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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Aprile 2009
IL NOBEL PER LA MEDICINA MONTAGNIER: VACCINO PER L´AIDS FRA 4 ANNI  
 
Bruxelles, 8 aprile 2009 - Premio Nobel per la medicina nel 2008, il grande scienziato francese è un ricercatore infaticabile. All´età di 76 anni, dopo aver scoperto il virus dell´Hiv nel 1983, oggi lavora sul vaccino contro l´Aids ed è convinto che sarà disponibile fra 4-5 anni. La settimana scorsa ha partecipato alla conferenza organizzata dal Parlamento europeo sul futuro della ricerca biomedica nel 21esimo secolo. Europarl l´ha intervistato in esclusiva. Oggi i giovani sono piuttosto disinteressati alla ricerca scientifica. Che cosa si potrebbe fare per renderla un po´ più attraente? Recentemente la scienza ha generato implicazioni che alcuni trovano discutibili per il futuro dell´umanità. C´è questa idea che la scienza non è indispensabile alla collettività. Chiaramente questa visione non è attraente per i giovani. C´è una mancanza di cultura scientifica, per esempio non ci sono programmi televisivi che parlino di scienza, al contrario che gli Stati Uniti. Come invertire questa tendenza? Penso che in primo luogo dovremmo mostrare che, se siamo qui oggi, è grazie alla scienza e alla medicina. La medicina e la ricerca sono davvero indispensabili, non sono un lusso, sono proprio una necessità. Di questo bisogna anche convincere i politici, che non si occupano mai di scienza. Spesso quando ci sono problemi di bilancio, tendono a tagliare i fondi per la ricerca perché tanto non ci saranno manifestazioni e scioperi come succede per altri settori. L´anno scorso lei ha ricevuto il Nobel per le sue scoperte sull´Hiv. Secondo lei cosa dovrebbe fare l´Unione europea per progredire nella lotta contro l´Aids? Prima di tutto dobbiamo continuare la ricerca. Non tutti i problemi sono risolti, soprattutto non abbiamo ancora un vaccino in grado di prevenire o guarire l´infezione! La ricerca deve essere innovativa: secondo me sono stati spesi un sacco di soldi inutilmente, e non solo a livello europeo, sulla ricerca di un vaccino preventivo, un vaccino ´a priori´, come gli altri vaccini che si fanno da bambini, ma che era basato su un concetto sbagliato. Citazione. La priorità dovrebbe essere di avere un vaccino terapeutico in grado di curare i malati, il vaccino preventivo non ha funzionato e non poteva funzionare. Luc Montagnier, Premio Nobel per la medicina Io ho sofferto molto del fatto che il mio progetto di vaccino terapeutico, volto a fermare gli effetti del virus sulle persone già infette, sia stato rifiutato a livello europeo. A quei tempi si pensava che fosse immorale chiedere ai pazienti di sospendere la triterapia, ovvero la cura a cui erano sottoposti, per testare il potere immunizzante del vaccino terapeutico. Ma più tardi questa idea si è fatta spazio, per fortuna, negli Stati Uniti. D´altra parte è necessario capire quale parte del virus resiste alla triterapia, quella frazione che chiamiamo la ´riserva di virus´. Quando pensa che il vaccino terapeutico sarà pronto? Fra quattro, cinque anni, se riceviamo i finanziamenti adeguati. E´ un progetto ben delimitato, sappiamo esattamente cosa cerchiamo, e contrariamente al vaccino preventivo, l´efficacia del vaccino terapeutico è già stata dimostrata su un limitato numero di malati. .  
   
   
SCIENZIATI CHIARISCONO IL RUOLO DEL GENE DEL DIABETE  
 
Bruxelles, 8 aprile 2009 - Ricercatori finanziati dall´Ue hanno scoperto come un gene chiamato Ptpn2 contribuisce allo sviluppo del diabete di tipo 1. Gli scienziati sperano che le loro scoperte condurranno allo sviluppo di nuove terapie per il trattamento della patologia. La ricerca, pubblicata di recente nelle riviste Nature Reviews Endocrinology e Diabetes, è stata in parte sostenuta dall´Ue attraverso il progetto Savebeta ("Molecular pathways underlying decreased beta cell mass in diabetes mellitus"), che è finanziato nell´ambito dell´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute" del Sesto programma quadro (6°Pq). Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmunitaria, e ricerche recenti hanno suggerito che le molecole chiamate mediatori infiammatori possano ricoprire un ruolo maggiore nella patologia di quanto ritenuto in precedenza. L´infiammazione è una risposta biologica che è scatenata da infezioni o lesioni, ad esempio. Se l´infiammazione non è tenuta sotto controllo, o se i segnali infiammatori sono "interpretati male" dall´organismo, può risultare in una patologia autoimmune, come il diabete di tipo 1. Nel diabete di tipo 1, l´infiammazione localizzata del pancreas porta alla perdita di cellule beta produttrici di insulina. Se non viene arrestata la perdita di queste cellule beta, il paziente svilupperà eventualmente una dipendenza dalle iniezioni di insulina. Studi recenti sembrano dimostrare che le molecole chiamate mediatori infiammatori sopprimono la funzione delle cellule beta e contribuiscono alla loro morte. Sono anche capaci di bloccare o stimolare la riproduzione di cellule beta e possono causare la dipendenza da insulina. Intanto, altre analisi rivelano che il gene Ptpn2 sembra coinvolto nello sviluppo del diabete di tipo 1. In questo ultimo studio, scienziati della Université Libre de Bruxelles (Ulb) in Belgio dimostrano che Ptpn2 riveste un ruolo importante nel dialogo tra il sistema immunitario e le cellule beta del pancreas, aumentando così l´infiammazione e causando l´origine e la seguente progressione della malattia. Circa 150 milioni di persone a livello mondiale soffrono di diabete, un dato che si prevede salirà a 300 milioni entro il 2025. Scienziati del progetto Savebeta stanno indagando i segnali molecolari che stanno dietro la perdita delle cellule pancreatiche beta sia del diabete di tipo 1 che in quello di tipo 2. Ricchi di queste informazioni, essi sperano di individuare nuovi target per i farmaci capaci di trattare questa malattia. Per maggiori informazioni, visitare: Université Libre de Bruxelles (Ulb) http://www. Ulb. Ac. Be/ Nature Reviews Endocrinology: http://www. Nature. Com/nrendo Diabetes: http://diabetes. Diabetesjournals. Org/ Progetto Savebeta: http://www. Savebeta. Eu .  
   
   
STUDIO NON EVIDENZIA ALCUN COLLEGAMENTO TRA CARENZA DI VITAMINA D E DEPRESSIONE STAGIONALE  
 
 Bruxelles, 8 aprile 2009 - L´inverno è sinonimo di sci, slittini e cioccolata calda. Per molti, questa stagione è tuttavia sinonimo di depressione. Con l´avvento della stagione invernale le giornate si accorciano e c´è una minore quantità di luce solare. I sintomi della depressione stagionale (Seasonal affective disorder, Sad) sono stati associati a una carenza di vitamina D. I ricercatori dell´università di Warwick (Regno Unito) non hanno, tuttavia, rilevato alcuna chiara associazione tra i livelli di vitamina D nel sangue e la depressione. I risultati dello studio sono stati pubblicati nella rivista Journal of Affective Disorders. La depressione stagionale colpisce normalmente individui che godono di condizioni mentali nella norma lungo tutto il corso dell´anno. I soggetti colpiti soffrono di significativi sbalzi d´umore in occasione dei cambi di stagione, che comprendo fenomeni depressivi ed episodi di ipersonnia, letargia ed eccessivo appetito. In passato, alcuni ricercatori avevano affermato che l´esposizione alla luce del sole stimola la produzione di vitamina D nella pelle e che la depressione stagionale poteva essere collegata a una riduzione della vitamina D conseguente alla riduzione della quantità di luce. Il team di ricerca britannico ha, tuttavia, scoperto che livelli contenuti di vitamina D nel sangue potrebbero non essere associati alla depressione. Sotto la guida del professor Oscar Franco della f acoltà di medicina di Warwick, i ricercatori hanno effettuato uno studio trasversale sulla popolazione e hanno testato i livelli di vitamina D (25-idrossivitamina D) in 3. 262 soggetti provenienti da Pechino e Shanghai, in Cina, nel quadro del progetto dedicato allo studio delle condizioni relative a nutrizione e salute nella popolazione anziana in Cina ("Nutrition and Health of Aging Population in China" Nhapc). Agli intervistati è stato somministrato un questionario volto a valutare la presenza dei sintomi della depressione. Questi sintomi sono stati classificati come tali con un punteggio pari o superiori a 16 in base alla scala Ces-d (Center for Epidemiological Studies of Depression Scale). Il team, in collaborazione con i colleghi dell´Istituto di scienze nutritive dell´Accademia delle scienze cinese, in Cina, hanno utilizzato il dosaggio radioimmunologico (un metodo per misurare la quantità precisa di una data sostanza nel sangue) per misurare le concentrazioni di vitamina D in circolo nel sangue. Nello studio i ricercatori hanno rilevato una minore prevalenza (7,2%) dei sintomi depressivi nel tertile più alto delle concentrazioni di 25-idrossivitamina D rispetto al tertile più basso (11,1%). "Questa associazione si è attenuata in modo significativo in seguito alla verifica dei vari fattori ed è scomparsa dopo aver inserito nel modello la posizione geografica," hanno scritto i ricercatori. Gli esperti ritengono che la carenza di vitamina D aumenti nel momento in cui la concentrazione di 25-idrossivitamina D nel siero del sangue è pari o inferiore ai 12 nanogrammi/millimetro (ng/ml). La concentrazione normale di 25-idrossivitamina D nel siero del sangue è compresa tra i 25 e i 50 ng/ml. "Sono pochi gli studi che hanno analizzato il nesso tra le concentrazioni di 25-idrossivitamina D e la depressione nella popolazione" ha affermato il professor Franco. "La carenza di vitamina D è stata associata anche a numerose malattie croniche, tra le quali l´osteoporosi, i tumori più diffusi, le patologie autoimmuni e cardiovascolari" ha aggiunto. "Gli studi relativi agli effetti della somministrazione di integratori di vitamina D svolti in precedenza hanno prodotto risultati diversificati. Sono necessari ulteriori studi per valutare se la vitamina D è associata alla depressione stagionale, ma il nostro studio solleva alcune domande relativamente all´opportunità di assumere quantità maggiori di vitamina D per combattere i sintomi della depressione. " I dati delle ricerche condotte in passato indicano che sono colpiti da questo disturbo l´1,3- 3% degli europei, contro un dato compreso tra lo 0,8 e il 9,7% relativo agli americani e un dato compreso tra lo 0 e lo 0,9% per quanto riguarda gli asiatici. I ricercatori hanno inoltre scoperto che il 70-80% dei soggetti colpiti da depressione stagionale sono donne, e l´età più frequente di insorgenza della malattia si attesta attorno ai 30 anni. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Warwick: http://www. Warwick. Ac. Uk Accademia delle scienze cinese http://english. Cas. Ac. Cn .  
   
   
FONDI ALLA RICERCA SANITARIA: UN SISTEMA CHE NON PREMIA I CENTRI PIÙ PRODUTTIVI I SETTE IRCCS MIGLIORI A LIVELLO SCIENTIFICO PRENDONO MENO FINANZIAMENTI, IN PROPORZIONE, RISPETTO AGLI ALTRI. LO EVIDENZIA UNA RICERCA DEL CERGAS BOCCONI  
 
Milano, 8 aprile 2009 - Sono concentrati soprattutto nel Nord Italia, assorbono oltre l’84% dei finanziamenti per la ricerca sanitaria corrente stanziati dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, ma, pur a parità di output scientifico, vi è disparità nella distribuzione dei fondi tra loro: i 7 Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) più produttivi nella ricerca, ad esempio, non risultano tra quelli che hanno ricevuto, in proporzione, più finanziamenti. Un sistema, quello del finanziamento per la ricerca corrente, che pur basato su criteri oggettivi, non premia a sufficienza l’eccellenza. È quanto emerge dallo studio del Cergas Bocconi “Analisi del sistema di finanziamento della ricerca sanitaria in Italia”, elaborato in collaborazione con Assolombarda e Aiop Lombardia e presentato ieri in convegno a Roma. Nel 2007, il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali ha stanziato fondi per la ricerca sanitaria per un totale di 301 milioni di euro, 223,8 per quella corrente e 77,4 per quella finalizzata (a bando). I maggiori beneficiari dei fondi sono stati i 42 Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) allora accreditati in Italia, sulla base, per la ricerca corrente, di criteri tra i quali il più importante è la produttività scientifica. Il criterio principale utilizzato per stabilire tale valore è l’impact factor normalizzato (ifn), che misurala capacità degli Irccs di produrre ricerca di alto livello. Nel 2006, anno in base ai cui punteggi vengono stabiliti i finanziamenti per il 2007, i 42 Irccs italiani hanno totalizzato punteggi di ifn compresi tra un minimo di 86 (Bietti) e 3. 398 (San Raffaele). A fronte però di una distribuzione mediana di 7. 136 euro per punto di impact factor, le struttur! e hanno visto valutata la propria produttività scientifica in maniera piuttosto diversificata, con valori tra i 1. 792 e i 15. 287 euro per punto. Il San Raffaele, ad esempio, ha ricevuto 5. 137 euro per ognuno dei suoi 3. 398 punti totalizzati. “Il sistema di finanziamento della ricerca corrente si basa su criteri oggettivi”, spiegano Fabrizio Tediosi e Amelia Compagni, i ricercatori del Cergas Bocconi che hanno coordinato lo studio, “ma è ancora troppo complesso e prevede alcuni meccanismi che si prestano ad aggiustamenti discrezionali, di fatto sterilizzando la portata del sistema e non premiando a sufficienza le strutture che da un anno all’altro hanno migliorato la propria produttività scientifica”. C’è poi un altro problema: gli Irccs sono molto diversi tra loro sia per la loro dimensione, e quindi per la capacità di fare ricerca, sia per il mix di finanziamenti che sono capaci di attrarre. “Il 20% degli Irccs ha ricevuto nel 2007 il 51% del totale dei fondi per la ricerca corrente e il 60% di quella finalizzata”, spiega Francesco Longo, direttore del Cergas. “Sono strutture molto diversificate tra loro, mentre il sistema di valutazione e di finanziamento sembra pensato per strutture simili”. Le soluzioni per rendere ancora più oggettivo e premiante il sistema di finanziamento da parte del ministero? “Focalizzare maggiormente l’attenzione sulla quota di finanziamenti a bando su base competitiva, ossia sulla ricerca finalizzata, ma allungando la durata dei bandi, che dovrebbero essere di almeno 3-5 anni”, commenta Tediosi. “Inoltre, bisognerebbe creare degli schemi di valutazi! one e finanziamento diversificati: uno per le eccellenze di grandi dimensioni, e uno per gli Irccs di piccola dimensione o giovani, di modo tale che questi possano competere tra loro alla pari”. Ma lo studio del Cergas ha evidenziato alcuni altri aspetti del sistema di finanziamento della ricerca sanitaria in Italia. Innanzitutto, i fondi stanziati da parte del ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali sono ancora troppo pochi: secondo quanto stabilito nel 1992, dovrebbero rappresentare almeno l’1% del finanziamento totale del Ssn, mentre, negli ultimi anni, tale percentuale non ha mai superato lo 0,32%. Questo riflette anche “il ruolo debole che il ministero ha nell’indirizzare la ricerca e nel definirne le priorità. Spostare una maggiore quota di finanziamenti verso la ricerca finalizzata permetterebbe di indirizzare meglio la ricerca sulle priorità del Ssn e, quindi, di esercitare maggiormente quella funzione di commissioning che adesso risulta debole”, spiegano i ricercatori. Inoltre, dal confronto internazionale con il sistema di Germania, Francia e Regno Unito, “risulta evidente anche l’assenza di coordinamento tra i diversi finanziatori della ricerca e la carenza di sistemi informativi che permettano di monitorare il totale dei finanziamenti e di mettere quindi a punto delle policy precise”, aggiunge Compagni. “Altri paesi, come Germania e Gran Bretagna, sono più avanti da questo punto di vista e si sono dotati o si stanno dotando di specifici strumenti di coordinamento, come la creazione di un’Agenzia nazionale per la ricerca. Nel caso della Gran Bretagna, si tratta di un’agenzia esclusivamente per la ricerca sanitaria”. Infine, le regioni, la cui parte nel finanziamento alla ricerca è in crescita. “Hanno ancora un ruolo troppo ambivalente”, conclude Tediosi. “Come emerge dal confronto con l’esperienza tedesca, se le regioni vogliono diventare finanziatori importanti, devono chiarire il loro ruolo rispetto allo stato e dotarsi delle strutture e delle competenze necessarie”. Un sistema, quello dei finanziamenti alla ricerca sanitaria, che secondo la ricerca pecca ancora di due elementi importanti, nonostante sia orientato nella giusta direzione: più coordinamento tra chi finanzia e una politica più precisa e più centrata sulle priorità del Ssn da parte del ministero. .  
   
   
GENOVA, OGGI NELL´AULA MAGNA DELL´OSPEDALE GALLIERA SI SVOLGERÀ LA PRIMA EDIZIONE DEL CORSO DI AGGIORNAMENTO SULLA TUBERCOLOSI BACILLIFERA POLMONARE.  
 
Genova, 8 aprile 2009 - "Contrariamente a quanto si possa comunemente pensare - spiega Giovanni Cassola, Responsabile della S. C. Di Malattie Infettive del Galliera- la tubercolosi è una malattia tutt´altro che debellata: anzi, nei prossimi vent´anni ucciderà nel mondo 35 milioni di persone. Dopo l´Aids la tubercolosi è la pandemia che miete più vittime nel mondo - 2 milioni ogni anno - mentre 9 milioni di persone ne divengono affette, spesso in una terribile associazione con Aids o malaria". Dai dati risulta che la Tb è in crescita, soprattutto in Africa dove muoiono ogni giorno 1. 500 persone ed ha raggiunto un tasso di incremento annuo del 4%. In Europa, dove la malattia si riteneva ormai debellata, comincia a preoccupare la diffusione nei paesi dell´ex Unione Sovietica di una forma di affezione con resistenza multipla ai farmaci. "Nell´ambito dell´incontro- conclude Cassola- saranno trattati sia gli aspetti medico diagnostici, sia gli aspetti assistenziali di pertinenza infermieristica". Programma: Ore 08. 30 - 09. 30 “Eziologia della Tbc” Relatore: dott. Giovanni Cassola; Ore 09. 30 - 10. 30 “Epidemiologia della Tbc” Relatore: dott. Giovanni Cassola; Ore 10. 30 - 11. 00 “Diagnostica della Tbc” Relatore: dott. Ssa Maria Paola Crisalli; Ore 11. 15 - 12. 00 “Terapia della Tbc” Relatore: dott. Ssa Maria Paola Crisalli; Ore 12. 00 - 13. 00 “Tubercolosi e Hiv” Relatore: dott. Emanuele Pontali; Ore 14. 00 - 15. 30 “Il prelievo dei campioni biologici: significato e modalità di raccolta” Relatore: dott. Ssa Franca Siri; Ore 15. 30 - 17. 00 “Misure d´isolamento dal pronto soccorso al reparto” Relatori: sig. Massimo Pontillo e sig. A Stefania Puppo; Ore 17. 00 - 17. 30 “Dispositivi individuali di protezione respiratoria, corretto utilizzo dei vari Dpr, prove pratiche” Relatori: sig. E Mirella Fullone, Nadia Cenderello e Paola Fabbri; Ore 17. 30 - 18. 00 “Caso clinico” Relatore: sig. A Mirella Fullone. Sede: E. O. Ospedali Galliera - Aula Magna 2° piano, Corso Mentana 10 www. Galliera. It .  
   
   
CITTA´ DELLA SALUTE: FIRMA ACCORDO, PRONTA NEL 2015 SACCO, BESTA E TUMORI: UN POLO DI RICERCA E CURE DA 1400 POSTI FORMIGONI: DA REGIONE LOMBARDIA 228 MILIONI, ROTH GUIDERA´ L´ATTUAZIONE  
 
Milano, 8 aprile 2009 - E´ stato firmato ieri mattina in Regione l´Accordo di programma per la realizzazione della Città della Salute, un grande polo di ricerca e cura che vedrà riunite, nella stessa area dove attualmente sorge solo l´Ospedale Sacco nella zona Nord-ovest di Milano (e in parte di Novate Milanese), il Sacco stesso e le nuove sedi dell´Istituto neurologico Besta e dell´Istituto dei Tumori. "Città della Salute è la denominazione definitiva", ha annunciato il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, di quest´opera da 520 milioni e 1. 405 posti letto, i cui lavori inizieranno entro ottobre 2011 e la cui conclusione avverrà entro giugno 2015. "Da otto anni a questa parte - ha sottolineato ancora Formigoni - fissiamo e rendiamo noti le date di conclusione delle opere, e finora non ci siamo mai sbagliati: siamo sempre stati puntuali". L´accordo di programma è stato sottoscritto oggi dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, affiancato dall´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, con i rappresentanti degli enti interessati: Carlo Masseroli (assessore Sviluppo del territorio Comune di Milano), Luigi Riccardo Silva (sindaco di Novate Milanese), Alessandro Moneta (presidente Fondazione Besta), Carlo Borsani (presidente Fondazione Istituto Tumori), Luigi Corradini (direttore generale Sacco), Luigi Decleva (Università degli studi di Milano). All´accordo aderisce anche il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali. Con questo Accordo Regione Lombardia scende in campo con un impegno straordinario di risorse proprie (oltre 228 milioni), "uno sforzo straordinario", ha spiegato Formigoni, resosi necessario dopo che il piano finanziario, che comprendeva 400 milioni di investimento da parte dell´Inail, è stato vanificato da una recente disposizione nazionale (Dl 93/2008) che vieta agli enti previdenziali di effettuare investimenti diretti. Il Nuovo Complesso - Il nuovo complesso occuperà 220. 000 metri quadrati di superficie per le funzioni di ricerca, di cura, per le strutture di ospitalità e per i servizi; altri 70. 000 metri quadrati di superficie saranno dedicati a parcheggi, impianti tecnologici e all´asilo nido aziendale. I posti letto complessivi saranno 1. 405 (Besta 250, Tumori 505, Sacco 650), quasi un centinaio in più degli attuali (che sono: Besta 223, Tumori 482 e Sacco 604). Gli organici dei tre istituti saranno mantenuti ai livelli attuali. Il Consorzio - Stazione appaltante è Regione Lombardia. L´attuazione del progetto sarà in capo a un consorzio fra i tre Ospedali interessati. A guidarlo - lo ha confermato Formigoni - sarà Luigi Roth, già presidente della Fondazione Fiera "e che ha dato prova di essere capace di correre e rispettare i tempi - ha detto Formigoni - nella realizzazione del Polo di Rho-pero della Fiera". Costi - Il costo complessivo del progetto è stimato in 520 milioni (15 per l´acquisto delle aree, 385 per la Città della salute vera e propria, 20,8 per le infrastrutture viarie, 100 per arredi e apparecchiature). Regione Lombardia - che ha la regia complessiva del progetto e che agirà anche da stazione appaltante - si impegna a finanziare l´opera con 228,7 milioni, 40 milioni sono a carico dello Stato, i rimanenti a carico del concessionario o provenienti da fondazioni. Da parte sua Regione Lombardia si è impegnata direttamente anche sul fronte delle infrastrutture di collegamento, prevedendo oltre 20 milioni di euro per gli interventi necessari sulle tangenziali ovest e sud oltre che alla viabilità interna alla Città. Tempi - Il cronoprogramma prevede una marcia a ritmi forzati. Primo passaggio, l´avvio delle procedure per l´acquisizione delle aree da parte di Regione Lombardia: giugno 2009. A novembre sempre del 2009 è prevista la pubblicazione del bando per la gara unica. Nel settembre del 2010 verrà individuato il concessonario. Entro l´ottobre 2011 l´avvio dei lavori ed entro giugno del 2015 la consegna delle opere. "Con la Città della salute - ha fatto notare ancora Formigoni - si formerà dunque un nuovo Polo sanitario pubblico di assoluta eccellenza per quanto riguarda sia le malattie infettive sia quelle neurologiche sia quelle oncologiche, con una forte connessione tra ricerca e cura e dove si realizzerà una sinergia tra i tre Istituti e l´Università. " "La realizzazione dei nuovi edifici consentirà - ha detto l´assessore Bresciani - di mettere a disposizione di tutti i cittadini strutture modernissime e funzionali orientate alla ricerca, all´assistenza sanitaria e alla didattica, secondo i più elevati standard mondiali. I tre Istituti - già oggi all´avanguardia nel campo dell´infettivologia, dell´oncologia e delle neuroscienze - potranno trarre ulteriore impulso dalla possibilità di svolgere la loro attività in modo armonizzato, ottimizzando strumenti e risorse, pur mantenendo nel contempo ciascuno le proprie peculiarità" I benefici derivanti dal nuovo insediamento riguarderanno infatti economie di scala, ottimizzazione dell´uso delle alte tecnologie biomediche, utilizzo integrato delle piattaforme tecnologiche, gestione condivisa della logistica, strutture di risposta (almeno parziale) al bisogno di residenzialità di ricercatori, studenti e familiari dei pazienti e, in definitiva, miglioramento dell´offerta sanitaria. Un altro effetto positivo sarà quello di trattenere cervelli nella ricerca e nella sanità pubblica italiana. La prospettiva è quella di esaltare le peculiarità di ciascuno dei tre Istituti coinvolti e di offrire nel contempo le migliori garanzie anche sotto il punto di vista della programmazione sanitaria regionale, riducendo i costi ed evitando duplicazioni di reparti di eccellenza, come ad esempio neurochirurgia. L´area sulla quale sorgerà la Città della salute è dotata di una buona accessibilità stradale e autostradale, ferroviaria (compresa l´alta velocità) e metropolitana, facilmente raggiungibile anche dagli aeroporti di Malpensa e di Linate. .  
   
   
MILANO: OSPEDALE SACCO, INAUGURATA DA FORMIGONI LA NUOVA FARMACOLOGIA BRESCIANI: POSITIVA INTEGRAZIONE TRA RICERCA E PRATICA CLINICA NEL FUTURO MEDICINE PERSONALIZZATE PER EVITARE REAZIONI AVVERSE  
 
Milano, 8 aprile 2009 - Personalizzare le terapie farmacologiche per ridurre sempre di più il rischio di reazioni avverse ai medicinali - che rappresentano una tra le prime cause di morte al mondo - e ottenere prodotti sempre più mirati e "intelligenti". E´ questo il principale obiettivo dell´attività svolta dalla nuova Unità Operativa di Farmacologia Clinica dell´ospedale Sacco di Milano, inaugurata oggi dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e dall´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani. All´evento di presentazione della nuova struttura, in cui si integrano ricerca e assistenza clinica, hanno partecipato Luigi Corradini (direttore generale Sacco), Emilio Clementi (Unità Operativa di Farmacologia Clinica), Virgilio Ferrario (preside Facoltà di Medicina Università degli Studi di Milano), Achille Caputi (presidente Sif), e Sergio Dompé (presidente Farmindustria). Nella nuova Unità Operativa - finanziata con 2 milioni di euro dalla Regione - viene utilizzato un approccio che unisce farmacocinetica, farmacogenetica, farmacovigilanza e sperimentazione clinica del farmaco, utilizzando metodiche e tecnologie avanzate. L´integrazione in una struttura unica dei quattro aspetti della farmacologia medica è la prima iniziativa del genere ad essere proposta in Lombardia e tra le prime al mondo. Diverse le professionalità che vi operano: 1 farmacista, 1 chimico, 4 biologi, 1 chimico farmaceutico, 1 biotecnologo, 1 medico. "Dal lavoro di questi professionisti - ha detto Formigoni - Regione Lombardia si attende nuovi e importanti sviluppi nella direzione della personalizzazione della medicina. Il lavoro di questo Centro è davvero strategico perché i risultati che saranno raggiunti favoriranno la medicina delle terapie farmacologiche personalizzate". Con lo sviluppo della "farmacogenomica", ha sottolineato Formigoni, è possibile immaginare che in futuro i cittadini possano disporre di una "tessera magnetica" con le proprie peculiarità genetiche, necessaria per prescrivere la terapia farmacologica. "La nascita di questa Unità - ha proseguito Formigoni - rappresenta una concreta opportunità anche per rilanciare la nostra competitività a partire dalle eccellenze e dalle peculiarità del nostro territorio". La Lombardia è la prima regione chimico-farmaceutica e biotech in Italia, con più di 100 imprese del farmaco e il 59% delle sperimentazioni cliniche rispetto al totale nazionale (3164 dal 2000 al 30 giugno 2008). La Lombardia, nel 2008, ha investito in questo comparto 2,5 miliardi di euro, di cui quasi 700 milioni destinati all´acquisto di farmaci innovativi ad alto costo in ambito ospedaliero (farmaci oncologici, farmaci per le malattie rare, farmaci per pazienti Hiv). Già dal 2006 la Lombardia ha previsto - prima regione in Italia - il rimborso delle terapie oncologiche innovative. "I laboratori altamente specializzati dell´Unita e la presenza di posti letto per la sperimentazione di nuovi farmaci - ha detto ancora Formigoni - costituiscono una risorsa preziosa che, messa in rete, potrà tracciare nuove strade anche a vantaggio dell´industria". Guardando al futuro, Formigoni, dopo aver ricordato che "entro l´estate del 2010 sarà pronta la nuova palazzina del Centro di Farmacologia clinica", ha sottolineato l´importanza della "Città della salute e della ricerca", che ha visto proprio oggi la firma dell´Accordo di Programma che ne permetterà la realizzazione proprio nell´area del Sacco. "Con questa nuova struttura di Farmacologia - ha aggiunto l´assessore Bresciani - si realizza un grande avanzamento della scienza medica, grazie a farmaci più sicuri e personalizzati. Il contatto tra ricerca e applicazione clinica porta all´eccellenza delle terapie e anche al contenimento dei costi". .  
   
   
MILANO: CITTÀ DELLA SALUTE LA PERIFERIA DIVENTA ECCELLENZA  
 
Milano, 8 aprile 2009 - Una città dentro la città, in grado di ospitare migliaia di persone. Entro il 2015, l’Ospedale Sacco, l’Istituto neurologico Besta e l’Istituto dei Tumori saranno riuniti in un´unica area, a Nord-ovest di Milano, in quella che si chiamerà “Città della salute, della ricerca e della didattica”. La struttura, che avrà 1405 posti letto e per la cui realizzazione è stato calcolato un costo complessivo di 520 milioni di euro, nasce da un impegno contenuto nell’accordo di programma sottoscritto oggi dai rappresentanti degli 8 enti interessati: i comuni di Milano e Novate Milanese, la Regione, il Ministero della Salute, le fondazioni Irccs Besta e Istituto tumori, l’azienda ospedaliera Sacco e l’Università degli Studi di Milano. “Con la Città della salute nasce anche il nuovo ‘sistema città’ di Milano - ha detto l’assessore allo Sviluppo del Territorio Carlo Masseroli spiegando che si tratta del primo grande tentativo di distribuire le grandi funzioni pubbliche anche nella periferia milanese. “La periferia diventa centrale – ha aggiunto Masseroli –, funzione attrattiva anche di altre strutture eccellenti come gli alberghi low cost, le residenze per il personale, per i parenti dei degenti e per i ricercatori. Strutture che sorgeranno accanto alle altre realtà sanitarie cittadine. Creare queste centralità significa innovare in ambito nazionale e portare ancora più in alto il livello di eccellenza di Milano e della Lombardia”. Il nuovo complesso occuperà una superficie di 220. 000 metri quadrati per le funzioni di ricerca, di cura, per le strutture di ospitalità e per i servizi. Altri 70. 000 metri quadrati saranno dedicati a parcheggi, impianti tecnologici e all´asilo nido aziendale. La realizzazione del progetto farà capo a un consorzio fra i tre ospedali interessati. A guidarlo sarà l’ex Presidente della Fondazione Fiera Luigi Roth. Il costo complessivo del progetto è stimato in 520 milioni: 15 per l´acquisto delle aree, 385 per la Città della salute vera e propria, 20,8 per le infrastrutture viarie, 100 per arredi e apparecchiature. .  
   
   
CAMPOBASSO: CONVEGNO INTERNAZIONALE DAL TITOLO ´´SALUTE E SVILUPPO NELL´AREA MEDITERRANEA´´  
 
 Campobasso, 8 aprile 2009 - "Il Mediterraneo deve essere il punto di incontro di culture diverse, oltre che di esperienze e stili di vita. Un incontro e un confronto da cui deve scaturire uno sviluppo socio-economico diffuso e duraturo per tutti i cittadini che vivono in questa area al fine di assicurare i diritti fondamentali dell´uomo tra cui quello alla salute e all´assistenza socio-sanitaria. In quest´ottica si dimostrano sicuramente utili e funzionali le nuove tecnologie che possono affiancare e sostenere la scienza nella risoluzione e nella cura di specifiche malattie. Tra queste tecnologie, senza dubbio, vi è quella legata alla telecomunicazione satellitare. Un insieme di conoscenze e di applicativi che possono essere utili nel portare l´alta medicina in ogni parte del pianeta e particolarmente in quelle più arretrate. Ma non solo, la comunicazione satellitare può essere anche attore di scambio di conoscenze tra le università e i centri di ricerca, oltre che strumento di formazione a distanza e quindi di implementazione della conoscenza e diffusione massima della stessa. Di qui la determinazione della Regione Molise a promuovere un dibattito in sede mediterranea e quindi internazionale sulle tematiche della cooperazione, della salute, dello scambio scientifico culturale e dell´implementazione dell´utilizzo delle nuove tecnologie quali la telemedicina e la teleformazione". Lo ha detto il Presidente della Regione Molise Michele Iorio aprendo ieri in mattinata i lavori del convegno internazionale dal titolo "Salute e Sviluppo nell´area Mediterranea" organizzato dalla Presidenza della Regione Molise, nell´ambito delle iniziative per la "Giornata Mondiale della Salute" e realizzato in collaborazione con l´Osservatorio del Mediterraneo, l´Università degli Studi del Molise, l´Università Cattolica del Sacro Cuore e la Curia Arcivescovile di Campobasso-boiano. Prestigiosissimo il parterre degli ospiti al Convegno, che è stato ideato e coordinato da Nelida Ancora, Consigliere del Presidente della Regione Molise per lo sviluppo. "Abbiamo voluto creare – ha detto Ancora - un´ agorà in cui raccontare esperienze, proporre idee, presentare iniziative, progettare insieme programmi di intervento per lo sviluppo socio-economico della popolazione mondiale. Questo tenendo come "stella guida" il diritto alla salute, alla conoscenza, alla formazione e alla giustizia sociale. Un percorso che abbiamo voluto fare insieme all´Osservatorio del Mediterraneo e al suo autorevole Direttore, il prof. Nadir M. Aziza, alle due Università, quella del Molise e la Cattolica, e alla Curia Arcivescovile e quindi a Mons. Giancarlo Brigantini. Elementi questi politici, scientifici, culturali ed etici che quotidianamente debbono impegnare tutti, ciascuno per le proprie competenze e conoscenze, a creare condizioni di elevazione sociale, sanitaria, culturale e spirituale. Condizioni evidentemente imprescindibili queste, per un vero sviluppo fondato sulla centralità della persona". "Siamo orgogliosi – ha detto ancora il Presidente Iorio- di aver potuto accogliere nella nostra regione ospiti di così grande riguardo che hanno discusso e si sono confrontati su tematiche di estrema attualità e importanza per lo sviluppo del Molise, dell´Italia, dell´Europa, del Mediterraneo e del Mondo. Un esperienza positiva che vogliamo ripetere nel corso dei prossimi anni, immaginando un appuntamento fisso in Molise in cui discutere, a livello internazionale, del diritto alla salute e dell´assistenza". "Già dal confronto di oggi –ha concluso Iorio- abbiamo potuto registrare idee, iniziative e progettualità provenienti da esperienze concretizzatesi in varie parti del mondo che potremo utilizzare nel nostro Sistema Sanitario per renderlo sempre più moderno ed affidabile consentendogli così di relazionarsi in una rete virtuale globale con le strutture dei paesi più avanzati del mondo". .  
   
   
REGGIO EMILIA, L´AZIENDA OSPEDALIERA È LA PRIMA DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE COMPLETAMENTE ACCREDITATA  
 
Bologna, 8 aprile 2009 - Un riconoscimento positivo dell’adeguatezza dei servizi assistenziali forniti: si è concluso all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia (Azienda Ospedaliera) il percorso di verifica che ha portato all’accreditamento, cioè alla certificazione del possesso di tutti i requisiti necessari per operare in qualità di struttura del Servizio sanitario regionale, dell’intero ospedale. Sono state infatti trasmesse all’Azienda Ospedaliera le ultime determinazioni firmate dal direttore generale sanità e politiche sociali della Regione Emilia-romagna Leonida Grisendi che formalizzano la conclusione del processo. Si tratta del primo grande ospedale dell’Emilia-romagna ad aver concluso l’iter di verifiche sulle strutture, gli impianti, l’organizzazione e i comportamenti professionali degli operatori, anche attraverso audit clinici (tra professionisti) e audit civici (con la partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni). L’azienda Ospedaliera di Reggio Emilia è dunque la prima Azienda del Servizio sanitario regionale ad essere completamente accreditata. “L’accreditamento è uno strumento della programmazione regionale cui è affidato il compito di garantire l’idoneità dei servizi nel rispetto della qualità e della sicurezza” ha detto l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Giovanni Bissoni. “Per questo – ha continuato – in Emilia-romagna, a differenza di altre realtà regionali, le verifiche sull´organizzazione e il funzionamento dei servizi rappresentano un’opportunità e come tale sono state colte e sviluppate con il contributo di tutte le parti in causa: gestori, professionisti, cittadini e loro associazioni. L’accreditamento diventa il contenitore delle verifiche dei processi assistenziali valutati dai vari punti di vista a garanzia della sicurezza, della qualità assistenziale e del buon uso delle risorse messe a disposizione”. Le verifiche tecniche al Santa Maria Nuova sono state effettuate dalla Direzione generale sanità e politiche sociali della Regione per quanto attiene al corretto esercizio del mandato istituzionale (e cioè in riferimento alla capacità dell’Azienda Ospedaliera di fornire servizi e prestazioni stabiliti dalla programmazione), e dall’Agenzia sanitaria e sociale regionale per quanto riguarda le verifiche sul campo del possesso dei requisiti previsti dalla normativa. Le verifiche si sono svolte dal marzo 2005 al gennaio 2009 e hanno comportato per i team di verifica 23 giornate di lavoro sul campo. Sono stati impegnati 58 “verificatori” professionisti di altre Aziende sanitarie dell’Emilia-romagna e di altre Regioni - e dunque con documentazione attestante la non presenza di conflitto di interesse - e con competenze professionali coerenti con quelle esercitate nelle strutture verificate (medici specialisti nelle diverse branche, infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia e laboratorio, farmacisti, ingegneri clinici, fisici sanitari). Da parte sua, l’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia ha impegnato costantemente la Direzione generale aziendale, la Direzione di Presidio ospedaliero, tutti i 9 Dipartimenti clinici e i 68 reparti e servizi dell’ospedale. La complessità delle verifiche per ottenere il riscontro dei requisiti previsti dalla normativa richiede infatti una auto-valutazione delle strutture e l’attivazione di percorsi di adeguamento su eventuali requisiti carenti, preventive rispetto al momento della verifica da parte della Regione. Peraltro, nei quasi quattro anni del percorso di verifica, l’Azienda Ospedaliera ha trasferito nell’ala nuova del Santa Maria le attività delle medicine ospitate nella vecchia sede dell’Ospedale Spallanzani insieme ad altri reparti e servizi: questo trasferimento, oltre allo sforzo del trasloco, ha comportato una significativa riorganizzazione e la conseguente la necessità di ‘ripassare’ i requisiti dell’accreditamento sui nuovi assetti organizzativi. Le garanzie dell´accreditamento - Il riconoscimento dell’accreditamento attesta che la struttura organizzativa dedicata all´erogazione dei servizi possiede i requisiti stabiliti e approvati dalla Giunta Regionale (con delibera 327/2004), per una corretta gestione delle strutture, degli impianti e della organizzazione interna. Particolare attenzione è posta alla definizione dei contenuti e della qualità tecnico-professionali dei servizi e delle prestazioni, alla buona comunicazione fra professionisti e fra questi e gli utenti; alla formazione, aggiornamento e mantenimento della competenza professionale degli operatori, anche riferimento alle nuove tecnologie introdotte. La verifica di accreditamento accerta anche che siano in atto tutte le procedure necessarie per l’erogazione del servizio nello specifico campo di attività, che il risultato clinico e assistenziale sia tenuto sotto controllo anche per quello che riguarda la prevenzione, la sorveglianza e la gestione dei rischi correlati all’assistenza, e che esista un continuo sforzo di miglioramento e adeguamento alle nuove sfide poste dal progresso delle conoscenze e dei metodi di lavoro. Tutto ciò al fine di fornire garanzie di equità, sicurezza e appropriatezza delle cure ai cittadini che usano la struttura e alla Regione (cui spetta il governo del Servizio sanitario regionale). In altre parole, l’accreditamento permette di certificare l’esistenza di regole precise e controllate attraverso le quali fornire agli utenti un servizio di qualità non casuale, ma consapevole e ripetibile, e di garantire, qualora si verifichino scostamenti rispetto a buon risultato atteso, la capacità della struttura di reagire per una immediata correzione dei comportamenti e l’attivazione di percorsi di risarcimento del cittadino e di miglioramento dei servizi, ben utilizzando a questi scopi le risorse assegnate. I numeri dell´Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia L’arcispedale Santa Maria Nuova ha 9 Dipartimenti: Dipartimento Chirurgia generale e specialistiche, Dipartimento Neuro motorio; Dipartimento Ostetrico; ginecologico e pediatrico; Dipartimento Cardio-toraco-vascolare e di Area Critica; Dipartimento di Emergenza-urgenza; Dipartimento Diagnostica per immagini; Dipartimento Medicina di Laboratorio; Dipartimento Medicina Interna e Specialità Mediche; Dipartimento Onco Ematologico e Malattie Infettive. I posti letto sono 902 (740 per acuti, 114 per day hospital, 48 per lungodegenza). I dipendenti sono 2. 641 (di cui 406 medici). Nel 2008 i ricoveri sono stati 47. 967, gli accessi al pronto soccorso 92. 555 (di cui 15. 787 al pronto soccorso pediatrico). I nati sono stati 2. 480, gli interventi chirurgici 18. 144. .  
   
   
TERREMOTO IN ABRUZZO: SANITA´, ATTIVATO PROVVEDIMENTO PER ESENZIONE  
 
Pescara, 8 aprile 2009 - Si comunica che, con propria deliberazione n. 23 del 7 aprile 2009, il Commissario ad acta per l´attuazione del Piano di risanamento, Gino Redigolo, ha disposto - con decorrenza immediata e sino a provvedimento di diverso avviso, di esentare totalmente dalla compartecipazione alla spesa farmaceutica tutti i cittadini residenti nella Asl di L´aquila. Detta disposizione si applica sulle ricette spedite dai cittadini residenti nella Asl di L´aquila presso ognuna delle farmacie pubbliche e private della regione Abruzzo. .  
   
   
LA BASILICATA CAPOFILA NELLA CURA DELLA DISLESSIA  
 
Potenza, 8 aprile 2009 - Grazie all’intesa raggiunta, il 28 novembre scorso, con l’Asl n. 3 del Lagonegrese e l’Ufficio Scolastico Provinciale di Potenza, la Basilicata risulta Regione capofila nella dotazione di un programma per uno dei disturbi più insidiosi che riguardano l’apprendimento: la Dislessia. E’ la disabilità dell´apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura. Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologia del linguaggio Il Progetto Dislessia ha promosso un protocollo di intesa finalizzato alla prevenzione, individuazione ed intervento sui disturbi specifici che comportano problemi di comprensione nella lettura, una ridotta pratica nella lettura, una limitata crescita del vocabolario e della conoscenza generale. La Basilicata, dunque, è l’unica Regione di Italia ad essere dotata di uno strumento legislativo specifico con il quale si potrà intervenire su soggetti affetti da tale patologia, intraprendere un dialogo formativo per insegnanti ed operatori sanitari, nonché fornire aiuto e supporto alle famiglie dei dislessici. Grande soddisfazione per l’Asl interessata al Progetto, per il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Potenza, per il Dirigente della Scuola capofila della rete scolastica per i disturbi specifici di apprendimento, per il Direttore Generale della Asl n. 3 e per il Presidente dell’Associazione Italiana Dislessia che hanno siglato il protocollo. Il Consigliere regionale Marcello Pittella ha sottolineato l’importante conquista che accorcia la forbice della disuguaglianza e il ruolo fondamentale della scuola e della famiglia per combattere la disabilità. I veri destinatari di questo Progetto, come sottolinea il Direttore Sanitario, sono gli insegnati della scuola primaria e secondaria di I grado, ma si estende anche agli insegnati della scuola dell’infanzia. Infatti, se questo problema non viene identificato nei primi anni della scuola primaria, le conseguenze possono risultare di una certa gravità. Durante la scuola dell´infanzia è possibile effettuare una valutazione dei prerequisiti per l´abilità di lettura, per poter intervenire precocemente e rafforzare quelle competenze eventualmente carenti. Anche se la diagnosi di dislessia può essere fatta solo in classe seconda o terza della scuola primaria, i segnali del disturbo possono essere colti molto prima ed è opportuno intervenire subito. Pertanto, le finalità del Progetto consistono nell’intervento formativo e nello screening precoce per consentire una conoscenza approfondita del problema ed un intervento efficace ed opportuno. . .  
   
   
UN PROTOCOLLO CON OSIMO E LORETO PER IL RIORDINO SANITARIO DELL´AREA METROPOLITANA A SUD DI ANCONA.  
 
Ancona, 8 aprile 2009 - A conclusione dei ´tavoli tecnici´, il 6 aprile, si e` svolto al Servizio Salute dell´Assessorato alla Salute della Regione Marche, un incontro con il sindaco Latini di Osimo ed il sindaco Pieroni di Loreto per condividere le strategie di riordino sanitario dell´area metropolitana di Ancona. La riunione si e` tenuta in un clima di fattiva collaborazione e dopo un ampia e proficua discussione, sono state individuate le linee di intervento per la riorganizzazione della rete sanitaria-ospedaliera dell´area Sud di Ancona, anche in funzione della realizzazione della nuova struttura ospedaliera che vede in fase finale il concorso di idee per la sua progettazione. Si e` concordato che a breve verra` definito un apposito protocollo in cui saranno delineati gli indirizzi programmatici ed i contenuti specifici per quanto attiene le strutture di Osimo e Loreto. Nel contempo l´Assessorato alla Salute ed il Servizio Salute si faranno parte attiva per comunicare i contenuti dei ´tavoli tecnici´ alla Comunita` ed alle Rappresentanze dei Cittadini. .  
   
   
BASILICATA: ASM, NOMINATI I DIRETTORI AMMINISTRATIVO E SANITARIO  
 
Potenza, 8 aprile 2009 - Il Direttore Generale dell’Asm, Dott. Vito Gaudiano, ha nominato i Direttori Amministrativo e Sanitario dell’Azienda Sanitaria di Matera. Direttore Amministrativo è stato nominato il Dott. Rocco Ierone, 53 anni, già Direttore Amministrativo dell’Asl n. 5 del Metapontino. Direttore Sanitario è stato nominato il Dott. Giuseppe Montesano, 59 anni, Primario dell’Unità Operativa di Pneumologia dell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera e facente funzioni come Direttore Sanitario dal mese di Gennaio di quest’anno. Entrambi i professionisti rimarranno in carica per tre anni. .  
   
   
RECORDATI, IL BILANCIO 2008; DIVIDENDO DI € 0,25 PER OGNI AZIONE (+16,3%)  
 
Milano, 8 aprile 2009 – Ieri si è tenuta l’Assemblea Ordinaria degli Azionisti di Recordati S. P. A. L’assemblea degli Azionisti di Recordati S. P. A. Ha approvato il bilancio 2008 della società redatto in conformità ai principi contabili Ias/ifrs. Alla stessa è stato presentato il bilancio consolidato del gruppo, anch’esso redatto in conformità ai principi contabili Ias/ifrs. Nelle tabelle allegate sono sintetizzati i risultati dei bilanci 2008 già illustrati nel comunicato stampa del 3 marzo 2009. Nel 2008 i ricavi consolidati di Recordati sono stati pari a € 689,6 milioni (+9,7%), l’utile operativo è stato pari a € 144,7 milioni (+10,1%) e l’utile netto pari a € 100,4 milioni (+18,3%). I ricavi internazionali hanno rappresentato il 70,2% dei ricavi complessivi. L’assemblea degli Azionisti ha deliberato su proposta del Consiglio di Amministrazione la distribuzione di un dividendo per le azioni in circolazione in ragione di € 0,25 per ciascuna azione (€ 0,215 l’anno precedente) con stacco della cedola n. 5 in data 20 aprile 2009 e pagabile dal 23 aprile 2009. Il dividendo unitario comprende l’accrescimento derivante dal dividendo che sarebbe spettato alle azioni proprie. Il dividendo complessivo proposto per l’esercizio 2008 è di € 49,3 milioni che si paragona con un dividendo complessivo di € 42,2 milioni relativo all’esercizio 2007, con un incremento del 16,7%. L’assemblea odierna ha altresì autorizzato l’acquisto e disposizione di azioni proprie fino all’Assemblea che approverà il bilancio al 31 dicembre 2009. L’autorizzazione all’acquisto e disposizione di azioni proprie risponde a molteplici scopi: consentire alla Società di realizzare operazioni quali la vendita, il conferimento e la permuta di azioni proprie per acquisizione di partecipazioni e/o la conclusione di accordi con partner strategici; permettere alla Società di compiere investimenti che abbiano oggetto propri titoli; costituire la provvista necessaria a dare esecuzione a piani di stock option. Il numero massimo di azioni acquistabili, tenuto conto delle azioni proprie di volta in volta già detenute in portafoglio dalla Società, è 20. 000. 000, per un potenziale esborso complessivo di € 120. 000. 000, ad un corrispettivo minimo non inferiore al valore nominale dell’azione Recordati (€ 0,125) e ad un corrispettivo massimo non superiore alla media dei prezzi ufficiali di Borsa delle cinque sedute precedenti l’acquisto, aumentata del 5%. Gli eventuali acquisti verranno effettuati sui mercati regolamentati, nel rispetto e secondo le modalità di cui all’art. 144-bis, primo comma, lett. B), del Regolamento Emittenti. Non sono stati acquistate azioni proprie in virtù dell’autorizzazione accordata dall’Assemblea del 11 aprile 2008. Attualmente la Società detiene in portafoglio n. 11. 472. 355 azioni proprie, corrispondenti al 5,5021% del capitale sociale. Primi tre mesi 2009 Le vendite nette del Gruppo nel primo trimestre 2009 sono sostanzialmente in linea con le aspettative per l’intero anno che prevedono ricavi di ca. € 750 milioni, un utile operativo di ca. € 155 milioni ed un utile netto di ca. € 105 milioni. .  
   
   
2010: ANNO DI CIMA DA CONEGLIANO  
 
 Conegliano (Tv), 9 aprile 2009 - Palazzo Sarcinelli a Conegliano (Tv) sarà il centro di uno degli eventi più importanti e attesi del prossimo anno: la mostra dedicata a Cima Da Conegliano, in programma dal 26 febbraio al 2 giugno 2010. A quasi cinquant’anni dall’esposizione allestita da Carlo Scarpa nel Palazzo dei Trecento di Treviso e a oltre un quarto di secolo dalla fondamentale monografia di Peter Humfrey, l’amatissima città natale propone un’esposizione, prodotta e organizzata da Artematica, col patrocinio del Comune di Conegliano, della Provincia di Treviso e della Regione Veneto, su Giovanni Battista Cima (Conegliano, 1459/1460 – 1517/1518) maestro che, nel pur breve arco di carriera, per un ventennio è stato ai vertici della pittura sacra in laguna. L’iniziativa, curata da Giovanni Carlo Federico Villa, coadiuvato da un comitato scientifico che comprende i maggiori studiosi italiani e stranieri su Cima da Conegliano, quali Peter Humfrey, David Alan Brown, Mauro Lucco e Matteo Ceriana, presenterà un percorso espositivo di 40 opere, provenienti dalle maggiori istituzioni pubbliche mondiali, come la National Gallery di Londra, la National Gallery di Washington, l’Ermitage di San Pietroburgo, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, in grado di ricostruire la vicenda artistica di Cima, sottolineandone il ruolo fondamentale, per tutto il corso degli anni Novanta del Quattrocento, nello sviluppo della pala d’altare veneziana e nella narrazione di un paesaggio georgico, essenza stessa di una poesia di cultura umanistica da lui solo espressa. “Desidero sottolineare – dichiara Alberto Maniero, sindaco di Conegliano - l´eccezionalità di un evento di una così grande portata dedicato, per la prima volta, al Cima nella sua città natale. Siamo riconoscenti all´artista e alla sua opera che ha reso internazionale la fama della nostra città e che abbiamo voluto, con determinazione, in occasione della particolare ricorrenza. Si tratta di un evento straordinario anche perché coincide con la riapertura al pubblico di Palazzo Sarcinelli, uno dei palazzi comunali più prestigiosi del centro storico, per decenni sede di mostre d’altissimo livello e recentemente oggetto di un impegnativo intervento di restauro conservativo. La storia di questo Palazzo si incrocia dunque con quella del celebre artista coneglianese a distanza di quasi 500 anni dalla sua edificazione (1518) dai nobili Sarcinelli da Ceneda e dalla morte del Cima (1517)” “Dopo la mostra dedicata a Canaletto e alla grande stagione del vedutismo veneziano del settecento di Treviso – sono parole di Andrea Brunello, amministratore delegato di Artematica – la nostra società si fa promotrice di un altro grande evento. Quella di Cima da Conegliano è una mostra che conferma la bontà del nostro metodo di lavoro che mira a conseguire il massimo valore qualitativo. L’esposizione è, infatti, solo l’ultimo passo di un programma che nasce e si costruisce negli anni, e che parte dall’imprescindibile formazione di un comitato scientifico di grande spessore. Per quest’iniziativa, inoltre, è già stato studiato un accurato piano di promozione che fungerà da volano per la valorizzazione di tutto il territorio”. La mostra, accanto alla preponderante produzione incentrata sulle rappresentazioni sacre, testimoniata da una scelta ristretta ai principali prototipi della devozionale Madonna con il Bambino e da alcune tra le più importanti pale d’altare, tra cui spicca la Madonna in trono con il Bambino tra i santi Giacomo e Girolamo della Pinacoteca Civica di Palazzo Chiericati di Vicenza, porrà l’accento anche sull’importante produzione mitologica, in alcuni casi orientata alla creazione di cassoni nuziali, mentre una specifica sezione sarà dedicata alla grafica, esponendo la decina di fogli attribuita nel tempo a Cima. Del pittore molti aspetti sono ancora avvolti in un cono d’ombra, e solo la possibilità di porre a confronto le sue opere può consentire di risolverli, soprattutto alla luce della scarsità di documenti emersi nel corso dei secoli. Se la sua data di nascita (1459 o 1460) è desumibile dall’estimo coneglianese del 1473, ove lo si identifica in un Joannes Cimator, immaginandolo dunque circa quattordicenne, età in cui si cominciava, secondo la normativa veneta, a pagare le tasse in proprio, le prime testimonianze artistiche sono quelle che narrano di un Magister Zambatista pictor pagato nel 1486 per un gonfalone della Scuola dei Calegheri di Conegliano, oltre all’orgogliosa firma e data Joanes Baptista de Conegliano fecit 1489 adì primo marzo, apposta sulla pala per la chiesa di San Bartolomeo a Vicenza. Proprio questa grande tela aprirà la mostra, andando a sottolineare immediatamente il problema della formazione di Cima. L’assenza di fonti, infatti, non chiarisce questa questione prima del 1489, anno in cui si trasferisce da Conegliano a Venezia, dove apre una bottega autonoma. Nella città lagunare sarà pagato per varie pale d’altare nel 1494, nel 1499, nel 1504 e nel 1510. Tra il 1500 e il 1515, alternerà il soggiorno veneziano a frequenti viaggi in Emilia, tra Parma, Bologna e Carpi, dove riceverà numerose commissioni per altari. Documentato per l’ultima volta a Conegliano nel 1516, quando effettua la dichiarazione delle tasse, muore tra il 2 ottobre 1517 e il novembre 1518, come desumibile dagli ultimi due certificati conosciuti. La penuria di documentazione archivistica è in parte risarcita dalla grandezza assoluta di un artista che fin dagli esordi riuscì magistralmente, in uno stile di raffinato classicismo, a combinare la lezione pittorica di Giovanni Bellini con quella scultorea dei Lombardo, declinando poi la lezione di Antonello da Messina giuntagli per il tramite di Alvise Vivarini. Già Vasari, nell’edizione delle Vite del 1550, ne esaltava le doti, sottolineando come “Fece anco molte opere in Venezia, quasi nei medesimi tempi, Gio. Batista da Conigliano, discepolo di Gio. Bellino [. ] e se costui non fosse morto giovane, si può credere che avrebbe paragonato il suo maestro”. .  
   
   
UNA MOSTRA SUL TRADIMENTO DALL’IRRIVERENTE TITOLO: “ZOCCOLETTI E ZOCCOLETTE” UNA SELEZIONE DI ARTISTI STREET E CONCETTUALI TRA I QUALI IL RE DEGLI SCANDALI ANGELO CRUCIANI E L’IRRIVERENTE (B)ANANARTISTA DAL 16 AL 25 APRILE PERVINCA OPENSPACE MILANO  
 
Milano, 8 aprile 2009 - La Biokip Gallery apre un’altra volta le sue porte, in Aprile, per ospitare la prima collettiva del 2009: “Zoccoletti e Zoccolette” esposizione sul tradimento, col tradimento in bella mostra. Chi non è mai stato tradito? E, soprattutto, chi può dirlo con matematica certezza? In ogni caso, gossip a parte, il tradimento è un colpo basso, meschino, che fa sì stare male chi lo subisce, ma che fa anche cadere in basso chi lo commette, giù, in terra come uno zoccoletto. O una zoccoletta. “Zoccoletti e zoccolette” per l’appunto. I vostri ex vi hanno messo alle strette con i loro amichetti e amichette? Ne avete passate delle belle per le loro scappatelle? Bèh, volete pure dargli la soddisfazione di farvi vedere giù, o preferite reagire subito per poi non pensarci più? Dicono che il peso delle corna sia il più leggero in assoluto, tutti le vedono, ma chi le porta non le sente. Quindi, è proprio il caso di fare finta di niente, di tacere e abbassare lo sguardo, di vergognarsi per qualcosa di cui dovrebbe vergognarsi qualcun altro? La Biokip Gallery crede proprio di no, e insieme al proprio affezionato team di artisti e creativi, affronta il tradimento in maniera ironica ma mai banale, col suo solito modo insolito: un vortice di immagini, oggetti, parole e suoni. Così vedremo come si presenta il tradimento, perché prima o poi esce allo scoperto, sentiremo il suo rumore, perché prima o poi si fa sentire, e ascolteremo la sua voce, perché prima o poi dovrà pur cercare di negare l’evidenza. Dare una forma al tradimento di Zoccoletti e Zoccolette è il compito degli artisti della Biokip Gallery, e ad assolverlo ci pensa quindi Emilio Cejalvo, attraverso i propri lavori a tecnica mista forti dell’unione di grafica, fotografia e pittura senza mezzi termini. Ci pensa Cruz, le cui opere hanno un occhio di riguardo per la street-art e un vivace sorriso disincantato (come quello della iena, il personaggio che lo caratterizza e lo rappresenta maggiormente). Ci pensa anche Silva Ramacci, attraverso le sue forme astratte, i suoi colori pacati, riflessivi, e i piccoli componimenti poetici che trovano spazio nelle sue raffinate tele. Ci pensa poi Ufo 5, grafico e street artist, che parla attraverso il linguaggio di segni e simboli magici, di un labirintico bianco e nero e di ironici immaginari allegorici. Ci pensa l’americano Ryan Spring Dooley, con le sue figure angeliche, i suoi collage, gli stencil, oltre alle varie fotografie e agli oggetti che l’artista recupera dalla strada per donargli una nuova vita. Come lui ci pensa pure Angelo Cruciani, attento osservatore della società contemporanea (è proprio questo osservare a fargli da musa ispiratrice) che carica i propri lavori di un forte significato simbolico grazie a pennelli e colori inusuali questa volta lavorati con il fuoco. Ci pensa successivamente Robo: tinte cupe, immagini provocatorie, tratto graffiante e deciso, queste le caratteristiche di un artista né ottimista né pessimista, ma semplicemente realista, le cui opere sono lo specchio del malcelato grigiore che accompagna il lusso della “civiltà” moderna. Ci pensa la milanese Aaalice, con quello stile elegante e preciso, sempre profondo ma mai inutilmente altisonante, che diventa l’elemento distintivo dei propri lavori in un fine mix di grafica e pittura. In maniera diversa da lei ci pensa anche (b)ananartista (quando si dice la vita come opera d’arte) bizzarro factotum creativo che stupisce, diverte e fa riflettere grazie all’apparente insensatezza dei propri coloratissimi collage, disegni e dipinti che farebbero invidia al più eclettico surrealista. Ci pensano Tranz Lasagne e Digital Genetic Pasta, originalissimi dj e produttori che collaborano da tempo con la Bioip Gallery, nuovamente in veste di architetti degli scenari sonori che accompagnano la collettiva. E ci pensa di nuovo Eva Stomper, così come è stato anche per le mostre passate La Bontà e L’invidia, con le sue installazioni interattive che invitano il pubblico a prendere parte attiva nell’esposizione. Ancora una volta ci pensa Arianna Biasiolo, vecchia conoscenza della Biokip Gallery (e di Criminet pure) che plasma a proprio piacimento la materia video creando corti irriverenti, frenetici e quasi satirici; pamphlet animati del terzo millennio. E ci pensa infine Marcello Mencarini, ospite illustre di quasi tutte le precedenti collettive, a sua volta impegnato nei video (e nel sociale) con i propri particolari lavori registrati da camera-phone: lavori da cui trapela il suo interesse per la sostanza, piuttosto che per la sola forma. Oltre a tutti loro ci pensano anche i vincitori del contest indetto dalla Biokip Gallery per partecipare all’esposizione, per cui tenete d’occhio il sito per sapere i loro nomi, e passate a vedere che faccia hanno questi Zoccoletti e Zoccolette. .