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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Gennaio 2007
A BRUXELLES IL MEGLIO DELL´AGRICOLTURA LAZIALE  
 
La Regione Lazio arriva a Bruxelles per parlare di agricoltura e lo fa nella sede del Parlamento europeo. L´iniziativa dal titolo ´´Oltre. L´agricoltura del Lazio in Europa´´ è stata inaugurata stasera dal presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e dall´assessore all´agricoltura Daniela Valentini, alla presenza del ministro per le Politiche agricole Paolo De Castro e del vicepresidente della Commissione, Franco Frattini. “Il Lazio - ha detto Marrazzo - porta in Europa il meglio della sua agricoltura. Si tratta di un´occasione unica per presentare le linee di sviluppo, i prodotti di eccellenza e il loro legame con la cultura e la storia del territorio regionale. E´ un’opportunità per raccontare, nel cuore dell´Europa, una realtà che nell´ultimo anno è cresciuta e ha saputo tornare a competere sui mercati internazionali”. “Il mondo agricolo del Lazio - ha aggiunto il presidente - ha saputo fare sistema e ora porta il suo nuovo volto a Bruxelles, a partire dalle sue tipicità enogastronomiche e dalla ricchezza delle terre, per continuare a raccogliere sfide nazionali e internazionali”. ´´A Bruxelles - ha detto l´assessore all’agricoltura della Regione Lazio, Daniela Valentini - vogliamo proporre i nostri prodotti insieme alla storia, alla cultura, alla ricchezza ambientale e al patrimonio storico-artistico dei nostri territori. Con il nuovo piano di sviluppo rurale l´agricoltura del Lazio ´sta costruendo il suo futuro basato su un´economia autonoma a partire dall´integrazione delle filiere agroalimentari”. .  
   
   
PARMALAT PREVALE NELL´APPELLO PRESENTATO DA CITIGROUP  
 
 Collecchio, - Parmalat S. P. A. Ha comunicato il 23 gennaio 2007 che il tribunale del New Jersey ha nuovamente respinto la domanda della banca intesa a dichiarare il difetto di competenza internazionale di quella giurisdizione. Il provvedimento conferma le antecedenti decisioni, sia dello stesso tribunale sia della Sezione d’appello. .  
   
   
QUOTE LATTE: REGOLE CERTE PER IL SETTORE  
 
 Torino - Il tema delle quote latte, che da anni interessa il nostro Paese e in particolare la regione Piemonte, è tornato nuovamente di forte attualità, in coincidenza con l´emissione delle cartelle esattoriali nei confronti delle aziende che hanno sforato i quantitativi produttivi di riferimento. E contestualmente si sono registrate prese di posizione discutibili e fuorvianti in merito all´interpretazione della normativa comunitaria e alle azioni da intraprendere a favore del settore lattiero-caseario. In particolare, è stata diffusa la presa di posizione di Co. S. P. Lat (associazione che rappresenta molte aziende fuori quota) che sostiene l´affitto o l´acquisto di quote latte inglesi come l´unica via che permetterebbe ai produttori di rimanere sul mercato, nonché la posizione di Confindustria Cuneo, che ritiene troppo restrittiva l´interpretazione del regime delle quote, individuando in essa la principale causa della crisi del settore. A questo proposito, l´assessore all´agricoltura della Regione Mino Taricco ha inviato una lettera alle Province piemontesi (che dovrebbero validare i contratti di trasferimento quote) nella quale fornisce importanti precisazioni in merito al rispetto delle regole comunitarie, principio basilare che dovrebbe improntare l´azione di tutti i soggetti coinvolti. La vigente normativa comunitaria non consente infatti il trasferimento, né a titolo definitivo nè temporaneo, di quantitativi di riferimento tra produttori di diversi Stati membri. Il Reg. Ce 1788/03, che regolamenta fino al 2015 l´attuale regime delle quote e che fissa il quantitativo di riferimento per ogni Stato - che ne diventa così responsabile – chiarisce che l´acquisizione o la cessione di quote andrebbe ad alterare i quantitativi nazionali. Sulla impossibilità di trasferimento di quote si sono recentemente espressi in modo molto netto sia il Ministero delle Politiche Agricole sia la competente Direzione dell´Agricoltura della Commissione Ue. Dunque, ad oggi questa strada non è percorribile. Inoltre, è stato messo a punto, in un accordo siglato a fine dicembre tra le Regioni e il Ministero, un insieme di interventi per coordinare l´azione delle regioni relativamente a: il recupero dei prelievi non versati con azioni di recupero forzoso; le modalità e le tempistiche del riconoscimento e della revoca del riconoscimento ai primi acquirenti di quote; le compensazioni presso Agea tra prelievi non versati da parte di aziende che hanno prodotto quantità superiori alle quote e premi Pac e Psr spettanti alle stesse aziende. Per quanto riguarda i premi Pac in arrivo, l´assessore Taricco ha proposto, con una lettera al Ministero e al Governo, di effettuare la compensazione tra prelievi non versati e premi Pac solamente in relazione alle annate 2003 e seguenti, e di rinviare la compensazione delle annate pregresse alla prossima tornata di premi Pac. "Questa scelta è una necessità – dichiara l´assessore regionale Taricco – per fare velocemente i conteggi e poter effettivamente liquidare i premi Pac: nelle prossime settimane dovrebbe anche risolversi la carenza di fondi che ha bloccato in questi giorni i pagamenti, attivati dallo Stato soltanto per circa il 50% dell´intera spesa. Inoltre, vogliamo avere la sicurezza che le verifiche sulle singole aziende siano puntuali, evitando errori o anomalie. " La Giunta Regionale, nella giornata di oggi, ha deciso di verificare con l´Avvocatura Regionale la possibilità di costituirsi parte civile nel processo sulle frodi nel settore latte, che inizierà a Saluzzo ai primi di febbraio. L´assessore ha contestualmente richiesto al Ministero la riapertura dei termini per rateizzare i pagamenti e permettere a tutti coloro che lo vorranno di mettersi in regola. "Stiamo lavorando per dare regole certe e percorsi sicuri a coloro che hanno deciso o decideranno di lavorare nel rispetto delle leggi vigenti– afferma Taricco. Non possiamo consentire che il comportamento di pochi, non coerente con le regole, danneggi la maggior parte dei produttori, che spesso con grande impegno e fatica, si attengono alle norme. Faremo il possibile per sostenere tutte le aziende, in modo che possano rientrare nei parametri stabiliti, ma siamo anche convinti che le furbizie e le scorciatoie non aiutino a costruire seriamente il futuro del settore. " .  
   
   
COESISTENZA CON OGM: INTESA TRA LE REGIONI SUI CONTENUTI DELLE DIRETTIVE QUADRO  
 
Bolzano - Entro fine giugno un gruppo di lavoro tra le Regioni - coordinato dagli esperti dell´Alto Adige - dovrà elaborare le direttive quadro per regolamentare la coesistenza delle colture di organismi geneticamente modificati con quelle convenzionali e biologiche. "Ieri a Roma il gruppo di lavoro ha trovato un´intesa sui temi di questa complessa materia che vanno regolamentati", spiega l´assessore provinciale all´Agricoltura Hans Berger. La Provincia di Bolzano è infatti capofila tra le Regioni. Regioni e Province stanno perfezionando il coordinamento per regolamentare in modo efficace la coesistenza tra organismi geneticamente modificati (ogm) e le colture convenzionali e biologiche, "in modo da garantire un sistema il più possibile unitario a beneficio della sicurezza per i consumatori", sottolinea l´assessore Berger, il cui obiettivo è quello di rendere difficile l´introduzione delle colture ogm in Alto Adige. La strada per raggiungere tale traguardo passa attraverso il regolamento della coesistenza tra colture prescritto dall´Ue, alle cui direttive regionali le stesse Regioni stanno attualmente lavorando. Lo specifico gruppo di lavoro è coordinato dalla Provincia di Bolzano e si è incontrato ieri (22 gennaio) a Roma per la sua prima seduta. "Abbiamo riscontrato con soddisfazione che erano presenti quasi tutte le Regioni, comprese quelle meno scettiche verso le colture ogm, come la Lombardia", sottolinea Berger. La seduta ha registrato un importante risultato, in quanto sono stati già definiti i temi che dovranno essere disciplinati nelle direttive quadro del piano di coesistenza. Sono stati creati anche due sottogruppi che approfondiranno le singole problematiche: "Il primo si occuperà delle questioni più tecniche del settore agricolo, come soglie di tolleranza, distanze di sicurezza tra colture, periodi di semina, sperimentazione - spiega Berger - mentre il secondo gruppo analizzerà tutte le questioni giuridiche, dalla procedura di autorizzazione ai controlli, dalle sanzioni al risarcimento danni. " I gruppi di lavoro si ritroveranno già ad inizio febbraio, entro fine giugno dovrà essere pronta la proposta delle Regioni per le direttive quadro degli ogm, a cui le stesse dovranno poi attenersi. .  
   
   
IL "MODELLO FAGIOLINI" ANDRÀ IN GHANA, MALI, NIGER E TOGO TOSCHI: "L´AFRICA CHIEDE UN NUOVO TIPO DI PARTENARIATO ALL´ITALIA E ALL´EUROPA"  
 
Firenze - Dai fagiolini alle banane, ma anche ananas, meloni, agli e cipolle. Dal Burkina Faso al Togo, al Niger, al Mali e al Ghana. Il modello di cooperazione sperimentato dalla Regione Toscana con il progetto sui fagiolini del Burkina Faso verrà esteso ad altri paesi africani e ad altri prodotti. L´obiettivo è quello di realizzare una "cooperazione alla pari" che "sappia contribuire realmente allo sviluppo delle comunità rurali dell´Africa senza fare assistenzialismo e senza che la bilancia penda sempre a favore del più forte". L´annuncio è stato fatto dal presidente della Regione, Claudio Martini, presente alla videoconferenza che stamani ha collegato per circa un´ora e mezzo la capitale del Kenia, dove si svolge il Social Forum, con la sede della Regione Toscana a Firenze. Protagonisti di questo modello di cooperazione sono le comunità rurali, con le loro cooperative, ma anche con il supporto delle istituzioni locali in un rapporto paritario con le istitituzioni italiane ed europee e con il coinvolgimento di realtà quali il movimento Shalom e Coop Italia, il partner in grado di fornire know how e l´indispensabile sbocco commerciale nel nostro paese, superando i monopoli ereditati dal vecchio mondo coloniale. "Voi non potete immaginare - ha detto in proposito l´artista e scrittore burkinabè Gabin Dabirè - quello che ha significato questo modo di fare cooperazione per un paese come il Burkina Faso, che era obbligato fino a non molto tempo fa ad acquistare l´80 delle proprie importazioni dalla Francia, l´ex paese coloniale. La Toscana non si è avvicinata semplicemente per attingere alle nostre risorse, ma c´è un approccio diverso, un approccio paritario, basato sulla comprensione reciproca, per questo anche le nostre autorità hanno guardato alla Toscana. " Martini ha tenuto a sottolineare l´importanza anche simbolica del fatto che il Social Forum si svolga quest´anno in Africa. "L´africa - ha detto - è oggi la questione delle questioni. Temi come la pace, la salute, l´ambiente, la scuola, che sono i grandi temi del mondo contemporaneo, non possono prescindere dal continente africano. Da alcuni anni la Toscana ha assunto l´Africa come centrale nella sua politica di cooperazione, ora si tratta di andare avanti. E per questo - ha sottolineato, dopo l´annuncio dell´estensione del "modello fagiolini" ad altri prodotti e altri paesi - attendo, oltre alle denunce, anche proposte sulle quali possiamo lavorare concretamente. " In precedenza da Nairobi era intervenuto l´assessore Massimo Toschi. "La grande sfida che l´Africa lancia al mondo - ha detto - è una sfida di pace e riconciliazione. L´africa chiede un nuovo partenariato Euroafricano e lo chiede in particolar modo all´Italia. L´italia può avere un grande ruolo in Africa, la Toscana lo ha già. " Alla videoconferenza (che è stato possibile seguire in videostreaming dal portale della Toscana www. Intoscana. It) hanno preso parte da Nairobi rappresentanti di enti locali africani, come il sindaco di Gorom Gorom in Burkina Faso e il sindaco di Tavarnelle Stefano Fusi in rappresentanza dell´Anci. A Firenze c´erano, oltre a Martini e allo scrittore burkinabè Dabirè, il sindaco di Castagneto Carducci, Fabio Tinti, responsabile delle relazioni internazionali per l´Anci Toscana, il fondatore del Movimento Shalom, don Andrea Cristiani e la presidente del Consiglio degli stranieri di Firenze, Divina Capalad. .  
   
   
LA NORVEGIA A IDENTITÀ GOLOSE TEMA DEL CONGRESSO “IL MARE E LE RISORSE ITTICHE”. TRA LE SUE SPECIALITÀ LA NORVEGIA PRESENTERÀ IN CHIAVE NUOVA IL PREGIATO STOCCAFISSO E L’ESCLUSIVO GRANCHIO REALE ROSSO  
 
Al via il conto alla rovescia per la terza edizione di Identità Golose, che si terrà a Milano dal 28 al 31 gennaio p. V. , e pronti al nastro di partenza oltre cinquanta chef provenienti da tutto il mondo per far venire l’acquolina in bocca ed incantare con le loro interpretazioni tutti i visitatori. Tra le varie nazioni e chef coinvolti non poteva mancare la Norvegia perché quest’anno il tema centrale del congresso sarà il mare e le risorse ittiche: la Norvegia vanta, tra le sue materie prime, prodotti ittici di primissima qualità, conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo, nonché un’esperienza secolare nella pesca e una posizione all’avanguardia nell’acquacultura. Queste attività sono praticate nel rispetto del habitat e al fine di assicurare lo sviluppo sostenibile degli stock: è per esempio il caso del merluzzo artico norvegese, conosciuto anche come materia prima dello stoccafisso e del baccalà. In questa occasione saranno presentati in maniera più approfondita alcuni prodotti ittici: Stoccafisso, Salmone e Granchio Reale Rosso Norvegese. In particolare sarà occasione per presentare questi prodotti secondo la nuova cucina scandinava, innovativa e creativa. Lo Stoccafisso di cui la Norvegia si può considerare unico produttore, è un prodotto dalle origini antichissime. Presente nella cucina tradizionale di molte regioni italiane, lo stoccafisso oggi sta vivendo un nuovo momento di popolarità e modernizzazione grazie alla rinnovata attenzione dei grandi chef e al suo gusto distintivo da veri intenditori. Identità Golose offre il contesto e la platea ideale alla Norvegia per parlare di questo eccezionale prodotto in chiave innovativa e creativa. Il Salmone, definito “il re dei pesci”, grazie al suo gusto delicato e la sua carne compatta è ottimo e versatile a tavola. Fresco, affumicato, marinato, cotto alla griglia, a vapore o al forno è presente nelle cucine di tutto il mondo. Il Salmone Norvegese inoltre è un prodotto sicuro, allevato nelle gelide acque dei fiordi norvegesi sotto stretti controlli, e arriva freschissimo sui nostri mercati, dopo solo 48 ore dal momento della raccolta. Il Granchio Reale Rosso, di tutte le specie di crostacei, è una delle più notevoli e straordinarie da servire. La carne delle zampe e delle chele ha un sapore naturalmente dolce e si può quindi preparare semplicemente lessata e servita “al naturale”, ma grazie alla sua versatilità, gli chef possono dare libero sfogo alla loro creatività ed utilizzare questo prodotto anche nelle preparazioni gastronomiche più elaborate. Negli anni ‘60 il Granchio Reale Rosso, in seguito ad un attenta pianificazione realizzata in Russia, fu trasferito dal Mare di Okhotsk, situato nel braccio nord-occidentale dell’Oceano Pacifico, al Fiordo di Murmansk in Russia e da allora si è diffuso in vaste aree a sud del Mare di Barents. Il Granchio Reale Rosso ha iniziato a popolare i mari norvegesi negli anni ’70, ma è solo a partire dal 2002 che in Norvegia è iniziata l’attività di pesca commerciale di questo pregiato crostaceo, nel rispetto di rigide regolamentazioni. A rappresentare la Norvegia e i prodotti ittici norvegesi ci sarà Eyvind Hellstrøm, chef del famoso Bagatelle, l’unico ristorante di Oslo che ha ricevuto due stelle Michelin. Hellstrom è anche il presidente del comitato norvegese Bocuse d’Or e giudice di questo Concorso Culinario Mondiale dal 1993. Afferma Hellstrom: “Sono molto onorato di poter partecipare a questo importante evento gastronomico, per poter presentare la gastronomia norvegese e interpretare alcune specialità ittiche norvegesi. Nonché per incontrarmi e confrontarmi con i miei colleghi, grandi chef provenienti da tutto il mondo ”. La partecipazione a questa edizione di Identità Golose da parte della Norvegia è anche occasione per presentare al pubblico e alla stampa italiana le sue bellezze turistiche. L’ufficio turistico della Norvegia sarà infatti presente, insieme agli altri Paesi Scandinavi durante tutti i giorni del congresso con uno stand in piazza Affari. Programma Martedì 30 gennaio pomeriggio, Sala delle Grida: La Scandinavia a tavola Eyvind Hellstrom si esibirà insieme ai suoi colleghi scandinavi e presenterà la Gastronomia Norvegese e la sua interpretazione di Stoccafisso e Granchio Reale Rosso Norvegese. Mercoledì 31 gennaio ore 11, Sala Blu: Tutto Pesce (tecniche di lavorazione del pesce a crudo) Intervento dello chef norvegese Frode Alraek sulle tecniche di lavorazione del Granchio Reale Rosso Norvegese. Allo stand scandinavo, per tutti i giorni del congresso dalle 12. 30 saranno offerti finger food a base di Salmone, Stoccafisso e Granchio Reale Rosso Norvegese. Fuori Salone Tutti giorni, a pranzo e a cena, lo chef Carlo Cracco offrirà un aperitivo a base di Stoccafisso e Granchio Reale Rosso Norvegese per tutti coloro che vorranno provare questi eccezionali prodotti anche fuori dal congresso. .  
   
   
MELBOURNE A MILANO CELEBRA UN MATRIMONIO GASTRONOMICO DI SUCCESSO  
 
Il rapporto di gemellaggio tra Melbourne e Milano, avviato nel 2004, che culminerà nella settimana dal 29 di gennaio al 4 di febbraio, ha alla base della sua riuscita anche una profonda comune passione per l’eno-gastronomia. Chef Exchange è parte del programma di Melbourne a Milano e coinvolge due noti chef di fama e bravura internazionale in un progetto che li vede lavorare a 4 mani durante la settimana dell’evento. Due nomi, due Paesi, due arti culinarie: Andrew Mcconnel e Carlo Cracco. Due giovani talenti dei fornelli, uno di Melbourne l’altro di Milano. Non si sono ancora incontrati ma, dalla loro collaborazione, è nato il menu che andrà a celebrare, nel corso di una sontuosa cena di gala a Palazzo Reale a Milano, in programma il 31 gennaio prossimo, il gemellaggio tra le due città. Il loro primo vero e proprio incontro avverrà il 29 di gennaio, data a partire dalla quale Andrew Mcconnel sarà ospite di Carlo Cracco presso il quotato Cracco-peck, mecca gettonatissima dai palati sopraffini. L’ospitalità verrà ricambiata, nel corso dell’anno, dal talentuoso chef australiano che aprirà a Cracco le porte di One Three, Two, noto ristorante di Melbourne, pluri-premiato dalla critica eno-gastronomica internazionale e tappa irrinunciabile per chi decidesse di intraprendere un viaggio nella “Melbourne dei sapori”. L’iniziativa Chef Exchange nasce dalla volontà di esaltare due tradizioni culinarie diverse ma complementari nella valorizzazione della tradizione locale, sempre accompagnata da uno slancio creativo originale e innovativo. Andrew Mcconnel Quotato chef di Melbourne, possiede uno dei ristoranti più noti della città, il Three, One, Two. Si lascia da sempre ispirare, nella preparazione dei suoi piatti, unici per creatività, dalla tradizione europea così come da quella asiatica. Cura regolarmente una rubrica culinaria per il Sydney Morning Herald e per il The Age – Good Weekend Magazine. Nel passato Mcconnel ha portato al successo numerosi ristoranti già avviati, ma ha anche lanciato e realizzato nuovi concept di locali di ristorazione. Ha lavorato ad Hong Kong e Londra, oltre ad aver cucinato nel passato per star come Prince, Madonna, Cher, Tom Jones, Whitney Houston e Bjork, spesso seguiti nelle loro tournee. Carlo Cracco Carlo Cracco è uno dei cuochi più rinomati della cucina italiana. Merito del suo talento naturale ma anche dell’esperienza frutto del lavoro svolto accanto a grandissimi chef come Gualtiero Marchesi, Alain Ducasse, Annie Feolde e Alain Senderens. La sua arte culinaria rivisita i piatti della tradizione milanese, e non solo, proponendoli in chiave innovativa, giocando sui contrasti dei sapori. E´ una cucina tecnica, essenziale, meticolosa, delicata, originale che lo ha portato in poco tempo alle 2 stelle Michelin. Viene definita dallo stesso Cracco “cerebrale e di cuore” in quanto la ricerca costante non viene mai disgiunta dalle emozioni gustative. Nel 2000 raccoglie l´invito di Peck a ritornare a Milano nella co-realizzazione del ristorante Cracco-peck. .  
   
   
APPELLO A TUTTI GLI AMANTI DEL CIOCCOLATO PER TRASCORRERE UN DOLCE WEEKEND A TORINO  
 
Tour della torino golosa dal 3 febbraio al 7 aprile, chocopass da 24 e 48 ore, weekend a torino sino al 31 dicembre 2007 oltre a cioccolatò dal 2 all’11 marzo con speciali pacchetti per soggiornare in città! Se al cioccolato proprio non sapete resistere, regalatevi un fine settimana in una delle più dolci città d’Italia dove il cioccolato trionfa in tutte le sue specialità. Una tentazione che trova le sue origini nel lontano 1557 quando Emanuele Filiberto di Savoia brindò idealmente alla vittoria sui francesi servendo simbolicamente alla popolazione una tazza fumante di cioccolata. Da allora Torino ha rivestito un ruolo sempre più da protagonista in questa dolcissima avventura divenendo a pieno titolo la capitale del cibo degli dei. Torino vanta infatti la paternità dei leggendari gianduiotti – un originale mix di cacao e nocciole delle Langhe – e poi praline, torte al cioccolato, bevande calde come il Bicerin a base di cioccolata, caffè espresso e fresca crema di latte… e molte altre specialità da degustare nei numerosi caffè storici, pasticcerie e confetterie. Basti pensare che Torino è la seconda città in Italia con più locali storici mentre il Caffè Mulassano e il Caffè al Bicerin sono i più piccoli locali storici del mondo. Tutti i sabati, dal 3 febbraio al 7 aprile 2007, passeggiare nel centro storico di Torino significa deliziare la vista ed il palato. Il tour della Torino Golosa è, infatti, una passeggiata di un’ora e mezza con partenza dal Punto Informativo di Turismo Torino (Atrium - piazza Solforino), guidata tra monumentali palazzi barocchi, botteghe, pasticcerie e caffè storici. L’itinerario si snoda attraverso piazza San Carlo dove ammirare il Caffè Torino, uno dei locali più raffinati della città con ambienti risalenti ai primi anni del ‘900, l’emporio eno-gastronomico Paissa e la storica pasticceria Stratta, per proseguire verso Palazzo Carpano, uno dei più bei palazzi di Torino e sede della società che produce il celebre vino bianco addizionato con erbe aromatiche, e poi in piazza Carignano, dove ammirare il Caffè Pepino, luogo in cui è nato il Pinguino, il celebre gelato da passeggio, il Teatro Carignano e lo storico ristorante Del Cambio, risalente al 1757 e che quest’anno festeggia il 250° anniversario. Il tour prosegue poi verso piazza Carlo Alberto, la Galleria Subalpina, dove si trova il celebre Caffè Baratti, e via Po con il Caffè Fiorio, sorto nel 1780 e famoso tra l’altro per il gelato al gianduia. Durante l’itinerario è prevista la sosta in un locale storico dove degustare prodotti a base di cioccolato. Il costo del tour è di € 8,00 a persona, assaggi inclusi. Torino Golosa è svolto in collaborazione con G. I. A. – Associazione Guide Interpreti Accompagnatori Turistici Piemonte. E se non siete ancora soddisfatti non dimenticate di acquistare il dolce carnet che vi accompagnerà nelle vostre pause golose: il Chocopass. Con una spesa di soli € 10,00 avrete a disposizione un carnet di 10 tagliandi valido 24h oppure con € 15,00 un carnet di 15 tagliandi valido 48h. Ogni tagliando dà diritto a degustazioni di un diverso prodotto tipico e specialità a base di cioccolato, nei caratteristici caffè storici, confetterie e pasticcerie di Torino aderenti all’iniziativa. La validità del carnet, che non è nominale, è dal momento dell’acquisto. Ma Torino diventa ancora più dolce dal 2 all’11 marzo 2007 con l’evento di Cioccolatò, la festa che celebra il cioccolato e tutte le sue specialità. Piazza Vittorio Veneto, la piazza più grande d’Europa diventa così la più dolce. Ancora una volta Torino e il Piemonte celebrano il loro amore per il “cibo degli dei” in un luogo suggestivo e ricco di storia. Il luogo ideale per scoprire - o riscoprire - i classici della tradizione oppure farsi conquistare dalle espressioni più innovativa dell’arte cioccolatiera. E, come sempre: spettacolo, cultura, musica; creatività. Tutto al gusto di cioccolato. Per tale evento… alcuni operatori torinesi hanno confezionato speciali offerte di soggiorno: · Tour Cioccolatò & Cacao con guida turistica Valido per 2 notti e comprende: 2 pernottamenti in camera doppia superior con trattamento bb presso l’Hotel Town House 4****, cocktail di benvenuto, n°1 Chocopass 48h (15 degustazioni a base di cioccolato), guida turistica per il tour “Botteghe del cioccolato” della durata di due ore. .  
   
   
LAMPO D´AMORE UN CUORE DI CIOCCOLATO FONDENTE NASCONDE UN GUSTOSO LAMPONE  
 
Dedicata agli innamorati Lampo d’Amore è l’ultima creazione golosa di Jada, la linea di specialità alimentari selezionata da Bisol per gli amanti delle tradizioni venete e del buon gusto in tutti i sensi. Nato dall’incontro fra l’antica arte cioccolatiera veneziana e i preziosi frutti del bosco, è un gioiello di cioccolato a forma di cuore confezionato in una esclusiva confezione regalo che unisce al profumo e al sapore deciso del cioccolato fondente Gran Cru Madascar 64%, il piacere di un ripieno speciale fatto con lamponi del Trentino che hanno riposato per più di 96 ore nel distillato di vinacce di Prosecco Doc di Valdobbiadene. Un dono prezioso che comunica amore e buon gusto, un modo semplice, diretto e nello stesso tempo raffinato di manifestare i propri sentimenti alle persone che ci sono care. Perfetto per San Valentino, la Festa degli innamorati,Lampo d’Amore è un regalo molto indicato anche per tutti coloro che si vogliono bene, genitori o amici che siano. Lampo d’Amore è distribuito nelle migliori enoteche e gastronomie. È sempre disponibile sul sito www. Gustosissimo. It a 9,50 euro + spese. . .  
   
   
PER IL 2007 NUOVE REGOLE DI PRODUZIONE PER L’ARCOLE DOC  
 
Approvata la modifica al disciplinare di produzione dell’Arcole Doc che a partire dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 6 novembre 2006, comprende anche le diciture Arcole Bianco – Passito; Arcole Bianco – Frizzante; Arcole – Rosato; Arcole – Rosato Frizzante; Arcole – Garganega – Vendemmia Tardiva; Arcole – Sauvignon; Arcole – Riserva; Nero d’Arcole. Si tratta di una modifica importante per la giovane denominazione veronese che giunge dopo un significativo lavoro di zonazione viticola, realizzata in sinergia con Veneto Agricoltura, che ha impegnato i produttori per oltre quattro anni. Grazie alla zonazione è stato infatti possibile convalidare nuovi modelli viticoli, oltre al rinnovo dei vigneti; ottenere vini dalla maggiore personalità; ottimizzare i costi di produzione; ridurre l’impatto ambientale. Obbiettivi significativi per una denominazione che seppur giovane ha le carte in regola per crescere bene e in fretta. La Doc Arcole infatti conta al suo interno oltre 2500 ettari di vigneto, 1500 aziende viticole, 21 amministrazioni comunali interessate e costituisce una delle zone tra le più particolari per delineare nuovi obbiettivi nell’ambito delle produzioni vitivinicole venete. La Doc Arcole, che nasce nel settembre 2000 e raccoglie un importante patrimonio di storia e di cultura, si colloca a cavallo tra Verona e Vicenza. In ambito veronese la zona di produzione interessa l’intero territorio del Comune di Arcole, Cologna Veneta, Albaredo D’adige, Zimella, Veronella, Zevio, Belfiore d’Adige e parzialmente i comuni di Caldiero, San Bonifacio, Soave, Colognola ai Colli, Monteforte d’Alpone, Lavagno, Pressana, Rovereto di Guà e San Martino Buon Albergo. In provincia di Vicenza invece i comuni coinvolti sono quello di Lonigo, Sarego, Alonte, Orgiano e Sossano. Particolarmente significative per la denominazione le modifiche legate all’Arcole Bianco Passito Doc e al Nero d’Arcole Doc. Il disciplinare di produzione per l’Arcole Bianco Passito Doc prevede almeno il 50% di Garganega, a cui è possibile aggiungere Pinot Bianco, Pinot Grigio, Chardonnay, fino ad un massimo del 50% . Le uve devono essere sottoposte ad appassimento naturale, per un periodo non inferiore ai due mesi, anche con l’utilizzo di tecnologie che però non inducano un aumento della temperatura. La resa massima dell’uva in vino per ottenere l’Arcole Bianco Passito non deve essere superiore al 40%. Per il Nero d’Arcole Doc invece il disciplinare di produzione prevede l’utilizzo di Merlot per almeno il 50%, seguito da Sauvignon, Cabernet-sauvignon, Carmenere, Cabernet, fino ad un massimo del 50%. La vinificazione delle uve destinate alla produzione del Nero d’Arcole avviene solo dopo appassimento naturale di trenta giorni, anche con l’utilizzo di tecnologie che però non inducano un aumento della temperatura. Per poter utilizzare la menzione Nero d’Arcole Doc la resa massima dell’uva non deve essere superiore al 45%. Il Nero d’Arcole è un vino che coniuga il taglio stile bordolese al metodo dell’appassimento, tipicamente veneto, tanto che già nel secolo scorso veniva sottolineata l’esistenza di un <<vino nero, prodotto in questo territorio con uve Merlot e Cabernet, apprezzato dalla clientela più ricca ed esigente>> (Attilio Scienza, La Storia dei Bordolesi in Italia: una pacifica invasione borghese). Dopo un affinamento in legno grande dai 12 ai 24 mesi il Nero D’arcole si presenta con un colore carico, dalla marcata tonalità violacea. Al naso il profumo risulta complesso, fruttato ed armonico, mentre in bocca trasmette sensazioni molto speziate e balsamiche, ben amalgamate. .  
   
   
IL PROSECCO ALLA CONQUISTA DEL SUD  
 
Prosecco Millesimato, Punto Rosa e Superiore di Cartizze sono i prodotti di punta della Cantina Produttori di Valdobbiadene che verranno presentati a Bari in occasione di un gemellaggio con un prodotto tipico della gastronomia pugliese: le orecchiette. Comunicazione: la parola d’ordine per il 2007 della Cantina Produttori di Valdobbiadene. Dopo gli importanti investimenti tecnologico-strutturali che hanno impegnato la cantina in questi ultimi anni e che saranno ultimati nel 2008 con la realizzazione del nuovo outlet aziendale, la Cantina si appresta ora a conquistare nuovi adepti ed estimatori in diverse città italiane con un progetto che parte dal sud. La prima tappa sarà a Bari, dove, lunedì 5 marzo, presso una prestigiosa location situata nel cuore della città , dalle 16. 00 alle 21. 00 ristoratori, gestori di enoteche e wine bars, sommelier e amanti delle bollicine provenienti da tutta la Puglia potranno partecipare ad un Wine Tasting in cui il vero protagonista sarà il Prosecco di Valdobbiadene: un vino dalla personalità accattivante, che si contraddistingue per la sua fragranza e i suoi profumi fruttati. Ad accompagnare il vino portabandiera dalla Marca Trevigiana le orecchiette di un’azienda pugliese leader nella produzione di pasta di qualità. Uno chef emergente prenderà per la gola gli ospiti creando ricette innovative con il prodotto leader della gastronomia locale per esaltare il Prosecco del marchio Val d’Oca. Questo matrimonio del gusto potrà essere approfondito in un seminario-degustazione che si terrà dalle 19. 00 alle 20. 00 durante il quale si spiegheranno le affinità tra questi prodotti di grande successo, emblemi dell’eccellenza italiana. Ai seminari, organizzati in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier, sarà possibile accedere solo su prenotazione telefonando al delegato Ais Sig. Vincenzo Carrasso al numero 368/7137978 In quest’occasione il Prosecco verrà presentato nelle versioni: Superiore di Cartizze, un vino esclusivo che è stato recentemente incoronato dalla Guida Vinibuoni d’Italia 2007 e che ha ottenuto il primo posto in occasione di una degustazione uscita su Spirito diVino che ha fotografato il meglio della produzione di cartizze della zona di valdobbiadene, il Millesimato, ottenuto in purezza varietale e dai profumi intensi e floreali, il Brut, la versione più secca e dalle note fragranti e il nuovo Punto Rosa, uno spumante Rosè brut ottenuto con metodo charmat lungo da uve di Pinot Nero e Pinot Grigio. Un appuntamento imperdibile che si prospetta come un incontro tra fuoriclasse della tradizione enogastronomica italiana e un gemellaggio tra due regioni: Veneto e Puglia in cui la tradizione del buon bere e del buon mangiare ha solide e antiche radici. Prossimo appuntamento sarà a Bologna il 14 maggio dove a conquistare il palato dei buongustai ci sarà oltre al Prosecco Val d’Oca anche la squisita mortadella. La Cantina Produttori di Valdobbiadene in breve La Cantina Produttori di Valdobbiadene, fondata nel 1952, conta oggi 583 soci viticoltori ed è una delle prime cinque realtà aziendale della Marca Trevigiana. Con una produzione di oltre 7 milioni di bottiglie e un fatturato di quasi 19,5 milioni di euro la Cantina rappresenta un punto di riferimento del comparto del Prosecco. Dal 1999 ad oggi sono stati investiti diversi milioni di euro per far fronte alle nuove esigenze di tracciabilità per una qualità dei vini a tutela del consumatore. La politica della Cantina orientata alla qualità dei prodotti, alla ricerca di sempre nuovi orientamenti nei consumi e la filosofia di mantenere inalterati i prezzi si stanno dimostrando vincenti. .  
   
   
LA GRAPPA CHE VERRÀ: LE PREVISIONI DAL VENETO  
 
Riportiamo quanto ci arriva dall’Istituto Grappa Veneta, socio dell’Istituto Nazionale Grappa, sull’andamento della distillazione di quest’anno in quella regione e sulle previsioni sulla qualità del prodotto. Per distillazione 2006, come già per quella del 2005, si prospettano in Veneto ottimi livelli qualitativi per le grappe che andranno all’imbottigliamento o all’affinamento. La qualità delle vinacce arrivate nelle distillerie è infatti molto buona per la carica aromatica presente. Inoltre si riscontrano soddisfacenti rese alcoliche, anche per merito dei vinificatori che sembrano avere abbandonato l’abitudine a una pressatura esagerata delle vinacce. L’elevato livello di qualità si riscontra in genere su tutte le varietà lavorate ma in particolare sulle vinacce di uve bianche Prosecco, Chardonnay e Pinot bianco. Qui la buona acidità ha consentito fermentazioni eccellenti che permettono ai distillatori di ottenere dei prodotti finiti con un ottimo equilibrio fra morbidezza e sensazioni fresche floreali e fruttate. Anche per la vinaccia da uve tardive ci sono buone prospettive. Per l´Amarone la buona annata viticola e la cura e la tecnologia posta nell´appassimento delle uve lasciano ben sperare in vinaccia ad elevatissimo potenziale aromatico che potrà essere trasformata in grappa di alta qualità. Le componenti aromatiche positive di cui sopra si potranno riscontrare, con le dovute variazioni in base ai legni in cui verranno conservate, anche nelle grappe invecchiate. Chi è l´Istituto Nazionale Grappa L’istituto Nazionale Grappa è stato fondato nel 1996. Attualmente, attraverso gli Istituti regionali aderenti o direttamente, l’Istituto Nazionale Grappa rappresenta circa il 70% della grappa distillata e oltre 100 aziende. All´istituto Nazionale Grappa aderiscono l’Istituto Grappa Piemonte, l’Istituto Grappa della Valle d’Aosta, l’Istituto Grappa Lombarda, l’Istituto Grappa Veneta, l’Istituto Tutela Grappa del Trentino, l’Associazione Produttori Grappa dell’Alto Adige e numerosi produttori singoli. Oltre alle organizzazioni regionali possono infatti aderire all’Istituto Nazionale Grappa le imprese che producono o commercializzano grappa con marchio proprio che hanno sede in una regione in cui non è presente un sodalizio associato all´Istituto Nazionale Grappa. Chi è l´Istituto Grappa Veneta L´istituto Grappa Veneta raccoglie l’eredità morale ed operativa di un sodalizio, l´Accademia degli Acquavitai, la cui presenza in terra veneta risale a quattro secoli fa. E’ socio dell’Istituto Nazionale Grappa e raccoglie 23 aziende, di cui 12 distillerie, che provengono da tutte le province venete in cui si produce la nostra preziosa acquavite di bandiera. Il Veneto oltre a vantare un´antica e diffusa tradizione nella distillazione è, infatti, anche leader nella produzione di grappa: il 40% della nostra acquavite di bandiera è ottenuta in questa regione. .  
   
   
TORNA IL 22 FEBBRAIO 2007 IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO PROMOSSO DAL CONSORZIO FERVONO I PREPARATIVI PER L’ANTEPRIMA DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO  
 
Per l’annata 2006 tutti pronti a scommettere in un risultato sopra le medie degli ultimi anni. Quest’anno si festeggia il decennale della storica annata ‘97 Oltre 2. 000 operatori e più di 100 giornalisti da tutto il mondo. Sono questi i numeri dell’edizione 2006 dell’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano che si svolgerà il prossimo 22 febbraio nella prestigiosa cornice dell’Antica Fortezza di Montepulciano. Come di consueto l’Anteprima sarà una grande occasione per presentare non solo i prototipi dell’ultima vendemmia (quella 2006), ma anche l’intera produzione vinicola del territorio e, più in generale, una ricchissima realtà sociale, ambientale, culturale. Il numero di inviati accreditati supera di gran lunga quello registrato nelle precedenti edizioni ed è un segno della grande attenzione che il mondo dell’informazione dedica ai vini e a Montepulciano nel suo complesso. A dare forza alle aspettative le indiscrezioni degli enologi delle aziende che promettono una grande annata da ricordare negli annali. Inoltre il 2007 rappresenterà per il Nobile di Montepulciano il decennale dalla storica annata 1997, vendemmia ricordata da tutti tra le migliori del secolo passato. Quest’anno saranno 35 le aziende presenti con un loro spazio espositivo all’interno della Fortezza. Si tratta di Avignonesi, Bindella, Boscarelli, Canneto, Carpineto, Casa Vinicola Triacca, Contucci, Dei, Fassati, Fattoria del Cerro, Godiolo, Icario, Il Conventino, La Braccesca, La Ciarliana, Le Bèrne, Le Casalte, Lodola Nuova, Lunadoro, Nottola, Palazzo Vecchio, Poggio Alla Sala, Poliziano, Romeo, Salcheto, San Gallo, Talosa, Tenimenti Angelini, Tenuta di Gracciano della Seta, Tenuta di Poggio Uliveto, Tenuta Il Faggeto, Tenuta Valdipiatta, Torcalvano Gracciano, Vecchia Cantina e Villa S. Anna. .