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MERCOLEDI

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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Marzo 2015
UN GRUPPO DI RICERCATORI FINANZIATI DALL’UE STA COSTRUENDO UNA RETE DI INFORMAZIONI SULLA BIODIVERSITÀ, PER AIUTARE GLI SCIENZIATI AD AFFRONTARE IN MODO APPROPRIATO LA MINACCIA RAPPRESENTATA DALLE SPECIE INVASIVE ALLOCTONE.  
 
L’importanza dei dati aperti nell´indentificazione e controllo delle specie alloctone invasive è stata messa in evidenza recentemente in uno studio condotto dal progetto Eu Bon, finanziato dall’Ue. Questa relazione, pubblicata sulla rivista online Management of Biological Invasions, ha sottolineato l’importanza di dare agli scienziati gli strumenti per prevedere meglio le cause, le vie e il progresso di queste invasioni. Le specie alloctone invasive sono animali e piante che sono state introdotte accidentalmente o deliberatamente in un ambiente naturale nel quale normalmente non si trovano, il che ha spesso gravi conseguenze negative per il loro nuovo ambiente. In Europa, queste specie vanno dai funghi e i molluschi agli scoiattoli grigi e al procione comune. Rappresentano una grave minaccia per le piante e gli animali autoctoni e possono causare danni per milioni di euro ogni anno. Lo studio Eu Bon ha osservato che una mancanza di dati liberamente accessibili ha ostacolato i tentativi scientifici di identificare e controllare le specie invasive. Per affrontare questa questione, il progetto ha in programma di istituire una risorsa di dati aperti che copra aree estese per molte specie nel corso di lunghi periodi di tempo. Questa rete sarà una parte sostanziale della Rete di osservazione della biodiversità del Gruppo per l’osservazione della Terra (Geo Bon) e collegherà gli scienziati che si occupano di biodiversità in tutto il mondo fornendo loro accesso istantaneo a dati, analisi e competenze. I dati aperti sono l´idea secondo la quale certe informazioni dovrebbero essere liberamente accessibili da usare e ripubblicare - senza restrizioni relative a diritti d’autore o brevetti - dando agli scienziati le informazioni necessarie per affrontare questa sfida continua e in continuo cambiamento. I 30 partner di Eu Bon di 18 paesi svilupperanno le reti, le strutture e i centri dati esistenti e integreranno i sistemi di informazione che vanno dai sensori sul terreno ai dati trasmessi dai satelliti. Il progetto svilupperà anche nuovi standard di dati e tecniche di integrazione, insieme a una raccolta armonizzata di dati e nuovi approcci per il futuro monitoraggio e valutazione della biodiversità. Saranno creati anche indicatori pratici e strumenti di interpretazione per identificare le specie alloctone invasive, per esempio quelle coinvolte nell’agricoltura e nella salvaguardia della natura. Il progetto, che riceverà un totale di 9 milioni di euro in finanziamenti dell’Ue, è iniziato a dicembre 2012 valutando l’attuale situazione per quanto riguarda la condivisione delle informazioni sulla biodiversità. Il team ha riscontrato che un’autorizzazione limitata ai dati bloccava gli utenti, mentre molti sistemi software non sostenevano adeguatamente la condivisione di informazioni. Inoltre la segretezza dei dati è stata spesso la posizione predefinita di molte organizzazioni, anche se l’atteggiamento nei confronti del libero accesso sta cambiando. Il progetto ha riscontrato anche che la comunità scientifica della biodiversità in Europa era molto frammentata. Gli attuali sistemi di osservazione della biodiversità e i set di dati ambientali sono squilibrati per quanto riguarda la copertura e non sono integrati, il che limita un’efficace attuazione delle politiche ambientali. La creazione di una rete per la biodiversità che sia veramente europea contribuirà quindi a migliorare la comunicaizone e permetterà un’azione rapida nella lotta contro le nuove specie invasive. Rappresenterà anche un importante componente di una risposta globale integrata. La conclusione del progetto è prevista per maggio 2017. Per ulteriori informazioni, visitare: Eu Bon http://eubon.Eu/    
   
   
WET A TEL AVIV, MARONI IN ISRAELE CON CIBO, CULTURA E FORMAZIONE  
 
Milano - Prosegue in Israele il World Expo Tour della Regione Lombardia per promuovere l´Esposizione Universale di Milano, che si aprirà il 1 maggio. Domani e giovedì (mercoledì 25 e giovedì 26 marzo) il presidente della Regione Roberto Maroni, sarà a Tel Aviv per presentare Expo e i suoi contenuti in Terra Santa. Prenderà parte alla missione istituzionale della Regione Lombardia anche Valentina Aprea, assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro. Mercoledì 25 marzo alle ore 9,30 il Presidente Maroni e la delegazione della Regione Lombardia parteciperanno alla "Design Week 2015: food for thought" al Design Museum di Holon, che dal 24 al 26 marzo dedica una serie di eventi e mostre al design e food made in Italy, in collaborazione con la Camera di Commercio e Industria Israel-italia, l´Ambasciata d´Italia in Israele, l´Istituto Italiano di Cultura di Tel Aviv e l´Istituto nazionale per il commercio estero Ice. Oltre al Presidente Maroni, al Design Museum prenderanno la parola anche l´Ambasciatore d´Italia in Israele, Francesco Maria Talò e il presidente della Camera di Commercio e dell´Industria Israel-italia, Ronni Benatoff. Il programma della mattinata proseguirà con una serie di visite in alcuni importanti centri di ricerca e sviluppo. In Israele l´evento di promozione di Expo Milano 2015, che caratterizza tutte le tappe del World Expo Tour del Presidente Maroni, si svolgerà mercoledì 25 marzo alle ore 19 all´Ambasciata d´Italia a Tel Aviv. Nell´occasione sarà sottoscritto anche l´accordo di "Student internship" tra Regione Lombardia e Kkl-jnf, Keren Kayemeth Leisrael - Jewish National Fund. A seguire, il Presidente Maroni incontrerà la stampa. La missione istituzionale della Regione Lombardia in Israele si concluderà giovedì 26 marzo con l´incontro fra il Presidente Maroni e il premio Nobel per la Pace Shimon Peres al Peres Center for Peace, sede dell´Organizzazione non governativa fondata dall´ex Presidente israeliano con l´obiettivo di promuovere la pace in Medio Oriente.  
   
   
EXPO, ASSESSORE TOSCANA INAUGURA AD AREZZO IL TRENO VERDE DEDICATO AD AGRICOLTURA DI QUALITÀ  
 
Arezzo - E´ stato l´assessore ai trasporti, Vincenzo Ceccarelli, ad inaugurare alla stazione di Arezzo il Treno Verde, iniziativa di Legambiente e Ferrovie dello Stato che la Regione Toscana ha inserito nel calendario di Expo 2015. "Un´iniziative importante - ha sottolineato Ceccarelli - perchè valorizza due aspetti della stessa medaglia, la sostenibilità ambientale, che la Regione Toscana persegue con le sue politiche in maniera del tutto coerente." "Il tema di Expo - ha aggiunto Ceccarelli - è nutrire il Pianeta, e chi meglio della Toscana ha dato il suo contributo per l´agricoltura sostenibile, l´agricoltura biologica, la filiera corta. Un´agricoltura che coniuga la sostenibilità con la qualità e la sicurezza alimentare ma anche con l´eticità." Ceccarelli che ha firmato anche il "Manifesto per una nuova agricoltura" di Legambiente ha inteso richiamare anche i valori della legalità, perseguiti dalla Toscana, che aderisce a Libera ed è attivamente impegnata contro le mafie. "L´altro aspetto della medaglia che voglio sottolineare - ha aggiunto Ceccarelli - è che questa iniziativa si svolge con il treno, ossia un mezzo di mobilità collettiva, sul quale siamo fortemente impegnati come Regione, così come lo siamo a promuovere mezzi sostenibili come la bicicletta". Ceccarelli ha ricordato in proposito gli investimenti fatti dalla Regione sui nuovi treni, l´ultimo dei quali inaugurato proprio il giorno precedente ad Aulla, e quelli indirizzati allo sviluppo delle ciclovie, come quella dell´Arno-sentiero della bonifica, che passa da Arezzo. Il Treno Verde di Legambiente, che propone un ricco programma di iniziative, dedicate alle scuole ma anche all´intera cittadinanza, tutte incentrate sulla agricoiltura di qualità e la sostenibilità, sarà alla stazione di Arezzo, prima tappa in Toscana, fino a domani, martedì 24 marzo. La prossima tappa, il 26 marzo, sarà quella di Chiusi, mentre il 27 marzo il Treno Verde sarà a Firenze in occasione della giornata di presentazione delle iniziative del capoluogo per l´Expo 2015 di Milano. "Mi auguro - ha concluso Ceccarelli - che questo viaggio così ricco e importante ci porti a Expo , ma che possa continuare proficuamente anche in seguito."  
   
   
NASCE LA NUOVA CONFAGRICOLTURA IN BASILICATA  
 
Entro 6 mesi in Confagricoltura Basilicata verrà individuata la nuova governance con le elezioni partecipate da tutti gli associati. Nel frattempo parte la fase di riorganizzazione del sistema dando vita a un’unica associazione territoriale regionale. La fusione è stata ratificata con la sottoscrizione del Patto aggregativo e di tutti gli atti, alla presenza del notaio, tra le Unioni provinciali e la Federazione regionale. “Un periodo come questo, in cui le difficoltà si trascinano da diversi anni, richiede un cambiamento strutturale, che deve coinvolgere tutti: associazioni, imprese ma anche istituzioni”, lo ha dichiarato in neo presidente Lorenzo Rago che, assieme al Vice Presidente Rosita Ponzio e al neo Consiglio nominato, dovrà accompagnare il periodo di transizione. “Ringraziamo i Consiglieri e i Delegati che hanno riposto in noi la fiducia per questo periodo ma soprattutto ringraziamo il Commissario regionale e Vice Presidente nazionale Giandomenico Consalvo e i Presidenti provinciali Antonio Sonnessa e Beniamino Spada che sono stati i principali sostenitori del progetto di riorganizzazione di Confagricoltura in Basilicata. Con il loro indispensabile supporto – continuano Rago e Ponzio – dobbiamo rilanciare la nostra Organizzazione per il bene della Basilicata e per il bene dell’Agricoltura.” “Ora – conclude Lorenzo Rago - dobbiamo necessariamente indirizzare la nostra attenzione verso la nuova programmazione regionale, i bandi a sostegno dell’agricoltura, alla lotta contro l’Imu agricola, alla riorganizzazione dei servizi. Il 31 marzo saremo tutti a Roma per manifestare a sostegno del settore agricolo”. Il progetto mira principalmente a tre obiettivi: una maggiore organizzazione; una forte presenza regionale, migliorando il rapporto con gli associati in termini di capacità di rappresentanza; servizi più efficienti per essere ancora più vicini alle esigenze dell’agricoltura per ridurre i costi di gestione.  
   
   
PSR MARCHE 2014-2020, REGIONE AL TAVOLO DEL PARTENARIATO: “INVESTIMENTI EUROPEI PER FAR CRESCERE UN’AGRICOLTURA DI QUALITÀ”.  
 
“L’agricoltura marchigiana, con il nuovo Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020, continuerà a crescere, a investire, a ringiovanire e a internazionalizzare le vendite delle proprie produzioni di qualità, partendo dal vino e dal biologico, che viaggiano a trend di crescita vicini alle due cifre, senza tralasciare settori importanti, coma la pasta, la panificazione, l’ortofrutta, la birra agricola, la carne, insieme ad altri comparti di nicchia dove stiamo recuperando e crescendo”. Lo ha ribadito l’assessore regionale all’Agricoltura, Maura Malaspina, aprendo i lavori del Tavolo del partenariato Psr che si è riunito oggi per focalizzare le strategie, dopo le osservazioni di Bruxelles sul testo inviato alla Commissione europea. Il Tavolo è composto dai rappresentanti delle filiere produttive, organizzazioni professionali di categoria, lavoratori agricoli, istituzioni territoriali, portatori di interesse della società civile per temi ambientali e sociali, principali enti di ricerca. “La Commissione europea ha confermato che il Psr delle Marche è tra i programmi che meglio rispondono alle linee di sviluppo dell’Unione – ha riferito l’assessore – Necessita di adeguamenti per riuscire a farlo approvare tra il primo gruppo dei Psr italiani che saranno licenziati dalla Ue entro giugno 2015”. Le questioni da rivedere riguardano, principalmente, modifiche finanziarie, dalla cui rimodulazione scaturirà una maggiore accentuazione dell’agricoltura marchigiana sui temi dell’ambiente, del biologico, delle produzioni locali. “Le modifiche richieste dall’Ue sono diverse e non sempre il linea con quanto condiviso dal Tavolo del partenariato – ha spiegato la Malaspina – Rimoduleremo gli impegni senza, però, penalizzare le misure innovative e il sostegno alle aziende agricole. Questo perché vogliamo costruire uno sviluppo territoriale più equilibrato, favorire le nuove economie locali, sviluppare maggiori servizi alla comunità rurale, creare nuovi posti di lavoro nel settore primario”.  
   
   
SOS AGRICOLTURA AL 1° FLASH MOB PER L’AGROALIMENTARE ITALIANO: “UN QUARTO DEI FONDI PAC SE NE VA PER COPRIRE I DANNI AZIENDALI CAUSATI DA CALAMITÀ E DISSESTO IDROGEOLOGICO, PARI A 1000 MILIONI DI EURO NEL 2014; CIRCA IL 45% DEL REDDITO DELLE AZIENDE AGRICOLE SE NE VA PER L’IMU”  
 
 Bologna – Il sole si è oscurato anche sull’agricoltura italiana. “Un quarto dell’ammontare dei fondi agricoli comunitari (Pac) se ne va per coprire i danni aziendali causati da calamità e dissesto idrogeologico, pari a circa 1000 milioni di euro nel 2014; il 43-45% in media del reddito imponibile ai fini Irpef delle aziende agricole se ne va per l’Imu”. E’ questo l’allarme lanciato da Agrinsieme Emilia Romagna - il coordinamento di Confagricoltura, Cia, Fedagri-confcooperative, Agci-agrital e Legacoop Agroalimentare con oltre 40mila imprese associate in regione - che ha reso pubblici i dati di uno studio su “La competitività delle aziende agricole italiane” durante il 1° Flash Mob per l’agroalimentare italiano svoltosi oggi presso l’azienda agricola Tizzano a Casalecchio di Reno (Bo). “In Emilia Romagna si è registrato un calo del 3 per cento di aziende agricole nel 2014 e dell’1,1 per cento di occupazione nei campi. Trend in calo anche per il 2015. E’ improrogabile - rimarcano i promotori della manifestazione – un cambio di passo verso nuove politiche nazionali e regionali, tese ad allentare la morsa fiscale e burocratica nell’ambito di una concezione più ampia del lavoro agricolo: l’opera di chi lavora la terra è indispensabile sia per la produzione di cibo di qualità, sia per la tutela del patrimonio ambientale”. “Non esiste territorio senza agricoltura: cosa accade se i produttori abbandonano la terra?” – è la protesta-provocazione di Agrinsieme Emilia Romagna. “Proprio quel territorio che racchiude in sé un valore immenso, non solo paesaggistico, ed è capace di trainare altri comparti economici quali turismo e artigianato”. Alla singolare manifestazione che è andata in scena su una collina dove centinaia di agricoltori, provenienti da tutta la regione e anche oltre, si sono raccolti formando prima un disegno a forma di “albero da frutto” per poi passare a un disegno a forma di “Sos”, hanno partecipato rappresentanti delle Istituzioni, dell’associazionismo e della formazione, tra cui anche una delegazione di studenti dell’Istituto Agrario Serpieri di Bologna che ha collaborato nella fase preparatoria dell’evento “Quella emiliano-romagnola – ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli ai manifestanti - è un’agricoltura importante, che ha nella qualità, nella distintività e nell’innovazione le sue carte vincenti. C’è tuttavia un potenziale ancora inespresso. Per questo occorre lavorare sull’organizzazione delle filiere per incrementare il valore e distribuirlo con equità, ma anche per essere più competitivi sui mercati internazionali, programmando le produzioni, concentrando l’offerta, migliorando la commercializzazione”. “L’annata 2014 è stata segnata dal maltempo e dalle conseguenze dell’embargo russo, ma da questi primi mesi del 2015 arrivano segnali incoraggianti sul fronte della congiuntura economica. Dobbiamo saperli cogliere - ha concluso l’Assessore Caselli - approfittando delle più favorevoli condizioni esterne ma soprattutto utilizzando al meglio le risorse della nuova Pac e del nuovo Psr ormai prossimo all’approvazione finale. Quest´ultimo metterà a disposizione 1 miliardo 200 milioni di euro con cui la Regione vuole sostenere proprio l’innovazione, la competitività, la capacità di fare sistema della nostra agricoltura. Alleggerendo nel contempo gli adempimenti burocratici, ancora troppo pesanti. Lavoriamo in questa direzione tutti insieme”.  
   
   
EXPO 2015, IL MOLISE PROTAGONISTA IN QUATTRO NUOVE INIZIATIVE "FUORI SALONE". FRATTURA: VETRINE DI IMPORTANZA MONDIALE PER LE NOSTRE IMPRESE  
 
Campobasso - Non solo cibo, ma tutto il meglio del Made in Molise, sempre più ricco il ventaglio di iniziative promosse da Regione e Unioncamere a beneficio della promozione delle imprese locali interessate a vivere in prima linea l´Expo 2015. Le nuove opportunità in campo riguardano la partecipazione a vetrine di importanza mondiale per l´eccellenza prodotta, quali "Cibus è Italia", "Italian makers village", "Piattaforma expo business matching", cui si aggiungono le esclusive "Serate enogastromiche del Molise". "Momenti ´fuori salone´ - spiegano il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, e il presidente dell´Unioncamere Molise, Pasqualino Piersimoni -, di importanza assoluta, stanti la storia e il prestigio che contraddistinguono ognuna delle iniziative che abbiamo deciso di promuovere nell´ambito delle manifestazioni collaterali, quelle che abbiamo imparato a chiamare appunto ´fuori salone´, che si intrecciano e fondono all´Esposizione universale di Milano e alle infinite potenzialità che ne deriveranno. Partecipare da protagonisti èopportunità di crescita e business per tutte, speriamo tantissime, le imprese del nostro territorio che sapranno cogliere il valore delle occasioni offerte". Gli interventi proposti sono stati finanziati dalla Regione Molise a valere sul Por Fesr 2007-2013. Di seguito, i requisiti per aderire agli eventi indicati. "Cibus è Italia":possono aderire imprese molisane produttrici di prodotti agroalimentari, da un numero minimo di 3 a un massimo di 5. Queste esporranno all´interno del Padiglione di "Cibus è Italia", un luogo in cui promuovere i marchi e i prodotti che hanno scritto la storia del Made in Italy. "Italian makers village",il villaggio degli artigiani dove promuovere e commercializzare le eccellenze italiane a un pubblico internazionale di operatori: possono partecipare aziende di produzione dei settori agroalimentare, artigianato e moda. L´iniziativa rientra fra quelle definite "fuori salone" e verrà organizzata in una struttura di 1.800 metri quadri al centro di Milano. "Piattaforma expo business matching",possono aderire le aziende produttrici. La piattaforma, gestita dall´Azienda speciale Promos, curerà il matching, l´incontro, tra gli operatori internazionali della distribuzione piccola, media e grande e le imprese italiane di produzione di tutti i settori. Dopo le iscrizioni e la descrizione del profilo delle aziende, la piattaforma verificherà l´interesse degli operatori della distribuzione e, laddove si accerterà un reale interesse, si organizzeranno incontri fra le parti. Serate enogastronomiche del Molise, possono aderire aziende agroalimentari di produzione. Anche questa iniziativa rientra fra i "fuori salone". Verranno organizzate serate, tra maggio e ottobre prossimi, per presentare i propri prodotti a un pubblico specializzato di operatori del settore e giornalisti della stampa specializzata, in una sorta di incontri B2b. La documentazione necessaria è reperibile sul sito istituzionale della Regione Molise, area Expo2015 e albo pretorio, e su quello di Unioncamere. Iscrizioni possibili fino al 31 marzo prossimo.  
   
   
CHI MANGIA BIO SPRECA ZERO CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE CONTRO GLI SPRECHI ALIMENTARI  
 
 Torino - A distanza di un anno dall´attivazione in rete della piattaforma www.Unabuonaoccasione.it e dopo tre mesi dall´essere stata insignita, da parte del Ministro Galletti, del Premio Vivere a Spreco Zero (24 novembre 2014), l´iniziativa di lotta agli sprechi alimentari della Regione Piemonte e della Regione Autonoma Valle d´Aosta vive una nuova fase a partire dal 25 marzo. La quasi totalità dei negozi specializzati in alimenti bio presenti nelle due Regioni (100 su 110) e tutte le "botteghe del mondo" (50 punti vendita del commercio equo solidale) diverranno parte attiva, con la diffusione di materiale informativo (pieghevoli, opuscoli, locandine) e con offerte promozionali di prodotti alimentari in prossimità di scadenza, della campagna di sensibilizzazione "Chi mangia bio spreca zero" che vuole raggiungere più di 100.000 consumatori. L´obiettivo è quello di arricchire di nuove potenzialità quel servizio di "consumer experience" che il retail "bio" e "fair trade" già (in molti casi) garantisce in ambito salutistico, ambientale e sociale: il punto vendita non più focalizzato soltanto sul bene da offrire ma sull´individuo che lo frequenta, sulle sue esigenze, e sul suo bisogno di essere informato per fare scelte consapevoli. Un settore in grande crescita nonostante la flessione dei consumi alimentari che si rivolge ad un consumatore "nuovo" (quello della società della post-crescita) non più guidato soltanto dalla “price sensitivity” ma attento alle implicazioni sociali, ambientali ed etiche delle proprie scelte. Vogliamo che questi consumatori prendano coscienza del problema dello spreco alimentare che (probabilmente) essi stessi generano e divengano protagonisti e ambasciatori di comportamenti utili alla sua prevenzione e riduzione. Questa iniziativa segue la campagna Alla ricerca del risparmio virtuoso che ha coinvolto quasi 500.000 clienti della Gdo e il programma educativo Just Eat It con più di 10.000 studenti delle scuole superiori protagonisti di dibattiti e incontri formativi, e sarà il primo che si tiene nell´anno di Expo 2015 dove la lotta agli sprechi alimentari costituisce uno degli asset principali. Seguiranno "Uniti contro lo spreco" che vedrà accomunati 1.280 Comuni del Piemonte e della Valle d´Aosta in azioni di contrasto degli sprechi alimentari, l´attivazione di una App con consigli sulle corrette modalità di conservazione degli alimenti, sull´esatta porzionatura e sulla cucina degli avanzi, la realizzazione di un cartoon "Il cibo smarrito: missione recupero" ed una massiccia campagna educativa rivolta ai ragazzi in età preadolescenziale. L´appuntamento più vicino sarà tuttavia "Scendo in campo - contro lo spreco, per il diritto al cibo!", il 28 aprile al Centro Incontri della Regione Piemonte dove si parlerà di "Spigolatura sociale e lotta agli sprechi” in un incontro organizzato da Lvia. Un ringraziamento ai Partner (Dipartimenti di Economia, Esomas, Management, Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell´Università di Torino, Associazioni dei Consumatori, Cinemambiente, Istituto Zooprofilattico, Last Minute Market, Museo A come Ambiente , Slow Food,) e al Mise (Ente finanziatore) che hanno reso e renderanno possibile il progetto ed un ancor più sentito grazie ai 150 negozi bio e botteghe del mondo che renderanno possibile "Chi mangia bio spreca zero". “L’impegno della nostra Regione nella lotta agli sprechi alimentari prosegue a grandi passi; occorre ripensare la gestione delle risorse a disposizione in termini alimentari e più in generale delle risorse naturali della Terra” - ha dichiarato Monica Cerutti, assessora Regionale con delega, tra le altre, alla tutela dei Consumatori. Per approfondimenti sul fair trade: https://equosolidale.Files.wordpress.com/2014/05/
agices2014.pdf
 
 
   
   
VITIVINICOLTURA: FVG, PAROLA CHIAVE LA QUALITÀ  
 
Trieste - "Filari di bolle rappresenta un´opportunità per valorizzare la produzione di vini spumanti, che ricopre una ruolo importante nel sistema vitivinicolo Friuli Venezia Giulia e incide fortemente anche nelle esportazioni. Un´occasione importante per accrescere la conoscenza di un comparto in crescita, che deve il suo successo alla qualità". Lo ha detto il vicepresidente della Regione e assessore alle Risorse agricole, Sergio Bolzonello, intervenendo, a Pordenone, alla presentazione di ´Filari di bolle´, la prima selezione di vini spumanti del Friuli Venezia Giulia, promossa nell´ambito della 67° edizione della Sagra del Vino dal Comune di Casarsa della Delizia e dalla Pro Casarsa, con il patrocinio e sostegno dell´Ersa, l´Agenzia regionale per lo sviluppo rurale. Come è stato spiegato nel corso dell´incontro con i giornalisti, cui erano presenti, tra gli altri, anche il sindaco di Casarsa, Lavinia Clarotto, e il presidente dell´associazione Pro Casarsa, Antonio Tesolin, una giuria di esperti sancirà attraverso degustazioni alla cieca i migliori spumanti regionali, suddivisi nelle categorie Metodo Charmat Prosecco Doc, Metodo Charmat Spumanti monovarietali, Metodo Charmat Cuvée e Metodo Classico. I vincitori saranno resi noti sabato 25 aprile, durante la cerimonia inaugurale della Sagra del Vino di Casarsa. "Il Friuli Venezia Giulia non è solo una terra di grandi vini bianchi con eccellenze nei rossi, ma si sta affermando sempre di più per le produzioni di spumanti", ha ricordato Bolzonello, confermando il convinto impegno dell´amministrazione regionale ad investire nel sistema agroalimentare nel suo complesso. "Dobbiamo lavorare per mantenere l´intera filiera del vino all´interno della nostra regione", ha quindi aggiunto, ribadendo che la "parola chiave è comunque quella di qualità, che deve essere presente a tutti i livelli". La produzione spumantistica del Friuli Venezia Giulia si è affermata grazie all´estensione della Doc interregionale "Prosecco" alle quattro provincie della regione. Conta oggi 3.750 ettari vitati a Prosecco, pari ad una produzione di 675.000 q.Li, circa 500.000 ettolitri, cui si aggiungono spumanti da vitigni autoctoni come il Ribolla Gialla. Un comparto, quello spumantistico friulano, sicuramente in crescita anche grazie all´aumento della domanda e al successo che stanno avendo i vini spumanti friulani sui mercati sia nazionali che esteri. Le aziende interessate a partecipare alla selezione "Filari di Bolle" possono iscriversi entro mercoledì 9 aprile 2015 contattando la segreteria della Pro Casarsa della Delizia (Tel. 0434 871031, e-mail: segreteria@procasarsa.Org  ).  
   
   
AGRICOLTURA, LOMBARDIA: PIANO FITOSANITARI RISPONDE A RISICOLTORI  
 
Milano - "Dall´inizio del mandato ho voluto costruire un rapporto alla pari con gli agricoltori, per questo risponderò ad ognuno di loro spiegando le ragioni delle scelte di Regione punto per punto". Lo scrive in una lettera l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava rispondendo agli agricoltori che hanno manifestato preoccupazione e dissenso sulla delibera riguardante l´approvazione delle "Linee guida per l´applicazione in Lombardia del Piano di Azione Nazionale (Pan) per l´uso sostenibile dei prodotti fitosanitari", cosi´ come pubblicato sul sito risoitaliano.Eu. Nella sua lettera l´assessore precisa che la Delibera richiamata è propedeutica all´approvazione del Psr e rappresenta l´ultimo passo di un percorso che parte dalla Direttiva 2009/128/Ce, recepita in Italia da un Decreto Legislativo (14 agosto 2012, n. 150) e attuata mediante un decreto del 22 gennaio 2014. "Fin dall´inizio i tecnici del mio Assessorato - specifica la nota - hanno partecipato attivamente alla stesura del documento avendo come obiettivo quello di evitare che fossero introdotti aspetti troppo penalizzanti per il mondo produttivo lombardo e opponendosi, di conseguenza, all´introduzione nel Pan di posizioni troppo rigide e non compatibili con il mantenimento di un´attività agricola tecnicamente avanzata e produttiva qual è la nostra." Il piano nazionale rimanda poi alle Regioni diversi contenuti applicativi che, nel caso della Lombardia, sono stati definiti con un gruppo di esperti. Il documento contiene, quindi, una serie di misure di mitigazione sull´impatto dell´utilizzo dei prodotti fitosanitari che sono state individuate a partire da dati reali: i risultati dei monitoraggi delle acque condotte da Arpa, in rapporto alla presenza di prodotti fitosanitari o dei loro metaboliti. "Tale documento, - spiega ancora l´assessore - prima della sua approvazione, è stato inviato in consultazione anche alle organizzazioni dei produttori che vi rappresentano. Il confronto ha prodotto emendamenti in vari punti ma purtroppo ho dovuto constatare che, soprattutto per quanto riguarda la risicoltura, non sono state avanzate proposte tecniche alternative". "In tutti i casi - rassicura Fava - nelle risaie l´applicazione delle misure di mitigazione più restrittive è limitata a superfici minoritarie, quelle gestite con la tecnica della semina a file interrate. Inoltre, è necessario si sappia che la ragione per la quale abbiamo scelto di ridurre in risicoltura le quantità di taluni prodotti fitosanitari, comunque solo a partire dal 2016 e in modo graduale e progressivo, risiede nel fatto che questi principi attivi vengono costantemente trovati nelle acque e quindi vogliamo evitare che, continuando di questo passo, si possa arrivare all´esclusione totale dall´uso agricolo, per ragioni di tutela della salute umana. Questo sì potrebbe rappresentare la fine della risicoltura lombarda." La lettera dell´assessore si conclude con l´augurio che gli agricoltori possano superare le legittime preoccupazioni analizzando meglio i contenuti delle linee guida e garantisce la disponibilità dei propri uffici tecnici per ogni possibile supporto.  
   
   
AGRICOLTURA:FVG, ASSEGNATI DIRITTI IMPIANTO  
 
Trieste - Su proposta del vicepresidente e assessore alle Risorse rurali, Sergio Bolzonello, la Giunta regionale ha disposto l´assegnazione dei diritti di impianto derivanti dalla riserva regionale, per una superficie complessiva di 98 ettari. A beneficiare di tale opportunità saranno sessantasei aziende vitivinicole, delle quali tre a titolo gratuito in quanto si tratta di realtà condotte da giovani agricoltori. La superficie destinata alla coltivazione della vite, che è complessivamente disponibile nel Friuli Venezia Giulia, è definita dalle norme vigenti. Qualora il proprietario dei terreni destinati alla viticoltura decida di espiantare le proprie vigne, ha diritto di reimpiantarle sulla stessa superficie entro cinque anni. Affinchè il patrimonio rappresentato dalla superficie coltivata a vite non venga disperso, qualora ciò non accada i titoli di utilizzo di tale potenziale vigneto passano alla Regione. E vengono redistribuiti attraverso l´emanazione di un bando. Al quale possono accedere tutti i viticoltori, acquistando i relativi diritti. La vendita dei diritti relativi ai 98 ettari riassegnati consentirà alla Regione di introitare 604 mila euro.  
   
   
EXPO 2015, BURLANDO SCRIVE ALLE CAMERE DI COMMERCIO: “PROGETTO SPAZIO EATALY OPPORTUNITÀ PER IMPRESE LIGURI, SE NON PIENA ADESIONE SISTEMA CAMERALE SI ABBANDONA”  
 
Genova. Il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando ha inviato, martedì 24 marzo 2015, una lettera ai presidenti delle quattro Camere di Commercio liguri, Paolo Odone, Genova, Franco Amadeo, Imperia, Luciano Pasquale, Savona e Gianfranco Bianchi, La Spezia, in merito allo spazio commerciale dedicato da Eataly alla Liguria durante Expo. "Ho letto alcune dichiarazioni – scrive Burlando - che farebbero pensare, se confermate, alla non piena adesione del sistema camerale alla presenza di operatori dei settori enogastronomici e della ristorazione nell´ambito dello spazio di tipo commerciale gestito da Eataly. Si tratta in tutta evidenza di una opportunità per le imprese liguri del settore", sottolinea il presidente. "Ma la decisione sulla partecipazione spetta in modo inequivocabile al sistema che rappresenta le imprese. Vi chiedo pertanto di voler confermare o meno l´interesse del sistema camerale a questa partecipazione, in carenza del quale annulleremmo immediatamente la conferenza stampa già programmata per il prossimo 1° aprile con conseguente abbandono del progetto". Nella lettera Burlando ricorda che "la Regione Liguria, al pari delle altre regioni, sarà presente nello spazio istituzionale con notevole investimento di tipo promozionale." Inoltre - continua il presidente – "aderendo alla richiesta di numerosi operatori liguri abbiamo chiesto e ottenuto la disponibilità di uno spazio di natura commerciale per la promozione di prodotti di particolare qualità (olio, acciughe, chinotto, muscoli, solo per fare alcuni esempi). E´ evidente che la natura di questa attività è di tipo commerciale e che i costi non possono che essere sostenuti da un sistema camerale che ha il compito di promuovere questo tipo di iniziative". "In questo senso è stato chiesto se vi fosse l´interesse delle Camere di commercio - è la conclusione del presidente della Regione Liguria - e la risposta ricevuta è stata favorevole."  
   
   
EXPO, MARONI: PER ESPOSIZIONE GEMELLAGGIO CON CAMPANIA SU CIBO SANO  
 
Napoli - "Vogliamo creare un gemellaggio Campania-lombardia all´insegna della lotta alla contraffazione e della tutela del Made in Italy". E´ quanto detto dal presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni che ha voluto partecipare ad un incontro nel capoluogo campano dal tema "Expo 2015, La Carta Mediterranea e i benefici di una alimentazione sana ed equilibrata" con il governatore Stefano Caldoro. Battere Contraffazione - Il presidente lombardo ha ribadito che è "un impegno preso con Caldoro per puntare anche alla riduzione del consumo di prodotti contraffatti, che nel mondo vale 60 miliardi di euro, il doppio di quanto l´Italia esporta nell´agroalimentare". "Expo - ha detto ancora Maroni - e´ una grande occasione per valorizzare gli stili di vita, ovvero lo stile di vita italiano, tra cui la dieta mediterranea, che vuol dire benefici per la salute, ma anche per le nostre imprese". Rilanciare Nei Prossimi Anni - "Rispetto a quanto avviene di solito in Italia, per Expo - ha ribadito il presidente lombardo - c´e´ stata una leale collaborazione di tutte le istituzioni, la Regione, il Comune di Milano, l´Anci, il Governo. C´e´ stato uno sforzo comune che ha superato mille problemi e che ci vedra´ pronti il primo di maggio. E´ una sfida che vinceremo, e poi dipendera´ da noi: fare in modo che questi 20 milioni di visitatori previsti non si fermino solo a Milano".  
   
   
PECORINO TOSCANO DOP  
 
Firenze - 15 caseifici diffusi nelle dieci province, 870 aziende certificate, 3 mila impiegati nella filiera produttiva e 3 mila tonnellate di formaggio prodotte ogni anno. E´ la "carta d´identità" del Pecorino Toscano Dop presentato oggi al Mercato Centrale di Firenze durante una conferenza stampa del Consorzio che festeggia i 30 anni di attività. Presenti l´assessore regionale all´agricoltura, Gianni Salvadori, il presidente del Consorzio, Carlo Santarelli e il professor Marcello Mele dell´Università di Pisa. Poche settimane fa il Consorzio del Pecorino Toscano Dop ha eletto Carlo Santarelli come nuovo presidente e la conferenza stampa è stata l´occasione anche della sua presentazione. Oggi sono 245 gli allevatori direttamente associati al Consorzio di Tutela del Pecorino Toscano Dop, di cui fanno parte anche 15 caseifici, uno stagionatore e un confezionatore. I caseifici soci raccolgono il latte complessivamente da 870 allevatori che, nel 2014 hanno lavorato circa 31milioni di latte toscano. Di questi circa 17 milioni e 800 mila litri sono stati complessivamente destinati a Pecorino Toscano Dop, con un incremento di 1 milione e 500 mila litri rispetto all´anno precedente. Nel 2014 sono state vendute oltre 1 milione di forme di Pecorino Toscano per un fatturato complessivo di oltre 21 milioni di euro, di cui circa 3 milioni di euro sono derivati dall´esportazione. In 18 anni, dal 1996 (anno di riconoscimento della Dop) a oggi, la vendita di forme di formaggio è cresciuta del 32 per cento con una crescita del fatturato di oltre il 21 per cento e un aumento di esportazioni di oltre il 7 per cento. Dal punto di vista vendite il 2014 ha fatto registrare un aumento del Pecorino Toscano tenero del 7,6 per cento, mentre per quanto riguarda il pecorino stagionato è stato riscontrato un leggero calo, legato principalmente alla mancanza di prodotto nei primi cinque mesi dell´anno. Nel 2014, al calo della produzione del latte iniziato nel 2013 e dovuto alle condizioni atmosferiche, si è associato un forte consumo di prodotto stagionato che ha impedito la produzione delle quantità necessarie a soddisfare la domanda, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni. "I numeri del 2014 – afferma il neo presidente Carlo Santarelli – fotografano un anno positivo, sia in termini di produzione che in termini di vendite. Una crescita che resta l´obiettivo anche per il prossimo anno. La sfida è far salire ancora di più la produzione e la trasformazione del latte Dop toscano in Pecorino. Solo così potremo rafforzare l´identità e il legame con il territorio cardini sui quali abbiamo costruito la qualità e l´unicità del Pecorino Toscano. Il nostro compito è quello di valorizzare ulteriormente i nostri punti di forza, a partire dalla certificazione, che è la sicurezza per i consumatori di poter scegliere un prodotto unico nel panorama delle eccellenze italiane. In un mondo in cui, anche a livello agroalimentare, sono molto diffuse le falsificazioni, noi abbiamo il compito di garantire l´unicità e la produzione di Pecorino Toscano, facendo leva sulla Denominazione. " Nel 2014 l´Export del Pecorino Toscano ha fatturato circa 3 milioni di euro, un dato in continua crescita. Nel 2015 l´obiettivo del Consorzio del Pecorino Toscano Dop è arrivare a esportare il 20 per cento della produzione totale. In vetta ai paesi che importano Pecorino Toscano Dop ci sono: gli Stati Uniti d´America, con una quota del 40% delle quantità esportate seguiti dalla Germania con l´11% delle quantità esportate ed il Regno Unito con il 9%. Sempre sul fronte dell´Export, un altro mercato di grande interesse per il Consorzio è quello del Medio Oriente dove si rilevano interessanti prospettive. Per venire incontro alle esigenze di questo mercato nel 2013 è nato il primo Pecorino Toscano Dop certificato Halal, prodotto conforme ai precetti islamici. L´expo di Milano vedrà il Pecorino Toscano Dop protagonista, a più riprese, insieme alla Regione Toscana nel padiglione istituzionale ed all´Associazione formaggi italiani Dop e Igp (Afidop) all´interno del padiglione di Federalimentare. Il Consorzio sta inoltre lavorando con enti di ricerca e università, a partire dal Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro – ambientali dell´Università degli Studi di Pisa, per migliorare la qualità del prodotto e introdurre nei processi di produzione innovazioni tecnologiche e scientifiche. "La crescita e lo sviluppo del settore agro-alimentare toscano – afferma Marcello Mele, docente all´Università di Pisa - dipendono dal grado di innovazione che si riesce ad applicare, nel rispetto della tradizione culturale e del legame con il territorio. L´università di Pisa ha seguito diversi progetti con il Consorzio che hanno riguardato sia aspetti di miglioramento della qualità della materia prima, attraverso il trasferimento di innovazioni relative alle tecniche di allevamento e di alimentazione delle pecore, sia lo studio della qualità del Pecorino, soprattutto dal punto di vista nutrizionale". "Alcuni di questi studi – spiega Mele - hanno messo in luce alcune interessanti proprietà che potrebbero portare a valorizzare ulteriormente questa tipologia di formaggio, soprattutto in relazione alle caratteristiche della sostanza grassa in esso contenuta. In futuro penso che la collaborazione tra il Consorzio e il sistema della ricerca toscana debba essere ulteriormente rafforzata, sfruttando anche gli strumenti che il nuovo Piano di sviluppo rurale metterà a disposizione. In tal modo potranno essere ulteriormente approfonditi alcuni aspetti di interesse come, ad esempio, il rapporto fra sistemi di allevamento, qualità della materia prima e caratteristiche nutrizionali del formaggio; l´applicazione di un´efficiente sistema di assistenza tecnica per i produttori primari e per i trasformatori, per migliorare la competitività di queste aziende; la creazione di sistemi di tracciabilità innovativi in grado di tutelare sempre più il prodotto, soprattutto sui mercati esteri". Gianni Salvadori, assessore regionale all´agricoltura, ha esordito con gli auguri al "nuovo" presidente, che - ha detto "Ha l´esperienza, il cuore e la passione che servono per affrontare una sfida come questa." Quanto al quadro economico Salvadori ha detto che la premessa "é la migliore per affrontare il futuro e ritrovarsi fra 30 anni a celebrare un altro importante traguardo". L´assessore ha inoltre sottolineato l´importanza di "continuare a lavorare sulla qualità. Nel mercato globale - ha detto - dove di formaggio pecorino ce n´è tanto, la qualità, anche per le virtù nutraceutiche del pecorino toscano, è quella che fa la differenza e su questo dobbiamo impegnarci. Il lavoro - ha aggiunto - è già avviato, ma altro si può fare, e fra gli obiettivi più importanti c´è quello di garantire il giusto reddito agli allevatori. L´alternativa - ha sottolineato - è quella di perdere ancora allevatori." Un altro aspetto importante, secondo l´assessore regionale, è quello della difesa dai predatori. "Oltre quello che è stato già avviato - ha detto Salvadori - la Regione espliciterà, nel giro di una decina di giorni, le ulteriori azioni che intende avviare." Infine un cenno al Programma di Sviluppo Rurale. "L´ultima versione del Psr, concordata con l´Unione Europea - ha detto - è partita stamani per Bruxelles, per l´approvazione definitiva. Conterrà misure interessanti per il settore, compresa la tematica dei pascoli."  
   
   
EXPO, LA TOSCANA PRESENTA IL SUO LOGO E LO SLOGAN "SONO SECOLI CHE VIVIAMO NEL FUTURO"  
 
Firenze -Il logo che servirà ad identificare la Toscana all´Expo 2015 è stato presentato ai giornalisti durante un incontro tenuto dall´assessore Gianni Salvadori, che ha la delega per le iniziative di Expo, e Silvia Burzagli di Toscana Promozione. Il logo, creato dall´architetto, designer e artista, Alessandro Mendini, intende descrivere la Toscana nelle sue molteplici sfaccettature. La T di Toscana incornicia gli altri simboli - scrive lo stesso Mendini - in una immagine di sintesi. Poi la poesia, il vino, l´olio, la cultura, Pinocchio, la musica, la ricerca scientifica, la tradizione, le montagne e il mare. Il "claim" della Toscana sarà "Sono secoli che viviamo nel futuro", ad indicare una Toscana "riconoscibile" - come ha detto l´assessore Salvadori - che è la "Toscana del buon vivere" e che intende mettere in evidenza la propria esperienza nel gusto per il bello e per la civiltà. In questo senso - ha ribadito in sostanza Salvadori - la "Toscanità" si pone come elemento universale nel quale tutti i visitatori di Expo potranno riconoscersi. La Toscana sarà regione protagonista dell´inaugurazione di Expo. Solo nel suo stand, dal 1 al 28 maggio, all´interno di Padiglione Italia, sono previsti dai 50 mila ai 70 mila visitatori. Sarà uno stand dove il visitatore sarà condotto, grazie ad un percorso sensoriale, alla scoperta della Toscana reale. "A five minutes day": sarà il titolo di questo percorso, che permetterà di godersi un viaggio in Toscana, della durata di un giorno, condensato in soli 5 minuti. Ma il lavoro che è stato svolto in preparazione di Expo punta sopratutto a portare in Toscana una buona parte dei visitatori attesi a Milano per Expo, visitatori che troveranno appositi percorsi turistici, ma anche percorsi business. In Toscana nei 6 mesi di Expo saranno allestiti circa 450 eventi e una apposita app. Che rievoca il nome di Pinocchio, (appinocchio) guiderà il visitatore agli appuntamenti che preferisce. "Un´operazione di marketing unica - ha sottolineato l´assessore Salvadori - originale e innovativa" nella quale è compresa anche la civiltà che caratterizza la Toscana, "nella consapevolezza - ha aggiunto - che un imprenditore investe più volentieri il suo denaro in una terra che è riconosciuta come una terra di civiltà." Prossimo appuntamento? Un incontro che si terrà a metà aprile in Toscana con 54 tour operator e gli operatori del settore ricettivo, turistico, alberghiero. Saranno 3 giorni di confronto con gli operatori turistici focalizzati sopratutto sulle aree di maggiore interesse per la Toscana: Medio Oriente, Asia e continente Nord Americano. Infine i costi: 2 milioni e mezzo, tutto compreso: la partecipazione a Milano,all´expo e fuori Expo (nei chiostri dell´Umanitaria), i 450 eventi previsti in Toscana e le iniziative già svolte, che hanno visto, fra l´altro, circa 300 studiosi e professori universitari che sono stati in Toscana e hanno partecipato a convegni e iniziative di confronto sul tema del "buon vivere toscano". Tutti gli approfondimenti su www.Expotuscany.it    
   
   
REGIONE EMILIA-ROMAGNA E CASA ARTUSI INSIEME PER LA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI TIPICI E DEL TERRITORIO RURALE.  
 
Bologna - Assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna e Casa Artusi: tre anni insieme(2015-2017) all’insegna del “buono” e del “bello”. Sarebbe di certo piaciuto al padre della cucina italiana, Pellegrino Artusi, il Protocollo d’intesa firmato in Regione, dall’assessore all’Agricoltura caccia e pesca Simona Caselli e dal presidente di Casa Artusi Giordano Conti, alla presenza del consigliere regionale Paolo Zoffoli, già Sindaco della cittadina artusiana, da sempre attento alla valorizzazione delle eccellenze del territorio in nome dell’illustre cittadino di Forlimpopoli. Sarebbe piaciuto, al gastronomo di Forlimpopoli, soprattutto per un motivo: il documento delinea comuni azioni per la “valorizzazione del territorio rurale, la promozione delle produzioni tipiche di qualità, la ricerca di un sistema integrato d’impresa e di risorse unitamente all’affermazione di valori umani e solidali volti al riconoscimento di uno sviluppo sostenibile sia in senso economico che sociale”. In altre parole, la buona cultura del cibo non può prescindere dalla valorizzazione delle produzioni di qualità, quindi della nostra agricoltura e dell´intera filiera, associata naturalmente al concetto di crescita sostenibile. In questa direzione va il Protocollo d’intesa firmato oggi. “Qualità, tipicità, capacità di innovare, mantenendo tuttavia forte il legame con la tradizione sono i punti forti del nostro agroalimentare – ha dichiarato l’Assessore Simona Caselli – che può vantare il più alto numero di prodotti Dop e Igp d’Europa: ben 41. La collaborazione con Casa Artusi è dunque un’opportunità importante per mettere ulteriormente in valore le nostre eccellenze enogastronomiche e con esse il territorio, la storia, la cultura dell’Emilia-romagna. Tanto più in vista di Expo 2015, un appuntamento per cui questa Regione sta lavorando con determinazione, certa che potrà diventare un’occasione straordinaria per promuovere nel mondo la nostra magnifica regione e i suoi prodotti”. “Non si tratta di un documento solo sulla carta – afferma il Presidente di Casa Artusi, Giordano Conti – bensì di un Protocollo che consolida la collaborazione su cui si fonda la nascita del centro e che sostiene il reciproco lavoro in ambito promozionale e comunicazionale per lo sviluppo del settore agroalimentare regionale. Casa Artusi, sin dalla nascita, ha messo al centro il cibo come cultura e riflessione, lontano da forme di spettacolarizzazione imperanti in questi ultimi anni. Mettere al centro la cucina di casa e i prodotti del territorio, la conoscenza dei rapporti tra cibo alimentazione e cultura, e promuovere le produzioni di qualità sono la sfide che ci attendono nei prossimi anni. E che c´è di meglio che farlo in nome del padre della cucina italiana, il cui ricettario è tradotto in tante lingue del mondo?”.