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MERCOLEDI

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Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Settembre 2013
XXI GIORNATE DELLE SCIENZE ANIMALI  
 
Dal 18 al 20 settembre 2013 si terranno a Padova, in Italia, le Xxi giornate delle scienze animali (Animal Science Days), dedicate al tema "Le priorità di ricerca europee in scienze animali". Le scienze animali si occupano della scienza e dell´allevamento del bestiame, tra cui anche ma non esclusivamente i bovini da carne, i bovini da latte, gli equini, il pollame, gli ovini e i suini. Vengono applicati i principi delle scienze biologiche, naturali e sociali ai problemi legati alla produzione e alla gestione del bestiame. Le scienze animali si occupano anche dei prodotti alimentari di origine animale, nonché di aspetti quali l´alimentazione, la cura e il benessere degli animali. I temi principali della conferenza riguarderanno l´allevamento di bestiame, la nutrizione e l´alimentazione animale, l´allevamento e la genetica animale, la salute e il benessere degli animali e la qualità delle produzioni animali. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Asd2013.it/    
   
   
AGROALIMENTARE: VINI E VIGNETI DI LIGURIA ANCHE SU SMARTPHONE E TABLET IL PROGETTO DELL’ENOTECA REGIONALE PER PROMUOVERE LE PRODUZIONI  
 
Genova. Anche un App e un filmato da scaricare su smartphone e tablet per far conoscere, prima di gustarli, i vini di Liguria. L’applicazione, dedicata alle aree vinicole liguri, è prevista nel progetto dell’Enoteca Regionale “La Liguria ama i suoi vini”, vincitore di un bando comunitario sull’informazione e la comunicazione del patrocinio vitivinicolo del Piano di sviluppo rurale della Regione Liguria. Un modo, dopo il grande successo a Vinitaly 2013, per continuare a conquistare, sedurre e incantare tanti appassionati dei vini liguri, importanti per qualità, tipicità e unicità. L’enoteca Regionale “con questo progetto punta a una forte promozione dei vini liguri in forte crescita, anche attraverso iniziative territoriali e incontri fra le produzioni del Levante e del Ponente e le regioni limitrofe”, spiega il presidente Federico Ricci. Le aziende vinicole in Liguria sono oltre1700. Si tratta, nella stragrande maggioranza, di piccoli produttori. La superficie vitata regionale è di 1547 ettari, di cui540 a Doc- Denominazione di origine controllata di 53 quella dove si producono vini Igt e 954quelli da tavola. La produzione totale di vino è di oltre centocinquemila ettolitri, pari a una produzione di circa 4 milioni e mezzo di bottiglie. Il “sistema qualità” della vitivinicoltura ligure si esprime in otto denominazioni di Origine Controllata. Sono: Doc Ormeasco di Pornassio, Doc Rossese di Dolceacqua, Doc Riviera Ligure di Ponente, Doc Val Polcevera, Doc Golfo del Tigullio –Portofino, Doc Colline di Levanto, Doc Cinque Terre, Doc Colli di Luni e in quattro Indicazioni Geografiche Tipiche (Igt Liguria di Levante, Igt Colline del Genovesato, Igt Colline Savonesi, Igt Terrazze dell’Imperiese). Tra le uve a bacca bianca il vitigno più diffuso in tutte le quattro province liguri è il Vermentino, seguito dal Pigato e Lumassina per la provincia di Savona, il Bosco e l’Albarola per La Spezia, la Bianchetta e il Moscato per Genova. Tra le uve a bacca nera il Rossese di Dolceacqua, l’Ormeasco, la Granaccia e il Ciliegiolo sono tra i vitigni più rappresentativi. Tra i vini passiti da segnalare il celebre Schiacchetrà delle Cinque Terre. A questi vitigni “tradizionali” si aggiungono quelli frutto della valorizzazione del patrimonio varietale autoctono ligure curata dall’assessorato all’agricoltura regionale che ha permesso un recupero capillare su tutto il territorio di numerose varietà autoctone minori a bacca bianca e rossa di particolare valore enologico fra cui Ruzzese, Moscatello di Taggia, Barbarossa, Massaretta, Bruciapagliaio, Picabon, Fratepelato, Vermentino nero.  
   
   
EXPO, APPELLO AL CONI: IL LOGO SULLE DIVISE AZZURRE  
 
Monza - "Il mio auspicio é vedere le nazionali italiane promuovere Expo all´estero sulle maglie e sulle divise". Così l´assessore allo Sport e Politiche per i giovani di Regione Lombardia Antonio Rossi durante la presentazione del Gran Premio di Monza. "Chiedo al presidente del Coni Lombardia Pierluigi Marzorati qui presente - ha aggiunto - di proporre al presidente Malagò che le nostre Nazionali all´estero promuovano quella che lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha definito una manifestazione importantissima per l´Italia". "Sono certo - ha concluso Rossi - che il presidente del Coni Malagò coglierà la bontà di questa proposta e l´accoglierà e che Expo sarà ben felice di concedere il logo per le maglie dei nostri azzurri".  
   
   
MARCHE: PUBBLICATO IL BANDO PER L’IMBOSCHIMENTO E LA TARTUFICOLTURA: RISORSE PER MEZZO MILIONE DI EURO.  
 
E’ stato pubblicato il nuovo bando del Piano di sviluppo rurale che sostiene l’imboschimento dei terreni agricoli per la tutela dal dissesto idrogeologico e l’attenuazione dei cambiamenti climatici nelle Marche. Il provvedimento della Regione favorisce anche lo sviluppo della tartuficoltura rafforzando le linee di intervento approvate con la recente L.r. 3/2013. A disposizione risorse per mezzo milione di euro. “Lo scopo è quello di tutelare e valorizzare il territorio – spiega l’assessore all’Agricoltura Maura Malaspina - attraverso la salvaguardia del suolo e del paesaggio, di preservare la qualità della risorsa idrica e di concorrere all’attenuazione dei cambiamenti climatici. Obiettivi importanti che ci hanno fatto impegnare ulteriori risorse del Psr che riteniamo strategiche. Utilizzando specie adatte alle condizioni locali e compatibili con i requisiti ambientali – prosegue Malaspina - cerchiamo di favorire sia l’assorbimento del carbonio in atmosfera sia la tutela del suolo nelle aree collinari, contrastando l’erosione e il dissesto idrogeologico che oggi, in Italia, è sempre più tristemente d’attualità. L’imboschimento che incentiviamo inoltre, ha anche l’effetto di ricomporre il paesaggio naturale marchigiano, attraverso specie autoctone. Malgrado le forti difficoltà economiche e i tagli alle risorse alle Regioni, crediamo sia prioritario investire sulla tutela del territorio e sull’economia verde, settori che offrono opportunità per nuova imprenditorialità e occupazione”. Il bando inoltre, come già detto sopra, darà nuovo impulso allo sviluppo della tartuficoltura uno dei settori di nicchia che caratterizzano il territorio marchigiano per l’eccellenza delle produzioni. Infine, potranno essere rafforzati gli impianti per la difesa del suolo, con boschi misti di latifoglie autoctone, escluse quelle a rapido accrescimento, con durata illimitata. Il finanziamento prevede un contributo alle spese di impianto – che varierà dal 70 all’80 per cento, in base alle zone – un premio annuale della durata di 5 anni per la manutenzione degli impianti e un premio annuale per la perdita di reddito della durata di 10 anni. Possono accedere alle agevolazioni gli imprenditori agricoli e i proprietari con la qualifica di Ente Pubblico. La domanda va predisposta sul Sistema Informativo Agricolo Regionale (Siar) entro le 13.00 del 19 ottobre 2013 ed entro lo stesso termine, in formato cartaceo, deve pervenire alla struttura regionale decentrata, competente in base al luogo di impianto dell’ imboschimento. Il caricamento delle domande di aiuto sul sistema informatico sarà consentito a partire dal 02 settembre 2013. Tutte le informazioni sono disponibili al link www.Agri.marche.it e nelle Strutture decentrate agricole della Regione Marche.  
   
   
LOMBARDIA: INNOVAZIONE FONDAMENTALE IN AGRICOLTURA  
 
Mariana Mantovana/mn - Prosegue il "percorso" di approfondimento e conoscenza delle attività legate alle produzioni che caratterizzano i diversi territori. L´assessore regionale all´Agricoltura, Gianni Fava, ha visitato Cascina Valcarengo, a Sesto e Uniti, in provincia di Cremona. Un´azienda di 150 ettari, con 750 animali da mandria di cui 350 da mungitura. Un caso unico, di una cascina storica, abbandonata e rimessa in piedi con tutte le caratteristiche dell´allevamento piu moderno. Compresa una sala di mungitura nuovissima, che sarà inaugurata martedì prossimo, dotata di sistemi di controllo con tecnologia israeliana. "Il mondo cambia, le esperienze di oggi sono un chiaro segnale - ha detto l´assessore Fava -. In provincia di Cremona abbiamo visto un´azienda gestita da industriali che hanno scelto di dedicarsi all´allevamento dei bovini da latte. Non piu´ quindi l´agricoltura vista come forma di investimento, ma come forma di ritorno concreto a un´attività che da sempre caratterizza questa parte di territorio". Lumache, Un Business - Seconda visita presso l´azienda di Derek Boscaini, a Mariana Mantovana (Mn). Boscaini viene da una famiglia di panificatori, ma dopo alcuni anni vissuti da fornaio ha deciso di concretizzare quell´idea che da tempo girava in famiglia: allevare lumache. In una serra di 30 metri per 15, utilizzata al 50%, alleva 15 mila lumache, ma punta al raddoppio. Le lumache sono vendute vive alla gastronomia di famiglia, alla ristorazione e ai farmers market. Ma una volta terminate le procedure di autorizzazione, il prossimo passo sarà la produzione di piatti pronti, con un pensiero - perché no? - anche alla ristorazione. "Un´azienda assolutamente innovativa, di un giovane che viene da una famiglia che da decenni si occupa di panificazione. Lui ha deciso di occuparsi di lumache, allevandole. Un prodotto con una nicchia di mercato - ha detto Fava, al termine della visita - caratterizzato da forte richiesta e offerta molto limitata. Un´esperienza che da´ il senso di come si possano trovare giovani disponibili a investire in agricoltura tempo, denaro, risorse, per trovare spazio in un mondo che come gli altri segue sempre più la strada dell´innovazione".  
   
   
APICOLTURA CASENTINESE SOSTIENE LA COOPERATIVA AMANINUDE PER LA PRODUZIONE APISTICA BIOLOGICA  
 
Progetto di solidarietà sociale di Apicoltura Casentinese che fornisce materiali, attrezzature e formazione alla cooperativa agricola aManinude per la realizzazione di un nuovo progetto di produzione di miele biologico. Bibbiena (Arezzo), 28.08.2013. Apicoltura Casentinese si impegna nel sociale, fornendo materiali ed attrezzature alla giovane cooperativa agricola aManinude che intende creare nuova occupazione per soggetti svantaggiati - quali ex-detenuti ed ex-tossicodipendenti - nel settore della produzione apistica biologica (miele, polline e pappa reale). Si tratta di un progetto alla sua prima stagione apistica in cui Apicoltura Casentinese ha fornito a condizioni di prezzo e di pagamento agevolate 60 famiglie di api, arnie, vestiario e smielatori oltre all’attività di formazione e nel quale ha “rivisto” - nell’arrivo delle prime api, nelle prime cassettine e negli spostamenti tra montagna e fondovalle - i primi sogni e i propri inizi di 30 anni fa. La storia di aManinude è recente ma le sue radici attingono alle storie delle organizzazioni da cui proviene: Ceis - Centro di Solidarietà di Arezzo, attivo da 30 anni nel campo del trattamento delle tossicodipendenze, l’Associazione I Care che opera dal 1998 nei centri giovanili e nelle scuole per la prevenzione del disagio e la cooperativa sociale I Care Ancora, che ha come l’obiettivo di creare posti di lavoro stabili in vari settori, a favore di soggetti con difficoltà di inserimento. "Creare nuova occupazione oggi equivale ad una missione sociale. Noi abbiamo pensato di investire in un´agricoltura di qualità, soprattutto apicoltura biologica. Per una giovane azienda come la nostra - ha dichiarato Francesco Baroni, responsabile della cooperativa e uno dei soci fondatori di aManinude - questo vuol dire dialogare con il territorio, con le sue potenzialità e le sue risorse, nel nostro caso il Casentino e la Toscana. Abbiamo trovato in Apicoltura Casentinese un soggetto attento ai nostri progetti ed interessato al buon esito dei nostri impegni”. “La nostra convinzione - ha aggiunto Baroni - è che con una seria formazione ed una assistenza tecnica di qualità, assieme ad attrezzature e materiali di primo livello, si possa arrivare ad una nuova occupazione, non solo a favore di soggetti cosiddetti svantaggiati, con cui siamo soliti lavorare già in altri settori di impresa, ma anche a favore dei giovani in cerca di occupazione. Sono infatti i giovani a cui stiamo soprattutto pensando mentre mettiamo in moto tutto questo.” Specializzata in prodotti apistici e loro derivati, sin dalla sua fondazione nel 1982 Apicoltura Casentinese si è impegnata in un percorso di sviluppo di infrastrutture e macchinari, di aggiornata professionalità da parte del personale e di Ricerca & Sviluppo di nuovi prodotti, che hanno contribuito alla creazione di una struttura produttiva all´avanguardia nel settore e al raggiungimento di standard operativi conformi alle certificazioni Haccp, Iso 9001, Brc e Ifs. Il patrimonio apistico è costituito da migliaia di alveari certificati biologici e dal rapporto diretto con gli apicoltori di ogni regione italiana che fanno dell’azienda un punto di riferimento per i mieli di alta qualità italiani. “Oggi Apicoltura Casentinese è madrina di una nuova partenza – ha sottolineato Maurizio Fabbri, Presidente di Apicoltura Casentinese. Una partenza dalle api e dal Casentino, fornendo fiducia e sostegno a chi trenta anni dopo di lei prova di nuovo a progettare con le api un presente ed un futuro migliori”. http://www.apicolturacasentinese.com/  
   
   
VENDEMMIA: VINO VENETO È TRASPARENZA, ATTRATTIVA, QUALITÀ E CONVENIENZA. ED È IL 3,1 PER CENTO DEL VINO DI TUTTO IL MONDO  
 
Venezia - Mercoledì 4 settembre, nell’aula magna della sede centrale di Veneto Agricoltura ad Agripolis (Viale dell’Università 14, Legnaro – Pd) alle ore 10, il mondo del vino Veneto “tasterà il polso” alla vendemmia 2013 in corso nel Triveneto, comparandola con altre aree italiane e straniere. “Un evento giunto alla 35esima edizione – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato – che investe un comparto produttivo divenuto strategico per l’agricoltura, l’agroalimentare, l’economia, l’immagine e il turismo del Veneto”. “Ricordo che il Veneto produce circa il 3,1 per cento del vino dell’intero pianeta – aggiunge Manzato – con circa 8 milioni di ettolitri rispetto ad un dato produttivo che l’Oiv ha quantificato nel 2012 in circa 254 milioni di ettolitri. E non è solo una questione di quantità, ma anche di qualità e valore. Ribadisco il dato di circa 1,5 miliardi di euro dell’export enologico regionale, pari a quasi il 31 per cento delle intere esportazioni italiane di vini e di mosti, dato che, in valore, dovrebbe crescere ancora nell’anno corrente. Nel nostro territorio, la sola provincia di Treviso produce l’1,3 per cento del vino mondiale e, per fare un paragone interno, mette sul mercato oltre 2 milioni di ettolitri di vino a Denominazione, quantità che sfiora l’intera produzione Doc e Docg del Piemonte e supera del 35 per cento la produzione a denominazione della Toscana. Verona non è da meno: produce circa l’1,1 per cento del vino planetario, del quale, di cui quasi 1,66 milioni di ettolitri a Denominazione. Tutto questo all’interno di un rapporto prezzo-qualità che non ha eguali altrove”. “Come prima regione produttrice d’Italia e dunque del mondo – dice ancora Manzato – abbiamo anche delle responsabilità, sia all’interno del mercato nazionale, sia all’estero. E la prima di queste responsabilità è la trasparenza del sistema nel suo complesso, con un vigneto regionale sostanzialmente in ordine, una filiera ordinata, coesa e in sintonia con le istituzioni, con chiarezza di obiettivi e metodi, forte di strutture di ricerca e di controllo di prim’ordine. Per noi è stato ed è normale aver investito con trasparenza cristallina, come ci è stato riconosciuto nei giorni scorsi dandoci anche in questo il primato nazionale, i fondi comunitari per la promozione del nostro vino nei Paesi Terzi: finora 9,2 milioni di euro, su una disponibilità di 10,4 milioni di euro, per progetti che hanno coinvolto il sistema produttivo e creato investimenti per 20 milioni. Avanti così, lungo una strada maestra chiara, che restituisce profitto ai produttori e soddisfazione a tutto il ‘made in Veneto’”.  
   
   
PROSECCO. ECCEDENZE RESE DI UVA E VINO VENDEMMIA 2013 NON POTRANNO RIPORTARE NELLA DESIGNAZIONE IL RIFERIMENTO AL NOME DEL VITIGNO “GLERA”  
 
Non potranno riportare nella designazione il riferimento al nome del vitigno “Glera”, i quantitativi di prodotto ottenuti dalla vendemmia 2013 che eccedono le rese di uva e vino (i cosiddetti “superi di campagna e di cantina”) previste dai disciplinari di produzione della Doc “Prosecco” e delle Docg “Conegliano Valdobbiadene–prosecco” e “Colli Asolani–prosecco” o “Asolo–prosecco”. Pertanto, i vini ottenuti da tali ”superi”potranno essere designati ed immessi al consumo con il riferimento al colore bianco o altra indicazione consentita dalla vigente normativa. Lo prevede un Decreto della Regione del Veneto, adottato d’intesa con la Regione Friuli Venezia Giulia, su richiesta dei Consorzi di tutela delle Docg “Conegliano Valdobbiadene-prosecco” e “Colli Asolani-prosecco” o “Asolo-prosecco” e della Doc “Prosecco”. Tale richiesta è stata sottoscritta anche dai rappresentanti della Federazione regionale Coldiretti del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, dalla Copagri del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, dalla Confederazione italiana agricoltori del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, dalla Confagricoltura del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, dalla Confcooperative del Friuli Venezia Giulia e del Veneto e da Unindustria, che rappresentato la quasi totalità dei viticoltori, vinificatori e imbottigliatori che operano nel territorio. La struttura di controllo Valoritalia Srl, incaricata del controllo delle predette denominazioni e delle indicazioni geografiche tipiche esistente sul territorio Veneto, controllerà che sia data applicazione alle limitazioni previste. Avepa, dal canto suo, assicurerà che il sistema informativo di gestione della dichiarazione unificata dei vini tenga conto delle limitazioni sopra indicate. Il Decreto regionale sarà pubblicato integralmente nel sito della Direzione competitività sistemi agroalimentari, al seguente indirizzo: http://www.Regione.veneto.it/web/agricoltura-e-foreste/vino e nelle news del “portale regionale Piave” al seguente indirizzo: http://www.Piave.veneto.it/web/guest/home. “Abbiamo accolto la richiesta dei Consorzi di tutela – ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato – per evitare che vengano offerti sul mercato prodotti similari ai vini Prosecco a Do e Docg; potrebbero infatti essere messi vini frizzanti Igt o vini spumanti varietali con il riferimento al nome del vitigno “Glera” ottenuti dalla medesima superficie, che possono ingenerare confusione nei consumatori e danni alle Denominazioni stesse”.  
   
   
TUBERCOLOSI DEL CINGHIALE: LA REGIONE MARCHE RAFFORZA I CONTROLLI E LA BONIFICA.  
 
La Regione sta monitorando attentamente la questione della tubercolosi dei cinghiali (e bovina) in quanto potenzialmente trasmissibile all´uomo attraverso l´ingestione di carne e dannosa per l´economia regionale. Il vero punto di debolezza del sistema è stato individuato nel bracconaggio: infatti, sono i bracconieri a fornire carne non controllata ai consumatori e ai ristoratori (che rischiano di essere altre vittime di questa situazione) con il rischio di infettare gli utenti. Invece, la caccia di selezione è sicura in quanto le squadre sono munite di veterinario che certifica le carni. Su iniziativa dell´assessore alla Caccia, Paola Giorgi, che sta lavorando in equipe con i colleghi Mezzolani (Sanità) e Malaspina (Agricoltura), verranno immediatamente convocate le associazioni venatorie, gli Atc, le squadre per la caccia di selezione al cinghiale, le associazioni di categoria, le forze dell´ordine, i servizi veterinari, per concordare un´azione di rafforzamento dei controlli delle carni, di bonifica della malattia e di isolamento e punizione dei bracconieri che commettono un grave reato contrabbandando carne potenzialmente infetta.  
   
   
AGROALIMENTARE IN LOMBARDIA: LA PROMOZIONE PASSA ANCHE DAI CUOCHI  
 
Mantova - "La promozione dell´agroalimentare mantovano e, più ampiamente, del ´Made in Italy´, parte certamente dalla qualità della materia prima, ma non può prescindere da altri elementi: la cultura, il gusto, gli ´ambasciatori´ del ´Made in´, che sono i maestri di cucina". E´ il messaggio portato dall´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava al convegno sull´internazionalizzazione dell´agroalimentare, organizzato al Teatro Bibiena dal Comune di Mantova. "Promuovere i prodotti tipici - ha proseguito Fava - richiede infatti il contributo dei cuochi, che sono grandi artisti, artigiani, in grado di interpretare un messaggio, prima ancora di un prodotto. E lo dico rivolgendo un ringraziamento al maestro Gualtiero Marchesi, che, con il suo talento, è ancora oggi uno degli esempi più felici di diffusione delle tipicità enogastronomiche del ´Made in Italy´". Accordi Bilaterali Contro Contraffazione - Fava ha poi richiamato l´attenzione anche sul tema della contraffazione, essendo stato presidente della Commissione parlamentare anticontraffazione: "Serve maggiore tutela da parte dell´Unione europea e del Ministero delle Politiche agricole attraverso accordi bilaterali". "Oggi siamo condannati dall´Unione europea per il latte a lunga conservazione - ha proseguito il responsabile dell´Agricoltura lombarda - e veniamo penalizzati da Bruxelles". "Così non va assolutamente bene - ha lamentato - esigiamo più tutele e rispetto". Ricerca Della Qualità - "La ricerca della qualità è una delle missioni del ´Made in Italy´ e dei prodotti tipici della Lombardia, una regione che esporta oltre 5 miliardi di euro di prodotti agroalimentari - ha infine ricordato l´assessore -. La presenza, qui, di una importante delegazione di cuochi tedeschi è l´occasione anche di far conoscere il gusto dell´Italia agli artisti di quel Paese, che, per la Lombardia, rappresenta il primo mercato di sbocco per l´agroalimentare". L´assessore Fava ha poi consegnato, insieme all´assessore ai Grandi eventi del Comune di Mantova, il premio ´Mantova città delle stelle´, alla prima edizione, assegnato a Giorgio e Vera Bina, rispettivamente patron e chef del ristorante Aquila Nigra di Mantova.  
   
   
LOMBARDIA, BIOGAS: BENE L´UTILIZZO DI SOTTOPRODOTTI, NON DEL MAIS  
 
Milano - "La diffusione del biogas in Lombardia impone una riflessione equilibrata, senza scadere in allarmismi che potrebbero troppo facilmente suggestionare l´opinione pubblica. Sul tema serve un approccio maturo, ma la direzione che il settore agro-energetico sta imboccando mi sembra corretta. Le linee da seguire dovranno privilegiare sempre di più l´utilizzo di reflui zootecnici, sottoprodotti e biomasse di seconda e terza generazione, per non distogliere risorse destinate alla zootecnia e non innescare pericolose speculazioni sui prezzi degli affitti e delle materie prime". L´assessore regionale all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava interviene così sul tema delle energie rinnovabili e annuncia che "nel prossimo Piano di sviluppo rurale 2014-2020, verrà incentivata la crescita delle agro-energie, nella misura in cui apporteranno benefici sostenibili per il sistema primario. E in quest´ottica attiveremo un dialogo a livello di Macroregione agricola del Nord, in modo da adottare linee condivise". Politica Comune Su Utilizzo Biomasse - La Lombardia, prima realtà italiana per numero di impianti a biogas (319 nel 2011, fonte: Gse), "si farà promotrice di un coordinamento con le Regioni del Nord - annuncia Fava -, per condividere una politica uniforme sulle energie da fonte agricola ed evitare fenomeni dannosi per gli agricoltori". È positivo, per l´assessore Fava, "il ricorso a biomasse vegetali come le colture foraggere diverse dal mais insilato: sottoprodotti della produzione dei cereali, stocchi di mais, stocchi di sorgo, primi sfalci primaverili di coltivazioni erbacee. In una certa misura rappresentano una novità nel mondo della produzione di energia". Uno sviluppo più armonico degli impianti di biogas passa attraverso taglie dimensionali più contenute e alla destinazione consapevole delle biomasse. "Impiegare erba medica nei digestori, un fenomeno che ha coinvolto per fortuna solo qualche operatore, rischia di far impennare ulteriormente il prezzo di un prodotto di qualità, ma destinato ai bovini. Evitiamo di distoglierlo da questa sua naturale funzione alimentare" ammonisce Fava.