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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Luglio 2014
LA COMMISSIONE EUROPEA FINANZIA PROGETTI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA PULITA IN EUROPA CON I SOLDI DI CHI INQUINA  
 
Bruxelles, 9 luglio 2014 - La Commissione europea ha aggiudicato ieri 1 miliardo di euro di finanziamenti a 19 progetti per la lotta contro i cambiamenti climatici nel quadro del secondo invito a presentare proposte per il cosiddetto programma di finanziamento Ner 300. Le risorse per il finanziamento dei progetti provengono da entrate derivanti dalla vendita di quote di emissione nel sistema Ets dell´Ue. In questo modo chi inquina diventa l´elemento propulsivo dello sviluppo di nuove iniziative a bassa emissione di carbonio. Le risorse finanzieranno la dimostrazione di tecnologie che contribuiranno in seguito ad accrescere in tutta l´Ue la produzione da fonti di energia rinnovabili, oltre che tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio emesso. I progetti cui è stato aggiudicato oggi il cofinanziamento riguardano tutta una serie di tecnologie: bioenergia, energia solare a concentrazione, energia geotermica, energia fotovoltaica, energia eolica, energia oceanica, reti intelligenti e, per la prima volta, cattura e stoccaggio del carbonio. Connie Hedegaard, Commissaria responsabile per l´Azione per il clima, ha dichiarato: "Con questi progetti, che rappresentano una novità assoluta, contribuiremo a proteggere il clima e a rendere l’Europa più indipendente dal punto di vista energetico. Il miliardo di euro assegnato oggi consentirà di raccogliere altri 900 milioni di euro in investimenti privati: in Europa verranno spesi quasi 2 miliardi di euro per le tecnologie rispettose del clima. È un contributo alla riduzione della fattura energetica che ammonta a oltre 1 miliardo di euro al giorno, che l’Europa paga per l’importazione di combustibili fossili." Uno stimolo per la crescita e l´occupazione verdi I progetti selezionati annunciati oggi consentiranno di aumentare la produzione annua di energia rinnovabile nell´Ue di quasi 8 terawatt/ora (Twh). Questo volume di energia corrisponde al consumo elettrico annuo combinato di Cipro e Malta. Il progetto per la cattura e lo stoccaggio di carbonio consentirà di catturare 1,8 milioni di tonnellate di Co2 all´anno, equivalenti alla rimozione dalle strade di oltre un milione di autoveicoli. Insieme ai 20 progetti selezionati nel quadro del primo invito, i progetti Ner 300 consentiranno inoltre di creare diverse migliaia di posti di lavoro durante la fase di costruzione e di funzionamento. Progetti all´avanguardia Il premio di oggi andrà al finanziamento del primo progetto Ner 300 transfrontaliero per la costruzione, a cavallo del confine franco-tedesco nei pressi di Strasburgo, di una centrale geotermica per la produzione di energia elettrica e calore. Verrà inoltre finanziato lo sviluppo di una centrale geotermica in Croazia, il nuovo Stato membro dell´Ue. I finanziamenti Ner 300 andranno anche al primo esempio nell´Ue di progetto di cattura e stoccaggio di carbonio su larga scala. Il progetto, che verrà realizzato nel Regno Unito, utilizzerà la tecnologia dell´ossicombustione per catturare il 90% della Co2 prodotta dalla combustione del carbone nella centrale elettrica di Drax nei pressi di Selby nello Yorkshire, che verrà poi stoccato in sicurezza in un sito di stoccaggio offshore nel Mare del Nord. Questa tecnologia potrebbe essere facilmente applicata negli impianti a carbone esistenti. I finanziamenti andranno anche al primo progetto fotovoltaico Ner 300, che verrà realizzato in Portogallo. Come in occasione del primo invito, l´energia oceanica e la bioenergia hanno ricevuto un notevole sostegno con il finanziamento di altri nove progetti. Il programma Ner 300 è attualmente il principale strumento di finanziamento dell´Ue per l´energia oceanica, per la bioenergia da prodotti non alimentari e per i biocarburanti avanzati. I 19 progetti verranno realizzati in 12 Stati membri dell´Ue: Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Irlanda, Italia, Lettonia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito. Ner 300 Il programma Ner 300 è chiamato così perché finanziato con la vendita di 300 milioni di quote di emissione tratte dalla riserva per i nuovi entranti (new entrants´ reserve - Ner) creata per la terza fase del sistema di scambio di quote di emissioni dell´Ue (Ets dell´Ue). Nella recente comunicazione dal titolo "Quadro per le politiche dell´energia e del clima per il periodo dal 2020 al 2030" la Commissione annuncia la possibilità di esaminare l´ampliamento del sistema Ner 300 nel quadro per il clima e l´energia per il dopo 2020. In tal modo si avrebbe la possibilità di destinare ulteriori entrate provenienti dal sistema Ets dell´Ue a programmi di dimostrazione di tecnologie innovative a bassa emissione di carbonio nel settore industriale e in quello della produzione di energia elettrica. Una consultazione pubblica per analizzare queste questioni è attualmente aperta alla partecipazione al seguente indirizzo internet http://ec.Europa.eu/clima/consultations/articles/0023_en.htm. Per ulteriori informazioni http://ec.Europa.eu/clima/policies/lowcarbon/ner300/index_en.htm  Vedasi anche il memo Domande e Risposte: Memo/14/465  
   
   
LA CORTE DEI CONTI EUROPEA AFFERMA CHE OCCORRE MIGLIORARE I PROGRAMMI DI SPESA DELL’UE PER LE ENERGIE RINNOVABILI PER POTENZIARNE IL CONTRIBUTO AL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DELLA POLITICA.  
 
 Lussemburgo, 9 luglio 2014 - Una relazione pubblicata in data odierna dalla Corte dei conti europea rivela che vi è necessità di introdurre miglioramenti se si vuole che i fondi Ue contribuiscano il più possibile al raggiungimento degli obiettivi in materia di energie rinnovabili fissati per il 2020. Gli auditor della Corte hanno esaminato se nel periodo 2007‑2013 i fondi siano stati assegnati a progetti in materia di energie rinnovabili scelti in base a priorità ben definite, efficienti, maturi e con obiettivi razionali, e in quale misura questi fondi abbiano ottenuto buoni risultati nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Ue per il 2020 riguardanti l’energia proveniente da fonti rinnovabili. “Gli Stati membri dell’Ue si sono prefissi obiettivi ambiziosi per le energie rinnovabili che potranno essere sostenuti in maniera significativa dai fondi Ue solo apportando miglioramenti alla gestione dei programmi di spesa”, ha dichiarato Ladislav Balko, il membro della Corte responsabile di questa relazione. “La Commissione, deve anche accertarsi che i programmi che vengono finanziati negli Stati membri siano efficienti”. La Corte ha constatato che i progetti controllati hanno prodotto le realizzazioni previste, e che la maggior parte di essi erano sufficientemente maturi e pronti per essere attuati quando sono stati selezionati. Non vi sono stati significativi sforamenti dei costi o ritardi nei progetti e le strutture di produzione di energia da fonti rinnovabili erano state installate come previsto ed erano operative. Tuttavia, i risultati attesi in materia di produzione energetica non sono stati sempre raggiunti o non sono stati adeguatamente misurati. L’efficienza complessiva del sostegno dei fondi della politica di coesione ai progetti di produzione di energia da fonti rinnovabili è stata modesta sotto il profilo del contributo al raggiungimento degli obiettivi specifici fissati dall’Ue per il 2020, in quanto l’efficienza non è stata il principio-guida nella pianificazione e nell’attuazione dei progetti di produzione di energia da fonti rinnovabili, e il valore aggiunto Ue apportato dai fondi della politica di coesione è stato modesto. Il Consiglio dell’Unione europea ha fissato per l’Ue un obiettivo vincolante del 20 % per la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia da raggiungere entro il 2020, sulla base della “Tabella di marcia per le energie rinnovabili” stilata dalla Commissione, che descrive il percorso per integrare le fonti di energia rinnovabili nelle politiche e nei mercati dell’energia dell’Ue. Per il periodo di programmazione 2007 - 2013, sono stati stanziati dai fondi Ue della politica di coesione circa 4,7 miliardi di euro per l’energia da fonti rinnovabili  
   
   
VENTI MILIONI DI EURO PER LA METANIZZAZIONE. COINVOLTI OTTO COMUNI NEL VIBONESE ED UNO IN PROVINCIA DI COSENZA. SPESI TUTTI I FONDI DEL SETTORE ENERGIA  
 
Catanzaro, 9 luglio 2014 - L’assessore alle attività produttive Demetrio Arena ha presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso gli uffici regionali della Protezione civile, siti in località Aeroporto, palazzo Gemini, s.S. 18 a Vibo Valentia, gli interventi per la metanizzazione che interessano 9 comuni i quali riceveranno in tutto circa 20 milioni di euro (contributo pubblico pari al 50%). All’incontro con la stampa hanno preso parte anche l’assessore al lavoro Nazzareno Salerno, il consigliere regionale Alfonso Grillo ed il dirigente generale del dipartimento attività produttive Pasquale Monea. Presenti anche gli amministratori degli enti interessati. I comuni destinatari dei finanziamenti sono Acquaro (2.336.000 euro), Arena (1.589.000), Dasà (1.700.000), Gerocarne (2.417.000), Pizzoni (2.749.000), Sorianello (1.591.000), Soriano (3.767.000), Vazzano (1.428.000) tutti questi in provincia di Vv e riuniti nel Consorzio Comeat ed il comune di Maierà 2.417.000 (Cs). Si tratta della riprogrammazione delle risorse Fas 2000 – 2006 (ora Fondo sviluppo e coesione) Apq Energia al cui settore è stato delegato il consigliere regionale Fausto Orsomarso. L’obiettivo della Regione è quello di completare il processo di metanizzazione già in atto. Gli interventi, a regime, consentiranno l’attivazione di circa 7000 allacciamenti. I Comuni hanno già individuato le procedure di evidenza pubblica per l’individuazione del concessionario. “La Giunta Scopelliti ha speso tutti i fondi del settore energia e per questo devo anche ringraziare il consigliere Orsomarso ed i nostri uffici per l’ottimo lavoro – ha dichiarato l’assessore Demetrio Arena. In un momento delicato quale questo è già un risultato importante. Sono orgoglioso di aver regalato quello che gli stessi sindaci dei comuni interessati hanno definito un sogno, vale a dire i finanziamenti per la metanizzazione del proprio territorio”. L’assessore Nazzareno Salerno ha espresso soddisfazione per quest’altro obiettivo raggiunto: “Con Scopelliti la provincia di Vibo ha ottenuto grandi risultati, quello odierno è un’altra chiara testimonianza. Conosco molto bene le istanze dei sindaci di quell’area del vibonese ed oggi sui loro occhi leggo la felicità di chi potrà dare risposte alle istanze della popolazione. Come rappresentante del territorio ringrazio il collega Arena ed il dipartimento per il lavoro proficuo prodotto”. “Si tratta di una battaglia vinta - ha evidenziato il consigliere Alfonso Grillo – dopo aver lottato per anni. Un risultato raggiunto dall’amministrazione Scopelliti che ha ben operato su Vibo e sul vibonese. Il mio auspicio è di completare la metanizzazione della parte a mare di Vibo e di Ionadi”. “In Calabria la percentuale dei comuni metanizzati è molto alta – ha evidenziato il D.g. Monea. Come dipartimento, dopo aver speso tutti i fondi in questo settore, siamo riusciti, attraverso delle economie, a realizzare nuovi interventi”.  
   
   
CITTÀ, SVILUPPO ED ENERGIA: ECCO COME SI MISURA LA SOSTENIBILITÀ  
 
Trento, 9 luglio 2014 - L’università di Trento in collaborazione con le Nazioni Unite costruisce uno strumento di valutazione con il progetto “Dsue - Database of Sustainable Urban Energy”. Acqua, aria, energia, rifiuti, territorio, trasporti: per scoprire quanto una città e il suo modello di sviluppo siano sostenibili occorre guardare a questi indicatori. Ad aiutare le amministrazioni pubbliche locali nell’analisi è l’Università degli Studi di Trento, che ha sviluppato il progetto “Dsue - Database of Sustainable Urban Energy” in collaborazione con la società iraniana Merc-blp (Middle East Regional Center of the Best Practices and Local Leadership Programme). Dsue, partito alla fine del 2013 in collaborazione con le Nazioni Unite (Un Habitat), intende realizzare uno strumento di facile applicazione per la valutazione del grado di sostenibilità delle città e definire gli interventi per il miglioramento delle condizioni del territorio urbano. Attraverso la creazione e lo sviluppo di un apposito sito internet è prevista la raccolta delle informazioni relative allo stato delle città del Medio Oriente con riferimento alle diverse tematiche che incidono sui parametri ambientali. «Anche se inizialmente il progetto prenderà in esame le città della regione del Medio Oriente - spiega Maurizio Fauri, docente al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica e coordinatore del progetto per l’Università di Trento - il metodo proposto e l´analisi della sostenibilità urbana sono applicabili a tutte le città della terra. Così come la definizione di possibili interventi per il miglioramento ambientale con stesura di progetti tecnici ed eventuale realizzazione delle opere. La città di Trento potrebbe partecipare al progetto e con la propria sostenibilità urbana potrebbe rappresentare un sicuro esempio di confronto per tutte le altre città». Fauri scende nel concreto: «Stiamo lavorando alla creazione di un questionario online per raccogliere i dati necessari, sia sulle informazioni generali relative alle città, come il numero di abitanti e l’estensione, sia sulle informazioni più tecniche e specifiche sugli indicatori che abbiamo scelto. Per fare solo qualche esempio, saranno raccolti dati relativi ai valori medi di pm10, alla quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili, alla raccolta differenziata, all’estensione delle aree verdi e molto altro. Le risposte a queste domande saranno quindi elaborate e confrontate con i valori guida che saranno identificati». Una delegazione iraniana sarà a Trento domani, mercoledì 9, e giovedì 10 luglio per approfondire il progetto Dsue e per consolidare i rapporti con le varie istituzioni nel settore della sostenibilità ambientale. Il programma si apre domani, mercoledì 9, alle 9.30 con una presentazione del progetto Dsue al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica (Dicam). Quindi alle 12.30 si terrà un incontro con Confindustria Trento a Palazzo Stella. Previste anche la visita all’impianto fotovoltaico della Metalsistem di Rovereto e alla centrale idroelettrica di Santa Massenza. La delegazione incontrerà, inoltre, mercoledì 9 luglio alle 14.30 a Palazzo Geremia l´assessore all´Ambiente del Comune di Trento, Michelangelo Marchesi e alle 16.30 in Rettorato il prorettore per il supporto alla ricerca dell’Università degli Studi di Trento Alessandro Quattrone, mentre giovedì 10 alle 9 nella Sala Fedrizzi della Provincia è in programma l’incontro con l’assessore alle infrastrutture e all´ambiente della Provincia autonoma di Trento, Mauro Gilmozzi. Ulteriori informazioni: www.Dsue.org  
   
   
CON LA DIRETTIVA RIVEDUTA SULLA SICUREZZA NUCLEARE, L´UE HA IN QUESTO AMBITO UN RUOLO DI LEADERSHIP  
 
Bruxelles, 9 luglio 2014 - La nuova direttiva sulla sicurezza nucleare è stata adottata ieri dal Consiglio. Con i loro poteri e l´indipendenza delle autorità nazionali di regolamentazione devono essere rafforzati. Inoltre, un ambizioso obiettivo di sicurezza a livello di Ue è introdotto, e si è creato un sistema di peer review europea. Sono state anche introdotte regolare audit di sicurezza nazionale e il sito di preparazione e risposta alle emergenze. Inoltre è fornito da loro per una maggiore trasparenza e una migliore istruzione e formazione. Con la nuova direttiva, in vigore dal 2009, la politica è cambiata. Il quadro per la sicurezza nucleare in Europa sarà rafforzata da esso, come è stato richiesto dai capi di Stato e di governo dell´Unione europea dopo l´incidente nucleare di Fukushima del 2011. La Commissione europea accoglie con favore l´adozione odierna della modifica della direttiva preesistente sulla sicurezza nucleare da parte del Consiglio. Il responsabile per l´energia Günther Oettinger, il vice presidente ha dichiarato: "Questa politica dà un contributo significativo al miglioramento della sicurezza degli impianti nucleari e di una forte cultura della sicurezza in Europa. In una regione in cui più di un quarto dell´energia elettrica prodotta, e più della metà delle emissioni di Co 2 di elettricità venire poveri generata da energia nucleare, è la sicurezza delle centrali nucleari è cruciale. La revisione della direttiva, l´Unione europea dimostra che occupa una posizione di leader nel settore della sicurezza nucleare. " Cosa c´è di nuovo? Le disposizioni della direttiva del 2009, come segue essere rafforzata con la direttiva riveduta sulla sicurezza nucleare: I poteri e l´indipendenza delle autorità nazionali di regolamentazione che sovrintendono le attività degli operatori di impianti nucleari saranno rafforzati. Si tratta di un progetto ambizioso obiettivo di sicurezza a livello Ue introdotta al fine di evitare incidenti e prevenire rilasci di radioattività all´esterno dell´impianto nucleare. Si tratta di un sistema europeo di peer review per impostare problemi di sicurezza specifici. Questi sono ogni sei anni da parte degli Stati membri da parte delle autorità di regolamentazione, con l´aiuto del gruppo dei regolatori europei per la sicurezza nucleare (Ensreg) e sulla base della competenza dell´Associazione dei spazio europeo occidentale dei regolatori nucleari (Wenra) vengono eseguite. Il primo inter pares tematica avrà luogo nel 2017. La trasparenza nel settore della sicurezza nucleare è quindi una maggiore disponibilità al pubblico durante il normale funzionamento degli impianti nucleari e di incidenti o infortuni informazioni vengono fornite. Prima della costruzione di un impianto nucleare è una prima valutazione fatta e sarà periodicamente - almeno ogni dieci anni - controlli di sicurezza nazionale condotti per valutare la sicurezza degli impianti mostrano nuove e altre migliorie necessarie di sicurezza. Inoltre, la coerenza della volontà nazionale in loco di preparazione e risposta alle emergenze migliorate. L´importanza del fattore umano è finanziato dalla promozione di una cultura della sicurezza efficace in campo nucleare, per il quale i sistemi di gestione, di formazione e di ulteriori misure di formazione sono previste e le modalità del gestore. Con successive modifiche, i risultati delle prove di stress dell´Ue per le centrali nucleari e contributi compresi Gruppo dei regolatori europei per la sicurezza nucleare (Ensreg), intrapreso dal settore occidentale europeo dei regolatori nucleari (Wenra) e l´Agenzia internazionale dell´energia atomica (Aiea) indossati. Sono stati inoltre considerati i pareri del Parlamento europeo e del Comitato economico e sociale europeo e l´industria e la società civile. Gli Stati membri devono conformarsi alla direttiva entro tre anni per recepire nel diritto nazionale.  
   
   
FAST: DUE EVENTI SULLE TECNOLOGIE DELL´IDROGENO  
 
Milano, 9 luglio 2014 – Di seguito i due prossimi appuntamenti Fast del 14 luglio e del 3-4 settembre. Lunedì 14 luglio (ore 13.45): Il bando 2014 Idrogeno e celle a combustibile. La seconda fase del programma europeo Fch 2 Ju http://www.Fast.mi.it/eenfast.htm  Evento Fast per la rete Enterprise Europe Network con la collaborazione di H2it Si apre la seconda fase del programma europeo Idrogeno e celle a combustibile. Le risorse assicurate dalla Commissione europea per il periodo 2014-20 ammontano a € 665 milioni; risorse di importo analogo devono essere garantite dall’industria e dalla ricerca. Gli obiettivi sono: riduzione dei costi e aumento della durata e dell’efficienza delle celle a combustibile e delle tecnologie per la produzione dell’idrogeno; dimostrazione della capacità di stoccaggio delle energie rinnovabili tramite l’idrogeno; riduzione delle criticità di particolari materiali. Fast, nell’ambito delle sue attività all’interno della rete Enterprise Europe Network, con la collaborazione di H2it propone questo incontro di presentazione del bando 2014 del nuovo programma per far conoscere contenuti e modalità di partecipazione, stimolare gli operatori italiani a beneficiare delle nuove opportunità, interagire con gli altri potenziali partner per condividere e presentare proposte di successo. La partecipazione è gratuita. Gli interessati sono pregati di iscriversi entro giovedì 10 luglio. 3-4 settembre, Aix en Provence (Francia) Hydrogen Safety Training for First Responders http://www.Hyresponse.eu/workshop.php  Workshop Fast con la collaborazione di Ensosp per il progetto Hy Responders Le applicazioni dell’idrogeno e delle tecnologie connesse sia nei trasporti che nell’energia sono ormai sul mercato. Ma non sembra ancora del tutto adeguata l’attenzione delle autorità, dei vigili del fuoco e dei possibili soccorritori a tale situazione, con possibili limiti alla capacità di intervenire in modo consapevole a fronte di possibili rischi e incidenti. Il workshop organizzato da Fast e Ensosp nell’ambito del progetto europeo Hy Responders si prefigge di contribuire a colmare tale lacuna con due giornate di formazione intensiva. La partecipazione è gratuita e va perfezionata entro il 4 agosto. Sono a carico degli iscritti solo i servizi richiesti (hotel e pasti). Concorso Leonardo Ugis - il 7 luglio u.S. È stato pubblicato il bando di concorso per il Premio Leonardo Ugis 2014, 4a edizione, con due riconoscimenti: a) alla carriera; b) a un giovane ricercatore-comunicatore (meno di 40 anni al 30 settembre 2014) destinatario di € 2.500. La giuria valuta candidature preferibilmente in linea con il tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” e inviate entro il 18 ottobre 2014. Http://www.ugis.it/documenti/leonardo%20ugis%202014.pdf    
   
   
INDAGINE TECNOBORSA 2014, IL MERCATO IMMOBILIARE: TRANSAZIONI E MUTUI  
 
Roma, 9 luglio 2014 - Come ogni anno Tecnoborsa ha elaborato l’Indagine annuale sulle famiglie italiane e il mercato immobiliare sia a livello nazionale che romano; nel corso del mese di giugno sono stati presentati alla stampa i dati sulle transazioni effettuate e previste, i mutui e il condominio, le cui versioni integrali sono state altresì pubblicate sul numero 20 dei Qei – Quaderni di Economia Immobiliare di Tecnoborsa. Compravendite - Secondo l’Istat nel Iv trimestre 2013 sono state 160.525 le convenzioni notarili per trasferimenti di proprietà di unità immobiliari. Sempre in diminuzione se confrontate allo stesso trimestre del 2012 (-8,1%), ma in recupero rispetto alla variazione osservata fra il Iv trimestre 2012 e il corrispondente del 2011 (-25,7%). Variazioni tendenziali negative si registrano sia per le convenzioni notarili relative ai passaggi di proprietà di immobili ad uso abitazione e accessori (-7,6%), sia per quelle che riguardano le unità immobiliari ad uso economico (-13,5%). Il 92,7% dei trasferimenti di proprietà ha riguardato immobili ad uso abitazione e accessori (148.835), il 6,5% unità immobiliari ad uso economico (10.449) e lo 0,8% (1.241) unità immobiliari ad uso speciale e multiproprietà. Per le compravendite di immobili ad uso abitazione e accessori si registrano cali superiori alla media nazionale nelle Isole (-10,9%) e al Sud (-10,7%), mentre per le unità immobiliari ad uso economico la diminuzione maggiore si rileva al Centro (-18,6%) e nel Nord-ovest (-13,2%). Nel 2013 si osserva un deciso rallentamento del calo delle compravendite immobiliari: rispetto al 2012 le variazioni tendenziali negative si sono, infatti, contratte in tutte le ripartizioni e per tutte le tipologie d´uso. Nell´intero anno 2013 le convenzioni per trasferimenti di proprietà immobiliare sono state 584.868, in diminuzione del 7,5% rispetto all´anno precedente e del 47,4% se confrontate con il 2006. Le convenzioni di compravendita di unità immobiliari ad uso abitazione e accessori (544.392), diminuiscono nel 2013 del 7,3% sull´anno precedente, quelle delle unità immobiliari ad uso economico (36.201), dell´8,7%. Per l’Agenzia delle Entrate il mercato immobiliare italiano nel I trimestre 2014 torna in crescita, seppure con un moderato rialzo dell’1,6%. Era dal Iv trimestre 2011 che il tasso tendenziale riferito al totale delle compravendite immobiliari non registrava un segno positivo. Il dato moderatamente positivo, tuttavia, è il risultato di andamenti compositi nei diversi comparti: positivo, sopra il 4%, nel residenziale e commerciale, ancora negativo negli altri comparti. In secondo luogo, non bisogna però trascurare che, come già illustrato nella precedente nota trimestrale, quanto riscontrato dipende in parte dagli effetti che ha avuto sul mercato l’entrata in vigore, il 1° gennaio 2014, del nuovo regime delle imposte di registro, ipotecaria e catastale, applicabile agli atti di trasferimento a titolo oneroso di diritti reali immobiliari; a partire da tale data, infatti, per la generalità dei trasferimenti immobiliari la nuova disciplina risulta normalmente più vantaggiosa e deve avere, per questo, indotto gli acquirenti a traslare la stipula degli atti di compravendita al 2014, con l’effetto di far risultare più depresso l’andamento dell’ultimo trimestre del 2013 e, per contro, più positivo l’andamento di questo I trimestre 2014. Fermo restando quanto già accennato sulla nuova disciplina fiscale sugli atti di trasferimento che ha fatto rimbalzare parte delle compravendite del Iv trimestre 2013 ai primi mesi del 2014, nel proseguo si presentano i dati del I trimestre 2014 al lordo di tale effetto. In particolare, i volumi di compravendita e le rispettive variazioni tendenziali, nel I trimestre 2014, relativi ai settori residenziale (98.403 Ntn), e commerciale (6.240Ntn), mostrano come accennato, variazioni positive che superano il 4%. Risultano prossimi ad arrestare le perdite le pertinenze (cantine, box e posti auto), per la maggior parte riconducibili all’uso residenziale, e il settore produttivo (capannoni e industrie). Rimane in campo negativo, con tassi tendenziali simili a quelli già riscontrati nel corso dei trimestri del 2013, il settore terziario che segna un -10,3% (2.134 Ntn). Il Fmi lancia l´allarme bolla sul mercato immobiliare globale, per il quale ci sarebbe il rischio di un crash immobiliare devastante. L´istituto ha pubblicato i dati che mostrano come in alcune aree i prezzi degli immobili siano ben al di sopra delle medie storiche: in Canada, per esempio, i prezzi delle case sono superiori alla loro media di lungo periodo rapportata ai redditi del 33% e dell´87% rispetto alla media dell´ultimo periodo degli affitti; nel Regno Unito +27% rispetto ai redditi e +38% rispetto agli affitti. L´indice globale delle case stilato dal Fondo mostra una nuova accelerazione, con i prezzi al +3,1% su base annua e i prezzi stanno salendo in misura più sostenuta nei mercati emergenti: in rialzo del +10% su base annua nelle Filippine, +9% in Cina e +7% in Brasile. I prezzi sono scesi soprattutto nei paesi periferici dell´Eurozona: -7% su base annua in Grecia, -6,6% in Italia e -5% in Spagna. Negli Stati Uniti i prezzi stanno salendo ma il mercato non è sopravvalutato, infatti i prezzi rimangono inferiori, rispetto alla media di lungo periodo rapportata ai redditi, del 13,4%, mentre sono superiori del +2,6% rispetto agli affitti. Il mercato immobiliare più economico al mondo è il Giappone, dove i prezzi sono inferiori ai redditi del -41% e del -38% rispetto agli affitti. Casa.it offre una doppia chiave di lettura sull’andamento del mercato: quella estrapolata dai dati su domanda e offerta e quella ricavata dalle sensazioni dominanti in chi vorrebbe vendere o acquistare casa. Partendo da quest’ultima, l’indagine condotta in primavera su un campione di utenti di Casa.it ha evidenziato che la maggioranza degli italiani (80%), ritiene che nei primi 6 mesi dell’anno il valore degli immobili nella zona in cui risiede sia diminuito. Emerge, inoltre, che per il 54% degli utenti questo è un momento favorevole per l’acquisto di un immobile; alla base di tale convincimento c’è la diffusa sensazione che la discesa dei prezzi continuerà anche nei prossimi 6 mesi e che ci sia una maggiore possibilità di contrattazione. Se, però, si guarda alla propensione alla vendita, il 71,6% del campione non intende mettere in vendita il proprio immobile, nel timore di svenderlo. L’ottimismo degli utenti su un possibile disgelo del mercato immobiliare residenziale acquista spessore sia alla luce dell’incremento delle richieste di mutui rilevato a partire da gennaio 2014 sia per il fatto che, nella prima metà dell’anno, la domanda di case è tornata a crescere in maniera più consistente rispetto alla fine del 2013. Anche sul fronte dell’offerta continuano ad aumentare le abitazioni messe sul mercato (+6,4% vs. Giugno 2013). Da Casa.it si ricava che, a livello nazionale, i prezzi rappresentativi degli immobili in offerta sul mercato sono effettivamente diminuiti in media del 5,2% rispetto a giugno 2013. L’acquisto della casa è una delle spese maggiori che le famiglie italiane devono sostenere. L’analisi condotta da Tecnocasa si basa sui dati relativi al prezzo al metro quadrato di un medio usato, raccolti dalle agenzie affiliate Tecnocasa e Tecnorete delle grandi città, e sulle retribuzioni contrattuali annue di cassa per dipendente (al netto dei dirigenti), a tempo pieno per attività economica e contratto, ricavate dalla banca dati Istat. Si è inoltre ipotizzato che il reddito fosse destinato interamente all’acquisto dell’abitazione e tale abitazione si è supposta di 65 mq. Dai dati raccolti nel corso del 2013 è emerso che, a livello nazionale, i prezzi sono diminuiti dell’8,9%, mentre, in base ai dati Istat, la retribuzione media per dipendente è cresciuta dell’1,4%. Tutte le grandi città italiane hanno evidenziato variazioni in diminuzione, ma non ci sono state particolari differenze rispetto all’anno precedente. A livello nazionale sono necessarie 6 annualità per comprare casa, in leggero calo rispetto al 2012, quando ne servivano 6,4. Effettuando un confronto a distanza di dieci anni (2003-2013), le variazioni diventano più significative; a livello nazionale il dato è passato da 7,2 del 2003 a 6 del 2013, con una diminuzione media di 1,2 annualità. Locazioni L´aumento degli sfratti per morosità registrati lo scorso anno è pari all´89% del totale di quelli emessi: è quanto rendono noto Cgil e Sunia circa i dati sugli sfratti relativi al 2013 diffusi dal Ministero degli Interni. Sono dati che, rilevano le due organizzazioni, confermano una complessiva crescita del totale degli sfratti emessi nel 2013 rispetto all´anno precedente. Lo scorso anno, infatti, si sono registrati 73.385 sfratti emessi, in crescita del +8% rispetto al 2012, quando se ne contavano 67.790. Per quanto riguarda, invece, gli sfratti per morosità la Cgil e il Sunia parlano di un aumento inarrestabile: sono infatti 65.302, contro i 60.244 del 2012, e rappresentano l´89% del totale degli sfratti emessi. Nel dettaglio, si osserva, risultano in aumento anche le richieste di esecuzione dello sfratto con l´ufficiale giudiziario che dalle 120.903 del 2012 passano alle 129.577 del 2013 (+6,70%) e gli sfratti eseguiti con l´intervento dell´ufficiale giudiziario: dai 27.695 del 2012 ai 31.399 del 2013 (+12%). Per quanto riguarda la ripartizione geografica, ben 22 Province hanno incrementi degli sfratti per morosità superiori al 20%, tra le maggiori risultano Napoli con il 22%, Catania con il 26% e La Spezia con il 43%; Roma è di gran lunga la città con il più alto numero di sfratti per morosità: sono 7.042, in aumento del 14% rispetto ai 6.191 dell´anno precedente, seguono Milano e Napoli. Mutui Dai dati resi noti dall’Istat relativi al Iv trimestre del 2013 le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche (68.468, -1,3% rispetto al Iv trimestre del 2012), confermano un rallentamento della decrescita già segnalato nei primi tre trimestri, chiudendo l’anno con una flessione complessiva del 2,9% sul 2012. Anche per la stipula di mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare l’arco temporale 2006 - 2012 è caratterizzato da una costante e marcata flessione: il calo, che nel 2008 era stato del 17,9% rispetto al 2006, raggiunge il 27,6% nel 2011 e il 56% nel 2013. Nel Iv trimestre del 2013 le Isole (-12,9%), registrano valori ancora fortemente negativi e segue il Sud (-2,8%), per le stipule di mutui e altri finanziamenti con concessione di ipoteca immobiliare. Valori inferiori alla media nazionale si osservano invece nel Nord-est (-0,8%), al Centro (-0,7%) e, soprattutto, nel Nord-ovest, dove la variazione trimestrale segna un +0,8%. Il 2013 registra complessivamente 254.959 convenzioni per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare, con le Isole (-13,2%), a sperimentare la variazione peggiore sul 2012 e il Centro (-0,6%), quella meno negativa. Nel complesso dei quattro trimestri, rispetto alla media nazionale, soffrono maggiormente gli Archivi con sede nelle città metropolitane (-3,2%), rispetto agli Archivi dei centri minori (-2,6%). In base ai dati resi noti dall’Abi a maggio 2014 l´ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.837,4 miliardi di euro, è nettamente superiore all´ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.724,5 miliardi di euro. Inoltre, a seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta e le sofferenze lorde sono risultate ad aprile 2014 pari a 166,4 mld, dai 164,6 mld di marzo. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è dell’8,8% ad aprile 2014 (era 6,8% un anno prima e 2,8% a fine 2007). Il complesso dei finanziamenti registra una lieve contrazione su base annua (-2,9%, lo stesso valore del mese precedente, e dal -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo). I finanziamenti a famiglie e imprese si posizionano sul -2,1% come variazione annua a maggio 2014, lo stesso valore del mese precedente, e -4,5% a novembre 2013. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.837,4 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.424 miliardi di euro. Tuttavia, i tassi di interesse sui prestiti si sono assestati in Italia su livelli storicamente molto bassi. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è posizionato al 3,33% (3,34% il mese precedente, segnando il valore più basso da luglio 2011; 5,72% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è posizionato al 3,32% dal 3,35% di aprile 2014 (5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,88% (3,90% il mese precedente; 6,18% a fine 2007). Infine, lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a maggio 2014 è risultato pari a 214 punti base (215 punti base ad aprile 2014); prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti % a fine 2007). Mentre i dati sul numero di erogazioni di mutuo da gennaio ad oggi avevano fatto tornare il sorriso, quando oggetto d’esame sono gli importi erogati la situazione è meno rosea: secondo Mutui.it e Facile.it rispetto a sei mesi fa la cifra che gli italiani sono riusciti a ottenere dalle banche è calata; l’erogato medio ad aprile 2014 è stato di 106mila euro, dieci punti percentuali in meno rispetto alla rilevazione fatta a ottobre 2013. L’analisi tanto delle richieste di mutuo quanto degli erogati registrate nello scorso aprile dai portali Mutui.it e Facile.it, ha messo in luce l’aumento del divario tra quanto gli italiani chiedono e quanto riescono effettivamente a ottenere dalle banche, ormai giunto al 20% (era solo dell’8% a ottobre). La richiesta media è salita del 7%: si punta a ottenere 132mila euro, contro i 123mila dello scorso ottobre; l’erogato medio, di contro, è calato del 10%, fermandosi a poco più di 106mila euro. Il cosiddetto loan to value, vale a dire la percentuale erogata in rapporto al valore dell’immobile scende drasticamente, passando dal 52% al 44%. Per quanto concerne il mutuo prima casa salgono gli importi richiesti – si passa da 129.000 a 138.000 euro in sei mesi (+6%) – ma cala la cifra media erogata, che passa da 129.000 a 117.000 euro (-10%). Mentre il divario tra richiesta ed erogazione si allarga (i due valori divergono del 17%), la percentuale finanziata scende al 55% (era al 62% nella rilevazione precedente). Questo calo è dovuto, in parte, al leggero aumento del valore medio degli immobili acquistati attraverso il finanziamento per la prima casa (+2% rispetto a sei mesi fa). Rimane stabile a 24 anni la durata media del mutuo prima casa richiesto, mentre cresce a 22 quella del mutuo erogato.  
   
   
PIANO REGIONALE DI EDILIZIA RESIDENZIALE 2014-2016: LA GIUNTA DELLE MARCHE TRASMETTE ALL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA LA PROPOSTA.  
 
Ancona, 9 luglio 2014 - Migliorare l’utilizzo del patrimonio immobiliare esistente per un minor consumo del suolo non urbano, investimenti nelle aree a tensione abitativa elevata, recupero energetico degli edifici esistenti, cantierabilità e speditezza degli interventi, facilitazioni del mercato finanziario. Sono gli obiettivi della proposta del Piano di edilizia residenziale 2014-2016 che la Giunta regionale ha inviato all’Assemblea legislativa per l’adozione. La programmazione del prossimo triennio può contare su una disponibilità stimata di 50 milioni di euro: risorse che proverranno dalle economie degli anni pregressi e dal reinvestimento delle vendite di una quota del patrimonio immobiliare Erp (Edilizia residenziale pubblica), composto da 15 mila abitazioni distribuite su tutto il territorio regionale, di cui 4 mila sono di proprietà delle amministrazioni comunali. “La normativa regionale di settore, con l’avvenuta istituzione dell’Ente regionale unico per l’abitazione pubblica delle Marche (Erap), ha previsto un’unica regia per programmare le politiche abitative – evidenzia il vicepresidente e assessore all’Edilizia Pubblica, Antonio Canzian – Una scelta che si è rilevata lungimirante, specie in questo momento di eccezionale difficoltà per la finanza pubblica e per il comparto edilizio. La Regione può quindi pianificare tutti i fondi disponibili, superando le logiche locali, ma con una visione d’insieme che abbraccia tutte le criticità evidenziate, in particolare nelle aree a maggiore tensione abitativa”. Il Piano triennale prevede interventi sulla parte inutilizzata, per carenza manutentive, del patrimonio Erp. Si tratta di immobili realizzati, per lo più, nei primi decenni del dopoguerra, con tecnologie costruttive tradizionali, senza particolare attenzione al contenimento dei consumi, dato l’allora basso costo dei combustibili fossili. La programmazione propone interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica che potranno beneficiare dei finanziamenti europei, con un impatto significativo sul piano occupazionale e senza gravare sul bilancio regionale. Altri interventi andranno a sostegno del settore edilizio attraverso un incremento dell’offerta di abitazioni a canone moderato e soluzioni innovative, come l’affitto con patto di futura vendita (rent to buy): in questo modo si punta a ridurre l’elevato numero di alloggi ultimati e invenduti che appesantiscono il mercato edilizio e il sistema delle imprese edili. Un capitolo della programmazione viene dedicato all’alienazione e al reinvestimento dei proventi delle vendite di alloggi pubblici. Il 60 per cento delle nuove assegnazioni avviene su appartamenti già locali che si rendono liberi a seguito della mobilità degli assegnatari o per decadenza. Il Piano individua un contingente minimo di alloggi da alienare, in grado di garantire risorse adeguate per nuovi investimenti, senza compromettere l’equilibrio economico del patrimonio Erap. Un altro capitolo riguarda l’edilizia sperimentale, con lo sviluppo di iniziative come la co-residenza (servizi condivisi) e la domotica. La proposta, infine, prevede che eventuali risorse aggiuntive o economie vengano destinate a incrementare i fondi per l’accesso alla prima casa tramite la formula dell’affitto con riscatto. Il programma triennale, nella parte introduttiva, disegna un quadro del disagio abitativo e occupazionale. Ne emerge che il problema della casa costituisce uno dei principali fattori di criticità. A livello nazionale, più di una famiglia su dieci vive oggi in condizione di povertà “relativa” e una su venti “assoluta”. Il 72,4 per cento delle famiglie è proprietario dell’abitazione in cui vive e l’8,6 per cento dispone di una casa ad altro titolo, senza garanzie di permanenza a lungo termine. Attualmente il 18 per cento delle famiglie risiede in affitto e sono quelle a basso reddito. L’edilizia pubblica risponde alle loro esigenza per una quota del 4 per cento del patrimonio abitativo e un quinto del mercato dell’affitto: percentuali tra le più basse a livello europeo. Il mercato privato ha prodotto aumenti dei canoni oltre il 100 per cento nell’ultimo decennio, raggiungendo livelli insostenibili per molte famiglie. Sul fronte dell’occupazione edilizia, si sono registrati flessioni consistenti su tutto il territorio nazionale, con la sola eccezione dell’Emilia Romagna, dove ha influito la ricostruzione post terremoto. Nelle Marche, negli ultimi quattro quadrimestri (2012-2013) rispetto ai precedenti (2011-2012), la diminuzione ha interessato circa duemila lavoratori, con una variazione negativa del 4,8 per cento.  
   
   
CASA: AL VIA IL RIORDINO DELLE ATC IN PIEMONTE APPROVATO IL DDL: LE AGENZIE SI RIDUCONO DA 7 A 3. RISPARMIO DI 1 MILIONE DI EURO ALL´ANNO  
 
Torino, 9 luglio 2014 - Le Agenzie Territoriali per la Casa del Piemonte passano da 7 a 3, i membri di ciascun Consiglio di amministrazione delle Atc sono ridotti a 3 dai 5 attuali e il Collegio dei revisori dei conti non sarà più composto da 3 membri, ma da un revisore unico più un supplente, mentre inizia un percorso di razionalizzazione delle società partecipate: questi sono i punti salienti del Disegno di legge sul riordino delle Atc, approvato nella seduta odierna della Giunta regionale del Piemonte. “Si prevede un risparmio immediato di circa un milione di euro all’anno”, ha spiegato l’assessore regionale alle Politiche sociali, della famiglia e della casa, Augusto Ferrari, in conferenza stampa. Si tratta del primo tassello della nuova politica per la casa della Regione, che introduce interventi differenziati ed articolati nel segno del risparmio e dell’efficienza organizzativa. Il percorso del disegno di legge proseguirà in Consiglio regionale, prima nella Commissione consiliare competente e, poi, in aula. Parallelamente verranno previsti momenti di confronto con tutte le organizzazioni sindacali, di categoria e con gli enti locali. L’impianto legislativo, che introduce alcune modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010 n.3, prevede la riorganizzazione territoriale, realizzata al fine di rendere più efficace ed efficiente il sistema delle Atc. “La ragione fondamentale dell’esistenza delle Agenzie per la casa – ha aggiunto l’assessore Ferrari – è quella di favorire ed accrescere la coesione sociale per ridurre il disagio abitativo delle fasce più svantaggiate della popolazione, a maggior ragione in un periodo di difficoltà e di crisi come quello che stiamo attraversando”. Non solo compiti economici, quindi, ma soprattutto interventi di carattere sociale. Le 3 nuove Atc piemontesi. La riorganizzazione e l’accorpamento prevedono la nascita di 3 nuove Atc: L’atc del Piemonte Nord che comprende Novara, Verbano-cusio-ossola, Biella e Vercelli, con sede legale a Novara. L’atc del Piemonte centrale, che comprende Torino e Provincia, con sede legale a Torino. L’atc del Piemonte sud che comprende Alessandria, Asti e Cuneo, con sede legale ad Alessandria. “La suddivisione in 3 grandi Atc – ha commentato Ferrari – risulta la più omogenea, rispetto ad una prima ipotesi che prevedeva la riduzione a 4”. La nuova governance delle Atc. Gli organi delle Atc sono così ridotti: il Consiglio di amministrazione di ciascuna Atc passa da 5 a 3 membri, nominati dal Consiglio regionale, di cui uno espresso dai Gruppi di minoranza e uno indicato dalle Autonomie locali. Viene ridotto anche il numero dei membri del Collegio dei revisori dei conti: si passa da 3 ad un revisore unico più un supplente. La razionalizzazione delle partecipate. Nel disegno di legge è presente anche una norma che prevede che i Cda delle Atc presentino alla Giunta un piano di razionalizzazione e riduzione delle società partecipate. Il risparmio immediato previsto sui costi di gestione delle Atc con la nuova organizzazione ammonta a circa 1 milione di euro all’anno. Intanto l’assessore Ferrari annuncia la costituzione di un gruppo di lavoro interno all’Assessorato per la revisione della legge 3, per un nuovo Testo Unico sull’edilizia sociale.  
   
   
BOLZANO: PIÙ INVESTIMENTI PER EDILIZIA E OPERE PUBBLICHE  
 
Bolzano, 9 luglio 2014 - "L´economia mostra segnali di ripresa, dobbiamo sfruttarli". In quest´ottica il presidente Arno Kompatscher inquadra la decisione della Giunta provinciale che prevede, pur in un contesto di prudenza, maggiori investimenti per l´edilizia e le opere pubbliche. Via libera anche alla lista di priorità per le misura di protezione contro la caduta massi lungo le strade. Ammontano a 342 milioni di euro, contro i 203 milioni dell´anno scorso e i 249 milioni del 2012, gli investimenti previsti dalla Provincia di Bolzano nel corso del 2014 per edilizia abitativa, rete stradale, lavori pubblici e infrastrutture. "Si tratta di dare un segnale forte alla nostra economia - ha spiegato Kompatscher - di incentivare la creazione di nuovi posti di lavoro e di migliorare la dotazione infrastrutturale del territorio". Da sottolineare in particolare il via libera al programma quinquennale per quanto riguarda la Ripartizione edilizia e servizio tecnico, che per l´anno in corso può contare su un budget vicino ai 52 milioni di euro. "In tutto il settore delle opere pubbliche - ha proseguito il presidente altoatesino - il livello degli investimenti sarà costante e seguirà una logica prudente ma ben precisa. Sino al 2018 è prevista l´assegnazione annuale dell´80% dei fondi in base alle pianificazioni, con il restante 20% di margine di riserva per gli imprevisti. Se questi non si verificheranno vi sarà spazio per anticipare l´avvio di determinati lavori". Sempre nel corso della seduta odierna, la Giunta provinciale ha approvato una lista di priorità delle misure di protezione da attuare contro la caduta massi lungo le strade altoatesine, sfruttando un sistema di valutazione già testato con successo in Svizzera.  
   
   
PONTE GENERAZIONALE, MARONI: COSÌ SI CREA LAVORO VERO  
 
Como, 9 luglio 2014 - "Ci sono tutti i requisiti e tutte le condizioni per fare bene. Quando, a giugno, ho partecipato all´Assemblea annuale di Unindustria Como, avevo detto che, se mi aveste convinto, avrei trovato le risorse. L´ho fatto e ora siamo pronti a partire, già domani". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che, ha firmato, insieme all´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea, l´Accordo tra Regione Lombardia e Unindustria Como per l´attivazione di un progetto in materia di ´ponte generazionale´. I Contenuti - Il Programma ´Ponte generazionale´ sostiene la solidarietà generazionale, attraverso una riduzione di orario di lavoro per il lavoratore vicino all´età pensionabile e la contemporanea assunzione di un giovane. L´intervento pubblico assicura al lavoratore l´integrazione contributiva per garantire la piena maturazione pensionistica e al giovane un percorso di formazione iniziale. Le aziende avranno la possibilità di garantire, da un lato, il posto di lavoro a dipendenti senior e, parallelamente, offrire un contratto di lavoro a giovani, che verranno inseriti con percorsi di affiancamento o scorrimento in base ai ruoli e alle professionalità presenti in azienda. Modello Da Estendere - "Questo modello, che abbiamo avviato con Assolombarda e che abbiamo ulteriormente migliorato attraverso il protocollo studiato insieme agli industriali di Como, - ha sottolineato il governatore - pensiamo possa essere esteso a tutta la Lombardia". "Chiedo a Unindustria Como - ha esortato - di darci una mano a sensibilizzare le associazioni ´sorelle´ delle altre province, perché questo modello sta funzionando e lo sta facendo già prima di partire ufficialmente, come dimostra il fatto che già 300 aziende hanno aderito e 300 giovani verranno assunti. È un ottimo segnale". Esempio Per L´europa - Maroni ha ricordato il programma europeo ´Garanzia Giovani´, "che noi abbiamo applicato, modulandolo sul ´Ponte generazionale´, con una sperimentazione - ha ribadito - che può essere un modello non solo per tutte le Province lombarde, ma anche per le altre Regioni, non solo italiane. Ne abbiamo parlato recentemente in occasione del vertice a Milano con i ´Quattro motori d´Europa´, che si sono dimostrati molto interessati". "Lo scambio di ´best practice´ - ha concluso Maroni - è fondamentale nelle politiche per il lavoro. Non si crea occupazione facendo una nuova legge, ma con iniziative come queste, trovando risorse e convincendo le aziende ad assumere, cosa che noi stiamo facendo".  
   
   
PONTE GENERAZIONALE, LOMBARDIA: ACCORDO STORICO  
 
Como, 9 luglio 2014 - "Il Ponte generazionale si inserisce in una serie di iniziative di Regione Lombardia per l´occupazione ed in particolare quella giovanile". Lo ha detto l´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro intervenendo, insieme al presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, alla conferenza stampa di presentazione dell´Accordo tra Regione Lombardia e Unindustria Como per l´attivazione di un progetto in materia di ´Ponte generazionale´. Almeno 300 Posti Di Lavoro - Sono 300 le aziende del territorio che hanno aderito all´Accordo, che diventa operativo già da oggi e si estende, oltre che alle aziende associate a Unindustria Como, anche alle imprese artigiane e a quelle del settore commercio: ciò fa presumere che saranno almeno 300 i giovani che potranno usufruire di un´opportunità di lavoro ma il numero è destinato a crescere. Dote Unica Lavoro Modello Europeo - "Con Dote Unica Lavoro, avviata a ottobre 2013, Regione Lombardia - ha ricordato l´assessore Aprea - si è dotata di uno strumento generale di politiche attive del lavoro a livello dei migliori Paesi europei. In questi mesi la validità del modello lombardo è stata confermata dai primi esiti, che sono di tutto rispetto, con un successo a sei mesi dalla presa in carico che supera il 65% e per i giovani giunge a oltre il 70%". Garanzia Giovani Strumento Per Occupazione - Garanzia Giovani, il programma europeo per offrire un´esperienza di lavoro o di tirocinio ai giovani entro 4 mesi dall´inizio della disoccupazione o dal termine dei percorsi di studio, si è innestata in Regione Lombardia su Dote Unica Lavoro. "I principi alla base di Dote Unica Lavoro - ha spiegato Aprea - hanno già ispirato in questi mesi il piano nazionale di Garanzia Giovani: la centralità della persona, la libertà di scelta, l´orientamento al risultato, la differenziazione delle misure in relazione al grado di svantaggio delle persone, la partnership tra pubblico e privato, la semplificazione gestionale con i costi standard sono tutti principi fondanti di Dote Unica Lavoro che ne confermano il carattere innovativo e la possibilità che diventi un modello di riferimento nazionale per le politiche del lavoro". Bonus Aziende - I due programmi, Ponte Generazionale e Garanzia Giovani, offrono vantaggi cumulabili per le aziende: il pagamento del delta contributivo con il Ponte generazionale e un bonus occupazione da 1.500 a 6.000 euro per l´assunzione con Garanzia Giovani. In base agli ultimi dati disponibili sono 10.000 i giovani che hanno aderito a Garanzia Giovani in Lombardia attraverso il portale www.Garanziagiovani.regione.lombardia.it  Vantaggi Per Imprese Che Assumono - "Abbiamo avuto un grande riscontro da parte delle aziende per il progetto di Garanzia Giovani - ha sottolineato l´assessore - anche perché Regione Lombardia ha stanziato circa 52 milioni di euro per i bonus occupazionali per le imprese nel caso di assunzione dei giovani". Accordo Storico - L´assessore Aprea, oltre a condividere la soddisfazione per la firma di questo primo importante e storico accordo con il presidente e il direttore di Unindustria Como, ha rivolto "un ringraziamento particolare al consigliere regionale Alessandro Fermi che, in virtù del suo precedente incarico di assessore al Lavoro della Provincia di Como, ha sempre lavorato per raggiungere obiettivi per l´occupazione giovanile".  
   
   
BELGRADO, SIGLATI 3 ACCORDI DI COLLABORAZIONE FVG-SERBIA  
 
Belgrado, 9 luglio 2014 - Nel corso della visita ufficiale di ieri della presidente Serracchiani a Belgrado, alla presenza della stessa presidente della Regione, dell´ambasciatore d´Italia a Belgrado Giuseppe Manzo e del vicepremier e ministro ai Trasporti e Infrastrutture, Zorana Mihajlovic, sono stati siglati nella sede diplomatica italiana tre accordi di collaborazione. Accordi che si inseriscono concretamente in quel contesto di "eccellenti rapporti tra Friuli Venezia Giulia e Serbia dovuti non solo alla presenza di una grande comunità serba a Trieste ed in Friuli Venezia Giulia, ma anche alle collaborazioni in atto da un punto di vista economico, che vedono aziende Fvg operare attivamente in Serbia, dando così un contributo notevole agli oltre 3,5 miliardi di euro d´interscambio commerciale ed ai 2 miliardi di euro di investimenti che fanno dell´Italia il primo partner commerciale ed il primo investitore straniero", come oggi ha ricordato Serracchiani in un´intervista pubblicata nelle prime pagine dell´autorevole quotidiano di Belgrado "Blic". Il primo accordo è stato sottoscritto dal consorzio "Corridoio Italia-serbia", costituito dall´Interporto di Pordenone, con il consorzio Serbijatransport. Obiettivo del protocollo (traendo anche spunto dal progetto "Destinazione Kragujevac", tavolo di lavoro su infrastrutture e logistica attivato da Finest e dallo stesso Interporto della Destra Tagliamento) l´avvio di studi ed analisi sui problemi del traffico, del dumping e la creazione di un "borsino" per la regolamentazione del traffico per l´autotrasporto. Sempre Finest e la Camera di commercio e industria serba di Belgrado, che rappresenta tutte le realtà economiche del Paese, hanno siglato l´accordo di collaborazione per un rinnovato scambio di informazioni bilaterale, lo sviluppo di iniziative volte all´internazionalizzazione delle aziende e all´incremento dell´import/export. Questi due progetti, è stato osservato, potranno trovare anche inserimento in progettualità con finanziamento Ue o attivando risorse della Banca europea degli Investimenti (Bei) e della Bers, la Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Infine è stato anche firmato l´Accordo tra Area Science Park ed il ministero serbo per l´Istruzione, la Scienza e lo Sviluppo tecnologico per l´attivazione di programmi di formazione e assistenza in tema di trasferimento tecnologico, l´avvio di sistemi territoriali di innovazione, la definizione di progetti di ricerca e sviluppo da "candidare" ai finanziamenti Ue (progetto "Horizon 2020"), il potenziamento dell´uso di strumenti finanziari quali il microcredito.  
   
   
BOLZANO: BONUS FISCALE PER I RISANAMENTI E RIDUZIONE IRAP  
 
Bolzano, 9 luglio 2014 - Boom di domande per l´anticipo del bonus fiscale sulle ristrutturazioni varato dalla Provincia di Bolzano. "In 5 giorni - ha spiegato Arno Kompatscher - sono arrivate richieste per 1 milione di euro: si tratta di un concreto sostegno all´economia". Un altro arriva dalla nuova riduzione dell´Irap contenuta nella legge omnibus. Dal 1° luglio si sono aperti i termini per presentare le richieste di anticipo del bonus fiscale sulle ristrutturazioni edilizie concesso dalla Provincia di Bolzano. In sostanza, si tratta di un mutuo senza interessi che consente all´ente pubblico altoatesino di anticipare le agevolazioni fiscali stabilite dal governo centrale (rimborso decennale, sottoforma di detrazione fiscale dalla dichiarazione dei redditi, pari al 50% dei costi sostenuti) e che obbliga il beneficiario a restituire il tutto nel giro di 10 anni. "In questi primi cinque giorni - ha spiegato il presidente Arno Kompatscher - vi è stato un vero e proprio boom di domande, con l´ammontare dei mutui richiesti che ha già superato il milione di euro. Ciò significa che ci siamo mossi nella direzione voluta dai cittadini, e che con questo provvedimento offriamo un effettivo e concreto sostegno ad un settore in difficoltà come quello dell´edilizia". Per il finanziamento degli anticipi è stato costituito un fondo di rotazione dotato di 12 milioni di euro, "che se le cose proseguono in questo modo - ha commentato Kompatscher - saremo costretti a rimpinguare". Un altro concreto segnale di spinta al mondo dell´economia arriva poi da una seconda decisione della Giunta provinciale, che ha inserito nella legge omnibus che andrà in discussione in Consiglio un passaggio che riduce l´aliquota Irap dal 2,88% al 2,78%. "Dal primo gennaio 2015 - ha aggiunto il presidente altoatesino - è previsto inoltre un nuovo abbattimento al 2,68%, che fa seguito agli interventi già attuati con la legge finanziaria. Questo esecutivo, nel giro di pochi mesi, ha ridotto l´Irap di oltre il 10% diminuendo così il carico fiscale sulle imprese. Il lavoro, ora, costa di meno, e questo può incentivare le aziende a stabilizzare i rapporti e ad assumere".  
   
   
BDM, IL PRESIDENTE SPACCA RELAZIONA ALL´ASSEMBLEA LEGISLATIVA SULL´INCONTRO CON BANCA D´ITALIA.  
 
Ancona, 9 luglio 2014 - Un approfondimento delle questioni relative a Banca delle Marche, avvenuto in un incontro di cortesia riservato, cordiale ed aperto, al quale Banca d’Italia ha voluto dare un profilo istituzionale e territoriale. E’ quello che il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, e il presidente dell’Assemblea legislativa, Vittoriano Solazzi, su mandato della stessa Assemblea, hanno avuto il 4 luglio a Roma con il Governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco. Questa mattina Spacca ha relazionato all’Assemblea legislativa sugli esiti dell’incontro. “Nel corso del confronto – ha detto Spacca – sono state approfondite le variabili macroeconomiche che hanno accompagnato le crescenti difficoltà di Banca delle Marche, a partire dal manifestarsi della crisi internazionale nel 2007. E’ ben presente infatti la consapevolezza che la crisi e la successiva recessione hanno toccato maggiormente le economie reali e dunque colpito più pesantemente le Marche, regione fortemente manifatturiera”. Ma al di là delle analisi “macro”, l’incontro del 4 ha fatto emergere un elemento di grande significato. “I commissari – ha detto - sono al lavoro per trovare una risoluzione della crisi di Banca delle Marche, anche attraverso la valorizzazione di tutti gli apporti che il territorio sarà in grado di offrire, affinché la Bdm continui a svolgere il ruolo di banca regionale, a sostegno dell’economia marchigiana. È questa la considerazione principale. Non esiste, dunque, alcun disegno orientato alla penalizzazione e tanto meno alla liquidazione della Banca. Dunque è arrivato il momento in cui imprenditori, fondi, banche che in questo periodo si sono dimostrati interessati al processo di ricapitalizzazione, si interfaccino concretamente con i commissari per integrarsi in un disegno strategico tempestivo ed operativo. E quanto maggiore sarà l’apporto della comunità regionale al processo di ricapitalizzazione, tanto maggiori saranno le possibilità di raggiungere gran parte degli obiettivi che il Governo regionale e l’Assemblea legislativa si sono posti: salvaguardare l’occupazione in termini qualitativi e quantitativi, sostenere le imprese e l’economia regionale, non disperdere il patrimonio delle Fondazioni che sostiene la coesione sociale, salvaguardare per quanto possibile i piccoli azionisti, non scaricare le criticità dei crediti deteriorati improvvisamente e tutti insieme sul mercato immobiliare. Dunque oggi c’è un interlocutore, sono i commissari di Banca delle Marche, con cui chi è necessario dialogare per trovare la risoluzione della crisi di Bdm”. Un altro elemento significativo emerso nel corso dell’incontro è la conferma della fiducia che la comunità regionale ha nei confronti della banca anche in questa fase di difficoltà. “Se Banca delle Marche – ha detto Spacca - è riuscita a proseguire la propria attività in una fase di crisi così profonda, è stato possibile perché non è venuto meno il rapporto di fiducia con la comunità marchigiana. Questo ha consentito all’istituto di mantenere sostanzialmente invariata la raccolta, di continuare ad essere Banca di riferimento dell’80% delle imprese regionali, di veder confermata la presenza degli oltre 40mila azionisti. E’ dunque importante non rompere questo clima di fiducia perché è proprio questo che ha convinto imprenditori, fondi, banche, ad interessarsi al processo di risanamento di Bdm ed esserne probabilmente protagonisti”.  
   
   
PUGLIA: VENDOLA CON ASSESSORI INCONTRA I SINDACATI: "BENE LAVORO MINIMO CITTADINANZA"  
 
Bari, 9 luglio 2014 - “Per noi è sempre molto importante che in un momento tempestoso e di crisi continua ci siano interventi che servono non alla sopravvivenza ma al rilancio delle attività produttive. E’ importante ascoltare i sindacati, che hanno il termometro per misurare la febbre che c’è soprattutto in quella parte del mondo del lavoro che scivola nel rischio del licenziamento e della perdita di un reddito. Noi siamo sempre molto attenti, non solo alla segnalazione della inquietudine e del disagio sociale, ma anche alle proposte del sindacato”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola al termine del confronto con le segreterie regionali Cgil, Cisl, Uil e Ugl che si è svolto il 7 luglio in Presidenza. “Abbiamo presentato ai sindacati – ha detto Vendola - il quadro ricognitivo delle opere e dei cantieri, l’accelerazione che abbiamo prodotto in questi mesi affinchè ad ogni cantiere corrispondessero posti di lavoro. Abbiamo offerto anche una rappresentazione di dettaglio di questioni specifiche che possono costituire altrettanti tavoli da convocare per approfondire e capire come si supera un blocco e una paralisi, come cioè tutto il sistema si sincronizza per non rassegnarsi a nessun intoppo. Di fronte alla emergenza, tutti gli attori devono dare risposte”. “I sindacati infine – ha concluso Vendola – ci hanno fornito una suggestione che noi raccogliamo con l’espressione lavoro minimo di cittadinanza. Questa è una espressione che merita davvero un approfondimento che sarà fatto quanto prima. Con questa espressione vogliamo indicare un’operazione nella quale ci vuole coraggio e fantasia. Certo, è una questione europea, è una questione nazionale. Non c’è un’isola felice in questo mare di dolore. Ma noi non vogliamo perdere la possibilità di inventare, laddove ne vediamo i presupposti giuridici e laddove reperiamo provviste finanziarie adeguate per andare nella direzione del lavoro. Non ammortizzatori sociali, non elemosine per la sopravvivenza, bensì con il lavoro minimo di cittadinanza si possono riaprire prospettive di lavoro legandole per esempio anche a opere di manutenzione e cura, a opere minime. La richiesta del sindacato è lavoro, lavoro, lavoro. E su questo, come è stato in questi anni, ci sarà la cura e l’attenzione della Regione Puglia”.  
   
   
PRESIDENTE UMBRIA MARINI A CONVEGNO CGIL: DA REGIONI ITALIA DI MEZZO POLITICHE COMUNI PER LAVORO E CRESCITA  
 
Perugia, 9 luglio 2014 – "Quella delle regioni dell´Italia di mezzo non è affatto una identità di risulta. Tutt´altro. In questa parte del Paese c´è forse l´Italia che è più Italia. E insieme possiamo e dobbiamo costruire delle politiche comuni che devono poter incidere positivamente soprattutto per dare ai cittadini risposte ai loro bisogni, a cominciare dalla grande questione del lavoro". È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenuta ieri mattina a Perugia al Teatro Pavone, all´iniziativa organizzata dalla Cgil sul tema "Piano del lavoro nell´Italia di mezzo", presente, fra gli altri, il segretario generale dell´organizzazione sindacale, Susanna Camusso. "In questa parte dell´Italia – ha affermato Marini – è molto forte la presenza di un tessuto di piccole e medie imprese che rappresentano l´ossatura del sistema economico e industriale di tutto il Paese. Imprese che hanno dimostrato maggiore capacità di innovazione e di apertura all´internazionalizzazione. Qui è concentrata una parte notevole del patrimonio storico ed artistico nazionale, così come ambiente, paesaggio, antichi centri storici ne compongono il tratto identitario". Per la presidente Marini, è partendo proprio da questo che le Regioni dell´Italia di mezzo debbono saper recuperare "una capacità di politiche comuni che ci aiutino a mettere in campo azioni concrete per far ripartire lo sviluppo e la crescita economica in questo territorio dove la nostra azione sinergica può rappresentare il valore aggiunto". Certamente vi sono settori nei quali "naturalmente", secondo la presidente Marini, le Regioni del centro Italia devono esprimere iniziative di governo comuni, come è il tema delle infrastrutture stradali e ferroviarie, dalla E78 Fano-grosseto alla E 45, o al rafforzamento delle reti ferroviarie che per l´Umbria sono fondamentali. "Dobbiamo però – ha aggiunto Marini – aprire delle ‘finestre´ che guardino di più al tema dell´economia e dell´industria e di come rafforzare l´occupazione. È questa la grande questione, soprattutto in riferimento ai giovani. E dobbiamo, per questo, spingere con maggior coraggio verso un rapporto più stretto ed efficace tra impresa e formazione, superando la separatezza che ha caratterizzato fino ad ora il mondo dell´impresa con le nostre politiche per la formazione professionale. Su questo dobbiamo ancorare tutta la futura programmazione dei fondi comunitari". Riferendosi infine al progetto "Garanzia giovani", la presidente Marini ha affermato che "accanto ad esso è necessario che vi siano politiche nazionali, anche di tipo fiscale".  
   
   
MILANO: IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA LA DELIBERA SUL SUPERAMENTO DI EQUITALIA  
 
 Milano, 9 luglio 2014 – Si apre una nuova stagione sul fronte della riscossione delle entrate e nel rapporto tra Comune di Milano e cittadini. Dopo 14 anni di gestione affidata ad Equitalia, Palazzo Marino volta pagina e dal 1 ottobre 2014 gestirà direttamente la delicata attività di riscossione, volontaria e forzata, delle proprie entrate. Lo stabilisce la delibera, approvata il 7 luglio dal Consiglio Comunale con 35 voti favorevoli, 1 astenuto e nessun contrario, che contiene il regolamento per la gestione della riscossione delle sanzioni e dei tributi comunali. Questa novità comporta notevoli vantaggi, economici ma non solo, per i milanesi. La gestione diretta del Comune fa venir meno l’aggio dovuto a Equitalia, ossia la percentuale sulle somme riscosse, fissato dalla legge all’8% a titolo di remunerazione omnicomprensiva per il lavoro svolto. La riscossione diretta da parte del Comune prevede invece solo l’addebito dei costi vivi sostenuti dall’Ente (indicativamente un massimo di 12 euro per atto). Anche le spese di notifica sono destinate a ridursi: grazie alla scelta di sostituire progressivamente il recapito a mezzo raccomandata (5,88 euro) con l’invio su posta certificata (Pec). Il nuovo regolamento, infine, prevede anche l’individuazione di importi minimi sotto i quali non è più prevista nessuna riscossione e per i quali non si attueranno azioni cautelari ed esecutive perché economicamente non sostenibili. Ma i vantaggi non sono solamente economici. Un a gestione diretta della riscossione consente di prestare una maggior attenzione alle esigenze e condizioni effettive dei cittadini. Così, in casi di particolare disagio economico dei cittadini, il Comune potrà sospendere fino ad un anno l’avvio o la prosecuzione delle procedure. Equitalia, inoltre, utilizza la cartella esattoriale per la riscossione coattiva. L’amministrazione, invece, non solo potrà far ricorso, con una modalità più flessibile ed evitando rigidi automatismi, allo strumento del sollecito bonario ma anche, in caso di riscossione forzata, il Comune utilizzerà lo strumento dell’ingiunzione, che consente una comunicazione molto più chiara e comprensibile per i contribuenti. L’idea insomma è di arrivare e inviare periodicamente un unico atto relativo a più situazioni di debito riferito allo stesso soggetto, consentendo così un unico momento di interlocuzione con il debitore ed una valutazione complessiva della sua posizione.  
   
   
MOLISE, PATTO PER IL LAVORO, FRATTURA: DA PAPA FRANCESCO UNA CARICA STRAORDINARIA PER ANDARE AVANTI  
 
Campobasso, 9 luglio 2014 - "Una carica straordinaria per portare a compimento il nostro progetto di rilancio occupazionale, economico e sociale del Molise, una carica straordinaria regalata a tutti noi da Papa Francesco. Nessuno adesso può voltarsi più dall´altra parte e ignorare le nostre richieste. Il Santo Padre, nella sua visita, ha evidenziato la necessità di stringere un patto per il lavoro, quello stesso che abbiamo invocato noi con il riconoscimento dell´area di crisi per i nostri principali nuclei produttivi, la sola strada possibile per recuperare quota e ricostruire la speranza di futuro. Un patto per il lavoro, necessario al Molise come a tante realtà del Mezzogiorno, si lega in maniera indissolubile al valore della solidarietà reciproca, più volte richiamata dal nostro Pontefice nei suoi discorsi in Molise. Nostro è l´allarme lanciato da Papa Francesco: non possiamo rassegnarci a perdere una generazione senza lavoro, sarebbe una sconfitta per l´umanità. Questa sfida ci coinvolge. È delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e finanziario e noi stiamo operando. Per riconoscere l´area di crisi e individuare le migliori soluzioni possibili abbiamo attivato percorsi che ora, dopo le parole di conferma del Papa, ci sembrano tanto più preziosi e utili. Abbiamo prodotto, con un serio sforzo di approfondimento, l´analisi statistica, finanziaria e strutturale delle criticità dei distretti interessati e delle aziende presenti. Abbiamo avviato il percorso di attivazione del Fondo antiglobalizzazione Feg. Abbiamo messo in campo un pacchetto più completo di opportunità per sostenere gli aspetti di domanda e offerta, dagli incentivi ai pacchetti di localizzazione, passando per politiche attive integrate, strumenti di sviluppo locale e azioni di partenariato. Abbiamo chiesto alla Commissione europea di indicarci le soluzioni più innovative in materia di risoluzione di problemi in aree di crisi e a breve avremo a disposizione una banca dati delle migliori prassi messi in campo in Europa per situazioni simili alla nostra. Stiamo disegnando un percorso di supporto alle azioni anticrisi utilizzando in modo integrato azioni specifiche contenute nei diversi Fondi ma anche nei Programmi operativi nazionali. Questa, dunque, la nostra parte, destinata, con la collaborazione di tutti, governo nazionale ed Europa, come ci auguriamo, a diventare più ricca, concreta e viva a beneficio dei cittadini e dei giovani molisani. La visita di Papa Francesco è stata l´occasione più alta a noi offerta per dimostrare che uniti possiamo farcela. Il grazie del Molise oggi è ancora più forte e sentito". Lo dichiara il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura.  
   
   
RETE IMPRESE DI POTENZA SU RAPPORTO BANKITALIA  
 
 Potenza, 9 luglio 2014 - A dicembre 2013, secondo il recente rapporto di Bankitalia, i prestiti alle piccole e medie imprese lucane non garantite da Confidi hanno subito un decremento su base annua dell’8,2% nel comparto industriale, del 5,1% in quello delle costruzioni, del 4,4% nel comparto dei servizi e del 3,8% in quello agricolo. Lo riferisce in una nota stampa Rete imprese Italia della provincia di Potenza a cui aderiscono le strutture provinciali di Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti. Quanto alle dimensioni dei prestiti garantiti da Confidi sempre per le imprese con meno di 20 addetti – si legge - il totale nel 2013 ammonta a 103 milioni di euro di cui 49 milioni per le pmi servizi, 25 milioni per l’industria,17 agricoltura e 13 costruzioni. Un piccolo imprenditore su cinque afferma che la difficoltà nell´ottenere un prestito sia il problema più pressante per la propria impresa. Tutto ciò mentre il “credit crunch” nel nostro Paese non accenna a diminuire. L’accordo per il credito 2013 tra le associazioni imprenditoriali e l’Abi per la sospensione dei crediti vantati dalle banche nei confronti delle imprese, prorogato dallo scorso 30 giugno al 31 dicembre 2014, è una “iniziativa necessaria e molto attesa dalle imprese che hanno prestiti in corso, in considerazione di una situazione economica ancora molto delicata. La misura del credito d’imposta per investimenti in nuovi beni strumentali, contenuta nel decreto del governo sulla competitività – conclude - oltre ad escludere gli investimenti inferiori a 10.000 euro effettuati da molte imprese, è rivolto soprattutto a quelle manifatturiere. Pertanto vengono sollecitate ulteriori e specifiche misure per le imprese dell’artigianato, del commercio, del turismo e dei servizi.  
   
   
CALABRIA: INCONTRO CON I BENEFICIARI DEI DODICI PROGETTI FINANZIATI CON IL PON RICERCA PER 148 MILIONI DI EURO  
 
Catanzaro, 9 luglio 2014 - L’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri ha incontrato ieri mattina alla Fondazione “Terina” di Lamezia Terme i beneficiari dei dodici progetti finanziati con il Pon ricerca per 148 milioni di euro. Prima di tutto si è fatto il punto sugli aspetti amministrativi e quindi c’è stata la presentazione delle singole iniziative, nel corso della quale sono stati evidenziati i contenuti, i tempi di avvio e il numero degli occupati di ogni attività. Oltre alle università e ai centri del Cnr della Calabria, sono numerose le imprese coinvolte, tra le quali anche significative aziende nazionali come Poste Italiane e Telecom che intendono realizzare in Calabria centri di servizio nazionali. Caligiuri, inquadrando questa iniziativa nell’ambito delle strategie e dei risultati delle politiche della ricerca regionale, ha detto che “è stata una mattinata veramente esaltante dove si è toccata con mano la capacità di innovazione della società regionale e si sono evidenziate le competenze presenti in Calabria, in grado di attrarre nel nostro territorio investitori e risorse nel settore strategico della ricerca”. Venerdì prossimo, 11 luglio, i dirigenti regionali avranno un incontro tecnico presso il Ministero della Ricerca a Roma per verificare le condizioni per l´avvio dei singoli progetti.  
   
   
BOLZANO: FINANZIAMENTI EUROPEI, SOSTEGNO ALLE ATTIVITÀ DI CONSULENZA  
 
Bolzano, 9 luglio 2014 - Aziende e organizzazioni che sfruttano attività di consulenza e altri servizi utili per presentare domande di finanziamento all´Unione Europea potranno contare sul sostegno della Provincia. "I nuovi criteri approvati dalla Giunta - sottolinea il presidente Arno Kompatscher - possono rafforzare l´accesso ai finanziamenti diretti della Ue". La Provincia di Bolzano ha da sempre un ottimo "rapporto" con i fondi strutturali della Ue, che riesce a sfruttare in maniera decisamente efficiente, un po´ meno invece con i finanziamenti diretti che vengono gestiti e liquidati dalle direzioni generali della Commissione Europea. Si tratta di una serie di programmi come Europa Creativa, Horizon 2020 o Erasmus+ che mettono sul piatto importanti forme di aiuto, ma che risultano di difficile e complicato approccio dal punto di vista burocratico. Proprio per questo motivo, la Giunta provinciale ha deciso di venire in soccorso di coloro che vogliono accedere a questa forma di finanziamento diretto dell´Unione Europea offrendo sostegno a coloro che si appoggiano ad attività di consulenza e ad altri servizi utili per presentare le domande a Bruxelles. Le condizioni poste sono che le attività del progetto (budget minimo 10mila euro) si svolgano in Alto Adige, o quantomeno che le ripercussioni e i risultati si sviluppino principalmente nel territorio provinciale. Dal punto di vista finanziario, le agevolazioni concesse dalla Provincia potranno toccare un massimo di 5mila euro, senza comunque superarare il tetto stabilito della metà delle spese ammissibili. Le richieste di agevolazione possono essere presentate all´Ufficio per l´integrazione europea della Provincia di Bolzano, che offre tutte le informazioni del caso. Per saperne di più si può consultare l´apposito link ospitato dalla Rete Civica a questo indirizzo www.Provincia.bz.it/europa/it/info-ue/foerderung-beratungstaetigkeit.asp