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Notiziario Marketpress di Mercoledì 23 Novembre 2011
IN TOSCANA GLI OSPEDALI PIÙ SICURI  
 
Firenze, 23 novembre 2011 – Gli eventi avversi che si verificano negli ospedali toscani sono percentualmente la metà rispetto alla media nazionale: 2,54% (la percentuale è calcolata sui pazienti che passano più di una giornata in ospedale), contro una percentuale nazionale del 5,17%. E il dato italiano è in linea con quelli di altri Paesi europei (Francia: 5,1%; Olanda: 5,7%) o addirittura molto inferiore (Spagna: 9,3%). Sono i risultati di uno studio finanziato dal Ministero della salute e condotto in 5 grandi aziende ospedaliere italiane: Niguarda di Milano, Careggi a Firenze, azienda ospedaliera di Pisa, San Filippo Neri di Roma, Policlinico di Bari. Per quanto riguarda poi la Toscana, il Centro Gestione Rischio Clinico (una delle strutture italiane di riferimento per la gestione del rischio clinico), sempre nell’ambito della ricerca finanziata dal Ministero, ha esteso l’indagine a tutte le aziende sanitarie e ospedaliere toscane. I risultati dei due studi verranno presentati al Vi Forum Risk Management in Sanità, che da ieri fino a venerdì 25 si tiene, come ogni anno, ad Arezzo. Promosso da Ministero della salute, Istituto Superiore di Sanità, Age.na.s., Aifa, Coordinamento delle Regioni e Fondazione per la sicurezza in sanità, il Forum ha come titolo di questa sesta edizione “Innovazione e sicurezza nei percorsi territorio-ospedale-territorio”. “La conduzione degli studi sugli eventi avversi – precisa Riccardo Tartaglia, responsabile del Centro regionale Gestione Rischio Clinico – è raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità per avere una banca dati affidabile ed utile ad impostare le azioni di prevenzione, come abbiamo fatto questi anni in Toscana con una leadership a livello nazionale sulle buone pratiche per la sicurezza dei pazienti”. L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, in questi giorni in missione in Cina, ha voluto comunque far giungere al Forum il suo saluto. “Quello del rischio clinico è un tema importante, che va affrontato con determinazione e senza creare allarmismi – dice l’assessore nel videomessaggio trasmesso stamani in apertura del Forum – Le analisi ci dimostrano che i risultati dell’Italia sono in linea con i Paesi europei con cui ci vogliamo confrontare: il che è un’ottima base di partenza, ci tranquillizza, ma ci indica anche che si può fare di meglio e di più”. Oltre che con relatori, risultati degli studi, racconto delle esperienze, la Regione Toscana è presente al Forum con un suo stand, collocato nel cuore dell’evento: un volano di informazioni su qualità e sicurezza delle cure per i cittadini, con opuscoli e dépliant sulle iniziative di gestione del rischio, ma anche un luogo di incontro e discussione per medici, infermieri, altri operatori. “Oltre alla sicurezza in ospedale va affrontata anche la sicurezza sul territorio – è sempre l’assessore che parla, riferendosi al tema di questo Forum 2011 – e in particolare in tutti quei percorsi ospedale-territorio che qualche volta forse ci mettono un po’ in difficoltà. Il tema della sicurezza va affrontato anche in tutte quelle realtà non strettamente ospedaliere che fanno parte del sistema, penso ad esempio alla sanità penitenziaria, dove stiamo avviando un percorso analogo”. A conclusione del suo videomessaggio, l’assessore ha auspicato “una riflessione su quanto emerge dagli audit nel caso di eventi sentinella. L’audit – ha detto – è uno strumento determinante perché nel momento in cui capita un evento sentinella consente di capire cosa non ha funzionato, e fare in modo che questo non avvenga di nuovo. Ed e’ importante che gli operatori partecipino liberamente, senza la paura che quello che emerge può eventualmente essere usato contro di loro.” La Toscana è stata tra le prime Regioni a istituire un Centro Gestione Rischio Clinico, e a mettere in atto una serie di iniziative e misure volte a ridurre i rischi di eventi avversi in sanità. Questi i risultati ottenuti grazie all’introduzione di alcune buone pratiche: Mani pulite (introduzione del gel lavamani e campagna di comunicazione e formazione): aumento fino al 30% del lavaggio delle mani prima della visita al paziente. Scheda terapeutica unica (utilizzo su larga scala di uno strumento integrato tra medici e infermieri per la gestione della terapia): riduzione fino al 40% degli errori di trascrizione della terapia. Prevenzione cadute (realizzazione e diffusione di un pacchetto di strumenti originali per la prevenzione delle cadute in ospedale): riduzione del 60% delle cadute e di 4 giorni di degenza in media nei pazienti a rischio.  
   
   
TRA IL MEYER E L’OSPEDALE PEDIATRICO DI PECHINO ALLEANZA CONTRO I TUMORI INFANTILI  
 
Firenze, 23 novembre 2011 – Un laboratorio per la manipolazione delle cellule staminali nascerà a Pechino dalla collaborazione scientifica e formativa tra l’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze e il Beijing Children’s Hospital. Ne hanno parlato ieri l’assessore Daniela Scaramuccia, in visita nella capitale cinese, e i vertici dell’ospedale pediatrico più importante del paese. La struttura permetterà ai piccoli pazienti portatori di patologie tumorali (leucemia, linfoma etc.) di usufruire del trapianto di midollo, che oggi rappresenta la terapia più avanzata in questo ambito. Il progetto ha avuto inizio alcuni anni fa con l’obiettivo di trasferire le competenze toscane in questo settore agli specialisti cinesi con la prospettiva di sviluppare una intensa attività scientifica di ricerca. Si stima che la popolazione cinese di età inferiore ai diciotto anni sia circa di 350 milioni. L’incidenza delle patologie tumorali determinano circa 40.000 nuovi casi per anno. Un centro di diagnosi e cura per tali patologie costruito presso l’ospedale pediatrico di Pechino permetterà di concentrare un numero molto alto di tumori rari infantili. Inoltre i progetti di ricerca attivati potranno svolgersi in tempi molto più brevi rispetto a quelli necessari attualmente in Europa. “Il cuore del progetto – afferma l’assessore Scaramuccia – è infatti quello di dare all’ospedale pediatrico Meyer l’opportunità di ottenere risultati scientifici in tempi molto brevi e di condurre questo settore della sanità toscana ai vertici italiani ed europei”. Oggi è stato sottoscritto l’accordo scientifico che impegna per 10 anni l’ospedale pediatrico di Pechino a sviluppare progetti di ricerca con il Meyer di Firenze. Contemporaneamente alla costruzione del laboratorio per la manipolazione delle cellule staminali è già attiva la fase formativa che sta portando medici specialisti di Pechino presso l’ospedale fiorentino.  
   
   
SANITA’: IL VENETO SPERIMENTA MIGLIORIE NEI PRONTO SOCCORSO. UMANIZZAZIONE DEL RAPPORTO CON LA GENTE E INFORMAZIONE NELLE SALE D’ATTESA. SI COMINCIA NELLE ULSS 1, 5, E 9.  
 
Venezia, 23 novembre 2011 - La sala d’attesa di un pronto soccorso è un punto assai delicato di un reparto del tutto particolare per molti motivi; qui si incrociano le ansie ed i timori di pazienti e loro congiunti e le necessità degli operatori di concentrarsi sull’erogazione delle cure anche a molti malati contemporaneamente, a volte inevitabilmente “trascurando” gli aspetti relazionali. A questo settore della vita di un pronto soccorso si rivolge l’attenzione della Giunta regionale che ieri, su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto, ha approvato e finanziato con 75 mila euro una sperimentazione che mira a migliorare la gestione della relazione tra pazienti, familiari ed operatori nelle sale d’attesa, e che verrà avviata nelle Ullss 1 di Belluno, 5 Ovest Vicentino e 9 di Treviso per essere poi valutata ed eventualmente estesa a tutte le strutture. “E’ una decisione – sottolinea Coletto – che si inserisce nel lavoro sempre in progress per accrescere l’umanizzazione delle cure e del rapporto tra sanità pubblica e cittadino. Ciò che sperimenteremo è stato definito dal Coordinamento Regionale Emergenza Urgenza (Creu) con i direttori delle Unità Operative di pronto soccorso della Regione, che hanno proposto alcune possibili soluzioni organizzative e strutturali per gestire meglio le attese e migliorare il grado di soddisfazione degli utenti, che molto spesso possono non conoscere le difficoltà e le necessità prioritarie che un operatore si trova a dover affrontare anche in momenti di grande stress professionale ed umano”. Gli esperti hanno individuato un “pacchetto” di possibili iniziative: l’identificazione di spazi separati di attesa per i diversi codici di priorità; l’adozione di regole precise ed evidenti per l’accesso degli accompagnatori; la presenza di “facilitatori” che tengano il contatto con i pazienti in attesa ed i familiari; l’adozione di un protocollo specifico per i pazienti pediatrici; la definizione di un protocollo di comunicazione verso parenti e pazienti; la visualizzazione nella sale d’attesa dei dati sulle attività in corso; la proiezione di filmati esplicativi su logistica, organizzazione ed attività di un pronto soccorso per far conoscere all’utente l’assoluta particolarità della struttura in cui si trova; la collocazione nella sale d’attesa di strumentazioni utili ad allentare le tensione del momento, di punti telefonici, di connessioni a internet. All’interno di questo quadro, l’Ulss 1 di Belluno sperimenterà la realizzazione di un sistema di visualizzazione dell’attività dei pronto soccorso di Belluno, Pieve di Cadore e Agordo su monitor nelle sale d’attesa e sul sito internet dell’azienda. L’ulss 5 Ovest Vicentino realizzerà uno studio che coinvolga gli operatori sanitari, l’ufficio relazioni con il pubblico ed il volontariato mirato a creare “operatori intermedi” che mantengano i contatti tra il personale sanitario e gli utenti in attesa. L’ulss 9 di Treviso, invece, si occuperà di realizzare una ridefinizione delle aree d’attesa, un protocollo per la comunicazione con l’utenza e un progetto di formazione ed impiego dell’operatore socio sanitario (Oss) per la gestione dei contatti con le persone. La sperimentazione avrà in tutti e tre i casi una durata di 6 mesi, terminati i quali i direttori generali redigeranno loro relazioni sui risultati, che serviranno al Creu ed ai direttori di unità operativa per elaborare un progetto finale da applicare su tutto il territorio veneto.  
   
   
DELEGAZIONE MARCHIGIANA AL CERN E ALL´OMS DI GINEVRA PER ESPLORARE POSSIBILI COLLABORAZIONI IN CAMPO MEDICO ED ECONOMICO.  
 
Ancona, 23 Novembre 2011 Esplorare possibili collaborazioni tra le Marche e il massimo centro mondiale per la ricerca, lo sviluppo della conoscenza e le enormi ricadute sull´applicazione della tecnologia. Questo lo scopo della missione esplorativa a Ginevra a cui, ieri e oggi partecipa il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca. In programma visite al Cern (Consiglio europeo per le ricerche nucleari) e all´Oms (Organizzazione mondiale della sanita`). Insieme a Spacca fanno parte della ristretta delegazione marchigiana Cosimo Centrone, direttore della Banca d´Italia-sede di Ancona ed Enrico Loccioni, membro del Direttivo di Confindustria Marche. Una missione di ´scouting´ organizzata, su invito dell´ambasciatore della Rappresentanza permanente italiana presso le Organizzazioni internazionali Laura Mirachian, con l´obiettivo di stringere contatti - in particolare nei campi dell´Ict (Information and Communication Technology), degli strumenti di diagnostica medicale, delle energie innovative e dei materiali avanzati - con i responsabili del cuore europeo della ricerca. Tutti ambiti di grande interesse per le strategie regionali in campo economico e sanitario. In seguito ai colloqui avuti questa mattina, e` gia` stato centrato un primo importante risultato: a gennaio un gruppo di ricercatori del Cern sara` nelle Marche per un incontro con gli imprenditori della regione ai quali saranno illustrate le possibili applicazioni sul sistema economico e della formazione marchigiano di alcune delle attivita` europee di ricerca. Il programma della due giorni di Ginevra prevede incontri con importanti esponenti dell´Oms e con i dirigenti del Cern, una visita al laboratorio di ricerca internazionale, un confronto con i responsabili per il Trasferimento tecnologico e con i curatori del progetto Tera per lo sviluppo di tecnologie avanzate per la diagnostica e la cura di tumori tramite l´adroterapia oncologica (che utilizza particelle pesanti come i protoni ma soprattutto gli ioni). La delegazione ha incontrato questa mattina il professor Ugo Amaldi, fisico e padre fondatore dell``adroterapia italiana, il direttore Ricerche del Cern Sergio Bertolucci, il capo dipartimento Ingegneria del Cern Roberto Saban e Gian Mario Bilei dell´Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare). ´E´ un´esperienza straordinaria essere nel `cuore´ pulsante della ricerca ´ dice Spacca ´ Visitare il Cern e` come gettare uno sguardo nel futuro. In sanita` e in campo economico, piu` che in altri settori, occorre piena apertura e velocita` nel cogliere le sfide dell´innovazione tecnologica e scientifica. Questa due giorni si pone proprio su tale solco: aprire un confronto ai piu` alti livelli per orientare le nostre future strategie. Investire in ricerca e innovazione e` la ricetta per affrontare non solo le gravi difficolta` che stiamo attraversando oggi, ma anche e soprattutto le grandi sfide che ci aspettano domani. Nelle Marche la strada e` gia` avviata. La visita di gennaio del gruppo di ricercatori del Cern rappresenta in questo senso una grande opportunita`´.  
   
   
VENETO, NON AUTOSUFFICIENZA: 27,2 MILIONI EURO DI RIPARTO FONDO PER IL 2011  
 
Venezia, 23 novembre 2011 - La Giunta veneta, su proposta dell’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto, ha deliberato il riparto per il 2011 del fondo regionale per la non autosufficienza pari a 27 milioni 240 mila euro. Ne dà notizia lo stesso Assessore il quale aggiunge che ora la proposta di ripartizione sarà inviata alla competente commissione del consiglio regionale per riceverne il parere di legge “per la conferma dell’atto o con le eventuali modifiche – precisa Sernagiotto – di cui terremo debito conto”. Il riparto è così composto: 7,6 milioni di euro saranno a gestione centralizzata (telesoccorso-telecontrollo, gestione informatizzata dell’assegno di cura, progetti straordinari nella non autosufficienza, centralinisti non vedenti, inserimento lavorativo disabili, servizio ponte per non udenti, modifiche degli strumenti di guida, progetto dell’Opsa di Padova per soggetti gravemente disabili); per quanto riguarda i 19 milioni 625 mila euro rimanenti 2 milioni 125 mila saranno utilizzati per l’attribuzione di 121 ulteriori impegnative di primo livello assistenziale nei centri di servizio/case di riposo “secondo – sottolinea Sernagiotto – una logica di equità distributiva finalizzata a garantire immediatamente il riequilibrio territoriale tra Aziende Ullss nel campo della residenzialità. Tali impegnative aggiuntive sono assegnate alle Aziende Ullss che risultano sottoparametro rispetto al valore derivante dalla media regionale calcolata in relazione alle impegnative attualmente assegnate in rapporto alla popolazione ultra 65enne residente a tutto il 2009, mantenendo una specificità per la zona montana”. E ancora: 5 milioni di euro dei complessivi 19,6 suddetti saranno per la popolazione ultra 65enne non autosufficiente che si trova in sistema di residenzialità ma non possiede impegnative di residenzialità e così riceverà dalla Regione un contributo di 20,85 euro prodie; l’Assessore propone inoltre che per il 2012 il 50% di quest’importo sia destinato alla parziale non autosufficienza “per definire risposte sempre più articolare e flessibili e diversificate alla popolazione anziana con bisogno assistenziale”. E ancora, 12 milioni 500 mila euro sono ripartiti tra le Aziende Ullss, secondo il criterio della popolazione, per aumentare gli interventi a favore degli anziani/e con demenza o Alzheimer. Infine, la deliberazione stabilisce che le Aziende Ulss assegnatarie delle risorse dovranno contemporaneamente ridurre la spesa ospedaliera connessa alle attività di lungodegenza e geriatria. La suddivisione dei 19.625.070 euro è la seguente: Ulss n.1 € 490.880; Ulss n.2 €427.287; Ulss n.3 € 623.702; Ulss n.4 € 660.542; Ulss n.5 € 691.769; Ulss n.6 € 1.111.809; Ulss n. 7 € 786.803; Ulss n.8 € 855.703; Ulss n.9 € 1.479.358; Ulss n.10 € 1.222.944; Ulss n. 12 € 1.174.277; Ulss n.13 € 1.421.125; Ulss n.14 € 766.975; Ulss n. 15 1.104.423; Ulss n.16 € 1.682.993; Ulss n.17 € 857.878; Ulss n.18 € 643.619; Ulss n. 19 € 294.489; Ulss n.20 € 1.692.549; Ulss n.21 € 547.538; Ulss n.22 € 1.088.405.  
   
   
SICILIA: COSTITUZIONE DEL COORDINAMENTO PER L´INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA  
 
 Palermo, 23 novembre 2011 - Sara´ a breve costituito un organismo denominato "Coordinamento tecnico interassessoriale per l´integrazione socio-sanitaria". Lo prevede un protocollo d´intesa tra gli assessorati alla Famiglia e Politiche Sociali e alla Salute. Gli assessori Andrea Piraino e Massimo Russo, nel rispetto delle competenze istituzionali, con la firma del protocollo hanno dato l´avvio alla realizzazione del sistema integrato socio sanitario in Sicilia, che sfocera´ nella costituzione del coordinamento, e che realizzera´ azioni inerenti gli ambiti di intervento nelle seguenti aree: materno infantile; disabili; anziani e persone non autosufficienti; dipendenze patologiche; persone vulnerabili; immigrati. "Con la firma del protocollo - sottolinea l´assessore Piraino - si avvia il processo di integrazione che riguarda non soltanto le grandi strategie o i modelli di organizzazione di assistenza socio sanitaria, ma anche azioni operative e di raccolta degli strumenti e dei criteri e delle risorse che potranno essere meglio impiegate consentendo cosi´ di ottimizzarne l´uso. Saranno messe in atto - prosegue Piraino - una serie di procedure che consentiranno di potere realizzare un percorso assistenziale che tenga al centro il benessere psico-fisico della persona. Ed e´ questo - conclude - l´obiettivo piu´ rilevante da conseguire". "L´intesa fra i due assessorati - afferma l´assessore Russo - permettera´ di realizzare finalmente anche in Sicilia il sistema integrato sociosanitario, strumento indispensabile per rispondere in modo efficiente, efficace e trasparente agli effettivi bisogni dei siciliani, tassello importante del processo di riorganizzazione in atto nella Regione siciliana. Da tempo avvertivamo l´esigenza di coordinare l´attivita´ dei due assessorati con l´obiettivo di realizzare un sistema migliore, in grado di dare ai cittadini risposte e di garantire il rispetto della dignita´, dell´uguaglianza e del diritto alla salute previsto dalla Costituzione. Nel rispetto delle competenze di ciascun assessorato, - ha concluso Russo - vogliamo riorganizzare tutta la materia, esprimendo indirizzi unitari di programmazione, organizzazione e gestione degli interventi per garantire unitarieta´ dei percorsi assistenziali, azioni specifiche di settore e l´integrazione delle strategie, dei modelli organizzativi e delle risorse". Al coordinamento interassessoriale sono demandate alcune competenze tra le quali: coordinamento strategico, finanziario e operativo degli interventi; anagrafe unitaria per i soggetti che fruiscono dell´integrazione socio-sanitaria nelle sue molteplici prestazioni; uso integrato delle piattaforme informatiche; monitoraggio delle azioni attivate anche attraverso l´istituzione dell´Osservatorio socio-sanitario. Il protocollo d´intesa individua anche, in relazione alle aree tematiche, le seguenti azioni prioritarie: assistenza domiciliare integrata; interventi per la non autosufficienza; strutture residenziali, semi residenziali e di lungo assistenza; disabilita´; immigrazione; servizi consultoriali; tutela minori; volontariato; salute mentale; beni confiscati. Le linee delineate mirano a definire sia sul piano organizzativo che metodologico, il programma degli interventi di politica regionale in materia di integrazione sociosanitaria, incluso il sistema unico dei criteri di accreditamento delle strutture sociosanitarie e della disciplina inerente la compartecipazione al costo delle prestazioni erogate nell´ambito dei percorsi assistenziali integrati.  
   
   
NASCE IL CENTRO ITALIANO PER LA SANITA’ DIGITALE  
 
 Roma, 23 novembre 2011 – Di fronte all’esplosione, sia in termini numerici sia economici, delle cause per malpractice medica, il sistema sanitario nazionale non può ricorrere a soluzioni difensive, ma è opportuno un maggior dialogo e l’adozione di soluzioni tecnologiche che permettano di erogare un servizio di qualità, efficiente e nella massima trasparenza. Nel 2010 la spesa sanitaria pubblica italiana è stata pari a 113.457 milioni di euro con un’incidenza sul Pil del 7,3%. Secondo le proiezioni, la spesa sanitaria pubblica al 2050 si attesterà su un valore prossimo a 281,5 miliardi di euro, pari al 9,7% del Pil nel 2050. In questo contesto, pertanto, è necessario scoraggiare il ricorso alla c.C. Medicina difensiva, quale conseguenza dell’incremento spropositato dei risarcimenti per danno da attività medico-sanitaria, il cui effetto è l’incremento della spesa per il bilancio della Sanità Pubblica. Le assicurazioni sono ormai un onere elevatissimo ed inevitabile per le strutture e per gli stessi medici. Circa 500 milioni di Euro vengono spesi ogni anno dalle Regioni per assicurare ospedali e medici contro gli errori. In questo scenario occorre quindi sviluppare una cultura professionale che porti all’adozione di un maggior ricorso all’ Ict (Information and communication technology) nella sanità cui, secondo stime, conseguirebbe un risparmio complessivo stimato in 12,4 miliardi di euro (pari all’11,7% dell’intera spesa del Servizio Sanitario Nazionale, fonte Confindustria), oltre ad un notevole miglioramento delle prestazioni. E’ questo lo scenario di cui si è discusso ieri a Roma nel corso del convegno “Verso una sanità sostenibile: quale ruolo per l’informatizzazione della salute? Profili giuridici, economici ed organizzativi” promosso in occasione della pubblicazione del volume “Cartella clinica e responsabilità medica” a cura di Vittorio Occorsio e con il contributo non condizionato di Nephrocare, società del Gruppo Fresenius Medical Care, provider di dialisi in tutto il territorio italiano. Il miglioramento dell’efficienza del Sistema sanitario è possibile grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche: la telemedicina, la dematerializzazione della documentazione sanitaria, la refertazione a distanza, la prenotazione e la ricettazione via canali digitali, tutto questo significa per il sistema sanitario rapidità, efficacia, ed efficienza. “Le cause promosse per risarcimento da responsabilità medica ammontano oggi a oltre 3,5 miliardi di euro. Cifra cui deve aggiungersi quella di oltre12 miliardi di euro relativa alla c.D. Medicina difensiva. Non è più tollerabile questa situazione, è necessario riportare al centro dell’attenzione il paziente, la terapia e il rapporto con la struttura di cura cui è demandata la fondamentale funzione di erogare un servizio davvero essenziale” ha dichiarato il Sen. Antonio Tomassini, Presidente della Xii Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e dell´Associazione Parlamentare per la Tutela e la promozione del Diritto alla Prevenzione. “L’italia è in un drammatico ritardo se pensiamo che solo l’1% della spesa sanitaria è destinato ad investimento in It. Inoltre, questa spesa è disomogenea sul territorio, con il 64% investito al nord, il 17% al centro Italia e il 19% al Sud. Occorre quindi ridurre le spese inutili, come quelle dei ricoveri pre operatori, per liberare risorse necessarie per finanziare anche la digitalizzazione della Sanità” ha dichiarato il Sen. Ignazio Marino, Presidente della commissione d’inchiesta sull’efficacia ed efficienza del sistema sanitario nazionale. La cartella clinica digitale può essere un primo obiettivo con vantaggi sia in termini di sicurezza sia di miglior trattamento del paziente. “Un passo concreto – ha concluso Marino – per una migliore sanità i cui effetti ricadrebbero anche sulle fasce più deboli”. Un settore che ha sperimentato con successo progetti di informatizzazione è quello della malattia renale – che solo in Italia interessa oltre 45 mila persone in dialisi. Di primario interesse l’esperienza presentata da Emanuele Gatti, Ceo Emaela Fresenius Medical Care Ag, il quale ha ricordato come già oggi “un provider privato raccoglie i dati di oltre 220 mila pazienti al mondo, 1500 dei quali sono in Italia, consentendo una verifica sulla qualità, efficienza e sostenibilità della terapia somministrata”. Per stimolare con passi concreti la promozione della cultura manageriale, giuridica e medica favorevole alla digitalizzazione della sanità è stato presentato il Centro Italiano per la Sanità Digitale da parte del neo presidente, Vittorio Occorsio, autore del libro. Il Centro Italiano per la Sanità Digitale (Cisd) è un centro studi dedicato al diritto sanitario, con particolare riguardo ai problemi giuridici e gestionali, e alle grandi opportunità connesse con la digitalizzazione della sanità, con la dematerializzazione della documentazione clinica, con l’elaborazione di strumenti per prevenire e ridurre il contenzioso in ambito medico-sanitario, con la telemedicina. Il Centro coinvolge e mette in relazione alcuni tra i migliori specialisti italiani del diritto della sanità ma anche significativi rappresentanti degli ambiti pubblici e privati che lavorano quotidianamente con la sanità digitale. Operando come think tank, il Cisd intende consolidarsi quale punto di riferimento per gli esperti italiani del “nuovo diritto” e per i diversi player dei mercati sanitario e tecnologico. Il Centro, ente associativo non profit, guidato da un Consiglio di Amministrazione con funzioni di gestione e indirizzo, è coadiuvato da un Comitato Scientifico, composto da studiosi e consulenti in materia di sanità digitale, con funzioni di controllo della qualità scientifica e di selezione dei lavori di ricerca, e da un Comitato dei Sostenitori, composto in massima parte da aziende, con funzioni di finanziamento diretto e di fund-raising. Il primo progetto su cui lavorerà il Cisd riguarda le conseguenze giuridiche, mediche e amministrative di due ddl che si occupano di sanità digitale, il ddl Saccomanno sulla responsabilità medica e il ddl Rizzoli sul Fascicolo Sanitario Elettronico. Per fare ciò, il Centro, con il sostegno di alcune aziende private, effettuerà studi ed ipotesi applicative avendo ad esempio alcune strutture ospedaliere che hanno dato già disponibilità. Inoltre, sarà raccolto il parere di insigni giuristi e medici per analizzare le modalità ottimali di introduzione di queste novità normative, e dei regolamenti attuativi che andranno adottati.  
   
   
SANITA´: POLVERINI, AL VIA CAMPAGNA PREVENZIONE CARIE PER BAMBINI SCUOLE ELEMENTARI  
 
 Roma, 23 novembre 2011 - “Una campagna di prevenzione delle carie rivolta ai bambini delle scuole elementari”. Questo l’annuncio della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, durante il convegno ‘Il futuro della professione odontoiatrica, prospettive e nuovi scenari’ che si è svolto a Roma all’Hotel Vittorio Veneto. All’incontro hanno preso parte il consigliere regionale della Lista Polverini, Nicola Illuzzi, il presidente di Andi Roma (Associazione nazionale dentisti italiani), Brunello Pollifrone e professionisti del settore odontoiatrico. “La cura dei denti è un tema che mi sta molto a cuore”, ha detto Polverini spiegando come la campagna di prevenzione sia il frutto di un confronto con i rappresentanti della categoria. "Nell´ambito del piano triennale strategico di ricerca - ha sottolineato la presidente della Regione - abbiamo definito insieme all´Andi, un progetto pronto a partire. La carie nei bambini è un problema, spesso trascurato, ma che può portare a infezioni molto serie. La strategia che metteremo in atto sarà molto semplice: sigillare i primi molari permanenti nei bambini attraverso l´applicazione di una speciale resina che li rende inattaccabili dai germi. Coinvolgeremo le scuole per sensibilizzare insegnanti e famiglie sull´importanza di una corretta igiene dentale. Useremo strumenti degli audiovisivi, manifesti e materiale didattico". Polverini ha poi aggiunto che l’azione della Regione si indirizzerà anche sul tema della semplificazione burocratica “per assicurare procedure più semplici e più veloci. Abbiamo trovato – ha precisato - oltre 7mila pratiche di autorizzazione abbandonate, mole di lavoro a cui stiamo dando una risposta e a breve, ci sarà una soluzione anche per le circa 4mila 800 pratiche che riguardano proprio ambulatori e studi odontoiatrici”. Sempre per quanto riguarda Il tema delle autorizzazioni, Polverini ha sottolineato che "è stata già organizzata una piattaforma informatica pronta ad accogliere già dal prossimo gennaio le domande, e per i tre mesi successivi sarà possibile inserire i dati online. Inoltre la Regione - ha concluso Polverini – si farà carico di rilasciare un certificato di garanzia che testimonia che lo studio o l´ambulatorio sono in possesso di autorizzazione e di tutti i requisiti. L´attestato sarà affisso negli studi e oltre a essere una garanzia contro l´abusivismo è una tutela per i pazienti. Ci saranno codici specifici per ogni attestato per evitare falsificazioni”.  
   
   
SICILIA: LOMBARDO INCONTRA COMUNITA´ ALLOGGIO DISAGIO PSICHICO  
 
Palermo, 23 novembre 2011 - Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ha incontrato ieri a palazzo d´Orleans i rappresentanti dei coordinamenti regionali delle cooperative sociali, di Confcooperative, Legacoop, Agci e dell´Unione sindacale di base (Usb), per affrontare le questioni legate alle difficolta´ economiche in cui si dibattono le comunita´ alloggio per il disagio psichico. Erano presenti alla riunione anche gli assessori all´Economia, Gaetano Armao, alla Salute, Massimo Russo, e alla Famiglia, Andrea Piraino, il Ragioniere generale della Regione, Enzo Emanuele, il dirigente generale del dipartimento Famiglia, Rosolino Greco, e i dirigenti dell´assessorato alla Salute, Maurizio D´arpa e Lucia Borsellino. Il presidente Lombardo si e´ impegnato perche´ l´assessorato alla Salute attivi tutte le procedure per co-finanziare gli interventi sociosanitari effettuati dalle comunita´ alloggio per il disagio psichico; nella legge Finanziaria che l´Ars si accinge a discutere, inoltre, sara´ inserita una norma che consenta alla Regione di anticipare alle comunita´ le somme che i Comuni devono versare per l´assistenza. Per definire i meccanismi tecnici per l´attuazione degli impegni assunti nella riunione di stamattina, e´ stata disposta l´apertura di un tavolo tecnico con i rappresentanti dei dipartimenti regionali della Famiglia e della Salute, della Ragioneria generale della Regione e i delegati delle associazioni e delle centrali cooperative.  
   
   
MILANO: IN MOSTRA AL PIRELLI OPERE DI GIORGIO GALLETTI  
 
Milano, 23 novembre 2011 – Da oggi al 22 gennaio 2012 allo Spazio eventi di Palazzo Pirelli sarà ospitata una mostra dedicata allo scultore Giorgio Galletti (´L´estetica del lavoro´). L´esposizione - promossa da Regione Lombardia e inaugurata nella serata di oggi - si compone di 59 opere tra pezzi in bronzo, gessi, bozzetti, disegni, foto e filmati e ha l´obiettivo di evidenziare il percorso artistico dello scultore. "Siamo lieti - dice il presidente Roberto Formigoni in un messaggio - di poter dedicare a Giorgio Galletti una mostra al Pirelli. Si tratta di un´esposizione dedicata a tutta la Lombardia perché Galletti è artista tipicamente lombardo. Artigiano dell´arte, formatosi a bottega, è stato poi capace di approfondire l´uso delle varie tecniche. E´ anche artista dai grandi valori civici, infatti lavora per la comunità e dedica molte opere ad uso istituzionale. Questa esposizione è una possibilità per avvicinarsi a temi a noi cari come la bellezza, l´attenzione ai valori della nostra storia e uno sguardo verso il futuro". Giorgio Galletti - Nato a Desio nel 1934, ha la sua prima formazione artistica dal padre Angelo, che è il capo dei marmisti della Fabbrica del Duomo. La sua conoscenza è quindi insieme artistica e tecnica e appartiene alla tradizione pluricentenaria che ha costruito la cattedrale milanese. È proprio al cantiere del Duomo che i suoi primi lavori colpiscono lo scultore Malerba (attivo in quegli anni alla Fabbrica), che indirizza il giovane Giorgio all´Accademia di Brera. Qui conosce gli scultori Marchini, Soli e Paiella, artisti legati alla figurazione, usciti come Messina dagli insegnamenti di Wildt. Sarà fondamentale il suo incontro con Francesco Messina, che avviene alla Fonderia Battaglia, un altro istituto cardine della storia artistica milanese. Giorgio Galletti vi lavora come rifinitore dei modelli in cera e Messina gli chiede di collaborare con lui, vista la sua capacità, che va ben oltre la tecnica. Inizia così un sodalizio artistico e umano. La collaborazione tra i due ha alcuni momenti particolarmente significativi nella realizzazione di due celebri opere di Messina: la grande scultura del Cavallo morente per la Rai di Roma e la statua di Pio Xii in Vaticano. Oltre alle numerose opere di Galletti presenti nelle collezioni private, nelle chiese e nelle piazze italiane, da segnalare la statua di Giovanni Paolo Ii a Varsavia e il busto di S.s. Benedetto Xvi nella Nunziatura apostolica di Berlino. Quella di Galletti è una storia tutta lombarda, innestata nella più grande cultura che ha nel lavoro e nell´operosità la sua espressione più alta; è uno scultore che conosce bene le tecniche del suo lavoro, capace di seguire ogni passaggio della fusione in bronzo. Ed è anche artista di grande inventiva iconografica, che sa interpretare la tradizione e darle forma originale. Ciò che muove Galletti è la passione per il proprio lavoro, unita alla precisione tecnica. La mostra è stata curata da Grazia Maria Massone, docente di Istituzioni di storia dell´arte all´Università di Brescia, e organizzata dall´Associazione Don Luigi Bonanomi, sodalizio culturale di Muggiò, città in cui risiede e opera Galletti. Giorgio Galletti - L´estetica del lavoro - Scheda Sezioni - Nello studio dell´artista - Lavorare la materia - Forma generata, forma generante - I ritratti, le figure, la maternità - Il lavoro - Il sacro: temi e testimoni - Rinnovare l´iconografia; gli apostoli del nostro tempo - Grandi opere per la comunità - Portali monumentali; segni di memoria Note tecniche Apertura: dal 23 novembre 2011 al 22 gennaio 2012 Spazio Eventi del Grattacielo Pirelli - Palazzo della Regione via Fabio Filzi, 22 - Milano Ingresso libero Orari da martedì a venerdì 15.00 - 19.00 sabato e domenica 10.00 - 19.00 (lunedì chiuso).  
   
   
MONDIALI DI CICLISMO: LA REGIONE TOSCANA HA STANZIATO 20 MILIONI  
 
Firenze, 23 novembre 2011 - Una buona notizia per i Mondiali di ciclismo che si svolgeranno in Toscana nel 2013. In attesa che il nuovo governo metta a disposizione le risorse che si era impegnato a stanziare il precedente governo (ma che dall’estate ancora non lo aveva fatto), la Regione ha messo a disposizione un salvadanaio da 20 milioni. Lo ha fatto ieri, con l’approvazione di una variazione di bilancio in Consiglio regionale, e ne ha subito dato notizia, nel corso di una tavola rotonda nel tardo pomeriggio a Firenze, organizzata dall’Associazione italiana cultura e sport, l’assessore Riccardo Nencini, presidente del comitato istituzionale dei campionati del mondo. “Questi soldi serviranno a realizzare le opere pubbliche e infrastrutturali strettamente necessarie – spiega Nencini – Serviranno ad asfaltare le strade lungo cui si correrà la corsa, da Lucca fino a Firenze, passando per Montecatini, Pistoia e la provincia di Prato. Serviranno a mettere in sicurezza le strade”. “E grazie a questi 20 milioni che la Regione oggi ha messo a disposizione– prosegue l’assessore – fa un passo in avanti anche il ciclodromo che si vorrebbe costruire a Pistoia, la prima provincia in Italia per la pratica di questo sport, e che nei giorni dei campionati sarà utilizzato per il riscaldamento degli atleti e che dopo settembre, all’indomani del mondiale, rimarrà a servizio dei cittadini e dei giovani atleti che non hanno un posto dove allenarsi”. Oltre a questo ci sono gli eventi che accompagneranno i campionati, le prospettive turistiche, i tanti volontari già mobilitati. E anche di questo si è parlato oggi nel corso della tavola rotonda fiorentina promossa dall’Aics. I numeri sono importanti: 3-400 mila persone attese lungo i 90 chilometri da Lucca a Firenze e poi ai lati del circuito cittadino, durante la settimana, 5-600 mila la domenica e centinaia di milioni di spettatori collegati con la tv. Si studiano piccole modifiche al percorso per valorizzare i tanti tesori della Toscana. “E il gruppo – svela sempre l’assessore Nencini – potrebbe passare almeno una volta, forse, anche sul pavè di piazza del Duomo”. L’assessore Nencini incontrerà nei prossimi giorni il ministro Gnudi. “I mondiali di ciclismo sono l’unico evento sportivo mondiale che l’Italia ospiterà tra il 2010 e il 2020, se l’Italia dovesse aggiudicarsi i giochi olimpici – ricorda Nencini – e glielo ricorderò”. Intanto anche i Comuni stanno facendo la loro parte per dare sostanza all’intesa che la Regione sta portando avanti. A ciascuno è stato chiesto un contributo. Il Comune di Firenze ha già stanziato 6 milioni, che serviranno oltre alle strade cittadine anche agli arredi urbani, e un altro milione ha già messo il Comune di Fiesole.