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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Aprile 2009
CONGRESSO SULLA RICERCA, SVILUPPO E INNOVAZIONE IN ACQUACOLTURA  
 
Il 22 e 23 aprile si terrà a El Puerto de Santa María (Spagna) un congresso internazionale sulla ricerca, lo sviluppo e l´innovazione in acquacoltura. L´evento ha lo scopo di riunire i principali gruppi di ricerca pubblici e privati e gli operatori impegnati nel campo dell´acquacoltura per discutere il coordinamento, la guida, i finanziamenti e il trasferimento della ricerca applicata. Gli organizzatori della ricerca intendono analizzare e discutere: - gli indicatori più affidabili che forniscono un´approssimazione dell´efficacia nella ricerca: brevetti adottati nelle pratiche industriali e innovative, risultati della consultazione, ecc. ; - criteri adottati per decidere se il finanziamento dei progetti è quello più appropriato; - gruppi responsabili per il controllo e il monitoraggio dei risultati nella ricerca; - canali di trasferimento della ricerca e la loro idoneità. Per ulteriori informazioni, fare clic: http://www. Easonline. Org/index. Php?option=com_extcalendar&itemid=117&extmode=view&extid=1164 .  
   
   
LA TOSCANA “CASA” DELL´AGRICOLTURA SOSTENIBILE E DELLA BIODIVERSITÀ NASCE UN POLO PER INTEGRARE SCIENZA E TRADIZIONE. SEDE A ALBERESE  
 
Nasce il Polo per l’agricoltura sostenibile, la biodiversità e le conoscenze tradizionali, nodo strategico per i rapporti con i soggetti scientifici sui temi della ricerca alternativa in campo agrario, della selezione partecipativa, della conservazione di razze e varietà locali, della teoria della decrescita economica. La proposta è della Regione Toscana, in collaborazione con Arsia e Azienda agricola regionale di Alberese, che ne sarà anche la sede. Il Polo costituirà inoltre il fulcro delle relazioni e dei progetti della cooperazione internazionale e l’Azienda di Alberese potrà in questo modo diventare esempio di esperienze avanzate trasferibili alle diverse realtà che vogliono sperimentare percorsi di riconversione verso una agricoltura sostenibile. L´istituzione del Polo conferma e rafforza la scelta della Regione di puntare ad un futuro per agricoltura e cibo in Toscana legato ad un modello di agricoltura sostenibile basato sulla qualità delle produzioni, sulla valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio, sulla tutela della biodiversità, sulla diversità dei saperi, sull’impresa agricola multifunzionale diffusa sul territorio e su un nuovo rapporto tra produttori e consumatori. La Toscana, del resto, è stata la prima a varare una legge che sancisce il divieto di coltivazione di Ogm sul proprio territorio ed è stata anche la prima regione italiana a legiferare sulla tutela delle risorse genetiche autoctone con la legge del 1997, poi sostituita dalla legge del 2004 a tutela del patrimonio di razze e varietà locali di interesse agrario, zootecnico e forestale. Il successo di questo modello, che esprime una forte carica trasformatrice rispetto alle tendenze in atto nei sistemi agro-alimentari mondiali, dipende dalla capacità di generare consenso e sostegno presso un insieme più ampio di consumatori, di cittadini e di organizzazioni, sia a livello locale che internazionale. Per favorire una più efficace attuazione di tali politiche, anche a livello internazionale, ha fornito sostegni alla Fondazione Slow Food per la biodiversità, alla Rete delle Regioni e Autorità locali d’Europa Ogm-free e infine alla Commissione internazionale sul futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura. Ad Alberese troveranno sede alcuni progetti strategici messi a punto da Arsia: il “quartier generale” della Banca dei semi per le specie erbacee ed in particolare per le specie ortive. Tale sezione della Banca regionale del germoplasma avrà lo scopo di ospitare e collezionare specie, ecotipi, varietà e linee diverse, prevedendo anche attività di divulgazione e comunicazione al pubblico; il centro di incontro dei membri della Commissione internazionale per il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura, luogo strategico nel quale svolgere riunioni operative, discutere dei principali problemi, fare il punto sullo stato della biodiversità e delle conoscenze tradizionali e elaborare proposte e documenti; il centro di riferimento nazionale per la sperimentazione in agricoltura biologica: in accordo con la Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica-Firab, nata nel 2007 per volontà di Aiab, Legambiente, Uila e Associazione biodinamica, presso l’Azienda regionale di Alberese potrebbero essere svolte attività di ricerca sulle principali problematiche di interesse del settore agricolo-biologico con particolare riferimento alla questione delle sementi; la sede della Fondazione Slow Food per la biodiversità. La Fondazione sostiene in tutto il mondo progetti per la tutela della biodiversità, favorendo l’interscambio tra le comunità e i produttori di cibo. Con la legge regionale 63 del 2003, la Regione Toscana si è posta a sostegno della Fondazione, della quale è socio d’onore, finanziando, tramite l’Arsia e il suo Settore Attività internazionali”, progetti di intervento annuali di sviluppo internazionale. .  
   
   
UNA MINIGUIDA DELLE FATTORIE DIDATTICHE DEL VENETO  
 
E’ stata pubblicata dalla Regione del Veneto la mini guida aggiornata delle Fattorie Didattiche, che contiene l’elenco delle 228 imprese agricole distribuite in tutto il territorio regionale che si sono dedicate anche all’attività di “insegnamento” della civiltà e del lavoro agricole, iscritte nell’apposito registro regionale al 31 dicembre del 2008. “Per ogni Fattoria – fa presente il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato – sono indicati nome, indirizzo e riferimenti telefonici, assieme ai diversi percorsi didattici, laboratori e altre attività che vengono proposti alle scuole, e , più in generale, alle famiglie e a gruppi di adulti che vogliono conoscere o approfondire la nostra realtà rurale”. “Quello delle Fattorie Didattiche è un trend in costante aumento – aggiunge Manzato – da quando nel 2003 la Regione istituì l’Elenco, cui risultavano iscritte 52 aziende e anche il 2008 ne conta 9 in più rispetto all’anno precedente. Si tratta di normali aziende rurali, pienamente inserite nel sistema produttivo, che però si sono rese disponibili a svolgere funzioni di accoglienza, spiegazione e divulgazione su produzione, organizzazione, lavoro del settore agricolo. Per questo hanno realizzato i necessari adeguamenti anche strutturali, mentre i titolari hanno seguito appositi corsi di formazione e aggiornamento. La loro è una funzione fondamentale soprattutto sotto il profilo culturale e identitario – conclude il vicepresidente – per avvicinare gli abitanti della città alla campagna e ai prodotti del territorio, in un’epoca dove soprattutto i più giovani non sanno che alimenti come il pane e la pasta, il latte, la frutta e i formaggi nascono nelle aziende agricole e dal lavoro degli agricoltori e che la loro qualità è strettamente legata al luogo dove si producono, alle stagioni e all’esperienza dell’uomo”. La guida è distribuita gratuitamente e può essere richiesta a: Direzione Promozione Turistica Integrata – Servizio Promozione Agroalimentare – Ufficio Comunicazione ed Educazione alimentare – Via Torino, 110 – Mestre Venezia. Tel. 041 2795637 – 0412795539, Fax 0412795491; email: promointegrata@regione. Veneto. It. Si può inoltre consultare la guida alla seguente pagina internet: http://www. Regione. Veneto. It/economia/agricoltura+e+foreste/
agroalimentare/fattorie+didattiche/elenco_fattorie. Htm  .
 
   
   
LODI VOLANO PER BUONA RIUSCITA AGROALIMENTARE  
 
 Lodi - Valorizzare le peculiarità del territorio lodigiano, a partire dal settore zootecnico e agroalimentare, e confermare gli impegni già presi a livello infrastrutturale e turistico per accrescere ulteriormente la competitività. E´ questa la ´ricetta´ proposta dall´assessore all´Industria, Piccola e Media Impresa e Cooperazione, Romano La Russa, durante i lavori del Tavolo territoriale di Confronto, per fare in modo che Lodi sia davvero percepita come partner importante nella realizzazione dell´Expo del 2015. Alla sessione di ieri del Tavolo hanno partecipato, fra gli altri, il presidente della provincia di Lodi, Lino Osvaldo Fellissari, il sindaco, Lorenzo Guerini, e il presidente della Camera di Commercio locale, Enrico Perotti. "Il Lodigiano - ha detto La Russa introducendo i lavori, dopo aver espresso a nome della Giunta lombarda tutta la vicinanza alle persone colpite dal gravissimo terremoto della scorsa notte e profondo cordoglio per le numerose vittime - si colloca nella più vasta area zootecnica e agroalimentare lombarda ed emiliana e detiene la leadership nazionale dell´allevamento, della lavorazione lattiero-casearia e della trasformazione delle carni. Settori strategici che si coniugano perfettamente con il tema centrale dell´ Expo 2015 ´Nutrire il pianeta´. Per questo la partnership con Lodi non può che essere un importante volano per la buona riuscita della manifestazione". Non è infatti un caso che proprio a Lodi sia stato realizzato il Parco Tecnologico padano, un polo di eccellenza riconosciuto a livello mondiale, che ha come ´mission´ proprio quella di accrescere la ricchezza della comunità lombarda attraverso la promozione della cultura dell´innovazione e della competitività delle imprese mediante il trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca alle stesse imprese per l´incremento della sicurezza alimentare e la piena valorizzazione della qualità dei prodotti. In questa fase di avvicinamento una tappa fondamentale per il territorio sarà la sottoscrizione, prevista a breve, dell´Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (Aqst) Expo 2015, già approvato dalla Giunta regionale lo scorso mese di novembre, che ha come obiettivo la definizione e l´attuazione di un programma di interventi che valorizzino le iniziative legate all´evento così che anche gli spunti territoriali possano essere valorizzati. Fra questi, l´attivazione del servizio ferroviario suburbano Milano - Lodi S1 rappresenta forse quello maggiormente sentito. Il progetto prevede la definizione di un servizio ferroviario cadenzato con un treno ogni 30 minuti integrato da un´ulteriore linea S tra Milano e Melegnano (linea S12), ottenendo così un treno ogni 15´ sulla tratta comune. Parallelamente si prevede il cadenzamento di tutti gli altri treni regionali che da Cremona e Piacenza effettueranno tutte le fermate fino a Lodi e procederanno senza ulteriori fermate fino a Milano ("Regioexpress"). Altro tema giudicato centrale dal Tavolo Territoriale è quello della valorizzazione ambientale e dello sviluppo territoriale del lungo Po lodigiano. Un progetto che si propone di salvaguardare, all´interno di un quadro di sviluppo socio-economico-territoriale di miglioramento della qualità della vita, l´acqua, l´agricoltura e l´ambiente, creando ad esempio una delle più estese zone verdi dell´area mediterranea, realizzando contemporaneamente luoghi attrezzati per il tempo libero e coniugando così le varie forme di turismo proposte dalla zona con un´offerta globale alla scoperta del Po attraverso il paesaggio, la sua storia e i prodotti tipici. "La riuscita di questi progetti - ha concluso La Russa - ha il proprio punto di forza proprio in quella coesione tra gli attori locali e nel sistema di relazioni interistituzionali che ha consentito di costruire nel corso degli anni un partenariato solido. Questa è la strada che ci ha portato fin qui e sulla quale dobbiamo andare avanti". .  
   
   
SISSA E CRA INSIEME PER RICERCA E INNOVAZIONE NEL SETTORE AGROALIMENTARE FIRMATO IERI A TRIESTE UN ACCORDO QUADRO TRA LE DUE ISTITUZIONI PRIMO PROGETTO IN CANTIERE LA RICERCA SULLE FARINE ANIMALI, IMPUTATE COME RESPONSABILI DELLA TRASMISSIONE DEL MORBO DELLA “MUCCA PAZZA”  
 
 Definire e realizzare progetti ad alta innovazione tecnologia attraverso una consulenza e un tutoraggio tecnico-scientifico; individuare i settori agricoli e agroalimentari più significativi per attività di ricerca e ricadute economiche sul territorio. Sono alcuni degli obiettivi della convenzione che sarà firmata oggi, 7 aprile, tra la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (Sissa) e il Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (Cra). Si tratta di un Accordo Quadro di durata triennale che promette una stretta collaborazione tra ricerca di base e sperimentazione in ambito agroalimentare e che prevede l’istituzione di un Comitato coordinato dal rettore della Sissa con il compito di definire linee e programmi di ricerca con particolare attenzione ai temi programmatici del Consiglio per la Ricerca e sperimentazione in Agricoltura, il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e il Ministero dell’Università e della Ricerca. <<Nei periodi di congiuntura il settore primario da sempre rappresenta il punto di forza, il volano della ripresa economica e sociale – sottolinea il Sen. Romualdo Coviello, Presidente del Cra - Oggi appare più che mai importante creare sinergie di eccellenza nella ricerca nel settore agricolo e alimentare, sinergie che permettano di raggiungere obiettivi prestigiosi volti a proporre e sviluppare nuove idee e tecnologie atte a promuovere l’ agricoltura italiana nel più vasto settore di competitività internazionale. In tale contesto, la sinergia tra Cra e Sissa, polo internazionale di ricerca di eccellenza, rappresenta una preziosa opportunità di collaborazione a riprova della vivacità intellettuale che ci appartiene e che porterà a prestigiosi traguardi nel percorso evolutivo del comparto agroalimentare>>. Il settore di ricerca della Scuola coinvolto in prima linea è quello di Neurobiologia con il Laboratorio di Biologia dei Prioni del professor Giuseppe Legname, biologo specializzato in biotecnologia, rientrato in Italia proprio per dirigere il Laboratorio della Sissa. <<La collaborazione con il Cra si concretizza in numerosi progetti, alcuni dei quali già in via di definizione - spiega Giuseppe Legname – Il primo che partirà è uno studio sulle farine animali, principali imputate nel processo di trasmissione del morbo di Creutzfeldt-jakob, il cosiddetto morbo della Mucca Pazza. Sebbene queste farine non siano più usate come mangimi animali, non sono di certo uscite dal circolo alimentare; sono, infatti, tuttora annoverate tra i fertilizzanti>>. Da qui la necessità di studiare e misurare il potenziale danno che potrebbero arrecare qualora prodotti da materiale infetto e non seguendo protocolli sanitari. Usare le farine animali come fertilizzanti, infatti, significa immettere nel terreno le proteine infette, i cosiddetti prioni, che in questo modo continuano a essere depositate nell’ambiente. Il team di Legname seguirà così l’interno ciclo vitale dei prioni: dalla nascita al cambiamento conformazionale causa della malattia. Lo studio delle farine animali infette è solo il primo progetto nato dalla collaborazione tra Sissa e Cra, a esso molto presto se ne aggiungeranno altri. .  
   
   
SARDEGNA: L´ASSESSORE PRATO SUL TERRITORIO PER INCONTRARE IL MONDO AGRICOLO  
 
 Cagliari - Continuano gli incontri nei territori dell´assessore regionale dell´Agricoltura, Andrea Prato, sulle tematiche del comparto. Giovedì prossimo, 9 aprile, l´assessore sarà in Ogliastra nella sede del Consiglio provinciale (a Lanusei dalle 10) riunito in seduta straordinaria. All´ordine del giorno le emergenze e le prospettive del settore agricolo. Prato sarà accompagnato dall´Unità di crisi, istituita al suo insediamento, e dai direttori delle Agenzie in agricoltura della Regione. Venerdì 17 aprile, invece, alle 10 l´assessore Prato sarà nel Medio Campidano dove sarà ricevuto dall´assemblea provinciale, anche in questo caso convocata in seduta straordinaria per affrontare le diverse tematiche legate al mondo rurale. Sempre lo stesso giorno, ma alle 17, Prato concluderà la giornata a Ozieri, al Dipartimento di ricerca per l´incremento ippico dell´agenzia Agris (ex Istituto per l´incremento ippico), dove incontrerà sia le associazioni di categoria che gli agricoltori e gli allevatori del territorio. Nelle settimane successive, l´assessore proseguirà le riunioni con le altre Province e istituzioni locali della Sardegna. .  
   
   
AGRICOLTURA: PARTE L´´ITER PER RICONOSCIMENTO DELLA "PITINA"  
 
È iniziato il percorso per ottenere la registrazione della "pitìna", salume tipico della montagna pordenonese, come Indicazione Geografica Protetta (Igp), che dovrà essere sancita dalla Commissione europea. La direzione centrale Risorse agricole della Regione Friuli Venezia Giulia ha infatti inoltrato al ministero il proprio parere positivo, necessario alla prosecuzione dell´iter, così come previsto dal regolamento comunitario, a seguito della richiesta in tal senso avanzata dall´associazione temporanea di impresa tra i produttori, appositamente costituitasi. Il dossier che accompagna la richiesta di riconoscimento (relazione tecnica, documentazione storica, bozza del disciplinare di produzione) contiene tutti gli elementi richiesti dalla normativa e descrive in maniera approfondita la particolare modalità di produzione di questo gustoso salume. Prodotto esclusivamente nella montagna pordenonese, in particolar modo nelle zone della Valcellina, Val Colvera e Val Tramontina, caratterizzate da un particolare microclima, seguendo in modo fedele modalità di preparazione dettate da cultura e tradizioni locali secolari, la "pitìna" ha trovato oggi molti estimatori anche al di fuori della tradizionale zona di produzione. Per raggiungere l´ambito traguardo che permetterebbe una sicura affermazione di questo prodotto di nicchia e che sancirebbe il mantenimento della tipicità locale, il percorso da seguire è ancora lungo poiché si dovranno coinvolgere con esito positivo anche gli uffici ministeriali e della Commissione europea. La determinazione dell´associazione temporanea di impresa fra i produttori della "pitìna" e la sempre maggiore conoscenza delle caratteristiche di tipicità di questo salume anche al pubblico più largo, lasciano ben sperare sul raggiungimento della registrazione comunitaria. .  
   
   
BOLZANO: CONSEGNATO L’ATTESTATO DI ABILITAZIONE ALLA PESCA A 301 NUOVI PESCATORI  
 
Sono 301 le pescatrici ed i pescatori che questa mattina hanno ricevuto il tanto atteso “Attestato di abilitazione alla pesca” dalle mani del presidente della Provincia, Luis Durnwalder, del presidente della commissione esaminatrice, Heinrich Erhard e dei commissari Vito Adami e Walter Zöggeler. Come di consueto anche la sessione d’esame tenutasi nel marzo scorso è stata piuttosto impegnativa e selettiva. Infatti, a fronte di 453 iscritti all’esame, solamente 315 hanno superato la prova scritta e, come detto, 301, pari al 66,44% degli iscritti, sono giunti, dopo l’esame orale, all’ambito traguardo di questa mattina. Sono 29 le donne che hanno conseguito l’attestato in questa sessione d’esame. La sessione d’esame appena conclusa ha segnato i 40 anni di attività della Commissione provinciale per il conferimento dell’Attestato di abilitazione alla pesca. Dal 1979, anno nel quale è stato istituito l’esame, sino ad oggi si sono presentati 13. 636 candidati e la prova è stata superata da 8. 761 persone, pari ad una percentuale del 64%. Nel suo indirizzo di saluto il presidente Durnwalder ha rilevato il ruolo dell’esercizio della pesca nell’ambito delle attività ricreative e del tempo libero. Si tratta, ha sottolineato Durnwalder, di un modo rilassante per trascorrere in maniera piacevole e con gli amici il proprio tempo libero. Un’attività particolarmente importante in un’epoca come la nostra, caratterizzata da ritmi incalzanti e dalla mancanza di momenti di relax e di socializzazione a stretto contatto con la natura. A fronte di queste considerazioni, ha però aggiunto Durnwalder, l’ente pubblico, già dal 1979, ha ritenuto importante creare le premesse per un’adeguata formazione ed informazione di coloro che praticano questa attività. A questo scopo è stato istituito l’esame provinciale per il conseguimento dell’”Attestato di abilitazione alla pesca” attraverso il quale viene acquisita un’importante formazione di base sulle principali specie ittiche, sulle normative in vigore per l’esercizio dell’attività e sulle regole fondamentali da osservare per tutelare il patrimonio ittico e l’ambiente naturale nel quale si esercita la pesca. Nel corso del suo discorso il presidente Durnwalder ha dato il proprio benvenuto alle nuove pescatrici ed ai pescatori, sottolineando che, con il superamento dell’esame, hanno dimostrato di conoscere in maniera approfondita le regole che sovrintendono all’esercizio di questa attività nel tempo libero. Da parte sua la Provincia negli ultimi anni ha costruito una serie di impianti di depurazione delle acque che hanno consentito di elevare in maniera considerevole la qualità dei corsi d’acqua e dei principali laghi. Il presidente Durnwalder ha quindi concluso l’indirizzo di saluto dando il suo caloroso benvenuto ai neo diplomati nella famiglia dei pescatori altoatesini. .  
   
   
CACCIA: GIUNTA REGIONALE UMBRA APPROVA NUOVO PIANO FAUNISTICO VENATORIO  
 
Perugia - La Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’Assessore all’ambiente Lamberto Bottini, ha approvato in via definitiva il nuovo Piano Funistico Venatorio Regionale, che ora passa all’esame del Consiglio. Il completamento del Piano è frutto di un accurato lavoro svolto nel corso degli anni dalla Regione. Esso rappresenta lo strumento principale di programmazione istituzionale nel settore faunistico – venatorio. Il Pfvr fa riferimento alle linee guida definite dal Consiglio regionale dell’Umbria già nel 1983, quando furono delineati i compiti di “indirizzo” spettanti alla Regione, e il ruolo “operativo di programmazione” delle Province. Il percorso “evolutivo” è proseguito con l’adozione del successivo Piano del 1996, che ha individuato i criteri di pianificazione per rispondere all’esigenza delle nuove normative operanti in materia, e alle aumentate conoscenze scientifiche acquisite nel periodo compreso tra la stesura dei due Piani (1983-1996). Ora, confermando i validi contenuti espressi nei precedenti Piani, la Regione Umbria ha provveduto ad aggiornare e completare il Pfvr, facendo riferimento alla nuova legislazione regionale e nazionale ed avvalendosi delle nuove basi conoscitive del territorio regionale. Una attività efficace e puntigliosa è stata svolta dall’Osservatorio Faunistico Regionale, come struttura di riferimento, coordinamento ed elaborazione dei dati acquisiti. Il primo punto “focale” a cui si fa riferimento nel Pfvr, è il nuovo criterio di determinazione della superficie agro-silvo-pastorale (Sasp). A differenza del precedente Piano, la Sasp è calcolata sulla base dell’effettiva superficie delle aree edificate rilevate mediante digitalizzazione a schermo in scala 1:5000, sulla base delle ortofotocarte del Voloitalia 2001. Questa metodologia, opportunamente corretta, ha portato all’individuazione di una classificazione Asp del territorio da un punto di vista congiunto ambientale e faunistico. Ciò ha determinato che zone non considerabili come prettamente agricole o silvicole o forestali (es. Aree umide o lacustri), vengano comunque computate a causa della loro notevole valenza faunistica, ritenendo pertinente in tal senso indicare la superficie Asp così valutata, come superficie di pianificazione venatoria. Da tale superficie devono essere escluse le aree urbane o quelle fortemente antropizzate, applicando un “principio di antropizzazione”, in modo da non calcolare tutte le aree interconnesse con attività antropiche di notevole impatto e disturbo nei confronti della fauna selvatica (es. : vie di comunicazione con flusso intenso di veicoli e zone ad elevata densità abitativa). Questi territori infatti, devono essere considerati come non fruibili ai fini di una idonea pianificazione faunistico – venatoria, poiché hanno valenza molto bassa o nulla sia dal punto di vista ambientale che faunistico. Un altro punto ben definito nel Piano, riguarda la precisazione del concetto di territorio protetto sul quale basare il calcolo e la ripartizione percentuale delle superfici previste dalle vigenti normative tra i vari istituti. Si stabiliscono poi il ruolo e le competenze delle Province nella loro attività di pianificazione degli ambiti territoriali protetti (istituzione, distribuzione, dimensioni ecc. ) che deve essere costantemente aggiornata e trasmessa all’Osservatorio faunistico regionale in via informatica. Ciò è opportuno per avere un archivio cartografico di riferimento sempre aggiornato che permetta di controllare la situazione reale del territorio. Nel piano si da grande rilevanza anche ai criteri di classificazione degli allevamenti da utilizzare a scopo di ripopolamento. Vengono infatti definiti i requisiti minimi ed i parametri essenziali per un corretto allevamento della fauna selvatica, con particolare riguardo alla provenienza dei riproduttori, alla densità di allevamento e all’alimentazione dei capi. A tale proposito un allevamento può richiedere come riconoscimento un “certificato di qualità” di “Allevamento di selvaggina a scopo di ripopolamento corrispondente ai requisiti previsti dal Pfvr”, se garantisce le condizioni richieste dal Piano faunistico stesso. Viene inoltre considerata la gestione della specie responsabile della maggior parte dei danni alle coltivazioni agricole, il cinghiale. Per ottimizzarne la gestione, si fissano i punti necessari per acquisire tutte le informazioni utili sulle popolazioni presenti sul territorio Regionale. In base a ciò vengono determinati gli interventi di gestione per il controllo demografico della specie, in modo da mantenerla in equilibrio con le risorse naturali e ad un livello tollerabile per l’agricoltura. Queste linee gestionali, fungono da indirizzo per l’avvenuta revisione del regolamento concernente il prelievo della specie cinghiale e la legge riguardante le modalità di indennizzo dei danni causati dalla fauna selvatica alle colture agricole. Gli obiettivi principali del Pfvr sono incentrati sulla tutela e gestione della fauna selvatica sia di interesse venatorio che prettamente naturalistico, su tutto il territorio Regionale. Poiché una corretta gestione faunistica è strettamente connessa alla tutela o al ripristino di particolari tipi di vegetazione caratteristici del territorio, nel Pfvr sono previsti anche interventi atti a fare in modo che ciò avvenga. Il piano è quindi caratterizzato da un’ evidente impronta scientifica, determinata dalla già citata attività svolta dall’Osservatorio faunistico regionale e rappresenta l’apice di un percorso mediato e dibattuto che ha ottenuto un vasto consenso sia da parte del mondo venatorio che di quello ambientalista. .  
   
   
SONO APERTE LE ISCRIZIONI ALLA 6° EDIZIONE DELLA RASSEGNA BIODIVINO  
 
Alessandria - La “Rassegna dei Vini Biologici Biodivino” giunge al suo 6° appuntamento. L’iniziativa è organizzata dalla Provincia di Alessandria – Assessorato Agricoltura e dall’Aiab Piemonte, in collaborazione con le Associazioni Città del Bio e Città del Vino. Come primo appuntamento della nuova edizione, un banco di assaggio dedicato ai vini biologici piemontesi che sarà ospitato da Eataly , il punto vendita dedicato ai cibi di qualità, a Torino, in via Nizza n. 224. L’appuntamento è per giovedì 9 aprile, dalle 11,00 alle 19,00 sarà possibile incontrare i produttori e degustare i loro vini biologici. Un focus di vini bio aperto al grande pubblico. Una nuova iniziativa per promuovere il contatto diretto con il consumatore che avrà così la possibilità di degustare liberamente e scoprire il mondo dei vini bio. Il mondo dei “vini verdi” cresce e la testimonianza dell’interesse che suscitano è data dalle manifestazioni che si sono recentemente svolte, dal Biofach a Norimberga al recente Vinitaly di Verona. La 6° edizione di Biodivino quest’anno sviluppa ulteriormente la partecipazione congiunta dell’Azienda che produce il vino e del Comune in cui sono localizzate le vigne, valorizzando le piccole partite di vino di qualità e favorendone la conoscenza anche attraverso Internet. Con la scorsa edizione è stata, infatti, realizzata la prima guida on-line dei produttori Biodivino, che quest’anno verrà ulteriormente implementata (www. Cittadelbio. It/flip_book_vini). Biodivino apre, dunque, al grande pubblico per facilitare la conoscenza diretta dei produttori e delle loro produzioni biologiche e biodinamiche. .