Il regolamento di oggi rimedia almeno in parte, favorendo il trasferimento in aree meno a rischio, favorendo lo sfruttamento di edifici nuovi non utilizzati e aiutando le imprese a innovare macchinari, processi di produzione e a consorziarsi. E’ un bando veloce, sburocratizzato, a sportello, con il sistema agile “de minimis”, studiato sul campo con le imprese e le istituzioni locali e realizzato con Puglia Sviluppo (presente oggi in conferenza stampa Andrea Vernaleone, della società regionale ‘in house’)”. L’assessore Gentile ha aggiunto che il bando “è nato proprio grazie all’approfondimento sul campo con i piccoli imprenditori, che hanno bisogno di mezzi per stare sul mercato che tende a metterli fuori gioco. A Barletta speriamo che si possa realizzare ad esempio un distretto degli abiti di sicurezza, visto che una gran parte di calzature di sicurezza per gli operai proviene da lì”.  
   
   
IL TABU’ DELLA CRESCITA E LE SFIDE DI UNO STILE DI VITA PIU’ SOSTENIBILE  
 
Trento, 4 giugno 2012 - Sala della Fondazione Caritro stracolma per il confronto proposto dal Festival dell´Economia insieme all’Associazione di promozione sociale Trentino Arcobaleno sul tema “Economia della crescita, economa della sufficienza. Quale modello può garantire un futuro alla generazione che viene?” Un interrogativo sul quale più che fornire risposte dirette si sono confrontati Paolo Manasse, docente di Economia politica all’Università di Bologna, e Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market e professore di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna dove è preside della Facoltà di Agraria. Due modi di vedere l’economia quelli di Manasse e di Segrè, l’uno se vogliamo secondo schemi più classici, l’altro più vicino a possibili strade nuove per un’economia più a misura d’uomo. La logica della crescita e del debito ci ha portato infatti a una crisi economica e ambientale profonda e a disuguaglianze sociali per molti non più tollerabili. Questa considerazione pone anche l’interrogativo sulle capacità dell’economia legata al verbo della crescita di farci uscire da questa situazione. Sempre più voci si levano in favore di chi chiede nuove risposte e un cambiamento di rotta deciso verso uno stile di vita più sostenibile e responsabile. Sempre più si vanno delineando due idee di economia che si sono confrontate in un dibattito ricco di spunti per ridisegnare i contorni di una possibile nuova idea di società. “Questo è un momento adatto per cercare nuove soluzioni – ha iniziato il 2 giugno Andrea Segrè - perché questo è un periodo di crisi della crescita economica e quindi appare chiaro che sia anche quello più propizio a chi si pone interrogativi profondi sulle disuguaglianze sempre più profonde pur senza parlare esplicitamente di decrescita”. Al presidente di Last Minute Market è caro il tema dello spreco di risorse, a partire da quelle legate al cibo ma non solo: “Un problema che non viene quasi mai posto - ha sottolineato Andrea Segrè – è quello del debito ecologico: noi usiamo le risorse naturali quasi fossero infinite ma non è cosi.”. L’idea di Segrè non è quella di tornare ad una società arcaica e fuori dal tempo ma di pensare ad un economia sostenibile, un economia in grado di dare quelle risposte alla crisi che non stanno assolutamente arrivando e senza le quali si rischia di superare il punto di non ritorno. Quella di Segrè, autore di un libro come “Basta il giusto”, è la visione di una società della sufficienza in grado di legarsi ad un nuovo mondo fondato sulla coscienza dei limiti naturali e umani, governato da una rivoluzionaria “ecologia economica” e vissuto -finalmente- da un homo civicus che pratica uno stile di vita sostenibile e responsabile. Paolo Manasse nel suo intervento ha voluto delineare con chiarezza che cosa significhi la parola crescita per gli economisti: “Credo sia sbagliato legare la parola crescita al consumismo e di conseguenza al debito, agli sprechi e di default alla distruzione ambientale. Ma la crescita invece si lega all’occupazione, al capitale e alla produttività: quindi di fatto non si cresce quando si consuma ma quando si risparmia e si punta su innovazione e nuove tecnologie”, Per questo secondo il docente di Economia politica all’Università di Bologna: “Il debito fa male alla crescita e viceversa e si cresce se si è efficienti e non si sprecano le risorse; senza dimenticare che più crescita significa meno disuguaglianza e meno crescita significa anche assenza di mobilità sociale come accade in Italia”. Proprio il nostro Paese è un esempio da anni di bassa crescita e di mancanza di progresso tecnologico e di innovazione. Manasse ha parlato anche del Pil (Prodotto Interno Lordo) che “pur con tutte le sue imperfezioni ha nei suoi indicatori molti degli elementi necessari per valutare lo stato di salute una società e di una nazione. Questo però non significa che non si possa affiancare al Pil anche nuovi indicatori nazionali di benessere”.  
   
   
FVG - PRESENTATO FRIULI FUTURE FORUM ALLA TRIENNALE DI MILANO  
 
 Milano, 4 giugno 2012 - Il futuro? Quello del Friuli è “fatto a mano”. Inventato, disegnato, plasmato, fabbricato dal movimento quotidiano e tenace delle mani dei friulani, imprenditori, lavoratori, studenti, ricercatori, sportivi, creativi, pensatori… È così che Friuli Future Forum, progetto di promozione e comunicazione in divenire della Camera di Commercio di Udine, spalanca le porte, anche con il supporto della Fondazione Crup, su un percorso più ampio e su un palcoscenico originale e prestigioso, grazie a un evento che per 10 giorni, dal 7 al 17 giugno, animerà la Curva B del Museo della Triennale. L’obiettivo è quello di invitare le persone a entrare – Enter è infatti la parola-chiave, l’invito a fare parte –, ad ascoltare, dialogare, imparare ed esporre, «a partecipare a questa riflessione sul futuro che abbiamo voluto mettere in moto a Udine dalla fine 2010 – spiega il presidente Cciaa Giovanni Da Pozzo – in uno dei momenti economici più complessi della storia. Un momento che dura tuttora, con contorni profondamente incerti, e che proprio per la sua complessità ha più bisogno di spazi e tempi di valutazione, progettazione e ri-creazione, per far ripartire una crescita nuova, una rinascita». L’allestimento, pensato per la Triennale da Lorenzo De Rita, ideatore dell’itinerario Friuli Future Forum, prevede la ricostruzione negli spazi milanesi di una delle “stanze”, ossia dei luoghi di dialogo del Forum stesso, disegnate dall’architetto olandese Anne Holtrop. I segni, finora visibili solo sui progetti e sul sito web www.Friulifutureforum.com  prenderanno corpo, grazie a una ricostruzione fisica d’ impatto. L’ingresso alla Curva B prevede il pagamento di una “tassa” di ingresso speciale: non è in denaro, ma in idee. Quindi, chi vorrà premere il tasto “Enter” per prendere parte a questa Triennale friulana, dovrà farlo pensando, scrivendo e consegnando all’entrata la sua idea di futuro fatto a mano. La stessa cosa accadrà nel sito internet, che si evolverà e sarà online in veste rinnovata proprio in occasione della Triennale, aggiungendo all’agroalimentare altri argomenti di riflessione, che richiamano settori rappresentativi dell’economia: dunque, oltre alla già nota Food and Drink room e alla stanza in cui si racconterà l’evento in Triennale, ci saranno Design Room, Sustainability Room, Machinery Room e Guest Room, aperte ad ulteriori prossime implementazioni. Si dà così seguito alla proposta di lanciare il meglio del Friuli che c’è e ci sarà in questo contesto singolare, idea lanciata da Davide Rampello (e subito condivisa dalla Cciaa) che lo scorso anno è stato tra i cinque relatori d’eccezione a Ciboduemilaventi, il primo evento organizzato da Friuli Future Forum e dedicato al futuro dell’agroalimentare, tema che il progetto ha voluto affrontare per cominciare la sua strada.  
   
   
ACCORDO ANIMA - IPACK IMA PER PRESIDIARE I MERCATI ESTERI  
 
Milano, 31 maggio 2012 - È stato siglato presso la sede della Federazione Anima di Confindustria l’accordo operativo tra Anima, la Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia ed Affine, e Ipack-ima Spa, il più importante organizzatore fieristico italiano nel campo della meccanica strumentale per il packaging e il processo, per la realizzazione di iniziative comuni sul fronte dell’internazionalizzazione. Una sfida che unisce rappresentanza imprenditoriale e organizzatori di fiere a ripensare nuovi modelli di business mettendo al centro le esigenze delle aziende, associate Anima ed espositrici in Fiera, in questo caso, per essere sempre di più partner globali assieme alle imprese. “Rappresentiamo 43 miliardi di fatturato aggregato di cui più del 53% proviene dai mercati esteri, per noi meccanici internazionalizzare non è più una scelta, significa sopravvivere considerata l’inconsistenza del mercato nazionale rispetto alla capacità produttiva potenziale della nostra manifattura” – afferma Sandro Bonomi, Presidente di Anima. – “L’accordo siglato, il primo di questo tipo ma non l’ultimo, si integra perfettamente nel percorso avviato dalla Federazione Anima già da qualche anno che ha come obiettivo quello di supportare le aziende della manifattura meccanica mettendo a loro disposizione competenze e know how specifici, settore per settore, attraverso strumenti semplici, concreti e immediatamente attivabili. Dal Progetto Dogana Facile, per la certificazione Aeo e il supporto sulle tematiche doganali, ad Ulisse per Anima, banca dati sui flussi di import-export suddivisa per codici Ateco, al Progetto Mecca-ru, per favorire lo scambio di know-how tra Italia e Siberia che avvieremo a fine giugno, fino all’attuale partnership con Ipack Ima Spa” – conclude Bonomi – “Le aziende hanno bisogno di sapere se ha senso approcciare un nuovo mercato prima di effettuare qualunque tipo di investimento, anche solo quello in risorse umane dedicate allo studio e all’analisi di fattibilità, passaggi necessari ma non sempre realizzati, in occasione di progetti impegnativi come quelli che vedono le aziende affacciarsi sui mercati esteri”. “Questo accordo siglato con la federazione Anima è un esempio virtuoso di collaborazione fra le associazioni di categoria e gli organizzatori di fiere” - dichiara Guido Corbella, amministratore delegato di Ipack-ima Spa – “E’ un modello intelligente di sinergia che premia i rispettivi punti di forza a tutto vantaggio delle imprese. I soci di Anima, infatti, sono anche i nostri espositori. Con l’accordo siglato, quindi, si darà continuità all’azione di promozione e di supporto alle imprese per le loro strategie di internazionalizzazione, al di là dei giorni di fiera. La politica e la strategia di Ipack-ima Spa è infatti quella di porsi come partner dell’espositore per supportarlo nelle problematiche promozionali e non solo come mero organizzatore fieristico. Quindi – conclude Corbella – “l’accordo siglato con la Federazione Anima è perfettamente conseguente a questa visione strategica”.  
   
   
IL PREMIO NOBEL ERIC MASKIN: PERCHÉ TENDIAMO A PROCRASTINARE?  
 
Trento, 4 giugno 2012 - In una sala Depero gremita, come sempre nel corso di questo Festival dell´Economia, si è tenuto l’incontro con il Premio Nobel Eric Maskin. Al centro dell’attenzione una domanda: perché tendiamo a procrastinare? Se in apparenza la questione può sembrare di poco conto, Eric Maskin ha fatto notare come il fallimento della volontà in realtà sia un fenomeno diffuso con implicazioni a livello aggregato estremamente importanti. Secondo lo studioso c’è una causa genetica alla base della decisione umana di rinviare le azioni. Durante l’incontro il Premio Nobel ha spiegato come la psicologia evoluzionistica e lo studio del comportamento degli uccelli e degli esseri umani possono fornire una spiegazione di questi comportamenti. Maskin il 2 giugno ha cominciato l’incontro elogiando la città che lo ospita: “È un piacere essere qui a Trento in occasione del Festival dell’Economia, perché la città è fantastica, una cornice incantevole. Un’intera città dedicata all’economia: dovrebbe accadere più spesso!” . Ha introdotto l’incontro Sandro Brusco, docente presso il Dipartimento di Economia della Stony Brook University di New York, definendo Eric Maskin come “una di quelle persone che onorano il premio Nobel”. Nella sua prolusione, Busco ha sottolineato l’importanza del tema sul tappeto, perché due, in particolare, sono le questioni strettamente collegate all’azione del rinviare sine die: in primis, il fallimento di completare piani di risparmio capaci di garantire una felice vecchiaia. In secondo luogo un comportamento del genere, quando viene adottato dalla massa, comporta di sicuro dei problemi in termini economici. La procrastinazione, infatti, va ad interferire con il risparmio e la pianificazione di lungo termine: tutti siamo consapevoli che dobbiamo risparmiare per la nostra vecchiaia e per i figli, ma non lo facciamo. E questo può avere conseguenze disastrose. Attraverso esempi concreti di vita, come la scadenza della dichiarazione dei redditi, Eric Maskin ha spiegato come agisce concretamente l’azione del posticipare: “Quando pensiamo a un impegno gravoso che ci attende, come ad esempio compilare la dichiarazione dei redditi, quando s’avvicina la data di scadenza iniziamo a ignorare l’impegno che ci eravamo presi in misura sempre più crescente a mano a mano che ci avviciniamo alla data fatidica. Invece di farlo ora con sforzi minori, ignoriamo la gravosità dell’impegno stesso”. Di fronte a questo tipo di comportamento la società ha costruito dei meccanismi che costringono ad agire attuando comportamenti virtuosi. Ne sono esempi la tredicesima, presente solo in Italia, e i piani pensionistici. Sono tutti rimedi costruiti dalle istituzioni per rimediare alla tendenza umana al rimandare al futuro. Le buone intenzioni, fissate a gennaio, non vengono realizzate perché si presentano nel presente altre possibilità. Questo avviene perché con il passare dell’anno le persone scontano il futuro in maniera sempre crescente, ignorando sempre di più il futuro. Per fortuna a dicembre arriva la “tredicesima” a sistemare alme no momentaneamente alcune cose. Ma perché c’è questa tendenza universale a dare meno peso al futuro? Il premio Nobel ha fornito due risposte. In generale il futuro è incerto, e questa incertezza ci spinge ad optare per il vantaggio immediato. Una seconda spiegazione è legata invece al costo dell’attesa: c’è un costo in termini di energia e uno in termini di peso economico. L’altra variabile decisiva riguarda la perdita di opportunità. Se rimaniamo in attesa, siamo costretti a rinunciare ad altre occasioni che la vita ci offre. Ma il problema del procrastinare non interessa esclusivamente la natura umana. Esperimenti sugli uccelli hanno dimostrato che anche loro hanno la tendenza a rinviare le cose. Questione importante: l’andare in rosso con le carte di debito è l’illustrazione perfetta dell’azione del procrastinare, in quanto rinviamo il pagamento del dovuto. Le carte di credito hanno distrutto i conti di Natale. Se la procrastinazione è eccessiva, ha concluso Maskin, ci sarà la tendenza ad accumulare debiti sempre più ingenti. Questo è quello che è accaduto negli Stati Uniti e che provocato la crisi attuale. Cancellare la carta di credito potrebbe essere un modo per evitare di procrastinare ciò che dobbiamo. “La storia ci insegna che ci sono dei cicli – ha detto Maskin. – Possiamo imparare dal passato per non continuare a procrastinare”.  
   
   
RIUNITO IN REGIONE IL TAVOLO DI LAVORO SULLA BOLKESTEIN  
 
Ancona, 4 giugno 2012 - Si è riunito il 31 maggio nella sede della Regione il tavolo di lavoro sulla direttiva Bolkestein composto dalle associazioni di categoria Fiba-confesercenti, Cna, Assobalneari Marche-confindustria, Sib-confcommercio e dalla Regione Marche. Il tavolo ha terminato oggi il proprio lavoro istruttorio con la decisione condivisa di richiedere al Governo nazionale una più adeguata rappresentanza presso la Commissione europea della specificità dell’impresa balneare che opera in gran parte delle regioni italiane. L’invito al Governo italiano verrà sostenuto attraverso la stesura di una proposta di legge che aiuti ad uscire dalla normativa prevista dall’articolo 12 della Direttiva europea sui servizi. Questa proposta di legge sarà portata all’esame della stessa Conferenza delle Regioni. Le associazioni di categoria Fiba-confesercenti, Cna, Assobalneari, Sib-confcommercio, avvieranno contemporaneamente la sottoscrizione di una proposta di legge di iniziativa popolare di analogo contenuto. Le associazioni di categoria e la Regione Marche continueranno questa modalità di lavoro molto intenso e proficuo che si è sviluppato in numerosi incontri per studiare le soluzioni più efficaci al problema delle concessioni demaniali per le imprese balneari, pur comprendendo la grande difficoltà che questo comporta.  
   
   
BOLZANO: INCONTRO CON GLI ORDINI PROFESSIONALI, TAVOLO DI CONFRONTO SULLA POLITICA FISCALE  
 
Bolzano, 4 giugno 2012 - L’assessore provinciale Roberto Bizzo ha incontrato il 31 maggio i rappresentanti degli ordini dei commercialisti, dei ragionieri e dei consulenti del lavoro. Verrà avviato un tavolo permanente di confronto tra istituzioni e ordini professionali per quanto riguarda gli interventi in campo fiscale di competenza della Provincia. "Dare vita a un confronto costruttivo in materia fiscale - sottolinea l´assessore Bizzo, che in Giunta provinciale ha le competenze in materia di finanze - può portare sensibili vantaggi a tutti. Le esperienze professionali dei singoli partecipanti arricchiranno il dibattito, e inoltre vi sarà la possibilità di discutere le varie tematiche in momenti antecedenti al tavolo istituzionale con l´Agenzia delle Entrate". Durante l´incontro con i rappresentanti degli ordini professionali dei commercialisti, dei ragionieri e dei consulenti del lavoro, l´assessore Roberto Bizzo ha ricordato come a livello locale, attraverso la legge finanziaria provinciale, sono già stati fatti importanti interventi in materia di Irap e di Irpef. Per l´imposta regionale sulle attività produttive l´aliquota è stata ridotta al 2,98% per tutte le imprese ed al 2,5% per quelle virtuose, ovvero quelle che incrementano i posti di lavoro, il valore della produzione o gli investimenti in ricerca e innovazione, mentre per quanto riguarda l´Irpef è stato introdotto lo sgravio di 252 euro per ogni figlio a carico.  
   
   
UDINE: RISULTATI INDAGINE 1° TRIM. 2012 E PREVISIONI APRILE-GIUGNO  
 
Udine, 4 giugno 2012 - Primo trimestre 2012 contrassegnato da criticità trasversali a tutti i settori e previsioni poco ottimistiche anche per il periodo aprile-giugno. In questo contesto negativo, però, si rilevano alcune positività: l’aumento dell’export per il legno-arredo (+5,1%) un settore in costante sofferenza, e una generale tendenza da parte delle imprese a investire principalmente nel marketing. E’ il quadro che emerge dall’indagine congiunturale realizzata dalla Cciaa di Udine i cui risultati sono stati illustrati – mercoledì 30 maggio – nella sede dell’ente camerale friulano dal presidente Giovanni Da Pozzo (insieme a lui, Maria Lucia Pilutti, alla prima uscita pubblica nel nuovo ruolo di segretaria generale della Cciaa) e da Nicola Ianuale, presidente del Cda di Questlab (cui la Camera di Commercio ha affidato l’indagine). Oltre 600 le aziende intervistate nel periodo 2-23 aprile 2012 (rappresentano l’11% dell’universo) e delle quali sono stati confrontati i valori di fatturato, produzione, ordini e occupazione registrati nel primo trimestre 2012 e nell’analogo periodo del 2011 con un approfondimento relativo alla tematica dei distretti. Più confortanti rispetto al trimestre in corso, le ipotesi di scenari per il biennio 2013-2014 (Fonte Unioncamere-prometeia) con un indice del valore aggiunto pari a +1,2%, esportazioni +2,6%. “Il nostro sistema non si discosta dal contesto nazionale. Tuttavia vi sono delle positività che auspichiamo si confermino nei prossimi mesi – ha commentato il presidente Da Pozzo -. Fa ben sperare l’indicatore degli investimenti (in particolare nel marketing) volti a migliorare la presenza sui mercati esteri, posizionamento strategico e ineludibile che la Cciaa di Udine sostiene attraverso molteplici iniziative nell’ambito dell’internazionalizzazione delle imprese. Questa propensione è un segnale di una rafforzata consapevolezza: per affrontare e posizionarsi stabilmente nei mercati esteri è necessario potenziare la capacità commerciale. Il secondo elemento positivo – ha aggiunto Da Pozzo - riguarda senza dubbio l’export del legno-arredo, l’unico in crescita se confrontato con gli altri settori. Una performance isolata nelle dinamiche del sistema ma che però va tenuta in considerazione”. Sulla stessa lunghezza d’onda Nicola Ianuale. “Rispetto alle proiezioni di forte crisi formulate a dicembre, i dati su questo primo trimestre ci dicono che la negatività è più contenuta del previsto. Va anche detto che tra le 600 aziende intervistate, un centinaio vanno bene con tassi di crescita a doppia cifra dovuti alla presenza su mercati esteri in crescita”. Analizzando l’economia locale, il presidente Da Pozzo ha annunciato la predisposizione, da parte della Cciaa di Udine, di un intervento molto consistente in termini di risorse destinate, riservato ai giovani. “Un progetto concreto per dare fiducia e slancio alle imprese giovanili che possono rappresentare un importante volano di sviluppo per il nostro territorio – ha sottolineato il presidente Da Pozzo -. Il piano che verrà presentato tra qualche settimana, sarà uno dei nostri punti d’orgoglio”. Dati. In termini di fatturato complessivo, confrontando il 1° trimestre 2012 con il 1° trimestre 2011, la migliore performance è del vitivinicolo (+0,9%) anche se risulta in calo la quota del fatturato estero (-2,5%). Opposto lo scenario per il legno-arredo dove si registra l’aumento, già segnalato sopra, del 5,1 % del fatturato estero ma non sufficiente a compensare la generale diminuzione di quello totale (-1,9%). A registrare la situazione peggiore (dovuta alla crisi del commercio internazionale) è il settore della meccanica con indici tutti negativi: fatturato complessivo (-1,8%), estero (-0,7%), produzione (-3,9%), occupazione in lieve calo del 0,4%. In termini occupazionali, è il settore legno-arredo a presentare le maggiori difficoltà (-3,1%); stabili i segnali nel vitivinicolo (+0,3%), nel settore alberghi/altri alloggi/pubblici esercizi (+0,4%); tendenti al negativo (-0,7%) per il commercio. Aspettative. Analizzando le previsioni di fatturato per il 2° trimestre 2012, le aspettative degli imprenditori friulani non sono positive con una continua flessione delle vendite per commercio e settore alberghiero, una contrazione del fatturato per legno-arredo e meccanica. Più ottimistiche le imprese del settore vitivinicolo che prevedono produzione stabile e aumento degli ordini esteri. Uniforme invece la proiezione sull’occupazione che le imprese prevedono stabile/stazionaria. Ipotesi di aumento dei prezzi per commercio al dettaglio, stazionari per gli alberghi. Internazionalizzazione. Strategiche per le aziende del vitivinicolo le relazioni internazionali: l’81% delle realtà intervistate riferisce di aver acquisito nuovi clienti. Negativa invece la situazione sul versante legno-arredo: le relazioni internazionali degli ultimi 5 anni hanno portato a una riduzione degli organici e delle commesse. Simile la situazione per la meccanica dove però si è registrato un aumento dei contatti a fronte di una flessione delle commesse. Settore Per Settore - Vitivinicolo. Nel primo trimestre 2012, indici negativi per quanto riguarda produzione (-0,7%) e fatturato estero (-2,5%), in leggera crescita il fatturato complessivo (0,9%). Segno meno per gli ordini (interni -0,9%, esterni -5,6%), lieve incremento per l’occupazione (+0,3%). Il 67% delle imprese del settore indica di aver fatto investimenti (il 18% in attrezzature). Scenario futuro connotato da una produzione stabile (per il 65% delle imprese) e da una crescita degli ordini dall’estero. Il 67% ha fatto investimenti in attrezzature. Legno-arredo. Le variazioni tendenziali per il periodo gennaio-marzo 2012 sono prevalentemente negativi. Calano la produzione (-3,1%) e il fatturato complessivo (-1,9%), cresce invece quello estero (+5,1%). Per quanto riguarda gli ordini un meno 3,4% per il mercato interno mentre dall’estero si è registrato un meno 0,9%. Calo significativo dell’occupazione (-3,1%), parametro che in base alle previsioni rimarrà stabile mentre negative sono le indicazioni per produzione e fatturato. Investimenti per il 47% delle imprese del campione e di questi il 10,4% riguardano il segmento marketing. Meccanica. Curva tendente al basso per tutti i valori: fatturato complessivo (-1,8%), estero (-0,7%) e produzione (-3,9%). Quadro negativo che si riflette anche nelle proiezioni dove tutti i tassi vengono previsti in diminuzione con occupazione stazionaria. Negativi gli ordini con percentuali molto significative e più elevate rispetto agli altri settori (-7,6% interni, - 4,7% esteri), in leggero decremento l’occupazione (-0,4%). Gli investimenti sono stati effettuati dal 60% delle imprese del campione, il 18% ha puntato sull’organizzazione, 16% sulle attrezzature. Per il futuro ancora proiezioni negative per fatturato e produzione; stazionaria l’occupazione. Commercio al dettaglio. Aumento dei prezzi dei fornitori (+3,2%) e della vendita (1,3%) e calo delle vendite (-2,6%). Il comparto registra un lieve calo dell’occupazione (-0,7%) e per il prossimo trimestre le vendite continueranno a ridursi, i prezzi ad aumentare mentre l’occupazione sarà stazionaria. Per quanto riguarda il settore degli alberghi, altri alloggi e pubblici esercizi, cala il fatturato (-4,7%), aumentano i prezzi di approvvigionamento (4,4%) e di vendita (0,4%). L’occupazione è stabile (+0,4%) e dovrebbe mantenersi così come i prezzi. Le vendite, invece, subiranno un’ulteriore flessione.  
   
   
LO SPORTELLO APRE FVG TRIESTE IL MIGLIORE IN ITALIA PER IL 4°ANNO CONSECUTIVO  
 
 Trieste, 4 giugno 2012 - Per la quarta volta consecutiva lo Sportello Apre Fvg Trieste di Area Science Park ottiene il riconoscimento di migliore helpdesk territoriale a livello nazionale. Il riconoscimento annuale dell’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (Apre) - organizzazione no profit che promuove la partecipazione italiana ai programmi di ricerca e sviluppo finanziati dall’Unione Europea – viene assegnato dal Comitato Tecnico Scientifico dell’Agenzia, sulla base della valutazione delle attività svolte. Lo Sportello Apre Fvg Trieste si è distinto per la qualità, il monitoraggio dei servizi erogati, la capacità di interazione con il territorio e per la partecipazione alle attività nazionali dell’Apre. Nel 2011 lo Sportello ha realizzato 437 consulenze – per un totale di oltre 650 ore di assistenza - per ricercatori, aziende e soggetti privati, nell’intento di migliorare la capacità della propria utenza di partecipare con successo ai bandi del Vii Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo dell’Ue. Accanto ai servizi di consulenza personalizzata, lo Sportello Apre Fvg Trieste si è distinto per l’organizzazione e promozione di seminari, workshop e percorsi formativi. Infatti, nel corso del 2011, lo Sportello ha organizzato 18 incontri tematici, ha collaborato all’ideazione e alla realizzazione di diverse attività formative mirate, tra cui un corso regionale sull’europrogettazione finanziato dal Fse e ha sviluppato gruppi di lavoro tematici nell’ambito di progetti di formazione regionali, quali il progettoMare Fvg. Insieme allo Sportello di Trieste, quest’anno sono stati menzionati come buone prassi della rete nazionale anche lo Sportello Apre Emilia Romagna e lo Sportello Apre Toscana.  
   
   
MOBILE IMBOTTITO, VENDOLA: POSITIVA INIZIATIVA DI CONFINDUSTRIA E SINDACATI  
 
Bari, 4 giugno 2012 - “Condividiamo l’iniziativa di Confindustria Puglia e dei sindacati di categoria e dichiariamo sin d’ora la disponibilità a qualsiasi iniziativa di sistema si possa realizzare per sollecitare la dovuta attenzione del Governo nazionale su una questione richiamata formalmente più volte dal sottoscritto, attraverso le numerose lettere inviate al Ministro Passera e prima ancora al Presidente Berlusconi e al Ministro Romani, e sulla quale la Regione Puglia, la Regione Basilicata, gli enti locali e le parti sociali hanno costruito uno schema di accordo e concrete ipotesi di finanziamento”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola risponde alla lettera aperta di Confindustria Puglia e dei sindacati di categoria volta a richiamare l’attenzione del Governo nazionale e dell’opinione pubblica sulla profonda crisi che attraversa il settore del Mobile Imbottito. “A tal riguardo – ha concluso Vendola – mi preme ricordare che la Regione Puglia, da oltre un anno, ha concluso la propria attività istruttoria relativa all’Accordo di Programma, la cui firma è bloccata al Ministero dello Sviluppo Economico”.