Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Luglio 2014
UE: RIDURRE L´IMPATTO AMBIENTALE DELLE AZIENDE AGRICOLE LUNGO L´ARCO ATLANTICO  
 
L´allevamento di bestiame in alcune parti d´Europa segue un modello intensivo che - pur se economicamente vantaggioso - è spesso dannoso per l´ambiente. Gli effetti collaterali del modello di allevamento intensivo di suini, pollame e bovini comprendono le emissioni di gas serra (ammoniaca, protossido di azoto e metano) e l´inquinamento del suolo e delle acque da nitrati. Il progetto Batfarm ("Evaluation of Best Available Techniques to decrease air and water pollution in animal Farms"), finanziato dall´Ue, potrebbe presto essere in grado di aiutare gli agricoltori a ridurre gli impatti ambientali negativi. Con l´avvicinarsi del completamento del progetto, i ricercatori si apprestano a pubblicare un nuovo software gratuito per aiutarli a selezionare le migliori tecnologie e strategie per la gestione dei rifiuti dell´allevamento del bestiame. Lo strumento è stato sviluppato a seguito di uno studio dettagliato per valutare l´efficacia delle tecnologie e delle pratiche utilizzate nelle aziende zootecniche lungo il cosiddetto "Arco Atlantico". Questo "arco" copre le regioni occidentali d´Europa, dove i terreni poveri spesso conducono a sistemi intensificati. Batfarm ha studiato le aree remote con elevato valore culturale e turistico in cui l´allevamento riveste un ruolo importante nell´economia locale. Inoltre, esse condividono una particolare vulnerabilità all´inquinamento a causa di suoli poveri, terreni collinari e sistemi fluviali relativamente brevi. Il team Batfarm ha visitato le aziende agricole lungo l´Arco Atlantico per valutare le tecnologie e i processi utilizzati, come ad esempio il tipo di pavimento nelle stalle, l´uso di additivi nello stoccaggio dei liquami, il rivolatamento del letame, i sacchi flessibili per la raccolta e lo stoccaggio dei liquami, i bio-depuratori di gas, l´areazione dei liquami e l´incorporazione del letame nel suolo. Il software sviluppato dal team del progetto valuterà strategie per ridurre la perdita di nutrienti e le emissioni di ammoniaca, metano e protossido di azoto nei vari stadi di produzione. Il team ha concluso che non esiste una tecnologia o gestione unica da raccomandare su tutta la linea, ma che le aziende vanno considerate caso per caso. Il software aiuterà gli allevatori a selezionare le migliori tecnologie e pratiche per gestire i rifiuti agricoli, da applicare in base alle caratteristiche particolari della loro azienda. In definitiva, lo scopo di questo software e dell´intero progetto Batfarm è quello di ridurre l´impatto ambientale sull´aria, l´acqua e il suolo delle tecnologie utilizzate nelle aziende zootecniche della zona atlantica. Guidati dall´Istituto basco per la ricerca e lo sviluppo agricolo (Neiker-tecnalia), il progetto Batfarm rientra nel quadro del programma operativo per la cooperazione transnazionale nell´area atlantica 2007-2013. La conferenza finale del progetto ha avuto luogo a metà maggio a Derio, in Spagna, e il progetto si concluderà il 31 luglio. Il software Batfarm sarà presto disponibile gratuitamente sul sito web di ciascuna delle istituzioni partner che hanno partecipato alla costruzione dello strumento. Per maggiori informazioni, visitare: Batfarm http://www.Batfarm.eu/    
   
   
UE: DONAZIONI DI CIBO - AIUTARE I POVERI ED EVITARE LO SPRECO ALIMENTARE  
 
Donazione di cibo è una leva importante per ridurre la povertà alimentari e spreco di cibo in tutta Europa. Questo è stato il messaggio chiave espresso dal Comitato economico e sociale europeo (Cese) durante il convegno " donazione Food. Combattere la povertà alimentare e affrontare spreco alimentare " , tenutasi a Bruxelles il 7 luglio in collaborazione con la Federazione Europea dei Banchi Alimentari ( Feba ) . Il Presidente del Cese Henri Malosse ha aperto l´evento con una dichiarazione sulla responsabilità dell´Europa: "Una società che spreca un terzo del suo cibo commestibile, mentre tanti esseri umani soffrono la fame non può chiamarsi umana" . Anche se molte aziende e privati ​​sarebbero pronti a donare eccedenze alimentari, ostacoli legislativi e pratici - che variano tra gli Stati membri - in realtà impediscono loro di farlo. Norme più chiare per facilitare la donazione di cibo - Durante la conferenza, Bio da Deloitte ha presentato i risultati di uno studio commissionato dal Comitato che si è concentrata su ostacoli e buone prassi per quanto riguarda la donazione di cibo. Ci sono già esempi di legislazione e di pratiche che agevolino la donazione alimentare in Europa - hanno semplicemente bisogno di essere implementato. È necessaria tutta l´Ue indicazioni su strumenti fiscali, la gerarchia uso alimentare, la responsabilità e il cibo durata. "Lo studio mostra chiaramente che è assolutamente necessario un quadro legislativo europeo più armonizzato in materia di donazione di cibo per facilitare l´accesso alle risorse alimentari per i più bisognosi" , ha detto Gerard Alix, project manager di Feba. Lo studio ha seguito a partire il parere del Cese, adottato nel marzo 2013, sul contributo della società civile per le perdite alimentari e spreco di cibo. "La relazione rappresenta una valida base per i prossimi passi cruciali nel fare donazioni più semplice garantendo la sicurezza alimentare. Ora dobbiamo intraprendere azioni a livello dell´Ue " , ha dichiarato Yves Somville . Banchi alimentari un elemento chiave - Nell´unione europea, 79 milioni di cittadini Ue vivono al di sotto della soglia di povertà e 16 milioni dipendono dagli aiuti alimentari da parte delle istituzioni di beneficenza, mentre 89 milioni di tonnellate di cibo viene sprecato. Banche alimentari svolgono un ruolo cruciale nel processo di donazione di cibo, recuperando il cibo da donatori (produttori di alimenti, distributori, rivenditori o individui) e la ridistribuzione a organizzazioni della società civile e dei servizi sociali di sostegno agli indigenti.  
   
   
NUOVO PSR, 1 MILIARDO 190 MILIONI DI EURO PER L´AGRICOLTURA EMILIANO-ROMAGNOLA.  
 
Bologna - La Regione Emilia-romagna scommette sull’agricoltura come volano di sviluppo per tutto il territorio grazie al Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 che potrà contare su una dotazione di 1 miliardo 190 milioni. “Un’iniezione di denaro senza precedenti, la più alta delle ultime programmazioni e la più alta tra tutte le regioni del nord Italia – ha detto il 5 luglio a Bologna l’assessore regionale al’agricoltura Tiberio Rabboni presentando il programma – vogliamo dare un’ ulteriore spinta a un settore che, anche in questi anni di crisi, ha continuato ad avere il segno positivo. Dal 2008 a oggi la produzione agricola emiliano-romagnola è aumentata in valore del 10%, l’agroalimentare vale 20 miliardi di fatturato, il 15% del totale nazionale, mentre nel 2013 l’Emilia-romagna è diventata la prima regione in Italia per esportazione di prodotti alimentari con il 16% del totale nazionale. Vogliamo continuare a crescere, ci sono le condizioni per farlo”. Competitività, ambiente, giovani e lavoro, sviluppo dei territori di montagna e delle zone rurali più fragili, le priorità del nuovo Psr. Diecimila i progetti che saranno finanziati, 29 mila gli interventi di formazione e consulenza tecnica, 200 mila gli ettari su cui verranno realizzate buone pratiche ambientali, rafforzando il biologico e la produzione integrata. Per raggiungere questi obiettivi la Regione ha raddoppiato le risorse dal proprio bilancio che passano, rispetto alla precedente programmazione, da 106 a 203 milioni di euro. Ammontano invece a 513 milioni di euro i finanziamenti che arrivano dall’Europa (29 milioni in più rispetto al periodo 2007-2013), mentre la quota statale è di 474 milioni (6 milioni in più). Il Psr 2014-2020 è stato approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale. Il 15 luglio dovrà passare all’approvazione dell’Assemblea legislativa per poi essere trasmesso a Bruxelles per l’ok definitivo. Il testo attuale è il frutto di un’ampia consultazione con il mondo agricolo che è partita nel maggio 2013, con numerosi incontri che hanno coinvolto oltre mille persone, tra rappresentanti delle associazioni agricole, istituzioni, portatori di interesse. Competitività delle imprese - Per sostenere la competitività e la redditività delle imprese la Regione mette a disposizione 544,6 milioni di euro di finanziamenti pubblici, che mobiliteranno 932 milioni di investimenti. Serviranno per cofinanziare circa 6.600 progetti. L’obiettivo è aumentare e stabilizzare la redditività delle imprese agricole, ancora oggi troppo spesso anello debole della catena che porta al consumatore finale; ammodernare i processi produttivi, sostenere le produzioni di qualità, diversificare l’attività agricola. Una corsia privilegiata sarà destinata alle reti di imprese “dalla terra alla tavola” e alle diverse forme di agricoltura organizzata, per ridurre i costi e fare sistema. Il pacchetto giovani - Il Psr 2014-2020 avrà al centro i giovani, con un pacchetto di misure che vale 130 milioni di euro. Chi avvierà una nuova impresa agricola potrà contare su un premio per il primo insediamento compreso tra i 40 mila e i 70 mila euro in base al valore del progetto aziendale. Non solo: gli under 40 avranno una priorità di accesso in tutte le misure del nuovo Psr. L’innovazione - Ammontano a 96 milioni di euro le risorse per sostenere l’innovazione e la conoscenza in agricoltura, di cui il 70% per il trasferimento tecnologico e lo sviluppo di processi produttivi più rispettosi dell’ambiente e il 30% per la formazione e la consulenza (29 mila interventi). Le azioni interverranno trasversalmente a tutte le tematiche concentrandosi prevalentemente sui temi della competitività e della sostenibilità ambientale. L’ambiente - All’ambiente andranno 526,9 milioni di euro. Serviranno per ridurre l’impatto delle attività agricole, sostenere la produzione biologica e integrata (l’obiettivo è intervenire su 200 mila ettari di superficie agricola), tutelare gli habitat naturali, la biodiversità, il paesaggio e migliorare la fertilità dei suoli, contrastando l’erosione di terreno agricolo. In particolare 104 milioni di euro, per un investimento complessivo di 189 milioni di euro cofinanzieranno circa 1.600 progetti di investimento per ridurre le emissioni in atmosfera, razionalizzare il consumo energetico e idrico, il sequestro di carbonio attraverso la forestazione. Il pacchetto forestazione potrà contare su 35 milioni di euro per realizzare nuovi imboschimenti e tutelare il patrimonio forestale esistente per circa 4 mila ettari. La montagna: un polo socio-assistenziale in ogni Distretto sanitario - Tra il 2000 e il 2010 la superficie agricola in montagna è diminuita del 21%. Per contrastare abbandono e dissesto idrogeologico, il Psr riconosce alle aree appenniniche una priorità trasversale in molte misure e condizioni particolari di accesso. Inoltre i territori collinari e montani potranno contare sull’innalzamento delle risorse dedicate alle indennità compensative per circa 90 milioni di euro e su circa 50 milioni per la prevenzione del dissesto idrogeologico nelle aziende agricole e nelle are forestali. Infine, ammontano a 93 milioni di euro i finanziamenti più direttamente dedicati a investimenti strategici per contrastare l’abbandono del territorio, migliorando i servizi. In particolare, circa 66,4 milioni saranno destinati a sostenere le attività dei Gal (Gruppi di azione locale), ovvero associazioni miste, in prevalenza private, che operano con progetti di sviluppo locale nelle aree appenniniche e nel Delta del Po. Questo plafond permetterà di finanziare almeno mille progetti sul territorio a vantaggio di circa 700 mila abitanti. Con oltre 26 milioni la Regione sosterrà inoltre 179 progetti destinati ad aumentare la dotazione di servizi, a partire dalla apertura in ogni Distretto sanitario di un polo socio-assistenziale. Verranno anche finanziati progetti di recupero di edifici pubblici che potranno essere adibiti a centri visita, punti di ristoro, luoghi di aggregazione e il contrasto al digital divide, attraverso la diffusione della banda larga e l’informatizzazione di scuole, biblioteche e musei. Saranno realizzate centraline pubbliche per la produzione di energia termica ed elettrica da fonti rinnovabili.  
   
   
ATTUAZIONE MISURE "OCM VINO", ALLE AZIENDE UMBRE 7 MLN EURO DI CONTRIBUTI PER ANNUALITÀ 2013-2014  
 
Perugia – "Circa sette milioni di euro per rendere più forte il vino umbro sul mercato nazionale e globale: sono ingenti le risorse di cui beneficeranno a breve le imprese vitivinicole dell´Umbria che investono per innovarsi e innalzare la qualità del prodotto e della produzione". È quanto sottolinea l´assessore all´Agricoltura, Fernanda Cecchini, rendendo noto che gli uffici dell´Assessorato regionale hanno concluso l´istruttoria relativa alle domande di aiuto per la concessione di contributi previsti dalla misura degli investimenti e della ristrutturazione vigneti per l´annualità 2013/2014 nell´ambito dal Programma nazionale di sostegno del settore vino - Ocm Vino. "Le diverse misure finanziate con l´Ocm vino e, prossimamente, gli interventi previsti nel nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, nel quale avremo a disposizione maggiori risorse per il settore, rappresentano – rileva - un importante sostegno per la filiera vitivinicola regionale: dalla produzione dell´uva, alla trasformazione e commercializzazione del vino per finire alla promozione, in coerenza con gli obiettivi strategici che abbiamo individuato nel Progetto speciale per il settore vino". In particolare, per la misura degli investimenti sono state finanziate 51 domande di aiuto, tra annuali e biennali, presentate da imprese di trasformazione del settore vitivinicolo per un totale di contributi ammessi pari a 4.280.496 euro e un volume di investimenti pari a 10.911.761 euro. La misura, spiega l´assessore, è specifica per il settore vitivinicolo ed ha come obiettivo prioritario di aumentare la competitività delle imprese vitivinicole attraverso investimenti per l´adeguamento dell´offerta alla domanda di mercato e per l´incremento delle vendite di vino. Le principali tipologie di investimenti finanziate sono state la costruzione/ristrutturazione di impianti aziendali per la produzione, trasformazione, confezionamento, commercializzazione, conservazione e stoccaggio dei prodotti vitivinicoli; la realizzazione e l´allestimento di punti vendita e sale di degustazione di prodotti vitivinicoli; l´acquisto di macchinari e attrezzature per le cantine, recipienti, contenitori e botti, comprese le "barrique"; l´acquisto di hardware, software per la gestione aziendale, stampanti, arredi e mobili per ufficio; la realizzazione di siti Internet per la commercializzazione di prodotti vitivinicoli. Nell´ambito della misura per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti sono state finanziate 77 domande, per un totale di contributi ammessi pari a 1.602.345 euro. Gli interventi finanziati hanno riguardato la ristrutturazione di circa 145 ettari di vigneti attraverso il reimpianto o impianto di vigneti con il rinnovo varietale, la razionalizzazione dei sesti di impianto e delle forme di allevamento e il sovrainnesto. Obiettivo della misura è "di aumentare la competitività del settore attraverso il miglioramento qualitativo delle produzioni regionali, l´adeguamento della produzione alle richieste del mercato, la riduzione dei costi di produzione attraverso l´introduzione della meccanizzazione parziale o totale delle operazioni colturali". I contributi saranno liquidati dall´Agea, l´Agenzia per le erogazioni in agricoltura, entro il prossimo 15 ottobre successivamente all´esito positivo dei collaudi. A questi contributi – ricorda l´assessore Cecchini - si aggiungono quelli già finanziati per l´annualità 2013/2014 nell´ambito della misura della Promozione sui mercati dei Paesi terzi dei vini Docg, Doc e Igt. Nell´ambito di questa misura sono stati finanziati 10 progetti regionali presentati da aziende vitivinicole singole o in forma associata (Consorzi di Tutela, Associazioni temporanee di impresa), per un totale di contributi ammessi pari a 1.110.729,17 euro. I progetti approvati prevedono interventi di promozione sui principali mercati extra Unione Europea: Stati Uniti in primo luogo, ma anche in Cina, Russia, Canada e Svizzera. Il contributo previsto è pari al 50% della spesa ammessa. Il progetto presentato dal Consorzio Tutela Vini di Montefalco, rivolto al mercato degli Stati Uniti, è stato finanziato con un contributo aggiuntivo del 20 per cento, con fondi regionali. "A breve – conclude l´assessore - sarà emanato il nuovo bando regionale ‘Ocm´ vino per la promozione nei Paesi extra Unione europea, con una dotazione finanziaria di oltre 1 milione e 300mila euro".  
   
   
CONSORZIO AGRARIO PAVIA: TUTELARE OCCUPAZIONE  
 
Milano - Dopo il colloquio dello scorso 1 luglio, l´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia Mario Melazzini ha incontrato nuovamente, a Palazzo Lombardia, il commissario liquidatore del Consorzio agrario provinciale di Pavia Virgilio Sallorenzo. Approfondimenti - Nel corso dell´incontro sono stati svolti ulteriori approfondimenti sugli strumenti che Regione Lombardia può mettere a disposizione degli imprenditori e degli investitori che hanno già manifestato un concreto interesse a subentrare o ad agire per il rilancio produttivo. Accordi Di Competitività - Al centro della discussione in particolare gli ´Accordi di competitività´, previsti dalla legge ´Impresa Lombardia´. "Si tratta - ha spiegato l´assessore - di percorsi fatti di impegni reciproci tra Regione Lombardia, impresa, Enti locali e parti sociali, sui cui possiamo stanziare anche delle risorse. Fondamentale però è la manifestazione di interesse da parte di una impresa". Regione Impegnata - "L´obiettivo della Regione Lombardia - ha spiegato Melazzini - resta sempre quello di tutelare l´occupazione in un territorio, come quello pavese, già molto penalizzato da questo punto di vista. Per questo confermo la piena disponibilità da parte della Regione Lombardia a sostenere qualunque sforzo che vada in questo senso".  
   
   
QUINOA E AMARANTO: I GRANI DELLE ANDE COLTIVATI IN VALDICHIANA  
 
E´ una calda giornata di luglio, nella pianura assolata, coltivata a girasole e mais, spicca una lunga distesa verde: sono piante inconsuete da queste parti, dalle quali spuntano lunghe foglie lanceolate, colore verde scuro e ciuffi colorati di rosso. Poco più in là, altri campi, ordinati, con piccole serre in fila e piante e piantine promettenti che sembrano fare capolino dentro e fuori le protezioni. Anche qui, a tratti, spuntano ciuffi che al sole di luglio si colorano di rosso. Siamo in piena Valdichiana, nell´azienda agricola regionale di Cesa, ora assegnata all´Ente Terre di Toscana, la "Banca della terra" della Regione. Oggi è una giornata speciale. C´è una iniziativa intitolata "Superfood in Tuscany" - I grani delle Ande si possono coltivare in Toscana. All´azienda regionale di Cesa, che è un "centro di collaudo", si svolge la presentazione. Il professor Paolo Casini dell´Università di Firenze, illustrerà lo studio condotto grazie al progetto svolto in collaborazione fra Università, Ente Cassa di Risparmio di Firenze e l´azienda regionale di Cesa. Ad introdurre l´iniziativa è il direttore delle gestioni agricole di Terre di Toscana, Marco Locatelli. Poi ci sarà la visita guidata ai campi sperimentali. Nella sala del vecchio casale che serve da sede all´azienda, oltre ai ricercatori dell´università ed ai tecnici della Regione, un gruppo di invitati, rappresentanti di aziende interessate alle nuove colture. Erano il "Cibo degli Dei" per Inca e Aztechi, ma anche i Romani conoscevano l´amaranto. Ma di quali piante stiamo parlando? Sono amaranto e quinoa, due "pseudocereali" dal passato importante e dall´avvenire promettente. Entrambe sono conosciute come "i grani delle Ande" e per millenni sono state il nutrimento dei popoli andini, Inca e Aztechi, che li ritenevano sacri agli dei. Poi arrivò la conquista spagnola, la nuova cultura dominante privilegiava altri grani, a cominciare dal frumento, e così la quinoa («madre di tutti i semi» «chisiya mama» per gli Inca) e l´amaranto, persero gli onori degli altari, ma furono sempre il cibo delle popolazioni locali, sopratutto di quelle più povere. Nei tempi antichi l´amaranto era conosciuto anche nel "vecchio mondo", apprezzato dai Romani, che gli attribuivano il potere di tenere lontano invidia e sventura, mentre la mitologia narra che le dee greche amassero adornarsi delle sue ghirlande. Amaranto e quinoa furono "riscoperte" negli anni ´60 e ´70 del Xx secolo. Tornarono di moda negli Stati Uniti e l´amaranto si diffuse in tutto il mondo, in particolare in Africa, in India e in Nepal, al posto del grano. Negli ultini anni la loro diffusione e il loro consumo stanno registrano un´accelerazione esponenziale. Oggi sono presenti anche in Europa, in particolare in Francia e nella repubblica Ceca. Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2013 "Anno internazionale della quinoa". Il consumo della quinoa è passato da 2,4 milioni di tonnellate nel 2001, a 43 nel 2011, il prezzo dai 400 dollari a tonnellata del 2005 agli attuali 3500 dollari. Superfood dalle virtù salutari per farne alimenti, ma anche per cosmetica e farmacologia. Perchè? Perchè hanno caratteristiche nutrizionali particolarmente importanti, tali da essere inseriti nella categoria "nutriceutica" dei cosidetti "superfood" e possono essere impiegate in usi alimentari, ma anche cosmetici e farmacologici. Entrambi i semi di queste piante sono molto ricchi di proteine di alta qualità e sono privi di glutine, se ne ricavano alimenti particolarmente adatti per bambini e anziani e per persone affette da celiachia o per i diabetici, visto il minore contenuto di carboidrati dei cereali tradizionali. Dall´amaranto e dalla quinoa si ricava anche un latte, dalle caratteristiche nutrizionali superiori a quello di soia, adatto per gli intolleranti al lattosio, mentre l´olio, ricco di squalene, è prezioso per la cosmesi e la farmacologia. Dal polline rosso dell´amaranto si ricavano anche cosmetici anallergici (le donne andine lo usano come fard naturale) ed è ottimo come gelificante e colorante alimentare. Il professor Casini si sofferma sulle varie caratteristiche e spiega come la coltivazione di queste piante abbia avuto successo nelle prove condotte a Cesa, che verranno ripetute in altre zone, anche di collina, e come si aprano prospettive interessanti per una coltivazione più ampia in Toscana, con la eventuale creazione di una o più filiere, che possano garantire la coltivazione, la lavorazione e la vendita dei prodotti. Molti i profili di opportunità – come spiega ancora Casini – che riguardano il molteplice utilizzo di queste piante, ma anche il fatto che una loro coltivazione in Toscana avrebbe benefici aspetti anche dal punto di vista etico e per la riduzione dell´impatto ambientale. Coltivarli in Toscana, un´opportunità per creare filiere e difendere l´ambiente. "Oggi questi prodotti sono interamente importati – ricorda Casini – sopratutto dall´America Latina, ma anche da altre zone, fra cui India e Cina, e una loro produzione in terra Toscana eviterebbe il loro trasporto per migliaia e migliaia di chilometri, ma si contribuirebbe anche a ridurre un effetto paradossale e dannoso sulle popolazioni andine, che non beneficiano affatto dell´aumento dei prezzi. Questi infatti arricchiscono solo alcuni, mentre le popolazioni, sopratutto quelle periurbane, che sono costrette ad acquistare questi prodotti, non li trovano più nei mercati locali o li trovano a prezzi per loro esorbitanti. Infine la produzione di amaranto e quinoa per ottenere squalene salverebbe molte specie di squali, oggi intensamente cacciati e in via di estinzione, proprio per il prezioso contenuto del loro fegato." Il professore presenta inoltre i calcoli effettuati dall´Università che dimostrano la redditività di queste colture anche in Toscana. Il progetto parteciperà anche alla selezione indetta dalla Regione per partecipare a Expo 2015 a Milano. Dopo la visita ai campi coltivati, dove l´amaranto sfoggia la sua rigogliosa crescita anche in campo aperto, mentre la quinoa, le cui prove sono più recenti, è al momento ancora in fase di "coltura protetta", viene il momento delle degustazioni. Con la quinoa, insalate fredde e piatti gratinati con verdure, e con l´amaranto sopratutto dolci: morbidissimi ciambelloni, crema pasticcera e biscotti. L´azienda regionale di Cesa, centro di collaudo per l´agricoltura integrata. L´azienda regionale di Cesa, oggi inserita all´interno dell´Ente "Terre di Toscana", di cui è direttore Claudio del Re, dispone di circa 74 ettari di terreno, parte in pianura e parte sulle colline, in piena Valdichiana (Comune di Marciano, provincia di Arezzo). E´ condotta da tre tecnici dipendenti della Regione (Luigi Fabbrini è il funzionario titolare di P.o.), un impiegato agricolo, 3 operai a tempo indeterminato e 5 operai a tempo determinato. Nell´azienda è costituito un "centro per il collaudo e il trasferimento dell´innovazione" particolarmente orientato verso il metodo di produzione integrato, caratterizzato dal marchio regionale della "farfallina" a basso impatto ambientale. Oltre 16 ettari, situati in collina, sono destinati a vigneto, circa 3 ettari a oliveto, due ettari a coltura da biomassa, e circa 49 ettari, in pianura, sono coltivati a seminativi. Banca del germoplasma, per salvare dall´estinzione le specie tradizionali. Il centro è anche una delle sedi della "banca regionale del germoplasma", nata ad opera della Regione fin dal 1997 per tutelare la biodiversità in agricoltura. Qui si conservano 108 specie erbacee, una volta tipiche dell´agricoltura toscana, che hanno rischiato l´estinzione. Fra queste, solo per fare qualche esempio, ci sono molte tipologie di frumento, una volta largamente coltivate, e oggi iscritte nel repertorio regionale delle specie in estinzione, varietà di pomodori e di legumi e altri ortaggi. Fra le specie protette c´è anche il cocomero gigante di Fontarronco, un cocomero dolcissimo e dalle dimensioni eccezionali che veniva coltivato in Valdichiana fino ad alcuni decenni fa e di cui si erano perse per molti anni le tracce. Ora, anche lui, si è salvato dall´oblio e dall´estinzione.  
   
   
BASILICATA, PSR 2007/2013: AREE RURALI, UN BANDO PER RECUPERARE I MANUFATTI  
 
Riqualificare il patrimonio culturale e paesaggistico delle aree rurali. Con questo obiettivo la giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Politiche agricole e forestali, Michele Ottati, ha approvato il secondo bando relativo alla Misura 323 nell’ambito della chiusura del Piano sviluppo rurale 2007-2013. Il governo lucano ha riproposto il bando, il primo sulla stessa misura è stato pubblicato ad agosto 2013, con una dotazione finanziaria di 4 milioni di euro. L’avviso attiva le azioni “B” e “C”. La prima incentiva gli interventi finalizzati al recupero e alla valorizzazione di manufatti legati alle tradizioni popolari delle aree rurali, quali frantoi, dimore, abbeveratoi e fontane. Devono presentare caratteristiche di pregio storico, artistico, antropologico e paesistico, dimostrate dal vincolo rilasciato dal ministero dei Beni e le Attività culturali, o comunque già sottoposti a verifica o dichiarati di interesse culturale. L’aiuto è diretto anche alla riqualificazione dei manufatti che si trovano all’interno di borgate e centri rurali connessi alla Riforma fondiaria, in quanto considerati strettamente legati all’identità rurale lucana. L’azione “C”, invece, sostiene gli investimenti finalizzati alla fruizione culturale di immobili pubblici o di uso pubblico come le istituzioni documentarie, musei, teatri, spazi e centri espositivi della cultura rurale (unicamente nei centri rurali), comprendendo sia i costi di allestimento, sia gli interventi di adeguamento funzionale. Destinatari del bando sono gli enti pubblici. La domanda di aiuto deve essere presentata utilizzando esclusivamente la procedura informatica messa a disposizione dall’Organismo pagatore e disponibile sul portale Sian tramite un Centro autorizzato di assistenza agricola (Caa) o un libero professionista. Il sistema Sian provvederà a rilasciarle entro 75 giorni dalla data di pubblicazione del bando sul Bollettino ufficiale della Regione Basilicata. “Una misura importante – ha commentato l’assessore Ottati – che si muove nella direzione di migliorare l’attrattività delle zone rurali, valorizzando gli edifici e le costruzioni simbolo della cultura contadina e delle sue tradizioni, e rendere disponibili contenitori culturali a servizio delle comunità. Il bando offre un’opportunità per recuperare una parte consistente del patrimonio ad appannaggio delle aree interne da cui possono derivare, con un utilizzo appropriato, ricadute positive e occasioni di sviluppo per l’economia locale”.  
   
   
SUINI, ASSESSORE LOMBARDIA: REMARE TUTTI INSIEME CONTRO LA CRISI  
 
Milano - "La Regione Lombardia ribadisce la propria volontà di mettere a disposizione dei produttori di suini e della filiera 20 milioni di euro, per traghettare gli operatori fuori da una crisi prolungata. Ma è necessario che tutti remino nella stessa direzione, perché altrimenti il rischio è che gli sforzi di molti vengano vanificati da pochi, come dimostrano il rinvio a giudizio del sindaco di Orgosolo Dionigi Deledda e degli assessori comunali Francesco Battaccone e Antonio Luigi Cossu, per la gestione dell´emergenza Trichinellosi del 2011". Chiede coesione l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, con l´obiettivo di rilanciare la suinicoltura, dopo la notizia sul rinvio a giudizio, con l´accusa di favoreggiamento, per Dionigi Deledda e di falso ideologico per Battaccone e Cossu. Perdite Per Milioni Di Euro - "Sono per natura garantista e mi auguro che possano dimostrare la loro innocenza - dichiara Fava -, ma ritengo non più procrastinabile l´avvio di politiche regionali destinate a risolvere i problemi sanitari in alcune zone del Sud e della Sardegna, perché rappresentano un vincolo all´export di carni e salumi italiani, con potenziali perdite fra i 250 e i 300 milioni di euro l´anno". La Lombardia è la prima regione per la produzione di suini destinati al circuito della salumeria Dop, con circa 4,5 milioni, pari al 40 per cento del totale dei capi allevati su scala nazionale.  
   
   
ABRUZZO, AGRICOLTURA: PEPE, 432 MLN PER SVILUPPO E OCCUPAZIONE FONDI UE: PRIORITÀ E RISORSE DA TAVOLO PARTENARIALE  
 
L´aquila - Un tavolo di coordinamento della programmazione unitaria in merito alla nuova politica di coesione 2014/2020. Si è riunito questa mattina, all´Aquila alla presenza del Presidente Luciano D´alfonso, degli assessori Giovanni Lolli, Marinella Sclocco e Dino Pepe e del consigliere Camillo D´alessandro. L´assessore all´Agricoltura, Dino Pepe, ha sottolineato l´importanza della cabina di regia che coordina i fondi comunitari. "Condividiamo insieme - ha commentato Pepe - le scelte strategiche e ognuno indirizza gli interventi sul proprio ambito di competenza. Per quanto riguarda il settore agricolo avremo a disposizione 432 milioni di euro che cercheremo di investire in maniera concreta sul territorio per creare ricchezza, sviluppo e soprattutto occupazione". Intanto, la Commissione Europea attende di ricevere entro il prossimo 22 luglio i progetti delle singole Regioni, per valutare il programma di investimenti, finanziati con i fondi strutturali Ue 2014-2020. Nel documento finale, a partire dai punti di forza e di debolezza e dai fabbisogni di intervento individuati, l´Abruzzo definisce gli strumenti di intervento e le risorse finanziarie a disposizione ma, soprattutto, tratteggia le principali priorità su cui la Regione intende concentrare i suoi sforzi per "rafforzare la competitività e l´attrattività del territorio e del sistema regione". L´abruzzo potrà disporre per i prossimi 7 anni di circa due miliardi di euro spendibili per le famiglie, le imprese e l´occupazione con una programmazione unitaria regionale. Per il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) la dotazione è consistente e sarà destinata a migliorare la competitività del settore agricolo e a garantire una diversificazione dell´economia rurale.  
   
   
CONVEGNO “LE MARCHE E LA CIVILTA’ DEL PESCE NELL’ADRIATICO”, ANGHIÒ, SAN BENEDETTO DEL TRONTO .  
 
Le Marche e la civiltà del pesce nell´Adriatico" è il titolo del convegno organizzato all’interno della manifestazione Anghiò a San Benedetto del Tronto al quale hanno partecipato il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, il sindaco di San Benedetto del Tronto, Giovanni Gaspari, lo storico Gino Troli, la veterinaria Valentina Tepedino, l´esperto ittico Nando Fiorentini, il pescatore Piero Ricci, il docente universitario Francesco Palermo ed Emanuele Troli. Il rapporto tra le Marche ed il mare è intenso e imprescindibile. La Regione Marche si estende per circa 180 km di coste, circa il 2% delle coste italiane. Inevitabile, dunque, che il mare sia così importante per la nostra regione anche considerando il fatto che sulle coste si affacciano 26 Comuni, per una popolazione residente di circa 600.000 abitanti, il 38% dell’intera popolazione marchigiana. Il riconoscimento della Bandiera Blu per 17 località di mare marchigiane, sta poi a certificare la qualità ambientale del mare e della costa e la profonda cultura dell´accoglienza marchigiana. In considerazione di questo legame, non si fa fatica a capire come la pesca sia una risorsa fondamentale per l’economia marchigiana e il ‘pesce azzurro’ – denominazione che non esprime una classificazione scientifica di specie ittiche, ma una qualificazione commerciale per identificare alcune specie di pesci con la dorsale tendente al colore blu - uno degli elementi distintivi del Brand Marche che sempre di più è conosciuto in patria e all’estero. I piatti preparati con tali specie di pesce sono spesso considerati ‘cucina povera’, ma sono molto apprezzati per le quali nutrizionali che hanno (omega3, grassi insaturi, ecc.). Il dibattito che si è svolto a San Benedetto è stato dunque un momento di importante riflessione sulle molteplici tematiche che riguardano la pesca e l’educazione al consumo delle specie ittiche italiane e di stagione con un focus sulla civiltà marinara. Non a caso Anghiò è stato scelto tra i progetti che avranno la finalità di promuovere la partecipazione della regione al prossimo Expo di Milano nel 2015. “Expo 2015 – ha detto il presidente Spacca a San Benedetto – consentirà di esaltare le idee e i progetti più forti di ciascun territorio. Le Marche saranno presenti con la qualità delle produzioni enogastronomiche, nell’ambito delle quali il pesce azzurro riveste un ruolo particolarmente importante. Non a caso siamo la regione più longeva d’Europa e abbiamo il più alto numero di centenari tra le regioni italiane. E questo perché mangiamo bene e vantiamo un’agricoltura di altissima qualità. Il tema dell’Expo – ha aggiunto – è Nutrire il pianeta, energia per la vita: la Regione offrirà dunque un messaggio di qualità del vivere legata al cibo, alla cura delle produzioni e delle preparazioni. Numerose sono le iniziative che si sono volute legare all’Esposizione di Milano, sia nel periodo di avvicinamento, sia durante il suo svolgimento. Tra gli obiettivi, catturare parte dei flussi di visitatori che raggiungeranno il nostro Paese per partecipare all’Expo”. Parlare di civiltà marinara significa riferirsi all’insieme degli aspetti economico-materiali, sociali, spirituali e culturali che hanno caratterizzato la vita della “Gente di mare” in tutte le sue manifestazioni. Il recupero e la valorizzazione della civiltà marinara marchigiana in tutte le sue stratificazioni storiche e con il suo patrimonio di tradizioni, di tecniche, di saperi, costituisce una priorità assoluta per l’ individuazione e il recupero del patrimonio antropologico e della cultura materiale.  
   
   
BASILICATA: CIA SU PROGRAMMA ABBATTIMENTO CINGHIALI  
 
La Cia - Confederazione Italiana Agricoltori - della Basilicata condivide la posizione delle associazioni Arcicaccia, Enalcaccia, Liberacaccia e Italcaccia ed in particolare la richiesta dell’installazione di attrezzatture elettriche che impediscano l’accesso dei cinghiali alle colture. La Cia regionale ricorda in una nota di aver denunciato in più occasioni che la presenza di cinghiali è la maggiore causa di danni alle coltivazioni agricole, orti e campi di mais che in questa fase colturale, con l’uva a buona maturazione, potrebbe produrre incommensurabili disastri. La Cia chiede l’adozione di un programma più incisivo di abbattimento selettivo al fine di ripristinare il giusto equilibrio di tale specie nell’ambito del nostro territorio e tutte le misure al fine di indennizzare i danni provocati dalla fauna selvatica alle colture e agli allevamenti. La situazione – è scritta ancora nella nota – è particolarmente grave nell’area del Parco Regionale di Gallipoli-cognato. Le aziende più colpite sono quelle di Tricarico, Castelmezzano, Pietrapertosa e Accettura. "Da tempo – sottolinea la Cia – sosteniamo che è necessario scindere la questione dei danni da fauna selvatica e inselvatichita dell´attivita´ venatoria. E´ dunque importante la presentazione di una proposta legislativa ´´ad hoc´´ che comprenda la riforma del sistema di risarcimento dei danni, le attivita´ preventive di conservazione dell´ambiente e le azioni ordinarie e straordinarie tese al contenimento delle specie dannose. E´ importante, comunque, che si superi la disomogeneita´ attuale, si semplifichino le procedure e si introducano criteri oggettivi per la stima dei danni, si istituisca un Fondo per risarcire le imprese agricole utilizzando anche parte dei proventi delle tasse di concessione governativa dovuta per l’attività venatoria. Infine, le autorizzazioni dei piani di abbattimento vanno decise in collaborazione con i proprietari e i conduttori di fondi".  
   
   
BOSCO E SVILUPPO AGRICOLO, LOMBARDIA: ALLARGARE PROSPETTIVE CRESCITA  
 
Milano - "Se vogliamo essere utili a un processo di recupero del territorio, che confermi il ruolo di presidio che l´agricoltura garantisce, dobbiamo definire un quadro normativo di semplificazione che renda tutto ciò possibile". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, intervenendo ieri nel corso della discussione in consiglio regionale sul Progetto di legge 124. Il Pdl prevede, tra le altre cose, una maggior semplificazione per quanto riguarda il recupero agronomico delle superfici invase dal bosco e che prima erano destinate all´attività agricola, oltre a modifiche per quanto riguarda la viabilità agrosilvopastorale. Aree Abbandonate Tornino A Vivere - "Abbiamo bisogno di fissare regole che possano permettere di recuperare quelle zone, soprattutto in montagna, che tradizionalmente erano vocate all´attività agricola. Come potrebbe, del resto, Il pubblico garantire quel ruolo di tutela e presidio del territorio se non sosteniamo l´attività di quel 2% di addetti in agricoltura (sul totale della popolazione regionale) che gestiscono l´80% del territorio lombardo?". Norme Facilitino Attivita´ In Alpeggi - "Affermare poi che la superficie boschiva è andata aumentando, anche per le tante azioni, meritorie, messe in atto per migliorare complessivamente il verde va bene - ha ricordato Fava - ma questo processo ha assunto valenza negativa laddove ha corrisposto a una riduzione dell´attività umana, vera e propria attività di difesa e presidio, soprattutto in alpeggi e pascoli di montagna. Non si può continuare a dire, da un lato, che vogliamo sostenere l´agricoltura di montagna e poi introdurre prescrizioni che limitano pratica agricola e modalità innovative di esercizio dell´attività agricola stessa". "Oggi abbiamo bisogno di allargare le prospettive del settore primario - ha detto in conclusione Fava - con azioni di semplificazione che rendano questo processo realmente possibile e conveniente".  
   
   
FERMO PESCA E AUTONOMIA DEL NORD ADRIATICO: GOVERNANCE DEL DISTRETTO ALTO ADRIATICO FUNZIONA  
 
Venezia - Il Mipaaf ha accolto le indicazioni provenienti dal Distretto Nord Adriatico riguardanti l’arresto della pesca da Trieste a Rimini nel periodo dal 28 luglio al 5 settembre. Un calendario differenziato rispetto agli altri mari italiani, grazie alla richiesta formalmente redatta e presentata dalle tre regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, al fine di avviare delle politiche di pesca localizzate che considerino adeguatamente le caratteristiche specifiche di questo particolare areale marittimo. “Un’autogestione che vogliamo esercitare assieme alle nostre marinerie – ha sottolineato l’assessore alla pesca Franco Manzato – con il comune obiettivo di garantire la migliore gestione delle risorse del ‘nostro’ mare e di assicurare un futuro al settore peschereccio, travagliato da una pesante crisi di settore. L’ingresso della Croazia nell’Unione Europea rappresenta una buona premessa per una gestione ancora più corretta e senza strappi, nella consapevolezza che l’Adriatico può e deve essere una ricchezza per tutti”. “Al fine di contenere lo sforzo di pesca – ha aggiunto l’assessore –, si sta inoltre valutando l’introduzione di misure alternative, in via sperimentale, da applicare nelle dieci settimane successive al fermo temporaneo. Questo sistema garantirebbe un graduale rientro delle imbarcazioni operanti con sistemi di pesca a strascico e volante, consentendo in questo modo alle specie di riprodursi e di crescere. L’ipotesi è infatti di consentire ai pescatori di uscire in mare 4 giorni alla settimana, per un totale di 60 ore, oppure 5 giorni la settimana, per un totale di 72 ore, in alternativa alle attuali 24 ore consecutive in 3 giornate settimanali, autorizzate dal Ministero. “Così – ha concluso Manzato – si renderebbero meno aggressive le attività di pesca, diluendole in un arco temporale più ampio”.  
   
   
VINO. MERCOLEDÌ 16 LUGLIO PUBBLICA AUDIZIONE PER LA MODIFICA DEL DISCIPLINARE DELLA DOCG PROSECCO COLLI ASOLANI O ASOLO  
 
Venezia - Il Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, d’intesa con la Regione del Veneto e con il Consorzio di Tutela interessato, ha programmato per mercoledì 16 luglio prossimo la pubblica audizione relativa alla richiesta di modifica dell’attuale disciplinare della Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Colli Asolani – Prosecco” o “Asolo- Prosecco”. I lavori si svolgeranno nella Sala consiliare del Comune di Asolo, a Palazzo Beltramini, con inizio alle ore 10. Sono invitati a partecipare gli operatori vitivinicoli direttamente interessati all’istanza, i sindaci dei Comuni interessati, le organizzazioni professionali agricole, la cooperazione, l’Unione industriali, la Federazione commercianti, l’associazione enologi ed enotecnici del Veneto Orientale. La modifica del disciplinare in questione riguarda anzitutto il nome della denominazione, per la quale è stato proposto semplicemente “Asolo – Prosecco” e alcuni aspetti tecnici relativi al miglioramento del prodotto e della sua commercializzazione.  
   
   
LA VITICOLTURA EROICA E I VINI RARI DI MONTAGNA DELLA PROVINCIA DI TORINO INCONTRANO LE COLLINE DELLE LANGHE  
 
A poche settimane dallo storico traguardo ottenuto dalle Langhe e dal Monferrato, inseriti nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità riconosciuti dall’Unesco, la vitivinicoltura eroica della montagna torinese ed i sui vitigni e vini rari si presentano ai ristoratori e ai gestori di enoteche langaroli, per avviare un confronto che ha l’ambizione di aiutare il mondo enologico ed il settore turistico piemontese nel suo complesso a fare sistema. L’appuntamento è per lunedì 14 luglio alle 18,30 alla Tenuta Fontanafredda di Serralunga d’Alba, per conoscere due volti della viticoltura piemontese, le dolci colline delle Langhe e i ripidi vigneti alpini della provincia di Torino. La Valle di Susa si presenta con tre diversissimi vini monovarietali, ottenuti dalle uve Baratuciat, Avanà e Bequet. Il Pinerolese e la Val Chisone propongono l’eroico (per il carattere impervio del terreno e la difficoltà di coltivarlo evitandone l’erosione) Ramìe Doc. Dalle pendici rocciose del Canavese arriva invece una delle versioni alpine delle uve Nebbiolo, il Carema Doc. La manifestazione prevede un intervento di apertura, affidato al professor Vincenzo Gerbi, docente di Enologia dell’Università di Torino, chiamato a raccontare terre, uve e vini rari. Segue, alle 19, la degustazione. Alle 20 la conclusione in bellezza, con la tradizionale “merenda sinoira” alla piemontese. La partecipazione è ad inviti. Per informazioni: Provincia di Torino, telefono 011-8613819. Per la conferma della partecipazione: telefono 0173-626184, e-mail alice@guidoristorante.It I Vini In Degustazione Valle di Susa L’azienda Vigneti Fg di Almese propone un vino da tavola da uve Baratuciat prodotte ad Almese. “La Chimera” di Chiomonte propone un Valsusa Doc con uve Avanà in purezza prodotte a Chiomonte, un Valsusa Doc da vitigni Avanà, Barbera e Dolcetto prodotti a Mompantero e un vino da tavola con uve Syrah in purezza prodotte a Chiomonte. L’azienda Martina di Giaglione propone un vino da tavola dal vitigno Bequet in purezza ed un vino da tavola con uve Pinot nero in purezza prodotte a Chiomonte e Giaglione. Val Chisone Il Consorzio produttori Terre del Ramie di Pomaretto propone il Pinerolese Ramíe Doc ottenuto da Avanà, Avarengo, Neretto e altre uve a bacca rossa e un vino da tavola ottenuto da Blanchet, Malvasia moscata e altri vitigni a bacca bianca prodotti a Pomaretto. Canavese La Cantina dei produttori nebbiolo di Carema propone il Carema Doc, il Carema Riserva Doc dal vitigno Nebbiolo in purezza prodotto a Carema, il Canavese Nebbiolo Doc ottenuto dalle medesime uve a Carema e Settimo Vittone.  
   
   
APOFRUIT ITALIA, NOVITÀ E RICONFERME AI VERTICI  
 
Riconferme e novità ai vertici della cooperativa ortofrutticola Apofruit Italia. Il Consiglio di Amministrazione svoltosi lunedì 7 luglio ha riconfermato alla presidenza Mirco Zanotti che continuerà ad avere al suo fianco i due Vicepresidenti Claudio Biondi e Gianluca Balzani. Contestualmente il consiglio, completando un ampio processo di riorganizzazione aziendale già da tempo programmato anche nel segno del ricambio generazionale, ha indicato un nuovo direttore generale al posto di Renzo Piraccini che ha concluso il proprio mandato. Il nuovo direttore generale di Apofruit Italia è un giovane manager, Ilenio Bastoni, 40 anni, coniugato, tre figli e un curriculum che sottolinea ad ogni passaggio una crescita avvenuta tutta all’interno della cooperativa che associa 3.300 soci produttori che operano in diverse regioni italiane, per un conferimento di 235.000 tonnellate ed un fatturato consolidato di 255 milioni di euro. Figlio di uno storico produttore romagnolo, si può dire che Ilenio Bastoni sia nato nella cooperativa, con impegni che sono andati dalla produzione nei campi fino al vertice della struttura. Ancora ragazzino, infatti, il suo primo impegno - come per molti figli dei soci di Apofruit - si è svolto nel podere di famiglia. Successivamente, dopo aver terminato gli studi, nel 1993 è entrato a far parte della struttura organizzativa di Apofruit, come tecnico di campagna. Nel 1994 è stato inserito nello staff dello stabilimento Apofruit di Martorano e tre anni più tardi, nel 1997, è entrato nell’ufficio commerciale di Apotrade, società di commercializzazione che l´anno dopo è diventata Canova, la società del Gruppo specializzata nel settore del biologico. Dal 1° gennaio 2013 Ilenio Bastoni ha rivestito il ruolo di direttore commerciale. Un percorso di formazione, dunque, a 360 gradi, a garanzia di una solidità professionale quanto mai necessaria per la gestione di un gruppo che per dimensioni e complessità ha pochi altri esempi nel panorama ortofrutticolo italiano. “Sono orgoglioso di questo ruolo - commenta il neo direttore generale - e sono grato al presidente Zanotti e al consiglio della cooperativa per avermi dato fiducia. Ringrazio anche il mio predecessore, Renzo Piraccini, per la sua disponibilità ad accompagnarmi in questo passaggio. Sono consapevole dell’importanza dell’azienda che mi è stata affidata, affronterò questo incarico con la passione e la dedizione di sempre”. “Ilenio Bastoni - gli fa eco l’ormai ex direttore generale Renzo Piraccini - ha sia le caratteristiche personali che la formazione che sono necessarie per condurre al meglio questo importante ruolo. Sono certo che saprà traghettare Apofruit e tutti i suoi soci verso altri rilevanti successi. Gli auguro di cuore che, come è stata per me, sia per lui una grande opportunità umana e professionale”. Doppia soddisfazione da parte del riconfermato presidente Mirco Zanotti. “Ripongo in Ilenio Bastoni la mia completa stima - afferma - e sono certo che la cooperativa sarà in buone mani. In questi anni di impegno comune ho potuto verificarne personalmente le capacità. Naturalmente il mio ringraziamento va anche a Renzo Piraccini che in questi anni ha pilotato il nostro gruppo verso importanti traguardi”. “E per quanto mi riguarda - continua Mirco Zanotti - ringrazio i consiglieri che mi hanno rinnovato la propria fiducia per la presidenza. Mi impegno a continuare nell’obiettivo di valorizzare al meglio le produzioni dei soci e di mantenere con loro un rapporto trasparente e costruttivo. So’ di poter contare sull’esperienza e la professionalità del gruppo dirigente della cooperativa e il contributo del Consiglio di Amministrazione”.