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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Dicembre 2008
FSFE ANNUNCIA UNO SPRINT DI TRADUZIONI DI 4 SETTIMANE  
 
 Düsseldorf, 16 dicembre 2008. La Free Software Foundation Europe (Fsfe) annuncia uno sprint di traduzioni per le proprie pagine web che durerà dal 15 dicembre 2008 all´11 gennaio 2009. Scopo di questo sprint è quello di fornire informazioni sul Software Libero e sul lavoro di Fsfe nel maggior numero di lingue possibile. Uno dei più importanti mezzi di comunicazione con il pubblico usato dalla Fsfe è il sito web all´indirizzo http://www. Fsfeurope. Org/. Tradurre i testi e renderli disponibili a persone di diverse lingue è sempre stato un compito importante, e grazie all´instancabile lavoro di dozzine di volontari sparsi in tutta Europa, le pagine sono disponibili in 26 lingue diverse. Tradurre le pagine di Fsfe è un grosso lavoro. Online sono presenti più di 250 pagine, molte altre sono aggiunte o aggiornate ogni settimana e richiedono nuove traduzioni. Rimane sempre qualche cosa da fare e ogni aiuto aggiuntivo è sempre il benvenuto. Per questo Fsfe annuncia uno sprint di traduzioni di 4 settimane a partire dal 15 dicembre 2008 all´11 gennaio 2009, in combinazione con un appello a nuovi volontari. Il lavoro: tradurre e revisionare dall´inglese ad altre lingue europee. L´obiettivo: ridurre il più possibile le pagine non tradotte. Il candidato: tu. Tradurre e revisionare testi è un prezioso contributo al lavoro di Fsfe ed un´eccellente opportunità per prendere parte spontaneamente alle sue attività senza obblighi a lungo termine. E´ anche una grande occasione per contribuire senza dover spendere denaro. Interessato? Disposto a spendere un po´ di tempo per il futuro del Software Libero? Pronto ad unirti ad uno dei gruppi di volontari più grandi di Fsfe? Dai un´occhiata alla pagina informativa sulle traduzioni [1]! E se hai altre domande, non esitare a spedire una e-mail a translators (at) fsfeurope. Org. Qualche gruppo di traduttori ha già dichiarato gli obiettivi per lo sprint [2] della propria lingua - Aiuterai il tuo gruppo a raggiungerli? [1] http://www. Fsfeurope. Org/contribute/translators/web. It. Html [2] http://wiki. Fsfe. Org/translatorssprint . . . .  
   
   
TELECOMUNICAZIONI: RICCARDI, BLOCCO ACCORDO MERCURIO/TELECOM  
 
 Trieste, 15 dicembre 2008 - "Il documento sottoscritto fra Mercurio e Telecom non può essere condiviso ed approvato dall´ Amministrazione regionale", evidenzia la "comunicazione" che l´assessore Riccardo Riccardi ha portato all´attenzione della Giunta del Friuli Venezia Giulia, sulla base della quale il Governo regionale ha deciso l’ 11 dicembre di bloccare l´accordo quadro tra le due società. In tale comunicazione l´assessore Riccardi, dopo aver ricordato la "missione aziendale" di Mercurio (società a capitale interamente regionale), il suo programma di attività per lo sviluppo del progetto Ermes di realizzazione di una rete pubblica per telecomunicazioni a banda larga entro il 2010 in tutto il Friuli Venezia Giulia e le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione alla società, pari ad oltre 52 milioni di euro, esamina gli atti di Mercurio Fvg spa dopo la decisione di fusione della stessa Mercurio in Insiel, adottata dal Governo regionale ai primi di ottobre. Il 28 ottobre scorso Mercurio ha sottoscritto con Telecom Italia un accordo quadro per la cessione dei "diritti reali d´uso esclusivo" di due coppie di fibre ottiche per 15 anni. Un accordo i cui contenuti non erano stati portati in precedenza all´esame della Giunta regionale, come previsto da una delibera del giugno 2007 che dispone la preventiva informativa su "operazioni industriali o commerciali . Che rivestano carattere di particolare rilevanza". La società ha invece ritenuto di "non produrre alcuna preventiva informativa" alla Regione, richiama la comunicazione di Riccardi, ritenendo in alternativa di subordinare l´efficacia dell´accordo ad una condizione sospensiva: il testo infatti, ricevuto dalla Regione il 9 novembre, prevede l´inefficacia di tale accordo se non formalmente approvato dalla Regione stessa entro il 28 gennaio 2009. L´accordo Mercurio-telecom, richiama l´assessore Riccardi, prevede di fatto la cessione senza gara, ad un solo operatore, dei diritti d´uso delle fibre ottiche regionali; non fornisce indicazioni sull´esigenza, voluta dalla Regione, d´intervenire prioritariamente nelle zone del Friuli Venezia Giulia maggiormente svantaggiate da un punto di vista digitale; non indica, in alcuna parte del testo, l´impegno di Telecom ad investire entro il 2010 5 milioni di euro per l´allestimento di 120 centrali telefoniche attualmente inadeguate a ricevere la fibra ottica, come invece confermato all´assessore dall´amministratore delegato di Mercurio in una nota di metà novembre. Mercurio, posta ad esclusivo servizio della Regione, conclude pertanto la comunicazione di Riccardi alla Giunta, "non ha la capacità giuridica di agire come operatore di telecomunicazioni indipendente", la Regione deve concedere i diritti d´uso tramite gara d´evidenza pubblica e tali concessioni dovranno essere condizionate dall´adeguatezza tecnica delle centrali di proprietà dell´operatore dominante (cioè di Telecom), poiché "scopo primario" dell´ Amministrazione del Friuli Venezia Giulia è quello della realizzazione di una rete pubblica di proprietà regionale che venga anche in parte usata per il superamento dello svantaggio digitale che affligge quasi la metà del territorio regionale, un dato - quest´ultimo - di cui "nell´accordo stesso di fatto non vi è traccia". .  
   
   
I NUOVI TALENTI SI INCONTRANO A TORINO  
 
 Torino, 15 dicembre 2008 – Si è svolta, l ‘ 11 dicembre, al Centro Congressi della Regione Piemonte la Iv Conferenza Annuale organizzata da Top-ix (Torino Piemonte Internet Exchange), il Consorzio che riunisce Pubblica Amministrazione, Atenei, piccole e grandi imprese e gestisce il Nap (Neutral Access Point) dell’Italia Nord-occidentale. La Conferenza, dal titolo “L’infrastruttura del Talento” è stata l’occasione per fare il punto sugli sviluppi di Internet in tutte le sue componenti – infrastrutture fisiche, middleware e applicazioni – e tracciare le strategie che ne potrebbero favorire la crescita e l’utilizzo in Piemonte e in tutta Italia. La Rete è un potente strumento per fare emergere e alimentare le nuove idee, poiché consente alle imprese e a chi ha un progetto innovativo (un Talento da esprimere, appunto) di confrontarsi con un’immensa platea internazionale e incontrare il pubblico e i consumatori in tempi relativamente brevi. Ancora oggi, tuttavia, l’implementazione di progetti su Internet comporta, in alcuni casi, costi e investimenti estremamente onerosi per la realizzazione delle infrastrutture necessarie al fornire il servizio o ospitare le applicazioni. Costi che, molto spesso, devono essere sostenuti in fase pre-competitivo quando il successo di un’impresa o la redditività di un progetto è ancora incerti. Una soluzione a questo vincolo potrebbe venire da alcune tecnologie analizzate nel corso della Conferenza, tra cui, in particolare il “Cloud Computing” e le modalità di distribuzione delle applicazioni denominate “Software as a Service”. Come ha dichiarato Silvano Giorcelli, Direttore Generale di Top-ix, durante la Conferenza: “L’adozione delle tecnologie di cloud computing e di virtualizzazione delle infrastrutture di Rete, di cui si è discusso, potrebbe ridurre i costi per lo sviluppo del business tramite internet, consentendo a molte aziende di accedere, con investimenti più contenuti, a nuovi mercati e alla cosiddetta coda lunga dei consumatori. In un periodo di crisi internazionale, la possibilità di ridurre i costi infrastrutturali delle imprese e quindi di ridurre la necessità di finanziamenti, potrebbe contribuire a sostenere la competitività del sistema imprenditoriale piemontese, sul mercato interno e internazionale”. L’adozione di queste tecnologie, quindi, in Piemonte, soprattutto nel quadro del “Development Program” che il Consorzio gestisce dal 2006 e che offre sostegno infrastrutturale e tecnologico alle start-up e alle imprese con nuovi progetti da realizzare, potrebbe contribuire ad ampliare e approfondire lo sviluppo e l’utilizzo della Rete nella Regione e quindi attirare un numero ancora maggiore di nuovi talenti sul nostro territorio. .  
   
   
E-GOVERNMENT LA REGIONE SARDEGNA VINCE IL PREMIO CITTÀ IDEALE 2008  
 
 Cagliari, 15 Dicembre 2008 - Si è conclusa a Firenze l´undicesima edizione di "Dire&fare - La pubblica amministrazione che funziona", rassegna a livello nazionale promossa dalla Regione Toscana e dall´Anci Toscana che offre a enti pubblici, aziende, associazioni, scuole e università uno spazio aperto dove conoscersi e confrontarsi. Durante la rassegna è stato assegnato ai migliori progetti presentati il Premio Città Ideale 2008 che promuove e mette in rete gli elementi più innovativi delle autonomie locali e della pubblica amministrazione. Tra i vincitori anche la Regione Sardegna in qualità di capofila del Progetto Lab. Net, iniziativa finalizzata alla valorizzare del patrimonio architettonico presente nei centri storici urbani delle zone transfrontaliere della Sardegna, della Corsica e della Toscana. Questo è un ulteriore riconoscimento attribuito al progetto Lab. Net. Lab. Net è intervenuto ad importanti eventi nazionali sulla tutela e valorizzazione dei centri storici minori e ha partecipato a workshop universitari di alta specializzazione. Inoltre, più volte, si è trovato all’attenzione della stampa nazionale, che ha mostrato particolare interesse alla metodologia sperimentata, all’efficacia dei risultati ottenuti e alla sua forte territorialità. Le modalità del progetto Lab. Net, utilizzate per il sostegno alle piccole realtà locali, sono state identificate come buone prassi anche dalla Banca Mondiale di Washington per lo Sviluppo Locale in America Latina. Anche il Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-francia Marittimo 2007-2013, ha segnalato il progetto Lab. Net fra quelli che hanno ottenuto risultati più positivi in termini di creazione di reti di scambio culturale, di valorizzazione e sviluppo delle risorse naturali e di promozione di una comune identità culturale. Il Dipartimento della Funzione Pubblica, per il tramite del Formez, ha selezionato il progetto Lab. Net come uno dei dieci progetti di cooperazione territoriale con requisiti di valore strategico, significatività della dimensione territoriale e finanziaria, capacità di introdurre avanzamenti su temi innovativi e di trovare soluzioni a problemi comuni e di interesse. Lab. Net ha creato una solida rete di cooperazione tra i partner che intendono far proseguire il progetto anche nella prossima programmazione 2007-2013, segno che si è costruito nel tempo un partenariato forte e duraturo, capace di perseguire efficacemente obiettivi comuni e richiamare sempre maggiori interessi. .  
   
   
OFFERTA: PROGETTAZIONE E VERIFICA DELLA FATTIBILITÀ DI UNA CLASSIFICA GLOBALE MULTIDIMENSIONALE DELLE UNIVERSITÀ  
 
 Bruxelles, 15 dicembre 2008 - La direzione generale della Ricerca della Commissione europea ha pubblicato un bando di gara d´appalto per offerte sulla progettazione e verifica della fattibilità di una classifica globale multidimensionale delle università. La nuova classifica da progettare e verificare mirerà a rendere possibile il comparare e il confrontare istituzioni simili all´interno ed all´esterno dell´Ue, sia a livello d´istituzione sia nel suo complesso e porrà particolare attenzione a diversi settori di studio. Ciò aiuterà le istituzioni a posizionarsi meglio e migliorare le loro strategie di sviluppo, la qualità e le prestazioni. Informazioni accessibili, trasparenti e comparabili renderanno più semplice per le parti interessate e, in particolare, per gli studenti prendere decisioni informate fra le diverse istituzioni e i loro programmi. Molte classifiche esistenti non soddisfano quest´obiettivo perchè si concentrano solamente su certi aspetti di ricerca e su intere istituzioni, piuttosto che su singoli programmi e discipline. Il progetto riguarderà tutti i tipi di università e le altre istituzioni d´istruzione superiore nonché gli istituti di ricerca. Per ulteriori informazioni, contattare: Commissione europea Dg Istruzione e cultura att. Ne: Barbara Nolan Unità B-3 Mado 11/021 B-1049 Bruxelles Fax: +32 2 299 82 92 E-mail: Contact Per i dettagli completi del bando consultare il seguente indirizzo internet: http://ted. Europa. Eu/exec?dataflow=n_one_doc_access. Dfl&template=ted/n_one_result_detail_curr. Htm&docnumber=318523-2008&docid=318523-2008&statlang=it .  
   
   
PIANO FORMAZIONE FORMATORI CONVEGNO A PERUGIA, “REGIONE IMPEGNATA IN CRESCITA QUALITITATIVA PER INNOVAZIONE UMBRIA”  
 
Perugia, 15 dicembre 20 08 – “La Regione Umbria si è posta l’obiettivo strategico di rendere l’attività formativa sempre più utile ed efficace per la società umbra, innalzandone la qualità e sostenendone l’innovazione ai fini dell’accrescimento della competitività del sistema Umbria”. Lo ha sottolineato il direttore regionale allo Sviluppo economico, Formazione e Lavoro Ciro Becchetti, l’ 11 dicembre aprendo il convegno promosso dalla Regione Umbria e dall’Agenzia Umbria Ricerche (“Aur”), “Verso un’offerta formativa di qualità”, in cui sono stati presentati i risultati dell’attività di valutazione e ricerca sul sistema di accreditamento della Regione Umbria. “L’accreditamento delle strutture formative finanziate con risorse pubbliche – ha detto Becchetti – non è inteso dalla Regione come un onere, in applicazione del decreto ministeriale in materia e dell’obbligatorietà prevista per accedere alle risorse del ‘Fondo Sociale Europeo’, ma come uno strumento per promuovere la qualità nelle sedi formative e nei soggetti che usufruiscono della formazione. Dopo la prima fase di sperimentazione, iniziata nel dicembre 2002 e conclusa nel 2004 – ha aggiunto – dal gennaio 2005 il sistema di accreditamento regionale è entrato a regime e nel 2007 il percorso per lo sviluppo di ulteriori livelli di qualità è proseguito, con la fase di mantenimento. Dagli iniziali 293 soggetti operanti nella formazione si è passati a 202 nel 205, fino ad arrivare agli attuali 130, cui si aggiungono 30 istituti scolastici e 66 centri che si occupano di consulenza”. “L’accreditamento – ha rilevato il direttore regionale – è un requisito necessario, ma non sufficiente per svolgere attività cofinanziate con fondi pubblici che vengono selezionate sulla base della qualità dei progetti. È uno strumento che va ulteriormente qualificato, affinché si possa incidere sempre più sia sulla formazione sia sullo sviluppo regionale”. “La qualità dell’offerta formativa e delle abilità e conoscenze – ha sottolineato, a sua volta, il presidente dell’Agenzia Umbria Ricerche, Claudio Carnieri – incide, in maniera rilevante, sia sul modello di sviluppo sia su quello sociale. La ricerca che oggi presentiamo sul sistema dei soggetti accreditati in Umbria contribuisce alla ‘lettura’ della realtà della regione e fornisce una base scientifica per innalzare i livelli di qualità e innovazione”. Dopo due indagini sul processo di accreditamento e l’impatto che ha prodotto nella gestione delle attività di formazione finanziate con fondi pubblici, dalle quali è emersa, tra l’altro, “la necessità di accompagnare il sistema con azioni di formazione e avviare progetti di confronto e diffusione delle ‘buone pratiche’, nel dicembre 2007 la Regione ha approvato il “Piano di formazione formatori”. “L’umbria – ha detto il dirigente del Servizio Istruzione della Regione Umbria, Mario Margasini – è stata la prima Regione in Italia ad attuare un Piano così impegnativo ed esteso, allo scopo di garantire la crescita qualitativa del sistema di accreditamento e non dare una mera risposta amministrativa. Il Piano ha previsto ben nove corsi finalizzati allo sviluppo di competenze degli operatori della formazione professionali e si è realizzato nei mesi di giugno, luglio, settembre, ottobre e novembre 2008, rappresentando un’opportunità per le strutture accreditate per adempiere al requisito ‘partecipazione ad almeno un’attività formativa di aggiornamento delle competenze professionali negli ultimi dodici mesi’, obbligatorio per il mantenimento dell’accreditamento. Nel complesso – ha proseguito – sono pervenute 1009 domande di iscrizione, con 813 persone ammesse a partecipare, mentre la frequenza ai corsi è scesa a 594. Partendo dalla valutazione dei punti di criticità, la Regione vuol promuovere un sistema più flessibile e ampio, in cui innalzamento degli standard di qualità e dei livelli di accomunamento del sistema formativo avvengano in partenariato, mettendo insieme il sistema delle ‘inteligenze’”. I risultati dell’“azione di sistema di ricerca, gestione e valutazione” che ha accompagnato il Piano di formazione formatori, affidato dalla Regione Umbria all’Agenzia Umbria Ricerche, sono stati illustrati dal direttore di “Aur”, Anna Ascani. “Sono stati quattro i temi analizzati – ha sintetizzato – la capacità di fare ‘rete’, fondamentale per partecipare ai bandi della Regione Umbria, la gestione delle risorse professionali, le credenziali del potenziale docente, e la valutazione del Piano di formazione formatori, con questionari tra partecipanti ai corsi e docenti. Sono emerse indicazioni importanti per la nuova programmazione regionale. In particolare, la conferma dell’importanza del ruolo svolto dalla Regione nel coordinare e promuovere l’innalzamento continuo della qualità dell’offerta formativa e della necessità di continuare in tale direzione al fine di creare ‘innovazione conoscitiva’ per la promozione di uno sviluppo economico, occupazione e sociale del territorio”. Nel corso del convegno sono stati consegnati attestati di partecipazione ai corsi del Piano di formazione formatori. .  
   
   
FVG, POLITICHE GIOVANILI: RIPARTO PER CENTRI AGGREGAZIONE  
 
Trieste, 15 dicembre 2008 - 600 mila euro all´anno per 20 anni, per un totale di 12 milioni di euro, a favore dei centri di aggregazione giovanile del Friuli Venezia Giulia, laici e religiosi. E ancora, 446 mila euro assegnati per l´anno in corso alle associazioni che si occupano di giovani. A tanto ammontano le risorse che la Regione, attraverso la legge 12 del 2007, ha destinato alle politiche giovanili. Lo ha annunciato l´assessore competente Alessia Rosolen, incontrando i giornalisti assieme al presidente della sesta Commissione consiliare, Piero Camber, e ai consiglieri Piero Tononi e Roberto Novelli. Più nel dettaglio, il contributo di 600 mila euro all´anno per 20 anni viene suddiviso (ai sensi dell´articolo 16 della legge 12) tra 62 centri di aggregazione, in particolare oratori e ricreatori, dove vengono svolte attività di tipo educativo, ricreativo, sportivo, artistico e culturale rivolte ai giovani, gestite in forma pubblica, privata o autogestita. Tra essi le strutture laiche sono 31, quelle religiose altrettante. Nel complesso 34 operano nel territorio della provincia di Udine, 6 in quella di Gorizia, 12 nel Pordenonese e 10 nella provincia di Trieste, dove, grazie a questo riparto, si affronta finalmente la questione della risistemazione del ricreatorio Nordio. Con un importo di 440 mila euro la Regione sostiene inoltre (come previsto dall´articolo 15 della norma) la realizzazione di progetti finalizzati a promuovere l´autonoma capacità ideativa e organizzativa, il diretto coinvolgimento e la partecipazione attiva di giovani a iniziative associative di valore sociale e culturale. Un modo concreto, secondo Rosolen, per affrontare il tema dell´isolamento giovanile e per prevenire il disagio legato all´abuso di alcol o droghe. In questo caso sono state accolte 46 domande: 8 provenienti da Trieste, 13 da Gorizia, 5 da Pordenone e 20 da Udine. Ricordando come l´importante contributo per i centri di aggregazione sia frutto degli emendamenti presentati dai consiglieri di maggioranza e approvati con le variazioni di bilancio, che hanno integrato con 60 mila euro annui l´importo inizialmente previsto di 540 mila euro, l´assessore Rosolen ha sottolineato come la ripartizione di tutte le risorse sia il frutto di un criterio, finalmente oggettivo, basato sull´effettiva presenza di giovani sul territorio (tra i 15 e i 30 anni di età) e sulla volontà della Giunta regionale di "investire nelle giovani generazioni secondo un disegno completo e organico che finora era mancato". Un tema questo ripreso dai consiglieri presenti. In particolare Camber ha evidenziato come, a fronte di una riduzione media del 5 per cento delle poste di bilancio, in tutti i settori, ai giovani sia destinato un 11 per cento in più. Tononi dal canto suo ha espresso la soddisfazione per la scelta di non operare una distinzione fra enti religiosi e laici, mentre Novelli ha enfatizzato il fatto che si sia messo fine ad interventi di tipo ideologico, privilegiando le iniziative che puntano a garantire salute e sicurezza. Infine l´assessore Rosolen ha anche confermato la volontà dell´esecutivo regionale di mantenere, nel bilancio, la previsione di istituire un forum permanente dei soggetti che coordinano e promuovono le politiche giovanili, di cui la Regione sia interlocutore attivo. .  
   
   
COME I RAGAZZI GUARDANO (O NON GUARDANO) LA POLITICA PRESENTAZIONE A FIRENZE OGGI IN UN CONVEGNO DI STUDIO  
 
 Firenze, 15 dicembre 2008 - “Minori, mass media e cultura politica”. E´ il titolo di una indagine, effettuata dal Centro Studi Minori e Media di Firenze in collaborazione con l´Università di Firenze, che ha coinvolto 1. 505 studenti di 18 scuole superiori in 12 province di 7 regioni italiane (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Lazio, Campania e Sicilia). L´indagine conoscitiva analizza le informazioni che i minori hanno della politica attraverso i media e fornisce risposte al quesito se i ragazzi di oggi provano o meno interesse verso la politica. L´indagine sarà presentata in un convegno, organizzato dal Centro Studi in collaborazione con la Regione Toscana, che si svolgerà lunedì prossimo 15 dicembre (dalle 9:30 alle 13:00) a Firenze nella Sala Gonfalone del Consiglio Regionale della Toscana (via Cavour 4). Porterà il saluto della Regione l´assessore Agostino Fragai, titolare della delega alla Partecipazione; seguiranno Franca Alacevich e Sandra Landi, preside della facoltà fiorentina di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” e direttrice dell´Agenzia nazionale per lo sviluppo dell´autonomia scolastica per la Toscana. La ricerca sarà presentata e commentata da Barbara Saracino e Livia Sturlese Tosi (Centro Studi Minori e Media), Piero Damosso (vicecaporedattore Tg1 Rai), Stefano Mannoni (Commissario Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), Cesare Mirabelli (presidente emerito della Corte Costituzionale), Franco Cambi (ordinario di Pedagogia all´Università di Firenze). Introduzione e chiusura affidate a Laura Sturlese e Isabella Poli, presidente e direttore scientifico del Centro Studi Minori e Media. L´indagine 2008 fa seguito alle precedenti “Minori e telefonia mobile” (2007) e “Minori in videogioco” (2006). .  
   
   
PRESENTATA A VERSAILLES UNA NUOVA TABELLA DI MARCIA PER LE INFRASTRUTTURE DI RICERCA  
 
Bruxelles, 15 dicembre 2008 - Le scienze ambientali e biologiche dominano la lista delle 10 infrastrutture di ricerca che sono appena state aggiunte alla tabella di marcia per le infrastrutture di ricerca europee (European Roadmap for Research Infrastructures). La seconda edizione della tabella di marcia, prodotta dall´Esfri (European Strategy Forum on Research Infrastructures - Forum strategico europeo per le infrastrutture di ricerca) è stata presentata alla Conferenza europea sulle infrastrutture di ricerca tenutasi il 9 dicembre a Versailles, in Francia. Le novità aggiunte alla tabella di marcia comprendono l´ulteriore sviluppo di un sistema radar usato per lo studio di processi che avvengono nell´atmosfera, una struttura per le osservazioni artiche fondamentale per la nostra conoscenza dei cambiamenti ambientali globali, e una rete di siti per lo studio di approcci alternativi alla cattura e stoccaggio del carbonio. Nelle scienze biologiche e mediche, le novità riguardano sia la minaccia di una pandemia causata da una malattia infettiva nuova o esistente, e la necessità di tecnologie migliori per l´imaging biomedico nelle applicazioni biologiche e mediche. Inoltre, una nuova piattaforma aperta per lo screening permetterà (tra le altre cose) ai ricercatori impegnati nelle industrie o nelle università di accedere a risorse per lo sviluppo di piccole molecole bioattive. Gli scienziati dei materiali hanno soltanto una nuova infrastruttura contenuta nella lista: un labortorio europeo dei campi magnetici (European Magnetic Field Laboratory), che assisterà i ricercatori europei nello studio della materia, fornendo i campi magnetici più alti possibile. La tabella di marcia ora presenta 44 progetti (uno degli iniziali 35, Erohs o "European resource observatory for the humanities and social sciences", è stato eliminato perché coincideva troppo con altre iniziative). Questo solleva la questione di come si potranno trovare i finanziamenti per questi progetti ambiziosi, considerata l´attuale crisi economica. I relatori alla sessione d´apertura della conferenza erano daccordo nella loro convinzione che, ora più che mai, gli investimenti nella ricerca in generale e nelle infrastrutture di ricerca in particolare, sono vitali per dare slancio al rafforzamento dell´economia. "Trovandoci in un periodo di difficoltà economiche, risulta più importante che mai ottimizzare i finanziamenti disponibili per questi impianti di ricerca sempre più complessi e costosi," ha dichiarato il commissario europeo responsabile per la Scienza e la ricerca, Janez Potocnik. Valérie Pécresse, il ministro francese per l´Istruzione superiore e la ricerca, ha parlato delle infratrutture di ricerca come di "armi contro la crisi economica". Malgrado la recente recessione economica, sono stati compiuti dei progressi su una serie di infrastrutture contenute nella prima edizione della tabella di marcia: sette sono già in fase di costruzione o hanno pronti i finanziamenti e gli accordi. Tra questi progetti avanzati c´è l´ulteriore sviluppo della European Synchrotron Radiation Facility, della Facility for Antiproton and Ion Research e del European X-ray Free Electron Laser. Altri 11 si trovano ad uno stadio di progresso buono, anche se non sono ancora in regola per quanto riguarda gli accordi e i finanziamenti. In molti casi, i finanziamenti per la fase preparatoria di queste infrastrutture sono forniti dal Settimo programma quadro dell´Ue (7°Pq). A livello nazionale, circa 16 paesi europei hanno pubblicato tabelle di marcia proprie o ne stanno preparando o aggiornando una. La maggior parte di queste tabelle di marcia contengono un insieme di priorità europee (come individuato dall Esfri) e progetti nazionali minori in linea con le priotità di ciascun paese. Dalla pubblicazione dell´ultima edizione della tabella di marcia nel 2006, l´Esfri ha anche concentrato sempre di più l´attenzione sull´importanza delle e-infrastrutture in tutti i progetti approvati dall´Esfri. "In alcuni campi della scienza non si è abituati all´idea di mettere i dati grezzi a disposizione del pubblico," ha detto il presidente dell´Esfri Carlo Rizzuto al Notiziario Cordis. Un´altra questione affrontata alla conferenza è stata la distribuzione geografica delle infrastrutture. "L´esercizio Esfri non dovrebbe portare ad una concentrazione geografica delle infrastrutture di ricerca," ha commentato la Pécresse. Intanto, una delle sfide riguardanti le infrastrutture rimane quella della mancanza di un quadro legale nell´ambito del quale costruire una tale organizzazione paneuropea. La Commissione europea ha avanzato un quadro legale nell´estate scorsa e i ministri europei per la Ricerca lo hanno accettato in buona parte. Tuttavia, ancora non è stato trovato un accordo sul fatto che queste infrastrutture siano escluse dall´Iva (Imposta sul valore aggiunto). Toccherà ora alla prossima presidenza Ceca dell´Ue di trovare una soluzione a questo problema. Il commissario Potocnik ha sollecitato i ministri a non ritardare l´approvazione del quadro legale. "A meno che riusciamo a liberare le infrastrutture di ricerca dai loro legami legali e fiscali, saremo responsabili di ritardare di anni i progetti della tabella di marcia dell´Esfri," ha fatto notare. "Non dobbiamo assolutamente sprecare il nostro potenziale di essere leader nella ricerca. " Per ulteriori informazioni, visitare: Ecri2008 - Fifth European Conference on Research Infrastructures: http://www. Ecri2008. Eu Forum per la strategia europea in materia di infrastrutture di ricerca (Esfri): http://cordis. Europa. Eu/esfri Finanziamenti per le infrastrutture di ricerca nell´ambito del Settimo programma quadro (7°Pq): http://cordis. Europa. Eu/fp7/capacities/research-infrastructures_en. Html . .  
   
   
SIMPOSIO DELL´UNIONE ASTRONOMICA INTERNAZIONALE  
 
Parigi, 15 dicembre 2008 - Dal 19 al 23 gennaio l´Unione astronomica internazionale (Iau) terrà a Parigi (Francia) un simposio sul ruolo dell´astronomia nella società e nella cultura. Scopo di questo evento è di fornire una panoramica globale e allo stesso tempo dettagliata delle molte attività che uniscono astronomia e cultura. Offrirà la possibilità di discutere i modi in cui queste attività possono essere migliorate a livello locale e internazionale. In programma ci sono tre grandi temi: "L´astronomia nella cultura e la cultura dell´astronomia", "Astronomia e società", "Istruzione nell´astronomia a livello mondiale". Per ulteriori informazioni, visitare: http://iaus260. Obspm. Fr/ .  
   
   
UNO STUDIO DURATO SEDICI ANNI RIVELA LA TRAIETTORIA DI 28 STELLE CHE ORBITANO SUL MASSICCIO BUCO NERO DELLA VIA LATTEA  
 
Bruxelles  15 dicembre  2008  - Dopo 16 anni di assiduo lavoro, alcuni astronomi in Germania, Francia, Stati Uniti, Israele e Cile hanno calcolato le orbite di 28 stelle al centro della nostra galassia, rivelando nuove informazioni sul massiccio buco nero chiamato Sagittarius A* nel cuore della Via Lattea. Le loro scoperte, che forniscono anche informazioni sulla formazione delle stelle, sono state pubblicate sulla rivista online arXiv. "Il centro della galassia è un laboratorio unico nel quale possiamo studiare i processi fondamentali di gravità, dinamiche stellari e formazione delle stelle che sono di grande importanza per tutti gli altri nuclei galattici, con un livello di dettaglio che non sarà mai possibile ottenere al di fuori della nostra galassia," ha spiegato Reinhard Genzel dell´Istituto Max Planck di fisica extraterrestre in Germania. Poiché la zona centrale della Via Lattea è oscurata da polvere interstellare, gli scienziati hanno usato lunghezze d´onda ad infrarossi per osservare le stelle centrali che si muovevano intorno a Sagittarius A*. L´osservazione delle orbite delle stelle ha permesso loro di dedurre importanti proprietà del buco nero, come per esempio la sua massa, e di ricalcolare la distanza del Centro Galattico, una misurazione fondamentale per i modelli esistenti della nostra galassia. Lo studio è cominciato nel 1992, quando gli scienziati hanno cominciato a raccogliere immagini ad alta risoluzione del Centro Galattico usando la camera Sharp, attaccata al telescopio di 3,5 metri di nuova tecnologia dell´Osservatorio europeo australe (Eso) in Cile. A partire dal 2002, sono stati raccolti dati di immagini più avanzati usando il sistema Naos-conica (Naco), montato sul Very Large Telescope (Vlt) di 8,2 metri dell´Eso, e a partire da Luglio 2004 lo spettometro di campo Sinfoni, anch´esso montato sul Vlt, ha reso possibili le osservazioni spettroscopiche. Lo studio ha incrementato radicalmente la precisione con la quale si può misurare la posizione delle stelle. La precisione dei loro calcoli è nell´ordine dei 300 microarcsecondi, l´equivalente di vedere una moneta da un euro da una distanza di circa 10. 000 km. Queste osservazioni hanno permesso agli scienziati di aggiornare la stima della distanza del Centro Galattico, un calcolo importante. Uno dei risultati principali dello studio è stata l´osservazione di un´orbita completa di una stella chiamata S2, una delle più luminose tra quelle osservate, che compie una rivoluzione completa del centro della Via Lattea in circa 15 anni. (Per fare un confronto, il periodo di rotazione galattica del Sole è di circa 200 milioni di anni) Questa osservazione di un´orbita completa ha reso possibile l´alta precisione dei calcoli. I ricercatori hanno però notato che ad un certo punto la luminosità di S2 e la sua velocità sono cambiate; la spiegazione di tale variazione rimane al centro di un affascinante dibattito. Lo studio ha ottenuto le orbite di 20 stelle early-type (primo tipo). Questo importante aumento del numero di orbite conosciute permette agli scienziati di cercare proprietà in comune tra loro, caratterizzando così questo gruppo centrale di stelle. "Le stelle nella regione più interna si trovano in orbite casuali, come uno sciame di api," ha detto l´autore principale dello studio, Sefan Gillessen dell´Istituto Max Planck di fisica extraterrestre. Gli scienziati hanno determinato le orbite di sei stelle late-type (tipo avanzato) per la prima volta in questa regione e hanno anche confermato le congetture secondo le quali sei stelle late-type orbitano intorno al buco nero in senso orario, in un disco. Si può imparare molto sulle origini delle stelle centrali determinando le proprietà delle loro orbite. Le condizioni per la formazione di queste stelle rimane uno degli obiettivi dello studio in corso, sono troppo giovani per essersi spostate in questa zona, ma probabilmente non si sono formate nelle orbite attuali, dove dominano le forze del buco nero. Sulla base delle loro osservazioni, gli astronomi hanno supposto che oltre al massiccio buco nero, una notevole quantità di massa nella forma di un ammasso di "resti stellari oscuri" potrebbe trovarsi intorno al buco nero. "Indubbiamente l´aspetto più spettacolare del nostro lungo studio è che ha fornito quella che adesso è considerata come la migliore prova empirica che i buchi neri super massicci esistono veramente," ha detto Genzel. "Le orbite stellari nel Centro Galattico mostrano che la concentrazione centrale di massa di quattro milioni di masse solari deve essere un buco nero, oltre ogni ragionevole dubbio. " "Il prossimo passo avanti sarà mettere insieme la luce dei quattro telescopi di 8,2 metri del Vlt - una tecnica conosciuta come interferometria," ha detto Frank Eisenhauer, il ricercatore principale dello strumento di prossima generazione Gravity. "Questo migliorerà la precisione delle osservazioni di un fattore tra 10 e 100 rispetto a ciò che è attualmente possibile. Questo esperimento ha il potenziale per testare direttamente la [teoria] generale della relatività di Einstein nelle regioni attualmente inesplorate vicino al buco nero. " Per ulteriori informazioni, visitare: Osservatorio europeo australe http://www. Eso. Org arXiv http://arxiv. Org/ .  
   
   
AMBIENTE E STORIA PERNI DI UN PROGETTO DI SVILUPPO DEL DELTA DEL PO  
 
 Adria (Ro), 15 dicembre 2008 - Si è tenuto l’11 dicembre ad Adria il secondo appuntamento del trittico di incontri che l’Assessore all’Urbanistica e Politiche per il Territorio della Regione del Veneto, Renzo Marangon, ha promosso con l’obiettivo di definire un’ipotesi di sviluppo del territorio polesano, da collocarsi all’interno del Ptrc in avanzata fase di elaborazione. Il tema odierno si è sviluppato sull’argomento “Fra Natura e Cultura: Adria Porta Grande del Parco del Delta” e ha visto il coinvolgimento di operatori pubblici e privati, chiamati a partecipare al progetto di riqualificazione e trasformazione del territorio rodigino. La città di Adria è uno dei luoghi fondativi del Veneto, uno dei luoghi più ricchi di storia e con il Parco del Delta Po, si candida a divenire uno spazio fortemente simbolico per coniugare natura e cultura, per promuovere quegli elementi di eccellenza, ovvero ricerca e “industria della conoscenza”, finalizzati a configurare il “Terzo Veneto” e a sviluppare quella polarità necessaria a rendere competitiva l’area nello scenario regionale e dell’Adria Po-valley. Rispetto a quest’ultima l’Assessore Marangon ha ricordato che si tratta di un progetto che vede coinvolte, oltre alla regione del Veneto, l’Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e le province autonome di Trento e Bolzano, una realtà territoriale che rappresenta il 45 % della popolazione nazionale, il 55 % del Pil e il 72 % delle esportazioni. Obiettivo primario di questa cooperazione interregionale – ha ribadito – è quello di internazionalizzare i sistemi locali e innovare e rigenerare il capitale territoriale per accrescere la capacità di competizione in uno scenario globalizzato. All’interno delle politiche di coordinamento avviate – ha poi informato Marangon – le Regioni si sono impegnate ad individuare aree territoriali con specifiche problematiche, coinvolgendo nella progettazione e realizzazione delle risposte le province e i comuni interessati. Mi riferisco ad esempio – ha precisato - all’area lombardo veneta comprendente Verona, Mantova, Brescia e il Lago di Garda o a quella, appunto, emiliano veneta del Delta del Po”. All’ipotesi di sviluppo di questa parte del territorio polesano saranno coinvolti tutti gli operatori pubblici e privati, in una logica che deve essere capita e condivisa con l’obiettivo di trovare percorsi in grado di rafforzare un’identità culturale e il senso di appartenenza. “Si tratta – ha concluso Marangon – di un progetto che intende consentire a questo territorio di divenire funzionale e risorsa nel contesto regionale, nazionale ed europeo”. .  
   
   
FORESTE, ECCO COME LA TOSCANA CURA IL SUO ‘POLMONE VERDE’ TUTTI GLI INVESTIMENTI REGIONALI PER PROTEGGERE 1.150MILA ETTARI DI BOSCO PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO 2007 A PALAZZO MEDICI RICCARDI  
 
Firenze, 15 dicembre 2008 - «La Toscana, con i suoi 1. 151. 539 ettari di bosco, è il “polmone verde” d´Italia. La Regione gestisce e preserva questo importante patrimonio grazie al Programma forestale regionale che stanzia, nel periodo 2007-2011, oltre 150 milioni di euro (31 milioni per il 2007 e oltre 30 milioni per ciascuno degli anni successivi). Nel 2007 è stato definito anche il nuovo Piano di sviluppo rurale 2007-2013, con risorse pari a circa 180 milioni di euro». E’ quanto ha affermato oggi Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, durante la presentazione del Rapporto sullo stato delle foreste in Toscana (Raft) nel 2007. Il territorio toscano è coperto di foreste e boschi per oltre il 50%: 1. 015. 728 ettari di foreste, unite a 135. 811 ettari delle “altre terre boscate”, costituiscono la superficie di bosco in assoluto più estesa tra tutte le regioni italiane. Q uesto quanto certificato dall´Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio ed illustrato oggi dalla Direzione Generale dello Sviluppo Economico della Regione Toscana ed Arsia. Il Rapporto, giunto alla sua terza edizione, evidenzia dunque che i boschi della Toscana sono il primo “magazzino” di stoccaggio italiano della Co2. «Il Rapporto delle foreste, giunto alla terza edizione – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia - oltre all’impostazione metodologica seguita nella sua stesura, i focus, e attraverso l’analisi dei principali “indicatori”, intende approfondire tutte le novità del settore. Si tratta di uno strumento di lavoro fondamentale per la programmazione nel settore forestale e offre un quadro del valore che questo patrimonio rappresenta per la Toscana, in termini di tutela del paesaggio e della biodiversità e di risorsa economica, ambientale e paesaggistica per le aree rurali e marginali. Questo Terzo Rapporto rimane ancora oggi unico in Italia, e si conferma sempre più fondamentale non solo a supporto della programmazione regionale, ma anche per comunicare ai cittadini toscani la risorsa e quei valori rappresentati dai boschi della nostra regione. » Questo patrimonio regionale è concentrato soprattutto nelle province di Massa (66,8% di copertura forestale), Lucca (60,6%), Prato (58,6%) e Pistoia (56,2%); i valori più bassi della regione si registrano nell´area pisana (34,9%), mentre Firenze si colloca nella fascia intermedia con un 49,1% di foreste. Le specie più diffuse su tutto il territorio sono il Cerro, il Castagno e la Roverella. Con 241. 680 ettari le cerrete coprono oltre il 22% del territorio, i castagneti il 16% (178. 336ha), le leccete quasi il 13% (139. 680) ed i querceti di Roverella il 12% (130. 608ha). Questo sistema, ricco e vitale, corre, però, anche dei pericoli, primo fra tutti gli incendi. 494 sono incendi boschivi registrati in Toscana per l´anno 2008, che hanno interessato 927ha di superficie boscata. Rispetto agli ultimi anni il 2008 ha evidenziato un calo di incendi, dopo il deciso incremento del 2007, anno particolarmente difficile (+19% rispetto al 2006). La superficie media per evento è scesa, nel 2008, a 1,88 ha rispetto al 2,3 ha del 2007. Rispetto al dato nazionale, 4. 897 incendi boschivi che hanno percorso 37. 539 ettari di cui 15. 270 boscati, la Toscana però ad oggi risulta ancora una delle regioni più “calde” d´Italia, nonostante il decremento. Inoltre la marcata riduzione delle precipitazioni piovose ha avuto evidenti ricadute sullo stato fisiologico di alberi e foreste, sia di latifoglie che di conifere. Nel corso del 2007 sono stati effettuati complessivamente 879 rilievi che hanno evidenziato la sofferenza di alcune aree boscate per la diffusione di gravi malattie, quali la processionaria sui querceti e nelle pinete, il cancro corticale sul cipresso, il mazzococcos sulle pinete ed altre malattie su castagneti ed abetine. Per la gestione del patrimonio boschivo toscano il Raft 2007 evidenzia un decremento del 17,3% del numero delle richieste di interventi selvicolturali su proprietà privata, per un totale di interventi che interessano 15. 576 ha, concentrati soprattutto nel taglio del ceduo semplice (78% del totale). Scheda 1 - Risorse, addetti, ricavi e prodotti: tutti i numeri della Toscana 37 enti territoriali (Province, Comuni e Comunità montane) che hanno a disposizione 14. 354. 660 euro per la gestione ordinaria del patrimonio boschivo e 4. 664. 762 euro per interventi straordinari. 827 persone nel settore forestale della regione Toscana, 120 nelle province, 620 nelle Comunità montane, 60 nei Comuni, 956 del Corpo Forestale dello Stato: questi i numeri del comparto pubblico che si è ; occupato di boschi e foreste per il 2007, cui si devono aggiungere gli operatori privati. Le cooperative agroforestali hanno occupato 1. 030 persone (+3,7% rispetto al 2006), di cui 10,2% donne e il 5,5% lavoratori stranieri; le ditte boschive con 1. 333 imprese, in crescita rispetto al 2006, e 2. 930 unità di lavoro stimate; i professionisti che fanno attività tecnica ( 376 Dottori agronomi e Forestali, oltre 2. 000 iscritti agli Ordini degli Agrotecnici e dei Periti Agrari e 559 guide ambientali). Il “polmone verde” d´Italia rappresenta a livello regionale anche un´importante risorsa economica, viste le opportunità di lavoro che offre. Il Rapporto sullo stato delle foreste in Toscana (Raft) nel 2007 evidenzia come il settore delle utilizzazioni boschive, pur tra mille difficoltà, sia in crescita rispetto a quello agricolo. Infatti nel 2007 le imprese iscritte alla voce “selvicoltura e utilizzazione aree forestali” sono aumentate di 19 unità (+1,4%), mentre, nello stesso periodo, le imprese agricole sono diminuite. Lo stesso vale per le cooperative agro-forestali aderenti al Consorzio Toscana Verde (Anca – Lega Coop) e al Consorzio Forestale Toscano (Fedagri - Confcooperative) che tra il 2006 e il 2007 sono passate da 938 a 1. 030 dipendenti (+9,8% rispetto al 2006). Tutto questo mentre gli infortuni sul lavoro nel 2007 si sono ridotti a 56 rispetto ai 129 del 2006 e ai 239 del 2005. Ma, le foreste toscane sono anche un importante riferimento per i prodotti del bosco, legnosi e non. I prodotti legnosi hanno permesso agli Enti Pubblici della Toscana di guadagnare, nel 2007, 1. 967. 089 Euro dalla vendita di 179. 960m3 di legname, sia in piedi (87%), sia sul letto di caduta (5%), sia all’imposto (8%), per un valore medio di circa 10,9 €/m3. Il dato complessivo del legname venduto dagli Enti Pubblici è in crescita rispetto al 2006 (1. 2 08. 278 euro). È da notare, però, che una consistente fetta della materia prima utilizzata proviene dai tagli effettuati nella Tenuta di San Rossore, (105. 444m3) dove si sta prelevando legname capitalizzato nel corso del tempo a causa della mancata applicazione dei tagli negli anni passati. Nel corso del 2007 è cresciuta la quantità di legname venduta tramite forme private di trattativa. Il meccanismo dell’asta pubblica per quanto garantisca criteri di trasparenza e correttezza delle attività che portano a proventi di natura economica, appare, in effetti, poco incentivante sia per chi deve vendere che per chi deve comprare il legname. Ed ecco quindi che come prima modalità di vendita nel 2007 troviamo la licitazione privata (122. 921m³), cui segue l´asta pubblica (46. 466m³), la vendita diretta (5. 181m³) e poi concessioni e trattative. Ma il bosco è anche prodotti non legnosi, e quindi tartufi, funghi e ca stagne. Nel 2007 si è registrato un significativo incremento (+12,7%) di tesserini per la raccolta di tartufi, passati dai 4. 061 del 2006 ai 4. 575 ed un consolidamento di iscritti alle associazioni micologiche (quasi 1. 800). Rispetto al 2006 i fondi regionali ripartiti agli enti territoriali per i funghi sono raddoppiati (circa 800. 000 euro nel 2007) ed impiegati per la realizzazione e la manutenzione della sentieristica e della viabilità minore (55%), per interventi di miglioramento delle aree boscate (25%), per attività di vigilanza e controllo (10%) e per la realizzazione di iniziative informative ed educative (10%). Inoltre, nel 2007, mentre le produzioni Dop e Igp di castagne e marroni sono in crescita è diminuito il numero delle aziende produttrici della Castagna Igp dell’Amiata per i costi di certificazione che non tutti sono disposti a sostenere. Il miele della Lunigiana, invece, mantiene una produzione annua pari alla metà di quella potenziale, coinvolgendo 59 apicoltori, oltre 3. 600 arnie e 15 imprese di trasformazione/ confezionamento. La produzione è totalmente destinata al mercato nazionale e nel 2006 va per il 50% al mercato locale e per l’altro 50% in altre regioni, distribuito, soprattutto, attraverso la Gdo. Scheda 2 Boschi e foreste: gli strumenti e le risorse della Regione - Le foreste toscane come primo magazzino di stoccaggio italiano di Co2: questo quanto emerge dal Rapporto sullo stato delle foreste in Toscana (Raft) nel 2007, presentato oggi a Palazzo Medici Riccardi. Per la gestione di un patrimonio così significativo la Regione Toscana ha messo in campo importanti strumenti. La Legge Forestale (L. R. 39/00 “Legge Forestale della Toscana”), è il testo unico che disciplina tutte le attività del settore insieme al regolamento forestale (D. P. G. R. N. 48/R dell’8 agosto 2003 ). Sulla base di questa legge vengono autorizzati i tagli e gli interventi selvicolturali. Nel corso del 2007 sono stati autorizzati 6. 346 tagli boschivi (1957 in autorizzazione e 4389 in dichiarazione) di cui l’80% circa su sistema informatico che consente una notevole semplificazione dei procedimenti. Il Programma Forestale Regionale 2007-2013, che stanzia, nel periodo 2007-2011, oltre 150 milioni di euro, ha indirizzato e finanziato tutta l’attività pubblica del settore con particolare riferimento ai seguenti ambiti: - gestione del Patrimonio Agricolo-forestale Regionale (56 complessi per 110. 000 ha) attuato tramite 28 Enti Locali (Comunita’ Montane e Comuni). Sono stati realizzati 400 interventi con un investimento totale di oltre 9 milioni di Euro; - lotta agli incendi boschivi attraverso una Sala Operativa Regionale e l’attivita’ degli Enti Locali, con la collaborazione di volontari Aib, C. F. S. E Vigili del Fuoco. I numerosi interventi di prevenzione e spengimento hanno coinvolto 5. 000 uomini, oltre 1. 000 mezzi terrestri e 10 elicotteri regionali, oltre ai mezzi aerei nazionali, per 2. 802 interventi di attivazione delle strutture con una spesa complessiva di 12 milioni di euro; - 205 interventi di sistemazione idraulico-forestale e fitosanitari con un investimento di 8 milioni di Euro; - formazione e addestramento di oltre 1. 000 operatori. Inoltre, nel corso del 2007 è stato attivato il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013, che vede il settore forestale pienamente coinvolto con 10 misure per un investimento complessivo preventivato di circa 180 milioni di Euro, ed il piano regionale degli investimenti per l’energia nelle aree rurali. Nel corso del 2007 è stato approvato il bando per la realizzazione di impianti di teleriscaldamento da parte degli Enti territoriali; sono stati presentati 48 progetti, di cui 18 sono già stati finanziati con un a prima tranche di 4 milioni di euro nel corso del 2007. La Regione ha, in questi giorni, messo a disposizione altri 4. 000. 000 di euro che consentiranno di finanziare ulteriori 20 progetti in graduatoria. Ulteriore strumento regionale è il Piano Operativo Antincendi Boschivi, che organizza tutta l’attivita’ Aib delle diverse strutture coinvolte. Infine, sicuramente utile ricordare che il Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 si era concentrato su due misure: l´imboschimento di terreni agricoli (con un importo di 5. 736. 000 Euro) e le altre misure forestali con cui sono stati realizzati 1. 511 interventi per un importo complessivo pari a 46. 566. 000 Euro. .  
   
   
PRESENTATA A L´AQUILA LA NUOVA CARTOGRAFIA DELLA SARDEGNA  
 
 Cagliari, 15 Dicembre 2008 - Conclusi e collaudati i lavori relativi all´aggiornamento della carta dell´uso del suolo della Regione Sardegna in scala 1:25. 000. Rispetto alla precedente versione del 2003, l´aggiornamento è stato realizzato su dati più recenti (tra cui le immagini da satellite Ikonos) relativi al periodo 2004-2006, e integrato con documentazione ausiliare e sopraluoghi. La nuova cartografia presenta diverse migliorie a livello di legenda e possiede un migliore grado di dettaglio grazie al dimezzamento delle aree minime cartografate, portate ad una estensione pari a 0,75 ettari nell’extra urbano ed a 0,5 ettari nell’urbano. La carta è disponibile, gratuitamente, in file vettoriali in diversi formati (shp, E00) proiettati sia nel sistema di coordinate Gauss-boaga Ovest che in Wgs84 Utm 32; ne è stata, inoltre, prodotta una versione vettoriale completa (mosaicata) su tutto il territorio suddivisa secondo il reticolo di taglio delle tavolette 1:25000. E´ stata infine predisposta la distribuzione di una copia della carta a tutti i Comuni e le Province della Sardegna e a breve l´aggiornamento, sarà consultabile on-line sul sito della Sardegnaterritorio. La carta dell´uso del suolo, in scala 1:25000, è una carta tematica che costituisce un utile strumento per analisi e monitoraggio del territorio, e trae le sue origini dal progetto Ue Corine Land Cover (Clc). Tale progetto, nato negli anni ottanta, nell´ambito del Programma Corine (programma sperimentale per la raccolta, il coordinamento e la messa a punto delle informazioni sullo stato dell’ambiente e delle risorse naturali della Comunità Europea), aveva l’obiettivo di definire una banca dati omogenea, a livello europeo, sulla copertura e sull’uso del suolo e le sue modifiche nel tempo. Il Progetto costituisce il livello di indagine sull’occupazione del suolo per gli Stati membri, realizzato sulla base di una nomenclatura unitaria per tutti i Paesi della Unione Europea. Esso prevedeva la realizzazione di cartografia in scala 1:100. 000, in cui le diverse aree rappresentate sono suddivise in cinque tipologie principali dette categorie Clc: 1. Superfici artificiali, 2. Superfici agricole utilizzate, 3. Superfici boscate ed ambienti seminaturali, 4. Ambiente umido, 5. Ambiente delle acque. Inoltre, ciascuna di queste cinque categorie è stata strutturata gerarchicamente, con successive diramazioni di ciascuna, che, a cascata, partendo da classificazioni più generali consente di arrivare sino a 3 livelli di dettaglio. Seguendo il metodo di classificazione Clc, negli anni novanta, sono state realizzate due edizioni della carta dell’uso del suolo della Sardegna in scala 1:100. 000, una nel 1993 e l’altra nel 1998. Nel 2003 la Regione Sardegna ha prodotto la carta dell’uso del suolo 1:25. 000 secondo la metodologia di classificazione standard delle entità territoriali della Legenda Corine Land Cover, ma con alcuni adeguamenti necessari per la discesa di scala (arrivando fino a 5 livelli di dettaglio) e per adattarsi alle particolarità proprie del territorio regionale. La prima versione della carta dell’uso del suolo in scala 1:25. 000, pubblicata nel 2003, è stata realizzata per tutto il territorio regionale, utilizzando: ortofoto Aima 1997, Ctrn1:10. 000, immagini Landsat 97/98, parzialmente ortofoto It2000 a colori, e vario materiale ausiliare (per es. Carta forestale, carta delle irrigazioni) e sopraluoghi. L’unità minima cartografata ha superficie di 1 ettaro nell’area urbana e 1,5 ettari nell’area extra urbana, salvo per le aree suddivise dall’attraversamento di entità geometriche lineari. Essa, graficamente, è costituita da entità geometriche linerari (viabilità e idrografia) e areali (relative alle varie tipologie di aree presenti nel territorio), che, in quanto superfici, sono state organizzate gerarchicamente secondo la metodologia di classificazione delle cinque categorie Clc. La carta, nel suo complesso, si compone di: entità geometriche, legenda e chiavi d’interpretazione. Tale insieme costituisce una base dati che definisce uno strumento indispensabile per la conoscenza dell’uso del suolo del territorio regionale in grado di offrire un’importante supporto decisionale per la pianificazione urbanistica alle diverse scale territoriali. In tal senso, un discreto numero di classi della carta dell’uso del suolo sono state utilizzate, utilmente, dalla Ras per produrre altri tipi di dati territoriali di base (ad es. Classi Geodb), ma anche per elaborati grafici di strumenti urbanistici (es. Ppr). .  
   
   
INTERVENTI SULLA RETE IDROGRAFICA “NON PRINCIPALE”: FINANZIAMENTI DELLA REGIONE VENETO PER 3 MILIONI DI EURO A COMUNI E CONSORZI DI BONIFICA  
 
 Venezia, 15 dicembre 2008 - E’ di 3,1 milioni di Euro il finanziamento che la Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore alla Difesa del Suolo Giancarlo Conta, ha approvato a favore di Consorzi di Bonifica per la realizzazione di 6 interventi di difesa idrogeologica sulla rete idrografica minore. La partecipazione economica regionale consentirà di attivare interventi per oltre 4,6 milioni di Euro. Tra gli interventi finanziati, di particolare rilevanza sono quelli di Monteforte in provincia di Verona e di Vigodarzere in provincia di Padova, dove si vuole contribuire a risolvere annose problematiche di insufficienza idraulica. Inoltre, con il finanziamento relativo al Comune di Portogruaro si completa un’opera, in parte già realizzata e funzionante, che ha contribuito ad evitare il ripetersi di allagamenti che si verificavano nel centro urbano. Le funzioni di programmazione in materia di opere idrauliche di qualsiasi natura sono attribuite alla Regione, che utilizza i consueti flussi finanziari, resi disponibili da trasferimenti statali e da risorse proprie regionali, per ottimizzare l’azione di adeguamento e miglioramento funzionale della rete idraulica, per ridurre il rischio e per fronteggiare le esigenze indotte dall’uso del territorio. In questo senso appare assai importante il coinvolgimento diretto degli Enti Locali, Consorzi di Bonifica e Comuni, in modo da responsabilizzarli sulle problematiche di sicurezza idraulica del proprio territorio e di ottimizzare l’uso delle risorse finanziarie disponibili. “La salvaguardia idraulica – ribadisce l’assessore Conta - è obiettivo primario per la Giunta regionale, che intende essere all´altezza delle antiche tradizioni del Veneto. La sicurezza idraulica è una condizione ormai irrinunciabile per consentire un corretto sviluppo delle attività sociali ed economiche e opere, anche piccole come queste, – conclude Conta - permettono di mitigare le condizioni di rischio idraulico e quindi possono consentire di risolvere problemi locali, che comunque creano disagio ai cittadini e un senso di insicurezza ed incertezza del futuro. ” .  
   
   
REGIONE PER CENSIMENTO SITI ESTRATTIVI VENETI ABBANDONATI SOTTERRANEI  
 
Venezia, 15 dicembre 2008 - La Federazione Speleologica Venete, tramite i volontari dei gruppi associati, redigerà un censimento degli ingressi dei siti estrattivi sotterranei abbandonati. La ricerca, della durata di un anno, è finalizzata a definire eventuali interventi che si rendessero necessari in funzione della salvaguardia delle falde acquifere sotterranee. Per questo la Giunta regionale, su proposta dell’assessore Renato Chisso, sosterrà l’iniziativa con un contributo finanziario di 10 mila euro. “Una spesa piccola per un’azione importante – ha sottolineato Chisso – che si inserisce nel contesto della “mission” e dei programmi della Federazione Speleologica e dei 28 gruppi che a livello locale la costituiscono. La Fsv svolge infatti importanti attività di censimento delle grotte e di monitoraggio delle acque sotterranee in aree carsiche, che non sono solo elementi di conoscenza ma anche di salvaguardia e spesso di pulizia e disinquinamento”. Il censimento degli ingressi dei siti estrattivi abbandonati (ci sono nel veneto miniere molto antiche, che hanno segnato in maniera indelebile il territorio) verrà appunto svolto dai volontari della Fsv e si articolerà in più fasi: l’acquisizione delle informazioni di base sui singoli siti; sopralluoghi per l’individuazione esatta degli ingressi e la compilazione della scheda con relativo repertorio cartografico e fotografico; la formazione di un sistema informativo su data base (Gis) per la gestione dei dati acquisiti; il successivo approfondimento con studi in dettaglio e il rilievo dei siti di particolare rilevanza ambientale, per tutelare, conservare e salvaguardare le falde acquifere sotterranee. .  
   
   
BOLZANO: PROGRAMMA PER LA QUALITÀ DELL´ARIA, DA ROMA IN ARRIVO 10 MILIONI DI EURO  
 
Bolzano, 15 dicembre 2008 - Da Roma arrivano buone notizie per l´Agenzia provinciale per l´ambiente: il governo nazionale, infatti, ha deciso di finanziare con 10 milioni di euro il programma altoatesino per la qualità dell´aria. "Abbiamo raggiunto l´obiettivo massimo - commenta l´assessore provinciale Michl Laimer - il merito è del nostro impegno pluriennale a favore dell´ambiente". Per la lotta all´inquinamento da polveri sottili, il Ministero dell´ambiente ha stanziato a favore delle Regioni 210 milioni di euro, legando i contributi al rispetto di condizioni piuttosto stringenti: dai dati dettagliati sulla qualità dell´aria all´efficacia delle misure previste per l´abbattimento delle emissioni inquinanti. "Solo cinque Regioni - sottolinea Laimer - tra cui la Provincia di Bolzano, hanno rispettato i parametri stabiliti e hanno avuto dunque effettivamente accesso ai finanziamenti. Il merito è dell´ottimo lavoro svolto dall´Appa e dal suo direttore Luigi Minach. L´alto Adige, con i suoi 10 milioni, ha ricevuto il massimo contributo previsto dal piano, e confidiamo di ottenere ulteriori finanziamenti nei prossimi anni". A convincere i funzionari del Ministero dell´ambiente sono state le misure adottate dalla giunta provinciale e dai singoli comuni: oltre alle limitazioni al traffico del programma pluriennale "Missione aria pulita", infatti, in Alto Adige ci si è impegnati anche nel rinnovamento del parco dei mezzi pubblici, privilegiando gli autobus ecologici, nel sostegno all´installazione dei filtri anti-particolato, nei progetti Casaclima e molto altro ancora. "Tutti i provvedimenti adottati negli ultimi anni - prosegue l´assessore Michl Laimer - hanno contribuito in maniera determinante a migliorare sensibilmente la qualità dell´aria su tutto il territorio altoatesino". Nel 2007 e nel 2008, infatti, Bolzano è rimasta al di sotto dei 30 sforamenti del livello di guardia per quanto concerne la concentrazione di pm10 nell´aria. "Per questo motivo - conclude Laimer - nel 2009 il piano d´azione non subirà alcun inasprimento". Un altro dato confortante arriva dai veicoli diesel, quelli ritenuti più inquinanti: il 93% delle automobili alimentate a gasolio acquistate nell´ultimo anno, infatti, sono dotate di filtro anti-particolato, uno strumento che consente di abbattere di otto-dieci volte l´immissione nell´aria di sostanze inquinanti. . .  
   
   
GLI IMPEGNI DELLA REGIONE SARDEGNA PER LA SALVAGUARDIA DELL´AREA SIC "IS ARENAS"  
 
Cagliari, 15 Dicembre 2008 - Con riferimento all´articolo di Luigi Offeddu, pubblicato il 12 dicembre sul Corriere della Sera, si ritiene opportuno rappresentare e confermare la volontà dell´attuale governo regionale volta alla tutela delle aree Sic e alla salvaguardia delle coste della Sardegna testimoniata, tra l´altro, dall´approvazione ed entrata in vigore del Piano Paessagistico Regionale. La procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea sull´ Area Sic di Is Arenas, risale infatti al lontano 10 aprile 2000, ed è stata accompagnata da tormentate vicende giudiziarie e da contestate procedure amministrative. Al fine di garantire una adeguata tutela dell´area e superare la procedura di infrazione è stato elaborato un apposito piano di gestione dell´area Sic che, nei prossimi giorni sarà portato all´esame ed approvazione della Giunta Regionale. Il Piano contiene misure di salvaguardia dell´Habitat con una drastica riduzione delle volumetrie previste nell´Accordo di programma siglato nel 1997, con la conseguente realizzazione di ampi corridoi ecologici, con una forte riduzione dell´impiego della risorsa idrica a servizio del campo da golf ed, infine, un significativo ampliamento dell´area Sic, includendo ulteriori 163 ettari a terra e 3850 ettari a mare. "Con l´approvazione del piano di Gestione da parte della Giunta Regionale - afferma l´Assessore Regionale della Difesa dell´Ambiente, Cicito Morittu, si ritiene di poter superare la procedura di infrazione e soprattutto porre rimedio agli scempi del passato ed evitare ulteriori edificazioni". .  
   
   
VIA ALLA RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE DI MALCONTENTA – MARGHERA  
 
Venezia, 15 dicembre 2008 - Diventa impegno formale, nella concessione del “Piano Integrato Fusina”, la riqualificazione ambientale dell’area di Malcontenta – Marghera, con le connesse iniziative di miglioramento dell’intera zona sotto il profilo viabilistico, paesaggistico e della sicurezza idraulica. Il presidente del Veneto Giancarlo Galan ha infatti sottoscritto questa sera con Vittorio Salvagno, presidente della società Sifa s. C. P. A. (Sistema Integrato Fusina Ambiente, concessionaria della Regione per la realizzazione e gestione del Pif), l’Atto Integrativo alla concessione stessa che ne estende il contenuto in funzione dello stoccaggio nel Vallone Moranzani dei sedimenti di dragaggio dei canali portuali e di fanghi di escavo, opportunamente inertizzati. Alla sottoscrizione del documento erano presenti anche l’assessore regionale agli investimenti strategici Renato Chisso e il commissario governativo per l’emergenza fanghi Roberto Casarin. Viene così data operatività alle previsioni contenute nello specifico accordo del marzo scorso tra Regione, Ministero dell’Ambiente, Magistrato alle Acque, Commissario delegato ai canali portuali, Commissario per l’emergenza idraulica, Provincia di Venezia, Comune di Venezia, Autorità Portuale di Venezia, Enel, Terna, San Marco Petroli, Consorzio di Bonifica Sinistra Medio Brenta. Nel contesto del Piano Integrato Fusina, uno dei maggiori progetti ambientali europei che punta al definitivo miglioramento della qualità delle acque della laguna di Venezia e del loro ambiente, questo “stoccaggio” si trasformerà in un parco urbano, dando una risposta positiva, anche dal punto di vista economico, a circostanze negative: il degrado attuale del Moranzani e la necessità di scavare il fondale dei canali per le grandi navi. “Questa integrazione al Piano Fusina – ha ricordato Galan – si è resa necessaria perché a suo tempo il Comune di Mira non ha avuto tutta l’intelligenza necessaria ad eliminare una penalizzazione, facendo saltare il contesto economico del Piano. Per fortuna la maggiore intelligenza del Comune di Venezia ha permesso di dare il via alla trasformazione del Moranzani in un luogo bellissimo. Per il Veneto è stata così scritta una delle pagine più belle, che consente di raggiungere una molteplice serie di positività, partendo da negatività. Anche in questa occasione, insomma – ha concluso Galan – il Veneto ha saputo trasformare quello che è un problema in una opportunità, un male in un bene”. A questa operazione, inoltre, si è arrivati con la partecipazione e il consenso della comunità locale, che in definitiva usufruirà dei risultati migliorativi. Dal punto di vista “formale”, quello firmato oggi è l’“Atto Integrativo” in variante del contratto di “Concessione di progettazione costruzione e gestione del Progetto Integrato Fusina”, stipulato a Venezia il 6 luglio 2005 tra Regione e società concessionaria Sifa, che prevede la realizzazione di una serie di opere: interventi di adeguamento e potenziamento dell’ impianto di depurazione di Fusina per trattare tutte le acque confluenti da Mestre e dal Mirese; realizzazione di marginamenti, condotte fognarie e condotte per riutilizzare a scopo industriale le acque depurate (l’acqua viene quindi usata due volte); realizzazione di una condotta di scarico a mare con recapito a circa 10 Km dal Lido; un’area di fitodepurazione di circa 100 ettari nella “Cassa di Colmata A”. La variante prevede un affidamento di lavori per circa 102 milioni di euro, riequilibrando il Piano Economico Finanziario. In pratica, verrà realizzato e gestito un sito di stoccaggio definitivo per lo smaltimento dei sedimenti di dragaggio dei canali portuali e di fanghi di escavo resi inerti, funzionali anche alla messa in sicurezza delle vecchie discariche esistenti nel Vallone Moranzani, e verrà realizzata una cassa di colmata denominata Molo Sali lungo il Canale Industriale Nord. Tale attività andrà a sostituire quella inizialmente prevista dalla concessione nella Cassa di Colmata A in Comune di Mira, per la quale erano sopravvenuti impedimenti che l’aveva resa non realizzabile, con un forte squilibrio del Piano Economico e Finanziario del Progetto. L’atto Integrativo non prevede finanziamenti da parte della Regionale oltre a quanto già stabilito con precedenti contribuzioni (quasi 93 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione a valere sui fondi della Legge Speciale per Venezia): le somme necessarie derivano infatti da soggetti terzi e dall’applicazione della tariffa per il conferimento dei sedimenti di dragaggio e delle terre di scavo. La realizzazione delle opere affidate in variante consentiranno anche il raggiungimento di parte degli obiettivi dell’Accordo di programma di marzo. Una parte della tariffa consentirà infatti il finanziamento e quindi la realizzazione delle opere pubbliche previste: messa in sicurezza idraulica dell’intera zona, interramento degli elettrodotti, realizzazione di altri due parchi urbani, miglioramento della viabilità, con la separazione del traffico urbano da quello pesante, il trasferimento di una azienda di stoccaggio di prodotti petroliferi e relativa bonifica dell’area, che attualmente insiste a ridosso del centro abitato di Malcontenta. Nell’occasione è stato anche fatto il punto sull’escavo dei canali, per i quali a gennaio dovrebbe essere ufficializzata la profondità di 11 metri di quello Malamocco – Marghera, mentre si sta per aggiudicare lo scavo di quelli sud e ovest per portarli a 10 metri e mezzo. .  
   
   
AL PARCO GALLIPOLI COGNATO LA BANDIERA VERDE AGRICOLTURA  
 
Potenza, 15 dicembre 2008 - Il Parco naturale Gallipoli Cognato "per l’attività di tutela e gestione della foresta regionale e per aver realizzato un centro di recupero avifaunicolo selvatico e la creazione di un orto per la tutela e il recupero della flora autoctona" ha ricevuto ieri sera a Roma la "Bandiera Verde Agricoltura 2008". “Un premio - è stato sottolineato dai presidenti nazionale Giuseppe Politi e regionale lucano Donato Distefano della Cia, che promuove l´iniziativa - che vuole essere un riconoscimento verso chi, agricoltore, cooperativa, comune, provincia o Comunità montane, s’impegna per tutelare e valorizzare l’habitat naturale, attraverso produzioni tipiche e comportamenti virtuosi che siano orientati ad un vero e proprio sviluppo compatibile. Insomma, vogliamo premiare tutte le azioni svolte a favore dell’agricoltura, dell’ambiente, del territorio, della ruralità, dell’uso razionale del suolo, nonché delle tipicità agricole ed enogastronomiche locali e tradizionali”. “Bandiera Verde Agricoltura” è un’iniziativa promossa dalla Cia-confederazione italiana agricoltori attraverso la quale si intendono premiare province, comuni, aziende agricole e agrituristiche che si sono particolarmente distinti nelle politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio anche a fini turistici, nell’uso razionale del suolo, nella valorizzazione dei prodotti tipici legati al territorio, nell’azione finalizzata a migliorare le condizioni di vita ed economiche degli operatori agricoli e più in generale dei cittadini. Si tratta di un marchio di riconoscimento con il quale si premia la qualità e il rispetto dell’ambiente naturale. .  
   
   
“GESTIONE DEGLI IMPIANTI DI SMALTIMENTO DI RIFIUTI SOLIDI” – EDIZIONE 2008 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Milano, 15 dicembre 2008 - Il volume d’affari complessivo realizzato dalle imprese del settore è stimato per il 2007 in 3. 230 milioni di euro (+3,9% rispetto al 2006). L’area dei Rifiuti urbani (+3,1% rispetto al 2006) ha risentito del minore aumento dei ricavi derivanti dalla cessione di energia elettrica, in presenza di una stazionarietà delle quantità smaltite/trattate. Nei Rifiuti speciali, l’andamento è stato migliore (+5,8%) nonostante la debolezza della produzione industriale che impatta direttamente sui quantitativi di rifiuti speciali. L’evoluzione della normativa nazionale e, in termini più sfumati, le indicazioni delle politiche comunitarie relative all’ambiente influenzano l’andamento congiunturale del settore Per i rifiuti urbani a prevalente utenza pubblica la competizione - in aumento- si sviluppa tra le maggiori ex municipalizzate focalizzate nel settore ambientale e le multiutility presenti su più attività. Limitata la presenza di imprese a capitale privato. Nei rifiuti speciali la presenza di imprese a capitale privato è significativa e la competizione si muove in un mercato più aperto essendo un’attività business to business. Nel breve termine è attesa un’ulteriore crescita del giro di affari realizzato nell’attività di trattamento/smaltimento dei rifiuti urbani grazie al passaggio dalla tipologia di smaltimento più comune (discarica) ad altre che consentiranno alle imprese la realizzazione di ricavi crescenti; le quantità di rifiuti prodotte e quindi trattate rimarranno comunque stazionarie. Si prevede una crescita delle quantità di rifiuti avviati alla termovalorizzazione grazie alla realizzazione di nuovi impianti con recupero energetico nel Sud del paese. Dati di sintesi, 2007
Numero di imprese 400
Numero di addetti specifici(a) 7. 650
Numero di addetti per impresa 19,1
Fatturato settoriale (Mn. Euro)
· Totale 3. 230
· area rifiuti solidi urbani 2. 284
· area rifiuti speciali 946
Variazione media annua del fatturato 2007/2003 (%)
· totale 4,4
· area rifiuti solidi urbani 4,5
· area rifiuti speciali 4,1
Fatturato per addetto (‘000 euro) 422,2
Valore aggiunto (Mn. Euro) 999,7
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 130,7
Quota di mercato prime 4 imprese (%)(b)
· totale 23,6
· area rifiuti solidi urbani 22,0
· area rifiuti speciali 36,6
Previsioni a breve termine (%)(b) 3,5-4,0
Previsioni a medio termine(b) contenuta crescita
a) - relativi all’attività di smaltimento/trattamento rifiuti b) - in valore Fonte: Databank .