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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Giugno 2012
UNIONE EUROPEA: INDAGINE ANTITRUST SULLE ACCUSE CHE GOOGLE AVEVA ABUSATO DI UNA POSIZIONE DOMINANTE SUL MERCATO  
 
Nel novembre 2010 la Commissione ha avviato un´indagine antitrust sulle accuse che Google aveva abusato di una posizione dominante sul mercato. Questo a seguito di una serie di denunce. L´indagine ha portato a identificare i quattro problemi in cui le pratiche commerciali di Google possono essere considerate come abusi di posizione dominante. In primo luogo, nei suoi risultati di ricerca generale sul web, Google visualizza i collegamenti ai propri servizi di ricerca verticali. Servizi di ricerca verticali sono i motori di ricerca specializzati che si concentrano su temi specifici, come ad esempio ristoranti, notizie o prodotti. Accanto al suo servizio di ricerca generale, Google gestisce anche una serie di servizi di ricerca verticali di questo tipo in concorrenza con altri giocatori. In generale, secondo i risultati della ricerca, Google visualizza i collegamenti ai propri servizi di ricerca verticali di diverso di quanto non faccia per i collegamenti ai concorrenti. Ciò, secondo la Commissione, può comportare un trattamento preferenziale rispetto a quelli dei servizi concorrenti. La seconda preoccupazione della Commissione riguarda il modo in cui Google effettua copie dei contenuti da concorrenti servizi di ricerca verticali e li utilizza nelle sue proprie offerte. Google può essere la copia di materiale originale dai siti dei suoi concorrenti, quali commenti e utilizzando tale materiale su propri siti senza la loro autorizzazione. In questo modo si appropria dei benefici degli investimenti dei concorrenti. Secondo la Commissione questo potrebbe ridurre gli incentivi a investire dei concorrenti nella creazione di contenuti originali a beneficio degli utenti di internet. Questa pratica può avere un impatto per esempio siti di viaggio o siti che forniscono guide gastronomiche. La terza preoccupazione della Commissione riguarda gli accordi tra Google e i siti partner di Google cui invia pubblicità di ricerca. Annunci di ricerca sono annunci pubblicitari che vengono visualizzati accanto ai risultati di ricerca quando un utente digita una query nella casella di ricerca di un sito web. Il risultato di accordi in esclusiva de facto chiedendo loro di rifornirsi per tutto o la maggior parte del loro fabbisogno di annunci di ricerca da Google, quindi escludendo i fornitori concorrenti di servizi di search advertising di intermediazione. Questo impatto potenzialmente servizi pubblicitari acquistati per esempio negozi online, riviste online o emittenti. La quarta preoccupazione della Commissione  riguarda le restrizioni che Google mette alla portabilità delle campagne pubblicitarie on-line di ricerca da sua piattaforma Adwords alle piattaforme dei concorrenti. Adwords di Google è basato su aste piattaforma pubblicitaria in cui gli inserzionisti possono fare offerte per l´inserimento di annunci di ricerca nelle pagine dei risultati di ricerca forniti da Google. La Commisione teme  che Google imponga restrizioni contrattuali in materia di sviluppatori di software che impediscono loro di offrire strumenti che consentono il trasferimento senza soluzione di continuità di campagne pubblicitarie attraverso Adwords di ricerca e altre piattaforme per la pubblicità associata alla ricerca.Google ha dichiarato la disponibilità ad entrare nel merito delle suddette questioni. In tal senso si auspica che Google presenti uno schema di rimedi in grado di affrontare le preoccupazioni della Commissione in modo da poter risolvere le questioni per mezzo di una decisione di impegno - ai sensi dell´articolo 9 del regolamento Ue - Antitrust, in modo da evitare un procedimento formale, con una comunicazione degli addebiti, e adottare una decisione che infligga ammende e rimedi  
   
   
ECOMMERCE VOLA A 9,5 MILIARDI DI EURO +18% NEL 2012 - FONTE NETCOMM  
 
Nonostante la crescita dell’export del 21% – composto per il 55% dal turismo e per il 33% dall’abbigliamento, per un valore totale di oltre 1 miliardo e 600 mila euro - importiamo troppo, soffriamo un ritardo cronico in termini di investimenti in ict, spesa online, produttività, banda larga, vendite crossborder e le nostre imprese sono ancora troppo piccole e scarsamente informatizzate. Insomma, gli italiani usano ancora troppo poco internet - dato riscontrabile anche tra le fasce d’età più giovani (16-24 anni) con ben 10 punti percentuali in meno (81%) rispetto ai cugini europei (91%) - e di questi solo una porzione ridotta (15%) effettua acquisti online, contro una media europea del 43%. Mai come quest’anno, quindi, l’impegno di Netcomm si è fatto intenso e necessario su temi come trasparenza, codici di condotta e progetti di formazione, attraverso il supporto alla nascita dell’Associazione Europea, al progetto “Mybank” e alla cabina dell’Agenda Digitale Italiana, che ha fissato gli obiettivi per il 2015: acquisti online per il 50% della popolazione, acquisti online all’estero per il 20% e vendite/acquisti online per il 33% delle Pmi. L’europa e il mercato unico digitale - 500 milioni di consumatori - è un’opportunità di rilancio del nostro Paese che non possiamo lasciarci sfuggire. Da aprile 2011 gli acquirenti online attivi sono aumentati dell’11%, raggiungendo quota 10 milioni negli ultimi tre mesi 2012 (fonte Human Highway-netcomm). La previsione di crescita delle vendite dai siti italiani per tutto il 2012, secondo l’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm–school of Management del Politecnico di Milano, si attesta intorno al 18%, per un fatturato stimato intorno ai 9,5 miliardi di euro. Secondo uno studio condotto da Contactlab-netcomm, fattori di crescita dell’eCommerce restano ancora il vantaggio economico percepito dagli acquirenti in fase pre-acquisto e l’alto indice di gradimento post-acquisto: a febbraio 2012 8 utenti su 10, chiamati a esprimere un giudizio sulla propria esperienza di acquisto online, assegnano al canale online un voto superiore al 7. Per alcuni prodotti l´informazione derivante da attività di engagement e social network risulta rilevante, come evidenziano i dati presentati da eCircle-netcomm, in particolare per viaggi e tecnologie. Se gli acquisti non vanno a buon fine, le cause possono essere diverse: secondo una ricerca Magnews-netcomm, principalmente spese di spedizione troppo elevate e modalità di pagamento non ancora adeguate. Nell’influenza d’acquisto guidano infatti spedizioni gratuite e offerte, a prescindere dal canale sul quale si ricevono. Il mercato eCommerce italiano tiene bene la crisi e, a dispetto della sfiducia generalizzata, può al contrario rivelarsi uno dei principali motori per il rilancio del nostro Paese. Crescono dell’11% gli utenti attivi online da aprile 2011 raggiungendo quota 10 milioni negli ultimi tre mesi 2012 (fonte Human Highway), cresce il fatturato, a ritmo costante, e l’export. Ed è proprio sul gap con il resto d’Europa - in termini di alfabetizzazione digitale, acquisti online, banda larga, vendite crossborder - che le nostre imprese devono oggi misurarsi per cercare di riprendere in mano le sorti dell’economia italiana. Questo è quanto si evince dall’analisi dei dati presentati da tutti i protagonisti della settima edizione del Netcomm eCommerce Forum 2012 oggi a Milano, alla presenza di circa 4000 persone tra aziende, professionisti e giornalisti, “una partecipazione che dimostra il grande interesse per il canale in questo momento di grande incertezza economica”, come sottolineato da Roberto Liscia, Presidente di Netcomm-consorzio del Commercio Elettronico Italiano. “Secondo le stime, la crescita del commercio elettronico italiano per il 2012 si manterrà intorno al 18%, un valore poco distante da quello dello scorso anno, per un fatturato previsto di circa 9,5 Miliardi di euro – ha dichiarato Alessandro Perego, Responsabile Scientifico Osservatorio B2c Netcomm-politecnico di Milano – L’export, composto per il 55% dal turismo e per il 33% dall’abbigliamento, cresce del 21% e raggiungerà a fine 2012 un valore totale di oltre 1,6 Miliardi di euro”. Nonostante questo, l’Italia è un paese che ancora importa troppo (2,8 Miliardi di euro) e che soffre un ritardo cronico nell’alfabetizzazione digitale rispetto ai cugini europei. Gli italiani che usano la rete nelle fasce d’età tra i 55 e i 74 anni sono infatti il 22%, contro una media europea del 40%; quelli tra i 25 e i 54 anni sono il 60%, contro una media del 76%; quelli tra i 16 e i 24 anni sono l’81%, contro una media del 91%, ben 10 punti percentuali in meno. Tra coloro che navigano solo una porzione ridotta (15%) effettua acquisti online, contro una media europea del 43%. In Spagna sono il 27%, in Francia il 53%, in Germania il 64% e in Uk il 71%. Sempre da un confronto con gli altri paesi, emerge come l’Italia resti indietro sia in termini di livello di innovazione tecnologica e produttività - posizionandosi esattamente nel quadrante opposto rispetto agli Usa – sia per quanto riguarda la competitività e la penetrazione della banda larga. A poca innovazione tecnologica corrisponde bassa produttività Mai come quest’anno, quindi, l’impegno di Netcomm si è fatto intenso e necessario su temi come trasparenza, codici di condotta e progetti di formazione, attraverso il supporto alla nascita dell’Associazione Europea, al progetto “Mybank” e alla cabina dell’Agenda Digitale Italiana. Proprio quest’ultima ha fissato gli obiettivi per il 2015: acquisti online per il 50% della popolazione - media attuale europea 56%; media attuale italiana 49% acquisti online all’estero per il 20% vendite/acquisti online per il 33% delle Pmi - media attuale europea vendite 12% e acquisti 19%; media attuale italiana vendite 4% e acquisti 11% “La strategia di Netcomm si baserà quindi su 5 pilastri fondamentali - ha dichiarato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano – ovvero sviluppo dell’offerta, incentivi alla domanda e all’export, semplificazione delle regole, sviluppo di sistemi di pagamento-logistica, codici-condotta-certificazione. Tra le proposte per le imprese chiederemo la detassazione parziale dei ricavi delle Pmi da eCommerce internazionale B2c e la concentrazione dei fondi europei su priorità coerenti con gli obiettivi dell’Agenda Digitale. Per le famiglie, Iva ridotta al 10% per eCommerce di prodotti B2c, sviluppo di sistemi di pagamento elettronici di home banking basati su Sepa come Mybank e certificazioni di qualità. Inoltre la creazione di distretti virtuali digitali e consorzi di imprese attraverso opportuni strumenti finanziari, sviluppo di piattaforme Wiki delle imprese del Made in Italy per consentire alle piccole aziende italiane di consorziarsi e la creazione di un Istituto per il Commercio Estero Digitale. Perché l’Europa e il mercato unico digitale, con 500 milioni di consumatori, è un’opportunità di rilancio del nostro Paese che non possiamo lasciarci sfuggire”. Il canale online, sebbene ancora sottoutilizzato nel nostro paese, registra un gradimento molto alto da parte chi lo utilizza: secondo l’eCommerce Consumer Behaviour Report di Contactlab, l’89% degli acquirenti ne apprezza il vantaggio economico, l’848´ il 13% sotto i 100 euro e il ncora pochi online avvengono ancora quasi escloomparatoripedizione, ra il 6 e il 10. Mento prefe% il facile reperimento dei prodotti, l’80% l’ampia scelta e il 75% la possibilità di effettuare gli acquisti in qualsiasi momento. Inoltre, 8 utenti su 10, chiamati a esprimere un giudizio sulla propria esperienza di acquisto online, assegnano al canale online un voto superiore al 7. Solo l’8% non si informa online prima di procedere a un acquisto: il 69% visita il sito ufficiale del produttore, il 59% legge recensioni su portali/siti internet, il 34% si affida a forum/blog. Il 72% lo fa utilizzando principalmente il Pc. La consultazione delle offerte e la ricerca di informazioni da dispositivi mobili inizia a diventare un’abitudine per almeno un utente su quattro, ma ancora pochissimi acquistano in mobilità (6%). Il 24% degli acquirenti online dichiara di aver speso online tra i 201 e i 500 euro nell’ultimo anno, il 22% tra 501 e 1000 euro, il 13% sotto i 100 euro e l’8% oltre i 2000 euro. Per alcuni prodotti l´informazione derivante da attività di engagement e social network risulta rilevante, come evidenziano i dati presentati da una ricerca condotta da eCircle: il ricorso a consigli di terzi per gli acquisti sul web riguarda infatti circa il 60% degli intervistati. Inoltre, mentre per Soggiorni (Hotel, villaggi, pacchetti vacanze etc.), Software-servizi online-Apps e Telefonino-smartphone c’è una diffusa consuetudine ad acquisire informazioni prima dell’acquisto, al contrario libri, abbigliamento e ricariche telefoniche sono categorie di prodotti e servizi per le quali la ricerca di informazioni prima dell’acquisto risulta poco frequente. Le comunicazioni su “ciclo di vita”, che offrono premi fedeltà (50,7%), suggeriscono prodotti complementari (32%) e le email che richiedono una valutazione del prodotto acquistato (23%) risultano più utili della newsletter generica ma purtroppo gli e-Commerce in Italia non hanno ancora attivato strategie complete su questo fronte. La finalizzazione di un atto di acquisto può però subire dei cambiamenti, le cui cause sono molteplici, come illustrano i dati presentati da Magnews: tra le principali, troviamo nel 46% dei casi spese di spedizione troppo elevate, nel 23% modalità di pagamento non ancora adeguate e nel 20% una scarsa fiducia nel canale. Il 45% degli intervistati dichiara di aver lasciato almeno una volta i prodotti nel carrello senza finalizzare l’acquisto, il 22% dichiara di farlo spesso. Sull’acquisto influiscono infatti molte variabili, le prime delle quali risultano le spese di spedizione gratuite, le offerte (a prescindere dal canale sul quale si ricevono), l’aver trovato il prodotto in un sito di comparazione prezzi e l’aver letto feedback positivi di altri utenti in rete o sul sito di ecommerce. L’email rimane il canale preferito per ricevere le offerte (79% degli intervistati) mentre sono ancora pochi (19%) coloro che le ricevono via smartphone, attività gradita solo dalla metà degli intervistati. Maggiori informazioni www.Consorzionetcomm.it    
   
   
SYMANTEC: FLAMER È IL MALWARE PIÙ COMPLESSO DOPO STUXNET E DUQU  
 
Come per Stuxnet e Duqu, il Security Response team di Symantec sta analizzando una nuova minaccia altamente sofisticata e discreta: W32.flamer. In base alle analisi fin ora condotte il malware è stato creato in modo da ottenere informazioni di sistemi infetti localizzati soprattutto in medio oriente. Come per le minacce precedenti, questo codice non è stato scritto da una sola persona, ma da un gruppo organizzato e ben strutturato di persone guidate da specifiche direttive. Il codice include vari riferimenti alla stringa “Flame” che potrebbe indicare i casi di attacco da varie parti del codice o il nome di sviluppo del progetto. La minaccia ha operato in maniera discreta per oltre due anni con la capacità di rubare documenti, catturare screenshot dal desktop degli utenti, diffondersi tramite chiavette Usb, disabilitare i prodotti di sicurezza dei vendor e, in determinate condizioni, diffondersi su altri sistemi. La minaccia potrebbe inoltre avere la capacità di sfruttare varie vulnerabilità di Microsoft Windows conosciute e coperte da patch, in modo da diffondersi attraverso il network. Una telemetria iniziale indica che gli obbiettivi di questa minaccia sono localizzati soprattutto nella zona della Cisgiordania, in Ungheria, Iran e Libano. Tra gli altri obbiettivi la Russia, l’Austria, Hong Kong e gli Emirati Arabi. I settori o l’insieme di individui colpiti sono ancora poco chiari. Sembra si tratti prevalentemente di persone colpite per le proprie attività individuali più che per il loro tipo di impiego. E’ interessante notare, oltre alle specifiche aziende che sono colpite, come numerosi sistemi attaccati sembrino appartenere a personal computer utilizzati da una connessione Internet domestica. Dal Symantec Internet Security Threat Report 17 è emerso un forte aumento nel numero di attacchi mirati nel corso del 2011, che sono passati da una media di 77 al giorno nel 2010 agli 82 al giorno del 2011. In base alle previsioni del report, inoltre, gli attacchi mirati e le Apt (Advanced Persistent Threats) continueranno ad essere un serio problema e la frequenza e la sofisticazione di questi attacchi continueranno a crescere. Le analisi e le indagini dei vari componenti sono ancora in atto e verranno rilasciate presto ulteriori informazioni e maggiori dettagli più approfonditi e tecnici  
   
   
SYMANTEC: GLI SCAMMER CAVALCANO LA IPO DI FACEBOOK PER LE LORO TRUFFE ON LINE  
 
Il Symantec Security Response ha recentemente individuato 419 messaggi scam che offrivano una proposta di partnership per l’Ipo di Facebook ("Facebook (Ipo) Subscription Partnership Proposal"). Il titolo scritto tutto in lettere maiuscole è un tratto comune di queste 419 truffe. La mail riporta come mittente un’azienda finanziaria con uffici in varie parti del mondo. La natura esatta della truffa non è ancor chiara: è menzionato il prestito di soldi con condizioni soft o generose per l’acquisto di azioni di Facebook che dovrebbero poi essere rivendute all’azienda finanziaria a un prezzo superiore rispetto al prezzo di acquisto iniziale. Come si vede nello screenshot di seguito, un forte indizio che ci fa capire che si tratta di una truffa consiste proprio nell’indirizzo email al quale il truffatore invita a rispondere. Si tratta di un indirizzo dall’aspetto amatoriale basato su un comune fornitore de email web gratuite. Un’azienda legittima utilizzerebbe quasi di sicuro un indirizzo email proveniente dal proprio dominio più che un indirizzo proveniente da un fornitore web gratuito. L’indirizzo email e il nome indicati nel campo “Da” (“From”) sono inoltre differenti rispetto all’indirizzo email e al nome utilizzati nel corpo email. Considerato l’alto profilo di questa Ipo, Symantec si aspetta che i truffatori ne approfittino come hanno già fatto in passato. Symantec suggerisce agli utenti di Internet di seguire le seguenti best practice per evitare di cadere preda di simili truffe: · Non cliccare su link sospetti all’interno dei messaggi mail; · Evitare di fornire informazioni personali quando si risponde a una email; · Aggiornare frequentemente il proprio software di sicurezza (come Norton Internet Security 2012) per proteggersi dal phishing online  
   
   
EMI, SONY, UNIVERSAL E WARNER SCOMMETTONO SU FEEZY, NUOVO SERVIZIO ITALIANO DI MUSICA DIGITALE  
 
Undici milioni di brani da ascoltare in streaming su computer e mobile in accordo con le major discografiche Emi, Sony, Universal e Warner. Questo è Feezy, il nuovo servizio italiano di musica digitale arrivato a maggio nel nostro Paese. Nato dall´amore per la musica e dalla voglia di renderla sempre disponibile per tutti, Feezy è stato sviluppato da One Italia (multinazionale che opera nel mercato del Web e del Mobile) e Televideocom (affermata Internet Company specializzata nei settori Ict e Networking). “Sony Music ha fortemente voluto la nascita di un servizio come Feezy - sostiene Lino Prencipe, Direttore Digital & Business Development Sony Music Italy - che rappresenta un punto di partenza fondamentale per lo sviluppo di una innovativa fruizione della musica in Italia. Contiamo sul commitment e sulle sinergie da creare con un’azienda come One Italia, da anni un punto di riferimento in questo settore, che propone un´offerta che risponde alle esigenze del mercato e dei consumatori”. Il servizio ha già lanciato importanti collaborazioni con affermate realtà del Web quali Angolo Testi e Musictory, oltre ad aver ottenuto l´appoggio delle principali major discografiche mondiali che hanno messo a disposizione il loro catalogo musicale: “Emi Music si associa con entusiasmo alla sfida di Feezy, una realtà italiana con una visione internazionale - afferma Enrico Pugni, Digital Sales & Brand Partnership Manager di Emi Music Italia - Siamo felici di rendere disponibile il catalogo dei nostri successi su una piattaforma accessibile da tutti i dispositivi e fortemente orientata al mondo social, che veicola finalmente anche in Italia la fruizione legale in streaming della musica”. E´ da questa voglia di proporre tutti insieme una nuova esperienza musicale che è nata l´idea di creare uno spazio di scambio e collaborazione chiamato “Amiamo la musica!”, un marchio che d´ora in poi promuoverà un ascolto responsabile: legale, in alta qualità e a basso costo. Feezy, infatti, integra in un unico servizio lo streaming, la mobilità e la condivisione proponendo un modello alternativo di fruizione della musica, che grande successo sta avendo in altri Paesi: niente più acquisti di singoli brani o album da scaricare ma accesso in abbonamento all´intero catalogo. “Questo progetto - conferma Marco Taricco, Head of Digital Department di Warner Music Italia - basa la sua forza sullo streaming che trasforma il concetto di musica da singolo contenuto a servizio musicale dove, attraverso una piattaforma semplice, fruibile da tutti i terminali e perfettamente integrata ai principali social network, gli utenti possono accedere e ascoltare illimitatamente tutta la musica che vogliono”. Oltre ai brani distribuiti dalle quattro major, Feezy permetterà di ascoltare la musica di centinaia di etichette indipendenti, con un catalogo in costante crescita. Strumento principe per vivere questa nuova esperienza diventano i dispositivi mobili (Smartphone e Tablet) che si trasformano in music player di nuova generazione. L´integrazione con i Social permette poi di condividere in maniera facile e veloce i propri gusti musicali, creando uno spazio in cui sarà possibile proporre le proprie playlist e conoscere nuovi artisti suggeriti da chi ci sta intorno. “Il mercato della musica digitale in Italia ha fortemente bisogno di un salto di qualità – sottolinea Fabio Riveruzzi, digital Manager di Universal Music Group - Per crescere ai ritmi dei paesi più sviluppati necessita di realtà che investano sull’offerta di servizi in streaming, declinabili in particolare su mobile e social: One Italia mostra tutte le intenzioni di voler contribuire a questo con il lancio del servizio Feezy, a cui Universal Music ha subito aderito con impegno e fiducia”. Tra le novità che presto faranno parte dell´offerta Feezy c´è la possibilità di visualizzare i testi delle canzoni che si stanno ascoltando, grazie alla collaborazione con Angolo Testi che è il primo sito italiano ad aver siglato un accordo con gli editori musicali detentori dei diritti. Inoltre la parthership con Musictory, uno dei più noti siti del settore, permetterà di trovare informazioni sempre aggiornate sugli artisti. Si è inoltre da poco conclusa una promozione riservata ai clienti dell´operatore 3 Italia che tra febbraio e aprile hanno potuto provare gratuitamente una versione beta di Feezy. Il rinnovato entusiasmo nei confronti della musica digitale è supportato anche dai numeri che indicano come nel 2011 i servizi di musica digitale in abbonamento abbiano visto gli utenti aumentare del 65%, raggiungendo la quota di 13 milioni di clienti nel mondo (Fonte: Ifpi Digital Music Report 2012). "L´annuncio del lancio di Feezy e l´adesione delle principali case discografiche italiane - spiega Enzo Mazza, Presidente di Fimi (Federazione Industria Musicale Italiana) - è un segnale importante di crescita e di sviluppo di nuovi modelli di business legati alla musica digitale, che a livello mondiale ha fatto registrare nel 2011 un fatturato superiore ai 5 miliardi di dollari, raggiungendo il 32% del totale mercato. In Italia, secondo i dati Deloitte del primo trimestre del 2012, la musica liquida ha superato il 30% del totale mercato, mostrandosi come una delle realtà più vivaci ed interessanti nell´ampio panorama dei contenuti digitali legali". Il servizio è attualmente disponibile in una versione gratuita da scaricare su Pc e Mac attraverso il sito www.Feezy.it: questa permette agli utenti di conoscere il prodotto e ascoltare musica per 15 ore al mese senza dover sottoscrivere un abbonamento. Sarà possibile eliminare questo limite attivando un abbonamento Feezy Plus a 4,99 euro al mese (3,99 euro fino al 30 giugno). Prossimamente arriverà la versione Feezy No Limits utilizzabile su Smartphone, Tablet e Smart Tv anche in assenza di una connessione Internet, grazie alla modalità off-line. Il servizio utilizza la tecnologia Playready di Microsoft che garantisce la distribuzione di contenuti multimediali protetti da Drm nel pieno rispetto dei diritti d´autore. Quindi musica legale ma anche in altissima qualità, grazie alla bassa compressione dei file ed al player integrato Silverlight, considerato uno dei migliori sul mercato. Lo scorso 24 maggio si è svolto un incontro-evento per la presentazione alla stampa del nuovo servizio. Presso il Club The Place di Roma (Via Alberico Ii, 27-29) si è tenuta una tavola rotonda sul tema “Musica digitale e innovazione: lo scenario italiano e il caso Feezy” con l´intervento di importanti esponenti dell´industria discografica, rappresentanti del mondo accademico e molti artisti del panorama musicale italiano  
   
   
NUVOLAVERDE: LE ATTIVITÀ  
 
Nuvolaverde, comitato per la promozione dello sviluppo sostenibile attraverso l´economia digitale e di un sistema ispirato alla green economy, è promosso dal Ministero dell´Ambiente. In questa prima fase il network sta avviando progetti sperimentali con partner pubblici e privati in vari settori e con aziende interessate a indagare nuovi mondi e modi del business digitale in funzione della sostenibilità. Expo 2015 è partner di Nuvolaverde. Il comitato Nuvolaverde è nato per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso l´economia digitale, e per rappresentare un raccordo tra pubblico e privato per un sistema ispirato alla green economy. Il comitato è promosso dal Ministero dell´Ambiente in collaborazione con Premio Areté, Piccola e Media Confindustria, Abi, Anitec. Enzo Argante è fondatore e presidente del comitato. Nuvolaverde promuove iniziative di sperimentazione sul territorio, studio e analisi delle tendenze, momenti di informazione e formazione e eventi per la diffusione della cultura del digitale per la sostenibilità. Il comitato propone visioni in digitale applicabili alla mobilità sostenibile, iniziative nei processi di legalità connessi allo sviluppo della green economy, nel campo della sanità e della tracciabilità alimentare (vale a dire la possibilità di risalire alla storia, alle trasformazioni o alla collocazione di un prodotto alimentare attraverso informazioni documentate). Oltre a concreti stimoli alla digitalizzazione dei servizi. In questa prima fase il network sta avviando progetti sperimentali con partner pubblici e privati in vari settori che possono essere così riassunti: digitalshop nell´ambito della conciliazione famiglia-lavoro nelle aziende; telemedicina per i dipendenti di enti pubblici; digitale innovativo per la raccolta fondi nel non profit; mobilità condivisa elettrica nelle città d´arte; tracciabilità alimentare; indagini sulla sostenibilità delle città; portale sul consumo responsabile. Tutti i progetti vedono coinvolte aziende che hanno messo a disposizione uomini e mezzi per indagare nuovi mondi e modi del business digitale in funzione della sostenibilità. Qualificando così Nuvolaverde come partner privilegiato per incontri e confronti. La seconda metà del 2012 sarà caratterizzata dalla presenza di Nuvolaverde a incontri e iniziative nell´ambito di alcuni degli appuntamenti sulla sostenibilità più significativi. Tra questi, il 25 giugno a Milano, il Nuvolaverde day presso la sede de Il Sole 24 Ore. L´evento rappresenterà i mondi digitali per la sostenibilità in una giornata che porterà sul palco progetti, realizzazioni, invenzioni, visioni di uomini, imprese, ricercatori, associazioni. Tra le attività del comitato, inoltre, spiccano gli Incontri Bilaterali tra il Ministro dell´Ambiente e le aziende impegnate nella sostenibilità: a oggi se ne sono svolti già due, ma altri ne seguiranno per approfondire i temi legati a singoli settori (mobilità, edilizia, tecnologie verdi, ecc.), a testimonianza di una relazione stabile tra il Ministero dell´Ambiente e le imprese sensibili alla sostenibilità e alla tutela dell´ambiente  
   
   
LANGUAGECOURSE.NET LANCIA LA PIATTAFORMA GRATUITA ONLINE  
 
Apprendimento delle lingue con il metodo rapido del Vocabulary Trainer. Le 5000 parole più frequenti offerte in 10 lingue diverse. Secondo le ultime ricerche, è il metodo più efficace per ottimizzare la memorizzazione e il linguaggio. E´ disponibile  gratis sul sito www.LanguaCourse.net, il motore di ricerca di corsi di lingua più visitato al mondo. Il Vocabulary Trainer è stato creato con l´obiettivo di permettere la comprensione dei vocaboli senza stress e di rendere l´apprendimento di una nuova lingua un’esperienza piacevole. Una recente ricerca sulle tecniche di apprendimento linguistico, come riportato nel libro “Teaching Vocabulary” del Professore Paul Nation, uno dei maggiori studiosi in materia, ha dimostrato che l´approccio tradizionale in classe nell´insegnamento dei vocaboli è inefficiente e comporta maggiore stress per gli studenti. Questo – afferma il Dottor Daniel Spohn, direttore di Languagecourse.net - induce grande sconforto tra le persone che si accingono a imparare una lingua straniera. Il nostro metodo si basa su tecniche che, partendo dallo studio dei vocaboli, accelerano l´apprendimento degli idiomi. Il metodo Vocabulary Trainer integra le seguenti tecniche di apprendimento: 1) Ripetizione di nuove parole ad intervalli progressivamente crescenti, comunemente conosciuta come “ripetizione spaziata”; 2) Presentazione multi-sensoriale delle nuove parole. Lo studente simultaneamente ascolta le parole, ne apprende l´ortografia e vede l´immagine associata alla parola; 3) Rilassamento. Si è dimostrato che l´apprendimento e la memorizzazione migliorano notevolmente quando lo studente è rilassato. Da qui l’abbinamento di musica che induce relax, caratteristica chiave dell´approccio “super-apprendimento”. Le 5000 parole più frequenti tradotte nelle 10 lingue più conosciute sono già disponibili sul sito www.Languagecourse.net, il motore di ricerca più visitato al mondo per prenotare i corsi di lingua, e presto saranno disponibili nuove lingue. Tutti i vocaboli sono classificati in base alla frequenza di utilizzo nel mondo reale e le parole più utilizzate sono quelle insegnate per prima. Infine, i vocaboli si adattano a qualsiasi livello di conoscenza della lingua. Il Vocabulary Trainer è stato creato come piattaforma aperta per l´apprendimento e permette all´utente di aggiungere la propria lista di vocaboli o una serie di flash card (schede di apprendimento) che può essere condiviso con altri alunni. E’ uno strumento complementare adatto anche per l´apprendimento in classe delle lingue ed aiuta sia l´insegnante e sia lo studente a far buon uso del tempo limitato della lezione in aula. Gli studenti, gli insegnanti e gli editori di testi scolastici possono utilizzarlo gratuitamente per facilitare la memorizzazione di vocaboli o di altri contenuti a loro piacimento  
   
   
NASCE "R&P MAG", NEWSMAGAZINE ON LINE DI R&P LEGAL  
 
R&p Legal ha lanciato il suo newsmagazine online “R&p Mag”, che si propone come uno spazio di approfondimento e discussione su notizie e normative legate alla proprietà intellettuale ed industriale, alla privacy e al diritto della rete, segnalati e commentati dagli avvocati e dagli esperti di R&p Legal. R&p Mag avrà una periodicità bimestrale ed è sfogliabile online nell´area dedicata del sito www.Replegal.it. In calce ad ogni notizia è possibile scaricare la normativa di riferimento, ma anche inviare il proprio commento collegandosi alla pagina Twitter di R&p Legal. Notizie flash, ma anche commenti e approfondimenti: questa l’idea alla base di R&p Mag. “Abbiamo individuato 5 principali aree di interesse: copyright, diritto della privacy ed industriale, comunicazione d’impresa e diritto della rete. E, nell’ambito di ciascuna, abbiamo identificato sezioni dedicate alla giurisprudenza e alla legislazione italiane e comunitarie, nel tentativo di segnalare sistematicamente tutte le novità più importanti in ogni settore”. Così Lorenzo Attolico, partner di R&p Legal e ideatore del newsmagazine. In più, ogni numero del newsmagazine ospita le pagine “Diritto e Tecnologia” , con un “botta e risposta” tra un avvocato di R&p Legal e un esperto di tecnologia su specifici argomenti giuridici che impattano sul mondo tech in generale e quello della rete in particolare. Ospite d’eccezione del primo numero è Leonardo Chiariglione, noto - tra le altre cose - per l’invenzione del sistema Mp3, in un dibattito con l´avvocato Luca Egitto sul tema del diritto d´autore e della sua tutela online. “R&p Mag non è ´la solita newsletter´. Abbiamo scelto di entrare su un terreno di gioco già affollato, dove è difficile selezionare l’utile dall’inutile tra tutte le informazioni da cui siamo bombardati quotidianamente, perché ci siamo resi conto che in un’area così innovativa, ma nello stesso tempo così complessa come è il mondo della Rete - afferma Riccardo Rossotto, senior partner dello studio - potesse essere necessario aprire una nostra finestra di discussione. Un luogo dove fare aggiornamento e formazione, ma anche e soprattutto dove stimolare confronti o dibattiti su questioni di diritto che toccano gli stessi punti fondanti del nostro stare insieme. Una pausa di riflessione salutare per capire meglio il contesto in cui operiamo tra off line e on line”  
   
   
VODAFONE: IL WELFARE AZIENDALE DIVENTA FLESSIBILE  
 

Il welfare aziendale diventa flessibile, adattandosi alle scelte del singolo dipendente. Vodafone lancia “Vodafone Welfare”, il programma attraverso cui i dipendenti possono scegliere di sostituire  parte della retribuzione variabile (fino al 70%) con beni e servizi  per i quali sono previste condizioni  fiscali agevolate.

 

La retribuzione variabile assume quindi maggior valore: asili, scuole, Universita’ in Italia e all’estero, libri scolastici, campus estivi, che in futuro potranno essere estesi anche a servizi finanziari, di cura dei figli ed anziani, di sostegno alla salute, potranno essere scelti attraverso Vodafone Welfare.

 

Il programma Vodafone Welfare coinvolge i 1300 dipendenti che hanno una retribuzione variabile individuale; in seguito saranno valutate le modalita’ di estensione anche ad altre forme di retribuzione variabile.

 

Il programma fa parte di una piu’ ampia strategia di welfare aziendale personalizzato, pensato per meglio conciliare tempo di lavoro e tempo personale, sia con benefit “su misura”, che attraverso luoghi, strumenti e tempi di lavoro adeguati alle esigenze dell’individuo e all’evoluzione della società e della tecnologia

 
   
   
SMARTCLIP: PARTNERSHIP GLOBALE PER LE RADIO APP DI LIQUID AIR LAB  
 
L’accordo tra le due società darà un forte impulso al video mobile advertising su oltre 1700 applicazioni radio. Milano, 31 maggio 2012 – smartclip, la piattaforma per il video advertising multi-screen, annuncia l’accordo globale con Liquid Air Lab, sviluppatore leader specializzato in applicazioni radio, per la gestione dell’inventory e la monetizzazione del network di applicazioni radio Liquid Air Lab’s spodtronic.Com. Con oltre 27 milioni di applicazioni radio scaricate in tutto il mondo, il network spodtronic.Com registra un tasso di crescita di 1.4 milioni di installazioni al mese. Radio come Hit Radio Ffh, planet radio, Radio Energy e Sunshine Live usano la tecnologia di Liquid Air Lab’s. Per la prima volta, attraverso questa partnership, verranno introdotti spot video su tutte le applicazioni del network di Liquid Air Lab’s permettendo così la monetizzazione dei contenuti digitali delle radio app e creando un nuovo bacino d’utenza per gli inserzionisti che vogliono raggiungere i target più giovani, sempre difficili da intercettare. Il portfolio di applicazioni radio per mobile di spodtronic.Com amplia ulteriormente la già ricca offerta di mobile app di smartclip e ne incrementa l’inventory su tutti i device mobili dove si registrano tassi di “media consumption” in costante crescita. Anche le app radiofoniche contribuiscono così ad allargare la proposta di smartclip su tutte le piattaforme connesse ad Internet permettendo all’azienda di compiere un ulteriore passo in avanti per la costruzione di un importante video mobile network. “smartclip è un partner molto importante per noi per la distribuzione di video advertising: non solo è in grado di comprendere il mercato mobile legato al web e alle applicazioni, ma ha dimostrato una profonda conoscenza delle dinamiche della pubblicità digitale declinando i video in tutti I formati disponibili. Inoltre smartclip offre una soluzione tecnologicamente molto avanzata e nello stesso tempo molto facile da integrare nelle nostre app” dichiara Mikko Linnamäki, Ceo di Liquid Air Lab’s. “Siamo entusiasti di questo accordo che ci consente di lavorare con il vasto portfolio di radio app di Liquid Air Lab ed essere partner per lo sviluppo e la distribuzione di questi nuovi formati video per gli inserzionisti” afferma Luca Di Cesare, Managing Director Italia di smartclip. “La proliferazione dei device mobili sta letteralmente esplodendo insieme alla fruizione dei contenuti in mobilità, di cui la radio ne è un ottimo esempio. Il video mobile sarà quindi uno degli elementi imprescindibili nelle pianificazioni di campagne multi-piattaforma per le aziende che vogliono entrare in contatto con tutti gli utenti always-on”. Smartclip crea nuovi canali di promozione per I propri clienti, le agenzie e gli inserzionisti allargando le frontiere del digital advertising attraverso soluzioni per ogni tipo di device e offrendo soluzioni tecnologiche estremamente innovative per l’online video advertising  
   
   
GRAZIE ALLA NUVOLA ITALIANA DI TELECOM ITALIA PRENDE IL VIA LA PRIMA SPIAGGIA TECNOLOGICA ED ECOSOSTENIBILE  
 
Nella Riviera Romagnola è stato inaugurato il progetto Tecnospiaggia che consente di dotare gli stabilimenti balneari di servizi tecnologici innovativi: dalla telegestione degli ombrelloni fotovoltaici alla connettività wifi, dalla ricarica dei veicoli elettrici al telesoccorso Bellaria. Ombrelloni fotovoltaici telegestiti da remoto, connettività wifi per il collegamento a Internet, un sistema di videosorveglianza per la prevenzione dei furti, il telesoccorso per il salvataggio e la sicurezza dei bagnanti e dei turisti. E ancora: totem interattivi in grado di inviare foto e cartoline elettroniche dalla spiaggia e di fornire in tempo reale informazioni turistiche e di pubblica utilità, webcam panoramiche, la ricarica per biciclette e mezzi elettrici, le informazioni meteo e sulla qualità dell´aria e i sistemi per l´efficienza energetica degli impianti di illuminazione. Prende il via nella Riviera Romagnola la prima Tecnospiaggia, il progetto sviluppato da Telecom Italia e Umpi che, attraverso una piattaforma "intelligente" della Nuvola Italiana, consente di dotare gli stabilimenti balneari di servizi tecnologici innovativi in grado di rendere le spiagge più sicure, efficienti ed ecosostenibili. La prima Tecnospiaggia italiana è stata inaugurata a Bellaria - Igea Marina (Rn) dal sindaco Enzo Ceccarelli e dall´amministrazione comunale, alla presenza del consigliere della Regione Emilia Romagna Roberto Piva. Il progetto unisce la tecnologia a onde convogliate Plc (Powerline Communication) sviluppata da Umpi con i servizi della Nuvola Italiana di Telecom Italia e fornisce le soluzioni ai gestori degli stabilimenti balneari e alle amministrazioni pubbliche interessate, permettendo loro l´erogazione, la gestione e il controllo dei servizi da remoto, senza la necessità di investimenti in infrastrutture di Ict, ottimizzando costi e prestazioni. Il progetto Tecnospiaggia è volto a dare nuovo impulso a un settore, quale il turismo, strategico per la ripresa dell´economia nazionale, puntando sull´innovazione tecnologica "Made in Italy" e la sicurezza. L´iniziativa si rivolge ai 12.000 stabilimenti balneari italiani, puntando a un mercato potenziale di 650 milioni di euro con tecnologie e servizi innovativi che consentiranno al Sistema Paese di porsi all´avanguardia a livello mondiale. "Il progetto Tecnospiaggia - spiega Luca Cecchini, Presidente di Umpi - rappresenta un´opportunità unica per la nostra Riviera che può rilanciarsi attraverso l´innovazione e i servizi, divenendo un modello in grado di creare nuove risorse per il sistema locale e nazionale. Con una simile proposta, poi, sarà più facile attirare sulle nostre coste il turista straniero, molto più orientato ai servizi e alla multimedialità di quanto non sia quello italiano". "Questa iniziativa conferma l´importanza dell´Ict quale fattore abilitante per l´innovazione e lo sviluppo economico del Paese - dichiara Stefano Nocentini, Responsabile Marketing Top Clients and Public Sector di Telecom Italia -. E´ un progetto italiano che unisce creatività ed eccellenza tecnologica, e il cui valore è tanto più elevato in quanto, grazie al Cloud Computing, è in grado di mettere a disposizione anche di realtà di piccole dimensioni soluzioni all´avanguardia a beneficio di turisti, cittadini, imprese e istituzioni pubbliche". Tecnospiaggia amplia l´offerta di soluzioni per il territorio "intelligente" sviluppate da Telecom Italia sulla Nuvola Italiana  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA (TUE): VIETATE LE COMMISSIONI INTERBANCARIE MULTILATERALI - T/111/08  
 
Il Tribunale conferma la decisione della Commissione che vieta le commissioni interbancarie multilaterali applicate dalla Mastercard. (TUE - Sentenza nella causa T-111/08 - Mastercard Inc e a. / Commissione)  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA (CGUE): CONIGLIO DI CIOCCOLATO LINDT NON È REGISTRABILE COME MARCHIO COMUNITARIO - C/98/11  
 
La forma di un coniglio di cioccolato con un nastro rosso non può essere registrata come marchio comunitario La Corte conferma che tale forma è priva di carattere distintivo (Sentenza nella causa C-98/11, Chocoladefabriken Lindt & Sprüngli Ag / Uami)  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA (CGUE): CORTE ANNULLA SENTENZA DEL TRIBUNALE SU MARCHIO "F1" - SENTENZA C/196/11P  
 
La Corte annulla la sentenza del Tribunale che non ha riconosciuto, in materia di marchi, il carattere distintivo del segno «F1». Né l’Uami né il Tribunale sono competenti a mettere in discussione la validità dei marchi nazionali che possono ostare alla registrazione di un marchio comunitario La Corte non potendo risolvere la controversia nel merito, rinvia la causa al Tribunale. (Sentenza nella causa C-196/11p, Formula One Licensing Bv / Uami)  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA (TUE): NON PUÒ ESSERE REGISTRATO IL MARCHIO O·LIVE PER PRODOTTI DI PROFUMERIA, IGENE E BELLEZZA - SENTENZA T/273/10, OLIVE LINE INTERNATIONAL / UAMI , UMBRIA OLII INTERNATIONAL SRL  
 
Non può essere registrato il marchio O·live per prodotti di profumeria, di igiene e bellezza e detersivi. La società spagnola Olive Line International, S.l. Ha chiesto al Tribunale di annullare la decisione della quarta commissione di ricorso dell´ Uami (Ufficio per l´armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli)) del 14 aprile 2010 Controinteressata, dinanzi alla commissione di ricorso: O. International, S.r.l. (Spoleto). Nel 2007, la società italiana Olivella Srl, di Campiello sul Clitunno (provincia di Perugia) ha chiesto all´Uami la registrazione comunitaria del marchio figurativo "O·live", per beni e servizi delle classi 3 (prodotti per sbiancare, pulire, lucidare … saponi, profumeria …) e 44 (servizi medici e veterinari, prodotti d´igiene e bellezza, servizi d´agricoltura, orticultura e silvicoltura) dell´accordo di Nizza del 1957. Alla Olivella Srl è succeduta la O. International Srl e poi Umbria Olii International Srl. La spagnola Olive Line International si è opposta alla registrazione, fondandosi sul marchio figurativo comunitario "Olive Line", e sul marchio spagnolo figurativo identico al precedente, nonché sul marchio denominativo spagnolo "Olive Line" (tutti relativi a prodotti della classe 3), e facendo valere il rischio di confusione fra I suoi marchi e quello di cui era stata chiesta la registrazione. Nel 2008, la divisione d´opposizione e, nel 2010, la camera di ricorso dell´Uami hanno respinto integralmente la domanda, ritenendo non sussistesse alcun rischio di confusione, ritenendo che il marchio spagnolo Olive Line non avesse carattere distintivo e che non sussistesse rischio di confusione, del marchio richiesto, rispetto ai marchi spagnoli anteriori, tanto quello denominativo, tanto quelli figurativi. Nel 2010 Olive Line International ha impugnato la decisione della camera di ricorso dinanzi al Tribunale Ue. Essa ha sostenuto che I prodotti della classe 3 sono destinati al consumo di massa e di conseguenza I consumatori interessati accorderebbero un grado d´attenzione molto basso, cosa che facilita la confusione fra i marchi. Il Tribunale ritiene peraltro che essa non abbia dimostrato quest´allegazione; al contrario, per i saponi ed i prodotti di profumeria, il livello di attenzione dei consumatori non è debole. Il Tribunale ricorda poi che l´apprezzamento globale del rischio di confusione fra i marchi deve essere fondato sull´impressione globale, tenendo conto degli elementi distintivi e dominanti. Per il Tribunale, l´elemento verbale ´olive´, presente nei marchi anteriori ed in quello richiesto, si impone al pubblico che lo imprime nella memoria. I due marchi presentano pertanto una similitudine visiva e fonetica, nonché concettuale. Per il Tribunale, la camera di ricorso ha commesso un errore, ritenendo che gli elementi essendo di natura descrittiva, non creassero una similitudine concettuale,. Il Tribunale ricorda poi che la valutazione del rischio di confusione comporta una certa interdipendenza fra i fattori considerati: un basso grado di similitudine fra i prodotti o i servizi può essere compensato da un elevato grado di similitudine fra I marchi e viceversa. I marchi in questione sono globalmente simili. I prodotti e servizi per cui la ditta italiana ha richiesto la registrazione del marchio sono in parte (saponi e profumi) identici o simili a quelli coperti dal marchio anteriore, in parte (prodotti per sbiancare) presentano una similitudine, almeno marginale con quelli protetti dal marchio anteriore. Il Tribunale pertanto accoglie le ragioni della ditta spagnola ed annulla la decisione della camera di ricorso dell´Uami che ha ammesso la registrazione del marchio comunitario O·live, per quanto riguarda ´saponi, profumeria, oli essenziali, cosmetici, lozioni per capelli, dentifrici´ (classe3) , oggetto della domanda di marchio, che sono identici a quelli protetti dal marchio denominativo anteriore (spagnolo), per le ´preparazioni per sbiancare, lucidare, sgrassare e abrasivi´ (classe 3): anche tenendo conto della similitudine solo marginale far questi prodotti e quelli protetti dai marchi anteriori (saponi), il grado di somiglianza globale fra I marchi è tale che il rischio di confusione non potrebbe essere escluso, nonostante la debole somiglianza fra i prodotti. Per quanto riguarda i ´prodotti d´igiene e bellezza per persone ed animali´ (classe 44), che presentano similitudini con i prodotti protetti dal marchio denominativo anteriore. Il Tribunale rigetta il ricorso per la parte restante (servizi medici e veterinari, servizi d´agricoltura, orticultura e silvicoltura)  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA (CGUE): REATI APPARTENENTI A SFERE DI CRIMINALITÀ PARTICOLARMENTE GRAVI ELENCATE NEL TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA POSSONO GIUSTIFICARE L´ALLONTANAMENTO DI UN CITTADINO DELL’UNIONE, ANCHE SE HA VISSUTO PIÙ DI DIECI ANNI NELLO STATO MEMBRO OSPITANTE  
 
Un provvedimento del genere è tuttavia subordinato alla condizione che il comportamento della persona rappresenti una minaccia reale e attuale per un interesse fondamentale di tale Stato La direttiva relativa al diritto dei cittadini dell’Unione di soggiornare e di circolare liberamente nel territorio degli Stati membri prevede le condizioni di esercizio di tale diritto e le sue limitazioni per ragioni di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica. In tal senso, lo Stato membro ospitante non può adottare una decisione di allontanamento di un cittadino dell’Unione che ha acquisito un diritto di soggiorno permanente (al termine di un periodo ininterrotto di almeno cinque anni) salvo che per motivi gravi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza. Se tale cittadino dell’Unione ha soggiornato durante gli ultimi dieci anni nel territorio dello Stato membro ospitante, l’adozione di una decisione di allontanamento è possibile solo per motivi imperativi di pubblica sicurezza. Il sig. I., cittadino italiano, vive in Germania dal 1987, è celibe e senza figli. Non ha portato a termine alcun corso di studi, né una formazione professionale e ha lavorato in Germania soltanto saltuariamente. Nel 2006, il Landgericht Köln (tribunale regionale di Colonia) lo ha condannato a una pena detentiva di sette anni e sei mesi per abuso sessuale, atti di violenza sessuale e stupro ai danni di una bambina che all’epoca in cui erano iniziati i fatti aveva 8 anni. I fatti alla base di tale condanna si sono verificati negli anni compresi tra il 1990 e il 2001. Il sig. I., in carcere dal gennaio 2006, avrà terminato di scontare la sua pena detentiva a luglio del 2013. Con decisione del 6 maggio 2008, in forza del diritto nazionale le autorità tedesche hanno dichiarato la perdita del diritto d’ingresso e di soggiorno del sig. I., i per ragioni connesse alla gravità dei reati commessi e al rischio di recidiva, e gli hanno intimato di lasciare il territorio tedesco, a pena di espulsione verso l’Italia. Il sig. I. Si è opposto in giudizio a tale decisione di allontanamento. L’oberverwaltungsgericht für das Land Nordrhein-westfalen (tribunale amministrativo regionale superiore del Land Renania settentrionale-Vestfalia, Germania), adito in appello, chiede alla Corte di giustizia di interpretare la nozione di «motivi imperativi di pubblica sicurezza» atti a giustificare l’allontanamento di un cittadino dell’Unione presente da più di dieci anni nel territorio dello Stato membro ospitante. Nell’odierna sentenza la Corte ricorda anzitutto una sua precedente pronuncia, in cui ha dichiarato che la lotta contro la criminalità legata al traffico di stupefacenti in associazione criminale può rientrare nella nozione di «motivi imperativi di pubblica sicurezza». La Corte precisa poi che la nozione di «motivi imperativi di pubblica sicurezza» presuppone non soltanto l’esistenza di un pregiudizio alla pubblica sicurezza, ma altresì che detto pregiudizio presenti un livello di gravità particolarmente elevato, che emerge dall’impiego dell’espressione «motivi imperativi». In sostanza, gli Stati membri restano liberi di determinare, conformemente alle loro necessità nazionali – che possono variare da uno Stato membro all’altro e da un’epoca all’altra – le regole di ordine pubblico e di pubblica sicurezza, specie qualora autorizzino una deroga al principio fondamentale della libera circolazione delle persone. Tali regole devono tuttavia essere intese in senso restrittivo, di modo che la loro portata non possa essere determinata unilateralmente da ciascuno Stato membro senza il controllo delle istituzioni dell’Unione europea. Al fine di stabilire se reati come quelli commessi dal sig. I. Possano rientrare nella nozione di «motivi imperativi di pubblica sicurezza», la Corte sottolinea che occorre tenere conto del fatto che lo sfruttamento sessuale dei minori appartiene alle sfere di criminalità particolarmente gravi che presentano una dimensione transnazionale, sfere espressamente previste dal Trattato e nelle quali il legislatore dell’Unione può intervenire. Orbene, secondo la Corte, gli Stati membri possono considerare che reati quali quelli di cui all’articolo 83 Tfue costituiscono un attentato particolarmente grave a un interesse fondamentale della società, tale da rappresentare una minaccia diretta per la tranquillità e la sicurezza fisica della popolazione e, pertanto, possono rientrare nella nozione di «motivi imperativi di pubblica sicurezza». Tuttavia, tali reati possono giustificare un provvedimento di allontanamento solo se le modalità con le quali sono stati commessi presentano caratteristiche particolarmente gravi, circostanza che spetta al giudice del rinvio verificare sulla base di un esame individuale della fattispecie su cui è chiamato a pronunciarsi. Ciò nondimeno, l’eventuale accertamento, da parte del giudice del rinvio, secondo i valori propri dell’ordinamento giuridico dello Stato membro cui esso appartiene, che reati del tipo di quelli commessi dal sig. I. Rappresentano una minaccia diretta per la tranquillità e la sicurezza fisica della popolazione non deve necessariamente comportare l’allontanamento della persona. Infatti, il diritto dell’Unione subordina qualsiasi provvedimento di allontanamento alla circostanza che il comportamento della persona rappresenti una minaccia reale e attuale per un interesse fondamentale della società o dello Stato membro ospitante, accertamento che implica, in generale, in capo all’interessato, l’esistenza di una tendenza a ripetere in futuro tale comportamento. Inoltre, quando un provvedimento di allontanamento è adottato a titolo di pena o di misura accessoria ad una pena detentiva, ma è eseguito ad oltre due anni di distanza dalla sua adozione, gli Stati membri devono verificare che la minaccia che l’interessato costituisce per la pubblica sicurezza sia attuale e reale, e valutare se l´eventuale mutamento obiettivo delle circostanze sia intervenuto successivamente all´adozione della decisione di allontanamento. La Corte precisa infine che, prima di adottare una decisione di allontanamento dal territorio per motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza, lo Stato membro ospitante deve tenere conto, in particolare, della durata del soggiorno dell’interessato nel suo territorio, della sua età, del suo stato di salute, della sua situazione familiare ed economica, della sua integrazione sociale e culturale in tale Stato e dell’importanza dei suoi legami con il paese d’origine. (Corte di giustizia dell’Unione europea, Lussemburgo, 22 maggio 2012, Sentenza nella causa C-348/09, I. / Oberbürgermeisterin der Stadt Remscheid)