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MERCOLEDI

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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Ottobre 2010
BIODIVERSITÀ: UNA CATASTROFE NON SOLO ECOLOGICA, ANCHE ECONOMICA OGNI GIORNO SCOMPAIONO 30 SPECIE, 17.000 SONO A RISCHIO  
 
C´era una regola in natura: alcune specie scompaiono, altrettante nascono. Una selezione naturale e un equilibrio perfetto. Poi sono arrivati l´uomo e le sue industrie ed è cominciata la corsa alla modernizzazione e al progresso. Il ritmo di nascita di nuove specie non ce la fa più a sostenere la velocità di estinzione di altre. Stiamo perdendo l´equilibrio naturale e non possiamo far finta di niente. Ne parliamo con Jo Leinen, il socialdemocratico tedesco a capo della commissione per l´ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento. Proprio oggi è volato a Nagoya, in Giappone, per il Vertice Onu sulla biodiversità (Cop 10) a cui parteciperà una delegazione del Parlamento. C´è una relazione tra perdita di biodiversità e cambiamento climatico? Sono profondamente connessi. Prendiamo le foreste pluviali: quando le distruggiamo aumentiamo il rischio di una modificazione del clima. Da un altro lato possiamo dire però che anche il cambiamento climatico ha un forte impatto sugli ecosistemi, provocando per esempio la desertificazione. Alcuni arrivano a parlare di "estinzione della natura". La situazione è davvero così drammatica? Ogni giorno perdiamo circa 30 specie e, secondo uno studio delle Nazioni Unite, altre 17.000 sono a rischio. E non è soltanto una catastrofe ecologica, ma anche economica: ogni anno la distruzione di risorse naturali comporta una perdita di circa 50 miliardi di euro, a fronte di un investimento a livello globale per la protezione della biodiversità di 3 miliardi. C´è un´ampia frattura che continua ad ampliarsi ogni anno tra quanto servirebbe e quanto viene stanziato. Cosa si aspetta dal vertice di Nagoya? Spero che riusciremo a trovare un accordo comune su una strategia per fermare la perdita di biodiversità. Il nostro obiettivo a breve termine è quello di fermare entro il 2020 la scomparsa di specie animali e vegetali. Nel lungo termine, entro il 2050, vorremmo poi recuperare gli ecosistemi distrutti, attraverso il rimboschimento e la restaurazione dei bacini idrici. L´unione europea dovrebbe assumere un ruolo guida nella difesa della biodiversità. Eppure gli obiettivi per il 2010, stabiliti nel 2002, non sono stati raggiunti. Perché dovrebbe essere diverso per quelli del 2020? Dobbiamo inserire la biodiversità in molte aree di azione politica: agricoltura, pesca, foreste e trasporti. "Natura 2000" non basta più: protegge il 10% e lascia il 90% in preda al degrado. Quello che abbiamo imparato dal mancato raggiungimento degli obiettivi 2010 è che bisogna considerare il problema in tutti i suoi aspetti. La Norvegia ha una legge sulle risorse genetiche e ha donato un miliardo di dollari per proteggere le foreste pluviali brasiliane. L´unione europea dovrebbe intraprendere misure simili? La Norvegia è un modello positivo di responsabilità e impegno. Potremmo seguire il suo esempio se avessimo maggiori risorse finanziarie e uno strumento legale per controllare il traffico di risorse genetiche. Un Fondo Verde potrebbe aiutare quei paesi che hanno urgentemente bisogno dei fondi a difendere o restaurare il proprio livello di biodiversità. Da dove dovrebbero venire i fondi per la difesa della biodiversità? Dobbiamo pensare a fonti innovative di finanziamento. Collegando la protezione del clima alla difesa della biodiversità potremmo mettere mano su parte dei fondi proposti per lo sviluppo, pari a 30 miliardi di dollari fino al 2013 e a 100 miliardi di dollari entro il 2020. Potremmo poi attingere anche ai finanziamenti per il mercato delle emissioni e per il cosiddetto "Meccanismo di Sviluppo Pulito" previsto dal protocollo di Kyoto. Il Parlamento ha anche proposto una tassa sulle transazioni finanziarie per regolare la speculazione e difendere la biodiversità.  
   
   
ABITUDINI E CULTURE ALIMENTARI INFLUENZATE DAI GENI LA STRETTA RELAZIONE TRA GENETICA E GUSTO CONFERMATA DAI PRIMI DATI DEL PROGETTO MARCOPOLO2010 PRESENTATI IN UNA CONFERENZA PUBBLICA A TERRA MADRE A TORINO  
 
 Perché in certe aree del mondo si privilegiano certi cibi e certi sapori, mentre altrove le preferenze sono completamente diverse? Dipende dalla disponibilità di certi ingredienti e dalle produzioni alimentari locali o è la produzione di quegli ingredienti e alimenti a essere condizionata dal gusto, cioè dalle capacità percettive degli abitanti di una certa area? E quanto di queste capacità dipende dall´abitudine o dalla cultura e quanto da certe caratteristiche del patrimonio genetico? Per rispondere a queste domande i genetisti del Progetto Marcopolo2010 stanno lavorando all’analisi dei dati nel Laboratorio di Genetica Medica dell´Ospedale Burlo Garofolo e del Consorzio di Biomedicina Molecolare di Trieste. I primi dati sono stati presentati in una conferenza pubblica il 24 ottobre a Torino a Terra Madre, il meeting organizzato ogni due anni da Slow Food. “Le prime elaborazioni – spiega Paolo Gasparini, responsabile scientifico del progetto - confermano le nostre sensazioni sul campo: dall’Azerbaijan in poi, si riscontra una percentuale molto alta di persone che risultano supertaster al test dell’amaro, ovvero che percepiscono il gusto amaro in maniera molto forte. Questo tipo di test riguarda i geni coinvolti nel gusto, dai quali dipendono le nostre preferenze alimentari. Nel Pamir, per esempio, abbiamo registrato una percentuale di supertaster del 37%, altissima se si considera che il dato medio registrato in Europa si aggira tra il 7% ed il 15%. Questo potrebbe spiegare perché quelle popolazioni prediligano una cucina in cui sono dominanti i sapori dolci”. Nel dettaglio, i supertaster tra i soggetti campionati sono risultati così distribuiti: 10% in Georgia; 13% in Azerbaijan; 18% in Uzbekistan; 17% in Kazakistan, e 31% in Tajikistan ad indicare un chiaro gradiente da ovest ad est. I dati del Turkmenistan sono in fase di elaborazione. In Cina non sono stati effettuati campionamenti. Similarmente anche per alcune preferenze alimentari esiste un gradiente ovest-est, come, ad esempio, per l’orzo, non particolarmente amato in Georgia e Azerbajan, indifferente in Centro Asia e invece apprezzato molto in Tajikistan. “Per quanto riguarda l’amaro – evidenzia ancora il responsabile del progetto - nei cibi ci sono vari composti che ne stimolano la percezione. A partire dagli anni trenta del secolo scorso, diversi studi hanno dimostrato che l’incapacità di percepire l’amaro varia da popolazione a popolazione da un minimo del 3% nell’Africa occidentale a oltre il 40% in India. I più sensibili all’amaro non prediligono i cibi come le crucifere, ricchi in tiouree come i cavoli, i broccoli, i cavoletti di Bruxelles, le rape, quelli contenenti caffeina, chinino, isoumuloni (amaro della birra) e naringina (pompelmi). Sono inoltre più sensibili alla percezione del piccante e del grasso. Oggi sappiamo che altri geni sono coinvolti, oltre che nell’amaro, nelle scelte dei vari cibi e che l’olfatto, così come la vista e l’udito, giocano un ruolo importante nella scelta e nell’appetibilità di un cibo”. Spiega a sua volta Paolo Di Croce, segretario generale della Fondazione Terra Madre: “Come Terra Madre, ci siamo concentrati sulla parte riguardante l’educazione sensoriale, tema per noi centrale. In collaborazione con Marco Polo 2010 abbiamo organizzato anche tre incontri nazionali lungo il percorso, in Azerbaijan, Georgia e Kazakhstan, che hanno riunito per la prima volta accademici, contadini, giornalisti, studenti e cuochi in questi Paesi. Attraverso il suo passaggio, la spedizione ha messo simbolicamente insieme i nodi della rete Terra Madre e catalizzato lo sviluppo delle reti Slow Food nazionali. I risultati della ricerca saranno interessanti per noi: capire come la memoria culturale influisce, attraverso un´evoluzione millenaria, sul cibo prodotto e consumato oggi, passando dalla genetica, contribuisce alla consapevolezza e all’orgoglio per i saperi e i sapori, minacciati dalla grande distribuzione agro-alimentare”.  
   
   
L’ASSESSORE RABBONI ELETTO PRESIDENTE DEL "DOP" IN EUROPA  
 
Bologna - E’ Tiberio Rabboni, assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia-romagna, il nuovo presidente di Arepo, l’associazione che riunisce le Regioni europee impegnate nella valorizzazione dei prodotti Dop e Igp. Rabboni è stato eletto ieri a Bruxelles e rimarrà in carica tre anni. “Quest’ incarico – ha detto – è un riconoscimento dell’impegno con cui questa Regione - non da oggi - lavora per promuovere le produzioni di qualità, il biologico, la biodiversità. Lo ricevo con soddisfazione, ma anche con senso di responsabilità perché siamo alla vigilia di importanti appuntamenti”. Due in particolare le scadenze più immediate rispetto alle quali le Regioni riunite in Arepo presenteranno le loro proposte: il 17 novembre la Commissione agricoltura illustrerà la prima indicazione di riforma della Pac, la Politica agricola comune, mentre l’8 dicembre verranno presentate le proposte dell’Europa per la riforma delle politiche per la qualità dei prodotti agricoli. Subito dopo – il 25 gennaio 2011 – è già stato fissato il primo incontro tra Rabboni, il Commissario europeo all’agricoltura Dragan Ciolos e il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro. Arepo riunisce ben 30 regioni europee che rappresentano 356 prodotti Dop e Igp. Di questi 211 sono italiani e 33 emiliano-romagnoli. “Questi prodotti – ha sottolineato Rabboni – costituiscono il biglietto da visita dell’agricoltura europea nel mondo, l’espressione di tradizioni agroalimentari che vanno sostenute e valorizzate, specialmente oggi, di fronte al dilagare delle contraffazioni alimentari, alla crescente concorrenza globale, allo strapotere delle grandi catene di distribuzione organizzata. Non solo per motivi economici, ma anche per difendere un patrimonio che è innanzitutto culturale”.  
   
   
PREMIATE A MILANO PRATICHE ALIMENTARI MODELLO  
 
Milano - Fabio Saldini, delegato del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni per la Tutela dei consumatori, ha partecipato ieri a Rho, nei padiglioni di Fieramilano, alla premiazione del concorso "Le buone pratiche dell´agroalimentare". L´evento è parte integrante del progetto "Verso l´Expo del Consumatore", realizzato da sette associazioni di tutela dei consumatori lombarde (Movimento Difesa del Cittadino, Adiconsum, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Movimento Consumatori e Unione Nazionale Consumatori), nell´ambito delle iniziative promosse da Regione Lombardia e finanziato con i fondi delle sanzioni Antitrust. Il premio "Le buone pratiche dell´agroalimentare" è stato assegnato alle Province di Brescia, Lecco, Como, Lodi e Milano. Tra i Comuni, sono risultati vincitori quelli di Brescia, Corsico (Mi), Mezzago (Mb), Sale Marasino (Bs) e San Giuliano Milanese (Mi). Tre gli enti parco partecipanti sono stati premiati: il Consorzio Parco Adda Sud, il Consorzio Parco Oglio Nord e Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino. Per l´agroalimentare nelle aziende (suddivise in grandi, medie e piccole), per le buone pratiche nella produzione, riconoscimento a: Cascina Caremma di Besate (Mi) per le grandi aziende; Reverdini Niccolò Azienda Agricola di Cisliano (Mi), Corbari Antonio Azienda Agricola di Cernusco sul Naviglio (Mi), Tenuta San Giovanni Azienda Agricola - Olevano (Pv) (medie) e menzione speciale a Co.a.fra di Cascina Nibai di Cernusco sul Naviglio (Mi); Quarta Coordinata di San Giuliano Milanese (Mi) tra le piccole. Per le buone pratiche nella trasformazione, i riconoscimenti sono stati assegnati: all´Acetificio Mengazzoli di Curtatone (Mn) per le grandi aziende; a Radici nel Fiume della località Maddalena di Somma Lombardo (Va) per le medie; all´Apiflor Azienda Agricola di Pescarolo (Mn) per le piccole. Le buone pratiche nella distribuzioni hanno visto prevalere: per le grandi strutture Coop Lombardia di Milano; per la media struttura Maggengo Valtellina srl di Castione Andevenno (So); per i negozi di vicinato, F.b. Di Bertoldi Barbara e De Martin Topranin Francesca di Bormio (So), la Cascina Belmonte di Moniga del Bosco di Muscoline (Bs) e Miobio di Milano.  
   
   
LA DOLCE VITA È FINITA, È TEMPO DI MATRIX LE DENOMINAZIONI ITALIANE ALLA RICERCA DI UNA NUOVA IDENTITÀ  
 
Si svolgerà a Roma l’11 novembre la presentazione del Rapporto Qualivita 2010 sulle produzioni agroalimentari italiane Dop, Igp e Stg, elaborato dall’Osservatorio Qualivita, dove saranno presenti fra l’altro il Presidente Paolo De Castro ed il Ministro Giancarlo Galan. Nell’occasione verrà consegnato il volume Rapporto Qualivita 2010, realizzato in collaborazione con Aicig e Università la Sapienza, dal titolo: La Dolce Vita è finita, è tempo di Matrix Le denominazioni italiane alla ricerca di una nuova identità E’ necessaria la conferma di partecipazione che dovrà pervenire via mail a info@qualivita.It  o iscrivendosi direttamente dal sito www.Qualivita.it7 L’edizione 2010 del Rapporto Qualivita, oltre a riportare una aggiornata analisi della situazione economico-sociale del settore agroalimentare italiano, presenta due importanti novità: Analisi approfondita della comunicazione relativa ai prodotti Dop Igp Stg presente sui nuovi media • Focus sui cambiamenti legislativi in materia di prodotti certificati italiani Programma della presentazione Giovedi 11 Novembre ore 17,00 Sala delle Bandiere Rappresentanza del Parlamento europeo in Italia Via Iv Novembre, 149 - 00187 Roma. Introduzione Mauro Rosati Segretario Generale Fondazione Qualivita; Relazione sul Rapporto 2010 Alberto Mattiacci Professore Ordinario Sapienza, Università di Roma; Intervento di Riccardo Deserti Dirigente Mipaaf; Conclusioni Giuseppe Liberatore Presidente Aicig; Paolo De Castro Presidente Fondazione Qualivita Presidente Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo; Giancarlo Galan Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.  
   
   
CREMONA, PRESENTATA IN REGIONE FIERA DEL BOVINO DE CAPITANI: STATI GENERALI DEL LATTE PER CAPIRE LA NUOVA PAC ROSSONI: PROVINCIA SI CONFERMA PUNTO RIFERIMENTO ZOOTECNICO  
 
Milano - Presentati ieri mattina a Palazzo Pirelli la 65esima edizione della Fiera internazionale del bovino da latte e il 14esimo Salone della suinicoltura italiana. Erano presenti gli assessori della Regione Lombardia all´Agricoltura Giulio De Capitani e all´Istruzione, Formazione e Lavoro Gianni Rossoni, il presidente di Cremonafiere Antonio Piva, il presidente della Provincia Massimiliano Salini, il sindaco di Cremona Oreste Perri e Gavino Usai di Assolzoo. Il taglio del nastro ufficiale sarà giovedì 28 (ore 10), nel Quartiere fieristico di Cremona di piazza Zelioli Lanzini. "La più grande e storica vetrina della zootecnia che si svolge in Italia - ha detto l´assessore all´Agricoltura Giulio De Capitani - conferma, in questa 65esima edizione, la sua importanza anche a livello internazionale e vede crescere le presenze di operatori". "La Fiera del bovino da latte - ha proseguito l´assessore - è teatro di confronto sui temi più caldi del settore: la riforma della Pac e il Prs che, proprio alla fine del 2010, offre l´opportunità di una verifica e di un riorientamento delle risorse. Regione Lombardia partecipa al dibattito promuovendo due convegni, rispettivamente sui costi di produzione del latte e sull´agricoltura conservativa". "Gli Stati Generali del latte - ha spiegato De Capitani - saranno l´occasione per affrontare con i nostri referenti in Europa il delicato capitolo del reddito. Come ho avuto modo di costatare durante il mio tour di ascolto nelle province, piccole e medie imprese agricole lamentano gli effetti di una crisi che ha diminuito i prezzi delle produzioni a fronte di un aumento dei costi aziendali e chiedono alle istituzioni di intervenire per una più equa retribuzione dei prodotti, latte compreso". La novità di quest´anno, il confronto europeo di razza Holstein e Red Holstein, ha dato il la all´assessore Rossoni: "In questo modo - ha spiegato - Cremona afferma il suo ruolo di capitale europea della zootecnia". "Gli Stati generali del latte - ha aggiunto - permetteranno di fare il punto sul lattiero-caseario, ma anche di riflettere sulla risorsa della Pac e sulla possibilità che venga abolito il sistema delle quote". Il presidente Antonio Piva ha ricordato i numeri, record, della Fiera di quest´anno: "Avremo - ha illustrato - 852 marchi, 150 allevatori esteri con 400 animali, 17 Paesi rappresentati nel confronto europeo Holstein e Red Holstein e 25 convegni; il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro ci aiuterà a fare il punto sulla nuova Pac, che sta mettendo a punto l´Unione europea e sulla ventilata soppressione del sistema delle quote latte". "Cremona - ha aggiunto Piva - intende valorizzare anche la sua suinicoltura, che produce 1 milione di capi, e prepararsi al meglio all´appuntamento di metà novembre con l´avvio della partnership con Dlg, il sistema fieristico tedesco con sede a Hannover". Soddisfazione hanno espresso il presidente della Provincia Massimiliano Salini, che si è detto "felice di ospitare una rassegna che mette al centro tematiche importanti per l´agricoltura cremonese e sulle quali, come ente, siamo impegnati", e il sindaco di Cremona Oreste Perri, per il quale "i record della nuova edizione della Fiera inorgogliscono e fanno ricordare a tutti come il nostro settore primario sia in grado di innovare e di far crescere gli investimenti nell´agroalimentare e nella zootecnia pur in una congiuntura economica difficile". "Durante la Fiera di Cremona - ha concluso l´assessore De Capitani - faremo il punto anche sulle agroenergie e sul fotovoltaico che, ricordo, nella filosofia della Regione, devono essere forme di integrazione e non di sostituzione del reddito. La multifunzionalità è un´opportunità, specie in un momento non certo facile per le nostre aziende agricole, ma la prima missione dell´agricoltura è, e resta, produrre. La qualità e la sicurezza dei prodotti lombardi sono l´espressione e la migliore voce del territorio".  
   
   
NUOVA “PAC”, GIOVEDÌ 28 OTTOBRE INCONTRO A MARSCIANO SU PROPOSTA UMBRIA  
 
Perugia - Il dibattito sulla revisione della futura politica agricola comunitaria entra nel vivo dell’attenzione in Umbria. Per discutere delle nuove linee di politica agricola e delle prospettive finanziarie 2014-2020 l’assessore alle Politiche agricole della Regione Fernanda Cecchini ha convocato un incontro a Marsciano, giovedì 28 ottobre dalle ore 15 nella Sala Capitini del Comune, con tutti i soggetti interessati. L’obiettivo è quello di definire una proposta umbra condivisa tra Istituzioni ed Associazioni che possa essere portata sui tavoli di trattativa nazionali e comunitari. L’assessore Cecchini ritiene infatti indispensabile una occasione di riflessione e di confronto con tutti gli operatori economici del settore agroalimentare e forestale dell’Umbria sui nuovi scenari e le future tendenze della politica comunitaria cosi da individuare le possibili ricadute sull’economia locale e le future opportunità per lo sviluppo del territorio regionale. “L’agricoltura in Umbria - afferma Fernanda Cecchini - rappresenta sempre più un importante fattore di sviluppo non soltanto per il mondo agricolo ma va ad interessare anche altri settori quali la sicurezza alimentare, la salvaguardia del patrimonio ambientale e territoriale dell’Umbria fino alla salute pubblica di tutti i cittadini. È importante definire una strategia condivisa anche per valorizzare al meglio i nostri prodotti che sicuramente hanno raggiunto un ottimo livello di competitività nel mercato per la loro indubbia qualità”. All’incontro di Marsciano sarà presente anche la presidente della Giunta Regionale Catiuscia Marini che concluderà i lavori.  
   
   
ZUCCHERO: PER GLI AIUTI NON SI PUÒ PIÙ ASPETTARE IL PRESIDENTE DEL TAVOLO NAZIONALE DEL BIETICOLO-SACCARIFERO, FERRARI, SCRIVE AI PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI AGRICOLTURA DI CAMERA E SENATO  
 
Parma – Dopo le audizioni in Camera e Senato, il presidente del Tavolo nazionale del bieticolo-saccarifero Pier Luigi Ferrari, vicepresidente della Provincia di Parma, ha scritto il 25 ottobre una lettera ai presidenti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, Paolo Russo e Paolo Scarpa Bonazza Buora, per ribadire l’urgenza assoluta degli aiuti promessi dal governo al settore, 86 milioni di euro senza i quali rischia di saltare una filiera strategica per la nostra economia. “Ribadiamo la necessità di ricevere al più presto gli aiuti promessi per far fronte alle ormai non più prorogabili necessità della filiera bieticolo-saccarifera”, si legge nella lettera. “Senza questi aiuti sarà ben difficile superare l’attuale difficoltà e guardare allo sviluppo possibile del prossimo futuro, che come noto non prevederà più incentivi a partire dal 2011, per salvare un settore del made in Italy che riveste sicuramente carattere di strategicità. E ciò è ancora più vero per la parte agricola della filiera, che versa in condizioni di maggiore debolezza e che si trova a dover avviare la semina entro poche settimane, ancora in assenza di informazioni certe sull’arrivo degli aiuti, dopo le continue rassicurazioni che da due anni a questa parte stiamo rivolgendo per poter consentire la produzione industriale, senza ancora aver potuto onorare alcuna promessa”. Dal tavolo l’impegno ad “agire con le Regioni per sostenere in primis il primo anello agricolo della catena, la coltivazione della materia prima, ed attivare azioni per portare su livelli economicamente accettabili il prezzo delle bietole, così come la parte industriale si farà, e si sta già facendo, parte attiva per recuperare ulteriore efficienza e competitività anche attraverso progetti particolarmente innovativi. Senza però gli 86 milioni di euro promessi questa partita è già persa in partenza ed un intero comparto produttivo, e le migliaia di lavoratori dell’industria e dell’agricoltura coinvolti, rischiano di perdere l’ultima possibilità rimasta loro. È con l’auspicio che questa situazione, la cui gravità è sotto gli occhi di tutti, si possa sbloccare, che rimettiamo al Governo italiano – conclude Ferrari nella lettera - la decisione finale sulla sopravvivenza o meno di questo comparto”.  
   
   
FEDERCOOPESCA, SU QUOTE TONNO SIAMO CON GALAN  
 
Piena condivisione della Federcoopesca-confcooperative della posizione espressa dal ministro Galan sulle quote tonno. “Siamo - commenta Massimo Coccia, presidente Federcoopesca- sulla stessa lunghezza d’onda. Le dichiarazioni del ministro rafforzano quanto la categoria affermava da tempo. I dati scientifici e l’esperienza dei nostri pescatori ci confermano che lo stato degli stock è in netta ripresa”. L’auspicio della associazione è che il prossimo 17 novembre a Parigi, nell´ambito della riunione della Commissione internazionale per la conservazione dei tonni dell´Atlantico (Iccat), l’Unione europea voti sull’attribuzione dei quantitativi di pesca, sposando la linea italiana della ragionevolezza. A preoccupare gli operatori sono le dichiarazioni del Commissario Damanaki che sarebbe invece favorevole ad una ulteriore riduzione del 50% delle quote 2011 rispetto al 2010. “Una posizione – prosegue Coccia- priva di fondamento scientifico e legata evidentemente a logiche che poco hanno a che fare con la tutela del mare”. Secondo la Federcoopesca bisogna essere pronti a modificare il piano italiano di pesca per il prossimo anno che prevede solo 9 imbarcazioni con una quota minima di cattura di 130 tonnellate. “Obbiettivo – sottolinea il presidente- assolutamente irrealizzabile e che porterebbe il comparto verso una seconda moratoria. Ma non è certo quello che il settore attende”.  
   
   
CANSIGLIO: ACCORDO INTERREGIONALE PER CONTROLLO POPOLAZIONE DEL CERVO  
 
Pian Cansiglio (Belluno) - L’assessore del Veneto Daniele Stival, il collega del Friuli Venezia Giulia Claudio Violino, l’amministratore unico di Veneto Agricoltura Paolo Pizzolato, il presidente della Provincia di Belluno Gianpaolo Bottacin, l’assessore provinciale di Treviso Mirco Lorenzon e il comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato Alberto Colleselli, hanno sottoscritto il 25 ottobre l’accordo per il controllo delle popolazioni di cervo in Cansiglio. L’intesa, sulla quale si è favorevolmente espresso l’Ispra (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale), è finalizzata a riportare in equilibrio risorse dell’ecosistema foresta e numero dei capi presenti, attualmente in eccesso con conseguente alterazione del rapporto tra presenza animale e risorse naturali e il rischio, non remoto, di conseguenze sanitarie sulla zootecnia.. Il Piano prevede la costituzione di un gruppo tecnico da parte delle istituzioni interessate, allargato ad un rappresentante dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, per determinare, coordinare e verificare iniziative di intervento per il contenimento del numero dei capi, che attualmente viene stimato tra i 2 mila e i 2.500 esemplari rispetto alle 3 – 4 cento unità valutate una decina di anni fa. In assenza di interventi specifici, il numero dei cervi è destinato a raddoppiare in un quinquennio, con conseguente ulteriore sottrazione di risorse e foraggio per le attività zootecniche indispensabili al permanere delle attività umane e zootecniche in Cansiglio, mentre non è esclusa la possibilità di “collasso sanitario” della popolazione di cervidi, come già accaduto in altre situazioni analoghe, che porterebbe alla decimazione “naturale” degli animali e a possibili problemi veterinari per le restanti specie, comprese quelle da reddito. Per raggiungere il risultato, saranno rafforzati i piani di prelievo ordinari nelle aree di caccia limitrofe, sia in Veneto sia in Friuli Venezia Giulia. Qualora tali iniziative non si rivelassero sufficienti, sarà possibile attivare interventi di controllo anche all’interno dell’area demaniale, esclusivamente utilizzando personale istituzionale (polizia forestale). Secondo i tecnici, un corretto equilibrio potrebbe essere raggiunto contenendo i cervi attorno alle 1000 – 1.500 unità. “In buona sostanza – ha commentato Stival – il nostro obiettivo è dare una mano agli equilibri naturali perchè non vengano compromessi, in una zona dove convivono risorse naturali e attività di coltivazione della foresta, pascolo e zootecnia di pregio, bovina e ovina”. In occasione della forma del documento, gli allevatori del Cansiglio hanno manifestato per sollecitare anche indennizzi per le perdite subite, chiedendo tra l’altro recinzioni e indagini epidemiologiche.  
   
   
IN SARDEGNA PARTE LA PESCA DEI RICCI, LA STAGIONE SI ALLUNGA  
 
Cagliari - Si allunga quest´anno la stagione di pesca dei ricci di mare. Ieri l’assessore regionale dell´Agricoltura, Andrea Prato, ha firmato il decreto di regolamentazione del prelievo, che potrà partire il 1 novembre 2010 per proseguire fino al 2 maggio 2011. "Rispetto alle stagioni scorse - spiega l’assessore Prato - già da ora il calendario di pesca è stato esteso fino a maggio per venire incontro alle esigenze degli operatori che anche di recente avevano richiesto di poter contare su un prelievo più esteso nel tempo". Il provvedimento disciplina anche le categorie autorizzate: i pescatori marittimi professionali iscritti nell’apposito registro (che possono operare esclusivamente dall’imbarcazione); i 189 pescatori professionali subacquei con licenza, che possono pescare in apnea o con apparecchi ausiliari di respirazione (pesca a mano o con qualsiasi strumento corto); i pescatori sportivi o dilettanti. Per quanto riguarda le quantità giornaliere prelevabili, ogni pescatore sub e marittimo professionale può raccogliere massimo 3 ceste (circa 1500 ricci), mentre il pescatore sportivo può raccogliere massimo 50 esemplari per consumo personale ed esclusivamente durante il periodo consentito dal calendario. Infine, il decreto stabilisce che detenzione, trasporto e commercializzazione dei ricci prelevati nelle acque territoriali della Sardegna, è consentita sino al 4 maggio 2011.  
   
   
RIFIUTI AGRICOLI: SI RISCHIANO NUOVE COMPLICAZIONI E PIÙ COSTI  
 
Bologna - Dal primo ottobre è scattato il nuovo sistema di controllo e tracciabilità dei rifiuti agricoli. “Con i recenti provvedimenti governativi viene introdotto quindi un sistema, denominato Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti), che rischia nuovamente di modificare le condizioni di conferimento dei rifiuti con conseguenti nuovi oneri sia economici che burocratici”. Lo segnala la Cia Emilia Romagna sottolineando che il problema dei rifiuti prodotti nell’esercizio dell’attività agricola è rilevante, considerati gli impatti negativi che possono causare sull’ambiente, se non correttamente smaltiti, “ma gli adempimenti burocratici amministrativi che il produttore deve rispettare sono onerosi e complicati”, chiosa la Cia. “La Cia - interviene Antonio Dosi, presidente della Cia Emilia Romagna - negli anni si è impegnata su tutto il territorio regionale per costruire accordi di programma utili a semplificare le modalità di conferimento dei rifiuti ed evitare inutili e costosi adempimenti burocratici amministrativi e i risultati raggiunti nella nostra regione sono più che positivi. Gli agricoltori hanno infatti piena consapevolezza dell’importanza che ha il corretto smaltimento dei rifiuti prodotti dall’attività agricola, siano speciali pericolosi che non pericolosi. Con i prossimi provvedimenti, in questi giorni in discussione, rischiamo però nuovamente di modificare le condizioni di conferimento”. Le norme attualmente presenti nel decreto Sistri prevedono che gli agricoltori che “…trasportano e conferiscono i propri rifiuti pericolosi in modo occasionale e saltuario per quantitativi che non eccedono i trenta chilogrammi o litri ...” sono esonerati dall’iscrizione al sistema. “Questo perché si è voluto esonerare tanti piccoli/medi produttori – aggiunge Dosi - e perché gli accordi di programma in vigore garantiscono sia la tracciabilità dei rifiuti che, questa la cosa più importante, il corretto smaltimento degli stessi. Ora invece il Ministero dell’ambiente, in sede di recepimento della nuova direttiva comunitaria sui rifiuti, vuole estendere a tutti gli agricoltori l’obbligo di iscrizione, vanificando l’esperienza positiva degli accordi di programma e caricando di oneri burocratici e economici le aziende agricole, piccole o grandi che siano”. A questa proposta la Cia si è fortemente opposta in tutte le sedi. “ In un periodo dove tutti parlano di semplificazione e eccessiva burocrazia - conclude Dosi - ci pare quanto mai necessario evitare di crearne della nuova: speriamo che almeno in questa occasione ci sia coerenza tra quello che si dice e quello che si fa”.  
   
   
PRESIDENTE CAPPELLACCI: "TERMINATA OCCUPAZIONE PASTORI. IL DIALOGO PUÒ RIPRENDERE"  
 
Cagliari - "L´abbandono del Consiglio regionale da parte dei manifestanti è un segnale di cui prendiamo atto con soddisfazione". Lo ha detto il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, al termine dell´incontro che ha determinato la decisione del Movimento Pastori Sardi di cessare l´occupazione dell´aula della Iii Commissione. "Dopo questo passaggio, per noi fondamentale per la ripresa del dialogo, abbiamo concordato un nuovo incontro per domani. In quella sede entreremo nel merito delle questioni sollevate e ascolteremo le loro ragioni". Il presidente della Regione ha comunicato che le consultazioni inizieranno questo pomeriggio con le associazioni di categoria e proseguiranno con tutti gli attori del settore agro-pastorale. "Vogliamo - ha concluso - arrivare quanto prima ad una sintesi da condividere con il Consiglio per assicurare in tempi rapidi l´approvazione di quel Ddl Agricoltura che rappresenta un passaggio essenziale per dare luogo a tutti quegli interventi che devono essere attuati entro l´anno".  
   
   
AGRICOLTURA IN ABRUZZO: PER I GIOVANI BANDO DA 10 MLN DI EURO RIAPERTI ANCHE I TERMINI PER FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO  
 
Pescara - Sono stati riaperti i termini per accedere ai 10 milioni di euro della misura 112 del Piano di sviluppo rurale, rivolta ai giovani agricoltori che intendono effettuare il primo insediamento in azienda agricola. "A fronte di un fondo pari a 10 milioni di euro - spiega l´assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, che ha proposto ed ottenuto il parere favorevole dell´Esecutivo sul provvedimento - si prevede un nuovo insediamento di circa 250 giovani, con un premio di 40.000 euro a testa. Questo stanziamento, segue il precedente di 20 milioni, con il quale si sono insediati 450 giovani". La novità di questo bando proposto dall´assessore Febbo è che in accordo con Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri, è stato eliminato l´obbligo di investimenti per 10.000 mila euro, "con il che - ha proseguito l´Assessore - lasciamo agli agricoltori una maggiore capacità gestionale". Sempre nella sedura di ieri, la Giunta, ancora su proposta dell´assesore Febbo, ha pure riaperto i termini per l´adesione alla Misura 111 del piano di sviluppo rurale che sostiente la possibilità di presentare le domande di partecipazione ai corsi di formazione organizzati dagli Enti. "In questo modo - ha concluso L´assessore - finanziamo di nuovo la formazione e l´aggiornamento professionale di imprenditori, coadiuvanti e dei dipendenti di aziende agricole, nonché di giovani che intendono insediarsi per la prima volta, attraverso l´erogazione diretta all´imprenditore beneficiario, di un contributo a rimborso delle spese sostenute fino ad ? 3000 annui". I corsi potranno avere durata di 150 ore per i giovani imprenditori e fino a 40/50 ore per gli altri soggetti.  
   
   
IRVEA ALLA RICERCA DI ISPETTORI PER LE ATTIVITÀ DI VIGILANZA E CONTROLLO PER LA CERTIFICAZIONE DELLE QUALITÀ AGRO-ALIMENTARI  
 
Nel contesto del "Programma per la Certificazione delle Qualità Agroalimentari" Irvea ha lanciato una campagna per la selezione di personale qualificato nelle attività di vigilanza e controllo del settore Agro-alimentare da inserire nelle varie aree territoriali con il ruolo di: • Ispettori per le attività di controllo per la certificazione delle Qualità Agro-alimentari; • Delegati Territoriali e Capi Panel per la costituzione e gestione dei comitati di valutazione sensoriale nei diversi settori merceologici del settore alimentare Considerate le richieste pervenute e le reali difficoltà nel reperire personale con specifiche competenze in materia di ispezioni , campionature e controllo delle varie attività produttive, di commercializzazione e tutela del Marchio nel settore Agro-alimentare, Irvea organizza un corso di formazione per Ispettori che creerà titolo preferenziale alle selezioni che partiranno da Dicembre 2010. Il corso intende fornire le conoscenze legali, normative e le competenze teorico-operative che saranno il presupposto fondamentale per lo svolgimento delle attività di vigilanza e controllo all’interno del Programma per la certificazione delle Qualità Agro-alimentari di Irvea Per informazioni: www.Irvea.org/    
   
   
GIROLIO D´ITALIA, ANTEPRIMA IN UMBRIA CONTO ALLA ROVESCIA PER IL VIAGGIO ATTORNO ALL´ITALIA DELL´OLIO CON INIZIATIVE E ASSAGGI. IL CALENDARIO STILATO IN BASE ALLE TEMPISTICHE PRODUTTIVE DELLE SINGOLE REGIONI  
 
Girolio d’Italia ai nastri di partenza. Mancano poche settimane al via del percorso itinerante attraverso le manifestazioni dedicate all’olio di tutta Italia che, sulle orme della famosa corsa in rosa che attraversa in bicicletta tutta la penisola, si svolgerà a tappe, con una "stazione" di partenza, una di arrivo e tante altre tappe intermedie collocate in calendario a seconda dei tempi dettati dal processo di raccolta e molitura di olive. Ogni appuntamento prevede numerose iniziative: convegni, degustazioni di olio nuovo in abbinamento a pani della tradizione ed altre eccellenze enogastronomiche del territorio, mostre dedicate alla civiltà dell’olivo, visite in frantoio e manifestazioni folcloristiche. Un viaggio che da ottobre proseguirà fino a dicembre, con gli eventi organizzati dalle Città dell’Olio delle regioni italiane maggiormente olivetate e tradizionalmente legate alla produzione dell’olio come Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo, Marche, Lazio, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Due mesi per aggregare in un’unica vetrina nazionale, piccole e grandi manifestazioni dedicate alla promozione dell’olio di qualità e dei territori di produzione nei momenti di bassa stagionalità, richiamando nuovi turisti - con offerte ad hoc - consumatori presenti sul territorio, nonché visitatori italiani e stranieri. Ma prima di andare ufficialmente in scena, Girolio d’Italia si presenta al grande pubblico in una esclusiva anteprima, che si terrà in Umbria nel fine settimana del 30 e 31 ottobre in occasione di Frantoi Aperti nelle varie Città dell’Olio umbre: Castiglione del Lago, Giano, Spello, Campello sul Clitunno, Spoleto e Trevi. Un itinerario lungo la Strada dell’Olio Dop Umbria, che coniuga gusto, arte e cultura attraverso la scoperta delle varie modalità di coltura dell’olivo, le caratteristiche delle diverse cultivar, le innumerevoli espressioni degli olii, le tecniche di degustazione e l’abbinamento con i cibi. La prima tappa ufficiale del Girolio d’Italia sarà però quella che il 6 e 7 novembre si svolgerà in Puglia, a Foggia, con l´allestimento in una piazza del centro di un´ambientazione contadina per la rappresentazione di un oliveto con simulazione della raccolta delle olive e molitura con frantoio mobile. Contemporaneamente, corsi di degustazione dell´olio tenuti da esperti del panel, assaggi di pane e olio e spettacoli. Sabato dalle 17 alle 20.30 andrà infatti in scena la rappresentazione a tema "Musica della Tavola: l´Olio", mentre domenica si svolgeranno la premiazione delle scuole partecipanti al concorso tematico e l’esibizione di gruppi folcloristici. Da qui partirà dunque questo itinerario alla scoperta dell’olivicoltura, con le tempistiche di lavorazione ottimali che per motivi climatici sono diverse da regione a regione. Dopo l’evento pugliese, toccherà all’Abruzzo ospitare nel fine settimana del 20 e 21 novembre la seconda tappa ufficiale del Girolio d’Italia e tutte le altre regioni a seguire. Www.cittadellolio.it  
   
   
I CUOR LEGGERI: L’ULTIMA NOVITÀ IN CASA AMADORI. TENERI E GUSTOSI FILETTI DI POLLO IMPANATI NON FRITTI, CON IL 50% DI GRASSI IN MENO RISPETTO ALLA MEDIA DELLA CATEGORIA DI PRODOTTO, DA CUOCERE AL FORNO O AL TOSTAPANE.  
 
I Cuor Leggeri: per un target attento al gusto e alla leggerezza I Cuor Leggeri nascono dalla consapevolezza che esiste un target di consumatori in cerca di prodotti in grado di coniugare gusto e leggerezza, capaci di garantire una dieta sana ed equilibrata. Per di più sono prodotti facili e veloci da preparare. Grazie alla consulenza di autorevoli partner esterni è stato identificato il target specifico de I Cuor Leggeri, che nasce dall’unione degli amanti dei prodotti impanati e dei consumatori che prediligono i cibi “healthy”, leggeri, sani e ricchi di contenuti nutrizionali: emerge una figura di consumatore in grado di scegliere un’alternativa appetitosa e leggera. Con I Cuor Leggeri, l’ambizione di Amadori è quella di innovare le abitudini di consumo degli italiani e contribuire a identificare un segmento di mercato ancora inesplorato. Coerentemente con questa filosofia, anche la scelta degli elementi di marketing mix, come il nome del prodotto (brand “I Cuor Leggeri”), il packaging (il colore azzurro della confezione), la comunicazione sono stati attentamente studiati per posizionare questa categoria nell´ambito del segmento della "leggerezza". I plus de I Cuor Leggeri, i filetti di pollo impanati non fritti I Cuor Leggeri non sono come gli altri prodotti impanati e rappresentano una novità sul mercato. Si tratta infatti di filetti di pollo impanati non fritti e cotti esclusivamente al forno. Per questo I Cuor Leggeri presentano un contenuto di grassi molto basso: solo il 5% di grassi, almeno il 50% in meno rispetto alla media della categoria. La gamma de I Cuor Leggeri comprende tre ricette: i filetti di pollo impanati come ricetta originale e due novità assolute sul mercato i filetti di pollo impanati alle erbe aromatiche (con il delicato profumo delle erbe della tradizione mediterranea, come prezzemolo e rosmarino) e i filetti di pollo impanati ai cereali, avvolti in un pane ricco di avena, orzo, segale, grano tostato e farro. Tutte le ricette presentano una panatura sfiziosa e molto gradevole nell´aspetto; la carne è tenera, con una consistenza gradevole al palato, il profumo è coinvolgente e il sapore delicato, pronto a conquistare anche i consumatori più esigenti. Una grande novità è rappresentata dalla preparazione: se la modalità tradizionale proposta è la cottura al forno (10 minuti), risulta invece originale la modalità di cottura con il tostapane: I Cuor Leggeri possono infatti essere cotti in 8 minuti nel tostapane, senza dover accendere forni o sporcare padelle… prendendo così la vita ancora più “a cuor leggero”. I Cuor Leggeri sono in distribuzione in tutta la Grande Distribuzione Moderna e nel Normal Trade. Per saperne di più: www.Icuorleggeri.it  
   
   
LA BIRRA DI NATALE DI FORST, UN REGALO UNICO E PARTICOLARE  
 
Una birra speciale per festeggiare il Natale Anche quest’anno, in occasione del Natale, Birra Forst propone la sua birra speciale, distribuita, oltre che in fusto, in sifoni di ceramica da 2 litri, la cui decorazione, rigorosamente fatta a mano, varia ogni anno. Quest’anno se ne è fatta onere l’illustratrice milanese Chiara Franchi. Questa birra speciale si collega in toto alla festività natalizia; a partire dal suo colore, che tende volutamente al rossastro-ambrato, per evidenziare l’unione e l’intimità familiare, di cui il fuoco, in questo caso il focolare, ne è il simbolo. La sapiente miscela di malti richiama note dolci di nocciola abbinate a toni vellutati di malto; l’aroma moderato si fonde perfettamente a queste squisite sensazioni dolciastre, dando una percezione finale che la rende facile da bere nonostante la sua struttura articolata. Il dipinto raffigurato per il 2010 rappresenta la campagna di comunicazione, in cui i bicchierini di birra sono resi antropomorfi, come una specie indigena che cresce e vive solo in Alto Adige, a sottolineare la naturalità e la tradizione di Forst ed il suo forte legame con il territorio. Potete trovare la birra di Natale presso i ristoranti Forsterbräu, i mercatini di Natale in Alto Adige e i grossisti di fiducia Forst. Per maggiori informazioni su dove reperire la Birra speciale di Natale potete rivolgervi direttamente a Birra Forst Spa al numero telefonico 0473/260111 oppure scrivendo a ucs@forst.It. Prezzo consigliato: € 39,00  
   
   
CONVEGNO NAZIONALE A.I.B.E.S. 2010 MESTRE 3-5 NOVEMBRE  
 
 Come tutti gli anni in novembre i migliori barman italiani si incontrano per una sfida a colpi di shaker. I professionisti del bartending selezionati nel corso del 2010 attraverso una serie di concorsi a livello territoriale arrivano al momento clou incontrando i colleghi di tutta Italia. I concorrenti partecipano in diverse categorie, ma solo un professionista sarà selezionato per partecipare al Concorso Mondiale Iba. I concorsi Emergenti, Aibes Domani e Inei sono riservati a giovani e a barman che recentemente hanno approcciato questa professione attraverso i Corsi Aibes. Un bel trampolino di lancio attraverso il quale molti, negli anni, sono approdati a livelli superiori. Le tre categorie After Drink, Long Drink e Pre dinner, invece, sono quelle da cui uscirà il vincitore assoluto del concorso, colui che si aggiudicherà il punteggio più alto e rappresenterà l’Aibes al Mondiale. Da non dimenticare tre premi importanti: il Miglior barman dell’anno, il Premio Angelo Zola e lo Skill Bartender. Tutti e tre, oltre alla prova pratica, prevedono un esame scritto e orale. Il Miglior barman dell’anno è uno dei professionisti che partecipano alle categorie After, Long e Pre dinner e, oltre all’abilità nella preparazione, deve dare dimostrazione di una approfondita cultura generale e professionale, di conoscere le lingue, di avere un corretto approccio con il cliente. Il Premio Angelo Zola è riservato ai barman di età inferiore ai 28 anni. Intitolato allo storico Presidente Aibes, è il concorso più amato dai barman che si preparano per tutto l’anno con studi e ricerche in particolare su prodotti e aspetti merceologici. Lo Skill Bartender, infine, vuole valorizzare un metodo di lavoro moderno, che unisce alla preparazione del drink un aspetto “visivo”. Si tratta di quello che veniva chiamato flair e identificato con esibizioni spettacolari. In realtà si tratta di una metodica precisa finalizzata a migliorare la qualità del lavoro e a velocizzare la preparazione dei drink. Quest’anno alla giornata di gara vera e propria seguirà una mattinata di dibattito dedicata al tema “Professione Barman”. L’evento, patrocinato dalla Provincia di Venezia, avrà come tema le opportunità professionali nel mondo del bartending ed il ruolo del barman nell’educazione al bere consapevole. Il programma Mercoledì 3 Novembre Ore 8,30 Esame scritto cat.”Miglior barman dell’anno” , Esame scritto e orale cat. “Premio Angelo Zola” , Esame scritto e orale “Skill Bartender”. Ore 8,30 Concorso Emergenti. Concorso Aibes Domani . Concorso Premio Angelo Zola Concorso Inei. Ore 12,30 Aperitivo e lunch , Ore 14,30 Concorso categoria After dinner, Concorso categoria Long drink, Concorso categoria Pre dinner, Concorso Skill Bartender, Master (due – scaletta da definire). Ore 20,30 Aperitivo e dinner. Giovedì 4 Novembre Ore 9,00 Escursione a Murano per ospiti e delegati, Ore 9.30 Incontro-dibattito , Professione barman: opportunità di lavoro e responsabilità, Sociale - Scuola, istituzioni e professionisti a confronto, Ore 15,00 Master (scaletta da definire), Ore 19,30 Premiazioni , Ore 21,00 Aperitivo e dinner di gala.  
   
   
VALLE D’AOSTA: DALLA VITICOLTURA DI MONTAGNA, UNA PRODUZIONE VINICOLA UNICA IN ITALIA  
 
Milano - Prié, Petit Rouge, Fumin, Cornalin Mayolet, Vuillermin, Prëmetta: sono i nomi di alcuni dei numerosi vitigni che si coltivano solo in Valle d’Aosta e che costituiscono l’aspetto più originale della vitivinicoltura della Regione. A questa realtà è stata dedicata la Iii Tornata dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, che ha avuto luogo il 25 ottobre a Saint-vincent (Aosta), il 16 ottobre. Nella stessa occasione è stato presentato il volume “Valle d’Aosta” della collana “Storia Regionale della Vite e del Vino in Italia”, realizzato dall’accademico Giorgio Vola. La giornata è stata organizzata in collaborazione con l’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta e del Casino de la Vallée di Saint-vincent. “La Valle d’Aosta vitivinicola presenta caratteristiche uniche in Italia, ha spiegato il presidente dell’Accademia, Antonio Calò, aprendo i lavori, in quanto i vitigni che vi si coltivano sono allevati solo qui e anche gli altri vitigni italiani e internazionali sono stati introdotti in misura assai contenuta: questo fatto, assieme alle caratteristiche particolari della viticoltura di montagna (cosiddetta ‘eroica’), rende i vini valdostani assolutamente particolari e molto interessanti”. Nel corso della giornata di studio e di approfondimento, alla quale ha partecipato Giuseppe Isabellon, assessore all’Agricoltura e Risorse Naturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, sono state quindi passate in rassegna le caratteristiche storiche, ampelologiche, agronomiche, ambientali produttive ed economiche della vitivinicoltura valdostana. La tipicità dei vini è stata quindi identificata come la chiave del successo di una Regione che fin dal 1985, per prima in Italia, ha scelto di dotarsi di una doc regionale e di non avere Igt; oggi, la Valle d’Aosta produce circa due milioni di bottiglie (68% cooperative, 32% encaveurs) su 230 ettari vitati; ma soprattutto i vitivinicoltori valdostani sono consapevoli di svolgere una funzione di salvaguardia del territorio e del paesaggio e di recupero di aree marginali. I fattori che rendono eroica la viticoltura di montagna, possono essere trasformati in altrettante opportunità di sviluppo e di successo, grazie all’attenzione che il consumatore è indotto a rivolgere a questi vini così ricchi di originalità e di specificità. L’accademico Giorgio Vola, ha infine presentato il volume della Storia regionale della vite e del vino in Italia dedicato alla Valle d’Aosta, che affronta tutti gli aspetti dell’originalità della vitivinicoltura valdostana, illustrando in modo approfondito il patrimonio storico, culturale, tecnico e produttivo della vite e del vino in questa regione.  
   
   
BELVEDERE VODKA SILVER IL PIÙ MODERNO LUXURY APPEAL  
 
Belvedere Vodka presenta Belvedere Silver, la versione super premium della prima luxury Vodka al mondo. Belvedere Silver racchiude l’essenza di Belvedere Pure in un’inedita ed elegante bottiglia d´argento in limited edition. Protagonista delle Fashion week di tutto il mondo e dell’ultima edizione del Festival di Cannes, Belvedere Silver è simbolo dei party più cool ed è destinata a diventare un must del Natale 2010. Disponibile a partire da Novembre 2010 in due formati: 70 cl e Magnum, il re-packaging incorpora la storica firma Belvedere Vodka, rafforzando e sottolineando nel contempo la ricca storia del marchio ed il più moderno luxury appeal. Rigorosamente fedele alla tradizione polacca e ai suoi minuziosi standard che ne garantiscono l’eccelsa qualità, Belvedere Vodka è l’unica vodka super premium 100% naturale. Il principe degli ingredienti è la segale Dankowskie Gold, cereale dolcissimo di origine autoctona che cresce solo nelle pianure della Mazovia. L’acqua per la distillazione proviene da profondi pozzi artesiani e viene filtrata undici volte per garantirne l’estrema purezza. Belvedere Vodka viene affinata, fino a raggiungere gli standard di unicità che la contraddistinguono, attraverso quattro esclusivi processi di distillazione, il numero perfetto per ottenere la massima morbidezza di gusto e l’unicità dell’aroma. Successivamente, il celebre elisir viene sottoposto a 33 rigorosi controlli di qualità. Il risultato finale è ineguagliabile: all’olfatto rivela un accenno di vaniglia e panna, al palato ha un gusto pieno e rotondo dalla texture vellutata. Una punta decisa di pepe bianco e spezie e un retrogusto con note di mandorla e noci brasiliane completano il bouquet. About Belvedere Vodka Vodka di lusso per eccellenza, Belvedere Vodka è un mix di tradizioni antiche e fascino contemporaneo. Lanciata negli Stati Uniti nel 1996, è oggi un riconosciuto status symbol e un must della più ricercata Luxury way of life. Ingredienti purissimi e distillazione eccellente in una bottiglia elegante e inimitabile: il biglietto da visita di Belvedere Vodka. Allure magnetica e qualità estrema sono i focus values che hanno fatto di Belvedere Vodka il drink delle celebrities nel mondo dell’arte, della musica, dello spettacolo, dell’aristocrazia internazionali. La storia di Belvedere Vodka affonda le radici nel passato e si evolve verso la perfezione con ricercatezza, preziosità e gusto ineguagliabile: il moderno concetto di luxury style. Le sue origini sono d’altissimo lignaggio: il Dna di Belvedere Vodka viene da Polmos Zyrardóv, in Polonia. Ancora oggi viene distillata con la sapienza secolare di metodi che risalgono a 600 anni fa, utilizzando soltanto materie prime di altissima qualità. Belvedere Vodka ha iniziato a conquistare l’èlite del lusso anche in Italia nel 2005, e oggi è diventata il top luxury drink del jet set. Nel 2009, le esclusive Belvedere Macerate (Citrus, Orange, Black Raspberry) sono state le più premiate durante l’annuale Vodka Masters competition, surclassando più di 116 brand di vodka iscritti a questa famosa “blind tasting” internazionale. Belvedere è disponibile nei migliori nightclubs, loungebar e nelle più esclusive enoteche di tutto il mondo