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MERCOLEDI

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Notiziario Marketpress di Mercoledì 28 Ottobre 2009
RICERCATORI RIVELANO COME LE SPECIE SELVATICHE CAUSANO INFEZIONI NEL BESTIAME  
 
Ricercatori finanziati dall´Ue hanno scoperto che gli animali selvatici potrebbero essere i vettori di un batterio che probabilmente è legato al morbo di Crohn, una malattia infiammatoria dell´intestino. Presentati nella rivista ad accesso libero Bmc Microbiology, i risultati dello studio appoggiano la teoria delle riserve selvatiche di malattie infettive. La ricerca è stata parte dei progetti Assess Mptb Risk e Para-tb Transmission, finanziati nell´ambito del Quinto programma quadro (5° Pq) con una somma di 719 224 euro e 1,3 milioni di euro rispettivamente. Guidati dal Moredun Research Institute in Scozia (Regno Unito), i ricercatori hanno chiarito come il Mycobacterium avium sottospecie paratuberculosis (Map), è l´agente causale della paratubercolosi o malattia di Johne - una malattia letale incurabile - che colpisce i bovini adulti. La trasmissione del batterio dagli animali selvatici al bestiame può provocare ingenti danni economici all´industria dell´allevamento. "L´epidemiologia del Map è poco conosciuta, in particolare rispetto al ruolo delle riserve selvatiche e alla questione controversa del potenziale zoonosico (morbo di Crohn)", mostra lo studio. I ricercatori britannici, insieme ai loro colleghi in Francia, Germania, Grecia, Norvegia, Paesi Bassi, Repubblica ceca e Spagna, hanno usato 3 tecniche di genotipizzazione per individuare i ceppi specifici del Map in 164 campioni prelevati da 19 specie da allevamento e selvatiche. "Genotipi identici sono stati ottenuti da Map isolati in diverse specie presenti su una stessa proprietà, cosa che suggerisce che avviene una trasmissione tra le specie", scrivono gli autori dello studio. "Il map infetta varie specie selvatiche e specie ospiti che potrebbero rappresentare riserve potenziali per le infezioni del bestiame da allevamento e avere gravi ripercussioni sul controllo dell´infezione da paratubercolosi". Secondo i ricercatori, il Map è collegato ai batteri che causano la tubercolosi nell´uomo. Esso è stato anche collegato al morbo di Crohn umano, ed è responsabile di casi gravi di diarrea nei ruminanti. "Lo studio è stato condotto per determinare la diversità genetica del Map, aumentare la nostra conoscenza sul tasso e la distribuzione dell´ospite, e per valutare il potenziale della trasmissione tra le specie", scrivono gli autori. Il team ha detto che occorre ulteriore impegno per determinare il ruolo delle riserve selvatiche di malattie infettive e per capire se la trasmissione è passiva o attiva. Ulteriori studi dovrebbero anche analizzare le probabilità di quando e come gli animali selvatici entrano in contatto con i ruminanti domestici. Assess Mptb Risk ("Paratuberculosis epidemiology and risk assessment: novel approaches to identify strain-specific markers") e Para-tb Transmission ("The role of wildlife in the epidemiology of Mycobacterium avium subspecies paratuberculosis in domestic ruminants in Europe") sono stati supportati dal programma tematico "Qualità della vita e gestione delle risorse viventi del 5° Pq. Per maggiori informazioni, visitare: Bmc Microbiology: http://www. Biomedcentral. Com/bmcmicrobiol/ Moredun Research Institute: http://www. Mri. Sari. Ac. Uk/ .  
   
   
SICUREZZA ALIMENTARE IN TEMPI DI CRISI: IL CNR CHIAMA A RACCOLTA I MASSIMI ESPERTI INTERNAZIONALI  
 
Per sconfiggere la malnutrizione nel mondo e arrestare il preoccupante aumento di persone che muoiono quotidianamente di fame, in un contesto che ha visto anche fra la fine del 2007 e il 2008 l’improvvisa crescita dei prezzi alimentari con le conseguenti crisi correlate, è urgente compiere passi concreti nella direzione segnata dall’Aquila Food Security Iniziative(la Dichiarazione Congiunta), approvata al vertice G8 dai leader mondiali, nello scorso luglio. Promuovere un confronto a 360 gradi del Sistema della ricerca nazionale ed internazionale in agricoltura, coordinando un’azione intesa a sottolineare il ruolo chiave che la ricerca e lo sviluppo dell’innovazione possono svolgere, sia per fornire soluzioni volte a ridurre l’impatto della recente crisi alimentare e finanziaria sui gruppi più vulnerabili della popolazione, sia per assicurare uno sviluppo sostenibile dei paesi in via di sviluppo, è la sfida che il Consiglio Nazionale delle Ricerche si è posto, in partnership con altre importanti Istituzioni ed Enti di Ricerca, in occasione delle Celebrazioni della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2009. In tale contesto si colloca la Conferenza “La ricerca italiana in Agricoltura in tempo di crisi: il sistema Italia incontra la rete dei Cgiar” in calendario oggi, 27 ottobre, al Ministero degli Affari Esteri, Sala Aldo Moro, a Roma, promossa dal Cnr insieme alla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, l’Alliance dei Centri Cgiar e l’Istituto Agronomico per l’Oltremare. La Conferenza punta a costituire un esempio di best practice per dare risposte agli impegni assunti dal G8 tenutosi all’Aquila, e si pone tre obiettivi principali: Contribuire alla stesura di una agenda di priorità di ricerca che permetta di affrontare il tema della riduzione della povertà ed al contempo ricercare soluzioni per uno sviluppo globale sostenibile a lungo termine; Condividere informazioni e unire le forze, per avvicinare i sistemi nazionali ed internazionali al fine di favorire sinergie e partenariati; Ricercare sinergie e partenariati tra il Sistema della Ricerca Agricola Italiana e la rete dei Cgiar - Consultative Group on International Agricultural Research. Che cosa è la rete dei Cgiar - La rete dei Cgiar rappresenta l’Organismo internazionale che fin dalla sua costituzione, negli anni ‘60, ha costituito lo snodo più avanzato della ricerca mondiale di settore, finalizzata ai paesi in via di sviluppo. L’italia, attraverso la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, è membro del Cgiar dal 1974, e dal 1997 il suo contributo annuo è cresciuto fino ad assestarsi agli attuali 4 milioni di euro l’anno. Il nostro paese, inoltre, partecipa attivamente alla governance del sistema Cgiar ed al meccanismo di coordinamento europeo. La rete dei Cgiar, fra l’altro, da qualche mese è alle prese con una fase di riforma della propria struttura, per rispondere ancor più efficacemente alle istanze globali. Uno sguardo allo scenario mondiale . La Conferenza internazionale si inscrive in un momento storico particolarmente delicato ed è finalizzata a individuare azioni di sistema capaci di contribuire a una maggior stabilità del contesto globale. Se da un lato la crisi finanziaria globale ha infatti coinvolto indirettamente il settore primario, al quale è stato richiesto lo sforzo intenso di assicurare un minimo di stabilità a fronte di una crescente povertà, dall’altro ha pesato negativamente sulla capacità del settore agricolo di rispondere alla crescente domanda mondiale, rallentandone l’evoluzione. La Fao: produzione agricola in aumento. Malnutrizione anche . I dati 2008 della Fao mostrano, a tale proposito, un quadro di complessa interpretazione. Negli ultimi quindici anni la produzione agricola è cresciuta in modo stabile nel mondo del 40%, grazie al contributo dei paesi in via di sviluppo. Infatti mentre questi hanno visto la loro produzione crescere globalmente di circa il 50 % (quella dei paesi meno avanzati è cresciuta di oltre il 70%), i paesi sviluppati hanno appena superato il 20%. Tuttavia, se si considera la produzione agricola pro capite, il quadro cambia radicalmente. La produzione agricola mondiale è cresciuta meno del 15%, mentre quella dei paesi in via di sviluppo del 20% e quella dei paesi sviluppati si è ridotta del 5%. A causa dell’incremento della popolazione quella dei paesi meno avanzati è aumentata solo 5%, limitando così sensibilmente gli effetti sulla riduzione della malnutrizione, presente maggiormente in questi paesi . Lo scenario futuro e gli obiettivi della Conferenza Internazionale. I dati, al centro del dibattito internazionale sottolineano la necessità di coniugare lo sviluppo a lungo termine con la necessità a breve di debellare la fame e la povertà (i cosiddetti obiettivi di Sviluppo del Millennio), individuando le priorità e concretizzando quella massa critica capace di portare ad un futuro di stabilità e sviluppo. Ciò in presenza di scenari che al 2017, sempre secondo la Fao, prevedono: Una diminuzione dei prezzi dei prodotti agricoli che, tuttavia dovrebbero mantenersi sul medio termine al di sopra dei livelli degli ultimi dieci anni, ancorché l’evoluzione dei prezzi dipenderà in gran parte dalle politiche dei paesi alla luce delle dinamiche globali; Lo spostamento dell’epicentro dell’agricoltura mondiale dai paesi dell’Ocde ai paesi in via di sviluppo, anche se i paesi meno sviluppati soffriranno maggiormente l’aumento e la volatilità dei prezzi dei prodotti di base. Ciò sottolinea l’urgenza di aumentare la loro capacità di offerta investendo nell’istruzione, nei servizi, nella ricerca e nello sviluppo e nelle infrastrutture fisiche; Presenza di investimenti pubblici e privati per l’innovazione ed una maggiore produttività, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Ciò migliorerà le prospettive di offerta contribuendo sia ad aumentare la base produttiva, sia a diminuire le probabilità di impennate ricorrenti dei prezzi dei prodotti di base. A fronte di queste previsioni, l’incontro del sistema della Ricerca in agricoltura italiano con i Centri del Consultative Group on International Agricultural Research –– ha affermato il direttore del Dipartimento Agroalimentare del Cnr, Alcide Bertani – “costituisce un momento importante per disegnare forme nuove di collaborazione tra i sistemi nazionali ed internazionali, con l’obiettivo condiviso di contribuire al raggiungimento della sicurezza alimentare e all’eliminazione della povertà e della malnutrizione nei paesi in via di sviluppo attraverso la ricerca, le collaborazioni, il sostegno alle politiche, la promozione di un’agricoltura sostenibile basata sulla corretta gestione delle risorse naturali”. “La strategia della multifunzionalità per l’agricoltura, dove la produzione agricola e gli aspetti commerciali ad essa connessi sono in sintonia con le esigenze sociali inerenti alla tutela ed alla salvaguardia dell’ambiente e del territorio, allo sviluppo economico ed occupazionale delle aree rurali, alla valorizzazione delle risorse locali, alla qualità alimentare ed alla tutela del consumatore, evidenziata anche nella recente Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Agraria” – ha concluso il direttore del Dipartimento Agroalimentare del Cnr, Alcide Bertani - si colloca in un contesto globale rinnovato che avvicina concettualmente le visioni strategiche di Pesi come l’Italia a quelle dei Paesi in via di sviluppo e riconosce il valore strategico delle produzioni agricole per lo sviluppo di tutti i paesi e per il benessere di tutti i popoli”. .  
   
   
DEBITI IN AGRICOLTURA E LEGGE 44/88, PRATO: LA REGIONE SARDEGNA HA MESSO IN CAMPO TUTTE LE SOLUZIONI PRATICABILI  
 
Cagliari - "Questa Giunta, insieme al governo, hanno attuato e stanno attuando tutte le soluzioni praticabili per risolvere la vicenda della disgraziata legge 44 del 1988, mai notificata all’Unione europea. A livello nazionale abbiamo chiesto una proroga per far continuare a lavorare la Commissione di esperti, mentre a livello regionale abbiamo creato, d´intesa con le banche e Ismea, una piattaforma di rientro dal debito per quelle imprese che ancora devono ancora restituire parte dei mutui contratti. Un’opportunità però di cui ancora nessun agricoltore interessato ha usufruito". Ieri mattina a Cagliari l’assessore dell’Agricoltura Andrea Prato ha voluto fare chiarezza sulla vicenda della legge 44 (Costituzione del fondo regionale di garanzia per l’agricoltura e provvidenze per l’agricoltura), approvata dal Consiglio regionale nel 1988. La Regione di allora – ha spiegato l’assessore - ha le sue pesanti responsabilità, quando gli assessori Muledda prima e Paba dopo crearono la legge e non fecero opposizione quando l’Unione europea, nel 1997, presentò il conto. Detto questo, non è con la demagogia che si risolvono problemi ventennali come quello della legge 44, che ha generato un debito di circa 118 milioni di euro. In ogni caso, fin dal giorno dopo il nostro insediamento, io e il presidente Cappellacci ci siamo attivati per prendere in mano la vertenza, coinvolgendo direttamente anche il Governo. Ma non è spostando il problema che si risolve tutto. Ecco perché abbiamo raggiunto un’intesa con gli istituti bancari che prevede che il titolare dell´azienda in sofferenza si presenti in banca con un soggetto "novato", una persona di fiducia o un parente stretto, che accetti di acquistare l´azienda agricola indebitata contraendo un nuovo mutuo a tassi convenienti con la garanzia della Regione. Per fare questo abbiamo previsto 5 milioni nella Finanziaria regionale 2009 a favore dei Consorzi fidi più altre risorse del fondo Ismea. Ora tocca agli agricoltori che vogliono usufruire di questa possibilità fare i propri passi. Altre soluzioni, come la cancellazione tout court del debito, non sono praticabili né sarebbe scorretto nei confronti di quelle aziende che sono riuscite a pagare”. A oggi le aziende che rischiano di finire all’asta sono circa 200. L’assessore ha poi voluto mettere l’accento sulla presunta inaffidabilità delle aziende agricole sarde: "Al mondo produttivo regionale sono stati erogati prestiti per 11 miliardi di euro, di cui circa 800 milioni alle imprese agricole, per le quali le sofferenze complessive - certificate dall´Abi - ammontano a 184 milioni di euro, cifra in cui rientrano anche i 31 milioni collegati ai mutui della legge 44. I dati parlano chiaro: gli imprenditori agricoli sono fra i più virtuosi e affidabili nei confronti delle banche". .  
   
   
OSSERVATORIO ANCD CONAD SULLA FILIERA AGROALIMENTARE  
 
Prende avvio la collaborazione tra Nomisma e Ancd Conad che darà vita all’Osservatorio Ancd Conad sulla filiera agroalimentare, volto a fornire periodicamente informazioni sul sistema agroalimentare italiano e il ruolo della distribuzione moderna. Il primo evento è in programma per il 28 ottobre a Roma, dove saranno presentati i risultati di una prima ricerca dell’Osservatorio. .  
   
   
AGRICOLTURA: PRESENTATO IL "FARMER MARKET" DI TERAMO  
 
 A partire dal prossimo 31 ottobre, ogni sabato, con inizio alle 9, Corso Porta Romana di Teramo ospiterà il primo "Farmer market" o mercato contadino abruzzese. L´iniziativa, promossa dal Gal Appennino Teramano che ha fondato a tale scopo l´associazione "Mercato contadino dell´Appennino Teramano", è stata presentata, questa mattina, a Pescara, nel corso di una conferenza stampa, nella sede della Regione, alla quale hanno preso parte l´assessore alla´Agricoltura, Mauro Febbo, il presidente del Gal Appennino Teramano, Carlo Matone, il presidente dell´associazione Mercato contadino dell´Appennino Teramano, Nicola San Lorenzo, e l´assessore al Commercio del Comune di Teramo, Mario Cozzi. Undici sono, al momento, i produttori che hanno aderito all´associazione e che porteranno sui loro banchi di vendita prodotti tipici e di alta qualità: dalla carni, a tutte le varietà di formaggi, dal´olio ai salumi, dalla frutta agli ortaggi, dalla pasta alle erbe officinali. "Un´opportunità straordinaria per incentivare la vendita e quindi il consumo di prodotti agricoli locali di qualità eccelsa e con garanzie igieniche che non sempre si trovano su tutti i mercati - ha affermato l´assessore Febbo - un grande plauso va, pertanto, al Gal Appennino Teramano per la splendida iniziativa che, oltretutto, punta a rivitalizzare i centri storici in un momento in cui la grande distribuzione rischia di prendere il sopravvento. Nel frattempo, - ha aggiunto l´assessore - insieme alle organizzazioni di settore ci stiamo muovendo per arrivare alla stesura di una legge regionale che regolamenti la materia dei mercati contadini e crei le premesse per ripetere anche in altre città abruzzesi questa esperienza". Prezzi più convenienti in media del 30%, tipicità dei prodotti e conoscenza dell´area di provenienza sono le caratteristiche uniche di questa particolare forma di commercio al dettaglio dei prodotti della campagna. Ogni produttore sarà facilmente riconoscibile poichè avrà a disposizione un proprio gazebo, personalizzato con il logo dell´associazione Mercato contadino dell´Appennino Teramano. .  
   
   
BOLZANO: AGRICOLTURA, UNA BANCA DATI PER LA SBUROCRATIZZAZIONE  
 
Quattro anni di lavoro. Tanti ne sono serviti per mettere a punto il nuovo sistema informativo Lafis. Un´immensa banca dati che contiene le informazioni su 12mila aziende agricole altoatesine che occupano circa 60mila ettari di terreno. “Il sistema - hanno spiegato gli assessori Hans Berger e Barbara Repetto - rappresenta la base per la sburocratizzazione delle procedure a carico degli agricoltori”. L’alto Adige è la prima regione italiana, e una delle prime a livello europeo, a dotarsi di uno strumento così innovativo per il monitoraggio dei dati relativi all’agricoltura, creando così una sorta di filiera informatica sulla catena animale e alimentare. “Da tempo – ha sottolineato Berger – avevamo capito che i nostri agricoltori potevano gestire tutta la complessa procedura burocratica obbligatoria in maniera digitale, senza dover quindi compilare a mano un numero imprecisato di moduli”. I dati non comprendono le superfici dedicate all’orto-frutticoltura (seguiranno in un secondo momento) e sono stati rilevati sul territorio dai collaboratori della Ripartizione foreste che li hanno catagolati tenendo conto di punti di svantaggio, superficie, tipo di coltivazione, pendenza e dotazione di animali. "Sono state anche rielaborati i punti di svantaggio dell´agricoltura di montagna - ha proseguito Berger - e il calcolo viene basato su indicatori come altitudine, pendenza, divisione degli appezzamenti, distanza dai centri abitati e accessibilità". Grazie a tutto ciò è stato possibile scattare una fotografia estremamente concreta della realtà altoatesina in questo settore. "Con questa banca dati - ha spiegato l´assessore Hans Berger - non abbiamo più bisogno di dati catastali o di certificati di proprietà. Tutto passa attravero il Lafis e può essere verificato e controllato in maniera precisa e veloce grazie all´interconnessione con tutti gli altri enti coinvolti nel sistema". "I vantaggi di questo sistema - ha aggiunto l´assessore all´informatica Barbara Repetto - sono evidenti: alta qualità dei dati, meno problemi nei controlli e più rapidità nei pagamenti di premi e contributi previsti dal piano di sviluppo rurale varato dall´Unione Europea. Si tratta di un altro importante passo in avanti nella strategia di sviluppo dell´E-government in Provincia di Bolzano". Per quanto riguarda i passaggi burocratici relativi alla movimentazione degli animali, l´operatività del sistema Lafis consente di eliminare l´obbligatoria compilazione di ben 4 modelli per ogni passaggio. In Alto Adige, a differenza che in tutto il resto d´Italia, basta denunciare il tutto entro sette giorni per via telamatica collegandosi alla pagina internet www. Provincia. Bz. It/agricoltura/zootecnia/movimentazione-animali. Asp, con l´eccezione, per motivi sanitari, della movimentazione verso il macello. .  
   
   
COME FARE DELLA PUGLIA UN SISTEMA AGROALIMENTARE COMPETITIVO SI È TENUTO A BARI IL CONFRONTO SUL TEMA TRA I RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE, DEL MONDO DELLA RICERCA E DELL’IMPRESA  
 
Innovare nell’agroindustria è una necessità, non un’opzione: è l’indicazione emersa chiaramente dal seminario regionale sull’innovazione nel settore agroalimentare “Opportunità per la competitività dell’agroalimentare pugliese”, svoltosi ieri mattina presso la sede di Confindustria Bari e organizzato dal Distretto Agroalimentare Regionale D. A. Re. E dall’Agenzia Regionale per la tecnologia e l’Innovazione Arti. La centralità del comparto agroalimentare nell’ambito dell’economia pugliese è stata rivendicata con forza da Alessandro Laterza, presidente di Confindustria Bari, il quale ha affermato che “questo è stato l’unico settore che, durante il primo semestre dell’anno in corso, ha mantenuto un trend positivo di crescita delle esportazioni. Tuttavia - ha continuato – è fondamentale che il tessuto produttivo rimanga coeso e che avvenga una polverizzazione delle attività, poiché, all’interno di mercati internazionali altamente competitivi, il rischio di scomparire è molto elevato. ” “Scongiurare questo rischio costituisce l’obiettivo principe di questa giornata”, ha affermato il neopresidente dell’Arti, Giuliana Trisorio Liuzzi, “attraverso l’individuazione delle opportunità per innovare il settore pugliese dell’agrofood che possono provenire solo dal dialogo congiunto tra i rappresentanti delle istituzioni pubbliche, del mondo della ricerca e di quello dell’impresa”. Esempi virtuosi della collaborazione tra questi tre attori dello sviluppo locale derivano dalle attività dei progetti in cui gli enti organizzatori del convegno sono coinvolti, Raf Regions e Agro-environmed, che si concentrano sulle possibilità per le piccole e medie imprese di accedere a tecnologie innovative grazie ai distretti tecnologici e alla diffusione di pratiche produttive ecocompatibili. Nel corso del seminario è emerso che la logica dell’integrazione tra gli interventi, già avviata con alcune esperienze di progetti pubblico-privati, deve diventare lo standard delle azioni intraprese dai soggetti pugliesi che operano nell’agroalimentare: la ricerca, le imprese, la pubblica amministrazione, gli intermediari come i distretti tecnologici e produttivi. Nei programmi di attuazione della propria strategia dell’innovazione, illustrati da Giuseppe Ferro (Direttore dell’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale) e Adriana Agrimi (dirigente dell’Assessorato allo Sviluppo Economico), la Regione, sta attuando una serie di interventi che hanno per obiettivo principale quello di potenziare le sinergie tra ricerca e produzione (reti dei laboratori, aiuti agli investimenti in ricerca), fornendo linee-guida per la valutazione dei progetti da finanziare, nonché misure a supporto della certificazione e dell’associazionismo. Ma quali sono le motivazioni per cui questi attori ancora non riescono a produrre un sistema davvero competitivo su scala internazionale? Il dibattito ha evidenziato alcuni suggerimenti. Intanto, il sistema universitario, in sinergia con le imprese, deve potenziare il ricorso a finanziamenti europei e nazionali, partecipando a bandi, perché questo consente anche di accedere ai meccanismi di premialità previsti dal Ministero dell’Università e della Ricerca (i presidi delle Facoltà di Agraria di Bari e Foggia, Vito Savino e Agostino Sevi, e Antonio Logrieco dell’Ispa-cnr). Per parte loro, le imprese devono attrezzarsi per cogliere al meglio le opportunità commerciali derivanti dal rafforzamento di iniziative di cooperazione con i Paesi mediterranei e dell’Europa orientale; ma occorre anche potenziare la strategia regionale di supporto alla cooperazione, in modo da permettere a imprese e centri di ricerca di massimizzare i risultati dei rispettivi investimenti (Biagio Di Terlizzi, responsabile ufficio cooperazione dello Iam di Bari). Gaetano Dentamaro, presidente della sezione Agroalimentare di Confindustria Bari, rilevando che le ridotte dimensioni di impresa del comparto pugliese frenano le capacità di innovazione, ha tuttavia sottolineato anche che l’amministrazione pubblica dovrebbe assicurare un controllo maggiore dei tempi della propria azione, per renderla efficace e per diventare pienamente un facilitatore dei processi di sviluppo. E Confindustria sostiene, infine, l’esigenza di azioni di formazione degli imprenditori sui temi del trasferimento tecnologico e dei ricercatori sulle esigenze di contrarre i tempi di rientro degli investimenti in innovazione da parte delle imprese. L’incontro ha permesso, dunque, di consolidare una rete di strutture che si sono impegnate ad intensificare le azioni comuni, anche attraverso le iniziative promosse dall’Agenzia regionale e dal Distretto tecnologico. .  
   
   
TOUMIN DAL MEL ASPETTANDO LA DOP  
 
 Sabato 14 Novembre, a partire dalle 9. 30, presso l’Ala Comunale in Piazza Botta a Melle (Valle Varaita – Cn), si terrà un importante convegno/dibattito dedicato al Toumin dal Mel. Il tema dell’incontro verterà sulle concrete prospettive per il raggiungimento della Dop (Denominazione di Origine Protetta), un meritato riconoscimento che porrebbe il Toumin nel novero dei grandi formaggi Dop piemontesi, (Raschera, Murazzano, Bra, Toma Piemontese, Castelmagno, Robiola di Roccaverano). Dopo l’avvio dell’istanza nel 2001 e il recente parere favorevole da parte della Giunta Regionale (marzo 2008), la domanda ad oggi è in istruttoria presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (istruttoria che tra l’altro prevede anche una fase di consultazione allargata definita “pubblica audizione”). Il passo successivo sarà la trasmissione della domanda alla Commissione Europea. Il convegno, promosso dal Consorzio dei Produttori del Toumin dal Mel e dal Comune di Melle, e realizzato con il contributo della Regione Piemonte, della Fondazione Crcuneo e della Fondazione Crsaluzzo, vedrà la partecipazione di Mino Taricco, Assessore Regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, Assessore Provinciale all’Agricoltura, Roberto Arru, Direttore Assopiemonte Dop&igp, Michele Mellano, Direttore della Coldiretti Saluzzo, Sebastiano Sardo per la Slow Food, Elio Ragazzoni ed Enrico Surra (Onaf), Giampiero Boschero, esperto di tradizioni locali, Luciano Roggero, Presidente del Consorzio Toumin dal Mel, Lelio Bottero, esperto di marketing territoriale, e Paolo Ciapparelli, Presidente dell’Associazione Produttori Valli del Bitto. Di particolare interesse sarà proprio la presenza di Paolo Ciapparelli, che racconterà la storia di un formaggio, il Bitto (Valtellina), che come il Toumin rappresenta un prodotto di nicchia, ma che allo stesso tempo, grazie alla lunga stagionatura (in alcuni casi si raggiungono i 10 anni di affinamento) è agli antipodi del Toumin, che al contrario non conosce quasi stagionatura: esperienze a confronto, dunque, e spunti di riflessione sul futuro della produzione casearia più artigianale e tradizionale. Il convegno, che sarà moderato da Floriano Luciano della Cascina Verdesole di Piasco (Cn), oltre ad affrontare le questioni più tecniche relative ai prossimi passi in vista dell’ottenimento della Dop, sarà anche l’occasione per tracciare un profilo a 360 gradi della formaggetta che nasce, tradizionalmente, come formaggio femminile e che vanta peculiarità di produzione e organolettiche uniche. A chiusura del convegno seguiranno Caseusmovie, minirassegna di film documentari dedicati alla produzione del formaggio, tra cui Bitto, il formaggio perenne di Annamaria Gallone, e un buffet a base di Toumin dal Mel, gentilmente offerto dal Consorzio, in abbinamento con la birra del Birrificio Boero di Frassino, i vini del Consorzio Colline Saluzzesi e la Cögnà di Narzole con la quale il Toumin dal Mel ha stretto, nel 2007, un gemellaggio. .  
   
   
“GRANDE DISTRIBUZIONE ALIMENTARE” – EDIZIONE 2009 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
L’espansione di rete, seppur rallentata rispetto allo storico, ha continuato a sostenere le vendite che, invece, a rete omogenea, hanno registrato ancora una flessione a volume. Consumi sempre piu’ polarizzati, ma soprattutto fortemente orientati verso i primi prezzi, hanno penalizzato l’andamento delle vendite a valore e la marginalità. Le vendite dei prodotti premium sono cresciute, ma l’impatto sui volumi complessivi resta ancora non molto elevato. In discesa la produttività per metro quadro come pure le marginalità delle nuove aperture, non sostenuta dalle vendite che stentano a decollare per via di bacini d’utenza sempre piu’ ridotti, è ulteriormente penalizzata dalle strategie messe in atto per contenere l’effetto sui prezzi finali dell’accresciuta inflazione all’acquisto. La crescente saturazione delle aree commerciali è la maggior prudenza nelle politiche di sviluppo hanno portato ad un rallentamento dell’espansione degli ipermercati. I supermercati registrano la piu’ elevata espansione numerica in termini assoluti collegata al processo di ammodernamento delle reti di vendita che vede sempre piu’ spesso nuove aperture spesso accompagnate da contestuali chiusure, o da semplici ristrutturazioni ex novo di strutture superate. Le performance di vendita migliori spettano alle superfici medio-grandi (superiori ai 1200 mq) con una ubicazione strategica tale da permettere di assecondare le diverse esigenze di spesa. Le superette sono interessate da una riformulazione della rete di vendita (rivisitazione degli assortimenti, accorpamento di punti vendita troppo piccoli con apertura di strutture maggiormente congrue). La mancanza di risorse e di tempo necessari per una grande spesa, il minor impatto dell’impulso, sta favorendo il ritorno verso i piccoli punti vendita di prossimità. Il canale maggiormente performante è il discount che, sostenuto da una espansione numerica sempre piu’ capillare, registra una significativa crescita del fatturato, favorita dal crescente consenso dei consumatori, soprattutto in momenti di ristrettezza economica, e da un migliorato livello qualitativo. Dati Di Sintesi
N. Aziende 400
Unità di vendita(a) 24. 447
Numero addetti 333. 900
Fatturato 2008 (Mn. Di euro) 89. 810
Fatturato per addetto (‘000 di euro) 269
Valore aggiunto (Mn. Di euro) 12. 124
Valore aggiunto per addetto (‘000 di euro) 36,3
Variazione del fatturato 2008/2004 (%) 3,3
Quota mercato assoluta primi 4 gruppi(b)(c) (%) 38,1
Quota mercato assoluta primi 4 gruppi(b)(d) (%) 66,8
Previsioni di sviluppo dell’attività:
· 2009/2008(b) (%) 2/3
· tendenza di medio periodo (%) +3/3,5
a) - esclusi i punti vendita tradizionali b) - in valore c) - senza supercentrali d) - con supercentrali Fonte: Databank .
 
   
   
PROMOZIONE DELLE PRODUZIONI AGROALIMENTARI ´ PROTOCOLLO D´INTESA PER UN LABORATORIO SUL MADE IN MARCHE.  
 
Su proposta del vicepresidente e assessore all´Agricoltura, Paolo Petrini, la Giunta regionale ha approvato il protocollo d´intesa tra Regione Marche, Ubi ´ Banca popolare di Ancona, Unioncamere Marche, Universita` di Macerata e Tipicita` (Festival dei prodotti tipici delle Marche), per la costituzione di un laboratorio sul made in Marche. ´La congiuntura economica in atto ´ osserva Petrini ´ ha messo in luce l´esigenza di promuovere forme alternative di crescita, complementari a quelle manifatturiere tradizionali. Per questo abbiamo, assieme ai soggetti coinvolti, deciso di dare vita a un centro di analisi e promozione del made in Marche, per il sostegno di tutte quelle attivita` economiche capaci di garantire sviluppo sostenibile, nel solco dell´identita` marchigiana. Intendiamo cosi` dar vita a un nuovo modello di marketing territoriale, modellato sulle forme della nostra regione. Puntiamo sulle eccellenze enogastronomiche, per le positive ricadute economiche e turistiche, facendo squadra con istituzioni pubbliche e private, categorie ed operatori´. Il progetto prevede due finalita` specifiche: ricerca e formazione da un lato, promozione dall´altro. L´osservatorio del ´Prodotto Marche´ comportera` quindi sia analisi e ricerche di mercato, sia momenti promozionali, fino alla creazione di una sorta di ´Club delle eccellenze made in Marche´. Tipicita` - Festival dei prodotti tipici delle Marche ´ attuera` il progetto, mentre tutti i soggetti firmatari faranno parte di un tavolo di lavoro per l´attuazione delle ipotesi d´intervento via via elaborate. Tavolo e progetto sono naturalmente aperti a quanti in futuro vorranno aderirvi. .  
   
   
“BILANCE” – EDIZIONE 2009 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Nel 2008 la produzione nazionale registra una flessione in valore del 2,1%, a causa della stabilità della domanda retail e industriale nella prima parte dell’anno e della contrazione nella seconda parte. Il mercato nazionale si ferma agli stessi livelli del 2007 e dimostra una dinamica nell’ultimo quinquennio praticamente piatta, ma caratterizzata da andamenti diversificati per le principali aree d’affari La competizione, già piuttosto elevata per la concentrazione dell’offerta e la continua penetrazione di apparecchiature fabbricate in Estremo Oriente, si inasprisce per la contrazione del mercato e per le difficoltà finanziarie degli operatori. Aumenta il divario tra le imprese maggiori, attive a livello internazionale e le piccole imprese nazionali, che operano quasi esclusivamente in ambito nazionale. Questa situazione, insieme alla calante redditività del business, alla concorrenza sempre più intensa dei grandi operatori multinazionali e alla necessità di migliorare continuamente la qualità delle apparecchiature offerte, spinge molti piccoli produttori italiani a riposizionare la propria attività verso l’assemblaggio di componenti e semilavorati, la fornitura di servizi professionali qualificati e la semplice commercializzazione di prodotti finiti. Gli aspetti principali su cui competono le aziende riguardano le competenze tecniche, l’ampiezza e qualità del catalogo, il prezzo, la forza commerciale sul territorio e acquista importanza crescente l’offerta di servizi a valore aggiunto personalizzati (pre-post vendita). Il 2009 si presenta come un anno negativo per il settore, anche se in misura relativamente differenziata a livello delle singole aree d’affari, in ragione della seria frenata della domanda industriale e della piccola distribuzione al dettaglio e per il rallentamento di quella del comparto alimentare e della grande distribuzione organizzata. Dati Di Sintesi
Numero di imprese 60
Numero di addetti 1. 400
Numero di addetti per impresa 23
Valore della produzione 2008, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 140,0
Variazione media annua della produzione 2008/2004 (%) 0,5
Fatturato per addetto (‘000 euro) 100,0
Valore aggiunto produttori (Mn. Euro) 40,6
Valore aggiunto per addetto produttori (‘000 euro) 29,0
Quota della produzione prime 4 imprese(a) (%) 49,1
Quota della produzione prime 8 imprese(a) (%) 65,5
Export/produzione(a) (%) 23,2
Import/consumo(a) (%) 42,2
Valore del mercato 2008, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 185,9
Variazione media annua del mercato 2008/2004 (%) -0,7
Quota di mercato prime 4 imprese(a) (%) 48,5
Quota di mercato prime 8 imprese(a) (%) 63,2
Previsioni di breve periodo:
· Produzione 2009/2008 (%) -8/-9
· Domanda interna 2009/2008 (%) -5/-6
a) - in valore Fonte: Databank .
 
   
   
MARCHE: SELEZIONE PER UN INCARICO DI CONSULENZA PRESSO IL SERVIZIO AGRICOLTURA, LE CANDIDATURE ENTRO IL 10 NOVEMBRE 2009.  
 
La Regione Marche ha indetto una selezione per l´affidamento di un incarico di consulenza presso il servizio Agricoltura, Forestazione e Pesca. Le domande vanno presentate entro martedi` 10 novembre 2009. E` richiesta la laurea in Scienze agrarie. I candidati verranno valutati in base alle esperienze acquisite - in tema di agricoltura e sviluppo rurale - presso pubbliche amministrazioni, enti e agenzie; ai tirocini e alle docenze presso le Facolta` di Agraria delle Universita`; alle pubblicazioni editate. Il consulente sara` chiamato a svolgere attivita` professionale, in collaborazione con le strutture del servizio Agricoltura, nei settori inerenti il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 (coerenza con la revisione della Politica agricola comune, in vigore dal 2010, sostegno all´attuazione delle strategie, recepimento delle nuove disposizioni comunitarie e nazionali) e nell´ambito delle ´Misure a superficie´ (con particolare riferimento alla modifica relativa al ´Benessere degli animali). Le domande vanno inoltrate al servizio Agricoltura della Regione Marche. Ulteriori informazioni sono riportate sul sito www. Regione. Marche. It ´ sezione bandi. .