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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Ottobre 2009
UE: LATTE NELLE SCUOLE: PROMUOVERE LA SALUTE DEI BAMBINI  
 
Abitudini alimentari più sane possono contribuire a contrastare la crescente piaga del sovrappeso e dell’obesità tra i bambini e i giovani. Per questo motivo, nell’ambito del regime di distribuzione di latte nelle scuole, i ministeri dell´Agricoltura di tutt´Europa sovvenzionano la distribuzione di prodotti lattieri negli istituti scolastici. Il programma persegue scopi nutrizionali e al tempo stesso tempo educativi, distribuendo prodotti lattieri ricchi di importanti proteine, vitamine e minerali agli allievi delle scuole materne, elementari, secondarie e, in taluni Stati membri, delle università, nonché sostenendo lo sviluppo di abitudini alimentari più sane in alternativa a bevande e cibi di scarso valore nutrizionale, nel rispetto delle abitudini tradizionali e culturali di ogni singolo paese. La distribuzione di latte nelle scuole rappresenta pertanto un investimento nelle future generazioni. Grazie al programma - attuato già da oltre 30 anni - l’Ue sovvenziona la fornitura di 0,25 l di latte per studente e giorno di scuola. Con l’ultima revisione del programma, la serie dei prodotti lattieri sovvenzionati è stata estesa a nuove varianti per rendere l’aiuto più interessante. La promozione della quantità di prodotti lattieri assunta dai giovani dovrebbe incoraggiarli a mantenere una dieta equilibrata e a protrarre il consumo di latte nell’età adulta. Ciò porterebbe ad un aumento della domanda di prodotti lattieri e ad un sostegno ai produttori europei di latte, che subiscono le conseguenze del calo della domanda e dei prezzi dei prodotti lattieri nell´Ue. Il regime di distribuzione di latte nelle scuole fa parte di una più ampia campagna dell’Ue a favore di un’alimentazione sana, che comprende il programma "Frutta nelle scuole" e "La squadra dei sapori", un’iniziativa intesa a promuovere uno stile di vita sano e una dieta equilibrata tra i bambini. .  
   
   
MIGRAZIONE PER LA DEPOSIZIONE DELLE UOVA: SVELATO IL MISTERO DELLE ANGUILLE EUROPEE  
 
Tracciare gli spostamenti dei singoli pesci negli oceani è un´impresa ardua, ma un gruppo internazionali di scienziati è appena riuscito nell´impresa. I risultati della ricerca, pubblicati nella rivista Science, dimostrano come gli scienziati abbiano seguito un gruppo di anguille per i primi 1. 300 km di un viaggio di ben 5. 000 km. La ricerca fa parte di Eeliad ("European eels in the Atlantic: assessment of their decline"), un progetto finanziato in riferimento all´area tematica "Ambiente" del Settimo programma quadro (7° Pq). Il progetto, il cui termine è previsto per il 2012, ha ricevuto un finanziamento di più di 2,6 milioni di euro. I ricercatori, provenienti da Canada, Danimarca, Irlanda, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti, hanno studiato le anguille europee (Anguilla anguilla) durante il rito annuale della migrazione. Su alcune delle anguille - partite dalle coste irlandesi per arrivare al Mar dei Sargassi, vicino alle Bermuda nell´area centrale del Nord Atlantico - sono stati apposti dei trasmettitori satellitari chiamati "pop-up satellite archival tag" (Psat), in modo da consentire ai ricercatori di mappare la prima parte del viaggio. Le informazioni raccolte in questo studio consentono di comprendere la direzione e la profondità di nuoto, e il comportamento migratorio di queste anguille. I risultati permettono inoltre di avere una rapida panoramica dei vari ambienti che vedono il passaggio delle anguille durante la migrazione. Coordinati dal professor David Righton del Centre for Environment Fisheries and Aquaculture Science (Cefas), nel Regno Unito, i ricercatori hanno scoperto che le anguille nuotano nelle acque superficiali più calde (a una profondità compresa tra i 200 e i 300 metri) durante la notte, per poi spostarsi a maggiori profondità (fino a 1. 000 metri) nelle ore diurne. Secondo i ricercatori, la scelta delle acque calde per la notte sembra essere dovuta al fatto che la temperatura dell´acqua favorisce il metabolismo e facilita il nuoto. I risultati lasciano supporre che la scelta di nuotare in acque più fredde nelle ore notturne, invece, sia dovuta alla possibilità di tenere sotto controllo lo sviluppo degli organi riproduttivi. Gli organi riproduttivi, infatti, si sviluppano quando raggiungono le calde acque tropicali del Mar dei Sargassi, dove avviene l´accoppiamento. "È una conoscenza del tutto nuova e possiamo solo ipotizzare i motivi alla base di questo comportamento delle anguille. Ipotizziamo che il modello osservato possa avere a che fare con la termoregolazione", ha spiegato il professor Righto, co-autore dello studio. "È possibile che le anguille si spostino nelle acque più calde durante la notte per mantenere un ritmo metabolico e di nuoto adeguato, per poi scendere in acque più fredde e profonde per ritardare la maturazione delle gonadi. Questo significherebbe che gli animali mantengono il proprio profilo idrodinamico per la maggior parte della loro lunga migrazione per non sviluppare le uova. Diventano più pesanti, infatti, avrebbero bisogno di una maggiore quantità di energia per nuotare". Il dottor Kim Aarestrup, scienziato presso il National Institute of Aquatic Resources del Politecnico della Danimarca (Dtu Aqua) ha affermato: "È un risultato sorprendente sotto diversi punti di vista. Seguire le anguille, una volta che hanno lasciato le acque europee, è molto complesso. Per questo motivo, il loro comportamento quando migrano verso i siti di deposizione rimane un mistero pressoché irrisolto". Il dottor Aerestrup, che si è occupato anche del lavoro relativo ai trasmettitori per il progetto Eeliad ha aggiunto: "Lo studio ha ampliato le conoscenze sulla migrazione e ha sorpreso gli scienziati per vari motivi". Le anguille europee, prima di dirigersi verso il mare e di attraversare l´Atlantico per arrivare al Mar dei Sargassi, trascorrono i primi anni di vita nei fiumi. Esse depongono le uova - che si schiudono in larve trasparenti chiamate leptocefali - e intraprendono il viaggio di ritorno verso l´Europa sfruttando le correnti oceaniche. Una volta arrivate, sono già piccole anguille, definite "cieche", che colonizzano i fiumi europei. I ricercatori hanno sottolineato che l´ottimizzazione delle tecnologie satellitari di controllo consentiranno di tracciare per intero il processo di migrazione per la deposizione delle uova. Per maggiori informazioni, visitare: Eeliad: http://www. Eeliad. Com/ Science: http://www. Sciencemag. Org/ Dtu Aqua: http://www. Aqua. Dtu. Dk/english. Aspx .  
   
   
LOMBARDIA: COMUNITA´ MONTANE, GARANTITE RISORSE EQUE  
 
Milano - Le Comunità Montane che si sono accorpate in base alla riforma attuata lo scorso anno da Regione Lombardia non subiranno alcuna penalizzazione nei riparti finanziari per il triennio 2009-2011. Lo stabilisce una norma (art. 15) proposta dall´assessore regionale alle Finanze e Rapporti Istituzionali Romano Colozzi e inserita nel progetto di legge di istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali approvato ieri dal Consiglio regionale. Le risorse regionali e nazionali per le Comunità montane vengono solitamente ripartite in base a criteri oggettivi: una parte uguale per tutti, un´altra parametrata alla popolazione e all´ampiezza della zona omogenea. La frazione delle risorse, suddivise in parti uguali, seguirà la logica della vecchia legge regionale (6/2002) che contava 30 comunità e non le attuali 23. Di conseguenza, le realtà che si sono unite fra loro manterranno per tre anni una quota dei finanziamenti che avevano in precedenza, prima della fusione. "Questa scelta - sottolinea l´assessore Colozzi - ha la finalità di accompagnare concretamente, senza penalizzare nessuno, una riforma istituzionale che ha coinvolto le comunità montane, per la quale Regione Lombardia ha agito senza operare dei semplici tagli ma razionalizzando il sistema e valorizzandone le eccellenze". . .  
   
   
LOMBARDIA: COMUNITA´ MONTANE, GARANTITE RISORSE EQUE  
 
Milano - Le Comunità Montane che si sono accorpate in base alla riforma attuata lo scorso anno da Regione Lombardia non subiranno alcuna penalizzazione nei riparti finanziari per il triennio 2009-2011. Lo stabilisce una norma (art. 15) proposta dall´assessore regionale alle Finanze e Rapporti Istituzionali Romano Colozzi e inserita nel progetto di legge di istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali approvato ieri dal Consiglio regionale. Le risorse regionali e nazionali per le Comunità montane vengono solitamente ripartite in base a criteri oggettivi: una parte uguale per tutti, un´altra parametrata alla popolazione e all´ampiezza della zona omogenea. La frazione delle risorse, suddivise in parti uguali, seguirà la logica della vecchia legge regionale (6/2002) che contava 30 comunità e non le attuali 23. Di conseguenza, le realtà che si sono unite fra loro manterranno per tre anni una quota dei finanziamenti che avevano in precedenza, prima della fusione. "Questa scelta - sottolinea l´assessore Colozzi - ha la finalità di accompagnare concretamente, senza penalizzare nessuno, una riforma istituzionale che ha coinvolto le comunità montane, per la quale Regione Lombardia ha agito senza operare dei semplici tagli ma razionalizzando il sistema e valorizzandone le eccellenze". .  
   
   
PUGLIA: ULTERIORI FONDI PER BANDI PSR  
 
 Ulteriori 660 milioni di euro per il comparto agroalimentare pugliese, pari ad oltre il 45% della dotazione finanziaria di cui il Programma di Sviluppo Rurale dispone sino al 2015. A tanto ammontano le risorse dei bandi del Psr 2007-2013 presentati ieri mattina alla stampa dal presidente della Regione Nichi Vendola e dall’assessore alle Risorse agroalimentari Dario Stefàno. Una somma cospicua per il settore principale della economia pugliese, che si aggiunge ai circa 280 milioni di euro già precedentemente attivati per interventi agro ambientali, per indennità ad agricoltori operanti in zone svantaggiate e in aree montane e per l’assistenza tecnica al Programma. I tre bandi (pubblicati sul Burp n. 162 del 15 ottobre 2009) individuano le tipologie di intervento strategicamente più rilevanti del Psr: i cosiddetti Pif (i progetti integrati di Filiera), l’insediamento di giovani agricoltori e gli avvisi “Approccio leader” da parte dei Gal. Strumenti innovativi, e per certi versi coraggiosi, con cui dare risposte ai problemi del sistema agroalimentare regionale. I Progetti Integrati di Filiera si rivolgono al miglioramento della qualità dei prodotti e dei risultati commerciali delle imprese agricole e delle imprese di trasformazione, attraverso un solido, duraturo e vincolante collegamento tra loro. Il bando, inoltre, individua anche i distretti agroalimentari di qualità, appena riconosciuti dalla giunta regionale, come soggetti promotori dei Pif. L’insediamento di giovani agricoltori e il relativo Pacchetto multimisura giovani, invece, sono strumenti a supporto del ricambio generazionale degli imprenditori agricoli, imprescindibilmente legati alla realizzazione di progetti innovativi, sostenibili ed al passo con i tempi e con le nuove esigenze del mercato. Attraverso una unica valutazione della proposta, inoltre, in caso di ammissibilità della stessa, i giovani oltre ad ottenere il premio di primo insediamento potranno accedere a più misure del Psr specificatamente previste dal bando. Infine, la misura relativa ai Gruppi di Azione Locale, permette il coinvolgimento dei partenariati locali delle aree rurali della regione nella individuazione delle specifiche e diversificate esigenze di sviluppo e nell’utilizzo di strumenti e risorse finanziare per dare risposta ai bisogni delle diverse aree. “Tra risorse pubbliche e l’impegno delle risorse private – commenta il Presidente della Regione Nichi Vendola - saranno messi a disposizione del sistema agroalimentare pugliese circa 1. 200. 000 euro, fondamentali per avviare una sostanziale e positiva modifica strutturale del comparto”. “I bandi appena pubblicati – continua il Presidente – non rappresentano la boccata d’ossigeno in un momento di crisi congiunturale ma, avendo carattere eminentemente strategico, pongono le condizioni per un cambiamento di passo in grado di assicurare un irrobustimento strutturale dell’agricoltura regionale”. “C’è l’impegno di cambiare – ha concluso Vendola - il carattere parcellizzato e non organizzato delle imprese agricole che con queste misure potranno porsi come imprese di filiera. C’è la volontà di favorire l’ingresso vitale delle nuove generazioni sburocratizzando e semplificando le procedure. C’è il principio della sostenibilità ambientale coltivato attraverso la sensibilità e le competenze ecologiche del mondo agricolo. C’è, insomma, il senso di una ripresa forte e non legata alle fasi critiche dell’attuale congiuntura”. Grande soddisfazione viene espressa dall’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Dario Stefàno: “Con la pubblicazione dei bandi entro ottobre, abbiamo tenuto fede agli impegni da me assunti nei confronti del sistema agroalimentare pugliese. E’ il frutto di un lavoro di squadra senza soste, che ha impegnato l’assessorato dal primo giorno del mio insediamento, con l’obiettivo di irrorare il sistema agricolo di risorse fondamentali in questo momento congiunturale complicato”. “Inizia ora – prosegue Stefàno - il processo di utilizzo ottimale delle cospicue risorse per dare completa e coerente attuazione alle scelte strategiche del Psr. In tal modo si dà corpo alla politica regionale per l’agricoltura e lo sviluppo rurale sia con azioni di indirizzo che con snelli strumenti finanziari di sostegno agli investimenti delle imprese”. “Inoltre – precisa l’assessore Stefàno - con la pubblicazione avvenuta il 15 ottobre si è definitivamente allontanato il rischio di utilizzo parziale delle risorse comunitarie, nazionali e regionali, con conseguente obbligo di restituzione di quanto non speso, nel caso di mancata spesa delle risorse assegnate entro due anni dalla loro iscrizione sul bilancio dell’Unione Europea”. Proprio per rendere ancora più efficace e maggiormente diffusa l’azione di sostegno al settore agricolo, l’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale sta compiendo un significativo sforzo di semplificazione dei processi amministrativi, con la definizione di strumenti e modalità innovative sin dalla fase di presentazione delle domande, per rendere più celere l’iter sino alla concessione dei finanziamenti e alla realizzazione degli interventi. Strategica, poi, l’azione di comunicazione su tutti gli elementi che caratterizzano i bandi. In questa direzione, con una inversione netta rispetto al passato, l’Area ha predisposto sportelli informativi per il pubblico ed una attività di divulgazione assolutamente indispensabile per far giungere le informazioni corrette alle imprese agricole, agroalimentari e alle popolazioni rurali, principali beneficiari del Psr. Questi i principali elementi dei bandi pubblicati: Progetti Integrati di Filiera (Pif): l’avviso mette a disposizione delle imprese agricole di trasformazione di prodotti agricoli afferenti alla medesima filiera circa 200 milioni di euro, in grado di generare investimenti complessivi di quasi 400 milioni di euro. Le risorse sono ripartite tra tutte le principali filiere agricole regionali (cerealicola, olivicola, ortoflorofrutticola, vitivinicola, lattiero-casearia, zootecnica da carne, silvicola) in misura proporzionale al loro peso economico e sociale, premiando comunque le filiere in grado di esprimere maggiore progettualità. Attraverso il Pif si coinvolgono una pluralità di soggetti per realizzare investimenti singoli, distinti ma coordinati tra loro, per l’ammodernamento delle aziende agricole e forestali, il miglioramento delle strutture di trasformazione, il miglioramento della qualità e la valorizzazione commerciale dei prodotti, il trasferimento delle conoscenze e la consulenza alle aziende agricole, l’introduzione di innovazioni tecnologiche. I Pif sono caratterizzati da un accordo formale tra i soggetti aderenti - che si debbono costituire in forma di Associazione Temporanea di Imprese o Associazione Temporanea di Scopo o Consorzio o Società Consortile - che definisca in maniera chiara le relazioni e i legami tra le imprese. Le imprese, a cui è garantita la libera partecipazione al Pif, si impegnano a perseguire l’obiettivo comune di incrementare i rapporti tra di loro, funzionale a risultati commerciali più remunerativi e a collocazioni sui mercati più certe. Coerentemente con questa finalità, i criteri di valutazione dei Pif premiano soprattutto i raggruppamenti nei quali aumentino i conferimenti dai produttori agricoli alle imprese di trasformazione che, a loro volta, privilegino le acquisizione di prodotto di base dalle imprese aderenti al Pif, nonché la sussistenza di accordi con la Gdo e altre forme e canali di commercializzazione delle produzioni. Inoltre, i criteri di valutazione premiano i Pif che coinvolgano più imprenditori agricoli, prevedendo che almeno il 25% degli investimenti dei progetti presentati debba riguardare proprio le imprese agricole, ciò al fine di promuovere una loro più sicura e diffusa partecipazione. Per garantire la creazione di Pif equilibrati in relazione alla filiera di appartenenza e dalle dimensioni né troppo modeste né troppo elevate, le risorse disponibili per singolo Pif variano tra livelli minimi e massimi – differenziati per filiera - compresi tra circa 150. 000 euro e 12. 750. 000 euro. La redazione e presentazione dei Pif, che si dovrà concludere entro 90 giorni dalla pubblicazione dell’avviso, sarà supportata dall’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale sia con azioni di informazione ed assistenza che con l’ausilio di un software dedicato, disponibile sul sito della Regione, attraverso il quale, inoltre, la procedura selettiva si svolgerà in tempi rapidissimi. Insediamento di giovani agricoltori e relativo Pacchetto Multimisura Giovani: il bando è rivolto a coloro che, avendo un età compresa tra i 18 e 40 anni, vogliano divenire imprenditori agricoli. L’aiuto si concretizza in un premio compreso tra i 25. 000 e i 45. 000 euro in funzione della condizione di minore o maggiore svantaggio dell’area in cui il giovane vuole insediarsi e dell’eventuale ricorso a un contributo in conto interessi. Il contributo viene concesso a patto che il giovane presenti un Piano di sviluppo dell’azienda, che preveda un fabbisogno di lavoro per almeno 2. 200 ore all’anno. Nel Piano debbono essere evidenziati gli investimenti e tutti gli altri interventi necessari al miglioramento dell’azienda, in termini ambientali, di reddito, di occupazione, di qualità dei prodotti. L’avviso prevede un totale di 96,5 milioni di euro e consente l’ammodernamento delle aziende agricole, il miglioramento delle competenze dell’imprenditore, l’adesione a sistemi di qualità, l’utilizzo di consulenze, la diversificazione delle attività dell’azienda. Si prevede di consentire l’insediamento di quasi 5. 000 giovani imprenditori che, se non già preparati da un percorso di studi in materie agrarie, potranno acquisire le indispensabili conoscenze e competenze entro 36 mesi, pervenendo al riconoscimento della qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale. Le domande, redatte attraverso gli strumenti disponibili sul portale Sian e sul sito della Regione, potranno essere presentate sino a esaurimento delle risorse finanziarie. La Regione provvederà alla definizione di graduatorie con cadenza trimestrale, con primo termine al 1 febbraio 2010. Anche per questo bando l’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale provvederà ad offrire assistenza, supporto e diffusione delle informazioni. Gruppi di Azione Locale: l’avviso rappresenta il compimento della prima fase di selezione di partenariati locali pubblico-privati, recentemente conclusasi, che hanno presentato un proprio Documento Strategico Territoriale con i fabbisogni di intervento sulle proprie aree, cui rispondere con gli strumenti del Psr. Strumenti tesi al miglioramento della qualità della vita e alla diversificazione economica nelle zone rurali, quali: la creazione di microimprese, la fornitura di servizi alla persona, la formazione e l’informazione, la tutela del patrimonio rurale, la diversificazione delle attività delle aziende agricole, l’incentivazione delle attività turistiche, la cooperazione tra territori rurali. L’attività selettiva realizzata ha determinato la possibilità per 25 aree, che coprono di fatto tutto il territorio regionale con eccezione dei capoluoghi e di pochissimi Comuni a questi limitrofi, di partecipare a questa seconda fase. L’avviso indica l’obbligo per questi partenariati di costituirsi in Gruppi di Azione Locale (Gal), di definire con maggiore dettaglio le strategie di sviluppo ipotizzate attraverso la redazione di un Piano di Sviluppo Locale, avendo a disposizione risorse per 279 milioni di euro, incrementabili di ulteriori 14 milioni di euro per investimenti dedicati alla produzione di energia da biomasse. Queste risorse sono state ripartite tra le aree, in funzione dell’entità degli svantaggi, della popolazione e della superficie interessata, con dotazioni minime di quasi 9 milioni di euro per i territori in pianura e con meno abitanti, e massime di 14,5 milioni di euro per le zone di montagna ampie e popolate. I Gal sono chiamati, tra l’altro, a descrivere con chiarezza il proprio modello organizzativo, a evidenziare la coerenza tra bisogni, obiettivi, strategie e distribuzione delle risorse, a rivolgere particolare attenzione all’ambiente, ai giovani e alle donne. A disposizione 60 giorni per presentare il Psl e tutta la documentazione amministrativa richiesta, durante il quale per consentire la migliore progettualità possibile l’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale e la Rete Rurale Nazionale garantiranno azioni di assistenza e workshop tematici. .  
   
   
FIERA BOVINO CREMONA, PRESENTATA 64MA EDIZIONE  
 
 È stata presentata ieri mattina, in una conferenza stampa al Palazzo della Regione, la 64ma edizione della Fiera internazionale del bovino da latte di Cremona. Nella stessa occasione è anche stato illustrato Meatitaly, il primo salone della filiera della carne bovina. "Regione Lombardia è orgogliosa di ospitare questa Fiera - ha spiegato l´assessore regionale all´Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi - che è una delle più importanti del settore a livello europeo e che quest´anno, con giusta intuizione, si arricchisce con Meatitaly". Ferrazzi ha quindi ricordato il "momento non facile che sta vivendo il settore primario", rammentando che "Regione Lombardia ha messo in atto diversi provvedimenti anticrisi come i 3 milioni di euro sulla competitività attraverso i Confidi e l´anticipo dei 300 milioni della Pac (Politica agraria comunitaria). In più, l´intesa raggiunta tra il ministro delle Politiche agricole e forestali Luca Zaia e le Regioni, in merito al riparto delle risorse previste per diverse filiere agricole con l´articolo 68 della Pac, ha assicurato più di 90 milioni alle filiere di carne e latte. Vanno ricordate anche la proposta della deducibilità degli oneri per la stagionatura dei formaggi duri e la richiesta al ministero delle Politiche agricole del differimento del pagamento della sesta rata delle multe sulle quote latte". L´assessore Ferrazzi ha posto l´accento sul "forte impegno di Regione Lombardia per la promozione dei prodotti tipici e l´uso dei fondi del Programma di sviluppo rurale". Regione Lombardia, conscia delle difficoltà del lattiero-caseario, ha anche chiesto aiuti al Governo scrivendo al ministro Giulio Tremonti. "La Lombardia - ha aggiunto Ferrazzi - garantisce la qualità del suo latte e si impegna nel sistema di certificazione che tutela produttori e consumatori". Il vice presidente regionale, Gianni Rossoni, ha rimarcato le difficoltà del settore agricolo e la vocazione del Cremonese in questo settore. "Il lattiero-caseario è un settore - ha detto Rossoni - le cui difficoltà non trovano sempre adeguato spazio sui media. L´unione europea ha annunciato ieri di voler mettere a disposizione del comparto circa 280 milioni di euro, ma ne servirebbero di più". L´assessore regionale al Commercio, Fiere e Mercati, Franco Nicoli Cristiani, ha ricordato come quella di Cremona "sia una delle fiere fiore all´occhiello di Regione Lombardia" e che "anche da questa manifestazione da 70. 000 visitatori passa la strada che ci porterà all´importante evento dell´Expo 2015". Il presidente della Provincia di Cremona, Massimiliano Salini e il sindaco della città, Oreste Perri, hanno voluto rendere omaggio alla grande vocazione agricola del Cremonese di cui la Fiera del bovino e Meatitaly saranno importanti vetrine. Il Presidente di Cremonafiere, Antonio Piva, ha sottolineato che "la Fiera si apre in un contesto di difficoltà del lattiero-caseario, ma con numeri di tutto rispetto come gli oltre 800 marchi presenti e i 550 bovini che saranno esposti nei quattro giorni della kermesse. Tutto ciò testimonia come questo particolare segmento del settore primario voglia battere le difficoltà economiche". Alla Fiera del bovino da latte e a Meatitaly, con inaugurazione alle 12. 00 di giovedì 22, sia Ferrazzi sia Piva hanno detto di arrivare con ottimismo. "Un ottimismo - ha spiegato Ferrazzi - che non è istituzionale, ma che nasce dalla conoscenza delle capacità e delle potenzialità dei nostri produttori". "Per far capire che ci sono delle difficoltà per il settore primario ma che sono in corso anche tanti progetti - ha concluso l´assessore Ferrazzi - nell´ambito della Fiera di Cremona si svolgeranno anche quattro convegni promossi dalla Direzione generale Agricoltura di Regione Lombardia". Il primo evento avrà come tema "La situazione del mercato lattiero-caseario europeo e gli strumenti di gestione delle filiere" e si svolgerà venerdì 23 alle 10 in sala Monteverdi. Della "Direttiva Nitrati: aggiornamenti e ricerca" si parlerà sempre il 23 alle 15 in sala Stradivari. Attenzione sarà quindi dedicata alla "Sicurezza del lavoro in agricoltura e zootecnia" (venerdì 23 alle 15 in sala De Carolis) mentre sabato 24 alle 9 in sala Monteverdi si farà il punto sui risultati della ricerca triennale "Suinicoltura lombarda e progetto Misagen: dal miglioramento sanitario e genetico nuove risposte per la competitività". .  
   
   
FEDERCOOPESCA, PREOCCUPAZIONE PER ALLARMISMO ECCESSIVO SU PESCA TONNO ROSSO  
 
“Siamo preoccupati per questo allarmismo dilagante sul tonno rosso. Ci auguriamo che gli Stati Uniti vogliano tenere nella giusta considerazione la mancanza di dati scientifici sul reale stato della risorsa, prima di schierarsi a favore o meno dell’inserimento di questo esemplare tra le specie protette dalla convenzione Cites, vietandone di fatto la commercializzazione e, quindi, l’attività di pesca professionale”. Questo il commento del presidente della Federcoopesca-confcooperative Massimo Coccia, dopo che la National Oceanic and Atmosperic Administration (Noaa), agenzia federale statunitense, si è espressa in favore della proposta del Principato di Monaco, per inserire il tonno rosso tra le specie a grave rischio come il panda e la foca monaca, a meno che non vengano prese dall’Iccat misure drastiche per tutelare gli sotck. “Quella del Noaa – sottolinea Coccia- del resto non è la posizione politica ufficiale del governo statunitense”. Al mercato degli Stati Uniti, sottolinea la Federcoopesca, è destinato circa il 20% di tonno catturato nel Mediterraneo, il restante 80% viene acquistato dai giapponesi. Il tonno rosso negli Usa non arriva, però, solo dal Mediterraneo. Ci sono delle flotte statunitensi che pescano a largo della Florida e nel sud degli Usa. Buona parte della quota di tonno rosso assegnata agli Stati Uniti viene destinata alla pesca ricreativa. La pesca professionale – prosegue l’associazione- è più orientata alla cattura del tonno pinna gialla, quello utilizzato dall’industria conserviera e destinato ad essere venduto in scatolette. “Come è possibile – conclude Coccia- che un prelievo massiccio del tonno pinna gialla, come un consumo così diffuso a livello mondiali richiede, non abbia mai destato le preoccupazioni degli ambientalisti, mentre, anche in assenza di dati scientifici inopinabili, per il tonno rosso si applichi il principio precauzionale e,quindi, rigide restrizioni per la sua cattura?”. .  
   
   
BASILICATA: OPPORTUNITÀ PER LO SVILUPPO DI PESCA E ACQUACOLTURA  
 
 “Sono ottime le possibilità per lo sviluppo per la pesca e l’acquacoltura in Basilicata”, è quanto dichiarato l’ altro ieri dall’assessore regionale all’Agricoltura, Vincenzo Viti, il quale ha partecipato a due incontri sull’argomento, prima a Maratea e dopo a Policoro. L’assessore Viti ha fatto presente che nel dicembre 2008 è stato approvato il documento di programmazione regionale per l’attuazione del Fondo europeo per la Pesca, per il periodo 2007/2013, che in linea con il Programma operativo regionale Fep nazionale e il Piano strategico nazionale Fep, mira ad uno sviluppo sostenibile, un ammodernamento ed una diversificazione dell’intero settore che rappresenta la strada per ottenere dei risultati validi e compatibili con i nuovi mercati e le attuali tendenze dei consumi. “La Basilicata – ha proseguito Viti - diversamente dalle altre regioni italiane, mostra un comparto pesca poco sviluppato mentre per l´acquacoltura si evidenzia una recente espansione con nuovi diversi impianti che praticano l’allevamento ittico di tipo intensivo e biologico: un comparto che può rappresentare un reale potenziale per i futuri investimenti”. Le risorse finanziarie Fep programmate per l’intero periodo di programmazione 2007/2013 sono pari a € 6. 226. 868,00 e sono suddivise nei seguenti quattro Assi: Asse 1 “Misure per l’adeguamento della flotta da pesca comunitaria”, Asse 2: “Acquacoltura, pesca nelle acque interne, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca e della acquacoltura”, Asse 3: “Misure di interesse comune”, Asse 4: “Assistenza tecnica”. L’esponente della Giunta regionale ha fatto presente che la Regione Basilicata è tenuta ad attuare una politica di sviluppo del settore acquacoltura compatibile con gli indirizzi di sostenibilità e tutela delle risorse espresse nella Direttiva Quadro e, come stabilito nel Por Fep anche ad individuare le aree vocate allo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura (dgr 1293 del 07 luglio 2009). Solo dopo quest’ultimo atto è stato possibile emanare il bando “Investimenti produttivi nel settore dell’acquacoltura” dove sono stati impegnati 600. 000,00 (disponibili in bilancio regionale a quella data) che saranno integrati appena possibile per rispetto a quanto programmato dalla relativa Misura (1 Meuro). Infine nel secondo bando “Investimenti nei settori della trasformazione e commercializzazione”, rispetto al programmato di Misura pari a Euro 1. 787. 456, sono stati impegnati 300. 000,00. La data di scadenze di ambedue i bandi è 14 novembre. .  
   
   
VAL D’AOSTA: SEGNALATA LA PRESENZA DEL LEPTOGLOSSUS OCCIDENTALIS  
 
L’assessorato agricoltura e risorse naturali comunica che, a seguito di alcune segnalazioni pervenute, l’Ufficio servizi fitosanitari della Direzione produzioni vegetali e servizi fitosanitari ha identificato la presenza, nella regione, del Leptoglossus occidentalis, specie meglio conosciuta con il nome di cimicione delle conifere. La grossa cimice, riconoscibile per le sue dimensioni che possono arrivare a due centimetri di lunghezza, escluse le antenne, e per i rigonfiamenti presenti sulle zampe posteriori, è originaria del Nord America e si ritiene sia arrivata in Italia (Veneto e Lombardia) nel 1999. Solitamente si nutre e si riproduce su pini e abeti impedendone la maturazione dei semi ma, con l’arrivo della stagione fredda, tende a cercare riparo nei nidi di uccelli, tane di roditori e mura domestiche. L’attitudine a migrare nelle case può creare, evidentemente, qualche disagio anche a causa del cattivo odore che emette quando viene disturbata o schiacciata. E’ importante sottolineare, tuttavia, che la specie non è dannosa per l’uomo, in quanto non punge né trasmette malattie. Per quanto riguarda la lotta al Leptoglossus occidentalis, si escludono a priori i trattamenti con insetticidi su alberi di interesse forestale, che si rivelerebbero, oltre che inutili, dannosi all’ecosistema. Per impedirne l’ingresso nelle abitazioni, invece, si consigliano semplici accorgimenti quali zanzariere alle finestre, schermature con reti dei comignoli e chiusura di piccole fessure. Per ulteriori informazioni e per segnalazioni relative alla presenza della cimice è possibile contattare l’Ufficio servizi fitosanitari (telefono 0165. 275405, e-mail r. Bonfanti@regione. Vda. It) oppure la Direzione foreste e infrastrutture, competente nell’ambito del monitoraggio fitosanitario delle foreste (telefono 0165. 776221, e-mail d-foreste@regione. Vda. It). .  
   
   
AGRICOLTURA FVG: PROSPETTIVE MONTAGNA  
 
 Intervenendo a un incontro della Coldiretti della Provincia di Udine, imperniato sulle prospettive dell´agricoltura di montagna, l´assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali, Forestali, Claudio Violino, ha messo in evidenza il ruolo dell´apparato regionale quale punto di riferimento per lo sviluppo del settore, mentre le aziende agricole sul territorio del Friuli Venezia Giulia debbono rappresentare "il vero motore della ripresa". Per questo motivo, Violino ha invitato gli operatori agricoli della montagna "a fare massa critica, innanzitutto valorizzando la qualità dei prodotti; poi privilegiando il loro legame con il territorio". Da parte sua la Regione si sta adoperando per sostenere il settore: l´Amministrazione del Friuli Venezia Giulia ha infatti stanziato 30 milioni di euro per il Fondo di rotazione e si sta muovendo anche per ottimizzare l´assetto organizzativo dell´apparato pubblico nei confronti del mondo rurale del Friuli Venezia Giulia. Ha infatti ricordato, a tale proposito, che sarà attivato l´ufficio regionale separato dell´Agea, l´Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura: ciò consentirà una gestione più efficace degli aiuti per il comparto. L´assessore Violino ha altresì annunciato in questo senso anche il proposito di istituire l´Opr, l´Organismo Pagatore Regionale, allo scopo avvicinare ulteriormente la Pubblica Amministrazione agli agricoltori. Secondo l´assessore "l´agricoltura friulana, specialmente quella di montagna, si trova in mezzo ad un guado, e a noi spetta ora una scelta importante: cercare di aiutarla ad attraversarlo, oppure lasciare che essa sia trascinata via dalla corrente rappresentato dai cambiamenti della società e dell´economia". "Tuttavia - ha concluso - anche il cambiamento del settore verso un nuovo assetto, che lo proietti verso il futuro, imporrà decisioni forti: per esempio, potrebbe essere necessario premiare chi ha effettivamente i mezzi per mantenere la propria presenza sul territorio". .  
   
   
AGREA, GIÀ EROGATI OLTRE 139 MILIONI DI EURO DI ANTICIPO DELLA DOMANDA UNICA 2009  
 
Bologna - Agrea, organismo pagatore della Regione Emilia - Romagna, ha già inviato in banca il pagamento dell’anticipo del 70%, relativo alla parte di premio “disaccoppiata” della Pac, per le aziende agricole regionali che hanno presentato la Domanda Unica 2009. L’importo totale dei pagamenti di questa prima tranche di premio ammonta a 139. 277. 000 euro. “Esprimo soddisfazione per il risultato conseguito Agrea – ha dichiarato l´assessore regionale all´Agricoltura Tiberio Rabboni – che ha rispettato i tempi previsti per la liquidazione dell´anticipo relativo al pagamento unico per la parte di premi ´disaccoppiata´. La liquidazione anticipata della Domanda Unica, che ho sostenuto da tempo, consente di alleviare, almeno in parte, la grave situazione finanziaria in cui versa la quasi totalità delle aziende agricole della nostra regione”. Agrea, che ha raggiunto l’obiettivo di iniziare a erogare il pagamento dell’anticipo fin dal 16 ottobre, continuerà a erogare i relativi pagamenti - che comprenderanno anche i premi per il riso e le colture proteiche - fino a esaurimento delle domande che rispettano i requisiti di ammissibilità. .  
   
   
BOLZANO.LA SCUOLA PROFESSIONALE "HELLENSTAINER" ORGANIZZA UN CORSO PER CUOCHI IN ITALIANO  
 
Corso in lingua italiana per maestri cuochi a Merano organizzato dalla scuola professionale "Hellenstainer" di Bressanone. La scuola professionale in lingua tedesca “Emma Hellenstainer” di Bressanone svolge un’intensa attività nel campo della formazione ed attualmente organizza, tra l’altro, un corso per maestri cuochi al quale prendono parte 18 persone. Il seminario di specializzazione che consentirà il conseguimento del titolo di maestro cuoco, rappresenta il più alto livello di qualificazione del settore. Le lezioni vengono tenute da cuochi molto noti in campo internazionale. L’istituto professionale di Bressanone inoltre organizza quest’anno, per la prima volta, un corso per maestri cuochi in lingua italiana che si terrà, a partire da giovedì, presso la scuola “Cesare Ritz” di Merano. .  
   
   
GIOVEDÌ 22 OTTOBRE, A MAGIONE, IV EDIZIONE GIORNATA NAZIONALE RACCOLTA MECCANIZZATA OLIVE  
 
- Perugia - Raccogliere le olive utilizzando le ultime novità nel settore dei macchinari e delle nuove tecnologie, dai vibratori del tronco agli ombrelli intercettatori alle macchine agevolatrici, per rendere più moderne e competitive le aziende olivicole umbre. È questo il senso della quarta edizione della “Giornata nazionale” di informazione e sensibilizzazione, con “prove sul campo”, dedicata alla raccolta meccanizzata delle olive, la campagna, che si terrà giovedì 22 ottobre a Magione, dalle 9 alle 13, presso “Castel di Zocco” nell’azienda Palombaro. L’iniziativa, promossa dall’“Arusia” (Agenzia regionale umbra per lo Sviluppo e l’Innovazione in Agricoltura), è stata organizzata con il Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università di Perugia, le testate specializzate de “Il Sole 24Ore” e da altre istituzioni pubbliche e private. “Abbattere i costi della raccolta - dichiara l’amministratore unico di ‘Arusia’ Adolfo Orsini - consentirà alle aziende di essere più competitive rispetto alla produzione nazionale. Il processo di razionalizzazione è già in atto e va ulteriormente sostenuto offrendo strumenti scientifici e tecnici agli operatori”. “Anche questo comparto produttivo dell’agricoltura - aggiunge Orsini - è di fronte al bivio della modernizzazione, alla riorganizzazione della filiera e alla sperimentazione di altri modelli gestionali. Per l’olivicoltura l’imperativo è meccanizzare. La raccolta - prosegue - è un’operazione che, se condotta in modo tradizionale, incide per oltre il 50 per cento sul costo di produzione e di manodopera”. Secondo Orsini è necessario conoscere le opportunità che offre la meccanizzazione della raccolta e quali sono le condizioni in cui le macchine possono “fare la differenza”, nel rispetto degli standard qualitativi del prodotto, della sicurezza del lavoro e della razionalizzazione della tecnica di coltura. Nell’ambito della manifestazione, a Rocca Casalina di Deruta (ore 15. 30), si terrà una prova di raccolta su impianti superintensivi con vendemmiatrice presso l’azienda della Fondazione per l’Istruzione Agraria di Perugia. .  
   
   
CINGHIALI IN UMBRIA: CENTRI DI RACCOLTA CAPI ABBATTUTI PER SUPERARE DIFFICOLTÀ GESTIONE CARNI  
 
In Umbria, i cinghiali abbattuti potranno essere portati in appositi centri di raccolta in attesa di inviare le carcasse a un centro di lavorazione per i controlli sanitari previsti dai regolamenti comunitari. “Tale importantissima innovazione – sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente e alla Caccia Bottini - consentirà di valorizzare un patrimonio che può andare a favore sia del mondo agricolo che di quello venatorio, evitando, allo stesso tempo, di attivare percorsi commerciali che possono sfuggire anche al controllo sanitario”. L’adozione di questa procedura “consentirà alle Province e agli Enti di gestione dei Parchi regionali – prosegue Bottini - di vendere i cinghiali abbattuti durante il prelievo selettivo e destinare gli introiti per il risarcimento dei danni e per la loro prevenzione”. Il Piano di completamento dei prelievi autorizzato dalla Regione e i prelievi selettivi disposti dalle Province sulla base di piani triennali di contenimento delle popolazioni e quelli previsti dal calendario venatorio “consentiranno – ricorda l’assessore regionale - di prelevare nel 2009 circa 2500 capi nel territorio provinciale di Perugia e circa 1000 capi in quella di Terni, mentre il prelievo durante la stagione venatoria si aggira mediamente intorno a 10mila capi nella provincia di Perugia e circa 5mila in quella di Terni”. La commercializzazione delle carni di cinghiali, abbattuti sia nell’ambito di attività venatoria che nel corso di prelievi selettivi, rientra nelle norme previste dal Regolamento comunitario n. 853 del 2004 in materia di igiene di alimenti di origine animale. La Regione Umbria, Direzione regionale Sanità e Servizi Sociali, confermando l’obbligatorietà della ricerca di “trichinella” nelle carni di cinghiale, ha tenuto conto della difficoltà di avviare le carcasse immediatamente a un “Centro di lavorazione” riconosciuto, nel rispetto dei previsti requisiti igienico-sanitari, tra cui il raffreddamento. Il Regolamento Ce 853/2004, infatti, prevede che la refrigerazione dei capi cacciati debba iniziare nel più breve periodo di tempo dall’abbattimento e raggiungere una temperatura in tutta la carne non superiore a 7°C. Per tale motivo la Regione Umbria darà la possibilità di avviare le carcasse abbattute e prontamente eviscerate a un “centro di sosta o centro di raccolta”, ben identificato e funzionale al luogo di abbattimento. Tale centro, registrato ai sensi del Reg. Ce 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari, è un punto di raccolta, anche mobile, o una “Casa di caccia”, dotato di una cella frigorifera di capacità idonea a contenere le carcasse non accatastate e di appositi contenitori per i visceri degli animali e degli altri scarti non destinati al consumo umano, da cui le carcasse dovranno poi essere avviate nel più breve tempo possibile a un Centro di lavorazione, per essere sottoposte a visita veterinaria comprensiva di ricerca della “trichinella”. Nei centri di raccolta dovrà essere garantita la rintracciabilità delle carcasse, attraverso un registro di carico e scarico dei capi conferiti. Sono tre gli impianti - a Gualdo Tadino, Massa Martana e Terni - che stanno mettendo a punto le strutture per essere riconosciuti come Centri di lavorazione di selvaggina, accogliendo la grande mole di cinghiali abbattuti. “La gestione del cinghiale e la salvaguardia delle produzioni agricole – sottolinea ancora l’assessore Bottini - sono stati due temi sui quali la Regione dell’Umbria ha focalizzato l’attenzione, tenuto conto sia del grave squilibrio che la specie può determinare all’agricoltura e all’intero ecosistema naturale, sia dell’interesse da un punto di vista venatorio”. “La recente modifica del Regolamento regionale n° 34/99 e la nuova Legge regionale sul risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica – conclude - hanno fornito idonei strumenti di gestione, i cui effetti non tarderanno a manifestarsi in quanto una corretta gestione della specie e adeguati interventi di prevenzione consentiranno di raggiungere un equilibrio dal quale tutti i portatori di interessi hanno da guadagnare, cacciatori, agricoltori e istituzioni”. .  
   
   
IL NOVELLO EXTRA VERGINE D´ OLIVA TERRE ROSSE, MONOCULTIVAR 100% MORAIOLO  
 
Quest´ olio è l´ espressione di una nobile cultura che valorizza tradizioni, valori, passione per il territorio e per i suoi prodotti millenari: è il suo prodotto per eccellenza. Nel pieno rispetto della tradizione l’ azienda si avvale di un frantoio all’ avanguardia Alfa Laval Top Oliver 500, che permette di “personalizzare” il processo estrattivo, di gestire e controllare tutti i parametri per evitare qualsiasi decadimento qualitativo dell’olio durante l’estrazione. Le diverse fasi di lavorazione sono stabilite con il prof. Maurizio Servili dell’Università degli Studi di Perugia, al fine di valorizzare al massimo le qualità intrinseche dell’olio extra vergine di oliva e migliorarle continuamente, attraverso il rispetto delle “mild tecnologies” (tecnologie delicate). Gli oliveti di proprietà si estendono su una superficie di 35 ettari, posti ad un’altitudine compresa tra i 400 ed i 500 metri esposti ad est, quindi al miglior irraggiamento solare, su terreni ricchi di pietra e terra rossa, ideali per lo sviluppo di una cultivar dalle caratteristiche straordinarie, che produce un olio ricco di antiossidanti naturali. La cultivar presente negli uliveti è unicamente moraiolo. La raccolta è esclusivamente manuale, il processo di estrazione avviene a freddo entro sei ore dalla raccolta e l´ olio ottenuto è conservato in contenitori di acciaio inossidabile in atmosfera modificata con azoto. L´ eccellenza del prodotto è certificata: Dop Umbria “Colli Assisi – Spoleto ”, Kosher, Tre-e. .  
   
   
GRAZIE ALL’UNIONE DI EMMENTAL E PARMIGIANO REGGIANO GRATTUGIATO NASCE IL NUOVO PRODOTTO FIRMATO ENTREMONT  
 
Nasce Idea per Primi il nuovo prodotto frutto della passione casearia del marchio Entremont che mira a soddisfare le nuove tendenze in cucina: 70% di Emmental in filetti e 30% di Parmigiano grattugiato racchiusi nella pratica busta richiudibile e salva freschezza da 125 gr. Idea per Primi, filante e saporito grazie all’abbinamento di queste due varietà di formaggi, è ottimo gustato su primi piatti come pasta, riso, zuppe, minestre, sformati dando un tocco personale a ciascuna di queste preparazioni. Non a caso secondo uno studio realizzato nel marzo 2009 e condotto dall’Istituto Research International per Entremont su due gruppi di consumatori a Milano e Roma di età compresa tra i 25 - 40 anni e i 41 -55 anni, il prodotto ha rilevato un elevato interesse in particolar modo in termini di immagine. Secondo il campione consultato, Idea per Primi si distingue per la sua qualità e genuinità. All’assaggio il mix di Emmental a filetti e di Parmigiano Reggiano grattugiato è risultato di piacevole consistenza, dal gusto ricco e corposo. Il marchio ad ombrello Idea, che si colloca su valori quali modernità e culinarietà, vede protagonisti anche altri due prodotti firmati Entremont, facili da utilizzare, innovativi e pronti all’uso: Idea per Gratin a base di Emmental adatto per gratinare ogni specialità al forno e Idea per Insalate con Emmental e Edam ideale per arricchire le insalate più fantasiose. .  
   
   
AURICCHIO LANCIA LE PROVOLIZIE, FETTINE SOTTILI DI AURICCHIO PICCANTE E AFFUMICATO, PRONTE PER L’USO  
 
Dopo il grande successo delle versioni Dolci e impanate, Auricchio leader internazionale nel mercato del provolone, allarga la linea “Le Provolizie” presentando due nuove varianti di Fettine Sottili: le Affumicate e le Piccanti vanno ad arricchire così la linea di prodotti “pronte per l’uso” proposte dall’azienda. Una gamma molto amata dai consumatori moderni che in cucina ricercano la praticità ma non vogliono rinunciare alla genuinità e al gusto di Auricchio. Denominatore comune della linea Provolizie è l’inconfondibile gusto del provolone Auricchio. Versatile in cucina e tanto amato da milioni di famiglie non solo italiane, in oltre un secolo di storia l’Auricchio è diventato una vera celebrità internazionale, tanto da essere diventato sinonimo di provolone di alta qualità. .  
   
   
LA RICETTA ESCLUSIVA DEL PANETTONE HAUSBRANDT  
 
Ricetta esclusiva, selezione di ingredienti doc, cura nella lavorazione dell’impasto, tempi di lievitazione perfetti e controllo minuzioso nella cottura del Maestro Pasticcere Iginio Massari, figura di spicco nel panorama internazionale dell’alta pasticceria, che intrattiene da anni un importante e privilegiato rapporto di collaborazione con Hausbrandt. Il Panettone Glassato, il classico panettone che rispetta in pieno la tradizione, con l’antica ricetta Piemontese, frutto di un impasto soffice e fragrante dal delicato aroma di vaniglia, ricco di uva passa e canditi e ricoperto da una croccante glassa con nocciole del Piemonte e mandorle tostate. Il Panettone Delice, un dolce raffinato, d’eccezione è semplicemente indimenticabile, grazie ad un impasto particolarmente delicato, arricchito da una pasta d’arancio che sprigiona l’elegante dolcezza delle migliori arance di Sicilia. .  
   
   
IL FRANCIACORTA FRATELLI BERLUCCHI: IN FASE DI SPERIMENTAZIONE LA PRESA DI SPUMA CON CONCENTRATO DI MOSTO  
 
Da sempre il fortissimo legame con le radici ha significato per Fratelli Berlucchi, azienda storica di Franciacorta, dedicare tempo e risorse ai suoi vini perché fossero una schietta espressione di un territorio e di una storia. Da qui un desiderio, divenuto poi progetto: quello di eliminare dalla produzione quanto più possibile i componenti “estranei”. La presa di spuma in bottiglia, da quasi tre secoli, avviene aggiungendo al vino una determinata quantità di saccarosio, in genere zucchero di canna, e di lievito: alcool del vino, lievito e zucchero iniziano in questo modo la loro lunga e complessa storia di trasformazione, fino ad arrivare al risultato finale. Da un ragionamento semplice ma innovativo è emerso che in questo processo il saccarosio deriva da una diversa specie arborea, vegetale ma estranea al vino. L’azienda si è dunque affidata all’esperienza dell’enologo Cesare Ferrari per studiare una soluzione alternativa che, dopo un periodo di sperimentazione, presenta oggi i suoi primi frutti. Lo zucchero di canna è stato sostituito con un concentrato di mosto, frutto di processo di evaporazione a freddo: in questo modo anche il saccarosio deriva direttamente dalle uve necessarie per fare il vino e ne conserva tutte le qualità. Fratelli Berlucchi è la prima azienda in Franciacorta ad aver effettuato una prova di sostituzione del saccarosio con il concentrato di mosto. A settembre la prova d’assaggio in cantina con un team di enologi su una parte del Docg prodotto nel 2008 ha dato un risultato estremamente soddisfacente. Fin da ora è stata riscontrata una maggior freschezza ed intensità di profumo rispetto al prodotto tradizionale. La previsione, inoltre, è quella di un’ottima evoluzione. L’azienda attua già, sui circa 70 ettari di vigneto, la coltura ecoambientale da più di vent’anni, nel profondo rispetto della natura per ridurre al massimo l’impatto ambientale. Il nuovo studio - che è orientato ad arrivare al “ciclo completo” dei suoi Franciacorta, dalla terra alla bottiglia, senza utilizzare null’altro che i propri prodotti - continua questa strada del ciclo di produzione completo, che da sempre sta alla base di questa Azienda. Una nuova frontiera nella produzione di Franciacorta, sempre più naturale, che segue la filosofia della Fratelli Berlucchi, da sempre legatissima alla sua terra, ai suoi profumi, alle sue peculiarità. .  
   
   
"VINO FINE E DOC” – EDIZIONE 2009 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Complessivamente la domanda di vini di qualità è diminuita del 3% in volume, mentre si assiste ad un diffuso incremento dei prezzi di listino (mediamente pari al 4%) e questo comporta un naturale passaggio dei vini da una fascia di prezzo a quella superiore. Aumentano in misura consistente le vendite di vini dal prezzo superiore ai 5 euro, grazie anche ad una crescita dello sconto medio dal 23% al 25%. I consumi di vino doc e docg sono pertanto diminuiti del 3,6%, con una dinamica più accentuata nel canale ho. Re. Ca. , ove peraltro si è contratta la domanda di tutti i prodotti alcolici, in particolare birra e liquori. Più ridotta la contrazione dei vini fini ed igt (-2,2%) che seguono comunque le stesse dinamiche dei vini a denominazione per quanto concerne l’andamento delle vendite nei differenti canali commerciali. In controtendenza il consumo di spumanti, che evidenzia un aumento del 2% dopo un biennio di continui cali, grazie anche all’attività di promozione intrapresa da alcuni Enti e Consorzi. Il canale asporto veicola ormai oltre il 54% delle vendite complessive di vini e spumanti ed evidenzia nel 2008 una contrazione dei consumi inferiore agli altri canali. I produttori dal canto loro attuano un’attenta politica di contenimento dei costi per rendere maggiormente competitivi ed attrattivi i propri vini, puntano ad accrescere la dimensione aziendale per realizzare economie di scala a livello produttivo e concorrere in misura maggiormente efficace sui principali mercati esteri, perseguendo una politica di focalizzazione sul proprio core business. Dati Di Sintesi, 2008
Numero di imprese 1. 000-1. 100
Numero di addetti 9. 000-9. 500
Numero di addetti per impresa 9
Valore della produzione, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 6. 279,5
Variazione media annua della produzione 2008/2004 (%):
· in quantità 2,1
· in valore 2,0
Valore aggiunto (Mn. Euro) 879,0
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 95,0
Quota della produzione prime 4 imprese(a) (%) 11,0
Quota della produzione prime 8 imprese(a) (%) 17,3
Export/produzione(a) (%) 45,4
Import/consumo(a) (%) 6,2
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 3. 650,0
· vini fini e doc 3. 010,0
· spumanti 640,0
Variazione media annua del mercato 2008/2004 (%):
· in quantità -0,7
· in valore 0,6
Quota di mercato prime 4 imprese(a) (%) 7,0
Quota di mercato prime 8 imprese(a) (%) 12,6
Previsioni di sviluppo del mercato(b):
· 2009/2008 stabilità/lieve calo
· tendenza di medio periodo lieve crescita
a) - in valore b) - in volume Fonte: Databank .
 
   
   
CONFCOOPERATIVE TOSCANA: POSITIVO IL BILANCIO DELLA VENDEMMIA SU 14 CANTINE CON 6.500 ETTARI DI VIGNETI  
 
La vendemmia in Toscana, si avvia, in questi ultimi giorni di ottobre, ormai a conclusione, e da Fedagri Toscana, la federazione dell’agroalimentare di Confcooperative che rappresenta molte delle cantine cooperative della nostra regione, si traccia un primo bilancio del raccolto. “Nelle nostre cantine – ci dice Francesco Colpizzi, Presidente Regionale di Fedagri-vino – si è registrata una produzione di vino di circa 398. 000 ettolitri, con un incremento, rispetto allo scorso anno, di circa il 16%. Contando su 14 cantine con oltre 6. 500 ettari di vigneti ubicati in tutti i territori più vocati della nostra regione, oltre i 2/3 del raccolto è destinato alla produzione di vini docg e doc: dal Chianti al Nobile di Montepulciano, dalla Vernaccia di San Gimignano ai vini di Maremma, dal Chianti Classico al Brunello di Montalcino”. “Dopo i due grandi millesimi del 2007 e 2008, anche quest’anno – ha aggiunto Colpizzi - si sono ripetute le premesse per un’altra ottima annata, grazie, non solo ad un andamento climatico particolarmente favorevole, ma anche all’accurata e costante selezione delle uve praticata dai nostri viticoltori, e nelle cantine, alle moderne tecniche di vinificazione impiegate sempre nel rispetto della tradizione: un costante felice connubio che potrà offrire ai consumatori, ancora una volta, vini di qualità sicuramente sopra la media”. Tuttavia, gli effetti della crisi dell’economia si fanno sentire anche sul settore della viticoltura toscana, che rappresenta non solo una pietra angolare di eccellenza del sistema agroalimentare regionale, ma che, negli ultimi anni sempre di più, ha contribuito decisamente a rafforzare l’immagine del made in Italy nel mondo. Il calo delle vendite di vino toscano, infatti, nei primi 9 mesi di quest’anno, rispetto alla media del triennio precedente è complessivamente del 21%, ma sfiora anche il 30% per alcune denominazioni particolarmente importanti. “Il mercato del vino italiano (e quello toscano non fa eccezione ) – ha proseguito Colpizzi – dopo quindici anni di crescita, registra da 18 mesi una decisa contrazione delle vendite, tanto sui mercati internazionali, quanto su quelli domestici. Le cantine toscane hanno una forte vocazione all’internazionalizzazione, come è testimoniato dal fatto che il 57% del fatturato è sviluppato dalle esportazioni (31% in area U. E. – 26% in area extra U. E. ); ma la recessione in tre paesi, Stati Uniti, Regno Unito e Germania, che, da soli, negli ultimi anni assorbivano il 36% della produzione, sta incidendo pesantemente sulle prospettive delle nostre aziende”. “In Italia, poi, alla crisi dell’economia – ha puntualizzato Colpizzi -, si sono aggiunti gli effetti della campagna ‘anti alcol’ che sta colpendo fortemente anche il nostro settore, mentre abbiamo ragionevole certezza nel ritenere che i nefasti fatti di cronaca che caratterizzano il fine settimana, siano legati, non tanto al consumo moderato di vino che, da sempre, fa parte della cultura della tavola italiana, quanto, piuttosto, all’uso di stupefacenti ed all’abuso di superalcolici: un vero e proprio atto di ‘banditismo intellettuale’”. Secondo Confcooperative-fedagri Toscana, la produzione di eccellenza espressa dalla viticoltura toscana, non basta più, da sola, per avere successo nel mercato mondiale, dove, peraltro, nell’ultimo decennio con sempre maggiore intensità, sono aumentati i competitors: Australia, Cile, Argentina: una condizione sicuramente necessaria, ma, da sola, assolutamente, non sufficiente per consolidare le posizioni di primato raggiunte negli ultimi decenni. Oggi altri fattori sono diventati essenziali ed irrinunciabili per tornare ad essere vincenti. “La capacità di produrre qualità con costi ragionevoli per i consumatori – ha concluso Colpizzi – rappresenta un sicuro valore aggiunto, soprattutto quando, come ora, la capacità di spesa delle famiglie si riposiziona verso il basso. Valore aggiunto che le nostre cantine detengono, in virtù delle proprie dimensioni, della capacità di differenziare e selezionare i prodotti, e dei cospicui investimenti realizzati nei vigneti e nel processo di vinificazione. Si rende ora necessario però, creare nuove sinergie tra le imprese ed un rinnovato impegno promozionale all’immagine del vino toscano, attraverso il concreto coinvolgimento della Regione e dei Consorzi di Tutela delle denominazioni toscane”. “E’ fuori dubbio che, soprattutto nei momenti di crisi, ognuno debba fare bene la sua parte – ci dice Gianfranco Tilli, Presidente Regionale di Confcooperative – le imprese, le istituzioni, gli altri soggetti economici. L’aumento di produzione registratosi nelle nostre cantine è la riprova che gli agricoltori hanno fiducia nelle loro cooperative. Ma, prima di tutto, nelle fasi economiche straordinariamente recessive, occorre rispondere con scelte e provvedimenti straordinari. Anche per questo, nei giorni scorsi, abbiamo richiesto alla Presidenza della Regione Toscana, unitariamente alle altre associazioni regionali della cooperazione e dell’agricoltura, l’attivazione delle procedure per il riconoscimento dello Stato di Crisi dell’agricoltura toscana, con una serie articolata di misure che potranno alleggerire le finanze delle aziende, come ad esempio la sospensione del pagamento degli oneri sociali o il rientro differito delle rate dei finanziamenti bancari a lungo termine”. .  
   
   
VAL D’AOSTA: DUE SERATE DI FORMAZIONE SULLA VITE  
 
L’assessorato agricoltura e risorse naturali organizza, nell’ambito delle attività formative a cura della Direzione produzioni vegetali e servizi fitosanitari, due serate di formazione gratuita per i viticoltori, tenute da Fabrizio Prosperi, sul tema La concimazione della vite, che si terranno giovedì 5 e giovedì 12 novembre prossimo, dalle 20 alle 22, rispettivamente nel salone comunale di Arnad e nel salone della Cave des Onze Communes di Aymavilles. Durante gli incontri, aperti a un massimo di cinquanta partecipanti ciascuno, saranno impartite nozioni relative alla fisiologia della vite e al sistema suolo-pianta, al fine di razionalizzare la distribuzione del concime nel vigneto. Per ulteriori informazioni e iscrizioni gli interessati possono rivolgersi, entro venerdì 30 ottobre prossimo, all’Ufficio formazione e aggiornamento professionale, in località Grande Charrière 66 a Saint-christophe (telefono 0165-275294). .